Che fortuna, essere un pubblicitario

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COMUNICANDO TP NEWS LETTER DEL GRUPPO TOSCANA DELLA TP ASSOCIAZIONE ITALIANA PUBBLICITARI PROFESSIONISTI Comunicare nel Web 2.0

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Marco Matteoli, fondatore di mmad, racconta le opportunità offerte dalla nuova comunicazione nell'editoriale di Comunicando, newsletter del Gruppo Toscana di TP Associazione Italiana Pubblicitari Professionisti.

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GRUPPO EDITORIALE TP TOSCANA ASSOCIAZIONE ITALIANA PUBBLICITARI PROFESSIONISTI

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Credits:

Responsabile Regionale: Vittorio Campolmi

Coordinatore Regionale: Bruno Lo Cicero

Segreteria Operativa:TP Toscana - c/o Studi Professionali

Via Carducci, 13 - 50123 Firenze tel. 055.91942 - fax 055.9194230

Coordinatore di Redazione: Paolo Crociani

Comitato di Redazione:Simona Bellaccini

Sonia CiaranfiDavid Mazzerelli

Gli articoli sono di:Simona Bellaccini

Vittorio CampolmiChiara CartocciPaolo CrocianiFulvio Janovitz

Bruno Lo CiceroMarco Matteoli

David MazzerelliAvv. Monica Tucci

Progetto Grafico:Studio A&C Comunicazione

Via A. Gramsci, 819 - 50019 Sesto F.no (FI)tel. 055.4564711 - fax 055.4565571www.studioaec.it - [email protected]

Stampa:Graphic Vit s.n.c. - Via Enrico Mattei - S. Giustino (PG)

tel. 075.8569843

www. associazione-tp.it

COMUNICANDO TPNEWS LETTER DEL GRUPPO TOSCANA DELLA TP ASSOCIAZIONE ITALIANA PUBBLICITARI PROFESSIONISTI

Comunicare nel Web 2.0

COMUNICANDO TP

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SOMMARIO

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di Vittorio CampolmiResponsabile Regionale

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SpeAKER’S CORNERL’editoriale di Comunicando

Il nostro Gruppo Toscano ha una gran fortuna: un Consiglio Direttivo di circa 30 persone che bene o male ruota intor-no alle nostre attività e lo fa con grande entusiasmo! Altrimenti non potremmo riuscire a gestire tante belle ini-ziative come da due anni a questa parte stiamo facendo. E’ l’entusiasmo che ci premia. Per questo numero di Comunicando, assecondan-do la richiesta del Direttivo, con grande piacere, ho lascia-to “la penna” dell’editoriale a Marco Matteoli per la sua profonda conoscenza del mondo internet ma soprattutto per l’entusiasmo con cui riesce a parlarci di questo tema.

Vittorio Campolmi

Responsabile Regionale / Gruppo TP Toscana

Che fortuna, essere un pubblicitario.Perché? Perché la pubblicità oggi sta vivendo la crisi. Anzi la sta cavalcando. L’opportunità, la scelta che oggi sta affrontando chi vive e lavora per la comunicazione è para-gonabile alla situazione che i pubblicitari del secolo scorso si sono trovati ad affrontare quando arrivò la televisione. Abbiamo davanti a noi una grande fortuna, un’occasione di quelle che poi diventano storia. La comprensione e l’a-dattamento ai nuovi paradigmi è l’unica cosa necessaria. Tutto sta cambiando, ma niente di nuovo. Il cambiamento è il ritorno ai rapporti di impegno autentico nella società avanzata, che aveva dismesso le relazioni a favore delle burocrazie e delle lobbies. Tutti i mezzi di comunicazione allora si trovano costretti al cambiamento della società in rete. Le features che utilizzano le infrastrutture dell’inter-net consentono risultati che vanno ben oltre la noto-

Vittorio Campolmi Responsabile Regionale per la Toscana e membro del Consiglio Nazionale dell’Associazio ne [email protected]

pag. 3 SpeAKER’S CORNERL’editoriale di Comunicando

pag. 22 .IT PARADEI l megl io dal web

pag. 23 A PIENO TITOLOLibri e pubblicazioni

pag. 6 I FERRI DEL MESTIEREMarketing

pag. 16 FATTI & MISFATTISentenze e Normative

pag. 19 L’AVVOCATO SPIEGA

pag. 8 I FERRI DEL MESTIEREPensieri & Società

pag. 12 I FERRI DEL MESTIEREAntropologia

pag. 18 TPP NEWSNotizie dal l ’ interno

Che fortuna, essere un pubblicitario.

Marco Matteoli Pubblicitario da venti anni, TPP dal 2008. Studia avi-damente gli sviluppi della società in rete e i nuovi media, scrive di tutto, pianifica e dirige in mmad, l’agenzia di comunicazione fondata nel [email protected]

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L’intervista di ComunicandoA DOMANDA RISPONDE

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L’intervista di ComunicandoA DOMANDA RISPONDE

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SpeAKER’S CORNERL’editoriale di Comunicando

rietà del brand o il posizionamento distintivo. E noi siamo pubblicitari! Abbiamo il potere e il dove-re di anticipare, abbiamo l’obbligo di amministra-re i cambiamenti delle strategie di comunicazione. Le tecnologie convergono, le scienze producono, la comu-nicazione ascolta. Il megafono si sta rovesciando, dopo anni carichi di serialità e pianificazioni massive di crea-tività mediocri, utilizzate come propulsori. I committen-ti di pubblicità oggi devono ascoltare, prima di tutto. Internet ha in sé la capacità di dare una decisa inversione ai percorsi della comunicazione pubblicitaria professionale. Brian Solis, uno dei più brillanti e influenti analisti del nostro tempo, scriveva pochi giorni fa: “Social media is growing in promi-nence on a daily basis, and I believe that the consequence of not engaging, or not even listening, is, unfortunately, the beginning of the end.” Se non si riesce ad impegnarci e a coin-volgere, se non si ascolta è l’inizio della fine per le imprese. Nel lontano 2007 - solo tre anni, ma i paradigmi sono saltati con l’avvento di internet - nasceva Comunicazione Virtuosa, l’evento promosso anche da TP toscana che teniamo ogni anno a Lucca. Con grande impegno e misurata autonomia, con l’intento oneroso ma inevitabile di diffondere la cultu-ra della comunicazione verso imprese ed organizzazioni. Cultura della comunicazione che trova in noi pubblicitari gli esponenti della catechesi: la nostra è una missione profes-sionale, lo sappiamo tutti. Ogni giorno informiamo i nostri clienti, scambiamo conoscenza, ci aggiorniamo e divulghiamo. In quell’anno scrivevo anche della circolarità della comunicazio-ne. È una specificità dei temi più ampi dell’architettura dell’infor-mazione. Così come la comunicazione è condivisione dell’infor-mazione, la circolarità è la forma estetica/etica di comunicazione. La circolarità della comunicazione è un modello adattivo necessa-rio. Perché sappiamo che la frequenza pubblicitaria è elevatissima. Si crede che la rete e le tecnologie oggi abilitino a gestire con efficacia la comunicazione. Molte aziende non solo piccole affidano la propria voce alle cure di giovani saccenti, o di meno giovani incompetenti, dimenticando due cose: la prima è la qualità della strategia. La seconda, la visione e la competitività.

Entrambe frutto di tre regole che noi TP conosciamo bene: ricer-ca e innovazione, profonda competenza verticale, flessibilità. La centralità del consumatore è il segno del cambiamento. Ma certamente, David Ogilvy e molti altri lo sapevano anche prima. Poi ci siamo persi, specie in Italia, nella trasforma-zione mcluhaniana del mezzo che è divenuto il messaggio. Internet, il web 2.0 (che è solo una definizione in conven-zione per raccontare un approccio diverso alla costruzione della comunicazione e dell’interazione sul web, univer-salmente consapevole oggi del potere della conversazio-ne) sono strumenti, non mezzi. Si scelgono e si pianifi-cano strategicamente azioni attraverso di essi in relazio-ne alle altre metodologie pubblicitarie più convenzionali. Internet ci permette una revisione complessiva delle teorie della pianificazione pubblicitaria e degli elementi della stra-tegia, aperti ora a diversi livelli di risultato atteso e più com-plessi modelli di posizionamento realizzabili. Straordinario. Manuel Castells, forse il più grande osservatore della società con-temporanea, scrive che qualcuno - anch’io ne conosco - vuole semplicemente non far parte dell’Internet o della società in rete: “perché non mi lasciate da solo? ... Voglio solo vivere la mia vita!” E aggiunge: “Se questa è la vostra posizione, ho delle brutte notizie per voi. Se non vi occuperete delle reti, in ogni caso saranno le reti ad occuparsi di voi. Se avete intenzione di vivere nella società, in questa epoca e in questo posto, dovrete fare i conti con la società in rete.” Che magnifica occasione abbiamo noi pubblicitari!

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I FERRI DEL MESTIEREMarketing

Premetto che non ho una formazione specifica verso il mondo di internet e che le mie riflessioni non possono, e non voglio-no, quindi avere una valenza tecnica.Voglio soltanto esternarvi la sensazione di chi, lavorando tutti i giorni nel mondo della comunicazione per le piccole e medie imprese, si trova spesso a storcere il naso verso determinate scelte e affermazioni riguardanti il mondo del web, e ancor di più, del cosiddetto web 2.0, sua più recente evoluzione.

La cosa che mi lascia particolarmente perplessa è che spesso certe opinioni siano largamente diffuse anche nell’ambiente dei pubblicitari stessi, magari non tecnici web in senso stretto, ma comunque “esperti di comunicazione”.Per entrare più nello specifico di ciò che desta la mia perples-sità vi faccio degli esempi.

Sento spesso dire che il vantaggio della rete, in particolare adesso, con le nuove applicazioni interattive, sia il basso costo, o addirittura il costo zero.Chiaramente non si tratta di un’affermazione sbagliata in asso-luto, ma penso che dovrebbe essere premura di chi la sostie-ne specificare meglio la reale analisi dei costi delle operazioni in internet.Mettere un video su YouTube, creare un profilo su Facebook, inoltrare email ad una mailing-list, pubblicare news, redigere un blog: si tratta effettivamente di operazioni a costo zero.Ma abbiamo tenuto presenti le implicazioni di queste azioni?Dobbiamo spiegare ai nostri clienti che il montaggio di un video aziendale non lo può realizzare il cugino del titolare, anche se gli hanno regalato una bella telecamera, dobbiamo far capire all’azienda che realizza cabine di verniciatura per auto che il suo profilo di Facebook è del tutto inutile, dobbiamo evitare di proporre al nostro cliente un cms (sistema per la gestione dei contenuti) per inserire news nel sito se la frequenza media di pubblicazione di una nuova notizia è ogni tre anni.Dobbiamo soprattutto impegnarci per costruire una reale cultura della rete.

Chiara Cartocci, socia TPlaureata in Comunicazione Internazionale Indirizzo Pubblicitario . Account presso l’agenzia di comunicazione Studio Astra di Arezzo.Tel 0575 302094 [email protected]

di Chiara CartocciComunicatriceI FERRI DEL MESTIERE

Marketing

L’illusione del “fai da te” e del “costo zero”

E’ importante sollecitare il cambiamento, ma dobbiamo arri-varci quando siamo pronti.

Il costo zero è un’illusione perché ogni azione nel web, così come qualsiasi altra azione di comunicazione, ha necessità di pianificazione strategica, di programmazione e, ancor più che per i media classici, ha bisogno di “cure costanti”. Perché davvero la nostra presenza nella rete sia significativa dobbiamo esserci, comunicare, utilizzare gli strumenti, veri-ficare la nostra notorietà. Perché l’invio di una email ad una mailing list sia significativo dobbiamo aver raccolto un congruo numero di contatti mirati. Perchè un blog sia periodicamente visitato dobbiamo fare in modo di offrire reali contenuti, in evoluzione e di interesse.E tutto questo non si improvvisa, anzi, serve, se non una persona che vi si dedica in modo esclusivo in azienda, per lo meno l’appoggio di un’azienda specializzata.

E con questa riflessione mi ricollego al secondo atteggiamento diffuso che reputo deleterio per un approccio costruttivo ad internet, e cioè la facilità di cadere nel “fai da te”.La facilità di fruizione di certi contenuti in rete non deve indurci a pensare che altrettanto semplice sia costruirli in modo effi-cace.L’ausilio di programmi con un interfaccia sempre più intuiti-va ha condotto molte piccole aziende a realizzare in modo autonomo certe operazioni, a cui però spesso inevitabilmente mancava, non soltanto un appeal “estetico”, ma soprattutto un coordinamento strategico e una reale analisi degli obiettivi.

Non vorrei apparire retrograda nel mio atteggiamento, oppu-re incapace di cogliere le incredibili opportunità che la rete ci offre, ma sono convinta dell’importanza di una formazione, e non solo tecnica, per essere in grado di gestire questi cambia-menti.Non riempiamoci la bocca di luoghi comuni, studiamo la nuova realtà.La mia bis-nonna tutte le sere salutava l’annunciatrice dei pro-grammi tv, perché stava vivendo un cambiamento più grande di lei. Stiamo attenti a non fare lo stesso.

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di Bruno Lo CiceroAccount

Bruno Lo Cicero pubblicitario professio-nista TPP dal 1991 é Coordinatore Regionale del Gruppo TP Toscana per Firenze e Provincia.Collabora con agen zie, aziende ed istituzioni toscane e Nazionali nel marketing, nella comuni-cazione e nei media.Insegna Strategia della Comunicazione, Tecniche della Pubblicità e Media Planning presso l’Istituto Internazionale Polimoda di [email protected]

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I FERRI DEL MESTIEREPensieri & SocietàI FERRI DEL MESTIERE

Pensieri & Società

Mi sento tanto stupido a guardare continuamente in questa Tv senza musica, senza telegiornali.Ma l’amica clessidra mi dà tempo; mentre aspetto, in quelle frazioni di secondo, riesco ad immaginare solari isolotti, atolli indescrivibili, bellezze hawaiiane disperse nel mare azzurro e infinito dei Caraibi in festa, e anche qualche headline.Cara clessidra, una volta il pubblicitario usava la penna, i pennarelli Pantone, i trasferibili Letraset; ora i pubblicitari del 2010 non sanno nemmeno che odore abbiano, i trasferibili Letraset.Il loro mondo silente è rotto solamente dal ticchettio dei tasti, dall’im-personale accensione e spegnimento delle lucette su questi orribili cosi di plastica.Sempre più piccoli, sempre più presenti in noi, questi mostruosi amici ci seguono, ci traviano, dirigono la nostra vita; senza che ce ne accorgiamo limano le nostre vetuste ire di creativi senza senso, e ci limitano anche nella scansione del tempo per il cibo, il sesso, il sogno, la stessa creatività.

Ma io no, cara clessidra, non mi farò fregare…Continuerò a pensare con le mie mani, a toccare con la mia testa, ad annusare con gli occhi, a sentire con la bocca, a gustare con il naso, a cercare per le mie campagne tutte le sensazioni che il mondo di fuori regala.Non mi farò fregare…I microchips nulla potranno contro l’irruente necessità della mia sopravvivenza di pubblicitario incallito e giallo di fumo, i pixel non riu-sciranno a farmi desistere nel mio orgoglio altero di rifiutare il mondo nuovo, che nuovo non è e che a nulla porta.

Clessidra, perchè hai smesso di girare? Perchè il video manda messaggi criptici di guerra totale? Ohhhh che fai…noooooo… mi s’è impallato!!!Mi ridesto… Facebook è stato caricato, finalmente posso riprendere a lavorare ... aspettando la prossima clessidra!

Il mio povero cagnone adesso è veramente triste, una lacrima stanca gli riga il muso dolce e austero e bagna il giornale; gli faccio poca compagnia, e lui si addormenta sempre sulla pila dei giornali vecchi di mesi.

Per fortuna tra 5 minuti Google andrà a farsi un giro … è il 23 del mese … esce in edicola il nuovo numero di “Vita da cani”.

Google è il mio golden retriever di 7 anni; come tutti i giorni, mando il cane a comprare il giornale, mentre resto qui a poltrire.La luce entra piano nel mattino del mio studio; la poltrona verde si illumina, sono le 9.00, e anche stanotte ho dormito qui.

Telefonate, fax, lettere, nulla di tutto questo, solo un piccolo compu-ter ed un neologismo blasfemo e violento, Facebook.Scappo nella rete, mi fiondo in questo nuovo meta-universo, dove tutti sono uno, e dove non c’è il bello, e il brutto, c’è chi c’è e chi non c’è.Google sembra ridere di questo suo gobbo padrone che sta sempre incollato alla TV, e lui si addormenta sul giornale arrotolato.

Aggredito da cyber messaggi, bombardato da banner pages, estasiato da milioni di bits, chips, siti web, motori di ricerca, pagine web, link, slot, chat e dgt ... non penso al sole sulla libreria, e quasi non sento le campane del mezzogiorno.

Luce a picco sui libri delle 2 di pomeriggio, pesco nella rete due nuovi amici afghani, e con Roberta da Pasadena parlo del tempo, della mezza stagione che neanche nelle fredde albe del Texas esiste più.

Sole che roseo pende sulla siepe, alle nostre 18 il tè delle cinque di Londra sembra fumare anche qui da me, mentre gli americani di San Francisco invadono la rete per il loro mattino di nuovo lavoro.

Sole rosso che scompari, resta ancora un po’; non sono neanche le 9 in questa sera di prima estate, così calda mi ricorda lo Yucatan di Jose e Paquito (ma che c’hanno sulla home page di FB…la maria?!?!?).

Sono le 5, il sole al mio orizzonte fisico sta salendo, ma io l’ho fregato anche oggi, ho girato con lui nelle 24 ore e nei 24 mondi, ed ora beato nella “mia” rete, mi accingo a far compagnia alle notti argentine.

Google mi scruta languido quando batto l’ultimo tasto della giornata, pronto finalmente a leggere il giornale di ieri; la clessidra ruota stan-camente sul video, mentre aspetto che l’ennesimo comando venga eseguito dal “mio” Pc.

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I biscotti comunicano... sul web!

L’intervista di ComunicandoA DOMANDA RISPONDE

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A DOMANDA RISPONDE

David Mazzerelli, socio TP, laureato in Scienze della Comunicazione all’Università di Siena.Caporedattore della rivi-sta culturale telematicaultimathule.it. [email protected]

di David MazzerelliComunicatore

agevolare la diffusione di Internet. Sarà una casualità ma si continua a preferire la televisione.In parte per i noti interessi del Primo Ministro, in parte per una que-stione di “controllo”.

Ci fai un esempio di una tua campagna su web?Ho lavorato a diversi progetti che integravano Internet o lo usavano come media principale. “Nonlosapevo.com” ha avuto oltre 8 milioni di visite nel 2005 e il sito è ancora online.Sono molto contento di avere lavorato alla campagna di lancio della Tv Current (di Al Gore), sia per gli ottimi risultati raggiunti sia perché un “prodotto/servizio” che sento molto affine ai miei ideali personali.Un sintetico case history può essere visto nel nostro blog (i biscotti comunicano) nella sezione “ricette di successo”.Altri marchi che mi hanno dato grandi soddisfazioni sono stati eBay e easyJet.

In conclusione: istruzioni per l’uso del web 2.0.Internet non significa ancora la “morte della TV” o della stampa, come ogni tanto si sente dire. Web 2.0 non è la nuova “pietra filosofale” del comunicatore.Abbiamo semplicemente uno strumento in più per far dialogare la marca con il consumatore• Uno strumento che è riduttivo definire alternativo• Uno strumento che è eccessivo considerare con attese miracoli-stiche.• Non è necessariamente più economico• Non è necessariamente più efficace• E’ uno strumento che per determinati target e prodotti può essere unico. In altri casi va integrato in una strategia più articolata. E in certe situazioni va proprio evitato.

Se può interessare il mio punto di vista attuale sui cosiddetti “viral” segnalo questo post che ho scritto nel mio blog, recentemente: http://kttbblog.splinder.com/post/23528748/virale-una-volta-per-tutte

Massimo GuastiniDirettore Creativo cOOkies ADV Milanowww.cookiesadv.com

Tutti pensano di avere la definizione di web 2.0, ma si pos-sono davvero dare etichette?L’etichetta Web 2.0 è semplicemente una trovata per segnare nomi-nalmente una sorta di spartiacque tra il mondo Internet di prima gene-razione, testate/brochure virtuali pressoché prive di interattività, e l’Internet di seconda generazione che da qualche anno offre all’utente il controllo del contenuto.Attualmente assistiamo ancora a una fase di convivenza tra le due specie. Un pò come accaduto per l’uomo di Neanderthal e il Sapiens.Per Web 2.0 si intende l’ambiente in cui si sono sviluppati dei siti web e delle applicazioni, che mettono il controllo del contenuto nelle mani del consumatore. Che sia stato o meno generato dall’utente stesso.

Quali sono le maggiori opportunità di comunicazione che il nuovo web offre?L’opportunità principale è che permette di coinvolgere attivamente l’utente nella comunicazione, questo può rendere il processo molto simile a un vero e proprio dialogo. E un dialogo, se ben gestito, può aumentare l’efficacia della comunicazione rispetto ai monologhi di una volta.Ma richiede ancora maggiori competenze strategiche al “regista della comunicazione”.

Nel 2043 sarò venduta l’ultima copia di un giornale carta-ceo, dice l’editore del NY Times. In italia la carta stampata sparirà ancora prima?Nulla di buono può accadere in Italia prima che in USA. E nemmeno nulla di male. Siamo diventati un paese di followers.Se in Italia la carta stampata sparirà prima che in America non sarà a causa della “rivoluzione digitale” ma semplicemente perché in Italia si legge molto poco.In Italia il Governo ha fatto e continua a fare il possibile per non

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Considerazioni sulla Teoria del Mondo Piccolo ed i comunicatori del www 2.0

I FERRI DEL MESTIEREAntropologiaI FERRI DEL MESTIERE

Antropologia

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(Attenzione, parti di questo articolo sono stati da me copiaincollati da Wikipedia, l’enciclopedia ….libera!!!!!)

La teoria del mondo piccolo o teoria dei piccoli mondi è una branca della

teoria dei grafi che deve la sua esistenza e la sua conseguente applicabilità e

utilità a studi riguardanti numerose discipline come la biologia, l’economia,

l’informatica e la sociologia.

La sua nascita può essere fatta risalire ad una serie di esperimenti condotti

da Stanley Milgram che esaminavano la lunghezza media del percorso per

reti sociali tra i residenti negli Stati Uniti. La ricerca ipotizzò un mondo

piccolo, costituito da una rete di collegamenti tra persone relativamente

breve. Gli esperimenti sono spesso associati con la frase “sei gradi di sepa-

razione”, anche se Milgram non ha mai utilizzato questa locuzione.

Venne poi analizzata ed ulteriormente sviluppata nel 1998 nell’articolo

apparso sulla rivista Nature, Collective dynamics of «smallworld» networks

dei matematici Duncan Watts e Steven Strogatz

Questa teoria generalizza ed esplora le caratteristiche di insieme che

hanno reti connesse di elementi, indipendentemente dalle caratteristiche

proprie degli elementi. Reti di lucciole, router, compratori, attori e partner

sessuali, tutti i quali hanno almeno due caratteristiche simili: l’alto livello di

aggregazione e il basso grado di separazione. La teoria illustra appunto

come sia possibile conciliare questi due aspetti apparentemente contrad-

dittori: il fatto che nonostante ogni elemento tenda ad avere relazioni pre-

valentemente con pochi altri (alta aggregazione) non impedisce di ottenere

comunque una sua “vicinanza”, tramite pochi intermediari, con qualsiasi

altro elemento della rete (basso grado di separazione).

Tale studio ha fatto molto scalpore poiché dà una spiegazione generale a

situazioni già osservate in particolari reti connesse di elementi (es. reti di

persone, di computer, catene alimentari) in differenti campi scientifici. Un

esempio abbastanza conosciuto sono i cosiddetti sei gradi di separazione

osservati nelle reti sociali, cioè il numero di passaggi sociali (amici degli

amici degli amici...) che separano, mediamente, ogni essere umano da

qualsiasi altro.

Quindi come per i batteri il medium giusto ne provoca la proliferazione,

la resistenza, lo sviluppo o il miglioramento della qualità della vita, per noi,

tramite noi e solo con noi la rete, questa grande innovazione tecnologica

che ci permette di condividere la nostra “vita” in un unico corpo virtuale

tramite i social networks ed i loro ingranaggi basati sui modelli matematici

del sesto grado di separazione, sviluppa la nostra proliferazione, la nostra

di Simona Bellaccini

resistenza, il nostro sviluppo ed il miglioramento della qualità della nostra

vita e di quella dei nostri figli e nipoti.

Ecco che i nostri piccoli mondi, basati sull’insieme dei nostri registri anagra-

fici (e quindi sulla nostra lingua) attraverso quindi il nostro nome e cogno-

me scritti su un registro virtuale, diventano vicini. Il medium è la nostra

esperienza, la nostra storia, il nostro vissuto, comunicato attraverso la

parola scritta su un foglio elettronico e conservato, contemporaneamente

a quando lo si scrive, in milioni di “testamenti virtuali”.

Una moltitudine Testamenti non vecchi e non nuovi ma “on-line”, che

connettono attori, ci parlano, ci raccontano, ci comunicano soggetti ed

oggetti altri del presente, del passato e del futuro.

Ciò che è successo ed è stato registrato 2000 anni fa ed anche molto

molto prima di quella data a volte è sttao provato essere stato mistificato,

filtrato, modificato, stravolto, manipolato …. come spesso ci accorgiamo

accade nel nostro attuale universo di comunicazioni e di reti. Ce ne accor-

giamo perché abbiamo tra noi alcune persone che hanno la missione di

conservare gli strumenti ed i segni che ci aiutino a decriptare il massimo

comune denominatore dei contenuti delle comunicazioni complesse e

manipolate e svelarne la verità. Come nel gioco del backgammon…ma

…. chissà se tra 2000 anni ci saranno ancora i modi di verificare la verità o

la mistificazione dei contenuti di quello che rimarrà trasmesso… se già oggi

facciamo fatica a riconoscerne gli effetti reali o mistificati dipesi da legami

contemporanei o remoti.

La sfida dei comunicatori del web di oggi è proprio trovare un’inge-

gnerizzazione del sistema di comunicare nella fluidità del sesto grado di

separazione (aggregazione) che non ne mistifichi il contenuto in modo da

lasciarne la convalida della trama ai futuri users, consumatori, attori che la

applicheranno a loro volta alle loro azioni future.

Nell’ era dell’Acquario questa è la sfida, la nostra vita e quella dei nostri

figli ed il suo miglioramento in modo repentino ed esponenziale dipen-

de proprio da chi comunica, che deve essere cosciente, consapevole e

responsabile della propria professionalità di comunicatore. In questa era

proprio grazie alla messa in opera della world wide web ciò non è più

ad appannaggio di pochissimi che tramite questa opportunità esclusiva (la

parola scritta) ne hanno spesso approfittato per loro interesse personale

tenendo a bada la scienza, la conoscenza e lo sviluppo dell’umanità, da oggi

in poi i comunicatori professionali hanno una ben più grande responsabilità,

quella di lavorare al servizio di ognuno di questi piccoli mondi che formano

l’Universo e rendere liberi e veritieri gli effetti di questa comunicazione.

Nelle Agorà di tutti quei piccoli mondi virtuali e virtuosi di FaceBook tutto

può essere contraddetto o confutato, consumato o gettato via, trasmes-

so o mistificato…. per i comunicatori del web 2.0 questa un gran bella

responsabilità….

Simona Corradina Bellaccini, socia TP, dal 2005 al 2009 vive a Siena e lavora nella Comunicazione Integrata.Scrive libri e publiredaziona-li per il settore immobiliare, farmaceutico e vitivinicolo.Collabora con CANAL+ per la redazione in spagno-lo di documentari storici sulla storia di Siena e di [email protected]

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I social media e il web della positività

L’intervista di ComunicandoA DOMANDA RISPONDE

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A DOMANDA RISPONDE

David Mazzerelli, socio TP, laureato in Scienze della Comunicazione all’Università di Siena.Caporedattore della rivi-sta culturale telematicaultimathule.it. [email protected]

di David MazzerelliComunicatore

Carlo Rinaldi, ingegnere informatico, giovane marketing manager di una multinazionale leader nel settore informatico e internet. E’ anche musi-cista e direttore di cori gospel.

Web 2.0, ognuno lo interpreta a suo modo e cerca di defi-nirlo. Per te cos’è?Credo di non avere nemmeno io la risposta. Sicuramente il Web 2.0 vive e ha un’anima. Ha l’anima degli utenti che lo utilizzano e che ne fanno lo strumento per la propria socialità, per la propria informazio-ne, per il proprio business e molto altro. Il Web 2.0 non è autoritario ma democratico e aperto a tutti.

Social media, alcuni dicono siano solo una tendenza passeg-gera, altri vedono in essi il futuro della rete.I social media, si dirà probabilmente un giorno, erano indispensabili nel Web 2.0. Sono certamente la base di partenza per l’avvenire di internet e per la costruzione del Web 3.0, 4.0 o meglio... 3.1, 4.1 perché di evoluzione si tratterà e non di cambiamento drastico. Come dicevo, le basi si stanno ponendo ora, l’indirizzo è preciso. Internet del futuro avrà sempre nuova linfa vitale dalle reti social, che si auto-alimentano tramite l’interazione e gli scambi tra le persone, che andranno ad aumentare e non a diminuire.

Sei un marketing manager, e quindi lavori in comunicazio-ne, ma anche un ingegnere informatico. Il Web di oggi è più creatività o più matematica?Secondo me il Web di oggi è solo più soldi. E’ molto orientato al busi-ness, troppo poco alla bellezza della rete. Il problema è numerico e di monetizzazione: paradossalmente adesso – all’inizio dell’era dei social media – da molti l’utente non è considerato ancora un valore ma solo una statistica. E va a finire che queste piattaforme di interazione vengo-no snaturate non dalle persone ma da chi le progetta. Per fare Web di successo l’utente si deve riconoscere invece proprio come un valore e scegliere un percorso – o un prodotto – rispetto ad un altro, in base a chi gli dà più considerazione, e non lo fa sentire un numero ma lo fa sentire al centro di una reale e umana di esperienza vive e originali.

Luoghi comuni/1: tutti si buttano sul web ma pochi ci gua-dagnano. Chi lo dice? Chi trova il modo di fare i soldi col Web certo non lo va a dire agli altri!

Luoghi comuni/2: i giovani e giovanissimi non leggono la carta stampata ma vanno solo su internet. Tuttavia anche quando vanno su internet non si informano ma passano il tempo a chattare.E’ un luogo comune molto ingeneroso e credo in gran parte falso. Fino a poco tempo fa l’informazione su internet era superficiale: c’erano giusto i motori di ricerca con cui trovare quello che si cer-cava, ma mancavano portali di informazione ben fatti e appetibili all’utenza. Adesso le cose sono profondamente cambiate: gli utenti sanno dove andare ad informarsi e anche i giovani conoscono bene i portali dove possono trovare quello che cercano. La pubblicità destinata a questo target, per essere efficace, deve essere percepita come un servizio – se non come informazione stessa - ma mai come invasione di campo.

Comunicazione, ingegneria, musica: da chi come te coltiva nella sua vita interessi all’apparenza tanto diversi, quale strada consiglierebbe ad un giovane?Credo che la risposta sia nella curiosità! Nella mia esperienza perso-nale ci sono stati degli indirizzi precisi ma è la curiosità che mi ha por-tato ad esplorare altri campi. Quando si approda all’Università, ad esempio, si deve provare a non farsi rubare tempo ma a rubarlo per apprendere sempre cose nuove ed alimentare la propria curiosità, voglia di conoscere e scoprire. Solo così puoi costruirti un bagaglio a 360° che nel futuro si rivelerà davvero prezioso.

Sappiamo che fai anche volontariato in Ingegneri senza Frontiere e sei direttore nel coro gospel GAP(Gospel Always Positive) dell’Opera Don Guanella, impegnata in importanti progetti e missioni di carità.L’esperienza umana del volontariato mi ha portato idee, spunti, riflessioni. Le missioni in Africa sono state una vera e propria acce-lerazione per la mia vita. Fare volontariato non significa togliere qual-cosa per darlo agli altri, ma è un’esperienza che ti arricchisce e che ti porta a guardare la vita con occhi diversi e migliori, perfino con più carica e più positività. E proprio quest’ultima, a cui abbiamo intitolato il nostro coro gospel, credo sia il segreto di ogni cosa.

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di Paolo CrocianiResponsabile TP provincia di Arezzo

Paolo Crociani, pubblicitario professio-nista TPP e membro del Comitato Direttivo del Gruppo TP Toscana, dal 1981 opera in pubblicità e in comuni cazione con una propria struttura Studio Astra di [email protected]

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Sentenze e normative

Sentenze e NormativeFATTI & MISFATTI FATTI & MISFATTI

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Sentenze specifiche attorno i meccanismi del WEB 2.0 non ce ne sono molte, ma ho individuato una pratica commerciale scorretta di e-commerce, camuffata attraverso la semplice registrazione ad un sito e verso la quale l’antitrust ha avviato istruttoria.La scelta per la seconda sentenza, questa volta emanata dal Giurì della Pubblicità, è scaturita invece dalla particolarità, non ricorrente, che le due aziende conten-denti non siano dello stesso settore merceologico, così da poter comprendere come l’autorità pubblicitaria ragioni in merito a casi che, nel nostro lavoro, possono presentarsi anche con frequenza, visto che, anche inconsciamente, campagne già uscite possono influenzare la creatività.

INTERNET: ANTITRUST AVVIA ISTRUTTORIA PER PRATICA COMMERCIALE SCORRETTA SU SITO

EASY-DOWNLOAD.INFOIn collaborazione con le Unità Speciali della Guardia di Finanza. Procedimento nei confronti della società tedesca Eurocontent Ltd. Arrivate centinaia di segnalazioni da parte dei consumatori. Tra il 2009 e il 2010 multe per quasi 4 milioni e 500mila euro per pratiche scorrette sulla rete.

L’Antitrust ha deciso di avviare un’istruttoria nei confronti della società tedesca Eurocontent Ltd per possibile pratica commerciale scorretta. La decisione è stata presa alla luce delle centinaia di segnalazioni di singoli cittadini e di associazioni dei consumatori, tra le quali: Altroconsumo, Adiconsum, Aduc, Codacons, Unione Nazionale Consumatori e Federconsumatori. Solo tra il 2009 e il 2010 l’Autorità ha irrogato 4 milioni e 450mila euro di multe per comportamenti scorretti che, attraverso il meccanismo della regi-strazione sui siti, inducevano i consumatori a sottoscrivere, in modo inconsa-pevole, contratti di fornitura di servizi vari. Secondo le denunce ricevute, digitando sul motore di ricerca Google il nome di un determinato software accompagnato dalla parola “gratis” o “gratuito”, appariva al primo posto il sito www.easy-download.info. Selezionando il link, il consumatore veniva indirizzato non alla home page del sito, ma direttamente alla pagina dedicata alla registrazione. Una volta inseriti i propri dati, il consumatore sottoscriveva sostanzialmente a sua insaputa, un contratto biennale con la società tedesca Eurocontent Ltd per la fornitura di software al costo annuale di 96 euro da pagare anticipatamente una volta l’anno. A differenza della home page, dove le condizioni contrattuali erano riportate con chiarezza, la pagina di registrazione riportava i termini con un’e-videnza grafica non sufficiente a una loro immediata percezione. In sostanza il consumatore era indotto a credere che si trattasse di un servizio gratuito. Decorso il tempo per il recesso senza dare al consumatore alcuna conferma del perfezionamento del contratto stesso, la società tedesca iniziava a solleci-tare i pagamenti. L’Antitrust sta svolgendo, in collaborazione con le Unità Speciali della Guardia

di Finanza, ulteriori accertamenti per individuare eventuali altri soggetti respon-sabili, poiché il sito easy-download.info è registrato in Arizona.

Comunicato stampa tratto dal sito www.agcm.it SINTESICoop Italia Società Cooperativa a r.l. (di seguito: Coop) ha chiesto l’inter-vento del Giurì nei confronti dell’ Istituto Bancario del Lavoro – IBL spa (di seguito: IBL) in relazione a una pubblicità raffigurante un cane bassotto e lo slogan “Bassotte le rate, grande la convenienza”, ritenendola in contrasto con l’art. 13 del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale. Il messaggio ad avviso della ricorrente sarebbe un’imitazione servile della pubblicità Coop, realizzata sin dal 2007, in cui compare un bassotto e lo slogan “Prezzi bassi quotidiani”. IBL quindi avrebbe a suo dire riprodotto l’idea del parallelismo tra il cane di razza bassotta e il prezzo basso, causando con tale sovrapposizione una perdita di forza attrattiva della campagna Coop. IBL ha eccepito che, seppure Coop possa vantare una anteriorità nell’uso dell’immagine in questione, col prestare acquiescenza per due anni alla pub-blicità IBL, in corso dal 2008, avrebbe comunque perso l’interesse ad agire. Ad avviso della resistente, la pubblicità di Coop non avrebbe gli essenziali requisiti di novità e originalità richiesti per la tutela ai sensi dell’art. 13 del Codice: il bassotto sarebbe infatti una figura del senso comune, largamente usata in comunicazione e naturalmente associata al concetto di bassezza, di piccolezza. Non vi sarebbe peraltro prova dell’ampiezza temporale e dell’intensità dell’uso della foto del bassotto nella pubblicità Coop. Non potrebbe altresì esserci alcuna imitazione servile poiché le due aziende non sono tra loro dirette concorrenti, operando in mercati e settori dif-ferenti. Infine le campagne sarebbero molto diverse per caratteristiche di ambientazione, rappresentazione, finalità, concept e canali di diffusione. Il Giurì ha preliminarmente osservato che non vi sono dubbi né sull’interesse ad agire, né sulla legittimazione ad agire di Coop, senza che questi elementi siano inficiati dalla eventuale tardività nel far valere le proprie ragioni. Nel merito, il Giurì ha ritenuto tuttavia che la ricorrente non abbia fornito adeguata prova della notorietà della propria campagna. Questa lacuna istruttoria vulne-ra alla radice il fondamento dell’azione della ricorrente. Esiste poi, secondo l’organo giudicante, una distanza molto ragguardevole tra le due imprese, l’una impegnata nella grande distribuzione, l’altra nei servizi bancari: anche se si dovesse ritenere che le due campagne sono sovrapponibili, varrebbe pur sempre l’osservazione che i pubblici di riferimento delle due contendenti sono ben diversi. A colmare la distanza tra i due mondi non sarebbe sufficiente secondo il Giurì neppure il fatto che nell’immaginario collettivo del pubblico raggiunto per primo possa essersi fissata l’associazione tra la “bassezza” dell’a-nimale e la convenienza di un prezzo di mercato. Tale associazione sarebbe infatti secondo il Giurì di uso comune e dunque non monopolizzabile, secon-do un ormai consolidato orientamento della giurisprudenza autodisciplinare. Il Giurì, esaminati gli atti e sentite le parti, dichiara che i messaggi pubblici-tari contestati non sono in contrasto con il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.

Sentenza tratta dal sito www.iap.it

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di Monica TucciAvvocatoL’avvocato spiega

Avv. Monica TucciVia della Fonte Veneziana, 1052100 Arezzotel. 0575 902251fax: 0575 [email protected]

Lo swap

Ci occuperemo di un contratto molto utilizzato nell’ambito dei

mercati finanziari di cui costituisce una delle più recenti innovazioni.

Lo swap implica un accordo tra due parti che si scambiano flussi

di denaro a date certe, secondo una predefinita formulazione. I

flussi di cassa possono essere espressi nella stessa valuta o in valute

differenti; ovviamente, la determinazione delle quantità di flussi da

scambiarsi richiede una variabile sottostante che spesso è un tasso

di interesse, ma non solo.

Possono individuarsi diverse tipologie di swap.

Il domestic currency swap costituisce una figura contrattuale definita

come l’accordo con il quale due parti si obbligano a corrispondere,

l’una nei confronti dell’altra, alla scadenza di un termine convenzio-

nalmente stabilito, una somma di denaro in moneta nazionale, pari

alla differenza tra il valore espresso in Euro di una somma in valuta

estera al tempo della conclusione del contratto ed il valore in Euro

della stessa somma di valuta estera ad una data predeterminata.

Con il contratto le parti scommettono sui diversi valori di cambio

assunti da una valuta estera in un predeterminato arco di tempo. Le

parti sono da un lato un esportatore titolare di posizioni creditorie

in valuta estera, dall’altro, un importatore indebitato nella medesima

valuta e per lo stesso importo ed un intermediario bancario.

Il contratto di swap si ricollega dunque, necessariamente, a due con-

tratti preesistenti aventi ad oggetto la negoziazione internazionale di

merci conclusi tra i due operatori contraenti nel contratto di swap.

Normalmente, i due operatori vengono poi messi in contatto da

una banca che procura la conclusione del contratto di swap verso

corrispettivo in misura fissa o percentuale.

Nella prassi degli scambi internazionali è frequente, infatti, che gli

imprenditori operanti su piazze internazionali fornendo merci ad

acquirenti residenti in Stati diversi tra loro o da quello di residenza

dell’operatore, assumano, in base al contratto di compravendita, il

rischio della variazione del tasso di cambio. Tale rischio grava sull’a-

lienante in quanto egli vende contro un corrispettivo in moneta

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Fulvio Janovitz, delegato del Gruppo TP Toscana ai rapporti con la [email protected]

E’ nato il Consorzio ed è nata la Commissione per le professioni in attuazione della Legge 73

TPPNEWSNotizie dal l ’ interno

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di Fulvio JanovitzDelegato del Gruppo TP Toscana ai rapporti con la Regione

Nello scorso numero di COMUNICANDO vi abbiamo relazio-nato sulla legge regionale 73/08 sulle professioni intellettuali. Essa prevedeva la costituzione di una Commissione Regionale dei sog-getti professionali composta da 22 soggetti degli Ordini e delle loro Fondazioni e da 22 rappresentanti di Associazioni con personalità giuridica.La Commissione presieduta dall’ Assessore Riccardo Nencini è stata costituita con decreto del Presidente della Giunta Regionale 152 del 16 settembre e nella parte associativa il primo nominato è stato il rappresentante della nostra Associazione.

La Commissione si è già riunita più volte ed in primo luogo ha messo a punto il regolamento per le sue modalità di funzionamento che prevede fra l’altro tre tavoli tecnici di lavoro:a - tavolo delle professioni sociali e sanitarieb - tavolo delle professioni tecnichec - tavolo delle professioni economiche e giuridichenoi abbiamo aderito al tavolo delle professioni tecniche, ma parte-ciperemo ai particolari lavori degli altri tavoli per problemi riguar-danti la nostra professione, particolarmente trasversale per certe problematiche.

E’ stato costituito sin dal febbraio scorso il CONSORZIO PER SERVIZI MULTIMEDIALI - CSM e ad esso il nostro Gruppo TP Toscana ha aderito ne fa ora parte integrante.Il Consorzio assegnerà con appositi bandi gli aiuti della Regione e della Comunità Europea per i giovani neo-professionisti e per pro-getti formativi. Uno di questi è stato presentato nei termini anche dal nostro Gruppo e ve ne daremo resoconto ed esito nel prossi-mo numero di Comunicando.

Come si può constatare si sta regolarmente mettendo in mototutto quanto previsto dalla innovativa legge regionale, la primain Italia. Noi ne facciamo pienamente parte e la viviamo giornoper giorno assieme a tutti gli altri membri ordinistici ed associativi componenti.

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L’avvocato spiega

estera che verrà pagato a termine e di norma dopo la consegna. Ne

deriva che l’esportatore o l’importatore subisce le conseguenze della

variazione del rapporto tra le valute nel lasso di tempo intercorrente

tra la conclusione del contratto e l’adempimento della obbligazione

pecuniaria. Attraverso il contratto di swap si stabilisce che, in caso

di apprezzamento, l’una parte corrisponderà all’altra la differenza in

aumento, mentre nel caso di deprezzamento, sarà la controparte a

versare la differenza. Il risultato è l’azzeramento della variazione la

quale viene dimezzata tra le parti.

Altra tipologia di swap molto frequente e, forse, anche la più sempli-

ce, è l’interest rate swap. Anche in questo caso le parti del contratto

di swap sono un istituto bancario ed un impresa cliente. Quest’ultima,

per svolgere la propria attività, è solita ricorrere a finanziamenti, con

conseguente onere di corrispondere all’ente finanziatore un tasso

d’interesse, sulla somma presa a mutuo, che varia nel tempo.

L’impresa è pertanto esposta al rischio delle fluttuazioni del tasso di

interesse. Tali fluttuazioni possono comportare rilevanti disecono-

mie, poiché l’incidenza degli oneri finanziari in seguito ad un rilevante

aumento dei tassi di interesse, potrà ridurre notevolmente o, addirit-

tura, azzerare la convenienza degli investimenti dell’impresa; mentre

se il tasso di interesse fosse determinato in maniera fissa, l’impresa

potrebbe valutare preventivamente e, conseguentemente, ecludere

i rischi finanziari connessi alla sua attività. Mediante il contratto di

interest rate swap, le parti stabiliscono che l’una corrisponda all’altra

la differenza tra la somma risultante dall’applicazione ad un importo

convenzionale di riferimento di un tasso di interesse fisso e la somma

risultante dall’applicazione a quel medesimo importo di riferimento

di un tasso di interesse variabile. In tal modo l’mpresa cliente eviterà,

per i propri finanziamenti, i rischi del tasso variabile per godere dei

vantaggi connessi al tasso fisso, oppure, al contrario, di abbandonare

il tasso fisso per gli eventuali vantaggi del tasso variabile. Sono le parti

a stabilire l’importo convenzionale di riferimento ed il criterio per

determinare gli interessi a tasso variabile e gli interessi a tasso fisso;

dopodiché, convengono che, qualora alle varie scadenze periodi-

che, l’ammontare degli interessi prodotti nell’arco di tempo preso

in considerazione, applicando il tasso di interessi variabile all’impor-

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L’avvocato spiega

to convenzionale di riferimento, sia superiore a quello risultante

dall’applicazione del tasso di interessi fisso, la banca corrisponderà

all’impresa la differenza, mentre nel caso contrario, sarà l’impresa a

corrispondere alla banca la differenza.

Molteplici sono le possibilità di adoperare gli swap per gestire i flussi

di cassa e svariati sono gli obiettivi perseguiti dagli utilizzatori di tale

strumento. Ad ogni modo, si tratta di un contratto bilaterale atipico.

Non è richiesta la forma scritta ab substantiam qualora il contratto

sia stipulato senza l’intermediazione di soggetti bancari o finanziari; in

caso contrario, va redatto per iscritto, pena la nullità. La prassi delle

contrattazioni ha, poi, portato gli intermediari finanziari ad elaborare

formulari e condizioni generali di contratto che vengono sottoposte

ai contraenti. In caso di conclusione del contratto mediante moduli o

formulari, troveranno applicazione gli artt. 1341 e 1342 c. c. secon-

do i quali le condizioni generali di contratto vincolano le parti sola-

mente se conosciute o conoscibili e le clausole vessatorie debbono

essere sottoposte a specifica approvazione della parte aderente,

oppure specificatamente approvate per iscritto, a pena di inefficacia.

Si tratta, inoltre, di un contratto aleatorio, caratterizzato da un’in-

cidenza bilaterale dell’alea. Detto in altri termini, è aleatorio per

sua natura e per volontà delle parti, il che comporta l’inapplicabilità

allo swap della disciplina della rescissione del contratto per stato di

bisogno e di quella della risoluzione per eccessiva onerosità soprav-

venuta.

Infine, non si può ritenere assimilabile al gioco o alla scommessa, poi-

chè non si tratta di una gara o di una partita tra le parti, ma di anco-

rare il risultato economico dell’operazione ad eventi estranei all’in-

fluenza delle parti stesse, eventi che, nell’ambito della struttura stessa

del contratto, sono destinati ad incidere direttamente sul patrimonio

dell’una e dell’altra parte contraente. Di qui l’inapplicabilità dell’ecce-

zione di gioco di cui all’art. 1933 c.c. con la conseguente possibilità di

far valere in giudizio i diritti di credito che da essi derivano.

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a cura della redazione Comunicando

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A PIENO TITOLOLibri e pubblicazioni

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[ ]23

a cura della redazione Comunicando

“Se questo libro non fosse anche molto piacevole da leggere, direi che si tratta di una sorta di studio sociologico sui weblog e sui motori di ricerca. La prospettiva di Graniere è al tempo stesso ampia e precisa: attraverso l’indi-viduazione dei suoi attori e l’esame della tecnologia, la trasformazione delle relazioni personali oggi in atto è messa in luce nei suoi vari aspetti. Il libro di Granieri è ispirato a una visione della democrazia e dell’organizzazione sociale in movimento. La sua è una vera vocazione politica, non di partito, ma di umanità.” (Derrick De Kerckhove)

Blog generation

di Granieri Giuseppe , ed. Laterza

La rapida e universale diffusione di Wikipedia, l’enciclopedia online a cui tutti possono accedere e collaborare liberamente, è diventata la metafora di un nuovo modo di concepire l’economia e il business: la wikinomics. Un fenomeno in continua espansione, che da internet sta ormai dilangando nella nostra società.

Wikinomics 2.0La collaborazione di massa che sta cambiando il mondo

di Don Tapscott, Williams Anthony D., ed. Rizzoli

“Un giornalismo più moderno, che sfrutta la tecnologia, ma per abbattere i muri e non per creare cortili virtuali per iniziati. Che mantiene le sue sacre regole. Che non viene usurpato dal contenuto generato dagli utenti: lo acco-glie, lo valuta, lo utilizza. Che riscopre il dovere di dare un servizio(...). Che grazie al web arriva fra i monaci birmani, con i dissidenti cinesi, sul blog di un assassino, sulla pagina MySpace di una futura rockstar, sul ghiacciaio che scompare, fra la gente che manda le foto dei rifiuti sottocasa”. Così Giuseppe Smorto, responsabile di Repubblica.it, descrive il fare giornalismo su Internet nella certezza che questo medium rappresenti un’occasione e non una minac-cia per l’informazione. Penne Digitali 2,0 è un manuale completo di teoria e tecniche che il giornalista deve possedere per cogliere al meglio le opportunità che il world wide web offre alla sua professione.

Penne digitali 2.0. - Fare informazione online nell’era dei blog e del giornalismo diffuso

di Baldi Carlo, Zarriello Roberto , ed. Centro Doc. Giornalistica

La parte abitata della Rete

di Sergio Maistrello, ed. Tecniche Nuove

Più che un manuale o un saggio, questa è una guida turistica: racconta di una parte di Internet che cresce in fretta e sta facendo parlare molto di sé. Nasce con i blog, i wiki, il podcasting e i social network: un numero esplosivo di persone sta utilizzando gli strumenti più maturi di Internet per esprimere punti di vista e per condividere competenze, dando vita a nuove forme di opinione pubblica e a sistemi innovativi di mediazione tra le diverse visioni del mondo.

http://www.linkedin.com http://www.myspace.com

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GRUPPO EDITORIALE TP TOSCANA ASSOCIAZIONE ITALIANA PUBBLICITARI PROFESSIONISTI

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Credits:

Responsabile Regionale: Vittorio Campolmi

Coordinatore Regionale: Bruno Lo Cicero

Segreteria Operativa:TP Toscana - c/o Studi Professionali

Via Carducci, 13 - 50123 Firenze tel. 055.91942 - fax 055.9194230

Coordinatore di Redazione: Paolo Crociani

Comitato di Redazione:Simona Bellaccini

Sonia CiaranfiDavid Mazzerelli

Gli articoli sono di:Simona Bellaccini

Vittorio CampolmiChiara CartocciPaolo CrocianiFulvio Janovitz

Bruno Lo CiceroMarco Matteoli

David MazzerelliAvv. Monica Tucci

Progetto Grafico:Studio A&C Comunicazione

Via A. Gramsci, 819 - 50019 Sesto F.no (FI)tel. 055.4564711 - fax 055.4565571www.studioaec.it - [email protected]

Stampa:Graphic Vit s.n.c. - Via Enrico Mattei - S. Giustino (PG)

tel. 075.8569843

www. associazione-tp.it

COMUNICANDO TPNEWS LETTER DEL GRUPPO TOSCANA DELLA TP ASSOCIAZIONE ITALIANA PUBBLICITARI PROFESSIONISTI

Comunicare nel Web 2.0

COMUNICANDO TP