CESARE PAVESE. "Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire...

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CESARE PAVESE

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CESARE PAVESE

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da La luna e i falò - 1950

"Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti".

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Durante il fascismo ciascuno di noi frequentò e amò d’amore la letteratura di un popolo, di una società lontana, e ne parlò, ne tradusse, se ne fece una patria ideale. Laggiù noi cercammo e trovammo noi stessi

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Costance Dowling

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LAVORARE STANCA(1936)

Tematiche:• campagna vs città• ozio vs lavoro

• evasione vs impegno•Infanzia vs maturità• uomo vs donna

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LAVORARE STANCA(1936)

infanzia

momento magicodella scoperta dei sensi

maturità

• aspirazione difficile equilibrio• rimpianto per l’innocenza perduta• colpa e fallimento

Città = luogo dell’inautenticità e della solitudine

Collina = manifestazioni vitali e sede dei valori perduti

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Dentro il crepuscolo d’oro la bruna terra celando……………………………………………………………………………Illanguidiva la sera celeste sul mare:Pure i dorati silenzi ad ora ad ora dell’ale varcaron lentamente in un azzurreggiare …Lontani tinti dei vari coloriDai più lontani silenziNe la celeste sera varcaron gli uccelli d’oro: la naveD. Campana, da Viaggio a Montevideo

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Più dolce che ai fanciulli qualche acida polpa,l’acqua verde filtrò nel mio scafo di abetee dalle macchie rosse di vomito e di vinomi lavò, disperdendo il timone e i ramponiA. Rimbaud, da Il battello ebbro

Non capisci […] che il sacro e il divino accompagnano anche voi, dentro il letto, sul campo, davanti alla fiamma? Ogni gesto che fate ripete un modello divino. Giorno e notte, non avete un istante, nemmeno il più futile, che non sgorghi dal silenzio delle origini.C. Pavese, da Le Muse, (Mnemosine parla ad Esiodo) in Dialoghi con Leucò

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logos mythos

parola parola sacra

razionale parola generatrice

elemento maschile elemento femminile

legge le donne raccontano leggende

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Ognuno è sensibile all’idea dell’infinito, e già Leopardi ne ha chiarito l’operazione … Fonte della poesia è sempre un mistero, un’ispirazione, una commossa perplessità davanti a una terra incognitaC. Pavese in Stato di grazia

Molte sere trascorsi così, solo nella stanza, in attesa, […] assorto in quell’altissimo silenzio del vuoto, che la foschia del crepuscolo attutiva a poco a poco e riempiva C. Pavese in Viaggio di nozze

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Molte sere trascorsi così, solo nella stanza, in attesa, […] assorto in quell’altissimo silenzio del vuoto, che la foschia del crepuscolo attutiva a poco a poco e riempiva.C. Pavese, da Viaggio di nozze

solitario canto dell’artigian, che riede a tardanotte …….… lontanando muore a poco a poco..tutto è pace e silenzio, e tutto posa il mondoG. Leopardi, da La sera del dì di festa

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D’estate, quando l’uva matura, nella vigna non si sente un filomuovere: se uno sta zitto è come urlasse tanto forte da non sentir più […]. Allora mi giunse nell’aria vaga una voce, e non era più il fiume. Si levava lontano, di là da quei prati, di là dalle nuvole – una voce di collina e di vigna, come un coro smorzatoC. Pavese, da Viaggio di nozze

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Conoscevo le case, conoscevo i negozi. Fingevo di fermarmi a guardare le vetrine, ma in realtà esitavo, mi pareva impossibile d’essere stata bambina su quegli angoli e insieme provavo come paura di non essere più io

C. Pavese, da Tra donne sole

Quello era tutto il mio passato, insopportabile eppure così diverso, così morto. M’ero detta tante volte in quegli anni – e poi più avanti, ripensandoci -, che lo scopo della mia vita era proprio di riuscire, di diventare qualcuna, per tornare un giorno in quelle viuzze dov’ero stata bambina e godermi il calore, lo stupore, l’ammirazione di quei visi familiari, di quella piccola gente. E c’ero riuscita, tornavo; e le facce la piccola gente eran tutti scomparsi

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Rosetta, stupita, mi disse che non sapeva nemmeno lei perché era entrata nell’albergo quel mattino. C’era anzi entrata contenta. Dopo il veglione si sentiva sollevata. Da molto tempo la notte le faceva ribrezzo, l’idea di aver finito un altro giorno, di essere sola col suo disgusto, di attendere distesa nel letto il mattino, le riusciva insopportabile. Quella notte almeno era già passata. Ma poi proprio perché non aveva dormito e gironzava nella stanza pensando alla notte, pensando a tutte le cose sciocche che nella notte le erano successe e adesso era di nuovo sola e non poteva far nulla, a poco a poco s’era disperata e trovandosi nella borsetta il veronal…

Voleva stare sola, voleva isolarsi dal baccano; e nel suo ambiente non si può star soli, non si può far da soli se non levandosi di mezzo