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V.I.A. e Vas: elementi utili per la verifica di sistema di gestione ambientale

I. Cavallotti

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V.I.A. NAZIONALE

• La procedura di V.I.A. nazionale, di competenza del Ministero dell'Ambiente, si applica alle opere indicate all' art. 1 del DPCM n.377/88 come modificato ed integrato dal d.p.r. 11.02.98 e ad altre che si sono aggiunte in epoca successiva a seguito della approvazione di specifiche

normative settoriali.

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Modalità procedurali

• La procedura di VIA nazionale prevede le seguenti fasi:

– iniziativa e comunicazione del progetto e dello studio di impatto ambientale;

– pubblicazione e partecipazione dei cittadini; – istruttoria tecnica;

– giudizio di compatibilità.

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V.I.A. Regionale

• Il d.p.r. 12.04.96 ha suddiviso le opere in due allegati - allegato A e allegato B -, individuando nel primo le opere da assoggettare a procedura di VIA regionale e nel secondo quelle da assoggettare a procedura di verifica di esclusione dalla procedura di VIA. Il d.p.r. 12.04.96 ha, inoltre, stabilito che l'ubicazione anche parziale in area naturale protetta (ai sensi della L. 394/91) delle opere comprese nei suddetti allegati comporta: – la riduzione del 50% delle soglie dimensionali, qualora

indicate per le opere soggette sia a VIA regionale che a Verifica;

– l'assoggettamento alla procedura di VIA regionale per le opere contenute nell'Allegato B.

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Modalità procedurali

• La procedura di VIA regionale prevede le seguenti fasi: – comunicazione del progetto e dello studio di

impatto ambientale; – pubblicazione e partecipazione degli enti locali

e dei cittadini; – eventuale inchiesta pubblica; – istruttoria tecnica; – eventuale conferenza dei servizi; – giudizio di compatibilità; – pubblicizzazione degli esiti della procedura.

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Verifica

• Il d.p.r. 12.04.96 individua quale ambito di applicazione della procedura di Verifica l’elenco delle opere riportato all’ allegato B, purché non ubicate anche parzialmente in area naturale protetta (ai sensi della L. 394/91) . L’elenco di opere di all’ Allegato B del d.p.r. 12.04.96 è stato modificato e ampliato con due provvedimenti successivi: il d.p.c.m. 3.09.99 e il d.p.c.m. 1.09.00.

• La procedura di Verifica o screening è stata introdotta in Italia con il d.p.r. 12.04.96 "Atto di indirizzo e coordinamento per l'attuazione dell'art. 40 comma 1, della Legge n.146/1994, concernente disposizioni in materia di valutazione di impatto ambientale".

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Modalità procedurali

• La procedura di Verifica prevede le seguenti fasi: – comunicazione del progetto e delle

informazioni necessarie alla procedura di verifica;

– istruttoria tecnica; – determinazione di esclusione dalla procedura

di VIA;

– pubblicizzazione degli esiti della procedura.

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Finalità (art. 2 del D.P.R. 12/4/1996)

• La procedura di valutazione di impatto ambientale deve assicurare che:– a) nei processi di formazione delle decisioni

relative alla realizzazione di progetti individuati negli allegati al presente atto siano considerati gli obiettivi di proteggere la salute e di migliorare la qualità della vita umana, al fine di contribuire con un migliore ambiente alla qualità della vita, provvedere al mantenimento della varietà delle specie e conservare la capacità di riproduzione dell'ecosistema in quanto risorsa essenziale di vita, di garantire l'uso plurimo delle risorse e lo sviluppo sostenibile;

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– b) per ciascun progetto siano valutati gli effetti diretti ed indiretti sull'uomo, sulla fauna, sulla flora, sul suolo, sulle acque di superficie e sotterranee, sull'aria, sul clima, sul paesaggio e sull'interazione tra detti fattori, sui beni materiali e sul patrimonio culturale ed ambientale;

– c) in ogni fase della procedura siano garantiti lo scambio di informazioni e la consultazione tra il soggetto e l'autorità competente;

– d) siano garantite l'informazione e la partecipazione dei cittadini al procedimento;

– e) siano conseguite la semplificazione, la realizzazione ed il coordinamento delle valutazioni e degli atti autorizzativi in materia ambientale.

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Contenuti dello S.I.A.

• Il SIA contiene tutti gli elementi essenziali di analisi e di valutazione che sono contenuti nei seguenti volumi :

Volume 1 – Premesse -

– Situazione autorizzativa – Metodologia seguita nello S.I.A.– Composizione dell’équipe di studio.– Inquadramento normativo.

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Volume 2 - Quadro di Riferimento Programmatico

– Pianificazione urbanistico-territoriale, locale e sovracomunale.

– Pianificazione ambientale.– Pianificazione e programmazione settore (es: rifiuti, cave

etc)

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Volume 3 - Quadro di Riferimento Progettuale

– Inquadramento autorizzativo– Descrizione del processo/impianto.– Layout dell’impianto.– Scelte progettuali:

• finalizzate alla minimizzazione dell’impatto ambientale• finalizzate alla sicurezza e alla salubrità dell’ambiente di

lavoro• orientate alla ottimizzazione dei processi e riduzione dei

costi.– Servizi ausiliari di stabilimento.– Sistema gestionale.– Quantificazione fattori di impatto ambientale

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Volume 4 parte I – Quadro di Riferimento Ambientale

INQUADRAMENTO TERRITORIALE GENERALE...................................Identificazione del sito................................................................Inquadramento viario .................................................................Inquadramento antropico............................................................

ATMOSFERA ...................................................................................Dati sulla meteorologia locale ......................................................

Velocità, direzione del vento e classi di stabilità...........................Temperature...........................................................................Precipitazioni ..........................................................................Nebbie

Analisi chimiche sulla qualità dell’aria ...........................................Disposizioni legislative: standard di qualità dell’aria .....................Stato attuale della qualità dell’aria .............................................

Localizzazioni delle fonti inquinanti...............................................SUOLO E SOTTOSUOLO ................................................................

Caratteristiche Geologiche e Geostrutturali....................................Caratteristiche geomorfologiche e uso del suolo............................caratteristiche geotecniche..........................................................Caratteristiche pedologiche .........................................................Stato qualitativo dei suoli............................................................Sismicità...................................................................................

AMBIENTE IDRICO .......................................................................Caratteristiche Idrografiche e Idrauliche delle acque superficiali e sotterraneeCaratteristiche chimico – fisiche - biologiche delle acque superficiali e sotterraneeVulnerabilità degli acquiferi .........................................................Usi della risorsa Idrica ................................................................

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VEGETAZIONE - FLORA - FAUNA - ECOSISTEMI ...............................Le emergenze più significative nell'ambito territoriale di riferimento .Inquadramento fitoclimatico e vegetazione potenziale ....................Vegetazione e flora ....................................................................Parchi e giardini, verde di arredo urbano e funzionale.....................Prati stabili da fíenagione............................................................Seminativi.................................................................................VignetiAree incolte...............................................................................Ripe boscate, filari e siepi ...........................................................Vegetazione dei fontanili .............................................................fauna

TeriofaunaOrnitofaunaErpetofauna ed ittiofauna.........................................................................................Quadro generale faunistico.....................................................................................

ECOSISTEMI .............................................................................PAESAGGIO ED USO DEL SUOLO. ............................................................

Premessa. .................................................................................I l PTC della Provincia. .................................................................

I l sistema paesistico, naturalistico, e storico-culturale..................................................I l sistema ambientale. .............................................................................................I l sistema della mobilita’. .........................................................................................

L’area circoscritta - il sito sede d’intervento...................................Assetto morfologico e naturalità................................................................................Assetto insediativo e antropizzazione.........................................................................

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S A L U T E . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .P o p o l a z i o n e r e s i d e n t e e p r e s e n t e . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .D i s t r i b u z i o n e s p a z i a l e . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .M o v i m e n t i n a t u r a l i e s o c i a l i . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .D a t i , t a b e l l e , g r a fi c i s u l l o s t a t o d e l l a s a l u t e p u b b l i c a . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

C A R A T T E R I Z Z A Z I O N E D E L T E S S U T O P R O D U T T I V O . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .P r e m e s s a e i n s e d i a m e n t i p r o d u t t i v i e s i s t e n t i . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .A g r i c o l t u r a . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

I N F R A S T R U T T U R E V I A B I L I T A ' . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .R U M O R E E V I B R A Z I O N I . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

N o r m a t i v a v i g e n t e e l i m i t i d i r i f e r i m e n t o . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .S i t u a z i o n e d e l c a m p o a c u s t i c o a t t u a l e . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .M o n i t o r a g g i o a c u s t i c o d e l l ’ a r e a i n t e r e s s a t a . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Volume 4 parte II – Quadro di Riferimento Ambientale e Conclusioni

– Modelli emissioni in atmosfera– Modelli di inquinamento della falda– Modelli impatto acustico.– Analisi del rischio.– Individuazione degli eventuali impatti sulle componenti

ambientali.– Metodologia di valutazione quali-quantitativa degli

impatti e correlazioni– Valutazione degli impatti elementari e dell’impatto

globale attraverso matrice coassiale.– Conclusioni.

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Metodologia per la Valutazione degli Impatti

• Oggetto della valutazione sono le interazioni fra le azioni elementari previste dal progetto e l’ambiente che le riceve. Queste interazioni producono delle modificazioni dell’ambiente, sia direttamente (effetti diretti), sia indirettamente (effetti indiretti e indotti).

• Una buona valutazione deve basarsi, quindi, anzitutto su una caratterizzazione del progetto ben fatta ed esauriente, dalla quale si possano rilevare senza difficoltà le potenziali azioni elementari d’impatto, sia nella fase di costruzione dell’opera che in quella di esercizio e sia abituali che conseguenti a possibili eventi accidentali.

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• In secondo luogo presuppone una buona descrizione dell’ambiente che riceverà le interferenze prodotte dal progetto, che riguardi sia le sue caratteristiche strutturali (qualità e valore delle risorse ambientali), sia le sue condizioni attuali (stato critico – o di stress – delle risorse), in modo da poter inequivocabilmente identificare le componenti ambientali interessate da possibili interferenze da valutare.

• In terzo luogo presuppone l’utilizzo di tecniche di previsione degli impatti prodotti sulle risorse dalle azioni descritte, capaci di fornire delle stime attendibili delle variazioni quali-quantitative subite dall’ambiente ricettore a seguito della realizzazione e dell’esercizio dell’opera oggetto della valutazione.

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Le Fasi Del Processo Valutativo

Le diverse fasi costitutive la valutazione conclusiva possono essere definitivamente così riassunte ed elencate:– 1. Identificazione e elencazione delle componenti ambientali

coinvolte.

– 2. Identificazione e elencazione delle azioni elementari caratteristiche, relative all’impianto in oggetto nelle due fasi (di costruzione e di esercizio).

– 3. Definizione, attraverso una scala di valori/valenze, delle diverse incidenze delle azioni elementari d’impatto sulle componenti.

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– 4. Attribuzione dei valori di magnitudo alle singole azioni in base alle caratteristiche proprie dell’impianto in oggetto.

– 5. Determinazione dell’influenza ponderale di ogni singola azione su ciascuna componente ambientale.

– 6. Individuazione degli impatti elementari e costruzione della matrice coassiale per la valutazione elementare e generale di impatto.

– 7. Individuazione e valutazione degli impatti ambientali globali.

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Fasi dell’istruttoria: partecipazione degli enti locali e dei cittadini

• Il Proponente presenta la richiesta di pronuncia di compatibilità ambientale all’Autorità competente e agli enti locali e gestori di parco territorialmente interessati ( art. 5 d.p.r. 12.04.96).

• L'istruttoria è condotta dall’autorità competente, sentiti gli enti locali interessati che devono esprimere il proprio parere entro sessanta giorni dalla data di trasmissione della documentazione. Decorso tale termine l'autorità competente rende il giudizio di compatibilità ambientale nei successivi novanta giorni, anche in assenza dei predetti pareri. L'autorità competente ha facoltà di indire un’eventuale inchiesta pubblica (art. 9 d.p.r. 12.04.96) per l'esame dello studio presentato dal proponente, dei pareri forniti dalle pubbliche amministrazioni e delle osservazioni dei cittadini. Eventuali integrazioni della documentazione depositata dal proponente possono essere richieste per una sola volta con indicazione di un congruo termine per la risposta, oppure presentate dal proponente.

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Il giudizio di compatibilità ambientale

• L'autorità competente rende il giudizio di compatibilità ambientale entro novanta giorni dalla ricezione della documentazione integrativa. In casi di particolare rilevanza, l’autorità competente può stabilire una proroga dei termini per la conclusione della procedura, sino ad un massimo di sessanta giorni.

• L'autorità competente può indire una o più conferenze di servizi, ai sensi dell'art. 14, comma 2, della legge 7 agosto 1990, n. 241, al fine di raccogliere pareri ed atti dalle amministrazioni che hanno titolo ad esprimersi sul progetto.

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• La procedura di valutazione di impatto ambientale deve concludersi con un giudizio motivato (art. 7 d.p.r. 12.04.96) prima dell'eventuale rilascio del provvedimento amministrativo che consente in via definitiva la realizzazione del progetto e comunque prima dell'inizio dei lavori. Gli esiti della procedura di valutazione di impatto ambientale devono essere comunicati ai soggetti del procedimento, a tutte le altre amministrazioni pubbliche competenti, anche in materia di controlli ambientali, e devono essere adeguatamente pubblicizzati.

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• L'amministrazione competente all'autorizzazione definitiva dell'opera, o che provvede alla sua realizzazione, acquisisce il giudizio di compatibilità ambientale comprendente le eventuali prescrizioni per la mitigazione degli impatti ed il monitoraggio delle opere e/o degli impianti. Nel caso di iniziative promosse da autorità pubbliche il provvedimento definitivo che ne autorizza la realizzazione deve adeguatamente evidenziare la conformità delle scelte effettuate agli esiti della procedura di valutazione d'impatto ambientale. Negli altri casi i progetti devono essere adeguati agli esiti di giudizio di compatibilità ambientale prima del rilascio dell'autorizzazione alla realizzazione.

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Impianti esistenti (art. 1 comma 2 del DPCM 10/08/88 n. 377)

• La medesima procedura si applica anche agli interventi su opere già esistenti, non rientranti nelle categorie del comma 1, qualora da tali interventi derivi un'opera che rientra nelle categorie stesse si applica altresì agli interventi su opere già esistenti rientranti nelle categorie del comma 1 qualora da tali interventi derivi un'opera con caratteristiche sostanzialmente diverse dalla precedente, con esclusione, comunque, dei ripristini e delle terze corsie autostradali aggiuntive che siano richieste da esigenze relative alla sicurezza del traffico o al mantenimento del livello di esercizio.

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Centrali termoelettriche

• La procedura non si applica ad eventuali interventi di risanamento ambientale di centrali termoelettriche esistenti, anche accompagnati da interventi di ripotenziamento, da cui derivi un miglioramento dello stato di qualità dell'ambiente connesso alla riduzione delle emissioni.

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• La legge n. 55/2002 “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 7 febbraio 2002,n. 7, recante misure urgenti per garantire la sicurezza del sistema elettrico nazionale” prevede un’autorizzazione unica comprende l'autorizzazione ambientale integrata e sostituisce, ad ogni effetto, le singole autorizzazioni ambientali di competenza delle Amministrazioni interessate e degli enti pubblici territoriali. L'esito positivo della VIA costituisce parte integrante e condizione necessaria del procedimento autorizzatorio. L'istruttoria si conclude una volta acquisita la VIA, in ogni caso entro il termine di centottanta giorni dalla data di presentazione della richiesta, comprensiva del progetto preliminare e dello studio di impatto ambientale.

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Quale VIA(S.I.L.V.I.A. - Regione Lombardia

www.regione.lombardia.it)Categorie di opere: Progetti di infrastrutture: Trattamento, recupero e smaltimento dei rifiuti: Rifiuti speciali tossici e nocivi (d.c.i.27.07.84)

Categoria Soglia dimensionale

Procedura prevista

Autorità competente in materia di VIA

Autorità competente all'approvazione del progetto

Discarica VIA Nazionale Ministero dell'Ambiente

Regione - §

Impianti di trattamento chimico e chimico-fisico

VIA Nazionale Ministero dell'Ambiente

Regione - §

Incenerimento VIA Nazionale Ministero dell'Ambiente

Regione - §

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Categorie di opere: Progetti di infrastrutture: Trattamento, recupero e smaltimento dei rifiuti: Rifiuti urbani e speciali pericolosi (d.lgs. 22/97 Art.7.2 e Art.7.3 e Art.7.4 come modificato da d.lgs.n.389/97)

Categoria Soglia dimensionale

Procedura prevista

Autorità competente in materia di VIA

Autorità competente all'approvazione del progetto

D2, D3, D4, D5, D6, D7, D8, D9, D10, D11, D12, D13, D14, D15

VIA Regionale Regione-Ufficio VIA

Regione - §

R1, R2, R3, R4, R5, R6, R7, R8, R9

VIA Regionale Regione-Ufficio VIA

Regione - §

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Categorie di opere: Progetti di infrastrutture: Trattamento, recupero e smaltimento dei rifiuti: Rifiuti speciali non pericolosi (d.lgs.22/97 Art.7.3)

Categoria Soglia dimensionale

Procedura prevista

Autorità competente in materia di VIA

Autorità competente all'approvazione del progetto

D1 - Deposito sul o nel suolo (es.discarica)

VIA Regionale Regione-Ufficio VIA

Regione - §

D1 - Deposito sul o nel suolo (es.discarica di rifiuti inerti)

capacità > 100.000 mc VIA Regionale Regione-Ufficio VIA

Regione - §

D2 - Trattamento in ambiente terrestre (es.biodegradazione nei suoli)

capacità > 100 t/giorno VIA Regionale Regione-Ufficio VIA

Regione - §

D2 - Trattamento in ambiente terrestre (es.biodegradazione nei suoli)

capacità > 10 t/giorno Verifica Regione - §

Regione - §

D5 - Messa in discarica specialmente allestita (es.sistemazione in aveoli stagni separati)

VIA Regionale Regione-Ufficio VIA

Regione - §

D8 - Trattamento biologico che dia origine a composti o a miscugli da smaltire

capacità > 100 t/giorno VIA Regionale Regione-Ufficio VIA

Regione - §

D8 - Trattamento biologico che dia origine a composti o a miscugli da smaltire

capacità > 10 t/giorno Verifica Regione - §

Regione - §

D9 - Trattamento chimico-fisico che dia origine a composti o a miscugli che vengono eliminati (es.mediante calcinazione, essicazione, evaporazione)

capacità > 100 t/giorno VIA Regionale Regione-Ufficio VIA

Regione - §

D9 - Trattamento chimico-fisico che dia origine a composti o a miscugli che vengono eliminati (es.mediante calcinazione, essicazione, evaporazione)

capacità > 10 t/giorno Verifica Regione - §

Regione - §

D10 - Incenerimento a terra capacità > 100 t/giorno VIA Regionale Regione-Ufficio VIA

Regione - §

D10 - Incenerimento a terra capacità > 10 t/giorno Verifica Regione - §

Regione - §

D11 - Incenerimento in mare capacità > 100 t/giorno VIA Regionale Regione-Ufficio VIA

Regione - §

D11 - Incenerimento in mare capacità > 10 t/giorno Verifica Regione - §

Regione - §

D13 - Raggruppamento preliminare prima delle operazioni di trattamento o smaltimento

capacità > 200 t/giorno VIA Regionale Regione-Ufficio VIA

Regione - §

D13 - Raggruppamento preliminare prima delle operazioni di trattamento o smaltimento

capacità > 20 t/giorno Verifica Regione - §

Regione - §

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Categoria Soglia dimensionale

Procedura prevista

Autorità competente in materia di VIA

Autorità competente all'approvazione del progetto

D14 - Ricondizionamento preliminare prima delle operazioni di trattamento, smaltimento, raggruppamento

capacità > 200 t/giorno

VIA Regionale Regione-Ufficio VIA

Regione - §

D14 - Ricondizionamento preliminare prima delle operazioni di trattamento, smaltimento, raggruppamento

capacità > 20 t/giorno

Verifica Regione - §

Regione - §

D15 - Deposito preliminare prima dello smaltimento, trattamento, raggruppamento e ricondizionamento (escluso il deposito preliminare sul luogo di produzione)

capacità > 150.000 mc oppure > 200 t/giorno

VIA Regionale Regione-Ufficio VIA

Regione - §

D15 - Deposito preliminare prima dello smaltimento, trattamento, raggruppamento e ricondizionamento (escluso il deposito preliminare sul luogo di produzione)

capacità > 30.000 mc oppure > 40 t/giorno Verifica

Regione - §

Regione - §

R1 - Utilizzazione principale come combustibile o altro mezzo per produrre energia non autorizzata con procedure semplificate di cui agli Art.31 e 33 d.lgs 22/97

capacità > 100 t/giorno

VIA Regionale Regione-Ufficio VIA

Regione - §

R2 - Rigerazione/recupero di solventi non autorizzata con procedure semplificate di cui agli Art.31 e 33 d.lgs 22/97

capacità > 100 t/giorno

VIA Regionale Regione-Ufficio VIA

Regione - §

R3 - Riciclo/recupero delle sostanze organiche non utilizzate come solventi (es.compostaggio non autorizzata con procedure semplificate di cui agli Art.31 e 33 d.lgs 22/97

capacità > 100 t/giorno

VIA Regionale Regione-Ufficio VIA

Regione - §

R4 - Riciclo/recupero dei metalli o dei composti metallici non autorizzata con procedure semplificate di cui agli Art.31 e 33 d.lgs 22/97

capacità > 100 t/giorno

VIA Regionale Regione-Ufficio VIA

Regione - §

R5 - Riciclo/recupero di altre sostanze inorganiche non autorizzata con procedure semplificate di cui agli Art.31 e 33 d.lgs 22/97

capacità > 100 t/giorno

VIA Regionale Regione-Ufficio VIA

Regione - §

R6 - Rigenerazione degli acidi o delle basi non autorizzata con procedure semplificate di cui agli Art.31 e 33 d.lgs 22/97

capacità > 100 t/giorno

VIA Regionale Regione-Ufficio VIA

Regione - §

R7 - Recupero dei prodotti che servono a captare gli inquinanti non autorizzata con procedure semplificate di cui agli Art.31 e 33 d.lgs 22/97

capacità > 100 t/giorno

VIA Regionale Regione-Ufficio VIA

Regione - §

R8 - Recupero dei prodotti provenienti dai catalizzatori non autorizzata con procedure semplificate di cui agli Art.31 e 33 d.lgs 22/97

capacità > 100 t/giorno

VIA Regionale Regione-Ufficio VIA

Regione - §

R9 - Rigenerazione o altri reimpieghi degli oli non autorizzata con procedure semplificate di cui agli Art.31 e 33 d.lgs 22/97

capacità > 100 t/giorno

VIA Regionale Regione-Ufficio VIA

Regione - §

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Certiquality 13-14 gennaio 2004

IMPIANTO DI TRATTAMENTO RIFIUTI PERICOLOSI

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L’IMPIANTO

DENOMINAZIONE LINEA POTENZIALITA’

– LINEA DI INERTIZZAZIONE 35.000 t/y– LINEA DI SELEZIONE, TRITURAZIONE E RECUPERO– LINEA DI RIDUZIONE VOLUMETRICA 5.000 t/y – LINEA DI BONIFICA E RECUPERO 35.000 t/y – TOTALE 75.000 t/y

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Certiquality 13-14 gennaio 2004

Inquadramento territoriale

• Per ogni opera soggetta a Valutazione di Impatto Ambientale elemento essenziale dello Studio di Impatto Ambientale è la descrizione del territorio e dell’ambito territoriale a cui fare riferimento nella caratterizzazione dell’inserimento nel contesto esistente.

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Certiquality 13-14 gennaio 2004

• Il Quadro di Riferimento Ambientale viene preceduto da una descrizione preliminare dell'inquadramento territoriale, al fine di consentire che la descrizione relativa ai singoli aspetti della valutazione di compatibilità ambientale, possa basarsi sulla conoscenza degli elementi essenziali del territorio considerato.

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Atmosfera

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Dati sulla meteorologia locale

• La caratterizzazione meteorologica viene descritta mediante le misure delle seguenti variabili: il campo anemologico, descritto dalla velocità e dalla direzione di provenienza del vento al suolo e in quota, la pressione atmosferica, la temperatura media, l’escursione termica giornaliera e il profilo termico verticale, l’umidità relativa, l’intensità della radiazione solare, la stabilità atmosferica, l’altezza dello strato di rimescolamento, la quantità di precipitazioni e il pH della pioggia.

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Certiquality 13-14 gennaio 2004

• Stato attuale della qualità dell’aria

– Monitoraggio della qualità dell’aria

– Centraline di monitoraggio dell’ARPA

– Campagne specifiche – Zonizzazione del territorio regionale per il

conseguimento degli obiettivi di qualità dell'aria (DGRL n. 7/6501 del 19/10/2001)

– Inventario delle emissioni (Inemar) (PRQA)

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Norma UNI 10744

• l’analisi predittiva specifica degli impatti attribuibili all’opera viene effettuata attraverso l’utilizzo di un modello di calcolo che simula la propagazione nell’aria dei principali inquinanti consentendo di valutare gli effetti sul territorio interessato in termini di:– concentrazione di inquinanti nell’aria– ricadute al suolo

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• la valutazione riguarda sia la condizione di breve termine (attraverso la simulazione delle condizioni più gravose sul piano climatico), sia quelle a lungo termine (riferita alle condizione medie valutate applicando il modello climatologico).

Modello di diffusione e ricaduta al suolo degli inquinanti

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Emissioni camino E10 (linea di riduzione volumetrica)

polveri totali, di cui : 46,8 kg/y metalli pesanti totali 23,4 kg/y piombo totale 4,68 kg/y SOV 1860 kg/y

Emissioni camino E11 (linea inertizzazione)

• polveri totali, di cui : 660 kg/y metalli pesanti totali 330 kg/y piombo totale 66 kg/y ammoniaca 25,2 kg/y

Emissioni camino E12 (linea trattamento terre)

• SOV 4,32 kg/y

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MODELLO SHORT-TERM: RICADUTA METALLI

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Confronto tra i dati di concentrazione massimi stimati dai modelli e standard di qualità dell'aria.

Inquinante Emissione

(max)

Ricaduta (max)

Short-term

Ricaduta (max)

climatologico

Limiti qualità

aria

Valore rispetto

ai limiti (R)

Polveri 10 mg/Nm3 4,31g/m3 0,336 g/m3 150 g/m3 (1) 2,24E-03

Metalli pesanti 5 mg/Nm3 2,18g/m3 0,168g/m3

Arsenico 0,012 mg/Nm3 0,00541g/m3 0,00042 g/m3 1,5 10-3g/m3(2) 2,80E-01

Cadmio 0,012 mg/Nm3 0,00541g/m3 0,00042 g/m3 5 10-3g/m3 (3) 8,40E-02

Cromo VI 0,012 mg/Nm3 0,00541g/m3 0,00042 g/m3 0,1 10-3g/m3(4) 3,82E-02

Rame solubile 0,16 mg/Nm3 0,06816 g/m3 0,0053 g/m3 -- --

Mercurio 0,012 mg/Nm3 0,00541 g/m3 0,00042 g/m3 1g/m3(5) 4,20E-04

Selenio 0,05 mg/Nm3 0,02263 g/m3 0,00177 g/m3 -- --

Piombo 1 mg/Nm3 0,43 g/m3 0,0336 g/m3 2 g/m3 (6) 1,68E-02

NH3 20 mg/Nm3 13,1g/m3 0,443g/m3 --

SOV 20 mg/Nm3 11,6g/m3 0,464g/m3 200 g/m3 (7) 2,32E-03

Benzene 5 mg/Nm3 2,9 g/m3 0,116 g/m3 5 g/m3 (8) 1,16E-02

Diossine 1010-3 g/Nm3 0,04 pg/Nm3 0,00033 pg/Nm3 0,4-5 pg/Nm3 (9) 8,38E-07

Rtot =0,436

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( 1 ) valore espresso come 95° percentile di tutte le concentrazioni medie di 24 ore rilevate nell’arco di un anno (rif. DPR 203/88)

( 2 ) valore medio annuale (rif. Linee guida WHO, EURO 1997)( 3 ) valore medio annuale (rif. Linee guida WHO, EURO 1997)( 4 ) rif. Linee guida WHO (EURO 1997)( 5 ) valore medio annuale (rif. Linee guida WHO, EURO 1997)( 6 ) valore espresso come media aritmetica delle concentrazioni medie

di 24 ore rilevate in 1 mese (rif. DPR 203/88)( 7 ) valore espresso come concentrazione medie di 3 ore consecutive

in un periodo del giorno da specificarsi secondo le zone a cura delle autorità regionali competenti per il parametro idrocarburi non metanici (espressi come C)

( 8 ) valore medio annuale (D.M. 25/11/1994)( 9 ) valori medi di letteratura

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• E' stato inoltre considerato e calcolato il parametro R ovvero il valore rispetto ai limiti. In particolare il parametro R si calcola tramite rapporto tra la concentrazione nell'aria di un determinato inquinante ricavato con il modello climatologico ed il corrispondente valore limite di soglia.

• Ciò vuol dire che quando R=1 l'impatto sulla qualità dell'aria risulta inaccettabile.

• Viceversa quanto più prossimo allo zero risulterà R, tanto modesto sarà l'impatto sulla qualità dell'aria dell'impianto in esame fino ad essere ininfluente.

• Nel caso si sia in presenza di più inquinanti e non può escludersi un fenomeno di sinergismo, il parametro R totale viene calcolato addittivamente dai parametri R parziali:

• R tot = R 1 + R2 + ............+ R n

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• L'apporto inquinante dell'impianto in oggetto in termini di impatto sulla qualità dell'aria risulta essere inferiore ai limiti di qualità dell'aria presenti in letteratura.

• Il parametro R indicatore è inferiore all'unità (R=0,49) per dimostrare un impatto accettabile in termini di alterazione di qualità dell'aria.

• Inoltre i valori massimi sono in prossimità del perimetro dello stabilimento e la concentrazione al suolo decresce molto rapidamente allontanandosi dalla fonte di emissione raggiungendo valori trascurabili ad una distanza superiore ai 2 Km dall'impianto,ovvero in prossimità del primo centro abitato.

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Mitigazioni

• Il progetto prevede che tutte le linee di trattamento siano dotate di specifici impianti di abbattimento delle emissioni inquinanti in grado di ridurre le concentrazioni ben al di sotto dei valori limite imposti dalla normativa e considerati nel calcolo della diffusione e ricaduta al suolo.

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• In particolare sono previsti impianti di abbattimento del tipo filtro a maniche per le polveri, sistema di abbattimento ad umido per le sostanze inorganiche volatili e sistema di adsorbimento a carboni attivi per le sostanze organiche volatili.

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• La presenza di sistemi di monitoraggio e di controllo garantiscono la perfetta efficienza dei sistemi di abbattimento. Un ulteriore fattore intrinseco di sicurezza consiste nel tipo di lavorazione che vengono effettuate negli impianti che escludono la possibilità di fuoriuscite accidentali di grosse quantità di inquinanti.

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• L'atmosfera rappresenta la via diretta di esposizione ai contaminati emessi in atmosfera durante le fasi di esercizio delle linee di inertizzazione, riduzione volumetrica e trattamento terreni contaminati.

• Oltre all'inalazione diretta è necessario valutare l'effetto della ricaduta e accumulo nel suolo dal momento che gli inquinanti possono essere assorbiti dalle piante e concentrati lungo la catena alimentare.

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Deposizione al suolo

• Utilizzando il modello climatologico è stato possibile ricavare i valori di deposizione al suolo degli inquinanti (in g/m2a). Tale dato verrà utilizzato nella stima del rischio per determinare l'accumulo nel suolo.

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Inquinante Ricaduta (max) g/m3 Deposizione suolo (g/m2a)

Polveri 3,36E-07 1,06 Metalli pesanti 1,68E-07 5,29E-01 Arsenico 4,20E-10 1,32E-03 Cadmio 4,20E-10 1,32E-03 Cromo esavalente 4,20E-10 1,32E-03 Rame solubile 5,30E-09 1,67E-02 Mercurio 4,20E-10 1,32E-03 Selenio 1,70E-09 5,36E-03 Piombo 3,36E-08 1,06E-01 NH3 4,43E-07 1,40E-03 SOV 4,64E-07 1,46E-03 Benzene 1,16E-07 3,65E-04 Diossine 1,6E-16 0,5E-11

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Suolo e sottosuolo.

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• le dispersioni dovute allo spostamento dei rifiuti all’interno del sito,

• Le azioni che presentano interazione diretta con il suolo e in seconda battuta, attraverso la percolazione, con il sottosuolo sono:

• le emissioni in atmosfera dai camini,• l’inquinamento provocato dall’aumento dei veicoli

transitanti in zona.

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• Nel primo caso si devono considerare tutte le situazioni in cui i rifiuti vengano a contatto con l’atmosfera senza nessun tipo di controllo e trattamento specifico. Si ammette come unica fase sfavorevole in questi termini, quella di trasporto dei rifiuti, fino al loro convogliamento nei distinti corpi di stoccaggio o trattamento, i quali risultano nella loro completezza: chiusi, coperti e costantemente monitorati. Si ritiene che, data la modalità con cui questa fase verrà condotta sia irrilevante l’impatto potenziale sulla componente suolo e sottosuolo. Le dispersioni all’interno del sito si possono quindi riconoscere come non significative in relazione ad un possibile impatto ambientale.

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Traffico

• Si è stimato inoltre un incremento di traffico veicolare pari ad un totale di 30 autocarri al giorno, considerando entrambe le direzioni di marcia. Visto che questa entità rappresenta circa l’1 % del traffico pesante che giornalmente transita sulla strada provinciale si può, per questa arteria, ritenere trascurabile qualsiasi tipo di impatto sulla componente suolo e sottosuolo, rispetto alla situazione ante-operam.

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• Trattando il possibile impatto verso questa componente in relazione alle ricadute al suolo provocate dalle emissioni dai camini dell’impianto ci si è basati sui valori ottenuti con il modello modelli di diffusione e ricaduta al suolo di inquinanti chimici emessi in atmosfera. L’area più vicina ai camini dell’impianto è interessata dalla maggior concentrazione di inquinanti al suolo e all’aumento della distanza corrisponde una diminuzione progressiva di queste concentrazioni.

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• La zona potenzialmente più critica è rappresentata, quindi, dall’area su cui dovrebbe sorgere l’impianto stesso. Come specificato lo studio non si è fermato solo all’analisi delle aree interessate dalla costruzione dell’impianto ma, per ogni inquinante si sono considerate le concentrazioni nelle diverse zone di ricaduta riconosciute. L’area in esame è, salvo l’appendice industriale, a tipica vocazione agricola.

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• Lo studio si è articolato mediando l’esposizione in un arco di tempo trentennale, e ammettendo tale la vita media dell’impianto. Note le caratteristiche medie dei terreni interessati, ipotizzando di essere in una situazione tale da poter ammettere raggiunti i diversi equilibri dell’ecosistema (situazione di regime), si sono quantificate le ricadute al suolo. In questo modo si è stimata la più probabile concentrazione al suolo durante il lasso di tempo d’esposizione considerato.

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– I valori di concentrazione nel suolo dovuti alle emissioni dell’impianto sono stati considerati unitamente ai valori preesistenti per quanto concerne la presenza di metalli (Tabella 2), in modo da poter effettuare un confronto significativo con gli standards di qualità dei suoli.

– I contaminanti elencati rappresentano quelli che veicolano la loro azione tossica attraverso il terreno in modo significativo.

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Certiquality 13-14 gennaio 2004

– I valori di concentrazione nel suolo considerati unitamente ai valori preesistenti, in modo da effettuare un confronto significativo con gli standards di qualità dei suoli.

– I contaminanti elencati rappresentano quelli che veicolano la loro azione tossica attraverso il terreno in modo significativo.

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Valori stimati e preesistenti di metalli nel suolo e standard di

qualità

METALLO CONCENTRAZIONE NEL SUOLO (mg/kg)

Preesistente Stimata Totale

Circolare Regione

Lombardia 1/8/96

Rame 11,9 4,1 15,0 150

Cadmio 0,68 0,41 1,09 2

Cromo Esavalente <0,1 4,1E-03 <0,1

Piombo 27,5 4,1 <31,6 120

Mercurio <0,2 0,41 <0,43 1

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– Confrontando i dati in tabella si può concludere che lo stato dei suoli preesistente non è compromesso e che di conseguenze le moderate quantità di accumulo nel terreno dei contaminanti previsti in fase di esercizio dell'impianto non comportato un'apprezzabile variazione della qualità dei suoli.

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• E’ stato riscontrato , per mezzo del Metodo GOD, che l’acquifero freatico interessante il sito d’impianto, è caratterizzato da un alto indice di vulnerabilità intrinseca (valori medi indice compresi tra 0.63 e 0.70).

• Da qui la necessità di proporre in sede progettuale opportuni accorgimenti che portino ad una significativa riduzione del rischio di inquinamento della falda acquifera sotterranea.

Ambiente idrico

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Opere di mitigazioneContenimento del rischio di

inquinamento del sottosuolo e della falda acquifera.

– Le zone dove si effettuano stoccaggio di rifiuti, trattamento di rifiuti, transito di automezzi di scarico e/o carico rifiuti, sono pavimentate in c.a. impermeabilizzato con interposta doppia rete metallica per limitare il rischio di fessurazioni.

– Sotto il pavimento è inoltre realizzato uno strato di ghiaia drenante sotto il quale è posato un manto impermeabile in PEAD protetto da geotessile.

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Opere di mitigazioneContenimento del rischio di

inquinamento del sottosuolo e della falda acquifera.

– Sopra il telo impermeabile in PEAD è installata una rete di tubi fessurati per la raccolta, il monitoraggio ed il convogliamento di eventuali percolamenti (rete di controllo sopratelo);

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Certiquality 13-14 gennaio 2004

Opere di mitigazioneContenimento del rischio di

inquinamento del sottosuolo e dei corpi idrici superficiali

• Tutte le acque di pioggia e di lavaggio dei piazzali vengono raccolte e accumulate in una vasca di 1250 m3, in grado di trattenere 10 mm di pioggia nelle 24 ore. Le acque di pioggia dei piazzali vengono successivamente inviate ad un impianto di trattamento chimico – fisico e quindi scaricate nella pubblica fognatura.

• L’impianto chimico-fisico di trattamento delle acque garantisce i limiti di depurazione previsti dalle Normative Vigenti per lo scarico in pubblica fognatura.

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Certiquality 13-14 gennaio 2004

Vegetazione, flora, fauna ed ecosistemi.

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• Le concentrazioni totali dei contaminanti riscontrate nei suoli, comprensiva della ricaduta dovuta alle emissioni, non destano preoccupazioni se confrontati con i valori molto bassi di attenzione per la fitotossicità (vedi tabella 3). In questi studi tali valori di attenzione sono ricavati determinando sperimentalmente la LOEC (concentrazione minima in grado di provocare una riduzione del 20% del parametro misurato sperimentalmente, ad esempio la crescita fogliare), e prevedono un margine di confidenza pari al 90° percentile relativo alla probabilità di proteggere la crescita plantare.

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• Si può quindi concludere che, in virtù della bassa compromissione preesistente del terreno e dell’accumulo contenuto dovuto alle emissioni stimate, non è ipotizzabile un effetto significativo sulla produttività agricola della zona a causa della ricaduta stimata. Nella tabella sono riportati a titolo comparativo alcuni dati relativi alla fitotossicità dei contaminanti presi in esame, per le principali culture della zona.

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Studi di Fitotossicità Sostanza Somministrazione Pianta Effetti Osservati Quantità*

(mg/kg) Cadmio CdCl2 Soia 67% riduzione n° di semi per pianta 10 (5) CdCl2 Soia 50% riduzione crescita vegetativa 10 CdAcetato Grano 21% riduzione crescita 113 CdCl2 Mais 43% riduzione nella lunghezza della

radice 25 (15)

CdCl2 Mais 24% riduzione di peso 28 CdCl2 Orticole 96% riduzione di peso spinacio, 32%

nei piselli 40

Cromo VI Sale solubile Soia 30% Diminuzione di peso 30 (10) Piombo PbO Grano 22% riduzione peso radice 1000 (300) PbCl2 Mais 48% riduzione lunghezza radice 500 (250) Pb Mais 42% diminuzione peso 250 (125) Rame CuSo4 Fagioli 26 % diminuzione peso foglie 200 (100 Mercurio Rifiuti mercuriali Orzo 20 % riduzione della germinazione 103 (34,9) Toluene Mais 30% riduzione peso umido 200 Soia 50% riduzione germinazione 20000 40% riduzione peso umido 200 Xilene In insetticida Barbabietola 32% riduzione lunghezza radice 100 * In parentesi sono indicate le quantità determinate sperimentalmente che non generano effetti tossici

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• Il rischio ecologico dovuto alla contaminazione viene di solito valutato per la fauna selvatica comparando le concentrazioni presenti o stimate nell’ambiente con i valori di riferimento tossicologici LOAEL (dose minima che genera effetti nocivi) e NOAEL (dose massima che non genera effetti nocivi).

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Valori di LOAEL e NOAEL nel cibo, stimati per la Fauna Selvatica ( EPA – Toxicological Screening Benchmarks for Wildlife Contaminants)

Sostanza Specie Animale LOAEL (mg/kg)

NOAEL (mg/kg)

Inorganici Cadmio Cloruro Coniglio 36 3,6 Volpe 50,9 5,1

Rame Solfato Coniglio 74,5 56,6 Volpe 105,7 80,3 Cromo VI Coniglio 48,9 12,2 Volpe 69,4 17,3 Piombo Acetato Gufo 42,1 4,2 Cervo 728,8 72,9 Mercurio Cloruro Picchio 1,1 0,2 Cervo 11,8 Organici Acetone Coniglio 186 37 Benzene “ 530 53 Acetato di Etile “ 1340 335 Cloruro di metilene

“ 186 21,8

MetilEtilChetone “ 17008 6590 2,3,7,8 -TCDD “ 3,7E-05 3,7E-06 Toluene “ 523 52,3 Xilene “ 5,2 4,2

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Paesaggio

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• Lo studio della componente “paesaggio” è stato condotto attraverso rilievi diretti sul campo e tramite l’analisi di strumenti di riferimento quali il “Piano Territoriale Paesistico Regionale” di recente approvazione definitiva, degli studi della Provincia a supporto della realizzazione del suddetto Piano Regionale, di dati bibliografici.

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• In virtù dell’approvazione definitiva del Piano Territoriale Paesistico Regionale, si ritiene adeguata, in questa fase d’analisi paesaggistica, l’applicazione del procedimento di verifica paesistica previsto dalle relative Norme di Attuazione. Se ne sintetizza di seguito il contenuto descrivendo le fasi essenziali del processo analitico che, con la sua applicazione, fornisce utili indicazioni al fine di un inquadramento paesistico dell’opera.

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• Al fine di valutare la sensibilità paesistica dei luoghi, sono considerate significative le componenti di giudizio legate a: – a)interferenza con un punto di vista o un percorso

panoramico nonché inclusione di una veduta panoramica ;

– b)ubicazione in ambiti o aree territoriali di interesse naturalistico-ambientale,storico-archittetonico, relazionale;

– c)rapporti visuali con il sistema delle infrastrutture per la mobilità;

– d)presenza di valori e beni ambientali:

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• A) impatto positivo, quando l’intervento progettato contribuisce a conseguire le finalità della pianificazione paesistica, creando nuove risorse paesistiche,

• B) impatto neutro, quando l’intervento progettato, pur non essendo migliorativo, non distrugge risorse paesistiche e non porta disordine e banalizzazione nel contesto;

• C) impatto negativo, quando l’intervento progettato distrugge risorse paesistiche e introduce disordine e banalizzazione nel contesto;

• D) impatto fortemente negativo se l’intervento progettato compromette le risorse paesistiche che sono state individuate come meritevoli di tutela.

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Rumore

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L’ art. 8 comma 4 della Legge 447/'95 stabilisce che “Le domande per il rilascio di concessioni edilizie relative a nuovi impianti e infrastrutture adibiti ad attività produttive, sportive e ricreative e a postazioni di servizi commerciali polifunzionali, dei provvedimenti comunali che abilitano all’utilizzazione dei medesimi immobili e infrastrutture, nonché le domande di licenza o di autorizzazione all'esercizio d’attività produttive devono contenere una documentazione di previsione d’impatto acustico.” La L.R. 13 del 10/8/2001, al comma 1 art. 5, specifica che “La documentazione di previsione di impatto acustico e la documentazione per la valutazione previsionale di clima acustico devono essere redatte da un tecnico competente in acustica ambientale”. Tale sezione dello S.I.A. ha come obiettivo principale la valutazione degli effetti dell’attività in oggetto sul clima acustico attuale, attraverso la comparazione tra lo scenario con presenza e quello con assenza dell’attività. Con la Delib. Giunta Reg. n° 7/8313 del 08/03/2002 la Regione Lombardia ha approvato le “Modalità e criteri di redazione della documentazione di previsione di impatto acustico e di valutazione previsionale del clima acustico”.

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• Ubicazione dell’impianto;

• Classificazione acustica e individuazione delle sorgenti già presenti;

• Clima acustico attuale e potenziali ricettori.

• Caratteristiche topografiche del sito di insediamento

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Definizione del problema acustico L’impatto acustico generato dalle attività del nuovo stabilimento verso il territorio circostante, dipenderà dalle emissioni acustiche prodotte dalle sorgenti interne al capannone e da quelle della zona di stoccaggio esterna. La valutazione di impatto acustico si è quindi sviluppata secondo le fasi di seguito riportate.

• Definizione dell’intensità del campo acustico all’interno del capannone

• Definizione dell’intensità del campo acustico prodotto dalle sorgenti esterne

• Calcolo della potenza acustica emessa dalle pareti e dal tetto del capannone (Murature e tamponamenti Pavimentazioni. Chiusure e serramenti.)

• Definizione dei livelli di rumore attesi all’esterno delle pareti e del tetto

• Calcolo della potenza acustica delle pareti e del tetto in considerazione della superficie di tali strutture Considerazioni sulle potenze acustiche considerate

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Per la simulazione al calcolatore con il codice CBM le principali fasi considerate sono:

– Ricostruzione geometrica in tre dimensioni dell’ambiente all’interno del quale si propaga il campo acustico, con opportuno programma per calcolatore (CAD)

– Assegnazione delle proprietà acustiche da associare ai materiali che costituiscono il dominio in esame: (tipi di superfici nel dominio di calcolo ed i rispettivi coefficienti di assorbimento secondo Sabine).

– Individuazione della potenza acustica delle sorgenti di rumore e loro caratterizzazione (sorgenti puntiformi, piane, lineari);

– Le sorgenti pompe, ventilatori riportate nell’elenco in precedenza riportato, sono state considerate sorgenti puntiformi viste le loro dimensioni e caratteristiche acustiche;

– Definizione delle superfici di calcolo (Receiver surface): le superfici di calcolo sono state posizionate in prossimità dei siti sensibili.

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• Durante la fase di realizzazione dell’impianto (cantierizzazione) le emissioni sonore, limitate al solo periodo diurno, avranno origine dalle attività di montaggio degli impianti a dal passaggio dei mezzi di cantiere. La modestia degli interventi previsti e le ridotte dimensioni e dotazioni del cantiere sono tuttavia tali rendere il cantiere stesso una sorgente di rumorosità del tutto contenuta e limitata, anche se accompagnata da componenti impulsive. Il clima acustico risultante è pertanto destinato a subire insignificanti degradi nell’immediato intorno dell’impianto ed a rimanere quindi nell’attuale eccellente livello qualitativo, mentre gli impatti sui ricettori (individuati nelle cascine abitate prossime all’impianto) sono da considerarsi completamente nulli.

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Salute pubblica.

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• Gli effetti risultanti dalle possibili vie di esposizione (inalazione, contatto cutaneo, assunzione di alimenti contaminati) sono stati considerati per la stima del rischio. Si è tenuto conto dei contaminati maggiormente significativi fra quelli potenzialmente presenti nelle emissioni dell'impianto

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Vengono considerati i diversi coefficienti di bioaccumulo che variano in funzione della natura chimica dell’inquinante e della specificità del prodotto vegetale o animale in cui l’inquinante può concentrarsi (vegetali a foglia larga o legumi, carni bovine o suine, uova ecc.).

La conoscenza del modo attraverso cui si esplica la tossicità dei singoli inquinanti per un particolare meccanismo di esposizione (tossicità acuta, cronica o subcronica, possibili effetti carcinogenici) permette di effettuare una stima del rischio, mediata per un tempo di esposizione della popolazione che è a sua volta funzione dello scenario in cui avviene la ricaduta (abitativo, agricolo, industriale ecc.).

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L’uso di modelli matematici e di data base sviluppati dall’US-EPA e da altri Enti governativi perlopiù statunitensi, ha permesso di stimare il rischio derivante da ciascun particolare inquinante, espresso come dose assorbita per kg di peso corporeo al giorno (mg/kg*gg).

Per ogni meccanismo di penetrazione è stato stimato il valore relativo all’esposizione a ciascun inquinante e raffrontato con dei valori di riferimento pubblicati (le reference doses “RfDs” nel caso di effetti non carcinogenici o le “slope factor” per quelle molecole con riconosciuta azione tumorale). In questo modo è stato definito un indice di rischio complessivo (HI), che rappresenta la sommatoria dei singoli contributi. Un valore dell’indice uguale ad 1 significa la necessità di effettuare degli interventi di mitigazione e risanamento.

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Dati cumulativi per la stima del rischio.

Meccanismo di Esposizione Rischio non Carcinogenico Rischio Carcinogenico

Inalazione 5,60E-05 2,73E-09

Ingestione di Suolo 2,03E-06 1,66E-10

Contatto Cutaneo 1,17E-06 1,38E-11

Assunzione di Alimenti 6,09E-03 2,64E-07

TOTALE 6,14E-03 2,67E-07

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Il contributo maggiore è rappresentato dall’accumulo nella catena alimentare, e questo appare motivato dal fatto che la zona presa in esame è quasi tutta dedicata ad uso agricolo e che le coltivazioni locali sono impiegate come fonti alimentari primarie per i numerosi allevamenti presenti.

I dati calcolati permettono di concludere che le emissioni stimate per la piattaforma non rappresentano un rischio per la salute della popolazione esposta alla ricaduta.

Molto contenuto appare il rischio diretto dovuto all’inalazione. In questo caso la voce principale è rappresentata dal cromo esavalente, poichè la dose di riferimento per questo elemento è estremamente bassa. Ancora più elevati sono i margini di sicurezza relativi alle altre vie di esposizione considerate (ingestione accidentale di suolo e contatto cutaneo).

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Conclusioni.

• L’impatto ambientale ascrivibile alla fase di gestione dell’impianto, assume, per le componenti ambientali considerate, valori compatibili con il contesto locale in cui è inserito l’impianto da realizzare.

• In sede di progetto diversi sono stati gli accorgimenti adottati al fine di offrire le più ampie garanzie di salvaguardia dell’ambiente relativamente alla fase di esercizio e gestione dell’impianto.

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• L’aspetto meritevole di nota è la possibile interazione dell’impianto con il sistema suolo-sottosuolo e con il sistema idrografico, dovuto alla quota abbastanza elevata della falda e ai conseguenti lavori da effettuare per l’isolamento e l’impermeabilizzazione del sito.

• E’ stato inoltre approntato un piano di monitoraggio a regime di qualità dell’aria per consentire la parametrizzazione dei risultati acquisiti con la modellazione e conseguentemente per poter intraprendere gli eventuali interventi correttivi che si rendessero necessari.

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Decreto di compatibilità ambientale

• IMPIANTO DI TRATTAMENTO, SMALTIMENTO E RECUPERO DI RIFIUTI INDUSTRIALI • PRONUNCIA DI COMPATIBILITÀ AMBIENTALE DELLA REGIONE LOMBARDIA AI SENSI

DEGLI ARTT. 1 E 5 DEL D.P.R. 12.04.1996 • PRESO ATTO che il "Rapporto finale di v.i.a." - allegato al presente decreto, di cui

costituisce parte integrante e sostanziale - rassegna in particolare le seguenti conclusioni: * In riferimento a quanto previsto dall'art. 6 e dall'allegato "C" all'atto di indirizzo, lo studio di impatto ambientale fornisce nel complesso le informazioni atte ad individuare i potenziali effetti dell'opera sull'ambiente; risultano correttamente individuati le componenti e i fattori ambientali coinvolti dal progetto e individuati gli impatti e le linee fondamentali per la loro mitigazione; * il progetto dell'impianto di trattamento rifiuti in questione risulta ambientalmente compatibile, nella configurazione progettuale che emerge dagli elaborati depositati dal proponente, a condizione che si attuino con particolare cura e a regola d'arte tutte le previsioni di progetto, e tutte le precauzioni di carattere ambientale, descritte nello studio di impatto ambientale, volte a minimizzare gli effetti dell'intervento sull'ambiente; * per quanto riguarda le emissioni in atmosfera ci si dovrà attenere alle eventuali ulteriori prescrizioni definite nell'atto regionale contenente le determinazioni ai sensi del d.p.r. 203/1988; * in fase di esercizio dovranno essere verificati costantemente le caratteristiche delle emissioni in atmosfera, i livelli di rumore propagato all'esterno e, sul piano organolettico, gli eventuali odori registrabili all'esterno, intervenendo di conseguenza sugli impianti.

• DATO ATTO che il presente decreto non è soggetto a controllo ai sensi dell'art. 17 comma 32 della legge 15 maggio 1997 n. 127;

• DECRETA 1) Di esprimere, ai sensi dell'art. 7 del d.p.r. 12.04.1996, giudizio positivo circa la compatibilità ambientale del progetto dello "impianto di trattamento, smaltimento e recupero di rifiuti industriali

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Valutazione Ambientale Strategica

• La VAS nasce dall'esigenza di superare le problematiche riscontrate nell'applicazione della Valutazione di Impatto Ambientale (V.I.A.), strumento che si è progressivamente affermato efficace e indispensabile per garantire la compatibilità ambientale di un singolo progetto.

• La Valutazione Ambientale Strategica oltrepassa per esempio la difficoltà di valutare gli impatti ambientali a valle dei processi decisionali, assumendo in questi un ruolo centrale, introducendo i criteri di sostenibilità ambientale, in modo sistematico ed operativo, già nell'individuazione e nella scelta tra più alternative e quindi nel modello di sviluppo proposto.

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• Il riferimento legislativo della VAS a livello comunitario è la direttiva 2001/42/CE, è entrata in vigore il 21luglio 2001 a conclusione di un iter decisionale avviato nel 1996. Essa dovrà essere recepita da tutti gli Stati membri nell’arco di un triennio (entro il 21luglio 2004). La Direttiva fissa i principi generali del sistema di valutazione e definisce il campo d'applicazione della VAS, lasciando agli Stati membri ampia possibilità di recepimento per quanto attiene alla metodologia di valutazione.

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• La valutazione ambientale di piani e programmi non è ancora stata introdotta nell'ordinamento nazionale italiano; recentemente è stata emanata la legge 1marzo 2002, n°39, con la quale il Parlamento ha delegato il Governo a dare attuazione alla Direttiva 2001/42/CE entro un anno dall’entrata in vigore della legge stessa.

• Allo stato attuale la valutazione ambientale dei piani e programmi di interesse territoriale è un procedimento ancora poco diffuso in Italia, anche se non mancano valide esperienze applicative che costituiscono un'importante base conoscitiva.

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Ambito di applicazione

• Viene effettuata una valutazione ambientale per tutti i piani e i programmi, – che sono elaborati per i settori agricolo, forestale, della

pesca, energetico, industriale, dei trasporti, della gestione dei rifiuti e delle acque, delle telecomunicazioni, turistico, della pianificazione territoriale o della destinazione dei suoli, e che definiscono il quadro di riferimento per l'autorizzazione dei progetti elencati negli allegati I e II della direttiva 85/337/CEE, o

– per i quali, in considerazione dei possibili effetti sui siti, si ritiene necessaria una valutazione ai sensi degli articoli 6 e 7 della direttiva 92/43/CEE.

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• Regione Emilia Romagna si è dotata del “Piano di Azione Ambientale per un futuro sostenibile”, approvato dal Consiglio regionale il 26 settembre 2001

• Regione Liguria ha introdotto con la l.r. 4 settembre 1997, n. 36 “Urbanistica” lo strumento dello studio di sostenibilità da associare a piani di livello territoriale ed urbanistico; la l.r. 30 dicembre 1998, n. 38 “Disciplina della valutazione di impatto ambientale” introduce la valutazione ambientale dei piani di settore qualora prevedano opere da assoggettare a Valutazione d’Impatto Ambientale.

• La Regione Piemonte, con la l.r. 14 dicembre 1998, n. 40 “Disposizioni concernenti la compatibilità ambientale e le procedure di valutazione” ha introdotto, con il disposto di cui all’art. 20, l’obbligo della verifica della compatibilità ambientale per gli strumenti di programmazione e pianificazione.

• La Regione Toscana in materia di procedure preventive di valutazione ambientale di piani e programmi, sono sostanzialmente la pianificazione urbanistica regionale ed i Fondi Strutturali dell’Unione Europea. Dal punto di vista urbanistico le procedure di Valutazione Ambientale Strategica sono disciplinate dalla l.r. 16 gennaio 1995, n. 5 "Norme per il governo del territorio" che dispone che gli atti di programmazione e di pianificazione territoriale debbano essere sottoposti, nell'ambito del processo di approvazione, alla valutazione preventiva degli effetti ambientali, nella prospettiva di garantire la sostenibilità dello sviluppo regionale e locale della Toscana.

• Nella Regione Autonoma della Valle d’Aosta l’applicazione della Valutazione Ambientale Strategica a livello urbanistico e di programmazione risale al 1991, anno in cui entrò in vigore la l.r. 4 marzo 1991, n. 6 (Disciplina della valutazione di impatto ambientale). La necessità di applicazione della Valutazione Ambientale Strategica è stata poi ribadita nella successiva modifica alla l.r. precedentemente citata, operata nel 1999 con la l.r. 18 giugno 1999, n. 14 (Nuova disciplina della valutazione di impatto ambientale). Con circa 250 procedure di Valutazione Ambientale Strategica avviate a partire dal 1991, la Regione Autonoma della Valle d’Aosta ha maturato una notevole esperienza nel settore, che la pone all’avanguardia in campo nazionale

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Siti regionali

Regione Friuli Venezia Giulia www.regione.fvg.it/ambiente/txt-via.htm

Regione Marche www.regione.marche.it/ambiente

Regione Piemonte www.regione.piemonte.it/ambiente/via

Regione Toscana www.regione.toscana.it/urp/via/via.htm

Regione Valle d'Aosta www.regione.vda.it/territorio/VIA/default_i.asp

Altri siti Centro VIA www.centrovia.it

ENEA - Ente per le Nuove tecnologie, l'Energia e l'Ambiente www.enea.it

Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio http://www.minambiente.it/Sito/settori_azione/via/Home_VIA.asp

Unione Europea http://europa.eu.int/comm/environment