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INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

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Pagina I

FONDI EUROPEI

Accordo con la commissione Ue. Al via 44 miliardi di fondi 2014-2020Stampa 30/10/14 P. 6 Giuseppe Bottero 1

MOSE

Il Mose finisce sotto il controllo AnticorruzioneSole 24 Ore 30/10/14 P. 16 2

RISCHIO IDROGEOLOGICO

"Via la gente dalle aree a rischio idrogeologico"Stampa 30/10/14 P. 19 Alessandra Pieracci 3

GEOMETRI

Gli ordini? Risorsa per il PaeseItalia Oggi 30/10/14 P. 37 5

TAV

Tav, quasi triplicati i costi, si spacca il fronte del sì. "Allora fermiamo i lavori"Repubblica 30/10/14 P. 19 MariachiaraGiacosa, DiegoLonghin

6

CO.CO.PRO

Il crollo dei contratti a progetto. In un anno 150 mila co.co.pro in menoCorriere Della Sera 30/10/14 P. 10 8

PIRATERIA WEB

Pirateria web, denunce al lumicinoSole 24 Ore 30/10/14 P. 17 Marco Mete 9

GESTIONE SEPARATA

Gestione separata, iscritti ancora in caloSole 24 Ore 30/10/14 P. 44 Matteo Prioschi 10

PROCESSO TELEMATICO

Autenticabili tutte le copie digitaliSole 24 Ore 30/10/14 P. 46 Giovanni Negri 11

SPEDIZIONIERI

Lo spedizioniere non può ampliare le autorizzazioniSole 24 Ore 30/10/14 P. 47 Francesco Clemente 12

TRANSATLANTIC TRADE NEGOTIATORS

Transatlantic trade negotiators should own up to their ambitionFinancial Times 28/10/14 P. 9 Pascal Lamy 13

AVVOCATI

L'Associazione italiana giovani ...Italia Oggi 30/10/14 P. 29 14

GEOMETRI

Geometri sempre più internazionaliItalia Oggi 30/10/14 P. 37 15

COMMERCIALISTI

Commercialisti, allarme sulla «precompilata»Sole 24 Ore 30/10/14 P. 45 Federica Micardi 16

Più iscrizioni a Nord. Diminuiscono i praticanti (-18%)Sole 24 Ore 30/10/14 P. 45 18

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Pagina II

Commercialisti, ecco il futuroItalia Oggi 30/10/14 P. 33 Benedetta Pacelli 19

Longobardi: ecco il lavoro di 100 giorniItalia Oggi 30/10/14 P. 33 M Rino Longoni 20

Il commercialista perde appealItalia Oggi 30/10/14 P. 34 Benedetta Pacelli 22

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Accordo con la Commissione UeAl via miliardi cil fondi 2014-2020Sostegno alle Pmie alla banda largaCampania, Siciliae Calabria in ritardo

GIUSEPPE BOTTEROTORINO

Sei mesi di negoziati, proble-mi, correzioni in corsa. Alla fi-ne, però, l'Italia strappa il vialibera della Commissione Ueall'accordo di partenariato, ildocumento di oltre duemilapagine che detta la strategia dispesa per circa 44 miliardi dirisorse europee nel periodo dal2014 al 2020.

I fondi, nel corso dei prossi-mi sette anni, saranno desti-nati a quattro macro-aree:20,6 miliardi al Fondo di svi-luppo regionale (Fesr), 10,4 alFondo sociale (10,4), 10,4 al

Fondo di sviluppo rurale (Fea-sr). Altri 537,3 milioni finirannoinvece al Fondo per la Pesca.Per la claudicante econo-mia italiana si tratta diuna boccata d'ossigenoimportante, e il «tesoret-to», ricordava ieri il mini-

se: il nostro Paese deve ancoraesaurire gli stanziamenti 2007-2013, con varie regioni in affan-no. Uno scoglio che l'Italia sor-passa nella nuova fase «impe-gnandosi politicamente» a pre-sentare per ciascun Program-ma operativo regionale (Por) enazionale (Pon) «uno specificopiano di rafforzamento ammini-strativo». Un altro nodo scioltoriguarda la dispersione deglistanziamenti: a questo si è postorimedio concentrando la «mas-sa critica» degli aiuti su specifici«obiettivi tematici».

Per il Fondo di sviluppo regio-nale oltre 3,5 miliardi sono statiprevisti per il rafforzamento dellacompetitività delle Pini; più di 3,3miliardi per ricerca, sviluppo tec-nologico e innovazione; 3,1 miliar-di per la transizione verso un'eco-nomia a basso tenore di carbonio;

occupazione giovani. Il grossodel Fondo di sviluppo rurale, 4,1miliardi punta a migliorare lacompetitività del settore agri-colo, mentre 218,7 milioni delFondo per la Pesca quella delcomparto ittico.

La delicata partita con Bru-xelles, però, non è finita. «Il do-cumento rispecchia bene lepriorità individuate dalla Com-missione», spiega De Michelisma ora bisogna vedere cosa ac-cadrà con i Programmi operati-vi regionali (Por) e nazionali(Pon), con i quali ci sarà l'avvioeffettivo del piano. Per l'Italiasono arrivati quasi tutti, ecce-zion fatta per quelli di Sicilia,Campania e Calabria, ultimi amancare all'appello assieme aun programma regionale sve-dese. Le Regioni, a tarda sera,spiegavano che i piani ci sono e

stro Delrio, è destinato a La quota destinata al Fondolievitare se si sommano di sviluppo regionale:«le risorse di cofinanzia- 3,5 andranno alle piccolemento nazionale, pari a 20 e medie impresemiliardi. Vanno anche consi-derati gli oltre 7 miliardi cherafforzano la programmazione,nazionale e regionale, nelle re-gioni meno sviluppate».

La luce verde di Bruxelles,racconta Nicola De Michelis del-la direzione generale per le Poli-tiche regionali, è arrivata dopoche Roma ha garantito di aversuperato le criticità, a partiredalla «capacità amministrati-va». Non è un mistero che, negliultimi anni, l'Italia abbia faticatopiù di altri per assorbire le risor-

circa 2,5 miliardi per la promo-zione del trasporto sostenibile,un miliardo per inclusione socialee lotta a povertà, capitolo que-st'ultimo, a cui sono destinati an-che 2,2 miliardi del Fondo sociale.

Dal Fondo sociale, circa 4,1miliardi sono per il sostegno al-l'occupazione sostenibile e perla mobilità dei lavoratori; 3,1 mi-liardi per «investimenti inistruzione e formazione», men-tre 567 milioni per l'Iniziativa

.mMardì

La somma stanziataper il Fondo Sociale: 4

andranno all'occupazionesostenibile

la mancata trasmissione dipen-de «dalla riduzione della quotadi cofinanziamento nazionale».

ì

Destinati al Fondoche punta a migliorare

la competitivitàdel settore agricolo

o.

I fondi destinati alla pescaUna buona parte andrà

a sostenereil comparto ittico

Fondi Europei Pagina 1

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Il regime di tutela

Il Mose finiscesotto fl controlloAntïcorruzïone

MILANO

Il Mose di Venezia sta per

essere commissariato. L'Autori-tà anticorruzione ha inviato duegiorni fa la richiesta al Consor-zio Venezia Nuova, che si occu-pa di realizzare l'infrastrutturada 5,5 miliardi, finita sotto inchie-sta per un giro di corruzione, fat-ture gonfiate, false consulenze efinanziamenti illeciti.

L'atto verrà ora inviato allaprefettura di Roma. Il Consor-zio ha tre giorni di tempo perpresentare le memorie, poi nelgiro di una settimana si entrerànel vivo del regime di tutela.

Prima di tutto bisognerà capi-re se il commissario, che sceglie-rà l'Anac e la prefettura, coesi-sterà con gli attuali vertici azien-dali, guidati dal presidente Mau-ro Fabris (subentrato dopo le vi-cende nel mirino del procurato-ri veneziani), o se tutto il consi-glio direttivo verrà rimosso. Pro-babil e la seconda ipotesi. Poi ver-ranno stabiliti altri dettagli: ge-stione finanziaria e prosecuzio-ne dei lavori (che non dovrebbe-ro subire stop).

Si era parlato dell'ipotesi com-missariamento del Consorziogià a giugno (vedi il Sole 24 Oredel17 giugno 2014), ma la norma-tiva lo rendeva difficilmente pra-ticabile, visto che non si trattagiuridicamente di un'azienda.Poi a luglio, attraverso degliemendamenti al decreto sullaPa, la possibilità del regime con-trollato è stata estesa anche aiconcessionari e ai general con-tractor delle opere pubbliche.

Già qualche mese fa sembra-va chiaro che le modifiche nor-mative fossero state introdot-te appositamente per il caso ve-neziano, dove esiste una socie-

tà che non ha eguali in Europa,in parte concessionaria e inparte concedente, ma che es-sendo un soggetto privato puòessere assimilata anche ad ungeneral contractor, e che datre decenni gode di deroghespeciali rispetto alle leggi suappalti e concorrenza.

Sistema, questo, che ha per-messo alla corruzione di cresce-re: nessun controllo e neppurenessuna gara da bandire, ma so-lo una progressiva "spremitura"dei finanziamenti pubblici auto-

Il decreto sulla Pa permettedi intervenire anchesu concessionari e generaicontractor: è il caso delConsorzio Venezia Nuova

rizzati dal Cipe, da diffondere acascata ad amici e imprenditoriattraverso consulenze gonfiateo inesistenti (si parla di almeno40 milioni di fondi neri). E il tut-to all'ombra di un sistema di con-trolli complice del crimine (so-no finiti infatti agli arresti anchefunzionari del magistrato delleacque, un magistrato della Cor-te dei conti e un generale dellaGdf). Anche la politica ha avutoil suo tornaconto: tra igrandi im-putati c'è anche l'ex presidenteveneto Giancarlo Galan, cheavrebbe assicurato autorizzazio-ni in cambio di favori e denaro(ha da poco patteggiato, anchese ha annunciato un ricorso inappello). L'indagine giudiziariaha portato all'arresto cautelaredi 35 persone. Secondo i pm Ste-fano Buccini, Stefano Ancilottoe Paola Tonini il meccanismocriminoso è proseguito almenodal 20o5 al 2012.

S. Mo.CRI PRO OUZIO NE RIS ERVATA

Mose Pagina 2

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"Via la gente dalle aireea rischio idrogeologico"D'Angelis, capo della task force del governo: costa meno che pagare i danniI geologi riuniti a Genova: cambiare mentalità, basta rincorrere l'emergenza

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ALESSANDRA PIERACCIGENOVA

La parola è deloca-lizzare, il significa-to va oltre il con-cetto di sposta-mento, vuol dire in

generale una svolta culturalerivoluzionaria e nel partico-lare far cambiare vita, abitu-dini, riferimenti a centinaia,se non migliaia, di persone.«Non è possibile ad esempioche a Volterra esista una viadella Frana dove 3-4 voltel'anno si deve intervenire perdanni, e la gente continui avivere lì». «Bisogna affronta-re il problema: oggi può ap-parire come una spesa supe-riore, ma se pensiamo a tuttele emergenze e ai danni evi-tati, allora ci rendiamo contodel risparmio». Lo ha dettoErasmo D'Angelis, il capodell'unità di missione di Pa-lazzo Chigi «Italia sicura»,partecipando ieri agli statigenerali dei geologi italianisui rischi idrogeologici, in unluogo simbolo dell'alluvionegenovese, il Teatro della Gio-ventù con il piano di uffici emagazzini ancora inagibilema la sala riaperta all'evento.

«E' previsto un fondo per

I P IANOOltre alle opere,

manca una leggedi difesa del suolo

la delocalizzazione, ci saran-no incentivi» ha detto ancoraD'Angelis, riferendosi al pia-no d'intervento nazionale diprevenzione che sarà pre-sentato l'11 novembre a Ro-ma. Un tema difficile, consi-derando che a Genova ci so-no voluti anni per sgombera-re il condominio di via Giotto,di fatto una barriera costrui-ta alla foce del torrente Chia-ravagna. «Dobbiamo smette-re di essere un Paese che rin-corre l'emergenza e fa il con-to delle vittime». D'accordo igeologi, riuniti ieri con dele-gazioni da tutta Italia, pre-senti anche Enti Parco e Uni-versità.

«Occorre cambiare men-talità» sottolinea Gian VitoGraziano, Presidente delConsiglio Nazionale. «La de-localizzazione porterà lavo-ro» evidenzia Carlo Malga-rotto, presidente ligure. E

aggiunge: «Basta con l'eternarincorsa dietro l'emergenzacome il criceto nella ruota».Perché siamo il Paese che perprimo nel 1500 ricostruì unacittà distrutta dal terremoto,Ferrara, con criteri antisismi-ci, ma poi abbiamo perso la

memoria. «In una graduatoriatra il Giappone e l'Afghanistansiamo più vicini all'Afghani-stan» dicono gli esperti. «Sia-mo il Paese - aggiunge D'Ange-lis - che ha varato un eventomondiale da un miliardo e 700milioni come l'Expo dimenti-

candosi del Seveso che potreb-be allagare l'area».

Allora, se dopo il Vajont nonè stato fatto nulla, se i 2 miliar-di e 300 milioni assegnati nel`98 a Comuni, Province e Re-gioni sono rimasti quasi tuttilì, bloccati per un terzo dal pat-

to di stabilità e per la maggiorparte perso nel groviglio diiter burocratici, il disastro diGenova deve diventare una ri-partenza. Anche consideran-do che su 15 aree metropolita-ne italiane, in fatto di rischi,«non se ne salva una» diceD'Angelis. Gli interventi ur-genti previsti sono 4000 in tut-ta Italia, da finanziare con i

fondi del settennato europeo,un miliardo l'anno (l'Anci cal-cola 150-200 mila lavoratoricoinvolti).

Come si riparte? «Da unalegge di difesa del suolo chenon esiste, relegata al codiceambientale - dice Graziano -.Non esiste nemmeno un tavolodi lavoro. Poi prevedere pro-gettazioni compatibili, ovveroche per ogni intervento vengaquantificata e calcolata l'inte-razione con il territorio, le ri-sposte in caso di eventi meteo-rologici. Come la facoltà di In-gegneria a Reggio Calabriache rimane isolata in caso dipioggia perché si allaga la stra-da di accesso. O la strada co-struita a Nuoro che ha cambia-to il deflusso dell'acqua. Civuole un cambio di mentalità,occorre che i cittadini dianouna forte spinta alla classe po-litica. Se scendono in piazzacontro inceneritori e discari-che, devono capire che anche ildissesto minaccia la salute».

Rischio Idrogeologico Pagina 3

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SommersiUna foto della

recente allu-vione di Ge-nova, che ha

provocato unmorto

LUCA LLNNAKU/ANSA

Classifica dei rischiin ItaliaMILANO(Grande Milano)

TORINO

LIGURIA

GENOVA(idrogeologico)

AREA TOSCANA

4 mila interventiurgenti in tuttaItalia con 7 miliardichiesti all'Ue

VENEZIAPADOVATREVISO

CITTA' 15 AREECON RISCHIO METROPOLITANEMAGGIORE CHE PRESENTANO

RISCHI SIA SISMICICHE IDROGEOLIGICI

ALTO ADRIATICO

AREA 11 milioni- EMILIANA di abitanti

r PESCARA

VERONA

BASSOADRIATICO

ROMA

CAGLIARI

Regioni : per numero di comunia rischio in testa Valle D'Aostae Calabria con il 100%per percentuale di superficiea rischio la media nazionale è del 10%

SICILIAPALERMO ORIENTALE

NAPOLI CentimetriLA STAMPA

MESSINA(idrogeologico,

sismico)

Rischio Idrogeologico Pagina 4

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Il presiderrte (le/ C,'Uresiglio nazïonale iyzterrierre ne/ dibattito sulle r°iforrrre utili alla ripresa

Gli ordini Risorsa per il PaeseSavoncelli: dalla categoria idee utili per la se mplificazione

enza un ade-guato supportoconcettuale, iprocessi di sem-

plificazione, snellimento esussidiarietà rischiano disomigliare più a delle buo-ne prassi che non a processistrutturali. Lo spread chesepara i due concetti è nel-la forza che ciascuno di essipuò imprimere alla ripresadel Paese».

Le parole di Maurizio Sa-voncelli, presidente CNGe-GL, rivelano la consapevo-lezza dell'intera Categoriadella delicatezza del mo-mento storico che vive l'Ita-lia e della necessità che lapolitica intraprenda un per-corso riformista ispirato damomenti di ascolto, condivi-sione e confronto piuttostoche dall'ansia di affrontarele urgenze.

Domanda. Nei confrontidel Governo, la posizionedel CNGeGL (oltre 109 milaiscritti) è chiara: sostegnopieno e condiviso alla vo-lontà di riformare il Paese,

i; u/' ar /,

valutazione costruttiva epropositiva del metodo.

Risposta . L'obiettivo è co-mune: fare ripartire il Paesepuntando prima di tutto susemplificazione, snellimen-to e sussidiarietà. Detto ciò,siamo convinti che l'efficaciadi queste «leve» rimarrà par-ziale fino a quando non sa-ranno istituzionalizzati mo-menti preventivi di ascolto,condivisione e confronto congli stakeholders. Discutere amonte con chi ha competen-ze specifiche su argomentiche interessano il futurodel Paese evita di giunge-re a valle (ossia in sede diconversione dei decreti inlegge) senza avere tutte leconoscenze adeguate e nondi rado essenziali sui puntistrategici, con il rischio diemanare provvedimenti chenon rispondono alle esigenzedi chi li ha sollecitati e com-plicando ulteriormente unginepraio normativo peren-nemente esposto al rischiocontenzioso. Ciò di cui ha bi-sogno l'Italia è esattamente

l'opposto: regole chiare, leg-gibili e uniformi.

D. L'assenza di un quadrogiuridico di riferimentocon queste caratteristichepenalizza tutti i settoriproduttivi e in particolarmodo quello dell'edilizia,scoraggiando chi vuole fareimpresa.

R. Chi oggi ha il coraggioe la forza di fare impresa nelnostro Paese, ed è indubbioche in prima linea ci sianoproprio i professionisti diarea tecnica, deve esseremesso nelle condizioni dioperare in un sistema tra-sparente e uniforme su tuttoil territorio nazionale. Solocosì sarà possibile elimina-re margini di discrezionalitàtalmente ampi da aver gene-rato, nel tempo, distorsioniabnormi. Alcuni passi inquesta direzione sono statifatti: l'emanazione dei Mo-delli Unici per i permessi dicostruire e la Scia consento-no finalmente agli ottomila

Comuni d'Italia di operare inmodo univoco. Nella stessadirezione va il Regolamen-to edilizio unico che, graziealle richieste avanzate nellesedi istituzionali dalla Retedelle professioni tecniche, ènuovamente oggetto di at-tenzione politico-normativa.Ciascuno di questi provve-dimenti va nella direzioneche noi geometri reputiamola più giusta: uniformitàcomportamentale. Che sitraduce in regole uguali pertutti (dalle misurazioni airegolamenti) e certezza perchi investe che quanto si stafacendo sia corretto, allon-tanando il timore che bastiuna mera asimmetria infor-mativa per bloccare il lavo-ro già avviato. La semplici-tà delle norme, la snellezzadelle procedure e soprattut-to la sussidiarietà devonopuntare a questo: assicurarea quanti vogliono investirenel nostro Paese un modusoperandi uniforme.

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Geometri Pagina 5

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Tav, quasi triplicati i costisi spacca il fronte del sì'0 0"Allora fermiamo i lavori"La previsione di spesa dell'opera passa da 2,9 a 7 miliardi di euroEsposito (Pd) : "Lupi spieghi, nelle cifre opache si annida la corruzione"

MARIACHIARAGIACOSADIEGO LONGHIN

Costi impazziti per il tunnel della To-rino-Lione. In una manciata di anni la spesaprevista per l'Italia è passata da 2,9 miliardi a7,7 miliardi. A spanne è il 165 per cento in più.Fino a ieri nei documenti del governo la cifra èsempre stata sotto i 3 miliardi, come è indica-to nel progetto definitivo della Tav all'esamedel Cipe. A scoprire l'impennata dei costi è sta-to il vicepresidente della Commissione Tra-sporti di Palazzo Madama, Stefano Esposito(Pd), che ha chiesto un'audizione urgente deivertici di Ferrovie e del ministro alle Infra-strutture, Maurizio Lupi. «Se le cifre sono que-ste io chiedo al governo di sospendere i lavori,rinunciare all'opera e pagare le penali alla

Il commissario della Torino-LioneVirano: "Non so darmi unaspiegazione razionale". Cavati eSel: "Commissione d'inchiesta"

Francia», dice Esposito, da sempre in prima li-nea a favore della Torino-Lione, posizione chegli è costata minacce di morte. L' 11 novembrei dirigenti di Rfi verranno ascoltati dalla com-missione e dovranno spiegare perché nel con-tratto di programma firmato ad agosto con ilministero e inserito nel decreto «Sblocca-Ita-lia» il costo della Tav è cresciuto in questo mo-do. Alla base dell'aumento ci sarebbe un "tas-so di inflazione", composto anche da oneri fi-nanziari e imprevisti, del 3,5 per cento che l'I-talia ha deciso di applicare all'opera. InFranciaè dello 0,07, cinquanta volte meno. Non solo.Nella stima non sarebbe conteggiato il contri-buto dell'Unione Europea che è già fissato al 30per cento e che potrebbe salire al 40. Una deci-sione che Italia e Francia danno per scontate eche piùvolte è stata ventilata da Bruxelles, mache sarà presa a fine febbraio. «Siamo all'as-

surdo - aggiunge Esposito - il 3,5 per centoè un tasso da usura. La Bei prestai soldi agli Sta-ti allo 0,5 per cento. Vorrei capire cosa si na-sconde dietro queste cifre. Le Ferrovie lavora-no a favore o contro l'alta velocità?».

L'Italia ha scelto di conteggiare il prezzo del-la costruzione della galleria di 52 chilometri aopera terminata con un tasso fissato nel 2010quando «il contesto macroeconomico preve-deva una forte crescita dei prezzi di petrolio,elettricità e macchinari, che invece non si è ve-rificata e quindi i costi non aumenteranno», so-stiene Ltf, la società italo-francese responsabi-le della realizzazione del tunnel. Insomma,non si è tenuto conto della crisi e dei prezzi dimercato in calo. In Francia, ad esempio, la ga-raperl'ultimadiscenderia, quelladiSaintMar-tin la Porte, è stata assegnata con un ribassodel 30 per cento. «Quelle italiane sono cifre

opache. È inrange così ampli che può annidar-si la corruzione», aggiunge ancora Esposito. Ilministro Lupi, impegnato negli Emirati Arabi,per ora tace, così come Rfi. Il commissario di go-verno, Mario Virano, cerca di buttare acqua sulfuoco: «Non so darmi una spiegazione raziona-le, si tratta di una sommatoria di negativitàche mi auguro siano frutto del caso. Mi sembrauna roba tutta fatta da contabili che non tieneconto del contesto economico generale e nem-meno della delicatezza della questione speci-fica».

Il balletto di cifre e il polverone che si è sca-tenato hanno dato il là agli oppositori dell'ope-ra. Il dissidente Pippo Civati (Pd) e il coordina-tore di Sel Nicola Frantoianni rilanciano l'ideadi una commissione parlamentare d'inchie-sta: «Un'idea che evidentemente non è poi co-sì peregrina -dicono -si abbia il coraggio disospenderei lavori fino a quando tutti gli aspet-ti oscuri della Tav non saranno chiariti». Per ilsenatore Marco Scibona del Movimento 5 Stel-le «quanto accade è la conferma di ciò che i NoTav dicono da anni, la Francia ha sempre con-fermato la cifra e le tempistiche iniziali, in Ita-lia invece triplicano i costi senza nessun moti-vo logico». E il movimento No Tav si compiacedella scoperta di Esposito: «Prepara i braccioliin vista della nave che affonda», si legge sul si-to No Tav.info.

Il nuovo quadro economico, poi, ha fatto sal-tare sulla sedia anche l'ex ministro alle Infra-strutture Altero Matteoli (Fi), oggi presiden-te della commissione Trasporti del Sanato. «Èincredibile», dice. E aggiunge: «La costruzionedella Torino-Lione non si può affrontare con su-perficialità».

G RIPRODUZIONE RISERVATA

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IL PROGETTOSi parla perla primavolta di uncollegamento adalta velocità traTorinoe Lione nel1991.All'iniziodeglianni2000ilprimo progetto

LA PROTESTAL'opera è semprestata contestatadalla Val di Susa.Nel 2005 i NoTavbloccano i lavori.Nascel'Osservatorio e sicambia tracciato

ILVIAAI LAVORINel2011 siapreilcantiere aChiomonte. Latalpa inizia alavorare nelnovembre del2013. Già scavati1,4 km dei 7,5 tota I i

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Il crollo dei contratti a progettoIn un anno 150 mila co.co.pro in meno

Nel 2013 c'è stato un crollo delle collaborazionia progetto, che ha fatto scendere il numerocomplessivo degli iscritti alla gestioneparasubordinati dell'Inps a 1.550.871, cioè

mila euro lordi, 170.607 in meno del 2012. I co.co.pro, inla media dei particolare, sono scesi da 648 mila a 503 mila.redditi annui La media dei redditi di tutti i parasubordinati èdi tutti i stata di 19.155 euro lordi, ma su questa incidonoparasubordinati gli oltre 5oo mila amministratori di società che

hanno guadagnato in media quasi 32 mila euro.

10

Concentrandosi sui collaboratori a progetto siscende invece a una media di 10.218 giuro lordi,cioè 851 euro al mese, contro gli 829 euro del

mila euro, il 2012. Sono i dati del Fondo parasubordinatireddito medio diffusi ieri dall'Inps e rielaboratiannuo lordo dei dall'Osservatorio dei lavori dell'associazione 20collaboratori a maggio. Il crollo delle collaborazioni a progetto,progetto quelle che ora il governo Renzi vorrebbe

abolire, oltre che alla crisi è dovutoprobabilmente alla norma introdotta dallariforma Fornero che impone di adottare peranalogia i compensi minimi dei contratti deilavoratori dipendenti. Sul totale deicollaboratori (compresi quelli della pubblicaamministrazione e gli occasionali), che sonopiù di 1,2 milioni, uno su tre ha più di 5o anni.Le donne guadagnano in media la metà degliuomini: 12 mila euro contro 24 mila. Le partiteIva sono 291 mila e hanno un reddito lordomedio di 15.837, in calo dai 18.257 del 2012.

Enr. Ma.0 RIPRODUZIONE RISERVATA

Co.Co.Pro Pagina 8

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Bilancio a sei mesi dall'avvio del Regolamento Agcom per la tutela del diritto d'autore online

aria we enunceCardani:«Consulta aff ontereino solo casi urgenti»

Marco MeteROMA

«Vi è stato un aumento sen-sibile della rimozione sponta-nea e un calo di accessi ai sitipirata, perché è cresciuta laconsapevolezza di commette-re un'illegalità».

Angelo Marcello Cardani,presidente dell'Agcom, tracciaun bilancio di quanto accadutonei primi sei mesi dall'entratain vigore del Regolamento perla protezione della proprietà in-tellettuale e del diritto d'autore.Lo fa nel corso del convegno su"Le nuove frontiere dell'innova-zione tra diritto d'autore e bre-vetto", svoltosi alla BibliotecaNazionale di Roma nell'ambitodelle iniziative della presiden-za italiana del Consiglio Ue.

Le istanze pervenute all'Au-torità per le garanzie nelle co-municazioni in questi primi seimesi sono state io8. «Non sonotantissime. Temevamo - com-

menta Cardani- che il nostro si-to potesse venir travolto daun'ondata di denunce. Così nonè stato. Il fatto più importante èstato il calo dell'illecito, perl'au-mento dell'informazione e del-la sensibilità sulla materia».

Il 42%io delle istanze riguardala fotografia, le immagini fisse,il 25%io i contenuti audiovisivi, il13%io musiche e canzoni mentre icasi rimanenti riguardano gio-chi, testi e software. Un quintodi tale procedimenti ha avutouna procedura d'urgenza per-ché riguardavano violazioni"massive". «L'illegalità è sem-pre illegalità- sottolinea il presi-dente dell'Agcom - ma la no-stra attività si concentra su quel-le che producono un danno eco-nomico. Nessun provvedimen-to può essere rivolto all'utentefinale, non ci sono interventid'ufficio, sono esclusi interven-ti invasivi, seguendo le senten-ze della Corte di giustizia euro-

pea. E si può, in ogni momento,scegliere di ricorrere alla magi-stratura, abbandonando il pro-cedimento amministrativo».

Il 40%io delle istanze sono sta-te archiviate dall'Agcom peradeguamento spontaneo men-tre un altro 30%è stato archivia-to «per vizi di procedibilità odiammissibilità».Iprovvedimen-ti di enforcement presidall'Agcom sono stati in tuttoventi nel primo semestre, sem-pre disabilitando l'accesso a sitiospitati su server esteri. In ottocasi, infine, la disabilitazione èapparsauna misura sproporzio-nata rispetto alla dimensionedella violazione, e quindi è statadisposta l'archiviazione.

Quanto alla decisione delTarLazio di chiedere l'interpre-tazione della Corte Costituzio-nale sulle leggi «a monte» delRegolamento, Cardani sottoli-nea come il Tribunale ammini-strativo abbia «riconosciuto lacorrettezza della nostra azio-ne» e «ci dà ragione sullanostrascelta del doppio binario, ammi-nistrativo e giudiziario».

Fino alla decisione della Con-sulta, in ogni caso, «procedia-mo con prudenza nell'attuare ilRegolamento, solo per gli inter-venti d'urgenza» spiega il presi-dente dell'Agcom.

Gabriella Muscolo, commis-sario dell'Autorità Antitrust, ri-leva dal canto suo come«nell'accesso a Internet il dirit-to d'autore sia diritto fondamen-tale ma Internet ha natura inter-planetaria, le regole vanno fissa-te a livello mondiale». L'Anti-trust ha annunciato divoler par-tecipare alla consultazione sul-la Carta dei diritti di Internet,un documento in 14 punti redat-to da una commissione presie-duta da Stefano Rodotà e istitui-ta dal presidente della Camera,Laura Boldrini.

Le praticheSono le istanze pervenutea ll'Agcom nei primi sei mesi delRegolamento

Gli interventiL'Agcom è intervenuta in 20casi con iprowedimenti perladisabilitazione dell'accesso asiti ospitati su server estericome previsto dal Regolamento

Le istanze archiviateRispetto a quelle presentate nelcomplesso, il 40% è statoarchiviato per adeguamentospontaneo rispetto a [leviolazioni contestate

ORI PRO OU ZIO NE RIS ERVArA

Pirateria Web Pagina 9

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Il quadro

uesuone 1

iscritti ancora in caloMatteo Prioschi

Continua l'emorragia diiscritti dalla gestione separa-ta dell'Inps.

Secondo lo studio presenta-to ieri dall'Osservatorio deila-vori dell'Associazione 20maggio, su dati dell'istituto diprevidenza, tra il 2012 e il 2013i lavoratori sono calati di171.597 unità. Più precisamen-te, i parasubordinati sono pas-sati da 1.426.365 a 1.259.498,mentre i professionisti sonoscesi da 295.113 a 291.373. Com-plessivamente gli iscritti allagestione separata sono ora1.550.871, accentuando untrend in atto da diversi anni.

Tra 112012e112013perse 171.597 posizioniI collaboratori a progettosi sono ridottidi 145mila unità

Nel 2007, infatti, i lavoratorierano quasi 1,9 milioni, ma daallora il saldo tra nuove ade-sioni e uscite è sempre statonegativo.

Nella gestione separatadell'Inps convivono diversefigure lavorative con caratte-ristiche molto differenti fra lo-ro. Il calo registrato nell'ulti-mo anno è da ascriversi quasiinteramente ai collaboratoria progetto, i quali si sono ri-dotti di 145mla unità, ma checon oltre 5oomila iscritti co-stituiscono ancora quasi lametà deltotale. Secondo l'Os-servatorio, a tale fenomenoha contribuito in modo signifi-cativo la riforma Fornero (leg-ge 92/12) che è intervenuta in-troducendo il rispetto dei mi-nimi retributivi previsti per idipendenti. Un'operazioneche, sempre secondo l'Osser-vatorio, non ha determinatouna trasformazione dei co.co.pro in dipendenti, ma piutto-sto un incremento del lavoronero o dei disoccupati.

L'altra grande categoria

presente nella gestione sepa-

rata è quella degli amministra-

tori e dei sindaci di società

(5o6.354 in tutto), che però

hanno una situazione comple-

tamente differente e ottengo-

no un reddito medio annuo di

31.892 euro, praticamente ol-

tre tre volte i10.218 euro medi

dei co.co.pro. Nel mezzo si

trovano venditoriporta a por-

ta, collaboratori e autonomi

occasionali, associati in parte-

cipazione, tutti con redditi

sotto i iomila euro, mentre gli

specializzandi riescono a in-

cassare oltre 18mila euro.

Sostanzialmente invariato,invece, il numero dei profes-sionisti titolari di partita Iva,apoco meno di3oomilaunità.Il trend 2007-2013, però, indi-ca che questa soluzione è uti-lizzata sempre più dagli over6o, aumentati del 75% in seianni. Sulle partite Iva "esclusi-ve" peraltro grava l'aumentodell'aliquota contributivadall'attuale 27 al 30% nel 2015,tutta a loro carico. L'innalza-mento progressivo fino al33% nel 2018, previsto dallalegge 92/12, è stato fermatotemporaneamente dalla leg-ge di stabilità dell'anno scor-so, ma ora senza ulteriori in-terventi dovrebbe riprendereil suo corso.

L'età media è in crescita an-che per i parasubordinati, da-to che gli under 29 sono dimi-nuiti in modo ben più consi-stente della media generale.Questa tendenza va vista an-che in una prospettiva previ-denziale, tanto più che finorala gestione separata è una del-le poche dell'Inps ad avereconti positivi.

Gli iscritti determinano ungettito contributivo di circa 7miliardi all'anno, ma l'equili-brio di entrate e uscite potreb-be incrinarsi nei prossimi an-ni, quando i lavoratori più an-ziani inizieranno a incassarelapensione e non saranno rim-piazzati dai giovani.

ORI PRO O U ZIO NE RISERVATA

Gestione Separata Pagina 10

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La circolare

Autentïcabïlï tuttele copie digitaliGiovanni Negri

Arriva la versione 2.0delle istruzioni del ministe-ro della Giustizia sul pro-cesso telematico.

Da via Arenula è stata dif-fusa ieri la circolare del di-partimento Affari di giusti-zia che aggiunge un pac-chetto di nuove indicazionia quelle fornite esattamen-te 4 mesi fa.

Il ministro Andrea Orlan-do mantiene in questo mo-do l'impegno preso al Con-gresso nazionale forense diinizio mese, traducendo inmisure valide per tutti gliuffici giudiziari i frutti deltavolo di lavoro con le orga-nizzazioni forensi.

A venire segnalato comeassolutamente urgente do-po queste prime settimanedi applicazione del proces-so digitale su larga scala èstata infatti una maggioreuniformità tra gli uffici giu-diziari su alcune questionichiave. La circolare ne risol-ve alcune e altre le lascia(per ora?) inevase.

Siprende innanzitutto po-sizione sull'applicazione "amacchia di leopardo" degliaumenti del contributo unifi-cato disposti per compensa-re il minore gettito che deri-va dall'attuazione del proces-so telematico. Da alcune se-di giudiziarie, quelle dovel'obbligatorietà non è scatta-ta come nel caso degli ufficidel giudice di pace, si era sol-lecitato un chiarimento al mi-nistero sulla necessità di fa-re comunque scattare gli in-crementi del contributo.

La risposta del ministeroè positiva, visto che il decre-to legge n. 9o del 2014, poiconvertito, non ammetteesenzioni di sorta. Del re-sto, sottolinea la circolare,è possibile che atti e provve-dimenti originariamentecontenuti nel fascicolo car-taceo del giudice di pacecambino veste e diventinodigitali in appello, determi-nando per questa ragioneuna diminuzione di gettito.

L'articolo 52 del decreto

legge n. 9o del 2014 ha poi at-tribuito al difensore, al con-sulente tecnico, alprofessio-nista delegato, al curatore eal commissario giudiziale lafacoltà di «estrarre con mo-dalità telematiche duplicati,copie analogiche o informa-tiche degli atti e dei provve-dimenti» contenuti nel fasci-colo informatico, ed il pote-re di «attestare la conformi-tà delle copie estratte ai cor-rispondenti atti contenutinel fascicolo informatico».

Alcuni uffici hanno solle-vato dubbi sul fatto che la fa-coltà e il potere attribuiti pos-sano essere riferiti anche adatti e documenti contenutiin fascicoli su procedimentiinstaurati prima dell'entratain vigore della norma stessa,o comunque prodotti e/o de-

La possibilità di attestarela conformità all'originalevale peri documenti estrattidai fascicoli elettronicia prescindere dalla data........................................................................

positati in epoca anteriore.Tuttavia, per il ministero,un'eventuale distinzione traprocedimenti instaurati pri-ma del 30 giugno e procedi-menti iniziati successiva-mente non sembra fondatasu alcun dato testuale né sul-la ratio dell'introduzione delpotere di autentica, che èquella di sgravare gli Ufficigiudiziari da attività materia-li a basso contenuto intellet-tuale, e nello stesso tempo,di consentire alle parti di av-vantaggiarsi delle possibili-tà offerte dall'utilizzo dellostrumento informatico. Te-nuto conto ditale ratio, la cir-colare conclude che il pote-re di autentica si estende atutti gli atti contenuti nei fa-scicoli informatici, indipen-dentemente dalla data di in-staurazione del procedimen-to o di deposito del singoloatto o documento.

O RIPRODUZIONE RISERVATA

Processo Telematico Pagina 11

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Non c'è equiparazione ai Cad

Lo spedizionierenon puo ampliarele autorizzazioniFrancesco Clemente

[.S, Qualsiasiimpresadispedi-zione, secondo il diritto comu-nitario, può essere equiparata aiCentri di assistenza doganale(Cad) per presentare le merciin dogana in forma semplifica-ta, ma la mancata definizione diregole di dettaglio da partedell'Italia non ammette escamo-tages per estendere autorizza-zionigià possedute e senzalave-rifica dell'effettiva disponibilitàdelle aree utilizzate per le opera-zioni. Lo ha stabilito il Consigliodi Stato con la sentenza4815 (Se-zione Quarta) depositata il 25settembre.

La pronuncia chiarisce chele procedure semplificate checonsentono il carico, scarico emovimentazione delle merciin spazi doganali non propri,ma dei clienti per conto dei qua-li di volta in volta si lavora, pos-sono essere autorizzate anchead altri soggetti diversi dai Cadma sulla base di determinati re-quisiti di professionalità e pro-cedure (articolo 3, comma 9,legge n. 213/2000).

Nel caso di specie, i giudiciamministrativi hanno dato ra-gione all'agenzia delle Doganeribaltando il via libera con cui ilTar Lombardia aveva abilitatouna società del settore (già auto-rizzata da un ufficio delle stesseDogane) a domiciliare le mercinei locali di un'altra ditta sullabase di un contratto di comoda-to gratuito idoneo a dimostrarela disponibilità giuridica dellearee come definito dalle normecomunitarie (articolo 253, rego-lamento Cee n. 2454/93).

Secondo il collegio, in assen-za di regole di dettaglio perl'equiparazione delle società dispedizioni ai Cad - società di ca-pitali costituite da spedizionieridoganali con almeno tre anni di

iscrizione all'albo e abilitate adattività di assistenza doganalecon autorizzazione ministeria-le - l'agenzia delle Dogane deveverificare «se il contratto pro-dotto dalla società istante è inconcreto idoneo a documenta-re il possesso» poiché «è titola-re di un margine di apprezza-mento discrezionale circa la sus-sistenza dell'effettiva "disponi-bilità giuridica" dell'area (e,quindi, sull'idoneità del titolosu cui si fonda tale disponibilitàa legittimare l'autorizzazione autilizzare l'area medesima perle operazioni doganali da com-piere in regime semplificato)».

© RI PRO D UZIO NE RISERVATA

32.3 J11S.com

Nell'edizione di oggile ultime sentenzedella Cassazione

Nell'edizione del«Quotidianodel Diritto» di oggi, tra gli altri,un articolo di commento allasentenza della Cassazionerelativa agli accordi patrimonialiin caso di separazione e unarticolo relativo alla multe incaso di infrazione rilevata con iltelelaser....................................................................

qu ° iadl ° .ilsole24ore.com

Spedizionieri Pagina 12

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Transatlantictrade negotiatorsshould own up to

their ambition

OPINION

PascalLamy

merican cars have biggerbumpers than Europeanones. That may sound like atrivial detail but it, and oth-ers like it, have big ramifi-

cations for diplomats charged withnegotiating a trade agreement betweenthe US and the EU. Opening up marltetsonce meant removing barriers that pro-tected domestic producers from foreigncompetition. Authorities in Europe andAmerica have given the impression thatthe Transatlantic Trade and InvestmentPartnership is just another trade agree-ment of that kind. In fact, the proposedagreement is a different beast.

Most old-fashioned barriers havealready disappeared. Trade negotiatorsare focusing instead on removing dis-crepancies between the regulations inforce in the American and Europeanmarkets. These talks are no longerabout removing protections; they areabout harmonising precautions thatprevent harm to consumers.

The political economy of this sort ofendeavour differs from those of pastnegotiations. When you workto reducetariffs, consumers praise you for lower-ing prices while producers cómplainthat you have stripped away their pro-tections. Things are different when westart talking about regulatory harmoni-sation. Producers are excited by theprospect of such measures, which couldhave serious implications for medicine,food, financial products, vehicles - eve-rything. But they make consumers anx-ious because they fear it means givingup the precautionary safeguards fromwhich theybenefit.

Al so

l.ìffl&éstìlà-iatëc 'ù lnol'erl.ùstnlstf 1ù nìood in

Ge°lnal.i public opíìiíoí.ì

How do we come up with a mutually

acceptable approximation of American

and European regulations that have thesame purpose but do not always safe-

guard consumers to the same extent or

in the same way? This is serious politics- far more difficult than horse-trading

over tariffs. The Europeans have beendealing with this challenge ever since

they set about creating the single Euro-

pean market in the mid-1980s. Failing

to make clear that the TTIP negotia-tions, too, are about regulatory harmo-nisation was a huge blunder. Negotia-

tors need to be transparent if they are tocalm public suspicions.

Another political obstacle lies in theplan to allow investors to sue govern-ments under the pact if they feel locallaws threaten their investment. Thenegotiators seem to have forgottenabout the anti-globalisation activists.This loud minority is managing to con-vince consumers they will have to eatchlorinated chicken and geneticallymodified food, and that US data privacylaws will be foisted on them. Introduc-ing potential investor-state disputes tothe mix adds to this sense of distrust.

Both sides also underestimated thechange in German public opinion.

When I was the EU trade commissioner,from 1999 to 2004, the German public

could be counted on to support greatertrade openness. But recent polls suggest

that Germans trust America far lessthan they did - a bad omen for a pact

that would require them to put their,faith in US regulators.

How can we put TTIP back on track?We need to embrace transparency. We

must explain, frankly and openly, that

80 per cent of these negotiations dealwith a realm of regulatory convergence.

We must recognise that, while we mightreap some early harvests, this is a long-

haul project. If investor-state disputesare to be allowed, a much better case for

them must be made. When there aredifferences in regulation, negotiatorsshould say either that they will not

touch each other's rules or that they willboth adopt the most stringent of the

existingsafeguards.Finally, both sides should leave open

the possibility of TTIP being widened toinclude other interested states. If the EU

and the US overcome these obstacles

and put the agreement back on track,then they stand to establish global regu-latory benchmarks that will help to

achievethe promise of open trade.

The writer is aformer director-general oJthe World Trade Organisation and Euro-pean commissionerfor trade

Transatlantic Trade Negotiators Pagina 13

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L'Associazione italia-na giovani avvocati hadepositato un ricorsoal Tar del Lazio controil nuovo regolamentovarato a luglio dal Con-siglio nazionale forenserelativo alle modalità perl'iscrizione all'albo dellegiurisdizioni superiori.E chiara, secondo Aiga,«l'incostituzionalità delregolamento, con unapalese disparità di trat-tamento nella definizionedei requisiti perdiventarecassazionisti. E un testo»,spiega la presidente diAiga Nicoletta Giorgi,«che trasforma comple-tamente l'iter per poterpatrocinare davanti allegiurisdizioni superiori, li-mitandone estremamentel'accesso alle generazionipiù giovani di legali».

Avvocati Pagina 14

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Geometri sempre più internaz ionalintonio Benvenuti, vicepresi-dente del CNGeGL, è il mi-nistro o degli Esteri in pectore

ella categoria: su delega delpresidente Maurizio Savoncelli parte-cipa ai più importanti incontri tecnico-informativi internazionali in Europae nel mondo, promuove le capacità ele competenze del geometra made inItaly, instaura relazioni con figure pro-fessionali analoghe o complementari inaltri Paesi. Una rappresentanza di altolivello propedeutica ad altre iniziative,ascrivibili a un progetto dipromozione più ampio eambizioso, al quale nell'ul-timo anno è stata impres-sa una forte accelerazione:l'internazionalizzazione avocazione commerciale.

Domanda. Vicepresi-dente Benvenuti , ritieneche ci siano possibilitàper i geometri italiani diottenere commesse tran-snazionali?

Risposta. Si, soprattut-to negli ambiti dell'ediliziae del green, in forte espan-sione nei paesi Cee e nel-le economie emergenti. Inqueste realtà c'è grandeinteresse per il know-howproprio della nostra Cate-goria, il cui valore è taleda essere perfettamentesovrapponibile a quellorichiesto al professionistaglobalizzato. Assistiamooggi, soprattutto in Eu-ropa, all'affermazione di

un concetto di libera professione fo-calizzato sulla prestazione di serviziimmateriali di elevato valore e dal ca-rattere spiccatamente intellettuale, cherichiedono un alto grado di competenzespecialistiche: va in questa direzione,ad esempio, il Parere del Comitatoeconomico e sociale sul tema «Ruoloe futuro delle libere professioni nellasocietà civile europea del 2020», pubbli-cato nella Gazzetta ufficiale dell'Unioneeuropea del 16 luglio 2014.

D. In che maniera il CNGeGL in-

terviene in favore dei propri iscrittiper rendere concrete queste possi-bilità?

R. In ottica di business relation, cimuoviamo lungo tre direttrici. La pri-ma favorisce le cosiddette skills allian-ces con partner esteri: professionistiitaliani e stranieri a confronto su me-todi di lavoro e best practice grazie allapartecipazione a convegni e meeting,come ad esempio quelli organizzati daTegova e Federazione InternazionaleGeometri. La seconda ha come obietti-

vo la definizione di proto-colli d'intesa con i soggettiistituzionali referenti deiprocessi d'internaziona-lizzazione, quali Mini-stero degli affari esteri,Ice, Confindustria, Ance:le prime linee guida do-vrebbero scaturire entroil 2014, al termine di unaserie d'incontri già inagenda. La terza prevedela partecipazione a fiereed eventi internazionalidedicati a diversi aspettidel mercato immobiliare:è nostra intenzione re-plicare l'esperienza piùche positiva registrataa Birmingham, dove ilCNGeGL ha partecipa-to alla fiera immobilia-re internazionale deglioperatori del mercato «Aplace in the Sun» assiemead Anpe Brescia, l'Asso-ciazione notarile per leprocedure esecutive.

Geometri Pagina 15

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All'assemblea degli Ordini il presidente nazionale Longobardi denunciai rischi per gli intermediari

0 lercialisti, arme sulla «precoipilata»In caso di visto sbagliato i professionisti pagano le maggiori imposte e le sanzioni

PAGINAACURADI

Federica Micardi

Ladichiarazioneprecompi-lata rischia di riversare sugli in-termediari, e quindi sui commer-cialisti, i rischi e i costi della sem-plificazione. L'allarme è stato lan-ciato dal presidente del Consi-glio nazionale dei dottori com-mercialisti ed esperti contabili(Cndcec), Gerardo Longobardi,ieri in audizione presso la Com-missione parlamentare divigilan-za sull'Anagrafe tributaria. Il te-ma è stato anche affrontato sem-pre ieri all'assemblea degli Ordi-ni territoriali di categoria, che siconclude oggi a Roma.

Nella relazione presentata ierialla Commissione dal Cndcec silegge che «soltanto dal 2016 il pa-trimonio informativo a disposizio-ne dell'agenzia delle Entrate si ar-ricchirà dei dati del sistema tesse-ra sanitaria (ricette del ServizioSanitario Nazionale)», questo si-gnifica che circa il 71%io dei 20 milio-ni di dichiarazioni precompilateavrà bisogno di essere integrata,«senza contare le correzioni chesi renderanno necessarie per il re-stante 28,3 per cento».

Un problema che non riguar-derà solo il primo anno, perchésecondo le stime fattedall'Agenzia nel 20161e precom-pilate da integrare, pur riducen-dosi, saranno circa il 45,2%(9.023.900) del totale. Ma non ètutto. «La norma prevede chein caso di visto di conformità -ha raccontato Longobardi du-rante il suo intervento di aper-tura all'Assemblea degli Ordiniterritoriali - se ci sono errori ilcommercialista è tenuto a paga-re le sanzioni, le maggiori impo-ste e i relativi interessi». Unanorma di questo tenore, secon-do Longobardi, non può averecampo nel diritto tributario.Per ivertici del Consiglio nazio-nale, infatti, una simile previsio-ne è ad alto rischio di incostitu-zionalità, perché va contro l'ar-ticolo 53 della Costituzione rela-tivo alla capacità contributiva,che è propria del cliente e nondel commercialista che lo rap-presenta. Se invece la pena pe-cuniaria applicata all'interme-diario non è tassazione allora lo

Stato rinuncia alla sua capacitàtributaria. «Una tesi - ha sottoli-neato il presidente - che il Con-siglio nazionale porterà avantia difesa di tutti i commercialistiche si dovessero trovare il que-sta situazione».

Quello di ieri per la categoria èstato comunque un giorno impor-tante: si è trattato, infatti, del pri-mo incontro tra gli Ordini e ilConsiglio nazionale eletto a lu-glio dopo il Commissariamento.Longobardi ha spiegato quanto èstato fatto nei primi cento giornidi mandato in termini di traspa-renza, spending e struttura orga-nizzativa. Tra le novità, riportatetutte nel sito istituzionale dellacategoria, la pubblicazione delledelibere, l'approvazione del bi-lancio da parte degli Ordini, ilcontenimento dei costi per l'atti-vità istituzionale con l'introdu-zione di tetti massimi di spesa.

Da oggi il primo quotidianoitaliano digitale interamente ininglese dedicato all'Italia.Analisi, notizie,approfondimenti su politica,economia, finanza, leggi, fisco,arte, cultura e tempo libero

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Tra gli impegni che il presi-dente del Consiglio nazionaleha preso di fronte alla categoriac'è quello di difendere la profes-sione dalle imitazioni, «perchéesistono troppi professionistiche si spacciano per commercia-listi quando non lo sono». E inmerito al collegio sindacale Lon-gobardi invita le associazioni de-gli imprenditori a un tavolo diconfronto: «Va riscritto con ilnostro aiuto - ha affermato - ilsistema dei controlli. Il collegiosindacale è un'opportunità enon un costo, è necessario trova-re con le aziende il punto di equi-librio tra attività e sicurezza e in-dividuare un equo sistema dicompensi». C'è poi la questionesulla geografia giudiziaria, ilConsiglio nazionale non inten-de accorpare nessun Ordine mavuole mantenere l'esistente esta studiano soluzioni giuridi-che sostenibili anche se la stra-da è in salita.

A fine giornata l'Assemblea

degli Ordini (presenti 131 su un

totale di 144) havotato all'unani-

mità il bilancio preventivo 2015.

Grazie agli interventi di spen-

ding le uscite che il Cn ha pre-

ventivato di fare nel prossimo

anno ammontano a 15 milioni

(nel 2012 sono state di 22 milio-

ni). Tra le novità una riduzione

della tassa di iscrizione, che pas-

sa dai 15o euro del 2012 a 130 an-

nui, cifra che scende a 65 euro

per chi ha meno di 36 anni. Lon-

gobardi ha chiesto poi all'As-

semblea di valutare la possibili-

tà di pagare iscrizione e contri-

buti con l'F2, opzione che per-

metterebbe a chi è in difficoltà

di compensare i debiti contribu-

tivi con i crediti fiscali.

Il Consiglio nazionale stariallac-ciando anche i rapporti con le isti-tuzioni dopo uno stop di quasi dueanni: i temi sul tavolo vanno dai re-visori alla delega fiscale, dall'antiri-ciclaggio, all'abuso del diritto, daibeni sequestrati alle mafie al recu-pero dei creditiPa agli accordi conilministero dell'istruzione per ilti-rocinio in ateneo. Un lavoro di ri-costruzione necessario perché lacategoria torni ad avere un ruolopropositivo.

0 RIPROOUZIONER6ERVATA

Commercialisti Pagina 16

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Al vertice . 11 presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti, Gerardo Longobardi

La carta ' i entità della professione

IN CALONel 2013 i praticanti scendono complessivamente del 18% rispetto al 2012

Totale iscritti all'Albo I praticanti nel 2013 f Media nominale Irpef 2012Alla data dell'1 gennaio 2014, € Il 18,10% in meno rispetto al 2012: I guadagni dei professionisti sonolo 0,90% rispetto al 2013 e il -37,10% a confronto del 2009 scesi dell'1,10% rispetto al 2011

COSÌ NEGLI STUDIDimensioni delle diverse tipologie di studi dei commercialisti, fatturati realizzati e principali attività al loro interno

Caratteristiche e attività Individuale Condiviso Associato Non organizzato

Dimensioni >100 mq 25 ,8 47,3 74,8 0,0

Più di 6 addetti 14,8 36,8 73,4 0,0

Fatturato > 10Omila euro 32,2 31,8 74,4 3,1

Attività di sindaco 41,4 51,7 62,3 41,4

Attività di revisore dei conti 40 ,5 492 52,0 45,7

Attività di trasferimentopartecipazioni Srl

14 1:4,8 24,6 15,7

Attività di revisore di entipubblici territoriali 19 ,9 12,8 13,8 11,4

Costituzione di società 57 ,9 66,0 73,4 24,0

Contenzioso tributario 55,5 60 ,5 63,8 31,8

Consulenza societaria 51,6 55,6 68,4 29,5

Commercialisti Pagina 17

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Il rapporto 2014

_riu iscrizioni a NordDiminuisconoi praticanti (-18%)[., Un'emorragiaditirocinan-

ti. È questo uno degli elementi

che emerge in modo chiaro

dal Rapporto 2014 sulla catego-

riapresentato ieri dalla Fonda-

zione nazionale dei commer-

cialisti (Fnc) all'incontro con i

presidenti degli Ordini. «Un

dato - spiega Giorgio Sganga,

presidente della Fnc- che è di-

retta conseguenza della cre-

scente incertezza».Il calo diti-

rocinanti nel 2013 si attesta in-

torno al37%io se ci si confronta

con il 2009, mentre è del 18%

rispetto al 2012.Ma non è l'unico segnale pre-

occupante. Un altro dato incontrotendenza risp etto al pas-sato è che l'aumento di nuoviiscritti è maggiore nel Nord Ita-lia rispetto al Sud: «Per anni lastrada verso la professione èstata nel meridione una scappa-toiaper supplire alla mancanzadi posti fissi - spiega Sganga -.Un fenomeno che ora si è tra-sferito al Nord, dove un tempoil neo laureato trovava subitolavoro mentre oggi non accadepiù. L'aumento di iscritti è, in-fatti, illogico dato l'alto nume-ro di imprese che chiudono: laprofessione è quindi scelta co-me "parcheggio" in attesa ditempi migliori». Al Sud invece,dato che iscriversi ha comun-que un costo - si pensi, peresempio, ai contributi previ-denziali - la professione non èpiù vista come scelta alternati-va alla disoccupazione. Unaconferma a questo stato di cosearriva dai dati sui redditi, alSud il reddito medio Irpef 2012è di 30mila euro l'anno, «que-sto significa - spiega Sganga -che se giovani e donne riesco-no a portare a casa mille euro almese è tanto». La riduzionedell'offerta di lavoro per dotto-ri commercialisti ha diversecause: in primis la crisi econo-mica, che ha fatto chiudere mol-te aziende e spinto altre asensi-bili tagli nelle spese, c'è poi lariduzione dell'obbligo di ricor-rere ai sindaci nelle Srl, e prossi-mamente arriverà la dichiara-zione precompilata.

In questo scenario la Fonda-zione nazionale commerciali-sti ha indagato su qual sia l'or-ganizzazione tendenziale de-gli studi sul territorio e su qualisiano le materie di maggior spe-cializzazione. Un'indagine dacui emerge che il 9o0io dei com-mercialisti lavora ancoranell'ambito contabile e fiscale.«Una percentuale superiore aquanto non immaginassi - af-ferma il presidente Fnc - que-sto significa che la nostra cate-goria è interconnessa alle En-trate; un fenomeno preoccu-pante che sembra riportarci in-dietro nel tempo».

Ci sono comunque segnaliinteressanti sul fronte dimen-sionale degli studi, che comin-ciano a uscire dalla logica della

Il reddito medio 2012nelle regioni del Sudè di 30mila euro l'annocontro gli oltre 59milaa livello nazionale

struttura medio-piccola perspostarsi su forme di condivi-sione e associazionismo. Il fe-nomeno riguarda soprattuttole grandi città del Nord. «Dallanostra indagine - raccontaSganga - emerge che negli stu-dimedio grandiil 94%io del fattu-rato è prodotto dalle funzionidi sussidiarietà. Questo signifi-ca che la politica e l'ammini-strazione giudiziaria si rivolgo-no sempre alle realtà mediograndi e le fasce deboli della ca-tegoria, rappresentate dai gio-vani e dalle donne sono pratica-mente esclusi dalle attività disussidiarietà più significative.Un fenomeno - conclude Sgan-ga - che non ha motivazioni le-gate alla formazione o alla pre-parazione dei professionistima alla cultura del sistema; cul-tura che la Fnc, attraverso inda-gini e pubblicazioni, vuole con-tribuire a cambiare».

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/1 Roma il prirno confronto fra il Consiglio nazionale e i rappreserat(nzti t,er•ritor•iali.

Commercialisti, ecco il futuroLe ri ritrx; difesa degli ordini e della professione a 360 '

DI BENEDETTA PACELLI

1 Cndcec in difesa degliordini territoriali (tutti)e della categoria. Nella

r sua relazione alla primaassemblea con i rappresen-tanti degli organismi delterritorio (presenti 131 or-dini su 144), Gerardo Lon-gobardi, dallo scorso luglio,presidente del Consiglionazionale dei dottori com-mercialisti e degli esperticontabili, mette queste duequestioni in cima all'agendadel suo mandato: la revisio-ne della geografia giudizia-ria e le relative ripercussio-ni sugli ordini territoriali ela lotta senza esclusione dicolpi contro chi esercita abu-sivamente la professione dicommercialista.

In tema di revisione giu-diziaria , ammette lo stessoLongobardi, «la strada è insalita». Ma i margini ci sono.Si tratta di «sviluppare unaposizione giuridicamentesostenibile a supporto dellanostra volontà di lasciareinalterato l'attuale assettoterritoriale dei nostri ordi-ni». Per fare questo la stradamigliore, spiega il numerouno di categoria, «è quella dicostituire un tavolo tecnico,con il coinvolgimento anchedegli stessi ordini che possaelaborare una posizione daportare all'attenzione delministero vigilante. Che in-vece dal canto suo, sembraessere sulla scia della po-sizione assunta anche pergli avvocati: la soppressio-ne dell'ordine relativo allostesso tribunale.

Principio che nel caso deicommercialisti interessereb-be 17 ordini, mentre altri 37subirebbero un ridimensio-namento o un allargamentodella propria base.

C'è poi il tema dell'eser-cizio abusivo della pro-fessione . Qui Longobardiannuncia il pugno di ferro

contro chi impropriamenteutilizza i titolo di commer-cialista, un abuso che oltre-tutto «penalizza i redditi deicommercialisti e soprattut-to crea confusione verso laclientela spesso non in gradodi distinguere se l'attività èsvolta da un commercialistao da un abusivo». Se questoè parte degli obiettivi futuri,l'ex-presidente di Roma hapoi illustrato quanto fat-to nei primi 100 giorni dimandato.

Tra le prime azioni il temadella riduzione dei compen-si e della razionalizzazionedelle spese, come mostra ilbilancio del Cn che passa da22 milioni del 2012 ai 15 del2014.

In particolare non solo lariduzione del 10% dei com-pensi per i consiglieri maanche la fissazione di un

tetto per i rimborsi speseper tutto il Cn e poi anco-ra la riorganizzazione e larazionalizzazione delle com-missioni di studio fino allariduzione delle quote da 150a 130 euro e la diminuzionedel 50% della quota per i gio-vani under 36 che passa da130 giuro a 65.

Accanto poi alla prioritàassoluta di dover riallaccia-re i rapporti con le istituzio-ni persi per questo anno emezzo di commissariamentoe ai successi portati a casanelle diverse audizioni (nes-sun obbligo di indirizzi Pecper l'attività di antiriciclag-gio, commercialisti del lavo-ro, protocollo con il Mef peragevolare il pagamento deicrediti vantati dalle impre-se nei confronti della p.a.)Longobardi ha parlato deiprossimi obiettivi. Innanzi-tutto un pacchetto or-ganico di proposte sulcontrollo negli entilocali, con il suggeri-mento di indirizzarei primi incarichi deirevisori negli enti piùgrandi dove, essendoil controllo affidato aun collegio di tremembri, èpiù faci-le ma-turareun'espe-rienza

sul cam-po, diesten-dere ilm e c -cani -smo diestrazio-ne anchealle societàpartecipatepubblichee a quellequotate einfine dirivedere ilcompensodei revi-sori fermiai limitimassimidel 2005.

I commer-cialisti poiritengono fon-damentalepromuoverel'emanazione diuna disciplinanormativa chepunti alla rior-ganizzazione erazionalizzazio-ne del sistemadei controlli nellesocietà di capitaliper la tutela e ga-ranzia del «sistemaItalia».

Infine fondamenta-le un'interlocuzionecostante con l'Agenziadelle entrate.

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Longobardi: ecco il lavoro di 100 giorni

DI MARINO LoNOONi

Taglio delle spese del consiglio nazionale,ripresa del dialogo istituzionale, riduzio-ne del contributo annuale per l'iscrizio-ne all'albo a carico dei giovani. Questoil succo dei primi 100 giorni di governodi Gerardo Longobardi, presidente delConsiglio nazionale dei dottori commer-cialisti ed esperti contabili dal 31 luglio2014. Che in questa intervista si raccontaa ItaliaOggi.

Domanda. Il nuovo Consiglio ha mes-so fine a due anni di commissariamentoche hanno paralizzato l'azione politicadei vertici della categoria . Presidente,che cosa ha fatto nei primi 100 giorni?

Risposta. Ci sono molte emergenze. Laprima è sicuramente la necessità di re-stituire fiducia ai nostri colleghi. Siamostati sotto stress per due anni a causa

della mancanza di governance. Questosignifica che tutti i provvedimentifiscali ci sono passati sopra la testasenza che noi potessimo farci nul-la. Ê stato necessario riallacciarei rapporti con tutte le istituzionipolitiche ed economiche per ri-prendere il dialogo che in questidue anni è venuto a mancare. Alivello interno abbiamo comincia-

to a razionalizzare le speseper la gestione del Consi-glio nazionale, abbiamoridotto i compensi deiconsiglieri, migliora-to la trasparenza (daoggi le delibere delConsiglio nazionalesaranno pubbliche).

D. Secondo indi-screzioni prove-nienti dall'Agen-zia delle entrate

(ripresi da Italia-Oggi Sette del 1°

settembre) ci sarebbe lavolontà di ridurre drasti-camente il numero dellecategorie soggette aglistudi di settore, can-cellandoli per tuttele professioni ordini-stiche, per le quali lostrumento si è rivela-to poco efficace. An-che perché con l'ob-bligo di compilarei bilanci in Xbrl ilfisco disporrà diuna banca datisulle impreseitaliane ancora

più affidabile diquella costruita

per gli studi di set-tore. Qual è la posi-

zione dei commer-cialisti?

R. Ancora pri-ma di diventare

presidente del Consiglio nazionale avevoparlato della questione con la dottoressaOrlandi e avevamo trovato un accordosull'abolizione dell'obbligo per i profes-sionisti. Obiettivamente lo studio di set-

tore non è efficace per chi è soggettoal regime di cassa, come noi. E uno

strumento rudimentale. L'obiet-

tivo è tornare alla determinazione delreddito prodotto secondo i criteri previstidal nostro ordinamento tributario, senzascorciatoie. Una volta che avremo la cer-tezza che gli accertamenti saranno fattisecondo le norme del testo unico (dpr 600art. 38 e seguenti), una volta consolidatol'orientamento recentissimo della Cassa-zione secondo il quale il prelevamento disomme dal conto corrente non è prova dievasione, allora non dovrebbero farci piùpaura nemmeno le indagini finanziarie.Gli studi di settore si possono elimina-re.

D. Con l'invenzione della normasull 'abuso di diritto la Corte di cas-sazione ha dato un 'altra picconata aquel poco che restava della cosiddettacertezza del diritto . Voi siete i respon-sabili della pianificazione fiscale delleaziende, come state affrontando questoproblema?

R. L'abuso di diritto è una questioneche, fin dalle sentenze del 2011, ha creatomolti problemi agli operatori economici,disincentivando gli investimenti stra-nieri in Italia. Oggi abbiamo in corso diapprovazione una modifica normativacontenuta nella legge di semplificazionefiscale. Con questa riforma si è giusta-mente posto l'accento sulla motivazionerafforzata e l'obbligo del contradditto-rio preventivo in assenza dei quali l'ac-certamento verrebbe annullato. Comecommercialisti abbiamo fatto un lavoropiuttosto ampio, consultando anche lacategoria, per cercare di fornire qualchecertezza agli operatori e ai professionisticon un'interpretazione obiettiva, secondodiritto. Mi auguro comunque che non siarrivi mai alla sanzionabilità penale.

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D. Una delle novità del ddl sulle sem-plificazioni fiscali prevede l'invio aicontribuenti dei modello 730 precom-pilato . Prevista anche la responsabilitàdei professionisti che appongono il vi-sto di conformità in caso di errori perdichiarazioni non veritiere dei contri-buenti . A questo punto il professionistaha ancora interesse a prestare assisten-za fiscale?

R. Nel nostro ordinamento è presenteil principio della solidarietà nell'obbliga-zione tributaria, ma non si è mai vistoun meccanismo che preveda in capo alprofessionista e ai Caf, l'obbligo di ver-sare non solo la sanzione, ma anche lemaggiori imposte e gli interessi che nonha versato il contribuente. È una paleseviolazione dell'articolo 53 della costitu-zione (principio di capacità contributiva).E una norma che se diventerà legge nonpotrà che essere impugnata e dichiarataincostituzionale. Ci stiamo già attrez-zando per preparare eventuali ricorsi inquesto senso.

D. Negli ultimi anni c 'è stata più diuna stretta in materia di revisione le-gale dei conti , che ha ridotto la presen-za dei professionisti all'interno dellesocietà e ha comportato il venir menodi un presidio di legalità : preoccupatodelle conseguenze?

R. La revisione legale ha bisogno diun'accurata preparazione perché puòessere fonte di gravi problemi ma anchedi grosse soddisfazioni. Un problema

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grave oggi è quello della mancataequipollenza tra l'esame di statoper l'iscrizione all'albo dei com-mercialisti e quello necessario perl'iscrizione al registro dei revisori.Ci stiamo attivando per trovareuna risposta a questi problemi.Un primo passo è la garanzia chela formazione professionale conti-nua fatta dai commercialisti saràvalida anche per i revisori. Poi c'èla questione spinosa del revisoreinattivo. Pensiamo al sindaco disocietà quotate o agli attestato-ri nella disciplina fallimentare:abbiamo avuto assicurazione chequeste attività si potranno con-tinuare a svolgere pur essendoiscritti al registro dei revisorinella sezione degli inattivi.

D. Sempre più spesso i dotto-ri commercialisti sono obbligatiad adempimenti in favore delfisco più che del contribuente.Vi state trasformando in quasi-dipendenti pubblici?

R. Abbiamo contribuito forte-mente e pesantemente, a nostrespese, alla informatizzazionedel sistema fiscale. A volte peròci troviamo a vivere esperienzeparadossali: non è possibile cheun professionista debba affron-tare adempimenti che scadono il20 agosto. Però è anche vero chequalcosa sta cambiano, piccolisegnali si riescono a intravedere.Pensiamo per esempio al cambiodi rotta sull'obbligo di comunica-zione della Pec (posta elettroni-ca certif-icata) dei professionisti,reso possibile da una nostra fer-ma presa di posizione contrariaall'obbligo.

D. Quanto la crisi economicaha inciso sui fatturati degli stu-di professionali e sulla difficoltàad incassare le parcelle?

R. Siamo fortemente preoccu-pati. I giovani sono quelli chesoffrono di più la crisi, hanno

un futuro previdenziale semprepiù incerto. Per questo Consiglionazionale i giovani sono il corebusiness. Non a caso per la primavolta abbiamo previsto una contri-buzione ridotta de 50%. Spero cheanche gli ordini locali si adegui-no a questo segnale che viene dalConsiglio nazionale.

D. Qual è il progetto più im-portante al quale state lavorandoper questi due anni di presidenzada poco iniziati?

R. E un progetto di cultura, ab-biamo rifondato il nostro istitutodi ricerca, la Fondazione, l'ambi-zione è che le nostre circolari ac-quistino la stessa autorevolezzadelle circolari dell'Agenzia delleentrate o di altri player. Vogliamoridare ai colleghi l'orgoglio di farequesta professione.

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Pubblicato il pruno rapporto sulla professione della nuova Fondazione di categoria

Il commercialista perde appealCrolla il numero ( 18%) del praticanti. Fisco per il 90%

DI BENEDETTA PACELLI

a professione del com-mercialista perde ap-peal. Almeno nelle gio-vani generazioni. Negli

ultimi cinque anni, infatti, i

laureati che si sono iscritti alregistro dei praticanti hannosubito un crollo significativo:a gennaio 2014 erano pari a16.664, oltre il 18% in menocioè rispetto al 2013 e addirit-tura il 37,1% in meno dal 2009.Lo stesso vale per gli abilitatisotto i 40 anni diminuiti dal21,1% al 20,2%. E se il numerocomplessivo degli iscritti all'al-bo unico dei dottori commercia-listi e degli esperti contabili èsalito da 107 mila (nel 2008)a 115 mila professionisti (nelgennaio 2014) questo è dovuto

valore reale calcolato deflazio-nando il valore nominale è paria 52.396 con un calo del 4,4%sul 2011. Inoltre, dice ancorail rapporto, rispetto al 2007 lamedia Irpef nominale si è ri-dotta dell'1,1% e quella realedel 12,4%. Non èun caso che difronte a que-sti numericresca lavoglia,o forsela ne-cessità,tra i pro-fessionisticontabili di

principalmente a quegli over {40, che magari avevano già su-perato l'esame di stato ma nonsi erano iscritti all'albo e chedalle aziende, complice la crisi

di questi ultimi anni, sono pas-sati alla libera professione.

A mettere in fila i numeriper la categoria è il Rappor-to annuale dell'istituto di ri-cerca del Consiglio nazionaledei dottori commercialisti edegli esperti contabili rinatocon la nuova denominazionedi Fondazione nazionale deicommercialisti e guidato daGiorgio Sganga. Una radio-grafia da cui saltano all'occhioalcuni dati in particolare comeil fatto che il contributo in va-lore assoluto alla crescita degliiscritti della categoria è dato alnord d'Italia rispetto al tradi-zionale sud, zoccolo duro finoad ora per numero di iscritti:+547 iscritti al Nord e «solo»+239 al Sud. E poi ancora disegno meno pure i redditi:la media Irpef nominaledei redditi alle casse2012 è pari a 59.187con un calo di -1,1%sul 2011, mentre il

aggregarsi in forma associatao condivisa.

Sempre prendendo a riferi-mento un rapporto della Fon-dazione, questa volta incentra-to sulla «Organizzazione dellostudio e della specializzazioneprofessionale», infatti emer-gono nuovi modelli organiz-zativi di una professionesempre più impegnatanell'assistere lo sviluppodelle piccole e medie im-prese nella morsa dellacrisi. Cresce quindi l'ag-gregazione professionale

con una percentuale distudi associati e condivisiche sfiora il 43% del totale.

Non solo perché gli studiassociati in quasi il

22% dei casipresenta-no profilispecia-listici apiù altovalore

aggiunto, cosi come è semprepiù diffusa la pratica dellostudio condiviso (20,9%) chepermette di sfruttare meglioalcuni vantaggi dello studioassociato. E chi invece decidedi restare in forma individua-le sfrutta, comunque, sempredi più, le economie di rete of-ferte dalla pratica dei networkprofessionali.

Ma qual è l'attività checaratterizza la professione?Dall'indagine emerge con forzal'immagine di una professioneancora fortemente legata allaconsulenza in ambito conta-bile e fiscale, che coinvolge il90% dei commercialisti, manello sesso tempo proiettataverso profili specialistici piùevoluti. Le specializzazioniche interessano la maggio-ranza dei professionisti sono ildiritto societario nel 62,8% deicasi, e il contenzioso tributarioin cui sono coinvolti il 51,5%dei commercialisti.

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