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INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

Centro Studi C.N.I. - 3 novembre 2015

Pagina I

INVESTIMENTI PUBBLICI

Ance: investimenti pubblici ok, +1% di risorseSole 24 Ore 03/11/15 P. 2 Giorgio Santilli 1

DISSESTO IDROGEOLOGICO

Il labirinto burocratico ferma le opere contro le alluvioniStampa 03/11/15 P. 12 GiuseppeSalvaggiuolo

2

BANDA LARGA

I piani banda larga restano in stand-bySole 24 Ore 03/11/15 P. 33 5

Banda larga, ultralarga, megabit L'Italia dello «spread» digitaleCorriere Della Sera 03/11/15 P. 26 Massimo Sideri 6

DISSESTO IDROGEOLOGICO

"Supermarket Coop in aree a rischio" Toti riapre la guerra del cementoStampa 03/11/15 P. 13 Annamaria Coluccia 9

"È un'odissea Due terzi del tempo per carte inutili"Stampa 03/11/15 P. 13 10

ILVA

Ilva, a ottobre ripartono gli ordiniSole 24 Ore 03/11/15 P. 14 Domenico Palmiotti 11

IVA

Tracciabilità di tutte le fatture, il progetto Nens contro l'evasioneSole 24 Ore 03/11/15 P. 5 12

AMBIENTE

La green economy dà una spinta a ricavi ed exportSole 24 Ore 03/11/15 P. 14 13

OPERE PUBBLICHE

Ferrovie, ripartono gli investimentiSole 24 Ore - Rapporti24 / Impresa

03/11/15 P. 21 Alessandro Arona 14

UBER

Uber e le regole Antitrust La protesta dei radio-taxiCorriere Della Sera 03/11/15 P. 31 Lorenzo Salvia 16

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Oltre all'incremento degli stanziamenti pesano favorevolmente la cancellazione del patto di stabilità interno e l'accelerazione della spesa 2016

Ance: investimenti pubblici ok, +1% di risorseGiorgio SantiniROMA

Non ci sono solo la cancel-lazione del patto di stabilità in-terno e l'accelerazione dellaspesa 2016 per effetto dellaclausola di flessibilità Ue aspingere gli investimenti pub-blici. L'Ance ha calcolato cheper la prima volta dal 2009 Siinterrompe la serie di tagli si-stematici alle risorse e si regi-stra invece un incremento del-l'i% degli stanziamenti in ter-mini reali. Le opere pubblicheè uno dei tre pilastri della ma-novra che portano l'associa-zione dei costruttori, ascoltataieri in audizione dalle commis-sioni Bilancio di Camera e Se-nato, a esprimere una valuta-zione positiva sull'intera leggedi stabilità.

Gli altri due pilastri positividella manovra - l'eliminazionedell'imposizione patrimonialesulla prima casa e la confermadelle agevolazioni fiscali perristrutturazioni edilizie ed ef-ficientamento energetico de-gli edifici - hanno visto da subi-to l'entusiastica adesione deicostruttori che in questi annihanno sempre lamentato l'ec-cesso di pressione fiscale sulsettore immobiliare e sulla ca-sa in particolare.

LACASABene anche l'eminazione dellaTasi e la conferma dei bonusma ora bisogna usare la levafiscale per sostenere l'offertadi abitazioni di qualità

Questo giudizio positivo nonsignifica, ovviamente, chemanchino misure con cui si do-vrebbe completare l'azione delgoverno. «Le misure adottate -dice il documento consegnatoieri dall'Ance alle commissioniBilancio di Camera e Senato -non possono ritenersi ancorasufficienti per garantire un ef-fettivo rilancio del mercato im-mobiliare, né tanto meno persuperare le attuali distorsionidel sistema impositivo locale.Per questa ragione l'Ance, in-sieme a Confindustria, ha ela-borato un pacchetto di propo-ste che mira a incentivare ilmercato, indirizzando la do-manda verso prodotti più effi-cienti e sostenibili».

L'Ance propone l'introdu-zione di una detrazione pari al

Stabilizzazione dei bonusApprezzata la proroga dei

crediti di imposta suristrutturazione edefficeintamento energetico ma -dice l'Ance - «per avere un effettosulla rigenerazione urbana»ènecessaria la stabilizzazionedelle agevolazioni.

Razionalizza re il prelievoIndispensabile la

razionalizzazione del prelievolocale sugli immobili (loca l tax).L'Ance chiede una imposta unicapatrimoniale stabile almeno per3 anni e integralmente destinataai comuni per ilfinanziamentodei servizi. stop alla doppiaimposizione Imu/Tasi.

Sodo dell'Iva pagata sugli acqui-sti di abitazioni nuove in classeenergetica elevata (classe A eB), effettuatifino al 2018. Lapro-posta prevede per l'acquirentedi immobili non adibiti ad abita-zione principale anche l'esen-zione triennale dall'Imu, dallaTasi o dalla futura local tax.

Bisogna però spingere le im-prese a riqualificazione e ri-sparmio energetico con formedi incentivo. «Nel caso in cuiun'impresa si rendesse dispo-nibile ad acquistare in permutal'abitazione usata del compra-tore, le dovrebbe essere garan-tito un regime di tassazioneagevolata, con applicazione, al-l'atto d'acquisto, delle impostein misura fissa. L'agevolazionesarebbe, in ogni caso, subordi-nata alla riqualificazione, an-che energetica dell'immobile».

Altra politica, agevolare lostrumento del rent to buy checonsenta anche ai giovani di ac-cedere gradualmente alla pro-prietà della casa. «L'acquirente- dice l'Ance - con le norme at-tuali è costretto, già al momen-to della firma del contratto, adanticipare tutte le imposte do-vute sul trasferimento dellaproprietà, che però giuridica-mente avverrà solo dopo diver-si anni. Sarebbe, quindi, equoposticipare il pagamento delletasse al momento del vero tra-sferimento di proprietà».

Oltre a razionalizzare i pre-lievi fiscali sugli immobili, perl'Ance è anche necessario «eli-minare la patrimoniale sull'in-venduto». La richiesta è diescludere «da ogni forma diprelievo di natura patrimonialei beni prodotti dalle nostre im-prese e rimasti invenduti».

RI PRO O OZIO NE RISERVATA

Investimenti pubblici Pagina 1

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11 labirinto burocratico fermale opere contro le allusioniDopo un anno nemmeno un euro dei 654 milioni disponibiliè stato speso. Coinvolti 17 uffici, 5 passaggi alla Corte dei Conti

GIUSEPPE S \LUAGGIULO

a un anno ci sono 654milioni di euro nelle cas-se dello Stato, stanziati

per opere necessarie a curare ildissesto idrogeologico. Soldi di-sponibili, interventi decisi. Esono tutti d'accordo: ministeri,organi contabili, Regioni, popo-lazioni. Eppure in un anno diordinaria burocrazia nemme-no un centesimo è stato speso.

Il dramma di questa vicen-da è che non c'è niente di ano-malo. Per una volta non è que-stione di ostacoli tecnici, erro-ri amministrativi, conflitti dicompetenze, inerzia politica,come per i 2,3 miliardi stanzia-ti nel 2009 e non utilizzati (su1647 opere previste in quel pia-no, ne sono state completatesolo 183). Né ci sono contenzio-si tra imprese a bloccare i lavo-ri o sospensive decise da Tar eConsiglio di Stato, a torto ad-ditati al pubblico ludibrio nel-l'ottobre 2014, dopo l'ennesimaalluvione del Bisagno a Geno-va, con un grottesco scarica-barile politico.

La fisiologiaNo, questa volta tutto è andatoperfettamente, siamo solo pri-gionieri di un fisiologico labirin-to burocratico. Quattro mesi emezzo per scrivere e vistare ladelibera del Cipe, il Comitato in-terministeriale per la program-mazione economica. Cinquepassaggi alla Corte dei Conti.Diciassette diversi uffici pubbli-

ci coinvolti. Tre ministeri. Carteche rimbalzano per decine divolte tra gli enti interessati. Ri-sultato: quattrini fermi per unanno. Domani il ministro del-lAmbiente Galletti e sette go-vernatori firmeranno gli accordidi programma definitivi. Poi laCorte dei Corti dovrà registrali.

A quel punto i soldi sarannomaterialmente utilizzabili dal-le Regioni, che avvieranno leprocedure di gara delle opere.Altri mesi. Se tutto va bene,nella primavera del 2016 siapriranno i primi cantieri, a unanno e mezzo dalla definizionedei piano operativo. E a fine2016 sarà speso il 20-25% dei650 milioni di euro.

«Come un pellegrinaggiosul cammino di Compostela,trasportando per mesi diecipagine essenziali sulle tantescrivanie di una miriade di uf-fici e lasciandole in attesa difirme, visti, timbri, bollinatu-re», scrive Erasmo D'Angelis,messo da Renzi a capo dellatask force di Palazzo Chigi pri-ma di transitare alla direzionedell'Unità, nel libro «Un Paesenel fango», in uscita da Rizzoli.II cammino a ostacoliIl pellegrinaggio comincianel novembre 2014, quandola task force di Palazzo Chi-gi contatta Comuni e Regio-ni, chiedendo di segnalareopere cantierabili. A dicem-bre arrivano richieste per1,5 miliardi. Si fa una scre-matura da cui esce l'elencodi 33 opere prioritarie nelle

grandi aree urbane: dal Bi-sagno a Genova al Seveso aMilano. Alcune attese damezzo secolo. A metà gen-naio 2015 la palla passa alministero dell'Economia ealla Ragioneria dello Stato,per trovare i soldi.

Il 20 febbraio il Cipe asse-gna con una delibera i primi654 milioni. Quattro giornidopo il decreto della presi-denza del Consiglio con i cri-teri di selezione dei progetti èpronto e viene inviato allaCorte dei Conti per la regi-strazione, che avviene a finemarzo. A questo punto la pal-la torna nelle mani del gover-no, ma passa più volte da Pa-lazzo Chigi al ministero del-l'Economia, a quello dell'Am-biente e a quello delle Infra-strutture. Capi di gabinetto,direttori generali, ministri...

Il 21 maggio Renzi firma ladelibera Cipe e la invia allaCorte dei Conti. Nel frattempole Regioni chiedono modificheal primo decreto di Renzi suicriteri di priorità per sceglierele opere. Il primo decreto vie-ne modificato e inviato di nuo-vo alla Corte dei Conti, che loregistra il 15 giugno. Il 4 lugliola delibera Cipe dei 20 febbraiofirmata da Renzi il 21 maggio eregistrata in giugno dalla Cor-te dei Conti viene pubblicata in

Gazzetta Ufficiale.Ora serve un altro decreto

di Renzi con i dettagli delleopere. A fine luglio è pronto.Ad agosto tutti al mare. Il 15settembre il nuovo decretoviene firmato da Renzi e invia-to alla Corte dei Conti per laregistrazione, che avviene a fi-ne ottobre. Domani il ministrodell'Ambiente e le Regioni fir-meranno gli accordi di pro-gramma che saranno inviatialla Corte ci Conti per la quin-ta registrazione. Solo a quelpunto i soldi saranno trasferitinelle contabilità regionali.

II bilancioL'Italia è assetata di investi-menti in lavori pubblici, calatidi un terzo (quasi venti miliar-di in meno l'anno) nell'ultimodecennio. Nelle classifiche Oc-se, siamo al terzultimo posto(davanti a Portogallo e Gre-cia), per investimenti in rap-porto alla spesa pubblica, soloil 20,9%. L'Italia è anche un Pa-ese vulnerabile a frane, eson-dazioni, alluvioni. Secondo ilConsiglio nazionale dei geologiogni euro investito in preven-zione ne fa risparmiare fino a100 per i danni provocati daidisastri. Per anni gli investi-menti sono stati bloccati dal-l'assenza di finanziamenti. Oraanche quest'alibi è caduto.

Dissesto idrogeologico Pagina 2

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passaggiSono quelli della

Corte dei Contitra delibera Cipe,

decreti dellapresidenza delConsiglio e ac-

cordi con leRegioni

iii iIl valore delle

opere richiestedalle Regioni un

anno fa, poiridotto alla metàper gli interventi

prioritari

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dall'Italia nell'ul-timo decennio

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La Calabria chiedelo stato d i emergenzaRenzi : interverremo

Il presidente della RegioneCalabria Mario Oliverio, nel cor-so della riunione in Prefettura aReggio Calabria con il ministroGraziano Delrio e il sottosegreta-rio alla Presidenza del ConsiglioMarco Minniti, ha chiesto la di-chiarazione dello stato di emer-genza per i danni provocati dal-l'ondata di maltempo che ha in-vestito la Calabria e in particola-re la Locride. «La situazione - hadetto Oliverio - è molto grave. Èvenuta giù una quantità di acquaimpressionante che ha provoca-to un'interruzione dei collega-menti ferroviari con la distruzio-ne in un punto di circa 750 metridi strada ferrata mentre la stradastatale 106 è collassata in duepunti. Alcuni comuni sono isola-ti». Nelle prossime ore si proce-derà alla ricognizione dei danni,mentre 250 uomini sono impe-gnati per ripristinare al massimoentro dieci giorni la linea ferro-viaria calabrese. Il premier Mat-teo Renzi ha annunciato che ilprossimo Consiglio dei ministriprenderà provvedimenti in favo-re di Benevento e della Calabria.

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TI c. F2i e Fsi prorogano di altri due mesi la lettera di intenti con Vodafone e Wind su Metroweb - Enel conferma che anche il suo piano non è ancora pronto

I piani banda larga restano in stand-byEnel. Metroweb, Cdp, F2i.. I

progetti per la rete di nuova ge-nerazione, che ruotano intornoa Telecom Italia finiscono instand-by. O meglio, su tutti ifronti,si prende tempo in attesadi capire l'evoluzione delle vi-cende che riguardano l'assettoazionario dell'incumbent trico-lore e, difatto, di cosane pensa ilGoverno, visto che almeno dadue voci - il sottosegretario aPalazzo Chigi Claudio De Vin-centi e il ministro dello Svilup-po economico Federica Guidi -si è spostato l'accento sul-l'aspetto industriale.

Questa settimana riprospet-tava cruciale per chiarire il puz-zle delle iniziative per lo svilup-po della banda ultralarga. Mal'irrompere sulla scena di un

nuovo investitore francese perTelecom Italia, Xavier Niel,senza che ci sia chiarezza suisuoi progetti ha sconsigliato leparti in causa dal prendere deci-sioni definitive. Ci si aspettavache Enel illustrasse l'esito deglistudi-pilota in alcuni centri cit-tadiniaifinidiuna collaborazio-ne con gli operatori telefoniciper la posa della fibra ottica inoccasione del programma

I vari soggetti coinvoltinella rete di nuovagenerazione prendono tempoin attesa di capire leevoluzioni dell'azionariatodi Telecom Italia

aziendale di sostituzione deicontatori elettrici "intelligenti".Era filtrata anche l'ipotesi di co-stituire una o più "scatole" so-cietarie, partecipate dalla stessaEnel e dagli operatori telefoniciinteressati per cablare determi-nate aree. Ma, da una parte, nonsi conosceva la risposta diTele-com, peraltro fermamente con-traria a ipotesi di coinvestimen-to con concorrenti. Dall'altraquesta formula avrebbe dovutoessere discussa anche col Go-verno che conta suo giganteelettrico per dare un impulsoanche all'infrastruttura di tlc.

Venerdì scorso però l'ammi-nistratore delegato di Enel,Francesco Starace, ha raffred-dato le attese.Ilpianoperlaban-da ultralarga «non è pronto» -

haglissato, a margine di un con-vegno, con chi glielo chiedeva -Quando avremo qualcosa di se-rio lo faremo sapere». In realtà,a quanto risulta non è che inquesti mesil'Enel non si sia fattaun'idea di cosa si potrebbe fare,avendo coinvolto nella fase distudio anche la società di consu-lenza americana McKinsey. Maevidentemente i tempi non so-no ancora maturi, visto che in-torno al tavolo non c'è solol'Enel e la situazione è ancorafluida. Così non è nemmenocerto che il piano per il collega-mento dei contatori con la fibrafarà parte integrante del pianoindustriale che sarà illustratoalla comunità finanziaria ilprossimo i8 novembre.

Analogamente si allungano i

tempi per il dossier Metroweb.Afine ottobre scadeva la letterad'intenti - non esclusiva e nonvincolante - siglata con Vodafo-ne eWind e l'aspettativa era cheidue fondiazionisti-F2ie il Fon-do strategico italiano (Fsi) dellaCdp - scegliessero con chi inta-volare trattative in esclusiva: secon l'incumbent o se con glioperatori alternativi. Ieri inve-ce è stata rinnovata fino a fineanno la lettera d'intenti con gliOlo, nella stessa formulazioneprecedente. Mentre con Tele-coni si è convenuto di riformu-lare unpiano industriale, allalu-ce delle novità intervenute do-po la rottura dei negoziati lascorsa primavera. Avanti in pa-rallelo, dunque, senza esclusi-ve, sebbene il board Telecomavesse posto questa come con-dizione per riavviare le trattati-ve su Metroweb.

A.OI.

Banda larga Pagina 5

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Banda larg1

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di Massimo Sider!

ile

della salute della banda larga (passò alla storia ildocumento di Francesco Caio in cui si diagnosti-

degli accessi alla bandalarga in Italia nel 2015.

Nel nostro Paese sono

in tutto 14,6 milioni.

Ma in Italia è la tv ad

essere ancora il media

per eccellenza: ogni

anno ciascuno di noi

passa in media94.900 minuti

davanti al televisore

on la fine del precedente governo Berlusconinel 2011 e durante la successiva era transitoria diMonti, in Italia era diventato comune un terminetecnico che, fino ad allora, era rimasto confinatonelle colazioni di lavoro tra analisti del Fondomonetario internazionale e banchieri & co: lo

spread». Si tratta, com'è ormai noto, della diffe-renza tra il rendimento che devono pagare i titolidi Stato a dieci anni, nel nostro caso i Btp, e i tito-li tedeschi con eguale durata, i Bund. E evidenteche lo spread è una convenzione finanziaria, unindice di mercato che misura la solvibilità di unPaese nel lungo periodo, prendendo come ter-mine di paragone l'economia che ha sempre fat-to da locomotiva al Continente, la Germania. Inpiena crisi lo spread finanziario superò anchequota 500, mentre in questi giorni, per avere untermine di paragone, siamo attorno ai centopunti (cento basis points corrispondono a untasso di interesse dell'e per cento).

La distanza con l'EuropaEppure se possiamo dormire sonni (più) tran-

quilli da questo punto di vista esiste un altrospread che non ha un correlativo oggettivo ri-spetto a quello finanziario, ma che pure sta di-ventando la vera zavorra dell'Italia: è lo «spread»digitale. Questo gap tra noi e gli altri Paesi euro-pei non è quantificabile in un macronumero ilcui impatto emotivo era stato dimostrato pro-prio dalla caduta del governo Berlusconi. Nessu-no può governare a lungo senza tenere sotto at-tenta osservazione lo spread Btp-Bund. Per cal-colare lo spread digitale dobbiamo seguire unostorytelling diverso che passi attraverso le tanteclassifiche, noiose ma importanti, che ci vedonoeterni ultimi. Spesso in questi anni si è dibattuto

cava l'«osteoporosi» al paziente infrastruttura ditelecomunicazioni).

Non è un caso: la rete telefonica è una di quel-le aree fisiche quantificabili. Ne possiamo rileva-re lo stato di salute con la diffusione sul territo-rio, con la misurazione della velocità di connes-sione sia in download che in upload da partedell'utente (cioè sia quando si scaricano dei filecome un video in streaming, sia quando si cari-cano, per esempio, dei video su YouTube). Ed èanche per questo che l'Agenda europea che defi-nisce tutti gli obiettivi che i singoli Paesi devonoraggiungere entro il 2020 (da cui la definizione«Agenda venti venti») si è concentrata in parti-colare sul tema della banda larga e ultralarga.Partiamo con il dire che spesso si è fatta confu-sione su questi termini, anche da parte deglistessi operatori di mercato: per l'Europa si puòdefinire una rete con la qualifica ultrabroadband(ultralarga) quando la velocità di navigazionesupera i 30 megabit al secondo. Gli obiettivi checome Paese dobbiamo raggiungere, ormai inquattro anni, sono ambiziosi: 30 megabit alme-no per il 50i della popolazione e ioo megabitper l'altro 5o%.

Oggi, dati Agcom, gli accessi effettivi broad-band sono 14,6 milioni in tutta la penisola (+270

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Banda larga Pagina 6

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mila nel corso del 2015) ma solo 3,6 milioni sonosuperiori ai lo megabit. In soldoni: circa metàdelle case ha un accesso alla Rete, ma di questesolo una su quattro naviga sopra i ao unga (e so-lo un milione viaggia a più di 30 mega). Un'Italiaa macchia di leopardo la cui velocità media su-pera di poco i 4 megabit. A meno che, come ab-biamo sempre fatto con gli appuntamenti inter-nazionali, Olimpiadi, Expo, etc, etc, non assiste-remo negli ultimi mesi al «miracolo della bandaultralarga», gli obiettivi venti venti sono rag-giungibili solo trasformandoli in obiettivi ventiventicinque, cioè al 2025.

Rete fissa e rete mobileC'è un motivo se il media principale per eccel-

lenza rimane la televisione e se nel 2015 dobbia-mo ancora discutere delle rilevazioni Auditel dacui emerge un risultato incredibile (messo, ineffetti, in discussione): gli italiani passano94.900 minuti all'anno pro capite davanti al pic-colo schermo. Peraltro in Italia viviamo labizzar-ra contraddizione tra rete fissa, al palo, e retemobile. Quest'ultima non solo può vantare i mi-gliori standard del 4G ma anche una penetrazio-ne di smartphone e device mobili che non haeguali. Ma anche questo, alla fine, ha alimentatola fallace speranza che le due reti possano esseresuccedanee: purtroppo sia per quanto riguardale aziende sia per le famiglie che sempre di piùcollegano apparecchi televisivi e altro alla Rete,il mobile non è un'opzione.

La connessione fissa è l'unica che può soste-nere una richiesta di traffico crescente con piùutenti collegati simultaneamente. Senza consi-

derare le connessioni strategiche per le aziendefinanziarie dove la latenza deve essere ridottapraticamente a zero (pensate agli scambi in Bor-sa), o anche quelle a cui sono collegati gli appa-recchi medici degli ospedali. Ormai tutto è ap-peso a Internet, anche i telefoni fissi e il trafficovoce. Sono peraltro accettati i modelli economi-ci che mostrano una correlazione tra crescita delPil e diffusione della banda ultralarga fissa, an-che se si potrebbe discutere a lungo sulla quanti-ficazione di questo contributo. Bruxelles, chiara-mente, tiene conto del fatto che le nuove tecno-logie in fibra ottica non possono essere portatein ogni casa (non sarà possibile nelle aree dimontagna ma nemmeno dove il mercato non èrecettivo abbastanza per giustificare gli investi-menti da parte dei privati). Ed è proprio per que-sto che il governo Renzi ha sbloccato, tramite de-libera del Cipe, 2,2 miliardi di euro da usare nel-le cosiddette aree C e D (funziona come nel cal-cio: la A e la B sono quelle che contano, le altreserie sono quelle povere e senza budget).

C era una volta il piano LeonardoE pensare che, anche se oggi suona come una

barzelletta, avremmo potuto essere all'avanguar-dia nel campo della Rete. Ormai non lo ricordapiù nessuno ma tra il `95 e il '97, anno della pri-vatizzazione di Telecom Italia, l'ex monopolistaattuò un piano chiamato in codice «Leonardo».La ex Sip aveva già progettato di portare la fibraottica, in parallelo al rame, non sono fino alla ba-se dell'edificio (quello che si definisce Fttb, Fiber

La velocitàmediadi navigazionein megabitattualmentein Italia, convariazionirilevanti tra learee dei Paese

Le casein Italia chedispongonodi un accessoalla Rete,ma solouna su quattronaviga soprai 10 mega

Sul sitoTutto su«Italia digitale»all'indirizzowww.corriere.it/italia-digitale/

Sui social#agendadigitaleper raccogliereidee, propostee suggestioni

to the building) ma addirittura fino agli apparta-menti. In alcune città sono ancora visibili i cavidi colore giallo, blu e rosso che fuoriescono dalsottosuolo vicino agli edifici, prova tangibile cheil piano era a buon punto. Un ultimo miglio al-l'avanguardia, fino a quando... Nel '98 passò unpronunciamento della Corte europea che obbli-gava gli incumbent (sono chiamate così le socie-tà ex statali che operavano in monopolio comeTelecom Italia, France Telecom, British Telecom)a dare accesso ai concorrenti proprio nell'ultimomiglio. Fu lì che si decise di difendere a oltranzail rame.

t evidente che non tutto lo spread tecnologicopuò essere fatto risalire al ritardo nell'infrastrut-tura. Un grosso ruolo lo hanno anche il fattoredemografico e quello culturale. Con una curvadella popolazione che invecchia il passaggio nonsolo all'economia ma anche ai semplici servizidigitalizzati della Pubblica amministrazione nonè affatto semplice. L'unica strategia certa per ilsalto dal vecchio al nuovo è quella usata ancheper la transizione dalla tv analogica a quella digi-tale terrestre o per il cambio da lira a curo: loswitch off, cioè lo spegnimento in una data certadella vecchia offerta. Ma anche questa strada haalmeno due problemi: il primo è che ci sonosempre degli esclusi che, in questo caso, sono glianziani che avrebbero maggiore difficoltà. 11 se-condo si ricollega al fattore culturale. Come hadetto recentemente il direttore dell'Agenzia perl'Italia digitale, Antonio Samaritani, possiamoanche introdurre la fatturazione elettronica. Pec-cato che poi l'Asl di turno stampi tutto e tratti ladocumentazione come se fosse cartacea. Ma

l'approccio culturale si manifesta anche in altrimodi: per esempio nelle 22 tra commissioni, ca-bine di regia e tavoli permanenti che in Italiaruotano attorno al tema della digitalizzazione.Poltrone: l'unica cosa che non verrà mai resa vir-tuale dai governi.

Le dorsali di telecomunicazioneEppure ci sono dei motivi sempre più concreti

per occuparsi del tema: tutto ormai ruota intor-no a reti e sviluppo, anche la politica industriale.Un esempio viene proprio dalle grandi dorsali ditelecomunicazioni che in questo momento cipotrebbero vedere in primo piano. Storicamentei grandi «mix» (dei nodi vitali dove i cavi dei varioperatori si uniscono creando dei veri e propriincroci di internet) sono a Londra, Amsterdam(dove arrivano i cavi sottomarini dagli Usa) eFrancoforte che dal crollo del muro di Berlino fada collegamento con l'Est Europa. Ma con il cre-scere dell'importanza dell'Africa e del MedioOriente il Mediterraneo sta diventando luogo se-greto di mire espansionistiche. Marsiglia (soloen passant faccio notare che si tratta propriodella Francia che sta muovendo su Telecom) po-trebbe essere il centro di questo nuovo impor-tante e strategico flusso. Oppure la Sicilia: non èun caso che Interoute con altri soggetti stia perlanciare un mix proprio nell'isola. Obiettivo: at-trarre i nuovi giganti come Google, Facebook eAmazon. E avere un ruolo nella trasformazionedigitale dell'economia.

© RIP RODUZIOfd= RSERVA'A

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"Supermarket Coop in aree a rischio"Toti riapre la guerra del cemento

Genova, dopo il piano casa nuovo scontro destra-sinistra

il caso :::ANNAMARIACOLUCCIA

GENOVA

di ricorrere ad azioni legalicontro la Regione. «E' finito iltempo della doppia morale edegli accordi privati tra amici»ha replicato il presidente, for-zista, della giunta regionaleGiovanni Toti, dichiarando la

C

orre sul filo rosso delcemento, delle Coop edel rischio alluvioni in

Liguria, il primo vero scontropolitico fra la giunta Toti dicentro destra che governa laRegione, e la giunta Doria dicentrosinistra che ammini-stra il Comune di Genova. Ilcolpo di scena, che ha spiaz-zato Palazzo Tursi, riguardail nuovo Piano urbanisticocomunale di Genova, arriva-to alla fine del suo iter: il Co-mitato tecnico regionale habocciato, infatti, tre grandioperazioni urbanistico-im-mobiliari targate Coop, cheprevedono la realizzazione dialtrettanti grandi strutturedi vendita in aree esondabilinel ponente genovese (a SestriPonente e a Multedo) e in Val-bisagno, e ha detto stop anchealla realizzazione di un com-plesso residenziale in un'areaadesso occupata da una rimes-sa dell'azienda di trasportopubblico vicino alla Foce delBisagno. Tutti questi altolà so-no stati motivati dai tecnici al-lo stesso modo: si tratta di areeesondabili e prima di prevede-re questi cambi di destinazio-ne d'uso vanno messe in sicu-rezza. Quindi, Piano urbanisti-co da correggere e grandi ope-razioni da annullare o rinviare.

Lo stop inatteso a questeparti importanti del Puc ha su-scitato, però, la reazione duris-sima del vicesindaco e asses-sore all'Urbanistica, StefanoBernini, esponente del Pd, cheaccusato la Regione di avereuna posizione politica preco-stituita e ha minacciato anche

volontà del suo governo di ri-spettare le norme e prescrizio-ni dei tecnici. E rinfacciando achi adesso vorrebbe un diver-so atteggiamento del governoregionale sulle aree esondabi-li, di averlo prima accusato divoler cementificare la Liguriacon il Piano casa di recente ap-provazione.

Ma le vicende dei centricommerciali nel mirino, s'in-trecciano anche con il futurodi Esaote, azienda dell'high te-eh nata a Genova e già al cen-tro di vicende travagliate e diincertezze occupazionali. Losviluppo delle attività di Esao-te nel capoluogo ligure è lega-to, infatti, alla valorizzazionedi una delle aree nel mirino deiComitato tecnico regionale,perché l'azienda dovrebbevendere a Talea (braccio im-mobiliare di Coop) l'area di Se-stri Ponente dove Coop vor-rebbe realizzare una dellegrandi strutture commercialibocciate dai tecnici regionali.E se quel progetto non potràessere realizzato, il valore del-l'area - circa 12 milioni - dimi-nuirà e anche l'interesse di Co-op. Ieri il presidente di Esaote,Paolo Monferino, ha dettochiaramente che se l'aziendanon sarà messa in condizionedi fare investimenti a Genova,è probabile che li faccia altro-ve. Oggi riunione della giuntaregionale che dovrà esprimereil suo verdetto sulle prescrizio-ni del Comitato tecnico.

i --caL'alluvionedi Genovail 10 ottobre2014 provocòun morto

Dissesto idrogeologico Pagina 9

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LG' ® ►J

Due terzi del tempoper carte X11"

capo della task force del governo"Troppi controlli sono inefficaci"

auro Grassi dirigel'unità di missionedel governo sul dis-

sesto idrogeologico. «Quan-do abbiamo cominciato que-sto lavoro quasi due anni fa,ci siamo stupiti che città im-portanti fossero in balia deglieventi meteo. Stupore au-mentato scoprendo chec'erano progetti pronti, manon si faceva nulla».

Come vi siete mossi?«Niente finanziamenti "apioggia", ma concentrati suopere importanti e seleziona-te. Genova da sola prende323 milioni, metà delle risor-se della prima tranche. E Mi-lano oltre 100 milioni».

Che sensazione lascia l'annoche è stato necessario perarri-vare a firmare gli accordi defi-nitivi con le Regioni?

«La sensazione di aver vissu-to un'odissea. A fare una sin-tesi sembra quasi uno scio-glilingua: delibera Cipe, con-trolli della Corte dei conti,passaggi dal Mef al Mattm alMit alla presidenza del Con-siglio, prima degli Adp».

Quanto di questo tempo sipotrebbe risparmiare?

«Io sono un economista. Hocalcolato che per due mesi, almassimo tre di procedure in-comprimibili, ce ne sono 6 diburocrazia asfissiante».

Dove si potrebbe snellire?«Si potrebbe fare tutto in tremesi. Per esempio: la Cortedei Conti ha già verificatosulla delibera generale la re-golarità dello stanziamento,inutile che torni a vistareogni passaggio successivo.Dovrebbe intervenire solo al-la fine, controllando i proce-

dimenti e sanzionando even-tuali irregolarità».

Questa prima tranche da 650milioni è molto nordica: zeroeuro per opere a Sud di Olbia ePescara . Come mai?

«È vero. Negli ultimi 15 annisono stati destinati alla lotta aldissesto idrogeologico 8 mi-liardi (in effetti meno di 6 uti-lizzati). Sono circa 400 milionil'anno, più o meno i danni perl'evento di Benevento di pochigiorni fa. Di questi quasi il 60%destinati al Sud, anche se lapopolazione a rischio è per ol-tre il 70% nel Centro-Nord.Questo piano riequilibra un po'la distribuzione dei fondi».

Eppure le cronache parlano diun Sud devastato , dove si con-centra il ritardo infrastrutturaledei Paese . Se salta una ferrovia,si blocca tutta la Calabria.

«Il tema non è ridurre le risor-se al Sud, ma portare a tre vol-te almeno (1,2 miliardi anno)quelle nazionali. Contiamo diraggiungere in tre anni questacifra, che non è poi così elevatase si pensa che i danni da allu-vione sono circa tre volte».

Per la variabile tempo bisognarassegnarsi?

«Non si supera il ritardo divent'anni in un mese. Si comin-cia, ma ci vuole tempo per i ri-sultati. Tra due e cinque anniper completare le opere, anchedi più nel caso dello scolmato-re di Genova».

E nel frattempo?«Le città devono prepararsi adautodifendersi con interventianche non strutturali (allarmi,controlli, esercitazioni...) e conassicurazioni private. Ancheperché il rischio zero non ci sa-rà mai» . [G. SAL.]

Dissesto idrogeologico Pagina 10

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Primo segnale positivo dopo il crollo: la raccolta commesse si stabilizza sulle 22mila tonnellate al giorno

Ilva, a ottobre ripartono gli ordiniCaso Tap: nessun problema tecnico, ora la società punta alla fornitura onshore

Domenico Palmiotti

TARANTO

sema- L'Ilva rafforza la direzionecommerciale. Obiettivo: inverti-re la rotta facendo risalire le ven-dite, presidiare il mercato, esserepiù vicini ai grandi clienti in unafase congiunturale difficile. Ame-tà novembre entrerà a far partedella squadra aziendale EnricoCaruso,43enne, che ha lavorato inUs Steel Europe-Italy e inArcelorMittal. Il suo ruolo sarà quello diresponsabile business develop-ment. Caruso sarà nella strutturadi Maurizio Munari, che dalloscorso 10 ottobre è a capo della di-rezione gruppo vendite, marke-ting e sviluppo del business dopoessere stato in Fiat-Fca nella fun-zione di sales&marketing.

Riguadagnare posizioni e rin-saldare i rapporti con i principaliacquirenti, storici e potenziali: ilrilancio dell'Ilva, spiegano fontiaziendali ma anche il Governo èsulla stessa linea, passa anche daqui, oltre che dall'attuazione del

piano di risan amento ambientalee dagli investimenti industriali. Aottobre scorso, rispetto a settem-bre, gli ordini hanno segnato unaumento del 23 per cento, il mi-glior dato dell'anno, e attualmen-te la raccolta ordini giornaliera sista stabilizzando su 22mila ton-nellate. Pesa, è vero, il fatto chel'Ilva non si è aggiudicatala primacommessa del gasdotto Tap (lafornitura di27o chilometri ditubi,pari a 17omila tonnellate di accia-io, è andata ai tedeschi di Manne-smann), ma ancora ieri l'aziendaha ribadito - si veda il Sole 24 Oredel 30 ottobre - che non sono statemotivazioni tecniche ad aver de-terminato, daparte diTap, l'esclu-sione dell'Ilva. In un vertice del 2ottobre a Milano tra Ilva e Tap, afronte di quest'ultima che eviden-ziò all'Ilva che «il punto più criti-co della gara» era, «per ragioni disicurezza», «la temperatura diprova (-20 gradi)», l'azienda side-rurgica rispose confermando «lapiena accettazione di questa ri-chiesta, affermando la propria ca-pacità ad eseguirlo come previstoda specifica tecnica Tap».

In quell'incontro ci fu poi unesame di «tutti i punti aperti e gli

L'acciaio in Europa

stessi - si legge nel verbale con-giunto - sono stati totalmente ri-solti o nettamente migliorati da Il-va». In particolare si affrontaronogli aspetti relativi alla lunghezzadei tubi e all'ovalizzazione. «Lalunghezza è importante per Tapal fine di ridurre il numero di sal-datute da richiedere al generalcontractor», si legge nel verbale

LA FUNZIONE COMMERCIALEA metà novembre entreràa fare parte della squadraaziendale Enrico Caruso,con il ruolo di responsabiledello sviluppo del business.............................................................................

della riunione, e «Ilva ha confer-mato di essere disponibile a com-pensare i costi delle saldature ad-dizionali causate dalla lunghezzainferiore a 18 metri». Ma, nono-stante questi passi avanti nel con-fronto tra le parti, alla fine la forni-tura delle condotte del gasdotto èandata ai tedeschi per un importostimato tra i 130 e i i4o milioni dicuro sui 300 complessivi dellaparte offshore. Resta comunque

La produzione di acciaio in Europa; periodo gennaio - settembre 2015e variazione % sul 2014. Dati in migliaia di tonnellate

Germania 32.572

Italia -8.8

Francia 11.656 ®

Spagna 11.361

Regno Unito 8.611

Polonia 7.067 [

Austria

Belgio 5.671

Paesi Bassi

Rep. teca

Fonte: Woridstee( association

apertala possibilità che l'Ilva pos-sa aggiudicarsi la seconda tran-che della commessa Tap: quellarelativa ai tubi on shore da 3 6 polli-ci e l'ulteriore pezzo della fornitu-ra offshore da 48 pollici.

Entro questa settimana, intan-to, i parlamentari pugliesi pre-senteranno al Senato gli emenda-menti alla Legge di Stabilità fina-lizzati a far rientrare gli aiuti al-l'indotto Ilva. Aiuti, sotto formadi semplificazione dell'accessoal Fondo di garanzia, previsti neltesto approvato dal Consiglio deiministri ma poi saltati nella ver-sione definitiva trasmessa al Par-lamento. Tema, quello delFondodi garanzia, che a giorni sarà ri-lanciato anche da ConfindustriaTaranto in un documento ai par-lamentari. Già conlalegge 20 del-lo scorso marzo, il Fondo di ga-ranzia avrebbe dovuto aiutarel'indotto a fronteggiare le critici-tà finanziarie causate dalla man-catariscossione dei creditimatu-rati verso l'Ilva prima dell'ammi-nistrazione straordinaria. Maneifatti lo strumento si è poi rivelatoinapplicabile per la situazionedelle imprese.

CRI PRODDZION E RISERVATA

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Iva. Recupero del gettito complessivo di 43,6 miliardi

Tracciabilità di tutte le fatture,il progetto Nens contro l'evasioneROMA

Addio allo spesometro e trac-ciabilità a tutto campo dei dati Ivacontenuti nelle fatture emesse. Equestoancheneipassaggiinterme-di, variazioni incluse, e nel caso dicessionieprestazionieffettuateneiconfronti di contribuenti cosiddet-ti "non Iva". Una sorta di reversechargegeneralizzatopergli scambiintermedi, dunque, che poggia pe-rò sulla trasmissione contestuale,automatica, in via telematica deidati fiscalmente rilevanti contenu-ti nelle fatture. Non solo. Sul piattoanche la riproposizione "rivista ecorretta" di una lotteria istantaneacollegata al rilascio degli scontrini(fu proposta da Berlusconi nel co-siddetto decreto Abruzzo per re-cuperarerisorse dadestinare alter-remoto dell'Aquila) e delle ricevu-te fiscali per incentivarne la richie-stadaparte delconsumatorefmale.

È la "lotta all'evasione Iva" pro-posta dal Nens (il centro studi fon-datodaPierLuigiBersanieVincen-zoVisco) emessaadisposizionidelGoverno e di tutt e le forze p oliticheche vogliono incidere significati-vamentenelcontrastoall'evasionee al nero. L'obiettivo dichiarato deitre emendamenti - messi a puntodall'ex ministro delle Finanze Vin-cenzo Visco (corredati di relazioniillustrative e tecniche) e da poterutilizzare per la legge di Stabilitàora all'esame del Senato - è ridurreil «Vat gap» italiano(la differenzatra H gettito Iva potenziale e l'incas-so realizzato) con un recupero digettito evaso complessivo di 43,6miliardi di curo, considerando an-che l'impatto sulle imposte sui red-diti (Irpef e Ires stimato in 23,9 mi-liardi)esull'Irap (15,9 miliardi).

Come ricordano dal Nens i treemendamenti ripropongono unostudio sulla lotta all'evasione pre-sentato da Visco e Bersani all'oraneonato Governo Renzi. Di quellostudio,peraltro,lostessoEsecutivocon la stabilità del2o15 ha utilizzatodue misure per recuperare gettitoIvacomelosplitpaymenteilreversecharge. Due misure che stan do agliultimi numeri delle entrate, ricor-dano sempre dal Nens, st anno dan-do risultati anche superiori alle at-tese. La prima proposta prevede,

come detto, la cancellazione dellospesometro e il contestuale supe-ramento di quattro obblighi di co-municazioneritenuti antievasioneche gravano su impres e e lavorato-ri autonomi: le operazioni con Pae-si blackEst, i contratti di leasing, lefatture ric evute da operatori di SanMarino, le op erazioni di ac quisto dibeni e prestazioni di servizio rice-vute da fornitori residenti nell'Ue.Questi adempimenti verrebberosostituiti da un solo obbligo: l'in-vio telematico dei dati presenti intutte le fatture emesse nei con-fronti di soggetti, an chenonpassi-vilva,residentinelt erritoriodelloStato e dei dati dell e sole fatture ri-

I µ___ -_ IITre proposte messe adisposizione del governo e ditutte le forze politiche peremendare subito la legge distabilità all'esame del Senato

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cevute da soggetti non residentinelterritorio dello Stato. Per altroi datiinviativerrebberomessi adi-sposizione del contribuente dalleEntrate al punto di arrivare, astretto giro, a una dichiarazioneprecompilatalva.

Il secondo emendamento pun-ta a completare l'acquisizione - daparte delle Entrate - dei dati delleoperazioni Iva, prevedendo l'ob-bligo di memorizzazione e tra-smissione telematica dei dati deicorrispettivi giornalieri dei sog-gettichenon sono obbligati, senona richiesta del cliente, a emetterefatturaperlelorocessioniopresta-zioni (soggetti passivi Iva che ope-rano nel commercio al minuto).Per incentivare la richiesta degliscontrini e delle ricevute fiscali daparte dei consumatori finali,vieneproposta l'introduzione di una lot-teria legata al consumo sfruttandol'impianto tecnologico e procedu-rale finalizzato alla memorizza-zione e trasmissione telematicadei dati dei corrispettivi giornalie-ri. La disciplina, peraltro, potrebbepreve dere forme premiali in dena-ro differenziate a seconda dellamodalità di pagamento (con con-tante o moneta elettronica).

Ilterzo emendamentopropostomodifica l'elenco dei dati richiestiin sede di registrazione delle fattu-re lva, t arto da chi le emette quantoda chi le riceve. In questo modo siintende soprattutto motivare iclienti a effettuare la verifica pun-tuale della correttezza sostanzialedei datitrasmessidailorofornitori,e soprattutto dell'avvenuta tra-smissione all'Agenzia, pena l'im-possibilità di inserire nel registrodegli acquisti Il numero identifica-tivo attribuito alla comunicazionetelematica, con tutto ciò che ne po-trà conseguire in termini di penepecuniarie e indetraibilità dei cre-diti, anche sulla base di quantopre-visto dall'articolo 242 della diretti-va 2006/112/Ce del 28 novembre2006, che impone a ogni soggettopassivo Iva di tenere una contabili-tà sufficientemente dettagliata daconsentire il controllo da parte del-l'amministrazione fiscale.

M. Mo.ORI PRODDZION E RISERVATA

Iva Pagina 12

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.Imprese verdi a quota372mila

La green economydà una spintaa ricavi ed export

RIMINI

L'industria e l'agricoltura

sono i settori che più di altrifanno rotta sulla cosiddettagreen economy, cioè sul rici-clo, l'innovazione ambientale,i prodotti a basso impatto, lamobilità pulita, l'energia rin-novabile, l'efficienza energe-tica e co sìvia. Lo afferma il rap-porto della Fondazione per loSviluppo Sostenibile che saràpresentato agli Stati Generalidella Green Economy duranteEcomondo in corso da oggi aRimini Fiera.

Le imprese che hanno l'am-biente al centro dell'attivitàormai sono il 27% delle azien-de italiane. Oltre ad agricol-tura (40,6%) e all'industriamanifatturiera (35,4%), spic-ca anche l'edilizia (38,8%),dove ormai si lavora soprat-tutto se si propongono riqua-lificazioni energetiche o so-luzioni per labioedilizia.

«Le aziende della greeneconomy hanno saputo reagi-re alla crisi meglio delle altre- osserva Edo Ronchi, delConsiglio Nazionale dellaGreen Economy - che nel2014 hanno anche vinto la garadi fatturato ed export rispettoalle aziende dell'economiatradizionale».

Una conferma viene dallaricerca della Doxa su commis-sione del Conai (Consorzionazionale imballaggi) su uncampione di 300 imprese. Leaziende italiane mostrano fa-miliarità con la sostenibilità; il71% del campione la fa rientra-re nelle strategie aziendali.

Tra le imprese che hannovisto un aumento del fattura-to negli ultimi 2 anni, una sudue (49%) è fortemente impe-gnata nella messa a punto dipratiche sostenibili, mentrequesta percentuale scende auna su cinque (20%) tra le

aziende che hanno registratoun fatturato stagnante o inflessione. Per per 7 aziende su1o gli investimenti in sosteni-bilità hanno portato beneficiin termini di fatturato (69 pio) ecompetitività (70%), oltreche di reputazione (82%). Trai processi aziendali rilevatidallaricercaDoxa Conai spic-cano l'impiego di materie rici-clate e l'uso di tecnologie ami-nore impatto ambientale (en-trambe a77%),laprogettazio-ne di soluzioni di imballaggiopiù ecologiche (70%) e la ri-duzione dell'impiego dimate-rie prime vergini (64%).

i' E )0Le aziende dell'ecobusinesssi riuniscono a Rimini Fieraagli stati generali delsettoreLa maggior parte sonoin Lombardia, Lazio e Veneto..........................................................................

Il ritratto dell'impresa so-stenibile si arricchisce con idati della sesta edizione diGreenltaly, il rapporto dellaFondazione Symbola eUnioncamere insieme conil Conai.Aparitàdivalorepro-dotto, le aziende italiane uti-lizzano meno materie prime emeno energiarispetto alla me-dia europea, con 102,497 mi-liardi di valore aggiunto (il10,3% dell'economia naziona-le) e 2,9 milioni di persone oc-cupate in lavori verdi. Le im-prese italiane, con 337 chili dimateria prima ogni milione dicuro prodotto, hanno bisognodi meno risorse dei concor-renti (497 chili la media euro-pea), meglio di Francia (369),Spagna (373) e Germania (461chili di risorse). Le 372.000aziende della green economycrescono ed esportano di piùdelle altre. In testa secondoSymbola la Lombardia seguitada Veneto e Lazio.

J.G.RIPRODUZIONE RISERVATA

Ambiente Pagina 13

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Ferrovie, ripartono40 40 40gli investimentiSpesa Rfi oltre i 3,5 miliardi nel 2015 (+12%), obiettivo 5 miliardinei prossimi anni - Anas e Comuni, in Stabilità le basi per ripartire

di Alessandro Arona

a spesa effettiva per investimentisulla rete ferroviaria torna nel 2o15 acrescere, dopo anni di stallo: a fineanno si dovrebbe superare la cifra di

3.5 miliardi di euro, +10/12% rispettoai 2,9 mili ardi del 2014, e nei prossimi anni Rfi(Gruppo Fs) prevede di arrivare avalori supe-riori ai4,5 miliardi di euro all'anno.

Il contratto di programma Rfi 2012-2016,operativo dal luglio scorso, l'Aggiornamento2015 in fase di approvazione, oltre agli 8,5 mi-liardi di euro aggiuntivi che dovrebbero arri-vare dalla legge di Stabilità danno benzina econsistenza a questi progetti. Nuove tratte adalta capacità (compresi i valichi alpini), am-modernamento tecnologico delle linee ordi-narie e dei nodi urbani, investimenti in manu-tenzione e sicurezza: lungo queste direttrici sisviluppa un piano che sta già facendo delGruppo Fs, di gran lunga, il principale sogget-to investitore nel settore delle infrastrutture.

Negli ultimi anni in Italia, a partire dall'ini-zio della crisi, nel2oo8, gli investimenti pub-blici in infrastrutture, grandi e piccole, si sonopraticamente dimezzati, -48,7% in valori realisecondo l'Ance, arrivando al minimo storicodi24,2miliardi di curo (stima2015). Restrizionidi bilancio e vincoli di spesa agli enti localihanno port at o in questi anni in It alia all'effettoparadossale del crollo dellaspesapubblicaperinvestimenti, mentre quella corrente ha conti-nuato ad aumentare (+11,7%). Gli investimentifissilordi del settorepubbli corispettoalPil so-no scesi dal 3,5% del 20o8 al 2,2% del 2015.

Anche gli stanziamenti statali per infra-strutture si sono quasi dimezzati, dai circa 23miliardi di curo all' anno nel periodo 1997-2005ai 12,2 miliardi del 2015.

La volontà di tornare a investire sulle infra-strutture sembra tuttavia emergere dal dise-gno di legge di Stabilità 2016 appenavarato dalgoverno. Si tratta soprattutto di una sostan-ziosa iniezione di benzina ai programmi plu-riennali diRf cAnas.Pergliinvestimentidelleferrovie arrivano in cinque anni 8,3 miliardi dieuro in più, «immediatamente impegnabii»:dunque tra il ministero delle Infrastrutture e

Rfi si può subito lavorare per definire un nuo-vo contratto diprogramma e poi bandire le ga-re per lavori e manutenzione.

Via libera agli investimenti anche per i Co-muni, che negliultimi anni (20o8-2o14) a causadeivincoli delPatto di Stabilità interno hannoridotto de147°io la spesa per investimenti e au-mentato dell'U°io quella corrente: nel Ddl diStabiità2o16l'abolizione delPatto internova-le secondo le stime delgoverno unmiliardo dieuro in più di spesa per opere pubbliche co-munali il prossimo anno, più del doppio (2,2miliardi) secondo le stime Ifel (Anci).

Più risorse anche all'Anas, 6,8 mili ardi di cu-ro dal 2016 al 2020, di cui 1,2 miliardi nel 2016,anche queste tutte risorse immediatamenteimpagnabili per avviare i lavori. La "nuovaAnas" di Gianni Armani, tuttavia (si veda ilservizio nella pagina successiva), si dibatteancora tra corruzione e inefficienze, e la spesa2015 saràancora ailivelli bassidegli ultimi anni

(circa due miliardi) e con bandi crollati del62%invalore quest'anno e spesa2o16 che nonsarà facile far velocemente risalire.

Chi invece è già ripartito, come si diceva

all'inizio, è Rfi. Dopo Il boomlegato all'altave-

locità Torino-Napoli, che ha portato nel2002-

2008 a una spesa media annua di 5,6 miliardi di

euro, gli investimenti ferroviari sono scesi a

2,7-2,9 miliardi degli ultimi quattro anni (2,9

miliardi nel 2014). Già quest'anno è avvenuta

però l'inversione di tendenza, grazie a due fat-

tori: la migliore situazione delle imprese dico-

struzione (quelle che non sono fallite) ha por-

tato meno blocchi di cantieri rispetto agli anni

scorsi, e i cantieri perle nuove tratte ad alta ca-

pacità nel 2o15 hanno aumentato la spesa. A

macinare Sal (stato avanzamento lavori) sono

state in particolare la tratta Av Trevigli o-Bre-

scia (due miliardi di euro), che è in fase avan-

zatadirealizzazione e dovrebbe essere pronta

a fine 2016, il Terzo Valico dei Giovi Genova-

Milano (l'opera, 6,2 miliardi, è solo all'u°io di

Sal, ma Il ritmo dei lavori sta aumentando) e Il

nuovo tunnel del Brennero (8,8 miliardi), che

è allo%diavanzamento ene12o15haspeso28o

mili oni con la previsione di salire a 40 o milioni

nel2o16 e aunmiliardo di euro all'anno nelpe-

riodo 2019-2022.

Rfïhainoltre pubbli cato nei primi nove me-si di quest'anno bandi di gara di lavori per 3,3miliardi di euro, +138% rispetto al 2014. Oltre2,7 miliardi hanno in particolare riguardatogare per affidare la manutenzione ordinaria estraordinaria della rete su base pluriennale,per aree territoriali. In cascina ci sono inoltrele munizioni per arrivare fino a 5 miliardi dispesa nei prossimi anni. Il Contratto Stato-Rfi2012-2016, operativo dal luglio scorso dopo unlungo iter, sblocca risorse per 4,6 miliardi dieuro, di cui circa due terzi per le nuove tratteAv Brescia-Verona-Padova, Terzo Valico,Torino-Lione, Napoli-Bari e accesso al Bren-nero, Il resto per ammodernamento tecnolo-gico e potenziamento della rete ordinaria.

L'Aggiornamento 2015 del Contratto, chedovrebbe essere firmato entro l'anno, sbloc-cherà nuove risorse per 8,9 miliardi (Stabilità2015, Sblocca Italia, fondi europei).

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Page 17: Centro Studi C.N.I. - 3 novembre 2015...Stampa 03/11/15 P. 13 "È un'odissea Due terzi del tempo per carte inutili" 10 ILVA Sole 24 Ore 03/11/15 P. 14 Ilva, a ottobre ripartono gli

Un'opera chiave per lo sviluppo europeo . Sotto il massiccio del Brennero si sta realizzando il collegamentoferroviario più lungo del mondo. La nuova tratta ad alta capacità Innsbruck-Fortezza sarà lunga 64 km (di cui 57 kmdi galleria), e dovrebbe essere pronta entro i131 dicembre 2025. L'opera è finanziata dall'Unione europea peri[ 40%del costo, all'interno del corridoio 5 Scandinavia-Mediterraneo.

Tre numeri chiave

F

Spesa Rfi per investimenti 2015 Spesa pubblica per infrastrutture € Risorse 2016-2020 a Rfi e AnasDopo annidi calo (da 5,6 a 2,9 Tra 112008e 112015 te politiche Nel ddl di Stabilità nuovemiliardi all'anno) nel 2015 gli di bilancio restrittive hanno quasi risorse (in 5 anni) perAnas (6,8investimenti Rfi risalgono a 3,5 dimezzato le opere pubbliche miliardi) e ferrovie (8,3 mld)

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Page 18: Centro Studi C.N.I. - 3 novembre 2015...Stampa 03/11/15 P. 13 "È un'odissea Due terzi del tempo per carte inutili" 10 ILVA Sole 24 Ore 03/11/15 P. 14 Ilva, a ottobre ripartono gli

di Lorenzo Salvia

Uber e le regoleAntitrustLa protestadei radio-taxi

La legge del settore è domande e offerta». Unferma al 1992, quando inno allale app non esistevano disintermediazione, cioè al

e il telefonino era una superamento deigrande novità. Da allora il tradizionali canali dimondo è cambiato. Ed è per distribuzione e vendita deiquesto che l'Antitrust servizi. L'Antitrust«auspica che il legislatoreintervenga con la massimasollecitudine perregolamentare nel modomeno invasivo possibile»Uber, il servizio che mettein contatto passeggeri eautisti e ha fatto imbufalirei tassisti di mezzo mondo.Nel parere, in risposta a unquesito del ministerodell'Interno, l'Autoritàgarante della concorrenzanon dice come la leggedebba intervenire. Ma«sottolinea con forza glievidenti beneficiconcorrenziali e per iconsumatori derivanti dauna generale affermazionedelle nuove piattaforme dicomunicazione fra

distingue fra Uber black,con autisti professionisti, eUber pop, con autisti nonprofessionisti. Ma chiedecomunque un interventoche riguardi tutte e due isettori. Non fa troppedistinzioni, invece, LorenoBittarelli, presidentedell'Unione radiotaxiitaliani: «È grave cheun'Autorità auspichi contanto semplicismo ladisapplicazione di unalegge» e si schieri in«favore di una modificaritagliata sugli interessi diuna multinazionale».Siamo solo alle primescintille.

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