Centro Studi C.N.I. - 15 luglio 2012 · SICUREZZA INFORMATICA Sole 24 Ore - Nova 15/07/12 P. 43 Al...

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Centro Studi C.N.I. - 15 luglio 2012

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Centro Studi C.N.I. - 15 luglio 2012

INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

Centro Studi C.N.I. - 15 luglio 2012

Pagina I

APPALTI PUBBLICI

Appalti accessibili anche ai «piccoli» in reteSole 24 Ore 15/07/12 P. 8 Carmine Fotina 1

INFRASTRUTTURE

Azionariato diffuso per battere NimbySole 24 Ore 15/07/12 P. 14 2

ENERGIA EOLICA

L'eolico offshore soffia in PugliaSole 24 Ore 15/07/12 P. 15 Francesco Ciaraffo 3

ENERGIA RINNOVABILI

Il paradigma green che può rilanciare il MezzogiornoSole 24 Ore 15/07/12 P. 15 Aldo Bonomi 5

Italia limitata dalla profondità marinaSole 24 Ore 15/07/12 P. 15 6

SISMA IN EMILIA

La Regione Emilia stima danni totali per 5 miliardiSole 24 Ore 15/07/12 P. 16 Natascia Ronchetti 7

LEGISLAZIONE APPALTI PUBBLICI

Vanno decisi tutti i ricorsi presentatiSole 24 Ore 15/07/12 P. 17 Marcello Clarich 8

SISMA IN EMILIA

Le scosse a Mantova. Già finiti i soldi per fermare i crolliCorriere Della Sera 15/07/12 P. 21 Claudio Del Frate 9

CLIMA

CLIMA. La siccità e le alluvioni L'estate degli estremi causata da una correnteCorriere Della Sera 15/07/12 P. 23 Giovanni Caprara 11

INNOVAZIONE E RICERCA

Troppi tagli a qualità ed efficienzaSole 24 Ore - Domenica 15/07/12 P. 38 ArmandoMassarenti

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SICUREZZA INFORMATICA

Al gran suk delle truffe onlineSole 24 Ore - Nova 15/07/12 P. 43 Alessandro Longo 15

Parla Giuseppe Tripoli, garante delle Pmi: «La novità potrebbe arrivare con un emendamento del decreto sviluppo, pronto un pacchetto corposo di proposte»

Appalti accessibili anche ai «piccoli» in reteCarmine Fotina

Negli ultimi otto mesi, daquando è stato approvato lo Sta-tuto delle imprese, il cantiereperle Pmi non hafatto grossi pas-si avanti e il disegno di legge an-nuale, che il governo avrebbe do-vuto presentare entro il 30 giu-gno, non ha ancora visto la luce.«Ma il lavoro in questi mesi nonsi è mai fermato» tiene a sottoli-neare Giuseppe Tripoli, il garan-te per le piccole imprese nomi-nato ufficialmente solo ad apriledopo essere stato indicato nelruolo all'inizio 2011. Insieme alleassociazioni imprenditoriali,spiega Tripoli, «abbiamo prepa-rato un corposo pacchetto diproposte di cui si è discusso neigiorni scorsi con il ministro del-lo Sviluppo Corrado Passera». Ilddl annuale, così come altri prov-vedimenti preannunciati dal go-verno - il decreto sulle start up equello sull'Agenda digitale - staslittando nel tempo: «E vero, sia-mo oltre i termini - ammette Tri-poli - ma la legge si farà». Anzi,qualche anticipazione potrebbearrivare già nel decreto svilup-po con un emendamento checonsente ai "piccoli" legati incontratti di rete di partecipareagli appalti, un principio inseri-to nello Statuto delle impresema rimasto finora lettera morta.«La soluzione che abbiamo indi-viduato e che ho esposto all'Au-toritàper lavigilanza sui contrat-ti pubblici - spiega "mister Pini"- consente di semplificare l'ac-cesso agli appalti per le piccoleimprese aggregandole in Aticon un unico capofila». Diversealtre proposte potrebbero con-fluire nellalegge annuale, nel de-creto sulla spending review (an-

che in questo caso come emen-damenti) o in un nuovo provve-dimento sulle semplificazioniche il Governo potrebbe studia-re in autunno. «Meno burocra-zia, strumenti per favorire le ag-gregazioni e la crescita dimen-sionale, migliore accesso al cre-dito sono i tre grandi capitoli alcentro delle richieste che ci han-no presentato gli imprenditori eche proveremo almeno in partea mettere in pratica». Tra leidee, ancora da perfezionare,Tripoli cita l'alleggerimento diuna lunga serie di oneri in mate-ria ambientale e il perfeziona-mento delle normative per l'ac-quisizione d'ufficio del Durc. Inmateria di internazionalizzazio-ne delle imprese, si studiano age-volazioni per le imprese che uti-lizzano il commercio elettroni-co per vendite oltreconfine. Maci sono anche altre idee interes-santi, come il sostegno alle azien-de che si dotano di «temporarymanager» ottenendo vantaggiin termini di fatturato per il lorobusiness con l'estero. Un menuvariegato, che dovrà però esseretradotto velocemente in normeper evitare che l'Italia accumulinuovo ritardo nell'attuazionedello "Small business act" euro-peo. «Ci stiamo confrontandoanche con i garanti delle pini de-gli altri Paesi membri. Nell'ulti-mo incontro che abbiamo avutoa Malta si è deciso di scrivere la"black list" delle normative Ue,direttive e regolamenti, che pe-nalizzano le Pmi. Cene sono unaventina, dalla tracciatura dei ri-fiuti al trattamento fiscale intra-comunitario tra Paesi». L'Italia,attraverso la consultazione conle associazioni delle imprese,presenterà la sue priorità sullenormative da correggere pernon scaricare sui "piccoli" ulte-riori oneri e ostacoli.

CI RIPRODUZIONE RISERVATA

Giuseppe Tripoli . Garante Pmi

La nominaGiuseppe Tripoli è stato

nominato ad aprile garantedelle piccole imprese ma erastato indicato nel ruolo già ainizio 2011

I ritardiDopo lo Statuto delle imprese il

cantiere delle Pmi non ha fattopassi avanti. Il ddl che il governoavrebbe dovuto presentare il 30giugno non ha ancora visto laluce. Come il decreto sulle startup e sull'agenda digitale. Diverseproposte potrebbero confluirenella legge annuale e nel decretosulla spending review

Appalti pubblici Pagina 1

Azionariato diffusoper battere NimbyINFRASTRUTTURE

iter autorizzativo un po' spaventa» ammette Leo-nardo Perini, general manager della Wpd Italia

w Offshore. La società - casa madre in Germania -ha in programma investimenti per 8oo milioni per un parcoeolico al largo del Gargano. Iter autorizzativo - appunto - en-tro il3o13,via alle 95 turbine nel2o16. Perini conosce probabil-mente quel che ha voluto dire «iter autorizzativo» per Deca-thlon aBrugherio (8 anni); per Ikea a Pisa (6 anni); per Britishgas a Brindisi (addio dopo u annidi ritardi). Sa che la sindro-me nimby non bada ai posti di lavoro (8o) che si creeranno.Così, non essendo previste royalty per i comuni interessati,(Mattinata, Monte Sant'Angelo, Manfredonia e Zapponeta,in provincia di Foggia, e Margherita di Savoia, in quella di Bar-letta-Andria-Trani),l'azienda sta pensando a forme di aziona-riato diffuso. È un modo intelligente per rendere gli Enti loca-li e la popolazione (un po') proprietari di una infrastruttura.Un'idea nuova. Chissà che non faccia girare il vento a favoredi questo e di altri investimenti stranieri in Italia.

Infrastrutture Pagina 2

Maxi-investimento di 800 milioni del colosso tedesco wpd per un impianto con 95 turbine e 342 MW di potenza

L'eolico offshore soffia in PugliaLa società prevede il termine dell'iter autorizzativo nel 2013: operatività dal 2016

Francesco Ciaraffo

FOGGIA

ww, Un investimento compresotra i 55o e gli 8oo milioni di euro,circa 8o nuovi posti dilavoro crea-ti e, soprattutto, lo studio di solu-zioniperfar partecipare lacittadi-nanza locale agli utili.

La tedesca wpd prova a far sof-fiare il vento sull'eolico offshorein Italia, dove non sono presentiimpianti e i progetti in via di svi-luppo vivono una fase di stallo.Dopo aver avviato le procedureper ottenere la concessione d'usodemaniale marittimo e deposita-to la procedura di AutorizzazioneUnica al ministero dei Trasporti,infatti, la società ha avviato la pro-cedura di Valutazione ImpattoAmbientale (VIA) al ministerodell'Ambiente per la realizzazio-

A regime 80 posti di lavoroOgni anno stimati 5 milionidi contributi al DemanioE perle comunità localil'ipotesi azionariato popolare...........................................................................

ne di un parco nel Gargano. La ti-meline della società tedesca, conalle spalle già un parco offshorecostruito in Germania e circa 9già autorizzati in Europa, preve-de il termine dell'iter autorizzati-vo entro maggio 2013 e l'entrata infunzione a luglio 2016. Il progettopresenta l'installazione di 95 tur-bine per una potenza totale di 342MW capaci di produrre oltre 780milioni di chilowattora all'annoin grado di soddisfare il fabbiso-gno di circ a24o.000 faniglie (cal-colando un consumo medio di3.-)29 KWh/anno).

«L'iter autorizzativo un po'spaventa», ammette LeonardoPerini, general manager dellawpd Italia Offshore. E le premes-se non sono delle migliori vistoche il consiglio regionale havota-to all'unanimità un ordine concui si schiera contro l'istallazio-

ne delle pale eoliche al largo del-le coste pugliesi. Proprio per que-sto sono in corso una serie di in-contri con le associazioni locali(ambientalisti e pescatori, peresempio) oltre a una riunionecon il Ministero dell'Ambienteche servirà per fare il punto sullerichieste diintegrazione alla VIApresentate dai vari enti locali.

Lo studio sull'impatto ambien-tale è costato 35omila euro. «Giàabbiamo effettuato trivellazionidi 5o metri sui fondali per studia-re la stratificazione del terreno.Abbiamo anticipato questa opera-zione che di solito si effettua inuna fase più avanzata del proget-to», spiega Perini. Pronto, e giàpresentato insieme allo studio diimpatto ambientale, un faldone di9o pagine con i risultati di un an-no di monitoraggio sul campo deiflussimigratoridegli uccelli. «Ab-biamo visto che l'impianto non in-crocia le rotte», spiega Perini. Enon è un elemento secondario.

Un altro progetto per un im-pianto offshore della Trevi Ener-gy di Cesena nella stessa zona haricevuto parere negativo da par-te della Regione Puglia proprioperché, tra l'altro, impattava ne-gativamente sulle rotte migrato-rie degli uccelli. Forte dell'espe-rienza del gruppo cesenate, lawpd, inoltre, ha disegnato l'im-pianto in modo che il punto piùvicino alla costa risulti a io,5 km(da Mattinata) occupandoun'area di circa 77 kmq (ilproget-to di Trevi è perpendicolare aquella della wpd, ha una distanzaminima dalla costa di 8 km e si tro-va di fronte a Zapponeta). «Ini-zialmente avevo studiato un pro-getto simile a quello della Trevi,ma traslando il progetto di 9o gra-di abbiamo ridotto di molto l'im-patto visivo», spiega Perini.

Per circa 25 anni la gestione delparco creerà circa 8o posti di la-voro, di cui 6o perla manutenzio-ne, il trasporto e gli interventi diurgenza, altri2o perla supervisio-

ne, la logistica e il controllo. La so-cietà ha calcolato in 5 milioni dieuro annui le entrate per lo Statodovute per l'occupazione di suo-lo demaniale. «Non essendocidelle royalties per i comuni inte-ressati dall'opera (Mattinata,Monte Sant'Angelo, Manfredo-nia e Zapponeta, in provincia diFoggia, e Margherita di Savoia, inquella di Barletta-Andria-Trani,n.d.r.)., stiamo anche pensando aricadute economiche più diretteper il territorio come forme diazionariato diffuso in modo cheuna percentuale degli utili possarimanere nelle zone in questio-ne. Oppure la creazione di unafondazione a cui saranno destina-te delle somme di denaro per lapromozione di iniziative legatealla green economy. Sono formeinnovative in Italia, ma già speri-mentate in altre zone dove gestia-mo parchi» , anticipa Perini. Lawpd ha anche pensato alla crea-zione di un polo turistico legatoal parco e attività di miticultura.Ma le difficoltà ci sono e il gene-ral manager non le nasconde.«Avevamo in testa altri tre pro-getti offshore in Italia, ma l'incer-tezza normativa celi ha fatti met-tere in stand-by. I tedeschi hannogià fatto degli investimenti per lostudio di impatto ambientale peril parco del Gargano e le novitàlegislative non sono positive.Non so - conclude Perini - seavrebbero iniziato il progetto al-laluce del decreto per le rinnova-bili firmato la scorsa settimana».

Energia eolica Pagina 3

Pale in mare . Un impianto al largo delle coste danesi: nel Mare del Nord si concentrano la maggior parte degli impianti ottshore

I numeri del progetto offshore dei Gargano

L'investimento Le entrate per lo Stato Gli occupati Le turbineIl gruppo tedesco wpd ha previsto Ammontano a 5 milioni le tasse La gestione del parco eolico Il progetto prevede 95 turbineun investimento tra 550 e 800 milioni per l'occupazione di suolo demaniale creerà 80 nuovi posti di lavoro per una potenza di 342 MW

Energia eolica Pagina 4

LE TRACCE E I SOGGETTI

Il paradigma greenche può rilanciare

il Mezzogiornodi Aldo Bonomi

a tempo la Svimez (l'as-sociazione per lo svi-luppo dell'industria

nel Mezzogiorno), con i suoirapporti sul Sud dell'Italia, ciaveva abituati ad una rifles-sione amara, di anno in annosempre più aspra, sul divario,soprattutto industriale, traNord e Sud. Fa notizia, nel tra-vaglio di una crisi destinata aredistribuire profondamen-te le chances di sviluppo deiterritori, il rapporto elabora-to da Svimez-SRM su Ener-gie rinnovabili e territorio,che costituisce uno strumen-to utile per delineare quelloche appare attualmente co-me uno degli ambiti più pro-mettenti di sviluppo delMez-zogiorno, all'interno del con-testo del Mediterraneo.

Pur mettendo in guardiasui rischi connessi all'adozio-ne di una via bassa alla greeneconomy, tutta basata sullosfruttamento intensivo dimaterie prime quali sole evento, che dura finché dura-no gli incentivi pubblici, ilrapporto ha il merito di nonindulgere troppo in geremia-di sudiste, ma di delinearecon chiarezza e dovizia di da-ti una via alta al riposiziona-mento della piattaforma pro-duttiva del Mezzogiorno den-tro il paradigma green.

Dopo la recente fase di svi-

luppo tumultuoso sostenuto

dall'attore pubblico costret-

to ad inseguire la sfida conte-

nuta nella Strategia Europea

20.20.20 e intenzionato ad ab-

battere i costi di una bolletta

energetica sempre più salata,

restano aperte alcune sfide

che, se ben governate, posso

effettivamente costituire

una prospettiva di sviluppo

sostenibile di ampio respiro.Oggi siamo il secondo pae-

se al mondo per fotovoltaico

installato, con oltre i8.ooo oc-

cupati ne12010, siamo il sesto

paese nella produzione di

energia eolica, con 25.000 oc-

cupati complessivi nel solo

Sud. In quest'area si produce

il 65,9% dell'energia da fonti

rinnovabili italiana, al netto

di idroelettrico e geotermi-

co, con quote che vanno dal

59,3% nel fotovoltaico al

98,1% nell'eolico. Abbiamo,

sempre nel Mezzogiorno, un

grande potenziale nel geoter-

mico. Qui si stima addirittura

un potenziale equivalente a

quello al quale abbiamo re-

centemente confermato di ri-

nunciare dicendo no al nucle-

are. In questo ambito dispo-

niamo inoltre di un primato

tecnologico con big player

quali Enel Greenpower (ter-

zo produttore al mondo di

energia elettrica da fonte geo-

termica) ed Edison.

A proposito di tecnologia,e qui arriviamo ad una primasfida cui rimanda la ricerca,attualmente siamo grandi in-stallatori di impianti ma di-pendiamo fortemente daigrandi produttori americani,cinesi e giapponesi di celle fo-tovoltaiche ed impianti, cosìcome dipendiamo dai produt-tori danesi e tedeschi per l'eo-lico (dei quali, ad esempio,siamo subfornitori con la si-derurgia e la componentisti-ca meccanica bresciana).

Insomma occorre ancorafare molto per costruire quel-le filiere produttive capaci diprodurre ricerca, innovazio-ne, industrializzazione e, fat-to non certo irrilevante, civi-lizzazione ambientale e so-stenibilità sociale. Non di-menticando che un bene co-muneper il nostro Paese è an-che il paesaggio, bene com-

petitivo per l'economicadell'esperienze e del turi-smo e dell'agricoltura. An-che pale coliche come bo-schi d'acciaio, e pannelli sola-ri al posto degli ulivi per van-taggi abreve possono esserenel lungo periodo scorciato-ie poco ambiental i.

Tornando all'oggi le filieredella green economy potran-no essere realizzate se si con-cretizzeranno almeno altredue condizioni: il migliora-mento dell'infrastrutturazio-ne della rete di trasportodell'energia prodotta e l'ar-monizzazione della regola-zione, oggi frammentata tracomuni, regioni, Stato e Unio-ne europea. Infine, e qui stauno dei punti più stimolantidella ricerca, c'è da pensarepoliticamente a come lo svi-luppo delle FER nella piattaforma del Mezzogiorno si col-lochi all'interno del più am-pio contesto Mediterraneo.Un'area che, se e quando ri-troverà pace sul litorale meri-dionale e nel quadrante me-diorientale, rappresenta peril nostro paese un ambito di.sicuro interesse, avendo unnotevole potenziale anche inrapporto allo sviluppo dienergie rinnovabili.

Inprospettiva, questaè an-che l'ambizione del Piano So-lare lanciato dai 43 paesidell'Unione per il Mediterra-neo, bacino che ambisce astrutturarsi come vero epro-prio polmone delle FERver-so il Nord Europa e versol'Africa. Su questo fronte ifondi dell'Unione europeaperaltro non mancano, pur-ché vengano impegnati inmaniera razionale e senza in-tenti speculativi. Il POI Ener-gie Rinnovabili 2007-2013 hastanziato 1,6 Mld per l'Italiadei quali solo il 25% spesi e il

45% impegnati all'inizio del2012, segno che non bastano ifondi, ancorché impastoiatinella burocrazia, senza unastrategia di sistema. Inten-dendo con ciò una strategiada sistema-paese che abbiala volontà e la capacità dipensarsi adulto anche se co-stretto in questa fase alla do-lorosa condizione dello stu-dente ripetente.

Dobbiamo essere consape-voli che la fenomenologia del-la crisi in quanto momento ditrasformazione porta con sénuove prospettive che devo-no essere trasformate in siste-mi di opportunità. Da questopunto di vista il tema delleenergie rinnovabili suggeri-sce di prendere in manierapiù criticamente positiva laprospettiva del Mediterra-neo. Utile per rovesciare, inuna debole Europa ove ogniNord cerca un suo Sud, elettoa periferia dallo spread, la ge-ografica di uno sviluppo len-to e difficile ma possibile.

bonomila aaster.it

R] PRODDZ]ON E RLSERVATA

Negli ultimi rapportidella Sviinezl'economia verdeè indicata come ambitotra i più promettenti

Migliori infrastrutturedi trasporto energeticoe regole armonizzatetra Ue, Statoed enti territoriali

Energia rinnovabili Pagina 5

Il piano nazionale calcola una produzione di 250 GWh ne[ 2013 fino ad arrivare a 2.495 nel 2020

ItalialiNonostante gli oltre 7.000

km di coste, nei mari italiani nonci sono attualmente impianti of-fshore in funzione. Le condizioni"ambientali" per l'installazionenon sono molto favorevoli. Leprofondità dei mari italiani, a dif-ferenza del Mar del Nord - dovesi trova il maggior numero degliimpianti offshore europei -, rag-giungono profondità significati-ve già a pochi chilometri dalla co-sta. A 5-6 km dalla riva la profondi-tà arriva a Zoo metri rendendo as-sai complicata, se non impossibi-le, l'installazione. Inoltre, il vento"italiano" soffia mediamente inmaniera più debole rispettoall'Europa del nord facendo risul-tare meno produttivo un impian-to. «L'eolico off-shore è una tec-nologi a innovativa che meritereb-be più attenzione di quella cheha», dice Simone Togni, presiden-te dell'Anev, Associazione nazio-nale energia del vento, eviden-ziando i due principali freni allosviluppo del settore: «Iter autoriz-zativi che andrebbero armonizza-ti e livelli di incentivi inadeguati».

[tata dallaprofondità marinaIl decreto ministeriale firmato lascorsa settimana dai ministri del-lo Sviluppo economico, dell'Am-biente e dell'Agricoltura che stabi-lisce le modalità di incentivazio-ne per le fonti rinnovabili, preve-de per l'eolico offshore un mecca-nismo di "aste al ribasso" con unabase di 165 euro ogni MWh, conun ribasso minimo del20%,. «Un al-tro elemento di difficoltà è la ri-chiesta di un versamento del 10%del valore dell'opera come requi-sito di partecipazione all'asta»,spiega Leonardo Perini, generalmanager della wpd Italia Offsho-re. « Egiustorichiedereunagaran-zia, ma è sbagliato proporzionar-la al valore dell'opera consideran-do le tipicità dell'offshore che ri-chiede un elevato investimentoiniziale di capitali per potenza in-stallata», aggiunge. A questo 10%bisogna poi sommare un altrolo% in caso di aggiudicazionedell'asta che va versato al Gse co-me garanzia per la realizzazionedell'opera nei tempi precisi, cheper l'eolico offshore è di 40 mesi.

Ma quanta energia potrebbe

produrre l'Italia grazie al vento

che soffia in mare? Il Piano di azio-

ne nazionale per le energie rinno-

vabili del 2010 stiniauna produzio-

ne di 250 GWh nel 2013 fino ad arri-

vare ai 2.495 GWh nel 2020 grazie

a una potenza installata di 1.000

MW. Secondo una ricerca realiz-

LI ALTRI OSTACOLIGli operatori in difficoltà:le aste sono al ribassoe c'è la richiesta di versareil 10% del valore dell'operaper poter partecipare...........................................................................

zata da GI. Garrad Hassan, unadelle maggiori società di consu-lenza nel settore delle rinnovabi-li, commissionata dalla Sky Saver,braccio operativo italiano dell'in-glese Blue H, titolare di un'auto-rizzazione per un impianto al lar-go delle coste pugliesi, il potenzia-le sarebbe di 2.000 MW in profon-dità comprese tra i 3o e i 5o metri.

Mentre in Italia il settore sten-

ta a decollare, in Europa il ventosoffia forte. Secondo l'Ewea, laEu-ropean Wind Energy Associa-tion, la potenza offshore in Euro-pa arriverà a 40 GW nel 2020 e 150nel 2030, segnando una crescitavorticosa rispetto ai 3,8 del 2011(quando, gli impianti erano 53 di-stribuiti in 1o Paesi diversi), supe-riore rispetto alla crescita dellapotenza onshore che, passerà da-gli 81 GW del 201o ai 25o nel 2030.

Uno sviluppo talmente rapidoche rischia di essere disordinato,tanto che il report "Seenergy2020" dell'Ewea, suggerisce allaCommissione di incoraggiare glistati membri a pianificare l'uso dispazio marino per regolare il nu-mero sempre crescente di utiliz-zatori. Lo studio sottolinea comeal momento non ci sia quasi coo-perazione tra gli Stati, che invecepotrebberobeneficiare molto dal-la reciproca collaborazione e laCommissione potrebbe aiutarequesto processo con una diretti-va o delle linee guida.

Fr.Ci.0 RIPRODIII]ONF R75ERVP.TP.

Energia rinnovabili Pagina 6

Accordo con banche e confidi per crediti fino a 3,125 milioni a Pmi

La Regione Emilia stimatotali per 5 miliardi

Nel Mantovano 34 Sl ael protestano: soldi 'à finiti

Natascia RonchettiBOLOGNA

Due miliardi per i danni aglistabilimenti produttivi e ai mac-chinari distrutti o lesionati. Treper i mancati introiti provocatidall'interruzione delle attività.La Regione Emilia Romagna hapraticamente concluso la rico-gnizione nelle aree colpite dalterremoto.

Secondo l'ente i soli danni alsistema produttivo, tra le provin-ce di Modena, Ferrara, Bologna,ammontano dunque a 5 miliardi.Numeri che non si discostanomolto dalle stime delle associa-zioni di categoria ma che orahanno tutti i crismi dell'ufficiali-tà. «Adesso dobbiamo garantirei mutui, i finanziamenti in contocapitale e gli emendamenti al de-creto sulla ricostruzione per ot-tenere uno slittamento degliadempimenti fiscali fino alla fi-ne del 2013», dice l'assessore re-gionale alle Attività produttiveGian Carlo Muzzarelli, reducedall'ennesimo incontro con isti-tuti di credito e consorzi fidi perrendere operativo il protocollod'intesa sui finanziamenti alleimprese colpite dal sisma.

Muzzarelli è anche in attesadell'incontro a Roma, previstola settimana entrante, per deci-dere i criteri di ripartizione dellaprima tranche di aiuti -ioo milio-ni per attivarne 40o di investi-menti- previsti dal decreto 74.La Regione punta a portare a ca-sa il massimo, nei limiti delle ri-sorse disponibili. Oltre agliemendamenti che garantirebbe-ro uno slittamento delle scaden-ze fiscali, finanziamenti in quota

capitale fino a1l'8ooi, del costo de-gli interventi di ricostruzione.Intanto, però, deve aggirarel'ostacolo di un sistema crediti-zio che sulla carta sembra condi-videre tutti gli obiettivi del go-vernatore Vasco Errani, ma cheper gli imprenditori si sta muo-vendo con troppa lentezza.

L'ultimo confronto con le ban-che e i consorzi fidi si è conclusocon l'accordo di portare fino a

3,125 milioni il credito di cui po-trà beneficiare una impresa ter-remotata, con un tasso non supe-riore all'Euribor, grazie al finan-ziamento pubblico, e con tre an-ni di tempo per portare a termi-ne gli interventi. «Di fatto -tran-

Gli effetti del sisma

Le località più colpite dal terremoto e i danni subiti dal territorio

RegginEmi(ïa

quillizza Muzzarelli- l'intesa è Imprese colpitegià operativa e io stesso ho invia-to un vademecum a tutti i sogget-ti coinvolti con l'indicazione deipunti salienti dell'accordo».

Nel frattempo è la Lega Norda tendere una mano. A Bondenoil segretario Roberto Maroni hapromesso al sindaco della citta-dina del Ferrarese un milione dieuro per la ricostruzione degliedifici pubblici, e ha annunciatola costituzione di un coordina-mento per monitorare l'applica-zione del decreto sulla ricostru-zione. Resta il fatto che, per Ma-roni, «le risorse sono assoluta-mente insufficienti». E i sindacidi 34 comuni sono scesi sul pie-de di guerra e minacciano di pro-testare, il prossimo 24 luglio, aRoma, davanti al Senato: Simo-na Maretti, primo cittadino diMoglia, comune più colpito delmantovano, ha detto: «Un faxdella protezione civile ci ha av-vertito che i fondi sono finiti el'emergenza è da ritenersi con-clusa. Non si avranno più soldiper mettere in sicurezza i nostricentri storici».

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Fonte: elaborazione del Sole 24 Oresu fonti varie

Sisma in Emilia Pagina 7

J . Le Sezioni unite smentiscono la soluzione del Consiglio di Stato-vanno decisi 11 ricorsi presentati*Marcello Clarich

Ancora novità in tema di tu-tela giurisdizionale negli appal-ti pubblici.

La Cassazione ha sconfessatoil Consiglio di Stato che avevafrenato i ricorsi al giudice ammi-nistrativo sugli appalti e per sal-vare il maggior numero possibi-le di gare aggiudicate.

Da sempre le imprese si scon-trano sull'andamento della ga-ra, spesso però l'esito non è la so-stituzione della ditta aggiudica-taria con un'altra ma l'annulla-mento dell'intera procedura.

Il Consiglio di Stato (AP n.2011), con una sentenza ogget-

to del ricorso in Cassazione con-clusosi ora con la sentenza delleSezioni Unite (n. 10294/2012),aveva innovato su una questio-ne processuale molto tecnica: irapporti tra ricorso principalein cui si contesta la gara e quelloincidentale del vincitore.

Di frequente infatti la secon-da classificata propone ricor-so (principale) a favore dellaprima lamentando vizi dellaprocedura.

La prima classificata a suavolta propone ricorso (inciden-tale) affermando che questaera priva dei requisiti per lapartecipazione.

In questa lotta di tutti controtutti (nel caso di specie anche laterza classificata aveva propo-sto ricorso), l'intera gara avreb-be potuto essere azzerata. E tut-to questo in nome del cosiddet-to "interesse strumentale" delleimprese apartecipare auna nuo-va gara, che la giurisprudenza

............. .............

I IT NEL LE TUTE L EL'interesse alla rapida

realizzazione dell'opera

cede il passo alla necessità

di evitare aggiudicazioni

in sospetto di illegittimitàmeno recente del Consiglio diStato riteneva meritevole di tu-tela (AP n. 11/2008).

Per negare tutela all'interes-se strumentale, la sentenzadell'Adunanza plenaria 4/2011aveva fatto leva sul nuovo Codi-ce del processo amministrativo.Il processo mira ad accertare so-lo la fondatezza della pretesa so-stanziale del ricorrente e non averificare la correttezza dell'in-tera attività amministrativa. Ne-gli appalti pubblici l'interessedell'impresa è protetto solo inquanto mira a conseguire il con-tratto messo a gara. L'interesseal mero rinnovo della gara non è

invece tutelabile, anche perchéchi partecipa non è affatto certodi aggiudicarsi la commessa.

Il Consiglio di Stato hapertan-to sancito che il ricorso inciden-tale dell'aggiudicatario volto afar dichiarare illegittima la par-tecipazione alla gara del ricor-rente principale va esaminatosempre per primo. Se esso è ac-colto, il ricorso principale va re-spinto perché il secondo classifi-cato non ha possibilità di conse-guire l'aggiudicazione.

Soluzione da cui prende le di-stanze la Cassazione convintache così il processo amministra-tivo «finisce per convalidare unassetto diverso da quello che sisarebbe avuto se la Pa avessecondotto il procedimento se-condo le regole».

Il mancato esame del ricorsoprincipale preclude un accerta-

mento più ampio della regolari-tà della gara. Inoltre, in materiadei contratti pubblici, l'interes-se alla rapida realizzazionedell'opera o alla fornitura delbe-ne o del servizio è recessivo ri-spetto a quello di «evitare di-storsioni della concorrenza edel mercato» tramite aggiudica-zioni illegittime.

La Cassazione non haperò an-nullato la sentenza del Consi-glio di Stato perché può farlo so-lo nei casi superamento dei con-fini della giurisdizione e qui sitrattava solo di una questione diinterpretazione.

La sentenza ha dunque unvalore solo «persuasivo», maaggiunge un altro fronte aquelli aperti con il Consigliodi Stato, per esempio in temadi azioni risarcitorie.

Legislazione appalti pubblici Pagina 8

La Protezione civile: ora tocca alla Regione

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er fermare i crolI sindaci: paesi ancora sconvolti

DAL NOSTRO INVIATO senzatetto sono ancora 3 mila e i danni

MOGLIA (Mantova) - L'emergenzaterremoto in provincia di Mantova è fi-nita con due settimane d'anticipo. Per-ché le ferite del sisma sono state guari-te a tempo record? No, perché sono fini-ti i soldi. Ai 14 comuni lombardi investi-ti dalla scossa del 29 maggio scorso lacomunicazione è arrivata ieri mattinadalla Protezione Civile e diceva in so-stanza così: i primi 5o milioni stanziatidal governo per le opere di primissimointervento (in pratica le tendopoli e ipuntelli agli edifici che rischiano di crol-lare) per tutti i centri terremotati sonoesauriti. Da oggi in avanti occorrerà «in-taccare» i fondi per la ricostruzione e af-fidati alle Regioni. Solo che questi ulti-mi sono andati per il 95% all'Emilia esolo per il4%o al Mantovano. Con il risul-tato che la fase post terremoto nell'uncaso può proseguire mentre nel secon-do rischia di paralizzarsi.

«Fin a oggi abbiamo sempre dimo-strato di cavarcela, ci siamo rimboccatile maniche: non vorrei che questo ab-bia illuso qualcuno che qui non è suc-cesso niente...»: Simona Maretti, sinda-co di Moglia, il comune lombardo cheha riportato i maggiori danni esprimelo stato d'animo non solo dei suoi con-cittadini ma di un intero territorio. Chesi sente «figlio di un terremoto mino-re». È vero, in Lombardia non ci sonostati morti ma interi paesi sono ancoraoggi sconvolti. Moglia, 6 mila abitanti,ha avuto 60o sfollati, ha il municipio ela chiesa da abbattere, il centro storicoè un paese fantasma, svuotato e tran-sennato. Stesso scenario a Gonzaga, aQuistello e in altri paesi dove in totale i

stimati 670 milioni. Eppure i riflettorisi sono concentrati sull 'Emilia, che daqui dista tre chilometri scarsi.

La notizia che non c'è più un euronemmeno per puntellare le case perico-lanti ha avuto come prima reazioneun'assemblea di tutti i sindaci convoca-ta in tutta fretta ieri a Moglia. «I124 an-dremo a Roma, chiederemo di essereascoltati perché il governo non può sca-ricare i problemi come quelli di un si-sma» sintetizza Alessandro Pastacci,presidente della Provincia di Mantova,anch'egli presente all'assemblea.

Dallo staff di Franco Gabriella, re-sponsabile della Protezione Civile nazio-nale, spiegano nel dettaglio cosa è suc-cesso: in seguito alle richieste per lamessa in sicurezza di edifici pubblici eprivati danneggiati dal sisma, il 12 lu-glio scorso sono finiti i 5o milioni a di-

sposizione della protezione civile «e laLombardia ha raggiunto una cifra inproporzione superiore a quella dell'Emi-lia» precisa una nota del dipartimento.Che a questo punto, non potendo piùspendere nuovi soldi, lascia il campo al-le Regioni. Toccherà a loro proseguireil lavoro, attingendo, anche per i lavoridi primissima urgenza, ai fondi già asse-gnati per la ricostruzione. «Le pratichenon sono state sempre rapide - ag-giungono da Roma - perché spessocontenevano richieste che andavanoben oltre la mera emergenza». Ma a que-sto punto il solco tra Emilia e Lombar-dia si fa incolmabile, perché alla primaregione sono andati quasi per intero i50o milioni a disposizione per il 2012 eagli altri sono rimaste le briciole.

«Solo a Moglia ci sono una trentinadi costruzioni che ancora non sono sta-te messe in sicurezza - denuncia il sin-daco Maretta - la situazione è analoganegli altri paesi. Le procedure sono sta-te complicate, le Soprintendenze ci han-no fatto perdere quasi un mese e ades-so ci dicono che le casse sono vuote. Leconseguenze? I centri dei paesi rimar-ranno vuoti, la gente scapperà e questecomunità moriranno: transenne e ma-cerie domineranno il paesaggio per me-S6.

Proprio a Moglia, nelle scorse setti-mane, i negozianti sfrattati dal sisma,avevano ripreso l'attività allestendobotteghe di fortuna in un parcheggiodentro container acquistati di tasca lo-ro. Dopo pochi giorni sono arrivati gliispettori dell'Asl col verbale per le san-zioni.

Claudi.n Del Frate(à)cdelfrate

Sisma in Emilia Pagina 9

I luoghi Operai al lavoro nel centro diMoglia, il comune del Mantovano piùdanneggiato dal sisma (Foto Cavicchi)

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LOMBARDIA

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Le cifre

L'areaI comunidanneggiati dalsisma in provinciadi Mantova sono14, tremila glisfollati

il comuneA Moglia, checonta 600 sfollati,sono da abbatteremunicipio echiesa (nella foto,il sindaco SimonaMaretti)

Sisma in Emilia Pagina 10

i aL viori

L'estate eiì -`. es '

Nuovo studio sui fenomeni opposti e simultanei`J - -'etto

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Il cielo preoccupa i londinesi soprattut-to per l'Olimpiade imminente. L'inquietu-dine è seria perché le conclusioni di unrapporto appena diffuso, realizzato dalMet Office britannico assieme alla Noaa,l'amministrazione americana per l'atmo-sfera e gli oceani, potrebbero davvero fartemere il peggio. Nelle ultime settimane fe-nomeni meteorologici estremi hanno col-pito il Nord America con ondate di caldointenso seguite da rovinosi temporali e laGran Bretagna con maltempo, inondazio-ni e piogge molto più copiose della mediastagionale: in alcune zone si è arrivati addi-rittura oltre il 250 per cento della mediamensile. Analizzandoli e confrontandolicon le statistiche degli ultimi anni - se-condo il rapporto - emergerebbe un lega-me tra l'incremento di questi soggetti e ilcambiamento climatico globale.

Ma come arrivano gli scienziati a similiconclusioni che da tempo, anche solo ven-tilate, sono oggetto di accese discussioni?«Il cambiamento climatico nell'Artico è undato di fatto - sostiene Jennifer Francisdella Rutgers University americana - per-ché lo spessore dei ghiacci è passato daitre metri dei primi anni Novanta a circa unmetro e mezzo di oggi; cioè si è dimezza-to».

La variazione dei ghiacci che riguardaanche l'estensione progressivamente dimi-nuita, provoca un maggior assorbimentodella radiazione solare e quindi un riscalda-mento in grado di mutare la circolazione.«Infatti - nota Francis - abbiamo misu-rato un indebolimento del jetstream pola-re, cioè quella corrente a getto che normal-mente circonda il Polo Nord ad alta quota.Una sua alterazione è capace di modificarei meccanismi atmosferici su vasta scala in-fluenzando le latitudini inferiori nelle zo-ne abitate dell'Europa e degli Stati Uniti, in-nescando quei fenomeni estremi a cui assi-stiamo».

«Ormai ne vediamo molte di queste ma-nifestazioni - conclude Francis - ed èsempre più difficile dire che non siano le-gate al cambiamento climatico e in partico-lare a quanto succede in Artico». A raffor-zare le valutazioni in questo senso è inter-venuto anche Michael Mann, direttore allaPenn State University dell'Earth System

Science Center. Mann è un illustre studio-so dell'ambiente che divenne noto nel1990 per un grafico battezzato «hockey sti-ck», perché, ricordando nella forma la maz-za da hockey, mostrava un'impennata del-la temperatura del pianeta salita per il mas-siccio impiego dei combustibili fossili. Lasua elaborazione impegnò cervelli e co-puter nei cinque continenti per dimostra-re che aveva ragione o torto a seconda delmodo di vedere. «E una valutazione appro-priata quella del rapporto, esaminando ilcaldo senza precedenti di questa estateamericana - dice Mann -. Ma non si trat-ta solo dell'estate che viviamo, è l'anno, ladecade e non riguarda soltanto gli StatiUniti, ma l'intero globo che si sta riscaldan-do».

«I fenomeni estremi sono le prove checerchiamo studiando il comportamentodel clima - nota Antonio Navarra, presi-dente del Centro euromediterraneo per icambiamenti climatici -. Il Polo Nord haperso in 4o anni il 4o per cento dei ghiaccie questo è un dato di fatto di un'indiscuti-bile modifica ambientale. Ma quanto acca-de è complicato e richiede indagini più va-ste e continue nel tempo prima di arrivarea conclusioni definitive».

Una modifica del jetstream polare, se-condo lo studioso, può dipendere dalle dif-ferenze di temperatura tra equatore e Poloe dalla rotazione della Terra. «Ciò è quantofinora sappiamo - aggiunge Navarra -.Adesso dobbiamo chiederci invece se il jet-stream sia sensibile anche ad altri parame-tri che ancora non conosciamo. Siamo da-

vanti a una nuova fisica dell'atmosfera?».Un atteggiamento cauto esprime Guido

Visconti direttore del centro «fenomeniestremi» dell'Università dell'Aquila e cheha esaminato il rapporto Met Office-Noaa.«Tre anni fa si iniziò a valutare seriamentela connessione tra manifestazioni estremee cambiamento climatico partendo pro-prio dal riscaldamento della zona polare- precisa Visconti -. E allora l'AmericanMeteorological Society stabiliva che intan-to bisognava classificare bene le caratteri-stiche degli eventi ancora troppo incerte etroppo personali nelle considerazioni. Ri-mane, comunque, un fatto che tutti condi-vidono e cioè che per essere sicuri delleconclusioni ipotizzate dal rapporto biso-gna disporre di statistiche almeno su un ar-co di mezzo secolo che non abbiamo. Altri-menti il loro significato resta discutibile».

Giovanni Caprara@giovannicaprara

Clima Pagina 11

NEGLI ATI UNITILa media delle temperature nel corso degli anni,da marzo a giugno (gradi centigradi)

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L REGNO UN ITOI millimetri di pioggia nel mese di giugno

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Clima Pagina 12

A FAVORE DELLA RICERCA/1

Troppi taglia qualità40 40ed efficienzaDalla fine delle collaborazioni pubblico-private,all'assenza di strumenti valutativi per tutelarele eccellenze: punto per punto gli effetti negativiper la cultura e l'economia del decreto legge 95

1 contrario di quanto riporta-to nel titolo -Disposizioni ur-genti per la revisione della spe-

A

sa pubblica con invarianza deiservizi ai cittadini - il decretolegge n. 95 sulla "spending re-

view" del 6 luglio scorso avrà effetti gravi suiservizi pubblici, anche quelli culturali.

In particolare:0 L'articolo 4 impone lo scioglimento o l'alie-nazione di tutte le società partecipate da pub-bliche amministrazioni e contestualmentefa divieto agli enti quali associazioni e fonda-zioni di ricevere contributi a carico delle fi-nanze pubbliche. In questo modo si colpisceindiscriminatamente tutto il sistema delle re-altà aziendali e associative che, in particolarenel settore della cultura, negli ultimivent'an-ni sono state tra gli attori principali del cam-biamento registrato nei consumi culturali,hanno assicurato migliori livelli di efficienzae di efficacia nei servizi e tenuto alta l'attratti-vità, anche turistica, delle città. Tutto ciò sen-za individuare nessun criterio di efficienza,economicità e di valutazione dei risultati.Perché , se l'obiettivo è migliorare i servizie l'efficienza della spesa pubblica e aprireal mercato , vengono a priori azzerate tuttele esperienze , anche quelle di eccellenza edi successo?

O Con l'articolo 9 il decreto prevede non sololasoppressione o l'accorpamento daparte del-le amministrazionilocali(Comunie Province)e delle Regioni, ma anche il divieto a istituireenti di qualsiasi natura giuridica che svolganofunzioni fondamentali o amministrative pre-viste dagli articoli 117 e u8 della Costituzione.Perché, anche in questo caso , si procede sen-za nessuna valutazione e distinzione rispet-

to a realtà che funzionano e si impediscel'esistenza di soggetti che possono dare ri-sposte importanti nell'ambito di funzionifondamentali come lavalorizzazione del pa-trimonio culturale e ambientale e la promo-zione delle attività culturali?

0 Uno dei primi effetti della spending re-view sarà la chiusura della Fondazione Valo-re Italia (articolo 12, comma 59) che ha fino aoggi svolto il compito di promuovere nelmondo la produzione delle nostre piccole emedie imprese legata al design, senza utiliz-

Anche in questo caso si colpisce una realtàculturale di assoluta eccellenza, unica almondo, che svolge attività di altissima for-mazione in uno dei settori storicamente"fiore all'occhiello" della nostra produzioneartistica quale quello cinematografico.Perché rischiare di perdere l'esperienzapluridecennale del Csc che , una volta ri-condotta all'interno dell'apparato buro-cratico pubblico , sarà depotenziata e per-derà l'efficacia determinata dall'autono-mia gestionale esercitata fino a oggi?

zare fondi pubblici. Non dimentichiamoche il valore delle esportazioni del design ita-liano è di 19 miliardi di dollari e che siamo ilPaese leader tra le economie del G8 perl'export in questo settore.Perché , dunque , sopprimere questo ente eazzerarne le finalità, colpendo la valorizza-zione di un settore industriale fondamen-tale per il Paese?

O Altra vittima del decreto è la FondazioneCentro sperimentale di cinematografia che,in base all'articolo 12, comma 31, sarà sop-pressa mentre le attività formative dellaScuola di cinema confluiranno nel Mibac.

A CURA DI

Armando Massarenti

Innovazione e ricerca Pagina 13

TAGLI MANCATI i Illustrazione di Sergey Tyukanov

Innovazione e ricerca Pagina 14

Al gran sukdelle truffeonline

«Comperare» una cartadi credito rubata costa10 dollari, 700 l'accessoa mille computerinfetti . Benvenuti nelregno del cybercrime

di Alessandro Longo

Ad aprirci le porte in quello chel'Fbi chiama l'undergrounddel web sono i tecnici di Rsa,nella propria sede israeliana:i3o persone dedicate a contra-

stare il cybercrime lavorano a tempo pie-no in quest'azienda di Tel Aviv che ora ap-partiene al gruppo americano Emc. Traqueste, Uri Rivner, head of new technolo-gies identity protection, che ci toglie ogniresidua speranza: «Non bastano tutti isoftware di sicurezza che puoi comprarein giro: il cybercrime è arrivato ormai alivelli tali che può riuscire a infettare co-munque il tuo computer, la tua rete».Sfruttando versioni sempre nuove e mici-diali di trojan (file che fungono da cavallidi troia nei sistemi). In sostanza, «capitadi collegarsi a siti normali, di un cantantefamoso per esempio (davvero accadutondr), che i pirati sono riusciti a infettarecon un trojan. Se questo è nuovo, può riu-scire a sfruttare la vulnerabilità dei tuoisistemi e poi non essere identificatodall'antivirus». Risultato, «sei protettoma ti hanno infettato lo stesso».

Il motivo di fondo è che l'undergroundora è user friendly: chiunque può acqui-stare per pochi dollari un kit per attaccaregli utenti. I ragazzi e le ragazze di Rsa (etàmedia 20-3o anni) ci mostrano come fa-re. Ci sono siti nascosti a cui si accede solosu invito, ma i kit base per mandare mail

con truffe o per creare trojan si trovanoanche su forum pubblici, accessibili dachiunque. È il mercato digitale dei cybercriminali. Qui utenti anonimi compranoe vendono tre cose: gli strumenti del me-stiere (i kit per esempio), lezioni su comeusarli e il bottino ottenuto (carte di credi-to, reti di computer infetti da trojan sottoil loro controllo, dati personali di ogni ti-po). Basta entrare in questo suk virtuale eoffrire la propria merce o fare una richie-sta. I "buoni" (tra cui quelli di Rsa) monito-rano questi siti e non hanno interesse afarli chiudere perché ne ricavano aggior-namenti sui pericoli del cybercrime.

L'ultima novità sono i siti automatici,dove la compravendita non richiede piùquella sana negoziazione umana degnadi un vero mercato: con un clic, abbiamoverificato, si compra una carta di creditorubata a io dollari, usando moneta elettro-nica caricata sul proprio account del sito.Un po' come comprare una canzone suiTunes. L'Fbi ha una definizione ancheper questo nuovo fenomeno: industrializ-zazione del cybercrime. Ma allora come cisi può difendere da un mondo diventatocosì maturo e sofisticato? Sono comun-que utili gli accorgimenti di base. Primo,non cascare nelle mail truffa che ci fannocollegare a siti dove inserire i nostri datidi carta di credito o di conto. Secondo,contro i trojan, usare tutti i software di si-curezza utili (per un normale utente, unantivirus è il minimo) e tenere aggiornataogni componente del sistema, per chiude-re le vulnerabilità attraverso cui i trojanpossono installarsi. «Tutti sanno che de-vono aggiornare browser, sistema opera-tivo, antivirus. Ma pochi lo fanno per Java,Flash e i software Pdf», consiglia Rivner.Poi bisogna capire quali sono i rischi prin-

cipali. «Una Pmi deve concentrarsi con-tro i trojan che le svuotano il conto corren-te. La banca non si ritiene responsabile eil furto potrebbe far rischiare la chiusuradell'azienda». Come succede? Rsa ce lo favedere. Qualcuno, di solito collegato alcrimine organizzato, compra sul merca-to le chiavi di accesso a computer infetti(70o dollari per mille computer) e i sof-tware per intercettare i collegamenti allabanca. Quando il computer infetto acce-de alla banca online, il trojan manda unmessaggio al pirata, che mette in pausa ilcollegamento dell'utente e ne sfrutta i da-ti (anche le one time password) per fareun bonifico a terzi. Non manda soldi a séma a complici ("muli", in gergo) che lo ri-cicleranno (lo ritirano con il bancomat epoi lo mandano al capo via WesternUnion o altri sistemi simili).

Come evitarlo? Rsa consiglia alle Pmidi usare per l'accesso al conto computerdedicati a questo uso esclusivo (per ri-durre il rischio infezione), magari utiliz-zando una macchina virtuale lanciataall'interno del sistema. Per le grandiaziende la cosa si complica, sono attacca-te anche per rubarne segreti e proprietàindustriali. «Sono tre gli strati di difesache devono adottare - dice DanielCohen, responsabile delle cyber opera-tions -. Dal più interno all'esterno».

Continua a pag.45

A Tel Aviv la Rsa guidala controffensiva monitorandola vulnerabilità dei sistemi

Sicurezza informatica Pagina 15

Così funziona il gran sukdelle truffe online

LA FILIERA

Sviluppatoridi malware

Dal monitoraggio della propria rete a cac-cia di comportamenti anomali ai softwareche proteggono il perimetro della rete(firewall, intrusion prevention and detection,gestione sicura delle identità e degli accessi).«Terzo - conclude Cohen - conoscenza diquel che accade fuori a opera del cybercri-me». E questo è compito di quelli come Rsa:investigano e poi informano i propri clienti sunuove minacce e soluzioni; comunicano lorose qualcuno li sta attaccando. Tutte le maggio-ri banche sono clienti di questi servizi e sco-prono così se ci sono trojan mirati contro diloro: se in giro si trovano dati sottratti ai loro

tornitori di supportoguide, aiuto)

Gestori di mail Gestori di botnetspam truffa (computer infetti

da trojan)

e dati personaliin genere)

correntisti provvederanno a soccorrerli. Rsariferisce di aver protetto 50o milioni di utentinell'ultimo anno e aver sventato frodi per 3miliardi di dollari. Lo testimoniala grande sa-la con tanti ragazzi che tengono d'occhio mo-nitor con i nomi di importanti banche e multi-nazionali. Il tutto ci fa sentire un po' più protet-ti. Con la certezza che, se dovessero vincere i"cattivi", tutta l'economia della moneta elet-tronicacollasserebbe su se stessa. Tornerem-mo ai contanti. Per fortuna, non convienenemmeno ai cyber criminali esagerare.

Alessandro Longo

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Nei siti si vendono: Manovalanza variail software (trojan)sviluppato, manuali Organizzazioni criminalie assistenza, credenziali (spesso collegate a mafierubate (dati di accesso locali) in grado di farealla banca, carte soldi con i datidi credito, password

I muli sono persone che fannotransitare sul proprio conto il denarorubato dalla banca o che si fannoarrivare a casa le merci compratecon carte di credito rubate

Sicurezza informatica Pagina 16