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INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

Centro Studi C.N.I. - 10 dicembre 2014

Pagina I

CONCORDIA

La riemersione della Concordia successo dell'ingegneria italianaSole 24 Ore 10/12/14 P. 16 Natascia Ronchetti 1

MERCATO DEL LAVORO

La grande fuga degli italiani record di emigranti all'esteroRepubblica 10/12/14 P. 33 Cristiana Salvagni 2

ILVA

Ilva, debiti bancari a 1,5 miliardiSole 24 Ore 10/12/14 P. 15 Paolo Bricco 3

ICT

IT incumbents learn to love the cloudFinancial Times 10/12/14 P. I-III Richard Waters 4

TRASPORTI

L'Alta velocità di Trenitalia sbarca a Fiumicino aeroportoSole 24 Ore 10/12/14 P. 16 Nicoletta Cottone 6

CORRUZIONE

Le condizioni che hanno favorito il potere dei disonestiCorriere Della Sera 10/12/14 P. 1-32 Sabino Cassese 7

GARE CONSIP

«Gare Consip un rischio per la salute»Sole 24 Ore 10/12/14 P. 14 Roberto Turno 10

GEOMETRI

Geometri con laurea abilitanteItalia Oggi 10/12/14 P. 37 Benedetta Pacelli 12

Geometri, tengono i redditiSole 24 Ore 10/12/14 P. 19 Giuseppe Latour 13

AVVOCATI

Garanzie concrete sulle comunicazioni avvocato-clienteSole 24 Ore 10/12/14 P. 45 Guido Alpa 14

COMMERCIALISTI

Commercialisti, allarme sui risultatiSole 24 Ore 10/12/14 P. 41 15

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i . Tutti i numeri dell'operazione presentati in un convegno

La riemersione della Concord11 ia40successo dell'ingegneria italiana

Natasela Ronchetti

- L'impresa impossibile - ilrecupero della Concordia a 5oometri dal porto dell'Isola del Gi-glio - è stata realizzata con alcu-ne incognite e un grande spiega-mento internazionale di forze ecervelli. «Tutto senza un pianoB», rivela Giovanni Ceccarelli,vale a dire l'ingegnere civile ro-magnolo (è di Ravenna) a cui sideve l'idea del metodo da utiliz-zare per raddrizzare la nave, ungigante con una stazza di oltre114mila tonnellate. Un'operamastodontica. I numeri - pre-sentati aRavennanelcorso di unconvegno promosso dall'Ordi-ne degli ingegneri - ne danno laportata. L'intervento - costatoquasi un miliardo di dollari - hacoinvolto 6oo persone, tra ilConsorzio italo-statunitenseTitan-Micoperi, che si è aggiu-dicato l'appalto per il recuperodella nave naufragata, e le i8oaziende sub-contrattiste, pro-venienti da varie parti del mon-do: in tutto, infatti, erano 26 i Pa-esi rappresentati nel team, checomprendeva anche i 120 som-mozzatori che hanno effettuato,in totale, i5mila immersioni.

Ceccarelli, insieme ai colleghiTullio Balestra e Mario Scaglio-

ni, ha prima sviluppato il proget-to di recupero, poi coordinato laseconda fase, quella della pro-gettazione ingegneristica -dell'intervento restano a testi-monianzaben 6.5oo tra disegni edocumenti esecutivi - preve-dendo numerose simulazioniper sventare il pericolo insitonell'ignoto. «N on conoscevamole condizioni della nave nellaparte appoggiata sulle rocce -dice Ceccarelli- e quindinon sa-pevamo quanto fosse stata dan-neggiata». Tante le incertezzeche hanno accompagnatola fase

ijk ,1Al lavoroL'intervento di recupero dellaCosta Concordia è costato quasiun miliardo e ha coinvolto 600persone, trai lavoratori delConsorzio Titan-Micoperi equelli delle 180 aziendefornitrici, in arrivo da 26 Paesi

tl`I materialiTonnellate di ferro utilizzato perle operazioni di recupero,capaci di imprimere una forzafino a 12mila tonnellate (anchese ne sono servite "solo" 6.500)

della rotazione della nave, incli-nata su un fianco. Imponente ilpeso del ferro utilizzato per leoperazioni: 45mila tonnellate,pari a sei volte il peso della torreEiffel. Con i coefficienti di sicu-rezza - i margini previsti e legatiai possibili imprevisti - è statomesso a punto un sistema capa-ce di imprimere una forza fino ai2mila tonnellate. Allafine, inre-altà, ne sono servite 6.500.

Il mandato aveva fissato nu-merosi paletti: il rispetto del-l'ambiente, la sicurezza sul luo-go di lavoro, la salvaguardia del-la vita sociale ed economicadell'isola del Giglio. Poi c'eranola neces sità di rimuovere il relit-to in unico pezzo e l'esigenza dimetterlo in sicurezza contro loscivolamento. Prima il recupe-ro dei detriti galleggianti e de-positati sul fondale marino (so-no state smaltite 24 tonnellate),poila stabilizzazione del relitto,con 4 fondazioni, i cosiddettianchor block, a cui se ne sonoaggiunte altre tre, insiemeall'installazione di undici torriper vincolare la posizione dellachiglia. Per preparare il falsofondale sul quale appoggiare lanave dopo la rotazione sono in-fine serviti 12mila metri cubi disacche cementizie, per un pesodi i6mila tonnellate, oltre a piùdi tre chilometri di catene.

0 RIPRODDZION E RISERVATA

Concordia Pagina 1

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La grande fuga degli italianirecord di emigranti all'esteroCRISTIANASALVAGNI

LA più grande fuga all' estero degliultimi dieci anni e trasforma dinuovo gli italiani in un popolo diemigranti verso il Regno Unito, la

Germania o la Svizzera. Per loro niente piùvaligie di cartone ma trolley imbarcati suivoli low cost, in cui infilano il sogno di unacarriera migliore. Sono stati 82mila l'annoscorso i connazionali che si sono buttati ilpassato alle spalle per trasferirsi in un al-tro Paese, il numero più alto degli ultimidieci anni e soprattutto in cre-scita del 20,7 per cento rispettoal 2012.

Afotografare l'esodo è l'ultimorapporto Istat "Migrazioni inter-nazionali e interne della popola-zione residente", che svela comel'Italia stia perdendo non solo lacapacità di tenersi stretti i suoicittadini ma anche l'appealversogli stranieri. Nel 2013 gli immi-grati arrivati sono diminuiti del12,3 per cento mentre sono au-mentati, del 14,2 per cento ri-spetto all'anno precedente, quel-li che se ne vanno.

Il periodo della vita in cui è più facile fareibagagliè trala fine della scuola e l'inizio dellavoro. Chi va all'avventura ha in genere trai 20 e i 45 anni, la fascia di età in cui si regi-stra il 60 per cento dei trasferimenti: in me-dia 31 anni se si tratta di un immigrato stra-niero o 34 anni nel caso di un italiano emi-grante. Tra loro c'è una bella fetta, uno sutre, di laureati: in 13mila l'anno scorso sonoandati a cercare fortuna lontano, in parti-colare nell'Europa occidentale. Oltre tremi-la dottori si sono trasferiti in Inghilterra,duemila hanno scelto la Germania, altri2.4001a Svizzerae 1.6001a Francia. Poi cenesono altri 1.400 che hanno superato l'ocea-no per approdare negli Stati Uniti e 800 che

hanno scelto il Brasile. Pochi, sempre meno,quelli che rientrano: nel 2013 sono stati28mila, mille in meno rispetto al 2012.

Protagonisti delle partenze sono soprat-tutto gli uomini (il 57,6 per cento se si consi-derano solo gli italiani), tra chi arriva invecela maggioranza è donna (il52 per cento).

La comunità straniera più numerosa re-sta la rumena ma patisce una massiccia con-trazione: 58mila gli immigrati registraticontro gli82miladi due annifa (meno 29 percento di presenze). Poi vengono i cittadinidel Marocco (20 mila), della Cina (17 mila)

TRASFERITIGli italiani emigrati:il 20,7% in píùrispettoal 2012

LAUREATIQuelli che nel 2013sono andatioltreconfine

e dell'Ucraina (13 mila). In pic-chiata gli ingressi per chi vienedall'Ecuador (meno 37 per cen-to), dalla Costa d'Avorio (meno34 per cento), dalla Macedonia(meno 26 per cento) e dalla Polo-nia (meno 24 per cento).

A portare lontano i nostri ra-gazzi sono i motivi di lavoro e lasfiducia. Dice un'analisi elabora-ta dall'istituto di ricerca Ixè perColdiretti che i giovani sono spin-ti lontano dall'Italia perché loconsiderano un Paese fermo, do-ve non si prendono mai le deci-

sioni (19 per cento), con troppe tasse (18percento), senza lavoro né meritocrazia (17per cento). Ma chi sceglie di restare, sottoli-nea ancora l'indagine Istat, trova il suo ben-venuto al Nord: è sempre più forte il fascinoche le regioni centro-settentrionali eserci-tano su chi viene dal Sud. Nel 2013 la sfidatra arrivi e partenze hatotalizzato nelle cittàdel Nord-ovest 99mila nuovi venuti contro8lmila addii, 7lmila contro 57mila nelNord-est e 75mila contro 63mila al Centro.

Tutt'altra lamusica nel Mezzogiorno: nel-le regioni del Sud sono stati 99mila i conge-di, non compensati dai 64mila approdi,mentre nelle Isole ci sono state 34mila par-tenze contro 26mila arrivi.

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Mercato del lavoro Pagina 2

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Presto la società avrà bisogno dagli istituti di credito di una ulteriore cifra tra 600 milioni e un miliardo

Ilva, debiti bancari a 1,5 miliardiIl delicato nodo della conversione in equity e la difficoltà per finanziare il circolante

Paolo Bricco

MILANO

Gli istituti di credito, nella vi-cenda Ilva, non sono una variabileindipendente. Soprattutto adessoche il debito bancario consolidatodell'azienda commissariata dalloStato veleggia verso gli 1,5 miliardidi curo.

Ieri pomeriggio il commissariostraordinario Piero Gnudi ha in-contrato, a Milano, il middle mana-gement di Arcelor Mittal. E questopomeriggio aRoma,ArcelorMittal- probabilmente rappresentata dalfiglio di Lakshmi Mittal, Aditya,Cfo del gruppo e Ceo dell'area eu-ropea- inc ontrerà il consigliere d elpremier Renzi e plenipotenziarioper le questioni economiche An-drea Guerra, lo stesso Gnudi eil mi-nistro dello Sviluppo economicoFederica Guidi.

Intanto, però, siva chiarendo unaltro dei nodi aggrovigliati di que-stavicenda: iltema dellebanche.

Intesa Sanpaolo, Unicredit eBanco Popolare non selasonosen-tita di lasciare l'impresa al suo de-stino. E, dieci giorni fa, hanno stac-catol'ultimo assegno dai25 milionidi euro. Lo hanno fatto nonostantele sedici pagine di dichiarazione diinteresse nonvincolante, sottopo-stetre settimane fa daArcelor Mit-tal al Governo,non contenessero

GIORNI DECISIVIIeri incontro a Milanotra il commissario Gnudie i manager di Arcelor Mittal:il confronto in preparazionedelsummitdi oggi al Mise

la cifra che i b anchieri avevano giu-dicato "indispensabile" per apriredi nuovo i cordoni dellaborsa. An-che in virtù delle pressioni eserci-tate da un Governo preoccupatoche la miccia del dissesto finanzia-rio non controllato faccia deflagra-re la bomba economica e socialedell'Ily a, è stata completatala tran-che da25o milioni di euro concessa

La produzione di accia ïoMilioni di tonnellate gennaio /ottobre 2014 e variazione % sul 2013

Cina »:. F

Giappone

India =ì,5

Corea del Sud

Russia : 7.5 a

Germania 3!..l

+2,1 ♦.

+0,6

+8,9

Ucrainal

-15,2----------------------------------- ---------------

Italia F ; ï9S

------------------------------------------------

Francia

Regno Unito 3 +4,8

Fonte: Worldsteel Association

dalle banche al commissario PieroGnudi, a fronte dei 65o milioni dieuro richiesti da quest'ultimo.Centoventicinque milioni neces-sari per pagare, il 12 dicembre, glistipendi e le tredicesime dei dodi-cimila dipendenti.

A questo punto, dunque, la som-ma complessiva del debito bancarioconsolidato è salita a 1,45 miliardi dieuro: il 62% riferibile aIntesa, il 20% aUnicredit eil 18% al Banco Popolare.Il problema, però, non è tanto la cifrain sè. Il problema è il contesto siste-mico.Edèquellocheinmolti,adesso,siaspettanodallebanche. Cinquean-ni di recessione si sono fatti sentire.A13o settembre Unicredit ha iscrittoa bilancio uno stock di 41 miliardi dicrediti deteriorati netti. Il Banco Po-polare 14,9 miliardi. Intesa Sanpaolo32,6 miliardi. Le tre banche, dunque,hanno in pancia 88,5 miliardi di eurodi crediti deterioratinetti.

Se qualcuno chiedesse agli isti-tuti un ulteriore sforzo - in terminidi conversione della totalità o diunaparte dei creditiincapitale del-la Ilva prossima ventura - la situa-zione potrebbe entrare in una tipi-ca ambiguità da capitalismo italia-

no: quando, sull'emergenza finan-ziaria e alla ricerca di brillantisoluzioni di sistema, sembra cheogni tassello sia andato al suo po-sto, mentre il profilo del mosaicoassume contorni in apparenza ni-tidi, ma in cui allignano criticitàpotenziali.

Ogniipotesi di conversione di cre-diti in equity farebbe paio comun-que con la necessità di finanziare ilcircolante diunaimpresa che, quan-do era aregime,- c on oltre otto milio-niditonnellatediproduzione-avevaun magazzino delvalore di 1,5 miliar-di e 5lniliardi di euro di acquisti.

Per fare ripartire la macchina -qualunque sia l'ipotesi di ingegne-ria societaria approntata dal Go-vemo-dovrebbero servirefrai6oomilioni e il miliardo di euro: per co-prirei debitiverso ifornitori scadu-ti datempo eper finanziare circo-lante. Soldi che dovranno essere -per forza- messi dalle banche. Chepotrebbero andare in cortocircui-to, qualora si trovassero fra la Scilladell atrasformazionein capitale deivecchi crediti c la Cariddi della atti-vazione di quelli nuovi.

UORO OURRI s iSERVATA

ILVA Pagina 3

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IT incumbents learn to love the cloudEstablished groups arekeen to demonstratethey are still relevant,writes Richard Waters

Revolutions in corporate ITsystems tend to take years.But even in slow motion, theeffects can at times be star-tling.

this year. The software company plansto move from its heavy focus on PCs,while Cisco has been forced to shed staffin the face of growing pressure on itscore networking equipment busine ss.

Behind this upheaval lies a shift in thepattern of spending on IT. As more rou-tine workloads are automated orfarmed out to cloud companies, agreater share of the budget is being freedfor more productive uses.

The question for chief informationofficers will be how much money theycan provide, for projects that will helpbusiness managers achieve their mostpressing objectives, while taking advan-tage of cloud infrastructure to cut costs.

According to Forrester Research,technologies with a direct impact on acompany's business, such as customerrelationship management services andanalytics, eat up only about 20 per centof IT spending . But they are where the

Continued on page 3

So it is with the current swing towardscloud computing , which is poised topick up momentum next year.

Established leaders in the IT industryhave been trying , with mixed success, todemonstrate they are still relevant in aworld of vast and agile data centres andtechnologydelivered as a service.

For years, it has been clear that trendssuch as these represent the future of IT.However, the inertia of corporatespending meant there was no advantagefor the established leaders of the busi-ness technology world in rushing theircustomers into a new era in which theirown dominance - and profit margins -would be called into question. Butmeaningful portions of IT budgets arenow startingto shift this way.

If 2014 was the year that companiesincluding IBM, Microsoft and Ciscofaced up to the need for a deeper andmore rapid overhaul of their businesses,it will become clear in 2015 just who thewinners and losers from the cloudrevolution willbe.

Two months ago, IBM abandoned itsdemanding profit targets , citing theneed to ramp up investment in its cloudcomputingbusiness . Meanwhile, Micro-soft chief executive Satya Nadella hasput the cloud at the centre of strategy

ICT Pagina 4

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Serviceproviderstürn to thecloudContinuedfrompagelbulk of the growth is coming, says For-rester analyst AndrewBartels.

Next year, spending in these areas is

likely to jump by 10-12 per cent, com-páred with only 1-2 per cent growth in

other parts of the IT market, Mr Bartelssays.

Other estimates put the share of the

techbudget that is going into productivebusiness uses even lower. Companiesmaytalkabout "digital transformation",butthethingsthatgetmosttalked about- advances in areas such as mobilecommunications, cloud computing and

social media to make workers more

effective or increase value to customers'- comprise only about 10-15 per cent of

the average budget, according to Joe

Pucciarelli, who heads the executiveadvisory service at research firm IDC.

To channel more into such areas,companies are racing to squeeze moreout of their IT budgets. That ofteninvolves shifting computing workloadsto more cost-effective cloud architec-tures, often runby external providers.

"The notion of wiring together yourown data centre is going away," says MrPucciarelli. Three years from now, hesays, chief information officers whosetime is now taken up with IT infrastruc-ture will instead spend 80 per cent oftheir effort on technologies with directbusiness benefits.

The pace of this move to the cloudgathered significant momentum in2014, sparking a competition betweenvisions of how data centres will beorganised in future.

Companies such as VMware, whichhas expanded from server virtualisation- which more efficient use of servers'computing power - to sell software forautomating data centres, say corporateIT is following the path set by big con-sumer internet companies.

The technologies behind the vast

computing power of Amazon, Googleand Facebbok "hasn't crossed over to

the [corporate] market yet", says Mar-tin Casado, an executive at VMware.

"We're going to see traditional IT lookmorelike these mega data centres:"

He says the techniques that trans-formed how large groups of servers runare being adopted at a faster rate fornet-working. VMware'snetworkingvirtuali-sation product achieved annualisedsales of $100m in its first year, he says.

Such developments are likelyto make2015 another difficult year for hardwaremakers. Price/performance has be-come the sole measure in many hard-ware purchasing decisions, giving theinitiative to low-cost manufacturers.

To defend against such deflationaryforces, big suppliers have sought tobroaden the range of their products sothey can keep a lock on IT spendingdecisions. This also matches the desiresof many IT buyers, who would prefernot to spend money and effort on inte-grating technologies from 'severalsources. The result is a growing prefer-ence for "drop-in clouds" of pre-irite-grated technologies that come from asingle supplier, says Mr Pucciarelli.

Although the direction of the big IT-suppliers has become clearer, most stilllaclc the full range of capabilities neededin this environment. That makes anacceleration in mergers and acquisi-tions likely _ afactor that has made thisone of the most attractive markets foractivist investors on Wall Street. Lead-ing storage equipment maker EMC,with a majority stake in VMware as itsprime asset, is likely to be only the firstof many companies that come underpressure to breakup or shed divisions asthe realignment of ITtakes place.

Chief information officers hoping tobe relieved of the mundane aspects ofrunning corporate IT infrastructure tofocus on more productive businessapplications, meanwhile, still face onebig hurdle: the need for stronger secu-rity to defend the vast data centres andwidely distributed mobile computingnetworks that are con-Ang.

The high-profrle security failures of2014 are going to make this a biggerissue in 2015, while the demands ofcloud architecture are pushing securityhigher on the IT spending priority list.

But this is not likely to threaten thecoming revolution. As Mr Pucciarellisays: "It won't slow adoption of thecloud; that genie is out of the bottle:"

ICT Pagina 5

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aw w. Quattro corse Frecciargento dal 14 dicembre

L:Alta velocita di* Trenitali asbarca a Fiumi* ci* no aeroporto

Nicoletta CottoneROMA

-- Due ore e l4minutiper arriva-re a Firenze, due ore e 59 minutiper raggiungere Bologna, tre oree 57 minuti per approdare aPado-va e q ore e 12 minuti per sbarcarea Venezia. Via dal 14 dicembre ainuovi collegamenti ferroviari adalta velocità che dall'aeroportointernazionale romano di Fiumi-cino porteranno i passeggeri nelCentro Italia e nel Nord-Est, confermate anche a Roma Termini eRoma Tiburtina.

I nuovi collegamenti sono unnuovo passo verso l'integrazionefra alta velocità e aereo. Quellopresentato ieri alla stazione Ter-mini dal ministro dei Trasporti,Maurizio Lupi, dall'ad di Fs, Mi-chele Elia, e dalpresidente diAdr,Fabrizio Palenzona, è infattiilpri-mo step che rende operativa l'in-tesa fraministero e Fs italiane pernuove soluzioni strutturali di col-legamento fra l'alta velocità na-zionale e gli aeroporti di Roma-Fiumicino, Milano-Malpensa eVenezia-Tessera Marco Polo.

«Finalmente nel nostro Paese

si inizia a ragionare e conseguen-temente a operare in t ermini di s i-stema», ha sottolineato il mini-stro Maurizio Lupi. Entro fine an-no consegna al ministero «deiprogetti di fattibilità- ha spiegatol'ad di Fs, Michele Elia - p er nuovesoluzioni di collegamento dellarete ferroviaria con Roma-Fiu-micino, Milano-Malpensa e Ve-nezia-Tessera Marco Polo».Fondamentale per Fabrizio Pa-

I nuovi collegamenticostituiscono un ulteriorepasso verso l'integrazionetreno-aereo; in vista servizianaloghi a Milano e Venezia

...........................................................................

lenzona, presidente di Aeroportidi Roma, «che un aeroporto co-me il Leonardo da Vinci abbia deicollegamenti nazionali diretticon l'alta velocità, come avvienein tutti gli altri scali competitoreuropei».

Particolare interesse per l'ini-ziativa è giunto dalle compagnieaeree che operano sui mercatidell'Asia, delle Americhe e delMedio Oriente, che chiuderannoil 2014 con un bilancio di oltre 6

milioni di passeggeri.Entrando nei dettagli sono

programmate due partenze diFrecciargento da Venezia alle5,40 e alle 9,25 con arrivo allo sca-lo romano, rispettivamente, alle9,52 e alle 13,52. Dall'aeroporto diFiumicino sono previste due par-tenze dei Frecciargento alle 11,o8e alle 15,o8, con arrivo a Venezia,rispetivamente, alle 15,35 e alle19,35. Il nuovo servizio, di fatto, èun prolungamento delle linee at-tuali che fino a oggi, partendo daVenezia, si fermavano a Roma.

Per l'avvio sono stati scelti iFrecciargento in quanto la reteferroviaria tra Roma e Fiumicinonon consente il passaggio deiFrecciarossa, concepiti per viag-giare solo sulla rete ad altissimavelocità.

E ci vorranno alcuni anni perfar arrivare l'alta velocità diretta-menteaFiumicino.«Giàoggi-haspiegato l'ad di Fs, Michele Elia -abbiamo i progetti preliminari estiamo lavorando sui definitivi dipari passo con le disponibilità.Ovviamente i tempi saranno piùlunghi, civorrà qualche anno. Al-cuni interventi sono complessi,come quelli nella zona di Tor diQuinto. Ma alla fine chiuderemol'anello».

(j RIPRODU7lONERISERVATA

Trasporti Pagina 6

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DERO _ 5I't}RCI<1Tt}IE

Le condizioniche hannofavorito il poteredei disonestidi Sabino Cassese

ile eccellenti misure an-nunciate dal premier ne

vanno accompagnate altre, perprevenire la corruzione. Occor-re riflettere sulle condizioniistituzionali che l'hanno con-sentita: l'eccessivo decentra-mento, il massiccio ricorso alprivato per coprire ciò che leamministrazioni non fanno, ilvia libera a sistemi derogatoridelle regole sugli appalti. E setroppe sono le poltrone occu-pate per soli meriti politici, vaanche affrontato il legame per-verso partiti-amministrazione.

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Corruzione Pagina 7

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di Sabina Cassese

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ccellenti le quattro misure annunciate dal presidente deiConsiglio dei ministri (ina-sprimento delle pene, confisca dei beni, restituzione delmaltolto, allungamento dellaprescrizione). Servono a san-zionare più duramente i colpevoli e a dissuadere futuri corruttori. Il presidente Renzi è,però, consapevole che vannoanche accompagnate da rnisure per prevenire la corruzione,per creare le condizioni istitu-zionali che la impediscano.Ha, infatti, detto che vuoi «fa-re di tutto» per combattere ilmalaffare amministrativo, anche con altre norme e conl'educazione, senza fare scon-ti.

E allora, in attesa dei processo (che sia sollecito) e consi-derando l'accusa, val la pena diriflettere sulle condizioni istituzionali che hanno consentiio la corruzione romana: checosa non funziona nelle am-ministrazioni e ha reso possibile un così esteso e multipartitico sistema corruttivo, cheha coinvolto la gestione dei

campi profughi, l'assistenzaagli immigrati, l'agenzia per lecase popolari, la manutenzio-ne delle piste ciclabili, la ma-nutenzione delle aree verdi, iservizi di igiene urbana, la raecolta differenziata, gli inter-venti per il maltempo, la ge-stione delle gare, molti ufficiamministrativi? Guardando aldi là della cronaca, quali lezio-ni possono trarsi dalle accuse,che servano a prevenire ulteriori fenomeni di cattiva aniministrazione e di criminalità?

Il decentramento porta consé maggiore corruzione: questo risulta da tutti gli studicompiuti nel mondo sulla cor-ruzione. In Italia abbiamo unaeccessiva ramificazione, lefrange periferiche di un siste

ZION

ma di poteri pubblici troppoestesi. Perché ad esempio

la gestione dell'immigra-zione, che è problema nazio-nale (anzi, europeo), è affidataad enti locali? Poi, si è fattotroppo ricorso a privati, coo-perative e società per azioni.Le amministrazioni locali nonfanno, fanno fare ad altri. Inqueste periferie del potere, do-tate di cospicue risorse, senzaadeguati controlli, si annidanosprechi e corruzione. Sappiamo che le amministrazioni lo-cali italiane si avvalgono di circa 8 mila società per azioni.Non sappiamo quante siano lecooperative su cui gli enti lo-cali fanno affidamento.

Il terzo fattore è quello dei

AutonomiieIn Italia sono troppoestesele frangeperiferiche del potere:così si aiuta il malaffare

sistemi derogatori , con cui siaggirano le regole sugli appalti. In particolare , a Roma, spe-cialmente dal 2008 , con la soli-ta motivazione che le procedure sono arcaiche e farraginose(«da sbloccare», nel linguag-gio di uno degli indagati), sisono creati percorsi paralleli,meno garantiti e meno controila i.

A questi si aggiunge un ulte-riore incentivo alla corruzione:troppi posti amministrativisono coperti da persone sceltesenza concorso, non per il loromerito, nia per «meriti politici». Costoro non si sono guadagnati il posto con le loro for-ze, ma l'hanno avuto grazie adappoggi di partito odi fazione.

CompetenzeTanti incarichi affidatia persone scelte senzaconcorso (che poiricambiano il favore)

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Quando chiamati, debbono«contraccambiare» il favorereso loro da quel sottobosco divassalli che si nasconde solco ilmanto della buona politica.C'è, infine, un legame perversopartiti-amministrazione, co-me si legge nelle parole di unaltro indagato («la cooperativacampa di politica»). Organirappresentativi, come il consi-glio comunale, che dovrebbe-ro essere di indirizzo e di controllo, invece fanno gestione.

Abbiamo bisogno di istitu-zioni perché gli uomini nonsono angeli, diceva uno dei«padri fondatori» americani.Nel mondo molle dell'ammi-nistrazione romana, con tanticorpi ibridi, né pubblici, néprivati, ma che operano con risorse pubbliche, non vi sonoregole, ma deroghe; non pro-cedure, ma scorciatoie; nonveri funzionari pubblici, mauomini assoldati dalle fazioni.1 diavoli, quindi, hanno avutola meglio.

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StefanoRimondi Presidente di Assobiomedica

Gare Consip un rischio per la salute»«Le centrali uniche di acquisto potrebbero diventare uno flop per i conti pubblici»

Roberto TurnoROMA

Le gare Consip e le centrali uni-che per l'acquisto dibeni e servi-zirischiano ditradursiinunperi-coloso flop in sanità. Sia per iconti pubblici, perché dal mirag-gio di un risparmio immediatoperi conti pubblici, ritradurran-no in spese impreviste nel futu-ro. Siaper la sicurezza e la qualitàdelle cure, traducendosi in un ri-schio per i pazienti. A mettere inguardia è Stefano Rimondi, pre-sidente di Assobiomedica, l'as-sociazione delle imprese di di-spositivi biomedicali. Un allar-me che rilanciala querelle sui co-sti regionali della "miticasiringa" e che dal caso dei costiazzerati degli interventi di ma-nutenzione delle apparecchiatu-re allarga il pericolo all'interosettore deibiomedicali. La paro-la magica, dice Rimondi è «ap-propriatezza». Anche per ilbenedella concorrenzatrale imprese.

Presidente Rimondi, la cen-tralizzazione degli acquisti èper il Governo una carta im-portante per risparmiare, e nonsprecare, in sanità. Siete prontialla sfida?

La centralizzazione degli ac-quisti per la fornitura di beni eservizi in sanità è uno strumentoimportante sotto il profilodell'economicità generale del si-stema, ma a patto che vengaadottato in modo appropriato.Applicatainqu es to modo rischiainvece di diventare un'arma adoppio taglio se spinta all'ecces-so, ovvero se applicata a livelloregionale o ancor più alivello na-zionale, come sta avvenendo ne-gli ultimi anni e come temiamoavverrà in modo più strutturatoquando verranno ridotte le cen-trali di acquisto regionali.

Eppure Governo e regioni cicontano parecchio, eccome.Cosa temete?

Preoccupa la riduzione della

qualità delle forniture rispettoall'oggettiva ricerca di specifici-tà ed efficacia delle cure. Unprezzo sostenibile è sicuramen-te un importante obiettivodell'acquisto, ma soltanto se nonriduce la qualità della prestazio-ne erogata avvalendosi del beneacquisito.

Vale a dire?L'eccessiva massificazione

degli acquisti non va incontro alconcetto di cura mirata o

Ì

nalizzata che sta facendo passiavanti grazie alle straordinariepotenzialità della tecnologia, maverrebbe ostacolata daunagene-ricacentralizzazione, e quindidauna standardizzazione dell'ac-quisto, troppo spinta.

Quali comparti nel settoredei dispositivi medici sono opotrebbero essere più penaliz-zati?

Tutti i comparti sono e conti-nueranno a essere penalizzati. Ilsettore dei dispositivi medici sicaratterizzaperl'alta tecnologiae la specializzazione che incor-porano e che rendono appro-priato e personalizzato il pro-cesso di cura, secondo le strate-gie egli indirizzi clinici delpresi-dio sanitario cui sono destinati.Questo aspetto è fondamentaleper tutte le tipologie di dispositi-vi medici: un risparmio imme-diato può comportare pesantiri-

percussioni in futuro sia perl'appropriatezza delle presta-zioni e la conseguente necessitàdi ripetizioni, sia per l'operativi-tà provocata da malfunziona-mento o disservizio degli appa-recchi. In questo senso la manu-tenzione delle macchine è tra ipiù colpiti dalla centralizzazio-ne degli acquisti.

Cosaè avvenuto nelmercatospecifico?

Negli ultimi otto anni c'è statoun dimezzamento dei prezzi neicontratti di manutenzione, comeè accaduto con il cosiddetto ap-proccio «multivendor», e più ingenerale nei contratti di serviziintegrati di gestione del parcotecnologico. Non è ragionevolepensare che possa avere altrispazi di compressione. Siamo aun punto di rottura.

Chi o cosa ha determinatoquesta situazione nelle gare dimanutenzione? Cosa non hafunzionato?

Le gare Consip hanno deter-minato una situazione di grandedifficoltà per leimprese, conrea-zioni patologiche per viadell'enorme dimensione degliappalti e il protrarsi delle con-venzioni precedenti in modo in-controllato. Ogni ente sanitarioha le sue esigenze, soprattuttonei servizi di gestione e manu-tenzione di apparecchiature, chevariano non solo a seconda deltasso di utilizzo, dei carichi di la-voro e di una serie di altri fattorilegati al singolo macchinario. Madipendono anche del tipo distrutturao della sua dislocazionesul territorio. Per trarre il massi-mo beneficio dagli investimentiin apparecchiature, oltre la puramanutenzione, occorre garanti-re il loro costante aggiornamen-to e una efficace attività formati-va di chi le impiega, che non puòesaurirsi nell'addestramento delpersonale addetto dopo che è av-venuta l'installazione.

E cosa avrebbe sbagliato laConsip, che peraltro è stata piùche utile per i conti pubblici?

Le gare Consip non tengonoconto di questi aspetti. Non èpensabile che uniformando i co-sti a livello nazionale si possanoerogare servizi in linea conle esi-genze di tutti. Certamente non

nel nostro settore. Dovrebberoessere piuttosto le singole strut-ture sanitarie a poter scegliere,senza dover applicare soluzionistandard imposte a livello cen-trale che invece rischiano di es-sere controproducenti per unapproccio gestionale efficiente eper un impiego ottimale delle ri-sorse pubbliche. Ilrischio princi-pale,voglio ripeterlo, èunabbas-samento della qualità del servi-zio, che significa esporre il parcotecnologico sanitario a scarsamanutenzione, che a sua voltaproduce inefficienza del servi-zio, costi digestione non ottimalie rischi per il paziente.

Cosa propone allora Asso-biomedica?

Stiamo cercando diindividua-repossibilinuovemodalitàdiap-proccio al mercato, esplorando-ne tutti gli aspetti giuridici. L'at-tuale modello non stapiù inpiedieillivello dinonsostenibilitàe dicontenzioso cui siamo arrivatidimostra senza ombra di dubbioche vanno trovate soluzioni al-ternative e più appropriate.

Quali alternative?Il dialogo tecnico e l'accordo

quadro possono aiutare l'entesanitario appaltante a sceglierein modo più appropriato i servizidi manutenzione di cui necessi-ta.Ma,insieme,possonopermet-tere anche una partecipazionepiù ampia delle imprese, che so-litamente propongono soluzionimirate per le singole strutture.Sarebbe un vantaggio sia per glioperatori sanitari che per lalibe-ra concorrenza tra le aziende.

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Stefano Rimondi . Presidente di Assobiomedica

I dati del biomedicale

IMPRESE DEL SETTORE(produzione , distribuzione , startup, contorezisti)

3.025

FATTURATO TOTALE(miliardi di euro)

di cui colSsn +-

RITARDI DI PAGAMENTO

1 giorni a ottobre (-22% su ottobre 2013)

Molise .734Calabria -731

Trento 74più in regolaFriuli ......._ ........ 74

SCOPERTODEL SSN VERSOLE IMPRESE(miliardi di euro)

3,2 a ottobre

I IfE 1E EPERSONALE

nAn

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CNG-MIUR

Geometricon laureaabilitanteDI BENEDEFTA PAGELLI

Una laurea abilitante peril geometra. Non un «sem-plice» corso di formazioneaccademica triennale nelletradizionali facoltà ad in-dirizzo ingegneristico, chepoi permettono di iscrï-versi a più albi (ingegne-ri e architetti iunior peresempio), ma un percorsouniversitario ad hoc pen-sato esclusivamente per ilfuturo geometra laureato.Il progetto è stato pre-sentato ufficialmente dalConsiglio nazionale di ca-tegoria solo poche settima-ne fa, ma è in discussioneda tempo con il m nisterodell'istruzione e universitàche dovrà ovviamente pre-disporne la relativa norma.La proposta se da una par-te si affianca alla riformadell'istruzione tecnica vo-luta dall'ex ministro Gel-mini (che ha trasformato lescuole secondarie che finoad ora avevano formato iigeometra in istituti d'istru-zione superiore a indirizzo«Costruzioni AmbienteTerritorio») dall'altra neè una diretta conseguen-

za: da giungo 2015 infattichi uscirà da queste scuoleuscirà con un generico tito-lo di istruzione tecnica. Edè proprio in questi istitutiche troverebbe forma ilprogetto. Nelle intenzionidel Consiglio nazionale deigeometri, infatti, il corso distudi si svolgerà all'internodello stesso istituto che haospitato lo studente fino aldiploma, in un ambientegià organizzato con aule,laboratori, docenti e per-sonale. Due i punti di forzadell'iniziativa: un curricu-lum bloccato, in modo che,a tutela di questo indirizzo,le università non possanopresentare piani di studidifferenti da quelli pro-posti dal Consiglio, e l'au-tomatica abilitazione allaprofessione di geometra altermine del percorso, unpo' come avviene già peralcune professioni sanita-rie. In sostanza la l'esamedi laurea vale anche comeprova di abilitazione perl'accesso all'albo, e nonin due momenti successivicome avviene attualmente.Per gli attuali iscritti conil solo diploma, spieganoancora dal Cng, si mette-ranno in atto tutte quelleiniziative per assecondareil processo di qualificazio-ne, magari utilizzando consi di alta formazione chepotranno essere organiz-zati anche per favorire lavalorizzazione dell'espe-rienza professionale ma-turata, così come prevedeil dpr 137112.

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Secondo un'indagine Geoweb nel 2014 fatturati stabili nonostante la crisi del settore edilizio

Geo metrí, tengono i iedditiSavoncelli: «Paga l'impegno su sicurezza, certificazione e mediazione»

Giuseppe Latour

I redditi dei geometri nel20i4 restano stabili. E l'elementopiù rilevante che emerge daun'indagine condotta da Ge-oweb, società controllata dalCng e partecipata da Sogei. Conilmercato della progettazione incrisi, restano in piedi iprofessio-nisti abituati a misurarsi con at-tività limitrofe a quelle più clas-siche: certificazione energetica,acustica, gestione della sicurez-za. Così, a sorpresa, accade chele ultime dichiarazioni dei red-diti dei geometri restituiscano lafotografia di una categoria ingrado di resistere alle difficoltà:il loro fatturato è calato appenadello 0,46% mentre il redditonetto dello 0,73 per cento.

«Nelle attività collegateall'edilizia siamo tradizional-mente più dinamici», spiega co-sì questi numeri Maurizio Sa-voncelli, presidente del Consi-glionazionale dei geometri. «In-vestiamo ormai da anni su

materie nuove, come la sicurez-za nei cantieri, la certificazioneenergetica, l'acustica, la media-zione. Negli ultimi anni, per fareun esempio, abbiamo abilitatooltre iomila coordinatori per lasicurezza». La tenuta dei ricavi,in sostanza, va collegata a una

Il NUOVO RUOLOIl giro d'affari è calato appenadello 0,46% e il reddito nettodello 0,73%; ora i tecnicipuntano a rafforzarecompetenze economico-legali

mutazione in atto. La ricercaevidenza, infatti, come stia spa-rendo la figura del geometra ge-neralista, a favore di una mag-giore specializzazione. Stanno,allora, dimagrendo gli ambiti la-vorativi più classici, mentre inalcune aree le opportunità ten-dono ad aumentare. Anche se

c'è un lato negativo della meda-glia: questi processi incidonoanche sulle parcelle, causandouna guerra al ribasso, in partico-lare trai più giovani.

L'analisi è ilrisultato diunase-rie di interviste condotte in seicittà diverse (Roma, Milano,Napoli, Torino, Bergamo e Sa-vona), con l'obiettivo di traccia-re un profilo aggiornato della fi-gura del geometra. E prova an-che ad andare oltre i numeri. Apartire dalle possibili evoluzio-ni della professione. «Bisognainiziare a gestire imprendito-rialmente la propria attività -racconta Francesco Gerbino, addi Geoweb -, acquisendo nuovecompetenze per svilupparenuovi business e fidelizzare laclientela, gestendone efficace-mente i rapporti». Queste ne-cessità, in concreto, si declinanosoprattutto nel campo della for-mazione. «Vogliamo costruireuna nuova figura di geometra -dice ancora Savoncelli - che raf-

forzi ulteriormente le compe-tenze tradizionali di carattereeconomico e legale».

Parlando di Pa, infine, nellari-cerca arriva un affondo durissi-mo. Che riguarda in primo luo-go la valanga di norme sotto laquale devono lavorare i profes-sionisti. I continui aggiorna-menti hanno l'effetto di aumen-tare il pericolo di interpretazio-ne scorretta delle leggi. Nelcampo dei procedimenti ammi-nistrativi, poi, c'è unparadosso:la diffusione delle banche dati edei servizi fruibili per via tele-matica non aiuta i geometri nel-la loro vita quotidiana. La buro-crazia, insomma, resta un mo-stro difficile da domare che, inqualche caso, fa addirittura te-mere per la trasparenza delleprocedure. «L'unica strada per-corribile - conclude il presiden-te Cng - è quella della sussidia-rietà. La Pa deve farsi sostituiredai professionisti».

©RPRODOZIONE RISERVATA

_' 111

Gli iscrittiIl numero dei geometri iscrittialla cassa di previdenza(Cipag) su un totale di109mila iscritti all'albo

Il reddito complessivoSecondo lo studio Geowebè il valore complessivo deiredditi dichiarati dai tecnici. Ilfatturato è pari a 2,8 miliardidi euro

Quanto guadagnanoIl reddito medio al netto dellespese raccolto dai geometristando alle dichiarazioni2014. Ilfatturatoè paria circa 32mila euro

Geometri Pagina 13

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INTEL LATO

Garanzie concretesulle comunicazioniavvocato-clientedi Guido Alpa cliente, nell'acquisire le prove e

a prima Giornata europeadegliavvocatisi celebraog-gi in tutti i Paesi Ue discu-

tendo un tema eli enorme impor-

t anz a p er cittadini cavvocatura:la

protezione dei dati personali nei

sistemi di sorveglianza di massa.

Il diritto alla privacy negli ultimi

anni si èconsolidato come costru-

zionegiuridica colriconoscimen-

to elegaranzie offerti da molte co-

stituzioni nazionali e dall'articolo

8 della C arta dei diritti fondamen-

tali dell'Ue. Al consolidamento

hannopartecipato le Corti, nazio-

nali e sovranazionali, e la dottrina,

attentaatutelaregli aspettipiùrile-

vanti dellapersona.

Ma questo diritto è diventatofragile e, in alcuni settori, deltuttoevanescente. Da un lato per l'ag-gressione sempre più spinta deisistemi di acquisizione, tratta-mento e divulgazione dei dati do-vuta alla concorrenza economicae ai grandi operatori informatici.Dall'altro, per l'abuso dei dati daparte delle autorità pubbliche,nonché per la mancata soluzionedi problemi giganteschi di circo-lazione dei datitraEuropa e Usa ele compli cazioni portate dalla lot-ta ariciclaggio eterrorismo.

Occorregiungere a un correttobilanciamentotraivaloriingioco,in campogiuridico, ma soprattut-to politico ed economico. In que-sto contesto rileva un ulterioreprofilo, oggetto della Giornata: ildiritto alla difesa dei cittadini.Un'ottica che si affianca a quellapiù nota del ruolo dell'avvocatonella difesa della privacy, cioè nel-la difesa deg= ' interessi del clienteda sfruttamenti illeciti dei datipersonali. Le due prospettive im-plicano più garanzia del segretoprofessionale e l'introduzione diadeguate difese nei controlli sullecomunicazioni tra difensore e

nel conservare i dati nelle nuvolegestite da operatori.

Proprio raccogliendo l'intentodell'Ue di modificare la direttivadel 1995 sulla protezione dei datiintroducendo due diversi regola-menti - tino sulla circolazione deidati e l'altro sull'uso dei dati nei si-stemi di controllo Perla sicurezzaenell'attività di giustizia (preven-zione, indagine, accertamento eperseguimento dei reati)- il Ccbehalan ciatouna discussione delte-ma; in ogni Paese, Consigli nazio-nali e Ordini locali sono invitati adiscuterne, specie nell'ottica della

Il TEMALa tutela della privacyè l'argomento al centrodella Giornataeuropea degli avvocati,che si tiene oggi..........................................................................

difesa del segreto professionale.Occorrono garanzie concrete

perché il professionista possa co-

municare colclienteinpienasicu-

rezza. Ciò implica che la tutela

della privacy sia rafforzata anche

nei confronti della pubblica am-

ministrazione quando il segreto

professionale è in pericolo. E oc-

corre che i nuovi testi comunitari

in preparazione chiariscan o l'am-

bito di operatività dell a normati-

va, l'inclusione o meno della cor-

rispondenza telematica nel con-

trollo esercitato da pubblica am-

ministrazione e autorità garante

(in sede sia nazionale si acuropea)e Il tipo di controllo che i Garanti

possano esercitare quando sono

in gioco le garanzie del cittadino

nella difesa giudiziale e stragiudi-

ziale dei propri diritti e interessi.

L'autore èpresidente del Consiglio nazìonoleforense

O RI PRO U IIZIO NE RISERVATA

Avvocati Pagina 14

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. Le simulazioni della Fondazione nazionale: il costo dipende da troppe variabili

Commercialisti, allarme sui risultatiQuanto costerà l'adesione alla

voluntary disclosure? Secondo lesimulazioni elaborate dalla Fonda-zione nazionale dei commercia-listi, il costo dipenderà dal Paese edalla "stagionatura" dell'investi-mento, oltre che dalla tipologia dievasione eventualmente connes-sa. Negli esempi riportati sopra sievidenzia, in particolare, chela di-

sclosure risulta convenientepergli

investimenti effettuati da soggettinon imprenditori in Paesi apparte-nenti all awhite list o in quelli black

List, qualora in quest 'ultimo caso,entro 6o giorni ïl Paese stipuli conl'Italia un accordo sullo scambio di

informazioni. In tale ipotesi, indi-

pendentemente dal periodo in cui

l'investimento è stato effettuato, i

periodi accertabilinonpossono es-sere più di cinque.

Il costo perla disclosure diventapiùconsistentenei casiincuil'inve-stimento sia stato effettuato invecein un Paese Blacklist che non abbiastipulato con l'Italia un accordo. Intali ipotesi,iperiodi accertabilipos-sono estendersi fino al doppio equindi anche per gli investimenti

più "stagionati", come nell'esem-pio, l'Irpef potrà essere recuperatasull'intero importo iniziale dell'in-vestimento in base alle aliquotemarginali applicabili sul redditocomplessivo del contribuente. Ladisclosure può tramutarsi quasi inuna confisca nei casi incuil 'investi-mento sia stato effettuato invece daun imprenditore individuale inevasionenon solo delle imposte suiredditi, ma anche dell'Irap e del-l'Iva. «La norma sulla voluntary -commenta Luigi Man dolesi , consi-gliere nazionale dei commerciali-sti - rischia di non raggiungere i ri-sultati sperati. É troppo complessae molto spesso troppo onerosa. Ilnostro timore è che possano risul-tare pregiudicati sia l'emersionedelle attività detenute all'estero, siail raggiungimento degli obiettividel Governo».

Commercialisti Pagina 15