Chiara Cassese&Milena Miranda

11
"Mi interessano quei luoghi di passaggio, non-luoghi inavvicinabili, impalpabili, sfocati, sempre più distanti dall’umano vivere. Non siamo consci di quanto la visione di ogni cosa sia vaga in questa corsa nella quale la gioia del silenzio non ha più spazio“ (Federico Mazza)

description

presentazione

Transcript of Chiara Cassese&Milena Miranda

Page 1: Chiara Cassese&Milena Miranda

"Mi interessano quei luoghi di passaggio, non-luoghi inavvicinabili, impalpabili, sfocati, sempre più distantidall’umano vivere. Non siamo consci di quanto la visione di ogni cosa sia vaga in questa corsa nella quale la gioiadel silenzio non ha più spazio“ (Federico Mazza)

Page 2: Chiara Cassese&Milena Miranda

Il neologismo nonluogo definisce due concetti complementari ma assolutamente distinti: 1) Spazi costruiti per un fine ben specifico (solitamente di trasporto, transito, commercio, tempo libero e svago).2) Il rapporto che viene a crearsi fra gli individui e quegli stessi spazi.Marc Augè definisce i nonluoghi in contrapposizione ai luoghi antropologici, quindi tutti quegli spazi che hanno la prerogativa di non essere identitari, relazionali e storici. Fanno parte dei nonluoghi sia le strutture necessarie per la circolazione accelerata delle persone e dei beni (autostrade, svincoli e aereoporti), sia i mezzi di trasporto, i grandi centri commerciali, i campi profughi, eccetera. Spazi in cui milioni di individualità si incrociano senza entrare in relazione sospinti o dal desiderio frenetico di consumare o di accelerare le operazioni quotidiane o come porta di accesso ad un cambiamento (reale o simbolico).

Aberrazione

Estraniamento

Spersonalizzazione

AnonimatoSpersonalizzazione Spersonalizzazione

Spersonalizzazione

Anonimato

Anonimato

Anonimato

Page 3: Chiara Cassese&Milena Miranda

Lo straniero (titolo originale L'Étranger) è un romanzo dello scrittore e filosofo francese Albert Camus pubblicato nel 1942.Questo libro è conosciuto per le sue tematiche, come l'assurdità della vita e l'indifferenza del mondo.Il breve romanzo esprime in modo difficilmente dimenticabile l'incolmabile distanza, anzi (come suggerisce il titolo) la vera e propria"estraneità" che separa l'uomo dal mondo. La realtà per Camus non ha alcun senso; gli eventi accadono, avvengono senza che ilpensiero possa coglierne motivi e significati plausibili: ecco allora che l'uomo, con il suo pensiero, si trova ad essere straniero nelmondo.Protagonista è Meursault, un modesto impiegato che vive ad Algeri in uno stato di indifferenza, di estraneità a se stesso e al mondo.È un eroe assurdo.

Il processo (Der Prozess) è un romanzo incompiuto di Franz Kafka, pubblicato per la prima volta nel 1925. È una storia surreale di un impiegato di nome Josef K. che viene accusato, arrestato e processato per motivi misteriosi.In questo romanzo più ancora che nelle altre sue opere, Kafka usa uno stile che serve lo scopo di rendere la narrazione spersonalizzante e angosciosa. I personaggi sono spesso indicati in modo parziale e criptico; dello stesso protagonista non viene mai detto il cognome.L'uso dell'aggettivo “kafkiano” con riferimenti a situazioni assurde, paradossali e angoscianti, entrato nell'uso comune, deve intendersi riferito soprattutto a quest'opera.

Page 4: Chiara Cassese&Milena Miranda

Autogrill (Francesco Guccini)

La ragazza dietro al banco mescolava birra chiara e Seven-up,e il sorriso da fossette e denti era da pubblicità,come i visi alle pareti di quel piccolo autogrill,mentre i sogni miei segreti li rombavano via i TIR...

Bella, d' una sua bellezza acerba, bionda senza averne l' aria,quasi triste, come i fiori e l' erba di scarpata ferroviaria,il silenzio era scalfito solo dalle mie chimereche tracciavo con un dito dentro ai cerchi del bicchiere...

Basso il sole all' orizzonte colorava la vetrinae stampava lampi e impronte sulla pompa da benzina,lei specchiò alla soda-fountain quel suo viso da bambinaed io.... sentivo un' infelicità vicina...

Vergognandomi, ma solo un poco appena, misi un disco nel juke-boxper sentirmi quasi in una scena di un film vecchio della Fox,ma per non gettarle in faccia qualche inutile clichépicchiettavo un indù in latta di una scatola di té...

Ma nel gioco avrei dovuto dirle: "Senti, senti io ti vorrei parlare...",poi prendendo la sua mano sopra al banco: "Non so come cominciare:non la vedi, non la tocchi oggi la malinconia?Non lasciamo che trabocchi: vieni, andiamo, andiamo via."

Terminò in un cigolio il mio disco d' atmosfera,si sentì uno sgocciolio in quell' aria al neon e pesa,sovrastò l' acciottolio quella mia frase sospesa,"ed io... ", ma poi arrivò una coppia di sorpresa...

E in un attimo, ma come accade spesso, cambiò il volto d' ogni cosa,cancellarono di colpo ogni riflesso le tendine in nylon rosa,mi chiamò la strada bianca, "Quant'è?" chiesi, e la pagai,le lasciai un nickel di mancia, presi il resto e me ne andai...

Page 5: Chiara Cassese&Milena Miranda

I nonluoghi sono incentratisolamente sul presente esono altamenterappresentativi dellanostra epoca, che ècaratterizzata dallaprecarietà assoluta (nonsolo nel campo lavorativo),dalla provvisorietà, daltransito e dal passaggio eda un individualismosolitario. Le personetransitano nei nonluoghima nessuno vi abita.

Page 6: Chiara Cassese&Milena Miranda

Il nonluogo è quello spazio utilizzato per usi molteplici,anonimo e stereotipato, privo di storicità e frequentato dagruppi di persone freneticamente in transito che non sirelazionano.

Page 7: Chiara Cassese&Milena Miranda

Il «nonluogo» si applica contemporaneamente su un piano teorico a spazi neiquali non era possibile leggere nessuna relazione sociale, nessun passatocondiviso, nessun simbolo collettivo e, su un piano empirico, a ogni spazio dicomunicazione, circolazione e consumo che si sviluppa attualmente sul pianeta.

Page 8: Chiara Cassese&Milena Miranda

Una volta l'uomo avevauna anima e un corpo,oggi ha bisogno anchedi un passaporto,altrimenti non vienetrattato da essereumano così scrivevagià nel 1946 ilnovelliere esaggista Stefan Zweig:da quel tempo ilprocesso didisindividualizzazionedella persona è andatovia via progredendo.

Page 9: Chiara Cassese&Milena Miranda

A questo proposito è interessante osservare la scelta di molticonferenzieri ebuisnessman di tenere gli incontri di lavoroall’interno dello scalo piuttosto che nella città. E’ qui, infatti,che senza correre alcun rischio, senza il pericolo di un’inevitabileperdita di tempo dovuta al traffico cittadino, è possibile aver adisposizione un distillato sicuro e costantemente vigilato della città.

Page 10: Chiara Cassese&Milena Miranda

Anche il concetto di “viaggio" è stato pesantemente attaccato dalla surmodernità:grandi "nonluoghi" posseggono ormai la medesima attrattività turistica di alcunimonumenti storici. A proposito del più grande centro commerciale degli Stai Unitid’America, il “Mall of America", che richiama oltre 40 milioni di visitatori ogni anno(molti dei quali ci entrano nel corso di un giro turistico), scrive il critico MichaelCrosbie nella rivista Progressive Architecture: si va al Mall of America con lastessa religiosa devozione con cui i Cattolici vanno in Vaticano, iMusulmani alla Mecca, i giocatori di azzardo a Las Vegas, i bambini aDisneyland. Anche i centri storici delle città europee si stanno sempre di piùomologando, con i medesimi negozi e ristoranti, il medesimo modo di vivere dellepersone e addirittura gli stessi artisti di strada. L'identità storica delle città ridotta astereotipo di richiamo turistico.

Page 11: Chiara Cassese&Milena Miranda

"... A volte, infatti, occorre che il tempo con il suo trascorrere di gente e con le migliaia dipassi che fa stratificare, generi l'identità di un luogo, e che sia anche il contesto adappropriarsi di uno spazio, che può – a buon diritto- anche essere semplicemente luogodi passaggio, e rispondere alle esigenze di tutti coloro che desiderano usarlo (nel modopiù funzionale possibile) per un determinato scopo: spostarsi, partire, fare acquisti ecc...Alla luce degli spunti citati, si può dire che questi “non-luoghi”, pur non essendostoricizzati come, ad esempio, una piazza di una città, costituiscono sovente per varimotivi dei punti di incontro della collettività che esercita la sua quotidiana, necessariamobilità, e pertanto, lentamente, si vanno riempiendo di alcuni di quei contenuti cheprima erano prerogativa di altri spazi. Senza alcun dubbio occorre riporre una sempremaggiore attenzione nel progettare queste strutture e le altre definite non-luoghi,considerandole sempre più non come semplici strutture di transito, ma come spazi dovecontemplare anche una relazionalità, fatta di incontri se vogliamo fugaci, ma dove pursempre si svolge una parte della vita della collettività contemporanea.

(“Non luoghi: introduzione ad una antropologia della surmodernità”, di Marc Augé)