PRIMO PIANO La “Chiesa del profondo” · Rosanna Bottiglieri• Raffaele Cassese• Giovanni...

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N. 13 6 aprile 2008 0,90 Anno LXII • Poste Italiane s.p.a. • Sped. a.p. • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB • Napoli • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli L’invito del Card. Sepe: «Doniamo gli ex voto per la Casa di Tonia» 8e9 SPECIALE Giovedì 17 aprile l’Arcivescovo incontra i fidanzati e i giovani sposi 3 PRIMO PIANO 84 a Giornata per l’Università Cattolica 10 ATTUALITÀ Cultura e territorio l’altro volto della Campania 11 PRIMO PIANO CITTÀ Andrea Acampa Francesco Asti Francesco Belliazzi Rosanna Bottiglieri Raffaele Cassese Giovanni Colaleo Mariapia e Sergio Condurro Eloisa Crocco Lorenzo Cultreri Antonio Di Donna Salvatore Esposito Salvatore Paolo Flagiello Pierluigi Fusco Girard Rosaria La Greca Cristoforo Lucarella Antonio Mattone Lorenzo Ornaghi Giuseppe Pesce Elena Scarici Angelo Vaccarella. Gli interventi In Seminario si riflette sul XXX Sinodo 2 Il Vescovo Di Donna celebra per le mamme 4 La Diocesi prega per i missionari martiri 5 “S. Maria Francesca” diventa Santuario 6 Gli chef si confrontano ricordando il Patrono 12 La settimana per la prevenzione oncologica 13 Storie di paese: Secondigliano 14 Junakovic per la prima volta a Napoli 15 La constatazione che la Chiesa “nella sua dimensione più autentica, non è mai pienamente misurabile attraverso ricerche sociologiche o rilevazioni demoscopiche”, ha costituito lo spunto per sviluppare una riflessione corale sul momento ecclesiale attuale. Il richiamo esplicito alla ‘Chiesa del profondo’ costituisce in effetti un deciso invito a porre al centro il mistero di Cristo, cuore della fede e dell’esperienza ecclesiale. Come ha affermato il Santo Padre Benedetto XVI durante il Convegno Ecclesiale di Verona: «in un mondo che cambia, il Vangelo non muta. La Buona Notizia resta sempre la stessa: Cristo è morto ed è risorto per la nostra salvezza! Nel suo nome recate a tutti l’annuncio della conversione e del perdono, ma date voi per primi testimonianza di una vita convertita e perdonata». Su questo sfondo si colloca l’impegno educativo della Chiesa, che, se da un lato rappresenta una dimensione tradizionale del suo agire, dall’altro si è fatto quanto mai urgente oggi, a fronte di una società che non sembra più capace di assicurare riferimenti affidabili per lo sviluppo armonico della persona. Questa urgenza si coglie in particolare tra i giovani e in special modo fra gli adolescenti, che costituiscono la fascia più esposta al disorientamento. segue a pagina 6 La “Chiesa del profondo”

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N. 13 • 6 aprile 2008 • € 0,90

Anno LXII • Poste Italiane s.p.a. • Sped. a.p. • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB • Napoli • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli

L’invito del Card. Sepe:«Doniamo gli ex votoper la Casa di Tonia»

8 e 9

SPECIALE

Giovedì 17 aprilel’Arcivescovo incontra

i fidanzati e i giovani sposi

3

PRIMO PIANO

84a Giornataper

l’Università Cattolica

10

ATTUALITÀ

Cultura e territoriol’altro volto

della Campania

11

PRIMO PIANO CITTÀ

Andrea Acampa • Francesco Asti • Francesco Belliazzi •Rosanna Bottiglieri • Raffaele Cassese • Giovanni Colaleo• Mariapia e Sergio Condurro • Eloisa Crocco • LorenzoCultreri • Antonio Di Donna • Salvatore Esposito •Salvatore Paolo Flagiello • Pierluigi Fusco Girard •Rosaria La Greca • Cristoforo Lucarella • AntonioMattone • Lorenzo Ornaghi • Giuseppe Pesce • ElenaScarici • Angelo Vaccarella.

Gli interventiIn Seminario si riflette sul XXX Sinodo 2

Il Vescovo Di Donna celebra per le mamme 4

La Diocesi prega per i missionari martiri 5

“S. Maria Francesca” diventa Santuario 6

Gli chef si confrontano ricordando il Patrono 12

La settimana per la prevenzione oncologica 13

Storie di paese: Secondigliano 14

Junakovic per la prima volta a Napoli 15

La constatazione che la Chiesa “nella sua dimensione più autentica, nonè mai pienamente misurabile attraverso ricerche sociologiche orilevazioni demoscopiche”, ha costituito lo spunto per sviluppare unariflessione corale sul momento ecclesiale attuale. Il richiamo esplicito alla‘Chiesa del profondo’ costituisce in effetti un deciso invito a porre alcentro il mistero di Cristo, cuore della fede e dell’esperienza ecclesiale.Come ha affermato il Santo Padre Benedetto XVI durante il ConvegnoEcclesiale di Verona: «in un mondo che cambia, il Vangelo non muta. LaBuona Notizia resta sempre la stessa: Cristo è morto ed è risorto per lanostra salvezza! Nel suo nome recate a tutti l’annuncio della conversionee del perdono, ma date voi per primi testimonianza di una vita convertitae perdonata». Su questo sfondo si colloca l’impegno educativo dellaChiesa, che, se da un lato rappresenta una dimensione tradizionale delsuo agire, dall’altro si è fatto quanto mai urgente oggi, a fronte di unasocietà che non sembra più capace di assicurare riferimenti affidabili perlo sviluppo armonico della persona. Questa urgenza si cogliein particolare tra i giovani e in special modo fra gliadolescenti, che costituiscono la fascia più espostaal disorientamento.

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LLaa ““CChhiieessaaddeell pprrooffoonnddoo””

Attualità diocesana Nuova Stagione2 • 6 APRILE 2008

La festadella DivinaMisericordiadi Rosaria La Greca

Eucarestia e Battesimo,sangue ed acqua che sgorganodal fianco di Cristo mediante iquali il Padre purifica l’animodell’uomo nella sua immensamisericordia: questo il temacentrale dell’omelia dimonsignor Raffaele Ponte che,nella Cattedrale di Napoli, hapresieduto la celebrazioneeucaristica della Domenica inAlbis, festa della DivinaMisericordia istituita daGiovanni Paolo II durantel’ultimo anno del suo lungoPontificato.Domenica di remissione totaledelle pene e delle colpe, nellaquale in molti creano lunghefile ai confessionali del Duomoe partecipano con profondadevozione alla celebrazione nelDuomo gremito.Monsignor Raffaele Ponte haesortato il popolo di Dio afarsi messaggero di Cristo sullaterra in quanto ereditario delgrande patrimonio d’amoreche il Cristo ci ha lasciato. Haricordato in relazione al passoevangelico di S. Tommaso chela preghiera assume unagrande forza se fatta insiemecon altri fratelli e per gli altrifratelli. Così da anni fanno imembri dell’Associazione dellaDivina Misericordia che hannoanimato la celebrazione e lacui presenza è divenutacaratterizzante nel momentodell’offertorio quando in decinesi sono portati sull’altareaccompagnando fratellisofferenti ad offrire in donocesti contenenti frutti dellaterra. La festa ha radici forti:Gesù parlò per la prima voltadel desiderio di istituire questafesta a suor Faustina nel 1931,quando le trasmetteva la suavolontà per quanto riguardavail quadro: «Io desidero che visia una festa dellaMisericordia. Voglio chel’immagine, che dipingerai conil pennello, vengasolennemente benedetta nellaprima domenica dopo Pasqua;questa domenica deve essere lafesta della Misericordia».«In questa domenica - hasottolineato Mons. Ponte - Diosi mostra particolarmentepronto ad aiutare i suoi figliperchè possano predicare lasua misericordia chesperimentiamo nel si delbattesimo, che vacontinuamente rinnovato, enell’eucarestia», misterirappresentati dai raggi chepartono e si diffondono dalCuore di Cristo, che haincontrato suor Faustina, eche si traducono in«compassione, perdono esolidarietà concretizzatinell’unica famiglia creata dafratelli e sorelle di provenienzadiversa che insieme nellapreghiera formano una solaanima».

All’ indomani dell’incontro, tenutosi nel-l’ambito della formazione in Seminario il 18marzo scorso, con don Antonio Terraccianosulle eredità del Trentesimo Sinodo dellanostra Diocesi, la parola è passata a donGennaro Matino, per un confronto su “Lasvolta del cammino della Chiesa locale”,secondo il contributo del nostro Vescovo, incomunione con il presbiterio e la gente diNapoli.

Sotto la lente d’ingrandimento, Napoli sirivela l’ultima metropoli europea «che puòdirsi ancora cattolica», nella misura in cui siverifica una resistenza sul territorio del “radi-camento religioso”, rispetto a quanto accadein realtà affini in Italia e non.

Accanto ad una storia che parla di santi,martiri ed eroi del quotidiano, la decadenzadel sentimento politico, la carenza di luoghi dicrescita civica ed, infine, lo scarso senso d’i-dentità collettiva, da sempre nel nostro d.n.a.,fanno sollevare con naturalezza lo sguardo delnapoletano, anche non credente, verso l’alto,verso ciò che forse non si conosce ma si spera,verso un’idea di “Padre Eterno”, che raccogliele più vaste proiezioni che il cuore e la menteci suggeriscono.

E allora con don Gennaro cominciamo adesplorare gli sforzi e i sacrifici che Napoli staesprimendo, proprio, per incarnare una vitadiocesana dedita in primis all’annunciodell’Evangelo.

Progetto pastorale, decanati, vicariati,nomine varie…tutto va sotteso ad un precisomovimento dello Spirito: incontrare le diver-sità e accorciare le distanze.

Come? Il Sinodo profetizzava che laChiesa napoletana non dovesse essere gelosadelle proprie strutture, ma dovesse «adeguarele proprie strutture ai mutati contesti» e su que-sta scia il nostro Vescovo, partendo dalle lineegenerali proposte della C.E.I., ama pensare adun “pastorale alla napoletana”, in cui fare unasintesi, non omologante, delle varie realtà ter-ritoriali, tanto diverse tra loro. “Adeguare lestrutture”: sono ridotti i decanati, ma ne

aumentano responsabilità e competenze,affinché sostengano, con la presenza trasver-sale dei vicari episcopali, le parrocchie acco-munate per vocazione territoriale, valorizzan-done i rispettivi carismi e consentendo piùagevolmente il raggiungimento delle cosiddet-te “realtà intermedie”, come centri di cultura,scuole, ospedali.

Tra le grandi scommesse un portale dioce-sano informatizzato, che possa allargare lepossibilità di dialogo tra gli uomini e le comu-nità, badando che questo sia il primo passoverso l’insostituibile necessità dell’esperienzapersonale e diretta, “faccia a faccia”.

Tutto ciò a sostegno non di una culturacredente, ma di un’ “adesione credente”: il“Sì”, nella libertà e nell’amore, dell’uomo alCristo, che scaturisce dal racconto di Lui, dal-l’incontro con Lui, dalla vita comune in Lui.

Nell’esplorare la vocazione sacerdotale,questa passione ardente per l’annuncio e perla comunione fraterna, rendono dolce quel“lasciare tutto”, che tanto sembra far male, mache a tanto…al Tutto schiude.

* Anno Propedeutico

Febbre d’annunciodi Salvatore Paolo Flagiello *

Organizzare la speranza. È questo l’eco di una pastorale figlia delXXX Sinodo della Chiesa di Napoli (1978-83) e riletta sotto i rifletto-ri del passato e del futuro – nell’ambito della formazione seminarialelo scorso 18 e 19 marzo – da due suoi sostenitori: don AntonioTerracciano e don Gennaro Matino. Fin dalle prime battute, donAntonio ha allegato il Sinodo alla veemenza del card. Ursi, suo gran-de interprete che ha traghettato la Chiesa locale dal medioevo precon-ciliare alla attualità postconciliare… Subito fa seguito una prima pro-vocazione: siamo di fronte ad un Sinodo obsoleto, da aggiornare oche tuttora deve suggerire ancora qualcosa? Risposta elusiva: maiapprontata una verifica in tal senso e questo dice molto! Dunque, unoscenario propugnato che caldeggia l’importanza dell’esperienza sino-dale indetta dalla lettera di Ursi “La Chiesa di Napoli in ascolto delloSpirito” zeppa di novità salienti: il grande senso della soggettivitàecclesiale del popolo di Dio tutto coinvolto, eccone una prima.

Da qui l’intuizione del presule delle assemblee parrocchiali. Eccoallora il profeta – il card. Ursi – che avvertiva, in un contesto arduo,di essere il nocchiere in questo rinnovamento epocale aperto dalConcilio. Suo principio fon-damentale doveva essereuna pastorale all’insegnadella catechesi, intesa comedilatazione della coscienzaecclesiale, koinonia fraternaed autentica della Chiesafino ad abbracciare tutti.Infatti, non inizierà subitoil sinodo; il primo sarà unanno in ascolto dellaParola, dello Spirito. E nonsi fecero attendere magnifi-che iniziative: le assembleeecclesiali di catechesi. Altromomento importante videla stesura degli orientamen-ti e norme del Sinodo in cui

si delineava un percorso dal basso: prima nelle parrocchie, che coin-volse la partecipazione della gente, poi nei decanati chiamati a vaglia-re le documentazioni concepite nelle assemblee parrocchiali. In ulti-mo, 400 sinodali in rappresentanza di tutta la chiesa diocesana, pre-parato uno strumento di lavoro, votarono le norme pastorali da inse-rire nel documento finale atto a tracciare il nuovo pianosinodale/pastorale. Un documento che in apertura prospettava unakoinonia con la chiesa sacramento di unità del genere umano. Poianalizzava le grandi sfide nella nostra realtà alla ricerca di una iden-tità perduta, in lotta con tutti i mali oscuri e profondi di Napoli.

La svolta è stata rappresentata dalla proposta di piste per unanuova presenza di chiesa, appassionata da uno battito ancora attua-lizzante: organizzare la speranza. Non stupisce, allora, una rivoluzio-ne pastorale chiamata a restituire il primato assoluto dell’evangeliz-zazione, attenta all’uomo concreto nei suoi contesti vitali, capace didare impulso ad una comunicazione/comunione. Dunque, un docu-mento che auspica una chiesa credibile, ardita di scelte forti: comu-nione fra vescovo e il presbiterio e fra presbiteri stessi, spirito di

comunione nei gruppi enelle famiglie, centralitàdella parrocchia. Scelte chedovevano convergere intor-no ai tre settori: profetico,sacerdotale e regale e dove-vano delineare il nuovovolto della chiesa di Napoli,nel segno della ministeria-lità di tutti i suoi membri.

Ecco la grande intuizio-ne di Ursi, ecco una pasto-rale rinata che ambisce alla“centralità di una parroc-chia comunità di comu-nità”.

* Primo Biennio

Nell’ambito della formazione, don Antonio Terracciano e don Gennaro Matino,in Seminario spiegano il XXX Sinodo della Chiesa di Napoli

Organizzare la speranzadi Raffaele Cassese *

Primo pianoNuova Stagione 6 APRILE 2008 • 3

Vicariato di RomaTribunale di Appello

Prot. n. 12240 Sez. Cicconetti

Neapolitana Nullità di matrimonioMiscia-Graus

Notifica di costituzione del Collegiogiudicante per via edittale

Ignorandosi l’attuale domici-lio del sig. Mariano Graus, parteconvenuta nella causa sopra inte-stata,

notifichiamo

a detto signore che la causa dinullità è pervenuta d’ufficio aquesto Tribunale di Appello, anorma del can. 1682, § 1 delCodice di Diritto Canonico.

Altresì, si notifica che ilCollegio dei Giudici si riunirà ilgiorno 30 aprile 2008 per emette-re, nella causa sopra intestata, ilDecreto previsto dal can. 1682 §2C.I.C.

Il Collegio dei Giudici saràformato dai Rev.mi: M.C.Cicconetti, Presidente eIstruttore; M.T. Romano, Giudice;G. Tavanti, Ponente.

È stato nominato Difensoredel vincolo il dott. Daniele Isola ePromotore di giustizia la dott.ssaAlessandra Giannelli.

La parte, se vuole, può presen-tare osservazioni entro e non oltrela data sopra indicata.

Coloro che, in qualche modo,abbiano notizia del sig. MarianoGraus abbiano cura di informarlodella presente notifica.

Tanto si notifica, per editto, anorma di legge.

Mons. S. Oder, Vicario GiudizialeL. Signore, Notaio

Miei cari giovani, giovedì 17 apri-le 2008, alle ore 18.30 vi aspettonell’Auditorium di largo

Donnaregina e, poi, in Cattedrale perconoscervi, parlare e pregare con voi,fidanzati e giovani sposi.

Come padre nella fede, desidero esse-re al vostro fianco in questo periododella vostra vita in cui siete chiamati afare o confermare scelte importanti.

Voglio rassicurarvi del mio sostegno ericordarvi che siete partecipi del grandemistero della creazione e che la fecon-

stiano e per incoraggiarvi ad assumere ivostri impegni nel segno dell’amoreindissolubile e della fedeltà.

Maria, Regina delle famiglie, accom-pagni i vostri passi e vi guidi nei momen-ti difficili del vostro cammino.

@@ Crescenzio Card. Sepe Arcivescovo di Napoli

Giovedì 17 aprile 2008, alle ore 18.30, all’Auditorium di largo Donnareginal’incontro con i fidanzati e i giovani sposi

La lettera dell’Arcivescovo

Ma quale amore? Viene da chiedersi seoggi vale ancora la pena di parlare e scrive-re di amore quando intorno a noi la parolaamore viene usata, strausata, abusata esoggetta a mille mistificazioni, che, anchecon la maschera accattivante di molti lavo-ratori dello show business, come mercena-ri senza coscienza etica, in tante trasmis-sioni su tutti i canali televisivi, hanno fattodiventare l’amore un sentimento principal-mente legato alle emozioni, al piacere, allafelicità personale e a quant’altro di effime-ro e instabile può esserci nella relazione traun uomo e una donna.

Il primo passo per parlare di amore èquello, quindi, di ridare senso alla parolaamore e di ricollocarla nel suo ambitosemantico, che la lega alla parola dono,solidarietà, gratuità, tenerezza, perdono,…

E’ di questo amore che vorremmo parla-re ai fidanzati, ai giovani che scelgono disposarsi in chiesa, e a quanti, da sposati,hanno bisogno di rimotivare la loro scelta,di rileggere il loro sì alla luce di dei valorie della bellezza scaturiti del loro consensoche li ha trasformati in cellula fondamenta-le , speranza della Chiesa e della società.

Per riaffermare tutto ciò, giovedì 17

aprile 2008 alle 18.30 il CardinaleArcivescovo incontrerà i fidanzati prossimial matrimonio ed i giovani sposi, peraccompagnarli e sostenerli nelle fasi deli-cate di questo cammino a due che vede glisposi partecipi del mistero grande dellacreazione. Con il Pastore della Chiesa diNapoli e affianco ai giovani ci sarannocoppie con più anni di esperienza, a testi-moniare la freschezza e la bellezza dellascelta fatta, pronti ad accompagnare i piùgiovani in un cammino che vale la pena difare, esplorandone tutte le vie, per riaffer-mare che scegliere la famiglia, e la famigliafondata sul sacramento del matrimonio èla novità, la sfida che gli sposi cristiani lan-ciano al mondo che ignora e vuole dimen-ticare il vero senso dell’amore , dellalibertà della scelta che compiono un uomoe una donna, dando significato al lorotempo, alla loro esistenza.

Faremo festa, pregheremo e staremoinsieme ai giovani sposi, ai fidanzati, con ildesiderio di trasmettere la gioia dellacoscienza dell’abitare il tempo del matri-monio, vivendolo intensamente, assapo-randone ogni momento, come nuovo, per-ché vissuto insieme all’altro, in una nuovadimensione, una nuova vita, trasformatadall’essere insieme, non come coppia, macome “una sola persona”, diversi da quelliche eravamo prima del sacramento che, inDio e per Lui ha trasformato due personein una “roccia”, indivisibile e per sempre.

Saremo, quindi, insieme, testimonidella pienezza della gioia del “lasciare pertrovare” che deve essere il motivo continuodella scelta del matrimonio, che altrimenticadrebbe nella monotonia e nel rimpiantodi quanto abbandonato alle spalle.

E’ importante, quindi, che gli sposi, equanti si accingono a celebrare il sacra-mento del matrimonio, rileggano la loroscelta in chiave sempre nuova, cercando dirivedere la loro vita di coppia alla luce del-l’esperienza di fede. Per questo, abbiamoscelto di parlarne e riparlarne soprattuttocon i giovani, a partire dall’incontro del 17aprile, per aprire nuovi fronti di formazio-ne, di confronto su argomenti non piùrimandabili e demandabili. Noi, i cristiani,dobbiamo parlare di amore, rieducandociai sentimenti e ai valori legati all’esperien-za dell’amore coniugale, cercando di attua-lizzare le nostre proposte, per ridare almatrimonio il senso di cammino della fedefatto insieme a Colui che è la fonte dellacomunione e che attraverso i nostri gestid’amore si fa presente nella nostra vita.

dità del vostro amore vi vede accanto aDio creatore, come insostituibili.

A voi, che siete la “roccia” su cui sifonda la speranza della Chiesa, voglioaffidare il compito di dire al mondo chesi può costruire la famiglia come segnodella straordinarietà dell’amore nell’or-dinarietà della vita.

Vi attendo, dunque, per testimoniarecon voi la bellezza del matrimonio cri-

La bellezza di una sceltadi Mariapia e Sergio Condurro

L’incontro dello scorso anno nel Salone Arcivescovile e in Cattedrale (Foto: Stefano Wurzburger)

Vita ecclesiale Nuova Stagione4 • 6 APRILE 2008

Secondiglianoin festa perGaetano Erricodi Francesco Belliazzi

19 marzo 2008: tuttaSecondigliano in festa perl’esposizione dell’urna del BeatoGaetano Errico nel duomo diNapoli, deposta nella Basilica diSanta Restituta dove il futuroSanto fu ordinato sacerdote edove è ritornato pochi mesi primadella santificazione che avverrà inpiazza San Pietro il 12 ottobre2008. Una data importante perSecondigliano che è stata semprevicina al Beato e che ha lottatoper vedere, finalmente, questogiorno. E l’entusiasmo dei giovanidel quartiere si è manifestato inpieno: hanno distribuitovolantini, immagini, biografie etesti su Gaetano Errico. Cosicchétutti, turista, passante o semplicecurioso, potesse conoscere ilSanto di Secondigliano. Un modo per dimostrare come lagrazia del Signore discende ancheladdove ci sono le difficoltà. Unquartiere martoriato da continuifatti di cronaca nera che è ancorain grado di sperare e di lavorareper far vedere che nulla è perduto.Il grande impegno dei ragazzi delquartiere è stato così rivolto adannunciare la grande grazia che ilSignore aveva concesso a tutta lacomunità dei Sacri Cuori, fondataproprio da quell’uomo umile estraordinario che ogni giorno sirecava a piedi da Secondiglianofino al Seminario diocesano inlargo Donnaregina. E come monito, in ricordo dellasua grande forza di volontà, versole 16 di questo stesso giorno, ungruppo di fedeli si è mosso dallaCappella dei Sacri Cuori insiemead alcuni sacerdoti, fra i quali ilpadre generale Salvatore Izzo, perraggiungere a piedi, in un vero eproprio pellegrinaggio, il Duomodi Napoli. Altri si sono organizzatisotto la guida spirituali di padreLuigi Toscano. Nel corso dellacelebrazione, che vedeva tutti isacerdoti della diocesi di Napoliriuniti per l’annuale messa per labenedizione degli oli crismali,l’Arcivescovo ha esortato ipresbiteri a seguire l’esempio delBeato: «Tutti, senza distinzioni,dovete combattere nelle trincee piùesposte per portare Cristo e seguireil Signore fra i poveri e con ipoveri. I poveri non hannobisogno solo di supportoeconomico ma di calore. Bisognaandare in ogni città, quartiere,vicolo per annunciare Cristo easciugare ogni lacrima,infondendo amore a tutti, potentio umili che siano». Le frasi delPastore rispecchiano in pieno ciòche hanno fatto i sacerdoti dellacomunità dei Sacri Cuori pervincere l’indifferenza e ladiffidenza della gente. E anchedopo la celebrazione, i giovani diSecondigliano hanno aspettato inlargo Donnaregina i sacerdoti perdonare loro le biografie del Beato. In serata l’urna è stata rimossaper far ritorno alla suaSecondigliano. Ma nessuno puòdimenticare. I giovani e tutta lacomunità hanno lavorato perquesto. E tutto questo amorelascia il segno. Un segno disantità. E ora Secondiglianorinasce grazie a Gaetano Errico.

Il 25 marzo nella chiesa

dell’Annunziata celebrazione

dedicata alle mamme e ai bambini,

presieduta dal Vescovo ausiliare,

mons. Antonio Di Donna

Accoglierela vitadi Andrea Acampa

Dodici giovani donne, tutte diverse tra loro, ma tutte conqualcosa in comune: hanno, infatti, risposto “si” ad un bam-bino che voleva nascere. Ad accoglierle, nel giorno a lorodedicato, oltre al Vescovo ausiliare monsignor Antonio DiDonna ed al parroco della SS. Annunziata don LuigiCalemme, una chiesa gremita da tantissimi fedeli giunti pervenerare la “Mamma di tutte le mamme”, il cui messaggiod’amore e di fede è ancora attuale.

«Oggi ancora nel clima di quest’annuncio di Risurrezione– ha affermato mons. Antonio Di Donna durante l’omelia -celebriamo l’annuncio a Maria da parte dell’Angelo. Inentrambi sono al centro le donne, anche quello dellaResurrezione viene dato alle donne, sono loro, infatti, che tro-vano la pietra rotolata ed il sepolcro vuoto ed è a loro cheappare per primo il Signore. Questa grande chiesadell’Annunziata è legata al mistero della vita che viene dalladonna, è la madre a dare la vita, all’origine di essa ed a tra-smetterla. L’annuncio non lascia indifferenti, così fu ancheper Maria che rimase turbata, ma da donna coraggiosa e forteaccolse il messaggio dell’angelo».

Ancora oggi, in un momento in cui l’aborto sembra esse-re diventato la panacea per molti mali, ci sono donne chevogliono, fortemente, aprire la loro casa ed il loro cuore adun figlio.

L’annuncio ad alcuni porta gioia, ad altri causa impegnieconomici e difficoltà quotidiane, ma crea profondi disagianche per la grande responsabilità che comporta.

«Ogni volta che nasce un bambino è segno di una vitadonata – ha continuato il vescovo - e segno che Dio non èancora stanco degli uomini. Accogliamo, quindi, l’annuncioche la vita è più forte della morte perché Gesù l’ha sconfitta,ed ogni nascita di un bambino sia simbolo di questa vittoria».

Al termine dell’omelia le dodici future mamme si sono

avvicinate all’altare pronte a ricevere la benedizione dallemani del vescovo. Prima giornata di una lunga serie checontinuerà nel tempo, di anno in anno.

«Molti che vengono ad assistere alla celebrazione del 25marzo – ha spiegato don Luigi Calemme, parroco e cappel-lano dell’ospedale Annunziata - non sono solo i fedeli dellaparrocchia, ma anche i “figli della Madonna”, quindi, c’è unforte senso di appartenenza da parte di coloro che nelBrefotrofio della Real Casa dell’Annunziata hanno trovatoaccoglienza ed una famiglia. C’è, dunque, un’enorme grati-tudine verso la Madonna, grazie alla quale in molti hannovisto salva la loro vita, mentre oggi sappiamo bene quale èl’epilogo di certi rifiuti».

Una missione che continua nel tempo, quella della chie-sa e dell’ospedale dell’Annunziata, un luogo storico che findai tempi della “ruota degli esposti” non ha mai smesso di“proteggere la vita” prima, ma anche dopo la nascita.

«Oltre alla grande collaborazione che c’è tra la chiesa e l’o-spedale – ha concluso don Luigi – che insieme tentano dioffrire una parola di speranza e di incoraggiamento ma spes-so anche aiuti materiali, non mancano casi di partorienti chenon riconoscono i propri bambini e, così come in passato, lilasciano nel nostro ospedale. È importante sapere che c’èun’altra strada che è possibile percorrere mantenendo l’anoni-mato e che non è necessariamente quella del “rifiuto”. Nonriconoscendo il bambino, si salva una vita e si dona la gioiaad una coppia che desidera vivere la paternità e la maternitàresponsabile. Noi celebreremo la solennità liturgica il 31marzo prossimo, in questa bella rimpatriata dei “figli dellaMadonna” e dei loro parenti, ci sarà un’intera comunità par-rocchiale ad accogliere, come oggi, queste persone che torna-no a casa propria, nel luogo dove sono nati e dove hanno tro-vato una famiglia».

L’intenzione dell’Apostolato della Preghiera per il mese di aprile

Gesù viene al mondo per togliereil peccato e così portare la verapace. Quando si parla di pace si

deve necessariamente distinguere trapace interna ed esterna. La pace inter-na suppone la sottomissione dell’uomoa Dio e alla sua legge, essendo essenzia-le alla pace il tranquillo ordine. Non èconcepibile la vita ben ordinata di unuomo che non riconoscerà la propriadipendenza da Dio.

La pace esterna è il riflesso dell’in-terna nelle relazioni umane. Per intro-durre la pace nel cuore dell’uomo ènecessario eliminare il peccato che l’al-lontana da Dio. Di solito la riconcilia-zione con Dio precede la pace e l’uomoperdonato dal peccato e tornato nell’a-micizia di Dio, potrebbe godere persempre l’esperienza gioiosa dell’armo-nia e della pace, se la sua volontà nonfosse terribilmente fragile e non tornas-se a peccare. Di qui la necessità di unaripetuta riconciliazione e di un conti-nuo perdono.

La sera del giorno di Pasqua, Cristooffre la sua pace come espressione delsuo amore, come primizia della suaredenzione. L’ultima sera aveva dettoagli Apostoli: «Vi lascio la pace, vi dò lamia pace. Non come la dà il mondo, io la

dal giogo del peccato. Egli è l’unicoAgnelo di Dio, che toglie i peccati. Luisolo, perciò, può farci questo dono. Lariconciliazione, quindi, precede la pace,ma spesso la segue.

Ci sono persone generose disposte asacrificare la vita per essere fedeli all’a-more di Cristo come i veri martiri.Avviene che il cuore dell’uomo, dopoaver gustato la pace del Signore, attrat-to da beni fallaci, sedotto da incantesi-mi inconsistenti, abbandoni Dio, l’uni-co vero Bene e si stacchi dalla suaBontà e Verità.

Ecco il Cuore di Gesù che, preveden-do le cadute miserevoli dell’uomo, gliha voluto dare la possibilità di recupe-rare il frutto perduto della redenzioneper mezzo della Penitenza. È questo ildocumento più probativo evidente dellamisericordia divina, che si rivela nelCuore di Gesù.

È sempre aperto l’ingresso al Cuoredi Gesù nel quale sono a nostra disposi-zione i tesori della Misericordia divina;da quel Cuore sgorgano sangue edacqua, che portano pace e riconciliazio-ne con Dio, con se stessi, con gli uomi-ni. È necessario chiedere, perciò, la cer-tezza dell’Onnipotenza divina poiché«nulla è impossibile a Dio» (Lc 1, 37).

do a voi» (Gv 14, 27). Gesù è sempre l’ami-co fedele che mantiene quanto promette.La sua pace è vera, non apparente, è stabi-le, non passeggera, è feconda di bene nonsterile, perché sgorga dal suo Cuore infini-tamente amante. Bisogna avvicinarsi aquesto Cuore per trovarla, possederla egustarla come è avvenuto per gli apostolinel Cenacolo, dopo lo sconvolgimento delVenerdì Santo.

Per poterci offrire il dono della paceGesù ha versato il suo sangue, riconqui-standoci all’amore del Padre, liberandoci

Dal Cuoredi Cristosgorga lavera pace

di Cristoforo Lucarella

«Come cristiano, non credo nellamorte senza resurrezione. Se mi uccidonorisorgerò nel popolo salvadoregno».Queste le parole di mons. Oscar ArnulfoRomero, arcivescovo di san Salvador,ucciso il 24 marzo 1980 mentre celebravamessa. In questo giorno si celebra la gior-nata nazionale di preghiera e digiuno inmemoria dei missionari martiri.Quest’anno, la XVI giornata in ricordo deitanti martiri si è celebrata venerdì 28marzo con una veglia di preghiera nellabasilica di Santa Restituta presieduta dalCardinale Crescenzio Sepe con una testi-monianza di padre Bernardo Cervellera.

Quest’ultimo missionario in Cina delPime è direttore dell’agenzia Asia News,un sito internet che vanta milioni di con-tatti oltre a rappresentare, oramai, unafonte autorevole ed un punto di riferimen-to per conoscere l’Asia e i suoi popoli.

«L’evento nella nostra diocesi – ha spie-gato Michele Autuoro direttore dell’ufficiodiocesano per le missioni - è stato organiz-zato dall’ufficio pastorale della diocesiinsieme con gli istituti missionari presentia Napoli. Ovunque, questo giorno, vienecelebrato con veglie di preghiera e digiuno,adorazione eucaristica e raccolta di aiutiper i luoghi dove la Chiesa è perseguitata».

All’inizio della celebrazione suaEminenza insieme ai tanti missionari pre-

senti si è avvicinato all’altare accompa-gnando la croce che è stata deposta su undrappo rosso.

Il cardinale ha fatto più volte riferi-mento, nel corso del suo intervento allaparola “martire” che deriva dal greco edindica colui che ha testimoniato la pro-pria fede fino all’effusione del sangue,fino alla perdita della vita stessa.

«La coerenza – ha affermato suaEminenza - ha spinto i martiri missionari arinunziare a tutto, per dedicarsi completa-mente al Signore. Il loro esempio ci deve esse-re da guida perché, anche noi, abbiamo ilcompito di testimoniare l’amore di Dio nelmondo, portare il suo amore a tutti i nostrifratelli. L’amore è, infatti, la molla di tutto,deve spingerci a testimoniare, ricordandociche si può essere testimoni e martiri, sempre,

giorno dopo giorno, anche nella nostra città».Dopo l’omelia sono stati letti i nomi di reli-giosi, sacerdoti e laici che hanno donato lavita per Cristo nell’anno 2007, ultimo anchequello del vescovo Caldeo di Mosul (Iraq)mons. Paulos Faraj Rahho rapito il 29 feb-braio scorso e poi ucciso. Ad ogni nome èstato deposto sulla croce un fiore.

«I martiri sono la speranza di ognipopolo – ha sottolineato padre Cervellera -perché affermano col dono della loro vitache l’amore di Cristo vince la morte. Nelsacrificio del martire si dà un segno che laverità e l’amore, e Cristo stesso, non hannoabbandonato la terra, ma vivono e splendo-no perfino nell’abisso del male. Ricordare imartiri significa ricordare che la speranzadella resurrezione è vicina. Nel nostro isti-tuto, il Pontificio Istituto Missioni Estere(Pime), c’è la tradizione che quando giungela notizia del martirio di un nostro confra-tello, la comunità si raduna in chiesa percantare il Magnificat: il Signore, infatti,compie “grandi cose” unendo la feconditàdella sua Croce e resurrezione al dono dellavita di uno di noi. Quello che sta accaden-do in Tibet è già successo alla ChiesaCattolica, e continua ad accadere, ma nondobbiamo dimenticare che la gioia nellatestimonianza è la carta vincente. Cristo ciha scelti per costruire una società nuova incui Dio è al centro».

Vita ecclesialeNuova Stagione 6 APRILE 2008 • 5

AdorazioneEucaristicaMartedì 8 aprile, alle ore 20,il Cardinale Crescenzio Sepecelebrerà l’AdorazioneEucaristica nella Cappelladell’Episcopio.Tutti sono invitati apartecipare.

* * *

CentroPastoraleGiovanileShekinàDa venerdì 4 a domenica 6aprile il Centro PastoraleGiovanile Shekinà organizzail XV “Campo di Lavoro eSolidarietà”. L’iniziativa, conil patrocinio della Provinciadi Napoli e delleMunicipalità 3, 5 e 8, èrealizzata in collaborazionecon: parrocchie del quintodecanato, Agesci, cooperativa“La Locomotiva Onlus”,Cespia-Crianza. Nei tregiorni viene raccoltomateriale igienico-sanitario,articoli monouso, generialimentari, materialescolastico per sostenere lecomunità: Progetto Cucciolid’Aquila (Albania); Binariodella Solidarietà (Caritas);Casa Famiglia Layla; CasaFamiglia Regina Pacis. Èpossibile effettuare donazionisu conto corrente postalenumero 39400809, intestatoal Centro Pastorale GiovanileShekinà.I punti di raccolta sonodislocati nelle parrocchie:Regina Paradisi, Immacolatadi Nazareth, CappellaCangiani, Nostra Signora delSacro Cuore, San Francescoal Vomero e nei supermercatidella zona. Inoltre sonoallestite tende in viaScarlatti, piazza Medaglied’oro, viale Colli Aminei,piazza Totò (Rione Alto),piazzetta Guantai.

Il 24 marzo la chiesa cattolica celebra il ricordo dei missionarimartiri. E’ l’anniversario della morte di Mons. Oscar ArnulfoRomero, arcivescovo di San Salvador ucciso il 24 marzo del 1980sull’altare mentre celebrava la messa. Questa memoria richiama lavita di tanti uomini e donne, di confessioni diverse, uccisi per esserestati fedeli a Cristo e al Vangelo. Cristiani che non si sono piegati allaforza del male e che con la loro testimonianza disarmata hanno dise-gnato un unico grande affresco, quello della sofferenza e della perse-cuzione, soprattutto negli anni del Novecento.

È una realtà che in modi e tempi diversi ha attraversato tutte leChiese cristiane. Roberto Angeli, un prete italiano finito nel lagernazista per aver aiutato gli ebrei, ha scritto: «Nella baracca 26 diDachau, in mezzo a preti cattolici di ogni paese, pastori protestanti,pope ortodossi, tutti sacerdoti allo stato puro – senza poteri, né orpelli,né privilegi – rosi dalla fame e dal freddo, torturati dai pidocchi e dallapaura, senza più nessuna dignità oltre quella invisibile del sacerdozio,imparammo a scoprire l’essenza della vita e della fede».

I cattolici sono caduti accanto a ortodossi ed evangelici. Tutte lecomunità cristiane, qualunque sia la loro confessione, sono state col-pite dalla violenza lungo il Novecento, anzi nei luoghi di sofferenzai cristiani, tanto a lungo divisi, si sono scoperti più vicini o ritrovatisolidali. Il loro sangue è una scuola di amore e di unità per tutte leChiese. È un segno in più di quel che già ci unisce. L’arcivescovo diMosul dei Caldei, in Iraq, Paulos Faraj Rahho, è l’ultimo grano diquesto rosario di dolori che appartiene alla Chiesa di Cristo. Avevaappena celebrato la Via Crucis nella chiesa dello Spirito Santo primadi essere rapito, seviziato e ucciso.

Nella sua città, i cristiani vivevano da tempo sotto un clima diviolenza. Solo qualche mese prima, all’uscita della stessa chiesa, erastato ucciso padre Raghiid Ganni, insieme a tre diaconi. Mons.Rahho aveva più volte manifestato la propria preoccupazione per unpossibile attentato o sequestro, ma è rimasto al suo posto, in unaterra ormai abbandonata da tanti cristiani. Più che cedere alla paurao alla fuga dalla sua patria ha preferito restare ed è morto come unmartire. Il martirio dei cristiani non sonopagine ingiallite dei secoli passati, ma è sto-ria dei nostri giorni, una storia che si ripete,che ha visto agli inizio del Novecento il mas-sacro degli armeni, e di tanti cristiani uccisidurante il nazismo e il comunismo e sotto iregimi totalitari susseguitesi nei vari conti-nenti. Nelle isole Solovsky, lo storico mona-stero ortodosso trasformato in lager dal pote-re sovietico, cattolici e ortodossi talvolta vive-vano insieme la sofferenza delle condanne, inun clima di fraternità sconosciuto nella vitanormale della Russia. Una suora domenica-na, Suor Imelda, prigioniera dal 1924 al

1930, racconta come i preti cattolici abbiano continuato a celebrarela messa in segreto, ricevendo il vino da un gruppo di monaci orto-dossi dell’ex monastero lasciati per un periodo nell’isola per i lavorinecessari. Il pastore luterano tedesco Paul Schneider fu deportatonel 1937 a Buchenwald per la sua opposizione al nazismo. Nel lagerfu sottoposto a maltrattamenti e torture perché si rifiutava di rende-re omaggio alla croce uncinata. Fu rinchiuso in bunker dove trascor-se gli ultimi mesi di vita. Dal bunker, tuttavia, non cessò la sua atti-vità di predicazione, di denuncia dei crimini e di conforto dei dete-nuti. Un compagno di detenzione ha così ricordato: «Nel bunker incui si trovavano le celle di isolamento buio, conobbi il pastoreSchneider; stava nella cella accanto alla mia. Tutte le mattine tenevaper noi prigionieri una preghiera mattutina e a causa di quella ognivolta veniva bastonato e torturato».

Un ex-detenuto, deciso a gettarsi contro il filo spinato elettrifica-to, ha raccontato di aver desistito grazie al pastore Schneider duran-te l’appello nel piazzale del campo: «…in quel luogo di orrore e dispe-razione, si udì risuonare, sul piazzale in cui i ventimila prigionieri sta-vano allineati, una voce forte e chiara. Questa voce proveniva dallaferitoia d’ una cella nel bunker: “Gesù Cristo dice:io sono la luce delmondo; chi mi segue non camminerà nella tenebre” …con quel gridomi ha salvato. Perché da quel momento io ho saputo: c’è qualcuno almio fianco!».

Andrea Santoro, era partito attratto da una vocazione per laTurchia, quella terra dove fino all’inizio del Novecento viveva unagrande comunità cristiana: chiese, monasteri, liturgie, dove il cantodegli armeni si intrecciava con quello dei greci. Perché scegliere unavita povera in una terra che doveva apparire già a lui ingrata? Il suoera un ministero d’amore tra Eucarestia e simpatia per tutti gliumani figli di Dio. Aveva detto: “Noi siamo quelli della croce, nonquelli della spada. A noi il Signore ha detto: metti la spada nel fodero…E tutto questo passa attraverso la croce. Se vuoi tenere la spada inmano, non farai mai l’unità. La croce è farsi agnello”. L’eco straordi-naria che ha avuto la sua morte ha mostrato il bisogno che tutti

abbiamo di parole come queste, di una sensi-bilità come questa. E la sua vita è stata rias-sunta dalla sua morte martiriale. Era in pre-ghiera, con la Bibbia aperta tra le mani, men-tre venne colpito. E’ l’icona che don Andrea,o meglio che il Signore lascia a ciascuno dinoi. Con tanta preghiera e pazienza, aspetta-va l’aurora di un nuovo giorno. Era Illusionela sua? C’è un valore misterioso di una vitacaduta a terra, anche se non è dato di cono-scere i tempi del germoglio. Con le maninude, con il sorriso, con la compassione imartiri sono quel seme che farà il rifiorire ilcristianesimo nel mondo.

Il 24 marzo la Chiesa cattolica ha celebrato il ricordo dei missionarimartiri. Veglia di preghiera in Cattedrale presieduta dal Cardinale Sepe

Testimonianze per il mondodi Antonio Mattone

«I martiri, speranza di ogni popolo»di Andrea Acampa

IN RICORDODirezione, Redazione e Ammini-strazione di “Nuova Stagione”, espri-mono a

don Raffaele Pescicoloil più profondo cordoglio per la scom-parsa dell’amatissima

mamma

Vita ecclesiale Nuova Stagione6 • 6 APRILE 2008

La “Chiesa del profondo”SEGUE DALLA PRIMA PAGINALungi dal cedere alla tentazionedella sfiducia, i Vescovi hannocondiviso la convinzione cheanche oggi sia possibile educare.Per questo, hanno confermato lascelta dell’evangelizzazione edell’educazione dei giovani allafede come argomento principaledell’Assemblea Generale deiVescovi italiani, che si terrà aRoma dal 26 al 30 maggioprossimi.Molteplici contributi sono statiofferti, utili per delineare unarinnovata azione pastorale tra igiovani e con i giovani. Sitratta, in primo luogo, dirisvegliare negli adulti lapassione educativa, perché “lavita si accende con la vita, laluce si accende con la luce”:senza riferimenti credibili emodelli avvicinabili èimpossibile strutturarepersonalità mature sul pianoumano e spirituale. È questa“un’impresa comune alla qualeciascuno è chiamato a recare ilproprio contributo”, secondo leparole del Papa nel discorso perla consegna alla diocesi diRoma della Lettera sul compitourgente dell’educazione.È stato poi evidenziato il profilocaratterizzante l’educazionecristiana, che nella storia hasaputo coniugare dottrina edesperienza, senza scadere aideologia astratta o ridursi apragmatismo irriflesso. Come haricordato il Presidente della Ceinella prolusione, “non è con isogni declamati che sicostruisce una società nuova emigliore, né con le requisitoriesaccenti o le suggestioni vaghequanto utopiche, ma con ipercorsi educativi, con la serietàe l’assiduità delle proposte, conla testimonianza dei maestri,con la severità e lo sforzodiuturno che è propria di ogniconquista”. Solo agendo cosìsarà possibile superare ladivaricazione ricorrente trarazionalità e senso della vita,che mina la condizionegiovanile, rendendo ardual’assunzione di responsabilitàadulte e fragile la capacità diamare.Occorre perciò accompagnare igiovani con lucidità di principie prossimità di relazioni,aiutandoli gradualmente adiventare protagonisti nellaChiesa e nella società:quest’attenzione deve essereancor più presente nei percorsidi iniziazione cristiana nelleparrocchie e nelle aggregazioni,ben sapendo che il crescere nellafede passa in via ordinariaattraverso una concretaesperienza di appartenenza. Sitratta, da una parte, divalorizzare il ruolo peculiare eirrinunciabile della famiglianell’educazione dei figli, edall’altra di prestareun’attenzione specifica allascuola, che costituisce il luogodove è possibile incontrare tuttii ragazzi e i giovani, non soloquelli che frequentano lacomunità ecclesiale.

(dal comunicato finale delComitato permanente della Cei

10-13 marzo 2008).

Proporre al ricordo, di quanti hannoavuto l’opportunità e la fortuna diincontrare o conoscere, negli anni, l’in-

stancabile e dinamico sacerdote della Chiesadi Napoli, don Eutimio Antinucci, per oltremezzo secolo parroco di San Marco diPalazzo in piazza Santa Maria degli Angeli,non è impresa semplice.

Soprattutto, perché non è nostro intendi-mento tesserne le lodi, ma indicare a tutti e aciascuno, unicamente la sua sconfinata tene-rezza, la sua coerente testimonianza sacerdo-tale, il difficile cammino del suo lungo impe-gno religioso, educativo e morale.

Una Santa Messa di trigesimo è l’occasio-ne per ricordare una persona cara, per strin-gersi ancora una volta vicino ai familiari, perpregare per l’anima benedetta dello scompar-so. Per la Santa Messa di trigesimo di padreAntinucci, celebrata dal Vescovo Ausiliaredella nostra Arcidiocesi S. E. Mons. AntonioDi Donna con tanti sacerdoti, religiosi e par-roci del decanato, non sono mancate dellesignificative piste di riflessione sulla figura esull’opera di mons.Antinucci. Prima tra tutte,quella di «sfuggire alle tentazioni del nostrotempo che spesso – ha sottolineato lo stessomons. Di Donna – sono contrassegnate dalleminacce dell’oblio e della dimenticanza».

Monsignor Antinucci, non può e non deve

memoria, il suo esempio, i suoi consigli, la suaumanità non possono facilmente esseredimenticati».

In una basilica, stracolma di fedeli edestimatori dell’efficace azione pastorale dipadre Antinucci, nella quale ancora riecheg-gia la sua forte sottolineatura della nostravita senza fine, della vita vera, della vita eter-na, lontana dall’insignificanza e dallo squal-lore delle banalità, dagli egoismi e dalla per-dita di senso, si fa forte, sempre più forte, ilsuo accorato invito a «imparare a pensaresecondo Dio» a «lasciarci attraversare daCristo» per realizzare nella famiglia, nellascuola, negli uffici, nella comunità parroc-chiale, nel quartiere e nella città la comunio-ne con il Risorto.

Il suo forte e deciso messaggio: sottrarrela nostra vita alle mode e all’insignificanzadel nostro tempo, cercando attraverso ildialogo, la simpatia, l’amicizia, la genero-sità e la condivisione di “essere una solacosa”.

La “memoria del cuore” certamente saràla caratteristica ed il segno distintivo deifedeli di San Marco di Palazzo. Il temposmorzerà ed attenuerà l’immenso dolore perl’improvvisa dipartita di un pastore straordi-nario che si è fatto dono e offerta quotidianaal Signore della Vita, offrendo spazio ad unarinata fiducia, alla speranza e alla gioia.

Ricordato dal Vescovo Ausiliare, Mons. Di Donna, il grande messaggio di Mons. Antinucci

Pensaree vivere

secondo Diodi Lorenzo Cultreri

essere dimenticato da nessuno dei presentiper tutto ciò che ha fatto per la Chiesa diNapoli, per la premura sempre dimostrataverso i sacerdoti e i laici, per l’affabilità e latenerezza espressa nelle sedi e nei luoghidegli incontri comunitari. «La sua – ha prose-guito il Vescovo ausiliare – è stata una caritàpastorale senza confini, una testimonianza atutto campo, una fede smisurata nel misterodella Luce e della Resurrezione. Quante volteEutimio ha annunciato la vita e la resurrezio-ne! Il Cristo che Eutimio ha sempre annuncia-to ed amato, certamente lo ha già accolto nellacomunione dei Santi. Ecco perché la sua

La chiesa di Santa MariaFrancesca diventa Santuario

Il 29 giugno del 1867 Papa Pio IX indicava alla Chiesa universale l’esempio di vita di Suor MariaFrancesca delle Cinque Piaghe, canonizzando, per la prima volta nella storia, una donna napoletana.

A distanza di 140 anni il Signore fa dono alla Suore Figlie di Santa Maria Francesca di un altro grandeevento gioioso: la chiesa di vico Tre Re a Toledo 13, diventa Santuario.

Domenica 6 aprile, alle ore 18, il Card. Crescenzio Sepe, Arcivescovo di Napoli, presiederà la solenneCelebrazione Eucaristica durante la quale la chiesa sarà eretta a Santuario.

L’esempio e l’intercessione di San Maria Francesca ci aiutino a morire con Cristo al peccato e a risorge-re con Lui alla vita nuova dell’amore, del perdono, del servizio, per essere testimoni di Gesù Risorto,Speranza del mondo.

APPUNTAMENTIUsmi

Corso di formazione permanente 2007-2008, organizzato dall’Usmi diocesana diNapoli. Obiettivo di quest’anno: Guida allalettura spirituale personale. Gli incontri sitengono sempre di martedì, dalle ore 16.30alle 18.30, nella sede federativa dell’Usmi,in largo Donnaregina 22. Questi i prossimiappuntamenti: 8-15-22-29 aprile: Corsofondamentale sulla fede. Rahner. Prof.ssaEmanuela Riccardi.

Apostolato della PreghieraMartedì 8 aprile, dalle ore 10.30 alle 12,

nella Sala de Catecumeni, in largoDonnaregina 22, si terrà l’incontro formati-vo mensile per gruppi attivi ed animatoriparrocchiali dell’Apostolato della Preghiera.

Chiesa del Gesù NuovoTerzo mercoledì del mese, incontro

mensile di preghiera dei malati con SanGiuseppe Moscati. Il prossimo appunta-mento è per mercoledì 16 aprile, a partiredalle ore 16. Alle ore 17, celebrazione dellaSanta Messa, i padri sono disponibili adaccogliere i fedeli che desiderano ricevereil Sacramento della Penitenza.

Arciconfraternita dei PellegriniCorso di formazione “La dottrina socia-

le della Chiesa”, in occasione del centena-rio delle Settimane sociali dei cattolici.Prossimo appuntamento: venerdì 18 apri-le, ore 18.45, Salone del Mandato. SavinoPezzotta parlerà su “Il lavoro: un pilastrodella dottrina sociale della Chiesa”.

Piccole Ancelle di Cristo ReSabato 19 aprile, alle ore 17,

nell’Istituto delle Piccole Ancelle di Cristo

Re, in vico delle Fate a Foria 11, sestoappuntamento con la Lectura PatrumNeapolitana 2007-2008. Antonio Garzya,professore emerito nell’Università diNapoli “Federico II”, leggerà TeodoroStudita: “Catechesi – epitafio per la madre”a cura di A. Pignani (Hellenica etByzantina Neapolitana, Bibliopolis, 2007).

Seminari Arcivescovili. UfficioVocazioni Sacerdotali

Itinerari vocazionali per ragazzi e giova-ni alla ricerca: Gruppo Nazareth (crescerecon Gesù in età, sapienza e grazia) ragazzitra i 13 e i 15 anni. Gruppo Betania (amicidi Gesù… in cammino!) ragazzi tra i 16 e i20 anni. Gruppo Emmaus (chiamati allasequela di Cristo risorto) giovani dai 20anni in su. Questi i prossimi incontri men-sili: domenica 20 aprile; domenica 25 mag-gio. L’appuntamento è alle ore 9.30 pressoil Seminario Arcivescovile, viale ColliAminei 3. La giornata terminerà alle ore16.30. Porta con te: entusiasmo, buonavolontà, desiderio di ricerca… e la colazio-ne a sacco per il pranzo.

I Giovedì in Seminario: I gruppi giova-nili delle parrocchie pregano insieme aiseminaristi. È possibile unirsi alle preghie-re della Comunità del Seminario prenotan-dosi ai numeri 081.741.31.50 –081.741.86.49 (don Antonio Serra, donFrancesco M. Cerqua, seminarista CiroTufo). Queste le prossime date: 17 aprile, 8maggio, 22 maggio.

Usmi – XIII DecanatoGiovedì 8 maggio, ore 17.30, ultimo

appuntamento con l’AdorazioneEucaristica: parrocchia Santa Maria delleGrazie. Animazione affidata alle SuoreVocazioniste.

Unitalsi Campania

AnniversarioRenato Paternò

Mercoledì 9 aprile 2008 ore 18.30sarà celebrata la messa del 10° anniver-sario della scomparsa di RenatoPaterno’, Presidente per lunghi annidell’Unitalsi Campana e diacono perma-nente della Chiesa di Napoli, presso laCappella del Seminario MaggioreArcivescovile sita in Viale Colli Aminei, 3Napoli.

Parrocchie SS. AnnunziataMaggiore - S. Giorgio

Maggiore - S. Maria Egiziaca

Via LucisMartedì 29 aprile 2008 alle ore 19.15.

“Una comunità cristiana sui passi delRisorto”.

Le parrocchie SS. AnnunziataMaggiore, San Giorgio Maggiore e SantaMaria Egiziaca, “ancora insieme” per laVia Lucis. Appuntamento nella chiesa diSan Giorgio Maggiore (Via Duomo 237a).

Itinerario: Via Vicaria Vecchia, ViaForcella, Piazza Calenda, ViaAnnunziata.

Conclusione della Via Lucis nellachiesa dell’Annunziata Maggiore.

Pastorale e DomenicaNuova Stagione 6 APRILE 2008 • 7

Viaggio attraversogli Istituti ReligiosiFemminili della Diocesi

Varietàdi Carismiin un soloSpiritoDomenicanedi Santa Caterinada SienaMadre Margherita Gerina Fabre,la Fondatrice, nacque a SaintGeniez, nel dipartimentodell’Aveyron, Francia meridionale,il 22 aprile 1811.La madre e le cinque figlieabbracciarono il Terz’OrdineDomenicano e quattro di queste siconsacrarono al Signore nellaCongregazione della maggiore.Dopo la Prima Comunione,Caterina fu messa come educandapresso le Suore dellaPresentazione a Chaudesaigues. Il14 settembre 1830,diciannovenne, entra a far partecome novizia della Fraternità delTerz’Ordine Domenicano diChaudesaigues, prendendo ilnome di Margherita Gerina. Nelmaggio successivo emette laprofessione. Il 2 settembre 1852, Madre Gerinacon due Religiose andò da Mons.de Jerphanion per ossequiarlo echiedergli una benedizioneparticolare sull’opera nascente.Non soltanto le fu accordata lapiù larga benedizione, mal’istituzione della Madre GerinaFabre venne riconosciuta comevera e propria Congregazionereligiosa. Nacque in quel momento laCongregazione di Santa Caterinada Siena di Albi del Terz’Ordine diSan Domenico. Si tratta di unnome che ne esprime i trattifondamentali e l’identità. Lagiovane religiosa si era data aduna vita di preghiera e dicontemplazione integrandola conil servizio cariiativo al prossimo.Nel corso della sua vita diFondatrice, Madre Gerina Fabreaprì un grande numero di case.Un giorno, incerta la data, MadreGerina ricevette da Napoleone III,che aveva grandi possedimentiprivati in Italia, a CivitanovaMarche, una richiesta difondazione. Fu così che il 15 dicembre 1862, ilgruppetto delle tre SuoreDomenicane francesi, guidato dasuor Agostina Pratviel, entrava inCivitanova e cominciava la suaopera di carità. I Padri Domenicani assistettero laMadre Gerina nel definirel’identità della Congregazione nelquadro dell’Ordine Domenicano;il Provinciale compilò un“Corpus”, comprendente la Regoladi Sant’Agostino, le antiche regoledel Terz’Ordine della Penitenza, enorme specifiche relative alla vitadella Congregazione. Il 3 settembre 1879 Madre GerineFabre si dimise dalla carica diSuperiora Generale. Il 31dicembre 1887 si spensedolcemente mentre rispondevacon piena coscienza e con perfettoabbandono alla volontà di Dio:«Signore vieni in mio soccorso».Nel 1925 la casa di Albi ne riebbele spoglie, che riposano sottol’altare della cappella, oggetto difiliale venerazione.

In camminoverso Sydney

Parliamo dellaConfermazionedi Salvatore Esposito

La distinzione fra i due sacramenti, Battesimo e Confermazione,è netta; tuttavia occorre precisare che il Battesimo, in quanto sacra-mento, ha in sé una sua completezza ed efficacia; esso riceve dallaConfermazione un’ulteriore precisazione in forza del dono delloSpirito che abilita i battezzati a esercitare in pienezza nella Chiesal’ufficio profetico, sacerdotale e regale. Con il sacramento dellaConfermazione, dunque, i battezzati «proseguono il cammino dell’i-niziazione cristiana», ricevendo «l’effusione dello Spirito Santo, chenel giorno di Pentecoste fu mandato dal Signore risorto sugli apostoli»(Rito della Confermazione l).

L’idea della Confermazione come perfezionamento del Battesimoè cara al vescovo Fausto di Riez come a Sant’Ireneo di Lione. SanTommaso apporta un’ulteriore chiarificazione quando dice: «L’uomoriceve la vita spirituale nel Battesimo, che è una generazione spiritua-le; dalla Confermazione riceve invece, per così dire, l’età adulta nellavita spirituale» (Summa theologica III, 72, 1). Per San Tommaso,dunque, la Confermazione, mentre dona una perfezione e una nuovadignità al battezzato, nello stesso tempo lo abilita per la testimonian-za pubblica e coraggiosa di Cristo.

Numerosi autori moderni si sono interessati al rapportoBattesimo/Confermazionc, fra questi Neunheuser che fonda la suariflessione partendo dal Battesimo del Signore al Giordano, modellodel dono dello Spirito effuso a Pentecoste dopo la glorificazione diGesù. Nel giorno di Pentecoste, infatti, Pietro manifesta il rapportotra Battesimo e dono dello Spirito (At 2, 38).

Altri considerano il Battesimo e la Confermazione come duetappe di un’unica crescita nel Cristo. Lo Spirito donato nelBattesimo è per la vita nuova (Gv 3, 5) e per l’incorporazione nelcorpo mistico di Cristo (1 Cor 12, 13); nella Confermazione, loSpirito è donato per la missione. Altri ancora sottolineano il rappor-to Battesimo/Confermazione alla luce del rapporto Pentecoste/Pasqua.

Il Battesimo e la Confermazione donano lo Spirito Santo

Nel Battesimo come nella Conferrnazione viene effuso lo SpiritoSanto abbondantemente e permanentemente, abolendo cosi la male-dizione di Dio: «Il mio spirito non resterà sempre nell’uomo» (Gen 6,3). Nel Battesimo lo Spirito Santo dona all’uomo la vita nuova e lagrazia di entrare in comunione con la Santissima Trinità.

Afraate conforta quanto detto affermando: «Per questo abbiamonoi pure ricevuto lo Spirito di Cristo... Infatti al Battesimo abbiamoricevuto lo Spirito di Cristo e nel momento stesso in cui i sacerdotiinvocano lo Spirito si apre il cielo ed egli discende e incombe sulleacque e lo rivestono coloro che sono battezzati. Infatti lo Spirito èassente da coloro che sono nati dal corpo (fisicamente), finché non siavvicinano alla rigenerazione dell’acqua; (è) allora (che) ricevono loSpirito Santo» (Demonstratio XIV).

(17. continua)

XXXIII Giornata Mondiale della Gioventù

Formazione liturgica(s. e.) La riflessione intorno alla formazione liturgico-artistica del

clero vuole essere solo una messa a fuoco del tema riletto alla luce delmagistero della Chiesa, dalla “Sacrosanctum Concilium” ad oggi. Èuna lettura veloce, accompagnata da qualche rilievo e da una conclu-sione.

Il n. 129 della Costituzione liturgica, resta ancora disatteso: sinoad oggi non ha avuto una larga applicazione. Le ragioni non sonochiare, è certo che l’esperienza fa constatare proprio l’opposto contra-rio di quanto dice il documento conciliare: «I chierici, durante il corsofilosofico e teologico, siano istruiti anche nella storia e lo sviluppo del-l’arte sacra, come pure sui sani principi su cui devono fondarsi le operedell’arte sacra, in modo che siano in grado di stimare e conservare ivenerabili monumenti della Chiesa e offrire opportuni consigli agli arti-sti nella realizzazione delle loro opere».

La Costituzione liturgica, nel manifestare la preoccupazione diqualificare il clero in rapporto ai problemi dell’arte sacra, esprimealtresì la preoccupazione: «a livello più sostanziale di una più pienaqualificazione umana di esso poiché nella misura in cui il clero è sensi-bilizzato alla vasta problematica dell’arte sacra, potrà essere di aiuto agliartisti per svelare la giusta dimensione della loro vocazione».

Perché questo lavoro di sensibilizzazione possa essere portatoavanti, la Costituzione ripete il principio della formazione del clerogià enunciato nel n. 14. La formazione liturgica è indispensabile perfar vivere ai futuri presbiteri e a quanti sono già impegnati nel mini-stero lo spirito della liturgia rendendoli veri mistagoghi per il popololoro affidato, ora: «non si può sperare la realizzazione di tutto ciò, dicela Costituzione, se gli stessi pastori d’anime non siano penetrati, loro perprimi, dello spirito e della forza della liturgia, e ne diventino maestri, èperciò assolutamente necessario dare il primo posto alla formazioneliturgica del clero».

(32. continua)

UFFICIO CULTO DIVINO

6 aprile: Domenica III di Pasqua

I discepoli di Emmausdi Francesco Asti

I due discepoli di Gesù si dirigonoverso Emmaus discutendo di ciò che eraaccaduto a Gerusalemme nei giorni diPasqua. La loro conversazione è segnatadallo scoraggiamento e dalla delusione,perché il loro Maestro è stato ucciso inmaniera ignominiosa. Si può solo imma-ginare il loro stato d’animo.

Tutte le speranze erano riposte in quel-l’unica persona: la gioia di vivere, il benes-sere economico, uno stato migliore, unareligione a misura d’uomo. Ogni attesaaveva il nome di Gesù. Eppure il lorodiscutere non è mosso dall’annunciopasquale, anche se avevano ascoltato ledonne che lo avevano visto vivo.

I due discepoli continuano a cammina-re senza la gioia di essere scossi dallaPasqua di Risurrezione. Tale evento non licommuove, né li interroga sulla veridicitàdei fatti, ma proseguono nel loro ritorno acasa con l’idea di aver vissuto una stagioneesaltante della loro vita finita tragicamente.

La loro conversazione presenta tuttigli elementi per poter credere, ma c’èqualcosa che li ha chiusi alla fede. Hannoseguito Gesù; hanno ascoltato la sua paro-la di salvezza; hanno visto la potenza cheoperava in Lui; hanno assistito alla suapassione, morte e risurrezione; hannoascoltato le donne che lo annunciavanoRisorto. Eppure tutto ciò non li ha spintoa credere: perché? Che cosa c’era di cosìgrave, per cui non hanno recepito lanovità che veniva consegnata da Gesù adogni suo discepolo?

Il Risorto stesso individua il nodo delproblema. Allora come oggi vi è unamalattia perniciosa che limita la fede,anzi la neutralizza nelle sue potenzialità:la sclerocardia. I due discepoli soffrono diinvecchiamento precoce del cuore. Laloro adesione a Gesù ha bisogno non difatti da discutere, ma di vita da condivide-re: i gesti del Messia Risorto richiamanola quotidianità, quella stessa vissuta con i

suoi discepoli. La lentezza del crederespinge a ridimensionare i rapporti umanie a vanificare le opere di bene che si pos-sono compiere.

È chiaro: il risultato è lo scoraggia-mento e di conseguenza una volontà dadisfattista. Quando l’annuncio pasqualeinvade il cuore, tutto viene rigenerato,perché non vi è la morte, ma la vita, quel-la stessa che è donata dallo Spirito delRisorto. La situazione dei discepoli diEmmaus può effettivamente essere anchela nostra, qualora non vogliamo esserecoinvolti da chi ci annuncia la risurrezio-ne.

La nostra vita prosegue inesorabil-mente, ma con quella tristezza tipica dichi non ha nulla da sperare. Si può anchevivere senza sapere i motivi del nostrovivere, lasciandoci trascinare dagli eventi,ma non si può vivere senza sapere che lenostre energie sono spere per il nostroDio.

Tutte le encicliche di Giovanni Paolo II Non c’è dubbio che Karol Wojtyla, sia destinato a passare alla sto-

ria come Giovanni Paolo II il “Grande”. Una parte consistente di que-sta “grandezza” è costituita senz’altro dal suo magistero dottrinale. Inquanto custode del deposito della fede, Giovanni Paolo II si è adope-rato con sapienza e coraggio a promuovere la dottrina cattolica, teo-logica, morale e spirituale.

Tra i documenti principali di questo ricco magistero dottrinale siannoverano 14 Encicliche, che vengono presentate qui raccolte inquesto volume. Con esse Giovanni Paolo II ha confermato e illumina-to il popolo di Dio sulla dottrina teologica (soprattutto nelle prime tregrandi Encicliche): Redemptor hominis, Dives in misericordia,Dominum et vivificantem, antropologica e sociale Laborem exercens,Sollicitudo rei socialis, Centesimus annus, morale Veritatis splendor,Evangelium vitae, Fides et ratio, ecumenica Slavorum apostoli, Utunum sint, missiologica Redemptoris missio, mariologica RedemptorisMater.

Offrire la possibilità a tutti, con il presente volume, di accederedirettamente a questa piccola “biblioteca”, ci sembra un primo impor-tante contributo per far sì che il “grande” patrimonio dottrinale e spi-rituale, lasciatoci da Giovanni Paolo II, morto il 2 aprile 2005, conti-nui a vivere nel nostro cuore e nella nostra mente.

Giovanni Paolo II, Tutte le enciclicheeuro 26,00 – Edizioni Paoline

RECENSIONI

Speciale Nuova Stagione8 • 6 APRILE 2008

Cari Sacerdoti, Religiosi eReligiose, abbiamo da poco celebratola Santa Pasqua che ci ha offerto, anco-ra una volta, l’occasione di riflettere sulmistero del grande amore di Dio che,attraverso il Figlio, si è immolato per lanostra salvezza, facendosi nostro fra-tello, umiliandosi e spogliandosi ditutto, fino a farsi condannare allamorte di croce.

Alla luce di questi giorni di Passioneabbiamo ricordato quanti, nella soffe-renza e nel dolore, gridano, spessosenza essere ascoltati, per ottenere unpo’ più di giustizia e dignità. Cristosulla croce ha raccolto queste grida,come anche quelle dei bambini, deigiovani, degli abbandonati e degli sco-raggiati e per tutti ha offerto la sua vitainnocente, invitandoci a fare nostra lasofferenza di chi soffre, il calvario deitanti crocifissi della storia e a parteci-pare al dolore di chi è trafitto dal male,dalla violenza fisica e morale, dall’in-giustizia.

Stare accanto a Cristo significa con-dividere il suo dolore, per capire piena-mente il valore del dolore dell’umanità,ma soprattutto per imparare ad amaresenza riserve, in piena adesione al suomessaggio di amore, al suo esempio e

ai suoi insegnamenti. Se, perciò,vogliamo essere degni seguaci diCristo, fedeli interpreti della sua Parolae araldi del Vangelo, dobbiamo rivestir-ci solo dell’amore di Cristo e, come Lui,spogliarci di ogni cosa fino al sacrifi-cio.

Siamo chiamati, dunque, a dareanche noi testimonianza concreta dellanostra capacità di amare spogliandocidelle cose materiali più care e per que-sto, come ho fatto nella sera delVenerdì Santo, invito voi, cari Parroci,Rettori, Religiosi, Religiose, Sacerdotitutti , e con voi tutta la Chiesa diNapoli, a fare dono di quegli ex-votoche non hanno valore artistico o stori-co, in favore dei poveri e, più in genera-le, di chi vive nel disagio e nell’abban-dono, per riconoscere ed esaltare ladignità di chi, magari per colpa nonsua, la ritiene perduta, per manifestaresolidarietà e dare un po’ di amore a chivive nella umiliazione e nella miseria.

Io stesso, per non fermarmi alleparole e alle buone intenzioni, hoavvertito il bisogno morale di offrire,per primo, l’esempio e mi sono spoglia-to, per donarli, della croce e dell’anelloepiscopali, due oggetti che, al di là delloro valore venale, rappresentano un

grande affetto, una sincera amicizia euna profonda devozione, perché misono stati donati dal caro e grandePapa Giovanni Paolo II, il cui ricordo,comunque, resterà incancellabile nellamia mente e nel mio cuore. Anzi, sonocerto, che Egli dal Paradiso approveràe benedirà la mia scelta, così comesaranno contenti e appagati tutti queifedeli che vedranno maggiormentevalorizzati, a fin di bene, gli oggetti daloro portati nelle Chiese per grazia rice-vuta o per implorare una speciale pro-tezione e benedizione. La Santa Sede,peraltro, da me preventivamente inter-pellata, ha formalmente concesso l’au-torizzazione al cambio delle finalitàdegli ex voto.

Nessuna perplessità, dunque, e nes-sun problema di ordine morale perchétutto il danaro che si potrà recuperareattraverso la croce, l’anello, gli ex votoed altri oggetti preziosi, come quelligenerosamente e istintivamente conse-gnati da alcuni napoletani in piazza delCarmine la sera di Venerdì Santo,verrà utilizzato per la realizzazionedella Casa a favore delle mamme e deibambini abbandonati e soli. Sarà,come ho voluto denominarla, la “Casadi Tonia”, in ricordo della madre

coraggio di Torre del Greco che non haesitato a spogliarsi della sua vita pernon interrompere la vita della sua bam-bina.

Accogliete, dunque, questo mioinvito, magari parlandone ai fedelidurante le omelie domenicali, masenza alcuna esitazione o preoccupa-zione, sapendo che esso tende soltantoa dare un segno forte e tangibile dellanostra capacità di amore e di solida-rietà, per realizzare un grande sogno:spogliarci di qualcosa per rivestireCristo che è presente nei poveri e negliabbandonati.

Sono certo che con sensibilitàsaprete cogliere il valore di una “priva-zione” e rendervi disponibili, contat-tando il Vicario Episcopale per laCarità, affinché, in prossimità dellaFesta della Mamma e nello spirito delMese dedicato a Maria, la nostra Madreper eccellenza, si possa fare bilancio esintesi dei vari interventi e dare ulterio-re impulso alla progettata “Casa diTonia”.

Nel nome di Cristo e con affettopaterno vi saluto e vi benedico.

@ Crescenzio Card. Sepe

A piazza Mercato, al termine del solenne rito della Via Crucis, l’Arcivescovo si spoglia dell’anello cardinalizio e della croce pettorale donatigli daGiovanni Paolo II. Molteplici gli spunti di riflessione delle quattordici stazioni quaresimali. Ne pubblichiamo alcuni che offriamo alla meditazione

L’invito del Card. Sepe: «Doniamo gli ex voto per la Casa di Tonia»

Maria vicina alle mamme chevedono uccisi i propri figli…

“L’incontro tra Gesù e sua Madre è un momento particolar-mente toccante. Gesù, abbandonato dai discepoli, tormentatodal dolore fisico, dalla paura, e dalla solitudine, cerca confor-to. Lo trova nella Madre che non lo lascia solo.

Il dolore di Maria è sconfinato come il mare, i dolori ditutte le madri della storia, di ieri, di oggi e di sempre, trovanospazio nel cuore della Madre desolata.

Il sì di Maria alla partecipazione alla passione di Cristo, èun sì che pronuncia per amore verso Dio e verso l’uomo, con-fermando, così, la sua volontà di essere la Madre non solo diGesù, ma di tutti gli uomini.

Maria è vicina a tutte le mamme che vedono i propri figliuccisi dalla droga, dalla violenza e dal brivido della velocitànelle notti del sabato.

Pensiamo alle notti insonni di tante mamme che talvoltaattendono invano il ritorno dei figli. Sono le addolorate delnostro tempo, icone viventi dell’Addolorata, la Madre di Gesù”

(dalla IV Stazione)

Cirenei dei fratelli in difficoltà“Gesù sale il Calvario. Il peso della Croce lo affatica al tal

punto che ha bisogno d’aiuto: chi lo sosterrà? Molti tra i disce-poli, presi dal panico, sono fuggiti; chi lo incoraggerà a conti-nuare il cammino? Tutti lo scherniscono e gridano; chi correràa dargli un aiuto? Il peso della Croce è ormai insopportabile.Tutti si allontanano, temono di essere coinvolti nella vicendadel condannato a morte, aiutarlo significherebbe compromet-tersi.

Lo sguardo di Gesù, dolce, amorevole e denso di gratitudi-ne, e lo sguardo di Simone prima diffidente e corrucciato, poipietoso e implorante.

Il misero chiede misericordia al misericordioso. Simone hacompreso che si è fatto cireneo del vero Cireneo della storia. Èuna chiamata ad amare.

Quante immagini e scene di violenza e di sofferenza nellanostra Città passano continuamente sotto i nostri occhi!Abbiamo bisogno di cirenei! Ma necessita che ognuno di noistasera decida di diventare cireneo di suo fratello. Sì! La nostraCittà necessita di uomini coraggiosi, sentinelle della speranzache, con discrezione, pazienza e tolleranza soccorrano quantisono nel dolore e nel bisogno, arginando il fiume di parole inu-tili e facendo dilagare la carità operosa nelle case, nelle piazze,nei vicoli e nei borghi di Napoli”.

(dalla V Stazione)

In ognieventosemi disperanza“I soldati diventano iprimi testimoni dellaregalità di Cristo! Loincoronano Re,chiamandolo “Re deiGiudei”.Inconsapevolmentericonoscono la regalitàdi Cristo! Nella suaumiliazione Gesù rivelala sua potenza. In questopasso, tratto dal Vangelodi Matteo, Gesù vienespogliato e poi rivestitoper ben due volte. Laprima volta perindossare i panni del reterreno: il mantello, lacorona di spine, e lacanna, cioè lo scettro. La seconda volta èspogliato, per essererivestito della Croce. Ilpiù straziante tormentodiviene per Gesù ilmantello nel qualeavvolge se stesso ed incui accoglie tuttal’umanità sofferente. Seda un lato la Croce dicui Gesù si ammanta èil paradigma dell’amore,dall’altro essa rendevisibile il peccatodell’umanità.L’immagine del BuonPastore che porta inbraccio la pecorellaadesso è divenuta reale.Gesù prende sulle palel’intera umanità e lariporta «su pascolierbosi, conducendola adacque tranquille». La ViaCrucis non può esseresolo un ricordo dellesofferenze di Cristo.Essa, deve essere unamemoria viva del doloredi Cristo e dell’amorespinto sino alle ultimeconseguenze: la morteper amore. In questanostra Città chiamata asperare “contro ognisperanza” chiediamo alSignore la capacità discorgere in ogni evento isemi di speranza, diliberazione e di giustizia”

(dalla II Stazione)

Non manipolarel’opera del Creatore“Gesù cade per la seconda volta, volto di un Dio che

soffre per l’uomo che cerca di mettersi al suo posto. Èl’immagine dell’umanità e della Chiesa che soffrono ecadono sotto i colpi delle ideologie che tentano distrappare la fede dal cuore dei credenti. Lungo i secoliripetutamente si tenterà di strappare dal cuore deicredenti il dono prezioso della fede.

In molti luoghi sarà negata la libertà religiosa, sitenterà di rimuovere i Crocifissi, abolire i Presepi etutto ciò che può ricordare il nome di Dio. Sorge cosìun nuovo paganesimo, che nel tentativo di sbarazzarsidi Dio, finisce per dimenticarsi dell’uomo.

Gesù cade ancora, per la seconda volta. Il suolo,che Egli ha plasmato, accoglie il suo Signore. Lacreatura che crede di poter manipolare l’opera delCreatore con le sue scoperte ed esperimenti è, in realtà,completamente prostrata nella polvere.

L’Amore si abbassa, non sopporta distanze tra sé el’amato: discende dal cielo fino ad aderire al suolo,trovandosi nelle stesse condizioni di ogni uomoannientato dall’orgoglio e dal delirio di onnipotenza.

Con la forza dell’amore, Gesù si rialza perrisollevare con sé l’umanità”.

(dalla VII Stazione)

servizio fotografico:Stefano Wurzburger

Speciale Nuova Stagione 6 APRILE 2008 • 9

grande affetto, una sincera amicizia euna profonda devozione, perché misono stati donati dal caro e grandePapa Giovanni Paolo II, il cui ricordo,comunque, resterà incancellabile nellamia mente e nel mio cuore. Anzi, sonocerto, che Egli dal Paradiso approveràe benedirà la mia scelta, così comesaranno contenti e appagati tutti queifedeli che vedranno maggiormentevalorizzati, a fin di bene, gli oggetti daloro portati nelle Chiese per grazia rice-vuta o per implorare una speciale pro-tezione e benedizione. La Santa Sede,peraltro, da me preventivamente inter-pellata, ha formalmente concesso l’au-torizzazione al cambio delle finalitàdegli ex voto.

Nessuna perplessità, dunque, e nes-sun problema di ordine morale perchétutto il danaro che si potrà recuperareattraverso la croce, l’anello, gli ex votoed altri oggetti preziosi, come quelligenerosamente e istintivamente conse-gnati da alcuni napoletani in piazza delCarmine la sera di Venerdì Santo,verrà utilizzato per la realizzazionedella Casa a favore delle mamme e deibambini abbandonati e soli. Sarà,come ho voluto denominarla, la “Casadi Tonia”, in ricordo della madre

coraggio di Torre del Greco che non haesitato a spogliarsi della sua vita pernon interrompere la vita della sua bam-bina.

Accogliete, dunque, questo mioinvito, magari parlandone ai fedelidurante le omelie domenicali, masenza alcuna esitazione o preoccupa-zione, sapendo che esso tende soltantoa dare un segno forte e tangibile dellanostra capacità di amore e di solida-rietà, per realizzare un grande sogno:spogliarci di qualcosa per rivestireCristo che è presente nei poveri e negliabbandonati.

Sono certo che con sensibilitàsaprete cogliere il valore di una “priva-zione” e rendervi disponibili, contat-tando il Vicario Episcopale per laCarità, affinché, in prossimità dellaFesta della Mamma e nello spirito delMese dedicato a Maria, la nostra Madreper eccellenza, si possa fare bilancio esintesi dei vari interventi e dare ulterio-re impulso alla progettata “Casa diTonia”.

Nel nome di Cristo e con affettopaterno vi saluto e vi benedico.

@@ Crescenzio Card. Sepe

a dell’anello cardinalizio e della croce pettorale donatigli damali. Ne pubblichiamo alcuni che offriamo alla meditazione

ex voto per la Casa di Tonia»Sulla Croceil gridodi tantiinnocenti“C’è un Uomo sulla croce. Èstato crocifisso come ilpeggiore dei malfattori. Èl’umiliazione più grave che sipossa subire. Intorno la follasi raffredda nell’indifferenza,mentre i soldati continuanoad infierire sul corpo nudodel crocifisso. È un quadrodesolante dipinto di sangue esolitudine. Il quadro sullo sfondo sitinge di fallimento. È ilfallimento degli innocenti,che ancor prima di venire almondo sono annientati dallemani dell’uomo. È ilfallimento dei piccoli indifesiviolentati dall’egoismo deigrandi. È il fallimentodell’Amore infinito quandoaffonda nel maredell’indifferenza e dellamediocrità del mondo. È ilmomento del fallimentototale di quell’Uomocrocifisso a lasciarci in boccal’amara domanda “Chi ècostui?”. A Pilato, basta un incontroper capire di essere nel bene onel male. Basta un incontroper comprendere di averedinanzi un Uomo fuori dalcomune. È sconvolto dallafaccia pulita del Nazareno,dalla mitezza e dalla profondatristezza silenziosa con laquale lo incontra. Gesù ha voluto bere il calicedell’amarezza fino alla fine;ha voluto sperimentare in sestesso la desolazione estrema,la lacerazione del cuore,l’angoscia che la morte, comefrutto del peccato, produce. In quel grido sconfinato “Diomio, Dio mio perché mi haiabbandonato” si fonde ilgrido di tutte le vittimeinnocenti, di tutti i crocifissidella storia, di tutti coloroche hanno perduto la lucedella speranza”.Un familiare delle vittimeinnocenti legge: Oggi, 21 marzo, venerdì dellaPassione e Morte del SignoreGesù, primo giorno diprimavera, in Italia si famemoria delle vittimeinnocenti delle mafie e delterrorismo. Li vogliamopresentare alla carità di Dio eal ricordo di tutti noi per nondimenticare. Ricordiamoanche i missionari e lemissionarie uccisi nelcompimento della loromissione di evangelizzazionee promozione umana. I loronomi li abbiamo inseriti inquesto nostro itinerario dietrola Croce verso la Pasqua.

(dalla XII Stazione)

Le parole del Pastore«Scegliere di seguire Cristo sulla strada della

Croce comporta totale adesione al suo messaggio diamore, al suo programma di vita. Se, come stasera,decidiamo di farci pellegrini dietro la croce di Cristo,se, con lui, vogliamo vincere la morte, causata dalpeccato della ingiustizia e della menzogna, se voglia-mo essere gli araldi del suo vangelo, dobbiamo, comeil Signore, spogliarci del nostro egoismo e rivestircisolo dell’amore di Cristo. E perché queste parole nonsiano solo un semplice desiderio ma un impegnoconcreto e visibile, in questo Venerdì Santo invitotutta la Chiesa di Napoli e, in particolare i parroci e iRettori dei Santuari, a donare quegli ex-voto che nonhanno valore artistico o storico, a favore dei poveri,per ridare dignità a chi l’ha persa, per dare un atti-mo di amore a chi vive nella umiliazione e nella mise-ria. Anch’io, personalmente, voglio essere il primo adare l’esempio: dono questa croce che porto al petto equesto anello che ho al dito. Sono due oggetti che,oltre il valore materiale del metallo, rimandano ad ungrande affetto, a una sincera amicizia e a una profon-da devozione. Questa croce e questo anello mi sonostati donati dal servo di Dio Giovanni Paolo II. Ilricordo incancellabile del Grande Papa non sarà dame dimenticato nonostante questa spoliazione; anzi,ne sono certo, dal Paradiso, il Papa sarà contento ebenedirà questo gesto.

Il ricavato di questi oggetti, come quello degli exvoto, servirà per la realizzazione della casa a favoredelle mamme e dei bambini abbandonati. Sarà, comeho voluto denominarla, la “Casa di Tonia”, in ricordodel la madre coraggio di Torre del Greco che si è spo-gliata della sua vita per permettere alla vita della suabambina di vivere.

Cari fratelli e sorelle, accogliete questo gesto consemplicità, sapendo che esso non ha altra pretesa chequella di essere un segno carico solo di amore e disolidarietà. I segni parlano al di là delle parole e inci-dono più profondamente di tanti discorsi.

È un segno, il nostro, che vuol realizzare unsogno: spogliarci di qualcosa per rivestire Cristo che èpresente nei poveri e negli abbandonati».

La donna, testimonie custodi della vita“Sulla via del Calvario, Gesù, ode il pianto delle

donne che lo seguono. Le riconosce, forse sono le stes-se che lo hanno seguito dalla Galilea e durante il suoministero della vita pubblica, lo hanno assistito con iloro beni. Alla loro vista, si commuove.

Nelle nostre strade, Gesù, ode il pianto delle donnedi questa Città, le donne dei 120 morti uccisi nel 2007,le donne che hanno mariti, figli e fratelli drogati, car-cerati, disoccupati e ammalati. Sono le donne che lot-tano e soffrono per ricostruire Napoli. Sono le donnecoraggio.

Gesù ha compassione della loro sofferenza. Ricordala gravità di quell’ora: “non piangete su di me, mapiangete su voi stesse e sui vostri figli”. Quelle parole,risuonano stasera per noi. Alla donna è stata affidatauna missione altissima: trasmettere e difendere la vita.Il seno di ogni donna è un tabernacolo che custodiscela vita indifesa sin dal primo istante del concepimen-to. Ogni attentato alla vita nascente è un abominevoledelitto, la soppressione di una creatura inerme. Nonha voce, ma è il suo sangue a gridare. Dal 1978 adoggi, solo in Italia si contano 4.800.000 aborti. Gesùnon ci chiede un pianto sterile, o lamenti inutili, maparole e gesti di consolazione e di speranza, lacrime diperdono, per le tante condanne e lutti che vive lanostra Napoli”.

(dalla VIII Stazione)

«Rialziamoci dai cumuli di peccati»“Il Signore cade per la terza volta, il volto affonda nel fango.

Nessuno viene in suo aiuto, non c’è pietà, non si commuove il cuoredegli astanti. Il Signore, cade a terra, come tutti i poveri della terra,oppressi dal giogo degli interessi di gente “perbene”. Purtroppo moltiuomini, credono di avere nelle mani le sorti della terra e i destini degliuomini, mentre tanti fratelli, sparsi qua e là nel mondo, o persino die-tro l’angolo di casa nostra, muoiono di fame, di sete e di “giustizia”.

Quei poveri, Signore Gesù, sei proprio Tu! Quelle ingiustizie le subi-sci ancora Tu! La tua risposta è l’amore! Possa l’amore comunicarsi alcuore dei tanti bambini che cadono nelle braccia di uomini che li con-ducono alla morte.

Al cuore dei nostri fratelli che si abbandonano alla disperazione piùprofonda perché non trovano un lavoro. Al cuore delle donne catturatedagli ingranaggi folli e crudeli di un mondo delirante fatto di prostitu-zione e di violenze, rese schiave dai moderni gestori della tratta umana.

Al cuore dei giovani che, ogni giorno, cercano un raggio di sole perricominciare a sperare e rigettare l’idea che i loro sogni sono ormaisepolti con i sacchetti della spazzatura. Ti preghiamo, Signore, rialzatiancora una volta, e aiuta anche noi a rialzarci dai cumuli di infedeltàe di peccati”.

(dalla IX Stazione)

I governi totalitari uccidonola dignità dell’uomo

“Gesù è spogliato delle vesti. Se i soldati hanno considerato lanudità di Gesù come l’annullamento della sua persona, essa, invece,ne è l’esaltazione. La Croce diventa il luogo dove si manifesta la mas-sima espressione della povertà umana e della vera grandezza dell’uo-mo.

Solo chi è povero, è libero da tutto ciò che lo schiavizza, ed è libe-ro di amare Dio e i suoi fratelli. I soldati giocano a sorte la tunica diCristo: davanti al dramma del dolore e della sofferenza, l’uomo è capa-ce anche di prendersi gioco dell’afflizione e della tribolazione.

Invece di consolare e di compatire l’Umiliato della Croce, si ripie-gano su se stessi, desiderando l’accaparramento di ciò che non gliappartiene.

I governi totalitari che generano povertà, sperequazione e globaliz-zazione estrema – piaghe che ancora oggi affliggono l’umanità – mani-festano l’arroganza di quanti senza scrupoli gestiscono il potere perfini personali, dimentichi del bene comune e della dignità della perso-na umana.

L’umanità però, non è incamminata verso la morte, la sua meta èla vita piena che Dio dona nella morte e nella risurrezione del Figlio”.

(dalla X Stazione)

Attualità Nuova Stagione10 • 6 APRILE 2008

La Letteradel VescovoL’Università Cattolica attendeogni giorno al compito diapprofondire il sapere e lopersegue con l’attività dieducazione delle giovanigenerazioni, con la ricercascientifica, in un confrontostimolante tra fede e ragione. L’Ateneo, che fu voluto daicattolici italiani, in tal modo,continua a essere testimone dellasperanza cristiana. E latestimonia costruendo contenacia e intelligenza quella«mediazione scientifica eculturale capace di dischiuderedomande di futuro». E in questo impegno il sostegno,l’affetto e il contributo deicattolici italiani per la nostraUniversità si confermanoimportanti. Di qui, 1’84maGiornata per l’UniversitàCattolica, che sarà celebratadomenica 6 aprile e avrà cometema: “Dedizione, fede e passione.L’impegno per una culturapopolare. Attualità della missionedi Armida Barelli co-fondatricedell’Università Cattolica”. Armida Barelli, figura centralenella storia del movimentocattolico italiano del ‘900, è stataprotagonista dell’operastraordinaria di progettazione,fondazione e rapida fiorituradell’Ateneo dei cattolici italiani.Ad Armida Barelli l’UniversitàCattolica del Sacro Cuore intendededicare la sua 84ma Giornata. Èintitolata la Giornata a questadonna – “sorella maggiore” dimolte donne – proprio perché inArmida Barelli è suggellato e altempo stesso sempre piùattualizzato il rapporto, solido efecondo, tra l’Università Cattolicae la comunità italiana deicredenti. Attorno all’Ateneo chenasceva e che decennio dopodecennio cresceva, Armida Barelliha fatto sorgere una larga basepopolare, fatta di partecipazione esimpatia, di preghiere, disostegno offerto sempre congenerosità e semplicità. Grazie a testimoni come ArmidaBarelli, che lo ha vissuto in ognigiorno della sua vita terrena, ilcarattere popolare delcattolicesimo italiano costituisceancora oggi, come ha sottolineatola Conferenza Episcopale nellaNota pastorale pubblicata dopo ilConvegno Ecclesiale Nazionale diVerona, «una ricchezza e unaresponsabilità che dobbiamoconservare e alimentare facendobrillare davanti alla coscienza diragazzi e giovani, adolescenti eadulti, la bellezza e la “vivibilità”di una vita ispirata dall’amore diDio, da cui nessuno è escluso». La ricorrenza non solo èoccasione per ripresentareall’attenzione degli operatoripastorali l’Università Cattolica,ma anche una risposta digeneroso impegno, fatto dipreghiera ed offerta.

@@Antonio Di DonnaVescovo Ausiliare di Napoli

Per informazioni rivolgersi allaDelegata diocesana, sig.ra MariaRosaria Gambuli. (tel.081.658.35.44 – 333.980.63.99),che si occupa, insieme alledelegate parrocchiali. del rilanciodell’Associazione Amici.

Perseguire l’eccellenza: èquesto l’obbiettivo che acco-muna tutte le più importantiUniversità italiane e dunqueanche l’Università Cattolica.Eccellenza nella ricercascientifica, nell’insegnamen-to, nella preparazione deglistudenti.

Fin dalla sua fondazione,dovuta all’impegno di perso-ne dello spessore di padreAgostino Gemelli e ArmidaBarelli, la maggiore peculia-rità dell’Università Cattolicaè rappresentata dall’intende-re l’eccellenza anche nellaformazione culturale/ civiledello studente e dello stessodocente.

Questa scelta è tanto piùvalida nell’epoca attuale incui ogni individuo, ma inparticolare i giovani, grazie alprogresso ed alle tecnologie,vedono moltiplicarsi ognigiorno le loro possibilità discelta, cioè vedono aumenta-re le alternative davanti allequali si trovano disorientati:non sanno cosa e, soprattut-to, come scegliere. Ed eccol’importanza dell’obiettivodell’Università Cattolica chesi spende, invece, da sempre,per fornire gli strumenti di

scelta, ponendo alla basedella formazione universita-ria il discernimento critico,per permettere allo studentedi costruire con la propriatesta una giusta graduatoriadi priorità, per permetterglidi comprendere che non tuttoè sullo stesso piano, ma cisono valori “più importanti”rispetto ad altri “menoimportanti”. Cercando, dun-que, in questo modo di con-trastare quella concezionesecondo la quale, se tutto èsullo stesso piano, se unascelta vale l’altra, allora l’uni-co criterio per scegliere èquello del profitto.

Tale concezione porta avedere lo studente universi-tario come un “soggetto eco-nomico” il cui unico obietti-vo è quello di collocarsi nelmercato del lavoro, portan-do come risultato unasocietà sempre più orientataal “saper fare” e sempremeno capace di capire “cosafare” e “ perché fare”.

A questa cultura econo-micistica si contrappone net-tamente la “cultura delVangelo” di cui si fa promo-trice l’Università Cattolica,insegnando ai propri studen-

ti a mettersi al servizio delprossimo, a recuperare laconcezione che anche lo stu-dio, la ricerca, lo sviluppo dinuove idee e pensieri devonoessere messi al servizio del-l’altro, così da riuscire a pro-muovere una società più giu-sta, dove l’interesse privatonon sia in contrasto con l’in-teresse comune.

La giornata perl’Università Cattolica delprossimo 6 aprile in memo-ria di Armida Barelli dovreb-be dunque essere un’occasio-ne per riflettere proprio suquesta concezione diUniversità come luogo dovepoter scoprire ed alimentareil pensiero critico, comeluogo dove potersi allenare apensare con la propria testaper elaborare dei giudizi pro-pri, una università dove èpossibile integrare i saperispecialistici e non solo unluogo dove incamerare cono-scenze sempre più speciali-stiche. Una università cheinsegna a mettere al primoposto il bene comune, una“università di pensiero”, unauniversità più … cattolica.

* Incaricato Regionale Fuci

Al primo posto il bene comunedi Pierluigi Fusco Girard *

Domenica 6 aprile: 84a Giornata per l’Università Cattolica

Fedelealla Chiesa

di Lorenzo Ornaghi *

L’Università Cattolica del SacroCuore non sarebbe diventata quellagrande università che essa è – con le suecinque sedi (Milano, Piacenza-Cremona,Brescia, Campobasso, Roma) e con ilPoliclinico “A. Gemelli” – senza la peren-ne fedeltà alla sua natura di Ateneo natodal popolo per essere al servizio dellaChiesa e della società italiana.

Alla bellezza e alla vivibilità di unavita ispirata dall’amore di Diol’Università Cattolica del Sacro Cuorecontinua a guardare come alla sua prin-cipale finalità nell’educare le nuovegenerazioni.

L’Ateneo dei cattolici italiani, infatti,tanto più sarà protagonista del presentee del futuro del Paese, quanto più riu-scirà a costituire realmente ed efficace-mente il luogo di formazione, di prepa-razione professionale e, soprattutto, dieducazione dei giovani.

Dei giovani di tutta Italia e dei giovanimeritevoli, anche se in condizioni disa-giate. A loro, e alla loro formazione neinostri Collegi, è particolarmente destina-to ciò che il popolo dei fedeli vorrà e potràoffrire, pur nelle difficoltà dell’attualecongiuntura economica, per il bene e lacrescita della nostra Università.

*Rettore dell’Università cattolicadel Sacro Cuore

CittàNuova Stagione 6 APRILE 2008 • 11

Educazionee formazioneQuando si parla di musei spessosi pensa solo alla capacità che, piùvolte, essi hanno dimostrato diattirare turisti; in realtà la visitamuseale permette unarricchimento culturale econoscitivo importantissimo per igrandi e ancor più per i giovani e ipiù piccoli. Per questoMuseinforma ha tentato di nontrascurare l’offerta formativa edidattica che un’esposizione può edeve offrire: «noi cerchiamo diproporre il nostro territorio, ilnostro impegno tende sempre acreare una sinergia con leistituzioni presenti sul territorio,indirizzando, così, le scuole a fareun insegnamento giusto e mirato»- ha specificato a propositoBruno Palmieri direttore generaleUsr Campania.Ed è con un’attenzioneall’educazione dei più piccoli cheil museo mineralogico dellaFederico II prevede incontri con iragazzi per insegnare loro comeottenere colori dai minerali e farlidipingere: «ai ragazzini, così,mentre disegnano gli si spiegano iminerali e cosi loro stessi hannovoglia di apprendere e vengonoindirizzati verso la scienza» - cosìMaria Rosaria Ghiara.Con lo stesso intento educativol’Università degli Studi di Salernoha realizzato un videogioco:Paestum Gate che ricostruisce laPaestum romana.Il gioco permette l’immersionenella città ai tempi dell’anticoImpero romano; è possibilecamminare per le strade, fermarsia parlare con le persone, conoscereusanze e costumi dei romani epartecipare alla realizzazione dellaprocessione per l’Imperatore. Iltutto permette di conoscere più davicino una realtà storicaricostruendo in 3d luoghi storicidi estrema importanza per ilturismo nella nostra Regione.«Il gioco parte dalle stessa parolagate (cancello) che fa tornareindietro nel tempo il punto diforza del videogioco; sta nellalibertà di visitare camminando echiacchierando proprio come si faquando si visita una città che nonsi conosce» - ha spiegato ilprofessor Vittorio Scarano che hacollaborato al progetto con ilprofessor Antonio Iannaccone:«l’esperienza è stata molto difficileperché ha messo insieme diversecompetenze. Abbiamo costruitoun ambiente virtuale percorreggere tutti i guasti potenzialidel videogioco; per questol’abbiamo reso un gioco collettivoche permette di giocare prestandoattenzione». Scorrendo i filmatidel gioco si ha la possibilità diconoscere un mondo che si è soloimmaginato attraverso la visitaagli scavi, questo invoglia laconoscenza e il desiderio poi diprovare a camminare davvero perle strade dell’antica Paestum oltreche essere un mezzo per renderepiù coscienti i ragazzi dellarilevanza del patrimonio artisticonella nostra Regione: «l’ambientedi Paestum è stato interamentericostruito ma noi vogliamosottollineare innanzitutto lafantasia, è possibile fare quindi unvolo sopra la città e vederePaestum dall’alto come nessunol’ha mai vista nemmeno colorocha allora ci abitavano, i bambinipossono giocare a nascondino,possono visitare l’università ed èpossibile avere anche la guida diun esperto».

La Campania è ricca di bellezze arti-stiche, storiche e culturali e, nonostan-te il momento di crisi che il settore delturismo sta vivendo, può rappresentareancora una delle mete più appetibiliper il turismo internazionale. È perquesto che, all’interno delle manifesta-zioni per la X Settimana della Culturadel Ministero dei Beni e le AttivitàCulturali, la Mediateur ha deciso diorganizzare una tre giorni di incontri econvegni, dal 27 al 29 marzo, per parla-re dell’importanza delle realtà museali,soprattutto delle più piccole, dal titolo“Museinforma”, proprio a Napoli, alComplesso Monumentale di SanLorenzo Maggiore, per ridiscutere ecercare nuove soluzioni, più moderne,nella gestione dei musei e apprenderedai casi di eccellenza. «Museinformanon pretende di trattare in maniera det-tagliata tutte le tematiche che riguardanoil mondo dei musei ma tende a gettare lebasi per un’azione informativa nei con-fronti degli operatori culturali campani.Questa è un’occasione di confronto aper-to, dialettico con più soggetti istituziona-li pubblici e privati per analizzare insie-me le sfide che attendono il museo delfuturo che sono quelle di intenderesostanzialmente il museo come servizioe non solo come conservazione delle col-lezioni», - ha detto Marianella Pucci,ideatrice dell’evento.

A San Lorenzo Maggiore si è parla-to dunque di musei e trasmissione delpatrimonio culturale da tutti i punti divista e ci si è confrontati con la realtàlocale e le problematiche che pone:«Stiamo cercando in un momento cosìdifficile per la nostra regione di cercare didare un qualcosa in più al turista perchésia invogliato a visitarla; ne è una proval’iniziativa: “Leggi un libro ti cambia lavita” per cui è previsto che il turista oltrea prenotare la stanza nell’albergo puòprenotare anche un libro, abbiamo pen-sato anche di offrire un biglietto gratisper i musei della Campania» - dichiaraLoredana Conti dirigente del SettoreMusei e Biblioteche delle Regione

Cultura e territorio, l’altro volto della Campaniaservizio a cura di Rosanna Bottiglieri

Ammirare un quadro, leggere un libro, visitare degli scavigreco-romani, fotografare una piazza, l’esterno di un monu-mento, camminare e ammirare la bellezza di un giardinosono tutte esperienze che, ad un visitatore medio, sembranoscontate ma che diventano delle realtà alle volte impossibilida esplorare per un utente diversamente abile.

È per questo che, quando si parla di accessibilità e frui-zione dei musei, una grande attenzione deve essere data allapossibilità di essere davvero un museo aperto e fruibile datutti. Di questo si occupa, in particolare, l’Unione italianaciechi e ipovedenti, varie sono le modalità che permettono disfruttare l’accesso e la visita ad un museo anche per i visita-tori speciali e queste misure non riguardano solo la possibi-lità di entrare facilmente alla mostra, eliminando ogni bar-riera architettonica, ma prevedono visite costruite appostapermettendo di seguire un percorso museale nuovo comegià, d’altronde, si sta facendo nelle biblioteche, dando la pos-sibilità di consultare tasti in brail o ascoltare gli audiolibri: «ilibri parlati rappresentano uno strumento concreto di accessoalla cultura, nascono come servizio ai non vedenti ma, inrealtà, le persone che non possono accedere alla lettura del librosono in realtà di più - dice Arianna Sbarra, responsabiledell’Unione Italiana Cechi. «Un bene è fruibile quando tutti nepossono accedere; per i non vedenti i canali privilegiati sono iltatto e l’udito così le visite tattiche, la lettura in brail, l’audioli-bro sono le realtà che bisogna potenziare” continua la Sbarra.

La realtà museale italiana e, in particolare campana, èancora carente nella messa a disposizione di servizi per i nonvedenti e in genere i diversamente abili e le necessità vannodalle presenza di strutture di base alla ricerca di un’offertapiù accurata: «tre sono le linee da seguire: prima di tutto la

possibilità di accedere ai luoghi, non parlo solo dell’accesso aidisabili ma anche, per esempio, della messa a disposizione peri ciechi di mappe tattili o dei segnali ingranditi e, comunquemolto bene evidenziati, per gli ipovedenti, guide specifiche chenon indichino solo i quadri ma anche i percorsi, in secondoluogo la collocazione di info point e per ultimo la fruizione deicontenuti».

Ma come vive la visita ad un’opera d’arte un non vedente,che tipo di sensazioni cerca di scoprire, di che informazioniha bisogno? «i non vedenti hanno una visione mediata dell’o-pera d’arte per questo hanno bisogno di essere guidati ed aiu-tati, però quello che è davvero importante è per esempio dare lapossibilità, in alcuni periodi dell’anno, come quello del maggiodei monumenti, di avere una percezione tattica dell’opera senzanaturalmente creare problemi alla conservazione dell’operastessa».

Ma ricerche sempre nuove permettono anche l’esplorazio-ne di nuove conoscenze sensoriali nella visita museale, comeè successo a Città della Scienza, nella ricostruzione dellaCasa di Polibio. Tutto il percorso era organizzato preveden-do una visione crepuscolare di semioscurità in cui, per toc-care e conoscere gli oggetti presenti, si usufruisce degli altrisensi a nostra disposizione, oltre la vista, come ad esempio iltatto.

Qui erano i ciechi ad essere da guida: «lì si è rovesciato ilcanone della fruizione poiché chi non ha familiarità con odoree tatto, ha avuto la possibilità di fare nuove conoscenze multi-sensoriali: ciò per sottolineare che queste nuove modalità diconoscenze presenti nei musei sono per tutti”.

L’impegno per i diversamente abili

Tre giornidi incontri e convegni

per individuarenuove soluzioni

e strategieper la gestione

dei musei

Campania. Vari i temi trattati, varie le per-sonalità campane e non che vi hanno par-tecipato, soprattutto forte la presenzadelle realtà minori ma non per questomeno belle, che possono costituire unanovità attrattiva per il turista curioso. Siscoprono così molti musei e attività dellanostra Regione all’avanguardia e preziosicome le collezioni custodite dall’Acca-demia delle Belle Arti nella Galleria e nella

II, alcune delle esposizioni presenti risal-gono a circa 200 anni fa, quello diMineralogia è il più antico» - dice MariaRosaria Ghiara direttrice del CentroMuseale dell’Università. Spostandociun po’ più in là da Napoli si incontranole iniziative promozionali della provin-cia di Caserta e di Salerno come: “IlMuseo all’Aperto”, iniziativa casertanaper la conoscenza delle ricchezze patri-moniali possedute che prevede la pre-parazione di schede informative, colla-borazioni con la soprintendenza, stu-dio sulle botteghe artigiane e negozid’epoca e con percorsi speciali nellaReggia di Caserta, nei suoi giardini cheprevedono soste in cui è possibile toc-care e annusare campioni botanici. Edancora per il centro storico di Salerno:“Monumenti sempre aperti” che preve-de l’apertura di siti, prima chiusi alpubblico, con la possibilità di visitarechiese e giardini di epoca longobarda.

Gipsoteca: «L’Accademia di Napoli è l’uni-ca che ha il suo patrimonio museale piùgrande esposto e organizzato musealmente:oggi è costituita da quasi 1000 opere ed è illuogo privilegiato per studiare l’evoluzionedell’arte a Napoli dall’800 al 900; proprioper la X settimana della cultura abbiamoorganizzato l’esposizione: stanze; dipintid’interno dell’800/900» - ha sottolineato ladirettrice Giovanna Cassese ancora piùaffascinante la Gipsoteca che ha aperto il30 ottobre di quest’anno e che costituisceun patrimonio per i visitatori e per gli stu-denti: «perché i gessi presenti sono unostrumento essenziale per lo studio dell’anti-co e del moderno».

Ma Napoli non conosce solo i museid’arte, coltiva all’interno del mondo uni-versitario esposizioni di musei scientificicome il Real Museo Mineralogico dellaFederico II: «Vi sono grandi difficoltà per imusei scientifici in Italia che è una nazionea vocazione umanistica e qui non trovanoterreno fertile i musei scientifici, nellanostra regione un ruolo fondamentale, inquesto campo, viene assolto dalla Federico

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Città Nuova Stagione12 • 6 APRILE 2008

In onore del Patronodi Eloisa Crocco

Anche quest’anno il ComitatoDiocesano San Gennaro si fapromotore di un premio per lescuole dedicato al nostro SantoPatrono, con l’intento didiffondere il culto per il santomartire anche tra i bambini e iragazzi. L’istituto scolastico scelto per ilpremio è la scuola media stataleSanta Maria di Costantinopoli,sita nell’omonima strada. I ragazzipossono partecipare al concorsocon un elaborato, nonnecessariamente un tema;ciascuno, infatti, può scegliere diparlare di San Gennaro, della suavita, del suo martirio, dei suoimiracoli, attraverso il tipo diespressione che gli è piùcongeniale, dando libero sfogo allasua fantasia. Al concorso saràpossibile prendere parte congrafici, disegni, ceramiche, pitture,relazioni…: l’importante è narrarela storia del santo o suoi episodisalienti. Gli elaborati più meritevolisaranno premiati dal Comitato, e iragazzi si metteranno in giocosotto la guida degli insegnantiprescelti per collaborare a questoevento. Per spiegare ai ragazzi le normeper lo svolgimento del premio, emetterli in condizione diparteciparvi, grazie a una serie diinformazioni sul santo, il 29febbraio scorso si è tenuto unincontro presso la chiesa di SantaMaria di Costantinopoli,praticamente adiacente allascuola, durante il quale ilsegretario generale del ComitatoSan Gennaro, il cav. CarloCarrabba, ha tenuto una suarelazione. Ai numerosi presenti –allievi con i loro familiari edocenti – è stata raccontata la vitadel santo protettore di Napoli, eanche tante leggende che nei secolisono fiorite sul suo conto, come ènaturale per una figura tantopopolare. L’incontro è stato unmomento di festa grazie ad unconcerto di flauti eseguito dairagazzi della scuole, guidati daiprofessori Tommaso Milano eBiagio Napolano.

Unioni Cattoliche OperaieMercoledì santo, i Soci della Uco“ I figli di Maria SS dell’Arco” diBarra, alla fine della MessaCrismale, sono stati ricevuti dalCardinale Crescenzio Sepe edhanno portato in dono unamaglia del loro 40° anniversario difondazione indossata poi alpellegrinaggio del Lunedì in Albis.Sulla maglia l’immagine della“Mamma dell’arco” con la scritta “A Maronn c’accumpagna”, frasemolto cara all’Arcivescovo. Allapresenza di Mons. SalvatoreEsposito e di don GaetanoRomano. La Delegazione eracomposta dal DelegatoArcivescovile Uco PasqualeOliviero, da Gennaro Fico –presidente della Uco – dalsegretario Luigi Capuano e da unnutrito gruppo di Soci.Il Cardinale ha gradito moltoquesto particolare dono ed hachiesto una preghiera alla Verginedell’Arco.

Tra saperie sapori

di Andrea Acampa

Una tavola rotonda su San Francesco Caracciolo, patrono dei cuochi,nell’ambito delle celebrazioni del suo Giubileo

Nell’ambito delle celebrazioni peril IV centenario della morte diSan Francesco Caracciolo, patro-

no dei cuochi, organizzata dai padricaracciolini in collaborazione con“Vitignoitalia”, si è tenuta al Grand HotelParker’s di Corso Vittorio Emanuele unatavola rotonda che cerca di far riscopri-re la figura e l’esempio di San FrancescoCaracciolo.

Un viaggio teso a riscoprire la figuradi questo Santo patrono, ma anche gustie sapori partenopei del passato e deli-neare prospettive future per il mondoenogastronomico.

«Il motto di questo giubileo – ha affer-mato padre Pierpaolo Ottone – “dal paneaccolto… al pane condiviso”, sottolineal’importanza di questo prodotto che, men-tre per San Francesco Caracciolo richia-ma all’eucarestia, per i cuochi è l’alimen-to base per sostenere le persone. È il talen-to che riveste la natura ed entrambi sonodoni di Dio che entrano nella persona cherealizza questi prodotti eccezionali.Quando questo lavoro è svolto con quellospirito eucaristico di donazione, di onestàe professionalità diventa evidente semprepiù che la natura è rivestita di grazia divi-na».

I chierici regolari minori in occasionedel Giubileo caracciolino hanno allestitouna mostra con l’intento di ridonarelustro alla figura di questo Santo pococonosciuto, pur essendo compatrono diNapoli e che sarà possibile visitare pres-

so la basilica di S. Maria Maggiore in viaTribunali fino al 30 maggio.

«Sono convinto che oggi un bravo chefpuò valorizzare mille volte più che in pas-sato un piatto - ha sottolineato LuigiCremona, giornalista enogastronomico,responsabile Guide touring - i nostrichef, infatti, stanno diventando più colti esono migliorate anche le tecniche. È fon-damentale, dunque, pensare ad un’espe-rienza culinaria portata avanti con sem-plicità e buon senso».

Tra coloro che hanno partecipatoall’incontro anche Rosanna Marzialechef del ristorante “Le Colonne” diCaserta, Maria Mone chef del ristorante“Ex Libris” di Capua, Baciot chefdell’Hotel Parker’s e Maurizio Teti diret-tore commerciale di “Vitignoitalia” salo-ne di vino partenopeo giunto quest’annoalla quarta edizione.

«Purtroppo si sono persi i valori ed ilgusto di prodotti legati strettamente alluogo - ha aggiunto, infine, RosarioScarpato presidente onorario gruppovirtuale cuochi italiani - bisognerebbeindirizzare i turisti nei luoghi di produzio-ne di alcuni alimenti per poterli gustare enon viceversa. Così, le mozzarelle, comealtri prodotti strettamente locali nondovrebbero proprio viaggiare. Napoli devegiocare fortemente su questo aspetto delturismo enogastronomico se vuole risco-prire una dimensione cosmopolita che èstata perduta negli ultimi tempi, poiché ègiusto aprirsi agli altri sapori, ma è altret-tanto importante non perdere i propri».

Ventotto bambini e adolescenti,di età compresa fra gli 8 e i 14 anni,partecipano al progetto di formazio-ne orchestrale Sanitansamble, parteintegrante di una proposta di recupe-ro urbanistico e sociale del RioneSanità. Il progetto dal titolo “Ieri,oggi e domani” è promosso dall’asso-ciazione l’Altra Napoli Onlus, natanell’ottobre 2005 da un’idea diErnesto Albanese, genero di DarioFo e figlio dell’ingegner Emilio, ucci-so durante una rapina. Undici violi-ni, quattro viole, tre violoncelli, duecontrabbassi, due flauti traversi, dueclarinetti, due oboe e due percussio-ni costituiscono l’orchestra.

Sanitansamble nasce dalla con-vinzione che la pratica musicale, inun ambito particolare come quellodel Rione, possa rappresentare unareale opportunità di allontanamentodal disagio affettivo giovanile e dalladevianza sociale. È nei percorsi diapprendimento musicale e nella pra-tica orchestrale collettiva, infatti, cheè possibile vivere momenti insosti-tuibili di aggregazione, senza considerare, poi, le reali oppor-tunità che lo sviluppo di determinate capacità offre per un suc-cessivo percorso lavorativo.

Partendo proprio dalle risorse istintive e popolari che spes-so nascondono doti di eccellenza nelle arti ritmiche e musica-li, il progetto mira a costruire un gruppo orchestrale da came-ra, sulla scia dell’esperienza positiva dell’Orchestra Giovanile“Simon Bolivar” di Caracas – voluta più di trent’anni fa dalMaestro Josè Antonio Abreu – che tanti giovani venezuelani haallontanato dai rischi della vita da strada.

Destinatari dell’iniziativa, realizzata grazie al sostegno diAutostrade per l’Italia e le società del Gruppo, Tangenziale diNapoli e Autostrade Meridionali, sono bambini e adolescentiresidenti nel Rione, fra cui è singolare notare la presenza diben 5 bambini cingalesi, segno che la musica ancora una volta

riesce ad essere il miglior “strumen-to” di integrazione sociale.

Un team di otto maestri prepara-tori d’orchestra ha curato le selezionidegli 80, fra bambini e adolescenti,interessati al percorso. Nel suggesti-vo scenario della basilica di SanSevero alla Sanità, tutti i pomeriggi,dal lunedì al venerdì, i ventottoapprendisti vengono avvicinati allapratica musicale e alla scoperta delrepertorio della musica classica conuna metodologia ludica e partecipa-tiva, che prevede una graduale inten-sificazione degli impegni.

Ai giovanissimi musicisti è statoaffidato lo strumento prescelto,dando loro la possibilità di potersiesercitare a casa e proseguire nelpercorso didattico che sarà sviluppa-to attraverso l’adozione di braniappartenenti al repertorio classicotradizionale, ma adattati e “cuciti sumisura” rispetto alle abilità minimee, via via, più consolidate degli alun-ni. Al termine della seconda annua-lità di formazione, inoltre, è prevista

la possibilità di esecuzioni concertistiche pubbliche su braniappartenenti al repertorio classico. Le competenze raggiuntedai ragazzi durante i diversi anni di formazione, dunque,potranno contribuire alla creazione di Gruppi da Camera, lecui prestazioni potranno essere richieste durante cerimoniereligiose e di intrattenimento musicale.

Non si esclude, del resto, che i corsisti più dotati avrannola possibilità di impiego in realtà orchestrali citta-dine.“Sanitansamble” è soltanto uno degli obiettivi che l’AltraNapoli si è prefissata, insieme al fatto di offrire una possibilitàdi crescita anche da un punto di vista dell’educazione civica,del rispetto del lavoro altrui, del proprio vicino “di fila”, colquale ciascun bambino potrà condividere la gioia della costru-zione di un’opera a cui ognuno, con le proprie personali ese-cuzioni, partecipa.

Iniziativa dell’associazione Altra Napoli

Musica per aggregare

Ventotto bambinidel Rione Sanità,

selezionati da otto maestripreparatori d’orchestra,

hanno iniziatoi corsi del progetto

di formazioneSanitansamble

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CittàNuova Stagione 6 APRILE 2008 • 13

Gli obiettividella Legaper la lottacontroi tumoriA fronte della percezionegenerale di un aumento delbenessere sociale e sanitario leistituzioni e le associazioniimpegnate nella ricercascientifica e nel volontariatoregistrano un preoccupanteaumento di alcune patologie(in genere infettive) legateprobabilmente ad un generaleabbassamento del livello diattenzione della popolazione(es. rapporti sessuali nonprotetti) ma soprattuttoall’ingresso non controllato dipersone portatrici di malattiedi cui, fino a non molti annifa, si registrava unasignificativa riduzione comenel caso della Tbc. Nel caso degli immigratiextracomunitari l’elevatapromiscuità connessa alledifficoltà economiche, che dasola già rappresenta unaemergenza sociale, producefocolai non bene identificabili.Nei Paesi di origine degliemigrati, inoltre, vi èsicuramente una minorattenzione alla prevenzionedelle patologie cronicherispetto agli standard europei,tale minor attenzione vieneaccentuata in Italia daoggettive difficoltà culturali elinguistiche per cui gliemigrati finiscono col divenireuna categoria particolarmentesuscettibile a malattie quali itumori e risultanodoppiamente emarginati,prima sul piano sociale e poisul piano sanitario. Taleemarginazione determina allafine anche un aumento deicosti economici e non, inquanto è risaputo che lamancata prevenzione provocadiagnosi tardive chenecessitano di interventisanitari costosi e spessoinefficaci.

Obiettivo primario Con la nostra iniziativa ciproponiamo di diffondere lacultura della prevenzione siaper la malattia infettive cheper la malattie croniche tra leassociazioni di emigrati e tra ivolontari che con essecollaborano al fine di favorireed accelerare e il processo diintegrazione e di migliorare lecondizione di salute degliextracomunitari.

Obiettivi secondari Il convegno permetterà dipubblicizzare le campagne diprevenzione periodiche e leulteriori iniziativesull’argomento e sviluppare lospirito di solidarietàutilizzando l’argomento salute.

In Africa una donna su 13 muorenel corso della gravidanza o delparto per emorragia, setticemia,

ipertensione, anemia grave

La prevenzione tra gli immigratiLo scorso 29 marzo si è concluso il convegno organizzato

dalla “Lega Italiana per la lotta contro i tumori” sulla“Cultura della prevenzione strumento di solidarietà e di inte-grazione per gli immigrati extracomunitari”.

È un tema molto attuale perché legato al crescente feno-meno migratorio che coinvolge tutte le istituzioni civili edanche la Chiesa di Napoli. Gli immigrati sembrano amare laCampania. Soprattutto Napoli è diventata una città in cuil’immigrato tende a restare e a mettere su famiglia.

Siamo ormai alla terza generazione di immigrati residen-ti nella nostra città con bambini nati in Italia e questo vuoidire che diventa sempre più urgente rivedere l’intera legisla-zione relativa ai flussi migratori, alla cittadinanza ed orga-nizzare anche nuove forme di intervento soprattutto nel set-tore sanitario della profilassi e della prevenzione di patologiegravi collegate a questo fenomeno e che possono diffondersinel nostro territorio.

Di particolare interesse è stato l’intervento di FarhiaHassan Tifow, segretario generale Iwf e mediatrice culturaledella Onlus “Insieme per la Vita”, che ha ricordato come ognianno circa mezzo milione di donne muoiono per complica-zioni durante la gravidanza, il parto o l’aborto. Il 99% di que-sti decessi avvengono nei Paesi in via di sviluppo. Vi è, quin-di, per questo fenomeno, un enorme divario tra paesi ricchie paesi poveri: «Mentre in Africa una donna su 13 muore nelcorso della gravidanza o del parto per emorragia, setticemia,ipertensione, anemia grave, in Europa tale decesso avviene inrapporto di una su 4.000. Non solo, ma tra le donne africaneche superano la gravidanza e il parto, molte soffrono per lesio-ni, infezioni o altre malattie. La maggior parte di queste eve-nienze potrebbe essere prevenuta dalle immigrate che partori-

scono in occidente, come la donna ha imparato a fare, e potu-to fare, qui. Tuttavia le donne immigrate nei Paesi occidentalinon riescono a mantenere il passo con quelle che in questipaesi sono nate e cresciute. Infatti l’approccio dei nuovi citta-dini alla diversa organizzazione sanitaria può trovare una seriedi ostacoli nelle differenze linguistiche, nelle difficoltà comuni-cative e di inserimento sociale, nello sradicamento culturale,nella lontananza dagli affetti, nelle diversità climatiche, nell’a-limentazione insufficiente e inadeguata, nella precarietà dell’e-sistenza, nella disoccupazione, nelle carenze igieniche collega-te al sovraffollamento abitativo e alla povertà. Sono tutti fatto-ri di rischio che, in questi casi, richiedono la massima atten-zione delle autorità sanitarie e politiche».

Il Cardinale Crescenzio Sepe ha voluto portare il suo salu-to ai congressisti tramite il direttore dell’Ufficio DiocesanoMigrantes, mons. Pasquale Silvestri, il quale ha ricordatocome «il nostro Vescovo ha mostrato, fin dall’inizio del suogoverno pastorale, una particolare attenzione al fenomenomigratorio tanto che ha voluto costituire un apposito ufficiodiocesano per assicurare l’assistenza religiosa ai migranti stra-nieri e per stimolare nella stessa comunità civile ed ecclesialepartenopea la comprensione e valorizzazione della loro identitàin un clima di pacifica convivenza rispettosa dei diritti dellapersona umana. Prossimamente apriremo un nuovo CentroAscolto Immigrati presso la struttura di Santa Maria di PortoSalvo in via Marina e auspichiamo si possa sviluppare una pro-ficua collaborazione anche con la Lega Italiana per la lotta con-tro i tumori così da fornire uno spazio dedicato alla profilassi ealla prevenzione oncologica per tutti gli immigrati presenti sulterritorio e che si rivolgeranno ai nostri centri ascolto».

Ufficio Diocesano Migrantes

Dal 21 al 30 marzo, si è svolta la“Settimana nazionale per laPrevenzione oncologica 2008”,

giunta quest’anno alla sua settima edi-zione e organizzata dalla Lega Italianaper la Lotta contro i Tumori (Lilt).“Prevenzione, il protagonista sei Tu”, èstato lo slogan che ha caratterizzato que-sto evento nazionale, organizzato in col-laborazione con la Presidenza delConsiglio dei Ministri, con il Ministerodella Salute e delle Politiche Agricole eForestali e che quest’anno si è svoltosotto l’Alto Patronato della Presidenzadella Repubblica.

La Lilt, nata nel 1922 per volontà delnapoletano Giovanni Pascale, attraversoquesta manifestazione ha voluto infor-mare e sensibilizzare i cittadini su unconcetto importantissimo e basilare perla nostra salute: cosa vuol dire “preven-zione”. In termini di sanità, prevenirevuol dire lottare contro i fattori dirischio, quali il fumo, l’inquinamentoambientale, l’errata alimentazione, eanche diagnosticare, in maniera tempe-stiva, un tumore nella sua fase iniziale,per poter subito intervenire con le cureadeguate per sconfiggere la malattia.Prevenire in sostanza vuol dire aumenta-re la possibilità di curare e quindi disopravvivere, ma soprattutto accrescerela qualità della vita.

Per l’occasione la Lilt ha distribuito,su tutto il territorio nazionale, attraversole sezioni provinciali, un libretto con ilCodice europeo contro il cancro, ricco disuggerimenti pratici importanti per uncorretto stile di vita e utili sulla prevenzio-ne in generale. Insieme al materiale infor-mativo poi, non è mancata la bottiglia diextravergine d’oliva. Una sana alimenta-zione, infatti, parte dall’olio di qualità,ingrediente principale della dieta medi-

terranea e indispensabile nella prevenzio-ne dei tumori.

A Napoli, l’evento ha visto la sinergiatra Regione, Provincia e Comune, ed èstato presentato il 26 marzo scorso, nellaSala Giunta della Provincia in PiazzaMatteotti. Il Presidente della Provincia diNapoli, Dino Di Palma ha aperto, con ilsuo intervento, la conferenza di presenta-zione della manifestazione, ricordandoche «l’eccellente produzione locale sia labase di una sana e corretta alimentazione».

Adolfo Gallipoli d’Errico, Presidentedella Lilt – Sezione di Napoli, ha poi sot-tolineato che: «… mangiare sano nonbasta. Per prevenire un tumore c’è bisognosoprattutto di uno stile di vita sano, elimi-nando innanzitutto il fumo e le bevandealcoliche …».

Angela Cortese, Assessore allePolitiche Formative e Pari Opportunitàdella Provincia di Napoli, ha poi ricorda-to fra i vari appuntamenti, quello del 28marzo con gli studenti dell’IstitutoAlberghiero “Rossini” di Napoli. “Mangiarsano per vivere sano”, questo lo slogandella tavola rotonda, al termine dellaquale gli studenti ed i docenti hanno pre-parato pietanza tipiche della dieta medi-terranea. Se vogliamo vivere bene, dob-biamo mangiare bene e non affidarci adingannevoli e dannose diete iperprotei-che. Non bisogna mai eliminare il pane ela pasta ed usare sempre l’olio extravergi-ne di oliva.

Le giornate conclusive della settimanaNazionale per la Prevenzione Oncologica2008, si sono svolte il 29 e 30 marzo nellaVilla Comunale della nostra città. Presentii camper per i controlli clinici di preven-zione oncologica in collaborazione conl’House Hospital e gli stand di prodottibiologici e della dieta mediterranea edella Lilt.

Dal 21 al 30 marzo in città laSettimana per la prevenzione

oncologica organizzata dalla Lilt

Per un corretto stile di vita

di Angelo Vaccarella

Provincia Nuova Stagione14 • 6 APRILE 2008

La partitadella vitadi Giovanni Colaleo

Presentata a villa Campolieto lapartita di calcio tra la nazionaleitaliana attori contro una squadrarappresentativa degliamministratori (sindaci, assessorie consiglieri) dei comuni diPortici, Ercolano e Torre delGreco. L’evento riveste unanotevole importanza, se si tieneconto che il ricavato degli incassidella partita sarà devolutointeramente in beneficenza adun’associazione per la lotta aitumori al seno (ALTS) e allarealizzazione della “casa di Tonia”,un centro di accoglienza permamme e bambini bisognosi,voluto dalla Curia di Napoli eintitolato dal CardinaleCrescenzio Sepe a Tonia Accardo,la giovane madre che poco tempofa ha perso la vita dopo averportato avanti una gravidanza edato alla luce una splendidabambina, avendo eroicamenterifiutato di sottoporsi durante ilperiodo della gestazione alle curechemioterapiche per nondanneggiare la bambina cheportava nel grembo.Questa storia recente, che hacommosso prondamente tuttal’Italia, è stata in realtà il motivoprincipale e la spintadeterminante alla realizzazione diquesta iniziativa, che ideatacongiuntamente dagliamministratori dei comuni diErcolano, Portici e Torre delGreco, ha ricevuto subitol’approvazione e il sostegno dellaCuria Arcivescovile di Napoli. Erano presenti alla conferenzastampa il sindaco di ErcolanoGaetano Daniele, l’assessore allacultura Ciro Iengo, il delegatodell’Ufficio di Pastorale delloSport della Curia di Napoli donRosario Accardo, unrappresentante dell’Associazioneper la Lotta ai Tumori al Seno edil marito di Tonia Accardo, NicolaVisciano con la figlioletta Sofia . “Un’iniziativa accolta conentusiasmo – ha dichiaratol’assessore Ciro Iengo, uno deiprincipali promotori dell’evento –per l’affetto che ci legava a Tonia ealla famiglia, sento sempreaccanto a me la presenza diquesta donna straordinaria. Il suosorriso solare mi sprona adintraprendere iniziative benefichee mi guida nelle vicissitudinid’ogni giorno, aiutandomi asuperarle”. “Un gesto di amore edi generosità di una donna eroica– ha sottolineato don RosarioAccardo – ha fatto si che siconcretizzasse quest’iniziativa , laquale al di là di tutto il bene cheporterà, ha realizzato un beneancora più grande quale è stato ilcoinvolgimento e l’unionefraterna tra gli amministratori, lepersone e tutti i cittadini diquesti tre comuni interessati». Il sindaco di Ercolano GaetanoDaniele ha espressopubblicamente il bisogno diringraziare i familiari di Tonia, “che hanno saputo trasformare illoro dolore privato in un benegrande qual è il bene comune”.Mentre il marito di Tonia, NicolaVisciano ha messo in risalto,come iniziative del genere,possano dare quella spinta aitanti giovani che si trovano indifficoltà, a reagire ai disagisociali in cui vivono.

2 / Storie di paese

Quando Secondiglianoera un casale

e Scampiaera campagna

La devozione per i “santi medici”

Cosma e Damiano e il Beato Errico

di Giuseppe Pesce

Secondigliano, conosciuto oggi come quartiere di perife-ria, è stato un antico casale, sotto l’influenza della Chiesa diNapoli fin dal medioevo. Il più grande appezzamento dellazona, infatti, era la cosiddetta Starza, un’enorme masseriacon 72 moggia di terra, che si estendeva fino ad Arzano eCasavatore. Apparteneva ai sacerdoti del duomo, ovvero alCapitolo degli ebdomadari che, secondo le antiche carte, l’a-veva ereditata da Sant’Attanasio, vescovo del IX secolo.

Il piccolo centro di campagna cominciò a svilupparsisolo dalla fine del Cinquecento, con l’apertura della stradadi Capodichino. La parrocchia principale è intitolata aiSanti Cosma e Damiano, che la tradizione agiografica vuoledue gemelli, medici di origine araba, che assistevano i pove-ri gratuitamente (per questo detti anargiri, senza argento) inmedio oriente, e finirono vittime delle persecuzioni diDiocleziano (284-305).

A Napoli, il culto dei due martiri era legato alla corpora-zione dei medici e dei barbieri, che ai primi del Seicentopromosse l’edificazione di due chiese, una ai Banchi Nuovie l’altra appena fuori Porta Nolana. Della chiesa diSecondigliano, si sa solo che era un’antica cappella rurale(forse costruita dai Benedettini, che diffusero la devozioneper Cosma e Damiano anche nel Lazio). Ricostruita dopo iterremoti di fine Seicento, è stata ultimata nel 1704, e con-serva interessanti opere, come il bel crocifisso ligneo diNicola Fumo (1692) ed un organo a canne ottocentesco.Eccezionale testimonianza della devozione popolare, sonouna trentina di prodigiose guarigioni, ottenute dai

Secondiglianesi per intercessione dei Santi protettori, epuntualmente annotate nei registri parrocchiali tra 1773 e1854.

L’economia della zona è stata per secoli fondamental-mente agricola (la Scampia era la campagna incolta, pienadi sterpi). Nel Seicento, Carlo Celano definiva le fragole diSecondigliano “perfette, d’una grossezza ed odore che non sipuò rendere credibile se non a chi vede”. Ma si coltivavanoanche gli alberi di gelso, sui quali crescevano i bachi daseta. Nel 1784 il parroco del paese, Cataldo Pumpo, elenca-va ben 52 masserie abitate da coloni, proprietà di cittadinibenestanti e di enti religiosi.

Ma le leggi ottocentesche contro la proprietà ecclesiasti-ca contribuirono a frazionare e svendere gran parte del ter-ritorio di Secondigliano. In questo controverso periodo sicolloca l’opera di un energico sacerdote locale, morto inodore di santità e beatificato nel 2001. Nato nel 1791, figliodi un “maccaronaio”, Gaetano Errico studiò da esterno alseminario arcivescovile di Napoli e fu ordinato sacerdotenel 1815. Maestro comunale per quasi vent’anni, si dedicò alservizio pastorale nella parrocchia del paese. Nel 1830, sfi-dando le ostilità, costruì una chiesa dedicata all’Addolorata,e qualche anno più tardi istituì la Congregazione dei SacriCuori di Gesù e Maria, di cui fu a lungo superiore. Si dedicòsoprattutto all’evangelizzazione popolare, fino alla morte,nel 1860. A pochi anni dalla beatificazione del 2001, il pros-simo 12 ottobre sarà proclamato santo da papa BenedettoXIV.

Uno spazio accogliente ed un luogodove poter imparare divertendo-si. Questo è l’obiettivo del centro:

“l’Aquilone, ludoteca e dintorni”. Lasede, inaugurata lo scorso venerdì 21marzo, nella scuola elementare IV circo-lo didattico in via Marconi, ad Ercolano,accoglie 60 bambini di età compresa trai 6 e i 13 anni, allo scopo di favorire lasocializzazione e lo sviluppo delle capa-cità creative ed espressive attraverso losvolgimento di attività laboratoriali eculturali, individuali o di gruppo.

«Non posso che condividere la sceltadell’amministrazione comunale – haaffermato il presidente di Gesco SergioD’Angelo - di dare continuità a iniziativedi questo tipo. Occorre che queste stesseiniziative abbiano una stabilità e venganofinanziate con fondi strutturali».

All’inaugurazione hanno partecipato,oltre al presidente Gesco, anche il sinda-co di Ercolano Nino Daniele, l’assessorealle Città dei bambini e delle donne delComune di Ercolano Antonietta Garziaed il responsabile della cooperativa“Terra e libertà” Francesco Uccello.

Non solo una sala con giochi disocietà, ma anche una biblioteca perragazzi volta ad incentivare la lettura.La ludoteca è un servizio dell’Ambito 16,costituito dai comuni di Ercolano eTorre del Greco ed è gestita da Gescocon la cooperativa sociale Terra elibertà. L’iniziativa è sostenuta dai fondidella misura 3.14 del Por Campania epromuove la partecipazione femminileal mercato del lavoro, anche attraverso

apposite azioni di sostegno ai genitori.«Cerchiamo – ha detto il sindaco di

Ercolano, Nino Daniele – di semplificaree rendere meno gravoso il compito dellemamme. In questo luogo abbiamo volutoprivilegiare il gioco che riteniamo unmomento importante di socializzazioneper i più piccoli».

L’obiettivo dei promotori è, quindi,offrire ai ragazzi la possibilità di gioca-re, studiare, leggere con una equipe dieducatori specializzati della cooperativasociale “Terra e Liberta”.

In sede, e sotto la supervisione deglioperatori, oltre ad attività ludico-ricrea-tive, però, c’è spazio anche per attivitàstraordinarie da realizzare in collabora-zione con le scuole e iniziative “on theroad” a carattere itinerante legate amanifestazioni cittadine.

Oltre ad Ercolano, un’altra ludotecaè stata aperta a Torre del Greco, que-st’ultima che si trova presso l’ICSFrancesco D’Assisi, in viale Campanianumero 1, è aperta il martedì, giovedì evenerdì.

La prima, invece, è aperta per bambi-ni e adolescenti di Ercolano, nei pome-riggi di martedì, mercoledì e venerdì condue turni: dalle 14.30 alle 16.30 e dalle16.30 alle 18.30.

Priorità nelle iscrizioni è data, ovvia-mente, ai bambini con entrambi i geni-tori lavoratori.

Per ulteriori informazioni è possibilerivolgersi infine, a: Servizi SocialiErcolano, tel. 081 7881464; ServiziSociali Torre del Greco, tel. 0818812361.

Il giocoaiuta

a cresceredi Andrea Acampa

Inaugurataad Ercolano la ludoteca

“L’Aquilone” per bambinidai 6 ai 13 anni

“”

CulturaNuova Stagione 6 APRILE 2008 • 15

Al festival del teatrodi Rosaria La Greca

Rivitalizzare e rivalorizzare la cittàdi Napoli con una particolareattenzione ai giovani: ecco gliobbiettivi del Napoli teatro festivalItalia, manifestazione promossadal Ministero per i Beni e leAttività culturali e che vedeimpegnato il capoluogopartenopeo nel triennio 2007-2009.Dopo il prologo dello scorsoottobre, la manifestazione avràinizio il prossimo 6 giugno con laprima assoluta de “Le Troiane”,spettacolo che coinvolgerà attori eprofessionisti della scenainternazionale perchéinternazionali sono il taglio e laportata che Comune e Provinciadi Napoli insieme con la regioneCampania e la fondazioneCampania dei Festival hannovoluto dare alla manifestazioneche il governatore AntonioBassolino ha definito, durante laconferenza stampa tenutasi pressola sala dell’antro di Virgilio delCastel dell’Ovo, «un grande eventoche vedrà coinvolte la Campania eNapoli per un mese intero in unprocesso verso l’unificazioneculturale dell’Europa nella misurain cui si valorizzano le differenzeper rilanciare il teatro italiano. Lascelta fondamentale è un teatroche si apre all’Europa e al mondo,un’occasione importante per lanostra regione che ai mesi e lesettimane difficili appena trascorsirisponde con la risorsa culturale».Il festival è un’iniziativa che metteinsieme realtà apparentementecontrastanti ma sinergiche comeriflessioni sul 700 napoletano esperimentazione teatrale, antico emoderno che si incontrano in unaNapoli che affermando se stessa siapre ad altre culture ospitando neisuoi teatri la cultura francese,inglese, spagnola rumena.«Napoli sarà coinvolta per tutto ilmese di giugno - spiega il SindacoRosa Russo Iervolino - in moltesedi teatrali tra cui MaschioAngioino, Castel dell’Ovo, Albergodei poveri, Villa Comunale.L’evento prevede, inoltre -continuail primo cittadino- un importantecollegamento con la Feltrinelli diP.za dei Martiri, dove sono previstiincontri e conferenze con gli artisticoinvolti nella manifestazione.Aspetto, questo pensato e volutoda Renato Quaglia, direttoredell’evento per il triennio 2007-2009, e Rachele Furfaro,presidente della FondazioneCampania dei Festival chedefinisce la manifestazione «nonun semplice lavoro di vetrina maun progetto che Renato Quagliaha creato con un’immensa rete direlazioni che guarda soprattutto almeridione e la cui ricadutaeconomica sulla città è tenutasotto osservazione dalla UniversitàBocconi». Un progetto gigantesco che al di làdell’interesse culturale e turisticoche susciterà «ha l’obbiettivo didiminuire il tasso didisoccupazione giovanile, cosìcome è avvenuto ad Edimburgonel 2004», ricorda il direttoreRenato Quaglia e aggiunge «saràun festival ecosostenibile poichégrazie all’uso di pannelli solarieliminerà l’emissione di CO2 eprodurrà autonomamentel’energia di cui avrà bisogno pertutte le sue esigenze».

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Galassia Gutenberg punta sulla naturadi Eloisa Crocco

Per la prima volta in Italia in antepri-ma a Napoli “Il circo volante diSvjetlan Junakovic”, artista croato

poliedrico, versatile e trasversale, in occa-sione della primaverile delle “Monelleried’autore” di Girogirotondo, cambia ilmondo 2008, il progetto dell’associazioneculturale Ko librì giunto alla sua quarta edi-zione.

La retrospettiva di Svjetlan Junakoviç,pittore, grafico, scultore, illustratore, autoredi 350 libri per ragazzi pubblicati in tutto ilmondo, candidato per la Croazia al premioIbby Andersen 2008, sarà al Pan,fino al 5maggio: «Abbiamo aderito con piacere allaproposta di collaborare alla realizzazionedella retrospettiva dedicata a Junakovic - sot-tolinea Julia Draganovic, direttrice artisticadel Pan - perché oltre ad essere un illustrato-re di grande talento, ha saputo dedicarsi consuccesso anche ad altri itinerari artistici.Inoltre, la mostra, offre l’opportunità di pro-muovere un interessante percorso didattico,favorendo la diffusione del linguaggio dell’ar-te fra i ragazzi e, allo stesso tempo, consenten-do di avvicinare al Pan un pubblico un po’diverso dal solito».

La mostra (a cura della storica dell’arteClaudia Sonego, con catalogo edito daCactustudio di Manuela e Giorgio Salvi eredatto da Davide Burattin) attraversatutta la produzione artistica del grandeautore, presentando in quattro percorsi –pittura, scultura, disegno e illustrazione–circa 120 opere selezionate per l’esposizio-ne napoletana (tra cui alcuni inediti): dise-gni (sedici), dipinti in tecnica mista (trenta-cinque), una decina di sculture in terracotta,

70 illustrazioni e un corpus rappresentativodi libri illustrati per ragazzi.

Presentato in conferenza stampa, allapresenza dell’artista “Il circo volante diSvjetlan Junakovic” sarà affiancato, comedi consueto per il progetto di Kolibrì, dalaboratori, visite guidate e altre iniziativecollaterali, il primo dei quali è stato tenutodallo stesso autore.

«I bambini non vanno mai sottovalutati –ha detto Svjetlan Junakovic -come illustratoreritengo sia importante trovare il modo giustoper attirare la loro attenzione, non limitarsi ariproporre i classici di quattrocento anni fa.Anche io ho illustrato tanti libri di testi famo-si ma quello che mi piace di più è fare libricostruiti da me stesso, e che in qualche modopossono toccare il cuore di tutti».«La mostraesalta l’obiettivo trasversale del progetto diKolibrì – ha spiegato l’ideatrice, DonatellaTrotta - favorire l’intercultura e il dialogo traadulti, bambini e ragazzi attraverso l’arte e lacreatività e attraverso continui sconfinamentitra linguaggi e codici comunicativi». Un pro-getto di eccellenza, infine, per RosalbaCerqua della Fondazione Banco di Napoli perl’Assistenza all’Infanzia, perché fa del mondoquel villaggio globale che, da un punto di vistaculturale, è tanto sbandierato ma poco vissu-to». Girogirotondo, cambia il mondo 2008 siavvale del sostegno della Provincia di Napoli(Assessorato alle Politiche Scolastiche), dellaGesac SpA - Aeroporti di Napoli, dell’UnioneIndustriali Napoli, della Regione Campania(Assessorato all’Istruzione, Formazione,Lavoro), alla Banca Popolare di Ancona(Sede Campania) e al Comune di Napoli(Assessorato alla Cultura).

Il circo chefa volare con

la fantasiadi Elena Scarici

La XIX edizione di Galassia Gutenberg – Librie multimedia ha scelto quest’anno come temaprincipale la natura, che nei secoli è sempre statanarrata dagli scrittori, ora come forza incontrolla-bile e minacciosa, ora come espressione di sere-nità o di evasione, ora come mito o ancora comeambiente da tutelare e proteggere. Quattro giornimolto intensi di esposizione – con 160 sigle edito-riali rappresentate – conferenze, incontri, presen-tazioni di libri.

Ancora una volta presente la sezione“Mediterranea”, dedicata alle culture dei paesi delMediterraneo, l’antico “Mare nostrum” di cuiNapoli è una porta fondamentale. In collabora-zione con la Fondazione Mediterraneo e l’agenziagiornalistica internazionale Ansamed, la prospet-tiva presentata al pubblico di appassionati eaddetti ai lavori è quella del dialogo e del confron-to costruttivo, all’insegna di una sana e variegatapluralità di voci, di cui è giusto che ciascuna trovilibera espressione. «Non potrebbe esserci manife-stazione migliore per Ansamed – ha affermatodurante la conferenza-stampa di presentazioneAntonella Tarquini, responsabile dell’agenzia – diGalassia. Ritengo la cultura l’unico trampolino dilancio per riuscire a capirsi, a patto però che siimpari a leggere tra le righe».

Dopo il grande successo dello scorso anno,ancora “libri in movimento” a GalassiaGutenberg, con il treno speciale promosso dallarivista “Leggere: tutti” dalla stazione Termini diRoma alla Stazione Marittima di Napoli e il suo

bookshop e i suoi incontri con gli scrittori. Eancora la “biblioteca del viaggiatore” allestita abordo della nave “Sinfonia” della Msc Crociere,grazie a 200 libri donati dall’Istituto per il librodel Ministero per i Beni e le Attività culturali.L’iniziativa, denominata “bookcruising”, è la ver-sione marina del più noto “bookcrossing”, e portai libri in giro per i porti del Mediterraneo, elemen-to che regala alla manifestazione respiro interna-zionale.

«Galassia Gutenberg è un’iniziativa in crescitaanno dopo anno – così l’assessore alla Cultura esviluppo del Comune di Napoli nell’incontro dipresentazione – ed è importante perché il saperedeve essere il nostro grande investimento per rende-re la città di Napoli davvero giusta, una città cioèin cui ognuno possa avere le sue chances e attraver-so la conoscenza possa acquisire la necessaria con-sapevolezza per combattere le sue battaglie».

Dello stesso avviso l’organizzatore FrancoLiguori, presidente dell’Associazione GalassiaGutenberg: «La nostra deve essere essenzialmenteuna battaglia culturale, è questa la carta che Napolideve giocarsi, per dimostrare che a parte i problemic’è tanto di bello e di positivo in questa città».

Tra tradizione e innovazione, sicuramente ilpositivo sono anche i 6000 metri quadri di standsdella mostra, sotto lo “sguardo” del simbolo diquest’anno, l’asino disegnato da GianluigiToccafondo, che rappresenta con le sue grandiorecchie l’ignorante che ascolta e impara, e nelsuo percorso di apprendimento cresce.

L’evento rappresentala tappa primaveriledel progetto rivolto

all’infanzia “Girogirotondocambia il mondo

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Anteprima napoletana della retrospettiva dell’artista croato Svetlan Junakovic

Nuova Stagione16 • 6 APRILE 2008

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tagioneAnno LXII - Numero 13 - 6 aprile 2008

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