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INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

Centro Studi C.N.I. - 02 dicembre 2014

Pagina I

TESSERA EUROPEA

Tessera professionale nel 2016Italia Oggi 02/12/14 P. 29 Benedetta Pacelli 1

LEGGE DI STABIITÀ

Minimi, un regime su misuraItalia Oggi 02/12/14 P. 22 Valerio Stroppa 2

ILVA

Per l'Aia mancano le risorse e gli interventi più costosiSole 24 Ore 02/12/14 P. 15 Jacopo Giliberto 4

Le due verità (amare) dell'IlvaSole 24 Ore 02/12/14 P. 1 Paolo Bricco 5

Caso Ilva all'esame del governo. E Gnudi candida FintecnaCorriere Della Sera 02/12/14 P. 33 Fabio Tamburini 7

MOSE

Due commissari per il MoseSole 24 Ore 02/12/14 P. 17 Marco Ludovico 8

INCENTIVI ALL`EDILIZIA

Più incentivi all'edilizia sicuraItalia Oggi 02/12/14 P. 28 Daniele Cirioli 10

FOTOVOLTAICO

Fotovoltaico sugli edifici, serve la prevenzione incendiItalia Oggi 02/12/14 P. 27 Marco Ottaviano 11

CONDOMINIO

Riqualificazioni per far ripartire l'immobiliareSole 24 Ore 02/12/14 P. 43 12

SEMPLIFICAZIONI

Burocrazia, un taglio del 20%Sole 24 Ore 02/12/14 P. 8 Davide Colombo 13

RETE IMPRESE ITALIA

Se l'Italia fa scuolaCorriere Della Sera 02/12/14 P. 30 Dario Di Vico 14

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L'(%é: siparCe coli r,'rtfer°rrireri, siolei°apïsCí, /árrraaci<sli, guide alpiue e al;erc[r rrrtrrtol.riliari

Tessera professionale nel 2016Al via il progetto pilota per cin que profili diversifra loro

DI BENEDETTA PAGELLI

nfermieri, farmacisti, fisio-terapisti e poi guide alpinee agenti immobiliari. Latessera professionale eu-

ropea, una delle novità princi-pali della nuova direttiva sulriconoscimento delle qualificheprofessionali 2013/55 (che hamodificato la direttiva 36/05),parte da qui. Da cinque profes-sioni, regolamentate in modocompletamente diverso, alme-no in Italia, e per le quali dal2016 sarà più facile spostarsiin uno stato membro diversoda quello di origine. O alme-no questa è l'intenzione. E laCommissione europea, come èstato spiegato ieri nel conve-gno «Forum del Mercato Unico2014 - La tessera professionaleeuropea», organizzato dal Di-partimento politiche europee,ad averle individuate al termi-ne di un'ampia consultazioneche ha coinvolto le autoritàcompetenti, le organizzazio-ni dei datori di lavoro e lerappresentanze degli ordinie dei collegi professionali. Sitratta, comunque, per ora di

un «progetto pilota», come haspiegato Martin Frohn, inter-nal market, industry and Smesdella Commissione Ue nel suointervento, «che punta a essereesteso anche ad altre categorie,quali medici e ingegneri, per lequali sono in corso le consul-tazioni». La speranza comun-que è che la tessera raggiungadavvero l'obiettivo di favorirequella mobilità dei lavoratoriche fin'ora stando ai numeri,almeno in Italia, ha scarseg-giato. Basti pensare che dal2005 al 2013 sono state solo14.264 (di cui il 79% positive),le decisioni sui riconoscimen-ti in Italia, cioè il 5% rispettoalle oltre 300 mila che invecehanno interessato gli altri pa-esi membri nello stesso periodopreso in considerazione.

Seppure con notevoli diffe-renze tra una professione el'altra. Se, infatti, i medici e ingenerale le professioni sanita-rie (fisioterapisti e infermieri)sono propensi alla mobilità,trattandosi di professioni cherispondono a standard di orga-nizzazione mondiale, lo stessonon può dirsi per gli avvocativisto che, come ha detto nel suointervento Paolo Feltrin, pro-fessore all'Università di Trie-ste, «il diritto interno si orga-nizza con specialisti nazionali».Certo per il professore triesti-

no la tessera professionaleeuropea rappresenta un buonelemento per semplificare il ri-conoscimento delle qualificheprofessionali in Europa, «madeve essere accompagnata daaltri interventi, tra cui l'euro-peizzazione delle organizzazio-ni responsabili delle qualificheprofessionali, il riconoscimentodelle nuove professioni a livel-lo europeo e percorsi formativisimili».

Sulla formazione ha postol'attenzione anche GaetanoStella, presidente di Conf-professioni, sottolineando la«necessità di armonizzare ipercorsi formativi in Europaper agevolare il successivo ri-conoscimento delle qualificheprofessionali, con particolareattenzione ai praticantati eai tirocini abilitanti». Per que-sto, ha evidenziato Lidia Ger-mani, coordinatore nazionalequalifiche professionali che nelsuo intervento ha illustrato lenovità principali della nuovadirettiva, «serve una più stret-ta collaborazione tra gli statimembri».

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Tessera Europea Pagina 1

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LEGGE DI STABILITA/ Per tutti i proféssionisti valore dei compensi da 30 a 15 mila €

Minimi, un regime su misuraTetto dei ricavi e deduzione camb iano con l' attività

DI VALERIO STROPPA

uovo regime dei mi-

nimi su misura. L'im-posta sostitutiva del15% sarà uguale per

tutti, ma a seconda dell'atti-vità esercitata dal prossimo1° gennaio cambiano sia iltetto dei ricavi per l'accessosia la deduzione forfettaria.Tra le piccole partite Ivai più penalizzati restano iprofessionisti. La riduzionedel fatturato massimo da30 mila a 15 mila euro an-nui non risparmia nessunacategoria: avvocati, com-mercialisti, consulenti dellavoro, architetti, ingegneri,medici, agronomi, geometri,periti industriali, geologi,promotori finanziari, assicu-ratori, psicologi e assistentisociali. I costi sostenuti nonsaranno analiticamente de-ducibili, a eccezione dei con-tributi previdenziali. La baseimponibile sarà determinatain via forfettaria applicandoai corrispettivi specifici co-efficienti di redditività. Peri professionisti la base im-ponibile sarà formata dal78% dei compensi percepiti.Per i commercianti la sogliadei ricavi viene fissata a 40mila euro con redditività al40%, così come per chi offreristorazione o alloggio. Li-mite a 20 mila euro per gliambulanti (con redditivitàdel 54%), ma per quelli checedono prodotti alimentari ebevande la soglia sale a 30mila (di cui sarà imponibileil 40%). In ogni caso, per iprimi tre anni sarà possibilefruire di un ulteriore abbatti-mento di un terzo del reddito.È quanto prevede la legge distabilità 2015, approvata inprima lettura dalla camera.

Tre regimi in soffitta. Ilnuovo regime forfettario en-tra in vigore dal 1° gennaio2015. Contestualmente sa-ranno soppressi i tre regimidi favore oggi vigenti, ossiaquello per le nuove iniziativeimprenditoriali e di lavoro au-tonomo ex legge n. 388/2000(con imposta al 10%), gli at-tuali «minimi» previsti daldl n. 98/2011 (con aliquotaal 5%), e il regime contabi-le agevolato previsto per gli«ex minimi» della legge n.244/2007.

Il periodo transitorio.Il nuovo meccanismo for-fettario costituirà il regimenaturale per chiunque siain possesso dei requisiti. Ilcontribuente potrà sempreoptare per il regime ordina-rio, con applicazione dell'Iva,della ritenuta d'acconto edelle imposte sui redditicalcolate in maniera stan-dard. Chi però alla data del31 dicembre 2014 si avvaledell'attuale regime dei mini-mi (con aliquota al 5%) po-trà continuare ad applicarlofino a scadenza, vale a direper il periodo che residuaal completamento del quin-quennio agevolato e comun-que fino al compimento dei35 anni di età. Sebbene lascelta sia vincolata a calcolidi convenienza da effettuarecaso per caso, nella maggiorparte delle simulazioni peri giovani professionisti ilvecchio regime risulta piùfavorevole.

Altri possibili vantaggi.Se in termini impositivi il re-gime previsto dalla legge distabilità 2015 appare menoconveniente di quello discipli-nato dal dl n. 98/2011, sottoil profilo soggettivo vi sonodelle novità che allarganola platea dei beneficiari. Alnuovo regime potranno acce-dere anche coloro che sosten-gono spese per il personale,fino a un massimo di 5 milaeuro all'anno. Porte aperteanche a chi opera a livellointracomunitario e effettuacessioni all'esportazione.Viene superato, poi, l'attualecriterio di calcolo per il limi-te degli investimenti in benistrumentali. Dal 2015, infat-ti, non ci sarà più il vincolo

dei 15 mila euro di acquistieffettuati nel triennio pre-cedente, ma il requisito saràverificato alla fine dell'ultimoesercizio (stock), con tetto a20 mila euro. Nel calcolo deibeni strumentali non rilevanoovviamente i beni immobili.E esclusa l'applicazione deglistudi di settore e dei parame-tri. Infine, rispetto all'attualeversione del sistema agevola-to, il nuovo regime non pre-senta più limiti temporali névincoli anagrafici.

Le proteste . Non si placa-no i malumori del popolo del-le partite Iva, specialmentequelle senza cassa che giàscontano un maggior caricoprevidenziale. «Nel momentoin cui si stanziano risorse perdipendenti (bonus 80 euro),imprese (Irap), artigiani e

commercianti (agevolazionicontributi minimi), è parados-sale che il lavoro autonomo eprofessionale divenga il ban-comat dello stato, spingendosotto la soglia della povertàintere generazioni di lavora-tori indipendenti» spiegano inuna nota congiunta Confasso-ciazioni, Alta Partecipazionee Acta. Da qui la richiesta algoverno di modificare le di-sposizioni della manovra distabilità.

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Legge di stabiità Pagina 2

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Gruppodi settore

Industrie alimentari edelle bevande

Commercio all'ingros-so e al dettaglio

Commercio ambulantedi prodotti alimentari e

bevandeCommercio ambulante

di altri prodottiCostruzioni e attività

immobiliariIntermediari del com-

mercio

Attività dei Servizi di al-loggio e di ristorazione

Attivita Nrotessionaii,Scientifiche, Tecniche,Sanitarie, di Istruzio-

ne, Servizi Finanziari eAssicurativi

Altre attivitàeconomiche

Codici attività Valore

Ateco 2007soglia dei ricavi/ Redditività

compensi

(10-11) 35.000 40%

45 - (da 46 2 a 46 9) - (da 47 1. . . 40.000 40%a 47.7) - 47.9

47.81

47.82 - 47.89

(41 - 42 - 43) - (68)

46.1

30.000

20.000

15.000

54%

(64 - 65- 66 ) - (69 - 70 - 71 - 72 -73 - 74 - 75) - ( 85) - (86 - 87- 88)

(01-02-03)-(05-06-07-08-09)-(12-13-14-15-16-17-18-19-20-21-22-23-24-25-26-27-28-29-30-31-32-

86%

15.000 62%

40.000

15.000 78%

33)-(35)-(36-37-38-39)-(49 20.000 67%-50-51-52-53)-(58-59-60-61-62-63)-(77-78-79-80-81-82)-(84)-(90-91-92-93)-(94-95-96)-(97-98)-(99)

Legge di stabiità Pagina 3

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L Gli investimenti finora realizzati su questo fronte si aggirano sui 600 milioni

1 Aiar mancano le risorse e gli interventi più costosiJacopo Giliberto

In teoria, finora l'Uva ha adem-piuto al 75% degli impegni am-bientali che le sono stati impo-sti. Ma con la cassa mezzo vuotae i sequestri aripetizione dei be-ni,gliadempimenti finora appli-cati dall'azienda sono quelli piùfacili e meno costosi, di caratte-re organizzativo e gestionale.Su una cifra ipotetica compresafra i 3 e i 4,5 miliardi, gli investi-menti ambientali finora con-dotti si aggirano - aveva annun-ciato Piero Gnudi nelle scorsesettimane - quasi 6oo milioni.

L'Ilva è lo stabilimento condue Aie ( se si può fare il pluraledella sigla Aia, Autorizzazioneintegrata ambientale). L'Aia è ildocumento che, secondo lenorme europee, comprendetutte le autorizzazioni di un im-

LEPROSSIMESCADENZEIn programma ft 10 dicembrela conferenza dei serviziperla copertura di una partedei piazzali dovevi enestoccato il carbone

pianto, non solamente ambien-tali. E l'Ilva ne ha due.

La prima Aia era inapplicabi-le perché studiata in modo danon essere applicabile. La se-conda, quella oggi in vigore, èinapplicabile perché da due an-nil'azienda èparalizzata, seque-strata e risequestrata, commis-sariata, e non ci sono più i soldi-fra i3 e i4,5miliardi- per condur-re gli investimenti ambientali.

La primaAi a fu rilasciata dalministero dell'Ambiente,d'intesa con la Regione Puglia,nell'estate 2ou; ministro eraStefania Prestigiacomo (Pdl).Dopo cinque anni dalla do-manda di rilascio, furono im-poste alla società ben 462 pre-scrizioni, molte delle quali incontraddizione fraloro,mafrale quali ne mancavano diversedi grande rilevanza. Per esem-pio, non si parlava di copertu-ra dei parchi minerali.

Entusiaste molte associazio-ni ambientaliste, per la quantitàspropositata di impegni impostiall'azienda. Entusiastal'Ilva,perla quantità spropositata diadempimenti inapplicabili. En-tusiasta il presidente della Re-gione Puglia, Nichi Vendola,che aveva dato soddisfazioneagli elettori operai siderurgici eagli elettori dei comitati del no:il suo assessore all'AmbienteLorenzo Nicastro disse contonitrionfali che «siamo riusciti ate-nere insieme le ragioni dell'eco-logiaconquelle dell'economia edel diritto alla salute con il dirit-to al lavoro. Un passaggio stori-co per Taranto e per la Puglia».E subito dopo la società condot-ta dal vecchio Emilio Riva im-boccò una sequenza vittoriosa-

mente trionfale di ricorsi al Tar.Nella primavera 2012 (Presti-

giacomo aveva lasciato l'incari-co e ministro era Corrado Clini,tecnico)l'Aia fu sospesa e rifat-ta. Era pronta nell'ottobre 2012,e cominciò il gioco perverso disequestri dei beni dell'Ilvacon ilquale la magistratura bloccòogni prossibilità di applicarnegli impegni. Furono fatte leggiper sbloccare i sequestri e, mi-nistro Andrea Orlando, per as-segnare lagestione dello stabili-mento a un commissario (eraEnrico Bondi con il subcom-missario Edo Ronchi per la ge-stione ambientale; ora è PieroGnudi) che applicasse un pianoambientale che è una fotocopiadell'Aia 2012 con tempi menofrettolosi. Un decreto assegnòal risanamento i fondi della fa-miglia Riva sequestrati dallamagistratura milanese.

Dei 583 milioni finora spe-si, circa 200 sono stati desti-nati al tema dei parchi mine-rali, cioè gli stoccaggi di car-bone che spolverano di nerola città di Taranto.

E prevista per il 1o dicembrela conferenza dei servizi sullacopertura di un'altra parte deipiazzali di carbone eperla co-pertura più importante deicarbonili servirà la firma delministro dell'Ambiente, GianLuca Galletti.

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STATO E MANIFATTURA

Le dueverità(amare)dell'Ilva

di Paolo Bricco

Ilva colpisce al cuore, econo-mico e giuridico, il nostro Pa-ese. Ed esprime due verità

amare.Primaverità:l'Italiahaneces-sità dell'acciaio prodotto a Taranto.Dunque, una soluzione industrialevatrovata.EbenefaRenziagestireinprima persona il dossier. Secondaverità: lo Stato Imprenditore non hadato buone prove, nel nostro Paese,ed è una opzione culturale che non ciappassiona. L'auspicio è che l'ansiadi evitare il collasso non faccia cade-re il Governo in tentazioni neo-sta-taliste. Per questo, non si può esserefavorevoli alla nazionalizzazionetout court. Nazionalizzazione che èuna pratica estrema, da non confon-dere con il mix ben temperato - an-che con dosi massicce - di politicheindustriali pubbliche e di concor-renza privata. La quale sarà pure lapeggiore forma di ingegneria delleistituzioni economiche. A parte,pe-rò, tutte le altre. L'Italia, peraltro, habisognocheilprofilodella sua cultu-ra giuridica non sia sbrecciato e di-velto da soluzioni di emergenza che,ricorrendo in misura eccessiva astrumenti pervasivi come la LeggeMarzano, minino i meccanismi difunzionamento delmercato eiprin-cipibasilarideldiritto apartire dallaproprietà privata. Nessuno chiedesanatorie extra-giudiziali. Nessunoauspicascontiintribunale. Ognunodovrà rispondere - fra i proprietari

e gli amministratori locali, i politicie i sindacalisti - di quanto ha fatto,negli ultimivent'anni,fraTaranto eRoma. Enessunovuole sottacere leresponsabilità della famiglia Riva,che andranno ovviamenteverifica-teegiudiziariamente accertate. Re-sta, però, il fatto che il contesto giu-ridico è segnato da un profluvio dileggi speciali cheha creato unasedi-mentazione gelatinosa, che ormairicopre il sistema economico italia-no e su cui difficilmente gli investi-tori stranieri avranno un gran pia-cere dimettere iloropiedi (e dipun-tareilorosoldi).Adesso,nell'ultimaipotesi di salvataggio ventilata dalGoverno, c'è appunto un uno-dueche rischia di colpire al mento l'Ilvae di farebarcollare contestualmen-tel'intero sistema economico: de-fault pilotato, con il fallimento so-stanziale e l'applicazione della leg-geMarzano.

L'Italiadeve dïmostraredisaperegestire problemi complessi, in cui lecomponenti industriali e finanzia-rie,politiche e sociali,giudiziarie e dipolicy si trasformano in un unicumindistricabile.

Continua k- pngsna16

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PaoloBricco

Le dueverità(amare)dell'Uva

Ilva è uno di questi. LaLegge Marzano non puòdiventare lo strumento

con cui gestire questecomplessità. In questo casospecifico, l'Ilva è stata gestitadai legittimi proprietari, i Riva,con efficienza. Non ha maiperso soldi. Gli utili, dal 1995,sono sempre stati reinvestitinell'impresa. L'impianto, ilmaggiore d'Europa, ha avutolivelli di produttivitàindustriale pari o superiori aglistandard tedeschi. I problemiambientali - quelli reali e quellipercepiti, quelli della veritàstorica e quelli della veritàgiudiziaria - hanno portato a uncommissariamento che, inmaniera graduale mainesorabile, si è trasformato neifatti in una cancellazionesostanziale dei diritti diproprietà. Un percorsoaccidentato, in cui moltiprincipi del diritto liberale e delfunzionamento dell'economiadi mercato sono stati poco allavolta compromessi. Adesso, ilparadosso finale: lo Stato hacommissariato l'azienda, l'hagestita bruciando qualcosacome 2,5 miliardi di curo dicapitale netto in poco meno didue anni e mezzo, ha deciso divenderla come fosse unaimpresa sua e non diimprenditori privati e adesso,dato che la fabbrica perde abocca di barile, pensa - fra leipotesi ventilate - di chiedernel'amministrazionestraordinaria attribuendo allaMarzano una centralità che hagià avuto nel caso Parmalat, nel2003, e nel caso Alitalia nel2008. Nel paradosso Ilva,dunque, adesso c'è il rischio -

come può capitare con laMarzano - di unospossessamento dellaproprietà. L'Ilva rischia, infatti,di sperimentare una insolvenza,originatasi nella miscela diprovvedimenti giudiziari e diatti di Governo. In conseguenzadell'amministrazionestraordinaria, la societàpotrebbe diventare un asset cheviene utilizzato per soddisfare icreditori o potrebbe diventareun asset con cui alimentare ladistinzione fra b ad company egood company. Nel casospecifico, dunque, verrebbecosì sancito formalmente1-esproprio" che la famigliaproprietaria ha già subito neifatti. Sul processo ambientale diTaranto, i Riva peraltro nonsolo non hanno subito unacondanna, ma nemmeno sonostati rinviati ancora a giudizio.Dunque, non appare correttoche passi il principio di uno"spossessamento" attuato dauno Stato che ha già mandato intilt finanziario una impresa che,a sua volta, si è brutalmenteincartata - in questi due anni emezzo - nei meandri di unprocedimento giudiziario. Cosìcome è, invece, corretto che siaccertino, nelle sedi opportune,tutte le responsabilità cheriguardano la vitale questioneambientale. Naturalmente, inquesto quadro, è bene che ilGoverno sostengal'irrinunciabilità dell'Ilva. Lasensibilità evidenziata da Renziverso questa architrave dellanostra manifattura mostra lasua consapevolezza che, senzal'acciaio prodotto a Taranto, lafisiologia economica italianadiventerebbe più gracile eancora più esposta alladipendenza dalle forniturestraniere. Serve, in questa fase,equilibrio. Viviamo tempidifficili. Ci sono soggettipubblici di diritto privato,investitori industriali esteri eitaliani. Strumenti adeguati dimercato esistono: nella partitaIlva ci sono e appaionodisponibili. Possono essere letessere di un mosaicoarticolato e complesso. Ilmosaico dell'industria italianaprossima ventura.

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Caso Ilva all 'esame del governoE Gnudi candida FintecnaGrande soddisfazione per

l'intervento del presidente delConsiglio, Matteo Renzi, che èservito ad ampliare le sceltepossibili sull'Ilva di Tarantoaprendo alla possibilità di unintervento pubblico per il risa-namento e rilancio della socie-tà, ma l'opzione principale restala vendita ai privati. Ieri il com-missario straordinario dell'Ilva,Piero Gnudi, ha fatto sapere dimantenere piena apertura neiconfronti delle proposte dei

candidati all'acquisto del grup-po, che significa essere pronto arivedere il giudizio negativo serisulteranno accettabili. La di-sponibilità è stata confermatasia nei confronti di ArcelorMit-tal e dell'alleato Marcegaglia, siadella cordata che sta cercandodi organizzare Giovanni Arvedi.Nel primo caso è previsto unnuovo incontro con lo stessoGnudi che, molto probabilmente, si terrà a metà settimana.

Sempre nei prossimi giorni

Al verticePiero Gnudi,commissariostraordinariodell'llva

miliardi di euroil costo stimatoperleoperazionidi risanamentoambientaleper l'impiantodell'llvaa Tarantoin Puglia

si terrà la riunione tra Gnudi, iministri interessati al caso Ilvae la presidenza del Consiglioche servirà a decidere tempi emetodi dell'eventuale inter-vento pubblico. L'operazione,secondo lo schema all'ordinedel giorno, passerà dalla Fin-tecna, controllata al loo percento dalla Cassa depositi eprestiti. La premessa è l'entratadell'Ilva in amministrazionestraordinaria secondo la LeggeMarzano che, tuttavia, richiedeuna modifica legislativa per-ché attualmente l'accesso a taleprocedura è possibile soltantoper la ristrutturazione indu-striale di grandi imprese in sta-to d'insolvenza. E l'Ilva non loè. La modifica legislativa avver-rà con un decreto specifico op-pure, più probabilmente, conun emendamento alla legge diStabilità. Ieri intanto sul casoIlva è intervenuto l'ammini-stratore delegato di Cdp, Gio-vanni Gorno Tempini: «Il set-tore è importante e lo stiamostudiando con grande atten-zione», ha detto, aggiungendouna seconda battuta: «Noi sap-piano fino dove possiamo arri-vare e sulla base di quello fac-ciamo i nostri compiti».

Fabio Tamburini© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il decreto firmato dal Prefetto di Roma è stato inviato al Consorzio Venezia Nuova

Due co issaci per il MoseAccolte le richieste di Cantone: fittizio il cambio della governance

Marco Ludovico

ROMA

Il prefetto di Roma, GiuseppePecoraro, ha commissariato ilConsorzio Venezia Nuova. Ierihainviato il decreto alConsorzio,che ha in carico il Mose (metodosperimentale elettromeccanico)di V enezia. Sono due i commissa-ri nominati dal prefetto: LuigiMagistra, vicedirettore del-l'Agenzia delle dogane e dei mo-nopoli del ministero dell'Econo-mia; Francesco Ossola, ordinariodi Ingegneria strutturale e geo-tecnica al Politecnico di Torino.

Il provvedimento, in 22 pagine,raccoglie e dà seguito alla propo-sta formulata dal presidentedell°Anac (autorità nazionale an-ticorruzione), Raffaele Cantone,i16 novembre scorso. Per ilMose,dunque, dopo i provvedimenti digiugno dell'autorità giudiziaria -35 arresti e un centinaio di inda-gati - scatta adesso la «straordi-naria e temporanea gestione»:durerà «fino al definitivo collau-do dei lavori oggetto della con-cessione» dice il decreto. Il com-missariamento è motivato, in-tanto, dal fatto che secondo Can-tone e Pecoraro le sostituzioni

dei vertici del Consorzio Vene-ziaNuova, dopo l'esplosione del-l'inchiesta, «non sono tali daescludere il rischio di condizio-namenti illeciti nell'esecuzionedella concessione».

Giovanni Mazzacurati, presi-dente e direttore del Consorzio, èstato sostituito ne12o13 da MauroFabris (ex sottosegretario ai La-vori pubblici), presidente, edHermes Redi, direttore generale.

IINCARICHINominati Luigi Magistro(vicedirettore dell'Agenziadelle dogane) e il docenteFrancesco Ossola(Politecnico di Torino).............................................................................

Ma non sarebbe sufficiente: «Ta-li misure» si legge nel decreto«non rappresentano un'effettivanovità sul piano della governan-ce e non eliminano, in radice, si-tuazioni di contiguità, collega-mento e possibile continuità»conlevicende ele implicazioniil-lecite accertate dall'indaginedella procura di Venezia. Cosìcome «resta invariato il quadrosocietario a cui partecipano (an-cora oggi) tutte le società giàcoinvolte nelle indagini giudizia-rie e i cui vertici sono stati rag-

giunti da ordinanze cautelar]».Le osservazioni del prefetto e delcommissario anticorruzione so-no durissime: traendo spunto da-gli atti di polizia giudiziaria sotto-lineano come «la presenza neglistrumenti informatici del Con-sorzio Venezia Nuova di un nu-mero rilevantissimo di atti delMagistrato delle acque è provadella indebita e illecita ingerenzadel Consorzio (soggetto control-lato) negliatti digestione del sog-getto controllante». Così come ilquadro riferito alla «disciplinadei tempi, dei costi, delle modali-tà esecutive, della qualità delleopere del Mo.S.E» secondo il de-creto prefettizio «è risultato co-stantemente condizionato dagliaccordi corruttivi».

Tanto che dalle indagini èemerso «un articolato sistemadi creazione di fondi extracon-tabili e di correlati pagamenti»così come «una reiterata attivi-tà di tipo corruttivo, posta in es-sere mediante dazioni di dena-ro a soggetti in grado di stabili-re, in quanto operanti ad alto li-vello all'interno del ministerodell'Economia, un contatto di-retto coni] Cipe preposto a deli-berare i finanziamenti».

Ricorda il provvedimento chesecondo «il quadro ricostruitoda Pravatà Roberto, vice presi-dente del Consorzio dal 1987 al

2008» nelle dichiarazioni rese aimagistrati inquirenti «in realtàcircal'8ooo degli atti formalmen-te redatti dal Magistrato alle Ac-que vengono materialmenteprodotti da personale del Con-sorzio Venezia Nuova».

L'atto di commissariamentonon trascura poi di ricordarel'accertamento della «retroces-sione al Consorzio di una per-centuale delle somme portatedalle fatture per operazioni intutto o in parte inesistenti - som-me versate dalle imprese con-sorziate alCOnsorzio- eil conse-guente accumulo e occultamen-to del provento di frodi fiscali, inconti anche esteri». Unmeccani-smo, quello della «retrocessio-ne» dei fondi, che secondo Pier-giorgio Baita, ex presidente dellaMantovani di Padova, citatosempre nel decreto di commis-sariamento, si distingueva in treforme diverse: «fabbisogno si-stemico»; cioè pagamento pe-riodico di politici locali e magi-strati alle acque; «pagamentoepisodico maregolare» e, infine,«emergenze». Insomma, «in re-lazione alla rilevata pervasivitàdel sistema corruttivo, al com-plesso intreccio dei rapporti trail Consorzio e soggetti investitidi pubbliche funzioni politico-amministrative, ad ogni livello -sottolinea il decreto -nazionale e

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locale, consolidatisi in diversidecenni» fino a giungere «al ca-rattere seriale delle condotto, ac-compagnato dalla oggettiva gra-vità dei fatti» ci sono tutti i pre-supposti per la misura «dellastraordinaria eteporaneagestio-ne dell'impresa concessionaria,Consorzio Venezia Nuova».

La complessità del Mose, tut-tavia, pretende che il commissa-riamento non si trasformi in unostop alle opere pubbliche in pro-gramma. Il provvedimento fir-mato da Giuseppe Pecoraro, in-fatti, prevede che i due commis-sari debbano garantire «forme diinterlocuzione con le impreseconsorziale» con un duplice sco-po: la realizzazione degli obietti-vi del Consorzio e degli interessipubblici; la segnalazione di «si-tuazioni o circostanze che po-trebbero risultare pregiudizie-voli alla predetta realizzazione".

In proposito la prefettura diRoma prevede la costituzione diun "Comitato Consultivo" delleimprese consorziate. Va chiari-to che l'ufficio di Roma e provin-cia - e non di Venezia- del mini-stero dell'Interno è quello com-petente perché è il ministerodelle Infrastrutture, in sostanzala stazione appaltante, ad averdato la concessione al Consor-zio Venezia Nuova.

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Le linee guida del Civ dell'Istitruto assicuratore in. vista del bando Isi per il 2014

Più incentivi all e ilizia sicuraBonus Inail alle imprese a più alto rischio di infortuni

DI DANIELE CIRIOLI

1 settore costruzioni è il piùrischioso di infortuni. Per-tanto, alle imprese che viappartengono, il bando Isi

dell'Inail attribuirà Lucro specifi-co bonus d'incentivo. Lo sugge-risce, tra l'altro, il Civ dell'Inailnella delibera n. 16/2014 con-tenente le linee d'indirizzo albando per l'anno 2014 di finan-ziamento degli interventi sullasicurezza di prossima pubbli-cazione. Il Civ fissa, inoltre, afine primo trimestre 2015 iltermine per la redazione delprimo report sull'andamentodegli incentivi nei primi quat-tro anni di vigenza (anni dal2010 al 2013).

Incentivi alla sicurezza.Gli incentivi in esame sonoquelli rientranti nelle attivitàpreviste dall'art. 11 del T.u. si-curezza (dlgs n. 81/2008), chel'Inail promuove ogni annodal 2010 (c.d. bando Isi). L'art.11, infatti, affida all'Inail ilcompito di finanziare conproprie risorse, i progetti diinvestimento e di formazionein materia di sicurezza sul la-

voro, in particolare a favoredelle piccole, medie e microimprese. L'ultimo bando, sca-duto quest'anno, ha concessofinanziamenti ai progetti cheprevedevano investimenti eadozione di modelli organiz-zativi e responsabilità sociale,nonché per la sostituzione el'adeguamento delle attrezza-ture di lavoro messe in ser-vizio prima del 21 settembre1996. Il finanziamento, cheil Civ chiede di confermareanche quest'anno, è in contocapitale e di misura pari al65% dei costi sostenuti perla realizzazione del progetto,compreso tra un minimo di5 mila euro e un massimo di130 mila euro (il limite mi-nimo di spesa non è previstoper le imprese fino a 50 la-voratori).

Le novità del bando 2014.In vista della pubblicazione delbando 2014 (dovrebbe essercinelle prossime settimane),il Civ detta le proprie lineed'indirizzo. Prima di tutto,condivide la conferma del pri-vilegio di finanziamento perle piccole e micro imprese nel-

la misura vigente nel bando2013. Si ricorda, al riguardo,che in considerazione delladifficile congiuntura econo-mica, il bando 2013 ha fattolievitare la copertura dei costiammissibili al 65% come ri-cordato (nel 2012 è stata del50%), fino al massimale di 130mila euro (fu di 100 mila euronell'anno 2012). Ancora, appro-va la conferma del bonus conriferimento agli interventi:1) condivisi con le strutture pa-ritetiche o bilaterali; 2) condivi-si con almeno due parti sociali;3) condivisi con una parte so-ciale. E qui aggiunge l'esten-sione del bonus, come quelloattribuito agli interventi con-divisi con una parte sociale, aiprogetti che abbiano formatooggetto d'informativa ai rap-presentanti dei lavoratori perla sicurezza (Rls aziendali,territoriali o di comparto e disito).

Tra le novità assolute, il Civchiede invece che sia deter-minata una più diretta corri-spondenza tra la lavorazionedi tariffa e i rischi specifici

aziendali che si intendono ri-durre, mantenendo il tariffariopremiale del bando Isi 2013.Nonché di sostenere in modopiù incisivo gli interventi che,riferiti ad aree caratterizza-te da maggiore frequenza ogravità di fenomeni infortuni-stici, siano finalizzati: a) allariduzione delle esposizionii ispetto alle soglie limite di ri-schio consentite dalle norme;b) alla protezione dei lavoratoriche operano in luoghi confinatio in condizioni che li espongonoal rischio di caduta dall'alto.

Il bonus ai settori più arischio . Con riferimento aisettori produttivi particolar-mente rischiosi a livello terri-toriale, inoltre, il Civ chiede diattribuire uno specifico bonus.A tal fine è stato individuatoun «elenco-classifica» regio-nale, dal quale si evince cheil codice Ateco maggiormentericorrente è quello relativo alsettore delle costruzioni, se-guito da quello dell'industriain genere, da quello dell'agri-coltura, silvicoltura e pesca einfine da quello del trasportoe magazzinaggio.

• Impegno a promuovere iniziative in sede comuni-taria, tramite i ministeri vigilanti, affinché il finan-ziamento Isi venga escluso dagli aiuti di stato (aglieffetti della regola de minimis)

• Impegno, alla luce delle difficoltà segnalate dalleimprese, in iniziative finalizzate ad agevolare l'ac-cesso al credito bancario alle imprese impegnatein progetti di prevenzione

• Primo report su incentivi Isi dal 2010 al 2013entro la fine del primo trimestre 2015

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V-TFotovoltaíco sugli edifici,serve la prevenzione incendi

La prevenzione incendi si applica anche agli impiantifotovoltaici installati sugli edifici. L'installazione di unimpianto fotovoltaico su di un edificio può far aumentareil rischio di incendio, se non si seguono attentamentedeterminate prescrizioni. Questo aggravio è dovuto allecaratteristiche elettrico-costruttive dell'impianto e allasua modalità di posa in opera. La prevenzione, infatti,assolve funzione di preminente interesse pubblico di-retta a conseguire, secondo criteri applicativi uniformisul territorio nazionale, gli obiettivi di sicurezza dellavita umana, di incolumità delle persone e di tutela deibeni dell'ambiente attraverso la promozione, lo studio, lapredisposizione e la sperimentazione di norme, misure,provvedimenti, accorgimenti e modi di azione intesi aevitare l'insorgenza di un incendio e degli eventi a essocomunque connessi o a limitarne le conseguenze». Lo haprecisato il ministero dell'interno con la nota del 28 otto-bre 2014 n. 12678. Nel caso di un'attività esistente nellaquale venga installato un nuovo impianto fotovoltaico ditipo «incorporato» al fine dì valutare se tale modifica ap-portata comporti un aggravio del preesistente livello dirischio incendio, il responsabile dovrà opportunamentevalutare i seguenti aspetti: l'interferenza con il sistemadi ventilazione dei prodotti della combustione (ostruzio-ne parziale/totale di traslucidi, impedimenti aperturaevacuatori), la modalità di propagazione dell'incendio inun fabbricato delle fiamme all'esterno o verso l'internodel fabbricato (presenza di condutture sulla coperturadi un fabbricato suddiviso in più compartimenti - mo-difica della velocità di propagazione di un incendio inun fabbricato morso compartimento), la sicurezza deglioperatori addetti alla manutenzione e di quelli addettialle operazioni di soccorso.

Marco Ottaviano

Fotovoltaico Pagina 11

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Verse -. . Il protocollo «Abitare biotech»

Riqualificazioniper far ripartirel'immobiliareUn patrimonio che sta per-

dendo di valore giorno dopo gior-no e che potrebbe riprenderequota con la riqualificazionecondominiale . Questa, in sostan-za, l'idea che sta dietro l'iniziativadi Anaci (associazione di ammi-nistratori immobiliari) che puntaa coinvolgere amministratori econdòmini per frenare la cadutadei prezzi premiando chi si impe-gna amigli orarele condizioni abi-tative. E incrementare le attivitàdelle imprese del settore, giàorientato alla ristrutturazione (siveda il Sole 24 Ore del 19 novem-brescorso).

Esiste infatti un problema di ri-generazione e riqualificazioneurbana: «A necessaria- diceilpre-sidente Francesco Burrelli - unanuovaforma mentis anche da par-te della cittadinanza, che deve ac-quisire consapevolezza delle op-portunità offerte dallo sviluppotecnologico in campo edilizio eimpiantistico». Per questo, insi-ste Burrelli «gli amministratoricondominiali sono chiamati adassumere un ruolo di guida favo-rendo la diffusione di informazio-ni e di una conoscenza più consa-pevole dei problemi dell'efficien-za ambientale e della sicurezzanelle abitazion ».

Riqualificare l'immobile, quin-di, vuol dire anche rivalutarlo: ilri-sparniio energetico (che può arri-vare al 60% dei relativi costi) e ilmiglioramento della qualità abita-tiva spingono la casa ai primi postinella qualifica dell'appetibilità ebloccano la sua svalutazione. Unariqualificazione completa (nonquindi solo energetica ma ancheambientale), dicono all'Anaci,può arrivare a costare i milione dicuro (in un condominio di 8o-ioounitàimmobiliari), cheperò si am-mortizzan o rapidamente grazie alrisparmio energetico e alla rivalu-tazione economica.

Anaci ha già messo a punto ilprogetto Abitare Biot ech, un pro-tocollo tecnico e gestionale pergli amministratori di condomi-nio per una maggiore valorizza-zione degli edifici e conseguenteincremento del rating immobi-liare. Abitare Biotech viene pro-posto nel convegno di venerdì 5dicembre alle 14.3o a Bologna(Cappella Farnese di PalazzoD'Accursio in piazza Maggiore6): durante l'incontro verrà illu-stratoil nuovo sistema dimonito-raggio degli edifici che prend e av-vio con il check-up dell'immobi-le; non una semplice diagnosienergetica ma un sistema che aiu-ta afotografarelo "stato di salute"di ogni edificio, considerando gliotto settori chiavepresenti: audit,design-for-all, sicurezza e con-formità, energia, comfort e quali-tàdell'abitare,acquae attrezzatu-re comuni. Tra ivantaggi dell'ap-plicazione del protocollo c'è unsito internet specifico, un reposi-tory dove condomini e ammini-stratori possono facilmente ar-chiviare e successivamente con-sultare tutti i documenti relativial condominio, dal nuovo librettodi impianto per la climatizzazio-ne ai dati relativi alla sicurezzadell'inimobile: certificazioni del-la funzionalità degli impianti epiù in generale dell'abitabilitàdell'edificio come le dichiarazio-ni di conformità (Dm 37/2oo8) odi agibilità (Dpr 38o/zooi).

Un corso per tecnici profes-sionisti abilitati alla diagnosienergetica degli edifici, alle im-prese del settore riqualificazio-ne, agli energy manager di patri-moni immobiliari pubblici e pri-vati e alle Esco che operano nelsettore da più di 5 anni, verrà pre-sentato il lo dicembre a Milano(info: [email protected]).

N.T.

(,EAI P AO D UII6 NE RISERVA FA

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Burocrazia, un taglio del 20%Parte l'Agenda semplificazioni - In aprile debutta il Pin unico del cittadino

Davide ColomboROMA

Nei primi mesi del 2015, tra feb-braio e maggio, saranno definiti gliultimi passaggi per H lancio delmo-dello unico di comunicazione ini-zio attività in edilizia libera e dellaSuperDia; due strumenti standarddi operatività su tutto il territorionazionale che dovrebbero poi en-trare aregime entro l'anno. Mentrein aprile dovrebbero cominciare acircolare i primi Pin unici per l'ac-cesso atutte le amministrazioni cheerogano servizi online, una chiavedigitale che,uinavoltaentrataaregi-me, ci consentirà di buttare le variepassword e codicinumerici che og-gi conserviamoper accedere ai por-tali di enti e agenzie diverse. Setuttoandrà come previsto a fine settem-bre saranno almeno 3 milioni gli ita-liani dotati di questo codice unico diidentità digitale, mentre a fine 2017si salirà a lo milioni eiPindovrebbeessere esteso a tutta la Pa e agli entidi servizio pubblico.

Con l'ultimo passaggio, ieri inConsiglio dei ministri, l'Agenda di-gitale 2015-2017 entra nel vivo. Si

tratta dell'atteso documento pro-grammatico previsto dall'articolo24 del Dl 9o di questa primavera. Èin ritardo di qualche settimana ri-spetto alla tabella di marcia ma è fi-nalmente pronto e rappresenta ilprimo banco di prova del GovernoRenzi sul fronte dell'implementa-

Previste 38 azionidi sburocratizzazioneper welfare, edilizia,fisco e regolamentazioneperle imprese.............................................................................

zione di norme varate (o ereditatedai due precedenti esecutivi) persburocratizzare l'Italia.

Iltesto è stato concordato con leRegioni e i Comuni e individua 38procedure disnellimentodarealiz-zare con l'obiettivo di ridurre del20% i costi degli oneri amministra-tivi che annualmente devono sop-portare cittadini e imprese. Le nor-me che verranno attuate seguendo

un cronoprogramma - che sullacarta si annuncia serrato e traspa-rente - spaziano in quattro settori:welfare e salute, fisco, edilizia eim-prese. Per il solo settore dell'edili-zia la misurazione degli oneri am-ministrativi condotta dallaFunzio-ne pubblica ha stimato i costi asso-ciati alle pratiche in circa 4,4miliardi l'anno e un tempo medio dirilascio del permesso di costruiredi 175 gi orni. Ecco, s e le azioni messein campo con l'Agenda funzione-ranno quegli oneri potrebbero es-sere ridotti de120 % entro il 2017.

Una modulistica unificata, daperfezionare entro ottobre 2015, èprevista anche per far funzionare almeglio gli Sportelliuniciperle atti-vità produttive (i famosi Suap, lan-ciati nel 1998, più volte ri-regolati,da ultimo nel 2010, ma mai entratipienamente in funzione in tanti co-muni). Altro capitolo è dedicato al-la semplificazione delle conferen-ze dei servizi, con l'obiettivo (pre-visto nella delega di riforma Pa) diridurneH numero egarantiretempicerti di conclusione dei procedi-menti. Un'altra ricognizione anco-

ra è sullo stato di attuazione del-l'Autorizzazione unica ambientale(Aua) lanciata nel 2013: anchequisiprevedono diversi step per l'ado-zione di modulistiche standardiz-zate entro il primo semestre del-l'anno venturo che, pur tenendoconto delle specificità regionali,consentano davvero agli impren-ditori di beneficiare di una sempli-ficazione che hacancellatoben7di-verse procedure ambientali. E inAgenda c'è anche un monit oraggiostretto (primo semestre del 2015)sul sistema dei controlli nelle im-prese, attività oggetto di semplifi-cazione ancheneljobsAct.

Per il welfare si lavorerà, tra l'al-tro, per semplificare le procedureper ï riconoscimento delle invali-dità e disabïità mentre il 2o15 do-vrebbe essere l'anno eli estensionesu tutto il territorio del sistema delcentri unici di prenotazione (Cup)per le prestazioni sanitari e.Infineilfisco. Qui le azioni delineate sonotutte app ananggio di Mef e Ag enzi adell eEntrateehannocome oggettoprincipe il debutto della dichiara-zione dei redditi pre-compilata,

che dovrebbe essere resa disponi-bile il prossimo aprile per le primefasce di contribuenti: obiettivo di-chiarato è individuare i passaggipiù onerosi peri cittadini e gli inter-mediari per cercare di limitarli allaseconda edizione.

Tonando al capitolo Pa digitale,oltre al Pin unico c'è infine il virag-gio al digitale delle marche dab ollo.Per arrivare al pagamento solo viat elematic a di questa imposta legataalla formazione di un atto ammini-strativo, occorre però che tutte leamministrazioni si connettano al"Nodo dei pagamenti" e disponga-no di un software - gratuitamentemesso a disposizione dall'Agenziadelle entrate-in grado di verificarel'apposizione della marca da bollodigitale sugli atti. I tempi di realiz-zazione sono un po' più lunghi. Ec-co i risultati annunciati in Agen-da: dematerializzazionedellamar-ca da bollo disponibile presso le Pacentrali e le Regioni entro dicem-bre 2015; presso il 5o% dei Comunientro ï dicembre 2016 e nel 9o% deiComuni entro ïl dicembre 2017.

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e reti di impresa all'italianapossono rappresentare un mo-dello per la crescita in Europa,una best practice che si prestaad essere replicata ed estesa. Asostenerlo è l'Aip, l'Associazio-ne italiana per le politiche in-dustriali, che sta per lanciare inun convegno che si terrà a Mi-lano giovedì 4 dicembre unambizioso progetto su cluster ereti di impresa «per la ripresadella crescita e lo sviluppo del-l'occupazione». I numeri chesupportano il progetto Aip so-no estremamente interessantie sostengono che solo per l'Ita-lia negli anni 2014-2020 po-trebbero crearsi, coperti dalprogramma dell'Unione Euro-pea in elaborazione, 88o milanuovi posti di lavoro sulla basedi merceologie e tecnologieesistenti. Spiega il presidenteDomenico Palmieri: Al Pianopuò rappresentare un progettooccupazionale a costo zero. In-fatti il costo dell'incentivazioneche dovrebbe essere prevista sipotrebbe stimare in 500 milaeuro per ciascuna rete e sareb-be ampiamente compensatodalla normale imposizione sul-l'aumento di fatturato, resopossibile dal recupero di com-petitività legato alla crescita di-mensionale».

Ma facciamo un passo indie-tro. In Italia le reti di impresaseppur lentamente hanno pre-so ad attecchire. Secondo i datidell'Osservatorio delle reti diIntesaSanpaolo al 1° ottobre2014 risultavano registrati inCamera di commercio 1.770contratti di rete in cui eranocoinvolte 9.129 imprese. LaConfindustria ha creato un'ap-posita task force ed è comun-que convinzione comune checi siano sia il bisogno sia lecondizioni per accelerare.L'Aip, da parte sua, argomentacome in questa fase il fattore

SE L'ITALIA FA SCUOLAdi Dario Di Vico

dimensionale condizioni an-cor di più la (mancata) crescitadel valore aggiunto per impre-sa e per addetto . «La competi-tività di un Paese dipende cer-tamente dalla combinazione disingoli fattori come costo ora-rio del lavoro , costo dell'ener-gia, fiscalità , aggiornamentotecnologico ma in maniera an-cor più significativa dalla di-stribuzione delle imprese perclassi dimensionali». In Italia iltotale delle imprese è del 46%superiore a quello della Franciae del 67a quello della Germa-nia ma il valore aggiunto è soloil q A % di quello tedesco e il 71%di quello francese.

Che fare , dunque, per ri-montare la corrente e tentare diridurre il gap? Si può sperare inun largo e spontaneo processodi aggregazioni tra Pmi o con-viene muoversi dall'alto per in-centivarle? Palmieri si batte perquesta seconda strada: pensache il modello delle reti di im-presa italiano sia molto menocostoso e difficile da usare ri-

spetto ai tradizionali strumentisocietari previsti per le aggre-gazioni . E i motivi sono facil-mente comprensibili : si realiz-zano infatti per via contrattua-le, sono più flessibili, sonocompatibili con il manteni-mento delle autonomie im-prenditoriali dei singoli e siprestano più facilmente a faravanzare i Piccoli sulla stradadelle internazionalizzazioni. Eovviamente Palmieri pensa eparla di reti dotate di soggetti-vità giuridica.

E qui torniamo al Piano Aipche dopo il test rappresentatodal convegno milanese saràpresentato a Bruxelles in sededi Commissione europea an-che per facilitare l'utilizzo deifondi strutturali europei. L'in-cremento di Prodotto internolord previsto è dello 0 , 8-0,9 percento grazie a una crescita tota-le di lo mila reti nell'arco disei/sette anni (a un ritmo an-nuale di 1.500, dunque). In to-tale si pensa che potrebbero es-sere coinvolte 70/80 mila

aziende su un totale di 3,6 mi-lioni, quindi un obiettivo chePalmieri giudica più che reali-stico. La formazione delle retiandrebbe incentivata diretta-mente con una dote oppurecon una esenzione fiscale per iprimi quattro/cinque anni dal-la costituzione. La novità con-siste nell'introduzione di crite-ri selettivi di assegnazione de-gli incentivi riservati priorita-riamente a reti con dimensioneminima di 8o addetti, proprioper non disperdere risorse apioggia. Non contano quindi ilnumero dei partner bensì gliaddetti coinvolti perché, spiegaPalmieri, «la curva dimensio-nale conta più del numero tota-le delle reti, della quantità deipartner e persino degli stessifattori di costo come energia elavoro». Sarà, dunque, interes-sante vedere che reazioni muo-verà la proposta Aip a Bruxel-les, in un ambiente politico-culturale abituato ai program-mi top down.

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