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LA FENICE ARCHEOLOGIA E RESTAURO S.r.l. via M. e L. Mancinelli n.4, 40141 BOLOGNA tel-fax: 051.47.19.94 - 335.68.90.934 - email: [email protected] ------------------------------------------------------------------------------------------------------ cod.fisc., p.iva, Reg.Imp. (BO) 04142140377 C.C.I.A.A. (BO) REA n. 344933 INAIL (BO) n. 8808236/15 capitale sociale interamente versato euro 35.880,00 SAB - Aeroporto G. Marconi Bologna Masterplan aeroportuale 2009-2023 – SIA Aree di futura espansione del sedime aeroportuale Documento di valutazione archeologica preventiva Novembre 2011

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LA FENICE ARCHEOLOGIA E RESTAURO S.r.l.

via M. e L. Mancinelli n.4, 40141 BOLOGNA

tel-fax: 051.47.19.94 - 335.68.90.934 - email: [email protected] ------------------------------------------------------------------------------------------------------ cod.fisc., p.iva, Reg.Imp. (BO) 04142140377

C.C.I.A.A. (BO) REA n. 344933 INAIL (BO) n. 8808236/15

capitale sociale interamente versato euro 35.880,00

SAB - Aeroporto G. Marconi Bologna

Masterplan aeroportuale 2009-2023 – SIA Aree di futura espansione del sedime aeroportuale

Documento di valutazione archeologica preventiva Novembre 2011

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Documento di valutazione archeologica preventiva - 2-

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Intestazione

Definizione dell’opera

Aeroporto G. Marconi Bologna Masterplan aeroportuale 2009-2023 – SIA Aree di futura espansione del sedime aeroportuale

Definizione della fase di progetto

Progetto preliminare

Documento archeologico

Documento di valutazione di archeologia preventiva

Stazione Appaltante SAB – Aeroporto di Bologna

Tomaso Barilli

Sustainability & Environment Dept.

Aeroporto G. Marconi di Bologna S.p.A.

via Triumvirato, 84

40132 Bologna (ITALY)

Tel: +39 051 6479199

fax: +39 051 6479185

mobile: +39 348 9590433

mail: [email protected] / [email protected]

Soggetto incaricato dalla Stazione Appaltante

LA FENICE ARCHEOLOGIA E

RESTAURO S.r.l.

via M. e L. Mancinelli n.4, 40141 BOLOGNA

tel-fax: 051.47.19.94 - 335.68.90.934 - email:

[email protected]

Dott. Claudio Negrelli Data consegna del documento

21-11-2011

Data di revisione del documento

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Stralcio dalla CTR 1:25.000, fuori scala, con inquadramento (in rosso) della zona di indagine.

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Introduzione

La presente relazione riguarda la valutazione di archeologia preventiva pertinente al progetto di

espansione del sedime aeroportuale. Per volere del Committente, rappresentato da SAB – Aeroporto

di Bologna, ci siamo concentrati su di un areale comprendente non solo l’Aeroporto bolognese in

senso proprio, ma una zona un poco più ampia, per permettere un inquadramento più completo dal

punto di vista archeologico (Tav. 1). Oggetto specifico della presente relazione è comunque

l’inquadramento di aree di espansione già individuate, almeno in linea di massima, ovvero le Zone 1

a, 2 a, 3 a, 1 b, 2 b ,3 b e 2 c (Tav. 2).

La valutazione del potenziale archeologico per le aree in oggetto è anche l’occasione per

compendiare ed aggiornare la carta archeologica della zona, da alcuni anni al centro di importanti

ritrovamenti per l’archeologia bolognese, non solo causati dai lavori di espansione delle

infrastrutture aeroportuali (a cui lo scrivente ha avuto modo di partecipare direttamente), ma anche

dalle numerose cave che sono state coltivate nel corso degli anni in una vasta zona ad ovest del

fiume Reno.

Come previsto dalla normativa vigente in materia di archeologia preventiva1, si è proceduto ad

una prima raccolta dei dati in sede archivistica e bibliografica, oltre alla fotointerpretazione sulla

base delle coperture aeree zenitali e delle coperture satellitari. Si è inoltre avuto modo di consultare

una serie di riprese oblique che furono realizzate nel 2003 in occasione dello scavo di un edificio

rustico romano collocato in prossimità del prolungamento della pista.

L’eventuale esplorazione diretta dei terreni mediante i metodi della survey ed altre metodiche di

tipo remote sensing potrà far parte di un successivo ed eventuale approfondimento di indagine.

1 Decreto Legislativo 12 aprile 2006, n. 163 - Art. 95. Verifica preventiva dell'interesse archeologico in sede di progetto preliminare.

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Relazione

Per la redazione della carta archeologica di base (definibile come ‘carta del noto’ derivante

dalla ricerca bibliografico-archivistica, Tav. 1) ci si è limitati al posizionamento dei soli siti presenti

in coincidenza o nelle vicinanze delle zone coinvolte direttamente nel progetto(spazio

convenzionale indicato in Tav. 1), attingendo alle carte archeologiche già esistenti e procedendo ad

una nuova esplorazione degli archivi, alla ricerca di dati recenti2. Tutta la zona aeroportuale, va

sottolineato, è stata oggetto di numerosi scavi da collocarsi soprattutto negli ultimi anni, relazionati

alle grandi opere infrastrutturali realizzate o in progetto a partire dal 2000.

Benché il numero dei rinvenimenti sia abbastanza elevato, quanto proposto nel quadrante

esaminato ci appare come largamente insufficiente rispetto alle potenzialità del luogo. Ma questa è

una limitazione che tocca molta parte del territorio regionale e nazionale, infatti, come assunto di

massima, può dirsi che le carte del potenziale archeologico, se derivanti solamente da un esame

della situazione bibliografico - archivistica esistente (‘carte del noto’), sono uno strumento che porta

a nette deviazioni del dato insediativo rispetto all’effettiva situazione storica, anche per le epoche

meglio conosciute. In altre parole la ‘carta del noto’ non fa che rappresentare solo una piccola

frazione di ciò che di archeologico è realmente presente. Nella distorsione del dato, e dunque della

nostra capacità di percepire il sepolto, giocano fattori ormai noti da tempo agli studiosi che si sono

occupati della materia, quali quelli inerenti alla ‘visibilità’ e all’intensità della ricerca.

È evidente che ritrovamenti archeologici fondamentalmente casuali non posso che portare ad

una non sistematicità del dato, ma nello spiegare la difformità nella distribuzione dei rinvenimenti

giocano tuttavia anche altri fattori, quali quelli inerenti l’alluvionamento che può aver sepolto piani

e giacimenti archeologici a differenti profondità ed in differenti epoche. In alta pianura e nelle aree

pedecollinari tali fenomeni sembrano tuttavia più limitati e possono essere valutati con l’ausilio

degli studi geologici e geomorfologici3.

2 Esplorazione dell’Archivio della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna. 3 Che si cercherà di valutare nell’ultimo capitolo.

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La carta del noto

Di seguito sono riportate le schede di una serie di attestazioni selezionate (entro il riquadro

convenzionale adottato, Tav. 1) che in parte non interferiscono immediatamente con le lavorazioni

previste, ma che possono dare un’idea del tipo dei siti archeologici presenti in zona. In parte vi è

invece un’interferenza diretta, come vedremo a proposito delle zone di espansione 1 e 2 a.

La numerazione dei dati archeologici è binaria e fa riferimento al sistema adottato nel progetto

CART di schedatura dei siti regionali, frutto di un accordo tra Soprintendenza per i Beni

Archeologici e Regione Emilia Romagna. Secondo tale sistema i siti4 e le attestazioni5

archeologiche si pongono in rapporto relazionale di uno - a – molti e sono state raccolte in un

sistema che fornisce le informazioni per ogni punto riportato sulla cartografia. I numeri indicati in

Tav. 1 e nelle schede sottindicate sono di comodo, e rispecchiano una sequenza ad hoc per questo

lavoro. La numerazione convenzionale da noi attribuita si avvale del prefisso ‘SABO’, per

comodità di riconoscimento, preceduto da sito_ o att_ a seconda del caso specifico, appunto siti o

attestazioni.

Numero identificativo Sito: sito_SABO001

Uguale a:

Attestazioni: att_SABO001-1

Localizzazione Regione: Emilia Romagna

Provincia: Bologna Comune: Bologna

Località: Aeroporto

Riferimenti bibliografici

Riferimenti archivistici Relazione C. Negrelli, M. Molinari Riferimenti cartografici Vettoriale Attività di ricerca Riescavazione dello scolo Conocchia per il suo interramento. Controllo in corso d’opera

della pulizia sezioni. Periodo di ricerca Giugno-ottobre 2010 Descrizione del sito In occasione della riescavazione dello scolo Conocchia, parallelamente alla pista

aeroportuale e perpendicolarmente alla medesima, una serie di sopralluoghi e controlli in corso d’opera ha dato la possibilità di rilevare in sezione la stratificazione geologica e antropica, soprattutto per le epoche preromane.

Quote di ritrovamento I livelli archeologici si trovavano immediatamente sotto l’arativo di età moderna, a sua volta sepolto dagli alti argini del fossato.

Quota di fondo scavo Lo scavo ha raggiunto la profondità di m 34,24 ca. slm. Autore della scheda C. Negrelli

4 Per sito si intende il luogo fisico, espresso da un punto o da un’areale volumetrico, nel quale è avvenuto il ritrovamento archeologico. Un sito può contenere più attestazioni di differente natura ed epoche. 5 Per attestazione si intende il ritrovamento archeologico contenuto nel sito, espresso nella sua unità cronotipologica. Diverse attestazioni, di epoche e di tipi diversi, possono essere contenute nel medesimo sito.

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Numero identificativo Attestazione:

att_SABO001-1

Riferimenti bibliografici

Riferimenti archivistici Relazione C. Negrelli, M. Molinari Caratteristiche dei resti archeologici

Definizione: abitativo

Tipo: villaggio

Cronologia Periodo: età del Bronzo

Datazione: età del Bronzo Recente?

Riferimenti cartografici Vettoriale Attività di ricerca Riescavazione dello scolo Canocchia per il suo interramento. Controllo in corso d’opera

della pulizia sezioni. Periodo di ricerca Giugno-ottobre 2010 Descrizione La riescavazione del cavo, prima del suo intubamento e interramento, ha dato la possibilità

di rilevare alcune strutture antropiche poste immediatamente sotto l’arativo di età moderna. La maggior concentrazione si nota nel tratto di cavo parallelo alla pista aeroportuale, cioè orientato circa est – ovest. Qui sono stati individuati una grande buca interpretabile come pozzo, alcuni canali di piccole dimensioni, alcune buche per palo e un grande fossato con andamento nord-sud, compatibile con i rinvenimenti di cui alla scheda di attestazione att_SABO002-1, cioè con il villaggio di età del Bronzo. Visto che ad est di tale allineamento i rinvenimenti erano praticamente nulli, per quanto il tratto più vicino a via della Salute non sia stato visto in corso di scavo, è possibile che il fossato in questione fungesse quasi come limite all’abitato suddetto.

Quote di ritrovamento Sotto l’arativo di età moderna.

Numero identificativo Sito: sito_SABO002

Uguale a:

Attestazioni: att_SABO002/1-4

Localizzazione Regione: Emilia Romagna

Provincia: Bologna Comune: Bologna

Località: Aeroporto

Riferimenti bibliografici

Riferimenti archivistici Relazione R. Gabusi 31-10-2006 (La Fenice Archeologia e Restauro) Riferimenti cartografici Vettoriale Attività di ricerca TAG-piazzale. Scavo archeologico stratigrafico, sondaggi esplorativi e scavi preliminari. Periodo di ricerca Maggio-settembre 2006 Descrizione del sito Nel periodo compreso tra il 3 maggio e il 1 settembre 2006 gli operatori della Fenice

Archeologia e Restauro, in accordo con la Soprintendenza Archeologica dell’Emilia-Romagna, sotto la direzione scientifica della Dott.ssa Renata Curina, hanno effettuato un intervento nei pressi dell’aeroporto di Bologna, nell’area denominata T.A.G. (Terminal Aviazione Generale). È qui prevista la realizzazione di un piazzale di 207 per 91,5 metri, per il quale è necessario uno scotico superficiale che nei punti più profondi giunge fino alla quota minima di 33, 65 mt slm. In una prima fase si è trattato di affiancare le operazioni di bonifica dagli ordigni bellici (BOB), mentre in un secondo tempo sono stati effettuati 13 sondaggi mirati a verificare l’eventuale presenza di resti archeologici nelle zone non sondate dalle BOB. In tutta l’area si sono riscontrate evidenze di origine antripica, rappresentate in larga parte da canalizzazioni di epoca romana, protostorica e moderna, analoghe a quelle precedentemente individuate nell’area adiacente, destinata ad ospitare l’hangar e l’aerostazione, oggetto di uno scavo archeologico nei mesi tra gennaio e marzo 2006 (cfr. Relazione sui risultati dell’indagine archeologica, Aeroporto TAG-Oleodotto Militare, del 26 giugno 2006). Si sono però evidenziate 3 zone interessate da una maggiore densità di rinvenimenti,

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denominate zone A, B e C, per le quali si sono rese necessarie indagini più approfondite, mentre altrove si è effettuato solo un controllo in corso d’opera.

Quote di ritrovamento Quota media assoluta di m 33,80 slm, variabile. Il piano di campagna si colloca a quote variabili. Dalle SEZZ 1 e 2 di scavo si desumono le quote di m 34,12 e di 34,56 slm. Nella realtà i piani archeologici sono sepolti dal solo spessore dell’arativo.

Quota di fondo scavo Variabile tra interventi archeologici e trincee BOB, ma lo scotico superficiale previsto nei punti più profondi giunge alla quota minima di m 33,65 slm.

Autore della scheda C. Negrelli Numero identificativo Attestazione:

att_SABO002-1

Riferimenti bibliografici

Riferimenti archivistici Relazione R. Gabusi 31-10-2006 (La Fenice Archeologia e Restauro) Caratteristiche dei resti archeologici

Definizione: abitativo

Tipo: villaggio

Cronologia Periodo: età del Bronzo Recente

Datazione: seconda metà XIV – inizio XII secolo a.C.

Riferimenti cartografici Vettoriale Attività di ricerca Scavo archeologico stratigrafico, sondaggi esplorativi e scavi preliminari Periodo di ricerca Maggio-settembre 2006 Descrizione Le strutture relative al villaggio dell’età del Bronzo Recente sono state individuate

principalmente nella zona B dello scavo. Dalla relazione di scavo: “Le evidenze riferibili al Bronzo Recente sono 308 buche di palo, due pozzi, una probabile cisterna, un canaletto e una buca di scarico, che hanno restituito materiali omogenei, databili tra la seconda metà del XIV e l’inizio del XII secolo a.C. Si tratta probabilmente di una Terramara, della quale è stato intercettato solo il margine meridionale. All’esterno dell’area B, infatti, è stata indagata anche un’ampia zona di rispetto, per verificare che le evidenze archeologiche non proseguissero verso sud. Si può concludere dunque che il villaggio si estendeva verso nord, cioè verso la pista dell’aeroporto. Anche in questo caso le evidenze archeologiche sono state individuate immediatamente al di sotto del terreno arativo, a quote variabili tra 33,9 e 33,64 m s.l.m, dunque più in alto rispetto ai resti di epoca romana emersi dal settore A. È probabile che durante l’età del Bronzo in questa zona ci fosse un dosso, sul quale sorgeva il villaggio, che è stato poi progressivamente appianato, tanto che oggi non rimane alcuna traccia dei piani di frequentazione protostorici. Ciò che ci è pervenuto è un livello sterile di limo alluvionale giallastro con maculazioni marroni e calcinelli (us 2) tagliato dalle strutture negative…”. Nello scavo sono stati riconosciuti i resti di almeno 5 capanne, dotate di allineamenti abbastanza regolari e di forma rettangolare. È presumibile che resti dell’età del bronzo si estendessero anche nella zona A (strato di frequentazione ed una buca) e soprattutto nella C, dove in effetti è stato trovato un grande fossato con andamento nord-sud ma di datazione incerta, oltre a buche di vario tipo. È dunque probabile che tale fossato fosse contemporaneo al villaggio individuato nella zona B, ma riesce difficile interpretarne la funzione, se naturale o artificiale. Sembra circa parallelo alle capanne, ma non pare esattamente la delimitazione del villaggio.

Quote di ritrovamento Quota media assoluta tra 33,9 e 33,64 mt s.l.m, variabile. Il piano di campagna si colloca a quote variabili. Dalle SEZZ 1 e 2 di scavo si desumono le quote di m 34,12 e di 34,56 slm. Nella realtà i piani archeologici sono sepolti dal solo spessore dell’arativo. Va comunque fatta una specifica importante: sia verso ovest, sia verso sud, i livelli pre-protostorici tendono ad approfondirsi leggermente, come già specificato nella relazione.

Autore della scheda C. Negrelli

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Numero identificativo Attestazione:

att_SABO002-2

Riferimenti bibliografici

Riferimenti archivistici Relazione R. Gabusi 31-10-2006 (La Fenice Archeologia e Restauro) Caratteristiche dei resti archeologici

Definizione: abitativo

Tipo: insediamento non ben definito

Cronologia Periodo: età del Ferro

Datazione:

Riferimenti cartografici Vettoriale Attività di ricerca Scavo archeologico stratigrafico, sondaggi esplorativi e scavi preliminari. Periodo di ricerca Maggio-settembre 2006 Descrizione Nella zona A sono state scavate un paio di buche recanti materiali ceramici dell’età del

Ferro, a partire da una quota di m 33,4-33,5 slm, tra cui dolii e ceramica d’impasto. Quote di ritrovamento A partire da m 33,4-33,5 slm. Autore della scheda C. Negrelli Numero identificativo Attestazione:

att_SABO002-3

Riferimenti bibliografici

Riferimenti archivistici Relazione R. Gabusi 31-10-2006 (La Fenice Archeologia e Restauro) Caratteristiche dei resti archeologici

Definizione: infrastrutturale

Tipo: strade e scoline

Cronologia Periodo: età Romana

Datazione:

Riferimenti cartografici Vettoriale Attività di ricerca Scavo archeologico stratigrafico, sondaggi esplorativi e scavi preliminari Periodo di ricerca Maggio-settembre 2006 Descrizione Nella zona A è stato ritrovato un livello con ciottoli, laterizi e ceramica a vernice nera.

Probabilmente resti di un viottolo di età romana. Nella zona B uno o più canaletti potrebbero coincidere con scoline di età romana, da verificare se appartenenti all’impianto centuriale.

Quote di ritrovamento A partire da m 33,4-33,5 slm. Autore della scheda C. Negrelli Numero identificativo Attestazione:

att_SABO002-4

Riferimenti bibliografici

Riferimenti archivistici Relazione R. Gabusi 31-10-2006 (La Fenice Archeologia e Restauro) Caratteristiche dei resti archeologici

Definizione: varie

Tipo: canali e buche per palo

Cronologia Periodo: varie

Datazione:

Riferimenti cartografici Vettoriale Attività di ricerca Scavo archeologico stratigrafico, sondaggi esplorativi e scavi preliminari Periodo di ricerca Maggio-settembre 2006 Descrizione A sud delle zone A-B-C alcuni sondaggi sparsi hanno restituito sia materiali romani sia

preromani di diffcile inquadramento. Quote di ritrovamento Al di sotto dei livelli arativi. Autore della scheda C. Negrelli

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Numero identificativo Sito: sito_SABO003

Uguale a:

Attestazioni: att_SABO003/1-3

Localizzazione Regione: Emilia Romagna

Provincia: Bologna Comune: Bologna

Località: Aeroporto

Riferimenti bibliografici

Riferimenti archivistici Relazione R. Gabusi, A. Manucci 05-06-2006 (La Fenice Archeologia e Restauro) Riferimenti cartografici Vettoriale Attività di ricerca TAG-hangar, stazione, POL. Scavo archeologico stratigrafico, sondaggi esplorativi e scavi

preliminari Periodo di ricerca Gennaio-marzo 2006 Descrizione del sito Area denominata T.A.G. (Terminal Aviazione Generale). Dalla relazione di scavo:

“…Prevista la realizzazione di un hangar e di un’aerostazione, dotati di fondazioni profonde (2 metri circa al di sotto del piano di campagna), per le quali era necessario uno scotico superficiale di circa 60 cm su tutta l’area, che avrebbe intaccato le evidenze archeologiche. Si è pertanto proceduto effettuando alcune trincee esplorative in corrispondenza delle fondazioni degli edifici, al fine di valutare il rischio archeologico e definire la strategia dell’intervento. Nell’edificio A [l’aerostazione] si sono realizzati due allargamenti in corrispondenza delle evidenze archeologiche messe in luce, mentre nell’edificio B [l’hangar] si è proceduto intervenendo su quattro ampie zone in momenti distinti, in accordo con le esigenze di cantiere. Un intervento a parte si è reso necessario infine per sondare il percorso della fognatura di prossima realizzazione: sono state effettuate 10 [ma sono 8 in Tav. 1, ndr] trincee che però non hanno messo in luce nessuna evidenza archeologica di rilievo. Sono state pertanto documentate e successivamente richiuse.” Un ulteriore intervento ha riguardato lo spostamento dell’oleodotto militare. Prima di procedere ai lavori sono state praticate due trincee in affiancamento, che hanno portato alla scoperta della prosecuzione dei canali romani e di un piccolo sepolcreto villanoviano.

Quote di ritrovamento I livelli di età romana si trovano immediatamente sotto il terreno arativo, quelli preromani a partire da circa m 34,1 slm

Quota di fondo scavo Scotico previsto per ca. cm 60 per tutta l’area. Autore della scheda C. Negrelli Numero identificativo Attestazione:

att_SABO003-1

Riferimenti bibliografici

Riferimenti archivistici Relazione R. Gabusi, A. Manucci 05-06-2006 (La Fenice Archeologia e Restauro) Caratteristiche dei resti archeologici

Definizione: abitativo

Tipo: villaggio

Cronologia Periodo: età del Ferro

Datazione: prima età del Ferro

Riferimenti cartografici Vettoriale Attività di ricerca TAG-hangar, stazione, POL. Scavo archeologico stratigrafico, sondaggi esplorativi e scavi

preliminari. Periodo di ricerca Gennaio-marzo 2006 Descrizione Dalla relazione di scavo: “L’esistenza di una fase pre-romana è documentata da 39 buche, 9

pozzi e 2 canali, che hanno restituito frammenti di ceramica d’impasto, in alcuni casi decorata con motivi geometrici, cordoni plastici, anse e piccole prese, forse riconducibili alla prima età del ferro.” È presumibile che si tratti di un’area di abitato le cui strutture, a tratti piuttosto fitte, non sono state sufficientemente chiarite negli andamenti topografici, pertanto non si hanno a tutt’oggi indizi per poter ipotizzare orientamenti ed estensioni. Dai fossati cartografati è

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possibile arguire che non si trattava di andamenti molto divergenti rispetto a quelli centuriali, essendo declinati di pochi gradi più ad est del nord. Queste presenze interessavano tanto l’aerostazione (a ovest), quanto l’hangar (a est).

Quote di ritrovamento Dalla relazione di scavo: “… le evidenze pre-romane si individuano a partire da un livello sterile (della potenza di 30-60 cm) di limo argilloso marrone chiaro con screziature giallastre (US 3), individuato a quote che variano da 33, 58 mt s.l.m. a nord-ovest, a 34, 03 mt a sud-est.”

Numero identificativo Attestazione: att_SABO003-2

Riferimenti bibliografici

Riferimenti archivistici Relazione R. Gabusi, A. Manucci 05-06-2006 (La Fenice Archeologia e Restauro) Caratteristiche dei resti archeologici

Definizione: infrastrutturale, necropoli

Tipo: strada, canali, sepolture

Cronologia Periodo: età romana

Datazione: dall’età repubblicana a quella imperiale

Riferimenti cartografici Vettoriale Attività di ricerca TAG-hangar, stazione, POL. Scavo archeologico stratigrafico, sondaggi esplorativi e scavi

preliminari. Periodo di ricerca Gennaio-marzo 2006 Descrizione Dalla relazione di scavo: “Questa zona conosce anche una fase di frequentazione romana,

ben documentata dalla presenza di una strada, di una piccola necropoli e di alcune canalizzazioni che rispecchiano l’andamento della centuriazione (orientate dunque sia in senso nord/ovest-sud/est, che nord/est-sud/ovest)”. Per quanto attiene alla strada, individuata al centro circa dell’ambito dell’hangar: “Si tratta di una modesta strada in laterizi, conservata nei punti di massima ampiezza per 3 mt, con andamento sud/est-nord/ovest, identificabile con un cardine della centuriazione”. Ad est della strada, a ridosso del canale, è stata individuata una piccola necropoli formata da 3 tombe orientate in senso sud/est-nord/ovest e da 2 fosse con offerte votive. L’attestazione in parola riguarda insomma l’ambito di un piccolo settore della centuriazione, da cui emerge l’incrocio tra un decumano ed un cardine, quest’ultimo consolidato con gettate di materiali eterogenei, come ciottoli e laterizi. Altri fossati, oltre a quelli marginali alle strade suddette, completano un quadro ulteriormente arricchito dalla presenza di una piccola necropoli prediale, che si ritiene possa proseguire anche oltre i limiti di scavo.

Quote di ritrovamento Immediatamente sotto l’arativo attuale. Numero identificativo Attestazione:

att_SABO003-3

Riferimenti bibliografici

Riferimenti archivistici Relazione R. Gabusi, A. Manucci 05-06-2006 (La Fenice Archeologia e Restauro) Caratteristiche dei resti archeologici

Definizione: necropoli

Tipo: sepolture

Cronologia Periodo: età del Ferro

Datazione: prima età del Ferro

Riferimenti cartografici Vettoriale Attività di ricerca TAG-hangar, stazione, POL. Scavo archeologico stratigrafico, sondaggi esplorativi e scavi

preliminari Periodo di ricerca Gennaio-marzo 2006 Descrizione Nella parte sud della trincea esplorativa pertinente alla POL sono ste ritrovate almeno due

sepolture relative alla prima età del Ferro, una incinerazione e un’inumazione, oltre alla sepoltura di un animale.

Quote di ritrovamento Sotto l’arativo attuale.

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Numero identificativo Sito: sito_SABO004

Uguale a:

Attestazioni: att_SABO004-1

Localizzazione Regione: Emilia Romagna

Provincia: Bologna Comune: Bologna

Località: Aeroporto

Riferimenti bibliografici

Riferimenti archivistici Relazione C. Negrelli 13-06-2007 (La Fenice Archeologia e Restauro) Riferimenti cartografici Vettoriale Attività di ricerca Prolungamento pista aeroportuale. Scavo archeologico stratigrafico, sondaggi esplorativi e

scavi preliminari Periodo di ricerca da giugno a ottobre 2003 Descrizione del sito Da giugno a ottobre 2003 si è svolta l’ultima campagna di indagini archeologiche preventive

in relazione ai lavori di potenziamento delle strutture aeroportuali. Questi lavori hanno riguardato tutte le aree di progetto per l’allungamento della pista aeroportuale e per la realizzazione delle connesse infrastrutture. La campagna 2003 ha seguito una serie di controlli e di campagne archeologiche svoltesi dal 2000.

Quote di ritrovamento Da m 0,5 a m 1,00 di profondità dal p.d.c. Quota di fondo scavo m 1 dal p.d.c. come quota massima Autore della scheda C. Negrelli Numero identificativo Attestazione:

att_SABO004-1

Riferimenti bibliografici

Riferimenti archivistici Relazione C. Negrelli 13-06-2007 (La Fenice Archeologia e Restauro) Caratteristiche dei resti archeologici

Definizione: abitativo

Tipo: edificio rustico - fattoria

Cronologia Periodo: età romana

Datazione: fine I secolo a. C. – I secolo d.C.

Riferimenti cartografici Vettoriale Attività di ricerca Prolungamento pista aeroportuale. Scavo archeologico stratigrafico, sondaggi esplorativi e

scavi preliminari. Periodo di ricerca da giugno a ottobre 2003 Descrizione Questa attestazione coincide con il settore A dello scavo, corrispondente con la zona di

ampliamento della pista di atterraggio e di realizzazione della pista di rollaggio, in cui si sono rinvenuti i resti di un rustico di epoca romana, distrutto da un incendio probabilmente nella prima metà del I sec. d.C. (550 mq ca.). Era composto da vari ambienti con fondazioni prevalentemente in ciottoli e pavimentazioni in battuto di argilla. Va sottolineato che tutto ciò che è rimasto (fondazioni in ciottoli, crollo dei laterizi di copertura nella scolina, alcune unità stratigrafiche, tra cui una parte dei dolia della cella vinaria), per decisione della Soprintendenza competente, è stato completamente ricoperto, il giorno 5 novembre 2003, con tessuto-non tessuto, con sabbiella, per circa 30-40 centimetri di spessore, e infine con terreno di riporto, al fine di consentirne un’adeguata conservazione, non essendo interessato da lavori di escavazione: sarà così possibile in futuro scoprire nuovamente l’area e completare l’indagine archeologica dal punto in cui è stata sospesa. Una serie di trincee esplorative condotte a sud e ad est dell’edificio rustico aveva il compito di chiarirne le eventuali pertinenze e le vie di accesso, ma senza esiti di sorta.

Quote di ritrovamento Da m 0,5 a m 1,00 di profondità dal p.d.c.

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Numero identificativo Sito:

sito_SABO005 Uguale a:

Attestazioni: att_SABO005-1

Localizzazione Regione: Emilia Romagna

Provincia: Bologna Comune: Bologna

Località: Aeroporto

Riferimenti bibliografici

Riferimenti archivistici Relazione C. Negrelli 13-06-2007 (La Fenice Archeologia e Restauro) Riferimenti cartografici Vettoriale Attività di ricerca Prolungamento pista aeroportuale. Scavo archeologico stratigrafico, sondaggi esplorativi e

scavi preliminari Periodo di ricerca da giugno a ottobre 2003 Descrizione del sito Da giugno a ottobre 2003 si è svolta l’ultima campagna di indagini archeologiche preventive

in relazione ai lavori di potenziamento delle strutture aeroportuali. Questi lavori hanno riguardato tutte le aree di progetto per l’allungamento della pista aeroportuale e per la realizzazione delle connesse infrastrutture. La campagna 2003 ha seguito una serie di controlli e di campagne archeologiche svoltesi dal 2000.

Quote di ritrovamento Da m 1,80 / 2,50 di profondità dal p.d.c. Quota di fondo scavo m 2,50 dal p.d.c. come quota massima Autore della scheda C. Negrelli Numero identificativo Attestazione:

att_SABO005-1

Riferimenti bibliografici

Riferimenti archivistici Relazione C. Negrelli 13-06-2007 (La Fenice Archeologia e Restauro) Caratteristiche dei resti archeologici

Definizione: abitativo

Tipo: villaggio

Cronologia Periodo: età pre-protostorica

Datazione: età eneolitica ?

Riferimenti cartografici Vettoriale Attività di ricerca Prolungamento pista aeroportuale. Scavo archeologico stratigrafico, sondaggi esplorativi e

scavi preliminari. Periodo di ricerca da giugno a ottobre 2003 Descrizione Il settore B coincide con un’ampia area di scavo individuata in seguito al controllo dello

sminamento ed in seguito all’esecuzione di una serie di trincee esplorative volte a determinare la consistenza del deposito archeologico. Una volta individuato un paleosuolo con tracce di frequentazione alla profondità di ca. m 2,20 dal p.d.c., in accordo con la Direzione scientifica, si è deciso di procedere all’apertura di un’ampia zona alla profondità di circa m 2,20-2,30 dal p.d.c. (-m 2,40 dalla quota 0 di cantiere). Le tracce di buche e di stratificazioni antropiche sono state semplicemente individuate alla testa, mediante pulizia diretta ad escavatore, senza pulizia manuale dello strato. Lo scopo dello scavo era infatti esclusivamente esplorativo, in quanto la zona non era compresa tra quelle interessate da effettive opere di escavazione in profondità. Un piccolo campione di buche è stato parzialmente scavato e documentato attraverso sezioni. Al di sotto di una stratificazione di carattere naturale, composta da argilla grigiastra con concrezioni calcitiche, alla testa della quale era il suolo di età romana (qui privo di strutture) il paleosuolo era composto da una matrice di colore grigio – giallastro contenente numerosi frustuli carboniosi e alcuni frammenti ceramici, semplici frustuli di impasto. Il tutto si disponeva a una profondità media di – m 2,40/2,50 dallo 0 di cantiere. Pochi i frammenti di ceramica di impasto raccolta, e la relazione non avanza che una generica datazione alla pre-protostoria. La sensibile profondità fa supporre comunque che si tratti di un villaggio precedente l’età del Bronzo, i cui suoli si trovano invece in posizioni quasi affioranti. Trincee condotte oltre l’ambito di scavo per accertare la consistenza di tale abitato dava

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risultati sostanzialmente negativi. Quote di ritrovamento m 2,20/2,30 di profondità dal p.d.c.

Numero identificativo Sito: sito_SABO006

Uguale a:

Attestazioni: att_SABO006-1

Localizzazione Regione: Emilia Romagna

Provincia: Bologna Comune: Bologna

Località: Aeroporto

Riferimenti bibliografici

Riferimenti archivistici Relazione C. Negrelli 13-06-2007 (La Fenice Archeologia e Restauro) Riferimenti cartografici Vettoriale Attività di ricerca Prolungamento pista aeroportuale. Scavo archeologico stratigrafico, sondaggi esplorativi e

scavi preliminari Periodo di ricerca da giugno a ottobre 2003 Descrizione del sito Da giugno a ottobre 2003 si è svolta l’ultima campagna di indagini archeologiche preventive

in relazione ai lavori di potenziamento delle strutture aeroportuali. Questi lavori hanno riguardato tutte le aree di progetto per l’allungamento della pista aeroportuale e per la realizzazione delle connesse infrastrutture. La campagna 2003 ha seguito una serie di controlli e di campagne archeologiche svoltesi dal 2000.

Quote di ritrovamento Da m 2,00 a m 3,50 di profondità dal p.d.c. Quota di fondo scavo m 3,50 dal p.d.c. come quota massima Autore della scheda C. Negrelli Numero identificativo Attestazione:

att_SABO006-1

Riferimenti bibliografici

Riferimenti archivistici Relazione C. Negrelli 13-06-2007 (La Fenice Archeologia e Restauro) Caratteristiche dei resti archeologici

Definizione: necropoli

Tipo: sepolture

Cronologia Periodo: varie attestazioni, ma le sepolture appartengono all’età eneolitica

Datazione:

Riferimenti cartografici Vettoriale Attività di ricerca Prolungamento pista aeroportuale. Scavo archeologico stratigrafico, sondaggi esplorativi e

scavi preliminari. Periodo di ricerca da giugno a ottobre 2003 Descrizione Nel settore D, collocato a sud della pista aeroportuale ed interessato dai previsti lavori di

ampliamento della medesima, le indagini svolte hanno messo in luce una ricca stratigrafia soprattutto per quanto riguarda il periodo pre-protostorico. Si è proceduto effettuando un controllo preliminare attraverso la realizzazione di trincee di un metro di profondità a partire dal piano di campagna, effettuando ogni 50 m. circa approfondimenti fino a circa – 3 m. In seguito si è aperto un ampio settore di scavo, laddove le tracce sono apparse più consistenti. La stratigrafia dei suoli individuati nelle trincee preliminari presenta una certa regolarità e coerenza in tutta l’area indagata. Al di sotto dell’arativo moderno sono stati individuati quattro suoli: US 3 : suolo di età romana ( affiorante a – m. 0.50 / 0.70 ) US 4 : suolo eneolitico ( affiorante a – m. 1.60 / 1.75 ) US 12 : suolo neolitico di fase B ( affiorante a – m. 2.80 ca. ) US 19 : suolo neolitico di fase A ( affiorante a – m. 3.40 ).

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Di notevole potenza ( compresa tra i 40 ed i 90 cm. ) risultano gli strati naturali di origine alluvionale caratterizzati da componenti limo-sabbiose di colore giallo. A circa – m. 0.70 è stato individuato il suolo di età romana. Non sono state rinvenute strutture ma sono state documentate labili tracce di arature orientate nord/sud dalle quali sono stati prelevati campioni per le analisi paleobotaniche. In questa zona il suolo eneolitico appariva ad una quota leggermente più alta (- m. 1.60) che altrove ( - m. 1.80 in media ). Sulla testa dello strato erano evidenti concentrazioni di carboni da cui sono stati prelevati campioni per le analisi paleobotaniche . Sono emersi resti di una piccola area sepolcrale ( m. 20 X 10 ) costituita da quattro tombe ad inumazione in fossa semplice orientate E/W. Si tratta di deposizioni singole di individui adulti ad eccezione della tomba 1 che è la sepoltura di un bambino. La tipologia del rito funerario appare ricorrente: l’inumato viene deposto in posizione supina con il capo ad ovest ed i piedi ad est sul fondo di una fossa di forma rettangolare piuttosto profonda ( fino a m. 1.30). Forti analogie si riscontrano anche nel corredo, che ha come costante la presenza di un vaso in ceramica ad impasto posto in prossimità dei piedi ed oggetti di ornamento (un vago in pietra rosa nella tomba 3 e un pendaglio in pietra levigata nella tomba 2). Nella tomba 4 non sono presenti oggetti di ornamento ma armi: tre cuspidi di freccia ed una punta di lancia tutte in selce. La tomba 1 si differenzia dalle altre in quanto priva di corredo e meno profonda. Non sono presenti in nessun caso segnacoli posti al di sopra delle sepolture. Ad est delle sepolture è stato individuato per una lunghezza di circa sei metri un fossato orientato NS e largo circa due metri. Non sono state rilevate, in questa zona, tracce di abitato riferibili allo stesso orizzonte cronologico. Presso il limite occidentale dell’area sepolcrale eneolitica si è proceduto ad una indagine superficiale del suolo eneolitico. Questa zona risulta molto ricca di tracce di frequentazione e si sono individuati due livelli forse legati all’uso di focolari. Dalla us 19 provengono diversi frammenti di ceramica ad impasto e di manufatti in selce che potrebbero ad una più approfondita analisi fornire dati più precisi sull’orizzonte cronologico e culturale a cui ascrivere le evidenze archeologiche documentate.

Quote di ritrovamento Da m 2,00 a m 3,50 di profondità dal p.d.c.

Numero identificativo Sito: sito_SABO007

Uguale a:

Attestazioni: att_SABO007/1-3

Localizzazione Regione: Emilia Romagna

Provincia: Bologna Comune: Bologna

Località: Aeroporto

Riferimenti bibliografici

Riferimenti archivistici Relazione C. Negrelli 13-06-2007 (La Fenice Archeologia e Restauro) Riferimenti cartografici Vettoriale Attività di ricerca Prolungamento pista aeroportuale. Scavo archeologico stratigrafico, sondaggi esplorativi e

scavi preliminari Periodo di ricerca da giugno a ottobre 2003 Descrizione del sito Da giugno a ottobre 2003 si è svolta l’ultima campagna di indagini archeologiche preventive

in relazione ai lavori di potenziamento delle strutture aeroportuali. Questi lavori hanno riguardato tutte le aree di progetto per l’allungamento della pista aeroportuale e per la realizzazione delle connesse infrastrutture. La campagna 2003 ha seguito una serie di controlli e di campagne archeologiche svoltesi dal 2000.

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Quote di ritrovamento Da m 0,80 a m 1,50 di profondità dal p.d.c. Quota di fondo scavo m 1,50 dal p.d.c. come quota massima Autore della scheda C. Negrelli Numero identificativo Attestazione:

att_SABO007-1

Riferimenti bibliografici

Riferimenti archivistici Relazione C. Negrelli 13-06-2007 (La Fenice Archeologia e Restauro) Caratteristiche dei resti archeologici

Definizione: nd

Tipo: nd

Cronologia Periodo: età del Bronzo

Datazione:

Riferimenti cartografici Vettoriale Attività di ricerca Prolungamento pista aeroportuale. Scavo archeologico stratigrafico, sondaggi esplorativi e

scavi preliminari Periodo di ricerca da giugno a ottobre 2003 Descrizione Piccola buca o piccolo avvallamento con ceramica di impasto (forse relativa all’età del

bronzo). Tale US 2 era composta da una matrice argillosa di colore grigio scuro, con frammenti carboniosi e ceramici. Coperta dal livello romano, questa piccola depressione sopravviveva solo al livello basale, in quanto la parte superiore fu probabilmente intaccata dalle lavorazioni agricole successive. Un successivo allargamento della zona non ha mostrato altre tracce di questo tipo.

Quote di ritrovamento m 0,50-0,80 dal pdc. Numero identificativo Attestazione:

att_SABO007-2

Riferimenti bibliografici

Riferimenti archivistici Relazione C. Negrelli 13-06-2007 (La Fenice Archeologia e Restauro) Caratteristiche dei resti archeologici

Definizione: nd

Tipo: nd

Cronologia Periodo: età romana

Datazione:

Riferimenti cartografici Vettoriale Attività di ricerca Prolungamento pista aeroportuale. Scavo archeologico stratigrafico, sondaggi esplorativi e

scavi preliminari Periodo di ricerca da giugno a ottobre 2003 Descrizione Strato di età romana con materiali ceramici, a matrice argillosa con carboncini. Tale strato

corrisponde a un suolo esteso su un ampio settore, privo tuttavia di strutture. Il suolo era evidente appena sotto l’arativo odierno, ma a tratti era coperto da un sottile livello di argilla giallastra .

Quote di ritrovamento m 0,50-0,60 dal pdc. Numero identificativo Attestazione:

att_SABO007-3

Riferimenti bibliografici

Riferimenti archivistici Relazione C. Negrelli 13-06-2007 (La Fenice Archeologia e Restauro) Caratteristiche dei resti archeologici

Definizione: nd

Tipo: nd

Cronologia Periodo: età moderna

Datazione:

Riferimenti cartografici Vettoriale Attività di ricerca Prolungamento pista aeroportuale. Scavo archeologico stratigrafico, sondaggi esplorativi e

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scavi preliminari Periodo di ricerca da giugno a ottobre 2003 Descrizione Pozzo di età moderna costruito con camicia in mattoni di piatto. È stato sezionato e scavato

completamente. Nel riempimento argilloso vi erano residui di legno e frammenti di laterizi. Quote di ritrovamento M 50-60 dal pdc

Numero identificativo Sito: sito_SABO008

Uguale a:

Attestazioni: att_SABO008/1-2

Localizzazione Regione: Emilia Romagna

Provincia: Bologna Comune: Bologna

Località: Aeroporto

Riferimenti bibliografici

Riferimenti archivistici Relazione C. Negrelli 05-03-2001 (La Fenice Archeologia e Restauro) Riferimenti cartografici Vettoriale Attività di ricerca Prolungamento pista aeroportuale con particolare riferimento all’interramento della ferrovia.

Scavo archeologico stratigrafico, sondaggi esplorativi e scavi preliminari. Periodo di ricerca Ottobre – novembre 2000 Descrizione del sito A seguito della bonifica bellica, si è proceduto ad un controllo archeologico generale di

carattere preventivo mediante escavatore meccanico, con l’esecuzione di una serie di trincee e di sondaggi effettuati in modo tale da ottenere una regolare campionatura delle aree. Generalmente ci si è attenuti all’effettuazione di trincee longitudinali all’asse dei lavori previsti, con interruzioni a seconda della situazione riscontrata. In media sono state effettuate trincee lunghe m 10 ogni m 20-30, ma ove gli scavi da bonifica bellica erano già stati praticati in modo fitto e serrato, i sondaggi sono stati effettuati a maglie più larghe, mentre si sono concentrati là dove la bonifica bellica aveva lasciato spazi non esplorati. Anche in questo caso, l’attività esplorativa ha permesso di segnalare alcuni punti a rischio archeologico: via della Salute (l’area ad Ovest di via della Salute, in prossimità dell’incrocio tra la ferrovia Bologna Verona e la cintura ferroviaria Milano-Bologna, e tutto il settore Est di via della Salute, con frequenza di materiali a carattere soprattutto preromano - età del Bronzo) ed un’area compresa tra via di Mezzo e via Persicetana.

Quote di ritrovamento Da m 0,50 a m 1,30 di profondità dal p.d.c. Quota di fondo scavo Fino a m 2,50/3,00 dal p.d.c. come quota massima Autore della scheda C. Negrelli Numero identificativo Attestazione:

att_SABO008-1

Riferimenti bibliografici

Riferimenti archivistici Relazione C. Negrelli 05-03-2001 (La Fenice Archeologia e Restauro) Caratteristiche dei resti archeologici

Definizione: stratificazione e paleosulo antropizzato

Tipo: nd

Cronologia Periodo: probabilmente età del Bronzo

Datazione:

Riferimenti cartografici Vettoriale Attività di ricerca Prolungamento pista aeroportuale con particolare riferimento all’interramento della ferrovia.

Scavo archeologico stratigrafico, sondaggi esplorativi e scavi preliminari Periodo di ricerca Ottobre – novembre 2000 Descrizione Dal giorno 16 ottobre 2000, per un paio di settimane, si è lavorato su di una serie di saggi e

trincee aperti nel primo settore di intervento (saggi 1-7 e trincea B), collocato a cavallo della ferrovia Bologna – Verona, con pulizia delle sezioni esposte e di alcuni strati in piano, onde verificare la presenza di eventuali strutture sepolte, oltre ad un livello antropico pertinente

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probabilmente all’età del Bronzo. Ad Est della Ferrovia Bologna-Verona si aprivano 5 saggi ed una trincea, volti ad accertare l’eventuale presenza di strutture sepolte, vista la precedente segnalazione di un livello antropico con carboncini e minuti frammenti di ceramica di impasto. Al di sotto di una consistente sedimentazione alluvionale con alternanza di argille limose e sabbie, compariva discontinuativamente un livello argilloso con radi carboncini e rari frustuli di ceramica, collocato ad una profondità media dal p.d.c. di m 1,30 per una consistenza di poche decine di centimetri. Questi strati sono stati esplorati mediante successivi abbassamenti del piano di scavo, ma non hanno restituito nessuna traccia di struttura. Nemmeno nel saggio 5, ove inizialmente sembrava comparire una buca, poi rivelatasi una semplice lente, erano evidenziati residui strutturali, come buche o simili. Ad Ovest della Ferrovia Bologna-Verona si aprivano altri due saggi, i quali non restituivano traccia di materiali archeologici, ma solamente la continuazione della stratigrafia geologica già individuata ad Est.

Quote di ritrovamento m 1,30 dal pdc., per uno spessore di pochi decimetri. Numero identificativo Attestazione:

att_SABO008-2

Riferimenti bibliografici

Riferimenti archivistici Relazione C. Negrelli 05-03-2001 (La Fenice Archeologia e Restauro) Caratteristiche dei resti archeologici

Definizione: stratificazione e paleosulo antropizzato

Tipo: nd

Cronologia Periodo: probabilmente età del Bronzo

Datazione:

Riferimenti cartografici Vettoriale Attività di ricerca Prolungamento pista aeroportuale con particolare riferimento all’interramento della ferrovia.

Scavo archeologico stratigrafico, sondaggi esplorativi e scavi preliminari. Periodo di ricerca Ottobre – novembre 2000 Descrizione In seguito agli scavi di cui alla precedente attestazione, e fino al giorno 14 novembre 2000,

si è proceduto all’esplorazione del secondo settore di intervento (interramento della ferrovia ad est di via della Salute), a partire dalle segnalazioni già effettuate precedentemente. Va anche rimarcato che la zona presentava un particolare rischio archeologico perché, a nord della ferrovia, era segnalata la presenza di un affioramento superficiale con materiale romano, un probabile rustico. Sono state praticate, così, diverse trincee e saggi, in modo da ottenere una copertura del settore quanto più serrata possibile, anche se forzatamente non esaustiva sia per l’esigenza, in questa fase, di mantenere liberi dei passaggi atti al transito stradale, sia per mantenere in sicurezza la scarpata della ferrovia. In questo caso si sono individuate alcune cavità pertinenti in massima parte all’età del Bronzo, molto disperse e senza nessun collegamento a piani o strati di frequentazione, che risultavano completamente asportati da livelli contemporanei. La situazione stratigrafica mostrava, al di sotto del cassonetto stradale di via della Salute, a tratti anche molto spesso, uno spesso pacco di argilla grigia e maleodorante nella quale si riscontrava la presenza di laterizi di diverse epoche, da quelli romani ad elementi contemporanei (us 108). Si trattava chiaramente di un riporto funzionale alla realizzazione della strada, come dimostrato dal fatto che tale stratificazione non continuava ai lati del tracciato di via della Salute. Al di sotto della us 108, ad una quota media di m 1 dal p.s., erano le uuss 109 e 110, argilla limosa sabbiosa di colore marrone, livelli sterili. I resti di sedimentazioni antropiche, ovvero delle buche o resti di buche relative all’età del bronzo, si trovavano stratigraficamente tra la us 108 e le us 109-110, ovvero quanto rimaneva delle sedimentazioni archeologiche orizzontali dell’area pareva già asportato, vuoi da arature, vuoi dai lavori per la realizzazione del cassonetto stradale. Per questo l’area restituiva tracce sparse, appunto riferibili esclusivamente ad uss negative. Al di sotto delle uuss 109-110, ovvero livelli di poco precedenti all’età del bronzo, era un

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suolo costituito da argilla limosa marrone scuro, privo di qualsiasi traccia antropica e presente ad una profondità media di m 1,5. Sotto la us 120 era un potente pacco di argille marroni (uuss 121 e 122), che toccava la testa di livelli a sabbia grossolana, ormai ad una quota di m 2,6-3,0 dal p.s. Tali sabbie, recanti molta acqua di falda, erano esplorate fino ad una profondità massima di m 4 dal p.s., alla massima portata dell’escavatore. In sintesi, le uniche situazioni archeologiche del settore in esame erano riscontrate nelle trincee B, H ed I, riassunte qui nei limiti dell’attestazione in oggetto. - Nella trincea B veniva in luce, vicino al punto di una precedente segnalazione emersa dai sondaggi preventivi, al di sotto della us 108, una profonda cavità (un pozzo) relativa all’età del bronzo. La cavità era di forma circolare con pareti leggermente svasate, era profonda più di m 2,60 ed era riempita con terreni per lo più argillosi ricchi di materiale ceramico. Alcuni livelli con andamento quasi orizzontale facevano pensare alla presenza di una sorta di rivestimento terroso sulle pareti. Il fondo non si è potuto esplorare, in quanto era al di sotto della linea di falda. Nel riempimento più basso (us 115) si è recuperata un’ascia in bronzo perfettamente integra (età del Bronzo Recente). Attorno a tale struttura, a parte il fondo di un’altra più piccola cavità, non si sono evidenziate altre situazioni di interesse archeologico. - Nella trincea H, si è evidenziato un fossato probabilmente di età romana, con andamento est - ovest, recante qualche frustulo ceramico e laterizio. Era intercettato da m 1 a m 2 dal p.s. - Nella trincea I, al di sotto della solita us 108, verso il limite est del settore di intervento, non lontano ormai da via Rizzola Levante, era un’altra cavità pertinente probabilmente all’età del bronzo. Poco profonda (al massimo cm 40 ca.), recava riempimenti con concotto, carboni e ceneri, con pochi frustuli di ceramica di impasto. A parte i materiali sparsi rinvenuti nello strato di riporto recente posto sotto il cassonetto stradale, consistenti in alcuni laterizi di età romana, non si rinvenivano tracce di elementi riferibili, neanche indirettamente, a strutture di età romana. Dunque non si rilevava un’eventuale continuità, nella zona di intervento, dell’affioramento di materiali riscontrato a nord della ferrovia, probabilmente relativo ad un edificio rustico.

Quote di ritrovamento Sotto l’arativo e il cassonetto stradale di via della Salute, a m 1 di profondità totale dal p.s. (ma a m 0,60 dal piano di campagna).

Numero identificativo Sito: sito_SABO009

Uguale a:

Attestazioni: att_SABO009-1

Localizzazione Regione: Emilia Romagna

Provincia: Bologna Comune: Bologna

Località: Campolongo-via Torretta

Riferimenti bibliografici

BURATTI, CANDUCCI 2000, p. 153, n. 13

Riferimenti archivistici Riferimenti cartografici Vettoriale Attività di ricerca Ricerche di superficie , segnalazione 1986 Periodo di ricerca Anni Ottanta Descrizione del sito . Quote di ritrovamento Impianto viticolo, fino a m 1 di profondità Quota di fondo scavo Fino a m 1 di profondità Autore della scheda C. Negrelli Numero identificativo Attestazione:

att_SABO009-1

Riferimenti bibliografici

BURATTI, CANDUCCI 2000, p. 153, n. 13

Riferimenti archivistici

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Caratteristiche dei resti archeologici

Definizione: insediamento rustico

Tipo: villa urbano - rustica

Cronologia Periodo: età romana

Datazione:

Riferimenti cartografici Vettoriale Attività di ricerca Ricerche di superficie, segnalazione 1986 Periodo di ricerca Anni Ottanta Descrizione Dalla scheda in BURATTI, CANDUCCI 2000, p. 153, n. 13: “Si tratta di una vasta area

sulla quale si registravano affioramenti nei punti di perforazione di un impianto viticolo …L’area interessata comprende quindi l’intera estensione del vigneto per circa 10.000 mq, ma la si deve ritenere certamente ancora più vasta ed estesa, oltre l’adiacente via della Salute, come mostrano i rari ma evidenti frammenti laterizi rimaneggiati rinvenuti in una canaletta a lato del manto stradale…” Tra i materiali recuperati si segnalavano anche tessere musive ed esagonette, il che porterebbe a supporre trattarsi di villa di tipo urbano-rustico. A commento delle notazioni scritte dagli Autori citati e frutto delle ricerche degli anni Ottanta e Novanta, le ulteriori ricerche in occasione del prolungamento della pista aeroportuale hanno dato la possibilità di un ulteriore approfondimento. Innanzitutto si è appurato che il sito non prosegue oltre via della Salute, in quanto i saggi archeologici nell’area hanno mostrato come i frammenti di laterizi romani provenissero dal sottofondo della strada medesima, essendo collocati tra il riporto recente che servì al suo rialzamento. Inoltre vi sono dubbi sul posizionamento di questo sito come riportato sulla carta CTR dalla pubblicazione (BURATTI, CANDUCCI 2000, Tav. 1 e p. 153, n. 13), in quanto si fa riferimento ad un vigneto che, esattamente nel luogo indicato, non risulta. In zona tuttavia vi sono due vigneti, come risulta dall’analisi delle foto aeree degli anni Ottanta. Uno più a sud-est: se la nostra attestazione dovesse collocarsi qui in realtà saremmo sensibilmente più vicino alla attestazione SABO007-2, una dispersione di materiale romano che potrebbe essere pertinente ad una zona circostante alla villa in parola. Viceversa un altro vigneto si trova più a nord – est, certamente più vicino a via della Salute, e alla ferrovia, ed allora ci si troverebbe di fronte ad un’attestazione completamente differente da SABO007-2.

Quote di ritrovamento Sotto l’arativo, fino a m 1 di profondità dal pdc.

Numero identificativo Sito: sito_SABO010

Uguale a:

Attestazioni: att_SABO0010-1

Localizzazione Regione: Emilia Romagna

Provincia: Bologna Comune: Bologna

Località: Cave Nord

Riferimenti bibliografici

ORTALLI 2000

Riferimenti archivistici Riferimenti cartografici Vettoriale Attività di ricerca Scavo archeologico Periodo di ricerca 1985-1988 Descrizione del sito Edificio rustico e necropoli Quote di ritrovamento Tra i 50-85 cm e i 140-170 cm di profondità dal p.d.c. Quota di fondo scavo Oltre a m 1 di profondità Autore della scheda C. Negrelli Numero identificativo Attestazione:

att_SABO010-1

Riferimenti bibliografici

ORTALLI 2000

Riferimenti archivistici

SAB Aeroporto di Bologna - Masterplan aeroportuale 2009-2023 – SIA Novembre 2011

Documento di valutazione archeologica preventiva - 21-

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Caratteristiche dei resti archeologici

Definizione: insediamento rustico

Tipo: edificio rustico - fattoria

Cronologia Periodo: età romana

Datazione: I a.C. – VI d.C.

Riferimenti cartografici Vettoriale Attività di ricerca Scavo archeologico originato da attività di cava. Periodo di ricerca 1985-1988 Descrizione L’edificio rustico di Cave Nord è stato fatto oggetto di numerose trattazioni, v. da ultimo

ORTALLI 2000 con bibliografia precedente. Costituisce uno dei pochissimi casi di edifici romani rurali scavati per intero e poi studiati nella completezza dell’analisi topografica e dei materiali recuperati. Edificato nel I secolo a. C., l’impianto venne ristrutturato numerose volte, fino alle fasi tardoantiche che mostrano una persistenza fino al VI secolo d.C. Composto da alcuni ambienti destinati sia ad usi lavorativi, sia abitativi, era collegato ad un paio di pozzi, ad una piccola necropoli prediale e ad una strada glareata su cardine che costituisce uno dei pochi capisaldi topografici per la ricostruzione della centuriazione bononiense.

Quote di ritrovamento Tra i 50-85 cm e i 140-170 cm di profondità, era comunque sepolto da consistenti depositi alluvionali.

Numero identificativo Sito: sito_SABO011

Uguale a:

Attestazioni: att_SABO0011-1

Localizzazione Regione: Emilia Romagna

Provincia: Bologna Comune: Bologna

Località: San Vitalino

Riferimenti bibliografici

CURINA 2000

Riferimenti archivistici Riferimenti cartografici Vettoriale Attività di ricerca Scavo archeologico Periodo di ricerca 1993 Descrizione del sito Edificio rustico e sepolture Quote di ritrovamento M 3 di profondità dal p.d.c. Quota di fondo scavo Oltre m 3 di profondità dal p.d.c. Autore della scheda C. Negrelli Numero identificativo Attestazione:

att_SABO011-1

Riferimenti bibliografici

CURINA 2000

Riferimenti archivistici Caratteristiche dei resti archeologici

Definizione: insediamento rustico

Tipo: villa rustica

Cronologia Periodo: età romana

Datazione: I secolo d.C. – II/III secolo d.C.

Riferimenti cartografici Vettoriale Attività di ricerca Scavo archeologico in seguito a intervento edilizio. Periodo di ricerca 1993 Descrizione Edificio rustico ritrovato tra le vie Serra e San Vitalino. In particolare lo scavo ha interessato

il settore meridionale di una villa rustica di grandi dimensioni, organizzata su un grande quadrilatero di ambienti chiusi attorno ad uno spazio centrale. Il primo assetto risale ad età augustea, mentre l’abbandono sembra seguire il II secolo d.C. In fase successiva compare solo una sepoltura isolata, cui segue un potente alluvionamento di sabbie e limi.

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Quote di ritrovamento Tra i m 2,80 e 3,00 di profondità dal pdc.

Numero identificativo Sito: sito_SABO012

Uguale a:

Attestazioni: att_SABO0012/1-2

Localizzazione Regione: Emilia Romagna

Provincia: Bologna Comune: Bologna

Località: Sant’Agnese

Riferimenti bibliografici

SCARANI 1963, p. 388, n. 171 e p. 411, n. 54. Terramare 1997, p. 302 e p. 366-367, con bibliografia precedente.

Riferimenti archivistici Varie relazioni in Archivio della Soprintendeza per i Beni Archeologici – sede di Bologna, con particolare riferimento alla sezione dedicata a Bologna, faldone “Borgo Panigale” presso l’archivio con il materiale amministrativo. Relazione BDRM00E22RGAH0003001A del marzo 2010 a cura di SACI presso l’archivio scavi archeologici. Va sottolineato che nonostante il sito sia stato sottoposto a numerose e recenti campagne di scavo, quella precedentemente citata è l’unica reperibile attualmente in Archivio. Pertanto le notizie esposte di seguito, relativamente agli scavi degli anni Duemila, si sono dovute basare esclusivamente su di essa, con conseguente ma inevitabile pericolo di omissioni non dovute allo scrivente.

Riferimenti cartografici Vettoriale Attività di ricerca Scavi archeologici Periodo di ricerca Varie campagne dagli anni Cinquanta del secolo scorso ad oggi Descrizione del sito Abitato e sepolture Quote di ritrovamento Dai m 0,5 ai m 0,8 di profondità dal p.d.c. Quota di fondo scavo A tratti oltre m 3 di profondità dal p.d.c. Autore della scheda C. Negrelli Numero identificativo Attestazione:

att_SABO012-1

Riferimenti bibliografici

SCARANI 1963, p. 388, n. 171 e p. 411, n. 54. Terramare 1997, p. 302 e p. 366-367, con bibliografia precedente.

Riferimenti archivistici Varie relazioni in Archivio della Soprintendeza per i Beni Archeologici – sede di Bologna, con particolare riferimento alla sezione dedicata a Bologna, faldone “Borgo Panigale” presso l’archivio con il materiale amministrativo. Relazione BDRM00E22RGAH0003001A del marzo 2010 a cura di SACI presso l’archivio scavi archeologici. Va sottolineato che nonostante il sito sia stato sottoposto a numerose e recenti campagne di scavo, la relazione precedentemente citata è l’unica reperibile attualmente in Archivio.

Caratteristiche dei resti archeologici

Definizione: abitato

Tipo: villaggio

Cronologia Periodo: età del Bronzo

Datazione: Bronzo Antico, Bronzo Recente e Finale: II millennio a.C.

Riferimenti cartografici Vettoriale Attività di ricerca Scavo archeologico esplorativo, scavi archeologici di emergenza, scavi archeologici

preventivi. Periodo di ricerca Varie campagne dagli anni Cinquanta del secolo scorso ad oggi Descrizione L’abitato di Borgo Panigale viene sistematicamente esplorato da R. Scarani a partire dal

1950 fino al 1959, mediante una serie di trincee che portarono al ritrovamento di materiali di notevole interesse, tra cui due lamine auree decorate (da cui la dizione di “capanna degli ori”) e tracce di una fonderia per bronzi. SCARANI 1963 riferisce che la quota del ritrovamento di situava a cm 85-90 dal suolo attuale, nel comune di Bologna, nei poderi Calvi, Bellavista e S. Agnese. Cronologicamente l’abitato venne inquadrato tra il Bronzo Medio e il Tardo - Finale, con una fase collocabile nel Bronzo Antico e con un possibile

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attardamento alle primissime fasi dell’età del Ferro. In seguito alle esplorazioni dello Scarani, che diedero origine a un primo decreto di vincolo, poi inspiegabilmente revocato in toto, il sito torna in auge negli anni Settanta, quando comincia ad essere aggredito dai lavori di cava, il che da origine ad un secondo decreto vincolistico datato al 10-07-1979. In seguito ad ulteriori esplorazioni, tale decreto viene parzialmente ristretto, una prima volta nel 1982, fino a ridursi, nel 1985, ad un lotto triangolare entro l’allora cava Simoni. Con il varo del Piano Paesistico Regionale, poi passato al PTCP della provincia di Bologna, si mantenne tale vincolo, che fu inoltre inserito entro un’area molto più estesa classificata secondo i parametri della normativa provinciale in materia di beni archeologici (art. 8.2c, si veda infra il capitolo dedicato). Ulteriori indagini si ebbero nel 1987-1988 sulla fascia marginale sud della Cava Simoni, immediatamente a nord di via della Salute, dove doveva essere realizzata una pista di servizio per le attività di movimento terra. Si dovette constatare che furono proprio le attività di cava ad asportare una buona parte del villaggio. Negli anni Duemila alcuni scavi estensivi hanno interessato il comparto sud del villaggio: tra il 2001 e il 2003 a sud della linea ferroviaria Bologna Verona, tra il 2006 e il 2008 a nord, tra la suddetta ferrovia e via della Salute. Ciò ha dato modo per la prima volta di eseguire il rilievo estensivo delle strutture e lo scavo a campione di alcune di esse. Altri scavi furono effettuati in relazione al progetto di nuova viabilità via Commenda – Via della Salute, fino ai due saggi effettuati a lato di via della Salute, che portarono al rinvenimento di stratificazioni in posto. Furono proprio le esplorazioni legate alla nuova viabilità a portare al ritrovamento di strutture dell’età del Ferro e di una necropoli (si veda successiva scheda di attestazione). Le esplorazioni degli anni Duemila portarono al riconoscimento di una fase del Bronzo Antico, oltre a quelle più recenti, ed al preciso riconoscimento di un grande fossato di recinzione (m 20 – 25 di larghezza per m 4-5 di profondità), con aggere, che interviene nel momento dell’apogeo del villaggio, cioè nel Bronzo Recente. Sono state riconosciute grandi capanne a pianta rettangolare, in alcuni casi di m 20 x 7 ca. L’area del villaggio viene valutata in m 200 ca in senso est-ovest, e in m 300 ca in senso nord-sud. Nel 2009 furono eseguiti 2 sondaggi in area immediatamente a nord di via della Salute, numerati come 1 e 2-3, molto importanti in quanto ricadenti entro l’area vincolata a nord di via della Salute (entro l’area archeologica PTCP n. 10, art. 8.b) ed evidentemenete eseguiti in vista dei successivi lavori di ampliamento di via della Salute. Tali sondaggi (ricadenti a sud e a nord del fossato laterale alla strada attuale) dimostrarono la presenza delle stratificazioni pre-protostoriche ancora in questa zona, con la conservazione in situ, nonostante i vicini lavori della cava Simoni, di fossati e buche per palo, nonché del fossato interno all’aggere che circondava il villaggio.

Quote di ritrovamento Dai m 0,5 ai m 0,8 di profondità dal p.d.c. Numero identificativo Attestazione:

att_SABO012-2

Riferimenti bibliografici

Riferimenti archivistici Relazione BDRM00E22RGAH0003001A del marzo 2010 a cura di SACI presso l’archivio scavi archeologici. Va sottolineato che nonostante il sito sia stato sottoposto a numerose e recenti campagne di scavo, quella precedentemente citata è l’unica reperibile attualmente in Archivio.

Caratteristiche dei resti archeologici

Definizione: abitato/necropoli

Tipo: sepolture

Cronologia Periodo: età del Ferro

Datazione: I età del Ferro, X-IX secolo a.C.

Riferimenti cartografici Vettoriale Attività di ricerca Scavi archeologici preventivi. Periodo di ricerca 2008-2009 ? Descrizione Scavi in corrispondenza del tracciato di progetto di nuova viabilità via Commenda - via della

Salute (Italferr), durante i quali furono ritrovati, oltre a livelli e strutture dell’età del Bronzo

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di cui alla scheda precedente, resti abitativi dell’età del Ferro e un’ampia necropoli ascrivibile al momento iniziale dell’età del Ferro (X-IX secolo a.C.). L’area sepolcrale ha restituito 189 sepolture ad incinerazione, alloggiate in pozzetti scavati in antico su livelli sovrapposti.

Quote di ritrovamento Dai m 0,5 dal p.d.c. ed oltre.

Numero identificativo Sito: sito_SABO013

Uguale a:

Attestazioni: att_SABO0013-1

Localizzazione Regione: Emilia Romagna

Provincia: Bologna Comune: Bologna

Località: Aeroporto

Riferimenti bibliografici

Riferimenti archivistici Archivio SABO, relazione M. Molinari del 28.02.2011 Riferimenti cartografici Vettoriale Attività di ricerca Controllo BOB e scavo archeologico preventivo a saggi, nuovo edificio BHS. Periodo di ricerca 2011 Descrizione del sito Stratificazioni geologiche Quote di ritrovamento Da m 0,5 a oltre m 3 di profondità Quota di fondo scavo Oltre m 3 di profondità dal p.d.c. Autore della scheda C. Negrelli Numero identificativo Attestazione:

att_SABO013-1

Riferimenti bibliografici

Riferimenti archivistici Archivio SABO, relazione M. Molinari del 28.02.2011 Caratteristiche dei resti archeologici

Definizione: stratificazioni geologiche

Tipo:

Cronologia Periodo:

Datazione:

Riferimenti cartografici Vettoriale Attività di ricerca Controllo BOB e scavo archeologico preventivo a saggi Periodo di ricerca 2011 Descrizione Dalla relazione di scavo: “…I sondaggi hanno evidenziato la presenza di un poderoso riporto

moderno di circa 0,40/0,60 m distribuito su tutta l’area. Nel settore sud, che risultava più elevato di circa 0,70 m, era conservato uno strato molto compatto di limo argilloso contraddistinto da radi frustoli carboniosi e laterizi, piccoli frammenti laterizi e 1 frammento di ceramica del XVIII/XVII secolo; molto probabilmente un terreno arativo. Sotto questi strati erano presenti molti livelli alluvionali di recente deposizione che si caratterizzavano con l’alternanza di limi e limi molto sabbiosi privi di materiali archeologici e tracce antropiche. Le ghiaie si trovavano alla quota di – 2/-2,30 rispetto al p.c.. Lo spessore di queste, a volte combinate con ciottoli di piccole e medie dimensioni, doveva essere di oltre il metro; come si è appurato attraverso un pozzetto di approfondimento subito richiuso. Sulla testa dello strato ghiaioso si segnala il rinvenimento di un piccolo frammento laterizio fortemente fluitato e, allo stesso modo, una porzione di mattone con tracce di calce bruna; tipica del periodo medievale…”.

Quote di ritrovamento Dal p.d.c. a oltre m 3 di profondità

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Numero identificativo Sito:

sito_SABO014 Uguale a:

Attestazioni: att_SABO0014-1

Localizzazione Regione: Emilia Romagna

Provincia: Bologna Comune: Bologna

Località: Cava Due Portoni

Riferimenti bibliografici

CREMASCHI, GUERRESCHI, STEFFÉ 1990.

Riferimenti archivistici Riferimenti cartografici Vettoriale Attività di ricerca Scavi archeologici Periodo di ricerca 1983-1984 Descrizione del sito Stratificazioni antropiche Quote di ritrovamento Ca. m 6 di profondità Quota di fondo scavo Autore della scheda C. Negrelli Numero identificativo Attestazione:

att_SABO014-1

Riferimenti bibliografici

CREMASCHI, GUERRESCHI, STEFFÉ 1990.

Riferimenti archivistici Caratteristiche dei resti archeologici

Definizione: stratificazioni geologiche e antropiche

Tipo:

Cronologia Periodo: Mesolitico, Sauveterriano Medio - Recente

Datazione: 6500 – 5800 a. C. ca.

Riferimenti cartografici Vettoriale Attività di ricerca scavo archeologico preventivo Periodo di ricerca 1983-1984 Descrizione Suolo antropizzato con tracce di frequentazione mesolitica. Lo scavo ha portato al recupero

di numerosi attrezzi litici e delle tracce di un focolare. Quote di ritrovamento Circa m 6 di profondità

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Il quadro fornito dalla normativa

L’esame del PTCP della Provincia di Bologna evidenzia un vasto vincolo in Tav. 1, Foglio III,

al numero 106. Il vasto areale individuato nella carta CTR al 25.000 a sud del Bargellino e della

pista aeroportuale, a cavallo di via della Salute, coincide con il sito SABO0127. È importante

sottolineare che il PTCP nel medesimo numero 10 riporta due gradi di tutela, distinti

rispettivamente in un areale più piccolo di forma triangolare (posto a nord di via della Salute) e in

uno più grande, che sostanzialmente lo inscrive. Il primo areale, quello più piccolo, è classificato tra

le “Aree di accertata e rilevante consistenza archeologica (art. 8.2b)”, il secondo, quello più grande,

tra le “Aree di concentrazione di materiali archeologici (art. 8.2c)”. E’ importante specificare che

l’area più piccola ricadente nell’art. 8.2b viene recepita come da vincolo D.M. 10/07/1979 ex

1089/1939, poi confluita nel cosiddetto “testo unico”, elemento su cui torneremo alla fine del

capitolo.

Nel PTCP l’individuazione e la norma8 sono i seguenti:

“Art. 8.2 - Zone ed elementi di interesse storico-archeologico (il presente articolo recepisce e integra gli

art. 21 e 31 del PTPR)

1.(D) Definizione. I beni di interesse storico-archeologico di cui al presente articolo, costituiti da zone ed

elementi, sono comprensivi delle:

- presenze archeologiche accertate e vincolate ai sensi di leggi nazionali o regionali, di atti amministrativi o di

strumenti di pianificazione dello Stato, della Regione, di enti locali, ovvero presenze archeologiche motivatamente

ritenute esistenti in aree o zone anche vaste;

- preesistenze archeologiche che hanno condizionato continuativamente la morfologia insediativa, quale

l'impianto storico della centuriazione i cui elementi caratterizzanti sono: le strade; le strade poderali ed interpoderali; i

canali di scolo e di irrigazione disposti lungo gli assi principali della centuriazione; i tabernacoli agli incroci degli assi;

le case coloniche; le piantate ed i relitti dei filari di antico impianto orientati secondo la centuriazione, nonché ogni altro

elemento riconducibile, attraverso l'esame dei fatti topografici, alla divisione agraria romana.

6 Interrogazione da: http://cst.provincia.bologna.it/ptcp/, aggiornato al settembre 2011. Va detto che nel riquadro territoriale preso da noi in esame compaiono altri due siti vincolati: il PTCP n. 4, Cava Due Portoni (= sito SABO014) e il PTCP n. 15, via Serra (= sito SABO011), in questa sede non trattati se non a livello di scheda in quanto non ricadenti nel piano di sviluppo aeroportuale. 7 V. supra, scheda SABO012 con relative attestazioni. 8 Documento “Norme di attuazione”, pp. 160-164.

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2. (P) Individuazione. Il PTCP individua i beni di interesse archeologico nella tav.1 e nell’Allegato D “Complessi

archeologici e aree di concentrazione archeologica”, secondo le seguenti categorie:

D “Complessi archeologici e aree di concentrazione archeologica”, secondo le seguenti categorie:

AREE DI INTERESSE ARCHEOLOGICO

a) complessi archeologici, cioè complessi di accertata entità ed estensione (abitati, ville, nonché ogni altra

presenza archeologica) che si configurano come un sistema articolato di strutture;

b) aree di accertata e rilevante consistenza archeologica, cioè aree interessate da notevole presenza di materiali

e/o strutture, già rinvenuti ovvero non ancora toccati da regolari campagne di scavo, ma motivatamente ritenuti presenti,

aree le quali si possono configurare come luoghi di importante documentazione storica e insediativa;

c) aree di concentrazione di materiali archeologici o di segnalazione di rinvenimenti; aree di rispetto o

integrazione per la salvaguardia di paleohabitat, aree campione per la conservazione di particolari attestazioni

ditipologie e di siti archeologici; aree a rilevante rischio archeologico;…”

L’area n. 10 del PTCP ricade dunque parte nell’articolo 8.2b e parte nell’articolo 8.2c, i quali

sono così normati:

4.(I) Disciplina di tutela delle aree di interesse archeologico.

Le misure e gli interventi di tutela e valorizzazione nonché gli interventi funzionali allo studio, all'osservazione e

alla pubblica fruizione dei beni e dei valori tutelati, di cui alle zone ed elementi delle lettere a), b), c) del punto 2, sono

definiti da piani o progetti pubblici di contenuto esecutivo, formati dagli enti competenti, previa consultazione con la

competente Soprintendenza per i Beni Archeologici, ed avvalendosi della collaborazione dell'Istituto per i beni artistici,

culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna.

Tali piani o progetti, alle condizioni ed ai limiti eventualmente derivanti da altre disposizioni del presente piano,

possono prevedere:

a) attività di studio, ricerca, scavo, restauro, inerenti i beni archeologici, nonché interventi di trasformazione

connessi a tali attività, ad opera degli enti o degli istituti scientifici autorizzati;

b) la realizzazione di attrezzature culturali e di servizio alle attività di ricerca, studio, osservazione delle presenze

archeologiche e degli eventuali altri beni e valori tutelati, nonché di posti di ristoro e percorsi e spazi di sosta;

c) la realizzazione di infrastrutture tecniche e di difesa del suolo, nonché di impianti tecnici di modesta entità. I

piani o progetti di cui sopra possono inoltre motivatamente, a seguito di adeguate ricerche, variare la delimitazione delle

zone e degli elementi appartenenti alle categorie di cui alle lettere a), b), c) del punto 2, sia nel senso di includere tra le

zone e gli elementi di cui alla lettera a) zone ed elementi indicati dal presente piano appartenenti alle categorie di cui

alle lettere b) e c), sia nel senso di riconoscere che zone ed elementi egualmente indicati dal presente piano appartenenti

alle categorie di cui alle lettere b) e c) non possiedono le caratteristiche motivanti tale appartenenza e non sono

conseguentemente soggetti alle relative disposizioni.

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LA FENICE ARCHEOLOGIA E RESTAURO S.r.l

5.(P) Fino all'entrata in vigore di detti piani o progetti, si applicano le seguenti norme transitorie:

- nelle zone e negli elementi compresi nella categoria di cui alla lettera a) del punto 2 sono ammesse soltanto le

attività e trasformazioni di cui alla lettera a) del punto 4; - nelle zone e negli elementi compresi nella categoria di cui alla

lettera b) del punto 2, sono ammesse le attività e trasformazioni di cui alla lettera a) del punto 4 nonché, ferme

comunque restando eventuali disposizioni più restrittive dettate dalla competente Soprintendenza per i Beni

Archeologici, sono ammessi:

- l'ordinaria utilizzazione agricola del suolo, secondo gli ordinamenti colturali in atto all'entrata in vigore del

presente piano e fermo restando che ogni escavo o aratura dei terreni a profondità superiore a 50 cm deve essere

autorizzato dalla competente Soprintendenza per i beni archeologici;

- gli interventi sui manufatti edilizi esistenti, ivi inclusi quelli relativi alle opere pubbliche di difesa del suolo, di

bonifica e di irrigazione, fermo restando che, ove e fino a quando gli strumenti di pianificazione comunali non abbiano

definito gli interventi ammissibili sulle singole unità edilizie esistenti in conformità all’art. A-9 della L.R. 20/2000, sono

consentiti unicamente gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria e di restauro e risanamento conservativo,

fermo restando che ogni intervento incidente il sottosuolo deve essere autorizzato dalla competente Soprintendenza per i

Beni Archeologici.

Fatta salva ogni ulteriore disposizione dei piani o progetti di cui sopra, nelle zone e negli elementi appartenenti

alla categoria di cui alla lettera c) del punto 2 possono essere attuate le previsioni dei vigenti strumenti urbanistici

comunali, fermo restando che ogni intervento è subordinato all'esecuzione di sondaggi preliminari, svolti in accordo con

la competente Sopraintendenza per i Beni Archeologici, rivolti ad accertare l'esistenza di materiali archeologici e la

compatibilità dei progetti di intervento con gli obiettivi di tutela, anche in considerazione della necessità di individuare

aree di rispetto o di potenziale valorizzazione e/o fruizione.

Il PSC del Comune di Bologna recepisce le aree di interesse archeologico dal PTCP,

arricchendo il quadro con una zonizzazione delle potenzialità a tre livelli.

Dal PSC9 si evince che la zona già al numero 10 del PTCP art. 8c è compresa nelle “Aree di

concentrazione di materiali archeologici e fascia di rispetto archeologico della via Emilia”, normata

nel modo seguente:

2. Aree di concentrazione di materiali archeologici e fascia di rispetto archeologico della via Emilia

a) Definizione e finalità di tutela. Sono le aree di concentrazione di materiali archeologici o di segnalazione di

rinvenimenti, le aree di rispetto o integrazione per la salvaguardia di paleohabitat, le aree campione per la conservazione

di particolari attestazioni di tipologie e di siti archeologici, le aree a rilevante rischio archeologico. Alla medesima tutela

9 Interrogazione interattiva da http://pscmappeonline.comune.bologna.it/pscmappeonline.

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è soggetta la fascia di rispetto archeologico della via Emilia, di ampiezza pari a metri 30 per lato, all’esterno del

territorio urbanizzato.

b) Provvedimento istitutivo della tutela. Piano territoriale di coordinamento provinciale approvato con delibera

del Consiglio provinciale n. 19 del 30 marzo 2004 (art. 8.2).

c) Individuazione delle aree tutelate. Carta unica del territorio/1 - layer: “rispetto archeologico 1”; Carta unica del

territorio/2 – Tutela Testimonianze storiche e archeologiche.

d) Modalità di tutela. Le misure e gli interventi di tutela e valorizzazione nonché gli interventi funzionali allo

studio, all'osservazione e alla pubblica fruizione dei beni e dei valori tutelati sono definiti da progetti pubblici di

contenuto esecutivo, elaborati con la competente Soprintendenza per i Beni archeologici avvalendosi della

collaborazione dell'Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna. Fino all'entrata in

vigore di detti progetti, si applicano le seguenti norme transitorie: ogni intervento è subordinato all'esecuzione di

sondaggi preliminari, svolti in accordo con la competente Soprintendenza per i Beni archeologici, tesi ad accertare

l'esistenza di materiali archeologici e la compatibilità dei progetti di intervento con gli obiettivi di tutela, anche in

considerazione della necessità di individuare aree di rispetto o di potenziale valorizzazione e/o fruizione.

Il triangolo di terreno a nord della via della Salute è invece contraddistinto, come già nel

PTCP al n. 10, art. 8.2b, da una colorazione più scura, essendo ricompreso nelle “Aree di accertata e

rilevante consistenza archeologica”, così normate:

1. Aree di accertata e rilevante consistenza archeologica

a) Definizione e finalità di tutela. Sono le aree interessate da notevole presenza di materiali e/o strutture di

interesse archeologico, già rinvenuti ovvero non ancora oggetto di regolari campagne di scavo, ma motivatamente

ritenuti presenti, e le aree che si possono configurare come luoghi di importante documentazione storica e insediativa.

b) Provvedimento istitutivo della tutela. Piano territoriale di coordinamento provinciale approvato con delibera

del Consiglio provinciale n. 19 del 30 marzo 2004 (art. 8.2). Fino all'approvazione del nuovo Piano paesaggistico ai

sensi dell'articolo 156 del D.Lgs 42/2004, tali aree coincidono con “le zone di interesse archeologico individuate alla

data di entrata in vigore del presente codice” di cui all’art. 142, comma 1, lettera m del D.Lgs. 42/2004.

c) Individuazione delle aree tutelate. Carta unica del territorio/1 - layer: “aree archeologiche”; Carta unica del

territorio/2 – Tutela Testimonianze storiche e archeologiche.

d) Modalità di tutela. Le misure e gli interventi di tutela e valorizzazione nonché gli interventi funzionali allo

studio, all'osservazione e alla pubblica fruizione dei beni e dei valori tutelati sono definiti da progetti pubblici di

contenuto esecutivo, elaborati con la competente Soprintendenza per i Beni archeologici avvalendosi della

collaborazione dell'Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna. Fino all’approvazione

di detti progetti, si applicano le seguenti norme transitorie:

- sono ammesse attività di studio, ricerca, scavo e restauro, nonché interventi di trasformazione connessi a tali

attività, ad opera degli enti o degli istituti scientifici autorizzati;

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Documento di valutazione archeologica preventiva - 30-

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- è ammessa l'ordinaria utilizzazione agricola del suolo, fermo restando che ogni scavo o aratura dei terreni a

profondità superiore a 50 cm deve essere autorizzato dalla competente Soprintendenza per i Beni archeologici e fatte

salve eventuali disposizioni più restrittive dettate dalla Soprintendenza stessa;

- sono ammessi gli interventi sui manufatti edilizi esistenti, ivi inclusi quelli relativi alle opere pubbliche di difesa

del suolo, di bonifica e di irrigazione, fermo restando che ogni intervento incidente sul sottosuolo deve essere

autorizzato dalla competente Soprintendenza per i Beni archeologici.

Oltre alle suddette due aree, desunte già dal PTCP, il PSC del comune di Bologna istituisce

una graduazione del potenziale archeologico per grandi areali. L’esame della cartografia disponibile

mostra che tutta la fascia meridionale della zona aeroportuale fino alla Persicetana è classificata

come zona ad alta potenzialità archeologica, così definita e normata:

3. Zone ad alta potenzialità archeologica

a) Definizione e finalità di tutela. Sono le aree in cui è riconoscibile l’impianto urbano delle età preromana e

romana caratterizzato da contesti pluristratificati con alta probabilità di rinvenimenti archeologici.

b) Provvedimento istitutivo della tutela. Piano strutturale comunale.

c) Individuazione delle aree tutelate. Carta unica del territorio/1 - layer: “rispetto archeologico 2”; Carta unica del

territorio/2 – Tutela Testimonianze storiche e archeologiche.

d) Modalità di tutela. Ogni intervento che presuppone attività di scavo e/o movimentazione del terreno è

subordinato all'esecuzione di sondaggi preliminari, svolti in accordo con la competente Soprintendenza per i Beni

archeologici.

Il vigente quadro normativo, con particolare riferimento a quell’area che nel PTCP è

classificata al n. 10, art. 8.2b, deriva da un vincolo ex 1089/1939 (poi confluita nel D.Lgs. 42/2004).

Risulta agli atti che il vincolo attuale, già entrato in vigore con D.M. del 10/07/1979, è il risultato di

successive sottrazioni rispetto ad un’area vincolata originariamente più grande10. Infatti con il

progredire di lavori di cava (cava Simoni), si resero necessarie esplorazioni archeologiche che

portarono alla documentazione di alcuni lotti, i quali, in seguito a tali operazioni di accertamento,

risultarono liberi da presenze di interesse storico-archeologico.

In sostanza la particella triangolare di cui al PTCP n. 10 art. 8b recepita dal D.M. 10/7/1979

con successive modificazioni, non è altro che quanto rimane di vincolato dei depositi archeologici

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appartenenti al villaggio pre-protostorico di Borgo Panigale, altrimenti detto di Sant’Agnese,

databile dall’età del Bronzo Antico a quella del Bronzo Recente – Finale, fase della massima

espansione11. Nel capitolo dedicato alla valutazione del potenziale archeologico (il tema attuale è

stabilire quanto sia rimasto ad oggi, dopo i lavori di cava e dopo i più recenti scavi archeologici) si

riprenderà la discussione di questo particolare elemento, qui basti sottolineare la presenza ancora in

situ di almeno una parte dei depositi archeologici pertinenti all’età del Bronzo, di cui il vincolo

succitato prende atto.

Va infine sottolineato, per questo areale, un problema di individuazione topografica. Infatti

l’ubicazione che ne da il PTCP, seguito dal PSC di Bologna, da una parte e quella che ne da la carta

catastale pertinente al vincolo ex DM 10/7/1979 sembrano divergere in modo sensibile, tanto da far

pensare, più che ad un ‘normale’ disallineamento tra carte catastali e carte topografiche, ad un

parziale errore di posizionamento. È evidente che dovrebbe far fede la catastale allegata al DM in

parola e successive modificazioni, essendo la fonte originaria.

Nella cartografia allegata (Tav. 3), ottenuta per georeferenziazione delle scansioni pertinenti

alle due carte succitate (PTCP/PSC e catastale del vincolo ministeriale) si evidenzia il divario come

risulta dalla operazione di overlay su raster. Per ottenere una cartografia con un margine di errore

ancora minore occorrerebbe una perizia qualificata dedicata al caso specifico.

L’analisi delle foto aeree

Nonostante il comparto territoriale esaminato sia stato investito da una serie notevole di

progetti di espansione industriale e precedentemente di estrazione di ghiaie e sabbie, vista la

presenza di numerose cave, l’analisi aerofotografica ha dato qualche risultato, soprattutto

concernente le coperture passate.

In particolare è istruttiva l’analisi della documentazione risalente dagli anni Settanta del

secolo scorso al Duemila, dove il sito SABO012 appare ancora particolarmente evidente come

macchia di colorazione scura nel terreno ancora agricolo.

10 Come si può evincere in archivio SABO da documenti di revoca parziale, con individuazione delle aree svincolate. Tali procedimenti di revoca parziale si verificarono rispettivamente nel 1982 e nel 1985, e a tale situazione ultima si deve far riferimento anche attualmente. 11 Si veda supra la scheda di sito n. SABO012.

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Il fotogramma seguente, risalente al 1971, fotografa bene questa situazione, benchè si tratti di

una copertura in bianco e nero: la macchia scura al centro è l’ambito del villaggio di età del Bronzo,

mentre il leggero alone all’intorno dovrebbe riflettere il sistema di fossati e terrapieni.

Foto aerea del 1971 (qui riprodotta fuori scala): al centro la macchia scura del villaggio dell’età del Bronzo.

Anche altri fotogrammi sono assai dimostrativi, come quello seguente, relativo ad una

copertura del 1994-96, pure in bianco e nero. In questo caso i lavori di cava dovrebbero essere già

stati avviati nell’area a nord di via della Salute, anche se il terreno appare ripristinato. A sinistra

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dello scatto, sia a nord della via della Salute, sia a sud della linea ferroviaria Bologna – Verona, si

nota comunque ancora la macchia scura dell’insediamento.

Ortofoto 1994-1996. A sinistra dello scatto, sia a nord della via della Salute, sia a sud della linea ferroviaria Bologna – Verona, si nota comunque ancora la macchia scura dell’insediamento di cui al sito SABO012.

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Immagini più recenti danno invece modo di osservare le lavorazioni effettuate. Nella copertura

seguente, relativa al 2005, tutta la zona a nord di via della Salute sembra investita da lavori di

movimento terra, anche se è difficile giudicare se si tratta semplicemente di riporti oppure se di

escavazioni. A sud di via della Salute è invece evidente la presenza dei cantieri relativi al progetto

di realizzazione del nuovo sistema viario via Commenda-via della Salute.

Copertura ortofotografica, relativa al 2005: tutta la zona a nord di via della Salute sembra investita da lavori movimento terra, anche se è difficile giudicare se si tratta semplicemente di riporti oppure se di escavazioni. A sud di via della Salute i cantieri relativi al progetto di nuova viabilità, che hanno originato recenti scavi pure riguardanti il sito SABO012.

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La valutazione del potenziale archeologico

Per la valutazione del potenziale archeologico, come richiesto dal Committente, ci si è

concentrati sull’analisi della futura espansione, zone 1 a, 2 a, 3 a, 1 b, 2 b ,3 b e 2 c (Tav. 2), che

verrà trattata dettagliatamente. In linea del tutto generale si sottolinea che tutta l’area esaminata nel

riquadro di riferimento appare piuttosto complessa dal punto di vista archeologico, avendo dato la

possibilità di intercettare, durante diversi anni di lavori, una serie di stratificazioni antropiche sulla

lunga durata. Dal periodo Mesolitico (cava due Portoni), a quello Eneolitico (necropoli di cui

all’attestazione SABO006-1), per poi passare alle numerosissime attestazioni dell’età del Bronzo,

che paiono diffuse su di un allineamento nord-sud, dall’insediamento di Sant’Agnese (att.

SABO012-1) fino a quello di via Rizzola Levante, ormai a nord della ferrovia e di via della Salute,

nel territorio del comune di Calderara (Tav. 4).

Nell’ottica di valutare il potenziale archeologico, sempre in linea generale, è opportuno notare

che il comparto aeroportuale insiste in parte su una zona occidentale di alto morfologico che deriva

da paleodossi di antica derivazione, in parte su una zona orientale di alluvionamenti relativamente

recenti.

Un’esame della Carta Geologica Regionale sembra illuminante, soprattutto se analizzata alla

luce del dato archeologico a nostra disposizione. Si osserva infatti che l’unità Aes 8, relativa al

Subsintema di Ravenna, insiste su una fascia orientata sud-nord e collocata ad ovest del comparto

aeroportuale, mentre ad est il medesimo insiste sull’unità Aes 8 a, la cosiddetta unità di Modena,

pertinente di solito a sovralluvionamenti post-romani. Ancora più ad ovest il limite occidentale di

Aes 8 è pure dato dall’unità di Modena, che dunque sembrerebbe lambire la zona aeroportuale

anche da occidente (si veda la figura seguente).

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Stralcio dalla Carta Geologica Regionale. Al centro in verde scuro l’Unità AES8, ai lati in verde chiaro l’Unità AES 8 a,

detta Unità di Modena.

Gli scavi a nostra disposizione confermano in parte tale quadro, e in parte contribuiscono a

precisarlo ulteriormente. Nella zona ad est, compresa nell’ unità di Modena, insiste in effetti

l’attestazione SABO013-1, che non ha restituito altro che stratificazioni post-romane, compresi

alluvionamenti di limi sabbiosi, sabbie e addirittura ghiaie, databili tra medioevo ed età moderna

(fino ad oltre m 3 di profondità). Che in questa fascia i livelli di età romana si possano trovare assai

probabilmente ad una certa profondità è del resto dimostrato dalle att. SABO010-1 e 011-1, due

edifici rustici romani collocati ad una profondità variabile dal p.d.c., sepolti dunque da

alluvionamenti causati presumibilmente dal fiume Reno.

Nella zona aeroportuale compresa invece entro la fascia nord-sud dell’Unità Aes 8 (comparto

aeroportuale ovest), dove alcune epoche storiche e precedenti potrebbero trovarsi in affioramento, si

concentra infatti la maggior parte dei ritrovamenti, dall’età del Bronzo Recente (primo tra tutti il

sito SABO012) all’età romana, con alcuni edifici rustici e tracce infrastrutturali, oltre a sepolture.

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Per il Bronzo Antico potrebbe trattarsi ancora di fenomeni alluvionali di copertura assai modesti,

come sembrerebbe mostrato dai dati di scavo del sito SABO012. Diversamente le epoche più

antiche si trovano sepolte anche qui da apporti alluvionali, questa volta a componente fine (limi e

limi sabbiosi), come mostrato in modo molto puntuale dalle att. SABO005-1 e 006-1. Qui i livelli

presumibilmente eneolitici si trovano a partire da una profondità di m 1,60 ca. dal p.d.c., oltre per le

epoche successive. Tracce di abitato precedente all’età del Bronzo sono state ritrovate qui ad una

quota di m 2,20 ca dal p.d.c.

Come si diceva sopra, le recenti indagini archeologiche hanno dato la possibilità di recuperare

dati per precisare meglio i limiti dell’unità di Modena, per quanto almeno concerne la fascia più

spostata ad ovest. Qui una serie di rinvenimenti a scarsa profondità, pertinenti ancora all’età del

Bronzo e a quella romana, indicano assai chiaramente che almeno fino all’insediamento industriale

del Bargellino i livelli di età romana, ed anche quelli protostorici e pre-protostorici fino al Bronzo,

tendono ad emergere e ad essere sepolti da soli cm 60/80 dal pdc., mentre solo in corrispondenza

della Persicetana ed oltre (ad ovest della medesima) si notano fenomeni di consistente

alluvionamento sull’età romana e precedenti12.

Veniamo ora all’esame dello specifico delle zone di futura espansione, anche alla luce di

quanto affermato finora.

Zone 1 a e 2 a

Si tratta di aree fortemente segnate dalla presenza del sito SABO012 e relative attestazioni,

oltre che dalla vicinanza con le recenti indagini attuate precedentemente alla costruzione del

complesso TAG (siti SABO002 e 003, Tav. 4).

Il sito SABO012, come detto nella relativa scheda e presso varie parti di questa relazione,

consta di un villaggio pertinente all’età del Bronzo, di una necropoli di età del Ferro e di strutture

abitative protostoriche. Da un punto di vista topografico sembra che il villaggio dell’età del Bronzo,

già punto di tradizionale interesse tra gli archeologi per il famoso ritrovamento di un paio di lamine

12 Come chiaramente mostrato da altri rinvenimenti effettuati durante i lavori aeroportuali di interramento della ferrovia, attestazioni qui non trattate relative agli scavi 2002, durante i quali si ritrovarono un asse stradale su cardine, un edificio rustico, un altro villaggio dell’età del Bronzo.

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auree13, sia stato recentemente chiarito nelle linee essenziali. Doveva trattarsi di un quadrilatero di

circa 200 x 300 m circondato da fossati ed aggere, composto da una serie di capanne rettangolari in

fitta successione. Tuttavia anche all’esterno dell’area indicata come pertinenziale all’insediamento

in parola sono state ritrovate strutture e sepolture, appartenenti in quest’ultimo caso all’età del Ferro

di primissima fase. Una volta stabilito che si tratta di ritrovamenti collocati a scarsa profondità, a

tratti sepolti dal solo arativo, il problema di valutazione del potenziale è quello di stabilire quanto si

sia ancora conservato del villaggio in parola e delle sue possibili pertinenze esterne.

L’analisi della situazione attuale e quanto risulta negli archivi in effetti fa ritenere allo

scrivente che buona parte della rimanente area archeologica sia ormai fortemente depotenziata, sia

in quanto interessata, almeno in parte, da lavori di cava, sia in quanto recentemente investita da

interventi archeologici estensivi, che hanno potuto chiarire finalmente le caratteristiche topografiche

e cronologiche dell’insediamento già scoperto negli anni Cinquanta del secolo scorso e divenuto

famoso tra gli studiosi per il ritrovamento della cosiddetta ‘capanna degli ori’.

Dunque a nord della ferrovia Bologna – Verona, entro la zona 1 a, insiste sicuramente parte

dell’insediamento in parola, certamente entro l’area ancora sottoposta a vincolo ex DM 10/07/1979

e successive modifiche14. Un’altra parte dell’insediamento, a nord di tale vincolo, entro l’attuale

particella catastale 173 e 127, si dovrà ritenere fortemente depotenziato, in quanto asportato dai

lavori di cava (cava Simoni) e da precedenti esplorazioni archeologiche, che in effetti portarono, in

questa zona, a successivi procedimenti di ‘sottrazione’ del vincolo (supra)15.Quello che non è chiaro

è quanto rimanga in corrispondenza dell’angolo settentrionale dell’insediamento dell’età del

Bronzo, entro la particella catastale 230. Non si riesce a stabilire quanto siano avanzati qui i lavori

di cava, mentre va sottolineato che le foto aeree, fino al 2000, evidenziavano in questa zona ancora

l’anomalia da colorazione e dunque la concreta possibilità che qui sicuramente sussista l’angolo

settentrionale del villaggio pre-protostorico.

In sintesi nella zona in parola sembra occorrere un accurato lavoro di accertamento della

delimitazione di quanto effettivamente rimasto, anche a nord-ovest dei limiti del vincolo

13 Si veda supra, scheda di attestazione n. 14 Non solo in quanto area vincolata, ma in quanto mostrato da due saggi praticati recentemente in questa area, di cui alla scheda att. SABO012-1. 15 Nel decreto di parziale revoca del vincolo datato 02-11-1982 è allegata una pianta dalla quale si evince il perimetro schematico delle lavorazioni di cava, giunte fino ad allora, ma sicuramente in seguito avanzate oltre.

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ministeriale attuale, posto che la zona di interese, per il PTCP (art. 8.2c), va ben oltre il vincolo

precendente.

Passando alla zona 1b, se in questo caso l’interferenza con i livelli archeologici pertinenti

strettamente al villaggio del Bronzo sembra essere assai meno probabile, almeno da un punto di

vista strettamente topografico, esistono concreti segnali che parlano a favore di un alto rischio

ascrivibile piuttosto all’età del Ferro. Posto che una metà dell’area è comunque occupata dal vincolo

PTCP art. 8.2.c e che è posta interamente entro i limiti delle aree archeologiche ad alto potenziale

del PSC di Bologna, va sottolineato che la vicinanza con le attestazioni SABO012-2 e SABO003-3

rende concreto il pericolo di trovarsi di fronte al prolungamento di una serie di attestazioni

sepolcrali che risultano ascrivibili all’età del Ferro, oltre alla possibilità di trovarsi di fronte a

strutture capannicole relative alla medesimo orizzonte cronologico. D’altra parte, anche in questo

caso, non sappiamo quanto del lotto in questione possa essere stato compromesso da lavori recenti,

soprattutto nella parte ovest, che risulta essere un incolto negli ultimi decenni.

Attualmente la parte ad est risulta occupata da coltivazioni, ed una ricerca di superficie

potrebbe restituire ulteriori indicazioni, eventualmente accompagnata da carotaggi manuali mirati.

Infine va sottolineato come, a profondità maggiori rispetto al metro, sia concreta la possibilità di

rinvenimento di stratificazioni pertinenti ad epoche più antiche, senza dimenticare né i rinvenimenti

aeroportuali degli anni 2002-2003, né la vicina cava Due Portoni (scheda att. n. SABO014-1), che

restituì materiali mesolitici a ca. m 6 di profondità.

Zone 1 b, 2 b-c, 3 a-b

In questo caso le indicazioni in nostro possesso sono molto più esigue. La possibilità di

ritrovare elementi collegati ai dati archeologici precedenti sembrano decisamente minori. Ad

esempio la zona 3 a, quella più vicina ai siti precedenti, si colloca nei pressi di esplorazioni

archeologiche che tuttavia hanno restituito dati negativi, come nel caso dei sondaggi praticati lungo

il tracciato di una fognatura esplorata nel 2006 in occasione dei lavori TAG (sito SABO003),

oppure nel caso dell’osservazione dello scolo Conocchia, in occasione della sua riescavazione in

previsione del suo tombamento (2010, sito SABO001, estremità meridionale). Va anche detto che

parte delle zone 1 b, 2 b e 3 b sono interessate da cave tombate e che le porzioni più occidentali,

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compresa la zona 2 c, sono ormai prossime al limite con le coperture alluvionali dell’unità di

Modena. In questi casi i livelli di età romana e precedenti potrebbero già trovarsi ad una profondità

da determinare, ed il rischio di interferenza potrebbe essere tarato in base alla potenza del manto

alluvionale a copertura dei suoli archeologici.

Infine pure in questo caso va sottolineato come il PSC di Bologna inserisca tutta la fascia

occupata dalle zone in parola nell’area ad alto potenziale archeologico.

Come notazione conclusiva va evidenziato il quadro della centuriazione. Infatti alcune

attestazioni qui esaminate riportano elementi della suddivisione agraria risalente all’età

repubblicana, come i ritrovamenti att_SABO011-1 e 003-2, rispettivamente un cardine glareato e un

decumano semplicemente sterrato. Ciò ha consentito di posizionare con una certa precisione una

griglia teorica (come riprodotta in Tav. 5) che potrebbe fungere da strunento previsionale per

ritrovamenti di questa tipologia.

Bologna, 21-11-2011

Per La Fenice

Archeologia e Restauro srl

Dott. Claudio Negrelli

Si allegano:

- CD contenente file CAD, relazione e esportazioni delle Tavv. 1-5,

2 copie

- Tavv. 1-5 in stampe, duplice copia.

- Ulteriore copia della presente relazione.

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Abbreviazioni Bibliografiche BURATTI, CANDUCCI 2000, G. BURATTI, G. CANDUCCI, Siti noti da ricognizione di superficiee fonti archivistiche, in Antiche Genti della pianura. Tra Reno e Lavino: ricerche archeologiche a Calderara di Reno (a cura di J. ORTALLI , P. POLI, T. TROCCHI), Firenze, pp. 149-157. CREMASCHI, GUERRESCHI, STEFFE’ 1990, M. CREMASCHI, A. GUERRESCHI, G. STEFFÉ, Il sito mesolitico di cava Due Portoni a Bologna, in Borgo panigale, da villaggio mesolitico a quartiere cittadino, Bologna, pp. 11-20. CURINA 2000, R. CURINA, S. Vitalino, in Antiche Genti della pianura. Tra Reno e Lavino: ricerche archeologiche a Calderara di Reno (a cura di J. ORTALLI , P. POLI, T. TROCCHI), Firenze, pp. 144-147. ORTALLI 2000, J. ORTALLI , Cave Nord. Struttura ed evoluzione dell’impianto rustico, in Antiche Genti della pianura. Tra Reno e Lavino: ricerche archeologiche a Calderara di Reno (a cura di J. ORTALLI , P. POLI, T. TROCCHI), Firenze, pp. 32-38. SCARANI 1963, R. SCARANI, Repertorio di scavi e scoperte dell’Emilia Romagna, in Preistoria dell’Emilia Romagna, II, Bologna, pp. 175-617. Terramare 1997, AAVV, Terramare. La più antica civiltà padana, Milano.

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SOMMARIO

Intestazione 2

Introduzione 4

Relazione 5 La carta del noto 6 Il quadro fornito dalla normativa 26 L’analisi delle foto aeree 31 La valutazione del potenziale archeologico 35

Zone 1 a e 2 a 37 Zone 1 b, 2 b-c, 3 a-b 39

Abbreviazioni Bibliografiche 41