CENTRO DI FEDE E PERIFERIA D’UMANITÀ · MENSILE D’INFORMAZIONE DELLA DIOCESI SUBURBICARIA DI...

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MENSILE DINFORMAZIONE DELLA DIOCESI SUBURBICARIA DI ALBANO ANNO 10 N. 97 - DICEMBRE 2017 CENTRO DI FEDE E PERIFERIA D’UMANITÀ Per le feste natalizie giungano a voi il cordia- le pensiero e la parola d’augurio del Vescovo. Diversamente da altre, questa ricorrenza cri- stiana ha pure una forte risonanza esteriore. Possiamo considerarla con simpatia, se porta con sé anche occasioni di gioia e serenità so- prattutto nella famiglia. Noi cristiani, tuttavia, dobbiamo domandarci: dov’è il Natale? È fuo- ri di noi? Penso che sia piuttosto dentro di noi. Angelo Silesio, un mistico tedesco del Seicen- to, ha scritto: «Se mille volte nascesse Cristo a Betlemme, ma non in te, allora tu sei perdu- to per sempre» (Il pellegrino cherubico: I, 61). Il mio augurio diventa, allora, un invito a inte- riorizzare questa festa. A chi mi domandasse cos’è il Natale, direi ch’è anzitutto memoria. A Natale noi facciamo memoria della venuta del figlio di Dio nella nostra storia in una vera umanità: è nato da Maria, la Vergine. Perché si tratta di una presenza storica, di essa dob- biamo considerarne anche le modalità. Il Si- gnore, infatti, per «abitare in mezzo a noi» ha scelto la condizione non della potenza, ma della fragilità; non della ricchezza, ma della povertà. Da questo punto di vista, allora, Na- tale non è solo una memoria ma anche una vocazione: a cercare gli uomini e le donne del nostro tempo allo stesso modo in cui noi sia- mo stati cercati e amati da Dio. Un Prefazio italiano per il tempo d’Avvento, dopo avere ri- cordato la duplice venuta del Signore (la sua nascita a Betlemme nell’umiltà e la sua se- conda venuta nella gloria), aggiunge: «Ora egli viene incontro a noi in ogni uomo e in ogni tempo, perché lo accogliamo nella fede e te- stimoniamo nell’amore la beata speranza del suo regno». Tra la venuta del passato e quel- la futura c’è, dunque, l’arrivo di Gesù nel pre- sente, nell’oggi ed è così che, oltre a essere memoria e vocazione, Natale è pure incontro. È un incontro che reclama un riconoscimento del Signore nell’ignudo, nell’infermo, nell’af- famato, nel prigioniero… (cfr Matteo 25). La cosa è decisiva, se vogliamo che Natale sia davvero una festa per tutti! Il «povero», infat- ti, è accessibile a credenti e a non. Diventa, quindi, possibile incontrare Gesù partendo sia da un «centro» di fede, sia da una «periferia» d’umanità. X Marcello Semeraro, vescovo appuntamenti 12 consiglio presbiterale 2 milleflash 4 cuore di maria 5 maria e il discernimento 6 natale in angola 7 la colletta alimentare 8 sport: bando regionale 9 rubrica biblica 10 la giornata della pace 11

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MENSILE D’INFORMAZIONE DELLA DIOCESI SUBURBICARIA DI ALBANO • ANNO 10 N. 97 - DICEMBRE 2017

CENTRO DI FEDE E PERIFERIA D’UMANITÀPer le feste natalizie giungano a voi il cordia-le pensiero e la parola d’augurio del Vescovo.Diversamente da altre, questa ricorrenza cri-stiana ha pure una forte risonanza esteriore.Possiamo considerarla con simpatia, se portacon sé anche occasioni di gioia e serenità so-prattutto nella famiglia. Noi cristiani, tuttavia,dobbiamo domandarci: dov’è il Natale? È fuo-ri di noi? Penso che sia piuttosto dentro di noi.Angelo Silesio, un mistico tedesco del Seicen-to, ha scritto: «Se mille volte nascesse Cristoa Betlemme, ma non in te, allora tu sei perdu-to per sempre» (Il pellegrino cherubico: I, 61).Il mio augurio diventa, allora, un invito a inte-riorizzare questa festa. A chi mi domandassecos’è il Natale, direi ch’è anzitutto memoria. ANatale noi facciamo memoria della venuta delfiglio di Dio nella nostra storia in una veraumanità: è nato da Maria, la Vergine. Perchési tratta di una presenza storica, di essa dob-biamo considerarne anche le modalità. Il Si-gnore, infatti, per «abitare in mezzo a noi» hascelto la condizione non della potenza, madella fragilità; non della ricchezza, ma dellapovertà. Da questo punto di vista, allora, Na-

tale non è solo una memoria ma anche unavocazione: a cercare gli uomini e le donne delnostro tempo allo stesso modo in cui noi sia-mo stati cercati e amati da Dio. Un Prefazioitaliano per il tempo d’Avvento, dopo avere ri-cordato la duplice venuta del Signore (la suanascita a Betlemme nell’umiltà e la sua se-conda venuta nella gloria), aggiunge: «Oraegli viene incontro a noi in ogni uomo e in ognitempo, perché lo accogliamo nella fede e te-stimoniamo nell’amore la beata speranza delsuo regno». Tra la venuta del passato e quel-la futura c’è, dunque, l’arrivo di Gesù nel pre-sente, nell’oggi ed è così che, oltre a esserememoria e vocazione, Natale è pure incontro.È un incontro che reclama un riconoscimentodel Signore nell’ignudo, nell’infermo, nell’af-famato, nel prigioniero… (cfr Matteo 25). Lacosa è decisiva, se vogliamo che Natale siadavvero una festa per tutti! Il «povero», infat-ti, è accessibile a credenti e a non. Diventa,quindi, possibile incontrare Gesù partendo siada un «centro» di fede, sia da una «periferia»d’umanità.

X Marcello Semeraro, vescovo

appuntamenti 12

consiglio presbiterale 2

milleflash 4

cuore di maria 5

maria e il discernimento 6

natale in angola 7

la colletta alimentare 8

sport: bando regionale 9

rubrica biblica 10

la giornata della pace 11

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Loscor-so 21

dicembre,presso laparrocchiaSacro Cuo-re in Ciam-pino, si ètenuto unincontro dipreghiera

del vescovo Marcello Semeraro coi giovani della diocesi. È ilprimo di tre incontri (i successivi si terranno il 22 marzo pres-so la parrocchia di san Bonifacio in Pomezia e il 9 giugnopresso la parrocchia san Barnaba in Marino) pensati comepropedeutici al cammino diocesano per i giovani dall’8 al 12agosto del 2018, pensato come preparazione al Sinodo dei ve-scovi sul tema “I giovani, la fede e il discernimento vocaziona-le” che si terrà nel prossimo ottobre. Per questo motivo ilServizio nazionale di Pastorale giovanile ha chiesto a ogni dio-cesi di organizzare un cammino per i giovani che, attraver-sando il territorio diocesano, confluiranno a Roma dopo averpercorso le strade e i luoghi legati alla pietà popolare, i san-tuari mariani e quelli dedicati ai Santi della loro diocesi. Pri-me tappe di questo pellegrinaggio saranno, appunto, gli in-contri di preghiera. Poi il 4 agosto, presso il santuario Madon-na delle Grazie in Nettuno il vescovo conferirà il mandato aipellegrini partecipanti al cammino. Infine dall’8 al 12 agostosi svolgerà il cammino diocesano, per l’incontro con papaFrancesco. In particolare, sabato 11 ci sarà la veglia al CircoMassimo e a seguire la notte bianca, mentre domenica 12 ilcammino epilogherà con la Messa in piazza san Pietro.

Salvatore Surbera

Giovedì 7 dicem-bre, nelle saledel seminario

vescovile di Albano, ilvescovo Marcello Se-meraro ha incontratoil consiglio presbite-rale. Dopo aver ri-cordato tre punti fon-damentali dello stilepastorale dell’ac-compagnamento peri separati risposati (accoglienza, accompagnamento e inte-grazione, ove possibile), il presule ha lasciato la parola amonsignor Franco Marando, vicario episcopale e responsa-bile del diaconato permanente nella diocesi di Albano, peruna panoramica sul diaconato permanente nella Chiesa al-

banense. Al di là di numeri o dati statistici, è emersauna buona presenza di diaconi sul territorio e una di-versa collaborazione sia con le parrocchie che con gliuffici di curia. L’incontro è proseguito condividendo leesperienze dei sacerdoti in ambito pastorale e le ne-cessità delle comunità parrocchiali, guardando allarealtà attuale e alle prospettive future. In modo par-ticolare, dalle parole dei sacerdoti è emerso come lecaratteristiche fondamentali del diacono debbanoessere la capacità di lavorare in comunione, e insie-me al parroco, una formazione spirituale propria, lacapacità di corresponsabilità, una possibile mobilità

sul territorio e lo svolgimento du un servizio non solo inambito liturgico, ma soprattutto in quello caritativo e pasto-rale, non trascurando la dimensione della vocazione spon-sale e familiare propria.

Alessandro Paone

dalla diocesi2

Si è svolto lunedì 4 dicem-bre, presso il seminario diAlbano, un intenso incon-

tro tra gli insegnanti di religio-ne cattolica della diocesi e il ve-scovo Marcello Semeraro, sultema “Il discernimento dell’at-tesa”. Nell’attendere, emergo-no due modalità che indicanodue atteggiamenti. Il primo è“vigilare”, cioè, avere gli occhiaperti per guardare l’orizzonte,identificare chi sta arrivando.Chi vigila guarda dritto, comeuna sentinella: è l’atteggia-mento della rettitudine, anche

morale. Il secondo atteggiamento è “vegliare”, nel sensodi custodire, curvarsi su qualcuno. È il piegarsi di chimette a fuoco qualcuno per prendersene cura: la figura èquella del custode. Il vescovo Semeraro ha poi continua-to la riflessione presentando come icona biblica di questotempo di Avvento la figura di Giovanni Battista, del qualeha letto il suo discernimento quasi come una crisi d’iden-tità al termine della sua esistenza, mentre è in carcere. IlBattista, che aveva atteso un messia giustiziere, un invia-to a fare pulizia, ponendo la scure alla radice dell’albero,sente parlare delle opere di Gesù: i ciechi vedono, i sordiodono, ai poveri è annunciata la buona novella del regno.Non sempre chi arriva è tale da soddisfare le aspettative.Dio non arriva mai come lo si aspetta, ecco perché è ne-cessario discernere. Il Signore giunge a ciascuno semprecome uno sconosciuto e ognuno, come Mosè, può scor-gerlo solo “di spalle”.

Gloria Conti

DISCERNIMENTO E ATTESAIl vescovo incontra gli insegnanti di religione

GIOVANI VERSO IL SINODOIl percorso di preghiera della pastorale giovanile

IL VESCOVO CONVOCA IL CONSIGLIO PRESBITERALEIl sacramento del diaconato a servizio del popolo di Dio

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milleflasha cura di GIOVANNI SALSANO

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25 anni di comunità parrocchialeCon una Messa celebratadal vescovo di Albano Mar-cello Semeraro e concele-brata dal parroco don An-drea Conocchia, la comu-nità parrocchiale dell’As-sunzione della Beata Ver-gine Maria, a Lido dei pini,

ha festeggiato domenica 17 dicembre il venticinquesimoanniversario di erezione. «Nonostante la mancanza distrutture – ha detto don Andrea Conocchia – le difficoltàoggettive del territorio che paga il suo essere periferia didue Comuni, la profonda differenza economica e sociale frail periodo estivo e quello invernale, questa è una comunitàche si impegna, che sa rimboccarsi le maniche e che rie-sce ad accogliere i propri limiti e a trasformarli, a volte, inpunti di forza, incarnando quella “chiesa in uscita” tantocara a Papa Francesco».

Pastorale giovanile e scout Agesci uniti per i giovaniPartirà lunedì 22 gennaio, con il primo appuntamento alle21 presso il Seminario vescovile di Albano il ciclo di incon-tri “Per un’economia a servizio della persona”, a cura delServizio di pastorale giovanile della diocesi di Albano, incollaborazione con gli Scout dell’Agesci zona Castelli. «Loscopo dell’iniziativa – spiega don Salvatore Surbera, diret-tore del Spg insieme a don Valerio Messina – è quello di do-tare i ragazzi degli strumenti indispensabili a partire daiquali essere in grado di leggere la realtà, per meglio com-prendere il mondo economico e non solo, ma anche e so-prattutto discernere, ossia decidersi per ciò che è buono,perfetto e gradito a Dio». I successivi incontri, aperti a tut-ti i giovani dai 16 ai 29 anni saranno il 29 gennaio e poi il 5e 12 febbraio.

Toccare la carne di CristoÈ stata pubblicata dalla casa editrice diocesana MiterThevla nuova lettera pastorale del vescovo di Albano MarcelloSemeraro, “Toccare la carne di Cristo”, indirizzata in par-ticolare «agli amici della nostra Caritas diocesana e ditutte le realtà caritative che abbelliscono la Chiesa di Al-bano», ma in generale a tutti i fedeli. La pubblicazione na-sce dalla celebrazione della prima Giornata mondiale delpovero (19 novembre), istituita da papa Francesco: «At-tendete la visita di Cristo – scrive Semeraro – e “non di-menticate l’ospitalità; alcuni, praticandola, senza saperlohanno accolto degli angeli” (Ebrei 13, 2). Perciò un’anticaregola monastica prescrive: “Praticate l’ospitalità in ognicircostanza. E non distogliere gli occhi così da lasciare ilpovero a mani vuote”».

Fisc e Uspi da papa FrancescoSabato 16 dicembre, nella Sa-la Clementina del PalazzoApostolico Vaticano, papaFrancesco ha ricevuto inudienza riservata i rappresen-tanti della Federazione italia-na settimanali cattolici (Fisc),

di cui ricorre il 50° anniversario e dell’Unione stampa pe-riodica italiana (Uspi). A portare al Pontefice il saluto deigiornalisti associati è stato il presidente dell’Uspi,don Giorgio Zucchelli. «Lavorare nel settimanale diocesano– ha detto papa Francesco nel suo discorso durantel’udienza – significa “sentire” in modo particolare con laChiesa locale, vivere la prossimità alla gente della città edei paesi, e soprattutto leggere gli avvenimenti alla luce delVangelo e del magistero della Chiesa. Questi elementi sonola “bussola” del suo modo peculiare di fare giornalismo, diraccontare notizie ed esporre opinioni».

A Galloro un concerto per il restauro dell’antico organoÈ stato inaugurato sabato 9 dicembre,con un concerto maestro del GabrielePezone su musiche di Zipoli, De SaintLuc, Scarlatti, Paisiello, Attwood,Rossini e Donizetti, l’organo del san-tuario di Santa Maria di Galloro, adAriccia, recentemente restaurato dalmaestro organaro Valerio Pennella.

L’intervento è stato reso possibile grazie al contributo dell’8per mille alla Chiesa cattolica (oggetto di formazione pro-mossa dal servizio diocesano per il Sovvenire) e al sostegnodella Bcc Colli Albani. Presenti al concerto inaugurale il ve-scovo di Albano, Marcello Semeraro, che ha benedetto l’ope-ra, il parroco di Galloro, don Andrea De Matteis, il sindaco diAriccia, Roberto Di Felice, il comandante dei carabinieri Gian-ni Coltellaro, il direttore della Bcc Colli Albani, Maurizio Ca-pogrossi, e moltissimi fedeli, che hanno gremito la navata.

Missione e progetti per avviare processiUna domenica al mese per parlare di missione e condividereesperienze e progetti. Ha preso il via il 17 dicembre nella par-rocchia Madonna di Collefiorito, a Pomezia, il ciclo di incontri“Dove tu andrai andrò anch’io”, a cura delle suore missiona-rie Saveriane. «L’essenza della loro missione – dice il parro-co, don Marco Cimini – è quella di avviare dei processi primache realizzare opere specifiche, perché nel processo c’è unavitalità che non termina, ma si incarna nel tessuto sociale. Horisentito in questo quanto in varie occasioni il vescovo Seme-raro ci stimola a fare in parrocchia, legare il fare alla genera-tività di idee che si concretizzano a partire da ascolto e discer-nimento». I prossimi incontri della “Domenica missionaria”(ore 17) saranno il 28 gennaio, 18 febbraio, 11 marzo e unoconclusivo ad aprile, da definire.

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CUORE DI MARIALa casa famiglia per ragazze madri a Castel Gandolfo

dal territorio 5

Nel 2000, a conclu-sione del Giubileo,la diocesi di Alba-

no prese l’impegno di ve-nire in aiuto delle donneche rifiutavano l’aborto enon incontravano sullaloro strada carità e so-stegno. Così il cardinaleAgostino Vallini, alloravescovo di Albano, nelsuo primo incontro rivol-to alle religiose della diocesi, esortò: «Ancora non trovo unacomunità per aiutare le donne che rifiutano l’aborto e scorretanto sangue innocente nella nostra diocesi». Dopo un annodal suo appello, Vallini visitò la casa centrale dell’Opera Ma-ter Dei di Castel Gandolfo e, trovando la struttura idonea perla missione di accoglienza, iniziò l’arredamento secondo lenecessità delle future madri. Così, il 25 aprile del 2001 fu ac-colta la prima mamma della diocesi. Nel 2008 il cardinal Vallini ha poi inaugurato la nuova casa, ri-strutturata secondo le esigenze delle ospiti, seguendo semprepaternamente la missione. Attualmente, il vescovo MarcelloSemeraro segue e collabora, con i contributi dell’8 per mille,

per le necessità delle mamme e dei figli. L’apertura della casafamiglia è stata resa possibile anche grazie all’aiuto del pedia-tra Mauro Persiani e della ginecologa Giovanna Vitelli, chehanno sempre praticato un aiuto privo di interessi. Il nome“Cuore di Maria” è stato scelto per indicare la bontà del cuorematerno della Madre di Dio che accoglie il Verbo nel suogrembo e consola quanti si trovano nella sofferenza e nella so-litudine. La vita della casa famiglia è gestita dalle sorelle del-l’Opera Mater Dei e la struttura viene aiutata in diversi modi daassociazioni diocesane e singole persone. L’accoglienza èaperta tutto l’anno, ma la ricompensa è senza confini. La casa“Cuore di Maria”, oltre a risolvere la difficoltà della maternità,resta aperta anche quando le mamme trovano una sistema-zione, come punto di riferimento incondizionato. Millestradeha raccolto la testimonianza di un’ospite della casa famigliache ha raccontato: «Esistono case dove nasci, cresci e che poilasci, ma ci sono case che senti tue per tutta la vita, così è perme la casa famiglia “Cuore di Maria”. Sedici anni fa mia ma-dre era in difficoltà e le sono state aperte le porte di questaopera meravigliosa. Le sorelle della casa mi hanno insegnatomolto e continuano a farlo. Grazie ai fondatori dell’Opera Ma-ter Dei monsignor Domenico Dottarelli e Maria Caterina Bor-doni per aver creato questa “Opera” meravigliosa».

Irene Villani

Il 25 novembre si è svolto aRoma il seminario nazionaledell’Azione cattolica dei ra-

gazzi (Acr), cui hanno parteci-pato i responsabili diocesani e isacerdoti assistenti. Obiettivodella giornata era quello diascoltare i responsabili per de-terminare le priorità dell’Acrdurante il triennio 2017-2020. Ilvescovo di Albano, Marcello Se-meraro ha aperto i lavori delseminario con un interventosulla sinodalità, raccontandocome la vive un pastore, quali fatiche incontra e di quali rea-lizzazioni si possa già gioire. Papa Francesco afferma che lasinodalità ha tre livelli: dalle Chiese particolari alla Chiesauniversale, che si realizza tramite due verbi, “ascoltare” e“condividere”, e che deve mantenere due movimenti costan-ti, dal basso verso l’alto e dall’alto verso il basso. Un modo per parafrasare la sinodalità è “fare le cose insie-me”. E, su questa scia, l’Azione cattolica della diocesi di Al-bano, ogni anno, vive il mese della Pace, che si apre il 1°gennaio con la Giornata mondiale della Pace, e si conclu-de con la Festa della Pace. Quest’ultima, è organizzataogni anno dal consiglio Acr, insieme ai responsabili ed

educatori parrocchiali, in collaborazio-ne con il settore Adulti di Azione catto-lica e accompagnati dal sacerdote assi-stente don Martino �wi�tek. Questoperché negli ultimi anni la Festa è di-ventata sempre di più un evento unita-rio, durante il quale l’Azione cattolicadei ragazzi cura le attività dei più giova-ni, mentre il settore Adulti accompagnai genitori. Tutti con l’obiettivo di far fareesperienze di Pace. Ogni anno la Festa è declinata in formediverse, seguendo il Messaggio che ilPapa scrive in occasione del 1° genna-

io. Quest’anno il titolo è “Migranti e rifugiati: uomini e don-ne in cerca di Pace”. «Pace – scrive Francesco nel suomessaggio - a tutte le persone e a tutte le nazioni della ter-ra! […] Offrire a richiedenti asilo, rifugiati, migranti e vitti-me di tratta una possibilità di trovare quella pace che stan-no cercando, richiede una strategia che combini quattroazioni: accogliere, proteggere, promuovere e integrare».L’appuntamento con la Festa della Pace 2018 è per il pros-simo 28 gennaio nella parrocchia San Filippo Neri di Cec-china, dalle 9 alle 17.

Giada PoloResponsabile diocesana ACR

SCATTI DI PACEIl seminario nazionale e la giornata della pace

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l’ansia del regalo di natale6

DISCERNERE PER VIVERE

Nel contesto della vitapersonale e dell’espe-rienza di vita spirituale,

la parola “discernimento” hauna valenza assolutamente pe-culiare. Nelle poche riflessioniche seguiranno cercherò di en-trare nelle dinamiche propriedel discernimento al livello an-tropologico-filosofico e al livel-lo della vita spirituale.

La domanda fondamentaleNella nostra esistenza siamo continuamente chiamati a ope-rare delle scelte come risultato di decisioni precedute da unlavorio complesso di cui spesso non siamo capaci di rendereconto, cioè di rispondere alla domanda: “perché?”. Il discer-nimento è quindi in prima battuta necessario sul piano antro-pologico per vivere una vita significativa. Quest’ultima espres-sione è però tutt’altro che scontata. Quand’è che una vita è si-gnificativa? Che cosa la riempie di significato? Esiste un uni-co significato da realizzare oppure siamo assediati da moltisignificati che reclamano un proprio compimento e una pro-pria gerarchia? Queste domande indicano, per la loro com-plessità, la necessità del discernimento, cioè di quel lungo e

lento lavoro di messa in chiaro del sen-so della propria vita, per ognuno asso-lutamente diversa. Siamo abitati da un“ordo amoris”, un ordine dell’amore,ciascuno dal proprio, che costituisce ilnucleo profondo di significazione attor-no a cui si costruisce l’intero percorsoesistenziale. Possiamo chiamare que-sto “ordo amoris” il senso peculiaredell’esistenza individuale che ciascunodeve realizzare, la strada che gli è as-segnata e che giustifica l’espressionefondamentale per una prospettiva an-tropologica che esistere è obbedire.Ognuno ha la propria strada da percor-rere e proprio in questo ambito è decisivo il discernimento co-me attività di riflessione personale che illumini il cammino dacompiere. In questo senso si manifesta anche il bisogno di unaiuto esterno che faccia vedere là dove non si vede da soli.L’“ordo amoris” consente di mettere ordine nel proprio per-corso esistenziale e quindi di rendere la vita significativa.

Discernere con MariaRipartiamo dall’espressione “esistere è obbedire” per riflette-re brevemente sulla dimensione religiosa del discernimento.

Nella cultura odierna, c’èsempre una parte rile-vante “made in Usa”. In

principio furono alcuni prodottialimentari, pomodoro e cacao inprimis, e le invenzioni come lalampadina di Edison e l’aeropla-no dei fratelli Wright. Col passa-re degli anni, si sono poi assimi-lati, grazie anche ai mass media,alcuni dei loro usi, costumi e tra-dizioni, come il “Black Friday”.Subito dopo il “Giorno del rin-graziamento” arriva il “venerdì nero”, così chiamato in rife-rimento ai grandi guadagni per le attività commerciali an-notati sui libri contabili col colore nero rispetto alle perdite,trascritte col rosso. Dagli anni ottanta del secolo scorso, èsinonimo di grandi sconti al fine di incrementare le proprievendite. Una festività commerciale che ha addirittura unsuo gemello, il “Cyber Monday”, la giornata di sconti nei ne-gozi online nata nel 2005 per chi non ha approfittato del“Black Friday”.Due giornate dedicate alle promozioni attese oramai anchein Italia, in vista delle festività natalizie, dove tuttavia lo spi-rito è cambiato rispetto agli ultimi anni. Si pensi a quanti

hanno già addobbato l’albero diNatale ancor prima del tradizio-nale 8 dicembre, giorno dell’Im-macolata Concezione, mostran-dolo attraverso i social. Unatendenza, questa di anticipare econdividere uno dei simboli delNatale, che è solo la punta del-l’iceberg del cambiamento, acu-tizzato proprio dal “Black Fri-day”, giorno in cui parte la corsaspasmodica dei regali. Non ba-sta più il pensiero, la gioia del

donare, ma l’imperativo sembra essere quello di acquista-re il regalo perfetto più che altro per sentirsi appagati. Il consumismo, unito all’ostentazione, rischia di oscurare ilvero spirito del Natale, così come il divieto in alcune scuoleitaliane dei canti natalizi e la realizzazione del Presepe. Larappresentazione della nascita di Gesù, negli ultimi anni, èal centro di disquisizioni, più che altro politiche, che nullahanno a che fare con la festività. La serenità e la gioia sem-brano offuscate da tutti questi fattori, ma davanti agli occhiinnocenti di un bambino, come Gesù quel giorno a Betlem-me, si può dimenticare tutto questo. E festeggiare il Natale.

Matteo Lupini

DAL BLACK FRIDAY AL CONSUMISMOLo spirito del natale cambia faccia

Annunciazione - Ekaterina Panikanova

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uno sguardo al continente africano 7

DISCERNERE PER VIVERE UNA VITA SIGNIFICATIVAVorrei prendere come mo-dello il testo della narrazionedell’annuncio a Maria nelprimo capitolo del vangelo diLuca che sembra un autenti-co esercizio di discernimentoe prezioso anche per ciò chepuò insegnare. L’espressioneda prendere a modello è “Ec-ce ancilla Domini fiat mihisecundum verbum tuum”(Ecco la serva del Signore:avvenga per me secondo latua parola). La disponibilitàdi Maria è l’antefatto dell’In-

carnazione, ma al tempo stesso manifesta la capacità di Ma-ria nel colloquio con l’angelo di riconoscere l’“ordo amoris”assegnatole da Dio, essere la madre del Cristo. Il discerni-mento religioso avviene essenzialmente nel confronto con laparola di Dio, nella capacità di commisurare la propria esi-stenza a questa parola, ma anche la capacità di lasciarsi sor-prendere da questa parola-evento. “Eccomi!” Il primo passodel discernimento è la risposta alla chiamata. Ascoltare la pa-rola come riconoscimento di una voce che mi coinvolge inun’avventura esistenziale nella quale sono insostituibile. Ma-

ria lascia anche trasparire, nell’obbedienza, l’umiltà dellagrazia e del ringraziamento (si legga in questo senso il Magni-ficat). La parola ascoltata diventa orientamento per il futuro,è genesi di futuro, come lasciano capire i verbi latino e greco.La parola, l’incontro con la parola, è quindi la sorgente origi-naria che istituisce il senso definitivo dell’esistenza. Il discer-nimento religioso si colloca sul piano della fede, in cui si è in-vitati a conformarsi alla parola. Credere, in questa prospetti-va, non è soltanto un atto estrinseco, bensì incontro concretocon una parola concreta che è persona, la seconda Personadella Trinità. Maria lascia capire che la sua accettazione del-la chiamata diventa un vivere secondo la parola.

Il nutrimento del discernimentoL’incontro-evento con la parola costituisce il dato fondamen-tale del discernimento religioso, ma questa parola si fa carnee vuole essere letteralmente “mangiata”. Nutrirsi della paro-la vuol dire entrare in un orizzonte di “consanguineità” chetrasforma la vita e la colloca nell’“Eccomi!” della fraternità edella responsabilità. L’incontro con la parola ha una sua pro-pria efficacia che trasforma la vita (la metanoia) e la rende di-sponibile alla sequela, all’assunzione di una nuova diversa lo-gica. La logica della prossimità e della croce.Nel bambino che nasce per noi tutto ciò è già annunciato.

Emilio Baccarini

Uno dei particolari modidi vivere e condividere ilNatale in Angola, uno

Stato dell’Africa centrale aovest dell’oceano Atlantico, èquello di chiedere – nel fare gliauguri – anche qualcos’altro.Da secoli, è tradizione com-memorare il Natale in questopaese di maggioranza cristia-na, dove oltre il 50% della po-polazione è cattolica. Infatti, ilseme del cristianesimo, lan-ciato dai primi missionari por-toghesi arrivati 500 anni fa inquella regione, ha portato consé anche l’usanza di celebrareil Natale in modo simile a quello della cultura occidentaleportoghese. Una tradizione che neppure il comunismo so-vietico, che in Angola si è diffuso, ha potuto cancellare, nonriuscendo a trasformarlo in una semplice “festa di fami-glia”. Di solito nei giorni precedenti, la gente ha l’usanza diprepararsi nel migliore dei modi possibili. Religiosamente,anche chi non ha l’abitudine di frequentare la chiesa, cer-cherà di recarvisi, in onore della nascita del Signore. A ca-

sa, le famiglie, comprese quelle che hanno poco dicui vivere, per quel giorno cercheranno di spenderetutto, perché è Natale, è festa è gioia. Tutti cerche-ranno dei nuovi vestiti da indossare, nuove scarpe, edi procurarsi il migliore cibo possibile per il pastodel giorno. La sera del 24 dicembre sarà celebrata latradizionale Messa del Gallo. Giunto il giorno di Na-tale, le famiglie dopo la celebrazione della Messa, siriuniscono insieme per la festa. Si sente ovunque ilsuono della musica: si mangia, si balla si condivideciò che si può. Ai bambini si regalano i giocattoli e ivestiti nuovi che indossano per l’occorrenza. Tutta-via, ciò che incuriosisce di più è il modo in cui si fan-no gli auguri. Nei giorni precedenti, le persone sipreoccupano di cercare qualche amico o parente alquale dire: «Tu sei il mio padrino o madrina di Nata-le!» per indicare che da loro si aspettano qualcosa,

un regalo a Natale. Così, arrivato il giorno, se ci si trova da-vanti a qualcuno che ci dice: «Buon Natale!», si sappia pu-re che questo non aspetta solo un «Grazie!» di risposta, mache si possa donare o condividere qualcosa con lui. Puòsembrare strano, però forse dietro questi gesti si nascondeil vero senso del Natale, quello della donazione, della con-divisione. Buon Natale alla angolana!

Rui Sambo

NATALE NEL MONDO, NATALE IN ANGOLALa tradizione della nascita di Gesù vissuta nell’ex colonia portoghese

Annunciazione - Ekaterina Panikanova

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dal territorio8

FORMATI PER ACCOMPAGNAREGli appuntamenti della caritas per tutti gli operatori

Il mese di dicembre è sta-to denso di impegni e mo-menti di preghiera, for-

mazione e servizio, a curadella Caritas diocesana.Il primo appuntamento, ri-volto a tutti gli operatoriCaritas delle parrocchie delterritorio, si è svolto il 2 di-cembre presso il monaste-ro delle Sorelle Clarisse diAlbano, che hanno incen-trato l’incontro su “Il profu-mo del Vangelo”, generan-do la riflessione dal brano evangelico di Maria che profumai piedi di Gesù (Gv 12,1-8).Per i nuovi operatori Caritas, poi, dall’11 al 14 dicembre pres-so la parrocchia Ss.ma Trinità di Genzano, si sono svolti gli in-contri di formazione del percorso base per i Vicariati territo-riali delle zone pastorali colli e mediana. Le serate sono sta-te guidate dal direttore della Caritas diocesana, don GabrieleD’Annibale, e da Rita Antonelli del Centro famiglia e vita diAprilia, e si sono snodate tra la vocazione e la missione checaratterizzano l’operatore Caritas e il suo ministero. Si sonorivelate, inoltre, fondamentali per soffermarsi su alcuni stru-

menti pastorali che contraddistinguono il me-todo pastorale Caritas sintetizzato in tre verbi:ascoltare, osservare e discernere la realtà peragire concretamente, senza dimenticare ilcuore e l’amore per il prossimo. Lo scopo delpercorso base è formare e accompagnare leCaritas del territorio sostenendo, dando fidu-cia e coordinando i tanti e diversi segni di ca-rità diffusi nelle città della diocesi, per riusci-re nel reale e concreto incontro con i poveri,che avviene all’interno di ogni comunità cri-stiana, e per mantenere vivo lo stile della Ca-ritas parrocchiale, dell’unità pastorale e vica-riale affinché una Caritas riesca sempre a in-

teressare la comunità nell’aiuto concreto davanti a una situa-zione di povertà. Questa è l’azione più impegnativa e innovati-va della Caritas e dei suoi animatori: coinvolgere e sensibiliz-zare la comunità all’amore verso il prossimo.Infine, un altro appuntamento per tutti gli operatori Caritasdella diocesi di Albano si è tenuto il 21 dicembre presso il se-minario vescovile di Albano, per informarsi e riflettere sullalegge del Reddito di inclusione sociale che entrerà in vigore ilprossimo 1 gennaio. Ospite dell’incontro e presentatrice del-la legge è stata la senatrice Annamaria Parente.

Alessia Leli

LA COLLETTA ALIMENTAREI risultati della generosità dei cuori della nostra gente

Anche quest’anno,nell’ultimo sabatodi novembre si è

conclusa con successola Giornata nazionaledella Colletta alimenta-re. Giunta ormai allaventunesima edizione,questa iniziativa è diven-tata un importante mo-mento di coinvolgimentoe sensibilizzazione alproblema della povertà alimentare, attraverso un semplicegesto d’aiuto: donare la spesa a chi è più povero. Durantequesta giornata, presso una fitta rete di supermercati ade-renti su tutto il territorio nazionale, ognuno ha potuto dona-re parte della propria spesa per aiutare quanti vivono nellapovertà. Ideatrice dell’iniziativa è la Fondazione Banco ali-mentare onlus, che dal 1989 si è fatta promotrice di unagrande opera di solidarietà, condividendo per anni ideali, fa-tiche e soddisfazioni. Tutta l’attività della rete del Banco ali-mentare, ogni anno, è resa possibile da migliaia di volontariche svolgono al meglio il loro compito rendendo quanto piùconcreta e visibile la missione solidale. È bello vedere comeun piccolo gesto, il donare ad esempio un semplice pacco di

pasta, possa fare la differenza per moltepersone. Ogni volontario, infatti, ha potu-to sperimentare la gioia del dono gratui-to. A livello nazionale, lo scorso 25 no-vembre sono stati raggiunti 8.200.000chilogrammi di generi alimentari. Perquanto riguarda il territorio della diocesidi Albano, sono stati raccolte 32 tonnella-te di alimenti tra la zona di Pomezia e iCastelli Romani. Giovedì 7 dicembre,inoltre, è stata inaugurata ufficialmentela nuova sede operativa del Banco ali-

mentare del Lazio (un centro logistico e di stoccaggio dellederrate alimentari), allestita in due strutture da 600 metriquadrati ciascuna, presso “Culturaprilia”, ad Aprilia. Allacerimonia inaugurale hanno preso parte i volontari del Ban-co alimentare e delle associazioni che partecipano attiva-mente alla Colletta alimentare e alla quotidiana distribuzio-ne degli alimenti per le circa 125 mila persone bisognose sututto il territorio regionale. In rappresentanza delle autoritàreligiose è intervenuto il vescovo di Albano, monsignor Mar-cello Semeraro, che ha benedetto la struttura appena inau-gurata e speso parole a sostegno dei volontari e del loro im-pegno quotidiano per la causa solidale.

Donatella Lepore

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dal territorio 9

SPORT IN/E MOVIMENTOIl bando della Regione Lazio per gli interventi sull’impiantistica sportiva

Negli ultimi anni, a livello isti-tuzionale, si interviene sem-pre di più sullo sport, in

quanto veicolo sociale e, citando illibro bianco dell’Unione Europea,come “fonte di valori importanticome lo spirito di gruppo, la soli-darietà, la tolleranza e la corret-tezza e contribuisce così allo svi-luppo e alla realizzazione persona-li.”. deriva da qui un’importanzadello sport non solo in termini disalute per il proprio benessere psi-cofisico, ma come strumento cheimplementa valori come l’aggregazione e l’integrazione so-ciale e culturale. Perché tutti possono fare sport. Per farlo,però, servono strutture accessibili e funzionanti e, per que-sto motivo, la Regione Lazio ha approvato e pubblicato sulBollettino ufficiale (n° 89) l’avviso pubblico “Sport in/e mo-vimento”, con cui stanzia fondi per 6,5 milioni di euro per gliinterventi riguardanti l’impiantistica sportiva.Sugli impianti esistenti, i contributi a disposizione potrannoservire per il completamento delle strutture in disuso, perl’abbattimento delle barriere architettoniche, per il conte-nimento dei consumi energetici, per i lavori di riqualifica-

zione, di riconversione e di ammo-dernamento e per l’adeguamentotecnologico e alla normativa sullasicurezza.Potranno partecipare a questo ban-do i soggetti pubblici, ad esempio glienti locali, gli istituti scolastici e pe-nitenziari, i soggetti privati senzascopo di lucro, come le associazionisportive dilettantistiche o benemeri-te, le federazioni e gli enti di promo-zione sportiva e gli enti ecclesiasticiche svolgano attività di oratorio.Per ogni intervento la Regione Lazio

contribuirà fino all’80% dell’importo, mentre il restante saràa carico del beneficiario, mentre la somma totale che potràessere erogata non dovrà superare i cinquantamila euro. Pergli interventi nei comuni con la popolazione inferiore ai cin-quemila abitanti, invece, non è prevista per i finanziamenti fi-no a centomila euro alcuna compartecipazione.La presentazione delle domande, per mezzo Posta elettroni-ca certificata, a mezzo raccomandata o consegnata a manopresso l’Ufficio Accettazione della Regione Lazio, dovrà avve-nire entro il 7 gennaio 2018.

Matteo Lupini

LA DEVOZIONE MARIANA NELLA DIOCESIUn convegno tra arte e storia sulle presenze mariane

Nell’ambito del progettoMirabilia, finanziato dal-la Regione Lazio, si è

svolto mercoledì 13 dicembrepresso il Museo diocesano diAlbano, il convegno “PresenzeMariane nel territorio della dio-cesi di Albano”, con la parteci-pazione di Ugo Onorati, France-sco Petrucci, Clemente Mari-gliani e Roberto Libera, diretto-re del MuDi, che hanno espostola storia e le tradizioni legate aquattro culti mariani.L’intervento di Ugo Onorati è legato a un’iconografia dellaVergine del Rosario, rappresentata in un dipinto a olio surame, che raffigura la Madonna su un trono di nuvole con ilBambino in braccio, con ai lati San Domenico e Santa Cate-rina, i principali santi domenicani. La realizzazione del di-pinto, che si può ammirare nella basilica di San Barnaba, inMarino, è legato alla partecipazione di Marcantonio Colon-na alle crociate. Della Madonna delle Grazie, ospitata nel Santuario di Gal-loro, ha parlato Francesco Petrucci. La venerazione degliabitanti del luogo verso la Vergine con il Bambino è inizia-ta con il ritrovamento, nel 1623, della sacra immagine di-

pinta su un masso di peperino. Sono diversi i mi-racoli attribuiti alla Madonna di Galloro, oltre allaliberazione dalla peste nel 1656, in seguito allaquale venne istituzionalizzata la festa, con la tra-dizionale processione della “Signorina”, fissatapoi all’8 dicembre. Nel 1662 fu Alessandro VII Chi-gi a istituire una “Fiera franca” nella settimanadella Pentecoste, in onore della Madonna. Clemente Marigliani ha invece esposto il rapportodi amore e devozione che lega i cittadini di Anzioe Nettuno alla Madonna delle Grazie, iniziato nel1550, quando la statua lignea della Madonna, og-gi custodita nel Santuario di Nettuno, approdò sullitorale romano, a seguito di una tempesta che

sorprese la nave che la trasportava da Ipswich a Napoli. Infine, Roberto Libera ha esposto la devozione dei cittadinidi Castel Gandolfo, in particolare dagli iscritti alla confra-ternita Pia Unione della Coroncina, verso la Vergine Imma-colata. La confraternita, istituita da papa Alessandro VII do-po il termine dei lavori nel 1661 nella chiesa di San Tom-maso da Villanova, oggi è ancora attiva grazie a una qua-rantina di famiglie. A loro l’onere e l’onore di ospitare unmese all’anno la statua della Madonna Immacolata dellaCoroncina, la cui immagine è ispirata a quella innalzata inpiazza Mignanelli a Roma.

Emanuele Scigliuzzo

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rubrica biblicaa cura di ombretta pisano

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Come il “non ucci-dere” anche il“non commettere

adulterio” è uno dei co-mandamenti posti asalvaguardia del viveresociale, del valore dellavita (in tutte le sue di-mensioni) e della tuteladella comunione di vitache è il matrimonio. Inparticolare, il comandocontro l’adulterio nellaBibbia assume una di-mensione che va oltrela semplice funzionesociale del matrimonio.Nella Bibbia, il matri-monio ha anche unavalenza teologica, cioèrivela qualcosa su Dio ein particolare sul rapporto tra Dio e il suo popolo e, nel Nuo-vo Testamento, tra Cristo e la Chiesa. Dio, guardando tra lerealtà terrene, ha scelto proprio il matrimonio per esprime-re questa relazione fondamentale. Molti profeti hanno utiliz-zato il matrimonio come metafora del rapporto esclusivo dialleanza tra Israele e Dio, e l’adulterio come metafora del-l’idolatria, del seguire altri dèi, di asservirsi a ogni realtà chepossa minare il rapporto di esclusività tipico del rapportomatrimoniale. “Ti farò mia sposa per sempre” dice il Signo-re per bocca del profeta Osea (2,21) al suo popolo, che loaveva abbandonato. Questo essere metafora per la rivela-zione e realtà sociale che richiama la comunione è propriociò che fonda la fedeltà coniugale, segno del legame forte,emotivo e definitivo che lega Dio e Israele, Cristo e la Chie-sa, nei termini della più grande gioia, tenerezza, consegnatotale di sé.

“Guardare a favore del desiderio ardente” Quando parliamo di trasgressione, di mancata osservanza,di peccato, è sempre l’interiorità delle persone che Gesùchiama in causa. Come per l’omicidio, egli richiama la so-stanza del comando, che va ben al di là della semplice proi-bizione. L’atto sbagliato non è che lo sbocco “naturale” di unprocesso interiore che occorre avere il coraggio di disattiva-re. Il “guardare a favore del desiderio ardente” (questa èl’espressione letterale) cui fa riferimento Gesù è il lasciarsipassivamente catturare, rimanere, indugiare nel gusto chefa lievitare il desiderio e che spinge ad assecondarlo fattiva-mente. Lo sguardo che desidera e la mano che agisce ci ri-cordano il primo peccato dell’umanità in Genesi 3,6, “videche l’albero era … gradito agli occhi e desiderabile … presedel suo frutto … ne diede …”. Anche l’autore del libro del Si-racide parla di questo desiderio che ha come frutto il fuocoe la perdizione: “5Non stare a osservare una vergine, perchépoi ne pagherai i danni (…) 8Allontana l’occhio dalla donna

avvenente e non mirare le bellez-ze d’una estranea; molti ha se-dotto la bellezza d’una donna, ilsuo amore brucia come un fuoco.9Non sederti assieme con la mo-glie d’un altro, in sua compagnianon bere ad una festa, perché latua anima non le corra dietro e tucada, insanguinato, nella perdi-zione” (Sir 9,8). Con il peccato ci si allontana dal-la fonte della vita. Le conseguen-ze presentano rischi gravi cheGesù ci mette davanti in terminimolto duri lasciandoci con lespalle al muro, come aveva giàfatto con chi uccide il fratello an-che solo con il suo parlare.

Rinunciare a qualcosa per nonperdere tutto

Lo “scandalon” di cui parla Gesù è una pietra che fa inciam-pare. La vita delle donne e degli uomini credenti è come unastrada, un cammino in mezzo al quale stanno sempre delleinsidie, degli “scandali”. Si tratta di guardare bene come sicammina per evitarli e per evitare di seminarli, pena il cade-re “tutti interi” nella Geenna. La Geenna era un fossato diGerusalemme (la “Valle di Hinnom”) che fungeva da discari-ca e in cui si bruciavano le immondizie della città. Non si puòcorrere il rischio che, allontanandosi dalla strada che portaalla vita, si perda l’equilibrio e si cada tra gli scarti da bru-ciare. Occhio e mano sono, nel testo, i destri. La parte de-stra, per la Bibbia, è la parte dell’azione. L’occhio guarda eguarda; poi si materializza un desiderio; poi il desiderio por-ta “la mano” a metterlo materialmente in atto. Occhio de-stro e mano destra sonoil mezzo attraverso cuila trasgressione si fastrada fin dentro il cuoree comincia ad abitarvi. Ilmonito è quindi quello di“disattivare” ciò che in-duce a inciampare. Èpreferibile rinunciare aqualcosa che in quelmomento ci sembrafondamentale e impel-lente, se la rinuncia ci favivere. Meglio perderequalcosa che tutto; me-glio rinunciare all’abba-glio inebriante dell’og-getto del desiderio, e al-l’illusione di guadagnarequalcosa con il peccato.(Continua).

NON COMMETTERE ADULTERIOIl matrimonio, realtà sociale e metafora teologica

Mt 5,27-3027Avete inteso che fu detto: Noncommettere adulterio; 28ma io vidico: chiunque guarda una don-na per desiderarla, ha già com-messo adulterio con lei nel suocuore.29Se il tuo occhio destro ti è oc-casione di scandalo, cavalo egettalo via da te: conviene cheperisca uno dei tuoi membri,piuttosto che tutto il tuo corpovenga gettato nella Geenna.  30Ese la tua mano destra ti è occa-sione di scandalo, tagliala egettala via da te: conviene cheperisca uno dei tuoi membri,piuttosto che tutto il tuo corpovada a finire nella Geenna.

Adamo e Eva

GustAv Klimt

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mondialità e cultura 11

CONTRATTO SOCIALE E VIRTÙ MORALEUna riflessione etica sulla comunità e l’identità individuale

Sulla “giustizia”, John Rawls, unostudioso americano di filosofia poli-tica, crede che il modo corretto di

pensarne sia chiedersi a quali principi sisia disposti a dare un assenso generale,trovandosi in una situazione iniziale diuguaglianza. Rawls parla di “velo d’igno-ranza”, che impedisce di avere anche laminima nozione di una specifica identitàindividuale nella comunità cui si appartie-ne. La teoria di fondo è che, se ciascunonon avesse alcuna informazione in merito,si sceglierebbe partendo da una posizioneoriginaria di uguaglianza, e poiché nessu-no si troverebbe in uno stato di superiori-tà contrattuale, i principi sui cui gli indivi-dui si accorderebbero, sarebbero altresìgiusti. Questa è l’idea che ha Rawls di contratto sociale: unaccordo ipotetico concluso in una posizione originaria di pa-rità. Ciò che è concesso è quello che si definisce il “principiodi differenza”, ossia consentire solo le disparità sociali edeconomiche capaci di tornare a vantaggio dei membri dellasocietà meno favoriti. Del tutto contrariamente, si inserisceil pensiero di Aristotele, per il quale la teoria sulla giustizia è,

innanzitutto, teleologica, e cioè volta a rispettarela natura essenziale dell’attività sociale in que-stione; in secondo luogo, la giustizia ha a che farecon l’onore, e quindi con il ragionare su quali vir-tù essa sarebbe tenuta a premiare. Giustizia vuoldire dare alle persone ciò che meritano, e per de-terminare la giusta maniera di distribuire un be-ne, è necessario indagare sulla forza del “telos”,sullo scopo del bene che si intende distribuire. Èindubbia l’importanza dell’educazione in ambitomorale, e la virtù morale richiede capacità di giu-dizio, saggezza. Ultima teoria da esporre è quelladi MacIntyre, per il quale valgono le esigenze delvincolo comunitario: riflettere su temi etici è qual-cosa che riguarda l’interpretazione della vita esi-stenziale, piuttosto che l’esercizio unico della vo-lontà. Si tiene conto delle storie di vita più ampie

di cui la vita del singolo individuo fa parte. Si tiene presentel’aspetto narrativo nella riflessione etica, interconnesso conla condizione di membro di una comunità. Gli obblighi conce-piti da questo tipo di teorici vanno oltre il consenso, mentrele categorie della responsabilità morale sono tre: doveri na-turali, doveri contrattuali e obblighi di solidarietà.

Chiara Maffeis

LA GIORNATA MONDIALE DELLA PACEMigranti e rifugiati, uomini e donne in cerca di pace

ACapodanno ricorre laGiornata mondiale del-la pace, istituita dalla

Chiesa con l’obiettivo di ri-flettere e pregare su questotema. Fu celebrata per la pri-ma volta nel 1968 su iniziati-va di papa Paolo VI.Per la giornata del 2018, pa-pa Francesco ha messo «mi-granti e rifugiati, uomini edonne in cerca di pace», alcentro del suo messaggio,pubblicato il 13 novembre. Data non casuale, visto che si fe-steggiava la patrona dei migranti, santa Francesca SaverioCabrini, «Piccola grande donna – scrive il Pontefice – che ciha insegnato come possiamo accogliere, proteggere, pro-muovere e integrare questi nostri fratelli e sorelle».La pace, afferma il Papa, è «un’aspirazione profonda di tuttele persone e di tutti i popoli, soprattutto di quanti più dura-mente ne patiscono la mancanza. Tra questi, che porto neimiei pensieri e nella mia preghiera, voglio ancora una voltaricordare gli oltre 250 milioni di migranti nel mondo».Migranti che da molti vengono visti come minaccia, ma nondal Pontefice: «Le migrazioni globali – aggiunge Francesco –continueranno a segnare il nostro futuro. Alcuni le considera-

no una minaccia. Io, invece, vi invito aguardarle con uno sguardo carico difiducia, come opportunità per co-struire un futuro di pace». E ancora:«Abbracciamo coloro che fuggonodalla guerra e dalla fame o che sonocostretti a lasciare le loro terre acausa di discriminazioni, persecuzio-ni, povertà e degrado ambientale»,ammonisce il papa, che invita quindicittadini e governanti ad accogliere,proteggere, promuovere e integrare:«Accogliere richiama l’esigenza di

ampliare le possibilità di ingresso legale, di non respingereprofughi e migranti verso luoghi dove li aspettano persecuzio-ni, e di bilanciare la preoccupazione per la sicurezza naziona-le con la tutela dei diritti umani fondamentali. Proteggere ri-corda il dovere di riconoscere e tutelare l’inviolabile dignità dicoloro che fuggono da un pericolo reale in cerca di asilo e si-curezza, di impedire il loro sfruttamento. Promuovere – scri-ve ancora il Papa – rimanda al sostegno allo sviluppo umanointegrale di migranti e rifugiati, integrare infine significa per-mettere a rifugiati e migranti di partecipare pienamente allavita della società che li accoglie, in una dinamica di arricchi-mento reciproco e di feconda collaborazione».

Francesco Minardi

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appunti12

Mensile di informazionedella Diocesi Suburbicaria di AlbanoAnno 10, numero 97 - dicembre 2017

APPUNTAMENTI01 GENNAIOMaria Santissima Madre di Dio51a Giornata Mondiale della PaceTema: Migranti e rifugiati: uomini e donne incerca di pace.

06 GENNAIO• Epifania del Signore• Giornata Mondiale dell’Infanzia Missionaria • Ann. ord. episcopale di mons. Paolo Gillet

08 GENNAIORiapertura degli uffici di curia

14 GENNAIO104a Giornata del migrante e del rifugiato

16 GENNAIOSan Marcello, papa. Onomastico del vescovo

17 GENNAIO• 29a Giornata per l’approfondimento e lo svi-luppo del dialogo tra ebrei e cattolici

18 GENNAIORitiro spirituale mensile del cleroSeminario vescovile, ore 9,30.

18-25 GENNAIOSettimana di preghiera per l’unità dei cristianiIl 20 gennaio presso la Cattedrale di San Pacra-zio verrà celebrata alle ore 19.30 la veglia dipreghiera per l’unità dei cristiani.

19 GENNAIORiunione dei direttori degli Uffici pastoraliCuria vescovile, ore 10,00.

22 GENNAIO• Riunione dei vicari territoriali

Curia vescovile, ore 10,00.• Incontro di Pastorale giovanile

L’incontro si terrà in seminario dalle ore 21,00ed ha per tema “Per un’economia a servizio del-la persona”.

24 GENNAIOSan Francesco di Sales, patrono dei giornalisti

27 GENNAIORiunione del Consiglio Pastorale DiocesanoSeminario vescovile, ore 9,30.

31 GENNAIO65a Giornata dei malati di lebbra

Reg. n. 13/08 del 08.05.2008 presso il Tribunale di Velletri

Direttore Editoriale: Mons. Marcello Semeraro

Direttore responsabile: Dott. Fabrizio Fontana

Coordinatore di redazione: Don Alessandro Paone

Hanno collaborato:Emilio Baccarini, Gloria Conti, Mirko Giustini, Alessia Le-li, Matteo Lupini, Chiara Maffeis, Donatella Lepore, Fran-cesco Minardi, Monia Nicoletti, Antonello Palozzi, Om-bretta Pisano, Giada Polo, Giovanni Salsano, Rui Sambo,Emanuele Scigliuzzo, Salvatore Surbera, Irene Villani.

Piazza Vescovile, 1100041 Albano Laziale (Rm)Tel. 06/93.26.84.024 - Fax 06/[email protected]

Stampa: Tipografica Renzo PalozziVia Capo D’Acqua, 22/B00047 Marino (Rm) - Tel. 06/93.87.025

Questo numero è stato chiuso il 21.12.2017

DISTRIBUZIONE GRATUITA

Prosegue il ci-clo d’incontri“Media cattoli-

ci al servizio dellademocrazia”, a curadell’Ufficio per leComunicazioni so-ciali della diocesi. Il30 novembre, nei lo-cali della parrocchiaSant’Eugenio I, papaa Pavona, Massimi-liano Padula, docen-te universitario allaPontificia Università Lateranense e nuovo presidente del Co-recom, ha trattato le trasformazioni nella comunicazione di-gitale. «Il mezzo di comunicazione – ha detto Padula – non èneutro. Noi siamo corresponsabili della diffusione di una no-tizia. Anche se mettiamo un like o condividiamo un link o unpost: sono azioni che rafforzano il contenuto». Il ruolo deicattolici nelle elezioni politiche nazionali e locali è stato di-battuto insieme al giornalista Salvatore Mazza, vaticanista diAvvenire, martedì 12 dicembre, di nuovo a Pavona. «Assistia-mo – ha chiarito Mazza – a una vera e propria caccia al votocattolico, che troppo spesso è sprecato perché strumentaliz-zato. Occorre saper discernere chi e che cosa votare, spor-

candosi le mani, entrando nelle varie situazio-ni». Paola Springhetti, docente di comunica-zione all’Università Salesiana e direttrice diRetisolidali.it, ha invece parlato, il 15 dicembread Aprilia, nei locali della parrocchia Santi Pie-tro e Paolo, di come alcuni giornali raccontanole notizie con al centro o che coinvolgono i mi-granti. La relatrice ha fatto alcuni esempi con-creti, traendoli soprattutto dal web. Lo stessoargomento, ma con un taglio decisamente di-verso, sarà affidato a Maurizio Di Schino, se-gretario nazionale dell’Unione cattolica stam-pa italiana, che presenterà il nuovo numerodella rivista dell’associazione, giovedì 11 gen-

naio alle 20:30 nella parrocchia Sant’Eugenio I papa, in Lar-go Sant’Eugenio 30, a Pavona di Castel Gandolfo. Inoltre,l’Ufficio regionale Comunicazione Sociali, in collaborazionecon la Conferenza episcopale del Lazio e la redazione di La-zio Sette, ha in programma un corso di formazione, ricono-sciuto dall’Ordine dei giornalisti, destinato a comunicatori,insegnanti e catechisti. L’evento è previsto per sabato 27gennaio alle 9 alla cappella della stazione Roma Termini. Irelatori si confronteranno sul tema scelto da papa Francescoper la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali: “La Ve-rità vi farà liberi: notizie false e giornalismo di pace”.

Mirko Giustini

POLITICA E MIGRANTI AL CENTROCosì la diocesi si prepara alla Giornata mondiale delle comunicazioni sociali