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MENSILE DINFORMAZIONE DELLA DIOCESI SUBURBICARIA DI ALBANO ANNO 12 N. 109 - FEBBRAIO 2019 LA PEDAGOGIA DELLA CARITÀ La nostra Caritas diocesana già da tempo ha scelto come suo particolare protettore san Paolo VI. Le ragioni di questa ispirazione le ri- troviamo sia nella preziosa vicinanza di que- sto Papa alla nostra diocesi, espressa in tan- te maniere, sia perché egli è stato colui che ha dato alla Caritas italiana una forma pasto- rale e indicato una pedagogia di carità. In un discorso del 26 settembre 1973, rivolto ai rap- presentanti delle Caritas diocesane giunti a Roma per il loro secondo congresso naziona- le, Paolo VI ne descrisse così l’opera: «Attra- verso le vostre degne persone, si apre davan- ti a noi tutto un quadro magnifico di iniziative di carità intelligente, discreta, silenziosa, di- mostrata – più che dalle cifre dei contributi erogati – dallo spirito evangelico che anima tali iniziative, e le rende, per l’amore che le ispira, altamente meritorie davanti a Dio e al- la società». Fra gli aggettivi che il Papa ha uti- lizzato, ne scelgo uno in particolare; forse quello più bisognoso di chiarimento: la carità “discreta!”. Cosa intendeva, dunque, Paolo VI con questa espressione? “Discreta” è la cari- tà quando è silenziosa, ma stimolante; nasco- sta, ma efficace; modesta, ma sicura; delica- ta, ma efficace; povera, ma continua. Secondo papa Montini, la carità discreta è questo. E noi siamo chiamati a viverla così, consapevoli che «la debolezza scelta diventa una delle lingue più belle per dire la “discreta caritas” di Dio per gli uomini, a volte carità piena di discerni- mento, ma anche carità discreta di colui che ha voluto condividere la debolezza della no- stra condizione umana… Essa diventa una spiritualità delle mani vuote, in cui si com- prende che tutto, persino le nostre stesse de- bolezze, può diventare dono e grazia di Dio, manifestazione della potenza del suo amore che solo può convertire la debolezza umana in forza spirituale». Queste che ho riportato so- no le belle e intense parole scritte tre setti- mane prima di morire da Christian Chessel, il più giovane dei quattro Padri Bianchi uccisi il 27 dicembre 1994 dal GIA (gruppo islamico armato), e beatificato con altri diciotto marti- ri lo scorso 8 dicembre 2018 a Oran, in Alge- ria. Sono parole che, unite a quelle di Paolo VI, possono ispirare il nostro impegno. X Marcello Semeraro, vescovo appuntamenti 12 laboratori pastorali 2 milleflash 3 verginità feconda 4 incontrare la giustizia 5 la fratellanza umana 6 anouar kbibech 7 esercizi politici 8 chiusura biblioteca 9 rubrica biblica 10 il drappo di liszt 11

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MENSILE D’INFORMAZIONE DELLA DIOCESI SUBURBICARIA DI ALBANO • ANNO 12 N. 109 - FEBBRAIO 2019

LA PEDAGOGIA DELLA CARITÀLa nostra Caritas diocesana già da tempo hascelto come suo particolare protettore sanPaolo VI. Le ragioni di questa ispirazione le ri-troviamo sia nella preziosa vicinanza di que-sto Papa alla nostra diocesi, espressa in tan-te maniere, sia perché egli è stato colui cheha dato alla Caritas italiana una forma pasto-rale e indicato una pedagogia di carità. In undiscorso del 26 settembre 1973, rivolto ai rap-presentanti delle Caritas diocesane giunti aRoma per il loro secondo congresso naziona-le, Paolo VI ne descrisse così l’opera: «Attra-verso le vostre degne persone, si apre davan-ti a noi tutto un quadro magnifico di iniziativedi carità intelligente, discreta, silenziosa, di-mostrata – più che dalle cifre dei contributierogati – dallo spirito evangelico che animatali iniziative, e le rende, per l’amore che leispira, altamente meritorie davanti a Dio e al-la società». Fra gli aggettivi che il Papa ha uti-lizzato, ne scelgo uno in particolare; forsequello più bisognoso di chiarimento: la carità“discreta!”. Cosa intendeva, dunque, Paolo VIcon questa espressione? “Discreta” è la cari-tà quando è silenziosa, ma stimolante; nasco-

sta, ma efficace; modesta, ma sicura; delica-ta, ma efficace; povera, ma continua. Secondopapa Montini, la carità discreta è questo. E noisiamo chiamati a viverla così, consapevoli che«la debolezza scelta diventa una delle linguepiù belle per dire la “discreta caritas” di Dioper gli uomini, a volte carità piena di discerni-mento, ma anche carità discreta di colui cheha voluto condividere la debolezza della no-stra condizione umana… Essa diventa unaspiritualità delle mani vuote, in cui si com-prende che tutto, persino le nostre stesse de-bolezze, può diventare dono e grazia di Dio,manifestazione della potenza del suo amoreche solo può convertire la debolezza umana inforza spirituale». Queste che ho riportato so-no le belle e intense parole scritte tre setti-mane prima di morire da Christian Chessel, ilpiù giovane dei quattro Padri Bianchi uccisi il27 dicembre 1994 dal GIA (gruppo islamicoarmato), e beatificato con altri diciotto marti-ri lo scorso 8 dicembre 2018 a Oran, in Alge-ria. Sono parole che, unite a quelle di Paolo VI,possono ispirare il nostro impegno.

X Marcello Semeraro, vescovoappuntamenti 12

laboratori pastorali 2

milleflash 3

verginità feconda 4

incontrare la giustizia 5

la fratellanza umana 6

anouar kbibech 7

esercizi politici 8

chiusura biblioteca 9

rubrica biblica 10

il drappo di liszt 11

Come ogni an-no, l’Ufficioeconomato e il

Servizio diocesanoper la promozionedel sostegno econo-mico alla Chiesa cat-tolica hanno orga-nizzato una serie diincontri di formazio-ne per i componentidei Consigli parroc-

chiali per gli affari economici. Il programma completo pre-vede un incontro, ripetuto cinque volte in diverse zone delladiocesi, dal 15 al 25 febbraio sul tema “Più competenti, piùcorresponsabili” e il convegno diocesano Cpae sul tema“Privacy in parrocchia: cosa fare e come farlo”, in calenda-rio il 7 aprile. Negli incontri vicariali, partendo dal documen-to del vescovo Semeraro “I Consigli parrocchiali in una Chie-sa sinodale”, monsignor Gualtiero Isacchi ha ripreso il temadella corresponsabilità e del fondamentale ruolo dei Consi-gli in parrocchia, sottolineando che «Non si tratta semplice-mente di dare la propria disponibilità di tempo, ma di assol-vere ad un compito che è proprio di ciascun laico in forza delbattesimo e, nel caso specifico – ha aggiunto Isacchi – deicomponenti del Cpae, anche dell’incarico ricevuto dal vesco-vo». Nella seconda parte dell’incontro è invece stato illu-strato il materiale con indicazioni normative e pratiche peralcune attenzione dei Cpae in parrocchia, mentre Il diaconoAntonello Palozzi, riferendo alcuni numeri dell’8xMille inItalia e nel Lazio, ha anticipato alcune proposte e invitato ireferenti per il Sovvenire all’incontro del 10 maggio alle 19nella Parrocchia La Resurrezione in Aprilia.

Valentina Lucidi

Sul tema “Come fare discernimentocomunitario”, si è svolto domenica 3febbraio, presso il seminario vesco-

vile di Albano, il primo incontro di forma-zione dedicato ai direttori e a tutte le equi-pe degli uffici pastorali della curia. L’ap-puntamento è stato guidato da padre Gae-tano Piccolo, gesuita, professore di Meta-fisica nella facoltà di filosofia della Ponti-ficia università gregoriana. «Abbiamo af-frontato – spiega padre Gaetano Piccolo –i vari momenti del discernimento, a parti-re dal desiderio, motore di ogni processodecisionale, per poi domandarci cosa stiamo cercando, comesingoli, gruppi o comunità. Senza questa domanda non puòpartire un processo di discernimento. Abbiamo poi visto alcu-ni nemici del desiderio: la paura, la paura di prendere delle

responsabilità, la mancanza tempo, lapaura di rischiare». Il cammino di discer-nimento, quindi, richiede l’applicazionedel “principio di realtà”: rendersi contocioè in quale situazione ci si trovi e qualistrumenti si abbiano a disposizione. «Poi– ha aggiunto padre Piccolo – è impor-tante l’immaginazione, ossia pensarescenari possibili tra cui operare dellescelte. Questo comporta, a livello spiri-tuale, di dover prendere in considerazio-ne ciò che lo spirito, buono o cattivo,muove dentro di noi davanti alle situazio-

ni e, da qui, provare a capire quali pensieri stanno operandoin noi, per discernere con le regole Sant’Ignazio. È un proces-so che richiede tempo, ma che deve portare a una decisione».

Giovanni Salsano

dalla diocesi2

Il tema sul quale i sacer-doti della diocesi hannolavorato, negli incontri

dei laboratori pastorali, èstato incentrato su un cam-mino di formazione perso-nale: “Presbiteri, bisogni edesideri. Il discernimentoper realizzarsi e vivere lasantità”. Due gli appunta-menti: il primo per i presbi-teri della zona “Colli”, il 12febbraio in seminario, e il

secondo il 26 febbraio, per quelli della zona mediana emare, presso Santi Pietro e Paolo ad Aprilia. Il relatore, don Massimo Sebastiani, ha posto anzituttouna discriminante iniziale: la differenza tra bisogni e de-sideri. I primi prendono le mosse dalla mancanza di qual-cosa e fanno sì che si attivi un meccanismo interiore cheporti a ottenere ciò che manca, vivendo la frustrazione oil compiacimento in base all’ottenimento o meno del ri-sultato. Il desiderio, invece, indica una direzione di mar-cia verso un obiettivo, donando una spinta. Bisogni e de-sideri, strettamente legati tra loro, giustamente compre-si e valutati nella vita dell’uomo, possono portare a vive-re quelle motivazioni di vita positive per la realizzazionedella santità, se verificate e indirizzate da alcuni stru-menti: esame di coscienza, confessione personale e deglialtri, preghiera, preparazione dell’Eucaristia. Uno stru-mento prezioso di valutazione in questo percorso lo offreAbraham Maslow con la sua “piramide dei bisogni” e unapsicologia positiva che aiuta l’uomo in un lavoro persona-le di autorealizzazione.

Alessandro Paone

LABORATORI PASTORALILa psicologia positiva in aiuto del sacerdote

INCONTRI CPAEDue proposte di formazione per vivere la corresponsabilità

COME FARE DISCERNIMENTO COMUNITARIOPadre Gaetano Piccolo sj ha incontrato le equipe diocesane per un momento di formazione

don Massimo Sebastiani

Cresifest: anche quest’anno #MaisoliÈ in programma domenica 24marzo, dalle 15 presso il CentroMariapoli di Castel Gandolfo,l’edizione 2019 del Cresifest,l’incontro dei cresimandi con ilvescovo Marcello Semeraro, sultema “Mai soli”. Si tratta di un

momento importante, previsto dal percorso diocesano delcatecumenato crismale, nel quale il vescovo, non potendoessere presente per l’amministrazione del sacramento dellaCresima in tutte le parrocchie, incontra personalmente i ra-gazzi che nel 2019 riceveranno il sacramento della confer-mazione, per dire loro quanto sono importanti per la Chiesadi Albano e quale grande dono riceveranno. Le parrocchie so-no invitate a preparare per tempo le catechesi e a inviare, en-tro il 28 febbraio, all’indirizzo [email protected] unafoto del gruppo dei cresimandi per il video di presentazione.

Il vescovo incontra i membri dei consigli parrocchiali e vicarialiSi svolgeranno tra l’ultima settimana di marzo e la prima set-timana di aprile gli incontri tra il vescovo Marcello Semeraroe i componenti dei consigli vicariali e parrocchiali degli ottovicariati territoriali della diocesi di Albano. Nel corso degliappuntamenti, saranno presentate al vescovo le sintesi vica-riali elaborate dai consigli, nell’ambito del percorso dell’annopastorale sul tema “Tra il dire e il fare. Un discernimento in-carnato e inclusivo”, attraverso un’esperienza-laboratorio didiscernimento comunitario su cinque ambiti (Chiesa sinoda-le, territorio, consigli, laici e giovani e oratorio). Il primo in-contro del vescovo sarà con i consigli del Vicariato territoria-le di Nettuno (25 marzo), cui seguiranno Ariccia (26 marzo),Pomezia-Ardea (27 marzo), Anzio (1 aprile), Marino (2 aprile),Albano (3 aprile), Aprilia (4 aprile) e infine Ciampino (5 aprile).

Liszt e l’incontro con il Divino“Liszt Ferenz Franz Liszt Canonico di Albano” è il titolo dellibro di don Marco Romano, presbitero diocesano e collabo-ratore del Museo diocesano di Albano e dell’istituto pontifi-cio delle arti e della musica sacra di Roma, sulle vicendeumane e spirituali che hanno portato il celebre musicistaungherese ad Albano e a divenire Canonico. «Il famoso pro-tagonista di questo libro, Franz Liszt – dice il direttore delMuDi Roberto Libera – risulta essere un personaggio che, aldi là della nota genialità e grandezza musicale, si confrontacon le sue tensioni spirituali, mettendo a nudo l’umana de-bolezza e la voglia di ricerca dell’Assoluto, di cui egli, forse,proprio grazie alla capacità di comporre armonie che si ele-vavano al di sopra della “normalità”, aveva già avuto intui-zione. Da qui la necessità dell’incontro con il Divino».

Aperte le iscrizioni per la South Francigena marathonSono aperte le iscrizioni perla prima edizione della“South Francigena mara-thon”, una camminata ludi-co motoria non competitiva,lungo la via Francigena delSud, tra Velletri e Roma, in

programma domenica 28 aprile, a cura dell’Asd Italian wal-king tour e dell’associazione europea delle Vie Francigene(Aevf). I partecipanti potranno scegliere tra tre percorsi (di12, 22 o 42 chilometri), attraverso 8 comuni (Velletri, Nemi,Rocca di Papa, Albano Laziale, Castel Gandolfo, Marino,Ciampino e Roma) e 3 parchi: quelli regionali dei CastelliRomani e dell’Appia antica, e quello archeologico dell’AppiaAntica. «Intendiamo offrire ai camminatori – dice PaoloFalsini, presidente di Italian walking tour – un’esperienzache possano ricordare con piacere nel tempo». Info e iscri-zioni: www.italianwalkingtour.com.

Padre Jean Louis Ska sj e la figura di AbramoÈ in calendario nei primi tre lunedìdi marzo – il 4, l’11 e il 18 – pressola parrocchia dei Santi Pietro e Pao-lo in Aprilia (in via Ugo La Malfa, 11),il percorso biblico diocesano, chesarà guidato in tutti e tre gli appun-tamenti dal padre gesuita Jean Lo-uis Ska, docente presso il Pontificioistituto biblico di Roma. Il percorso

biblico diocesano – che inizierà alle 19 nelle tre serate – èstato organizzato dall’ufficio catechistico diocesano, direttoda don Jourdan Pinheiro, e in particolare dal Settore apo-stolato biblico, il cui responsabile è don Alessandro Saputo.Tema dell’appuntamento sarà “Abramo”, in continuità e co-me approfondimento di quanto affrontato dalla Chiesa di Al-bano nello scorso convegno pastorale diocesano.

Il ministero del presbitero e l’evoluzione della dottrina È stato pubblicato dalla casa editrice Aracne il libro “Il pre-sbitero ministro della Parola di Dio nei codici latino e orien-tale e in alcuni documenti del magistero postconciliare”, didon Andrea De Matteis, sacerdote della diocesi di Albano,Cancelliere vescovile e parroco a Santa Maria di Galloro. «Ilvolume – spiega don Andrea De Matteis – tratta un tema na-to dall’esercizio del ministero sacerdotale e la ricerca è sta-ta accompagnata da un atteggiamento fatto di riflessione ediscernimento. Oggetto della ricerca è l’evoluzione delladottrina sul ministero presbiterale nella Chiesa dopo il con-cilio Vaticano II, in particolare per quella parte del ministe-ro che fa del presbitero l’evangelizzatore, l’uomo della Paro-la e lo rende, nella Chiesa e per la Chiesa, maestro, testi-mone, comunicatore, predicatore, catecheta e celebrante».

milleflasha cura di GIOVANNI SALSANO

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Numerose parole chiave ri-suonano, stimolano efruttificano nell’ultima

lettera pastorale che il vescovodi Albano, Marcello Semeraroha pubblicato con la casa editri-ce diocesana MiterThev, dal tito-lo “Verginità feconda”. Tra que-ste: verginità, castità, fecondità,accoglienza, dono, paternità,maternità. «Considerando laVergine Madre – ha detto il ve-scovo Semeraro – e ponendosiperciò in prospettiva generativa,la lettera tratta della castitàconsacrata e del celibato eccle-

siastico. L’ho scritta per i consacrati della nostra Chiesa di Al-bano e, ovviamente, anche per me. Verginità è accoglienza.Fecondità è dono. Queste due realtà si incontrano e si salda-no nella persona della Madre di Dio, la Santa Vergine Maria».La lettera pastorale è, infatti, una riflessione spirituale cheparte dalla verginità feconda di Maria: un mistero che accom-pagna tutta la storia della salvezza e che si attua, oggi, nei

verbi “accogliere” e “donare”: «Questi due verbi – ha aggiun-to il vescovo di Albano – indicano due azioni certamente mol-to importanti per la nostra vita, anche se negli stili dei nostrigiorni sono forse (e un po’ spesso) sostituiti da altri due atteg-giamenti, che tradiscono mentalità, stili, modi di vivere indub-biamente diversi, che potremmo indicare con “comprare” e“prendere”. Il primo è legato al linguaggio del commercio; ilsecondo, a quello dell’egoismo». Se invece questi due verbi“donare” e “accogliere” sono osservati più attentamente, ci sirende facilmente conto che: «Il primo – ha detto ancora il ve-scovo di Albano – è riferito a Dio Padre, il quale ci ha fatto ildono del suo Figlio. È Lui che ci salva. Il secondo verbo, acco-gliere è, invece, riferito a noi e descrive il nostro atteggiamen-to filiale dinanzi a Dio. Il senso della verginità feconda, poi,che accompagna tutta la storia della salvezza a cominciaredall’opera della creazione, ha il suo vertice e una sua singo-lare attuazione storica in Maria». Il libro è stato consegnato auna rappresentanza di consacrate e consacrati della diocesidi Albano sabato 2 febbraio, festa della “Presentazione del Si-gnore” e XXIII giornata mondiale della Vita consacrata, al ter-mine della celebrazione eucaristica in Cattedrale. Info: [email protected].

Giovanni Salsano

VERGINITÀ FECONDALa lettera pastorale del vescovo ai consacrati

Si è tenuto sabato 16 febbraio ilpellegrinaggio, presso la basili-ca di San Pietro, degli operatori

Caritas, case di accoglienza e movi-menti che servono i poveri sul territo-rio della diocesi di Albano. L’evento,fortemente voluto dal vescovo Mar-cello Semeraro, è stato organizzatoper dare l’opportunità ai volontari dimettersi sulle tracce di San Paolo VI,il Papa della Carità. La giornata si èaperta con la messa celebrata sullatomba dell’apostolo Pietro, durante laquale monsignor Semeraro, nella suaomelia a commento del passo del Vangelo sulla moltiplicazio-ne dei pani e dei pesci, ha ribadito che fondamentale per svol-gere bene il proprio ruolo a servizio delle persone svantaggia-te delle periferie del mondo, oltre alla competenza, è neces-saria una particolare sensibilità, scopo fondamentale quindidell’incontro preghiera e formazione. «Siamo venuti a Roma –ha detto il vescovo – anche per onorare la memoria di sanPaolo VI e pregare presso la tomba di questo Papa, che allaCaritas italiana ha dato una forma pastorale e indicato unapedagogia di carità. Ed ecco che si riprende l’antico detto me-dievale: nihil oratorium sine hospitio, non vi sia alcun luogo di

preghiera che non abbia vicino quel-lo dell’accoglienza. C’è, infatti, unostretto legame tra l’accoglienza delpovero e la preghiera. Credo sia piùdi una coincidenza il fatto che sanBenedetto, subito dopo avere tratta-to dell’oratorio nel monastero, nellasua Regola abbia scritto che si deb-ba la massima cura e sollecitudineper l’accoglienza dei poveri e deipellegrini, poiché ancora di più inessi è accolto Cristo. Intendeva mo-strare che proprio nella cura delpovero si verifica l’amore per Cri-

sto». L’incontro è poi proseguito con la visita alla tomba diSan Paolo VI nelle grotte vaticane, al termine della quale siè tenuto un convegno presso l’Auditorium dell’Universitàper una riflessione sulla figura di Paolo VI tradotta nell’og-gi da tre direttori uffici pastorali: Gloria Conti (l’accompa-gnamento umano per divenire “esperti in umanità”), don Va-lerio Messina (i giovani costruttori della “civiltà dell’amore”)e don Salvatore Surbera (la carità politica). Nei tre temi scel-ti è stato messo al centro il cammino messo in pratica dalladiocesi in questo anno dedicato al discernimento.

Alessandra Veccia

PELLEGRINI SULLE ORME DI PAOLO VIGli operatori caritas a Roma per vivere e conoscere la figura del papa che ha istituito la Caritas

dalla diocesi

dalla diocesi 5

Partirà venerdì 1 marzo il corsosul volontariato in carcere “In-contrare la giustizia”: un iter di

formazione tenuto dall’associazioneVol.a.re (Volontari assistenza reclusi).Il percorso si svolgerà fino al 5 aprile,a Velletri, e non si pone l’obiettivo di“portare volontari in carcere”, ma diiniziare un cammino di conoscenza delmondo del “volontariato per la giusti-zia”, al termine del quale potrebbe,forse, esserci un impegno all’interno dei penitenziari. È per-tanto rivolto a tutti coloro che siano interessati a porsi delledomande: la giustizia? Come? Perché? L’associazioneVol.a.re, guidata dal presidente Carlo Condorelli, da 14 anniormai opera all’interno del carcere di Velletri, occupandosidi assistenza ai detenuti e sostegno alle loro famiglie. «L’as-sociazione – ha precisato Carlo Condorelli – non opera soloall’interno del carcere, ma anche all’esterno, promuovendouno spirito sempre più collaborativo tra le varie realtà cheoperano sul territorio, per rendere il contributo di tutti unarisposta sempre più efficace alle esigenze degli ultimi esvolgendo attività di informazione e sensibilizzazione nelle

scuole. Inoltre l’associazione si ponelo scopo di diventare un ponte tra ill’interno e l’esterno del carcere, traquesti due mondi che hanno così biso-gno di mantenere il contatto». Il per-corso formativo si compone di sei in-contri, ogni venerdì dal primo marzoal 5 aprile, dalle 18,30 alle 19:45 pres-so la parrocchia San Giovanni Battista,a Velletri, non lontano dal Tribunale. Ilprimo incontro sarà sul tema “Il vo-

lontariato per la giustizia: specificità e campi d’azione”, se-guito l’8 marzo da “Il carcere: perché? Una riflessione sul si-stema della giustizia in Italia”. I successivi argomenti saran-no “La vita del carcere: dalle strutture alle persone” (15marzo), “Il volontariato in carcere: motivazioni, azione e sti-le” (22 marzo), “Il volontariato fuori dal carcere: significato eprogetti nell’esecuzione penale esterna” (29 marzo pressola casa di accoglienza “San Lorenzo” a Velletri) e “Chi fa dasé... fa solo per sé” (5 aprile, con cineforum e festa di salu-to). La partecipazione è aperta a tutti ed è gratuita (info: [email protected] o 3339930559).

Irene Villani

INCONTRARE LA GIUSTIZIAUn percorso conoscitivo su carcere e volontariato organizzato da Vol.a.re

Si è svolto mercoledì 13 feb-braio, presso le sale dellafattoria didattica “Riparo” di

Anzio, il convegno “Sulla cura del-la casa comune”, organizzato dalVicariato territoriale di Anzio, dal-la Caritas della diocesi di Albano,dall’ufficio diocesano per le Co-municazioni sociali, dalla coope-rativa “Riparo” e del circolo di Le-gambiente “Le Rondini” di Anzio eNettuno. Una frase pronunciatadurante l’evento da monsignorMarcelo Sanchez Sorondo, cancelliere della Pontificia acca-demia delle Scienze, «Cambiare la mente, per attuare unaconversione ecologica», ben rappresenta i contenuti dell’in-contro, che ha visto la partecipazione in qualità di relatore,oltre che di monsignor Sorondo, di Enrico Fontana, respon-sabile nazionale dell’ufficio Economia civile di Legambiente.«Entrambi i relatori – spiega don Andrea Conocchia, vicarioterritoriale di Anzio – hanno affrontato il tema ambientalecon sfaccettature e sensibilità diverse. Ritengo che il temaambientale sia attuale e sento tutta l’urgenza e l’importan-za di portare l’attenzione a riflettere e a trovare possibilistrategie che partano innanzitutto dalla coscienza persona-

le di ognuno di noi. Per questo,esprimo dispiacere e rammaricoper l’assenza del sindaco e del-l’assessore al Territorio della Cit-tà di Anzio». A moderare il conve-gno è stato chiamato il giornalistadel Tg2 Giovan Battista Brunori:«Esprimo gratitudine e ricono-scenza a Giovan Battista Brunori –ha aggiunto don Conocchia – che,nonostante i suoi innumerevoliimpegni, è riuscito a essere pre-sente e a partecipare moderando

e sollecitando i relatori. Ho pensato a lui perché già dal no-stro incontro a Lido dello scorso mese di luglio, ho colto inlui, al di là di un professionista di alto livello, anche e so-prattutto, una persona ricca, accogliente, curiosa e profon-da, con un orizzonte ampio».  Importante e significativa èstata la presenza di numerose persone, tra operatori pasto-rali e non, delle comunità parrocchiali e della città, che han-no risposto a questo terzo appuntamento organizzato adAnzio su temi di stretta attualità: «Mi piace immaginare lacomunità ecclesiale di Anzio – ha concluso il vicario – come“coscienza e anima” della città e al servizio della stessa».

Cecilia Falcetti

CAMBIARE PER UNA CONVERSIONE ECOLOGICAMons. Marcelo Sánchez Sorondo, Enrico Fontana e Giovan Battista Brunori incontrano il vicariato e la città di Anzio

la speranza del “mai più in guerra”6

UNA PROPOSTA DI CONVIVENZA E PACE PER TUTTO IL MONDO

Lo scorso 4 febbraio, ad Abu Dhabi, Papa Francesco e ilgrande Imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb hanno firma-to una storica dichiarazione congiunta intitolata “Docu-

mento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la con-vivenza comune”. La firma è stata uno dei momenti culminantidell’epocale viaggio apostolico del Santo Padre negli EmiratiArabi Uniti, voluto per commemorare l’ottavo centenario dallavisita di san Francesco d’Assisi al Saladino (settembre 1219).

Una ferma condannaIl cuore del documento è la stipula di un patto tra cattolici emusulmani col quale si condanna fermamente – e da entram-be le parti – la violenza perpetrata con pretesti religiosi. Unamusica già nota, per i cattolici, ma tutt’altro che scontata peruna religione come quella islamica, che da decenni (e con unapreoccupante escalation negli ultimi anni) viene usata per fon-dare i più svariati tipi di attentati terroristici. E chiaramente bal-za agli occhi una disomogeneità fra le parti: mentre il Papa diRoma è il capo (visibile) della Chiesa cattolica, non si può direlo stesso del Grande Imam di Al-Azhar, dal momento che maila Umma (la comunità dei fedeli musulmani sparsi nel mondo)ha avuto una gerarchia unica e pubblicamente riconoscibile.La firma congiunta resta però importantissima: sia perché Ah-mad Al-Tayyeb gode comunque di un primato culturale-mora-le (se non giuridico-amministrativo) senza uguali nel mondo

islamico (almeno in quellosunnita); sia perché lo stes-so Grande Imam è arrivato aquesto passo a partire daposizioni ben meno compati-bili con quelle di un qualun-que cristiano. Ancora il 22giugno 2016, infatti, dichia-rava che all’apostasia (natu-ralmente dall’islamismo) «cisi deve opporre punendola»;e più precisamente aggiun-geva che «l’apostata deve oritrattare l’apostasia oppureessere messo a morte».Tali parole furono pronunciate circa un mese dopo il primoincontro del musulmano con il Romano Pontefice. Ne sa-rebbero seguiti altri due – di cui uno pubblico e uno privato– e infine un quarto, quello in occasione del quale è statofirmato il documento in questione. Ove Al-Tayyeb fa proprie,fra le altre, espressioni come «noi chiediamo a tutti di ces-sare di strumentalizzare le religioni per incitare all’odio, al-la violenza, all’estremismo e al fanatismo cieco e di smet-tere di usare il nome di Dio per giustificare atti di omicidio,di esilio, di terrorismo e di oppressione».

La Chiesa Cattolica e Al-Azharal-Sharif chiedono a loro stessie ai leader del mondo “di impe-

gnarsi seriamente per diffondere lacultura della tolleranza, della convi-venza e della pace” e di intervenire“per fermare lo spargimento di san-gue innocente”, invitando a riscopri-re e a diffondere i valori “della pace,della giustizia, del bene, della bel-lezza, della fratellanza umana e del-la convivenza comune”.Nella dichiarazione si sottolinea co-me nella civiltà moderna “si verificaun deterioramento dell’etica” e “unindebolimento dei valori spirituali edel senso di responsabilità”, gene-rando così uno stato di frustrazione, solitudine e dispera-zione, che conducono molti all’estremismo ateo e agnosti-co o all’integralismo religioso. Viene affermato che “le forti crisi politiche, l’ingiustizia e lamancanza di una distribuzione equa delle risorse naturali”generano “enormi quantità di malati, di bisognosi e di mor-ti, provocando crisi letali di cui sono vittime diversi paesi”,sulle quali regna “un silenzio internazionale inaccettabile”.

È essenziale il ruolo della famiglia“quale nucleo fondamentale dellasocietà e dell’umanità”, e attaccarla“rappresenta uno dei mali più peri-colosi della nostra epoca”, così co-me il “risveglio del senso religioso(...) tramite l’educazione sana el’adesione ai valori morali e ai giustiinsegnamenti religiosi”.Si ricorda che il primo obiettivo del-le religioni è di credere in Dio “che ciha plasmati con la Sua Sapienza di-vina e ci ha concesso il dono dellavita per custodirlo”. Si asserisce,inoltre, che le religioni “non incitanomai alla guerra” e chiedono a tutti“di cessare di strumentalizzare le

religioni per incitare all’odio”, e “di smettere di usare il no-me di Dio per giustificare atti di omicidio, di esilio, di terro-rismo e di oppressione”.Il documento è “un invito alla riconciliazione e alla fratellan-za tra tutti i credenti, anzi tra i credenti e i non credenti, e tratutte le persone di buona volontà”, per raggiungere “una pa-ce universale di cui godano tutti gli uomini in questa vita”.

Matteo Lupini

IN NOME DELLA “FRATELLANZA UMANA”Sintesi del documento firmato ad Abu Dhabi da papa Francesco e dall’Imam Ahmad Al-Tayyeb

francesco, pellegrino in terra islamica 7

UNA PROPOSTA DI CONVIVENZA E PACE PER TUTTO IL MONDOUn tempo nuovo, un cambiamento attesoParole che sembrano marcare la fine diun’epoca e – auspicabilmente – l’iniziodi un tempo nuovo. Naturalmente nonsono mancate le polemiche, fonda-mentalmente due da parte cattolica: laprima, serpeggiata rapidamente e inmodo quasi formale, circa la possibili-tà di affermare dogmaticamente una“comune fraternità umana”, senza conciò ledere la peculiarità dell’azione re-dentrice di Cristo (i cristiani professanodi diventare figli di Dio – e quindi fratel-li in Cristo e fra loro – nel Battesimo);la seconda, più complessa, sul passag-

gio in cui si afferma che «il pluralismo e le diversità di religio-ne, di colore, di sesso, di razza e di lingua sono una sapientevolontà divina». Papa Francesco ha ripetutamente ribadito –durante la conferenza stampa sul volo di ritorno da Abu Dha-bi – che il testo è stato studiato e contrattato dalle due partiper quasi un anno, prima della firma, e che anche il Teologodella Casa Pontificia, il domenicano Wojciech Giertych l’hatrovato pienamente in linea con il Magistero del Vaticano II(«[…] non se ne è discostato di un millimetro», ha detto il Pon-tefice). Per dipanare a fondo le due questioni critiche, però,

occorrerebbe potersi di-lungare ben più di quan-to la presente sede con-senta. Qui basti ricorda-re che Ignazio di Antio-chia scrisse agli Efesiniche, mentre pativano in-giustizie da parte deipagani, «se ne dimo-stravano fratelli nellabontà» (Eph 10), perchési univano misticamentea Cristo, che l’infinitamole di ingiustizia della storia – il “peccato del mondo” – ave-va preso e reso sostenibile. E non c’è più alta rivelazione del-l’essenza del cristianesimo.Spiegare secondo il senso cattolico che Dio abbia voluto tuttele religioni richiede invece di comprendere che tutti gli ele-menti discriminanti fra gli uomini – secondo la Rivelazionegiudaico-cristiana – promanano dai peccati storici (attuali estrutturali) e ultimamente dal peccato originale. Poiché, tut-tavia, la Sapienza divina ordina al bene degli uomini anche iloro mali, in tal senso possiamo dire (come fa anche san Tom-maso) che Dio vuole le suddette differenze.

Giovanni Marcotullio

Anouar Kbibech è vicepresidente del Consi-glio francese del culto

musulmano. È una delle 17autorità religiose musul-mane d’Europa, membrodel Consiglio europeo deiSaggi Musulmani, che han-no sottoscritto nei giorniscorsi un comunicato con-

giunto a sostegno del Documento di Abu Dhabi. Partiamo dal «Documento sulla fratellanza umana per lapace mondiale della convivenza comune», firmato ad AbuDhabi dal Papa e dal Grande Imam di al-Azhar. Che im-pressione ha avuto del testo?È a tutti gli effetti un documento storico, firmato da duedelle più alte autorità religiose. Ed è destinato a gettare lefondamenta della fraternità umana. Esistono tre cerchi difraternità che vanno estendendosi: c’è la fraternità tra cre-denti della stessa religione; tra credenti delle religioni mo-noteiste e, infine, tra tutti gli esseri umani. Questo Docu-mento permette a cristiani e musulmani di uscire dal pri-mo cerchio per aprirsi alla fraternità con altri credenti, cri-stiani, musulmani, ebrei. In questo senso, la visita del Pa-pa nella penisola araba e la firma di questo Documento so-

no segni molto forti: indicano che Papa Francesco si è pre-sentato in questa terra e al mondo musulmano come fra-tello. Ma credo anche che questo Documento abbia unaportata ancora più grande perché getta le basi della frater-nità umana e questo è fondamentale e molto importante al-la luce dei tempi che stiamo vivendo e del clima che stiamorespirando oggi.Papa Francesco alla fine di marzo andrà in Marocco, dinuovo un Paese a maggioranza musulmana. Come ha ac-colto questa notizia?C’è in effetti in tutti questi incontri e viaggi una simbologiamolto forte. Abbiamo appena visto la prima visita di un Pa-pa nella penisola araba, in terra d’Islam. Un viaggio che ilPapa ha voluto fare per portare un messaggio di sostegnoai cristiani del Medio Oriente e alla fraternità tra cristiani emusulmani. E la visita in Marocco si inserisce in questopercorso per la fraternità. La visita di Papa Francesco ha unsignificato simbolico alto: in Marocco il Papa sarà di nuovoin terra d’Islam e andrà per portare un messaggio di pacee di fraternità. È stato invitato dal re Mohamed VI ed è unsegno molto forte che mostra la dimensione di papa Fran-cesco e il suo impegno per il dialogo interreligioso e per lafraternità tra le differenti comunità religiose. Sarà accolto abraccia aperte in Marocco dai musulmani.

di Maria Chiara Biagioni (per il Sir)

INTERVISTA AD ANOUAR KBIBECHUna importante voce islamica sul documento

spazio giovani8

ESERCIZI POLITICIÈ iniziato il 17 febbraio il ciclo di tre incontri di formazione politica dell’Azione cattolica

Domenica 17 febbraio, presso illocale “Il Pidocchietto” in Apri-lia, si è tenuto il primo di tre

incontri del percorso di esercizi poli-tici organizzato dall’Azione cattolicadiocesana. L’argomento, “Politica-mente, economicamente scorretto”,sviluppato da don Salvatore Surbera,direttore dell’ufficio diocesano per laPastorale sociale e del lavoro, eracentrato su una questione di estremaattualità: il rapporto intercorrente trapolitica ed economia. Questo rappor-to è stato analizzato alla luce delcomplesso fenomeno sociale dellaglobalizzazione che, se da un lato hacontribuito ad accelerare la crescitaeconomica di molti Paesi del mondo, dall’altro ha generatol’instabilità del sistema politico-economico. «La globalizza-zione – ha detto don Salvatore Surbera – è senza dubbio unodei fenomeni sociali più rilevanti del nostro tempo. Attorno aessa si polarizzano le posizioni di coloro che intravedono, neiprocessi sociali ed economici da essa avviati, un’occasione dicrescita dello sviluppo economico; come pure quelle di quan-ti, al contrario, ritengono che tali processi abbiano accresciu-to la sperequazione tra ricchi e poveri in ordine alla distribu-

zione della ricchezza». In un mondosempre più interconnesso, la globa-lizzazione ha contribuito a ridurrenotevolmente la lontananza tra glistati, ma questa interdipendenza èstata vissuta, nella maggior parte deicasi, attraverso la lente deformantedel tornaconto economico e dellamassimizzazione del profitto chehanno intravisto nella globalizzazio-ne un’occasione di accrescimentodella ricchezza nelle mani di un nu-mero sempre più esiguo di persone.«Proprio una delle conseguenze diquesto fenomeno tanto complesso –ha aggiunto Surbera – è stata la per-dita di potere e di autonomia della

politica rispetto ai centri decisionali economici e finanziariquali le banche centrali, come anche la perdita di sovranitànazionale rispetto alle scelte delle multinazionali e ai diktatdelle istituzioni finanziarie internazionali o dei paesi più forti.Tutto ciò si è tradotto in un grave danno per la stessa demo-crazia, perché gli elettori non possono più influire sulle prin-cipali decisioni contribuendo a riscrivere il famoso assunto“one person, one vote” nel nuovo “one dollar one vote”».

Manuel De Santis

Su iniziativa della Commissioneper l’Ecumenismo e il dialogodella Conferenza episcopale del

Lazio, numerosissimi operatori pasto-rali e insegnanti di religione si sonodati appuntamento al santuario delDivino Amore il 28 marzo dalle 9,30,per riflettere insieme sul tema “La ri-voluzione della tenerezza”. Il Cardina-le vicario Angelo De Donatis aprirà ilavori del convegno richiamando ciòche per papa Francesco ha un valoreprofondo e una forza storica: l’empatia, la tenerezza, comeproposta per tutte le generazioni, antitetica alla cultura del-lo scarto e fonte di relazioni nuove. In un tempo complessocome quello di oggi, di mutamenti non sempre chiaramentedecifrabili, i linguaggi, le relazioni, l’agire sociale sono spes-so nutriti di semplificazioni e contrapposizioni, nelle cre-scenti distanze gli uni dagli altri. Le giovani generazioni, ca-riche di aspettative, ma spesso anche disorientate e espostealla solitudine, hanno bisogno di una chiave che apra la loroesistenza a sogni più grandi e a prospettive meno conflittua-li, più cariche di speranza e verità, sia delle realtà virtuali,che di una cultura nichilista o spaventata. Umberto Galim-berti, con la sensibilità propria del suo profilo di psicoanali-

sta, sociologo e filosofo, offrirà la re-lazione centrale della giornata, perleggere in maniera approfondita ladifferenza fra emozioni e sentimenti,l’auspicato passaggio dalle une aglialtri nelle contraddizioni del vissutodei più giovani. Ad accogliere le suesuggestioni, attingendo al propriumdella loro esperienza, cultura, sensi-bilità religiosa e umana, sarannoAlessandro Salamone, direttore del-l’ufficio Scuola del Vicariato di Ro-

ma, il Rav. Benedetto Carucci Viterbi, direttore della Scuolaebraica, Paolo Naso, valdese e docente di Scienza politicapresso l’Università La Sapienza. A moderare il dibattito saràil giornalista di Avvenire Mimmo Muolo. Prenderanno poi laparola nel pomeriggio, don Benoni Ambarus, direttore dellaCaritas romana e il vescovo Atnanasie di Bogdania, ausilia-re della diocesi Ortodossa romena in Italia. Uno stralcio delfilm “Francesco, uomo di parola” del regista Weimnberg re-stituirà parole, immagini e il ritratto personale del vescovodi Roma, che della tenerezza ha reso ragione, ponendola alcentro della sua vita, del suo magistero, della vita dellaChiesa, offerta di umanità per il mondo intero.

Marco Gnavi

LA RISCOPERTA DELLA TENEREZZAA marzo l’incontro organizzato dalla Commissione regionale per l’ecumenismo

Sarà presentato sabato 11 maggiopresso il museo diocesano di Albanoil libro “Leggende delle Alpi” di Ma-

ria Savi Lopez, pubblicato all’interno del-la collana editoriale “Le maschere di Al-lequin”, con altre due opere della scrittri-ce: “Nani e Folletti” e “Leggende del Ma-re”. L’autrice, da sempre affascinata dallestorie di credenze popolari, ha seleziona-to in questa opera una panoramica delleleggende della cultura alpina, tramanda-te da persone vissute in contesti etnici elinguistici differenti, ma accomunate daipaesaggi delle Alpi. Proprio queste mon-tagne, con i loro scorci unici, sono state laculla di storie, leggende e credenze natedalla fantasia con protagonisti mondi edesseri favolosi, occulti, a volte temibili avolte propizi. Un libro che riporta la nar-rativa di leggende secolari descritte così dalla Lopez: «Al-l’uomo che non abbia la fantasia morta e il cuore gelido pia-ceranno sempre i meravigliosi racconti che possono allettar-lo, e mentre ammirerà le dotte dissertazioni, che toglierannoad una reminiscenza mitologica, ad un fatto storico la gran-dezza leggendaria acquistata nel volgere dei secoli, ricorde-rà con profonda compiacenza le leggende, e non saprà mai

dimenticare l’affascinante poesia». Moltiracconti, secondo Maria Savi Lopez, giungo-no da antichi culti precristiani, che, spoglia-ti della loro valenza religiosa, hanno ripresovita sotto una nuova veste di leggenda o sto-rie. Anche l’autrice, come le leggende da leiselezionate, sembra avvolta dal misterio:come per la sua nascita, che alcune fonti af-fermano essere stata a Napoli nel 1846,mentre altre la spostano 1850. Tuttavia, nonsolo la data, ma anche il luogo che diede inatali a Maria Savi Lopez non è stata defini-ta: il mistero rimane insoluto tra le terre pu-gliesi di Terlizzi e Napoli. Il padre della Lo-pez, esiliato per motivi politici dal Regno deiBorbone, si trasferì con la famiglia in Pie-monte dove l’autrice crebbe in un ambienteculturale stimolante ed eterogeneo, che laportò alle prime produzioni letterarie nel-

l’ambito romanzesco e narrativo. Purtroppo, la Lopez rimasevedova presto e si immerse nella letteratura per trovare unadistrazione oltre che sostegno economico.  La sua produzio-ne letteraria fu piuttosto intensa, a partire dal 1885, data delprimo romanzo, fino al 1940, anno della morte.

Emanuele Scigliuzzo

dal territorio 9

LE LEGGENDE DELLE ALPIAloni di mistero per una trama avvincente

Vergogna. Questa è la parolache viene in mente pensando aquanto è accaduto alla biblio-

teca di Pavona. E, non a caso, è sta-to il sostantivo più utilizzato dagliutenti sui social. Del resto comenon indignarsi per la chiusura for-zata dell’unico presidio culturalepubblico del quartiere? La causadel blocco del servizio è da rintrac-ciarsi nelle ennesime denunce deiresidenti di via Roma e della biblio-tecaria che, non per la prima volta,si sono trovati a dover rimediare adazioni vandaliche di ragazzi, perlopiù minorenni, che passa-no i pomeriggi nel piazzale dietro l’edificio. Al di là dei purfastidiosissimi schiamazzi, musiche ad alto volume e be-stemmie varie, stavolta la meglio gioventù pavonense hapassato il limite e a essere danneggiate dalle bravate sonostate le vetrate della biblioteca. Se il bisogno di maggior si-curezza è comune a tutti i residenti, almeno quelli di buonsenso, non è chiaro di chi siano le responsabilità ultime. Ilportale della comunità della frazione, pavona.info, denun-cia quanto l’amministrazione comunale non abbia fatto ab-bastanza per il civico 1 di via Roma. A infastidire è stato so-

prattutto il silenzio in merito allaproposta che il comitato di quartie-re Pavona Uno aveva avanzato inmerito allo spostamento della de-legazione comunale a Villa Contari-ni per risparmiare quasi 30mila eu-ro di affitto. Soldi da reinvestireproprio nella biblioteca. L’immobi-le, di proprietà dell’ente case popo-lari, è stato concesso in comodatod’uso gratuito al Sistema Bibliote-cario dei Castelli Romani. Da partesua il sindaco Nicola Marini ha de-finito lo sfregio alla cultura “delin-

quenziale” e “deprecabile”. In particolare, il Comune di Al-bano Laziale ha denunciato l’accaduto al commissariato diPolizia di Albano, sottolineando che la sicurezza è di com-petenza delle forze dell’ordine. Al dibattito, rivelatosi comesempre fine a se stesso, hanno partecipato tutti coloro chehanno a cuore il decoro civile della frazione. Tra questi nonsi possono annoverare ovviamente i veri colpevoli. Tra que-sti, quei genitori che si disinteressano della vita dei loro fi-gli. Perché alcuni ragazzi sono in strada invece di stare acasa, magari a studiare?

Mirko Giustini

VINCONO I VANDALIChiuso l’unico presidio culturale di Pavona

rubrica biblicaa cura di ombretta pisano

10

All’epoca della definizione delcanone delle Scritture, tra ilII sec. a C. e fino al IV sec.

d.C. (quindi a cavallo dell’epocatra l’Antico e il Nuovo Testamen-to), videro la luce moltissimi scrit-ti mai entrati nel canone, ma chehanno tuttavia influenzato anchemolte opere cristiane. L’insiemedella letteratura cosiddetta “apo-crifa” copre una mole vastissimadi scritti eterogenei dalla storiacomplessa e accidentata. Con iltermine greco apocrifo non si in-tende in primo luogo “erroneo,eretico” in contrapposizione a“canonico, veritiero” ma si intende uno scritto “nascosto,segreto, lontano dall’uso”. Questo termine in seguito passòa designare quegli scritti religiosi non entrati nel canone bi-blico perché ritenuti non ispirati, non autentici, in contrastocon le tradizioni affermatesi nel tempo, e che per questo so-no stati progressivamente esclusi dall’uso pubblico e desti-nati all’oblio. Poiché le differenti confessioni religiose hannoadottato diverse liste di libri considerati canonici, differisco-no anche i libri da esse considerati apocrifi. Così, per esem-pio, relativamente all’AT, per gli Ebrei e per i Protestanti so-no apocrifi i libri entrati a far parte della Bibbia greca deiSettanta e accettati dai Cattolici (che li chiamano “deutero-canonici”, cioè del “secondo” canone).

Apocrifi dell’Antico e del Nuovo TestamentoComunemente, si distinguono Apocrifi dell’Antico Testa-mento e del Nuovo Testamento. Tra iprimi (tra cui si trovano anche diversitesti di origine cristiana) emergono so-prattutto le Apocalissi apocrife, rivela-zioni espresse tramite un linguaggioproprio che si trovano anche all’inter-no della Bibbia stessa, e i Testamenti,le ultime parole di grandi personaggibiblici, dal contenuto moraleggiante.Altri scritti riportano racconti di tipoleggendario su personaggi dell’AT(Ascensione di Isaia, libri di Enoch, li-bro dei Giubilei, ecc.). Gli Apocrifi del NT sono nati dal biso-gno dei cristiani della generazione suc-cessiva a quella del Gesù storico, di ar-ricchire di particolari (non di rado fol-kloristici e fiabeschi) le vicende dellavita di Gesù non riferite nei vangeli ca-nonici. Tra questi scritti, vi sono i van-geli “giudeo-cristiani”, di origine pale-stinese (ad esempio il Vangelo degliEbrei, il Vangelo dei Nazareni). Altri te-sti hanno avuto larga fortuna nella de-

vozione, anche se comunque non ispirati enon normativi per la fede, come il Proto-vangelo di Giacomo (II sec.) al quale si de-vono molte storie su Maria: il racconto del-la sua nascita, la sua infanzia nel Tempio, inomi dei suoi genitori. Una vasta letteratu-ra di questo tipo si riscontra anche nel ge-nere letterario degli Atti tramite i quali siraccontano la vita e le opere (anche in que-sti casi, spesso in termini favolistici) degliApostoli (Atti di Andrea, Atti di Paolo, Atti diPietro e dei Dodici, e altri). Tra gli apocrifi,inoltre, si trovano anche lettere: la Letteradi Barnaba, le Lettere di Ignazio di Antio-chia, per citarne alcune.

Scritti gnosticiDi questa grande e variegata famiglia fanno parte anche i co-siddetti scritti “gnostici”, che esprimono una visione delmondo molto pessimistica: esso è stato creato non da Dio,padre di Cristo, ma da un dio inferiore, il Demiurgo (di nor-ma, il Dio dell’AT, contrapposto a quello del NT); in essi, lasalvezza di Cristo arriva agli uomini non tramite la sua mor-te, ma attraverso l’azione razionale della sua Parola. L’esi-stenza di queste dottrine è stata per lungo tempo documen-tata solo dai Padri della Chiesa (ad esempio Ireneo, Tertullia-no, Origene) che hanno polemizzato e scritto contro di esse.Solo nel 1945, presso il villaggio di Nag Hammadi, in Egitto,vennero ritrovati i papiri contenenti i testimoni ritenuti per-duti di questa corrente di pensiero, che hanno restituito l’im-magine di un Cristianesimo delle origini molto diversificatonelle idee, ma anche molto frammentato e conflittuale, di cui

sono testimoni il Vangelo di Tommaso oil Vangelo di Giuda, che mette in cattivaluce gli Apostoli. Nel complesso, la letteratura apocrifarestituisce un quadro religioso molto di-versificato e, nel caso di quella neote-stamentaria, l’immagine di un Gesùmaestro di umanità, mosso dalle pas-sioni più nobili dell’essere umano, quel-le per la giustizia, la fratellanza e la pa-ce, che ha esercitato un notevole influs-so sulla produzione letteraria e artisticacristiana, come anche in campo devo-zionale e liturgico.

Per approfondire:Paolo Sacchi, Introduzione agli apocrifidell’Antico Testamento, Morcelliana, 2011Claudio Gianotto, I Vangeli apocrifi. Colla-na: Farsi un’idea 162, Il Mulino, 2018 (an-che Ebook)Per i testi tradotti in italiano, preceduti dapiccole introduzioni: Marcello Craveri (acura di), I Vangeli apocrifi, Einaudi 2005.

GLI SCRITTI APOCRIFIPiccolo percorso di formazione biblica - 6

mondialità e cultura 11

LA GIORNATA MONDIALE DELL’ACQUAUn bene necessario per la vita rischia di diventare per alcuni è un possibile veleno

Nel mondo sono 663 milioni lepersone che vivono ancora sen-za accesso a una fonte di acqua

sicura vicino casa. Sono quasi due mi-lioni coloro costretti a bere da fonticontaminate, rischiando di contrarremalattie come colera, dissenteria, tifoe poliomelite. E andando incontro allamorte. L’uso di acqua sporca e la scar-sa igiene causano infatti circa 842milamorti ogni anno. L’acqua, il bene pri-mario in assoluto, non è per tutti. A ricordarcelo, il 22 marzo di ogni an-no, è la Giornata mondiale dell’acqua, istituita nel 1992 dal-l’Assemblea generale delle Nazioni Unite, con l’obiettivo disensibilizzare l’opinione pubblica e la politica mondiale sul-l’importanza vitale dell’acqua corrente, e di promuovere unagestione sostenibile delle risorse idriche, sempre più a rischionel futuro. Secondo il “Rapporto mondiale delle Nazioni Unitesullo sviluppo delle risorse idriche 2018”, infatti, negli ultimi100 anni l’utilizzo di acqua nel mondo è aumentato di sei voltee continua a crescere costantemente. Nel mondo 3,6 miliardidi persone (quasi metà della popolazione mondiale) vivono inaree con potenziale scarsità idrica almeno per un mese all’an-no, ed entro il 2050 potrebbero essere tra 4,8 e 5,7 miliardi.Si tratta di un tema molto a cuore per papa Francesco, che ha

dedicato proprio all’acqua il mes-saggio della Giornata mondiale dipreghiera per la cura del creato:«Desidero richiamare l’attenzio-ne sulla questione dell’acqua, be-ne primario da tutelare e da met-tere a disposizione di tutti. Ognipersona ha diritto all’accesso al-l’acqua potabile e sicura. Custo-dire ogni giorno questo bene ine-stimabile rappresenta oggi unaresponsabilità ineludibile, unavera e propria sfida».

Di «grande guerra mondiale per l’acqua» aveva parlato Ber-goglio in un convegno sul “diritto umano all’acqua” nel2017: «È doloroso vedere quando la legislazione di un paeseo di un gruppo di paesi non considerano l’acqua come un di-ritto umano, quando addirittura si nega questo diritto uma-no. È necessario attribuire all’acqua la centralità che meri-ta nell’ambito delle politiche pubbliche». Da non dimentica-re, infine, le parole del Santo Padre nell’enciclica “LaudatoSì”: «L’acqua potabile e pulita rappresenta una questione diprimaria importanza, perché è indispensabile alla vita uma-na e per sostenere gli ecosistemi terrestri e acquatici. Èl’elemento vitale più prezioso».

Francesco Minardi

Il percorso del piano Mezzanino, nel Museodiocesano di Albano, termina con una picco-la sala dove, in una teca centrale, sono con-

servati due abiti liturgici; sulla parete di fondoè visibile, all’interno di una cornice, un prezio-so tessuto ricamato, con motivi policromi flo-reali. Da sempre, questo manufatto è attribuitoal grande compositore ungherese Franz Liszt.Il cosiddetto “drappo Liszt”, prima di essereesposto nella collezione museale, si trovavanell’episcopio, forse dono del musicista du-rante la sua presenza ad Albano come Cano-nico Onorario.Liszt nacque nel 1811 nella cittadina unghere-se di Raiding, oggi appartenente al territorioaustriaco. Perfezionò giovanissimo i suoi studi, prima a Vien-na e poi a Parigi. La sua vita fu caratterizzata dalla notevoleattività musicale e intellettuale. Raggiunse l’apice del suc-cesso tra gli anni trenta e quaranta del 1800. Tale fu il suosuccesso in Europa, che fu coniato il termine “Lisztomania”per indicare l’esaltazione dei fan durante i suoi concerti.Nel 1865 Liszt si trasferì in Italia, soggiornando presso Villad’Este a Tivoli, in quel periodo concessa in uso al cardinalbavarese Gustav Adolf von Hohenlohe dalla casa d’Asburgo.

Le sue composizioni in questo periodo sonoesclusivamente su opere religiose e di musi-ca sacra; i suoi lavori furono molto graditi aPio IX che gli assegnò gli ordini minori e lacarica di abate. Franz Liszt fu nominato Canonico Onorario dellaBasilica Cattedrale di Albano il 12 ottobre del1879. Forse in quella occasione ebbe in dono ildrappo conservato oggi al Museo diocesano, ma-gari per essere utilizzato come paliotto d’altare.Il drappo presenta una decorazione a ricamocon tinte tenui date dai filati in seta policroma edal ricamo ad applicazione. Su un fondo avorioin gros de Tours marezzato, bouquet di fiori efoglie si sviluppano da due angoli opposti del

drappo raggiungendosi, ma senza sfiorarsi, al centro dellacomposizione. Gli elementi che compongono i due bouquetsono uniti da un motivo simile ad un fiocco, dato dal tralcio fo-gliato. Il tralcio è realizzato con applicazioni in taffetas colorverde acqua, sul quale sono ricamate piccole losanghe. Que-ste applicazioni sono interamente profilate da un cordoncinoin seta avorio ed un bordo ad uncinetto. Tra i fiori si distinguo-no, ricamati in seta policroma, dei garofani e dei tulipani.

Roberto Libera

IL DRAPPO DI LISZTAntropologia del sacro

appunti12

Mensile di informazionedella Diocesi Suburbicaria di AlbanoAnno 12, numero 109 - febbraio 2019

APPUNTAMENTI04 MARZO

• Percorso biblico diocesanoTema: “Lo scopo è il viaggio: la chiamata di Abra-mo” relatore Jean Luis Ska sj. L’incontro si terràpresso la Parrocchia Ss. Pietro e Paolo in Aprilia.• Scuola di coppia e di genitoriIncontro sulla genitorialità, presso la Parrocchia S.Giuseppe in Pavona alle ore 18.00, organizzato dallaPastorale familiare. Il tema: “Accompagnare i figlinell’era digitale” sarà sviluppato da padre Paolo Be-nanti e don Carlino Panzeri.

07 MARZORitiro spirituale mensile del cleroOre 9.30 Seminario Vescovile.

08 MARZOChiamati alla santitàL’incontro, organizzato dalle sorelle clarisse di Al-bano in collaborazione con don Alessandro Manci-ni, direttore del seminario diocesano, ha per tema“Beati i puri di cuore” ed inizierà alle ore 21 nellacappella delle clarisse, piazza Pia (Albano Laziale).

11 MARZO• Riunione dei vicari territorialiL’incontro si terrà alle ore 10.00 presso la salariunioni della curia vescovile.• Percorso biblico diocesanoTema: “Un albero, una tenda e tre ospiti: Dio visi-ta Ambramo a Mambré” relatore Jean Luis Skasj. L’incontro si terrà presso la Parrocchia Ss.Pietro e Paolo in Aprilia.

15 MARZORiunione dei direttori di curiaOre 10.00 sala riunioni della curia vescovile.

18 MARZOPercorso biblico diocesanoTema: “Adesso so: il sacrificio di Isacco e le sco-perte di Dio.”, relatore Jean Luis Ska sj. L’incon-tro si terrà presso la Parrocchia Ss. Pietro e Pao-lo in Aprilia.

19 MARZOSan Giuseppe - festa del papà

21 MARZORiunione del consiglio presbiteraleOre 10.00 presso il Seminario vescovile.

24 MARZOCresifestIl Cresifest, festa dei cresimandi, anche quest’an-no sarà ospitato dal Centro Mariapoli (Via S. Gio-vanni Battista De La Salle - Castel Gandolfo) dalleore 15.00. Il tema di quest’anno è “#Mai Soli”.

30 e 31 MARZOWeek-end di spiritualità con gli sposi e le famiglieTema dell’incontro è “L’alleanza uomo-donna:l’arcobaleno di Dio tra cielo e terra” ed ha comeriferimento Gen 9,12-17. L’incontro si terrà pres-so i padri Somaschi (via Rufelli, 11 - Ariccia). Re-latori: don Carlino Panzeri e la professoressaEmilia Palladino.

Reg. n. 13/08 del 08.05.2008 presso il Tribunale di Velletri

Direttore Editoriale: Mons. Marcello Semeraro

Direttore responsabile: Dott. Fabrizio Fontana

Coordinatore di redazione: Don Alessandro Paone

Hanno collaborato:Manuel De Santis, Cecilia Falcetti, Mirko Giustini, Mar-co Gnavi, Gualtiero Isacchi, Roberto Libera, ValentinaLucidi, Matteo Lupini, Chiara Maffeis, Giovanni Marco-tullio, Francesco Minardi, Antonello Palozzi, OmbrettaPisano, Giovanni Salsano, Emanuele Scigliuzzo, Ales-sandra Veccia, Irene Villani.

Piazza Vescovile, 1100041 Albano Laziale (Rm)Tel. 06/93.26.84.024 - Fax 06/93.23.844

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Stampa: Tipografica Renzo PalozziVia Capo D’Acqua, 22/B00047 Marino (Rm) - Tel. 06/93.87.025

Questo numero è stato chiuso il 21.02.2019

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Kant afferma che i doveri della morale si manifestanochiaramente alla ragione umana, perché vengono for-mulati proprio dalla ragione dell’uomo. Vivere secondo

ragione, infatti, equivale a vivere moralmente e coerente-mente ai propri principi etici, anche se questo costa, all’uomoche ne vive, il disprezzo da parte del mondo. Eppure, se sivuole continuare a essere degli uomini razionali, ciò che con-ta veramente è rimanere ancorati alla propria ragione, per ilcui esercizio è prevista una ricompensa futura di benessere efelicità. L’uomo deve arrivare a una vita virtuosa attraverso ildominio di sé, che può ottenere grazie al modello di perfezio-ne offertogli dal Sommo Bene, al quale mai potrà sostituirsi,ma che potrà emulare, per agire in conformità ai suoi precet-ti. Se ci si chiedesse da cosa sia caratterizzata una vita virtuo-sa per l’uomo, la risposta si rintraccerebbe subito nelle di-mensioni di bontà e giustizia, le quali si esercitano sia per ilbenessere degli altri, sia che per il rispetto di sé. Ciò che con-ta, inoltre, è il riconoscere sempre un valore alle proprie azio-ni e alla propria coscienza, che per Kant, insieme alla cono-scenza, rappresenta un binomio indissolubile: l’essere con-sapevoli di se stessi e della propria sfera morale spinge l’uo-mo a conoscere anche la dimensione del Bene e a vivere innome di questo. Infatti, solo quando l’umanità, pur conoscen-do il bene, avrà agito in difformità da questo, allora potrà es-sere punita; mentre, se si imputasse qualsiasi punizione nei

confronti di qualcuno che nonconosce il significato del be-ne, allora il castigo risulte-rebbe, oltre che vano, anchesbagliato. Per questo motivo,la resistenza al male si puòattuare solamente con unaconoscenza di ciò che a essosi oppone. La santità delSommo Bene si deve incar-nare nella bontà umana, equesto è il compito dell’uo-mo: accettare la sfida eticadel riconoscimento del suolimite, al fine di un’aperturaverso l’Infinito. Quindi, l’eli-minazione del male avvieneattraverso l’onnipotente sviluppo per la perfezione, il cuimezzo di attuazione si trova nella ragione umana: l’uso che lecreature fanno della loro razionalità, costituisce, per Kant, lavera perfezione del mondo, che è caratterizzata, a sua volta,sia dall’esercizio della libertà, che permette all’uomo diesprimere se stesso sinceramente, sia dall’accordo del mon-do della natura con la felicità umana.

Chiara Maffeis

COSCIENZA E CONOSCENZAIl bene e il male alla luce del Sommo Bene