CENTOPAESI 3 2013

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Centopaesi anno XVIII n° 3 - ottobre 2013 La rivista delle Pro Loco e dei Consorzi Pro Loco del Trentino Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% NE/TN

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Centopaesi, la rivista delle pro loco e dei consorzi pro loco del trentino

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Centopaesianno XVIII n° 3 - ottobre 2013

La rivista delle Pro Loco e deiConsorzi Pro Loco del Trentino

Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% NE/TN

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CENTOPAESI

direttore responsabileEnrico Faes

redazioneEnrico Faes

Oriana Bosco

impaginazioneRina Chemelli

Ivo Povinelli

stampaEsperia, Lavis - Tn

foto di copertinaPro Loco di Villa Lagarina

Sommario

16|23 ottobre 20134° edizione del percorso formativo HACCP

ore 20:00 presso la sede della Federazione

23 novembre 2013‘L’utilizzo pratico di un piano

di autocontrollo fatto su misura per le Pro Loco’ore 20:00 presso la sede della Federazione

per questioni organizzative è necessario confermare la vostra presenza chiamando lo 0461 239006 o inviando una mail a [email protected]

pag. 3 Volontariando s’imparapag. 4 World Natural Heritage Managementpag. 6 Benvenuta Pro Loco di Varonepag. 8 Settembre Rotalianopag. 10 Il futuro dell’accoglienza turisticapag. 14 I suoni della Vigolanapag. 16 1° compleanno della Pro Loco di Nave S. Roccopag. 17 Castellano...tra passato e presentepag. 18 Come nasceva cinquant’anni fa una Pro Locopag. 19 Visite guidate per le Feste Madruzzianepag. 20 Calavino tra grande storia e quotidianitàpag. 22 Riflessi di luna su un lago incantatopag. 24 Un’estate alla scoperta del nostro Borgopag. 25 Sagra della ciuigapag. 26 Grauno, comune piccolo, idee grandi!pag. 28 Pro Loco significa comunitàpag. 30 Lucciolata: emozioni di una notte di mezza estatepag. 31 Ma quant’è bella l’estate a Carisolo

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Editoriale

Volontariando s’impara!

Vorrei, in questo editoriale, approfondire un tema sul quale sono stato invitato a parlare non più tardi di un mese fa. Nell’occasione del primo ritrovo di un movimento chiamato Noi Tweet (tweet sta per: trentino welfare economia e territorio) mi era stato chiesto di parlare, in sette minuti, del tema: Turismo – professione volontario. Altro che sette minuti ci vorrebbero per dare la giusta interpretazione a que-sto fantastico ossimoro. Niente di più vero però si poteva utilizzare per dare l’immediato senso a quan-to rappresenta il mondo del volontariato turistico trentino, ossia un mondo fatto proprio di molti vo-lontari “professionisti”. E’ quasi un esercito: una federazione, 10 consorzi, 180 pro loco circa, 20.000 volontari che incessantemente lavorano nell’arco dell’anno per la valorizzazione e l’animazione di molti paesi e località trentine. Questo ossimoro tro-va una prima validazione in un importante aspetto: la “professione” del volontario non deriva da alcun contratto formalizzato (tipico delle professioni) ma è dovuto principalmente ad un contratto psicologi-co attraverso il quale ciascuno “lavora” all’interno dell’associazione di volontariato assecondando un contratto che non ha schemi formali ma solamen-te regole e funzionamenti di carattere psicologico. Tendenzialmente questo “contratto” implica che il volontario presta il suo lavoro per soddisfare un’esi-genza personale, che, anche se legata al concetto di “fare per il bene comune” trova una prima soddi-sfazione proprio nell’individuo che mette a compi-mento delle azioni per soddisfarla. Altra validazione dell’ossimoro “professione volon-tario” è legata alla qualità del lavoro che occorre di-sporre all’interno di un’associazione di volontariato come la pro loco. Sebbene si tratti di attività volon-tarie, regole, disposizioni in termini di sicurezza e di igiene, burocrazia ecc, ecc, implicano che le attività di volontariato siano davvero alla stregua di vere e proprie professioni, dove è necessario che compe-tenze, buone pratiche, professionalità siano messe in campo quotidianamente ed in ciascuna piccola attività proposta. Potrei continuare a lungo nel proporre validazioni al tema in oggetto ma credo che da queste due brevi

riflessioni possa emergere già quanto mi è più a cuo-re evidenziare: l’essere volontario di pro loco, come di altre associazioni di volontariato, è una scuola di formazione e di vita per la potenziale classe diri-gente del futuro. Le dinamiche che sottostanno alla gestione di un’associazione sono davvero profonde e formative: la gestione delle relazioni all’interno di un gruppo, la capacità di saper disporre di risorse umane ottimizzandone tempi e capacità, la diplo-mazia necessaria nel mantenere relazioni con ammi-nistratori pubblici e privati, le conoscenze da spen-dere nei vari ambiti (sicurezza, igiene, burocrazia, amministrazione, fiscalità ecc.) sono tutte applica-zioni concrete, reali e pratiche che un amministrato-re deve fronteggiare quotidianamente.Il messaggio che mi sento rivolgere è: partecipate, rendetevi parte attiva del mondo del volontariato perché sebbene sia un’esperienza apparentemente gratuita, di fatto arricchisce le persone in moltissimi aspetti della vita. Partecipare con la corretta attitudi-ne di agire per la soddisfazione personale (il bisogno primario di cui parlavo all’inizio), tenendo però ben saldo il principio che siccome siamo singoli inseriti in un mondo, pensare al sé contestualmente agli al-tri è vettore di ricchezza per tutti. Il messaggio che invece questo argomento mi rimanda alle istituzioni è: fate in modo che la partecipazione e l’espressio-ne del volontariato non sia difficoltosa; pensate ai tanti aspetti che vincolano e legano le associazioni, quali burocrazie, richieste di contributi ecc.., arrivati ad un punto tale da costituire quasi delle barriere all’entrata per chi vuole affacciarsi al mondo del volontariato.Aiutate a favorire ed incrementare la presenza del volontariato nei vari territori perché la partecipa-zione contribuisce ad aumentare il benessere delle persone, sia quelle che attivamente producono, ma anche quelle che usufruiscono dei vari servizi.Mi piace chiudere con questo messaggio: se il dato oggettivo è il bicchiere a metà, e ci si abitua a veder-lo o mezzo pieno o mezzo vuoto, rendersi parte at-tiva nel mondo del volontariato significa andare alla ricerca di come riuscire a riempire la parte mancante del bicchiere.

Enrico Faes, presidente della Federazione

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Notizie dalla Federazione

World NaturalHeritage Management

Nella prima settimana di giugno si è conclusa la fase di aula del master per la gestione dei pa-trimoni UNESCO che ho fre-quentato nei primi sei mesi di quest’anno. Gli spunti teorici sono stati numerosi e come allie-vo dovrò riuscire a tradurli in un progetto che verrà discusso en-tro la fine dell’anno in occasione della conclusione del percorso. Chi ha frequentato il percorso inviato da un ente o da un’azien-da non è tenuto a realizzare una fase di stage fuori dall’ente di provenienza, mentre il progetto finale dovrà comunque essere presentato da tutti gli allievi.In questo momento la questione principale è riuscire a declinare, almeno in parte, tutto ciò che è stato considerato in aula come materiale di lavoro per un pro-getto sulle Pro Loco. Devo dire che si tratta ancora di una fase di scrematura ma posso già in-dividuare alcuni punti nodali per lavorare con le Pro loco.Il primo punto riguarda il con-cetto di ‘distretto’ che nella lette-ratura dell’economia si configu-ra come una realtà in cui molte

componenti concorrono alla re-alizzazione di un prodotto o alla sua commercializzazione, grazie al sostegno di soggetti territoria-li e parti sociali di varia natura. Questo capitale di relazioni, det-to ‘capitale sociale’ è costituito principalmente da relazioni ed è un fattore di implementazione e stabilizzazione di un economia perché va a garantire il rispetto di regole formali e informali. All’atto pratico vuol dire che le regole vengono rispettate, i tem-

pi di consegna, gli standard di qualità… tutti quanti i contratti delimitano sommariamente le condizioni dei contratti ma poi è attraverso le relazioni che si cerca di garantirne il rispetto. A tutto questo si affianca un saper fare che è patrimonio di tutta la popolazione, ognuno insomma possiede le competenze tecni-che, in atto o potenzialmente, per produrre quel determinato prodotto. Il secondo concetto che ritengo

Monte Pelmo e Pelmetto Patrimonio Dolomiti UNESCO

Ivo Povinelli, Federazione Trentina delle Pro LocoIl corso frequentato nel 2013 ha permessodi comprendere come si possano guardare le Pro Loconell’ottica di un turismo sostenibilie e di una modalità di ge-stire il territorio attraverso i criteri della pianificazione e della gestione sostenibile. L’impresa di riportare le Pro Loco dentro al turimo passa per l’individuazione di una modalità originale di interpretare il loro ruolo.

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fondamentale riguarda l’offerta turistica. Nella situazione che sta vivendo ora il turismo è bene pensare che la singola attrazio-ne o patrimonio non è di per sé attrattiva di alcun target turisti-co. Ad esempio, non possiamo pensare che un castello, un lago o qualche altro elemento siano di per sé un’attrazione turistica perché, per come funziona il tu-rismo oggi, non lo è nemmeno una singola città come Roma o Firenze. Significa che non dob-biamo pensare di poter promuo-vere una risorsa singolarmente semplicemente perché non la vedrà nessuno. Allora la via, per-corribile anche dalle pro loco, è quella di mettere quella risorsa dentro ad un circuito di offerta più ampio, che nel suo comples-so potrà essere una reale attra-zione per i turisti.Da queste due considerazioni discende un terzo ragionamen-to sulle Pro Loco: non si può più pensare di lavorare da soli se si vuole far parte del mon-do turistico. Significa che se le Pro Loco vogliono che un loro evento abbia un valore turistico devono per forza riuscire a col-legarlo e ad integrarlo all’offerta turistica di una località che a sua volta dovrà legarlo ad un offerta a livello più ampio. Per fare que-sto tuttavia le Pro Loco sono costrette ad aprirsi, a costruire e a progettare insieme a tutti gli altri enti del turismo, accettando risultati in parte diversi da quelli prefigurati inizialmente ma te-nendo un ruolo saldo nella lea-dership.Non è facile per le pro loco isti-tuire delle relazioni sul territorio che vadano oltre il singolo even-to o la singola manifestazione. Questo deriva dal fatto che per

poter mantenere una posizio-ne dentro ad un accordo su un progetto bisogna sapere molto bene qual è il proprio obiettivo principale e qual è, nel dettaglio l’obiettivo che si vuole raggiun-gere attraverso quell’azione di partnership. Se non si conosco-no bene questi fattori c’è il ri-schio di lavorare soddisfacendo gli obiettivi degli altri ma non i propri e questo è uno dei tanti modi che ci sono per perdere la passione e l’attaccamento dei propri volontari.In pratica la teoria dice che se non hai ben chiaro perché fai le cose non potrai nemmeno

costruire dei rapporti con altre istituzioni che siano vantaggiosi per te: forse è questo che frena le pro loco ad aprirsi, perché negli anni ho rilevato che fanno fatica a dire perché esistono o a trovare le parole per dirlo. È evi-dente che se esistono le Pro loco c’è un perché, altra faccenda è ri-uscire a dirlo, a comunicarlo e a farlo capire a agli altri. Se l’obiet-tivo della Federazione è riporta-re le Pro Loco a pieno titolo nel mondo del turismo penso che il master frequentato sia stato molto utile per riuscire a creare un quadro di lavoro utile alla sua realizzazione.

Conoscenza e gestione dei Beni naturali iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO (Dolomiti e altri siti montani)

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15 gennaio - 12 dicembre 2014

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Oriana Bosco, Federazione Pro LocoUn Gruppo iniziative attivo dal 1996, un paese che stava perden-do la sua identità, un bellissimo spazio a disposizione da gestire, un folto gruppo di volontari en-tusiasti: gli ingredienti per creare una Pro Loco, il paese di Varone ce li aveva davvero tutti. E così, lo scorso 28 luglio, è stata istituita la Pro Loco Varone, un’associa-zione che siamo certi ci riserverà molte sorprese e che ha già ini-ziato a pieno ritmo la sua attività.Come e perché si è pensato di passare da Gruppo iniziative a Pro Loco? Ce lo ha spiegato Luigi Marchi, il suo presidente. “Siamo riusciti a diventare una Pro Loco soprattutto perché abbiamo sempre avuto un’or-ganizzazione interna molto ben definita: questo ci ha permes-so di poterci approcciare a una nuova dimensione, come quella che ci dà il fatto di essere Pro Loco, con tranquillità e fiducia.” Il perché si decide di fare uno scat-to e passare da Gruppo Iniziative a Pro Loco ha diverse motiva-zioni. Dal punto di vista interno dell’organizzazione, certamente il fatto di diventare Pro Loco indi-ca la volontà di un cambiamento di mission: non ci si riconosce più

in un’organizzazione che si dedi-ca solo all’animazione locale, ma si desidera occuparsi di attività rivolte anche al turista. Si passa quindi dal ruolo primariamente sociale del Gruppo Iniziative, a un ruolo che incide sul territorio in senso più ampio, agendo nel comparto turistico, e quindi eco-nomico, del proprio ambito. Dal punto di vista esterno, invece, per il Gruppo diventare Pro Loco si-gnifica avere una maggiore rico-noscibilità, e quindi permette di essere meglio identificati a livel-lo di sistema turistico e sociale. Nel caso specifico della nuova Pro Loco Varone, le attività prin-cipali sono legate al Centro Cul-turale Pernone, da loro gestito su disposizione dell’amministra-zione comunale, e alla Sagra del-la Lumaca. Il Centro Culturale Pernone è un edificio con alcune sale che la Pro Loco mette a di-sposizione per le associazioni du-rante tutto l’anno, di cui fa parte anche una chiesa sconsacrata, usata oggi per eventi, convegni e attività ricreative e culturali or-ganizzati dalla Pro Loco stessa. Immaginiamo l’emozione per la Pro Loco nel poter organizzare eventi in una chiesa millenaria,

che conserva persino una stele longobarda al suo interno! Altra attività molto sentita è la famosa Sagra della Lumaca, piatto ricer-cato e da intenditori, che ormai non ha segreti per gli abilissimi cuochi dello staff. La qualità e la rarità dei piatti proposti atti-rano sempre un gran numero di visitatori, anche se ultimamente,

BenvenutaPro Locodi Varone

Nuovi arrivi

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ci dice Luigi Marchi, si nota un crescente afflusso di visitatori provenienti da Veneto e Lombar-dia. Certamente il fatto di lavo-rare come Pro Loco incentiverà la crescita di questa tipologia di ospiti, per i quali la Sagra può essere un motivo di scoperta del territorio e magari anche di per-nottamento. Lavorando adesso

come Pro Loco, inoltre, gli amici del Varone puntano anche a cre-scere nelle collaborazioni con le associazioni locali, creando una rete che porti un miglioramento dell’offerta delle attività di ani-mazione e degli spunti culturali offerti sia ai residenti che ai tu-risti. “Il fatto di essere diventati Pro Loco”, ci dice ancora Luigi

Marchi, “ci è da stimolo per in-vestire anche su questi rappor-ti di collaborazione con gli altri attori locali, come ci spinge an-che a cercare un rinnovamento puntando sui nostri giovani”. Se è vero che è sempre premia-to chi si riesce a rinnovare e chi non si ferma, la nuova Pro Loco del Varone è già a buon punto!

La ex chiesa di Varone sede della Pro Loco

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Settembre RotalianoReportage

Prendiamo un borgo immerso in un giardino di viti a perdita d’occhio, mettiamoci una pro-duzione vinicola di altissimo li-gnaggio e aggiungiamo una Pro Loco volenterosa e entusiasta: partendo da questi ingredienti, la Pro Loco di Mezzocorona ha dato vita a un evento che è en-trato ormai nel novero dei gran-di appuntamenti dell’estate tren-tina: Settembre Rotaliano. Conosciuta senza dubbio dalla maggior parte dei nostri lettori, Settembre Rotaliano è la festa che si svolge da oltre vent’an-ni a Mezzocorona ai primi di settembre. Cuore dell’evento, ovviamente, il rinomato vino DOC che ha qui i suoi natali, il Teroldego Rotaliano. Abbiamo chiesto al presidente della Pro Loco di Mezzocorona, Alois Furlan, che cosa c’è alla base del successo di Settembre Rotaliano e come una Pro Loco si misura con la sua grande po-polarità.Quando nasce Settembre Ro-taliano e che evoluzione ha avuto in questi anni?Settembre Rotaliano, o Grap-polo d’Oro, come si chiamava la mostra del Teroldego all’i-nizio, nasce più di trent’anni fa come festa della vendemmia. Nel 1998 la Pro Loco di allora inizia a lavorarci e ad ampliarla, trasformandola in vera propria sagra del paese di Mezzocorona con il nome di Festa dell’Uva. E’ però nel 2000 che si fa il grande passo: con la nuova Pro Loco allora costituita, si decide di ri-

prendere il nome originario di Settembre Rotaliano, si espande l’area della festa a tutto il pese e si cura maggiormente la Mostra del Teroldego, che quest’anno è alla sua 23° edizione. Infine, si aggiungono un corollario di at-tività ed eventi collaterali. Chi sono oggi, per la Pro Loco, i destinatari di Settem-bre Rotaliano?I destinatari principali conti-nuano a essere quelli storici di Settembre Rotaliano, e cioè i residenti: non vogliamo infat-ti stravolgere il senso di questa manifestazione così sentita dal paese.E’ vero però che negli ultimi anni ci stiamo dirigendo anche verso un pubblico fatto di ospi-ti esterni, in particolar modo di turisti. E lo sforzo che abbiamo fatto, in particolare quest’anno, con la comunicazione web e con i social media, va proprio in questa direzione: far conoscere e attirare a Settembre Rotaliano sempre più persone provenien-ti da tutto il Trentino e da fuori regione.

Qual è l’obiettivo principale della manifestazione?Essere una grande festa di paese e diventare anche un fattore di attrattiva turistica. Ovviamente, questi obiettivi sono legati an-che allo scopo di promuovere il Teroldego Rotaliano: per noi, la festa è l’occasione per offrire una vetrina alla produzione di Teroldego Rotaliano DOC, non solo legata ai confini di Mez-

zocorona ma allargata a tutto il Trentino. Per questo la Mostra del Teroldego presenta sempre una panoramica delle etichette migliori di tutta la provincia: il primo criterio di scelta è la qua-lità, non i limiti territoriali.

Parliamo della parte logi-stica: quanti siete nella Pro Loco a occuparvi dell’evento, e quanto tempo occorre per organizzarlo?Ci lavoriamo in tredici, e l’impe-gno è di tutto l’anno: stiamo già mettendo in cantiere l’edizione 2014!

Avete attivato una rete di col-laborazioni sul territorio? E se sì, come le gestite? Nell’area di Mezzocorona abbia-mo diverse collaborazioni con associazioni locali (dai gruppi musicali, alle associazioni spor-tive, ai gruppi di volontariato), che lavorano con noi per la par-te operativa, come ad esempio su allestimento e servizi. Ab-biamo poi una rete di contatti e collaborazioni con molte as-sociazioni esterne, come quelle che curano le mostre d’arte e di fotografia, oppure, quest’anno, lo street boulder. Non ci limi-tiamo neanche qui ai soli attori del territorio, ma cerchiamo di introdurre anche proposte inte-ressanti da tutta la provincia. Infine, a livello di ente turisti-co provinciale, collaboriamo da anni con Trentino Sviluppo, che ci aiuta soprattutto nella promo-zione della parte vino.

Oriana Bosco, Federazione Trentina Pro Loco e Loro Consorzi

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Settembre Rotaliano è un esem-pio emblematico di evento che, da una parte, tiene fede alle sue origini di festa del paese, e dall’altra si dirige verso un pub-blico più vasto e mira a diven-tare anche fattore di attrazione turistica. Un’idea molto positiva che è stata introdotta dell’edizione di quest’anno è stata la distribuzio-ne di questionari per gli ospiti, grazie ai quali si è potuto ave-re un dato concreto sulla pro-venienza, l’apprezzamento, gli aspetti positivi e negativi dell’e-vento: iniziativa che di certo tor-nerà utile agli organizzatori per capire se la strada intrapresa è quella giusta.I risultati dei questionari parlano di un 45% circa di ospiti prove-nienti da fuori la Piana Rotalia-na, e accanto anche a una picco-la ma significativa percentuale di turisti in senso stretto (che allog-giano in loco appositamente per la festa).

Se quindi sembra che Settembre Rotaliano stia dando agli orga-nizzatori i risultati attesi, possia-mo provare a rintracciare quali siano i fattori utili per la buona riuscita di questo sforzo. In pri-mo luogo, sicuramente elemento fondamentale è il fatto che la fe-sta si basi sulle solide fondamen-ta di una tradizione trentennale di sagra paesana, in cui tutta la comunità si sente coinvolta poi-ché essa rappresenta l’orgoglio del proprio paese: questo porta i residenti a dedicarvisi con gran-de passione ed impegno, diven-tando un momento forte di coe-sione e aggregazione sociale. In secondo luogo, rilevante è anche il fatto di avere uno stimolo trai-nante, e cioè il Teroldego Rota-liano, che è anche un’eccellenza territoriale con la quale la locali-tà si identifica. Si crea in questo modo un leitmotiv che facilita la identificazione e definizione del-la tipologia di evento anche per chi non conosce la festa. Infi-

ne, ma certamente non ultimo, viene il raggio d’azione della Pro Loco di Mezzocorona nell’or-ganizzazione e nella indicazione delle linee generali dell’evento. La Pro Loco è il direttore d’or-chestra, che fa da collettore tra le diverse associazioni, le coinvol-ge e le coordina. Ma non solo: la Pro Loco dà anche un forte indirizzo alla manifestazione (cercare un pubblico più am-pio, coinvolgere anche soggetti esterni alla Piana Rotaliana…), assumendosi la responsabilità delle scelte fatte. La Pro Loco insomma diventa qui vero pon-te di collegamento tra la comu-nità e il mondo del turismo, di cui porta le maggiori istanze. L’esperienza di Settembre Ro-taliano ci porta quindi la testi-monianza positiva di una festa che non nasce con lo scopo di attrarre turismo, ma lo richiama come conseguenza della sua na-tura autoctona, autentica e qua-lificata.

La corte di Palazzo Martini

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Il futuro dell’accoglienza turistica?Deve partire da noi!

Idee tra Pro Loco e turismo

All’interno del corso Una nuova cultura dell’ospitalità in Valle del Chiese, organizzato dal Consor-zio Turistico, Ecomuseo e BIM (vedi Centopaesi n°2, 2013), una interessante lezione è stata dedicata all’ “Informazione e Accoglienza 2.0”, cioè alle nuo-ve frontiere dell’accoglienza in un contesto turistico in radicale cambiamento. Arrivato a Cimego direttamente da Torino, il relatore Bruno Ber-tero ha portato in Valle del Chie-se non solo la sua esperienza nel settore dell’accoglienza turistica in tutta Italia (oggi è considera-to una delle voci più autorevoli nel campo), ma anche la sua co-noscenza decennale del mondo Pro Loco: ha guidato infatti per anni una grande Pro Loco pie-montese. Il pubblico presente, composto in prevalenza da ope-ratori turistici e volontari Pro Loco, ha avuto quindi l’opportu-nità di confrontarsi direttamente con un modello di lavoro che ha destato molto interesse e ha sti-molato grande curiosità: voglia-mo quindi condividere con tutto il mondo Pro Loco del Trentino alcuni elementi che sono emersi, sperando che possano dare ori-gine a idee e spunti da portare sui nostri territori.

L’evoluzione del turismoNegli ultimi anni il turismo è ra-dicalmente cambiato in molti dei suoi tratti. Il primo è la lunghez-

za: si passa dalla vacanza lunga e poco frequente di una volta, allo short break, la vacanza breve e destagionalizzata, in cui il turista ha maggiore capacità di spesa. Anche la frequenza è cambiata, in quanto al posto di una sola vacanza lunga si preferiscono tanti short breaks durante l’an-no. Cosa ancora più importante, cambia la motivazione della va-canza. Se una volta la ragione della vacanza era un’idea genera-le di riposo e benessere, oggi i viaggi sono sempre più tematici, e le attività che voglio fare diven-tano più importanti nella scelta rispetto alla destinazione stessa: si pensi ai viaggi benessere nelle Spa, o alle vacanze sulla neve, o ancora ai pacchetti dedicati alle attività per la famiglia. Che cosa ha portato a questo cambiamento? Da una parte certamente delle ragioni di tipo logistico: l’intro-duzione dei voli low cost ha per-messo infatti spostamenti rapidi, frequenti ed economici. Dall’altra però, alla base c’è an-che un cambiamento del turista stesso, che oggi ha maggiore necessità di staccare dalla vita quotidiana, ha più esperienza in ambito turistico, che gli per-mette di trovare in autonomia informazioni, e non ultimo, in generale ricerca oggi esperienze di maggiore autenticità, più vici-ne alla realtà locale. La nuova accoglienza turistica

Uno dei cambiamenti più si-gnificativi del turismo degli ul-timi anni è sicuramente il peso assunto da internet, che svolge un ruolo fondamentale sia nel-la scelta della vacanza che nella prenotazione. La promozione è entrata in una nuova fase: l’80% dei nostri visitatori pianifica la propria vacanza su internet e più di un turista su tre prenota on line. Nel settore del turismo, il 70% dei consumatori ha fidu-cia nelle opinioni di altri consu-matori e l’utente può diventare esso stesso promotore. Ma non solo: oggi internet aiuta anche nell’accoglienza del visitatore, accompagnandolo nella ricerca delle informazioni sia prima, che durante, che dopo la vacanza. Per questo oggi è necessaria una nuova cultura dell’accoglienza, con molte funzioni in più ri-spetto al passato: far conoscere la destinazione, fornire infor-mazioni, facilitare le scelte e la prenotazione, aiutare nell’orga-nizzazione, soddisfare durante il soggiorno, fidelizzare il visita-tore. Per questo il passaggio da compiere è trasformare l’acco-glienza in promozione.

Da accoglienza a promozione Cosa fare quindi per migliorare la promozione?1.Coinvolgere i residenti:trasformare i residenti in ani-matori territoriali. Ci sono molti esempi di questo tipo: un ragaz-

Oriana Bosco, Federazione Trentina Pro Loco

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Segmentazione anagrafica• Mature generation: (1920-

1945): ricerca di riposo e serenità, pacchetti turistici, fedeli alla destinazione, proposte semplici, 1 o 2 vacanze all’anno

• Baby boomers (1946 – 1964): ricerca benessere e scoperta, personalizzazio-ne proposte, più destina-zioni preferite

• X generation (1965 – 1978): ricerca divertimento e convenienza, proposte deal e last minute, infedel-tà alla destinazione, più vacanza brevi

• Y generation (1979 – 1999): ricerca esperienza e novità, self packaging proposta, vacanze brevi o periodi all’estero, fedeltà alla propria community

Segmentazione per gruppo• Famiglia: proposte sicure e

standardizzate• Single: molti short breaks,

prenotano poco prima, viaggi aereo, interessati in sport, vita notturna, cultura

• Coppie Dinkis: double inkome no kids - doppia entrata senza bambini

• Amici: gruppi di persone che condividono lo stesso appartamento o lo stesso stile di vita

Segmentazione per profilo: • Spiriti liberi• Esploratori culturali• Ricercatore di esperienze

autentiche• Viaggiatore formale• Turista ringiovanito • Turista virtuale• Esploratore della sua storia

personale• Amante della cultura• Turista slow/dolce**interessante per le pro loco. cerca la dimensione della len-tezza, a contatto con gli aspetti naturali ed autentici di una destinazione: persegue l’idea di buon vivere, di sostenibilità e di autenticità, può essere declinato anche come: turismo culturale, turismo naturalisti-co/outdoor, turismo enoga-stronomicoFonte: Canadian Tourism Commission

IL NUOVO TURISTA• Cerca info principalmente

in internet• Si affida ai suggerimenti

dei conoscenti/ di blog tematici

• Consulta i social network prima di scegliere la sua vacanza

I TURISTI SONO CAMBIATImodalità di prenotazione, tipo di vacanza scelta, tipo di per-nottamento, motivazioni… IL MODO DI FARE TURISMO E’ CAMBIATOmezzi di trasporto, alloggi richiesti, servizi richiesti, attività praticate…L’ACCOGLIENZA E’ CAMBIATA

Parole chiavedella accoglienza/promo-zione di oggi:• personalizzazione• tematizzazione• esperienzialità• efficienza e velocità• chiarezza e aggiornamento

delle informazioni, faci-lità del loro reperimen-to (apertura uffici, QR code…)

• condivisione, coinvol-gimento e umanità del contatto : erogare le informazioni in modo par-tecipativo e ludico, coin-volgere l’utente nella loro erogazione (geolocalizza-zione, integrazione social, quiz e contest…)

• Quindi formula per l’acco-glienza oggi è combinare tecnologia e contatto umano

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Accoglienza oggi:il modello GreetersNel contesto turistico descritto finora, sono emersi dei modelli di accoglienza che possono esse-re buoni spunti di lavoro anche per le Pro Loco del Trentino. Il caso più emblematico è quello dei greeters.I greeters nascono a New York nel 1992 e sono una nuova for-ma di accoglienza che si inseri-sce in una tipologia di turismo che viene definito partecipativo, cioè che prevede la partecipazio-ne attiva della popolazione resi-dente nell’attività di accoglienza. Allo stesso tempo, l’accoglienza offerta dai greeters permette ai visitatori di venire inseriti nella vita della comunità locale, cre-ando quindi un interscambio tra locali e turisti, che fino a prima erano rimasti nettamente distin-

ti.Per farsi un’idea di come fun-ziona il servizio greeters, si può visitare il sito dei Greeters di Lione.Chi sono i greeters? Sono persone che vivono nel luogo dove viene offerta l’accoglienzaQual’è la loro filosofia? Consentire ai turisti di conoscere gli aspetti più autentici della città. Come funzionano? I greeters fan-no capo ad un’associazione, la quale mette in contatto i visita-tori con volontari che conosco-no e vivono nei quartieri scelti. In base alla richiesta e agli inte-ressi del visitatore (visita cultu-rale, enogastronomica, ricreativa eccetera) l’associazione sceglie il greeter più adatto a svolgere l’accompagnamento. I loro principi sono il senso di accoglienza, amicizia, gratuità

Per creare un modello greeters è necessario:1. avere una visione integrata della località turistica, che inclu-de visitatori e residenti come at-tori turistici2. avere una visione condivisa del territorio3. sviluppare il proprio brand, un marchio condiviso e ricono-sciuto che esprima lo spirito del territorio4. arricchire l’offerta al turista con contributi propri (ex sup-porto animazione delle Pro Loco…)5. coinvolgere e formare gli operatori locali (corsi, materiali informativi per attori locali, or-ganizzare il capitale umano per ambiti di esperienza…)6. Creare strumenti e processi condivisi: materiali, digitali e di «marca» territoriale per dare im-

zo di NY appassionato di pizza accompagna i visitatori in un tour tra le migliori pizzerie della Grande Mela, il sito Canda like a local, in cui i locali propongono di seguirli nelle attività del loro tempo libero o in itinerari da

loro proposti)…2.Coinvolgere i turisti nella pro-mozione territoriale: farli diventare ambasciatori della destinazione, ad esempio trami-te i social media. Un esempio è l’iniziativa dell’en-

te del turismo dello stato di New York, che ha realizzato una campagna chiedendo ai turisti di mettere, al posto del celebre “cuore” di “I LOVE NY”, il di-segno della propria attività pre-ferita.

ACCOGLIENZA PROMOZIONE

INFO

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FOURTOURISM©2013

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Centopaesi - autunno 2013 | 13

Il turismo partecipativoForma di turismo che si può esprimere in diverse forme:• Passeggiate e visite in

compagnia dei residenti• Home-stay (Es: Couchsur-

fing)• Pasti e prima colazione

(B&B, agriturismi ecc.)Esso prevede:• Coinvolgimento della

popolazione nello sviluppo turistico locale

• La creazione di legami sociali

• La risposta a una richiesta di autenticità da parte dei turisti

• Una forma di diversifica-zione del turismo

magine unitaria del territorioSeppure le figure dei greeters sia-no nate nelle grandi città, questo modello è attuabile anche nelle piccole realtà, e Bruno Bertero ci segnala un fermento in atto in questo senso: è quindi possibile pensare che anche in Trentino si possa introdurre una forma di accoglienza simile a quella qui descritta. Tanto più che, sostie-ne Bertero, “il futuro dell’acco-glienza turistica va proprio in questa direzione: l’accoglienza si baserà sempre più su un mo-dello di “sviluppo partecipativo” e sostenibile della destinazione, incentrato sulla animazione co-rale della comunità turistica, gra-zie all’apporto attivo di visitato-ri, residenti e attori locali”.

DA VEDEREwww.lyoncitygreeter.comwww.visitterredeisavoia.itexplorecanadalikealocal.com

I narratori di territorioSi tratta di residenti, ciascuno specializzato in ambiti di interesse quali la storia, la gastronomia, l’enologia ecc. che offrono servizi di guida ai visitatori per accompagnarli nella scoperta dei contenuti più autentici della destinazione. È possibile richiedere queste guide speciali compilando il form sul sito.

I vantaggi• Creazione di un ‘brand’

locale• Aumento del valore ag-

giunto• Creazione di un rapporto

duraturo con il visitatore• Costruzione di ‘senso’ VS• Concorrenza tra destina-

zioni

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14 |Centopaesi - autunno 2013

Altopiano della Vigolana

I suoni della Vigolana:una novità che è già un successo

Roberta Casagrandadirettore del Consorzio Turistico VigolanaSi è conclusa con un bilancio davvero positivo la nuova ini-ziativa I Suoni della Vigolana. Si tratta di un nuovo appuntamen-to sovracomunale che riprende il percorso dei ben più famosi Suoni delle Dolomiti esaltando la natura con la musica e vice-versa, in un interscambio di grande suggestione. Gli appuntamenti hanno preso il via domenica 21 luglio al Par-co delle Rive a Vigolo Vattaro con il gruppo Alì’nghiastrë (Sara Giovinazzi e Lucìa Cabrera): il folto pubblico ha potuto gustare il repertorio di musica popolare, in dialogo con le composizioni di voci e suoni acustici, immerso nel verde del parco. Lo spetta-colo è stato arricchito da alcune letture a cura di Mara Pieri, con la voce narrante di Guido Launo della intrapresa artistica Il Fu-nambolo, letture incentrate sul tema amoroso raffigurato nella tradizione della musica popolare attraverso la folle immaginazio-ne di Don Chisciotte.Secondo appuntamento dome-nica 28 luglio in località Doss del Bue a Vattaro con i Freedom Gospel Choir che, con atmosfe-re calde e piene di significato,

trasmettono il senso di libertà tipico della musica gospel: la missione è portare gioia e sere-nità nell’animo di chi ascolta. E in uno scenario naturale come quello del Doss del Bue non è difficile sentirsi sereni e felici circondati dalla natura e dalle imponenti montagne.Si è proseguito domenica 11, con una passeggiata che dalla piazza di Bosentino ha portato

alle Fratte, durante la quale si è raccolta, componente dopo componente, la banda di fiati Nema Problema Orkestra. Un concetto originale quello di questo gruppo, incentrato sul-la musica di strada, che ruota attorno alle tradizioni musicali dell’est Europa e del bacino del Mediterraneo orchestrando un repertorio originale dal sapo-re popolare e dai confini molto ampi: si mischiano musiche bal-caniche e klezmer alle influenze eurocolte, allo swing in sano ap-proccio maccheronico. Sempre ballabile, non meno raffinato all’ascolto attento.La chiusura di domenica 18 ago-sto, al Parco Fluviale del Torren-te Centa, è stata affidata alle note del Corpo Musicale di San Gior-gio e alle piccole favole al fem-minile del Teatro Arjuna, che ha raccontato storie in riva al fiume

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(fisarmonica di Laura Gasperi e voce di Emma Deflorian), a cura de il Funambolo. Una sola la raccomandazione al pubblico: sospendere i pensieri, lo stress, le fatiche quotidiane per un’ora, gustare paesaggio, musica e arte per rigenerarsi. Ricordiamo in chiusura che l’e-vento è stato organizzato dal Consorzio Turistico della Vi-golana insieme ai quattro Co-muni, all’interno dell’accordo di Programma tra la Provincia Autonoma di Trento e i Co-muni di Calceranica al Lago, Bosentino, Caldonazzo, Cen-ta San Nicolò, Tenna, Vattaro, Vigolo Vattaro, finalizzato allo sviluppo e valorizzazione cul-turale del patrimonio storico-ambientale del sistema terri-toriale composto dal Lago di Caldonazzo e dell’Altopiano della Vigolana.Fo

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Località alle Fratte

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Pro Loco Nave S.RoccoIl nostro primo compleanno!

Piana Rotaliana Koenigsberg

Ad un anno dalla sua costituzione, la Pro Loco di Nave S. Rocco si è occupata a tempo pieno di realizzare la manifestazione “La Naf ‘n festa”: tre giorni di musica, divertimento e buona cucina, che si è concluso con nostra grande gioia nel migliore dei modi. Ricca l’offerta musicale delle due serate: la prima è stata animata da una cover band dei Beatles e da un gruppo rock, le cui esecuzioni musicali sono state molto apprezzate, mentre la seconda ha visto come protagonista la musica inglese anni ‘60 e si è conclusa con la house music di un dj.La domenica, il concerto di un coro popolare, accompagnato da fisarmoniche e da versi di poesie dialettali ha intrattenuto gli ospiti, mentre i bambini si sono goduti lo spettacolo dei clown e gli spettacoli con le bolle di sapone giganti. Interessante anche l’esecuzione da parte dei Vigili del Fuoco e della Croce Bianca Rotaliana di una manovra di soccorso particolarmente coinvolgente e realistica. In serata si è potuto assistere all’attesissima sfilata di moda, a cui è seguito uno spazio dedicato al liscio e ai balli di gruppo. Hanno arricchito il programma le mostre dedicate ai vecchi mestieri contadini, ai prodotti tipici della zona, e una mostra fotografica dedicata

ai paesaggi di Nave S.Rocco, nonché un’esposizione di trattori d’epoca e scooter Vespa. Non è mancato neppure un fornito spaccio con varie proposte gastronomiche di cucina tipica trentina, tra cui il classico “tortel de patate”.Altra occasione di festa e coinvolgimento è stata la cena contadina organizzata il 16 agosto, giorno del patrono San Rocco, che ha visto presente anche il Coro di Pressano con un concerto di musica sacra. Con l’invito del coro di Pressano la Pro Loco ha voluto ricordare un’usanza del passato che unisce le comunità di Nave San Rocco e Pressano: gli abitanti di Pressano, infatti, in occasione dei contagi di colera del 1836 e del 1855, avevano fatto voto di

andare a Nave, ogni anno per cento anni, il giorno della festa di San Rocco. Si è commemorato così attraverso la musica questa antica tradizione. Per finire in bellezza, i partecipanti hanno poi potuto gustare una cena rustica a base di strangolapreti e porchetta alla brace.Per fare un bilancio di questo primo anno, la Pro Loco di Nave San Rocco non può che dirsi molto soddisfatta dell’andamento positivo delle iniziative organizzate e di questo anno di attività. La nostra speranza è che la Pro Loco continui a crescere e che riesca nel suo intento, quello di valorizzare la realtà locale. Ultima nota: abbiamo attivato anche un profilo facebook, dove trovate tutte le nostre iniziative!

Martina Clementi, Presidente della Pro Loco di Nave S.Rocco

La Naf ‘n festa

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Vallagarina

Pro Loco Villa Lagarina Castellano Cei:Castellano... Tra passato e presente

Intrecciare storia, cultura, tradizioni del passato con persone, idee, passione del presente: questo l’obiettivo di “Castellano... tra Passato e Presente”, evento organizzato dalla nostra Pro Loco quest’anno alla sua seconda edizione. Dopo aver riportato sulle strade del paese i mestieri di una volta, lo scorso anno, questa volta il tema è stata la rievocazione storica di un evento legato alla famiglia dominante nella prima età moderna sul castello del paese, i Lodron. Il focus è stato in particolare per la guerra rustica del 1525 che vide contadini della Vallagarina affrontare, nel più ampio contesto delle guerre “religiose” europee, i signori locali. Grazie al lavoro dell’Associa-zione culturale Lebrac di Storo, durante tutta la giornata il “par-co delle leggende” (un nome, un programma) si è popolato di una frotta di tavernieri, giuoca-tori, maghe, arrotini, suonatori,

militari, che hanno fatto fare ai numerosi ospiti un salto nel tempo fino al XVI secolo. La combriccola ha poi sfilato per le vie del paese in un corteo di accompagnamento al conte Lu-dovico, personaggio a capo dei lanzichenecchi che domarono la rivolta; giunti nel cortile interno del castello di Castellano, ove era stata allestita una mostra sui Lodron, si è dato il via a esibi-zioni di ballo e azioni militari di difesa di un tempo. La mostra sui Lodron allestita nel castello e l’incontro con il prof. Rober-to Codroico, che ha ricostruito il quadro storico e ha illustrato il lavoro certosino di ricostruzio-ne storica fatto dal gruppo Le-brac, hanno contribuito a dare sostanza alla ricreata atmosfera Cinquecentesca. Anche a tavola, il tema è stato quello della rievocazione del passato: gli anziani dei paese hanno infatti proposto i piatti “de sti’ ani”, che hanno ricordato cosa e come si mangiava mezzo

secolo fa. Cure e rimedi naturali, datati ma sempre attuali, sono stati poi proposti dall’erborista Bruno Coveli, esperto di piante medicinali e aromatiche.La serata si è chiusa con la rappresentazione di un immaginario assalto al castello di Castellano da parte dei rivoltosi contadini, che richiama quanto realmente accaduto all’epoca nel vicino paese di Nomi.Durante lo spettacolo, quale conseguenza dell’assalto, il castello, simbolo delle angherie che il popolo subiva, è stato dato alle fiamme in un riuscitissimo spettacolo pirotecnico, suscitando lo stupore e gli applausi dei numerosissimi spettatori. Ma la storia si sa, non va sempre come si vorrebbe, e quindi anche questa volta i contadini sono stati massacrati dalle bande lanzichenecche....tutto all’interno della rappresentazione storica, ovviamente!(www.castellano.tn.it)

Gianluca Pederzini, consigliere della Pro Loco Villa Lagarina Castellano Cei

Rievocazione della guerra rustica del 1525

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18 | Centopaesi - autunno 2013

Come nascevacinquant’anni fauna Pro Loco

Noi facciamo così

Intervista ad Augusto Bassetti, Presidente della Pro Loco Piano Sarca

Come e perché si fonda una Pro Loco?Quali benefici porta alla comunità e al singolo?Di quali idee e valori si fa portatrice una Pro Loco attiva e unita da cinquant’anni?

Cinquant’anni fa a Pergolese, da una costola di quella di Lasino, nasceva la Pro Loco Piano Sarca: era il 1963, ed un gruppo di volontari si convinse dell’importanza di dare una nuova forma ed una nuova organizzazione alla valorizzazione del ter-ritorio e della cultura locale. Erano gli anni in cui sul Lago di Garda si incominciava a manifestare un crescente fenomeno turistico, che sarebbe poi sfociato in un vero e proprio boom negli anni Set-tanta. Strascichi di questo fermento giungevano anche nei nostri paesi, realtà a forte vocazione ru-rale che vedevano però di buon occhio l’apertura ad un nuovo modo di relazionarsi con il territorio e con gli ospiti che, sempre più numerosi, si affac-ciavano dalle nostre parti. Quale forma più adatta di una Pro Loco, dunque, per far entrare dentro il sistema turistico ricreativo usanze, tradizioni e spirito di appartenenza locale? Dall’unione delle frazioni comunali di Pietramurata, Monti di Ca-vedine, Cavedine e Pergolese nasceva così la Pro Loco Piano Sarca. La nostra esperienza con la Pro Loco ci ha inse-gnato che soltanto unendo le forze e facendo leva sulle risorse umane si possono sprigionare quei talenti del volontariato che ci permettono di co-struire una rete comunitaria in grado di mettersi a disposizione e al servizio della comunità. Facendo leva sulla gratuità nel donare un po’ di tempo al proprio paese, su quell’orgoglio di sentirsi parte

di una rete di relazioni, abbiamo vissuto 50 anni meravigliosi, fatti di difficoltà e di soddisfazioni, mezzo secolo in cui abbiamo attraversato momen-ti di dolore per la perdita di amici sinceri, ma che ci ha permesso di condividere un’esperienza che ci rimarrà sempre nel cuore. Grazie alla Pro Loco Piano Sarca, oggi più che mai attiva e presente nella vita delle nostre comunità, abbiamo la certezza che la bellezza dei nostri luo-ghi e la particolarità della nostra cultura sarà anco-ra condivisa e messa in rete con tutti coloro che avranno occasione di relazionarsi con le nostre co-munità. Soltanto tenendo presente che il bene del-la comunità si identifica col bene del singolo cit-tadino, il patrimonio rappresentato dalle Pro Loco non andrà mai perso. Quindi, un grazie di cuore a tutte le persone che hanno collaborato a rendere unici questi 50 anni di Pro Loco Piano Sarca!

Augusto Bassetti

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Visite guidate per le Feste Madruzziane: un’idea di successoAlessandra Degasperi, guida turistica AGAT

Federazione e guide turistiche

Le feste madruzziane che si svolgono ogni anno a luglio a Calavino sono ormai conosciu-te e attese anche al di fuori dei confini strettamente locali. Ho avuto anch’io modo, in qual-che occasione, di parteciparvi e di condividere un’atmosfera che ogni volta ho apprezzato per la sua peculiarità: non han-no il sapore della sagra di paese (che pure mi è gradito ancorché spesso velatamente malinconi-co) e non hanno nemmeno il gusto della festa popolare. Le feste madruzziane sono diver-se: c’è allegria, ma non sguaiata, c’è sì un tocco di nostalgia, ma di quella autentica. Quando ci

sono tornata quest’anno, a giu-gno, credo di averne compreso il motivo.Per la verità questa volta il mio ruolo è stato differente in quan-to sono intervenuta per svolgere un servizio di guida turistica per conto dell’AGAT (Associazione Guide e Accompagnatori Turi-stici del Trentino) nell’ambito del progetto di collaborazione con la Federazione delle Pro Loco. Non avevo molto tempo per preparare il mio lavoro, ma ho potuto contare sulla gentile collaborazione del presidente, Enrico Faes, e su quella preziosa del parroco, don Giuseppe Cat-toni. Il tema della festa verteva,

in particolare, sugli importanti aspetti storici legati al nobile ca-sato dei Madruzzo la cui storia - che ogni guida conosce bene – si è intrecciata a pieno titolo con quella trentina e con quella del Concilio di Trento. Nelle due giornate di festa, sono stata felice di accompagnare un folto gruppo di interessati a conoscere la storia di Calavi-no nella visita alle sue contrade, alla bellissima chiesa e agli alle-stimenti della manifestazione madruzziana dove, tra l’altro, si poteva gustare del buon cibo, ammirare splendidi ricami e altri lavori artigianali e artistici. Alla luce dell’esperienza matu-rata in qualità di guida turistica ed anche di questo momento di incontro con Calavino, confido che il progetto di collaborazione tra l’AGAT e la Federazione del-le Pro Loco possa continuare a svilupparsi con reciproca soddi-sfazione nell’intento, soprattut-to, di fornire riscontro concreto all’interesse che i fruitori mani-festano, in maniera crescente, nel corso di questi appuntamen-ti con la nostra storia, con la no-stra cultura, presente e passata. Oggi non mi è dato di sapere se l’anno prossimo sarò incaricata da AGAT di rinnovare l’incon-tro con Calavino e le sue feste madruzziane, certo è che non mi perderò la sfilata del corteo che, con i suoi magnifici costu-mi rinascimentali, attraversa il borgo per giungere alla pieve in una cornice di rara bellezza e di teatralità, accompagnata da un pizzico di nostalgia e anche da quel sentimento sottile di chi sa di essere compreso e distante, in ugual misura, dal passato e dal presente: Calavino e la sua sto-ria.

Feste Madruzziane 2013

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Alessandra Degasperi, guida turistica AGAT

I segreti dei nostri borghi

Calavino è il primo, bellissimo borgo dell’incantevole Valle dei Laghi che si incontra salendo verso Cavedine. L’ho visitato per cercare di carpire i segreti del luogo, delle sue contrade e delle sue architetture che appa-iono così ben inserite nel pae-saggio che lo circonda.La prima cosa che attira l’atten-zione camminando per le sue strade è la mirabile fusione di realtà rurale e di mondo nobile che appare qui così naturale ed in completa armonia. La storia di Calavino si intuisce semplice-mente osservando le sue case e i

suoi palazzi, con Castel Madruz-zo che occhieggia ogni tanto da qualche scorcio con la sua pre-senza fiera che si impone a di-stanza e si avverte ovunque.La piazza principale del paese è ora intitolata al Cardinal Cri-stoforo Madruzzo che ha avuto i natali proprio nel castello che, un po’ discosto e altero, sempre osserva e domina il paesaggio. In precedenza essa era stata dedi-cata al re Vittorio Emanuele III e, prima ancora, all’imperatore Francesco Giuseppe, come te-stimoniano le intitolazioni incise sulla lastra marmorea pervenuta

del tutto integra fino ai giorni nostri e che l’amministrazione comunale ha avuto l’intuizione di collocare proprio davanti al municipio. Un'unica lapide quin-di che, curiosamente, riassume e lega in modo indissolubile nella pietra due fondamentali periodi storici che le genti della nostra terra hanno vissuto nel recente passato. Una pietra dunque che reca inciso su una testata l’inti-tolazione all’imperatore dell’Au-stria-Ungheria e sull’altra quella al re d’Italia! Storia di un paese che, come tutto il Trentino, è stato dapprima austriaco e, suc-

Calavinotra grande storiae quotidianità

Piazza Madruzzo e il castello sullo sfondo

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Centopaesi - autunno 2013 | 21

cessivamente, dopo la Grande Guerra, italiano.Il palazzo del Municipio e i pa-lazzi storici del borgo che si af-facciano sulla piazza, attraversata dalla strada della Valle dei Laghi, ci parlano e ci aiutano a meglio conoscere lo spirito di questo luogo e dei suoi abitanti così come l’originale esposizione del succedersi della toponomastica ci racconta di un tempo da essi compreso e amato, di una storia vissuta e non subita. Calavino ha dato i natali a Cri-stoforo Madruzzo ed oggi la sua piazza ne rimembra l’opera e – a mio avviso - soprattutto la lun-gimiranza che dimostrò nel suo pensiero innovativo di media-zione tra l’impero di Germania e la chiesa di Roma, una visione, la sua, foriera dell’ idea europei-

sta: egli infatti oltre a essere stato il grande ospite del Concilio di Trento, riuscì a ben coniugare la sua duplice veste di principe-vescovo legato all’imperatore di Germania con quella di cardinale della chiesa di Roma.Anche la bella chiesa dell’Assun-ta, riedificata dai Madruzzo sul-la spianata che sovrasta il paese nella prima metà del Cinquecen-to, ci racconta di questo nobile casato, accogliendo silente nella sua quiete la cappella funeraria della famiglia, un gioiello d’arte rinascimentale che incanta i visi-tatori.Poco distante dalla chiesa, sor-ge discreto e in disparte il mo-numento ai caduti, opera di Francesco Trentini di Lasino, scultore che, purtroppo, solo recentemente è stato riscoperto.

Nel gruppo scultoreo che risul-ta molto gradevole per la sua eleganza, si riconoscono i tratti caratteristici dell’arte della Seces-sione viennese.Ma Calavino non finisce di stu-pirci perché c’è un “altro” pae-se sotto la strada principale. Se nella parte più alta del borgo prevale l’architettura nobile, qui ci si trova improvvisamente in un’atmosfera dove sembra che il tempo si sia fermato per conse-gnarci un luogo magico. Vi scor-re la roggia che un tempo serviva i mulini; molte delle abitazioni rurali risalenti al medioevo sono desolatamente abbandonate, al-tre però cominciano a rivivere facendo sperare in un recupero del patrimonio storico. Nel pe-riodo di Natale tra queste case è allestito il presepe vivente.

La roggia di Calavino

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Mezzolago: riflessi di lunasu un lago incantato

Valle di Ledro

Celebrato l’anno scorso il 65° Anniversario di Fondazione con l’elaborazione e stampa di un interessante volumetto contenente tutti i Direttivi e le manifestazioni organizzate in oltre mezzo se-colo di vita, documentate peraltro da centinaia di foto, l’attiva Pro Loco di Mezzolago sta portando a conclusione il calendario degli eventi proposti nel 2013 ai fedeli turisti ed ai residenti in Valle, che accorrono sempre molto numerosi agli inviti della piccola Comunità ledrense. Dopo le ben riuscite manifestazioni primaverili (“Festa della Fioritura a Dromaè” e “Pescio-lino, pane e vino”), gli sforzi dell’Associazio-ne si sono subito rivolti ai quattro grandi eventi estivi, che hanno visto impegnati tutti i gio-vani componenti del Direttivo ed anche va-rie famiglie del paese: da tradizione, infatti, tutti gli abitanti del pa-ese concorrono all’ab-bellimento delle case e delle contrade, alla confezione dei costumi ed ad organizzare varie iniziative di supporto (mestieri e sapori “de ‘na volta” e il corteo in costume) alle manife-stazioni estive.La sera del 20 luglio, con un cielo stellato come non mai ed una splen-dida luna piena, sono stati riproposti “Riflessi di luna sul lago”, concerto dei tenore e soprano de-gli “Archi Moderni Veneti” diretti dal bravissimo Gabriele Colombari. Sullo sfondo, mosse da una leggera brezza che rendeva godibile l’afosa sera-ta estiva, sfilavano le bianche vele degli equipaggi della “Velica Ledro” e nel cielo si alzavano di tanto in tanto i piccoli punti luminosi delle lanterne vo-

lanti. Un pubblico numerosissimo di appassionati e turisti ha seguito l’evento dalla riva del lago: gli scroscianti applausi che seguivano ad ogni esibi-zione canora si univano a quelli che provenivano dalle sponde opposte (Pieve di Ledro e Pur), se-gno che le canzoni erano udite distintamente at-torno al lago.Il pomeriggio e la serata di sabato 3 agosto sono stati riservati alla degustazione della “Megapolenta di patate”, giunta ormai alla 19° edizione, che ha visto la distribuzione di oltre mille consumazio-

ni. La serata è stata al-lietata dalla musica del complesso di Marco Buccio, e sulla pista del parco giochi si è danza-to sino a mezzanotte.Il “clou” della parteci-pazione popolare si è avuto però nei giorni 10 ed 11 agosto, con l’esibizione, il sabato, del “Coro Cima d’O-ro di Ledro” e dei suoi “Piccoli Cantori”, diret-ti dal maestro Cristian Ferrari. Evento raro e quanto mai piacevole, è stato poter ascoltare le vecchie canzoni alpine eseguite contempora-neamente da “nonni e nipoti”. Il pomeriggio della domenica succes-siva, Mezzolago è stato

letteralmente invaso da turisti e valligiani per par-tecipare alla caratteristica “Su e giù per la contrà”, con la parte “storica” del paese, magistralmente infiorata dalle famiglie e l’offerta di degustazioni di ogni tipo: e poi, rievocazione delle antiche case della servitù dei Conti Formenti, corteo in costu-me accompagnato da fisarmonicisti, mostra d’au-to d’epoca. Siamo molto soddisfatti di avere otte-nuto, sia per la manifestazione del 3 agosto che per

Vigilio Rosa, Presidente Pro Loco di Mezzolago

Il vincitore del 1° trofeo Val di Ledro

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questa, il marchio Ecofesta, otte-nuto grazie all’utilizzo di piatti in ceramica e bicchieri e posate bio, e alle accortezze adoperate nella differenziazione dei rifiuti. Una iniziativa davvero particola-re, e che ha riscosso grande inte-resse di pubblico, è stata l’espo-sizione dal titolo “Un pipistrello per amico”, tenuta dalla dr. Liana Trentin del Museo Tridentino di Scienze Naturali di Trento. Con questa iniziativa, la Pro Loco voleva sensibilizzare il pubblico alla salvaguardia dei “Chirotteri” (piccoli predatori notturni che si cibano di quasi duemila insetti a notte), che è possibile realizzare con l’istallazione di “bat-box”, apposite casette-nido facilmen-te realizzabili anche dai nostri artigiani. La distribuzione di de-pliant illustrativi e “schede per docenti”, nonché l’esposizione di alcuni esemplari di “bat-box”, hanno attirato l’attenzione di ol-tre trecento visitatori. Domenica 25 agosto, infine, con il supporto di tutti i componenti

del Direttivo della Pro Loco e di molti volontari, la Società Sporti-va Dilettantistica “Tremalzo” ha organizzato il “1° Trofeo Val di Ledro”, gara di corsa in monta-gna con partenza dal “centro fe-ste” di Mezzolago e seguendo un tracciato di ben 23.300 metri ed un dislivello di 1.750, ha raggiun-to Coste di Bariòlo, Malga Savàl, Malga Trat, Rifugio Nino Perni-ci, Cima Parì (1,993 mt), Malga Dromaè e discesa su Mezzolago. Proprio in Cima Parì (montagna che sovrasta il paese) era posto il traguardo volante intitolato a Damiano Gnuffi, recentemente scomparso, podista e fondatore del SSD Tremalzo, nonché socio e collaboratore della Pro Loco per un’intera vita. Si è aggiudicato il primo posto Alessandro Rambaldini con il tempo record di 2ore e 19 minu-ti, mentre al femminile la vittoria è andata alla ledrense Elena Con-trini, con 2ore e 52. Alla gara, molto impegnativa, hanno parte-cipato un’ottantina d’atleti delle

varie categorie, con la presenza di un folto pubblico sia alla par-tenza, all’arrivo ed alla cerimonia della premiazione.A questo punto sento il dovere di ringraziare vivamente tutti i giovani componenti del Diretti-vo e quanti in paese hanno colla-borato e collaborano con la Pro Loco, dandoci stimoli e forza per continuare nella nostra attività associativa e di volontariato.

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Valsugana

Un’estate alla scoperta del nostro ‘Borgo’Katia Minotto, presidente della Pro Loco di Borgo ValsuganaGrande sucesso per l’iniziativa di tre giorni “Il villaggio dei sapori” nell’ultimo week end di luglio, che ha animato il centro storico di Borgo Valsu-gana. A supporto dei Giovedi in festa organizzati da Borgo Commercio Iniziative, infatti, la ProLo-co, con il coinvolgimento di alcune associazioni di Borgo, ha proposto stand enogastronomici ed in-trattenimenti musicali che partendo il giovedi sera hanno poi fatto nei giorni sucessivi da cornice ad altri importanti eventi.Musica country, giocolieri sputa-fuoco e concer-tini per le vie del centro hanno animato il giovedi del “Il villaggio dei sapori”; altro clima per la sera-ta di venerdi, che ha portato in piazza la passerella delle aspiranti Miss Italia 2013 (la serata è stata or-ganizzata in compartecipazione con il Comune di Borgo, Bsi Fiere), mentre il sabato è stato dedicato unicamente ai bambini con la presenza straordi-naria della Peppa Pig, che ha entusiasmato tutti i bambini, e con baby dance truccabimbi e sculture di palloncini nelle due piazze di Borgo.Grazie alla collaborazione di numerose associazio-ni come Us Borgo, Calcio 5, Volontari della Croce Rossa, Vigili del fuoco, Bocciofila, Gruppo Gaia, Associazione Peter Pan, Associazione Palio dela Brenta Sbandieratori di Borgo, durante le tre se-rate hanno funzionato numerosi punti di ristoro, distribuiti nel centro storico con porposte di pro-dotti tipici e molte sfiziosità.Ha riscontrato un ottimo apprezzamento tra i turi-sti la proposta di visite guidate ai “Tesori di Borgo Valsugana”, realizzato dall’ApT Valsugana con il

supporto della ProLoco: le visite si sono tenute tutti i giovedi di luglio e agosto con una guida di territorio, che ha fatto scoprire ai numerosi turi-sti l’Oratorio di San Rocco, il Museo della gran-de Guerra, Sala Degasperi, il ponte Veneziano il Chiostro delle Clarisse e le molte corti dei palazzi del centro di Borgo. A conclusione di ogni visita guidata la ProLoco ha offerto un piccolo rinfresco ai partecipanti con lo spumante Lagorai e degusta-zioni di formaggi e salumi locali. Il nostro impegno per i tanti turisti che d’estate frequentano le nostre zone è proseguito anche nella stupenda Valle di Sella, dove abbiamo orga-nizzato passeggiate nella natura incontaminata: i partecipanti sono stati accompagnati, oltre che da una guida di territorio, anche da una dottoressa in Scienze motorie, che ha proposto un programma di ginnastica dolce durante i percorsi. Per finire l’estate in allegria, non poteva mancare l’anguriata ad Olle, in collaborazione con “ Olle fiorito”, che è stata come sempre un grande successo, con ric-chi premi anguria e melone per più di 500 persone!

Katia Minotto, al centro

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Centopaesi - autunno 2013 | 25

Eventi d’autunno

SAGRA DELLA CIUIGADall’1 al 3 novembre 2013San Lorenzo in BanaleLa Pro Loco di San Lorenzo in Banale vi aspetta per un week end all’insegna di gusto, tradizioni popolari e natura da scoprire. Nella splendida cornice di uno dei “Borghi più belli d’Italia,” la Sagra della Ciuìga vi stupirà con i suoi tre giorni ricchi di sorprese: de-gustazioni, spettacoli di strada, menù tematici, stand gastronomici, antichi mestieri, musica…

Prodotto esclusivamente sull’al-topiano del Banale, e in partico-lare a San Lorenzo, la ciuìga è un capolavoro di norcineria della storia antica, diventato oggi ad-dirittura un presidio slow food. La sagra della Ciuiga offre l’oc-casione di conoscere questo pre-

libato salume all’interno del suo contesto natale, arricchendo l’e-sperienza della degustazione con quella della scoperta del borgo di S. Lorenzo, con i produttori che animano gli avvolti delle viotto-le, con i profumi della terra e del buon cibo e con i prodotti della

tradizione contadina che rendo-no questa festa davvero unica. E, in questo weekend di sapori e scorci di un angolo di Trentino incantato, il consiglio è di pas-seggiare anche in altri borghi e villaggi suggestivi, come Ran-go (il secondo Borgo più bello d’Italia, del comprensorio delle Terme di Comano, che ne ospita ben 2 dei 4 riconosciuti al Tren-tino) o Balbido, il paese dipinto, che ospita 39 murales. Passando per il castello di Stenico che dai suoi torrioni domina la Vallata delle Terme di Comano, luogo curativo di eccellenza delle ma-lattie della pelle.

Informazioni e prenotazioni:Azienda per il Turismo Termedi Comano Dolomiti di BrentaNumero verde 800-111171 [email protected]

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Anche quest’anno, durante la stagione estiva, la Pro Loco di Grauno ha organizzato numerose manifestazioni per allietare la permanenza degli ospiti nel nostro paese.Grauno, con i suoi 140 residenti è uno dei più piccoli comuni del Trentino, arroccato sulla montagna a circa 1.000 metri s.l.m., per arrivarci bisogna percorrere tutta la Valle di Cembra partendo da Lavis. Eppure la sera del 3 agosto scorso sembrava di essere alla fiera di S. Giuseppe a Trento, tanta era la gente che si incontrava per le vie del paese! Il motivo? La 5° edizione della manifestazione “Na tonda entorn a Graun”. Per l’occasione il paese è stato allestito a festa con bandierine e festoni da tutti gli abitanti, che hanno preparato nel migliore dei modi l’evento addobbando i propri “cantoni” con tutto quello che poteva abbellire e rallegrare la festa.Passeggiando per le belle vie agghindate a festa, gli ospiti hanno potuto scoprire i molti punti enogastronomici, dove i paesani hanno preparato tutte le tradizionali pietanze trentine, dai canederli con crauti e luganeghe, all’orzet, alle frittele di mele e di pane; e poi, patate e cigole, trippe, tortei (omelette) con marmellata o cioccolata, tortei de patate, strauben ed infine gli assaggi di dolci fatti in casa.

Ad aggiungere una nota artistica alla manifestazione ci hanno pensato poi gli artigiani locali e le associazioni, che hanno esposto i loro prodotti sia gastronomici che artistici, oltre al fisarmonicista “Bruno Regnana” accompagnato dalla chitarra di Diego Reitieri ed il coro “Gh’era ‘na volta” di Grumes, che ha allietato le vie del borgo con le sue note in libertà. Quest’anno, inoltre, abbiamo avuto l’onore di ospitare un

gruppo della Croce Rossa Italiana che nella prima serata ha promosso una esibizione con i “cani da ricerca persone”. Tutti i presenti sono stati colpiti dalla bravura dei cani e dalla tanta pazienza, abilità e dedizione per il volontariato del gruppo C.R.I. presente. Per i Gràuneri è stata una giornata di duro lavoro ma alla fine appagante per i tanti consensi che la gente che si incontrava rivolgeva nei nostri confronti.Altro evento che ci ah tenuti

Val di Cembra

Graunocomune piccolo, idee grandi!

Gaston Joseph Zendron, Presidente della Pro Loco di Grauno

Un cantone addobbato a festa

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impegnati è stato l’ormai tradizionale “Trofeo Fontana d’Ao – 9° memorial Daniele Pedot”, gara di mountain bike che è giunta quest’anno alla sua 17° edizione. La manifestazione, organizzata dal Corpo VV.F. Volontari di Grauno con il supporto tecnico della Pro Loco di Grauno, ha visto la partecipazione di circa 90 concorrenti che sulle strade forestali di Grauno e Capriana si sono dati battaglia per vincere il trofeo. Già da diversi anni la gara è stata scelta dalla Federazione dei Corpi Vigili del Fuoco quale prova per il Campionato Provinciale dei Vigili del Fuoco e con molto orgoglio, seppure tra molte difficoltà sia organizzative che economiche, la nostra piccola comunità porta avanti questa manifestazione che inorgoglisce l’intero paese di Grauno. Si è aggiudicato il podio il fortissimo atleta della Team Bsr Ivan Pintarelli (categoria M1) seguito a soli 3 secondi da Ludwig Stefan della Bren Team Trento e Senter Gianni della Odolese MTB Conca d’Oro. Il

successo in campo femminile è andato all’atleta Claudia Paolazzi del team Gardaonbike. Nella manifestazione ottimamente organizzata dalla Pro Loco di Grauno assieme al Corpo VV.F. Volontari di Grauno era inserita la finale del Campionato Provinciale di MTB per VVF del Trentino il VIII° Memorial Daniele Pedot, giovane vigile scomparso prematuramente. Per quanto riguarda il campionato provinciale Vigili del Fuoco del Trentino vestiranno la nuova maglia di campione provinciale gli atleti Callegari Eros, Pedot Stefano, Cincelli Alessandro, Cerana Luca, Ballardini Massimo, Bellot Fulvio e Dalponte Renzo, tutti appartenenti al G.S. Vigili del Fuoco del Trentino. Alla premiazione, che si è svolta nel pomeriggio erano presenti, il Sindaco di Grauno Alfredo Ceolan, il comandante dei VV.F. del corpo locale Stefano Pedot e il presidente del G.S.VV.F. del Trentino Fabio Toniatti, cha hanno premiato i vigili vincitori, con la relativa maglia di campione provinciale.

Gran finale di questa estate 2013 è stata la classica cena a base di pesce il 31 agosto. La cena è ormai diventata una tradizione per la nostra Pro Loco che già da diversi anni la organizza. Fa un certo effetto vedere noi montanari doc a servire il pesce!! Ma tutti i partecipanti sono stati davvero entusiasti sia per la bontà che per il servizio ricevuto, con piatti di porcellana e posate in acciaio, come in un grande ristorante. Ad allietare la serata era presente il nostro amico e grande fisarmonicista Bruno Regnana. Alla fine della serata tutti gli oltre 250 presenti si sono complimentati per la buona cucina e per l’ottima organizzazione della Pro loco di Grauno.Come sempre voglio ringraziare tutti i miei collaboratori e soci Pro Loco per i grande lavoro svolto durante la stagione estiva, che ci ha visto anche quest’anno essere una squadra unita e ben amalgamata, pronta a dare il proprio contributo per la buona riuscita di tutte le manifestazioni messe in cantiere. Grazie a tutti!

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Valle del Chiese

Sessant’anni di storia. Questo è l’importante traguardo che la Pro Loco di Castel Condino rag-giunge quest’anno. Nata in un periodo particolarmente diffici-le, caratterizzato dalla necessità di ricostruire ciò che la guerra aveva distrutto, non solo di ma-teriale ma soprattutto nei rap-porti umani, la Pro Loco diventa subito un volano di promozione culturale e sociale. Fondata sui principi morali del volontariato, costituita da perso-ne il cui carattere era stato for-giato dalle fatiche di vivere in un territorio particolarmente aspro, con solide radici incastonate nell’orgoglio di appartenenza, per gli abitanti di Castel Condi-no la Pro Loco sarà sempre par-te essenziale del proprio paese. E’ lei che ha animato la nostra comunità in ogni momento, af-frontando anche gli eventi più difficili, come la disastrosa ridu-zione di forze dovuta all’emigra-

zione che ha decimato il numero degli abitanti (eravamo 697 nel 1921, risultavamo in 442 al cen-simento del 1952, siamo rimasti in 238 al censimento del 2011). Ciò ha condizionato fortemen-te l’operatività della nostra Pro Loco, l’ha fatta barcollare, ma non crollare. Sicuramente ci sono associazioni di solidarietà di importanza mag-giore, ma noi abbiamo provato a dare il nostro contributo con il massimo impegno: mi piace ri-chiamare qui un concetto di So-focle, poeta ateniese del V secolo a.C., secondo cui “l’opera umana più bella è quella di essere utile al prossimo”: forse è questo che tuttora ci dà la spinta per inve-stire il nostro tempo, le nostre energie e il nostro entusiasmo a favore della nostra comunità.E così ricordiamo con un cer-to piacere le varie iniziative che si sono succedute, dalla tinteg-giatura del paese in occasione

Castel Condino

Pro Locosignificacomunità!

del raduno bandistico del 1958, alle corse nei quattro rioni con gli asini che si sono tenute negli anni 1973-1975, alle arrampi-cate sull’albero della cuccagna, appuntamento fisso della Sagra di S.Eugenia dei primi anni ’80. Senza dimenticare i giochi in piazza, le giornate ecologiche, i tornei rionali e le sfide a calcio fra compagini locali e di turisti. Il tutto alimentato dallo stesso spirito: la voglia di valorizzare le nostre risorse per offrire la più schietta ospitalità agli affezionati turisti che condividono con noi parte del loro tempo.Oggi come allora, Pro Loco si-

Renato BagozziPresidente Pro Loco Castel Condino

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gnifica comunità: ne è parte in-tegrante e sostanziale, animando il paese con svariate iniziative distribuite durante tutto l’arco dell’anno. Negli ultimi decenni si sono intensificate le manife-stazioni: la befana, il carnevale, le rappresentazioni teatrali, San Giorgio e Sant’Eugenia, le sera-te musicali, il calcetto acquatico, le feste dell’anziano, d’estate e dell’ospite, l’oktoberfest, la ca-stagnata, per finire con Friends for Christmas. Tuttavia, la Pro Loco non si è solo limitata ad allietare le giorna-te con attività di animazione, ma è anche stata sempre in prima li-

nea nelle iniziative solidaristiche: con la Comunità Handicap, nella costruzione della Chiesa di Don Domenico Tarolli in Myanmar, nella realizzazione del busto di Don Domenico Tarolli posizio-nato nella piazzetta di San Gior-gio, nei lavori di ristrutturazione della Chiesa Parrocchiale di S. Giorgio, nell’aiuto alle popola-zioni in difficoltà per il terremo-to dell’Abruzzo. Ultimamente si è anche posta l’attenzione verso i nostri studenti con iniziative di supporto allo studio.Per noi la Pro Loco è anche que-sto: migliaia di ore impiegate an-nualmente da decine di persone

che spesso ricoprono ruoli di vo-lontariato contemporaneamente in più associazioni, e questo ci dà grande soddisfazione.La Pro Loco è per noi uno degli esempi positivi da tramandare alle nuove generazioni, e su cui costruire un futuro credibile e sostenibile.Il forte legame che ci unisce al nostro paese ci esorta ad invita-re tutta la comunità a continuare uniti nel percorso tracciato per crescere tutti insieme costruen-do nuove e migliori opportunità.A chi ci ha preceduto il nostro grazie e la nostra riconoscenza per l’eredità che ci ha lasciato.

Veduta di Castel Condino

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Lucciolata: emozionidi una notte di mezza estate

Giudicarie Centrali

Redi Pollini, direttore del Consorzio Turistico Giudicarie CentraliMartedì 13 e 20 agosto si sono svolte, a Breguzzo, le prime due edizioni della “Lucciolata dell’Acquaforte”, iniziativa che ha riscontrato un grande suc-cesso, raggiungendo la quota di oltre 500 iscritti nelle due serate.La Lucciolata è un’escursione notturna lungo i suggestivi sen-tieri della Val di Breguzzo, or-ganizzata dal Consorzio per il Turismo Giudicarie Centrali in collaborazione con il Comune e la Pro Loco di Breguzzo. In un progetto di educazione alla montagna questa tipologia di escursione permette un’e-sperienza davvero particolare: quella di affrontare assieme luo-ghi apparentemente sconosciuti di notte. L’esperienza sensoriale è sicuramente notevole in quan-to il buio e la notte aumentano la percezione delle natura che ci circonda, con i suoi rumori,

suoni (anche minimi) e profu-mi.La numerosissima compagine è partita dalla località La Presa, in Val di Breguzzo, dove era stato allestito il gazebo del Consorzio per il Turismo Giudicarie Cen-trali per le iscrizioni, e si è poi inoltrata tra i boschi, seguendo l'accompagnatore, per risalire, al buio, fino alla Malga Acqua-forte: qui ci aspettava un gusto-sissimo buffet con formaggio, dolci tipici e tè caldo per tutti, offerti dall’Associazione Alber-gatori di Breguzzo.I partecipanti hanno potuto sce-gliere tra due percorsi, entrambi con punti di partenza e arrivo comune. Il primo è il sentiero sensoriale, tracciato molto sug-gestivo ed emozionale immerso nel bosco, lungo il quale si attra-versa il fiume, si passa in mezzo agli alberi, che permette davve-

ro di provare appieno l’emozio-ne di un’escursione immersi nel buio del bosco sotto la coltre della notte. Altra opportunità, per chi predilige un’esperienza più semplice, à stata quella di seguire il percorso family, adat-to a tutti, che sale lungo la stra-da forestale e si ricongiunge con l’altro percorso all’arrivo presso la malga dell’Acquaforte.Una volti giunti alla meta, le serate sono proseguite con l’at-mosfera ancora più magica cre-ata dalla musica, grazie al Coro Canta Bont, che, attorno al fuo-co, ha animato l’allegra compa-gnia. Con lo spirito riempito di que-ste splendide emozioni, si è ridiscesi a valle, con gli occhi abituati all’oscurità, il naso sen-sibile ai profumi più tenui, le orecchie più attente a ogni mi-nimo rumore.

L’escursione notturna

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Ma quant’è bella l’estate a Carisolo!Val Rendena

Tanti momenti piacevoli, tan-te soddisfazioni, le moltissime persone che hanno passato con noi questi mesi, partecipando ai numerosi eventi che per tut-ta l’estate hanno animato il pa-ese Carisolo: tutti questi ricordi si affollano, quando, ora che la stagione è finita, si prova a fare un resoconto dell’estate passata. Ci ricorderemo di certo dei due eventi che hanno spopolato, la passeggiata gastronomica, che ha chiuso le iscrizioni per il tutto esaurito, e il Concerto di musica Jazz Tradizionale e Swing, che crea ogni anno un’atmosfera suggestiva e emozionante nella bellissima cornice della chiesa di Santo Stefano. E poi, ci re-steranno nel cuore tutti gli altri evento, dai Barzovaglia, di gu-sto medioevale, ai vari spetta-coli teatrali, alle serate musicali e di intrattenimento. A chiudere questo arcobaleno di proposte, ci ha pensato l’evento dedicato alla soffiatura del vetro, per ope-ra del maestro muranese Silvano Signoretto, che ormai da qualche anno incanta i numerosi spetta-tori che lo osservano al lavoro accanto alla sua fornace per cre-are opere di grandissimo valore e splendore, poi messe all’asta.

Naturalmente la realizzazio-ne di queste manifestazioni è possibile non solo grazie al la-voro organizzativo che viene svolto in ufficio ma anche gra-zie ai numerosi volontari della Pro Loco che collaborano per la miglior riuscita degli eventi. Il volontariato per le manife-stazioni non è però l'unico aiu-to che la Pro Loco ha ricevuto quest'estate: grazie al progetto “Training for Job”, in collabora-zione con la cooperativa “L'An-cora”, in ufficio due stagisti (Carlotta Maestri e Ramon Bel-trami) hanno potuto arricchire la loro formazione comprendendo quali sono le dinamiche che un ufficio turistico deve affrontare, in particolare durante il periodo di alta stagione. Lo stage, oltre a fornire un’esperienza di tipo lavorativo, arricchisce anche a li-vello sociale dando la possibilità di lavorare in gruppo, confron-tandosi ed aiutandosi a vicenda creando buoni rapporti che van-no anche al di fuori dell'ufficio.Ci si prepara adesso per la stagio-ne autunnale che ci vedrà impe-gnati nella realizzazione di molti corsi sportivi, e quella invernale, che come anno sarà domina-ta da attività dedicate allo sci.

Luca Tomasi, impiegato presso la Pro Loco di Carisolo

Che cosa ti ha insegnatolo stage alla Pro Locodi Carisolo?Carlotta Maestri: “Per me è stata la prima esperienza lavorativa, e devo dire che mi è piaciuta molto. Anche se il mio indirizzo di studi non fa parte dell’ambito turistico, il tirocinio alla Pro Loco di Cari-solo mi ha aiutato ad imparare moltissime cose nuove, che di certo non dimenticherò a che userò nelle prossime esperien-ze”.

Com’è fare uno stage in una Pro Loco?Ramon Beltrami: “Lavorare in pro loco è stata un’esperienza fantastica. Essendo la prima esperienza lavorativa attinen-te al mio percorso di studi (frequento l’indirizzo turistico al Guetti di Tione), ho capito realmente cosa significa avere a che fare con le esigenze dei turisti ed il lavoro burocratico. Per quanto riguarda i colleghi devo dire che fin da subito mi sono trovato benissimo e loro mi hanno subito fatto sentire a mio agio: sono davvero felice di aver avuto l’occasione di lavorare con loro. Per concludere direi che que-sto stage non mi ha solo aiuta-to dal punto di vista formativo e professionale ma soprattutto dal punto di vista umano e della mia crescita personale.”

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