Celim Bergamo nel mondo n.1 Mar-Mag 2011

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IN CAMMINO CON L’ETIOPIA Spedizione in Abbonamento Postale: comma 20/c - Art. 2 - Legge 662/93 Bergamo Marzo-Maggio 2011 Anno 15 Nr. 1 Viaggio a Kobo per seguire i lavori al centro materno infantile e i progetti legati all’agricoltura BERGAMO O.N.G. nel mondo ORGANIZZAZIONE DI VOLONTARIATO INTERNAZIONALE CRISTIANO

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Notiziario trimestrale del Celim Bergamo, n.1 Marzo-Maggio 2011

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IN CAMMINOCON L’ETIOPIA

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Marzo-Maggio 2011 Anno 15 Nr. 1

Viaggio a Kobo per seguirei lavori al centro materno infantilee i progetti legati all’agricoltura

BERGAMOO.N.G.

nel mondoOrganizzaziOne di VOlOntariatO internaziOnale CristianO

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So

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Auguri a Giovanni e Julia pag. 2

Nuovo look per continuare a raccontarci pag. 3

Bolivia. Primi diplomi a Eterazama pag. 4

Al lavoro in Etiopia pag. 6- Il progetto pag. 8

EVENTI CELIM pag. 9- Volontari si diventa: viaggio in Bolivia- Nuova progettualità: una giornata di riflessione- Il notiziario si rinnova: inviateci le vostre e-mail per riceverlo on-line

ATTIVITà- Nuovi obiettivi per guardare al futuro pag. 10- Concorso a fumetti pag. 11- La mostra ¿Está Bien? pag. 11

Con noi l’esperto della raccolta fondi pag. 12

Notizie Flash pag. 14

La nostra urna all’aereoporto di Orio al Serio pag. 15

Il tuo 5x1000 pag. 16

Direzione, redazione, amministrazione Via Conventino, 824125 Bergamotel. 035 459.85.00fax 035 459.85.01e-mail: [email protected]

Registrazione delTribunale di Bergamo: n° 13 del 29/4/1983

Direttore Responsabile:Elena Catalfamo

Proprietario pro-tempore:Presidente Celim Bergamo:Andrea Milesi

Hanno collaborato:Daniela Agazzi, Umberto Amadigi,Andrea Milesi, Giuliana Ubbiali

Trimestrale interno dell’O.N.G.Distribuzione gratuita fuori commercio

Stampa:Tipografia dell’IsolaTerno d’Isola (BG)

Garanzia e tutela dei dati personaliai sensi dell’art.13 D. Lgs n.196/03I dati personali vengono trattati solo in relazione alle finalità della nostra Orga-nizzazione, in particolare per la creazione di un indirizzario (invio del notiziario) e per informare sulle attività associative in genere.I dati non saranno comunicati a terzi o diffusi all’esterno dell’Organizzazione.

auguri a giovanni e JuliaGiovanni Grisenti, 38 anni, veterinario partito due anni fa per Cliza come vo-lontario nel progetto del Celim Bergamo “Latte che bontà”, si è sposato il gen-naio scorso con Julia, una ragazza boliviana conosciuta durante il soggiorno in America Latina e ora vive felicemente con la moglie ad Albano Sant’Alessan-dro, a Bergamo. Il Celim manda le più sincere congratulazioni ai novelli sposi.

BERGAMOO.N.G.

nel mondoOrganizzaziOne di VOlOntariatO internaziOnale CristianO

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3Celim MArzO 2011

Editoriale

NUOVO LOOKper continuare a raccontarci

Il notiziario del Celim Bergamo si rinnova per continuare ad informare sui progetti e i valori del volontariato internazionale.

Diciannove anni dopo la sua fondazione il Celim Bergamo (final-mente) si dà una sua pubblicazione che viene registrata nel 1983 con la te-stata “Africa - America Latina, volontariato internazionale”, stampata in bianco e nero, con periodicità quadrimestrale e spedito in abbonamento postale a tutti i soci. Propone articoli formativi e sui problemi della cooperazione inter-nazionale e dello sviluppo, le attività per i soci, i progetti, la preparazione dei volontari, le loro lettere dal “campo”, notizie dalla Focsiv, sui volontari rientrati, dai gruppi missionari. Il periodico di 32 pagine viene redatto fino a tutto il 1987. Poi il vuoto.

C’è qualche “aquila” che si impone dicendo che sono soldi sprecati e il “gregge” consente. Si riparte con un misero ciclostilato di 4/6 pagine nel

luglio 1997 (10 anni dopo) a cadenza bimestrale che riporta le notizie essenziali sulle attività del Celim Bergamo, sui progetti e un articolo di fondo. La testata cambia in “Celim Bergamo No-tizie”. Poi la “nostra” pubblicazione progressivamente migliora. Dal fascicolo 6/2004 si passa a uno stampato in bianco e nero e la testata viene rifatta graficamente. Con il numero 1/2005 si raggiungono le 8/12 pagine, si aggiunge un colore (il celeste) e

dal fascicolo 6/2005 viene stampato in quattro colori. I contenuti vengono rac-colti in sei rubriche (editoriale - primo piano - progetti - attività - informazioni - proposte). L’invio, che attualmente riguarda circa 1.800 persone, è sempre in abbonamento postale con il costo, dal 2010, raddoppiato dalla perdita della detassazione sulle tariffe postali (ovviamente per sostenere le ong e la coo-perazione internazionale).

Ora, da questo fascicolo, l’aspetto grafico, qualitativo e contenutistico è ampiamente migliorato, con una piccola riduzione nel formato, 16 pagine, pe-riodicità trimestrale, sempre quattro colori con blu e arancio dominanti, ampio impiego di fotografie, testi più ridotti e più leggibili. La testata utilizza grafi-camente l’attuale logo del Celim con l’aggiunta “nel mondo”, per cui diventa “Celim Bergamo nel mondo”. I contenuti, oltre l’editoriale, riguardano i pro-getti, l’attualità della cooperazione internazionale, le diverse attività del Celim Bergamo, i percorsi di formazione, l’educazione allo sviluppo, notizie flash dal mondo, interviste ai volontari, iniziative di sensibilizzazione e raccolta fondi.

Per ora la spedizione sarà ancora in abbonamento postale, in attesa di attrezzarci per un invio anche online ma il periodico, da subito, potrà essere letto in pdf sul sito Internet del Celim Bergamo. È un notevole impegno che speriamo di poter portare avanti nel migliore dei modi per continuare a fare memoria e informare sulle attività della nostra organizzazione di volontariato internazionale.

Umberto AmadigiVicepresidente del Celim Bergamo

Il notiziario si rinnova,16 pagine a colori,periodicità trimestrale

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Fotonotizia

Gianpaolo Uristani, volontario del Celim in Bolivia, ci racconta il primo risultato concreto dell’Istituto Tecno-logico di Eterazama: la promozio-ne delle prime infermiere.

Si può quasi considerare la re-alizzazione di un sogno: venticinque ragazze del Chapare, zona tropica-le della provincia di Cochabamba, sono diplomate in infermeria. Un sogno iniziato due anni fa nel tec-nologico di Eterazama e realizzato grazie allo sforzo di diversi attori: au-torità locali, parrocchia, volontari del Celim, studentesse, docenti, rettore e vice direttore. Un obiettivo inaspet-tato perché pensare di vedere que-ste ragazze, la maggior parte madri, finire un percorso di studi in una re-gione conflittiva come il Chapare, sa d’impresa. Spesso si leggono articoli sul Chapare che parlano di narco-traffico, però il Chapare non e’ solo questo: è anche vita, coraggio, vo-glia di cambiare! Il lavoro delle nuove diplomate risponderà alla richiesta di personale nei centri di salute e porterà miglioramenti nell’appoggio effettivo alle comunità più isolate: buona parte di loro sono già state contattate dai dirigenti delle varie comunità per prestare servizio nei loro centri. Il 17 dicembre le infermie-re hanno festeggiato il loro impegno lanciando un grido unanime e chiaro: Chapare non è solo narcotraffico!

Concludo ricordando Sandra l’infermiera più “anziana” che con i suoi trentotto anni dà un esempio di forza di volontà e positivismo: ha concluso la cerimonia di consegna dei diplomi, proferendo parole mera-vigliose e di ringraziamento al Celim, alla parrocchia di Eterazama e a tutta la comunità. “Eppur si muove” disse Galilei a chi credeva che fosse il sole a orbitare intorno alla terra. “Eppur si muove” ripetiamo a Eterazama!

BOLIVIApriMi DipLoMia eterazaMa

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Kobo, un progetto particolare.Ce lo spieghi?È un progetto integrale sanitario e agricolo che vede coinvolti le Suore Orsoline di Gandino, il Celim Berga-mo e l’Associazione Infermiere Oltre-confine di Parma. Progetto integrale significa anche una serie di attività di alfabetizzazione, di formazione informatica, sanitaria e agricola. In particolare, la parte sanitaria preve-de il completamento dell’attrezzatura dell’ospedale delle Suore già realiz-zato, con il contributo dell’Associazio-ne Infermiere Oltreconfine di Parma.

Tutto questo in quanto tempo?Il progetto si articola in tre anni.

A che punto siamo?È stato finanziato dalla CEI per 435.000 euro in tre anni, quindi di fatto è partito. La nostra volontaria coordinatrice Sara reghenzani è sul posto dall’8 gennaio di quest’anno.

Quali dunque i primi passi?Quella sanitaria è la sfida più grossa. Non si tratta, infatti, solo di attrezza-re l’ospedale per realizzare, in parti-colare, un reparto materno infantile con la possibilità di effettuare i tagli

cesarei, cosa già di per sé impegna-tiva, ma anche e soprattutto di impo-stare i principi di gestione sostenibile dell’ospedale stesso.

Spieghiamo meglio.In concreto che cosa significa?Significa che la gestione locale, cioè le religiose col personale etio-pe, sarà in grado di far funzionare l’ospedale sia dal punto di vista della cura dei pazienti che della gestione economica.

Gestione economica.Come si può conciliare con il con-testo di povertà dei villaggi?L’ospedale sarà in una forma mista tra pubblico e privato. I pazienti pa-gheranno le cure secondo i parame-tri indicati dalle organizzazioni inter-nazionali, diversamente a seconda delle possibilità di ciascuno. In ogni caso, anche chi non può pagare verrà curato. È chiaro che, di con-seguenza, i costi dell’ospedale non sono interamente sostenibili, ci sarà il sostegno di organizzazioni come l’Unicef per la fornitura dei medicina-li, ma le donazioni manterranno un ruolo di grande importanza per ga-rantire il servizio.

Al lAvoro in ETIOPIA

Primo Piano

GIuLIANA uBBIALI

Kobo: il progetto è iniziato,è impegnativo e molto articolato.Sanità, agricoltura, formazione sono le parole chiave.È anche il ritorno del Celim in Africa,dove nel 2009 si è chiuso l’ultimo progetto (Tominian).Nicola Vitali, referente area progetti,spiega motivazioni e sfide di questo nuovo impegno.

Diverse persone, a vario titolo, ruotano attorno al progetto di Kobo. Per lavoro, per passione, per missione, per espe-rienze precedenti in Africa. La volontaria coordinatrice è Sara re-ghenzani.Dopo tre mesi a Kobo la scorsa primave-ra per prendere contatti e per una prima mappatura della realtà locale, è riparti-ta il 7 gennaio. In questo momento sta frequentando un corso di health mana-gament, di gestione sanitaria, ad Addis Abeba, fondamentale per conoscere meglio la sanità etiope. Le Suore Orsoline di Gandino sono le titolari del progetto.L’Associazione Infermiere Oltreconfi-ne di Parma è tra i principali promotori (compresa la ricerca di fondi) della re-alizzazione dell’ospedale, costruito nel settembre 2008.

i volonTari

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Fino ad oggi l’ospedale è in grado di fornire visite, analisi di laborato-rio e radiografie. I pazienti, anche per una questione culturale e di conoscenza della struttura, non sono moltissimi.Sta cambiando qualcosa?Sì. Le notizie che ci arrivano da Kobo sono di un discreto aumento di pa-zienti, che sono una trentina al gior-no, segnale questo che si è diffusa la voce che esiste un ospedale che dà diversi servizi.

Formazione del personale.Come e con chi?Adesso nell’ospedale lavorano un medico, un radiologo, un tecnico di laboratorio, due infermiere e una se-

gretaria. Tutti etiopi. Presto arriveran-no un medico e un’infermiera italiani, inizialmente per sei mesi, che si oc-cuperanno dell’affiancamento al per-sonale locale per il lavoro quotidiano e della formazione.

Non solo sanitario, è un progetto anche agricolo.Che cosa prevede?La formazione e la produzione insie-me, l’imparare facendo. A Hormat, vicino al fiume e non molto distante dalla missione, le Suore hanno un campo.La formazione coinvolgerà soprattut-to le donne, perché apprendano le tecniche per la coltivazione di ortaggi e frutta, per la gestione dell’alleva-

Al lAvoro in ETIOPIA

Giuliana ubbiali e i medici volontari nel villaggio di Kobo

i volonTariIl Celim Bergamo è intervenuto, su richie-sta delle religiose, in un secondo momen-to, per l’elaborazione e la realizzazione del progetto integrale sanitario e agricolo.Marco Cremaschini, in collaborazione con roberto Moretti, entrambi i medi-ci con esperienze in Africa, è il consu-lente del progetto. Giovanni Saccenti di Brignano, proprietario di un’azienda, è il consulente per la parte agricola.I volontari di Castel rozzone già in passato hanno dato aiuto concreto alle Suore Orsoline di Gandino. Andranno a Kobo per ristrutturare l’orfanotrofio, af-fiancando il personale locale.C’è anche un’azienda che ha manife-stato la volontà di contribuire al proget-to. È la Lisa Spa di Como, non nuova a iniziative del genere, visto che ha una persona che si occupa a tempo pieno di sostenere realtà missionarie.

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Primo Piano

CHe CoSa - Il progetto è integrale, si articola in tre anni ed è partito a fine 2010. Una parte particolarmente impegnativa pre-vede l’allestimento dell’ospedale realizzato nel 2008, grande, moderno, articolato in otto padiglioni, ma al momento sottouti-lizzato. L’obiettivo principale, anche se non il solo, è realizzare un reparto materno infantile con la sala operatoria dove prati-care i tagli cesarei. La struttura confina con la missione delle suore, da cui si accede, mentre un secondo accesso è dalla strada, l’unica asfaltata che attraversa Kobo. Dopo un periodo di accompagnamento e di formazione anche con personale ita-liano, saranno poi medici e infermieri locali a gestire la struttura in completa autonomia.La parte agricola prevede la formazione di un gruppo di donne, che verranno selezionate nei villaggi. Utilizzando il campo di Hormat delle religiose, acquisiranno le basi per imparare a col-tivare i loro orti, quindi frutta e verdura, ma anche ad allevare mucche e produrre latte e conservare i cereali. La formazione prevede poi percorsi di alfabetizzazione e informatica.

Dove - Kobo. È un villaggio di 79.000 abitanti che fa capo a 38 villaggi, in tutto 277.000 abitanti. Si trova nel nord dell’Etio-pia, nella regione Amhara. Dispone di una sola strada asfal-tata, che è la stessa che collega la capitale Addis Abeba, più a sud, con l’Eritrea, dove il confine è chiuso e controllato dai militari.

il ProgeTTo

Visita alla clinica

mento e, di conseguenza, la produ-zione di latte, e di un pollaio per la produzione di uova e carne, nonché la conservazione dei cereali.Ognuna a casa potrà poi rimettere in pratica ciò che ha imparato, sia per il sostegno alimentare della famiglia sia per la vendita del prodotto rima-nente magari organizzandosi in pic-coli gruppi insieme con altre donne. Ecco perché la formazione prevede-rà anche delle tecniche di gestione e contabilità.

Anche in questo caso c’è un sup-porto formativo?Sì, dei trainers locali già formati dalla FAO saranno i formatori.

La stalla ora è vicina alla missione.Infatti. Ma deve essere spostata, anche perché lì c’è l’orfanotrofio, la missione e, non distante, l’ospedale. Verrà realizzata a Hormat, proprio vi-cino al campo, così che tutta la parte agricola e di allevamento sia in un unico contesto.

Giornalista e volontariadel Celim Bergamo

La popolazione vive di un’economia di sussistenza, coltivando (chi l’ha avuta dal governo) la terra e allevando mucche e ca-pre. Per oltre il 60% il terreno è pianeggiante, si aggiunge un 15% di collina e un 20% di montagna.A Kobo esiste un health center pubblico, una sorta di poliam-bulatorio, dove lavorano 32 persone (nessun medico), dove c’è anche una sala parto (128 nascite in un anno, poche, tutte le altre avvengono in casa) ma senza la possibilità di effettuare i tagli cesarei. La struttura più vicina che li effettua è a 50 chilometri, a Wol-dija.

SiTuaZione SaniTaria - Secondo i dati dell’Organiz-zazione mondiale della sanità, in Etiopia l’aspettativa media di vita è di 55 anni. Se da noi la probabilità che un bambino sotto i cinque anni muoia è di 4 ogni mille, in questo Paese d’Africa è di 1,2 ogni 10. Eppure la spesa sanitaria pro capite è di 22 dollari a fronte dei 2.623 in Italia. Per quanto riguarda il parto, quelli assistiti almeno da un’oste-trica sono il 6% a fronte del 46% del resto del continente, mentre le visite prenatali sono il 12% rispetto al 45% del resto dell’Africa. Malaria e Aids sono malattie diffuse nella media del continen-te, mentre tubercolosi e malnutrizione sono presenti in percen-tuali superiori.

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VOLONtArI sI dIVeNtAViaggio in BoLiVia

Torna per il secondo anno il percorso di formazione che il Celim Bergamo promuove per avvicinare i più curiosi al mondo della cooperazione internazionale. Un corso aperto a tutti e che prevede al termine, per chi lo desidera, un’esperienza sul campo guidata da una nostra volontaria, Sonia Mistrini. Si tratta di un viaggio di tre settimane, nel mese di agosto, in Bolivia, una terra in cui le nostre missioni bergamasche sono presenti da oltre 45 anni. Un viaggio per conoscere la cultura

del Paese sudamericano ma anche per incontrare gli attori dei progetti che il Celim promuove. Per prepararsi al viaggio, ma anche per chi è curioso e intende conoscere meglio il mondo del volontariato internazionale e della cooperazione allo sviluppo, è possibile frequentare un corso di sei incontri che si svolgono presso la sede del Celim Bergamo (in via Conventino 8 in città) dalle 15 alle 18. Il corso, rivolto in particolare ai giovani tra i 18 e i 35 anni, è iniziato il 19 febbraio, e le iscrizioni sono chiuse ma per chi è interessato si può telefonare allo 035.459.85.00 oppure scrivere una mail a [email protected]. La cadenza dei prossimi incontri sarà: 2 aprile (La Bolivia: il contesto socio politico economico attuale); 30 aprile (La Bolivia tra religione e cultura); 21 maggio (Come nasce e si evolve un progetto di cooperazione internazionale); 11 giugno (Il progetto di co-

operazione internazionale tra luci e ombre, alcuni esempi di buone prassi) e infine 18 giugno spazio all’organizzazione del viaggio. A settembre al rientro è previsto un momento di raccolta delle testimonianze. Sempre nell’ambito della formazione vi ricordiamo anche un percorso aperto con i padri Monfortani di Bergamo: basta ciccare su www.missionimonfortaneon-lus.it per conoscere tutto il programma. Il prossimo incontro è il 25 marzo.

NUOVA prOgettUALItàuna giornata Di rifLessione

Un test per raccogliere le riflessioni dei soci su alcune parole chiave della cooperazione internazionale, del volontariato e dell’essere volontari testimoni del cristianesimo. Un’assemblea tra i soci per dirci in cosa crediamo, se e come ha senso

oggi fare cooperazione e infine una giornata per riflettere e ripartire. Il Celim Bergamo ha preso sul serio il bisogno di ridefinire ciò in cui crede attraverso una riflessione allargata del Consiglio, dei soci e dei simpatizzanti. Ci si chiede se ha ancora senso partire, come farlo, come fare i conti con i costi e i benefici, i tagli della cooperazione internazionale, come affrontare il tema dell’educa-zione delle nuove generazioni allo sviluppo, che cosa vuol dire essere volontari cristiani e se per i giovani questa è una proposta ancora sostenibile in un mondo in cui hanno disperato bisogno di lavoro. Il 12 marzo, dalle 15 alla 18 in sede rifletteremo grazie all’aiuto del nostro assistente spirituale don Giambattista Boffi, direttore del Centro missionario diocesano, su che cosa significa la testimonianza cristiana nel volontariato internazionale. Per noi è importante che tu partecipi: se

sei interessato scrivi a [email protected]. ricordiamo a tutti i soci che la prossima assemblea si svolgerà come di consueto il 30 aprile alle 15 nella sede del Celim Bergamo per il bilancio annuale dei progetti.

IL NOtIzIArIO sI rINNOVAinViateci Le Vostre e-MaiL per riceVerLo onLine

A noi piace e speriamo che anche voi siate d’accordo: abbiamo cambiato la grafica del nostro notiziario e lo abbiamo reso più veloce da leggere e colorato come il mondo. Per questo bel progetto dobbiamo ringraziare soprattutto Oscar (Tipogra-fia dell’Isola) e tutto lo staff della comunicazione del Celim Bergamo, tra cui Umberto Amadigi, Daniela Agazzi e Giuliana

Ubbiali. Abbiamo deciso di raccontare a soci e simpatizzanti che cosa si muove al Celim Bergamo, aprire la riflessione su alcuni temi legati alla cooperazione e al volontariato ma anche raccogliere pareri, raccontarvi i nostri eventi, farvi conoscere tutti coloro che si impegnano nella nostra orga-nizzazione perché credono in alcuni valori di uguaglianza e solidarietà. Inutile dire che vogliamo risparmiare il più possibile su questo progetto comunicazione per poter destinare tutti i fondi raccolti ai progetti. Noi ci mettiamo il nostro lavoro volontario ma restano comunque le spese di stampa e di posta: ogni sponsor è ben accetto. Purtroppo le nuove leggi sulle tariffe postali per la cooperazione hanno fatto lievitare i prezzi di spedizione. È per questo che stiamo pensando innanzitutto di mettere ondine in formato pdf sul nostro sito tutto il notiziario da scaricare e consultare e poi di inviarlo in

futuro all’indirizzo di posta elettronica. Per questo passaggio è indispensabile il vostro aiuto: mandateci con una mail il vostro nome, cognome, indirizzo e e-mail a [email protected]. Ci aiuterà ad aggiornare il nostro database. Grazie di cuore.

Eventi Celim

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10 Celim MArzO 2011

Attività

Oggi più che mai, dove la coope-razione internazionale e le or-ganizzazioni non governative si trovano a dover rispondere ad

una congiuntura molto difficile e complessa, è doveroso che si riesca ad intraprendere un percorso in cui si possano rimettere in discussione le modalità tradizionali con le quali si è operato, per cercare di approdare a una progettualità nuova che prenda spun-to dal passato per arrivare a immaginare un futuro.

Il limite della cooperazioneAprire una fase come questa è uno sforzo decisamente forte, anche perché il rischio di fare un buco nell’acqua c’è sempre, ma l’urgenza di non rimanere ancorati a una progettualità attuale che soffre in maniera quasi spasmodica della presenza di spe-cifici bandi di co-finanziamento e di tutti i suoi effetti collaterali, è altrettanto vera. Ad oggi sull’altare della progettazione veniva-no sacrificate molto spesso altre aspirazioni come quelle del volontariato internazionale, della testimonianza cristiana, della ricerca di un modello di sviluppo e di partecipazio-ne reale e attiva degli attori del progetto. Una sorta di spirale negativa in cui si cer-cava comunque di trovare una quadra, che molto spesso però non esisteva. Un po’ come avere una “coperta corta” che può essere tirata da diverse parti non senza il rischio di esporre qualche parte sensibile al freddo. Questa sfida della nuova progettualità in-somma sembra più facile a dirsi che a rea-lizzarsi, anche perché immaginare di realiz-zare progetti di cooperazione allo sviluppo cercando di riuscire a non subire quegli ef-fetti collaterali di cui sopra è davvero opera difficile. Noi abbiamo deciso di procedere con un passo alla volta, cercando di approdare in tempi non biblici ad un dunque, ma senza rinunciare a darci il tempo necessario per raccogliere opinioni, riflessioni, suggeri-menti e anche provocazioni.

NuOvI ObIETTIvIPer guarDare al fuTuro

Volontari cristiani per sceltaIl primo passo realizzato è stato quello del confronto con i nostri soci su alcuni termini base che possono essere immaginati come i tasselli fondamentali di questo quadro: la cooperazione internazionale, il volontariato, la testimonianza cristiana, lo sviluppo e la partecipazione. Dalla raccolta dei pareri che ci sono perve-nuti abbiamo sicuramente riscontrato una certa omogeneità nelle risposte, che deno-tano come la base sociale del Celim Berga-mo sia comunque concorde sul significato dell’agire dell’organizzazione e come sia a conoscenza dei vari parametri all’interno dei quali si muove il Consiglio. Un accen-to molto puntuale è stato fatto rispetto alle reali motivazioni che dovrebbero animare i volontari internazionali nell’invio sui vari progetti nel Sud del mondo.

L’accento è stato posto proprio sul fatto che andrebbero trovate nuove modalità e per-corsi di formazione e selezione per far sì che queste figure non siano delle compar-se estemporanee, ma che si inseriscano in maniera più profonda nella vita dell’organi-smo attraverso percorsi più lunghi e guidati da persone competenti e capaci.A questo infatti si legano i concetti succes-sivi della testimonianza cristiana e della capacità della stessa di promuovere veri processi di partecipazione degli attori del progetto una volta inseriti in uno di questi, senza cadere nel rischio concreto, come

spesso succede, del protago-nismo operativo e dirigenziale degli stessi volontari.

Il rapporto tra Nord e SudSul fronte della cooperazione internazionale, intesa come strategia di superamento delle situazioni di ingiustizia e pover-tà, dopo una attenta riflessione sui rischi di una cooperazione troppo slegata dalle dinamiche socio-economiche di questi Paesi (a titolo di esempio si è parlato della tesi emersa da un libro di una economista africa-na dal titolo: La carità che uc-cide), si è convenuto di poter

immaginare l’operare del Celim Bergamo in contesti e reti anche più complesse rispet-to a quelle fino ad ora sperimentati, con l’attenzione primaria di essere sempre un soggetto promotore la cooperazione allo svi-luppo, sempre a partire dal nostro territorio, mettendo a disposizione il proprio bagaglio di competenze e culturale affinché anche nuovi attori della cooperazione (come per esempio gli immigrati) possano acquistare il ruolo che naturalmente spetterebbe a loro sulle tematiche dello sviluppo dei loro Pae-si (il concetto della cooperazione sud-sud o anche sud-nord). Al Consiglio ora spetta il compito di raccogliere le indicazioni emerse e di promuovere i prossimi passi della rifles-sione e della identificazione delle nuove stra-tegie concrete di azione.

PresidenteCelim Bergamo

ANDREA MILESI Il primo passo realizzatoè stato quello del confrontocon i nostri socisu alcuni termini base:la cooperazione internazionale,il volontariato,la testimonianza cristiana,lo sviluppoe la partecipazione

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Attività

ConCorSoa fumeTTi Il Celim Bergamo ha un’area dedicata ap-positamente alle tematiche di Educazione allo sviluppo e ai diritti rivolte alle scuole, a insegnanti ed educatori, genitori, ma anche esperti di tematiche legate ai diritti umani, alla mondialità e alla cooperazione. Il Celim Bergamo, con il patrocinio e la col-laborazione dell’Eco di Bergamo, con la collaborazione dell’Equipe Terre & Trame e della Fabbrica dei sogni, in occasione del XXI° Anniversario della Convenzione Onu sui Diritti dell’infanzia e dell’adole-scenza ha indetto la seconda edizione del concorso di disegno a fumetti “Per fare un diritto… ci vuole un seme”. Il concorso invita le scuole (suddivise in tre sezioni: primaria, secondaria di primo grado e di secondo grado) a realizzare un disegno con la tecnica del fumetto che illustri uno dei diritti sanciti nella Convenzione Onu sui Diritti dell’infanzia e dell’adolescen-za. I partecipanti potranno inviare da uno a un massimo di tre tavole formato A4 o A3, su carta o cartone flessibile, a colori o in bianco e nero, eseguite con tecniche libere, compresa computer graphics. Gli elaborati dovranno essere consegnati in busta chiusa insieme alla scheda di par-tecipazione interamente compilata, entro il 29 aprile 2011 alla sede del Celim Ber-gamo. Nella giuria ci sarà anche l’illustra-trice per l’infanzia Alessandra Castagni. Il concorso chiuderà con la Settimana dei diritti, prevista dal 21 al 27 maggio, con una serie di iniziative dedicate al tema. Nell’autunno del 2011, in collaborazione con i partner del progetto e con la parte-cipazione dei bambini e dei ragazzi, verrà pubblicata “La Convenzione Onu sui Diritti dell’infanzia e dell’adolescenza a fumetti”. Per informazioni: [email protected].

la moSTra¿eSTá Bien?A partire dall’11 maggio sarà presente in Alta Valle Brembana la mostra “¿Está Bien?” sul tema del lavoro minorile in Bo-livia.

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12 Celim MArzO 2011

Un nuovo attore è entrato nel team del Celim Bergamo: un esperto in raccolta fondi.Per tutto l’anno 2011 l’unità

operativa del Celim sarà affiancata da Filippo Cecchini Manara il quale fornirà strategie per migliorare tutte le attività che ruotano attorno ad un obiettivo concreto: la raccolta di fondi per sostenere l’orga-nizzazione e i suoi progetti.

Filippo Cecchini Ma-nara in un intervista spiega il suo lavoro e come si muoverà all’interno del Celim. Inizia ripercorrendo i passi che lo hanno portato alla sua at-tività attuale: “Il mio sogno era fare cinema, così mi iscrissi all’Università Cattolica di Milano”. Duran-te gli studi partecipò a un corso di orga-nizzazione di eventi, dal quale uscì molto entusiasta. Date le difficoltà ad entrare nel mondo del cinema, una volta laureato effettuò un master a roma in relazioni pubbliche ed europee specializzandosi nello studio di bandi e progetti per le or-ganizzazioni non profit.“Dopo questa formazione improntata alla comunicazione e alle relazioni pubbliche iniziai a lavorare all’interno di realtà del-la diocesi di Bergamo con funzioni di or-ganizzazione, gestione e promozione di eventi culturali”.Nel 2005 frequentò un corso di raccolta

fondi in un comune vicino a Forlì dove prese coscienza dell’importanza strategi-ca del fund raising nell’elaborazione dei progetti culturali che lo portò a seguire la strada della libera professione in questo settore fondando il CQ centro di qualità, studio di consulenza in fund raising e ge-stione del non profit. “La parola chiave del mio lavoro è ‘affiancamento’: più che ese-

cutore, io affianco le organizzazioni nella definizione e nella realizzazione delle strategie operative mirate alla sosteni-bilità economica”. La sua attività di con-sulenza, o meglio, di affiancamento, si muove su due filo-ni: quello culturale,

seguendo la fondazione Adriano Berna-reggi, la fondazione Benedetto ravasio, l’Associazione ArTS e quello sociale, af-fiancando piccole realtà come l’associa-zione Fabbrica dei Sogni, la cooperativa La Perla Nera, la onlus Aiuto Donna-Usci-re dalla violenza.Manara si è specializzato nel fund raising per le organizzazioni non profit perché “rappresentano il perno della società odierna fondate su persone che trasfor-mano la loro vita, il loro lavoro e la loro energia in valore per l’intera comunità”. Questa impegno e entusiasmo però non bastano a pianificare le attività. “Il CQ nasce - infatti - per offrire a queste realtà affiancamento nel percorso di professio-

nalizzazione, sviluppo e gestione delle attività in un’ottica di stabilità e sosteni-bilità”.Chiedendo a Manara se conosceva il Celim Bergamo prima di aver ricevuto questo incarico nell’organizzazione, ci risponde che ne aveva sentito parlare durante le sue esperienze di volontaria-to in Cile e in Bolivia, ma non era così consapevole delle attività del Celim così come lo era invece per il Cesvi. Proprio per questo motivo l’aiuto di un fund raiser può servire per capire l’identità del Celim, la sua mission e cosa lo distingue da al-tre realtà “competitive”. “Solo attraverso una riflessione sul chi siamo, a partire dal Consiglio stesso, sarà possibile comuni-care in maniera chiara l’insieme delle at-tività e il conseguente ampliamento della cerchia dei donatori”. Quindi gli strumenti di comunicazione tradizionali del Celim - notiziario, newsletter, lettere, sito - sono importanti, ma risulterebbero più efficaci se fosse chiaro il marchio distintivo che permette di riconoscere in maniera imme-diata la ong.Le nuove modalità di comunicazione sul web - social network, piattaforme di con-divisione di video e foto, blog - “rappre-sentano strumenti funzionali alla raccolta fondi soprattutto negli Stati Uniti, mentre in Italia non si stanno ancora sfruttando appieno le potenzialità del web. Sicura-mente questo sarà il futuro della comu-nicazione e del fund raising, perciò è im-portante esserci.Non ci portano direttamente dei fondi, ma rappresentano un’importante vetri-

Si chiama Filippo Cecchini Manarae aiuta un équipe di otto persone a migliorarele attività di “fund raising”e far conoscere la nostra organizzazione

Il personaggio

CON NOI l’ESPERTODella raCColTa fonDi

DANIELA AGAzzI

“Dopo questa formazioneimprontata alla comunicazionee alle relazioni pubblicheiniziai a lavorareall’interno di realtàdella diocesi di Bergamocon funzioni di organizzazione,gestione e promozionedi eventi culturali”

FilippoCecchiniManara,l’espertofund raiser

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na. Grazie al meccanismo del passaparola, il nome del Celim gira e raggiunge in minor tem-po un’ampia cerchia di possibili futuri donatori”.Contento di questo suo nuovo incarico all’inter-no di una ong di cooperazione internazionale, Manara spiega la modalità che ha deciso di utilizzare per pianificare un efficiente piano di raccolta fondi.“Il mio metodo è entrare in punta di piedi. Non elaboro delle soluzioni preconfezionate ma, da soggetto esterno, voglio capire prima le dina-miche dell’ente e poi adottare una strategia ad hoc” e prosegue “l’idea è quella di aiutare il Celim ad organizzare le varie attività: database, gestione donatori, eventi ma sarà una cosa graduale che non porte-rà risultati in termini economi-ci nel breve termine”.Già da circa due mesi opera-tivo al Celim, Manara incontra ogni quindici giorni, un grup-po di otto persone, tra dipen-denti e volontari del Celim, per organizzare degli eventi diretti sia alla visibilità sia alla raccolta fondi. Solo alla fine dell’anno si potrà capire se l’intervento del fund raiser sarà andato a buon fine.

L’obiettivo è portare il Celim a creare un comi-tato di fund raising indipendente. Un gruppo le cui attività dovranno essere condivise da tutte le persone che ruotano attorno al Celim, perché la raccolta fondi non è solo economica “non è pos-sibile andare da un’impresa e chiedergli subito i soldi per un progetto. Per ottenere il sostegno dei grandi donors bisogna innanzitutto coinvol-gerli, appassionarli a quello che facciamo e poi da lì nasce automatico il contributo”. E l’esper-to in fund raising serve per accompagnare un membro del Celim a un incontro con un’azienda e, grazie alle sue capacità professionali, saprà

cogliere quel “matrimonio di interessi” che il semplice ope-ratore non sa intravedere di primo acchito. Manara conclude sostenendo che la raccolta fondi deve es-sere concepita come un modo d’essere “in primis il Consiglio deve essere coinvolto e poi tutti i volontari e soci del Celim devono sentirsi parte attiva, perché grazie alle loro espe-rienza hanno conosciuto il Ce-lim, ci credono in questa realtà e quindi si fanno essi stessi promotori delle varie iniziative attraverso il passaparola”.

IL GRUPPOFormato nel corso del 2010 per una necessità urgente di raccogliere fondi, il grup-po allora definitosi “unità di crisi” si è attualmente am-pliato sino a comprendere otto persone: Nicola Vitali, responsabile Progetti, Da-niela Agazzi, responsabile Comunicazione, Jennifer Dal Pian, responsabile Educazione allo Sviluppo e Umberto Amadigi, vicepre-sidente del Celim; Giuliana Ubbiali e rossella Martinel-li ramirez, due volontarie giornaliste de Il Giornale di Bergamo; due ex tirocinanti, ora volontarie: Emilia Vavas-sori e Francesca Fenili.Secondo Manara il gruppo pare funzionare bene ed è caratterizzato da un deside-rio di mettersi in gioco, vo-glia di partecipare e grande creatività. Mancano le capa-cità tecniche che verranno acquisite col tempo grazie all’intervento dell’esperto.

CON NOI l’ESPERTODella raCColTa fonDi

“In primis il Consigliodeve essere coinvoltoe poi tutti i volontarie soci del Celimdevono sentirsiparte attiva,perché graziealle loro esperienzahanno conosciuto il Celim,ci credono in questa realtàe quindi si fannoessi stessi promotoridelle varie iniziativeattraverso il passaparola”

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Notizie flash

Il Centro missionario diocesano promuove l’87° convegno missionario diocesano in programma per il 19 e 20 marzo nella parrocchia di Colognola e in concomitanza l’8° Convegno missionario dei ragazzi. Il tema di quest’anno sarà “Guarda: c’è il missionario! Stupore nelle parole e nei gesti della missione” . Per scaricare il programma completo della giornata

basta connettersi al sito www.cmdbergamo.org. Per la Quaresima il Cmd propone poi un’atten-zione particolare alle missione di Bolivia, Cuba e Costa d’Avorio. Nell’augurare a tutti una Buona Pasqua ricordiamo il messaggio del nostro vescovo Francesco Beschi per il tempo della Quare-sima. “Durante la Quaresima la preghiera intorno alla tavola sia anche un’occasione di riflessione familiare intorno ai consumi domestici, in particolare all’uso del cibo. La Quaresima è il tempo in cui siamo invitati ad aprire il nostro cuore e i nostri occhi sulle realtà lontane ed estremamente povere in cui operano i nostri missionari. È con i fratelli più deboli e indifesi, bisognosi ed emarginati che dobbiamo imparare a spezzare il pane, a compiere concreti gesti di aiuto e solidarietà.

Il Giovedì santo faremo memoria, con tutta la Chiesa, di un pane spezzato e condiviso, segno di un amore infinito e misericordioso, capace di offrirsi tutto fino alla morte e di rioffrirsi, per sempre, nella resurrezione. Che ciascuno di noi trovi il tempo di meditare e contemplare tanto amore affinché sia sempre modello di ogni nostra azione, in particolare di ogni azione educativa”.

IL teMpO deLLA pAsQUAcon Le Missioni

Compie 50 anni la Marcia Perugia Assisi e quest’anno ricorderà nello slogan “per la pace e la fratellanza dei popoli” la prima organizzata da Aldo Capitini il 24 settembre 1961. Si svolgerà il 25 settembre e la rete Focsiv, di cui il Celim Ber-

gamo fa parte, invita tutti fin d’ora a tenersi liberi per quella data. La Marcia partirà dai Giardini del Frontone di Perugia alle 9 e arriverà alla rocca Maggiore di Assisi alle 15 dove si svolgerà la manifestazione conclusiva. Chi non può percorrere l’intero itinerario potrà unirsi al corteo par-tendo da Santa Maria degli Angeli o raggiungendo direttamente la rocca di Assisi. La Marcia è aperta alle scuole, ai giovani in particolare, alle famiglie e a tutte le reti del volontariato.La Marcia Perugia-Assisi per la pace e la fratellanza dei popoli è promossa dalla Tavola della pace e dal Coordinamento nazionale degli Enti locali per la Pace e i Diritti Umani insieme a tutte le persone, i gruppi, le associazioni e gli Enti Locali che ne condividono lo spirito e le finalità. La

prima riunione nazionale dei “Comitati Perugia-Assisi” si svolgerà dal 15 al 17 aprile 2011 presso la Cittadella di Assisi. Per chi volesse avere maggiori informazioni è possibile consultare il sito: www.perlapace.it.

MArCIA deLLA pACeaD assisi con La focsiV

Dal primo maggio, giorno della sua beatificazione, le spoglie di Giovanni Paolo II saranno esposte per la venerazione nella basilica di San Pietro, davanti all’Altare della Confessione, fino all’esaurimento del flusso dei fedeli. Lo rende noto il Vaticano, che ha stilato il programma della beatificazione suddiviso in cinque momenti. Quando si parla di “spoglie”, hanno precisato, si parla della bara. Non è previsto per il momento che il feretro venga aperto per una ricognizione

della salma. Una veglia avrà luogo nella sera di sabato 30 aprile (ore 20-21: preparazione; ore 21-22.30: veglia), al Circo Massimo di roma, e sarà guidata dal cardinale Agostino Vallini, Vicario generale per la diocesi di roma e da papa Benedetto XVI, che si unirà spiritualmente all’evento tramite un collegamento video. La celebrazione della beatificazione, domenica primo maggio in Piazza San Pietro, avrà inizio alle ore 10 e sarà presieduta dal Santo Padre. La parte-cipazione non è regolata da singoli biglietti, tuttavia l’accesso alla piazza e le zone adiacenti sa-ranno controllate di servizi di sicurezza. Subito dopo il termine della cerimonia di beatificazione sarà possibile ai fedeli venerare le spoglie del nuovo beato. La bara sarà esposta nella basilica

di San Pietro, davanti all’altare della Confessione. Lunedì 2 maggio è prevista una Messa di ringraziamento, alle ore 10.30 in piazza San Pietro. Sarà presieduta dal cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di stato. La tumulazione delle spoglie del nuovo beato nella Basilica Vaticana, presso la Cappella di San Sebastiano, avverrà poi in forma privata.

pApA gIOVANNI pAOLO IIiL prossiMo Maggio sarà Beato

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eccola!

finalmente siamo

riusciti a realizzare

una bellissima urna

trasparente che

abbiamo posizionato

all’aeroporto di

orio al Serio.

un modo in più per

raccogliere fondi per il

progetto di Kobo in

etiopia “Parto sicuro

per un’infanzia felice”.

ringraziamo la

Sacbo per la

disponibilità e la

sensibilità che ci ha

dimostrato.

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