CASALEGGIO BOIRO - Archivio Storico · 2012. 3. 25. · CASALeGGIOBOIRO 3 CAsAleGGiO BOirO Centro...

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Guide dell’Accademia Urbense CASALEGGIO BOIRO www.accademiaurbense.it

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  • Guide dell’Accademia Urbense

    CASALEGGIO

    BOIRO

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  • Memorie dell’Accademia Urbense (nuova serie) n° 46Collana diretta da Alessandro Laguzzi

    Impaginazione di Simona Vaga e Alessandro Laguzzi

    Segreteria: Giacomo Gastaldo

    Le foto originali sono state fornite dall’Amministrazione Comunale

    e sono di Rinaldo Bocchio e Danilo Repetto

    Ha collaborato Gabriella Volpara

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  • Guide dell’Accademia Urbense

    AlessAndrO lAGUzzi

    GUidA di

    CAsAleGGiO BOirO

    Associazione Oltregiogo

    Accademia Urbense - Ovada

    2005

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  • 3CASALeGGIO BOIRO

    CAsAleGGiO

    BOirOCentro agricolo dell'alto

    Mon ferrato, Casaleggio Boiro èsituato sulla destra del torrentePiota nella zona collinare del-l'Appennino ligure, in prossimi-tà dell'antica strada delle “Ca -panne di Marcarolo”.

    Il suo nome, che sembra de -ri vare da Casal regium, confer-merebbe le frequentazioni delGrande bosco della Valle del-l’Orba da parte dei Re Longo-bardi per le loro cacce al cervo.Il nucleo antico dell'abitato,costituito da poche case, è postosotto il castello su un fiancodella rocca; l'abitato nuovo si èsviluppato invece nella pianurasottostante, in prossimità dellaParrocchiale, lungo la stradache unisce Ovada a Gavi.

    Il Comune appartiene allaComunità montana “Alto Ova-dese Alta Valle del Lemme” eparte del suo territorio è com-preso nel Parco Na tu rale “Ca -pan ne di Marcarolo”.

    Gli abitanti delborgo sono prevalen-temente dediti ai la -vori agricoli ed in par-ticolare alla silvicol-tura e alla coltivazio-ne della vite (il terri-torio è inserito nel

    disciplinare del Dolcetto d'Ova-da), ma il luogo meriterebbe diessere meglio conosciuto evalorizzato dal punto di vistaturistico per l'interesse naturali-stico che presenta.

    Così ne scrive l’ammiratoRoberto Benso:Ecco la valle, l’abito pacato

    del suo colore blandamente perso;

    il castello: un gigante addormentato

    grigio e solenne nel mattino terso

    La fine dell’estate, col diverso

    sapore dell’autunno affaccendato,

    ci riporta un fantasma, come un verso

    che emerge dalle nebbie del passato

    Stirpe di miti sulla dura terra,

    a carpire col debbio e con le bure

    i sudati tesori che rinserra;

    E l’arce, sullo scoglio forte e solo,

    veglia dall’alto le con valli oscure

    dell’Alpe che s’invetta a Marcarolo

    lA stOriA

    Sebbene una tra-dizione erudita parlidi una pieve (S.Maria di Mondovil-le) sorta in questiluoghi sin dal V o VIsecolo, la prima noti-

    Nella pag. a lato, Campanile eabside della Chiesa di s. Leone all’entrata della cerchia mura-

    ria del Castello; sopra, simbo-lo inserito nell’architrave del-l’entrata del Castello

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  • 4 CASALeGGIO BOIRO

    zia del luogo è in un documentodel 10 giugno 1033, data in cui ilmarchese Adalberto, figlio diOtoberto, con la moglie Adelai-de donava alcuni beni al mona-stero di Castiglione nella diocesidi Parma e fra questi vi era anche«Casadego» nel Tortonese.

    Nel frazionamento dei beniobertenghi Casaleggio fu forsecompreso nella giurisdizione diParodi poiché, ancora nell'xI exV secoli, i marchesi possede-vano nel sito tributi, pedaggi epascoli.

    Questa notizia sembra con-trastare con il diploma imperia-le di Belforte del 5 ottobre 1164con il quale Federico I di Sveviaconfermava «Casalegium» all'a-leramico Guglielmo il Vecchio.Ma poiché, quasi certamente, ildiploma è un falso ecco svelatol’arcano. Probabilmente i mar -

    chesi monferrini esercitaronoun loro effettivo dominio suCasaleggio solo in età paleolo-ga, periodo in cui è ampliamen-to testimoniato il loro possessodi questo feudo. Il dominio diCasaleggio dovette essere sem-pre di grande utilità strategicapoiché dal castello si dominavala strada delle «capanne di Mar-carolo», la via che permetteva lecomunicazioni tra Lombardia,Piemonte e Genovesato. Taleimportanza strategica - che fuprobabilmente la causa primariadell'erezione del castello - èattestata anche dai molti passag-gi di truppe per questa località:nel 1180 vi transitarono i Geno-vesi per assediare Silvano d'Or-ba; successivamente nel 1226 vipassarono i soldati di Genovache si recavano in soccorso diCapriata d'Orba assediata dagli

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  • 5CASALeGGIO BOIRO

    Alessandrini.Verso il 1273 Genova in lotta

    con i marchesi del Bosco inviòegidio di Negro con cento bale-strieri ed altri armati ad assedia-re il castello di Tagliolo: le trup-pe della Repubblica attraversa-rono Casaleggio per poi unirsi aLerma con gli armati di IacopoDoria podestà di Voltri. Ma fusoprattutto nel xV secolo che illuogo divenne quasi un centronevralgico per gli spostamentidi eserciti. Nel 1409 le truppe diFacino Cane vi transitarono perla via delle capanne di Marcaro-lo per poi ricongiungersi con isoldati del marchese Teodoro II

    Paleologo, che occupò Genova;poi fu la volta degli armati diIsnardo Guarco che tentavanodi togliere nel 1414 la signoriadi Genova a Giorgio Adorno;infine il luogo fu occupato dallesoldatesche di Francesco Sforzanel 1433 per poi essere restitui-to quattro anni dopo ai Paleolo-gi. Da segnalare anche nel 1536un passaggio di truppe francesiche si recavano in soccorso diTorino.

    Nonostante queste travaglia-te vicende Casaleggio rimasesempre alle dipendenze deimarchesi monferrini. Nel 1306,quando Teodoro I Paleologo

    Alla pag. precedente, i caldi colo-

    ri delle vigne preannunciano l’ar-

    rivo dell’Autunno nella campagne

    attorno a Casaleggio

    In basso, figura di cavaliere,

    architrave della porta di ingresso

    del Castello. si noti il caratteristi-

    co disegno dello scudo e della

    gualdrappa

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  • annunciò il suo arrivo a Casale,signore del luogo era ObertoSpinola, probabilmente per ilegami di sangue che lo legava-no al giovane marchese. Un'al-tra notizia risale al 1320 anno incui i «Dominis de Casalegio» -secondo quanto fu stabilito nelparlamento monferrino di Chi-vasso - dovevano fornire un sol-dato all'esercito del marchese. Ilfeudo venne poi confermato aGiovanni II Paleologo dall'im-peratore Carlo VI di Lussem-burgo nel 1355. Per seicento fio-rini d'oro il marchese Giangia-como di Monferrato e sua sorel-la Sofia, imperatrice dei Greci,

    il 19 gennaio 1425 concedevanoil feudo di Casaleggio al geno-vese Zaccaria Spinola, sia per ilegami di parentela tra i Paleolo-gi e gli Spinola, sia per remune-rare Zaccaria dell'accoglienzariservata a Sofia al suo arrivo aGenova.

    estintasi la dinastia dei Pa -leologi, il feudo, come tutte lealtre terre monferrine, passò aiduchi di Mantova che il 9 feb-braio 1558 ne investirono ilgenovese Nicolao Spinola.

    In questo periodo si ebberoaspre controversie di confine fraCasaleggio, la Repubblica diGenova e Mornese, contrasti

    6 CASALeGGIO BOIRO

    Alla pag. seguente: in alto, leone;

    in basso figura femminile con

    treccia, entrambi scolpiti sull’ar-

    chitrave della porta del Castello

    In basso, il Castello di Casaleggio

    è uno dei più antichi del Monfer-

    rato.

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  • momentaneamente appianatigrazie all'intervento di AndreaDoria. Non va nascosto che losfruttamento dei boschi dell’Al-pe di Marcarolo fu fonte conti-nua di attriti e di conflitti cosìcome l’im po sizione di pesantipedaggi. Nel 1553, il sequestrodi sette buoi ad un polceverascoche cercava di evadere i diritti dipedaggio scatenò una piccolaguerra. In risposta al soprusouna banda di più di quattrocentouomini provenienti dalla ValPolcevera, fece un’incursione suCasaleggio, dove il feudatario sirinserrò in castello, mentre isopravvenuti catturarono tuttigli uomini di Casaleggio, Lermao Mornese che fossero, cheincontrarono nei boschi, trasci-nandoli poi a Genova dove lostesso Doge, prima di liberarli,ammonì i malcapitati, che seepisodi consimili si fossero ripe-tuti sarebbero finiti al remo. Mala vicenda, se ebbe conseguen-ze, non pare che queste si pro-traessero nel tempo, perché,

    lungo tutto l’arco del Sei-cento, i conflitti originatidagli sconfinamenti edallo sfruttamento abusi-vo del bosco si ripeteronopuntualmente con episodi

    più o meno eclatanti. Nel 1589 gli Spinola - con il

    con senso dei Gonzaga - cedette-ro par te del feudo e del castelloa Luca Grillo. Pochi anni dopoil 9 aprile 1593, Giovanni oGiano Grillo, figlio di Luca,vendeva per 650 scudi la suaparte di Casaleggio a GiovanniBattista Scotti.

    7CASALeGGIO BOIRO

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  • Agli inizi del Seicento Casa-leggio apparteneva al genoveseFrancesco Spinola e a GiovanniBattista Scotti e gli abitanti delborgo dovevano ancora presie-dere alla manutenzione delcastello così come racconta ilSaletta: «Gli homini sono tenutia prestare le opere... et accomo-dandovi il castello fare una gior-nata, ma il vassallo è obbligato asomministrarvi le spese». Conla mor te di Ottavio Scotti, ilduca Carlo II Gonzaga concede-va nel 1651 la parte di questi,

    cioè i tre quinti del feudo, agliSpinola.

    Nel 1705 alla morte di Nico-lò Spinola i marchesi BottaAdorno e Luca Fieschi cercaro-no di ottenere la parte spettanteallo Spinola. Ma il feudo venneriunito, con titolo marchionale,nella persona del conte LucaFieschi parente anch'esso degliSpinola grazie al matrimonio traLucrezia Spinola e GiambattistaFieschi. Alla morte di Luca Fie-schi, Casaleggio passò alla di luisorella Chiara Maria, vedova di

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  • Pier Paolo Ristori, e successiva-mente nel 1735 al figlio di que-sti Luca Ottavio Ristori. Infinenel 1898, con la morte dell'ultimoRistori, il generale Francesco, ilfeudo pervenne al conteCarlo Guiglia il cui padreaveva sposato la marche-sa Carolina Ristori sorelladi Francesco. Oggi ilcastello appartiene aiconti Francesco e GianCarlo Guiglia.

    In quanto al paese, afine Settecento, lo spiritorivoluzionario giuntocon l’esercito franceseguidato da Napoleoneprovocherà anche inque sto borgo notevolicambiamenti e l’emerge-re del ceto borghese.Durante la Restaurazio-ne, sembra che la zona-fosse scelta dalle “vendi-te carbonare” comeluogo d’incontro fra le societàsegrete liguri e quelle lombardee alessandrine. Poi l’Unità d’Ita-lia e l’avvento del nuovo secoloaprivano nuove prospettive perle nostre campagne. Risale pro-prio ai primi anni del Novecen-to la costruzione della diga chedette origine ai laghi della

    lavagnina, che sembrava pro-mettere un avvenire migliore,ma di lì a poco, lo scoppio della“Grande guerra” portava anchegli abitanti di Casaleggio a

    morire nelle trincee del Carso osulle pendici del Grappa.

    Il periodo fascista coincidevapoi con la crisi del settore viti-vinicolo attaccato dalla perono-spora, mentre le Feste vendem-miali furono certamente il mo -mento di maggior consenso alregime. La seconda guerra mon-

    9CASALeGGIO BOIRO

    Alla pag. precedente: in alto,

    costruzione della diga della Lava-

    gnina in una foto di inizio secolo;

    in basso, le salme dei martiri

    della Benedicta appena inumate

    vengono trasportate a valle e

    transitano sulla diga della Lava-

    gnina.

    In questa pag. la diga oggi

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  • diale vide poi nascere sui montiche circondano Casaleggio unforte movimento partigiano chefu più volte colpito dalla rappre-saglia nazi-fascista, tanto che laBenedicta è assurta a simbolonazionale di quel sacrificio.

    il CAstellO

    Fra le estreme propagginisud-orientali del Piemonte, qua -si in prossimità della Liguria,isolato su di un poggio, sorge ilcastello di Casaleggio Boiro. Sitratta di uno degli edifici mon-ferrini più antichi; alcuni autorilo fanno risalire al x secolo otuttalpiù all'xI-xII secolo, data-zione abbastanza attendibilepoiché certe sue parti - come lacortina merlata di sud-est, ilpalazzo baronale e l'architrave abassorilievo - potrebbero esseredi quest'epoca. Rimaneggia-menti e ricostruzioni devono, inlarga misura, aver mutato lestrutture originarie; vi sonoinfatti aggiunte rinascimentali,come la torre tonda di spigolo,ed altre addirittura barocche.

    L'impianto risulta poco signi-ficativo nel suo insieme con latorre quadrata che supera dipoco l'altezza delle cortine a cuiva aggiunta la torre circolare,

    elementi questi che non riesco-no a movimentare la massa piut-tosto inerte dell'edificio. Non-ostante ciò la struttura delcastello di Casaleggio Boiro -così come quella di molti altriedifici civili o fortificazioni del-l'Ovadese e dell'Oltregiogo -interessò anche il D'Andrade.Questi nel 1880 fece dei rilievi acarattere documentario di quasitutti i castelli di queste zone equindi anche di quello di Casa-leggio.

    Uno dei particolari più inte-ressanti di questo edificio - oltread alcune decorazioni a merlettodelle bifore - è il rilievo in pietrache funge da architrave d'in-

    11CASALeGGIO BOIRO

    Alla pag. precedente, il Castello

    di Casaleggio, uno dei più sugge-

    stivi dell’Oltregiogo

    In basso, cortile interno del

    Castello di Casaleggio.

    Alla pag. seguente, Architrave

    dell’entrata del Castello

    in basso Cascina Boiro

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  • gresso. In esso sono raffiguratiun cavaliere montato ed armatodi scudo e lancia ed una damaaffiancata da due leoni. Curio-sissima è l'arma gentilizia incisasullo scudo e sulla gualdrappadel cavallo, raffigurante forseuna mazza o un martello d'armi.Queste testimonianze artisticheed architettoniche dell'antichitàdel castello vengono, come si èvisto, anche suffragate dallefon ti scritte.

    Già da lontano, la vista delcastello di Casaleggio è una

    delle esperienze più significati-ve di una visita ai castelli del-l'Alto Monferrato. Per chi infat-ti percorre la «strada dei castel-li» venendo da Gavi o daOvada, la gran massa dell'edifi-cio si scorge già da lontano,discendendo da Mornese o daTagliolo, in un paesaggio ancoraperfettamente integro, con unsenso di mistero e aspettativache può ricordare, a chi ha visi-tato la Puglia, quello che prendechi si avvicini a Castel del Mon -te. In effetti il castello di Casa-

    12 CASALeGGIO BOIRO

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  • leggio gode di unasituazione pae sisticainvidiabile, non chédella qualità, abba-stanza rara tra icastelli della zona, disorgere notevolmentestaccato dal paese,totalmente isolato, ove si eccet-tui una piccola chiesa che giaceai suoi piedi. Questo isolamentoporta la sua mole a stagliarsi conun notevole effetto scenograficosul fondale di una verdissimacollinetta in una situazioneambientale veramente invidiabi-le Questa caratteristica fece sìche, nel maniero, venisserogirate alcune scene di unafamosa versione televisiva dei"Promessi Sposi" diretta daSandro Bolchi. Nello sceneg-giato il castello rappresentavail nido d’aquila dell'Innomina-to, al quale si reca don Abbon-dio per liberare Lucia, che vi èrinchiusa.

    il PAese

    Il nucleo abitato di Casa-leggio da tempo non è più rac-colto intorno al castello, ma èdisposto in pianura nei pressidella nuova Parrochiale elungo la strada che da Lerma

    conduce a Mornese. Le case chelo compongono sono quindirelativamente nuove, tuttaviasegnaliamo due edifici del paeseche a ragione possiamo definirestorici e che meritano l’attenzio-ne del visitatore. Parlo dellaCascina Boiro situata sulla stra-da che unisce il centro del paese

    13CASALeGGIO BOIRO

    A lato, particolare del

    Vecchio Mulino

    In basso, Chiesa par-

    rocchiale di S. Marti-

    no, altare del S. Cuore

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  • al castello e del Vecchio Muli-no la cui attività ha accompa-gnato per secoli la vita del paese

    le Chiese

    Un documento redatto il 4aprile 1188 nella Pieve di Casa-leggio, attesta l’esistenza el’an tichità di questo edificioreligioso, il quale non risulta al -trimenti attestato e depone perl’assoluta primazia di questoinsediamento rispetto ai vicinio-ri Mornese e Lerma.

    Nel 1320 il testamento diLombardo Gentile, olim deTurca, ci informa dell’esi-stenza in Casaleggio dellaChiesa di s. Martino, pro-babilmente la pieve già cita-ta, destinata a divenire, adire di una tradizione cor-rente nel Settecento, la pri -ma parrocchiale del paese ametà Quattrocento. La chie-sa, secondo quanto ve ni variportato, era a tre navate,una delle quali serviva peruna parte della popolazionedi Lerma, quella di mezzoper la popolazione di Casa-leggio e l'altra per una partedella popolazione di Morne-se.

    Sul finire del Cinquecen-

    to pare tuttavia che le due nava-te laterali andassero in rovina evenissero demolite rimanendopraticabile solo quella di mezzo.

    Ma già nel 1622, al tempodella visita pastorale di Mons.Paolo Aresi, vescovo di Torto-na, la Parrocchia era stata tra-sferita presso la chiesa costruitasotto il castello, a fianco del-l’antica chiesetta di S. Leone.Questo stato doveva durare percirca duecento anni.

    Nel 1786 il Vescovo CarloMaurizio Pieretti ordinò la rico-

    15CASALeGGIO BOIRO

    Alla pag. precedente, facciata

    della chiesa parrocchiale di S.

    Martino,sul fianco destro è ospita-

    to l’Oratorio della SS. Trinità

    In basso, s. Martino, altare della

    Madonna del Carmine, si notino

    le colonne tortili intarsiate che lo

    impreziosiscono

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  • struzione della Parrocchialedove si trovava anticamente per-ché più comoda per tutti gli abi-tanti; nel 1797 venne posta laprima pietra del nuovo edificio.Nel 1800 vennero fatti impor-tanti acquisizionii per la nuovachiesa par roc chiale di Casaleg-gio acquistando dalle chiesegenovesi di ordini religiosi chevenivano soppressi:

    "l'altare maggiore, presonella chie sa degli Angeli tenutadai RR. PP. Carmelitani, con sue

    balaustre, il quale era dellaBeata Vergine del Car mine,dalla parte dell'evangelio, ossianavata, dei cui marmi si è impa-dronita violentemente la nazio-ne ligure; un altare, che era nellachiesa dei PP. Agostiniani Scal-zi della Visitazione di Genova,con colonne nere, senza balau-stre, nel quale si è trovata unascatola di latta ossia tolta di pal -mi quattro in lunghezza e altauno con più sigilli, ove si rac-chiude il cor po di San Pio, mar-

    tire; un altare, cheera nella chiesadella Visitazione,che servirà per l'al -ta re di Sant'Anto-nio”. In questoperiodo - e laRestaurazione noncam bierà le cose -Ca saleggio con Ler -ma e Mornese pas -sò dalla diocesi diTortona a quella diAcqui Terme. Nel1835 la chiesa ven -ne inaugurata e inti-tolata a San Marti-no. Nel 1853 il ReVittorio emanuele IIfece fare a sue spese

    16 CASALeGGIO BOIRO

    Alla pag. seguente: in alto, Ora-

    zione nell’orto degli ulivi affresco

    del Gambini;

    in basso, l’abside e l’altare mag-

    giore della Parrocchiale

    In basso, L’ultima cena affresco

    del Gambini

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  • il pavimento in mar mobianco. Nel 1893 nell'oc-casione del centenariodella co struzione dellaChiesa vennero inaugu-rate dal Vescovo diAcqui Mon. Disma Mar-chese le nuo ve pittureeseguite dal pittore Gam-bini.

    Il Gambini pittorelombardo stabilito adAlessandria era allora almassimo della fama, aLui si dovevano, infatti,sia le pitture del duomodi Voghera che quelle delduomo di Iglesias, prov-vide alla completa deco-razione interna dellachiesa, lavorandovi conpassione di artista intelli-

    gente, 14 mesi coi suoi assisten-ti, “ed ora essa, completamentetra sfor mata, sembra più la par-rocchia di una grande città, chela modesta chiesa di un piccolocomune di po chi abitanti. Tuttiquesti lavori e l’acquisto delnuo vo organo del Verati diBologna e delle ar ti stiche statuedel Bertarelli di Milano ed inuovi e ricchi candelabri ed il

    17CASALeGGIO BOIRO

    Alla pag. seguente, La Madonna

    in gloria consegna il Rosario a S.

    Alberto, affresco del soffitto della

    parrocchiale

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  • rifacimento della Canonica,hanno richiesto una ingentespesa che questi poveri terrazza-ni non avrebbero da soli potutosostenere sen za l’interventofinanziario dei castellani” comescriveva un giornale dell’epoca.

    lA VisitA

    Oggi la chiesa, ad una solanavata, si presenta come il risul-tato di tutti gli interventi prece-dentemente descritti.

    entrando, sul lato destroincontriamo l’altare dell’Im ma -cola ta realizzato come la grottadi Massabielles a Lo ur des,segue l’altare dedicato al SacroCuore, proveniente dalla chiesagenovese degli Agostiniani

    Scal zi della Visitazione essopre senta un paliotto in marmipolicromi, che può essere fattorisalire al xVI-xVII sec. che,nella parte superiore, si distin-gue per la presenza di duecolonne tortili in marmo nero digrande eleganza.

    Al centro del presbiterio, cheè delimitato da una bella balau-stra in marmo di stile settecente-sco, si eleva, coevo, l’altaremaggiore di notevole pregioartistico, che proviene dallachiesa della Vergine del Carmi-ne di Genova, ai due lati del pre-sbiterio possiamo notare dueaffreschi di grande efficaciaopere del Gandini: a destra L’ul-tima cena, a sinistra L’orazione

    18 CASALeGGIO BOIRO

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  • di Gesù nell’orto degli ulivi.Dietro l’altare un bel coroligneo e in alto nel l’abside dellostesso autore due riquadri rap-presentanti S. Pietro e S. Paoloal centro anche una pala che raf-figura il santo a cui è intitolatala parrocchiale, S. Martino diTours.

    Di fronte all’altare del SacroCuore, sulla parete sinistra, sierge l’altare dedicato allaMadonna del Carmine. Anchequesto viene da Genova e pre-cisamente dalla chiesa dellaVisitazione, originariamentesembra fosse dedicato a San-t’Antonio.

    Anche questo altare è incor-niciato nella sua parte superioreda due splendide colonne tortilidi marmo bianco intarsiate conun motivo di pianta rampicantea bacche dorate.

    Sulla stessa parete nei pres-si della porta è collocato ilfonte battesimale, chiuso da uncancello, sovrastato da unalunetta nella quale il pittore harappresentato il battesimo diGesù nel Giordano. Il soffittodel presbiterio e della navata èpoi anch’esso decorato conaffreschi: al centro della navatala Madonna in gloria consegna

    il rosario a S.Alberto; inprossimità delpresbiterio unaltro affrescocelebra la glo-ria di S. Marti-no, raffiguratoin abito vesco-vile.

    19CASALeGGIO BOIRO

    A lato stendardo processionale

    con Madonna e S. Martino.

    In basso, Battesimo di Gesù nel

    Giordano, lunetta del Battistero

    della Parrocchiale

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  • le Altre Chiese

    Accanto alla parrocchialesorge l’Oratorio della ss.trinità, che ha, sulla pareteabsidale, dietro l’altare inmarmo, un bel quadro del ‘700rappresentante la Vergine delCarmelo e San Martino. No te -vole la balaustra in marmobianco realizzata con pianta avoluta nella parte centrale.Alle pareti due Crocefissi pro-cessionali con canti a specchi eargenti ed una grande croceanch’essa da usarsi durante leprocessioni.

    L’antica Parrocchiale, la

    Chiesa di san leone, si incon-tra non appena si supera l’arcoogivale della prima cerchia dimura che proteggono il castello.al suo interno segnaliamo l’alta-re maggiore realizzato nella suaparte superiore in legno, fruttodel lavoro di un abile ebanistasettecentesco che ci ha lasciatoun raffinato tabernacolo realiz-zato con nicchia e agili colonni-ne corinzie. Non si hanno datecerte della fondazione dell’edi-ficio, risulta, però, che nel 1600era già officiata, come appare daun atto di morte di tal epoca.

    Per completare il quadro del-

    20 CASALeGGIO BOIRO

    A lato, Oratorio della SS. Trinità,

    la Vergine del Carmelo, e San

    Martino; in basso, altare ligneo

    della Chiesa di San Leone.

    Alla pag. seguente, in basso, Cap-

    pella di S. Rocco

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  • gli edifici religiosi della comu-nità non ci rimane che segnalaredue Cappelle campestri: unadedicata a s. rocco subito dopol’abitato sulla strada che porta aMornese, l’altra, ormai ridotta arudere, posta sul bricco del ca -stello sul versante opposto allostesso dedicata a s. sebastiano.

    l’OrO e le AUrifOdine

    rOMAnedellAVAlGOrzente

    Il villeggiante o l’escursioni-sta che durante una passeggiatapercorra la Valle del Gorzentenon può far a meno di notarelungo le rive del torrente, amonte di Casaleggio, in più

    punti, estesi depositi di ciotoliben allineati sugli antichi terrazzialluvionali. La superficie copertaè di alcuni chilometri quadrati,

    21CASALeGGIO BOIRO

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  • ma doveva essere certamente piùvasta prima che, in epoca moder-na s’ini ziasse a raccogliere lepietre per le costruzioni.

    Sono quelle distese di ciotolile tracce indubitabili del lavorodi coltivazione delle sabbie auri-fere del fiume fatte in epocaromana. In quel periodo centi-naia se non migliaia di schiavilavorarono all’estrazione del -l’oro lungo le rive del torrentePiota. È probabile che la loroattività sia all’origine della leg-genda sulla mitica città di Ron-dinaria. Ancor oggi le sabbieaurifere del torrente consentonoal cercatore paziente, che dis-ponga di un minimo di attrezza-tura, di poter raccogliere unlucido bottino di pagliuzzed’oro.

    22 CASALeGGIO BOIRO

    Alla pag. precedente, in alto e qui

    a lato, tratti suggestivi del corso

    del Gorzente.

    In basso, i cumuli di ciotoli segno

    delle coltivazioni aurifere romane

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  • Ricordiamo che in questazona miniere d’oro furono attiveper tutto l’Ottocento e sino aiprimi anni del secolo appenatrascorso. Soltanto però negliultimi vent’anni e solo a livellodilettantistico è ripresa la rac-colta dell’oro nei fiumi dellazona soprattutto per merito di unappassionato, il Dr. GiuseppePipino, che ha fondato il MuseoItaliano del l’Oro. Ricordo chenel 1985 Ovada è stata sede delcampionato mondiale di pescadell’oro. Da allora nel l’O vadesesono sorte associazioni e siorganizzano gare.

    il PArCO nAtUrAle delle

    CAPAnne di MArCArOlO

    Una larga parte del territoriocomunale è inserita nel ParcoNaturale delle Capanne di Mar-carolo, parco regionale istituitonel 1979. Situato all’estremapunta meridionale della regione,posto a cavallo fra l’Ovadese eil Gaviese, è una delle più este-se riserve naturali del Piemonte.Si tratta di 85 Km quadrati diterritorio montuoso, caratteriz-zato da una presenza umanamolto limitata, essendo pratica-mente circoscritta alle circa cin-

    23CASALeGGIO BOIRO

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  • quanta persone che abitano ilnucleo di Capanne di Marcaro-lo. Il suo territorio è segnatodalle forme arrotondate deimonti Colma, Pracaban e Pog-gio, che fanno corona alla tozzapiramide del monte Tobbio(1092 m), il quale domina l’in-tero territorio. Sulla cima dellavetta si erge la chiesetta dedica-ta a Nostra Signora di Caravag-gio, con locali adibiti a rifugio.Nella parte orientale del parcospiccano il monte delle Figne (lacima più alta, con i suoi 1172

    m), il Taccone e il Leco. È per-corso dai torrenti Lemme, Piotae Gorzente. Lungo il corso diquest’ultimo l’opera dell’uomoha costruito, attraverso sbarra-menti, i laghi omonimi e quellidella Lavagnina. L’ambienteprotetto gode di un clima parti-colare per la confluenza di cor-renti marine e montane. La floradel Parco, per la concomitanzadi una serie di situazioni clima-tiche, è molto ricca e moltovaria, con specie anche rarecome la Drosera Rotundifolia,

    25CASALeGGIO BOIRO

    A lato, alla pag. precedente, e a

    pag. 23, vedute del Lago della

    Lavagnina

    In questa pagina, in basso, carti-

    na del “Parco Capanne di Mar-

    carolo”.

    Alla pag. seguente, il lago visto

    dalla Paganella

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  • pianta carnivora che cresce nellezone umide del parco, la bellis-sima Rosa Gallica, la OrchisLaxiflora e la Epipactis Palu-stris, la viola di Bertoloni, iltulipano selvatico e la piccolama coloratissima Rosa Penduli-na. Interessante è la grandevarietà di animali protetti; tra gliungulati sono presenti il caprio-lo e il cinghiale. Tra i carnivori,difficili da incontrare per le loroabitudini notturne, troviamo lavolpe, la donnola, la faina, iltasso, la puzzola; fra i rapaci lapoiana, il gheppio, il falco pec-chiaiolo, il gufo, l’allocco e il

    barbagianni. Il biancone, conun’apertura alare che sfiora idue metri, giunge ogni anno dal-l’Africa per nidificare ed èdiventato il simbolo del parco.Ben rappresentati sono i rettili,che costituiscono la base dell’alimentazione del biancone: ilbiacco, il colubro di esculapio,la coronella austriaca, la viperaaspis e, nelle zone più umide, lanatrice dal collare. Tra gli anfibiè presente la salamandra pezza-ta, e tra i lepidotteri spicca ilmacaone, coloratissima farfalla,di breve vita ma di grande bel-lezza.

    26 CASALeGGIO BOIRO

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  • Passeggiate ed escur sioni

    Molte sono le località diCasaleggio e dintorni che posso-no diventare meta di passeggia-te a piedi o a cavallo o di vere eproprie escursioni. Ombreggiatae in mezzo al bosco la passeg-giata al Castello di Casaleggio,la cui strada si raggiunge scen-dendo verso il Piota un 600metri sulla sinistra prima delponte. La stessa strada, quandoormai il Castello è in vista, sibiforca. Prendendo a destra siraggiungono i Laghi della Lava-gnina. Una delle passeggiate più

    semplici e abbastanza pianeg-

    27

    A lato, il Biancone, il rapace che

    è diventato il simbolo del parco

    In basso, un tratto suggestivo del

    corso del Gorzente

    CASALeGGIO BOIRO

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  • giante, percorribile anche conun bimbo in passeggino, partedalla chiesetta di Mornese dettadi San Carlo (attualmente incostruzione), sulla destra. Quiinizia il "percorso verde", previ-sto con attrezzature ginniche didiversa difficoltà che si incon-trano man mano. Si segue la

    costa del monte, lasciando sullasinistra una villetta isolata; lastrada sale leggermente.

    Sempre avanti diritto si arri-va alla vasca dell'acqua cherifornisce Mornese, sul cocuz-zolo del monte. In alternativa sipuò scegliere una delle stradeche, a destra o a sinistra in piano

    o scendendo leg-germente, permet-tono di trovareposti e viste incan-tevoli verso lavalle del Rovernoo verso Mornese,passando per unbosco rado e lumi-noso. Cercando dimantenersi in alto,si arriva ad unospiazzo attrezzatodalla Forestale,con possibilità diriposarsi e unavista splendidasopra al castello diCasaleggio. Ilcastello stesso èr a g g i u n g i b i l eprendendo unadelle stradine piùbasse, sul latodestro del mon te.

    28 CASALeGGIO BOIRO

    In basso, il Monte Tobbio si spec-

    chia nelle azzurre acque del Lago

    della Lavagnina

    Nella pag. a lato, due scorci sug-

    gestivi del Torrente Gorzente

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  • Il Lago della Lavagnina puòessere il punto d’arrivo di unapasseggiata o quello d’inizio perun’escur sione al Valico deglieremiti. Dalla diga si imbocca asinistra, dietro la casa del guar-diano, uno sterrato che costeg-gia interamente lo specchiod’acqua. Superato il primo lago,si raggiunge il secondo, oramaiquasi del tutto riempito di detri-ti, e in vicinanza di un traliccioelettrico si incontra un segnogiallo, che indica il sentiero checonduce al Monte Tugello. L’iti-nerario prosegue lungo le rivedel Torrente Gorzente. Dopo unchilometro e mezzo dal secondo

    lago, si incontra un bivio.Prendendo a sinistra, si inizia asalire dolcemente, ma inseguito il sentiero si trasformain un’erta, fortunatamentebreve, che porta alla localitàPrà Grass. Di lì una comodamulattiera raggiunge il Valicodegli eremiti, dove incontra lastrada asfaltata che da Morne-se e Voltaggio porta alleCapanne di Marcarolo. Illuogo può essere il punto dipartenza per un’escursione alMonte Tobbio.

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  • escursione al Monte tobbio

    Anche se non è la montagnapiù alta, il Tobbio è sicuramentela montagna più caratteristica efrequentata del Parco naturaleCapanne di Marcarolo.

    Facilmente individuabileanche dalla pianura alessandrinaper la sua forma conica e la cap-pelletta sulla cima, offre unpanorama straordinario dellacerchia alpina, sui rilievi appen-ninici e sul vicino Mar Ligure.

    Il percorso più breve perraggiungere la cima del monteparte dal Valico degli eremiti esegue la mulattiera realizzataper trasportare i materiali neces-sari alla edificazione della cap-pella che si trova sulla cima.Dedicata a Nostra Signora di

    Caravaggio, la chiesetta fu edi-ficata sulla vetta nuda e rocciosanel 1897. Annesso all’edificioreligioso vi è un piccolo rifugiodel CAI di Novi e Ovada, men-tre dell’altra costruzione, che sipuò vedere nelle antiche foto,non restano che poche tracce.

    Salita. Dal valico degli ere-miti (593 m) si imbocca l’anticamulattiera (indicazioni) a destradella cappelletta a fianco dellastrada. Il sentiero nel primo trat-to attraversa un rimboschimentoartificiale di pino nero, poi ilcammino, fattosi più ripido,affronta il pietroso e spogliocostone. Con una lunga serie ditornanti ci si immette (1 ora e 30mm.) sulla mulattiera che saledal passo della Daiola. In breve

    30 CASALeGGIO BOIRO

    In basso, la Sorgente “Dalla fon-

    tana”

    Nella pag. a lato, una suggestiva

    veduta del Monte Tobbio

    A pag. 32, veduta di Casaleggio

    nella piana con il sovrastante

    Castello

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  • si raggiunge quindi la panorami-ca vetta. La tradizione vuole che1’arrivo in cima sia salutato dalrintocco della campana.

    Discesa. Si ridiscende lungoil medesimo sentiero.

    Un altro possibile itinerarioper il Tobbio, meno arduo equindi consigliato ai gitanti nonparticolarmente allenati, è ilseguente:

    La Salita. Dal guado delGorzente (Pedanca nuova, 440m) si risale la strada provincialeper qualche centinaio di metri indirezione di Voltaggio, sino adindividuare uno sterrato (neipressi c’è una fontana), che salenel bosco sulla destra. Superatala catena di chiusura, si percorre

    questa sterrata che tagliando lependici meridionali del Tobbioporta al caratteristico insedia-mento della Cascina Nespolo(650 m, 30 mm.). Qui si lascia ilsentiero, che continua verso ilfondo del vallone, per piegareinvece decisamente a sinistra(indicazioni), inoltrandosi nelbosco, dove campeggiano vetu-sti esemplari di castagno, e rag-giungere in pochi minuti i restidiroccati della Cascina Tobbio(700 m). Ai ruderi si può arriva-re anche mediante un sentieroche inizia sulla sinistra dellosterrato cento metri prima dellacascina Nespolo (questo sentie-ro torna indietro sino ad unbivio dove si svolta decisamente

    31CASALeGGIO BOIRO

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  • a destra - rari segna via). Dallacascina Tobbio si proseguelungo il sentiero, ora evidente eben segnalato, tagliando a mez-zacosta il pendio con direzionenord-est. Usciti dal bosco, unatraccia sulla sinistra permette-rebbe di raggiungere diretta-mente la vetta lungo la crestasud-ovest, ma è un percorso dis-agevole e poco consigliato.Giunti alla depressione delpasso della Daiola (858 m, 1ora), trascurando i numerosisentieri che qui convergono, cisi volge a sinistra e, seguendo lalarga mulattiera che sale a tor-nanti sul versante est, si guada-gna faticosamente la cima.

    Per saperne di più

    CARLO GUIGLIA, Notizie sto-riche sul Castello di Casaleggio

    Boiro, in “Rivista di Storia, Artee Arcgeologia per la Provinciadi Alessandria”, xL, quad. III,luglio Sett-1931- Ix, pp. 573-575.

    ID, Casaleggio Boiro, in“Alexandria”, I, 1933, Agosto,n. 4, pp. 135-136.

    eMILIO PODeSTà, Annali perla storia di Casaleggio, inDocumenti per la storia dell’Ol-

    tregiogo Monferrino, Accade-mia Urbense, Ovada, 2000,pp.21-141

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    32 CASALeGGIO BOIRO

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  • 33CASALeGGIO BOIRO

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  • Questo volume, a cura dell’Accademia Urbense,

    è stato impresso nel mese di Luglio 2005

    dalla tipografia Canepa di Spinetta Marengo

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