Casa Don Guanella. Natale 2011 CHI APRE LE NOSTRE VALIGIE? · affanni, le nostre miserie, perfino...

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PERIODICO DI VITA E CULTURA DI CASA DON GUANELLA DI LECCO 2/dicembre11 Cari amici, Buon Natale alle vostre famiglie; in questi giorni di festa diventino una piccola comunità ca- rica di pace e gioia nello stare insieme. Buon Natale a chi ha il cuore disponibile e ha fatto posto, con la condivisione e la solidarietà, al Cristo che non ha trovato posto nell’al- bergo. Buon Natale ai sofferenti, agli anziani, ai malati, a quelli che soffrono per la malattia o per la di- soccupazione, ai nostri cari che sono in ospedale, agli sbandati, a quanti - per il dolore - hanno perso il senso dell’esi- stenza: perché anche per loro si aprano le porte di una vita più piena. Buon Natale ai nostri bambini, a quelli che a Natale por- tano negli occhi lo stupore indescrivibile di una notte tutta speciale; la gioia del Na- tale ricolmi la loro vita e li educhi a una esi- stenza carica di riconoscenza e serenità. Buon Natale anche ai lontani, a chi non crede, a chi si dispera, a chi dalla vita ha ricevuto solo colpi. Il Signore è nato per loro. Buon Natale! Il Figlio di Dio apparso nella nostra carne mortale ci insegni a camminare come un bambino, come il bambino di Natale. _I ragazzi, i bambini e i don di Casa Don Guanella

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PERIODICO DI VITA E CULTURA DI CASA DON GUANELLA DI LECCO 2/dicembre11

Cari amici,

Buon Natalealle vostre famiglie; in questi giorni difesta diventino una piccola comunità ca-rica di pace e gioia nello stare insieme.

Buon Natalea chi ha il cuore disponibile e ha fattoposto, con la condivisione e la solidarietà,al Cristo che non ha trovato posto nell’al-bergo.

Buon Nataleai sofferenti, agli anziani, ai malati, a quelliche soffrono per la malattia o per la di-soccupazione, ai nostri cari che sono inospedale, agli sbandati, a quanti - per ildolore - hanno perso il senso dell’esi-stenza: perché anche per loro si apranole porte di una vita più piena.

Buon Nataleai nostri bambini, a quelli che a Natale por-tano negli occhi lo stupore indescrivibiledi una notte tutta speciale; la gioia del Na-tale ricolmi la loro vita e li educhi a una esi-stenza carica di riconoscenza e serenità.

Buon Nataleanche ai lontani, a chi non crede, a chi sidispera, a chi dalla vita ha ricevuto solocolpi. Il Signore è nato per loro.

Buon Natale!Il Figlio di Dio apparso nella nostra carnemortale ci insegni a camminare come unbambino, come il bambino di Natale.

_I ragazzi, i bambini e i don di Casa Don Guanella

Chissà quale valigia porterà con sé il Bambino,in questo Natale?Abbiamo ancora negli occhi e nel cuore le valigieportate, danzate, donate nell’azione scenica ce-lebrata in occasione della proclamazione aSanto di Don Guanella. Opera di raffinata poesia!

Poesia?No, qui a Casa Don Guanella il Natale viene conle nostre pesanti valigie, valigie di ciascuno e ditutti: quelle del nostro sradicamento, del nostrodolore, della nostra mancanza originaria di af-fetti puliti. Non possiamo né dimenticarlo, nésottovalutarlo. Eppure il Bambino apre le no-stre valigie, è qui per questo: vi sbircia propriocon la curiosità e con la leggerezza di un bam-bino e trova che tutto “va bene”, non scartanulla perché “tutto concorre al bene di coloroche Lo amano”.Ma come può succedere?Come può succedere che i nostri dolori, i nostriaffanni, le nostre miserie, perfino le nostre pauresiano accolte dal Bambino che le trasforma intesori per la Vita, se lo vogliamo? Può succedereperché Egli è l’Incarnato, colui che si è fatto den-tro la nostra povertà, i nostri limiti, le nostre so-litudini. Da allora - nella stalla di Betlemme - adora e a tutti i tempi a venire il Bambino che è Dioassume su di sé il dolore del mondo, apre conamore le nostre valigie così pesanti da portare -lo sappiamo bene - e dice: «Consólati, questo è

tutto mio, pagato a caro prezzo». Se lasciamoche il Bambino apra le nostre valigie, non siamopiù soli: possiamo dargli tutto, davvero tutto.

Poesia?Sì, la stessa poesia che i nostri ragazzi hannoagito sul palcoscenico per mostrarci la Vita: lì ab-biamo visto - incarnato! - il Bambino Giocoliereche solleva in aria le nostre povere cose, perfinoquelle che noi - tutti presi dai nostri bisogni e dainostri calcoli - avremmo scartato.

A quale fine? Perché sono così interessanti peril Bambino le nostre povere valigie, le nostre vitecosì ingarbugliate? Perché “Dio sarà tutto intutti” dice la Prima Lettera di Paolo ai Corinzi.Cioè: perché diventeremo Dio. Niente di meno. Chi vorrà allora rinunciare alla propria valigia, daquesto Natale?

Casa Don Guanella. Natale 2011CHI APRE LE NOSTRE VALIGIE?MARIATERESA ZATTONI GILLINI

La comunità educativa “Casa don Guanella” ha come obiettivo principale del proprio lavorol’accompagnamento dei minori accolti, nel loropercorso di crescita. Difficile rendere l’idea delreale significato di questa mission. L’emancipa-zione, la scoperta di sé, il prendere coscienzadei propri limiti e delle proprie risorse, il con-fronto con gli altri, sono solo alcuni degli innu-merevoli aspetti che caratterizzano l’etàdell’adolescenza.La sfida, per ogni ragazzo, è scoprire la propriaidentità per essere pronto ad affrontare unavita autonoma, dal punto di vista sociale, rela-zionale ed economico.Gli educatori, quotidianamente, condividonocon i ragazzi le fatiche e i desideri di questa età,così imprevedibile e misteriosa, evitando di pro-porre loro dei percorsi standard, ma cercandodi personalizzare il più possibile gli interventi,in modo da generare benessere nella vita di mi-nori che, talvolta, si sentono fortemente istitu-zionalizzati.Il periodo storico in cui ci troviamo è caratte-rizzato fortemente dall’incertezza. Difficile, al

giorno d’oggi, avere delle ipotesi future solide:la società, investita da una crisi economica cheinveste tutti i campi, è oltremodo intrisa deinon-valori e, faticosamente, si prepara ad ac-cogliere giovani, che desiderano trovare il loroposto del mondo, giovani che scalpitano, e chenon vedono l’ora di diventare adulti lavoratori.Negli ultimi anni, un tema di fondamentale im-portanza, su cui gli educatori hanno investito einvestono tutt’ora energie e pensieri è, indub-biamente, il tema del lavoro.In un’ ottica di coesione sociale, sentiamo fortela necessità che realtà del terzo settore trovinodelle mescolanze con il mondo del “profit” edelle aziende. Ogni anno infatti, molti dei nostriragazzi sperimentano attività di tirocinio che,oltre ad essere altamente professionalizzanti,favoriscono la nascita spontanea di nuove re-lazioni, in particolare con il mondo degli adulti.Nell’esperienza dei nostri giovani dunque, gliadulti non saranno più “solo” genitori, educa-tori, insegnanti, assistenti sociali, ma “colleghi”.Questa relazione, maggiormente paritaria, puògenerare nei ragazzi un maggior senso di be-

nessere, adeguatezza e responsabilità. Quelloa cui si ambisce, attraverso l’esperienza lavo-rativa, è che questo percorso li porti ad unagraduale emancipazione, una discontinuità conil mondo dell’adolescenza. Un percorso cheprogressivamente conduca, finalmente, all’etàadulta. Il benessere che ne deriva da un’ alter-nanza scuola-lavoro, ha, per i nostri scopi, unvalore incommensurabile. I ragazzi, oltre a vi-vere nuove relazioni meno istituzionali, meno“assistite”, esplorano nuovi territori e si tro-vano, da soli, a dover sfruttare al massimo leproprie energie e potenzialità. Il “prodotto fi-nito”, inoltre, è garante di soddisfazione, e ge-nera sentimenti di orgoglio e maturità. I ragazziscoprono dunque di “essere in grado di” e que-sto migliora notevolmente la qualità della vita.Il “sentirsi capaci” è un aspetto fondamentaledell’identità, che è insito nella natura umana eche rende giustizia a storie spesso caratteriz-zate da fatiche ed insuccessi. È risaputo - e noiabbiamo potuto constatarlo quotidianamente- che il sentirsi riconosciuti (specie dall’adulto)e il raggiungere risultati, è motivo di sviluppodi una migliore concezione di sé e dell’assun-zione di una prospettiva di responsabilità. Duesono gli attori che con noi condividono la sceltadi attuare percorsi di questo tipo: la scuola inprimis, con la quale costruiamo progetti forma-tivi ad hoc, pensati sul singolo ragazzo; in se-conda battuta le aziende, senza le quali nonsarebbe possibile percorrere strade dal cosìalto valore qualitativo. A questo proposito misembra doveroso ringraziare quanti con noiconcorrono alla formazione, all’educazione e albenessere dei nostri ragazzi: insegnanti, datoridi lavoro, presidi, titolari delle aziende. Siamo convinti che, ora più che mai, sia ne-cessario mettere in comune risorse ed ener-gie, nel tentativo di garantire ai giovani unapossibilità di successo; è doveroso da partenostra, è dignitoso per loro, perchè ognuno hadiritto di costruire il proprio futuro, con moltasperanza e fiducia.

RAGAZZI E LAVORO: COSTRUIRE IL PROPRIO FUTUROEMANUELE GIACOMELLI

Voce di operatore“Il filo rosso” è il titolo di un libro per bambini.Ci è piaciuto assimilare le relazioni a questo filorosso a volte mucca rassicurante, a volte scim-mia giocosa, a volte pesce sguisciante, a voltetemibile coccodrillo o pungente porcospino. Lerelazioni fra le persone sono così e la sfida èsaperle abbracciare nella loro complessità. Ri-schiando un pochino, mettendo in gioco la no-stra capacità creativa e ri-creativa, conser -vando la meraviglia e il rispetto davanti all’altro.Per questo circa tre anni fa ha preso vita pressola Casa Don Guanella il progetto di rete fami-gliare Il Filo Rosso. Tutto è nato dal sogno dipromuovere un gruppo di famiglie che voles-sero vivere con noi l’accoglienza e la promo-zione umana dei minori o dei nuclei famigliariin momentanea difficoltà.

Voce di famigliaSono più di 3 anni che, con altre famiglie, con-dividiamo l’iniziativa de’ Il Filo Rosso. Il perchée il significato di questo nome non lo ricor-diamo (ci scuserà la nostra infaticabile Ema-nuela), ma alla luce della nostra esperienzapossiamo affermare che il nome è stato pro-prio azzeccato. Il Filo: sono le singole espe-rienze vissute dalle famiglie, esperienze che cilegano e ci fanno incontrare per condividere lenostre emozioni, difficoltà e gioie. Da qui nascepoi l’esigenza conoscere e di approfondire te-matiche legate al mondo del minore, di capirele dinamiche relazionali che gli muovono at-

torno. Rosso: è il colore del movimento, è il sim-bolo del cuore e dell’amore, del dinamismo, dellavitalità della passione . Non si può stare fermi difronte a certe realtà e alla sofferenza: in qualchemodo ci si deve buttare, ci si deve fare coinvol-gere, si deve co-patire. Il cuore batte più forte.Nell’arte paleocristiana si dipingevano di rossogli arcangeli e i serafini: la nostra speranza è chegrazie al nostro piccolo contributo un ragazzopossa affermare «anch’io ho il mio angelo cu-stode». (Roberta e Luca)

Voce di operatoreCi piacerebbe coinvolgere le famiglie perchécrediamo che abbiano molto da offrire:• le proprie modalità di relazione all’internodella famiglia

• le proprie modalità di relazione con il mondoal di fuori della famiglia

• le proprie modalità di gestire il quotidiano• il proprio progetto di vita.Le famiglie infatti sono un a risorsa importanteper i ragazzi:•perché per qualcuno è un’ occasione specialeper “curiosare” dentro l’esperienza famigliaper costruirsi un domani un’identità di moglieo di marito, di madre o di padre

•perché per qualcuno è una presenza di vici-nanza affettiva nel dopo comunità

•perché per qualcuno è importante sentirsi unpo’ speciali per qualcun’altro

•perché qualcuno ha bisogno di aprirsi ad unasana rete sociale.

IL FILO ROSSO: UN’ESPERIENZA RACCONTATA A PIÙ VOCIEMANUELA GERVASIO

Voce di famigliaSiamo una famiglia con 3 figli (20, 18 e 13 anni)abbiamo conosciuto il Progetto “Il filo rosso”all’incirca 3 anni fa per poter realizzare la no-stra idea di mettere la nostra famiglia a dispo-sizione di qualcuno meno fortunato di noi.Abbiamo condiviso con i figli la nostra idea chesi sono dimostrati favorevoli alla realizzazionedi questo nostro progetto al quale pensavamoda tanto tempo. L’idea di poter affiancare unadolescente durante la sua permanenza al DonGuanella e diventare la sua famiglia appoggioin vista dell’uscita dalla Comunità, ci è subitopiaciuta, sia perché rispondeva alla nostra of-ferta di disponibilità sia perchè abbiamo sem-pre pensato che la nostra famiglia nella suanormalità e con i suoi problemi quotidiani po-teva far qualcosa di utile per chi una famiglianon l’ha mai avuta. E così abbiamo iniziato ilnostro impegno: camminare insieme a piccolipassi con pazienza, creare contatti che diven-tano frequentazioni, con tempi di attesa per noia volte troppo lunghi e anche con piccole delu-sioni. Questo camminare insieme ci ha inse-gnato che accompagnare non significa imporreil proprio passo, forzare la marcia per “arri-vare”, ma sapersi fermare ad attendere, dare iltempo a chi con noi vorrebbe procedere, di ca-pire che sta muovendo i suoi passi su un sen-tiero sicuro e che può permettersi di affezio -narsi ancora. La relazione ora diventa relazionedei cuori! E così piano piano ci si racconta tutto,c’è la telefonata improvvisa per raccontare unfatto che colpisce, c’è la paura di lasciarsi an-dare a farsi voler bene, ma c’è anche il bigliettodi auguri di pasqua inaspettato che ti lasciasenza fiato perché con parole semplici e sin-cere ti dice che ti vuole bene e ti ringrazia. (Leandra e Francesco)

Voce di operatoreÈ nostra cura che le famiglie in questo cam-mino non vengano lasciate da sole. La primarisorsa infatti risiede proprio nell’essere un

sole. La prima risorsa infatti risiede proprionell’essere un gruppo di famiglie e persone ca-paci di porsi in atteggiamento di aiuto e diascolto sia reciprocamente che all’esterno. LaRete vuole essere un luogo in grado di darevoce ai propri sogni, favorire la condivisione diquesti sogni con altri, arricchire e alimentare lascelta fatta ,facilitare l’aiuto reciproco fra le fa-miglie, dare il tempo a tutti di interrogarsi, diprepararsi, maturare e sviluppare le proprie di-sponibilità Gli operatori della Casa Don Gua-nella e in particolare la pedagogista della Casa,saranno ovviamente sempre al fianco di ognisingola famiglia per consigliare, sostenere, ve-nire in soccorso, valutare insieme, dare indica-zioni educative sia nella fase di avvicinamentoe conoscenza reciproca, sia durante l’espe-rienza di accoglienza e amicizia. Anche i figliavranno, se vorranno occasioni di confronto. Lefamiglie possono vivere così il bello e a volte lafatica di fare parte di un’équipe, di appoggiarsiad essa ma anche di confrontarsi con essa. Allefamiglie vengono proposte esperienze gra-duali, nel rispetto assoluto della loro disponibi-lità e dell’equilibrio del loro nucleo famigliare edei loro figli. Ogni tipo di disponibilità è pre-ziosa, non vi sono gesti piccoli o grandi, ma soloil desiderio di condividere uno stile di acco-glienza. Voce di famiglia: un gruppo di amici, tanta sim-patia, calore umano e disponibilità. La possibi-lità di calarti in situazioni diverse dalla tua econoscere tante persone di differenti naziona-lità e vissuti. L’incontro con educatori edesperti di queste problematiche che quotidia-namente collaborano con la casa Don Guanella,che ti insegnano come muoverti nelle varie si-tuazioni. La possibilità di aprire la tua vita perarricchirla di esperienze diverse dalla tua solitaquotidianità come diventare famiglia d’appog-gio per ragazzi che una famiglia non sannonemmeno cos’è o altri aiuti. La possibilità didarle un senso e metterla a disposizione di chiha bisogno di te e tanto ti può dare in questo

gruppo di famiglie e persone capaci di porsi inatteggiamento di aiuto e di ascolto sia recipro-camente che all’esterno. La Rete vuole essereun luogo in grado di dare voce ai propri sogni,favorire la condivisione di questi sogni con altri,arricchire e alimentare la scelta fatta ,facilitarel’aiuto reciproco fra le famiglie, dare il tempo atutti di interrogarsi, di prepararsi, maturare esviluppare le proprie disponibilità. Gli operatoridella Casa Don Guanella e in particolare la pe-dagogista della Casa, saranno ovviamentesempre al fianco di ogni singola famiglia perconsigliare, sostenere, venire in soccorso, valu-tare insieme, dare indicazioni educative sianella fase di avvicinamento e conoscenza reci-proca, sia durante l’esperienza di accoglienzae amicizia. Anche i figli avranno, se vorrannooccasioni di confronto. Le famiglie possono vi-vere così il bello e a volte la fatica di fare partedi un’équipe, di appoggiarsi ad essa ma anchedi confrontarsi con essa. Alle famiglie vengonoproposte esperienze graduali, nel rispetto as-soluto della loro disponibilità e dell’equilibriodel loro nucleo famigliare e dei loro figli. Ognitipo di disponibilità è preziosa, non vi sono gestipiccoli o grandi, ma solo il desiderio di condivi-dere uno stile di accoglienza.

Voce di famigliaUn gruppo di amici, tanta simpatia, caloreumano e disponibilità. La possibilità di calartiin situazioni diverse dalla tua e conoscere tantepersone di differenti nazionalità e vissuti. L’in-contro con educatori ed esperti di queste pro-blematiche che quotidianamente collaboranocon la casa Don Guanella, che ti insegnanocome muoverti nelle varie situazioni. La possi-bilità di aprire la tua vita per arricchirla di espe-rienze diverse dalla tua solita quotidianitàcome diventare famiglia d’appoggio per ra-gazzi che una famiglia non sanno nemmenocos’è o altri aiuti. La possibilità di darle unsenso e metterla a disposizione di chi ha biso-gno di te e tanto ti può dare in questo tratto di

strada percorso insieme. Questo è “filorosso”per noi e da questo incontro la nostravita è sicuramente cambiata, migliorata, colo-rata di tante sfumature che non conoscevamoe che l’hanno resa speciale. Per questo pos-siamo solo essere felici di aver incontrato que-sta realtà sul nostro cammino. Ci siamo av vi-cinati a casa Don Guanella 6 anni fa ignari dicosa si trattasse in realtà. Poi una proposta: di-ventare famiglia d’appoggio di uno dei loro ra-gazzi. Ma, cosa voleva dire famiglia d’ap-poggio?.... non lo sapevamo! Abbiamo accet-tato questa proposta per curiosità, per capirefino in fondo cosa volesse dire... da allora O. èentrato a far parte delle nostre vite, le ha cam-biate, migliorate sicuramente. È diventato unodei nostri figli, il maggiore e per i nostri 3 figli,un fratello in più. Ha portato tanto calore eamore e la consapevolezza che non necessi-tano legami di sangue per sentirsi famiglia ecrescere insieme. Adesso è difficile per noi pen-sare alla nostra famiglia come nucleo di 5 per-sone. Adesso è con O. aperta a tutti i ragazzidella casa Don Guanella che grazie a “Il FiloRosso” abbiamo potuto conoscere, frequen-tare, amare e considerare parte di noi e perquesto noi li ringraziamo di cuore! (Elena e Maurizio)

Voce di operatoreAttorno a questo sogno si sono dunque radu-nate alcune famiglie con le quali ci troviamo unavolta ogni 2 mesi per una serata durante la qualeci si possono scambiare le esperienze e le rifles-sioni del periodo e si conclude con un paio d’oredi formazione su argomenti scelti insieme. Tuttele famiglie hanno inoltre svolto colloqui indivi-duali per la conoscenza reciproca e quasi tuttehanno cominciato piccole o grandi esperienzedi accoglienza. Chiunque volesse “sbirciare” inquesta esperienza sarà il benvenuto!!!Un grazie di cuore a tutte le famiglie e ai ra-gazzi, che hanno camminato con noi condivi-dendo gioie e fatiche, timori e speranze.!

•Mostra artigianato all’Elmepe - Erba, con unnostro stand per gli oggetti di artigianatocrea ti nel nostro laboratorio

•“Sulle strade della provvidenza”, ciclo pelle-grinaggio Fraciscio – Lecco – Roma in tre tap -pe, al quale hanno partecipato alcuni adulticicloamatori esperti e alcuni ragazzi in acco-glienza, pienamente allenati allo scopo.

Fra le attività proposte ai nostri ragazzi e con-cernenti la sfera personale invece, l’attivitàsportiva, secondo la nostra esperienza, ha as-sunto un ruolo di rilievo. A nostro parere lo sport amatoriale e l’avven-tura permettono infatti di conoscere e liberarele proprie potenzialità, favoriscono una mi-gliore costruzione del concetto di sé e aiutanoa promuovere forme di partecipazione ad atti-vità di gruppo.Per questi motivi a Casa don Guanella abbiamoprestato particolare attenzione a tale aspettodi auto-realizzazione, cercando alleanze e con-tributi dalle agenzie specifiche del territorio eda personaggi illustri del mondo sportivo. Ricordiamo con piacere le collaborazioni conClaudio Chiappucci, Gianni Bugno, con gli olim-pionici Antonio Rossi ed Igor Cassina e conmolti altri personaggi del mondo dello sport,disponibili ad aiutarci. Molti dei nostri ragazzi hanno così potuto fre-quentare e partecipare attivamente ad attivitàsportive, mettendo in gioco il proprio estro e leproprie capacità.

PROGETTO CICLOFFICCINABRUNO CORTI

Dentro questo solco ci preme ricordare la sto-ria di un ragazzo di origini albanesi, arrivato inItalia come clandestino e senza risorsa alcuna,e per questo sottoposto a tutela e affidato allacomunità. Ebbene, il ragazzo ha mostrato buo-nissime doti umane e atletiche ed è stato di re-cente ammesso nella squadra “Ciclistica Mon -zese”, dove contiamo possa sviluppare una pro-prio percorso sportivo e relazionale. Tale attività,infatti, sta contribuendo e non poco ad una suapiena integrazione sociale e allo sviluppo di unasana e costruttiva identità personale.

In questo momento sono invece una decina iragazzi che partecipano alle attività ciclistiche.Le biciclette sono state recuperate anche at-traverso l’aiuto di tanti amici e appassionatisportivi, che condividono con noi la fatica di ac-compagnare i ragazzi alla maggiore età contutte le risorse disponibili. Stiamo tentando di insegnare ai ragazzi le ope-razioni più elementari di manutenzione, che al-trimenti rappresenterebbe un costo oneroso,specie in vista di una loro vita autonoma. Purtroppo manca nella nostra struttura unospazio appositamente dedicato all’alloggia-mento delle biciclette. Ci siamo pertanto posti l’obiettivo di costruirneuno adiacente a quello della comunità, in gradodi ospitare le biciclette e gli strumenti di officinanecessari alla manutenzione ordinaria del loroormai notevole numero che costituisce un pic-colo patrimonio per la comunità.

Per realizzare il nostro progetto abbiamoancora una volta bisogno del contributo ditutti e, per questo, ci sentiamo di condivi-dere questo impegno con voi che ci seguiteattraverso questo giornalino.Ogni contributo sarà bene accetto e signifi-cherà molto per noi, nel tentativo di migliorareil nostro servizio e, in definitiva, la qualità dellavita dei ragazzi che accogliamo.

Grazie a tutti voi.

Aiutaci a investire in progetti di utilità sociale e soprattutto a indirizzare sempre più ragazzi verso l’autonomia intesa come emancipazione socio-economica.

Casa Don Guanella ha una missione di tipo caritativo-educativa e credenell’attività sportiva e nel lavoro come strumenti di promozione umana e sociale.

CREDICI ANCHE TU

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SOSTIENI I PROGETTI DEDICATI AI RAGAZZI E ALLA LORO CRESCITA UMANA E SOCIALE CON UN VERSAMENTO SUL CONTO CORRENTE POSTALE INTESTATO A CASA DON GUANELLA.CAUSALE: PROGETTO CICLOFFICINA.

In quest’anno 2011 che ha visto la canonizza-zione del Beato Luigi Guanella, le nostre atti-vità hanno assunto un sapore particolarmentesignificativo, proprio alla luce delle idee del no-stro Fondatore. Don Luigi, infatti, si rivolgeva specialmente agliultimi e indifesi con la convinzione che anchea loro, agli esclusi dal benessere, andasse ga-rantita una piena dignità di vita e le necessarieopportunità di riscatto e di emancipazione. Sitrattava di una convinzione attinta da una fedeprofonda nell’amore del Padre e da una smisu-rata fiducia nella provvidenza, accompagnatada un impegno personale costante e sincero.Accanto alle attività che ci contraddistinguono– l’accoglienza e l’educazione - abbiamo dun-que cercato di coinvolgere la città, attraversouna serie impegnativa di eventi, proprio in-torno alle intuizioni di don Guanella e al signi-ficato della nostra presenza nel territorio.Ricordiamo fra le attività realizzate di recente,quelle ci sono sembrate maggiormente signi-ficative:•“La santità fa goal”, giornata allo stadio Riga-monti-Ceppi con le famiglie di Lecco

•Arrivo del Giro di Lombardia, con nostri stande conferenza stampa in Piazza XX settembre

•Canonizzazione di don Guanella, organizza-zione della nostra presenza a Roma in occa-sione della celebrazione

•“Le radici dell’esperienza guanelliana: acco-glienza, condivisione, santità”, convegno allaCamera di Commercio

03 CASA DON GUANELLA. NATALE 2011CHI APRE LE NOSTRE VALIGIE?Mariateresa Zattoni Gillini

04 RAGAZZI E LAVORO: COSTRUIREIL PROPRIO FUTUROEmanuele Giacomelli

06 IL FILO ROSSO:UN’ESPERIENZA RACCONTATA A PIÙ VOCIEmanuela Gervasio

10 PROGETTO CICLOFFICINABruno Corti

Periodico edito dalla Provincia Italiana della Congregazione dei Servi della Carità - Opera Don Guanella. Redatto dalla Casa Don Gua-nella - via Amendola, 57 - 23900 Lecco - tel. 0341 364389/364566 - fax 0341 286949 - CCP 472225 - [email protected]

Tariffa associazione senza fini di lucro: Poste italiane S.p.A. - Spedizione in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 N. 4) Art. 1 Comma 2 di DCB - Roma - Anno 29° - N. 2 - I Trimestre 2011 - Dir. Resp.don Mario Carrera - Aut. Trib. di Lecco N. 7 del 17.05.1983 - Stampa: Editoria Grafica Colombo srl - via Roma, 87 - 23868 Valmadrera - Tel. 0341 583015 - Progetto e impaginazione: www.mariangela.tentori.it

Signore Gesù,Tu sei venuto sulla terra per offrire a tutti l’amore del Padre e per essere sostegno e conforto per i piccoli e i sofferenti.

Ti ringraziamo per averci donato il tuo servo fedele, don Luigi Guanella, come eco stupenda dell’amore di Dio.

Fa’ che l’esempio della sua vita possa risplendere in tutto il mondo a gloria di Dio Padre e a soccorso del popolo cristiano.

Per sua intercessione, concedi a noi la grazia che ora ti chiediamo...e fa’ che possiamo imitare le sue virtù: l’ardente pietà verso l’Eucaristia, la confidenza serena nella Provvidenza,la carità tenera verso i più poveri, la passione pastorale per il tuo popolo, affinché, insieme a lui, possiamo ricevere il premio di gioia che hai preparato nella casa del Padre. Amen

PREGHIERA A DON LUIGI GUANELLA