Carta d'identità

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Sono un’attivista dal 2004. Il motivo è semplice: il mondo così com'è non mi piace. Dal 2007 faccio parte del Coordinamento LGBT e le esperienze più forti le ho vissute al fianco delle comunità Lgbt della Lettonia e della Lituania chiedendo il rispetto dei loro diritti in un clima di odio, violenza, intolleranza. Il ruolo dell'attivista è proprio questo: esserci, ogni giorno con orgoglio, ostinazione, tenacia, forza, rabbia, sapendo che la nostra presenza fa la differenza e, soprattutto, credendoci fino in fondo. Amalia 38 commerciante 2004

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Le speciali carte d'identità delle attiviste e degli attivisti di Amnesty International

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Sono un’attivista dal 2004. Il motivo è semplice: il mondo così com'è non mi piace.Dal 2007 faccio parte del Coordinamento LGBT e le esperienze più forti le ho vissute al fianco delle comunità Lgbt della Lettonia e della Lituania chiedendo il rispetto deiloro diritti in un clima di odio, violenza,intolleranza. Il ruolo dell'attivista è proprio questo: esserci, ogni giorno con orgoglio, ostinazione, tenacia, forza, rabbia, sapendo che la nostra presenza fa la differenza e, soprattutto, credendoci finoin fondo.

Amalia38

commerciante2004

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Ho scelto e scelgo Amnesty perché agisce e lavora alle radici dei problemi dell'umanità,un'Umanità di cui mi sento completamenteparte. Ho scelto e scelgo quindi di essere parteviva e attiva del mondo, del suo tessuto sociale, Politico,... così complicati, ma anchesemplici, essenziali, perché permettono a ognuno di trovare una sua dimensione in cuicontribuire al cambiamento, a rendere questomondo un posto migliore. Come dice qualcuno a me molto caro, conAmnesty puoi davvero cambiare il mondo.

Chiara20

studentessa2004

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Perché lavorare per gli altri ribalta del tuttole tue priorità, tanto da scoprire cosa è veramente importante e cosa non lo è. Perché questo è un mondo difficile e perché non possiamo arrenderci. Perché, essendoAmnesty, possiamo cambiare la vita delle persone e spingere questo mondo verso un cambiamento. Perché Amnesty sono persone in grado di lavorare su temi serissimi e, allo stesso tempo, immaginare quale saràprossimo buffo scherzo da realizzare allaprossima assemblea generale :-)

Ela41

impiegata2001

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Alle superiori ero contraria ad apartheid,pena di morte e tortura. Volevo fare qualcosaper migliorare la società facendo parte diun’organizzazione seria e competente e che mipermettesse di sapere cosa accadeva nelmondo. In Amnesty mi sono occupata di attività molto diverse ed appassionanti,crescendo come persona e come professionista,e ho potuto continuare a fare volontariato durante le fasi diverse della mia vita: studente, lavoratrice ed ora anche madre.

Francesca37

ingegnere1990

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Da tempo pensavo di impegnarmi concretamente in difesa dei diritti umani.Amnesty International mi ha convinto con il suo rigore e la sua autorevolezza. Far parte di un grande movimento, una comunità internazionale, che si batte per unasocietà dove libertà, rispetto e uguaglianzanon siano solo parole, dà una grande energia.Impegnarsi in Amnesty International è importante, necessario per contrastarepratiche oggi molto diffuse fatte di indifferenza, egoismo, ipocrisia. In altreparole “nobili ideali, pessime applicazioniquotidiane”

Gian Mario53

pensionato2004

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Sono attivista del Gruppo 233 di Palermo.Sono entrata in Amnesty invitata a partecipare da amici. Ho avuto così l'opportunità unica di vivere la solidarietà tra gli esseri umani tutelando i loro diritti e vivendo la quotidianità del mio percorso associativo. Le tante attività interessanti, l'unione e l'amicizia che ho trovato in AI e la soddisfazione del contributo apportato ad un futuro migliore mi fanno pensare ancora ogni giorno che il gioco vale la candela.

Liliana36

impiegata1998

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Avevo 17 anni quando il mio gruppo raccolseoltre 500 firme ad un tavolino, per un condannato a morte. Ero in Amnesty dacirca due anni e, quando fu graziato, percepii di aver fatto qualcosa di veramente utile per qualcuno. Da allora, ogni volta che chiudo una busta con delle firme, provo quell’emozione. In questi dieci anni di impegno prima nel gruppo e poi anche nellacircoscrizione, di vittorie e sconfitte, di storie, volti, campagne, Amnesty ha fatto così tanto per me che non posso smettere di essere attivista: sono ancora in debito!

Marianna26

studentessa1999

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Ho incontrato Amnesty per caso nella primavera del 1982. Nell’atrio dell’audito-rium dove si teneva un incontro sindacale al quale partecipavo, due soci del gruppo diUdine distribuivano depliant informativi. Mi sono avvicinato per curiosità e ho presoun volantino. A fine anno, nel fare puliziadelle carte accumulate sulla scrivania, mi èritornato fra le mani quel volantino. Ho deciso di dare un seguito alla proposta che conteneva. E da allora è stato uncrescendo di impegno. Oggi, responsabile del gruppo 143, non potrei fare a meno dell’impegno con Amnesty.

Massimo60

pensionato1983

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Tutto nacque da un forte desiderio di tutelarel'altrui libertà violata. Era forte il desiderioche i miei diritti umani potessero essere quellidi chi non aveva voce per rivendicarli. Non solo questo, con il tempo è maturatoverso Amnesty un debito di riconoscenza.Quante volte mi ha aiutato nel mio cam-mino! Quante cose ho imparato che nella miaesperienza di vita mai avrei sperimentato. Per tutto questo sono ancora qui, per la mialibertà e per quella di chi non ce l'ha. Ancora oggi brilla quella candela che illumina le mie notti insonni, sicuro che quella luce arriverà dove sta morendo la speranza. Grazie Amnesty!

Paolo48

impiegato1987

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Quando mi sono iscritta, non sapevo molto di Amnesty, ma era il movimento imparziale ed indipendente che mi apriva una finestra sul mondo. Ci sono rimasta, in Amnesty ed ora sono responsabile del coordinamento minori. Sono stati 30 anni di tavolini, di impegno, di intensa partecipazione anche emotiva alla vita e alla crescita del movimento; anni di indignazioneper i diritti violati, di sollievo per le azionecondivise, di gioia per un prigioniero liberato, per un GRAZIE venuto da lontano.

Maria Teresa63

insegnante1980

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Sono membro di Amnesty dai primi anni'70, quando era un’associazione sconosciuta.L’ho scelta per potermi contrapporre all'ingiustizia. Col passare degli anni hopreso sempre più coscienza della necessità diun maggior impegno civile e del farsi caricodi problemi e situazioni di persone, comunitàe paesi soggetti a violazione di diritti che ogginon sono più solo “politici” ma anche ambientali e socio-culturali. E' stato moltodifficile conciliare l'intensa attività inAmnesty con i problemi familiari e di lavoro,ma è stata anche una gran soddisfazione assistere ed essere partecipe della sua crescita e affermazione nel mondo.

Vera81

pensionata1972

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Qualche anno fa, quando ero ancora al Liceo,ho scoperto che oltre ai confini della mia piccola città c’era un mondo complesso e a mesconosciuto. Un mondo che veniva descrittoin modo falso, o che peggio ancora era lasci-ato nell’indifferenza più totale. Qualche annofa, quando ero ancora al Liceo, ho scoperto che oltre a me c’erano già migliaia di personeindignate, ma che con grande ottimismo si battevano per cambiare quel mondo. Dopo averle conosciute, ho capito che avevanobisogno anche di me. Non potevo non aiutarle.

Giulio26

webmaster2005

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Sono il responsabile della circoscrizione Umbria. Sono entrato in Amnesty grazie ad un’amica, che insistendo mi ha fattoconoscere la bellezza di stare insieme ad un gruppo di amici sorretto da uno spiritounico: l’obiettivo di un mondo in cui la dignità di ogni donna e uomo è una realtàcondivisa. Non è stato facile conciliare questo impegno con gli altri della mia vita,ma le parole di quanti ringraziano Amnestyper essere al loro fianco è uno stimolo incredibile, che ogni volta mi sorprende per la forza e la speranza che mi trasmette.

Enrico31

geologo2005

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Faccio parte di Amnesty da poco tempo, ci sono entrato quasi per caso, seguendo il consiglio di un caro amico. Nella vita mi occupo di tutt'altro e sinceramente perquanto non contrario ad associazioni di questo tipo, mi sentivo lontano. Una voltadentro però ho trovato naturale impegnarmied è stata una sorpresa. È difficile dire qualesia il motivo del mio impegno ma penso che la parola chiave sia "ricerca", di umanità.Nello riscoprire nell'altro, in un nome di una persona che non conosco, la miastessa fragilità, solitudine, i miei stessidiritti.

Dario21

studente2009

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Sono Presidente della Sezione Italiana. Sono entrata in Amnesty perché è un movimento internazionale, è un punto di riferimento per chi cambia paese ma vuolecontinuare ad impegnarsi per un mondomigliore nel posto dove vive. Amnesty rappresenta i valori che per me sono fonda-mentali: libertà, dignità umana, pari opportunità, pace e giustizia. E mi offre un percorso concreto per contribuire a realizzarli.

Christine47

interprete di conferenza

1984

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Volevo capire di più e ho pensato che Amnesty me l’avrebbe permesso. Così è stato: dopo otto anni di attivismo il mio sguardo sul mondo è più lungo diprima. Ogni violazione dei diritti umanicondannata, ogni firma raccolta è il tassello di un ambizioso progetto di cambiamento. Ecco perché Amnesty è diventata una parte bella del mio tempo libero.

Angela28

dottoranda di ricerca

2004

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