Carpe diem, Odi et amo, - Liceo Statale · 2016. 11. 28. · LA VOCE DEL GONZAGA Pagina 3 Ulisse,...

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"Carpe diem", "Odi et amo", "Illo tempore", "Ipse dixit"… Tutte espressioni che la lingua latina ha lasciato in eredità al mondo moderno. Anche se il lati- no non è una lingua vista di buon occhio da noi giovani poiché ri- tenuta "complessa", noi alunni della terza L possiamo ritenerci fortunati poiché abbiamo il privi- legio di essere una delle 3 classi del Linguistico a studiare questa disciplina fino al quinto an- no. Ebbene si, perché il Ministe- ro della Pubblica Distruzione, pardon, Istruzione, ha pensato bene di relegare questa disciplina al solo biennio. E allora, rimboc- chiamoci le maniche e facciamo un elogio del latino… Giorno dopo giorno, armati di coraggio e buona volon- tà, veniamo costantemente spro- nati ad apprezzare e ad attualizza- re questa lingua, sebbene sia con- siderata da molti ormai antica e inutile. Come poter negare il fatto che essa contribuisca a sviluppa- re una certa logica nei nostri ra- gionamenti? E poi occorre tener conto dell'incisività che il latino ha dato anche alla letteratura ita- liana. Si pensi all'imponente figura di Dante, il quale nella sua "Divina Commedia" fa più e più volte riferimento al poeta latino Virgilio etichettandolo come "suo maestro"; o come non citare Petrarca e Boccaccio; se non avessero conosciuto il latino, sarebbero stati grandi davvero? Per quanto riguarda la letteratura latina, facciamo rife- rimento ad alcuni dei suoi mas- simi esponenti, Terenzio, Catul- lo, Lucrezio, Cicerone; essi si sono serviti di questa lingua per "dar voce" ai propri sentimenti. Noi consideriamo il latino come un "gioco", o meglio, come una continua sfida con noi stessi; riuscire a vincere tale sfida (che sia una frase o un'intera versio- ne) significa raggiungere l'obiet- tivo e, contemporaneamente, avere un riscontro delle nostre effettive capacità. Abbiamo la consapevolezza, ormai, della superficialità con la quale il mondo della scuola, le Istituzio- ni tutte, considerano il latino e noi, invece, sentiamo di dover- lo, in qualche modo, difendere. Il nostro istituto, il Liceo Lin- guistico, necessita di questa lin- gua. Come studiare le lingue straniere senza il supporto del latino, madre delle altre lingue, quella sulla quale affondano le nostre radici? Noi studenti, con i nostri pro- fessori, dobbiamo essere i primi a difenderlo! Lorenza Santella, Irene Falasca, Irene Maniglio, Nadia Desisto, Martina Ursi, Federica Peres, Lucia Travali Classe 3L Sara de Filippo Classe 4D

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"Carpe diem", "Odi et amo", "Illo tempore", "Ipse dixit"… Tutte espressioni che la lingua latina ha lasciato in eredità al mondo moderno. Anche se il lati-no non è una lingua vista di buon occhio da noi giovani poiché ri-tenuta "complessa", noi alunni della terza L possiamo ritenerci fortunati poiché abbiamo il privi-legio di essere una delle 3 classi del Linguistico a studiare questa disciplina fino al quinto an-no. Ebbene si, perché il Ministe-ro della Pubblica Distruzione, pardon, Istruzione, ha pensato bene di relegare questa disciplina al solo biennio. E allora, rimboc-chiamoci le maniche e facciamo un elogio del latino… Giorno dopo giorno, armati di coraggio e buona volon-tà, veniamo costantemente spro-nati ad apprezzare e ad attualizza-re questa lingua, sebbene sia con-siderata da molti ormai antica e inutile. Come poter negare il fatto che essa contribuisca a sviluppa-re una certa logica nei nostri ra-gionamenti? E poi occorre tener conto dell'incisività che il latino ha dato anche alla letteratura ita-liana. Si pensi all'imponente figura di Dante, i l quale nella sua "Divina Commedia" fa più e

più volte riferimento al poeta latino Virgilio etichettandolo come "suo maestro"; o come non citare Petrarca e Boccaccio; se non avessero conosciuto il latino, sarebbero stati grandi davvero? Per quanto riguarda la letteratura latina, facciamo rife-rimento ad alcuni dei suoi mas-simi esponenti, Terenzio, Catul-lo, Lucrezio, Cicerone; essi si sono serviti di questa lingua per "dar voce" ai propri sentimenti. Noi consideriamo il latino come un "gioco", o meglio, come una continua sfida con noi stessi; riuscire a vincere tale sfida (che sia una frase o un'intera versio-ne) significa raggiungere l'obiet-tivo e, contemporaneamente, avere un riscontro delle nostre effettive capacità. Abbiamo la consapevolezza, ormai, della superficialità con la quale il mondo della scuola, le Istituzio-ni tutte, considerano il latino e noi, invece, sentiamo di dover-lo, in qualche modo, difendere. Il nostro istituto, il Liceo Lin-guistico, necessita di questa lin-gua. Come studiare le lingue straniere senza il supporto del latino, madre delle altre lingue, quella sulla quale affondano le nostre radici? Noi studenti, con i nostri pro-fessori, dobbiamo essere i primi a difenderlo!

Lorenza Santella,

Irene Falasca, Irene Maniglio,

Nadia Desisto, Martina Ursi,

Federica Peres, Lucia Travali

Classe 3L

Sara de Filippo Classe 4D

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LA VOCE DEL GONZAGA

Il 27 marzo 2012 le classi prime dell’Istituto Magistrale “Isabella Gonzaga” hanno visitato il Parco Nazionale del Circeo, una delle ri-serve naturali più suggestive ed anti-che d’Italia. La visita guidata è stata differenziata secondo due diversi itinerari. Una parte di alunni

(sezioni A, C, E) ha visitato le du-ne, uno degli ambienti più belli e particolari del parco, come pure uno dei più fragili e frequentati; qui si è svolta la ricerca delle diverse tracce – ad esempio orme, escre-menti, uova – degli animali che vivono in quella zona. Le altre se-

Passeggiando per le quiete viuzze del centro si ha la percezione che Perto-sa sia un semplice villaggio a ridosso dei monti Alburni completamente estraneo alla frenesia delle moderne megalopoli. Ma è proprio a pochi chilometri da questa culla di tranquil-lità che si trova la punta di diamante di questa città: Le Grotte dell'Angelo. Frutto di un incessante lavoro che dura all'incirca da 35 milioni di anni, queste grotte in roccia calcarea offro-no uno spettacolo altamente sugge-stivo ai visitatori. Il silenzio irreale del luogo è rotto solo dal gocciolio dell'acqua che cade dalle stalattiti. Il sito è aperto al pubblico ed ogni an-no riceve migliaia di visitatori, i quali posso scegliere di affrontare vari per-corsi speleologici a circa 200 metri di profondità. Suggestivo è l'impianto illuminotecnico scenografico, che oltre a preservare il colore naturale della grotta calcarea, offre ai visitatori la vista di pareti rocciose mozzafiato. In questo ambiente surreale costitui-to da stretti cunicoli ed ampie camere rocciose, è possibile essere condotti da Dante in persona nei gironi infer-

nali di cui tanto si è scritto. Dopo essere traghettati ''sull'Acheronte'', (fiume Negro, sito all'interno della grotta che sfocia in una cascata naturale) i visitatori verranno con-dotti di caverna in caverna ed in-contreranno i protagonisti di molti canti della prima cantica: Francesca da Rimini, il Conte Ugolino, Fari-nata degli Uberti, Ulisse... giusto per citarne alcuni. Naturalmente tutti i personaggi recitano ed intrat-tengono con Dante passi della Divina Commedia al fine di rendere mag-giormente realistico il viaggio. Da circa 3 anni la compagnia de ''Il Tap-peto Volante'' gestisce questa rappresentazione nota a livello nazionale. L'intero spettacolo si

snoda lungo un percorso di circa un chilometro, caratterizzato dal-la presenza di ampie cavità aventi gruppi di stalattiti e stalagmiti la cui formazione risale a tempi più remoti. Per maggiori informazio-ni visitare il sito:

www.grottedellangelo.sa/dante.it

Francesca Quici,

Classe 3N

zioni (D, L, M, N) sono invece andate alla scoperta della “vita” nella Selva prima della Bonifica, a tu per tu anche le antiche abitudini dei contadini e dei pastori degli anni Trenta. Dopo queste suggestive visite, una meritata e rilassante pausa pranzo è stata trascorsa tra gli alberi del parco. Durante il pomeriggio è stata visi-tato il comune di San Felice Circe-o, raccolto in una cinta muraria e ubicato su una piattaforma natura-le a circa 100 metri sul livello del mare. Tra corse e risate, l’indimenticabile viaggio d’istruzione è stato concluso con qualche foto di gruppo in spiaggia, prima di ritrovarsi a salire sull’autobus poi ripartito alla volta di Chieti.

Francesca Paciocco Classe 1D

Nella foto il promontorio del Circeo con il “profilo” della maga Circe

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LA VOCE DEL GONZAGA

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Ulisse, accolto nella reggia del re dei Feaci, narra le sue avventure: dopo aver superato tante insidie, ostacoli e pericoli i suoi uomini, guidati da Euriloco, si spingono all’esplorazione dell’isola di Eéa. Dopo non molto cammino, si tro-varono di fronte ad una magnifica dimora, ornata di splendidi marmi e custodita da belve feroci di ogni genere, tra le quali lupi e leoni. Queste, invece di aggredirli, si acco-starono lentamente agitando le code allegramente, sbigottendo così i compagni di Ulisse. Dalla magnifica dimora, proveniva una voce soave di donna, che into-nava ammalianti melodie. Il gruppo di avventurieri, incantati da quel canto, chaimarono la donna a gran voce ed ella subito comparve sulla porta, invitandoli ad entrare con un gesto gentile. Tutti, incauti, varcarono la soglia, tranne Euriloco che, temendo qual-che losco inganno si era tenuto in disparte. Circe fece accompagnare gli uomini su eleganti scranni ed offrì loro una pozione magica da lei preparata.

Dopo che gli uomini ebbero bevuto, Circe li colpì con una bacchetta e questi pian piano presero le sem-bianze di maiali, poi subito rinchiusi in un porcile e nutriti con ghiande di quercia. Euriloco, che era rimasto in disparte, corse da Ulisse per informarlo

dell’accaduto. L’eroe, allora, decise di recarsi dalla maga e una volta giunto nei pressi della sua dimora, incontrò Ermes che gli donò una pianta chia-mata Moli, un antidoto contro i filtri magici. Non appena ebbe ricevuto questo prezioso dono, Ulisse si incamminò con l’animo agitato verso la dimora di Circe. Appena giunse, chiamò la maga ed ella apparve, invitandolo ad entrare. Lo fece sedere e offrì anche a lui il

solito malevolo intruglio, che tut-tavia su Ulisse non sortì alcun effetto a causa dell’antidoto do-natogli da Ermes. Ulisse si scagliò con la spada sguainata su Circe, che cadde ai suoi piedi, chieden-dogli chi fosse e da dove venisse. La maga gli chiese anche di salire in una stanza con lei, per potersi riconciliare l’uno con l’altra. Ulis-se disse però che non avrebbe accettato fino a quando ella non avesse giurato di non ordire in-ganni di alcun genere. Circe cin-condò l’eroe di ogni premura e attenzione, ma egli pensava con dolore ai suoi compagni. Dopo un anno, la maga, vedendo il malcontento di Ulisse, gli chie-se spiegazioni ed egli le confidò di essere triste e preoccupato per i suoi amici. Subito Circe si dires-se nel porcile, per cospargere di strane erbe i compagni che im-mediatamente si ritrasformarono in uomini. Questi, che mai aveva-no perduto il raziocinio e la con-sapevolezza di ciò che erano di-ventati, corsero commossi ad abbracciare il loro eroe, finalmen-te liberi.

Francesca Paciocco Classe 1D

La vita è un immenso percorso fat-to di scelte. Ogni scelta può influire positivamente o negativamente sulla nostra persona. Come possiamo evitare i cosiddetti “ passi falsi”? Prima o poi ,tutti ci troviamo da-vanti ad un bivio, di fronte al quale dobbiamo prima riflettere e poi

prendere un’iniziativa . Il problema è agire. La chiave di volta sta nell’ascoltare il cuore o il cervello, la razionalità o l’istinto? Nessuno può aiutarci in quest’arduo compito, (ognuno potrebbe espri-mere il proprio punto di vista ma alla fine, la decisione spetta a noi). La risposta la conosciamo, eppure non è visibile, è un qualcosa di in-trinseco che solo pochi hanno la fortuna di percepire. “ La verità non si trova nel mezzo ma nella profon-dità” così citava Arthur Schnitzler. Il mio personale ed umile consiglio è

quello d’imparare a dare tempo al tempo, solo così conosceremo meglio noi stessi e di conseguen-za anche quelli che ci circondano. Questa domanda è sorta casual-mente , dopo aver letto il libro di Alessandro Baricco – Novecento, il quale mi ha fatto capire che, in realtà,abbiamo più responsabilità di quanto immaginiamo e che per quanta paura si ha di sbagliare, l’importante è PROVARE.

Agnese Fondi,

Classe 1N

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LA VOCE DEL GONZAGA

Eccessiva produzione, stili di vita

troppo elevati, consumo smisurato

di prodotti al di sopra di ogni pos-

sibilità: la ricetta per il disastro. La

situazione economica dei nostri

tempi, pur andando avanti da qua-

si vent’anni, non sembra cambiare.

La causa della recessione era ini-

zialmente (superficialmente?) indi-

viduata nel consumismo

dell’occidente che, secondo Giam-

paolo Fabris, sociologo e studioso

dei consumi in Italia, “è diventato

un vero e proprio job, un lavoro da

imparare”. Ora, nell’inquietante

contesto di crisi economica, ci so-

no italiani che, come spiega Terry

Marocco “hanno optato per nuovi

stili di vita”. Ma per scelta o co-

strizione? In generale è vero che

c’è una maggiore consapevolezza

rispetto ai prodotti che si acquista-

no: “Sempre di più i consumatori

vogliono conoscere la filiera che

sta dietro un prodotto. […] si in-

terrogano su cosa sta dietro

un’etichetta”, ma tale pratica ri-

chiede ricerche e tempo, per essere

fatta bene. Comunque i consuma-

tori italiani stanno cominciando ad

aprire gli occhi e a riflettere sui be-

ni che prima facevano cadere nei

loro carrelli senza guardare. Tutto

questo lavoro di ricerca della con-

venienza e, a volte, di caccia

all’affare viene tutta-

via ancora vanificato

dai teenager che sem-

brano impermeabili

ai problemi derivan-

ti da una crisi di cui,

a tutt’oggi, a mala

pena hanno cogni-

zione: “Mentre le

famiglie tagliano le

spese, persino quelle

necessarie, gli adole-

scenti si dichiarano

in netta controten-

denza e non rinun-

ciano neppure al

superfluo” (La

Stampa, 2005). Sono adolescenti

che non si rendono neppure conto

che il Paese in cui vivono piano

piano, ma in maniera più che per-

cettibile, affonda palesando il biso-

gno di riforme strutturali e di stabi-

lità politica ed è stretto dalle conti-

nue richieste di certezza economica

da parte degli organi internazionali

ai quali è affidata parte della nostra

sovranità, come l’UE. Il problema

riguarda anche la nostra politica

che sta cercando da tempo di far

riemergere l’Italia dall’abisso. Ci

abbiamo provato mettendo le pez-

ze ad un governo che si nasconde-

va dietro a un falso ottimismo ri-

guardo alla crisi e che si esprimeva

attraverso alcune deliranti senten-

ze, come “la crisi non esiste perché

i ristoranti sono pieni”.

L’emergenza è forte: stiamo pro-

vando a fronteggiarla con una for-

mazione di tecnici esperti che, a

detta dell’opinione pubblica, non

sta riscuotendo il successo che tutti,

primo il Presidente Napolitano, ci

aspettavamo. Quale il senso della

manovra economica per il risana-

mento del debito pubblico? Le clas-

si sociali più colpite? Le solite, quel-

le che rappresentano il ceto medio e

che presto diventeranno, se non lo

sono già, povere. Tagli alle pensio-

ni. Reinserimento sotto altro nome

dell’Ici, imposta sulla casa di pro-

prietà, ora Imu. Aumento dei costi

della benzina. Delle sigarette. Delle

utenze. E chi più ne ha più ne met-

ta. In compenso non vengono toc-

cati i privilegi fiscali della Chiesa e

della casta dei politici. Il governo,

però, ha pensato bene di attenersi al

criterio di equità che avrebbe ispira-

to la stesura della manovra. Come?

Tassando elicotteri e sottomarini e

facendo tacere, così, gli economisti

sovversivi che non fanno altro che

disprezzare l’operato della classe

dirigente. L’impressione è che, inve-

ce di favorire il “ricambio genera-

zionale”, lo sviluppo tecnologico ed

il confronto tra le parti sociali, si

torni indietro: innalzamento dell’età

pensionabile, riduzione del

l’orizzonte d’impiego e aumento

delle distanze, in termini di tecnolo-

gia e sviluppo, rispetto al resto

dell’Europa (il famigerato spread).

Il nostro Paese si fa sempre più vec-

chio e nel breve periodo a pagare

un prezzo troppo alto (è facile da

comprendere) saremo noi, i giova-

ni, in tempi migliori definiti “la

speranza del futuro”.

Eleonora Luberti

Classe 4L

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LA VOCE DEL GONZAGA

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Cosa sono le stelle? Un professore ri-sponderebbe certamente: - Grandi masse gassose composte principalmente da idrogeno ed elio. – Ma se questa teoria fosse errata? Se le stelle fossero compo-

ste da qualcosa di più semplice?

Fu una normalissima ragazza a scoprir-lo. Il suo nome era Sirio, e aveva sempre posseduto un legame speciale con il cie-

lo.

Trascorreva ogni sera ad ammirare la volta celeste, scrutando con attenzione ogni tonalità del blu splendente, che si espandeva magicamente nell’aria. Ma, a rapire maggiormente la sua attenzio-ne erano le stelle: così luminose nella

notte da suscitarle miliardi di pensieri.

- Non possono essere solamente quello che dicono gli altri, quei bagliori splen-denti, che illuminano la notte senza paura e con tanta forza: devono essere certamente qualcosa di più. – Erano i pensieri che le riempivano la mente ogni sera; ella riteneva con certezza che esi-

stesse un “segreto delle stelle”.

Passava il tempo e, nonostante conti-nuasse costantemente a pensarci, non riusciva a capire quale potesse essere il segreto delle stelle, dell’esistenza del

quale lei era particolarmente convinta.

Dopo l’ennesimo compito scolastico andato male, la madre di Sirio andò su tutte le furie: - Dovresti studiare di più, invece passi il tuo tempo sul balco-ne di casa! Sirio, inizia a pensare che le tue fantasticherie non ti porteranno da nessuna parte! Inizia a pensare alla

scuola! –

La ragazza rimase particolarmente feri-ta da quelle parole; in effetti non aveva trovato alcuna prova che appoggiasse le

sue teorie, quindi, pur continuando a pensarci ogni sera, iniziò a credere che la convinzione che tutti avevano sulle stel-le fosse quella giusta e che non esistesse

alcun segreto.

Intanto il lavoro a scuola diventava

sempre più impegnativo ed il tempo per riflettere sul cielo iniziò a scarseggiare. Sirio abbandonò il suo sogno per molto tempo, decidendo di dedicarsi a qualcosa

di “più importante”.

Un pomeriggio aprì i suoi libri per stu-diare. Continuava a leggere la stessa frase , più e più volte, senza capirla. La verità era che la sua mente assente non voleva proprio impegnarsi. Cercava l’attenzione, ma senza risultato. Aprì libro dopo libro, quaderno dopo quader-no, per richiuderli tutti un istante dopo. Nulla sembrava interessarle, nessun argomento poteva catturare la sua pre-ziosa attenzione, che continuava a sfug-

gire fuori dalla finestra.

Una sera, dopo aver studiato tutto il giorno, andò nella sua stanza per dormi-re. La finestra della camera aveva la tenda chiusa, ma riusciva ugualmente ad entrare una luce bianca, una luce che lei conosceva molto bene. Scostò la ten-da e riscoprì, dopo tanto tempo, quanto amasse il cielo di notte. – E’ questo che mi rende davvero felice – si disse Sirio, sentendo il suo cuore battere forte come se fosse tornata a casa dopo tanto tem-

po di assenza.

-Non abbandonerò mai il mio desiderio, non mi allontanerò più da quello che amo veramente, non voglio rinunciare più a ciò che conta veramente per me: d’ora in poi esaudirò ogni mio sogno senza paura- Pronunciare quella frase la

fece sentire meglio. Stava quasi per chiudere la finestra, quando si accese nel cielo una nuova luce, più grande e

brillante delle altre.

Indietreggiò vedendola brillare forte davanti ai suoi occhi .Quella stella era nata quando aveva espresso il suo desi-

derio .

Rimase tutta la notte a guardarla e, quando riaprì gli occhi era sorto il gior-no e l’azzurro del mattino aveva co-perto le stelle. Era mattino e bisogna-va affrontare un nuova giornata e

l’avrebbe fatto con tutta se stessa.

Sirio trascorse ogni giorno pensando alle sue stelle, per poi rivederle ogni sera. E accorgersi che la stella del suo desiderio brillava ogni giorno di più la rendeva orgogliosa. - Sei la stella del mio desiderio “ - pensava Sirio - le stel-le sono desideri , desideri che brillano

per impedire d’essere dimenticati. -

…..

Passarono molti anni ma Sirio non dimenticò mai il suo sogno, e fu una sera, mentre era sul terrazzo della sua casa a guardare le stelle con la sua bambina che vide una stella cadente. Qualche minuto dopo si accorse che la sua stella era scomparsa ed allora la sua bimba gridò : - Guarda mamma! La tua stella ha deciso di scomparire perché il tuo sogno è stato avverato! – Sirio annuì accarezzando la testolina della sua piccola – Hai ragione Luna,

è proprio così piccola mia -

Sirio aveva scoperto e fatto suo il se-greto delle stelle, grazie al coraggio di credere fino in fondo al suo desiderio. Nulla è come la si vede, c’è un segreto che si cela all’interno d’ogni cosa e che vale la pena scoprire, proprio perché nascosto e riservato solamente a chi ha

il coraggio di cercarlo.

Benedetta Iezzi Giulia Lizzi

Classe 1E

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Eroe Non sono il tuo principe non posso prenderti per mano e farti volare ovunque tu vuoi Non riesco ad entrare nei tuoi pensieri e dirti tutto ciò che il tuo cuore vuole sentire ma lasciami diventare il tuo eroe Sarò tutto quello che vuoi se sei l'unica per me ti starò sempre accanto

Martina Fusco Francesca Marvulli

Classe 2M

Pensieri...

Percorrendo quei luoghi

che contengono tanti

di quei ricordi

non posso che sperare

nel vedere te tornare

Il tuo amore e' unico semplicemente

da ronzarmi sempre in mente

Io che sono sempre piu'

innamorata, ti aspetto,

da tempo incantata

Dimmi che vuoi tornare

il mio amore ti devo regalare

G.Modesti, K. Sava,J. Di Berardino, I.D’Onofrio

Classe 2M

LA VOCE DEL GONZAGA

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Il mio migliore amico

Il mio migliore amico

è colui che c'è sempre per me,

è quella persona che ti accarezza

le lacrime con l'anima.

È colui che ti stampa un sorriso

sulle labbra,

che scherza con te,

che trova il modo di prenderti in giro

dolcemente.

È la stella più luminosa in una notte

buia,

è il pensiero che batte dentro il mio cuo-

re.

È l'unico ragazzo che non mi tradirà mai

quando tutti mi volteranno le spalle.

F. Di Risio,I. Garzarella, B. Trivelli, F. Pettinelli

Classe 2M

INFANZIA Quei ricordi che affioravano dolcemente, le offuscavano sempre piu' la mente, percorrendo quei luoghi tornavano in mente anche i giochi, quelli di un'infanzia ormai passata, ma mai dimenticata. Chiudeva gli occhi e piangeva mentre il tempo scorreva ma lei non se ne accorgeva. Era troppo impegnata a pensare a quanto era innamorata… ad un tratto si sveglia e il mondo intorno a sè vede ma d'esser tornata bambina ella crede.

G.Modesti, K. Sava, J. Di Berardino, .D’Onofrio

Classe 2M

L’AMORE

Amo di te il tuo essere,

ricco di emozioni,sorrisi,felicità

e di quell’amore che

solo tu sai dare;

fai arrossire il tramonto

…riempimi della tua immensità.

I sogni sono desideri

Ma con te ho capito

Che possono diventare realtà!

Amare te,è l’immenso per me!

Se potessi cambiare il mondo

Metterei il tuo sorriso

Al posto del sole.

Il tuo sguardo al posto del cielo

La tua voce al posto del vento,

e ti assicuro che sarebbe un mondo da

favola.

Anche se un giorno dovrà finire

Ricordati di me per sempre.

G.Di Bartolomeo, M.Oreglini, F.Belluco,

E.La Cioppa, S.Di Naccio

Classe 2M

LA SERA

Quando scende la sera

le stelle appaiono,

la pioggia

cade riversandosi nelle tue lacrime

mascherando un vecchio dolore.

Tutta la mia fede era ormai scomparsa

tu l'hai riportata da me.

Ho perso il posto dove dovevo stare

e tu mi hai indicato dove andare,

ma l'unico posto dove voglio essere è

accanto a te.

La vita va avanti e diventa così pesante

perchè la tua presenza non è più cosi co-

stante.

Nel tuo viso ho visto la via per il paradiso,

non sento piu la tua mano nella mia

e mi assale la malinconia.

F.Liberatore, F.Sulpizio,

C.Gentile, C. D'Aloisio

Classe 2M

Marc Chagall (1887 – 1985)

Wassily Kandinsky (1866 – 1944)

QUANTO TI AMO

Non sopporto il dolore

che porto nel cuore

quando vedo il tuo viso

illuminato da quel bel sorriso.

Quest'amor mi fa soffrire

come vedere un fiore appassire

a volte è una meraviglia

come una conchiglia

non so come dire,

tu mi fai impazzire!

Martina Belfiglio, Sara Cicchitti

Classe 2M

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LA VOCE DEL GONZAGA

Direttori Responsabili

Prof.ssa Simona D’Angelo

Prof.ssa Angela Natale

Prof.ssa Marcella Spaziano

Prof.ssa Gabriella Villante

Prof.ssa Polisena Vittorini

Grafica

Prof.ssa Daniela Liberati

Sara Marcello Classe 4E

Kartoffelsalat (für 4 Personen)

Zutaten und Zubereitung:

6 groβe Kartoffeln (geteilt, 5 Minuten im Schnell-

kochtop kochen, schälen und abgekühlt in Schei-

ben schneiden)

Speck oder Wurstwürfel anbraten

Zwibelwürfel bräunen

Schichtweise Kartoffelscheiben 3 mal

Angebratenes (Speck und Zwiebel)

Essig und Öl

Schnittlauch, Dill, eventuell Basilikum

Leicht umrühren

Am 2. Tag auch in Pfanne gebraten lecker!

Insalata di patate (per 4 persone)

Ingredienti e preparazione:

6 patate grandi (dividere a metà, lessare in acqua salata

in pentola a pressione per 5 minuti, sbucciare, far raf-

freddare e tagliare a fette)

Soffriggere speck o wurstel tagliati a dadini

Far dorare la cipolla tagliata a dadini

Mettere a strati (per 3 volte) le patate tagliate a fette, il

soffritto di speck e cipolla, aggiungere olio, aceto, erba

cipollina, aneto ed eventualmente basilico

Mescolare delicatamente.

Squisita anche il secondo giorno ripassata in padella!

Classe 3N