Carissimi/e PREGARE CON IL SIGNORE GESU’ 80.pdfPREMESSA 2^: Si tratta di 3 domande, che sembrano...

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Carissimi/e, dopo una estate intensa e, metereologicamente "anomala" (vedi "cronistoria"), stiamo entrando nella nuova stagione, l'autunno, con le sue tradizionali caratteristiche: dapprima i "funghi" (si spera), poi la caccia, e le solennità dei Santi e dei Defunti, ecc. ..e del nuovo Anno scolastico e, vedremo se con "novità" importanti, anche del nuovo Anno pastorale. Quest'ultimo è segnato, per noi, dalla "Festa autunnale" di S.Gertrude, nostra principale patrona, che cade la domenica dopo il 28 sett.; quest'anno il 2 ottobre. Così la vita continua, con i suoi ritmi e le sue discontinuità e novità. Ci guidino il Signore Gesù, Maria Ss.ma (la Vergine del Rosario: 7 ott., e i nostri Santi patroni.... Colgo così l'occasione di questo 80° numero di Altaburg-La-Voce, per rinnovare a tutti voi, residenti o no a Rotzo; piccoli e grandi, ecc... l' AUGURIO di ogni bene nel Signore: Egli ci doni le consolazioni, l'aiuto, le soddisfazioni e le gioie di cui abbiamo bisogno; e ci renda capaci e disponibili ad accoglierle. Un bacione particolare ai Vostri bimbi, una speciale preghiera per gli anziani, per gli ammalati e sofferenti. Veramente di cuore don Pierangelo Domenica 02.10.2011; Festa autunnale di S.Gertrude. PREGARE CON IL SIGNORE GESU’ IL PADRE NOSTRO 2° PREMESSA 1^ : Nel N° scorso (il 79, Estate 2011), iniziando la nostra riflessione sul "Padre nostro", abbiamo affrontato la parte introduttiva: "PADRE NOSTRO CHE SEI NEI CIELI". In questo numero rifletteremo brevemente sul resto della prima parte di questa preghiera: "Sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra". PREMESSA 2^: Si tratta di 3 domande, che sembrano riguardare gli "interessi" di Dio. Ma che in realtà riguardano più i nostri "interessi": se ciò che chiediamo si realizzerà (perché noi faremo ciò che chiediamo) questo sarà a nostro vantaggio. Sono 3 domande (o auspici...) che potremmo vedere come UNA SOLA DOMANDA, espressa però in forma di superlativo (cioè come una "domandissima"). Sono tre domande, formalmente diverse, ma che in effetti chiedono, tutto sommato, la stessa cosa. "SIA SANTIFICATO IL TUO NOME": a) NOME: Nella Bibbia, il NOME, non è una specie di "etichetta" con cui vogliamo distinguere vari soggetti (o persone), come tutto sommato è per noi (dove a volte il nome a un significato che ben poco si attiene alla persona che lo porta: es.: "Claudio" (= zoppicante), dato a una persona che "cammina dritta come un fuso...." ! Nella BIBBIA, il NOME si identifica con la persona che lo porta; identifica la persona (ne esprime o manifesta la "identità": chi essa è, la sua specifica - diversità....il suo ruolo...il suo rapporto.....con gli altri, con la comunità..... (Es; II Bimbo di Maria sarà chiamato GESÙ' (=Dio che salva", perché egli è il Dio che ci salva).

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Carissimi/e,

dopo una estate intensa e, metereologicamente "anomala" (vedi "cronistoria"), stiamo entrando nella nuova stagione, l'autunno, con le sue tradizionali caratteristiche: dapprima i "funghi" (si spera), poi la caccia, e le solennità dei Santi e dei Defunti, ecc. ..e del nuovo Anno scolastico e, vedremo se con "novità" importanti, anche del nuovo Anno pastorale. Quest'ultimo è segnato, per noi, dalla "Festa autunnale" di S.Gertrude, nostra principale patrona, che cade la domenica dopo il 28 sett.; quest'anno il 2 ottobre. Così la vita continua, con i suoi ritmi e le sue discontinuità e novità. Ci guidino il Signore Gesù, Maria Ss.ma (la Vergine del Rosario: 7 ott., e i nostri Santi patroni.... Colgo così l'occasione di questo 80° numero di Altaburg-La-Voce, per rinnovare a tutti voi, residenti o no a Rotzo; piccoli e grandi, ecc... l' AUGURIO di ogni bene nel Signore: Egli ci doni le consolazioni, l'aiuto, le soddisfazioni e le gioie di cui abbiamo bisogno; e ci renda capaci e disponibili ad accoglierle. Un bacione particolare ai Vostri bimbi, una speciale preghiera per gli anziani, per gli ammalati e sofferenti. Veramente di cuore

don Pierangelo Domenica 02.10.2011; Festa autunnale di S.Gertrude.

PREGARE CON IL SIGNORE GESU’

IL PADRE NOSTRO 2° PREMESSA 1^ : Nel N° scorso (il 79, Estate 2011), iniziando la nostra riflessione sul "Padre nostro", abbiamo affrontato la parte introduttiva: "PADRE NOSTRO CHE SEI NEI CIELI". In questo numero rifletteremo brevemente sul resto della prima parte di questa preghiera: "Sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in

terra".

PREMESSA 2^: Si tratta di 3 domande, che sembrano riguardare gli "interessi" di Dio. Ma che in realtà riguardano più i nostri "interessi": se ciò che chiediamo si realizzerà (perché noi faremo ciò che chiediamo) questo sarà a nostro vantaggio. Sono 3 domande (o auspici...) che potremmo vedere come UNA SOLA DOMANDA, espressa però in forma di superlativo (cioè come una "domandissima").

Sono tre domande, formalmente diverse, ma che in effetti chiedono, tutto sommato, la stessa cosa.

1° "SIA SANTIFICATO IL TUO NOME":

a) NOME: Nella Bibbia, il NOME, non è una specie di "etichetta" con cui vogliamo distinguere vari soggetti (o persone), come tutto sommato è per noi (dove a volte il nome a un significato che ben poco si attiene alla persona che lo porta: es.: "Claudio" (= zoppicante), dato a una persona che "cammina dritta come un fuso...." !

Nella BIBBIA, il NOME si identifica con la persona che lo porta; identifica la persona (ne esprime o manifesta la "identità": chi essa è, la sua specifica - diversità....il suo ruolo...il suo rapporto.....con gli altri, con la comunità.....

(Es; II Bimbo di Maria sarà chiamato GESÙ' (=Dio che salva", perché egli è il Dio che ci salva).

Il NOME, uno dei "nomi propri" di Dio, è SANTO,che vuoi dire "altro" (da noi uomini). 'Vedi nel Cantico della beata Vergine (il Magnificat): " e Santo è il suo nome.(= Egli si chiama "SANTO"). Santo, in questo caso, non è un aggettivo, ma un sostantivo (un nome, appunto).

b) SIA SANTIFICATO: E', innanzitutto, una LODE a Dio: il riconoscimento del suo essere (Egli è il Santo...), e, perciò, riconoscimento della sua perfezione (in contrasto con la nostra imperfezione...), della sua bontà, della sua benevolenza, della sua misericordia....

E' richiesta a Dio di manifestarsi nel suo ESSERE e nel suo AGIRE: ci aiuti a capire che Egli è, perché possiamo riconoscerlo; capire ed accettare il nostro essere a "sua immagine e somiglianza", e così essere salvi....E' richiesta e disponibilità a Dio (Padre), perché entri in azione per renderci "santi" (aggettivo di qualità), suoi "figli" nella "conformità al Figlio suo. Gesù"; perché possiamo (e a questo ci impegniamo ) testimoniare la sua santità, il suo amore, la sua misericordia.

E', perciò, richiesta a Dio di operare in noi una continua purificazione, che ci renda sempre più "perfetti come è perfetto il Padre vostro (nostro) celeste", come dice Gesù.....

2°- "VENGA IL TUO REGNO":

II "REGNO" è una della "categorie" (immagini, similitudini....) fondamentali della Bibbia.

Col termine REGNO si indica, prima di tutto, "GESÙ' stesso": Egli è il Regno di Dio, colui che "regola", fa esistere, i nostri rapporti con Dio-Padre.

"Regno", poi, è appunto il fatto che Dio, per mezzo di Gesù, il suo Verbo, regola il mondo in maniera perfetta....

a) La REGALITÀ' di Dio consiste, infatti, (e si manifesta), nella CREAZIONE (nel suo essere colui che ha creato tutto ciò che esiste); nella PROVVIDENZA (nel suo impegno a mantenere nella esistenza l'Universo....); e, soprattutto nella STORIA (nel suo intervenire a favore degli uomini, per dare loro la possibilità di realizzare se stessi....divenendo "conformi al Figlio suo Gesù".....

b) Per questo, il REGNO si identifica con GESÙ' (che è il "Logos"-"Verbum" (la PAROLA) per mezzo del quale e in vista del quale, Dio-PADRE ha creato il mondo, lo sostiene e lo porta al suo compimento (che chiamiamo anche "salvezza").

e) INVOCARE CHE VENGA IL REGNO DI DIO significa, allora, aderire alla azione dello SPIRITO SANTO, per opera del quale è avvenuta la INCARNAZIONE (Gesù..."fu concepito per opera dello Spirito Santo..."). Vuoi dire impegnarci a cooperare perché Gesù sia conosciuto e amato da tutti..... perché tutti trovino la VITA....eterna: la PACE (lo shalom di Dio), l'amore (la charitas), la gioia, la pazienza, la benevolenza, la bontà, la fedeltà, la mitezza, la libertà (da non confondersi con la "licenziosità") (cfr Galati 5, 22) e finisca ogni schiavitù (licenziosità), egoismo, tristezza, guerra, inquietudine, malevolenza, infedeltà, durezza,......

E tutto questo riguarda innanzitutto l' OGGI (chiediamo che avvenga "oggi": qui e adesso. (Come conseguenza della PRIMA VENUTA del Signore (quando si è incarnato nel seno di Maria) e grazie ad ogni VENUTA del Signore Gesù (cioè nell'annuncio della Parola, nei Sacramenti, nella vita parrocchiale, e familiare; ecc.....(E' il REGNO IN COSTRUZIONE! ).

Ma anche, e soprattutto, che avvenga nella "parusìa" (la 2', ultima e definitiva VENUTA del Signore Gesù) quando egli porterà a piena maturazione il Regno e lo consegnerà al Padre......

3°- "SIA FATTA LA TUA VOLONTÀ':

La VOLONTÀ' di Dio consiste nel suo modo di essere e di vivere (Egli è la sua Volontà), nella VITA d'AMORE della TRINITÀ', per cui si chiama anche "CARITAS" (l'Amore che è Dio stesso).

Quando questa Volontà si manifesta, essa riguarda il nostro vero BENE (la salvezza dell'uomo...di ogni uomo o donna, e di tutti gli uomini....).

COME IN CIELO COSI' IN TERRA;

Dio infatti fa la sua volontà ("in cielo"); e la fa anche "in terra", per quanto di sua competenza. Ma perché la sua Volontà possa realizzarsi pienamente "in terra" (tra di noi...da parte nostra) è necessario che noi CHIEDIAMO (dimostriamo di essere veramente interessati) di conoscere questa volontà (e ciò è possibile solo per "rivelazione da parte di Dio) e che noi accogliamo (e ci impegnamo a collaborare a questa Volontà. Innanzitutto in noi (nella convinzione che questa Volontà è l'unico vero nostro BENE.

Abbiamo bisogno perciò di chiedere LUCE per comprendere e FORZA per convincerci e fare (per noi...per gli altri: coniuge, genitori, figli, ecc...)..

La TRE DOMANDE "servono", vogliono, avvicinare,non tanto il Cielo (Dio) alla terra (a noi) (e sa e fa il suo "dovere"!) ma la terra (noi) al Cielo (a Dio, al suo mondo, alla sua vita trinitaria….che è "comunione di amore").Esse trovano realizzazione in Gesù...se noi lo amiamo sopra ogni altra cosa.....in ogni aspetto della nostra vita..... : già ora (qui e adesso).. ma non ancora....perché la pienezza potrà essere raggiunta solo nell'"altra" vita, quando parteciperemo alla RISURREZIONE di Gesù..

L’ANGOLO UMORISTICO

POVERA SCUOLA: Se gli asini sapessero volare.....la scuola sarebbe un aereoporto.

NOTIZIA: Bimbo scoppia di salute. Genitori salvi per miracolo. DIAGNOSI MEDICA - Dottore, deve essersi sbagliato. Le ho chiesto qualcosa per il prurito, e lei mi ha prescritto un ricostituente! - Per forza: gliene occorrerà di energia per grattarsi !

NON SENSO. Avete mai visto una torta far...cita? E un bignè fare...Tarzan?

LA PUZZOLA. - "Dove credi ti tenere questa bestia?", dice la mamma a Pierino che ha portato in casa una puzzola. - "In camera mia.....perché?". - "E come pensi di fare con la puzza?". - "Beh,- dice Pierino,- si abituerà!".

RITARDO. - "E' la quinta volta che arriva in ritardo questa settimana" dice il capoufficio al suo impiegato, "cosa devo pensare, signor Rossi?". - "Che oggi è venerdì!".

COLMO. Per un meccanico: Andare dal barbiere e farsi fare la frizione. E per un mancino?: Sapersi destreggiare.

DAL BARBIERE. - I capelli, come li vuole, indietro? (dice il barbiere al cliente). - No, no, -risponde quello - Li tenga pure lei.

SUOR ANNAGEMMA SLAVIERO

Era nata a Rotzo (VI) il 04.01.1921, da Giovanni e Slaviero Margherita e le fu imposto il nome di Maria Teresa. Il 16.02.1944 (a 23 anni) entrò nell'Istituto della Sacra Famiglia, ove fece la 1" professione il 07.10.1946 e la perpetua il 07.10.1951. E' morta a Castelletto di Brenzone (VR) il 28.08. 2011 e lì è stata sepolta il 30.08.2011. Era stata giovane attiva nella parrocchia, aveva conseguito il Diploma di abilitazione all'insegnamento della Dottrina Cristiana nel corso Superiore, rilasciato dalla Diocesi di Padova. Era cresciuta sempre più attratta dallo stile di vita delle Piccole Suore. Rotzo era culla generosa di vocazioni, e la sua stessa sorella Caterina entrò nel 1932 a Castelletto, dove assunse il nome di suor Romea. Dopo alcune difficoltà con il parroco, non pienamente d'accordo con la sua decisione. Maria Teresa si era affidata alla direzione spirituale del parroco di Roana, che garantì per lei presso Madre Fortunata. Con il nome di suor Annagemma, fu avviata ancora novizia all'assistenza infermieristica a Bologna, presso la Maternità, dove apprese le competenze proprie della professione, ma soprattutto affinò la delicata attenzione alle persone, la pronta intuizione delle loro necessità, l'ascolto delle domande anche non espresse. Dal 1947 fu per tré anni preso l'Ospedale Orlandi di Bussolengo, e ancora per tre anni presso l'Ospedale Pizzardi di Bologna. Il. contatto con i malati di TBC, vissuto nella consapevole generosità di chi sa di poter donare tutto di sé per recare conforto al fratello, la esposero all'infezione. Trasferita ad Arco nel 1953, per le cure necessario, una volta ristabilitasi vi continuò la sua permanenza fino al 1978, servendo con entusiasmo e dedizione i malati e le consorelle degenti, quasi

esprimendo l'insegnamento evangelico "gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date". Frattanto, nel 1968 morì la sorella suor Romea, impegnata come infermiera presso l'Ospedale di Negrar. Fu un doloroso distacco per suor Annagemma, anche perché gli altri quattro fratelli si erano stabiliti ancora giovani con le loro famiglie in Australia, Ottenne il permesso di andare a far loro visita nel 1989, dopo oltre cinquant'anni di lontananza. Fu una grande consolazione per tutti. Nel 1978 suor Annagemma fu inviata a Breganze, presso la Casa di Riposo. Seguirono anni di serena e gioiosa abnegazione, nella premurosa e materna cura degli anziani ospiti. Dopo diciassette anni, dovette salutare tutti, personale, ospiti, familiari, sacerdoti, con sofferenza e con la certezza che la comunione nel Signore continua a edificare il bene reciproco. Giunse in Infermeria a Castelletto insieme a suor Duilia nel 2005, segnando il ritiro definitivo delle Piccole Suore da quella casa. In Infermeria assistette fino alla fine suor Duilia, con vera compassione, ossia partecipazione alle sue sofferenze. La accompagnò con la preghiera e l'affetto fraterno all'incontro con lo Sposo. Ultimamente, suor Annagemma soffriva per insufficienza renale, le sue condizioni si erano fatte sempre più critiche. È giunta lucidissima al momento del passaggio finale, avvenuto repentinamente nel pomeriggio della domenica, dopo aver conversato a lungo con una consorella e gustato un gelato: nella normalità del nostro vivere, lo Sposo passa e chiama, e con prontezza invita a seguirlo lasciando tutto per il Tutto che non sarà più tolto. Ci piace pensare che ora sia suor Duilia a venirle incontro nel regno della vita, per lodare con lei in eterno il Signore. Nell 'occasione del suo cinquantesimo di vita religiosa, suor Annagemma aveva stampato alcune note autobiografiche, che

accogliamo come celebrazione della fedeltà del Signore nella sua esistenza 50° di vita religiosa di suor Annagemma Slaviero (febbraio 1994) Mi piacerebbe ricordare con chiarezza i giorni, i momenti della mia fanciullezza e della mia giovinezza. Godrei molta gioia ripassandoli, ma 50 o 60 anni sono tanti perciò è un po' difficile.Tanti particolari della mia famiglia, delle persone a me care sono scolpiti nel cuore e nella mente. Sono la più giovane di otto fratelli ed una sorella, sono cresciuta in famiglia da genitori che mi hanno sempre inculcato l'amore verso Dio, la Chiesa e il prossimo. Mia sorella si è fatta suora e da allora mi piacevano ancora di più le suore e godevo della loro compagnia poiché ci davano sempre buona testimonianza, ed era una gioia continua per noi giovani sotto ogni aspetto. I miei genitori erano contenti che frequentassi le suore! Col passare degli anni, capivo meglio e sentivo grandemente la chiamata del Signore e quale sarebbe stata la mia scelta. Presi la decisione di farmi Piccola Suora della Sacra Famiglia. Le difficoltà non mancavano però i miei genitori erano contenti di dare al Signore una seconda figlia suora; si sentivano orgogliosi sebbene nel loro intimo soffrissero molto, perché sapevano che rimanevano con un solo figlio, essendo gli altri emigrati, ma la loro fede grande li sosteneva nel distacco. Ed eccomi in convento con grande gioia a vivere nella Casa del Signore, al Suo servizio nella persona di tanti ammalati, sofferenti in qualsiasi modo! Mi sentivo sempre più realizzata nella mia vocazione nell'assistenza delle persone bisognose: giovani, ammalati, suore ammalate, anziani e ogni genere di persone in difficoltà. Il desiderio di amare il Signore in quei fratelli mi aiutava a superare tutte le difficoltà. Per un po' di tempo sono stata anch'io ammalata e non sono mancate le prove, però grazie al dono grande che il Signore mi ha fatto, la mia vocazione è rimasta sempre forte e viva e capivo, ogni giorno che passava, che essere suora è sempre un dono grande per gli altri e, se sappiamo accoglierlo, Gesù ci rende felici accanto a Lui anche in questa vita.

SUOR ITALA COSTA

Una vita dedicata all’educazione dei giovani Il 21 luglio 2011 Suor Itala Costa, al secolo Costa Maria, ha avuto il privilegio di raggiungere il Signore nella Sua casa di Amore eterno. Con questo breve scritto noi tutti, nipoti di sangue e acquisiti, desideriamo spendere alcune parole, affinché il suo ricordo possa fungere, per ciascuno, da modello virtuoso di vita, trasmettendo, anche a chi legge, la vocazione della nostra amatissima zia per l’educazione dei giovani. Nata a Rotzo il 16 aprile 1914, quarta di sei fratelli, all’età di ventiquattro anni già svolgeva la sua opera meritoria nell’Istituto Sorelle della Misericordia, nel ruolo di insegnante elementare. Educatrice instancabile, tra le molte comunità presso le quali ha prestato servizio, si annoverano Este (PD), Martignacco (UD), Bressanvido (VI), Monselice (PD), fino al ritiro (nell’anno 2000) nella Casa Madre “Poloni” di S. Michele Extra (VR). Nella sua fertile attività di insegnante, Suor Itala si è distinta per la saggezza e la preparazione culturale, trasmettendo i propri saperi, con amore e dedizione, a generazioni e generazioni di bambini. Ora, al fine di tracciare, per voi lettori, un ritratto vivo della nostra carissima zia, vogliamo mettere in particolare evidenza le

significative parole da lei pronunciate il giorno della celebrazione del 70° (avete letto bene, settant’anni dedicati al Signore!) di Confessione religiosa: “O Signore, per tutto ciò che è stato, GRAZIE! Per tutto ciò che sarà, Sì!”. Queste poche parole, in maniera sintetica ma estremamente efficace, riescono, infatti, a rendere merito del carattere forte di Suor Itala e della sua scelta, pienamente consapevole, di voler perpetuare, come Maria, l’offerta della propria vita alla volontà del Padre. Vogliamo, inoltre, ricordare il suo sconfinato amore per la vita, che ella considerava un dono estremamente prezioso, da conservare e mettere a frutto il più possibile, con l’obiettivo di percorrere la strada tracciata da Gesù per i suoi fedeli. Suor Itala riteneva il tempo datoci dal Padre così importante da non rimanere mai inoperosa; fino alla veneranda età di 97 anni, occupò ogni istante del proprio tempo libero in attività manuali, quali la realizzazione di originali centrini all’uncinetto e lavori a maglia, nonché intellettuali, come la scrittura di arguti articoli sul nostro “Altaburg: La voce”: piccole opere delle sue laboriose mani, le prime e della sua immancabile verve, i secondi, che conserveremo sempre con affetto. Infine, desideriamo esprimerle tutta la nostra gratitudine per l’esempio continuo di sapienza, per le immancabili attenzioni e preghiere dedicate a tutti i suoi cari, anche molto lontani e per la sua capacità di infondere sempre autentica fiducia nella Divina Provvidenza. I nipoti

CRONISTORIA PARROCCHIALE

dal 16/06 al 15/09/ 2011.

23.06, Gio. ADORAZIONE: nell'ambito del calendario diocesano dell'Adorazione perpetua, oggi cade il nostro turno. Lo onoriamo con due momenti di adorazione, abbastanza frequentati.

26.06: Dom.: CORPUS DOMINI: dopo la s.Messa delle ore 10.15, breve processione eucaristica attorno alla chiesa, con i ragazzi che spargono fiori lungo il percorso.

07.07: Gio: 45° di ordinazione presbiterale di don Pierangelo: che egli festeggia a Roma, assieme a una decina di compagni di seminario. 12-13. 07: Mt-Mc: PELLEGRINAGGIO-GITA a TIRANO StMORITZ e LIVIGNO: ( Vedasi apposito articolo).

17.07: Dom.: FESTA DELL'ANZIANO: con la S.Messa in parrocchiale; il pranzo (una sessantina di conviviali) presso le Scuole Comunali, a cura della Pro Loco (tutti contenti) e infine una grande tombolata (aperta a tutti) a cura dell' Amiciad.

19.07: Mt.: I "MARTEDI' dello SPIRITO" che ci accompagneranno per 6 successivi martedì fino al 23 agosto.

Gli incontri, presso la chiesa di S.Margherita (coinvolti da 10 a 20 adulti), ci hanno visti riflettere su alcuni episodi del Vangelo secondo Giovanni, che abbiamo definito "I grandi discorsi nel Vangelo secondo Giovanni" :

• quelli di Nicodemo (e. 3)

• della Samaritana (e.5);

• del Pane di vita (e.6);

• del Cieco nato(c.9);

• del Buon pastore (e; 10)

• della Risurrezione di Lazzaro (e. 11).

20.07: Me. FESTA di S. MARGHERITA: la celebriamo (ore 10.30), con la partecipazione di alcuni preti (una decina) nativi o attualmente operanti in Altopiano. Presiede don Valentino Grigiante, nativo di Gallio e attualmente parroco di Lusiana, che in questi giorni celebra il 50° di ordinazione presbiterale.

21.07; Gio. 73° anniversario della CONSACRAZIONE della nostra CHIESA PARROCCHIALE: Lo festeggiamo nel corso della.Messa delle ore 18.oo, richiamando il valore "sacramentale" dell'edificio chiesa-parrocchiale, che richiama il nostro essere "Chiesa", Comunità che nasce, si costruisce e vive in Cristo Gesù.

24.07: Dom.: GIORNATA MISSIONARIA STRAORDINARIA, curata da Padre Giuseppe Farina, dei Comboniani di Padova. Sono stati raccolti anche Euro 1102.45 di offerte.

25.07: Lun. Il "1° FILO' DEI CIMBRI 2011" che è iniziato con un "dialogo a più voci", in cimbro, a opera di alcuni studenti del Corso di Cimbro (con traduzione simultanea di Tondello Lauro); Vi è stata poi una breve illustrazione della ricerca fatta da d.Pierangelo, sulle persone e famiglie emigrate in Brasile nel periodo 1886-1891 (34 nuclei familiari per 140 persone); poi la laureanda Annarosa Passuello (di Lusiana) ha illustrato la sua tesi di laurea sulla "Devozione popolare a Rotzo: capitelli e immagini sacre"; Infine sono stati letti alcuni temi e proiettate delle fotografie di alunni delle nostre scuole di 40 anni fa.

26.07: Mt.: FESTA DEI NONNI CRISTIANI: in occasione della festa dei Ss. Gioacchino ed Anna, i nonni materni di Gesù (s.Messa ore 18.oo).

27.07: Me.: CAMMINATE IN COMPAGNIA: con questo mercoledì inizia una serie di "escursioni" (5 in tutto) con conclusione il 24 ag. (Le varie mete: Cima Campolongo-Malga Fratte, con pranzo a Malga Trugole; Monte Verena con pranzo a Malga Campovecchio; Cima Manderiolo con pranzo a Malga Larici; Monte Ortigara e infine Monte Cengio, con pranzo al sacco.

29.07, Ven.: SERATA NATURALISTICA su Rotzo, a cura di Gianni Frigo.

1°.08, Lun: "2° FILO' DEI CIMBRI" con dialogo in cimbro di alcuni esperti di questa lingua; Una illustrazione su "Rotzo a metà ottocento"; Un breve excursus sulla figura dell'abate Agostino Dal Pozzo; E poi l'illustrazione di alcuni toponimi della parte settentrionale del territorio comunale di Rotzo; e, in conclusione, un racconto di caccia (alla martora) di Matteo Slaviero.

03.08, Me. INCONTRO con Padre PROSPER, parroco di Koumra (Ciad), che presiede le Opere finanziate dalla nostra Associazione AMICIAD Onius.

05.08, Ven.: SERATA NATURALISTICA (su paesaggio, animali e fiori dell'Altopiano): diapositive a cura di Denis Lunardi, di Gallio.

06.08, Sab. (al mattino): PERDON D'ASSISI presso la chiesa di S.Francesco a Campolongo, a cura dei Gruppi dell' Ordine Francescano Secolare......(in giornata) "SBALLON DAY" torneo di calcetto a 5, a cura della Pro Loco, con serata danzante.

07.08, Dom.: CONCERTO del "CORO ASIAGO" rassegna di canti popolari. Buon successo.

08.08: Lun.: PRESENTAZIONE del libro per bambini "Sula e la capretta perduta", a cura di Archeidos.

10.08: Me: CONCERTO della "CORALE ALTOPIANO dei SETTE COMUNI": di canti popolari, molto ben eseguiti .

11.08, Gio: L* ORTO BOTANICO di Padova: illustrato con dispositive e commenti dal Prof. Luigino Corti, botanico dell'Orto stesso.

12.08, Ven. IL "CAMINO" DI SANTIAGO di Compostela: La Sign.a Teti Peretti Boesso illustra, con immagini e commenti, la sua esperienza vissuta a fine estate 2010 (sala strapiena).

13.08, Sab. FESTA (CENA) AMICIAD: a base di polenta e baccalà. E' diventata ormai una tradizione. I commensali sono stati 110, per un ricavo lordo di Euro 1650; cui si aggiungono Euro 3246 della sottoscrizione a premi.

14.08: Dom. (in giornata) FESTIVAL della ARCHEOLOGIA presso il Bostel, a cura di Archeidos.....(in serata): FIACCOLATA DELL' ASSUNTA, dal Capitello del Bostel per strada della campagna e campo sportivo, fino alla statua della Madonna pellegrina. Buona la partecipazione, favorita anche da una limpida, tiepida serata. Durante la notte invece è piovuto moltissimo.....

15.08: Lun.: SOLENNITÀ' dell' ASSUNTA. Mattinata fredda e umida. Il tempo si è rasserenato verso il pomeriggio, dando inizio poi a una decina di giorni molto caldi (bolla africana). (in serata): CONCERTO DELL'ASSUNTA: a s.Margherita: sul tema dell'Ave Maria (letta a brani successivi, e illustrata da brani biblici, e da canti e musiche classiche su Maria: esecutori il soprano (uzbeko) Alfìa Galiakberova e il pianista Paolo Marcarini, che così ha voluto anche ricordare l'amico prof. Tino Minetto). Tutto ben riuscito.

16.08; Mr.: FESTA DI S. ROCCO a Castelletto, con S.Messa e bacio della reliquia.

21.08: Dom.: PEDESCALAndo ROTZO: corsa podistica non competitiva da Pedescala a Rotzo lungo l'antico "Piovan". In parrocchia, la s.Messa delle ore 10.15 è stata presieduta da Padre PROSPER parroco di Koumra in Ciad.

25.08: Gio. Replica de "IL "CAMINO" DI SANTIAGO, già fatto il giorno 12 ag.

26.08: Ven. Durante la notte una breve pioggia, ma seguita da TANTO VENTO, che ha abbassato la temperatura. Ritorna il bei tempo, ma con temperature più consone alla stagione.

27.08: Sab. Memoria di s. Monica FESTEGGIAMO LE MAMME CRISTIANE, quelle mamme che, nei riguardi dei figli, mettono al 1° posto la loro educazione alla Fede.

28.08: Dom.: A S.Francesco di Campolongo, con la celebrazione della S.Messa, accogliamo i GRUPPI AVIS provinciali in festa.

02-04. 09: Ven-Dom.: 35^ FESTA DELLA PATATA la 3 giorni di spettacoli e gastronomia, nel nome della ormai famosa "patata di Rotzo".

11.09; Dom.: 11^ FESTA DELLA MONTAGNA a Campolongo, nel 10° anniversario della costruzione della chiesetta di S.Francesco, che custodisce la Croce astile del Polo Nord, dono di Mons. Liberio Andreatta; con la partecipazione di Gruppi OFS del vicentino e padovano.

Presiede la S.Messa Mons. Antonio Menegazzo, comboniano, vescovo emerito del Darfur, nel Sudan (Africa).

ANGOLO DELLA POESIA

El boscheto de i fagari de Rotzo

Dove i prà se slonga e se destende fin su l'oro de la vale on intrigo de piante,

macia scura in meso al verde. On boscheto de fagari messo là al confìn de la campagna:

rame alte,tute incatejà le fa galeria su el trodo. Se va drento pian pianin

con rispeto, a par da esser drento na cesa

de santi e madone al cospeto.

Silensio, onbre longhe, profumi, sbater de ali xe tuto on incanto

na emossion. Se sente sganassare movere drio i sassi,

ghè xe oci che te spia sta tento dove che te meti i passi!

El xe on venteseo birbon i xe i salbanei che zuga!

Non badarghe i voi farte ciapare on scorlon.

Le rame se sbatocia el bosco se destira, drento al to core se svèja el putelo

che tanto tè ghe rancura. Mariarosa Cera

Glossario : oro : orlo / scorion : paura / intrigo : groviglio

Da Albaredo a Rotzo

Sorride il cielo al sole di primavera

scaldando case abbracciate

come bambini che si tengono per mano.

Segreti filtrano dai muri tra voci sommesse,

ripetuti gesti e rumori quotidiani.

Incontro nel cammino

lenti passi appoggiati al bastone

e vedo sui visi le pieghe del tempo,

poi grida di bimbi dagli abiti colorati

nella giovane gioia del correre liberi.

Il campanile ritto a sfidare il vento

e a graffiare il cielo dominando la valle,

balconi scolpiti di fiori e colori

mentre profumi di prati e fitti boschi

si alzano verso il cielo

inseguiti dal fumo di qualche camino acceso.

Ancora neve sugli alti monti

e canti di cucù innamorati

si perdono nell’eco lontano.

Rivedo vecchie case rimodernate nette quali ho vissuto

e adora i ricordi spazzano la mente,

quante corse verso il Tribel,

calamai e pennini,

slitte e pale a spalar la neve,

le patate ai Fagari,

le vacche a pascolar sul Bassara,

e le arrampicate all’altar Knotto e alla croce dell’Altaburg.

"Una voce lontana distoglie la mente

e il passo riprende nella realtà intrisa di sogni

come il tuo sogno rimasto tale ora che non ci sei più.

Poi il cancello che veglia un altro mondo

fatto di dolcezza, tristezza e nostalgia,

quanti volti ritrovati,

guardo visi, lumini, fiori, pregando in silenzio.

Vado via fasciando la tua foto sul piccolo altare

e ti sento felice di essere tornata a casa,

un ultimo sguardo

e su tutto rimane solo l’eternità detta pietra

a coprire il malinconico silenzio della morte.

Tiberio Rigoni

04/05/2010

DON FRANCESCO ZECCHINATI

CENTO ANNI DALLA NASCITA Cento anni fa, il 5 giugno 1911, nasce in Rotzo don

Francesco Zecchinati ed il successivo 12 giugno lo zio

arciprete, di cui portava lo stesso nome e cognome, lo

battezzava.

Figlio di Giovanni Battista e di Pierina Pellizzari, aveva

altri cinque fratelli: Giovanna, Maria, Cristina, Antonio e

Lina.

A quindici anni entrò nella Società San Paolo, famiglia

religiosa fondata da don Alberione, dove ebbe diversi

incarichi, soprattutto in America, come vedremo in una

pagina autobiografica che sarà pubblicata nel prossimo

numero di questa rivista.

La lontananza dal paese natale non affievolì il suo

attaccamento a Rotzo, che portava sempre nel cuore e,

tornato stabilmente a Roma nel 1978, trascorreva buona

parte dell’estate nel nostro paese. Ha curato per anni

una rubrica per questa rivista “L’angolo di don

Francesco” e nel primo articolo confidava:

“Sono stato intaccato da un ‘virus’, quello della

nostalgia per il mio paese natio, virus che mi ha insidiato

per gran parte della vita e ancora non riesco a guarirne

del tutto…”

Molti ricorderanno le sue appassionate omelie dalle quali

traspariva un animo veramente contemplativo: la

natura, per don Francesco, era come una porta che lo

introduceva all’incontro con il Creatore.

Riporto alcuni passi in cui appare chiaramente questo

binomio della sua personalità e spiritualità: l’amore per il

paese natio e la capacità di cogliere la voce di Dio

nella natura.

Il 9 agosto 1981 in occasione della Festa delle Malghe

a Campolongo, così introduceva la celebrazione della

Messa:

“Nel mistico, solenne e suggestivo scenario di queste

nostre incantevoli montagne, fratelli ed amici, noi ci

accingiamo a celebrare 1'Eucaristia tra il sacro odore

del latte e tra gli armenti così come gli antichi ebrei

quando s'incamminavano, da Dio guidati, verso la

Terra delle promesse.

Io, nato su questo affascinante Altipiano, cresciuto

fanciullo su questi pascoli che sanno di mirtillo, di

ginepro e di abete, vorrei cantare come i l Poverello

d'Assisi: "Lodato sii o mi' Signore!"….

Festa delle Malghe!... Siamo venuti quassù noi di Rotzo e

voi villeggianti, noi montanari, alpigiani e voi dalle città

lontane per ritemprarci, per isolarci nella solitudine e nel

silenzio dei boschi: ebbene non dimentichiamo che nel

creato siamo investiti di un sacerdozio che per dovere ha da

raccogliere il canto di lode che promana dal creato, dalle

creature ed offrirlo come in un incensiere a Dio che tutti

questi beni ci ha elargito con mano prodiga e cuore

paterno!

Ed ora, nell'Eucaristia che celebreremo su questo altare, Lo

pregheremo il nostro Dio....

Pregheremo per gli uomini della montagna: i

boscaioli, i malghesi, le guardie forestali; per i morti quassù

avvolti nel tricolore o per chi è morto nel compimento del

proprio dovere; pregheremo per la municipalità di

Rotzo e per chi si spende per la comunità parrocchiale;

pregheremo per i bimbi, per le mamme, per le donne; per gli

emigrati che lontano sognano di nostalgia per rivedere le loro

montagne o riudire il suono delle nostre campane... o entrare

nella nostra chiesetta alpina; pregheremo per giovani, per

i nostri uomini, per i vecchi, per gli ammalati…

pregheremo per ciascuno di noi qui presenti, per la Patria, per

la Chiesa, per il mondo tutto: pregheremo oggi, domani,

sempre... e così sia”.

Molto bello è anche il pensiero espresso nel 50° della

sua ordinazione sacerdotale, nel 1989:

“O Gesù: ricordo oggi i 50 anni della mia

Ordinazione sacerdotale... Ti ringrazio: per

tutti i miei parenti ed amici, per i miei

superiori e confratelli,

per la mia consacrazione nel carisma di Paolo apostolo e

del nostro Fondatore Don Alberione, per il ministero

sacerdotale e missionario in Roma, in Colombia, nel

Messico, in California, per il mio paese Rotzo, la cui

chiesetta, le campane, la scuola, i verdi pascoli ed i

boschi profondi di sacro silenzio, sono stati l'ambiente

incontaminato dove fanciullo sognante ed irrequieto

ho gioiosamente trascorso la primavera

dell'esistenza e dove fiorì la vocazione che tu mi hai

donato!”

Di don Francesco Zecchinati ho anche intensi ricordi

personali; cugino di mia nonna materna, Maddalena

Zecchinati, mi considerava della sua stessa famiglia.

Proprio per questo, nella celebrazione della mia Messa

novella a Rotzo il 9 giugno 1985, fu don Francesco a

proporre l’omelia incentrata sulle “mani consacrate del

sacerdote”.

Nel passo finale tornano i temi a lui tanto cari:

“Si alzino dunque queste Mani Consacrate per

benedire tutti noi qui presenti! Primi fra tutti i fortunati

Genitori, che con umile preghiera, con una vita

cristiana esemplare hanno meritato ed atteso questa

giornata trepidanti, ma fiduciosi nella coraggiosa

scelta e nella perseveranza del loro Sergio!...

Si alzino per benedire i fratelli ed i parenti tutti; per

benedire Rotzo e i suoi ammalati; benedite la

memoria degli Arcipreti che hanno guidato la nostra

parrocchia negli oltre settant’anni della nostra esi-

stenza; benedite i Morti del Cimitero; e gli Emigrati che

sospirano con nostalgica passione di rivedere i monti

della loro fanciullezza e riudire il suono melodioso ed

amico delle nostre campane...

E benedite questi nostri campi, e i boschi, e le valli e

le montagne e le cime che si innalzano verso

l'azzurro del cielo come maestose mistiche cattedrali

in preghiera al Dio di tutte le Altezze!...”

Il ricordo di don Francesco Zecchinati, figlio della

nostra comunità, possa essere di aiuto a tutti noi per

fare spazio alla dimensione contemplativa che tanto

ha caratterizzato la sua persona e il suo ministero

sacerdotale.

don Sergio Stefani

LA STORIA DELLA FAMGLIA LUCA

GLI ULTIMI ANNI Quando ripartii per il Giappone, ai primi di gennaio 1962,

mio padre era appena uscito da una brutta polmonite. L'avevano salvato gli antibiotici. Ma il suo organismo era talmente indebolito che riusciva appena a stare in piedi. Salutai tutti e stavo per uscire di casa. Mio padre, sostenuto da Gianni e Teresa, volle essere accompagnato fino alla porta. Me ne andai con un nodo alla gola. In Giappone vivevo in trepidazione. Quando giungeva un telegramma dall'Italia, mi domandavo se non fosse un cattivo annunzio. Invece tornai dopo cinque anni, nell'aprile del 1966, e trovai i miei vecchi genitori ancora vivi e sani. Mia madre aveva 76 anni e mio padre 88. Nel 1968 celebrammo con qualche solennità il 90mo compleanno di nostro padre. Alla Messa parteciparono molti compaesani. Seguì poi il pranzo nella sala parrocchiale. C'erano presenti numerose persone del paese. Tutti gioivano con la nostra famiglia e si congratulavano con il patriarca. Ad un certo momento nostro padre si alzò e fece cenno di

parlare. Si fece un grande si lenzio. La voce del venerando vecchio pronunciò distinte

queste parole: «Miei cari figli e nipoti, non ho né oro né argento da lasciarvi.

Vi lascio in eredità la fede: quella fede che mi ha accompagnato e sostenuto per tutta la vita. Sia anche per voi la luce e il conforto in tutti i vostri giorni». Tutti, commossi, applaudirono. Più tardi volle elaborare le espressioni in maniera più

completa e scrisse le seguenti parole: «Carissimi figli, nipoti, parenti e amici tutti. Vi ringrazio per aver voluto festeggiarmi in questo giorno in

cui compio 90 anni. In questi anni sono passate nella vita tante cose: gioie,

dolori, dispiaceri. Tutto è passato, ma mi è rimasta una cosa, che è la più cara che Dio ci può dare: la Fede! Cari figlioli miei, vi auguro che questa Fede non abbia

mai a venir meno in voi. Perché se c'è la viva fede in Dio, sopporterete più facilmente i dolori della vita, e la fine sarà fiorita di speranza, nella certezza della celeste beatitudine. Questo è il ricordo che vi lascio. Vi benedico in nome di Dio. Grazie infinite a tutti. Grazie

infinite a tutti! Mason, 30 novembre 1968

Passarono ancora un paio d'anni da quel 30 novembre

nel quale scrisse il suo Testamento. Il corpo si era indebolito. Non aveva più la tosse che l'aveva tormentato per quasi tutta la vita; ma una fastidiosa sordità lo isolava spesso dai discorsi degli altri. Diceva: «Sono stanco della vita». Altre volte, scherzando, diceva: «Io non ho automobile e non so andare in bicicletta: in paradiso ci devo andare a piedi... Ma finché il Signore non fa asfaltare le strade, non mi muovo!» Nel maggio 1970 fu colpito da una nuova polmonite. Le

cure furono vane. Il dottore disse chiaramente che l'unica medicina erano gli antibiotici, che glieli somministrava in dosi leggere, perché avevano il contro-effetto di abbassare la pressione. E in nostro padre la pressione era sempre piuttosto bassa. Un giorno, un nipotino toccandogli le mani disse: «Nonno, hai le mani fredde!» E lui: «Vedi: la morte comincia dalle mani e dai piedi; poi il

freddo viene su fino al cuore...». Figli e nipoti, cugini e parenti vennero a fargli visita.

Accoglieva tutti con cordiale sorriso e con parole di ri-conoscenza. Qualche volta scherzava. Al medico curante ricordò il

detto della Scuola Salernitana: «Se non ci sono medici che ti curino, ti siano medici queste tre cose: Mens

laeta, dieta ac moderatus labor: serenità di spirito, sobrietà nel cibo e un lavoro moderato». Era stata la regola della sua vita. La sua camera era attigua alla cucina. Un giorno sentimmo di

là qualcuno che gli chiedeva come stava. La sua voce ci giunse flebile ma distinta: «Alma terra natia, la vita che mi desti ecco ti rendo...». Una reminiscenza letteraria, ma ne restammo colpiti come se appena allora avessimo preso coscienza dell'irreparabile. Aveva accettato con fede l'Unzione degli infermi e fece la

Comunione. Poi se ne andò, così, quasi in punta di piedi, il 20 maggio 1970. Aveva 92 anni. Da tanti anni era in pensione: non ci aspettavamo un

afflusso così grande ai funerali. Tutto Mure accorse. Molti erano di Mason, il paese in cui era vissuto negli ultimi anni; altri erano venuti dai paesi vicini. La processione si snodò lenta verso la chiesa, mentre accanto alla bara camminava silenzioso Toni Guizza, un ritardato mentale che si sapeva amato dal «Maestro»: lo volle accompagnare da vicino fino alla chiesa e fino al cimitero. Accanto a me, dietro alla bara, c'era una mia sorella che mi

sussurrò: «Et exaltavit humiles - Dio ha esaltato gli umili!».

(da Ricordi di famiglia di padre Augusto Luca - 16a e ultima parte)

Si conclude qui il racconto della storia della famiglia Luca: siamo grati a padre Augusto di aver concesso la pubblicazione della sua ricerca: abbiamo così ripercorso anche la storia di Rotzo nel periodo che va dall’Ottocento al primo Novecento. A padre Augusto Luca facciamo i migliori auguri per la sua missione ancora attiva a Parma presso la casa madre dei Saveriani. Attraverso di lui rimane un collegamento tra Rotzo e l’Istituto saveriano al quale il nostro paese ha dato tre dei suoi figli: padre Giacomo Spagnolo, padre Rinaldo Dal Pozzo e Padre Francesco (Cecchino) Spagnolo.

don Sergio

ST.MORITZ e LIVIGNO

PELLEGRINAGGIO-GITA TIRANO-BERNINA-LIVIGNO

Di buon mattino, il 12 luglio, una cinquantina di persone di Rotzo e paesi limitrofi, è partita per un pellegrinaggio alla volta di Madonna di Tirano, Saint Moritz e Livigno. Arrivati a Tirano, dopo un viaggio via autostrada, costeggiando il lago d’Iseo, passando per l’Aprica e la Valtellina, si è visitata la bella chiesa santuario dedicata alla Madonna, costruita sul luogo dove Maria Santissima apparve il 29 settembre 1504 al beato Mario Omodei salutandolo con queste parole: “Bene avrai”. Lì si sono recitate alcune decine del Santo Rosario e ci si è raccolti in preghiera. La chiesa barocca è stata progettata e costruita da numerosi maestri d’arte ed espone affreschi, pitture, tele, colonne, statue e fregi di notevole interesse artistico; il tutto con l’esuberanza e la vivacità tipiche dello stile barocco. L’opera più pregevole è, senza dubbio, il colossale organo che occupa tutto l’arco sinistro del transetto ed è sorretto da otto colonne di marmo, ornato con pannelli intarsiati che raccontano il Natale, i Magi e la Circoncisione. Formato da 2200 canne, il suo suono robusto accompagna le funzioni liturgiche più solenni ed è usato in molti concerti. E’ un’opera che suscita grande ammirazione nei visitatori. All’esterno, la facciata si presenta semplice, ma arricchita da uno splendido portale molto elegante. Dopo il pranzo a Tirano, siamo saliti sul trenino rosso del Bernina e, mentre la guida spiegava e raccontava, tutti potevano ammirare le bellezze del paesaggio. E’ una delle ferrovie più spettacolari d’Italia, lunga 397 Km collega la Valtellina con i più importanti centri del cantone svizzero dei Grigioni. Il trenino si arrampica lentamente sul versante della Val Poschiavo e dai 492 m. sul livello del mare sale fino alla stazione dell’Ospizio del Bernina a 2257 m. s.l.m. per

poi scendere ai 1775 m. di Saint Moritz attraverso incantevoli e spettacolari paesaggi, costeggiando il lago di Poschiavo, inerpicandosi lungo i fianchi della valle, seguendo da vicino la strada e il torrente Poschiavino, acquistando via via quota e seguendo un percorso fatto di curve e tornanti. E’ uno spettacolo! Tutto intorno boschi di abeti, di larici, di pini cembri e …in cima…ecco…si apre la visione sugli imponenti ghiacciai del Monte Palù, del Cambrena, del Pizzo Varuna, di tutto il gruppo del Bernina. Il trenino costeggia, a questo punto il lago Bianco di un bel colore chiaro dato dalle nevi appena sciolte, il lago Nero dal fondo scuro e il lago Piccolo. Siamo sullo spartiacque; da una parte i torrenti si incanalano ad alimentare il bacino dei corsi che si dirigono verso l’Adriatico e dall’altra scendono tortuosi verso i fiumi Inn e Danubio, cioè verso il Mar Nero. Il nostro viaggio col trenino rosso del Bernina termina a St. Moritz, cuore dell’Engadina, cittadina nota fin dal tempo dei Romani per le virtù terapeutiche delle sue acque termali e per la salubrità dell’aria. E’ frequentata dal jet set cosmopolita, d’etate per il clima frizzante , per l’atmosfera romantica del paesaggio e, d’inverno, per le numerose e rinomate piste da sci. Dopo la visita alla cittadina, ci si è diretti verso Livigno percorrendo la statale a fianco della ferrovia retica, attraverso il passo del Foscagno. Livigno è adagiato su un fondo valle a 1800 m. di altitudine, conta circa 6000 abitanti, si trova in Lombardia, in provincia di Sondrio; è una stazione turistica estiva ed invernale molto rinomata e frequentata perché “zona franca”, infatti gode dello stato di zona extradoganale ed è pertanto esente da alcune imposte come l’IVA. Questo ha favorito il cosidetto turismo commerciale fin dagli anni 50 poiché è conveniente acquistare tabacchi, alcolici, zuccheri, cioccolata, profumi, orologi, ma soprattutto tecnologia e carburante. La nascita della zona franca ha origini storiche ed è correlata allo stato di isolamento che ha caratterizzato per lungo tempo

questa zona di montagna; infatti Livigno, fino agli anni 52-53 rimaneva per molti mesi isolato e privo di comunicazioni con il resto del mondo a causa degli inverni molto rigidi ed estremamente nevosi. Poi la costruzione della strada del passo del Foscagno cambiò la vita di questo angolo di montagna, chiamato anche il piccolo Tibet perché circondato da alte vette. Il mattino del 2° giorno è iniziato con la Santa Messa nella chiesa di Santa Maria Nascente a Livigno ed è stato il momento spirituale e religioso più importante del viaggio. La Santa Messa ci ha uniti tutti intorno all’altare per onorare e ringraziare la Madonna dei dono che ognuno di noi riceve dalla vita, per chiedere consolazione nei dispiaceri e nelle pene quoditiane a cui ognuno di noi è soggetto e per domandare grazie particolari. Poi tutti si sono scatenati nello shopping e tutti hanno frequentato supermercati e negozi alla ricerca di cose convenienti e a buon prezzo. Piovigginava, ma questo non ha impedito di gironzolare per le vie del paese ammirando il paesaggio intorno, le abitazioni tipiche di legno, i balconi fioriti di gerani e surfinie rosa, viola,lilla,bianche. Venuta l’ora del ritorno,si è attraversato lo stretto tunnel che porta verso la Svizzera dove si è potuto visitare l’Abbazia a Santa Maria in Val Monastero. Si tratta di un’antichissima abbazia benedettina dedicata a San Giovanni che conserva affreschi romanici del 1160 che raffigurano scene de vecchio e del nuovo Testamento. Tutto il complesso è un preziosissimo gioiello architettonico simbolo della Val Monastero. Anche questa volta il viaggio è stato goduto ed apprezzato da tutti: grandi e piccoli (dato che vi hanno partecipato anche alcuni ragazzi) e si è saputo ancora una volta coniugare l’aspetto religioso-culturale a quello ludico-turistico. Grazie a tutti. LUCIANA CERA

TESI DI LAUREA

LE DONNE DEGLI UMILIATI NELLA SOCIETA’ DEL MEDIOEVO Il 15 febbraio 2011 ho conseguito la laurea magistrale in Scienze Storiche all’Università Cattolica di Milano, con una tesi di Storia Medievale dal titolo “Le case Umiliate femminili di Lodi”. La tesi tratta appunto del ruolo della donna in questo Ordine religioso poco conosciuto, sorto agli inizi del XIII secolo, che tuttavia ebbe nel Medioevo un’ampia diffusione in tutta l’Italia settentrionale, soprattutto in Lombardia ma anche a Verona, Bologna e nell’attuale Canton Ticino. Gli Umiliati si caratterizzavano per la scelta di una vita povera dedicata al lavoro (la loro principale attività era la fabbricazione di panni-lana da vendere a basso costo ai meno abbienti) e alla carità, proposito che attrasse molti uomini e donne di ogni classe sociale ad aderire a questo movimento, nel quadro di un generale rinnovamento spirituale della società che a partire dalla fine del XII secolo si caratterizzava per una crescente sfiducia nella Chiesa istituzionale e per una richiesta di maggiore partecipazione dell’elemento laicale alla vita ecclesiastica; elementi che si ritroveranno poi nei numerosi movimenti ereticali che sorsero in tutta Europa e furono duramente condannati dai vertici della Chiesa, ma anche nei nuovi Ordini fondati da San Francesco e San Domenico, di cui gli Umiliati possono essere considerati dei precursori. L’elemento che però distingueva maggiormente gli Umiliati da tutti gli altri Ordini religiosi del tempo, tanto che già molti contemporanei lo riconobbero come una novità assoluta, era il ruolo di grande importanza ricoperto dalle donne all’interno del movimento; esse infatti, secondo una ricerca condotta dalla studiosa britannica Sally Mayall Brasher, numericamente rappresentavano la maggioranza dell’Ordine, e inoltre si ricava dalle evidenze documentarie che i conventi femminili Umiliati provvedevano da soli al proprio mantenimento lavorando la lana o gestendo proprietà agricole. Vi è di più: gli Umiliati erano noti tra i contemporanei per la loro modalità abitativa dei “conventi doppi”, monasteri suddivisi in più spazi di cui alcuni privati, separati per uomini e donne, e altri comuni, come la chiesa o i laboratori; perciò le Umiliate non solo lavoravano e condividevano buona parte della giornata con i loro confratelli maschi, cosa impensabile per un Ordine tradizionale, ma sono addirittura emersi casi in cui il superiore del convento, che governava quindi sia uomini che donne, era di sesso femminile.

Per esemplificare l’importanza delle donne all’interno degli Umiliati ho scelto il caso della città di Lodi, dove esiste un cospicuo fondo documentario che attesta che gli Umiliati ricoprivano un ruolo di prima importanza all’interno della società sia religiosa che civile, tanto da essere investiti dalle autorità politiche di grandi responsabilità come la gestione di chiese e ospedali, e di essere spesso designati come destinatari di lasciti nei testamenti dei notabili lodigiani. Ma analizzando i numerosi documenti presenti negli archivi cittadini sono emerse anche interessanti considerazioni sul ramo femminile dell’Ordine. Anzitutto le Umiliate di Lodi si dedicavano attivamente alla gestione di fondi agrari, lavorandoli esse stesse o affittandoli a coltivatori, e che la maggior parte di questi terreni era coltivata a viti, destinata quindi alla produzione di uva o vino; in secondo luogo, elaborando un’ipotetica planimetria dei conventi femminili a Lodi sulla base delle indicazioni fornite dai documenti, ho potuto notare che la maggioranza di essi era concentrata in una specifica zona della città, ed è quindi possibile ipotizzare una rete di solidarietà o comunque di vicinanza tra le varie case; infine non è da trascurare il fatto che le Umiliate furono, per più di due secoli, l’unico Ordine religioso femminile presente in città e nella campagna circostante, confermando la grande stima e la considerazione di cui questo Ordine godeva all’interno della città, tanto che con una ricerca basata sui nomi delle suore presenti nei documenti ho potuto constatare che molte di esse appartenevano alle famiglie più nobili e facoltose di Lodi. Da queste poche considerazioni si può tuttavia dedurre che il ruolo degli Ordini religiosi femminili nelle città è un aspetto della storia medievale ancora poco studiato, ma che andrebbe approfondito, magari con studi specifici sulle diverse realtà cittadine del Lombardo-Veneto, il cui panorama è quantomai vario e diversificato; l’esempio di Lodi dimostra comunque chiaramente che la tradizionale immagine della monaca, e della donna, nel Medioevo, chiusa nel suo convento o sottomessa all’autorità assoluta del padre e poi del marito, è, se non sbagliata, almeno approssimativa. Le prove documentarie ci mostrano donne come le Umiliate, che lavoravano, provvedevano a se stesse, comandavano su gruppi di uomini arrivando infine a rivestire un ruolo attivo e importante nell’economia e nella società.

Cristina Costa

ATTIVITA’ ESTIVE

GREST 2011, UN’ESTATE ALL’INSEGNA DEL

DIVERTIMENTO Quest’estate, come ogni anno, si sono svolti i giochi estivi organizzati dal Comune di Rotzo in collaborazione con la cooperativa Il Faggio di Asiago. Il Grest si è tenuto dall’11 luglio al 19 agosto e ha visto una grande partecipazione di bambini dai 3 ai 6 anni, al mattino, e ragazzi dai 6 ai 12 anni al pomeriggio, quasi tutti residenti a Rotzo, raggiungendo il record di 27 ragazzi e 11 bambini nell’ultima settimana di luglio. Durante queste sei settimane si è cercato, per quanto riguarda i ragazzi più grandi, di variare la qualità dell’offerta introducendo, a fianco degli appuntamenti ormai classici come il pattinaggio, il cinema, e i giochi con l’acqua con tradizionale annegamento delle animatrici, gradite novità come il percorso acrobatico del parco dei Millepini, che sarà certamente riproposto avendo suscitato grande entusiasmo tra i ragazzi. E’ stato inoltre richiesto dagli stessi ragazzi e dai loro genitori di riservare alcuni pomeriggi alla pratica di sport come il calcio o la pallavolo, un’altra innovazione che distingue Rotzo dagli altri Grest dell’Altopiano. Si è trattato quindi di un calendario ricco di attività e giochi formulati per divertire e trasmettere lo spirito di gruppo e il piacere di lavorare in squadra, senza dimenticare la grande festa finale con giochi e premi, e il laboratorio durante il quale sono state dipinte le magliette per l’annuale Grest Raduno, quest’anno molto belle e molto apprezzate anche dai genitori (che avrebbero apprezzato molto meno il modo in cui erano ridotti i bagni delle scuole dopo l’esperimento, ma devono essere contenti di sapere che i ragazzi hanno dato una grossa mano nella pulizia!) Gli unici inconvenienti sono stati legati ai trasporti pubblici, che non essendo purtroppo molto frequenti (oltre ai disagi causati dallo sciopero del 21 luglio) hanno comportato l’obbligo dei genitori di accompagnare i figli alle gite; oltre ad un rimpianto di tipo personale, non essere riusciti a riportare Rotzo al primo posto nella classifica del Grest

Raduno (dai ragazzi che l’anno prossimo ce la facciamo!!!) … ma a parte questo mi sento in grado di dire che tutto si è svolto nel migliore dei modi. Si è poi deciso di proseguire nell’iniziativa, intrapresa già l’anno scorso, di creare un Grest per i più piccoli, che quest’anno, forti dell’esperienza della scorsa estate, abbiamo arricchito e migliorato con laboratori vari (magliette, cartelloni dipinti con i colori a dita…), passeggiate nella bella cornice del paesaggio rotzese, e visite al Villaggio degli Gnomi ad Asiago e al Laghetto di Roana, dove bambini, genitori e animatrici hanno festeggiato la fine del Grest con un buon gelato offerto dalla Cooperativa. Il successo dell’attività è confermato dall’aumento, rispetto al 2010, nel numero degli iscritti, che curiosamente comprendeva solo due bambine che però si sono perfettamente inserite nel gruppo. Un’occasione di svago, ma anche di crescita formativa, che mi auguro possa proseguire negli anni a venire con un esito sempre più positivo, e per la quale non posso fare a meno di ringraziare sia il Comune che ci ha prestato con grande disponibilità gli spazi delle scuole (soprattutto visto che a luglio il clima non era dei migliori), sia le mie colleghe Maria Emilia detta Memi, Katy e Greta (e Chiara che ha fatto da jolly nelle emergenze), l’insostituibile aiutante Fiorella, i genitori che si sono messi a disposizione per i passaggi e per le vivande della festa finale (i dolci fatti in casa erano degli autentici capolavori, a proposito, se avete del tempo libero per rifarli ricordate che a Natale torno su…), e anche i ragazzi che rendono questo lavoro uno dei più piacevoli che abbia mai fatto. Che dire, spero che per voi questo periodo sia stato, almeno un po’, divertente e istruttivo; ma sappiate che grazie alla vostra simpatia e vivacità forse noi animatrici ci siamo divertite più di voi; stancate… ma divertite. Anche se non sapete in che gruppo cantava Freddie Mercury. Ma per diventare esperti di quella materia c’è tempo. Buon anno scolastico, ci vediamo nell’estate 2012!!!

Cristina Costa

FIACCOLATA DELL’ASSUNTA Quest’anno la consueta “Fiaccolata dell’Assunta” si è svolta domenica 14 agosto, vigilia della grande festa dedicata alla Madonna nel pieno dell’estate. La bella e calda giornata seguita da una serata tiepida e illuminata da una meravigliosa luna piena, ha favorito l’affluenza di numerose persone, tra cui tanti bambini di tutte le età, alla camminata di preghiera in onore di Maria Santissima. L’appuntamento era al capitello del Bostel alle ore 20.30. Man mano che le persone arrivavano sul posto venivano loro consegnati il fascicoletto con i canti e i brani del Vangelo, accuratamente preparato da don Pierangelo, e le flambeaux. Dopo il canto don Pierangelo ha iniziato il percorso lungo la strada della campagna che prevedeva varie tappe: alla croce del Lazarit, al capitello della campagna dedicato alla Sacra Famiglia, alla curva di “Socreve”, all’imbocco della strada del cimitero, al monumento alla Madonna Pellegrina. All’inizio del cammino e ad ogni tappa veniva letto un breve passo evangelico che don Pierangelo commentava e intercalava con la recita del Santo Rosario. Non sono mancate, sempre da parte del parroco, le riflessioni sulla natura che ci circondava ricca di campi coltivati a patate ormai giunte a maturazione, sul cielo stellato che possiamo ammirare solo fuori dai centri abitati, su tutto quello che Dio ci ha donato e che non sempre siamo capaci di capire e di rispettare. Intanto la processione si snodava lungo la strada e le fiaccole illuminavano il cammino di un centinaio di persone alle quali se ne sono aggiunte altre, che non potendo fare tutto il percorso, avevano atteso la processione sulla strada del cimitero. Arrivati al monumento alla Madonna si sono cantate le litanie e poi la fiaccolata si è conclusa con la benedizione e il canto finale. Questo incontro di preghiera, seguito da parrocchiani e da tanti villeggianti, ha visto unite tante persone nella preghiera per i presenti, per coloro che soffrono nel corpo e nello spirito e anche per chi non crede. Penso che tutti i partecipanti siano tornati alle loro case ritemprati nel corpo e nello spirito e pronti a festeggiare la cosiddetta “Pasqua dell’estate”. Paolina Costa

GRUPPO AMICIAD

AMICIAD CON L’ABBE’ PROSPERE

Cari Amici, l’Abbè Prospère, il parroco di Koumra, referente dei progetti di Amiciad, è stato tra noi dal 21/07/2011 fino al 20/09/2011 accompagnato dalla catechista Elisabeth. Ringraziamo, a nome dei numerosi sostenitori, la Famiglia che ha dato loro ospitalità. Il 03/08/2011 sera ha partecipato all’incontro con la Comunità di Rotzo , dove ha illustrato l’operato nella sua parrocchia, molto vasta (da paragonare a quella di Padova per dimensione). Ha ringraziato per la sensibilità di tanti amici e sostenitori Amiciad che con le somme raccolte stanno contribuendo in modo significativo nei progetti di crescita dei ragazzi nei due Convitti Foyer coordinati da Suor Elena Alzati e Suor Martelline

Mayougnu. Padre Prospère ha, poi, indicato che la stessa Parrocchia ha una proprietà di circa 280 ettari a Ngaro non coltivati ma fertili che sono sì una grande risorsa agricola, ma che necessitano di un progetto di sviluppo ben programmato. Durante il soggiorno il Padre è stato accompagnato in visita ad aziende agricole in

pianura per far conoscere i nostri sistemi di allevamento e coltivazione dei terreni. Il gruppo di amici guidati da Paolo e dal Dott. Gilbert hanno affrontato le principali problematiche partendo dal problema climatico. L’obiettivo primario è quindi di aiutare alla formazione questi adulti nel loro luogo d'origine, senza sradicarli dal contesto in cui vivono, nel rispetto della loro condizione e

della loro cultura. A gennaio prossimo un gruppo di sostenitori ritornerà in Ciad per approfondire il progetto e mettere le basi per una Cooperativa Agricola. Il percorso da realizzare è molto ambizioso ed impegnativo, ma ce la faremo con l’aiuto di tante persone generose e sensibili. Si dovrà allargare la base sociale facendo conoscere l’Associazione Amiciad a molti altri amici attraverso il “passa parola” ed il nostro sito www.amiciad.com, sempre aggiornato con l’andamento delle attività in corso. Nel prossimo numero saremo molto più precisi sulle iniziative di solidarietà che desideriamo programmare per il prossimo anno come l’adozione a distanza di bimbi e ragazzi, con l’inserimento in attività lavorative, con la 1^ Caminada “Un Passo con l’Amiciad” ecc. Il Padre al suo arrivo in Luglio ha partecipato alla festa dell’Opera Immacolata Concezione denominata “Longevità

- Protagoniste e incontro tra generazione” dove era presente AMICIAD con il tradizionale mercatino e con vari manifesti che reclamizzano i progetti. Il 13/08/2011 ha partecipato alla festa annuale di AMICIAD “Polenta e Baccalà!”, che ha ottenuto un vero successo per la partecipazione e la solidarietà dimostrata da amici e sostenitori. Vi hanno partecipato 110 persone e sono stati estratti i premi della lotteria. E’ stato proiettato un filmato sulla visita in Ciad del gennaio scorso di Gilbert e di altri amici, filmato che ci ha edotto sulle loro abitudini e tradizioni e sul loro grande senso dell’accoglienza. Certamente le varie proposte ed attività hanno avuto successo per il buon cuore della gente che ha dimostrato, come sempre, sensibilità e generosità. Tutto questo ci permette di dare serenità e di rendere meno difficile l’infanzia e la fanciullezza dei bambini e dei ragazzi di Koko. Prospère è stato anche presente nel Consiglio Direttivo del 27/08/2011, nel corso del quale è stata deliberata la consegna del principale finanziamento 2011 ai tre progetti in CIAD per un totale di € 15.000. Mentre scriviamo il Padre ed Elisabeth stanno rientrando a Koumra nella loro realtà, auguriamo BUON LAVORO per un futuro migliore di questa piccola parte dell’Africa. E un grazie sincero a tutti ANTONIO GIARETTA

L’ANGOLO DEGLI EMIGRANTI

Mi chiamo Rigoni Silvano, e sono nato il 18.07.1939 a Borgo Montello (LT) da genitori nati e cresciuti a Rotzo e trasferitisi nell' Agro Pontino appena bonificato, gennaio 1934. Per questo mi sento anch'io un emigrato. Poiché, a causa della guerra, la scuola di Borgo Montello era inagibile, quando compii 6 anni, la mamma mi portò a Rotzo, presso il nonno Pellizzari Pietro (Piro Sordo) e qui frequentai le classi l^ e 2"elementare con la maestra "Mestrille"; la 3^e la 4^ con la Iltala Pivetta Capozzi, e iniziai la 5" con il M° Dalla Costa (che chiamavamo "Barba"). A quei tempi il Comune "passava" tutto l'occorrente per la Scuola, anche il pranzo, dopo il quale si andava a casa, eccezion fatta per chi avesse dimostrato delle incertezze, che così rimaneva a scuola per recuperare. I "grandi" prendevano in giro questi ultimi, chiamandoli "somari". Qualche volta, questo è successo anche a me. Allora ritornavo a casa passando su per il bosco e scendendo a casa, in Valle, per la "Jara". Nel novembre del 1949 la mamma mi venne a prendere: c'era tanto da lavorare in campagna. Finii la 5^ quaggiù, e poi ho fatto il contadino (campi, stalla...) fino a 24 anni. Poi ho frequentato il Corso per infermieri a Latina, e, un anno dopo, era il 1966, partecipai al Concorso a Roma e venni assunto all'Ospedale Santo Spirito, vicino a S.Pietro, dove sono rimasto per oltre trent'anni, fino alla pensione. Ma i 4 anni passati a Rotzo mi sono rimasti profondamente impressi nella mente e nel cuore. Oltre alla scuola, il nonno Piro mi impegnava nel pascolare le mucche: alla mattina giù nella Pachtal, al pomeriggio su nelle Lerche, nel Bassara e nelle Laffe, E poi a far legna (di faggio) per l'inverno all'Ulbal e sullo Spitzo. Lui ne trasportava giù tre stanghe, a me ne dava solo una. E poi il lavoro nei campi. Ricordo bene le sue proprietà: i Fagari, l' Angabegale, gli Zentar, la Torna, le Gaìtte e altre più piccole. E l'inverno: a sciare con gli amici nella Ekka, nel prato dei Gekalar; a scivolare, con le scarpe chiodate, giù per il Tribel...e i ruzzoloni e le sbucciature di mani e ginocchia. E la Prima Comunione e la Cresima. Quanti ricordi incancellabili! E più passa il tempo e più sento il bisogno (quando lavoravo ogni 3-4 anni; adesso che sono in pensione quasi tutti gli anni) di rivedere quei luoghi, di rincontrare gli amici di allora: il Lino, il Franco, il Gastone Pellizzari, il Valter Costa, la Lina del Francile e la parente Gigliola (Rigoni). E poi la rimpatriata con le cugine (figlie della zia Maria) emigrate in pianura, con la cena all'Agriturismo Zecchinati, dove mangiando, ci si ricorda e racconta del nostro passato, dei nostri "vecchi". Concludo, salutando i redattori di questa rivista; tutti gli amici e parenti; specialmente gli alpini, che con il Sindaco, ci hanno fatto visita in occasione, l'anno scorso, della Giornata degli Alpini a Latina. Silvano Rigoni.

35° FESTA DELLA PATATA .

LA FESTA DELLA PATATA: TRA DIVERTIMENTO E TRADIZIONE

Anche quest’anno si è svolta la tradizionale festa della patata che ci accompagna ormai da 35 anni. Quest’anno ha coinciso con il 2, 3 e 4 settembre, ma già da martedì 30 si sono cominciati i preparativi. Ad aiutare sono venute tante persone, fra cui anche bambini e ragazzi volenterosi, ben disposti a prestarsi come aiutanti e pronti ad imparare per riuscire a fare il meglio. Ad accompagnare i bambini c’erano inoltre persone più anziane e con più esperienza: è stato bello notare la cooperazione che si è instaurata fra le differenti generazioni! Tutti erano opportunamente occupati nelle varie mansioni, con compiti specifici e indispensabili che richiedevano impegno e volontà. Tutto il lavoro è stato ricompensato dalle tre serate che offrivano musica, gastronomia e soprattutto divertimento! Il venerdì sera offriva le immancabili tosella e polenta considera assieme alle intramontabili canzoni dei Beatles e dei Rolling Stones in linea con i gusti giovanili del pubblico. Il sabato sera non è stato da meno! Gnocchi party e cover di Vasco Rossi hanno fatto da contorno ad una serata con grande affluenza. Nonostante il tempo inclemente, grazie alla presenza del tendone, il pomeriggio di domenica 4 è stato animato dal trio Fiesta Mania e dallo stesso gruppo della pro loco che si è lanciato in una serie di balli capace di coinvolgere tutto il pubblico presente. La 35^ festa della patata si è conclusa con la consueta serata di ballo liscio durante la quale al pubblico si sono proposte musiche dallo stile più tradizionale. Pensare al divertimento di questi tre giorni risulta spontaneo e naturale, tuttavia il senso più profondo di questi tre giorni lo possiamo ritrovare nel fatto che il vero protagonista è un prodotto della terra e quindi anche tutto un sistema di vita antico e tradizionale. È dunque in questa ottica che è opportuno che noi giovani continuiamo ad interessarci in quelle che sono le tradizioni di Rotzo perché sarà nostro compito un giorno proporre ai nostri figli ciò che abbiamo imparato. Stefania Filiberti

LE VACANZE

In Puglia di COSTA Tiberio

La Puglia confina con la Basilicata, Campania e il Molise; Poi anche con il Mare Adriatico, il Mare Ionio, e un Mare di un Golfo di Taranto e il Mare che si chiama con Mediterraneo perché proprio lì ci sarebbe un Santuario della Madonna di Leuca che si trova A Sud della Puglia. IL Mare Adriatico parte dalla Città di Trieste e bagna attraverso le nostre Regioni d’Italia e cioè con Venezia e precisamente da Chioggia, la Emilia Romagna, Le Marche,Abruzzo, Molise e la Puglia; ma poi ci sarà anche con lo Stato della ex Jugoslavia e la Grecia con alle loro Isole che ci sono veramente vicine tra di loro e dunque si arriva fino allo stato di Israele in Palestina. La Regione della Puglia è diovisa da 3 Lati opposti che viene chiamato ( Tra il Sud e Nord ) Ma anche con il lato opposto che si chiama ( Tra il Nord ed Est dove che tra di noi eravamo andati a Peschici per il Villaggio che si chiama ( La Marilenna ). Ora Parliamo sulla Puglia delle varie spiagge che ci sono della Puglia cose da vedere e camminare insieme con i miei Amici che sono stati per Due Settimane al Mare che siamo stati in una Compagnia di 15 persone che

sono venuti insieme con noi; Ma che c’era anche con dei migliori Amici che ci sono nel 2° Gruppo dei altri 15 che si farà in 30 persone che stavano nelle alcune e alle loro Abitazioni di quella famosa Villa che si vedeva ad una Panoramica di una Spiaggia che era molto Lontana tra di noi e poi ci guardava anche con una Panoramica di Colline nei Prati e nei Boschetti e da una si vedeva anche la Città di Peschici. Abbiamo poi visto: il Monte di San Angelo Gabriele, La Città di San Giovanni Rotondo di un Padre Pio Dove hanno fatto anche con una Basilica nel Duomo di questo Santo e tra di noi ci siamo andati a visitare la sua chiesa di lui. Nel Pomeriggio siamo poi andati sulla spiaggia di Vieste dove c’era stato veramente in quel Famoso Sasso di pietra e un grosso sassone grande ed enorme che viene circondato tra il Mare ed una Riva che mi sembra come se fossero ad un incantesimo per visitare quel posto ma tra di noi eravamo Lontanissimi da lì e qualcuno di noi di questo Gruppo è andato a vedere quel Sasso perché gli altri sono stati a Camminare fino lì per visitare quella Spiaggia. Poi siamo andati a visitare anche la Foresta Umbra dove c’erano dei camosci e dei Cervi che tra di noi ci saremo saliti in quel Monte e ci abbiamo visitato in quel luogo di foresta e nei alberi che ci sono.

Dalla prima e alla 2° ed ultima Settimana con ogni Mercoledì Mattina ci saremo partiti con un Traghetto che poi si andrà nelle Isole Tremiti ed io ci sono stato 2 volte con una compagnia sia IL 1° che Al 2° e nell’ Ultimo Gruppo che tra di noi ci saremo a visitare delle cose che ci sono in quella Famosa Isola che si chiama Tremiti e io ho già fatto anche con la Macchinetta Fotografica per le Diapositive con anche nella Macchinetta fotografica Digitale e poi abbiamo visitato anche con una Panoramica di queste Isole Tremiti; e per me era stato la 1° Volta che andavo a visitare in quelle parti opposte delle alcune e alle varie cose che ci sono in quella Isola di Tremiti. Nel Pomeriggio che il tempo era incerto poi siamo partiti per la Città di Manfredonia per trovare dei nostri Amici di noi tre persone che andavamo per La Colazione ai Pranzi e alle Cene per dormire nella loro Abitazione con il Periodo dell’ 2001 all’ Terzo Millennio e da questa Estate Nell’ 2011 . Siamo andati a Trovarli per stare insieme a loro per tutta la Sera e ci saremo arrivati Lì in questa Villa Marilenna alle Ore 23,15 circa. Questo per me era stato fantastico e stupendo perché secondo nel mio punto di vista era come se Fossi ancora lì per altri giorni per ad un'altra avventura che mi portavo anche delle mie Amiche

Che sono dentro di me e anche nel mio Cuore Sincero e generoso per a portare anche loro in questa Mia Vacanza al Mare insieme con me stesso.

COSTA Tiberio

Tra Patate e Pellegrinaggio di CERATO Vania Quest’anno durante le vacanze estive sono andata ad aiutare i miei familiari a raccogliere le famose patate di Rotzo. Una volta terminata la raccolta abbiamo lasciato un po’ le patate in cantina e in questi giorni le sto scegliendo in garage. Tra qualche giorno partirò con il gruppo UNITALSI dell’altopiano per l’annuale pellegrinaggio a Lourdes. Spero di fare un buon viaggio e aiuterò i malati spingendo le carrozzine. Davanti al Santuario rivolgerò un pensiero e una preghiera per tutti i miei amici e le persone che conosco.

CERATO Vania

ANNO XX ° - N°80 -

A questo numero hanno collaborato:

Cera Luciana, Cera Mariarosa, Cerato Vania, Costa Alberto, Costa Cristina, Costa Paolina, Costa Tiberio, Ferraresi Massimo, Filiberti Stefania ,Giaretta Antonio,Panozzo Don Pierangelo, Rigoni Silvano, Rigoni Tiberio, Stefani Don Sergio,

Stampato in proprio e diffuso tra le famiglie Della Comunità Cristiana di Rotzo;

Via Roma,72 – 36010 – ROTZO – Vicenza - ITALIA

Tel. e fax 0424 – 691004

Foto: In copertina: Escursioni estive ( Cima Mandriolo) ; Sul retro: Escursioni estive( Ortigara)

ALTABURG “LA VOCE “ E TUTTO SU ROTZO SU:

www.rotzo.net