Carissimi turisti - La voce Misena 26.pdf · 2 13 luglio 2006 attualità E’ padre Federico Lom-...

14
Settimanale della Diocesi di Senigallia - giovedì 13 luglio 2006 - € 1 Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L 27/02/2004 n°46) art. 1, comma 1, DCB Ancona - Taxe Perçue - Tassa riscossa ufficio PT di Senigallia - n. 26 Carissimi turisti, benvenuti a tutti voi che avete scelto le Marche per vivere nell’incanto di questa terra, delle sue bellezze e delle sue tradizioni la vostra vacan- za. E’ questo un tempo favorevole per fermarsi, sostare, ritemprarsi, aprire il proprio cuore ad un incontro vero, autentico, profondo con voi stessi, con la gente dei nostri borghi e delle no- stre città, con quel Dio che non disdegna di in- contrarvi in disparte, nel silenzio e nella quiete. Le nostre comunità sapranno contemplare con voi la Bellezza infinita che si riflette nei vol- ti, nei gesti, nell’amabilità dell’accoglienza che si fa amicizia e dono. Ma sapranno anche of- frirvi la testimonianza di una fede semplice e genuina, di tradizioni ancorate a salde radici di operosità e laboriosità, di valori immutati e di una cultura che ha lasciato tracce di meraviglia nelle Cattedrali,nei Santuari, nei Monasteri, nelle innumerevoli opere d’arte che continua- no a parlarci il linguaggio del Cielo. La Vergine di Loreto, patrona delle Marche, nella cui “casa” sostano numerosi pellegrini faccia di ciascuno di tutti voi “uno di casa” in questa comunità. I Vescovi delle Marche My dearest tourists, welcome to all of you who have cho- sen the Marche to live your holiday in the enchantment of this country, of its beau- ties and its traditions. is is a favourable time to stop, to pause and to acquire new strength, to open one’s own heart to a true authentic and deep meeting with yourselves, with the people of your towns and villages, with that God who does not disdain taking you aside in silence and quietness. Our communities will be able to admire the infinite Beauty that is reflected in the faces, in the actions in the lovableness of the reception that becomes friendship and gift. But they will also offer you the evidence of a simple and true faith, of traditions linked to the firm roots of activity and laboriousness, of unchangeable values and of a culture that has left wonderful traces in the Cathedrals, in the Sanctuaries, in the Monasteries, in the innume- rable works of art still speaking the language of the Sky. May the Virgin of Loreto, Patroness of the Marche, in whose “house” a lot of pilgrims pause (for prayers and visit), make each of you all “familiar” in these communities. e Bishops of the Marche Mes très cher touristes, bienvenus à vous tous qui avez choisi les Marche pour vivre vos vacances dans l’enchantement de cette terre, des ses beautés et des ses traditions. C’est un temps favorable pour s’arreter, pour interrom- pre son propre travail, pour reprendre des for- ces nouvelles, pour ouvrir le coeur à une ren- contre vraie, authentique et profonde avec ce Dien qui ne dédaigne pas de vous rencontrer à part, dans le silence et la tranquillité. Nos com- munautés sauront contempler avec vous la Beauté infinie qui se réflechit dans les visages, dans les gestes, dans l’amabilité de l’accueil qui devient amitié et don.Mais ils sauront vous of- frir aussi le témoignage d’une foi simple et vraie, des traditions ancrées aux solides racines de l’activité et de la diligence, des valeurs inchan- gèes et d’une culture qui a laissé des merveil- leuses traces dans les Cathedrals, les Sanctuai- res, dans les Monastères et dans les ouvres d’art qui continuent à nous parler le langage du Ciel. Que la Vierge de Lorette, Patronne des Marche, dont la ‘‘maison’’ est visitée par nombreux pé- lerins, fait que chacun de vous tous ‘‘soit de la maison’’ chez nos communautés. Les Évêques des Marche Lliebe touristen, einen herzlichen Willkommen- sgruß an Euch alle, die Ihr die Marken gewählt habt, um im Zauber dieses Landes, seiner Schönheiten und seiner Tradi- tionen Ihren Urlaub zu verbringen. Dies ist ein günstiger Zeitpunkt, um an- zuhalten, zu verweilen, das eigene Herz einer wahren, authentischen, tiefen Begegnung mit Ihnen selbst, mit den Bewohnern unserer Dör- fer und Städte, mit diesem Gott, der sich nicht scheut, Ihnen in der Abgeschiedenheit, der Stille und der Ruhe zu begegnen, zu öffnen. Unsere Gemeinschaften werden sich mit Ih- nen in die unendliche Schönheit versenken, die sich in den Antlitzen, den Gesten, der Lieben- swürdigkeit der Aufnahme, die zur Freund- schaft und zum Geschenk wird, widerspiegelt. Sie werden Ihnen darüber hinaus das Zeugnis eines einfachen und unverdorbenen Glaubens bieten, von Traditionen, die in festen Wurzeln von Fleiß und Emsigkeit, von unveränderten Werten und einer Kultur verankert sind, die Spuren von Außergewöhnlichkeit in den Ka- thedralen, den Wallfahrtskirchen, den Klöstern, den unzähligen Kunstwerken, die uns in der Sprache des Himmels sprechen, hinterlassen hat. Die Jungfrau von Loreto, die Schutzpa- tronin der Marken, in deren „Haus“ zahlreiche Pilger verweilen, mache aus jedem von Ihnen einen „Hausfreund“ dieser Gemeinschaft. Die Bischöfe der Marken 4 “Scritture migranti”: se la lingua unisce di Michela Gambelli SENIGALLIA 11 Appuntamenti versione estate 2006 di Alessandro Berluti MONDOLFO 5 La Giunta regionale riunita a Serra de’ Conti redazione VALLI MISA - NEVOLA 12 Breve storia delle guerre di religione di Vittorio Mencucci IDEE Editoriale Campioni di felicità I n estate c’è voglia di eva- dere, di mettere da parte, al fresco della sera, i doveri e le preoccupazioni della vita, per non essere travolti dalla sensazione di dover soppor- tare pesi troppo grandi. E’ iniziata la stagione dei film all’aperto, dei concerti in ogni angolo, degli appunta- menti in riva al mare e nelle piazze. In questo contesto sono ar- rivati i Campionati mondiali di calcio. E abbiamo vinto, abbiamo trionfato con una squadra che senza un gran- de mattatore è riuscita a fare di se stessa, del gruppo, dell’unione fra i singoli, il segreto del successo. Hanno vinto tutti e 23 i ra- gazzi, tutti pronti a dare una mano, a far fronte comune, a segnare come mai era ac- caduto. E’ vero, forse si è dato troppo spazio a questi mondiali, lasciando da parte eventi importanti come l’ennesima trage- dia sul lavoro o la portata storica del referendum co- stituzionale e la manovra finanziaria del governo. Sappiamo bene che le sorti del mondo non dipendono da una Coppa, ma certa- mente non si risolvono tutti i problemi imponen- doci di ignorare il calcio o il cinema. Fa bene il piacere del di- vertimento, fa bene gode- re lo spettacolo del mon- diale di calcio, distrarsi un po’ seguendo un pallone che rotola, sognando una vittoria e una grande festa nazionale. Il mondo certa- mente non peggiorerà per questo. Quello che gli azzurri han- no fatto in questo mese di Mondiale è qualcosa di prodigioso e di semplice al tempo stesso: sono ricorsi al coraggio, alla voglia, al- l’orgoglio. E hanno messo in campo tutto quello che avevano. La squadra italiana è stata più forte di tutto: più forte degli scandali che stanno dilaniando il nostro calcio e della campagna denigra- toria ai limiti del razzismo che la stampa tedesca ha montato alla vigilia della semifinale, con tanto di riferimenti all’immancabi- le mafia e al boicottaggio della pizza. È riuscita a isolarsi giocan- do contro tutto e contro tutti. E abbiamo capito cosa vuol dire vincere un mondiale, uscire di casa e festeggiare davvero, tutti assieme. Abbracciare quelli che in- contri anche se non li co- nosci, essere uniti tutti in- sieme da un unico grande avvenimento, che accomu- na più di ogni altra cosa. Gesualdo Purziani Carissimi turisti I vescovi marchigiani salutano i turisti che hanno scelto la nostra regione per trascorrere le loro vacanze La Rotonda a Mare di Senigallia verrà inaugurata sabato 15 luglio

Transcript of Carissimi turisti - La voce Misena 26.pdf · 2 13 luglio 2006 attualità E’ padre Federico Lom-...

Settimanale della Diocesi di Senigallia - giovedì 13 luglio 2006 - € 1Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L 27/02/2004 n°46) art. 1, comma 1, DCB Ancona - Taxe Perçue - Tassa riscossa uffi cio PT di Senigallia -

n. 26

Carissimi turisti,benvenuti a tutti voi che avete scelto le Marche per vivere nell’incanto di questa terra, delle sue bellezze e delle sue tradizioni la vostra vacan-za. E’ questo un tempo favorevole per fermarsi, sostare, ritemprarsi, aprire il proprio cuore ad un incontro vero, autentico, profondo con voi stessi, con la gente dei nostri borghi e delle no-stre città, con quel Dio che non disdegna di in-contrarvi in disparte, nel silenzio e nella quiete.Le nostre comunità sapranno contemplare con voi la Bellezza infi nita che si rifl ette nei vol-ti, nei gesti, nell’amabilità dell’accoglienza che si fa amicizia e dono. Ma sapranno anche of-frirvi la testimonianza di una fede semplice e genuina, di tradizioni ancorate a salde radici di operosità e laboriosità, di valori immutati e di una cultura che ha lasciato tracce di meraviglia nelle Cattedrali,nei Santuari, nei Monasteri, nelle innumerevoli opere d’arte che continua-no a parlarci il linguaggio del Cielo. La Vergine di Loreto, patrona delle Marche, nella cui “casa” sostano numerosi pellegrini faccia di ciascuno di tutti voi “uno di casa” in questa comunità.

I Vescovi delle Marche

My dearest tourists,welcome to all of you who have cho-sen the Marche to live your holiday

in the enchantment of this country, of its beau-ties and its traditions. � is is a favourable time to stop, to pause and to acquire new strength, to open one’s own heart to a true authentic and deep meeting with yourselves, with the people of your towns and villages, with that God who does not disdain taking you aside in silence and quietness. Our communities will be able to admire the infi nite Beauty that is refl ected

in the faces, in the actions in the lovableness of the reception that becomes friendship and gift. But they will also off er you the evidence of a simple and true faith, of traditions linked to the fi rm roots of activity and laboriousness, of unchangeable values and of a culture that has left wonderful traces in the Cathedrals, in the Sanctuaries, in the Monasteries, in the innume-rable works of art still speaking the language of the Sky. May the Virgin of Loreto, Patroness of the Marche, in whose “house” a lot of pilgrims pause (for prayers and visit), make each of you all “familiar” in these communities.

� e Bishops of the Marche

Mes très cher touristes,bienvenus à vous tous qui avez choisi les Marche pour vivre vos

vacances dans l’enchantement de cette terre, des ses beautés et des ses traditions. C’est un temps favorable pour s’arreter, pour interrom-pre son propre travail, pour reprendre des for-ces nouvelles, pour ouvrir le coeur à une ren-contre vraie, authentique et profonde avec ce Dien qui ne dédaigne pas de vous rencontrer à part, dans le silence et la tranquillité. Nos com-munautés sauront contempler avec vous la Beauté infi nie qui se réfl echit dans les visages, dans les gestes, dans l’amabilité de l’accueil qui devient amitié et don.Mais ils sauront vous of-frir aussi le témoignage d’une foi simple et vraie, des traditions ancrées aux solides racines de l’activité et de la diligence, des valeurs inchan-gèes et d’une culture qui a laissé des merveil-leuses traces dans les Cathedrals, les Sanctuai-res, dans les Monastères et dans les ouvres d’art qui continuent à nous parler le langage du Ciel.Que la Vierge de Lorette, Patronne des Marche,

dont la ‘‘maison’’ est visitée par nombreux pé-lerins, fait que chacun de vous tous ‘‘soit de la maison’’ chez nos communautés.

Les Évêques des Marche

Lliebe touristen,einen herzlichen Willkommen-sgruß an Euch alle, die Ihr die

Marken gewählt habt, um im Zauber dieses Landes, seiner Schönheiten und seiner Tradi-tionen Ihren Urlaub zu verbringen.Dies ist ein günstiger Zeitpunkt, um an-zuhalten, zu verweilen, das eigene Herz einer wahren, authentischen, tiefen Begegnung mit Ihnen selbst, mit den Bewohnern unserer Dör-fer und Städte, mit diesem Gott, der sich nicht scheut, Ihnen in der Abgeschiedenheit, der Stille und der Ruhe zu begegnen, zu öff nen.Unsere Gemeinschaften werden sich mit Ih-nen in die unendliche Schönheit versenken, die sich in den Antlitzen, den Gesten, der Lieben-swürdigkeit der Aufnahme, die zur Freund-schaft und zum Geschenk wird, widerspiegelt. Sie werden Ihnen darüber hinaus das Zeugnis eines einfachen und unverdorbenen Glaubens bieten, von Traditionen, die in festen Wurzeln von Fleiß und Emsigkeit, von unveränderten Werten und einer Kultur verankert sind, die Spuren von Außergewöhnlichkeit in den Ka-thedralen, den Wallfahrtskirchen, den Klöstern, den unzähligen Kunstwerken, die uns in der Sprache des Himmels sprechen, hinterlassen hat. Die Jungfrau von Loreto, die Schutzpa-tronin der Marken, in deren „Haus“ zahlreiche Pilger verweilen, mache aus jedem von Ihnen einen „Hausfreund“ dieser Gemeinschaft.

Die Bischöfe der Marken

4

“Scritture migranti”: se

la lingua unisce

di Michela Gambelli

SENIGALLIA

11

Appuntamenti versione

estate 2006

di Alessandro Berluti

MONDOLFO

5

La Giunta regionale riunita a Serra de’ Conti

redazione

VALLI MISA - NEVOLA

12

Breve storia delle guerre di religione

di Vittorio Mencucci

IDEEEditorialeCampioni di felicità

In estate c’è voglia di eva-dere, di mettere da parte,

al fresco della sera, i doveri e le preoccupazioni della vita, per non essere travolti dalla sensazione di dover soppor-tare pesi troppo grandi. E’ iniziata la stagione dei fi lm all’aperto, dei concerti in ogni angolo, degli appunta-menti in riva al mare e nelle piazze. In questo contesto sono ar-rivati i Campionati mondiali di calcio. E abbiamo vinto, abbiamo trionfato con una squadra che senza un gran-de mattatore è riuscita a fare di se stessa, del gruppo, dell’unione fra i singoli, il segreto del successo. Hanno vinto tutti e 23 i ra-gazzi, tutti pronti a dare una mano, a far fronte comune, a segnare come mai era ac-caduto. E’ vero, forse si è dato troppo spazio a questi mondiali, lasciando da parte eventi importanti come l’ennesima trage-dia sul lavoro o la portata storica del referendum co-stituzionale e la manovra fi nanziaria del governo. Sappiamo bene che le sorti del mondo non dipendono da una Coppa, ma certa-mente non si risolvono tutti i problemi imponen-doci di ignorare il calcio o il cinema. Fa bene il piacere del di-vertimento, fa bene gode-re lo spettacolo del mon-diale di calcio, distrarsi un po’ seguendo un pallone che rotola, sognando una vittoria e una grande festa nazionale. Il mondo certa-mente non peggiorerà per questo. Quello che gli azzurri han-no fatto in questo mese di Mondiale è qualcosa di prodigioso e di semplice al tempo stesso: sono ricorsi al coraggio, alla voglia, al-l’orgoglio. E hanno messo in campo tutto quello che avevano. La squadra italiana è stata più forte di tutto: più forte degli scandali che stanno dilaniando il nostro calcio e della campagna denigra-toria ai limiti del razzismo che la stampa tedesca ha montato alla vigilia della semifi nale, con tanto di riferimenti all’immancabi-le mafi a e al boicottaggio della pizza. È riuscita a isolarsi giocan-do contro tutto e contro tutti. E abbiamo capito cosa vuol dire vincere un mondiale, uscire di casa e festeggiare davvero, tutti assieme. Abbracciare quelli che in-contri anche se non li co-nosci, essere uniti tutti in-sieme da un unico grande avvenimento, che accomu-na più di ogni altra cosa.

Gesualdo Purziani

Carissimi turisti

I vescovi marchigiani

salutano i turisti che hanno scelto la nostra regione per trascorrere le

loro vacanze

La Rotonda a Maredi Senigallia verrà inauguratasabato 15 luglio

2 13 luglio 2006attualità

E’ padre Federico Lom-bardi il nuovo diretto-

re della Sala stampa della Santa Sede. “Il Santo Padre ha accolto la rinuncia, pre-sentata dal Dott. Joaquín Navarro-Valls, all’ufficio di Direttore della Sala Stam-pa della Santa Sede e lo ha ringraziato per il suo lungo e generoso servizio - si legge in una nota diffusa oggi dal-la Sala stampa -. Sua Santità ha nominato Direttore del-la Sala Stampa della Santa Sede il Reverendo Padre Fe-derico Lombardi, S.I., il qua-le rimane anche Direttore Generale della Radio Vati-cana e Direttore del Centro Televisivo Vaticano”. “Sono naturalmente grato al Santo Padre e ai Superiori per la fiducia che ripongono in me,

ma penso anche in partico-lare – con simpatia – a te e a tutti i colleghi dell’informa-zione che sono chiamato a servire”: così il neodirettore si rivolge in una lettera ai colleghi giornalisti accre-ditati presso la Sala stampa. “Da tempo lavoro, come voi, perché l’attività del Santo Padre e la realtà della Chiesa possano essere conosciute e capite in modo obiettivo e adeguato. Il Dott. Navarro Valls ha svolto il suo lungo servizio in questo campo con capacità, intelligenza e dedizione eccezionali. Tutti gliene siamo profondamen-te grati, e continuiamo a contare sulla sua amicizia. Non posso pretendere di imitarlo, - prosegue padre Lombardi - ma potete con-

tare sull’impegno che dedicherò, con i miei limiti ma con tutte le forze di-sponibili, a servire il Santo Padre e il vostro buon lavoro”. Un pensiero, infine, a “tutto il personale della Sala Stampa, a cominciare dal Vice Direttore, l’amico P. Ciro Benedettini”, e alla memoria litur-gica odierna di San Benedetto, “in cui forse non per caso ricevo l’incarico di questo nuovo servi-zio”.

il nuovo direttore della sala stampa

padre lombardivoce vaticana

Alza quella coppa capitan Cannavaro, al-zala ancora e falla vedere a tutti. Quat-

tro volte campioni del mondo, una magia che solo gli italiani, quando sono all’angolo, offesi e snobbati da tutti, sanno inventare, rinascendo dalle proprie ceneri. Esultiamo con la banda Lippi, quello che questi azzurri hanno fatto in un mese di Mondiale è qual-cosa di prodigioso e di semplice al tempo stesso: sono ricorsi al coraggio, alla voglia, all’orgoglio. E hanno messo in campo tutto quello che avevano. Stavolta non ha vin-to il singolo: Rivera, Baggio o Paolo Rossi, stavolta hanno vinto tutti e 23 i ragazzi del ct, tutti pronti a dare una mano, a far fronte comune, a segnare come mai era accaduto (ben 10 marcatori diversi alla fine). E dopo una cavalcata memorabile, culminata con la vittoria ai supplementari contro i tedeschi, ecco riuscire a sfatare due tabù in una vol-ta sola: uscire indenni dai rigori e spedire con gli interessi i francesi all’inferno, dopo gli incubi del Mondiale 1998 e soprattutto la beffa di Euro 2000. Per nemesi autenti-ca, è stato proprio Trezeguet, nostro killer agli Europei olandesi, a renderci dorata la pillola fallendo il rigore decisivo, mentre un gigante come Zidane ha macchiato l’ultima recita con una testata indegna.La squadra di Lippi è stata più forte di tut-to: degli scandali che stanno dilaniando il nostro calcio e della campagna denigratoria ai limiti del razzismo che la stampa tedesca ha montato alla vigilia della semifinale, con tanto di riferimenti all’immancabile mafia e al boicottaggio della pizza. È riuscita a iso-larsi come fece la Nazionale di Bearzot nel 1982, giocando contro tutto e contro tutti e a questo punto non si può più parlare di fortunata combinazione. Anche a livello tattico ha convinto: in un mondiale dove

gran parte delle squadre hanno giocato a una punta infoltendo il centrocampo, nei momenti cruciali Lippi è arrivato a schiera-re anche due attaccanti e due trequartis ti, forte anche di una difesa invincibile, che ha concesso poco o nulla agli avversari. E proprio lo stato di grazia di Buffon e Can-navaro ha fatto la differenza: soprattutto il difensore juventino, sempre su buoni livelli in passato, non aveva però mai dato un’im-pressione di strapotenza fisica e tecnica come in questo mese tedesco. Del portiere si sapeva: non è un caso che sia stato elet-to miglior numero uno del Mondiale. Ma a proposito di prestazioni maiuscole non si possono non citare anche Zambrotta e Pirlo, la potenza e la mente della Nazionale, capaci con improvvise fiammate di cam-biare il corso delle gare. E Materazzi, de-cisivo anche in finale. E, infine, Grosso, la vera scommessa di Lippi, fino a tre anni fa a combattere sui campi della C, stavolta sem-pre decisivo: dall’assegnazione del rigore con l’Australia al gol scaccia-rigori contro la Germania fino al penalty decisivo con la Francia che ci è valso il titolo. Ma è Gattuso a incarnare l’animo di questo gruppo: mai domo, sempre pronto a sacrificarsi, ha re-stituito orgoglio a un popolo.E mentre nelle piazze d’Italia s’impazziva di gioia, resta la grande soddisfazione per aver fatto felici generazioni di italiani emigrati per lavoro in Germania e costretti in que-sti anni a ingoiare tanti bocconi amari. È un segnale di speranza anche per il nostro pallone malato, che sta cercando, attraver-so sentenze che non devono diventare però ghigliottine indiscriminate né facili amni-stie, di sollevarsi dal fango in cui purtroppo era sprofondato da tempi non sospetti.

Maurizio Ferrari

Commentare l’ennesima morte sul lavoro non è facile. Rischiamo

di abituarci alle parole di circostanza perdendo di vista un elemento es-senziale di questi accadimenti: sono sempre un indicatore della qualità del lavoro e sono, quasi sempre, evitabili! Mi sento di ringraziare, oltre a Papa Benedetto XVI che aveva immediata-mente ricordato la morte dell’operaio venticinquenne di Messina, il presi-dente della Repubblica per la fermez-za con la quale ha voluto ribadire che tali situazioni sono “inaccettabili sot-to il profilo della sicurezza sul lavoro e richiamano alla necessità di una più costante e forte vigilanza per il rispet-to delle norme e delle condizioni di lavoro”. Cosa sta accadendo al mondo del lavoro? Direi, semplicemente, che stiamo as-sistendo a un fenomeno di “precariz-zazione”, intendendo, con questo, non soltanto quanto attiene gli aspetti contrattuali ma, soprattutto, la digni-tà della persona umana e il ruolo so-ciale valutato e auto-compreso, ormai, soltanto in termini di produzione di reddito. Tale impostazione genera, in realtà, maggiori inefficienze e perdita di competitività. Se il lavoro diventa una merce qualsiasi, sono proprio le imprese a pagare il prezzo più alto!La mancanza di sicurezza sul lavoro è, quindi, il risultato di tale frammen-tazione di senso che provoca inadem-pienze palesi rispetto alle normative vigenti, scarsissima formazione e in-formazione (soprattutto per quanto attiene le responsabilità e il ruolo del datore di lavoro), sottovalutazione del rischio e, a mio avviso, elemento fondamentale, scarsissimo impegno nella costruzione di sistemi di sicu-

rezza interni alle aziende (sistemi di gestione della sicurezza) in grado di conciliare qualità del prodotto e “sa-fety”, attraverso processi di migliora-mento continuo e gestione delle fasi transitorie e/o critiche dei processi di produzione. L’idea che la sicurezza sia soltanto un costo è ancora troppo diffusa e, spesso, l’interpretazione burocratica delle leggi favorisce tale convinzione, laddove, invece, è ampiamente dimo-strato che i costi della prevenzione sono “residuali” rispetto al costo delle ore di lavoro perse per infortunio o per ripristinare condizioni di sicu-rezza rese inaccettabili dalla scarsa applicazione di principi elementari di tutela della salute.Queste incongruenze diventano si-stematiche laddove i bandi di gara o l’assegnazione degli appalti non ri-chiedano esplicitamente il rispetto delle normative vigenti in termini di sicurezza sul lavoro (con particolare attenzione alla formazione continua del personale) o prevedano forme di sub-appalto tali da rendere difficili i controlli sugli addetti che le aziende effettivamente impegnano nelle rea-lizzazioni affidate.

Il tema dei controlli, in particolare sui cantieri, riveste poi un ruolo centra-le: l’insufficienza cronica degli addetti alle verifiche mi sembra possa essere considerato ulteriore elemento a con-ferma della superficialità che, troppo spesso, dimostriamo nell’affrontare le sfide della tutela della salute sui luo-ghi di lavoro.La sicurezza sul lavoro non è soltanto un problema le cui soluzioni possano essere dettate da leggi o da norme di buona tecnica! Investe direttamen-te valori e aspirazioni, permette di riproporre il lavoro come questione centrale, ridefinendo il tema della sua stabilità, del suo arricchimento pro-fessionale: all’interno di questi rife-rimenti diventa possibile finalmente pensare un’organizzazione del lavoro centrata sulla persona e un’applicazio-ne delle leggi che, fuori dallo schema riduttivo colpa/sanzione, favorisca la partecipazione attiva di tutte le com-ponenti aziendali al miglioramento continuo delle condizioni di lavoro e quindi dei risultati aziendali.

Cristiano Nervegnasegretario nazionale Movimento

lavoratori di Azione Cattolica

la sicurezza sul lavoro non è un problema da risolvere solo con le leggi

incidenti sul lavoro:cosa sta succedendo?

Un’avventura straordinaria per il modo in cui è maturata e per i signifi-cati che riveste per il calcio giocato”. La vittoria della nazionale italiana

ai Campionati del mondo di calcio in Germania, contro la Francia è, per Bruno Pizzul, giornalista sportivo e storico commentatore delle partite della

squadra azzurra, “uno spot bellissimo per il calcio giocato e il suo testimonial è senza dubbio Rino Gattuso per il modo in cui ha giocato e per come si è com-

p o r - tato”. “Pur non giocando meglio della Francia – ha detto Pizzul - la nazionale italiana ha denotato coesione e unione quasi a voler dire che l’immagine del calcio e dei calciatori italiani è migliore di quella che recenti fatti hanno mostrato al mondo”. Ma se questa è “la sensazione più bella che gli azzurri hanno lasciato, con la loro impresa”, la cosa più brutta della finale contro la Francia “è senza dubbio la testata di Zidane a Materazzi. È un sincero dispiacere che un giocatore del livello e della correttezza del francese sia costretto a chiudere la sua carriera agonistica, ricca di tanti successi, con un ricordo così negativo”. La vittoria del-la nazionale, conclude il giornalista “è stato un momento di grande emozione che ci ha fatto capire, ma non so se sia proprio il caso di vantarsene, che forse il calcio è l’unico momento unificante della vita nazionale. Tuttavia, deve essere sfruttata a ffinché il calcio torni a essere soprattutto uno sport che nasce dal gioco con regole, comportamenti e valori etici vincenti”.

L’opinioneBruno Pizzul

mondiali Le partite dell’Italia ai mondiali di Germania 2006 suscitano più di una riflessione

la rivincita del gioco?

13 luglio 2006 3attualità

In occasione della cerimonia di inaugura-zione del nono meeting sulle migrazioni

di Loreto (7-12 luglio 2006: la manifestazio-ne è organizzata come ogni anno da Missio-nari e Laici Scalabriniani, Ascs, Fondazione Agnelli e Fondazione Ismu) Luigi Minardi, presidente del consiglio regionale delle mar-che, ha lanciato la proposta di creare, pro-prio a Loreto, un laboratorio di pensiero permanente che vada a coniugare il pensiero sui fenomeni migratori e il pensiero religio-so, coinvolgendo realtà diverse.La proposta è stata accolta favorevolmen-te sia dalle autorità locali che dagli orga-nizzatori del Meeting. Padre Gianni Borin, responsabile del meeting, ha detto che “la proposta del prof. Minardi è in sintonia con

le idee di fondo promosse dal meeting”. “Lo-reto, per tradizione luogo di confronto de-mocratico e culturale, è la città ideale per la creazione di un laboratorio osservatorio su migrazione e religione - ha aggiunto Enzo Giancarli, presidente della provincia di An-cona – Fondamentale nel momento attuale concentrarsi sulla costruzione di un’Europa che non sia fortezza ma motore di sviluppo economico e sociale, in cui le leggi che ven-gono portate avanti non nascono dalla no-stra paure ma sono esportatrici del nostro benessere.”La politica portata avanti dall’ultima legisla-zione, è stato sottolineato, ha veicolato l’idea del migrante lavoratore rispetto al migrante

persona. “C’è bisogno di una nuova politica di apertura nei confronti della società civile e dell’associazionismo, accogliere la propo-sta di una laboratorio del pensiero di marca signifi ca far crescere una nuova cultura ba-sata sul confronto, che sappia promuovere l’universalità come universalità dei diritti. La nuova cultura politica deve essere costruita attorno all’uomo come persona, una politica dei diritti sociali e politici, che sia in grado di ridistribuire la ricchezza, dove la solidarietà sia considerata responsabilità nei confronti della società degli uomini e delle donne”.Si è tenuta una tavola rotonda sul tema “Migrazioni e politica. Dopo le relazioni di Beniamino Rossi, presidente dell’Agenzia Scalabriniana per laCooperazione allo Svi-

luppo, e di Nelide Ancora, esperta di cooperazione allo sviluppo, è seguito il dibattito con i presen-ti provenienti da diversi Paesi.Ma cosa ha detto padre Rossi? Partendo dal tema “il ruolo pubblico colletti-vo delle religioni nel con-testo europeo”, egli ha for-nito numerosi spunti di rifl essione e suggerimenti di cambiamento sui pos-sibili percorsi dell’Europa in ambito politico, giuri-dico e culturale.Secondo P. Beniamino

Rossi, “le società europee hanno relegato il religioso nella sfera individuale e del privato, mentre l’immigrazione, accentuando l’ap-proccio comunitario e il diritto alla manife-stazione collettiva della propria religione, ha determinato un ‘ritorno del religioso’, inteso non tanto come la pratica religiosa vera e propria, quanto piuttosto come la serie di valori legati alla libertà di coscienza”.L’immigrazione dai Paesi del Sud del mon-do, con culture sempre più lontane da quel-la europea, ha intensifi cato il dibattito sulle identità culturali in generale, accentuando la logica dell’appartenenza religiosa di mino-ranze che provengono da altre religioni: così “il religioso” è diventato il principale criterio

MEETING DI LORETO Una settimana per parlare del ‘Peso politico dei Migranti’

Migrazioni, conviene ragionarci

La diaspora dal continente nero Cervelli in fuga

L’agenzia Fides lancia l’allarme: ogni anno sono 70mila gli africani altamente qualifi cati che lasciano il continente per raggiungere i paesi occidentali. Non solo metalli e pietre preziose, minerali strategici, petrolio, legname pregiato, piante ed animali esotici, ma anche “cervelli”, perso-ne istruite e capaci. L’Africa continua a forni-re al resto del mondo, la maggior parte delle volte a prezzi irrisori, ricchezze immense, indispensabili allo sviluppo delle nazioni più avanzate. Un problema antico che aff onda nel colonialismo e prima ancora nell’era del mercantilismo, ma che ha aspetti nuovi e poco conosciuti. Uno di questi è la cosiddet-ta “fuga di cervelli”, persone per lo più giova-ni e capaci, che invece di rimanere nel loro

Paese preferiscono trovare un lavoro all’este-ro. Secondo una recente indagine delle Na-zioni Unite, ogni anno, più di 70mila africani altamente qualifi cati lasciano il continente, attirati dai cosiddetti programmi di “immi-grazione selettiva” avviati da diversi Paesi oc-cidentali. Si tratta di un fenomeno che priva l’Africa dei suoi migliori talenti, e che con-tribuisce non poco a tenere la maggior parte degli Stati del continente nella spirale viziosa del sottosviluppo e della povertà.Se il fenomeno dell’emigrazione nei Paesi occidentali non è nuovo, destano stupore le dimensioni che tale avvenimento ha preso negli ultimi anni. Il numero dei professioni-sti africani emigrati all’estero è triplicato ne-gli ultimi 40 anni, con fenomeni paradossali come quello che vede gli Stati Uniti ospitare più medici nigeriani della stessa Nigeria. La fuga di cervelli è particolarmente grave nei settori scientifi ci e tecnologici, per i qua-li i Paesi africani sono costretti a colmare i

vuoti provocati dalla mancanza di personale qualifi cato locale, facendo ricorso a società e tecnici occidentali, con un aggravio della bilancia dei pagamenti e del fardello del de-bito estero. Sotto accusa per la fuga dei cer-velli, sono quei programmi che permettono di reclutare giovani diplomati provenienti dal mondo intero, permettendo loro di ter-minare la loro specializzazione in occidente e di ottenere una prima esperienza di lavo-ro. In sé si tratta di programmi lodevoli che permettono di elevare il grado di istruzione dei migliori giovani africani, però raramente queste persone decidono di tornare nel loro Paese di origine, allettate dall’alto livello di vita del Paese di accoglienza. Per aff rontare questo fenomeno l’Unione Africana ha avvia-to un programma che mira al miglioramento dell’istruzione, mentre le Nazioni Unite han-no creato un sistema di incentivi per i pro-fessionisti africani che intendono rimanere nel proprio Paese.

TEM

PI M

ODER

NI

Estate marchigiana 2006

Un testo e un prodotto editoriale su cui i tu-

risti e gli stessi marchigia-ni possano trovare indica-zioni su come trascorrere bene le proprie vacanze’. Questa è per l’assessore regionale al Turismo, Lu-ciano Agostini, la seconda edizione della pubblica-zione ‘Estate marchigiana 2006’, una guida curata dagli assessorati al Turi-smo e Cultura della Regio-ne Marche, presentata ad Ancona.‘Dopo il successo e gli ap-prezzamenti dello scorso anno ‘ha detto Agostini - si è pensato di riproporre questa iniziativa ulterior-mente raff orzata anche per il 2006. Un’iniziativa che rispecchia una pre-cisa strategia di governo: quella che fa procedere in stretta sinergia due asses-sorati regionali, il Turismo e la Cultura, appunto’.‘Estate Marchigiana 2006’ raccoglie in oltre 200 pa-gine un ricco calendario di appuntamenti e propo-ste turistiche e culturali disseminate nel territorio e fi nanziate dalla Regio-ne, dalle Amministrazioni provinciali e dai Comuni. Spettacoli di lirica, teatro e danza, rievocazioni sto-riche, fi ere e sagre paesane, mercatini d’antiquariato e d’artigianato locale: una proposta di alto livello sia nazionale che internazio-nale per soddisfare le esi-genze dei turisti e del pub-blico e valorizzare tutte le eccellenze del territorio in modo univoco. Alla presentazione era presente anche il dirigente dell’assessorato alla Cul-tura, Raimondo Orsetti, il quale ha sottolineato come ormai il marchio dell’estate marchigiana sia notevole e visibile all’esterno, grazie anche ai siti web dei due assessorati regionali che hanno collaborato insieme per un progetto unitario e completo. Infatti, il vo-lume è consultabile anche in versione telematica sul portale della Cultura e su quello del Turismo del-la Regione: www.cultura.marche.it e www.turismo.marche.it. ‘Estate Marchi-giana 2006’ sarà edito il 40 mila copie e verrà di-stribuito in tutti gli Uffi ci Iat (Informazione e Ac-coglienza Turistica) della Regione, nei Comuni e nei luoghi dove si svolgono gli eventi. All’interno della pubblicazione si trovano anche due cartoline per richiedere agli assessorati ulteriori informazioni sul-le attività culturali della regione, oltre al materiale promozionale. Inoltre, te-lefonando al numero ver-de 800222111 (attivo dal lunedì al sabato dalle ore 9 alle 19) è possibile avere tutte le informazioni sul-l’off erta ricettiva, turistica, culturale oltre agli orari dei musei, delle iniziative e dei mezzi di tra-sporto.

Block Notes

La Giunta regionale

ha uffi cia-lizzato la nomina di Luigi Minar-di (DS) ad as-

sessore. Minardi, 59 anni, è attualmente presidente del consiglio regionale, carica da cui si dimette-rà, probabilmente nella seduta del 18 luglio ed in cui dovrebbe essere sostituito da Raffaele Bucciarelli (Comunisti italiani). La Giunta ha ap-provato alcune delibere per delimitare le spese delle Aziende sanitarie regionali. In particolare è vietato conferire incarichi

di studio e consulenza nei diversi settori, o di rinnovare quelli esisten-ti, senza l’approvazione della Giunta regionale. Anche l’acquisto di beni e servizi per un improto superiore a duecento-mila euro, va sottoposto all’autorizzazione della Giunta. Nella conferenza Stato-Regioni l’esecutivo regionale ha espresso parere favorevole alla terza corsia dell’A 14, che prevede il potenziamento dell’autostrada nei tratti Porto S.Elpidio-Pedaso e Cattolica-Fano. Saranno costruiti anche nuovi ca-selli autostradali e bretel-le di raccordo.

Luigi Minardi, nuovo assessore regionale.

La giunta regionale ha defi nito gli interventi fi nanziari al commer-

cio per la realizzazione di progetti integrati tra i comuni e le piccole e medie imprese operanti nei centri storici. Lo stanziamento per l’anno 2006 è pari a 520.566,09 euro, a cui è da aggiungere un ulteriore fondo di 1.089.686,67 euro per un totale complessivo di un 1.610,252,76 euro provenienti dal Fondo statale ed è fi nalizzato a salvaguardare e riqua-lifi care i centri storici attraverso lo sviluppo e l’incentivazione dei centri commerciali naturali. I centri storici si caratterizzano come centri com-merciali naturali quando conservano nell’organizzazione territoriale, nel-l’impatto urbanistico o nelle struttu-

re edilizie, i segni di una formazione antica e le originarie funzioni econo-miche, sociali, politiche e culturali. Gli operatori del commercio, turi-smo, artigianato e servizi che aderi-scono il progetto si associano ponen-dosi come interlocutori privilegiati per l’adozione di politiche di svilup-po comuni e promuovono iniziative volte proprio alla conservazione, al recupero, al restauro e alla rivita-lizzazione del loro centro storico di valore socio culturale, storico, archi-tettonico e ambientale. Tale aggre-gazione, oltre a favorire l’immagine globale dell’area, è anche una valida risposta alla valorizzazione delle pic-cole medie imprese oscurate sempre più dalle grandi strutture di vendi-

ta. Il centro commerciale naturale è quindi un elemento strategico per la crescita e l’associazionismo delle pic-cole imprese commerciali. Il proget-to pilota è un progetto complessivo realizzato nell’area del centro storico individuata dal Comune e prevede obbligatoriamente il coinvolgimento del Comune - che ha il ruolo cardi-ne di promotore e coordinatore di tutte le iniziative, la gestione della rendicontazione fi nale e dell’intero programma - e delle piccole e me-die imprese del commercio, turismo, artigianato e servizi coordinate dai centri di assistenza tecnica autoriz-zati dalla Giunta. Le attività possono essere svolte anche dalle Unioni dei Comuni e dalle Comunità Montane.

Centri commerciali naturaliLa Regione Marche scommette sui centri storici, da sempre luoghi di incontro, commercio e socialità

di identifi cazione sociale degli individui, ritornando nel dibattito pubblico.Nell’analisi del Presidente dell’Ascs, “i migranti, confron-tati con una integrazione socio-economica defi citaria, tendono a dare un valore sempre più forte alla apparte-nenza identitaria religiosa (e a quella etnica). Le loro ri-vendicazioni religiose fi niscono così per esprimere un desiderio di riconoscimento sociale, che va oltre il sen-timento religioso stesso, e che diventa un ‘valore-rifugio’ attraverso il quale si intensifi ca e si ricostituisce l’identità culturale”.Questo nuovo scenario, dove il fatto religioso ha un ruolo sociale e collettivo fondamentale, dovrebbe portare l’Eu-ropa a rivisitare la sua storia ed inventarne un nuovo ca-pitolo, poiché, a diff erenza del processo avvenuto con il cristianesimo, religione maggioritaria, le nuove religioni portate dai migranti si trovano in una situazione minori-taria e sono fortemente svantaggiate, mentre non si è an-cora instaurato un vero e proprio rapporto strutturale tra il potere pubblico e le comunità religiose importate. Da qui la necessità i legislatori europei inizino un processo di adeguamento del loro diritto nazionale, elaborato in un contesto storico di esclusivi rapporti con il cristianesimo.

R.S.

4 13 luglio 2006Senigallia

cultura � “Scritture migranti”, incontri con la letteratura italiana migrante, la nuova narrativa e le contaminazioni culturali

Italiano, lingua di incontri

pesca �La proposta dell’assessore regionale Paolo Petrini

Fermo �pesca �alternato

Un fermo biologico di pesca diffe-renziato per specie e aree geogra-

fiche, e diversificato nel tempo. E’ la proposta dell’assessore regionale alla pesca Paolo Petrini, a poche settimane dall’inizio del fermo nazionale, forse l’ultimo fissato senza il diretto coinvol-gimento delle Regioni. Con l’entrata in vigore del nuovo Fondo Europeo per la Pesca (Fep), che per la prima volta pre-vede un cofinanziamento europeo per il fermo, dovranno infatti essere coin-volti anche il mondo della ricerca e gli

operatori economici. Il fermo prevede l’interruzione obbligatoria all’attività di pesca per 26 giorni consecutivi dal 31 luglio al 25 agosto da Trieste a Ter-moli; dal 7 agosto al primo settembre da Manfredonia a Bari; dal 4 al 18 set-tembre, da Brindisi a Imperia. Secondo Petrini, a livello scientifico “un periodo di interruzione unico non permette a tutte le specie ittiche di trarre il dovu-to beneficio”. Dunque, osserva Petrini, “è giunto il momento di riconsiderare i metodi di applicazione del fermo”.

La Scuola di Pace “Vincenzo Buccelletti” di Senigallia, la Co-

munità Volontari per il Mondo di Ancona e l’Associazione “Luoghi in Comune”, hanno organizzato con il patrocinio del Comune di Senigallia tre serate di “intercultura” nel quar-tiere del Porto.Sarà Via Carducci a ospitare nei prossimi tre giovedì (13, 20 e 27 lu-glio) questi appuntamenti, che sot-to il titolo di “Scritture migranti” si pongono l’obiettivo di presentare la letteratura italiana migrante come momento di incontro e di cono-scenza reciproca rivolto a tutta la cittadinanza.Le serate – il cui inizio è sempre previsto per le ore 21 – inizieranno con la lettura di testi in lingua ita-liana opera di scrittori di varie etnie e ormai riconosciuti a livello na-zionale. Seguirà un dibattito come

momento di confronto e scambio di esperienze, mentre alle ore 22,30 ognuna delle tre serate si conclude-rà con spettacoli musicali e di danza tipici dei paesi di origine dei singoli scrittori, pensati e realizzati insie-me alle associazioni degli immigrati attive nel Comune di Senigallia.Promuovere la conoscenza del-la letteratura migrante sarà senza dubbio una suggestiva fonte di ar-ricchimento per la cultura italiana ed europea, un passo fondamentale per il dialogo, il confronto e l’inno-vazione. Le manifestazioni senigalliese ot-terranno inoltre il risultato di pro-muovere momenti di incontro tra cittadini autoctoni e immigrati, valorizzando al contempo Via Car-ducci come luogo multietnico per eccellenza della città.

Michela Gambelli

Il programma delle tre serate:- Giovedì 13 luglio incontro con Muin Masri (Palestina); la serata, moderata dal critico letterario Alfio Albani, proseguirà con animazione, musica e cucina tipica araba;- Giovedì 20 luglio incontro con Kossi Komla-Ebri (Togo), autore del libro “Imbarazzismi”; la serata, mo-derata dal giornalista Jean Leonard Touadi, si concluderà con canti e bal-li di donne nigeriane;- Giovedì 27 luglio incontro con Ro-sana Crispim Da Costa (Brasile), pre-miata al concorso letterario Eks&Tra 2006 per la raccolta di poesie “Desejo – Il mio corpo traduce molte lingue”; la serata, moderata da Roberta San Giorgi, presidente dell’associazione Ecs&Tra, proseguirà con la perfor-mance di Bob Dusi, Banda Charan-ga e della stessa Rosana Crispim Da Costa.

I medici gli hanno tolto un rene dopo es-sere stato picchiato brutalmente. E’ l’al-

tra faccia di una domenica dedicata alla festa per la vittoria degli azzurri ai Mon-diali, l’altro lato della medaglia che non ha risparmiato niente e nessuno. Atti vanda-lici, feriti e un conto salato per l’ammi-nistrazione comunale è il primo bilancio di una giornata che resterà nella storia. E appare come una vera e propria vendetta quella messa in atto a poche ore da Italia-Francia da A.G.R., un uomo originario tedesco ma da anni residente a Senigal-lia che ha aggredito e picchiato a sangue Gino Colasurdo, 44 anni di Ostra Vetere. Secondo una prima ricostruzione dei ca-rabinieri della compagnia di Senigallia il tedesco, che al momento è rinchiuso nel carcere di Montacuto, sarebbe entrato di

soppiatto in una abitazione di via Pucci-ni dove si trovava la vittima scavalcando una finestra. Motivo: una precedente convivenza difficile che avrebbe messo in cattiva luce A.G.R. con il padrone di casa. L’aggressore si è avventato contro il 44enne che in quel momento guardava la televisione a casa di un amico. A.G.R. l’ha afferrato, l’ha fatto cadere in terra, e lo ha colpito selvaggiamente con pugni e calci: dopo essersi sfogato ha lasciato l’abitazio-ne nello stesso modo in cui vi era entrato e se l’è svignata. Gino Colasurdo é rima-sto a terra sanguinante e semisvenuto: alle 20, mentre la città si fermava per la partita, è riuscito a raggiungere il pronto soccorso cittadino dove gli hanno riscon-trato numerose ferite ma soprattutto un trauma cranico e danni al rene sinistro.

• Il Vescovo di Jesi e nostro carissimo conterraneo, Mons.Gerardo Rocconi, in que-

sti giorni ha benedetto in città la rinnovata Caserma dei Carabinieri in Corso Matteotti chiedendo, per chi vi opera, la “protezione del Signore. I lavori di ristrutturazione del-l’antico monastero delle Clarisse hanno con-sentito di ricavare dei locali dove ospitare un eventuale presenza di donne carabiniere. • Ha preso il via, lunedì 10 luglio, una cam-pagna di rilevamento del traffico e della sosta. Al progetto lavoreranno, per tre set-timane, tre pattuglie della polizia municipa-le, che saranno affiancate da sedici studenti dell’ultimo anno dell’Ipsia. L’obiettivo del-l’iniziativa è quello di entrare in possesso di dati estivi aggiornati per redigere il nuovo

piano urbano della mobilità.• Conto alla rovescia per la riapertura della Rotonda a mare. Gli arredi richiameranno alla memoria le atmosfere e lo stile degli anni ’30, periodo della prima inaugurazione del simbolo turistico della città. Nel piazza-le della Libertà sarà posizionato il palco sul quale domenica 16 si esibirà Fred Bongusto. Tutti sperano che questa volta la Rotonda non debba subire, come in passato, ulterio-ri attacchi del tempo e degli agenti corrosivi del mare, che hanno caratterizzato la trava-gliata storia della Rotonda a mare, tracciata dall’architetto Claudia Conforti nel suo li-bro “Senigallia, una Rotonda sul mare”. E in tanti sperano che finalmente questo luogo torni ad essere punto di riferimento per la cultura senigalliese.

a cura �di �Giuseppe �Nicoli

Dill’ al monc’ in piazzaa denti stretti

Le note della Banda di Seni-gallia hanno dato il via alla

settima edizione della ‘Mostra Mercato’, appuntamento estivo tra i più apprezzati in città. Dal 12 al 16 Luglio, torna infatti la Mostra Mercato Regionale del-l’Artigianato Artistico, presso i giardini della Rocca Roveresca. Molti degli artigiani che espor-ranno durante questa settima edizione sono già delle vecchie conoscenze, ma ci sono anche diverse novità come le terrecot-te di Squillace. Un’altra novità per quest’anno saranno i labo-ratori didattici e creativi per i più piccoli. Anche quest’anno la Expo Marche, su incarico delle associazioni Cna e Confartigia-nato, ha organizzato la mostra che tenta di coniugare la crea-tività artigiana con il gusto e la

cura del dettaglio dell’artista.Tra gli espositori torna l’arti-gianato artistico di Macerata, Ripe, Monterado, Castelcolon-na, Mercatello sul Metauro con il pregiato tombolo, il merletto di Offida. Per i più piccoli sarà possibile frequentare dei labo-ratori didattici creativi gratuiti di decoupage, della lavorazione del legno, della pittura e della decorazione insegneranno e trasmetteranno i piccoli segreti della propria arte.Di notevole interesse sarà anche la presenza dei vecchi mestieri, della mostra di telefoni d’epo-ca, l’arte presepiale di Napoli, la ceramica di Gualdo Tadino, il cristallo di Colle Val D’Elsa, il corallo di Torre del Greco e la lavorazione delle erbe palustri di Bagnocavallo.

Al Centro per l’Impiego di Senigallia verrà aperto uno sportello di mediazione cul-

turale per gli immigrati. Dal 17 luglio negli uffici dell’ex Hotel Marche sarà attivo un nuo-vo servizio rivolto agli extracomunitari che si occuperà esclusivamente dell’inserimento nel mondo del lavoro. Un progetto, che sarà spe-rimentato per un anno, che vede insieme il Comune di Senigallia con l’assessorato ai Ser-vizi alla Persona, l’Ambito sociale numero 8 e naturalmente il Centro per l’Impiego. Questo nuovo ufficio si occuperà principalmente di una funzione informativa su quelle che sa-ranno le opportunità di inserimento lavorati-vo, le procedure di regolarizzazione. Previsto anche un protocollo d’intesa con la Questura di Ancona per rendere più scorrevole la pro-cedura sull’ immigrazione. Nel 2005 il Centro per l’Impiego ha registrato 3.600 disoccupati stranieri suddivisi tra 2.377 donne e 1.223 uomini. La nazionalità con il maggior numero di disoccupati è quella al-banese con 68, segue la Romania con 24 e infine quella macedone con 22. Il nuovo ser-vizio va ad aggiungersi ai già esistenti spor-telli informativi integrati attivati nel 2003 dall’Ambito sociale numero 8. Sezioni (pre-senti a Senigallia in via Podesti 63 al quale fanno riferimento Castelcolonna Monterado e Ripe, a Ostra in piazza dei Martiri 5 che ha competenza anche per Ostra Vetere, a Serra De’ Conti in via Marconi 6 a cui si rivolgono anche i Comuni di Arcevia, Barbara, Castel-leone di Suasa e Corinaldo) che si occupano principalmente di informazioni ed aiuto per il disbrigo di pratiche burocratiche

artiGiaNato �Dal 12 al 16 luglio, nel prato della Rocca, prodotti d’arte

torna �la �Mostra �- �mercato

Uno sportello di mediazione culturale

Senigallia 13 luglio 5

ambiente � A Senigallia il primo incontro sulla nuova raccolta rifiuti

Rivoluzione �cassonetti

La Rotonda a Mare è un luogo unico nel suo genere per storia

e tradizione. Fin dalla sua costru-zione ha avuto un ruolo peculiare nella vita della città. Nata negli anni ’30 per favorire il rilancio turistico della Riviera ed in parti-colare della nostra Regione viene subito destinata alle funzioni più disparate, di volta in volta si “tra-sforma” da semplice luogo di in-contro in cinematografo, sala da ballo, bar e palcoscenico per sfilate di moda. A partire dal Secondo Dopoguerra la Rotonda a Mare di-venterà il simbolo della mondanità e del divertimento ospitando i mi-gliori musicisti, cantanti, orchestre dell’epoca, lasciando spazio alle esperienze locali di qualità.La Rotonda a Mare è quindi un luogo magico, pieno di suggestio-ni e ricordi impresse in maniera indelebile nel cuore dei cittadini senigalliesi. Una programmazione per questa struttura non può che tenere conto delle sollecitazioni del territorio. Ma allo stesso tem-

po le peculiarità e le preziosità storico architettoniche, la sua po-sizione privilegiata, quasi sospesa tra il cielo ed il mare, la sua unici-tà, la proiettano immediatamente in una dimensione internazionale. Ecco, la Rotonda a Mare deve fon-dere tradizione ed innovazione, fare tesoro del passato per proiet-tarsi nel futuro, giocando d’antici-po sulle nuove tendenze culturali.Il mosaico di Enzo Cucchi introdu-ce al nuovo marchio “RAM”, sintesi di memoria e futuro, veicolo verso il mondo di una nuova immagine di Senigallia. Qualsiasi identità parla un linguaggio simbolico, il marchio nella sua struttura inter-na contiene altri simboli, altri rac-conti. Il valore del marchio RAM è fondato su questa ambiguità tra passato e presente tra possibile e impossibile, tra utopia e realtà.Anche la programmazione degli eventi, in questa prima fase, tiene conto di questo processo di fu-sione, proponendosi su vari livelli dal semplice intrattenimento, alla

musica alle orchestre che storica-mente hanno suonato alla rotonda, lo spettacolo, fino ad arrivare alla letteratura ed all’arte contempora-nea. Un caleidoscopio di proposte raggruppate in contenitori ideali, che daranno vita ad un estate in-tensa fatta di musica, cultura e di-vertimento.

C.S.

sabato �15 �luglio �l’inauguRazione �del �simbolo �tuRistico �di �senigallia

Rotonda, �il �taglio �del �nastro

Una vera e propria rivoluzione che trasformerà totalmente il

sistema della raccolta dei rifiuti so-lidi urbani a Senigallia e non solo. La spiaggia di velluto infatti, come comune capofila del progetto che entro il 2007 sarà operativo a pieno regime in tutti i 33 comuni ricaden-ti nell’ambito del Cir33, il Consor-zio Intercomunale Vallesina-Misa, sperimenterà la nuova raccolta a partire da luglio nel quartiere del-le Saline e del relativo lungomare, e a Marzocca e Montignano. Dal 1° gennaio 2007 la rivoluzione sarà obbligatoriamente estesa a tutto il territorio comunale. Concretamente, dopo aver separa-to in casa la frazione organica dei rifiuti, la carta, il vetro e la plastica, questi rifiuti non saranno più get-tati nei cassonetti ma in appositi contenitori che saranno posiziona-

ti per un giorno intero, più volte a settimana. In questo modo soltanto il secco non riciclabile sarà trasferi-to in discarica. “E’ un sistema che va a modifica-re completamente le abitudini dei cittadini -afferma il presidente del Cir33 Massimo Cecchettini- ma presenta notevoli benefici perchè scompariranno i cassonetti, contri-buendo a risolvere anche i problemi legati a volte alla poca igiene, e si ridurrà notevolmente il peso delle discariche dato che diminuisce il conferimento”. “In aggiunta a questo nuovo sistema si raccolta, restano attivi il centro ambiente di Borgo Bicchia (per la raccolta differenziata) e il progetto Separati in casa, per la raccolta della frazione umida dei rifiuti -aggiunge l’assessore alla qualità urbana Mau-rizio Mangialardi- si passerà poi

dall’attuale tassa in base alle super-fici degli edifici, ad una tariffa cal-colata sulla quantità dei rifiuti non riciclabili effettivamente prodotta. Ci apprestiamo ad una svolta epo-cale e i cittadini saranno informati con una serie di incontri”.La campagna di sensibilizzazione, che è stata finanziata dalla Provincia di Ancona ed è stata studiata dalla cooperativa Erica di Ceva (Cuneo), si svolgerà da luglio a dicembre 2006 e sarà suddivisa in due fasi: a luglio interesserà i 9 Comuni della Valle del Misa (Senigallia, Montera-do, Ripe, Corinaldo, Ostra, Barbara, Castelleone di Suasa, Ostra Vetere, Serra de’ Conti) e Monsano); da ottobre a dicembre coinvolgerà gli altri 23 centri da Fabriano, Genga, Sassoferrato a Jesi e tutti quelli della Vallesina.

L.M.

l’opinione �del �consiglieRe �maRiani

il �“caso �bubamara”

L’associazione “Camminiamo Insieme – familiari ed amici contro le dipendenze patologiche” di Senigallia,

grazie al progetto presentato ed accolto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi è riuscita ad aiutare concreta-mente dei giovani che stanno lottando per uscire dal disa-gio della tossicodipendenza e dall’esclusione sociale.La nostra Associazione è presente a Senigallia da diciotto anni (come A.Ge.T.) ora come Camminiamo insieme, è co-stituita da genitori e volontari che insieme lottano per pre-venire e superare dipendenze da droghe, alcool, psicofar-maci e gioco d’azzardo; tante storie che drammaticamente entrano nella vita di tante famiglie, molto spesso sgomente ed impotenti davanti ad un problema così grande e così

difficile da superare. L’Associazione: • offre gruppi di auto-aiuto guidati da una psicologa con ventennale esperienza nelle dipendenze; • svolge azione di sensibilizzazione nei confronti delle famiglie, delle scuole, delle istituzioni per iniziative di prevenzione del disagio giovanile, dell’emargi-nazione e delle tossicodipendenze, L’associazione grazie a questo progetto ha ampliato la sua attività cogliendo i bisogni di alcuni giovani ex-tossicodi-pendenti, aiutandoli nel concreto, sostenendoli nei proble-mi legali, a volte penali, e nel difficile percorso del reinseri-mento sociale. Nel 2005 ha iniziato un ‘attività di ascolto in carcere, in-contrando persone detenute per reati derivanti dal pro-

blema della dipendenza, con la finalità di individuare le problematiche dei singoli e incoraggiarli ad intraprendere percorsi che possano portare verso il pieno recupero.Si sono presentati dei casi (ragazzi che non avendo famiglie in grado di sostenerli né economicamente ed affettivamen-te) li abbiamo aiutati anche da un punto di vista economico (piccole spese personali) a volte anche un libro, una telefo-nata ai familiari, al legale può aiutare l’aspetto psicologico “messo a dura prova dalla condizione detentiva”.Camminiamo Insieme ringrazia sentitamente La Fonda-zione Cassa Risparmio d Jesi per avere sostenuto e condi-viso nuove iniziative intraprese dall’Associazione.

Angela Crescimbeni

un �pRogetto �della �fondazione �cassa �di �RispaRmio �di �jesi �ha �RaffoRzato �l’attività �dell’associazione �senigalliese �

Camminiamo insieme. Contro le dipendenze

Sabato 15 luglio - ore 21,30La notte della Rotonda

Domenica 16 luglio - ore 22,00Fred Bongusto, “Una Rotonda sul Mare”Marisa LauritoOrchestra, “Voilà Marisa”

Venerdì 21 luglio - ore 22,00Senigallia Letterature: Tiziano Scarpa

Sabato 22 luglio - ore 22,00Lee Konitz trio

Domenica 23 luglio - ore 22,00Federico Mondelci e i Solisti del-l’Orchestra da Camera delle Marche

Venerdì 28 luglio - ore 22,00Arturo Stalteri

Sabato 29 luglio - ore 22,00Renato Sellani

Domenica 30 luglio- ore 23,00Senigallia Letterature: Alberto Castelvecchi e Pulsatilla

gli �eventidi luglio

Il problema si può scindere in due parti. La prima è tra-sversale e riguarda la precarizzazione del lavoro. La legge 30, impropriamente detta legge Biagi, è intervenuta sulla contrattualizzazione dei rapporti di lavoro incidendo ad-dirittura, non già e non solo sui diritti dei lavoratori, bensì sulla loro dignità: anche nelle civilissime Marche ad alcu-ni lavoratori viene confermato il rinnovo settimanale del contratto con un SMS il venerdì pomeriggio. Così una pubblica amministrazione, specie se di centrosi-nistra (senza trattino), non può e non deve giocare con la dignità dei lavoratori è cosa assi poco commendevole, ed è ora passata che il problema della stabilizzazione di un precariato a volte consolidato e con una professionalizza-zione ormai irrinunciabile vada affrontato e risolto, una volta per tutte, dall’amministrazione comunale.La seconda problematica è inerente alle risorse economi-che in generale e a quelle per le politiche giovanili in parti-colare. La seconda variazione di bilancio 2006 ha denota-to, per il mantenimento dei servizi che la città oggi ha, un ulteriore fabbisogno di 366 mila euro. Obiettivo che è stato raggiunto anche attraverso riduzioni di spesa per 179 mila euro, così da far fronte al rispetto del “patto di stabilità” imposto dalla finanziaria nazionale.In questo frangente, prendersela con l’assessore alle po-litiche giovanili, che invece di diminuire le attività delle proprie deleghe è riuscito a movimentare risorse esterne a salvaguardia del mantenimento dei progetti educativi in atto, è un po’ come sparare sulla Croce Rossa.È certo, invece, una precisa responsabilità collegiale di sindaco e giunta destinare con assoluta oculatezza le esi-gue risorse di questo esercizio finanziario: solo per fare un recente esempio, leggere l’interrogazione di un consigliere comunale sui costi di una sfilata per “aspiranti” spose, fa pensare che Cenerentola non doveva certo essere tra quel-le. Chissà che quella sera la matrigna non l’avesse segrega-ta al Bubamara?A fronte della creazione di un dicastero nazionale dedica-to alle “politiche giovanili”, dovrà essere iniziativa del con-siglio comunale, laddove la giunta dovesse continuare a immaginare l’aggregazione giovanile, i bisogni dei giovani, i progetti educativi e le strutture per l’attuazione di questi come materia residuale, riportare sulla rotta program-matica chi è stato chiamato al governo della città: questo già in fase di predisposizione del bilancio preventivo 2007, attraverso la previsione delle risorse necessarie ad atti-vare strutture, professionalità e progetti che Senigallia e i giovani senigalliesi vogliono e devono avere, senza condi-zionamenti di terzi o scelte che fanno l’occhiolino al tanto osannato “mercato” ma che a questo si devono poi piegare.

Marcello Marianipresidente Commissione Bilancio

Il 5 luglio scorso gli ope-ratori del Centro di Ag-

gregazione Giovanile Bu-bamara annunciavano che “il contratto di lavoro degli operatori non è stato rin-novato dalla amministra-zione comunale e non si

hanno certezze rispetto al futuro”. Pludiche, e ricrea-tive. Due giorni dopo: “I contratti degli operatori sono stati riconfermati fino al 31/12/2006”. Il consiglie-re Mariani ci ha inviato una sua riflessione in proposito.

6 13 luglio 2006Chiesa

verso verona Disabilità e comunità cristiana, una testimonianza

Il valore del limiteUna presenza “muta”, ma che pro-

prio dal suo apparente silenzio “parla” alla comunità cristiana e più in generale “a tutti gli uomini”, ricordando loro che “l’umanità è relazionalità, non individualità o individualismo. L’uomo può rifiutarlo, ma è provocato dal disa-bile, che in un certo senso svela all’uo-mo la sua piena umanità”. A partire dalla “fragilità”, dal “senso del limite” che ti porta “ad aver bisogno dell’altro come luogo di ricchezza in cui si cresce vicendevolmente”. Don Luca Palazzi , sacerdote della diocesi di Modena - an-che lui disabile - ci racconta cosa signi-fica “trasmettere la fede” nell’ambito della catechesi dei disabili, partendo dalla consapevolezza dell’esperienza sul campo.

Cosa “dice” il disabile alle nostre co-munità?Io credo che la disabilità sia prima di tutto un pungolo, che ricorda alla Chiesa che la fede si trasmette attra-verso la vita. In genere, siamo abituati a una modalità di trasmissione della fede solo, o prevalentemente, intellettiva: siamo convinti che non si può trasmet-tere la fede se non si può parlare. Il di-sabile, invece, è già di per sé una pre-senza che parla, anche se resta muto. Parla con la sua gestualità, i suoi sorrisi, a volte anche con le sue intemperanze. A partire dalla propria fragilità, il disa-bile ricorda a chi non lo è l’importanza di prendere la dimensione del limite, tipica di ogni essere umano ma che per

il disabile è un punto di partenza con cui dovrà sempre e comunque fare i conti, che lo voglia o no. Attraverso la relazione comunicativa si può impara-re insieme a partire dal limite umano per entrare nella logica della reciproci-tà, superando nei confronti del disabi-le la logica solo del dare, ma accettare anche il ricevere contro ogni forma di autosufficienza e nel rispetto di tutti”.Quella del disabile è, dunque, una dimensione profetica perché “di rot-tura” rispetto a quella dominante. Trova “cittadinanza” nella Chiesa?C’è ancora moto da fare, nelle parroc-chie, in fatto di accoglienza dei disabili nella vita concreta della comunità. Si ha paura, in genere, di avventurar-si in questo campo, perché si teme di non avere le necessarie competenze, giudicate molto elevate. Per questo è importante avvicinarsi alla situazio-ne dell’handicap in modo rispettoso e senza pregiudizi: la prima cosa di cui i disabili hanno bisogno è respirare la fede in una famiglia allargata, tenendo conto delle fatiche e sofferenze delle loro famiglie. E nella società?Come nelle nostre comunità ecclesiali, il vero problema è la disabilità adulta. I disabili non ci sono nel tessuto sociale, sono solo assistiti: sia nella Chiesa che nella società, il disabile adulto è quel-lo che patisce di più. Finché c’è il tes-suto scolastico, l’iniziazione cristiana dei fanciulli, la presenza dei genitori, il disabile, se accolto, può contare su una

rete di soggetti che l’aiutano: quando lavora, invece, il disabile è solo. Per vivere pienamente la propria cittadi-nanza civile ed ecclesiale, invece, i di-sabili non si ritengono solo oggetto di diritti e attenzioni, ma soggetti attivi e responsabili. La presenza di persone disabili all’interno delle comunità civili ed ecclesiali può contribuire a genera-re percorsi di senso in una società al-l’interno della quale la cittadinanza sia vissuta come fraternità. La presenza dei disabili può diven-tare, e in che modo, uno “stimolo” a ripensare lo “stile” della catechesi e dell’annuncio della fede?Ad esempio, indicando l’esigenza del primato della qualità sulla quantità, che in termini di comunicazione e an-nuncio della fede significa poter lavo-rare in piccoli gruppi, personalizzan-do la proposta. In alcune diocesi, è un processo già in atto: per quanto riguar-da la mia, penso ad un gruppo di bam-bini che si preparano alla comunione. Insieme con la loro catechista, tutte le settimane, si sono incontrati prima del consueto appuntamento di catechismo per pensare all’incontro e al tema, e a come poterlo dire proprio a partire dai bisogni del loro amico e coetaneo, un bambino down. Lui è molto contento di questo racconto voluto apposta per lui, e i suoi genitori anche, che grazie a questa speciale modalità di trasmis-sione della fede riescono a coinvolgerlo pure nelle liturgie domenicali.

a cura di M.Michela Nicolais

Dramma immigrazioneQuarantuno migranti irregolari partiti dalla Mauritania e diretti verso l’arcipelago spagno-lo delle Isole Canarie sono stati salvati dalla ‘Guardia Civil’ spagnola quando si trovavano 35 miglia al largo dalla località di Nouadi-bou, diventata nelle ultime settimane uno dei principali punti di partenza dalla Mauritania e dall’Africa occidentale per i clandestini di-retti in Europa. I migranti sono stati salvati grazie al telefono cellulare del ‘quarantadue-simo’ viaggiatore, un giornalista spagnolo della testata ‘El Mundo Tv’, Fernando Quin-tela, imbarcatosi illegalmente per realizzare un servizio sui viaggi della disperazione verso la Spagna. Intanto nel fine settimana altre decine di persone sono sbarcate alle Canarie: sabato sono arrivati 33 disperati, tra i quali 4 minori; domenica 112 migranti alla deriva sul loro cayucco sono stati tratti in salvo a circa 300 miglia dalle Canarie da una nave-ospeda-le spagnola. Sono quasi 300 le persone giunte illegalmente alle Canarie nell’ultima settima-na, nonostante i dispositivi di controllo attuati dalle autorità spagnole, europee e di alcuni paesi nordafricani, a cominciare dal Marocco.

Violenze in NepalAlmeno 20 persone sarebbero state uccise in Nepal negli ultimi due mesi, nonostante il cessate-il-fuoco tra governo e ribelli maoi-sti. Lo denuncia la Commissione nazionale nepalese per i diritti umani (Nhcr), secondo cui almeno 5 persone sarebbero state assas-sinate dalla guerriglia anti-governativa, sei dalle forze armate nazionali, tre dai gruppi di vigilantes paramilitari attivi in alcune re-gioni mentre altre sei avrebbero perso la vita a causa di attentati dinamitardi di varia ma-trice. Il Nhcr esprime la sua preoccupazione per questi episodi di violenza accaduti dallo scorso 5 maggio, data della tregua, ad oggi. Governo e guerriglieri maoisti stanno cer-cando un accordo per sedersi al tavolo del-le trattative e decidere tempi e modalità per convocare un’Assemblea costituente. Tra gli elementi di contrasto, oltre ai molti casi di violenze e sparizioni da una parte e dall’al-tra per i quali viene chiesta giustizia, vi è la forma del nuovo Stato: i maoisti vorrebbero trasformare l’attuale monarchia in una re-pubblica. Profughi ad Haiti Almeno 214 cittadini haitiani sarebbero stati rimpatriati a forza solo nell’ultima settimana dalla vicina Repubblica Dominicana: lo ha fatto sapere il ‘Gruppo d’appoggio ai rimpa-triati e ai rifugiati’ (Garr), secondo cui tra i deportati vi sarebbero 8 bambini, 15 donne e 191 uomini adulti. Due migranti, tra l’al-tro, sarebbero in gravi condizioni di salute e almeno uno di loro sarebbe stato ferito a colpi di arma bianca. Secondo i comitati per i diritti umani haitiani, solo nel mese di giu-gno sono state deportate dalla Repubblica Dominicana a Haiti almeno 2.343 persone, la maggior parte delle quali (1.473) attraverso la località di frontiera di Belladère, uno dei tre punti centri frontalieri con Ouanaminthe (770 deportati) e Savanette (100). “Le poche strutture disponibili per l’accoglienza oltre il confine sono del tutto insufficienti a ricevere un flusso così massiccio di persone, costrette in condizioni assolutamente precarie” sostie-ne il Garr.

Profughi ad Haiti Quasi un milione di etiopi ha perso la vista e altri 4 milioni sono ipovedenti a causa di malattie che avrebbero potuto o potrebbero essere curate facilmente, su una popolazio-ne di circa 75 milioni di abitanti. Questi dati, diffusi da ‘Orbis International’, un centro oftalmologico con base a New York, fanno dell’Etiopia uno dei paesi al mondo con la più alta incidenza di malattie dell’apparato visivo. L’impossibilità di curare infezioni, la carenza di vitamina A e le cattive condizioni igienico-sanitarie sono le principali respon-sabili delle centinaia di migliaia di persone che ogni anno si ammalano di malattie of-talmologiche; spesso i nuovi malati vivono nelle zone rurali e più periferiche del paese e, oltre a non avere facilmente a disposizione un medico, sono anche privi della necessaria educazione sanitaria di base. Le principa-li malattie di cui soffrono gli etiopi, che poi degenerano in cecità, secondo ‘Orbis’ sono la cataratta, il glaucoma e il tracoma, oltre a una serie di altre patologie oculari.

agen

zia d

i sta

mpa

dei

miss

iona

ri

MISNA

La prima sfida è la vita: questo il ti-tolo del XIX° concorso scolastico

Europeo, indetto dal Movimento per la Vita Italiano, in collaborazione con il Forum delle Assicurazioni Familiari, dell’Age, dell’Uciim e dell’Agesci, riser-vato agli studenti delle ultime tre classi delle scuole superiori.Il concorso si svolge in tutta Italia e la selezione avviene prima in sede cit-tadina poi in sede regionale e intende sollecitare il dibattito nelle scuole per preparare i giovani ad affrontare tema-tiche di straordinaria attualità.Alla sede del Movimento per la Vita di Senigallia sono pervenuti ben 110 ela-borati dal Liceo Scientifico, Liceo Clas-sico e Psico-pedagocico, Istituto Alber-

ghiero, Istituto Tecnico “Corinaldesi”.In sede cittadina sono risultati vincitori i seguenti ragazzi:Liceo Scientifico: 1) Cognini Filippo, 2) Luca Ptrignani, 3) Savini Maria, 4) Zampa Roberto, 5) Serrani Valeria, 6) Pieroni Federica, 7) Manoni Giulia. Li-ceo Classico Psico pedagogico: 1) Ab-brugiati Gloria, 2) Contini Veronica. Istituto Alberghiero: 1) Fanelli Antonia, 2) Greganti Federica,3) Correani Glo-ria, 4) Marchionni Melania, 5) Carbo-nari Giorgia, 6) Vitalutti Giacomo, 7) Donati Elisa, 8) Pelosi Martina, 9) Cec-carelli Elena. Istituto Tecnico “Corinal-desi”: 1) Fattorini Andrea, 2) Avellini Silvia.Questi ragazzi saranno premiati duran-

te una conferenza stampa che si svolge-rà nella sede del Movimento per la Vita e durante la quale verranno letti alcuni dei brani più significativi, tratti dagli elaborati dei ragazzi finalisti. In sede regionale sono risultati vincitori: 1) Abbrugiati Gloria V° A del Liceo Clas-sico psico-pedagogico, 2) Marchionni Melania IV° Az dell’Istituto Alberghie-ro. Essi godranno di un viaggio premio a Strasburgo, con visita al Parlamento Europeo, dal 24 al 27 ottobre 2006, as-sieme ai giovani provenienti da tutte le regioni d’Italia. Per la regione Marche, dei 5 posti assegnati, due provengono da Ascoli Piceno, uno da Fabriano e due da Senigallia.

Alba Muzi

il concorso scolastico promosso dal movimento per la vita

la prima sfida è quella della vita

Amare ed essere amati: è questo in fondo - come ci ricorda Madre Te-

resa, e non solo lei - ciò per cui siamo stati creati, ciò a cui aspiriamo, ciò che riesce a dare un senso alla nostra vita, ciò che calma la nostra inquietudine. Ed è la famiglia - come ci ha ricordato Benedetto XVI in occasione del V In-contro mondiale delle famiglie tenutosi nei giorni scorsi a Valencia – “l’am-bito privilegiato dove ogni persona impara a dare e ricevere amore”. Quel luogo dove si fa esperienza dell’attesa, dell’accoglienza, della diversità, an-che del conflitto, di Dio; dove i valori si apprendono per osmosi, la Parola si spezza con il pane, la solidarietà si trasmette di generazione in genera-zione. Quel microcosmo dal quale ci si affaccia gradualmente alla vita con la consapevolezza di avere un punto di riferimento, un faro al quale poter sempre volgere lo sguardo anche da molto lontano; quella palestra dove si costruisce la propria identità e dove ci si allena per mettere alla prova libertà e fiducia. Ormai lo sappiamo bene: la famiglia è in crisi, è in difficoltà, ma è tutt’altro che in estinzione; le funzioni

che svolge rappresentano un bene so-ciale che rimane per la maggior parte delle persone insostituibile: la famiglia, infatti, permette a un individuo di svi-luppare amore e sicurezza e, cosa più importante, la capacità di avere fiducia negli altri, che è il prerequisito di qual-siasi legame più ampio. Come ha detto il Papa a Valencia: “La famiglia è un’istituzione intermedia tra l’individuo e la società, e niente può supplirla totalmente. L’esperienza di essere accolti ed amati da Dio e dai no-stri genitori è il fondamento solido che favorisce sempre la crescita e lo svilup-po autentico dell’uomo e che tanto ci aiuta a maturare durante il cammino verso la verità e l’amore, come anche ad uscire da noi stessi per entrare in comunione con gli altri e con Dio”.Il punto è che tutto questo non na-sce per magia né è dato una volta per tutte: è una realtà da costruire giorno per giorno con l’impegno di tutti e con l’apporto determinante di Dio. Su questo aspetto non si insiste ancora abbastanza: sul fatto che essere cattoli-ci o sposarsi in Chiesa non immuniz-za dalle difficoltà, dalle tentazioni, dai

mille ostacoli che una famiglia “nor-male” si trova oggi quotidianamente ad affrontare. Non siamo migliori de-gli altri e giustamente Benedetto XVI ha richiamato l’importanza che le fa-miglie non siano sole, ricordando alla comunità cristiana, in particolare alle parrocchie e alle diverse associazioni ecclesiali, la responsabilità di offrire sostegno, stimolo e alimento spirituale. Se, prima di lamentarci per il compor-tamento poco adeguato dei bambini durante la Messa o per la mancanza di disponibilità a fare qualche servizio in parrocchia da parte degli sposi, riuscis-simo a far loro anche solo intravedere la grazia del sacramento del matrimo-nio, la certezza della presenza dello Spirito, la fedeltà di un Dio che con la coppia si compromette, allora davvero la famiglia non sarebbe più un proble-ma, ma una risorsa, per la società e per la Chiesa. Allora l’evangelizzazione e la conver-sione dei cuori non sarebbero solo obiettivi dei documenti pastorali.

Fabiana Martinidirettrice del Settimanale

La Vita Nuova - Trieste

qualche idea a margine del v incontro mondiale delle famiglie

intravedere la grazia

13 luglio 2006 7Chiesa

caritas Pubblicato il “Primo rapporto sulle povertà nelle Marche”

Povertà, osservata speciale

No al taglio dei fondi per l’infanzia

federazioNe NazioNale scuole materNe

I dati sono ancora incompleti ma il lavoro svolto si qualifica perché die-

tro ogni numero c’è una persona, una storia, c’è un dialogo, più dialoghi, un percorso, un progetto. La disomoge-neità di alcune variabili ci indica quan-to ancora è grande lo sforzo da fare e quanto un percorso di formazione per le nostre comunità sia importante ed urgente. È innegabile che sono molti gli scogli da superare e che la velocità di trasformazione del nostro territorio e della popolazione viaggia molto più rapidamente del nostro essere testimo-ni di carità. Il povero non è mai lo stes-so e le povertà cambiano da un giorno all’altro. Gli anni ‘90 hanno visto la nostra regione subire un immigrazio-ne massiccia; la storia dei conflitti e cambiamenti sociali avvenuti aldilà del mare Adriatico ci ha visto vicini di casa passivi ed inconsapevoli, i processi di globalizzazione sregolata ed irrispetto-si sono diventati i gestori della vita del-le nostre comunità e non viceversa.

La ricercaLa ricerca si riferisce al bimestre Aprile Maggio 2005; sono state 1.428 le per-sone in situazione di povertà materiale e disagio sociale che si sono rivolte ai 10 centri di ascolto di 8 delle 13 diocesi delle Marche. Le persone che si sono rivolte ai CdA nel periodo aprile-mag-gio 2005 sono risultate in grande mag-gioranza di età compresa tra i 31 e 40 anni. La distribuzione per sesso non mostra una prevalenza netta del sesso maschile su quello femminile. in alcuni casi è il sesso femminile a prevalere: ex: Pesaro (54,6%); S. Benedetto (65,4%) e Urbino (52,8%). La distribuzione per stato civile mostra che quasi la metà delle persone è coniugata e un terzo è celibe o nubile. I separati e i divorziati sono risultati 1 decimo del Totale. Per quanto riguarda l’istruzione quasi un terzo del Totale ha conseguito la licen-za media inferiore e soltanto un quarto la licenza media superiore. Poco più del 9 % è invece in possesso di laurea o di diploma universitario. La stragrande maggioranza delle persone è risultata costituita da cittadini stranieri (poco più del 80 %), praticamente quasi tut-ti provenienti da paesi extra-UE (il 65 % dei cittadini stranieri). I cittadini stranieri provengono in maggioranza da Est Europa, Africa Nord e Medio

Oriente, Balcani. per quanto riguar-da l’ Est Europa il paese più rap-presentato risulta la Moldavia, per l’Africa settentrio-nale il Marocco, per la regione bal-canica la Romania. L’82 % delle per-sone per le quali si dispone il dato di-chiara di avere un domicilio, il 17,2 % invece risulta senza fissa dimora. Dei due terzi delle persone di cui si dispone del dato risulta disoccupata, soltanto il 10,7 % è occupata. Quasi la metà delle per-sone ha dichiarato di vivere abitual-mente all’interno del proprio nucleo familiare. Quasi un terzo delle per-sone vive abitual-mente con sog-getti esterni alla

propria famiglia (tra queste vanno sicuramente considerate le “badanti” e le persone, solitamente straniere, che “convivono” con amici o conoscenti). Non è di poco conto nep-pure la percentuale di persone che ri-sulta abitare da sola (20,5%).

I bisogniIl bisogno rappresenta uno o più stati di difficoltà o di necessità in cui una persona viene a trovarsi in un determi-nato momento della propria vita. Dai bisogni rilevati dagli operatori dei CdA presi in considerazione emerge quan-to segue: più di un terzo dei problemi manifestati sono legati alla sfera occu-pazionale (disoccupazione, per quasi la totalità dei casi). un terzo delle per-sone si trova in difficoltà per problemi economici. Non da meno le difficoltà legate alla situazione abitativa. Non sorprenderà che il dato più significa-tivo si riferisce alla mancanza di casa, tuttavia un’altra variabile preoccu-pante si fa spazio: il sovraffollamento. Pur essendo gli uomini a frequentare maggiormente i Centri di Ascolto Ca-ritas sono le donne ad essere percepi-te come soggetti più problematici. le donne vivono difficoltà per più della metà legate all’immigrazione (66,7 % ), legate a problemi di istruzione (61,2 %); per gli uomini la percentuale più alta si riferisce a problemi di deten-zione (92,3 %) e di dipendenza (72,7 %). Ancora, più delle metà degli utenti maschi dei CdA manifesta problemi di salute: tra i tanti la malattia mentale è sicuramente e drammaticamente una delle più diffuse. I problemi registrati per i cittadini italiani sono nettamente diversi da quelli registrati per i cittadi-ni stranieri: ad esempio le problemati-che di dipendenza, familiari e di salute appartengono quasi esclusivamente agli italiani. Il cittadino straniero che si rivolge al CdA Caritas risulta molto più in difficoltà per ciò che riguarda la situazione abitativa, la situazione occupazionale, l’istruzione e la situa-zione economica. Fino a 30 anni il 50 % delle persone ha problemi legati al-l’immigrazione, naturalmente questo significa che sono soprattutto stranie-ri i giovani che si rivolgono al CdA, al secondo posto, con il 26, 7% troviamo subito problemi di lavoro: non si trat-ta solo di disoccupazione, crescono i

dati relativi alla sottoccupazione (la-vori precari, sfruttamento) e al lavoro nero. I problemi legati alla condizione abitativa sono risultati particolarmente presenti nelle età centrali (30-50 anni). Tra gli anziani i problemi maggiormen-te sentiti sono di tipo familiare e di di-sabilità. Molto importanti sono i dati relativi ai problemi di occupazione. Le Diocesi che più ne soffrono, Fermo, Macerata, S. Benedetto del Tronto, non a caso appartengono alla zona geogra-fica delle Marche che più di ogni altra sembra soffrire della crisi dell’industria (si pensi alla industria delle calzature e del tessile). Per ciò che riguarda inve-ce la situazione abitativa emergono le Diocesi di Fano e Urbino.

Le richiesteLa richiesta rappresenta ciò che la per-sona domanda esplicitamente durante il colloquio, non sempre essa coincide con la tipologia di bisogno rilevata.Tra le richieste che maggiormente vengono rivolte agli operatori Caritas quasi la metà è relativa a beni materiali, circa il 22% a soluzioni lavorative, circa il 20% alla sfera dell’ascolto.Tra i beni materiali c’è una forte ri-sposta di beni di prima necessità quali viveri (sia nella forma del buono men-sa che in quella del pacco spesa) e ve-stiario. L’ascolto, inteso come primo ascolto, rappresenta un dato forte sia perché è la prima forma di incontro tra utente ed operatore ma soprattutto perché rappresenta la via esclusiva per raggiungere altri tipi di intervento. Nei CdA Caritas cresce l’ascolto con di-scernimento e progetto sulla persona, fatto spesso da volontari formati o da professionisti, che non si limita ad un rapporto di domanda-offerta ma pone in essere l’ottica della progettualità ri-spetto a quella dell’assistenzialismo. la richiesta di lavoro scaturisce per oltre il 70% dalle donne: questo dato sicura-mente evidenzia la presenza del feno-meno “badante”, che è quasi unicamen-te di “dominio” Caritas. Più della metà delle richieste degli uomini riguardano invece beni materiali e sussidi eco-nomici. tra le richieste dei cittadini stranieri prevalgono quelle di alloggio, beni materiali, lavoro, orientamen-to, istruzione (questo dato molto alto si riferisce per lo più a corsi di lingua italiana), tra quelle dei cittadini italiani predominano richieste di sostegno so-cio assistenziale (assistenza al nucleo familiare, domiciliare, accompagna-mento a servizi…), sussidi economici e di tipo sanitario. Ancona-Osimo e S. Benedetto sono le diocesi in cui si re-gistrano maggiori richieste di ascolto con oltre il 40%; a Pesaro oltre il 90% delle richieste riguardano beni mate-riali; a Macerata più del 60% riguarda la richiesta di lavoro; Jesi si differenzia per la registrazione di quasi un terzo delle richieste relative al sostegno so-cio-assistenziale.

All’analisi dei numeri è legata anche un indagine qualitativa che vuole leggere i fenomeni anche oltre la sfera quanti-tativa. Questo dossier ha come obiet-tivo quello di aiutare le nostre realtà a inserire sempre più efficacemente nei propri piani pastorali e civili l’attenzio-ne all’altro ed in particolare alle situa-zioni di disagio grave incontrate per far si che tutti questi volti e queste storie non siano e non rimangano “dei vuoti a perdere”. Questo primo rapporto sulle povertà nella nostra regione è dedicato a tutti coloro che ogni giorno si dedi-cano silenziosamente al servizio degli ultimi.

Segreteria della Caritas regionaledelle Marche

Il Grest-Gruppo Estivo raccoglie sempre ade-

sione ed entusiasmo da parte dei ragazzi e delle famiglie. Dal 26 giugno al 2 luglio vi hanno parteci-pato 40 ragazzi, più una decina di animatori ed animatrici insieme al par-roco don Sergio Zandri, al vice-parroco don Giu-seppe Boglis e alle suore Gianelline Suor Marzia e Suor Anita. Ad ogni ra-gazzo è stato consegnato un cappellino del colore della propria squadra e un libretto con il tema del Grest. Partendo dal rac-conto di Peter Pan si è svi-luppato un messaggio per ogni giorno della settima-na, che si concludeva con la lettura di un brano del Vangelo, una preghiera e un canto mimato.Dopo questa prima par-te, che aveva nelle suore Gianelline le animatrici fondamentali, si passava alla elaborazione di alcu-ni lavori: pittura di una maglietta bianca (che poi è stata indossata da tutti i ragazzi, pittura di bic-chieri di vetro, di ciottoli e di un cofanetto di legno,

confezione di braccialetti e portachiavi. Per questi ultimi lavori, i più getto-nati dai ragazzi, va un rin-graziamento particolare alla signora Conti Velia, animatrice nonché forni-trice dei fili, prodotti nella fabbrica dello stringhificio di Arcevia.Dopo la merenda si pas-sava ai giochi a squadre: un tempo di divertimento, anch’esso educativo per lo spirito di collaborazione e di sano agonismo. Il sa-bato ha visto i ragazzi im-pegnati a squadre in una caccia al tesoro. Il Grest si è svolto nei locali del convento di S.Giovanni Battista e si è concluso nella chiesa di S.Medardo, con una S.Messa comunitaria, ani-mata dai ragazzi e con la presenza delle famiglie.Grazie al Signore e a tut-ti quelli che hanno reso possibile questo appunta-mento annuale: il parroco don Sergio, il vice parroco don Giuseppe, le suore gianelline, diverse signore, catechisti e catechiste.Arrivederci al prossimo anno.

La Chiesa delle Marche che si esprime nella bella realtà delle sue Diocesi, vive in questo momento un significativo gesto di comunione e di carità con la pubblicazione del primo rapporto sulle povertà. L’errore più grave sarebbe quello di considerare tale lavoro uno dei tanti studi sulle povertà a dimostrazione di efficienza, di organizzazione e ancor peggio voler dimostrare che siamo i primi della classe. Gli obiettivi che ci siamo proposti, in questo periodo di sperimentazione e lavoro sul campo, si racchiudono in un programma triennale presentato nell’ottobre 2003. In questo primo biennio di lavoro si sono coinvolte 9 Diocesi sulle 13 della nostra regione e per il prossimo anno è in previsione l’intero coinvolgimento regionale.

il Gruppo estivo anima arcevia

Un eventuale taglio dei contributi statali per

le scuole dell’infanzia pari-tarie, e dunque anche per quelle dei Comuni, “avreb-be come unica conseguen-za un aumento di spesa per le giovani famiglie italiane”. A farlo presen-te al governo, impegnato in queste ore a definire il Dpef (Documento di pro-grammazione economica e finanziaria) 2007, è la Fism (Federazione italiana scuole materne), che so-stiene da oltre 30 anni le ottomila scuole dell’infan-zia. In una nota la Fism fa presente che “nella prece-dente legislatura i contri-buti previsti per la scuola dell’infanzia paritaria sono calati nettamente”, nono-stante la legge 62/2000 sulla parità scolastica ab-bia riconosciuto le scuole

materie paritarie, Fism e comunali, come parte in-tegrante del “servizio na-zionale di istruzione”. Negli ultimi anni – è la denuncia della Fism – lo stanziamento statale per queste scuole non solo non ha ottenuto l’incre-mento per l’indice di in-flazione programmata, ma è stato ridotto, nonostante nell’ultimo quinquennio le suole dell’infanzia parita-rie abbiano registrato un aumento pari al 54,44%”. Di qui l’auspicio che il nuovo governo “rimedi all’inerzia del precedente, a cominciare dal recupero, nel piano pluriennale, del-lo stanziamento relativo al 2007 drasticamente ta-gliato”, o quantomeno dal-l’adeguamento “al mutato valore della moneta” degli stanziamenti.

� 13 luglio 2006il paginone

13 luglio 2006 �il paginone

pensieri 1 Che effetto fanno alcuni vocaboli

Parole che guariscono

Sono sicura che riesci!”. !”Mi piace il tuo modo di lavorare”.

“Oggi sei in forma”... Non sono solo le frasi di incoraggiamento a farci sentire bene. Scienziati della Uni-versity of Miami Medical School in Florida si sono spinti oltre. Hanno scoperto che la distensione elet-trica cerebrale prodotta da alcuni particolari vocaboli (per esempio, quelli rassicuranti dell’infanzia: gioia, tesoro) attiva con maggior efficacia le cellule immunitarie. La ragione? “Quei vocaboli- imprin-ting della nostra storia emotiva sono caratterizzati da una modula-zione di frequenza familiare, capa-ce di riequilibrare le nostre energie più antiche. E producono, come se-gnala lo spettrometro (i cui sensori vengono applicati su alcune aree di svincolo della circolazione sangui-gna: polsi, cuore, tempie) variazioni biochimiche più armoniche”, spiega il Francesco Belli, ricercatore pres-so lo Sperry-Psychotechnologies, un laboratorio che studia il potere di guarigione delle parole. Ma non sono solo la modulazione di fre-quenza o il linguaggio infantile a stimolare la nostra task-force meta-bolica. “Come già segnalano le cul-ture più antiche riprese dagli studi recenti, c’è uno spettro di risorse terapeutiche più ampio, legato al mondo dei ricordi, delle emozioni in progress , della nostra interpre-tazione della realtà, della preghiera a sollecitare le nostre difese”, chia-risce Igor Sibaldi, scrittore. Ognuno di noi ha i propri termi-ni toccasana: sono legati ai ricor-di personali piacevoli. In genere

si usano nei momenti di difficoltà emotiva. Esempio: siamo in cri-si con nostro figlio? Proviamo a “evocare” un’immagine dolce del passato comune. Parliamo ad alta voce e in modo dettagliato scio-gliendo ogni possibile nodo. “Così ricreiamo, anche se in versione meno intensa e duratura, la scarica neurormonale che il nostro corpo aveva nel momento felice”, spiega Giovanni Fasani, medico esperto in terapie naturali. Cos&igra ve; recuperiamo, anche se per qualche istante, l’euforia di quei momen-ti. Una sensazione piacevole che ci consente di uscire dalla tensione e di riannodare “qui e ora” i fili dei momenti sereni.Ma non è solo la parola-ricordo a curare. C’è anche quella divertis-sement che distrae. Svia l’attenzio-ne. Il meccanismo? Simile a quello delle Mille e una notte . Le parole affabulatorie di Shahrazad risve-gliano l’interesse del re e così lei che era condannata a morte sfug-ge al suo destino. Un trucco antico con un interessante valore terapeu-tico: “Già gli sciamani orientali e africani curavano con suoni e pa-role che distraevano”, spiega Sibaldi. Oggi questa tecnica è ripresa dagli psicoterapeuti più all’avanguardia. Alcuni vocaboli: viaggio, fiume, perdonare, dimenticare… che im-plicano un’idea di movimento, han-no un’influenza magica sul sistema immunitario. Perché? Mitigano l’arroganza della nostra ragione.

Maria Angela Masino

E domani ricomin-cerò. Continue-

rò la mia vita facile, sciupando, sprecan-do senza sugo tanta felicità. Inoltre - ed è questo il lato tragico, incapace di perdono - mi sforzerò di non pensare agli altri. Per non turbare le mie vacanze. E non mi ri-corderò mai di ripe-termi queste parole: perché loro e non io? Non tu?”. In questo scritto Raoul Follereau parla delle vacanze, di quei necessari periodi di tempo in cui si di-mentica il quotidiano e le sue difficoltà ma che non devono di-ventare il paradigma assoluto della propria vita dimenticando quelli che soffrono, e propone l’amore come unica forza che possa rendere degna la vita di ciascuno.Il tema dell’amore è una caratteristica fondamentale di ogni scritto o conferenza di Follereau e cardine della sua vita. L’espe-rienza di una tragica guerra mondiale e della lotta alla ma-lattia della labbra gli ha fatto capire che solo l’amore salverà il mondo e lo ha propo-sto a tutti i suoi amici. Spesso parla anche di carità, sia per la sua radice cristiana che per la sua carità di concretezza verso gli altri. Nel suo tempo fu evi-dentemente il solo a parlare dell’amore come forza vitale, ma certamente ne fu testimone ecceziona-le. Un suo scritto del 1923 è intitolato Dio è amore. Oggi Papa Ratzinger riprende nella sua prima let-tera enciclica Deus est charitas questo

tema e lo svolge nei suoi numerosi aspet-ti interpellando sia i cristiani che quanti vogliono fondare sul-la gratuità la loro vita. Certamente questo tipo d’amore mette in condivisione gli uomini, attua la giu-stizia, impronta la politica, diventa un valore universale che distrugge l’ideologia della supremazia del potere e del denaro su tutto. L’accostamento degli insegnamenti di Fol-lereau a quelli di Papa Benedetto non deve meravigliare. Sono i fondamenti per co-struire solidarietà e dare speranza al-l’umanità, sia a quella parte che soffre, sia a quella che deve assu-mersi la responsabi-lità del cambiamen-to. Don Milani in un suo scritto affermava: “Ciò che distingue la beneficenza cristiana da quella filantropica è che il cristiano agi-sce per amore di Dio e ama il prossimo per interiore obbligo. Il fi-lantropo, invece, ama il prossimo e basta. In altre parole, per il cristiano l’elemosina ottiene la sua effica-cia nell’attimo che parte dal portafoglio; per il filantropo solo nell’attimo che arriva nell’altro portafoglio”.Questa affermazione non discrimina nes-suno. Parte da un’in-tima convinzione di dover amare la ca-rità verso chi è nella sofferenza. Follereau intitolava lo scritto che abbiamo citato: “Pare che nelle vacan-ze non si debba fare proprio nulla”. Ma per amare non esistono vacanze!

Enzo Zecchini

E domani ricomincerò

La migliore formazione alla vita la offre la vita stessa. È

necessario che l’apprendimento del vivere si trasferisca nelle atti-vità di ciascuno e che ogni lavo-ro abbia il sapore della realtà”. Lo ha detto Ermanno Olmi in una recente intervista ad Avvenire.Di questo ha bisogno l’uomo, sentire che ogni cosa che fa sia il frutto delle esperienze vissu-te di vita, delle rivelazioni e de-gli insegnamenti che da questa provengono. Che è poi l’offrire una logica al pensare e all’agire. E soprattutto è il proporsi nella quotidianità con quell’umiltà di ricerca e di apprendimento che ci avvicina alla scoperta della verità. È il comprendere il gio-co che esiste tra uomo e natu-ra, l’incontro costante dal quale scaturiscono le sensazioni uma-ne, i tormenti e le gioie, i sogni e le delusioni, la materialità e la spiritualità, la forza, la debolez-za, il dubbio, la speranza, l’odio e l’amore.Un fardello di cose che è croce e leggerezza, che è vita, la vita del-l’uomo.Povero è colui che supera il gior-no nell’indifferenza, senza i sus-sulti che vengono dall’animo e dalla ragione. Senza cercare le domande che stanno nelle cose. Senza fornire le risposte che le cose chiedono. Senza aver udito le grida che giungono dal cuore, se il cuore è distante dalla mente. Senza aver posato lo sguardo sopra i suoi passi e negli occhi dell’al-tro. Senza aver ascoltato la pa-

rola del suo simile, le vibrazioni che da questi provengono, come le invocazioni d’aiuto, i brividi d’emozioni e la voce dei suoi si-lenzi.Senza la lezione della vita, la vita è solo un riflesso condizionato. Un procedere istintivo. Un robo-tico e impulsivo fluire.Allora il concepire e il fare sa-ranno finalizzati solo al piacere tangibile. Ad una materialità che affonda nell’egoismo, nel-l’edonismo, nella smania di po-tere. E tutto è a questo finaliz-zato, uomini e cose. Di loro non si carpisce più l’essenza vera, e quell’umanità controversa e fragile, meravigliosa sempre, intimamente e infinitamente ricca, ma si avvertono e si per-cepiscono solo le potenzialità da utilizzare per tornaconto, per la soddisfazione dei bisogni e del successo individuale. Fosse, quest’ultimo, anche mo-mentaneo, anche modesto, an-che circoscritto nel tempo e nel-lo spazio. Quel che resta, poi, è la solitu-dine di chi così ha agito, la sua insoddisfazione, la sua costante frenesia di vanità. E la dispera-zione di chi ha subito quell’agire. Tutto è quindi solo deserto, arida terra dove è difficile far sboccia-re un fiore. Dove le tracce dell’uomo si di-sperdono al vento, e né la paro-la, né il pensiero, né il battito del cuore hanno più voce. E la spe-ranza conosce le tenebre della paura e il freddo del nulla.

Romolo Paradiso

pensieri 2 Il valore delle esperienze vissute

Impararea vivere... vivendo

pensieri in estate

ritagliamoci un po’ di tempo per riflettere anche sotto l’ombrellone

Parrocchia del Portone - Senigallia

Giochi senza BarriereEdizione 2005

Il primo cerchio, quello più vasto, del dialogo della Chiesa è il mondo,

tutto ciò che è umano, perché tut-to ciò che è umano la riguarda. Un dialogo che arriva fino agli estremi limiti dell’incredulità e della nega-zione di Dio e che per questo si fa difficile, apparentemente impossibile. Ma l’enciclica di Paolo VI sul dialo-go non si scoraggia, come non deve scoraggiarsi ogni cristiano, perché “per chi ama la verità, la discussione è sempre possibile”. Un richiamo che giunge intatto e perentorio ai nostri giorni. La tentazione oggi ricorrente rimane la scelta politica: è per motivi politici che oggi non pochi si rifiuta-no al dialogo con i non credenti, visti soprattutto come nemici politici pri-ma che religiosi. Gli altri cerchi ricordati dal Papa sono progressivamente più percor-ribili. Apparentemente almeno si va dal più difficile al più facile. In real-tà poi le cose potrebbero anche mo-strarsi diversamente.Il secondo cerchio è composto da tutti coloro che, come noi, credono in Dio. Un circolo immenso anche questo, ma da noi meno lontano. Si allude ai seguaci dell’ebraismo, del musulmanesimo e delle grandi reli-gioni afro-asiatiche. Centinaia e cen-tinaia di milioni che dalle regioni di origine si stanno consistentemente spostando verso i nostri continenti, con una incidenza sulla nostra vita che non è più possibile ignorare. In questione sono soprattutto i fedeli

delle religioni monoteistiche, impa-rentate con noi nell’unico capostipi-te, Abramo, il padre dei credenti. Fra questi, per la loro vivacità e il loro numero, l’attenzione corre ancora ai seguaci dell’Islam.La tentazione di chiuderci in noi stessi ci arriva da diverse parti. Una raccomandazione che ci giunge an-che dai cosiddetti “atei devoti”, preoc-cupati soprattutto della difesa della nostra identità non tanto religiosa quanto culturale e sociale. Nelle at-tual i condizioni, certamente l’inse-gnamento di Paolo VI può essere ri-visto e aggiornato, non però tradito o dimenticato.La prima e fondamentale riflessione da fare è quella riguardante la propria identità: essa non è messa in pericolo dall’esterno, ma soprattutto, ma anzi-tutto, dall’interno. Ne siamo noi i cu-stodi e i difensori, con le nostre idee, i nostri comportamenti, la nostra fedeltà. L’esperienza ci insegna che l’attacco esterno, anziché diminuire, aumenta a dismisura le nostre capa-cità di resistenza e di attaccamento. Si pensi soltanto a quanto accadde nel dopoguerra con l’attacco frontale del comunismo. Nella sfida in corso, noi dobbiamo aver paura soltanto o soprattutto di noi.In più ricordiamo che alla sfida or-mai non si può sfuggire. Possiamo chiudere ermeticamente le nostre frontiere (cosa semplicemente im-possibile pensando soprattutto a quanto accadrà nel futuro), ma nel

villaggio globale i due mondi sono ormai destinati a convivere, se vo-gliamo gomito a gomito. Il confronto è nella stessa aria che si respira, per-fettamente inevitabile.Ma si tratta di una sfida pacifica, qua-si di una corsa a chi sa fare meglio, di un raffronto, appunto di un dialogo. Anzitutto su quello che ci unisce: la fede in Dio. Nel tempo in cui il neo-paganesismo si sta diffondendo a macchia d’olio nel nostro Occidente, l’unione di tutti i credenti rimane certamente un segno di vitalità e di attualità della religione. Una rispo-sta a quel desiderio di infinito che giace al fondo di ogni cuore umano. La coscienza di avere lo stesso Padre si riverbera nell’impegno di conside-rarsi tutti fratelli. Fratelli musulmani, fratelli ebrei, fratelli dell’Asia e del-l’Africa.Il dialogo non potrà che essere arric-chente. Anche il cristiano può riceve-re molto dal contatto con questi cre-denti provenienti da altre regioni e da altre culture. Possiamo promuovere gli idea li che possono essere comu-ni “nel campo della libertà religiosa, della fratellanza umana, della buona cultura, della beneficenza sociale e dell’ordine civile”. Insieme, tutti i cre-denti sono chiamati a costruire un mondo migliore. Il popolo cristiano partecipa a questa costruzione con tutte le proprie irrinunciabili speci-ficità, che proprio gli atei devoti non hanno saputo riconoscere.

Giordano Frosini

in dialogo con i non credenti

Da Giona l’ottuso alla lettera “A Diogneto”La parola “vacanza” s’intreccia spontaneamente con “viaggio”. Proponiamo, allora, due particolari itinerari

per mare e per terra. Per mare, innanzitutto, seguendo uno strano personaggio biblico, un profeta renitente alla chiamata: s’intitola, infatti, In viaggio con Giona (San Paolo, pp. 69, euro 6) un vivace commento alla deli-ziosa parabola “marina” che vede per protagonista questo profeta gretto e integralista che non si rassegna ad accettare un Dio così generoso, universalista, amoroso. Il viaggio per terra, invece, ce lo descrivono i sette Rac-conti di un pellegrino russo, riproposto in una nuova versione opportunamente interpretata e commentata (Qi-qajon, pp. 328, euro 19). Sulle strade delle sconfinate distese delle steppe russe avanza questo “uomo e cristiano, peccatore e pellegrino”. Ma il suo è ovviamente un percorso non tanto topografico quanto interiore, condotto nelle regioni infinite dello spirito, dell’orazione e del mistero. Alla città degli uomini, ci conduce, invece, un altro testo celebre giunto a noi anonimo. È quella lettera A Dio-gneto che è ora riproposta una nuova versione col testo greco a fronte (Edb, pp. 76, euro 6). Scritto un po’ misterioso per genesi e tradizione, da collocare forse nel II-III secolo, questa lettera-trattatello ci affascina so-prattutto per le sue intuizioni folgoranti, come appunto quella che fa il cristiano cittadino e “anima del mondo”, eppure il nesso strettissimo tra peccato e perdono.

Gianfranco Ravasi

10 13 luglio 2006Territorio

regione A Serra de’ Conti l’’incontro tra la Giunta Spacca e i sindaci

enti locali, sinergia possibile

Pista ciclabilea Ponte Rio

Inaugurata a Ponte Rio l’isola ciclo-pedonale realizzata dalla ammi-

nistrazione comunale di Monterado. Accolti dal sindaco Andrea Rodano, dal vicesindaco Gianni Diamantini e dagli assessori Cristian Mazzoni e Tazio Gregorini, sono intervenu-ti alla manifestazione il Presiden-te della Provincia di Ancona Enzo Giancarli e l’Assessore Provinciale Patrizia Casagrande, oltre al sindaco di Castel Colonna Massimo Loren-zetti in rappresentanza dell’Unione dei Comuni e ad altre autorità. Il percorso riservato a pedoni e cicli-sti è stato tenuto a battesimo con un “giro” illustrativo al quale hanno preso parte anche numerosi cittadi-ni. Rodano ha posto l’accento sugli obiettivi dell’opera, messa in cantie-re nell’ottica di migliorare le condi-zioni di sicurezza delle categorie più deboli degli utenti della strada quali, appunto, i pedoni e i ciclisti. L’isola ciclo-pedonale, ha puntualizzato, si inquadra in una serie di altre im-portanti opzioni cui si intende dar corso: tra queste, la realizzazione della nuova rotatoria localizzata al-

l’incrocio tra la strada provinciale 18 e la provinciale 424, di cui sono stati già appaltati i lavori. Ringraziando il sindaco, il presidente della provincia Enzo Giancarli ha ribadito come la mobilità rappresenti oggi uno dei problemi più urgenti, e come sia importante che le amministrazioni periferiche diano spazio a tutte le soluzioni in grado di offrire risposte alle esigenze della comunità, met-tendo in campo -pur nelle ristrettez-ze finanziarie che affliggono attual-mente gli enti locali- tutta la propria capacità progettuale per migliorare la qualità della vita dei cittadini. Aprendo la cerimonia, Andrea Roda-no aveva anche consegnato una tar-ga-ricordo ad una insegnante della scuola dell’infanzia, Antonia Perro-ne, che lascia il servizio attivo dopo ben trent’anni trascorsi nella scuola di Ponte Rio, ed ha messo in rilievo il suo meritorio e generoso impegno nell’educare e formare tante genera-zioni di monteradesi…

Raoul Mancinelli

Nella foto: da sinistra, l’assessore provinciale Casagrande, il presidente

della provincia Enzo Giancarli e il sindaco Rodano con gli assessori

Gregorini e Diamantini.

l’ev

iden

zia

tore

La sintesi positiva delle richieste avanzate alla Giunta regionale, in

modo integrato e per priorità, dai sindaci della valle del Misa e Nevola, esemplifica il metodo che l’esecutivo regionale predilige: unificare gli inter-venti e la capacità progettuale del ter-ritorio, facilitando di conseguenza la programmazione amministrativa”. Il presidente Spacca ha concluso così la conferenza stampa dopo l’incon-tro con i Comuni di Arcevia, Serra de’ Conti, Barbara, Castelleone di Suasa, Corinaldo, Ostra, Ostra Vetere, Ripe, Castel Colonna, Monterado e Seni-gallia – tenutosi all’Antica Fornace di Serra de’ Conti - elogiando lo spirito di collaborazione dei sindaci e l’identità

di territorio.Dall’incontro sono emerse p r o b l e m a t i -che forti a cui la Giunta ha dato risposte precise nono-stante l’attua-le fase difficile dal punto di vista econo-mico e finan-ziario: tra le

priorità, è subito emersa l’esigenza di potenziamento delle reti tecnologiche. Su questo punto è stata sottolineata l’intenzione di ampliamento, sui ter-ritori collinari e montani, della banda larga, delle reti wireless e delle fibre ot-tiche con la totale copertura Adsl cui la Regione punta da tempo. Per la difesa attiva del sistema produt-tivo, l’esecutivo ha garantito che il set-tore manifatturiero, che qui ha le sue eccellenze nella confezione e nella cal-zatura, non solo non verrà abbandona-to con il suo indotto e il prezioso lavoro dei contoterzisti, ma avrà a disposizio-ne più attenzione e risorse, a partire dalla formazione. In tale ambito si in-tensificano i rapporti per innovazione

e ricerca con l’Università per favorire l’unificazione di conoscenze sul siste-ma produttivo. Ed è stato fissato per settembre un incontro di risposta alle numerose richieste di studenti sul ter-ritorio, per la prossima realizzazione in loco di un Istituto Tecnico Industriale.Nella prospettiva di valorizzazione e recupero di centri storici, alla doman-da di maggiori risorse da utilizzare anche con finalità turistiche, la Giunta ha risposto facendosi carico della rac-colta di schede progettuali da proporre all’Unione Europea per ottenere fondi destinati a nuovi interventi di riqualifi-cazione urbana. Ribadite infine le linee di intervento avviate sulle infrastruttu-re viarie, prima fra tutte la terza corsia autostradale e la Statale 76, come pro-spettato già dal recente incontro con il ministro Di Pietro, che recepiscono in toto le esigenze avanzate. Al termine dell’incontro, estremamente cordiale, il presidente Spacca ha dona-to una targa ricordo agli undici sindaci: Silvio Purgatori, Bruno Massi, Raniero Serrani, Giovanni Biagetti, Livio Scat-tolini, Lorenzo Cioccolanti, Massimo Bello, Sandrino Grossi, Massimo Lo-renzetti, Andrea Rodano e Luana An-geloni per la quale erano presenti due assessori di competenza.

Martedì 11 luglio, alle ore 19, è stata inaugu-rata in Arcevia al Palazzo dei Priori, la mostra fotografica di Edicole Sacre, Croci ed Oratori, patrocinata dal Comune e dalla Pro Loco. Orario di apertura: giovedì e venerdì dalle 16,30 alle 19,30; sabato e domenica dalle 10,30 alle 12,30 e dalle 16,30 alle 19,30. Per informazioni: tel. 0731-984561; e-mail: [email protected] – www.arceviaweb.it

in mostra ad arcevia

Luoghi di storia sacra

Ci vedo, ci sento e ho la mente buona. Ho sempre affrontato la vita con molta se-

renità e molta pazienza, accettando tutte le cose belle e meno belle. La vostra presenza qui mi commuove.” Queste le parole di “nonna” Ida Bomprezzi subito dopo aver tagliato il traguardo dei cento anni (data di nascita: 7 luglio 1906). A farle corona, alla Casa di Riposo “Velia Vici” di Arcevia sono stati parenti, amici e “tifosi”, in testa ai quali il parroco don Sergio Zandri ed il sindaco Silvio Purgatori, che ha portato i saluti dell’Amministrazione Comu-nale. “Nelle società tradizionali, la vecchiaia (ora chiamata eufemisticamente la terza età) era considerata con grande rispetto e gli anziani erano considerati i depositari della saggezza e dei valori su cui si basava quella determi-nata cultura. Nelle società in cui la vecchiaia è accettata come parte della struttura sociale, gli anziani rimangono estremamente vigoro-si.” Al cospetto della lucida e serena signora Ida Bomprezzi (dalla vista buona), il primo cittadino ha sollecitato una molto più viva

attenzione al potenziale proficuo ruolo ed al possibile progredito profilo di chi è in là con gli anni, contro i rischi e gli spettri della marginalità.“Molto spesso gli anziani, nelle nostre socie-tà altamente “progredite”, hanno abdicato al loro ruolo di guide, espropriati del proprio valore, già prima della fine del ciclo produt-tivo.Purtroppo, nella nostra cultura è diffusa l’idea che la vecchiaia sia un tempo inutile. Si diventa vecchi quando si perde l’essenza della vita, la capacità di essere flessibili. Le persone che invecchiano bene seguono il loro istinto e trovano quello che fa per loro.” Ha trovato l’ispirazione puntuale ed il metro giusto Rosa Vennarini (poetessa, anch’essa ospite attiva della Casa di Riposo “Velia Vici” di Arcevia), che ha dedicato a Ida Bomprez-zi versi evocativi ed augurali, legati da un filo di seta.

Umberto Martinelli

Cento! Cento!Lunga siepe, lieto traguardo!Tronco contorto, corroso da tante tempeste:bagliore di luce nel buio della notte;giorno incerto, ore incantate,stelle filanti, canti di pioggia.Bastione a difesa: sogni svanitiper sentieri tortuosi e nudi:nessun conforto al di là delle mura millenarie.Su un foglio tutto biancouna macchia d’inchiostronel soffio potente del vento, che nessuno sa!Nel fragore del tuonola forza irresistibile, un volto risplendenteun nome da sempre.Un filo di seta lega parole misterioseVoci echeggiano festose, per les rues.Sono cento! Sono cento!Auguri! Buon compleanno Ida!

arcevia Gli auguri del sindaco Silvio Purgatori

nonna ida ha 100 anni

Un segnale positivo che dimostra la grande vitalità del nostro sistema produttivo, in grado di generare nuova imprendi-torialità nonostante analisi infauste e la crisi di un comparto che risente della forte concorrenza internazionale”: così il

presidente della Regione, Gian Mario Spacca, ha salutato l’ inaugurazione dell’ area artigianale comprensoriale lungo la strada provinciale Castiglionese, realizzata con un contributo regionale dal Comune di Serra dé Conti. “La nascita di una nuova area produttiva - ha aggiunto Spacca - rappresenta un vero punto di forza per la comunità che sa reagire concretamente alle dif-ficoltà”. L’inaugurazione ha preceduto l’ incontro della giunta regionale con gli 11 sindaci della Valle del Misa e Nevola presso il complesso Antica Fornace Laterizi di Serra dé Conti nell’ ambito del programma di incontri con gli enti locali. I 16 lotti del polo produttivo predisposti sono già stati tutti assegnati, “segno ulteriore di vivacità che caratterizza la regione, capace di organizzarsi e collaborare con concretezza e capacità amministrativa - ha commentato Spacca ”. Il sindaco di Serra dé Conti, Bruno Massi, ha ricordato che l’ area artigianale (oltre 60 mila metri quadrati) è stata realizzata grazie alla volontà dell’ amministrazione comunale in collaborazione con gli imprenditori della zona. Il Comune ha acqui-stato l’ area da privati, ha provveduto alla sistemazione e urbanizzazione con i contributi regionali e ha poi venduto i lotti al prezzo di circa 32 euro al metro quadro, come cifra iniziale, senza intermediari.

16 lotti di vitalità

13 luglio 2006 11Territorio

mondolfo Le manifestazioni estive, tra musica e cultura

Iniziative per tutti

corInaldo Stage: un’opportunità per fare esperienze

Giovani e lavoroNelle Marche la piaga degli incendi

tende a colpire sempre meno: nel 2005 si sono verificati 27 incendi boschivi (rispetto ai 37 del 2004), che hanno tra-sformato in cenere 38 ettari di territorio (a fronte dei 94 ha del 2004), la maggior parte dei quali di boschi e foreste . E’ un dato confortante che emerge da “Ecosi-stema Incendi 2006”, l’indagine Naziona-le di Legambiente e Dipartimento della Protezione Civile per fotografare la reale situazione dei comuni italiani nella lotta agli incendi boschivi. “Ecosistema incendi” è stata realizzata in occasione di “Non scherzate col fuo-co”, campagna nazionale di monitorag-gio, prevenzione ed informazione sugli incendi boschivi di Legambiente e del Dipartimento della Protezione Civile, or-ganizzata per la prima volta quest’anno, anche in collaborazione con la Regione Marche, oltre agli scout dell’Agesci e del Cngei, l’Associazione Nazionale Vigili del Fuoco in Congedo, l’Associazione Nazionale Alpini e la Regione Sicilia. Un week end di sensibilizzazione, quello di “Non scherzate col fuoco” della scorsa settimana, che nelle Marche ha registra-to oltre 40 adesioni con iniziative che

hanno coinvolto cittadini e amministra-tori: da passeggiate alla scoperta delle fo-reste, ad azioni concrete di manutenzio-ne e pulizia per intervenire sulle troppe discariche abusive che spesso vengono mimetizzate nei boschi, ripulendo cigli stradali e sentieri, passando per i tanti gruppi comunali di Protezione Civile, la Forestale e i Vigili del fuoco che hanno organizzato stand e punti informativi in molte piazze.Nel biennio 2003-2004 soltanto 41 comu-ni marchigiani, il 17% del totale, hanno subito almeno un incendio di estensione pari o superiore ad un ettaro. Quasi la metà di queste amministrazioni sono tutte nella provincia di Pesaro e Ur-bino, che ha visto il 28% dei suoi comu-ni interessati dagli incendi boschivi nel biennio 2003-2004. Nel biennio 2003-2004, questi 41 Comu-ni hanno subito complessivamente 119 incendi, con una superficie percorsa dal-le fiamme di oltre 462 ettari. Nella Pro-vincia di Pesaro e Urbino oltre la metà degli incendi e la metà della superficie percorsa dal fuoco di tutta la Regione nel biennio ‘03/’04.

S.C.

E’ iniziato ed è entrato nel pieno del-le attività il corso di primo orienta-

mento al lavoro che vede protagonisti decine di giovani corinaldesi. Sono in-fatti 35 le borse lavoro messe a dispo-sizione dall’amministrazione comunale di Corinaldo per un progetto che ha lo scopo di favorire un primo approccio nei confronti del mondo del lavoro da parte di giovani studenti delle scuo-le medie superiori. I ragazzi, dopo un incontro a carattere teorico, sono stati abbinati ad un ufficio, ad un’azienda o ad un servizio nel territorio di Corinal-do sulla base di alcuni criteri, tra i quali la coerenza con il percorso di studi e le preferenze espresse dai ragazzi stessi. L’iniziativa culmina con uno stage la-vorativo della durata di ottanta ore che si protrae nei mesi di luglio e agosto. Gli stagisti vengono quindi inseriti in un ambiente di lavoro, con il suppor-to di una guida in grado di sostenerli in questa attività che ha una significa-tiva valenza formativa. Si tratta infatti di mettere in pratica una prima espe-rienza di lavoro da parte di studenti la cui età oscilla tra quindi e sedici anni circa.

Lo stage lavorativo estivo è ormai di una consuetudine, ogni anno c’è una massiccia partecipazione da parte dei giovani. Al termine del corso di primo orientamento al lavoro ai partecipanti viene rilasciato un attestato di parteci-pazione e viene erogata una quota di 180 Euro a titolo di borsa lavoro. C’è soddisfazione da parte dell’ammini-strazione comunale che ha voluto pro-muovere questa iniziativa nella con-vinzione che un adeguato approccio nei confronti del mondo del lavoro sia utile per formare i giovani e per orien-tare adeguatamente le future scelte professionali.

Ilario Taus

Con il passaggio della titolarità sulla strada

“Arceviese” dall’Anas alla Provincia, parte il primo grande lotto di lavori di modifica del tracciato. Sono state aperte in questi giorni le buste per l’asse-gnazione dell’appalto per il primo stralcio (finan-ziato con oltre 9 milioni di euro) del primo lotto della nuova Arceviese. Presto, quindi, partiranno i lavori per la modifica del tracciato della strada che collega Senigallia con Ar-cevia e con l’Umbria, arte-ria importante della viabi-lità provinciale, ma ormai inadeguata a supportare l’attuale volume di traffico. In questa zona era stata evidenziata da tempo la necessità di arrivare ad una soluzione definitiva per quello che concerne la viabilità - commenta il presidente della Provincia di Ancona Enzo Giancarli - Il passaggio di funzioni e competenze dallo Stato agli enti locali è servito per definire in fretta la questione attraverso un progetto di largo respiro che non è certo soluzione tampone. Il primo stralcio del primo lotto prevede la creazi-one di un nuovo asse trasversale lungo circa 3 km e 800 metri, di col-legamento fra la strada provinciale 360 Arceviese all’altezza della rotatoria di Pianello ovest, con la strada provinciale 18 Jesi-Monterado poco prima della rotatoria di Ripe. Il complesso piano delle opere avviato dalla Pro-vincia (per il quale è stato sottoscritto un protocollo con gli 11 Comuni del comprensorio Senigal-lia, Arcevia, Ostra, Ostra Vetere, Corinaldo, Barbara,

Ripe, Monterado, Castel Colonna, Serra de’ Conti, Castelleone di Suasa), è stato impostato subito dopo il passaggio, cinque anni fa, delle competenze dall’Anas all’ente locale, in modo da risolvere in fret-ta una situazione sempre più difficile. L’operazione di miglioramento pre-vede, fra l’altro, il trasferi-mento del tracciato sulla Corinaldese, da Senigallia a Passo Ripe. Oltre alla nuova Arceviese, la cui sede stradale sarà por-tata, per l’intero tracciato dagli attuali 8 metri a 10, nella zona sono già state realizzate le tre rotatorie di Ripe, Borgo Bicchia e Serra dei Conti, mentre sono ancora in corso le progettazione per ill ri-facimento di un tratto di 7 km fra Borgo Bicchia e Ripe, la corsia centrale di inserimento a Borgo Cat-ena, una corsia centrale di accumulo a Cannella, dove verrà anche allargato il cavalcavia, e di una rota-toria a Brugnetto. Altri massicci interventi sono previsti nel tratto Pi-anello di Ostra-Arcevia nei comuni di Ostra Vetere, Barbara e Serra dei Conti. L’intervento è suddiviso in quattro lotti, per quello iniziale sono stati stanziati 12 milioni euro (fra cui i 9 milioni del primo stralcio), per il secondo 5 milioni e 684 mila euro che ser-viranno all’adeguamento della SP12 tra Brugnetto di Ripe e Senigallia, per il terzo 8 milioni e 191 mila euro destinati alla riquali-ficazione della SP360 fra Serra de’ Conti e Pianello, per il quarto un milione di euro da utilizzare per la riqualificazione della SP 360 tra Arcevia e il bivio della Colonnetta.

lavorI In corso

L’arceviese cambia gestione

Incendi, va meglioreGIone I dati della campagna “Non scherzate col fuoco”

Oltre 60 eventi, per vivere l’estate a Mondolfo e Marotta. Sono questi

i numeri del calendario delle manife-stazioni estive 2006 che, curato dall’As-sessorato al Turismo e dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Mondolfo, è già disponibile nel sito internet del Comune e sarà distribuito a breve nel territorio. “Ci siamo insediati i primi di giugno – ci hanno detto l’Assessore alla Cultura Laura Servadio ed al Tu-rismo Sergio Sgamini – ed abbiamo subito messe mano al calendario delle manifestazioni estive giungendo alla sua compilazione in tempi da record, grazie alla collaborazione delle tante associazioni che fattivamente animano il nostro territorio”. In effetti nell’estate di Mondolfo e Marotta ce ne è davvero per tutti i gusti, dalla cultura, alla musi-ca, all’allegria, alla festa, allo shooping, con attenzione anche alle famiglie con bambini. Si va così dalle mostre foto-

grafiche al Bastione di S.Anna nel Ca-poluogo (quella attualmente in corso su “Mondolfo com’era”, con a segui-re “Come ci divertivano”, per fare due esempi), a quelle nella Sala Arcobaleno a Marotta. Anche esposizioni di pittu-ra, e tanto artigianato, sia lungo Viale Carducci che nella Piazza del Comu-ne o al Molo, con appuntamenti setti-manali. Appuntamenti cadenzati, del resto, anche per vivere la musica, con Ballando in Piazza… Kennedy: e non vogliamo poi dimenticare, il 3 agosto, “Fragile Rock” concerto di beneficenza a favore dell’Associazione Osteogene-si Imperfetta, in piazza Borroni, dove particolare è stato l’impegno dell’Asses-sorato alle Politiche Giovanili assieme ai giovani del Comune, come nel caso del Summer Rock Festival. Non man-ca ovviamente il teatro, una vera pas-sione dei mondolfesi, quello dialettale che sempre con grande professionalità

mette in scena, fra gli altri, il gruppo teatrale “Il Crogiuolo”; i concerti del S.Cecilia, poi, saranno presenti in tutto il territorio e, il 6 agosto, ecco la visita in notturna alla Chiesa Altomedievale di S.Gervasio, il gioiello romanico ap-pena restaurato. Serate pure di intrat-tenimento, quelle previste nell’estate di Mondolfo e Marotta, di sport e di tradizione. Così il torneo del pallone col bracciale (dal 24 al 30 luglio), di ruzzola (20 agosto), la rievocazione storica de La Cacciata (ultima dome-nica di luglio). Attenzione particola-re, dicevamo, pure per i bambini, con “Giocolandia. La Ludoteca va in vacan-za” i mercoledì sera in Piazza Kennedy ed il Ludobus in Piazzale Borroni (1 e 21 agosto). Non è certo possibile rias-sumere ed elencare tutto il programma – consultabile nel sito www.comune.mondolfo.pu.it - nel quale non è stato tralasciato nemmeno uno spazio alla memoria, il 18 agosto con il 62° anni-versario della Liberazione, ed i primi di settembre con una mostra dedicata ai bombardamenti aerei su Mondolfo nella Seconda Guerra Mondiale. “Non è stato facile – sottolineano l’Assessore Sgomini e Servadio – riuscire in poco tempo a programmare la stagione, e di questo ce ne rammarichiamo. Siamo certi però che i nostri ospiti ed i concit-tadini potranno trascorrere una serena ed allegra estate a Mondolfo e Marotta, per vivere, come vuole il nostro slogan, due vacanze in una”.

Alessandro Berluti

Tre incontri pubblici per dare informazioni su altrettanti argomenti strettamente connessi alla nostra quotidianità. Nell’arco di sei giorni (dal 12 al 18 luglio) l’Amministrazione municipale si confronterà

tre volte con la cittadinanza (sempre alle ore 21 presso il sole comunale) per dibattere di Wdsl (Inter-net satellitare), di risparmio energetico e di raccolta differenziata dei rifiuti. S’inizierà mercoledì 12 con l’intervento di alcuni esperti tecnici e commerciali delle società Sic1 e No cable che illustreranno le modalità per accedere all’ Adsl satellitare (Wdsl) e navigare così più velocemente su Internet tramite il sistema Wireless senza la necessità di avere un telefono fisso. Un progetto che potrebbe rivelarsi fonte di risparmio sia per gli utenti privati ( cittadini e aziende ) sia per le istituzioni ma che per diventare opera-tivo necessiterà di almeno 30 / 40 adesioni. Venerdì 14 incontro sul tema ‘Energia alternativa, risparmio energetico con pannelli fotovoltaici e solari’. Il sipario sul calendario d’incontri calerà martedì 18: in sin-tonia con il Cir 33, il Comune proseguirà la campagna di sensibilizzazione alla raccolta differenziata dei rifiuti e al compostaggio domestico.

L.P.

Barbara: incontri con la cittadinanza

12 13 luglio 2006Cultura

ostra vetere Serata dedicata allo scrittore Umberto Piersanti

Un poeta tra le canzoni

La crociata rimane per lungo tempo un model-lo mentale a cui ispirarsi. L’età moderna inizia

con la scoperta dell’America. La violenta e brutale conquista di queste terre viene giustificata dalla co-scienza europea con l’ideologia religiosa, applican-do il criterio della crociata, per la conversione degli infedeli. Per la legge di “riquierimento” i conquista-tori dovevano intimare agli indigeni di convertirsi al cristianesimo, in caso di rifiuto, potevano ridurli in schiavitù. Ogni ribellione a tanta ingiustizia “giusti-ficava” stragi e massacri. In questa situazione la co-scienza evangelica insorge soprattutto per opera dei religiosi domenicani. Bartolomeo Las Casas, il più noto tra questi, energicamente protesta: “Cristo non

ha dato a nessuno il potere di reprimere e di molestare gli infedeli che si rifiutano di ascoltare la predicazio-ne della fede...ha lasciato ogni uomo in una libertà, tranquillità e pace piene: a nessuno ha fatto violenza, a nessuno ha tolto i propri beni, i propri diritti, la pro-pria libertà...né lo ha ob-bligato a sottomettersi con il terrore delle armi”.Lo spirito della crociata viene applicato alla lotta contro gli eretici nel Con-cilio Lateranense IV del 1215, da Innocenzo III, il massimo rappresentante

della teocrazia: “I cattolici che, presa la croce, si ar-meranno per sterminare gli eretici, godranno delle indulgenze e dei santi privilegi, che sono connessi a quelli che vanno in aiuto della Terra Santa”. Nasce così la guerra di religione tra fazioni opposte dello stesso cristianesimo. La prima esplosione di questa guerra colpisce gli albigesi, ma la sua più grande manifestazione è la guerra tra cattolici e protestanti; guerra infinita, più che mai violenta, crudele, de-vastante che per circa cento anni ha condizionato la vita dell’Europa, dal massacro di Vassy (1562) alla pace di Wetfalia (1648). Certo sotto l’ideologia religiosa si celavano ben altri interessi, soprattutto politici, ma rimane lo scandalo della guerra feroce

tra cristiani che hanno come primo comandamen-to e segno distintivo l’amore. ui va notato non solo l’oblio dello spirito evangelicoquiQui va notato non solo l’oblio dello spirito evangeli-co sopraffatto dalle sottili argomentazioni della teo-logia della guerra, ma soprattutto l’enorme distan-za tra la teoria della guerra giusta e l’inenarrabile crudeltà dei fatti. Erasmo da Rotterdam con il suo umanesimo evangelico ne stigmatizza la blasfema iniquità. “Gli eserciti vanno all’attacco portando ognuno in-nanzi a sé il segno della croce... sotto questo sacro segno divino, che simboleggia la perfetta e ineffa-bile comunione dei cristiani, si corre al reciproco massacro e di un’azione così empia si rende Cristo garante e spettatore”.Le guerre di religione generano una grande crisi di coscienza nella cultura europea, tanto che il proces-so di secolarizzazione moderna assume ora toni di forte anticlericalismo. Se le religioni rivelate, nella presunta assolutezza, non possono fare a meno di farsi guerra, generando distruzione e morte, la so-luzione più ragionevole è l’abbandono delle religio-ni positive in favore della religione naturale che ha come unico fondamento la ragione umana, uguale in tutti gli uomini. Questa volta la contestazione alla guerra, più che da ristretti gruppi di riformismo religioso, viene dal-la ragione nella sua forma più laica e anticlericale. Purtroppo anche la fratellanza costruita sul fonda-mento della ragione illuministica non ha saputo af-francarsi dalla violenza.

Vittorio Mencucci

Ostra Vetere, giovedì 13 luglio, si co-lora di musica e poesia, con un ap-

puntamento culturale e musicale, che si svolgerà in Piazza Don Minzoni nell’affa-scinante cornice del centro storico. Tanto vero divertimento, uno spettacolo coin-volgente per tutti, tra poesie, racconti, musiche, balli italiane ed internazionali.Una manifestazione ideata da Paolo No-tari, presentatore ed inviato Rai per “Uno Mattina”, che avrà come protagonisti il poeta e scrittore urbinate Umberto Pier-santi ed i musicisti Ruben Bisognin al pia-noforte, Federico Lenci al sax, Marinella Mazzoni come ballerina, oltre allo stesso Notari che condurrà l’appuntamento sera-le ad Ostra Vetere.“Un’occasione da non perdere – dice il Sindaco di Ostra Vetere Massimo Bello - perché con questo spettacolo si propo-ne di portare la poesia nelle piazze delle piccole e gloriose cittadine verso cui oggi si è ridestato grande interesse e con l’ap-porto della musica e del ballo siamo con-vinti che lo spettacolo risulterà al grande pubblico piacevole e divertente, pur man-tenendo intatto lo spessore culturale. Ri-teniamo che favorire tale iniziativa sia un

dovere civile e culturale nei confronti del-la letteratura italiana e marchigiana e che porterà prestigio al nostro territorio”.“Un Poeta tra le Canzoni” sarà un cock-tail di poesie, racconti, musiche e canzo-ni italiane ed internazionali attraverso la voce di Umberto Piersanti, che non solo è docente di sociologia della letteratura all’Università di Urbino, ma è stato anche già segnalato per il Nobel. Piersanti si esi-birà sul palcoscenico, esaltando le Mar-che come terra di grandi poeti e scrittori, e parlando all’interno di uno spettacolo condotto sul filo della memoria, capace di unire poesia, racconto e musica senza de-magogia né accademia.

Richiami del deserto

di Andrea Gasparino

Si tratta di una raccolta di pensieri, spesso bre-

vi, suddivisi in tredici tematiche che corrispondono ai capitoli del libro. Lo stile personalissimo di A. Gasparino è evidente in queste pagine dove la brevità dei pensieri è anche una scelta di discrezione, per lasciare a chi legge uno spazio di riflessione personale e la possi-bilità di leggere e rileggere queste provocazioni fino a che non siano assimilate e contribuiscano alla formazione di una mentalità più vicina al Vangelo. Contemplazione, parola di Dio, de-serto, povertà, gioia…sono alcuni dei temi che vengono commentati in queste pagine.

. Edizioni Paoline

Euro 7,50

IL L

IBRO

Marche: fotografia creativa e territorioserra de’ conti� Il primo festival internazionale per dare spazio alle immagini che parlano di luoghi vicini

Nei mesi di luglio e settembre 2006, nel territorio del Comune di Serra de’Conti avrà luogo la prima edi-

zione della manifestazione “Marche: Fotografia creativa e territorio”. Obiettivo del festival è d’istituire un appun-tamento annuale di prestigio internazionale dove valo-rizzare tramite l’utilizzo creativo del mezzo fotografico, le realtà locali quali il paesaggio, l’arte, la gastronomia, le tradizioni popolari, le attività produttive; come stru-mento per dare una risposta qualificata alla competizio-ne imposta dai mercati globali.Il programma di questo primo appuntamento prevede: - Una serie d’incontri e dibattiti con operatori del set-tore (photo editors, responsabili d’agenzia, editori, giornalisti,ecc.) di riconosciuto prestigio, saranno un importante momento di confronto sulla funzione di questo fondamentale mezzo espressivo nella valorizza-zione delle realtà locali. - La realizzazione di workshops affidati a fotografi di fama internazionale, distinti per il

carattere fortemente creativo nel loro modo di raccon-tare gli avvenimenti. - Una nutrita serie di mostre, d’im-portanti artisti fotografi, ospitate in importanti luoghi di questo territorio ricco di storia, porranno l’accento su diversi aspetti delle nuove tendenze della fotografia contemporanea. - Appuntamento clou del festival è la assegnazione del premio “Marche Fotografia”, riservato a studenti di scuole, accademie e università d’arte, foto-grafia e comunicazione europee, con lo scopo di dare un contributo concreto al futuro professionale dei giovani impegnati in queste discipline.Venerdì 14 luglio, nell’ambito del festiva, verrà inagurata la mostra di Luca Maria Patella, è uno dei rappresentanti di rilievo delle Arti Visive italiane degli ultimi trent’an-ni. Svolge una ricerca, che si attua mediante numerosi media espressivi sperimentali (dalla pittura all’installa-zione, dalla fotografia, il film, il video, il suono, al libro o al computer e le reti telematiche), senza mai perdere il

contatto con una profonda matrice estetica e poetica.Sue opere si trovano nelle Collezioni di Musei quali lo Stedelijk Museum, Amsterdam; il Modern Art Museum, New York; la Fondazione G. Matta-Clarck, Antwerpen; La Galleria Nazionale d’Arte Moderna.Luca Patella ha esposto e tenuto Antologiche in numerosi Musei e gal-lerie internazionali (Roma, Milano, Torino, Napoli, New York, Philadelphia, Chicago, Montreal, Tokyo, Kyoto, São Paulo, Parigi, Lione, Marsiglia, Reims, Londra, Am-sterdam, Antwerpen, Ginevra, Madrid, Varsavia, Mo-sca, Buenos Aires, Sidney, New Delhi) e partecipato a 6 edizioni della Biennale Internazionale d’Arte di Venezia (1966-1993); o a Photomedia e Fotografia Italiana 1939-1989, Pal. Fortuny, Venezia, 1989; o L’Autre Mémoire, Mai de la Photo, Ville de Reims, 1993. Una delle sue in-stallazioni fotografiche multimediali più recenti: presso Novecento, Arte e Storia in Italia, Roma 2000-2001.

Carlos Pilotto

Inaugurata presso il Museo Co-munale d’Arte Moderna, del-

l’Informazione e della Fotografia (Via Pisacane, 84) una mostra di Mino Ceretti dal titolo “Carte 1956-2005”. Nato a Milano nel 1930, Ceretti ha determinato a metà degli anni ’50 una tenden-za definita “realismo esisten-ziale”. Negli anni successivi ha quindi lavorato nella direzione di una rinnovata ricerca figura-tiva per rintracciare i valori co-stitutivi dell’atto pittorico, al cui centro si collocano i problemi di frammentazione, disgregazione e riaggregazione dell’immagine. Ceretti ha insegnato nelle acca-demie di Milano, Carrara, Vene-zia e Torino, tenendo numerose mostre personali in Italia e par-tecipando a numerose rassegne e manifestazioni espositive in Italia e all’estero. La mostra potrà essere visita-ta negli orari di apertura della struttura: dal martedì al saba-to nella fascia oraria antimeri-diana 8,30-12,30 e nei pome-riggi dal martedì al venerdì in orario 15,45-18,30.

Le ‘Carte’ di Mino Ceretti

i�dee Breve viaggio tra i conflitti per ‘difendere’ o per imporre violentemente la propria fede

Delle guerre di religione

13 luglio 2006 13Spettacolo

musica� Guy Bovet ha aperto il Festival Organistico di Senigallia

Tutti i suoni della tastiera

La crociata rimane per lungo tempo un model-lo mentale a cui ispirarsi. L’età moderna inizia

con la scoperta dell’America. La violenta e brutale conquista di queste terre viene giustificata dalla co-scienza europea con l’ideologia religiosa, applican-do il criterio della crociata, per la conversione degli infedeli. Per la legge di “riquierimento” i conquista-tori dovevano intimare agli indigeni di convertirsi al cristianesimo, in caso di rifiuto, potevano ridurli in schiavitù. Ogni ribellione a tanta ingiustizia “giusti-ficava” stragi e massacri. In questa situazione la co-scienza evangelica insorge soprattutto per opera dei religiosi domenicani. Bartolomeo Las Casas, il più noto tra questi, energicamente protesta: “Cristo non

ha dato a nessuno il potere di reprimere e di molestare gli infedeli che si rifiutano di ascoltare la predicazio-ne della fede...ha lasciato ogni uomo in una libertà, tranquillità e pace piene: a nessuno ha fatto violenza, a nessuno ha tolto i propri beni, i propri diritti, la pro-pria libertà...né lo ha ob-bligato a sottomettersi con il terrore delle armi”.Lo spirito della crociata viene applicato alla lotta contro gli eretici nel Con-cilio Lateranense IV del 1215, da Innocenzo III, il massimo rappresentante

della teocrazia: “I cattolici che, presa la croce, si ar-meranno per sterminare gli eretici, godranno delle indulgenze e dei santi privilegi, che sono connessi a quelli che vanno in aiuto della Terra Santa”. Nasce così la guerra di religione tra fazioni opposte dello stesso cristianesimo. La prima esplosione di questa guerra colpisce gli albigesi, ma la sua più grande manifestazione è la guerra tra cattolici e protestanti; guerra infinita, più che mai violenta, crudele, de-vastante che per circa cento anni ha condizionato la vita dell’Europa, dal massacro di Vassy (1562) alla pace di Wetfalia (1648). Certo sotto l’ideologia religiosa si celavano ben altri interessi, soprattutto politici, ma rimane lo scandalo della guerra feroce

tra cristiani che hanno come primo comandamen-to e segno distintivo l’amore. ui va notato non solo l’oblio dello spirito evangelicoquiQui va notato non solo l’oblio dello spirito evangeli-co sopraffatto dalle sottili argomentazioni della teo-logia della guerra, ma soprattutto l’enorme distan-za tra la teoria della guerra giusta e l’inenarrabile crudeltà dei fatti. Erasmo da Rotterdam con il suo umanesimo evangelico ne stigmatizza la blasfema iniquità. “Gli eserciti vanno all’attacco portando ognuno in-nanzi a sé il segno della croce... sotto questo sacro segno divino, che simboleggia la perfetta e ineffa-bile comunione dei cristiani, si corre al reciproco massacro e di un’azione così empia si rende Cristo garante e spettatore”.Le guerre di religione generano una grande crisi di coscienza nella cultura europea, tanto che il proces-so di secolarizzazione moderna assume ora toni di forte anticlericalismo. Se le religioni rivelate, nella presunta assolutezza, non possono fare a meno di farsi guerra, generando distruzione e morte, la so-luzione più ragionevole è l’abbandono delle religio-ni positive in favore della religione naturale che ha come unico fondamento la ragione umana, uguale in tutti gli uomini. Questa volta la contestazione alla guerra, più che da ristretti gruppi di riformismo religioso, viene dal-la ragione nella sua forma più laica e anticlericale. Purtroppo anche la fratellanza costruita sul fonda-mento della ragione illuministica non ha saputo af-francarsi dalla violenza.

Vittorio Mencucci

Settimanale della Diocesi di SenigalliaPiazza Garibaldi, 3 - 60019 Senigallia (An)

Tel. 071/64578 - Fax 071/7914132 e-mail:[email protected]

sito:www.vocemisena.it

Direttore editoriale: Gesualdo Purziani Direttore responsabile: Giuseppe Cionchi Redazione: Laura Mandolini, Tullio Piersantelli, Rosaria Cenerelli, Giancarlo Mazzotti Collaboratori: Alessandro Berluti, Fabrizio Chiappetti, Roberto Ferretti, Luca Giancarli, Anna Gobbetti, Elvio Grossi, Simone Mandolini, Roberto Mancini, Leonardo Marcheselli, Vittorio Mencucci, Giuseppe Nicoli, Leonardo Pasqualini, Michele Pinto, Stefania Sbriscia, Giorgio Silvestri, Luciano Sole, Federica Spinozzi, Ilario Taus, Raoul Mancinelli, Umberto Martinelli.

Tecnici: Speranza Brocchini, Daniele Guidarelli, Anna Maria Roberti, Mariannina Puerini, Pietro Scattolini Realizzazione grafica e stampa: Galeati Industrie Grafiche S.p.A. - Imola (www.galeati.it)Tiratura:4000 copie

Abbonamento annuo ordinario: € 35 da versare sul cc.postale n. 10514602

Un pubblico davvero entusiasta ha accolto alla Chiesa Santa Maria

della Neve il recital del Maestro Guy Bovet, che ha aperto la 5° edizione del “Festival Internazionale Organistico Città di Senigallia”. Un concerto che anche la parte del pubblico più raffina-to non ha esitato a definire stupendo. Grande genialità unita ad un’appro-fondita conoscenza storica della prassi esecutiva. Semplicemente un fuori-classe capace di coniugare sapienza tecnica e filologica con l’estrosità di un talento innato per l’arte dei suoni in tutte le loro sfumature significative.La parte del concerto di musica antica spagnola, Bovet l’ha eseguita con un significato espressivo mai udito. L’in-cisività ritmica del metro spagnolo, unita ad una verve espressiva non da poco, sono emerse nei diversi timbri di uno strumento mai ascoltato sotto questo profilo.La Direzione Artistica del Festival curata da Federica Iannella ha infatti pensato al concerto del maestro pro-prio come un’occasione straordinaria per ascoltare la voce o meglio le voci e i tanti registri dell’organo Pinchi – Opus 422 che dal 2003 si lascia suona-re dai più grandi organisti del mondo.Non pago del successo della prima parte del recital, Bovet ha fatto ascol-tare al pubblico l’andante di Mozart e la passacaglia di Bach, in un’esecuzio-ne tutta a memoria, con cambi di regi-stri azionati da lui stesso. Una genia-lità fuori dal comune. Bravissimo. Il concerto si è poi concluso con i “tan-gos ecclesiasticos”. Composizioni dav-vero originali, belle, di buon impatto nella sensualità dell’affetto espressivo del tango. Il pubblico, in stato di tota-le esaltazione, ha chiesto più volte un bis. Nel concederlo, Guy Bovet ha vo-luto improvvisare una specie di pout pourry di famosi temi classici (Bolero

di Ravel, vari temi mozartiani...) uni-ti tra loro da originalissime “trovate” compositive del maestro.Apprezzato in tutto il mondo anche per aver contribuito alla diffusione della pratica antica di esecuzione al-l’organo, Bovet tiene in media una ses-santina di concerti l’anno. Particolare il suo legame con il sud America dove ha anche collaborato al recupero e censimento di antichi organi per conto di Unesco e Fondazione Pro Helvetia.La maggior parte delle sue incisioni sono realizzate su strumenti storici tra cui l’integrale dell’opera per organo di Jehan Alain sull’organo della famiglia Alain, restaurato e installato vicino a casa di Bovet a Romainmôtier (Sviz-zera). Molte hanno anche ottenuto il “Laser d’Or” de l’Académie française du disque. Oltre che interprete di par-titure altrui, Bovet è anche composito-re eseguito in tutto il mondo.Ha lavorato anche per teatro e cine-ma. Ha composto per organo e orche-stra, musica corale, opera, come anche una commedia musicale da chiesa “La conférence des animaux” (1995).Bovet è attualmente organista titolare della Collégiale de Neuchâtel, profes-sore alla Musikhochschule di Basilea, maestro di corsi straordinari all’Uni-versità di Salamanca, cittadino ono-rario di Dallas, dottore honoris causa all’Università di Neuchâtel. È anche editore della rivista “La tribune de l’Orgue” e appassionato di lingue (ne parla correntemente almeno una doz-zina tra cui russo e finlandese). Nato nel 1942 a Neuchâtel, ha studiato con Jeanne Bovet, Marie Dufour, André Luy, Pierre Segond et Marie-Claire Alain.Il prossimo appuntamento con il Fe-stival Organistico è per giovedì 13 con Jürgen Wolf (Lipsia).

Alessandro Piccinini

MOSTREFabriano - Spedale di Santa Maria Buon Gesù, Piazza San Giovanni, “Gen-tile Da Fabriano e l’altro Rinascimento”, una grande mostra internazionale di uno dei protagonisti assoluti dell’arte del ‘400 Informazioni: 199199111. 1. Arcevia - Chiostro San Francesco mo-stra di Edgardo Mannucci, fino al 30 agosto 2006.Ostra Vetere - Chiostro San France-sco, personale di pittura di Detlef H. Furst, dalle ore 18 alle 23 personale di pittura, dal 17 giugno al 15 settembreSenigallia - Giardini Rocca Roveresca, 12 luglio - 16 luglio, 7° Mostra Mercato Regionale, orario: ore 18 - 24.Camerino - “Il rinascimento scolpito”. Con una straordinaria rassegna di scul-tura lignea, Camerino propone, dopo la grande mostra del 2002 sulla pittura del Quattrocento, una nuova esposi-zione sulla sorprendente produzione

artistica del suo Rinascimento. Le cin-quanta opere raccolte per l’occasione sono presentate per la prima volta in una mostra che restituisce i profili di alcuni maestri del legno e cerca di far luce su una pagina d’arte da scoprire.

INCONTRISenigallia - “Demenza di Alzheimer: una malattia della famiglia”, mercoledì 19 luglio, presso l’Auditorium San Roc-co di Senigallia, con inizio alle 9.30, una mattinata dedicata ad una delle patolo-gie più difficili da gestire, soprattuto in ambito familiare. In chiusura è previ-sta una visita al Centro diurno presso l’Opera Pia Mastai Ferretti.

MUSICAAncona - Ridotto del Teatro delle Muse, venerdì 14 luglio, “Jazz Summer Festival 2006”: Dena De Rose- Marvin Stamm Duo. tel/fax 071 2074239.

il taccuin di Tullio Piersantelli

Alla scoperta di Co-rinaldo e delle sue

specialità gastronomiche con ‘Musei da Scoprire’ durante una delle rievoca-zioni storiche più note in ambito regionale: la ‘Con-tesa del Pozzo della Po-lenta’, giunta alla XXVIII edizione. In sintonia con l’Associazione Pozzo del-la Polenta, la Pro Loco e il Comune di Corinaldo, l’Associazione Sistema Museale della Provincia di Ancona propone un itinerario nel centro sto-rico dell’elegante città go-rettiana che si ripeterà per tre giorni con orari d’ini-zio differenziati:venerdì 14 luglio alle ore 18,30, sa-bato 15 alle 17,30 e dome-nica 15 alle 17. Non varie-ranno invece il punto di partenza dell’escursione culturale, ovvero l’ufficio turistico – IAT ( di fron-te al palazzo comunale)e il suo programma. Oltre ai monumenti più signifi-cativi di Corinaldo è pre-vista la visita guidata alla ‘Sala del Costume e delle Tradizioni Popolari’, che raccoglie le riproduzioni di abiti cinquecenteschi utilizzati proprio durante le pregresse edizioni della ‘Festa del Pozzo della Po-lenta’. A seguire la visita alla chiesa di Sant’Ago-stino, divenuta Santua-rio di S.Maria Goretti, la martire bambina che ha reso celebre Corinaldo. A pochi passi sarà possibile ammirare la chiesa del

Suffragio e la chiesa del-l’Addolorata. Imperdibile, infine, la passeggiata lun-go le bellissime mura del-la cittadina, ritenute tra le più belle delle Marche. Alle 19,30 cena alla ‘Ta-verna del Duca’ a base di specialità tradiziona-li: polenta del Duca con salsiccia,coniglio in por-chetta con patate (oppure grigliata mista con verdu-re gratinate). Dopo cena il programma proseguirà con la libera partecipa-zione ai numerosi e va-riegati spettacoli ideati dagli enti promotori della ‘Festa del Pozzo della Po-lenta’. Per prendere parte all’iniziativa di ‘Musei da Scoprire’, che avrà un costo unitario di € 18,00, sarà necessario preno-tarsi al numero verde 800.439392 entro le ore 13 del giorno antecedente alla data in cui si deciderà di effettuare l’itinerario.

percorsi musea�li/3

Corinaldo, tra contesa e voglia di cultura

a�rcheologia� La campagna scavi nella Domus dei Coiedii

suasa da scoprireSempre foriera di nuove ed interessan-

ti scoperte, Suasa non si è smentita nemmeno durante la 18^ campagna or-ganica di scavo, che si concluderà venerdì 14 luglio. Le indagini condotte dal Dipar-timento di Archeologia dell’Università di Bologna hanno consentito di ampliare la gamma di conoscenze all’interno di due importanti settori della città romana : la grande area occupata dalla piazza del foro commerciale e il giardino di una dimora signorile nota come Domus dei Coiedii, dal nome della famiglia proprietaria.Nel foro, il cui impianto risale all’inizio dell’età imperiale (prima metà del I secolo d.C.), sono riaffiorate alla luce alcune strutture anteriori di carattere sacro risalenti al-l’epoca repubblicana. Si tratta di due edifi-ci a probabile carattere sacro, e di un altro vasto ambiente, di cui non si conosce con esattezza la funzione, pavimentato con mattonelle romboidali. Inoltre ai margini del perimetro del foro imperiale è stata in-dividuata un condotto fognario di rilevan-ti dimensioni e parzialmente praticabile. Sul versante della Domus dei Coiedii, in gran parte già scavata e visitabile, caratte-rizzata da numerosi pavimenti di grande pregio in mosaico o tarsie marmoree, le ricerche stanno progredendo sia come conferma di quanto già si sapeva o si poteva presupporre sull’architettura peri-metrale del peristilio sia come veicolo di acquisizione d’importanti novità dal giar-dino stesso. Al centro dell’importante spazio aper-to, posto in modo da costituire quasi un fronte scenografico per chi proveniva dal-l’ingresso principale della Domus, sono infatti stati trovati i resti di un probabile ninfeo, che in età imperiale avanzata subì

un cambiamento di uso caratterizzato dall’impianto di alcune strutture produtti-ve prima che esso crollasse all’interno di una grande piscina pavimentata in coc-ciopesto. E proprio all’interno di questo crollo di macerie, successivamente spia-nato quando la vasca non fu più tenuta in funzione per il cambiamento di uso di cui si è detto, è stata recuperata una statua maschile in marmo di grandezza inferiore al vero, che rappresenta uno dei rinveni-menti di spicco dell’ ultima campagna di scavo. Che si segnala anche per il ritrova-mento di una lunga canaletta e uno stra-to di terreno contenente numerosissimi frammenti di grosse anfore a fondo piatto, normalmente utilizzate per il trasporto del vino, tipiche dell’area romagnola ma prodotte anche nelle Marche.

Leonardo Pasqualini

Tre di Tre continua a Serra de’ ContiE’ stata inaugurata presso la Antica Fornace di Osteria, la mostra di opere degli ar-tisti Concetto Pozzati, Carlo Cecchi e Alessandro Scara-bello. La mostra, inserita nella più ampia rassegna Tre di Tre, resterà aperta fino al 30 luglio, tutti i giorni (ad eccezione del lunedì e del martedì) dalle ore 18 e le ore 22. Promossa dal Comune di Serra de’ Conti in collabo-razione con l’azienda Linea Marche, la rassegna “Tre di tre” è curata dal critico d’ar-te Gabriele Tinti. L’inizia-tiva si articola su una suc-cessione di tre mostre-eventi. La prima mostra ha avuto luogo tra il 3 e il 25 giugno ed ha proposto al pubblico le sculture di Attilio Pierelli, Patrizia Molinari e Giovan-ni Termini.

14 13 luglio 2006Sport

Fumata “nera” per quanto riguarda la presiden-za vigorina. Fermo restando l’indisponibilità

dei due dirigenti:Valentino Mandolini e Avv.D’Ad-derio, per motivi di lavoro, in un primo momento si era contattato l’ex assessore dott.Nardella, ora invece si parla della probabile investitura dell’ex Sindaco Mariani. Si spera che questa sia la volta buona perché non è pensabile che una società in piena campagna acquisti-cessioni non abbia un riferimento sicuro. Ad ogni buon conto, il diretto-re sportivo Augusto Scarpini, in stretto contatto col nuovo mister Dino Giuliani, continua l’opera per allestire al meglio la nuova Vigor che scen-derà in campo nel prossimo campionato d’Eccel-lenza. Partiti Polverari e Pandolfi, destinazione Biagio Nazzaro di Chiaravalle, sono arrivati: l’ex centrocampista Savelli (classe 1985) dal Lucrezia e la punta Camilletti dal Calcinelli che lo scorso anno in questa squadra, militante nel campionato di promozione, ha messo a segno otto reti. E’ un ragazzo dagli ottimi requisiti tecnici, non ancora sfruttato a dovere; ci penserà Giuliani ad inserirlo nel contesto della squadra. Ora resta da definire la posizione del “centrale” Stefano Goldoni, un elemento di grande esperienza e di tecnica raffi-nata. Al momento pare non ci sia alcun accordo, anche se si sa che il ragazzo è stato avvicinato dal tecnico Giuliani. Di definitivo però non si sa nulla. Le sue pre-stazioni sono da più parti richieste (vedi S.Arcangelo). La squadra vigorina è praticamente già formata; ne dà conferma il tecnico Giuliani. Si parte dalla riconferma del portiere Moroni e del suo vice Leonardo Memé (classe ’87), dei difen-

sori Andrea Bertozzini (34 presenze l’anno scor-so e grande promessa per il futuro), di Alberto Giraldi, TomasTurchi, Pambianchi. Per il terzino Matteo Rossetti la riconferma avverrà solo dopo il suo ritorno dalle vacanze, ma non dovrebbero esserci problemi. Per quanto riguarda i due gio-vani terzini Massimiliano Grossi e Marco Men-carelli, entrambi della classe 1986 e quindi fuori quota Under, il loro utilizzo resta in forse, a meno che non vengano risistemati in altre squadre. Al centrocampo i colori rossoblu potranno conta-re sulla presenza del nuovo arrivato Savelli e dei riconfermati Umberto De Filippi (27 presenze lo scorso anno), Paolo Traiani (28 le sue presenze), Rodolfo Montanari (33 le sue presenze e gol im-portantissimi messi a segno), Andrea Baldarelli, Luca Guidarelli, Stefano Schiano. In prima linea troveremo il nuovo arrivato Camilletti, insieme a Claudio Meletti (10 appena le sue presenze in campo lo scorso anno causa il noto infortunio a inizio campionato).Ci sarà pure il giovane Luca Moschini classe ’87 (25 volte in campo e tan-ti gol messi a segno, tutti decisivi) poi il giovane Gianmarco Morganti, più volte in campo, specie all’inizio campionato. Ci saranno poi i giovani classe ‘88-’89, che di volta in volta saranno inse-riti in prima squadra, vedi Mattia e Stefano Lu-certini, Baldelli, Pesaresi e tanti altri provenienti dalla Juniores vigorina. Allenatore della squadra juniores è stato riconfermato Maurizio Marchini, così pure il preparatore atletico Glauco Simonetti e l’allenatore dei portieri Cesare Bernacchia, me-dico sociale dott.Andrea Moschini.

Giancarlo Mazzotti

calcio� Non c’è il presidente, ma la rosa giocatori è pronta

Squadra fatta

l’appello� della pallacanestro� senigallia

sosteniamo il nostro basketAiutatateci ad onorare il prossimo campionato”,

questo l’appello della Pallacanestro Senigallia a tutti coloro che ne hanno accompagnato i successi.In vista del prossimo campionato, nel cantiere del-la Pallacanestro Senigallia, si è da tempo comin-ciato a macinare un’enorme mole di lavoro per la programmazione del futuro.Dalla dirigenza del sodalizio di via Capanna abbia-mo ricevuto la seguente nota: “L’Asd Pallacanestro Senigallia è attivamente impegnata nel disegnare la nuova squadra che, per il terzo anno, rappresen-terà il basket senigalliese sul prestigioso palcosce-nico del campionato nazionale di B Eccellenza. La società, pur attuando ogni sforzo per allargare la compagine sociale, reperire nuove risorse da spon-sor e sostenitori, si trova di fronte a crescenti diffi-coltà nel mobilitare l’attenzione pubblica e privata sul valore ed il significato di un basket d’eccellenza sul nostro territorio. Se la pallacanestro a Senigallia

è in grado di offrire spettacolo, qualità e campioni sul nostro parquet, se la pallacanestro a Senigallia è in grado di organizzare e proporre a 200 ragazzi i valori dell’educazione sportiva, se la pallacanestro è in grado di offrire lustro nazionale al nome della nostra città, chiediamo allora agli sportivi, alle im-prese ed alle istituzioni di sostenere il nostro im-pegno per onorare dignitosamente il campionato italiano di B-Eccellenza, imitando vicini modelli di successo. Da soli non potremmo che prendere atto del declino di uno straordinario ciclo di successi. Insieme possiamo farcela”.Il messaggio che la società vuole dare è chiaro. Non si tratta assolutamente di un allarme, quanto più di una richiesta di aiuto. Probabilmente non è ancora ben chiaro a molti quanto possano valere i risultati finora conquistati, gli incredibili sacrifici effettuati e la voglia di non lasciarli evaporare come una bol-la di sapone.

MeMo�rial Maurizio� bo�cchini

la Vigorina promette beneAncora un’affermazione di prestigio per

il settore giovanile della Vigorina. Sono stati infatti proprio gli “esordienti” della so-cietà del presidente Rino Frulla (giovanissimi calciatori tutti nati nel ’93 ed allenati da Teo Ventura) ad affermarsi nel Memorial Mauri-zio Bocchini, disputatosi nei giorni scorsi in città ed al quale avevano aderito otto accredi-tate formazioni marchigiane. La squadra della Vigorina ha avuto la meglio in tutte le gare di qualificazione e si è poi imposta nella finalis-sima per 4 reti a 0 sul Fossombrone. Eloquen-te la circostanza che in nessuna delle partite disputate i boys di mister Ventura abbiano su-bìto gol, mentre ne hanno invece piazzati ben dodici alle spalle dei portieri avversari. Dietro a Vigorina e Fossombrone si sono classificati nell’ordine, per questa edizione del Memorial Bocchini, la Fortitudo Fabria-no, la Giampaoli Ancona, il Senigallia Calcio, l’Ostra, l’Arcevia e il Borghetto. Alle premia-

zioni sono intervenuti l’assessore del Comune di Senigallia Maurizio Mangialardi, la moglie e i figli dell’indimenticabile Maurizio Bocchi-ni e i titolari delle ditte Santa Barbara e Babbi di Cesena, per le quali Maurizio svolgeva la propria attività lavorativa e che hanno, con signorilità e cortesia, deciso di sponsorizzare l’iniziativa. Una scelta indubbiamente da elo-giare, perché costituisce un ulteriore incenti-vo a fare della manifestazione l’appuntamento più prestigioso dedicato al calcio giovanile, al-largandone in prospettiva il suo raggio d’azio-ne geografico, oltre che agonistico e sportivo.Festa grande alla fine per i ragazzi dell’Us Vi-gorina, per il tecnico e gli accompagnatori e anche per il mini-bomber Marco Fisichelli che si è imposto come capocannoniere del torneo (pur essendo addirittura un ’94, quindi più piccolo di un anno rispetto agli avversa-ri…).

G.M.

gran fondo dei sibilliniI miseni delle due ruote contri-buiscono molto (quali-quan-titativamente) al trionfo del ciclismo-famiglia, del ciclismo-turismo, del ciclismo territorio e del ciclismo-cultura (come testimoniano gli amici-colla-boratori Antonio Romagnoli e Mauro Riccioni). Il meglio viene largamente of-ferto: dal ricco montepremi al pasta party, dal cocomero party al frutta party. La decana delle maratone popolari mar-chigiane conta la vociante ca-rovana di 950 unità: corridori di ogni età e preparazione, con rappresentativa rosa mai vista prima a queste latitudini.Alla partenza, la 16^ Gran Fon-do dei Sibillini mette in bella mostra tutte le ambite maglie granfondistiche.Ci sono le tre casacche di Mar-che Marathon, challenge alla penultima tappa: Giacomo Garofoli (Team Ponte Recana-ti-Loreto), Orietta Schiavoni (Valenti & Co. Argenti), Pio Renato Sbaffo (maglia nera per il Grande Lento dei senza Fret-ta). C’è il leader di Macerata Più, rodeo al 3° appuntamento: il “mobiliriminiano” Guerrino Pascucci. Il tracciato di 155 km torna a sfidare Forca di Presta (Cima Coppi, a 1.536 metri) e Forca di Gualdo. La “breve” di 95 km sale fino al Santuario di Macereto ed al valico Santa Margherita (1.010 m). Parten-za e arrivo: a Caldarola (314 m). Il Campionato Italiano Gran Fondo Udace Csain sigla la 14^ prova (in prima linea: il coordinatore nazionale Aviero Casalboni). Fanno compat-tissima squadra i promotori: Maurizio Giustozzi, (presiden-te dell’Udace Csain Macera-ta), Sebastiano Nasuti, Enzo Giustozzi, Lanfranco Passarini, Egidio Brilloni.Patrocinio: Regione Marche, Provincia di Macerata (rappre-sentata da Antonio Monaldi), Comune di Caldarola (starter il sindaco Fabio Lambertucci). Il sudore dell’agonismo più ac-

ceso si traduce in un tandem al comando e all’arrivo. La mezza maratona va a Giampaolo Bu-sbani (Mobili Rimini Appigna-no), che regola allo sprint il ro-magnolo Stefano Zavoli. Terzo: Pierpaolo Pascucci (leader de-gli inseguitori). Sesto posto assoluto per il biancorosso pianellaro Mirko Meschini (bronzo junior). Tra i premiati: il cadetto Claudio Piersimoni (9°). Prima reginet-ta: Maria Felicita Piccioni.La gara lunga è stretta nella morsa dello squadrone MG K.Vis LGL Cinelli, a cui un sempre splendido Christian Ceralli (Solo Affitti e Vicini Bike), fa di tutto per sottrarsi. Alla fine è però tre (Paolucci-Cunico-Podestà) contro uno. Il guizzo risolutore è quello del “Bolognese di Predappio”, Pierluigi Paolucci, che arriva da solo. Ceralli (campione uscente) salta Cunico per la seconda moneta. In luce i “cingolania-ni” Emanuele Battistelli (“Ca-schetto” è 5° veterano), Paolo Mancini (4° senior) ed il già tricolore Giancarlo Giombetti.Monia Gallucci è incontenibile 18^ assoluta, largheggiando tra le valchirie.

ClassificheFondo km 95: 1.Giampao-lo Busbani (Mobili Rimini) in 2h32’07”, media 37,47 km/h; 2. Stefano Zavoli (Frecce Ros-se); 3.Pierpaolo Pascucci (Bici Adventure Quintabà Piangia-relli - Gagliole); 4.Moreno Giulianelli; 5.Giu-seppe Navedoro; 6.Mirko Me-schini (Cicli Cingolani-Pia-nello di Ostra); 7.Massimo Marchetti; 8.Stefano Sabbatini; 9.Pierluigi Quadrini.

Gran Fondo km 155: 1.Pier-luigi Paolucci (Mg K.Vis LGL Cinelli) in 4h16’27”, media 36,26; 2.Christian Ceralli (Solo Affitti & Vicini); 3.Roberto Cu-nico (Mg K.Vis LGL Cinelli);4.Matteo Podestà; 5.Guido Trombetta; 6.Marco Fabbri; 7.Andrea Ciavatta; 8.Arnoldo Antonini; 9.Daniele Balestri; 10.Ersilio Fantini.

Umberto Martinelli

CICL

ISM

O

All’interno del cartellone delle iniziative Ostra Estate 2006,

giovedì 13 luglio, a partire dalle ore 21,00, spazio agli amanti del bur-raco. L’Associazione Pro Loco di Ostra, grazie alla passione di alcuni suoi associati, propone infatti per il secondo anno consecutivo un tor-neo di burraco nella splendida cor-nice del Chiostro di San Francesco, adiacente alla Piazza dei Martiri.Dopo l’enorme successo del 2005, con la presenza di molti giocato-ri provenienti dai principali paesi costieri, l’Associazione intende ri-

proporre un torneo che da tempo coinvolge sempre più appassionati.E’ un occasione che gli amanti di questo gioco non si lasceranno scappare, anche perché il torneo è tra i pochi organizzati in estate nei paesi dell’entroterra della Valle del Misa e Nevola.Per informazioni e prenotazioni è possibile contattare il l’Ufficio Turistico – punto IAT al nr 071 7989080, aperto tutti i giorni dalle ore 10,00 alle ore 12,00 e dalle ore 17,00 alle ore 20,00.

Proloco Ostra

Ostra, burraco in piazza

13 luglio 2006 15penultima

Pio IX nella storia

a curadi G. Cionchi

Pio IX missionario nel mondoNel tempo del pontifi cato di Pio IX i gesuiti ri-

tornarono, oltre che in Guatemala e in Ecua-dor, anche nelle Antille (Cuba e Puerto Rico), nella Guiana Francese e nelle Filippine. In quegli anni si inaugurò anche la presenza della Compagnia di Gesù nei territori nuovi per essa, dove mai prima era arrivato un gesuita. La missione della Compa-gnia di Gesù, in Australia, fu fondata nel 1848 da due gesuiti austriaci: Alois Kranewitter e Maximi-lian Klinkowstrom. Essi, espulsi dal loro paese nel 1848, divennero fondatori della Compagnia di Gesù nella lontana Australia. Vi giunsero accompagnando un gruppo di coloni austriaci. Arrivati l’8 dicembre 1848 ad Adelaide, si misero a lavorare nelle città fra cattolici tedeschi e irlandesi. In breve tempo ricevettero un grande aiuto dai fratelli Georg Sadler e Johann Schreiner, arrivati nel 1849; nel 1852 venne il p.Josef Tap-peiner per sostituire Klinkowstrom che ritornò in Europa per malattia. Così ebbe inizio la Missione

dell’Australia del Sud. Nel 1851 fu fondata una re-sidenza a Sevenhill (Clare), circa 100 Km a nord di Adelaide, e nel 1863 i gesuiti d’Australia avevano già una rete di nove insediamenti (sette con una chiesa o una cappella e una scuola primaria) con il centro a Sevenhill. Dal 1856 a Sevenhil funzionò un collegio per i ragazzi, un seminario diocesano, un noviziato scolastico per la formazione dei gio-vani gesuiti e un centro di missione per sacerdoti che, da qui, a cavallo, percorrevano le enormi di-stese dalla regione; Sevenhill diede inoltre origine ad altre sei residenze e alla Missione agli aborigeni dei territori del Nord, iniziata nel 1882. Per un pe-riodo, Sevenhill fu l’unico collegio fuori di Sydney e gli allievi arrivavano qui da posti lontani, come la Tasmania, Victoria e Nuova Zelanda.

Il Museo e la biblioteca di Palazzo Mastai sono aperti dal lunedì al sabato: ore 9-12; 17-19; tel.071/60649.

TestimoniStupisce e scandalizza la banalità del Regno che Gesù proclama, inascoltato, nella sina-goga della piccola Nazareth. Diamine, i pro-feti non dovrebbero essere più austeri? Più carismatici? Gesù non assomiglia aff atto ad uno dei profeti, le sue mani sono troppo odorose di resina e dure di calli come i nodi del legno che ha trasformato in sgabello, perché traccino nell’aria le parole dette in nome di Dio!Allora come oggi, non c’è nulla di più diffi -cile di parlare di Cristo ai cristiani, nulla di più faticoso che annunciare il Vangelo a noi cattolici, spesso asfaltati dalla più terribile delle abitudine, la più tragica delle tentazio-ni: credere di credere.Abbiamo bisogno (urgente) di profeti e di profezia, di parole che rompano il mare di ghiaccio che soff oca la nostra anima, che li-berino la luce nascosta sotto il moggio.Persone come Ezechiele, come Paolo, che non si scandalizzano della propria evidente fragilità, ma che mettono la propria vita e la propria autenticità a servizio dell’annuncio.No, non mi capacito proprio del fatto che Gesù abbia affi dato il tesoro suo Vangelo alle nostre mani, come un tesoro nascosto in vasi creta. Che volete? Così è Dio.Lo stile di DioUna cosa mi ha sempre stupito e, quando non ero credente, scandalizzato: perché Gesù ha coinvolto i suoi discepoli per an-nunciare il Vangelo, perché ha voluto corre-re il rischio di rendere poco credibile il suo messaggio attraverso il limite e la povertà dei suoi testimoni?Non sarebbe stato più effi cace un suo di-retto intervento nell’annuncio? Che so, un modo particolare per dimorare in mezzo a noi?E invece no: come accadde al simpatico profeta della prima lettura, Dio ha preso dei pastori (nell’accezione ebraica dei “vaccari”) come Amos per annunciare il suo Regno.Povera gente, proprio come siamo noi.Condizioni: comunioneMarco pone delle condizioni all’annuncio, una sintesi per ricordare ai discepoli con

quale stile sono chiamati ad annunciare il Regno.I discepoli vengono mandati ad annunciare il Regno a due a due.Non esistono navigatori solitari tra i cre-denti, tutta la credibilità dell’annuncio si gioca nella sfi da del poter costruire co-munità. Parlare della comunità in termini astratti è bello e poetico. Vivere nella mia comunità, con quel membro del gruppo, con quel viceparroco, con quel cantore, è un altro aff are.Non ci sentiremmo forse più a nostro agio da soli o, al limite, in compagnia di qual-cuno a noi affi ne? Gesù ci tiene alla scom-messa della convivenza, fatta per amore al Vangelo.Al di sopra delle simpatie e dei caratte-ri, Gesù ci invita ad andare all’essenziale, a non fermarci alle sensazioni di pelle, a cre-dere che la testimonianza della comunione, nonostante noi, può davvero spalancare i cuori.La Chiesa non è il club dei bravi ragazzi, non ci siamo scelti, Gesù ci ha scelto per avere potere sugli spiriti immondi.La Parola che professiamo e viviamo caccia la mondezza dai cuori, la parte tenebrosa che ci abita.EssenzialitàGesù chiede ai suoi di essere essenziali: la Chiesa non è un’azienda che studia strate-gie di marketing adatte ai bisogni del mer-cato, non una holding del sacro che tenta di mantenere il potere (quale?), la Chiesa vive in relazione e in funzione del suo Maestro e Signore, attenta a occuparsi del compito affi datole: costruire il Regno in attesa del ri-torno del Risorto.L’organizzazione che si è venuta a creare in questi secoli è funzionale all’annuncio del Regno e tale deve restare.Aff rontare la Chiesa con logica e sguardo mondano uccide lo Spirito: è giusto ripen-sare la freschezza del linguaggio e tutto ciò che è utile all’annuncio, stando però attenti a non lasciarci soff ocare dalla logica dell’or-ganizzazione e della conservazione.Il cristianesimo porta in sé una scandalosa fragilità (poiché i cristiani sono fragili) che può spalancare i cuori perché testimonian-za della grandezza di Dio.DimorareL’ultima indicazione riguarda il rimanere, il condividere.Il cristiano non è qualcuno di appartato, di particolare, vive le stesse gioie e gli stessi dolori di ogni uomo, solo è abitato nel cuo-re da una speranza incorruttibile.Il cristiano è anzitutto uomo e di un’umani-tà piena e dirompente, irrequieta e profon-da, come ci ha insegnato la storia (anche se non sempre, a dire il vero). Gesù chiede di stare, di vivere con, di appartenere a questo mondo, fecondandolo e facendolo crescere come fa il lievito con la pasta.Ci è affi dato il Regno, ci è consegnato l’an-nuncio: lasciamolo emergere nelle nostre comunità, nei nostri movimenti, nelle nostre associazioni, interroghiamoci con semplicità su quanto il Signore ci chiede di vivere.

LA PAROLA DI DIO

16 LUGLIO 2006 XV domenica del Tempo ordinario

Il tempo di partireIN BREVE

MONTERADO• Feste patronali. Si sono concluse, lunedì 10 luglio 2006, le celebrazioni in onore del patrono san Paterniano, vescovo di Fano, vissuto nel Trecento, che – dopo le persecuzioni di Diocleziano per cui è vissuto in una grotta per diverso tempo – con la libertà di culto concessa da Costantino, ha evangelizzato Fano di cui è stato acclamato Vescovo per scelta popolare, come avveniva a quei tempi. Il pievano ha celebrato la Messa all’aperto (perfetta l’amplifi cazione di Daniele e C.), all’oratorio alle 20,30, presente il gruppo corale al completo (oltre 25 giovanissimi) guidati dal M° Angela, con l’inno a s.Paterniano, già opera del musicista Giuseppe Bernacchia. Al Vangelo ha commentato una preghiera in onore del Santo (scelta da Michela), prendendo lo spunto da alcune frasi e intrecciandole con alcuni fatti successi a Medugorje, nelle celebrazioni del 25° anniversario delle apparizioni (25 giugno), alle quali ha partecipato con il gruppo di Leo. I festeggiamenti hanno compreso altri fatti, tra i quali la Veglia di preghiera dei giovanissimi, sapientemente guidati e preparati da Marika, con Marina all’organo e gli strumentisti ineccepibili (Claudio, Giacomo, Vanni). Il fotocopiato di base comprendeva una preghiera iniziale, fl ash sui giovanissimi (3x2; gli SMS; stereo a tutto volume; rifl essioni sul muretto…; hai un momento Dio; il Vangelo; rifl essione; preghiera a cori alterni). Sono intervenuti Enrico e Letizia del Centro di Pastorale giovanile per offrire alcuni spunti sulla Marcia della Gioventù, in programma nella prima settimana di settembre 2006. Sabato 8, dopo la celebrazione liturgica, c’è stata la “convivenza” al Centro sociale, sotto l’occhio e le mani di Maurizio (“ogni piatto è uno sfi zio”), mentre Lamberto controllava “sotto i baffi ” la situazione, con Velio alla logistica e Gabriele al fornellone, conclusasi in perfetta allegria.• Caccia al tesoro. Sabato 15 luglio, dalle ore 16 in poi, ci sarà la caccia al Tesoro per ragazzi/ragazze, organizzata da Anna e Vanni, in collaborazione con il Centro Sociale e l’Oratorio.

LUTTO IN MONASTERO AD ARCEVIASuor Maria Crocifi ssa, al secolo Ada Ferri, è morta all’età di 86 anni, dopo due anni di malattia. E’ morta nel convento di Arcevia, dove era entrata come educanda all’età di 12 anni: una vita spesa nella preghiera e nel silenzio, dove però si fanno presenti tutti i problemi, le sofferenze e le attese dalla gente. Il funerale di suor Maria, come il funerale di ogni cristiano, è la celebrazione della Pasqua: il passaggio, come per Cristo Signore, dalla morte alla vita. Vi ha insistito il vescovo Giuseppe Orlandoni nella concelebrazione della Messa insieme a diversi sacerdoti. Le sorelle clarisse nel convento di Arcevia scendono ora a 10: sempre un bel numero, ma la loro età aumenta. Esse pregano e attendono qualche nuova vocazione.

LA MORTE DI DON STEFANO A CHIARAVALLEIl 9 luglio ha terminato la sua vita terrena don Stefano Mattoni, l‘unico monaco cistercense rimasto in par-rocchia a Chiaravalle. I funerali l’11 luglio, presieduti dall’abate Ambrogio Rottini, concelebranti numerosi sacerdoti e i Vescovi Orlandoni e Rocconi. Sarà ricordato dal parroco don Giancarlo nel prossimo numero di VM.

160 ANNI DELLA BANDA DI OSTRAPer festeggiare questa ricorrenza molto signifi cativa sono state invitate ad esibirsi ad Ostra, la sera del 15 luglio, le bande di Montemarciano, Serra de’ Conti, Ostra Vetere e Barbara. Tutte le fi larmoniche riunite si esibiranno in un grande concerto, in piazza dei Martiri, al quale prenderanno parte circa 200 musicisti.Nel corso della serata verrà eseguito, in prima nazionale, il brano “Estate”, composto per l’occasione dai maestri Boncompagni e Veddovi, che saranno presenti alla serata. A questo importante appuntamento farà seguito, il 29 luglio, il tradizionale concerto estivo della banda musicale di Ostra, a coronamento della serie di iniziative promosse per il 160°.

BIGELLI MARMI IN FESTAI senigalliesi di un certa età non possono aver dimenticato la “Marmi Bigelli” perché importante unità produttiva della città e pure per le sue maestranze così sensibili alle istanze sindacali e politiche,sempre fra le prime a sfornare idee, consigli, sempre attive alla testa dei movimenti. Ebbene, hanno avuto ancora una simpatica idea. Un folto gruppo di loro (ex marmisti degli anni 60-70) si sono ritrovati presso un agriturismo del nostro entroterra. Un incontro conviviale all’insegna dei cibi tradizionali del periodo, appunto la trebbiatura: tagliatelle fatte in casa, oca al forno con patate, frutta, verdura fresca, Verdicchio e Lacrima DOC. Il meglio della tipicità locale di stagione. E non poteva essere così data la presenza suggeritrice del Presidente Regionale dell’Ass/ne Prodotti di Fattoria, il consigliere provinciale Marco Giardini, che nei primi anni 70 lavorò per un paio d’anni alla Bigelli. Presente, tra gli altri,anche il noto scultore senigalliese Giuliano Guidi ( “Baldon”) e l’ex Consigliere Comunale Alfi o Bari.

ERRATA CORRIGE

Da correggere l’orario festivo delle Messe alle 8.30 ripor-tato su VM: Porto, S.Martino, Pace, S.Silvestro, B. Ribeca.

Amos 7,12-15

Salmo 84

Ef 1,3-14

Marco 6,7-13

a cura di don Paolo Curtaz

Lago di TiberiadeGalilea