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FLORA E VEGETAZIONE A cura di Prof. Roberto Venanzoni Dott. Nat. Daniela Gigante 5a 5a.1. Premessa I vegetali rappresentano una componente fondamen- tale per l’equilibrio ambientale e per la vita delle al- tre specie. La conoscenza del patrimonio floristico e vegetazionale, sia a livello locale che internazionale, viene ormai riconosciuta come uno strumento di ba- silare importanza per una corretta gestione e conser- vazione del patrimonio naturalistico globale. Il settore delle conoscenze floristiche rappresenta il punto iniziale nella gerarchia delle conoscenze biolo- giche e botaniche. Bisogna tenere presente che, attual- mente, il concetto di “flora” di un territorio tende sem- pre più a essere sostituito da quello di “biodiversità vegetale”, termine forse meno accademico ma che amplia notevolmente il campo d’azione di tali ricer- che, prendendo in considerazione non solo le unità tassonomiche di rango specifico e sottospecifico ma soprattutto quelle di rango inferiore (varietà, forma, ecotipo), entità che assumono un ruolo di particolare importanza anche nella vita quotidiana ed economica soprattutto in campo agronomico: basti pensare allo sviluppo che hanno avuto, negli ultimi anni, la produ- zione, la difesa e l’incentivazione della coltivazione delle varietà locali. Con lo studio della vegetazione si entra in un settore più complesso che, oltre ad avere un imprescindibile valore scientifico, riveste una notevole importanza per la valutazione del paesaggio in generale, la ge- stione del territorio, l’ingegneria naturalistica e il recupero ambientale. Le specie vegetali non si distribuiscono a caso nell’am- biente, ma tendono a formare raggruppamenti che ri- sultano in equilibrio con i fattori ecologici e con l’azione esercitata dall’uomo. L’esigenza di uno studio scienti- fico di tali raggruppamenti, definiti “associazioni”, ha dato origine, all’inizio di questo secolo, a discipline specifiche tra le quali la Fitosociologia ha rapidamente assunto un ruolo determinante. Derivata, per quanto riguarda le basi storiche e scientifico-culturali, dalla Geobotanica, la Fitosociologia utilizza un metodo induttivo e statistico basato sull’osservazione del- l’“individuo di vegetazione” e adotta una tipologia ge- rarchica strutturata in associazioni , alleanze, ordini e classi. I più recenti studi della vegetazione fanno ormai riferimento a questa disciplina che, attraverso le più recenti integrazioni e gli approfondimenti proposti dalla Sinfitosociologia (o Fitosociologia dinamica), fornisce strumenti descrittivi della realtà vegetazionale a eleva- to potere predittivo e quindi di elevata spendibilità nel campo della conservazione e della gestione del terri- torio. L’individuazione degli obiettivi sensibili per la tra- sformazione del paesaggio, quali la gestione del bo- sco, dei pascoli, dei sistemi agro-ambientali, e il recupero delle aree degradate, quali ex aree di escavazione o ex siti industriali, sono aspetti fonda- mentali per un’adeguata e sostenibile gestione del- l’ambiente. Spesso interventi non fondati su uno stu- dio di base approfondito e su un’adeguata conoscen- za possono alterare gravemente gli aspetti ecologici e funzionali del paesaggio e, in ultima analisi, com- prometterne anche l’aspetto estetico e percettivo. L’analisi della componente floristico-vegetazionale qui proposta è frutto di una sintesi dei dati bibliografici disponibili per il territorio della Comunità Montana dei Monti Martani e del Serano, derivanti sia dalle ri- cerche svolte in diverse aree da autori differenti che dai risultati delle indagini condotte dal gruppo di ri- cerche del Dipartimento di Biologia vegetale e Biotecnologie agro-ambientali dell’Università degli Studi di Perugia. Il quadro che emerge, come si vedrà nel corso della relazione, è abbastanza frastagliato e mette in luce due priorità essenziali: da un lato la ne- cessità di approfondire la ricerca nel suo insieme e di estenderla uniformemente a tutto il territorio; dall’al- tro quella di focalizzare l’attenzione sullo studio di gruppi e tipologie vegetali le cui caratteristiche e con- sistenza locale sono, al momento, quasi sconosciute. 5a.2. Glossario Arb Arb Arb Arb Arbusteto usteto usteto usteto usteto: formazione di arbusti che si sviluppa su praterie abbandonate, interpretabile come stadio di- namico evolutivo che prende origine dal mantello di vegetazione. Associazione v Associazione v Associazione v Associazione v Associazione vegetale egetale egetale egetale egetale: unità di base della Fitosociologia. È una comunità vegetale caratterizzata da una partico- lare composizione floristica (specie caratteristiche o differenziali proprie, o una combinazione specifica ca- ratteristica) e da caratteristiche ecologiche, biogeo- grafiche, successionali, storiche e antropiche proprie. Biocenosi Biocenosi Biocenosi Biocenosi Biocenosi: insieme di organismi viventi (fitocenosi e zoocenosi) che occupano un biotopo. Biodiv Biodiv Biodiv Biodiv Biodiver er er er ersità sità sità sità sità: termine comunemnte accettato per in-

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5a. FLORAE VEGETAZIONE

FLORA E VEGETAZIONEA cura diProf. Roberto VenanzoniDott. Nat. Daniela Gigante

5a

5a.1.Premessa

I vegetali rappresentano una componente fondamen-tale per l’equilibrio ambientale e per la vita delle al-tre specie. La conoscenza del patrimonio floristico evegetazionale, sia a livello locale che internazionale,viene ormai riconosciuta come uno strumento di ba-silare importanza per una corretta gestione e conser-vazione del patrimonio naturalistico globale.Il settore delle conoscenze floristiche rappresenta ilpunto iniziale nella gerarchia delle conoscenze biolo-giche e botaniche. Bisogna tenere presente che, attual-mente, il concetto di “flora” di un territorio tende sem-pre più a essere sostituito da quello di “biodiversitàvegetale”, termine forse meno accademico ma cheamplia notevolmente il campo d’azione di tali ricer-che, prendendo in considerazione non solo le unitàtassonomiche di rango specifico e sottospecifico masoprattutto quelle di rango inferiore (varietà, forma,ecotipo), entità che assumono un ruolo di particolareimportanza anche nella vita quotidiana ed economicasoprattutto in campo agronomico: basti pensare allosviluppo che hanno avuto, negli ultimi anni, la produ-zione, la difesa e l’incentivazione della coltivazione dellevarietà locali.Con lo studio della vegetazione si entra in un settorepiù complesso che, oltre ad avere un imprescindibilevalore scientifico, riveste una notevole importanzaper la valutazione del paesaggio in generale, la ge-stione del territorio, l’ingegneria naturalistica e ilrecupero ambientale.Le specie vegetali non si distribuiscono a caso nell’am-biente, ma tendono a formare raggruppamenti che ri-sultano in equilibrio con i fattori ecologici e con l’azioneesercitata dall’uomo. L’esigenza di uno studio scienti-fico di tali raggruppamenti, definiti “associazioni”, hadato origine, all’inizio di questo secolo, a disciplinespecifiche tra le quali la Fitosociologia ha rapidamenteassunto un ruolo determinante. Derivata, per quantoriguarda le basi storiche e scientifico-culturali, dallaGeobotanica, la Fitosociologia utilizza un metodoinduttivo e statistico basato sull’osservazione del-l’“individuo di vegetazione” e adotta una tipologia ge-rarchica strutturata in associazioni, alleanze, ordini eclassi. I più recenti studi della vegetazione fanno ormairiferimento a questa disciplina che, attraverso le piùrecenti integrazioni e gli approfondimenti proposti dallaSinfitosociologia (o Fitosociologia dinamica), fornisce

strumenti descrittivi della realtà vegetazionale a eleva-to potere predittivo e quindi di elevata spendibilità nelcampo della conservazione e della gestione del terri-torio.L’individuazione degli obiettivi sensibili per la tra-sformazione del paesaggio, quali la gestione del bo-sco, dei pascoli, dei sistemi agro-ambientali, e ilrecupero delle aree degradate, quali ex aree diescavazione o ex siti industriali, sono aspetti fonda-mentali per un’adeguata e sostenibile gestione del-l’ambiente. Spesso interventi non fondati su uno stu-dio di base approfondito e su un’adeguata conoscen-za possono alterare gravemente gli aspetti ecologicie funzionali del paesaggio e, in ultima analisi, com-prometterne anche l’aspetto estetico e percettivo.L’analisi della componente floristico-vegetazionale quiproposta è frutto di una sintesi dei dati bibliograficidisponibili per il territorio della Comunità Montanadei Monti Martani e del Serano, derivanti sia dalle ri-cerche svolte in diverse aree da autori differenti chedai risultati delle indagini condotte dal gruppo di ri-cerche del Dipartimento di Biologia vegetale eBiotecnologie agro-ambientali dell’Università degliStudi di Perugia. Il quadro che emerge, come si vedrànel corso della relazione, è abbastanza frastagliato emette in luce due priorità essenziali: da un lato la ne-cessità di approfondire la ricerca nel suo insieme e diestenderla uniformemente a tutto il territorio; dall’al-tro quella di focalizzare l’attenzione sullo studio digruppi e tipologie vegetali le cui caratteristiche e con-sistenza locale sono, al momento, quasi sconosciute.

5a.2.Glossario

ArbArbArbArbArbustetoustetoustetoustetousteto: formazione di arbusti che si sviluppa supraterie abbandonate, interpretabile come stadio di-namico evolutivo che prende origine dal mantello divegetazione.Associazione vAssociazione vAssociazione vAssociazione vAssociazione vegetaleegetaleegetaleegetaleegetale: unità di base della Fitosociologia.È una comunità vegetale caratterizzata da una partico-lare composizione floristica (specie caratteristiche odifferenziali proprie, o una combinazione specifica ca-ratteristica) e da caratteristiche ecologiche, biogeo-grafiche, successionali, storiche e antropiche proprie.BiocenosiBiocenosiBiocenosiBiocenosiBiocenosi: insieme di organismi viventi (fitocenosi ezoocenosi) che occupano un biotopo.BiodivBiodivBiodivBiodivBiodivererererersitàsitàsitàsitàsità: termine comunemnte accettato per in-

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5a. FLORAE VEGETAZIONE

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dicare la ricchezza biologica a vari livelli di un terri-torio, ecosistema, comunità, ecc. Il suo significato puòuscire dal campo biologico ed essere applicato in sensolato a molti settori della vita sociale (diversità lingui-stica, culturale, ecc.).BiotopoBiotopoBiotopoBiotopoBiotopo: spazio, area o luogo occupato da biocenosi.CaducifogliaCaducifogliaCaducifogliaCaducifogliaCaducifoglia: pianta legnosa che cambia le foglie conciclicità annuale.CenosiCenosiCenosiCenosiCenosi: complesso delle specie animali e/o vegetali.ClimaClimaClimaClimaClima: sintesi statistica dei parametri atmosferici(temperatura, precipitazioni, umidità, pressione, ven-ti) che interessano un territorio per un periodo ditempo sufficientemente lungo, e da cui dipende lavita delle piante e degli animali.ClimaxClimaxClimaxClimaxClimax: tappa finale di equilibrio stabile nel proces-so di successione vegetazionale, che permane sino ache non variano le condizioni ambientali. Rappresentalo stadio di stabilità massima per la vegetazione di undeterminato territorio. L’aggettivo corrispondente è“climacico” o “climatofilo”.ComComComComComunità vunità vunità vunità vunità vegetaleegetaleegetaleegetaleegetale: insieme più o meno omogeneodi piante, appartenenti a entità tassonomiche diver-se, che coesistono in un determinato biotopo. È sino-nimo di fitocenosi.EcologEcologEcologEcologEcologiaiaiaiaia: scienza che studia gli ecosistemi e quindi lerelazioni esistenti tra gli organismi che formano lebiocenosi e l’ambiente in cui si sviluppano (biotopo).EcosistemaEcosistemaEcosistemaEcosistemaEcosistema: sistema biologico aperto e autoregolato for-mato dall’insieme delle comunità di organismi viventi(fitocenosi e zoocenosi) che vivono in un biotopo e daiprocessi funzionali delle loro interazioni (ecofunzioni).EndemicaEndemicaEndemicaEndemicaEndemica: specie con areale circoscritto ad un terri-torio, generalmente di estensione limitata.FitocenosiFitocenosiFitocenosiFitocenosiFitocenosi: si veda Comunità vegetale.FitosociologFitosociologFitosociologFitosociologFitosociologiaiaiaiaia: scienza ecologica che studia lebiocenosi dal punto di vista botanico. Si occupa dellecomunità vegetali, delle loro relazioni con l’ambien-te e dei processi temporali che le modificano. Si avvaledi un metodo induttivo e statistico, basato sul rilievofitosociologico della vegetazione, e ha come obietti-vo la creazione di un sistema gerarchico in cui l’asso-ciazione rappresenta l’unità di base.FloraFloraFloraFloraFlora: insieme delle specie vegetali presenti in undeterminato territorio.FFFFFororororormazionemazionemazionemazionemazione: comunità vegetale determinata princi-palmente dalla fisionomia risultante dall’organizza-zione spaziale e dalla forma biologica delle specie do-minanti.GeoserGeoserGeoserGeoserGeoserie di vie di vie di vie di vie di vegetazioneegetazioneegetazioneegetazioneegetazione: si veda Geosigmetum.GeosigmetumGeosigmetumGeosigmetumGeosigmetumGeosigmetum: detto anche Geoserie di vegetazione, èl’unità di base della Fitosociologia integrata o del pae-saggio. È costituito da più serie che si sviluppano incontatto tra loro in funzione del variare di un gradienteecologico (umidità, topografia, ecc.) all’interno delmedesimo distretto o settore corologico.

HabitaHabitaHabitaHabitaHabitattttt: ambiente o insieme di fattori ambientali incui si sviluppa una specie o una comunità.MantelloMantelloMantelloMantelloMantello: formazione lineare arbustiva che si svilup-pa ai margini dei boschi, nella fascia di transizione travegetazione arborea ed erbacea, alla quale partecipa-no specie pioniere ed eliofile.MonospecificoMonospecificoMonospecificoMonospecificoMonospecifico: costituito da una sola specie.Mosaico di vMosaico di vMosaico di vMosaico di vMosaico di vegetazioneegetazioneegetazioneegetazioneegetazione: distribuzione delle comuni-tà vegetali di un territorio, come le tessere di unmosaico, in conseguenza delle diversità ambientalilocali o del diverso utilizzo antropico.Piano bioclimaPiano bioclimaPiano bioclimaPiano bioclimaPiano bioclimaticoticoticoticotico: designa ciascun ambiente o grup-po di ambienti che si susseguono secondo un gradientealtitudinale o latitudinale, delimitato in funzione di fat-tori termoclimatici e ombroclimatici, a ciascuno deiquali corrisponde una determinata comunità vegetale.Ogni regione biogeografica possiede piani bioclimaticipeculiari, nei quali si sviluppano complessi di comuni-tà vegetali con struttura e composizione floristica pro-prie, denominati “piani di vegetazione”.PraPraPraPraPraterterterterteriaiaiaiaia: vegetazione erbacea, è detta naturale se è si-tuata al di sopra del limite degli alberi, al di sotto didetto limite è detta seminaturale e il suo mantenimen-to richiede specifiche attività agro-pastorali, come losfalcio o il pascolamento.RuderaleRuderaleRuderaleRuderaleRuderale: letteralmente “che vive tra i ruderi”, si ri-ferisce alla vegetazione nitrofila che tollera o predili-ge ambienti disturbati dalla presenza umana.SeminaSeminaSeminaSeminaSeminaturaleturaleturaleturaleturale: vegetazione che ha subito in qualchemisura gli effetti del disturbo umano, ma conservamolte specie spontanee.SerSerSerSerSerie di vie di vie di vie di vie di vegetazione (egetazione (egetazione (egetazione (egetazione (o Sigmetum) Sigmetum) Sigmetum) Sigmetum) Sigmetum): unità geobotanicache esprime l’insieme di comunità vegetali o stadi chepossono svilupparsi all’interno di uno spazio ecologi-camente omogeneo, con le stesse potenzialità vegetali(tessella), e che sono tra loro in rapporto dinamico.Include perciò tanto la vegetazione rappresentativa dellatappa matura o “testa di serie” quanto le comunità ini-ziali o subseriali che la sostituiscono. È sinonimo disigmetum, unità di base della Fitosociologia dinamicao Sinfitosociologia.SigmetumSigmetumSigmetumSigmetumSigmetum: si veda Serie di vegetazione.SinfitosociologSinfitosociologSinfitosociologSinfitosociologSinfitosociologiaiaiaiaia: è il secondo livello di analisi nellostudio del ricoprimento vegetale. Essa ha per ogget-to gli insiemi di aggruppamenti vegetali legati tra loroda rapporti dinamici all’interno delle serie di vegeta-zione.SintassonomiaSintassonomiaSintassonomiaSintassonomiaSintassonomia: sistematica delle comunità vegetali oTassonomia fitosociologica. Ciascuno dei ranghi chesi riconoscono al suo interno è detto sintaxon. L’uni-tà di base è l’associazione, cui seguono in ordine ge-rarchico crescente l’alleanza, l’ordine e la classe.SintaxonSintaxonSintaxonSintaxonSintaxon: unità sistematica di qualsiasi grado ricono-scibile nella tassonomia delle comunità vegetali oSintassonomia.

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5a. FLORAE VEGETAZIONE

StadioStadioStadioStadioStadio: si veda Tappa della serie.SuccessioneSuccessioneSuccessioneSuccessioneSuccessione: processo naturale attraverso il quale di-verse comunità vegetali (stadi ) si sostituiscono l’unaall’altra, all’interno della stessa unità ambientale eco-logicamente omogenea (o tessella) dando origine a tipivegetazionali distinti. La successione può essere pro-gressiva e condurre a uno stato di equilibrio (climax)oppure regressiva, se si allontana dalla stabilità. I dueprocessi non seguono necessariamente le stesse tappe.Successione prSuccessione prSuccessione prSuccessione prSuccessione primarimarimarimarimariaiaiaiaia: successione vegetazionale chesi innesca in un ambiente non ancora colonizzato eprivo di suolo (ad esempio, su roccia o sedimentifluvio-glaciali recenti).Successione secondarSuccessione secondarSuccessione secondarSuccessione secondarSuccessione secondariaiaiaiaia: successione vegetazionale chesi sviluppa su suoli presistenti più o meno degradati.TTTTTappa della serappa della serappa della serappa della serappa della serieieieieie: in Fitosociologia dinamica designaciascuna delle comunità vegetali, associazioni o stadi

chiaramente delimitabili che sostituiscono o prece-dono il climax nel processo della successione.TTTTTessellaessellaessellaessellaessella: unità di base della Biogeografia. Corrispon-de a un territorio o superficie geografica, di esten-sione variabile, ecologicamente omogeneo. A ciascu-na tessella corrisponde una precisa vegetazione po-tenziale, un’unica serie di comunità di sostituzione eun unico climax.TTTTTesta di seresta di seresta di seresta di seresta di serieieieieie: all’interno di uno spazio ecologicamen-te omogeneo (tessella) corrisponde alla tappa piùmatura che si realizza nel processo di successionevegetazionale.VVVVVegetazione potenzialeegetazione potenzialeegetazione potenzialeegetazione potenzialeegetazione potenziale: comunità vegetale stabile cheesisterebbe in un dato territorio come conseguenzadella successione progressiva in assenza di utilizzoantropico. In pratica si considera la vegetazione po-tenziale come sinonimo di climax.

La Serie di Vegetazione, oggetto di studio della Fitosociologia dinamica (o Sinfitosociologia), è costituitadall’insieme delle associazioni vegetali legate da rapporti dinamici che si rinvengono in uno spazioecologicamente omogeneo, con la stessa potenzialità vegetazionale, denominato tessera o tessella (dal latinotessera = ciascuno dei piccoli tasselli di pietra o altro materiale usati per comporre un mosaico), che rappresental’unità biogeografico-ambientale del mosaico che costituisce il Paesaggio vegetale.

Il concetto di Serie di Vegetazione risulta particolarmente adatto per la comprensione del paesaggio e lavalutazione delle sue trasformazioni, in quanto esso consente di interpretare anche quegli aspetti semi-naturaliche si originano ad opera dell’attività umana, come conseguenza della frammentazione degli ecosistemi. Lostudio delle Serie di Vegetazione analizza infatti la disposizione spaziale non solo degli elementi naturali(vegetazione, clima, morfologia, litologia etc.) ma anche di quelli antropici (strade, edificati, aree soggette adagricoltura intensiva etc.) nonché i fattori che ne regolano il funzionamento.

Box 5a.1 La Serie di Vegetazione

Fonte: Biondi et al., 2002a.

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5a. FLORAE VEGETAZIONE

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5a.3.Problematiche ambientaligenerali

Negli ultimi anni in Italia e nel mondo si registra uncrescente interesse per le tematiche ambientali ingenerale e per la tutela delle singole specie vegetali eanimali in particolare. L’attualità di tali questioni èstata recepita da buona parte dei Paesi della terra chenella “Conferenza mondiale sullo stato dell’ambien-te”, tenutasi a Rio de Janeiro nel 1992, hanno sancitoil loro impegno per la conservazione della biodiversitàsull’intero pianeta. Negli anni successivi a tale im-portante evento si è parlato con crescente insistenzadi difesa della biodiversità e in Europa si è dato avvioa importanti programmi di studio sull’ambiente esulle sue risorse.L’Italia è, tra i Paesi membri dell’Unione Europea(UE), uno di quelli che ospitano i più elevati valori dibiodiversità: la varietà di ambienti presenti, la posi-zione centro-mediterranea e la vicinanza con il con-tinente africano, la presenza di grandi e piccole isole,la storia (geografica, geologica, biogeografica e del-l’uso del territorio) hanno fatto sì che in Italia si veri-ficassero le condizioni necessarie a ospitare numericonsistenti di specie animali e vegetali.Il patrimonio floristico italiano è di grande interesse.Esso ammonta a quasi il 50% della flora europea suuna superficie di circa 1/30 di quella del continente.Il numero di specie di piante vascolari presenti sulterritorio nazionale è di 5.599 (Pignatti, 1982), dicui circa il 13,5% sono endemiche.“Natura 2000” è il nome della “rete” di aree destinatealla conservazione della diversità biologica presente nelterritorio dell’UE e in particolare alla tutela di unaserie di habitat e specie animali e vegetali indicati negliAllegati I e II della Direttiva “Habitat” (Direttiva 92/43/CEE del Consiglio del 21 maggio 1992 relativa allaconservazione degli habitat naturali e seminaturali edella flora e della fauna selvatiche, in “Gazzetta Uffi-ciale delle Comunità Europee” (GUCE) n. 206 del 22luglio 1992; DPR 8 settembre 1997, n. 357 “Testo delregolamento di attuazione in Italia della direttivaHabitat”; Modificazioni degli Allegati A e B del DPR 8settembre 1997, n. 357, in attuazione della direttiva97/62/CE del Consiglio, recante adeguamento al pro-gresso tecnico e scientifico della Direttiva 92/43/CEE).La creazione della rete europea di aree protette “Na-tura 2000” e più in generale la realizzazione delle pre-visioni della Direttiva 92/43/CEE “Habitat” hannofornito un impulso di grande rilievo alla politica del-la conservazione della natura europea. Tale generalesensibilizzazione ha avuto come importante risultatoil coinvolgimento diretto degli Stati membri e delleAmministrazioni locali nella edificazione di una rete

coordinata di aree tutelate di importanza comunita-ria.In Italia sono presenti circa il 65% degli habitat in-dicati nell’Allegato I della Direttiva “Habitat” e an-che le specie animali e vegetali inserite nell’Allega-to II sono ben rappresentate. Sono state individua-te, a oggi, da parte delle Regioni 2.425 aree che,rispondendo ai requisiti della Direttiva “Habitat”,sono state proposte alla Comunità Europea comeSiti di Importanza Comunitaria (SIC) . L’Umbrianon fa eccezione a questo nuovo e importante feno-meno, come si illustra dettagliatamente nel para-grafo 5a.4.La perdita progressiva di specie animali e vegetali,avvenuta in maniera sorprendentemente veloce so-prattutto nella seconda parte dell’ultimo secolo, èdivenuta sicuramente uno dei problemi di maggiorerilevanza a livello mondiale. Il termine “biodiversità”è così divenuto a tutti familiare, nonostante dia aditoa non poche ambiguità interpretative.La “biodiversità” è la varietà biologica che si esprimea livello genetico, di singoli individui, di biocenosi edi ecosistemi. Parliamo perciò di ambiti molto diver-si e tra loro integrati e che senza dubbio sono legatianche alla diversità del territorio per quanto riguar-da le caratteristiche geografiche, geologiche, clima-tiche, ecc. La valutazione storica della diversità bio-logica del nostro territorio ci porta a verificare le tra-sformazioni indotte dall’uomo che, attraverso il pro-gressivo prelievo delle risorse, si è distinto come uneccezionale trasformatore delle caratteristiche natu-rali. Ambienti diversi quali boschi, praterie, paludi,fiumi, laghi o spiagge sono stati profondamente mo-dificati e alterati nei loro delicati equilibri, anche conprofonde trasformazioni, talvolta sconvolgenti, dallequali si sono però originati nuovi equilibri, non sem-pre e necessariamente da considerare in termini ne-gativi. Le più recenti ricerche ci inducono a rivederetante interpretazioni dettate dall’istintiva necessità diconservare una natura ancestrale, che di fatto non ab-biamo mai conosciuto e della quale stentiamo scien-tificamente a comprendere il reale significato quali-quantitativo. Dobbiamo quindi verificare la naturalitàdei nostri habitat tenendo però presente che mag-giore naturalità non rappresenta necessariamentebiodiversità più elevata. Infatti la gestione del terri-torio realizzata in epoca storica, pur determinandoprofonde trasformazioni degli ambienti naturali, at-traverso lo sviluppo di nuovi ecosistemi ha portatoalla realizzazione di una notevole quantità di habitatper specie animali e vegetali che si sono così ampia-mente diffuse.

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note 1 Fonte: Ministero dell’Ambiente e per la Tutela del Territorio.

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5a. FLORAE VEGETAZIONE

Per secoli le tradizionali pratiche agricole hanno par-tecipato alla conservazione dell’ambiente, mantenen-do quell’equilibrio indispensabile per la vita della florae della fauna selvatiche. La tradizionale gestione agro-silvo-pastorale, frammentando gli ecosistemi, ha infat-ti enormemente diversificato il territorio, costituen-do la base per lo sviluppo di molti ambienti di transi-zione, i cosiddetti ecotoni, che sono tra quelli più ric-chi di specie. Attualmente le pratiche tradizionali sonostate sostituite da metodi intensivi che allontanano oeliminano le specie animali e vegetali più sensibili. Ol-tre alla trasformazione di tali attività tradizionali in for-me più impattanti va considerato anche l’abbandonocome causa di significative trasformazioni del paesag-gio e di conseguente riduzione di diversità.

5a.4.Scenario regionaledi riferimento

Secondo quanto riportato nella prima Relazione sul-lo stato dell’ambiente in Umbria (IRRES, CIPLA,1997), l’Umbria è pressoché priva di studi specificirelativi ai gruppi di vegetali cosiddetti “inferiori” (Al-ghe, Funghi, Muschi, Licheni).La conoscenza della consistenza e delle caratteristi-che delle alghe presenti è praticamente nulla.Per quanto riguarda i Funghi sono state individuate inUmbria circa 256 specie (Onofri et al., 2003). È tut-tora in corso di realizzazione la check-list regionale deimacrofunghi italiani. Particolare attenzione è da dedi-care ai Tartufi, anche in considerazione degli impor-tanti risvolti economici a essi collegati. In Umbria sonostate censite una quindicina di specie, di cui 9 oggettodi raccolta e di commercializzazione secondo la leggequadro L 752/85. Le specie più pregiate sono il tartu-fo bianco (Tuber magnatum) e il tartufo nero pregiato(Tuber melanosporum) delle quali sono state studiatel’ecologia e la distribuzione nel territorio umbro(Bencivenga, 1983; Bencivenga, Granetti, 1988; Id.,1990; Bencivenga, Calandra, Granetti, 1990). La di-sciplina della raccolta e della commercializzazione deifunghi epigei spontanei è riportata nella LR 12/00.Per quanto riguarda i Muschi, pur esistendo a livellonazionale del materiale bibliografico come la Lista rossadelle Briofite d’Italia (Aleffi, Cortini Pedrotti, 1992) èda sottolineare che l’Umbria è priva di uno studio re-cente della Flora briofitica o di una “Lista rossa” regio-nale delle Briofite. Dai dati aggregati a livello regiona-le desunti da recenti monografie a carattere nazionale(Aleffi, Cortini Pedrotti, 1992; Cortini Pedrotti, 1992)e dalle scarse pubblicazioni a carattere regionale esi-stenti (Aleffi, 1992a; Id., 1992b; Cortini Pedrotti,1988) emerge che in Umbria sono presenti 224 speciedi Briofite, di cui 55 Epatiche e 169 Muschi.

Per quanto riguarda i Licheni, specie estremamentesensibili alle fonti di inquinamento atmosferico tantoda essere utilizzate nel biomonitoraggio ambientalecome indicatori, non esistono monografie né studi ascala regionale. Anche la Lista rossa dei Licheni d’Ita-lia (Nimis, 1992) non riporta alcuna specie perl’Umbria. L’unica eccezione è rappresentata da unabreve nota di Nimis e Monte (1988) sui Licheni dellacattedrale di Orvieto, da cui emerge che, attualmen-te, sono note per l’Umbria 47 specie licheniche.In questo scenario regionale assolutamente carente, ilterritorio della Comunità Montana dei Monti Martanie del Serano ripropone lo stesso genere di problematica,se possibile con ancora maggior gravità. A livello loca-le, infatti, mancano del tutto fonti bibliografiche ine-renti questo settore conoscitivo. Questo specifico de-ficit si pone in evidenza con particolare emergenza,dal momento che lo studio di questi gruppi vegetalipermetterebbe di evidenziare l’entità delle variazionidei parametri ambientali, trattandosi di gruppi biolo-gici particolarmente idonei al monitoraggio ambien-tale. Questa carenza va colmata nel più breve tempopossibile, considerato l’enorme patrimonio informa-tivo che potrebbe essere desunto da questo tipo di ri-cerche, soprattutto in relazione alle indicazionigestionali da esse desumibili.Per quanto riguarda i vegetali cosiddetti “superiori”(piante vascolari), il panorama delle conoscenze re-gionali si presenta più ricco ma comunque connotatoda notevoli carenze e lacune territoriali.Le informazioni floristiche utilizzate nella ricerca fina-lizzata alla redazione della Relazione sullo stato del-l’ambiente in Umbria (IRRES, CIPLA, 1997) sonobasate sostanzialmente sul Prodromo della Flora umbradi Barsali, realizzato nella prima metà del secolo scor-so (1929-1932), sulla Flora d’Italia (Pignatti, 1982),sul Libro rosso delle piante d’Italia (Conti, Manzi,Pedrotti, 1992) e, infine, su alcuni lavori e pubblica-zioni a carattere locale.Nella parte della Relazione sullo stato dell’ambientein Umbria (IRRES, CIPLA, 1997) dedicata alle ca-ratteristiche vegetazionali, vengono presi in conside-razione i livelli più alti del sistema fitosociologico: leclassi, gli ordini e, in particolare, le alleanze, facendosolo talvolta riferimento alle associazioni. Lo studiosi è basato su informazioni tratte da pubblicazioni re-alizzate negli ultimi decenni nel territorio regionale,insufficienti a fornire un quadro completo della com-posizione della vegetazione regionale. Le cenosiboschive, arbustive ed erbacee del territorio umbrovengono descritte a livello di alleanza. Le alleanzericonosciute a livello regionale sono 9 per la vegeta-zione forestale, 6 per la vegetazione arbustiva e 29per quella erbacea.Nel panorama delle conoscenze a scala regionale ac-

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quisite negli anni successivi alla redazione della Rela-zione sullo stato dell’ambiente in Umbria (IRRES,CIPLA, 1997), va senz’altro citata la “Carta delle Seriedi vegetazione della provincia di Terni” (Biondi et al.,2001a; Id., 2001b; Id., 2002a). Questo documentocartografico, correlato a un testo descrittivo munitodi immagini e fotografie (Biondi et al., 2002a), è statoprodotto nell’ambito del Piano Territoriale di Coordi-namento Provinciale (PTCP) della Provincia di Terni.Esso rappresenta un rilevante patrimonio informativoa scala provinciale e fornisce indicazioni concernentila flora, la vegetazione, il paesaggio vegetale e la corri-spondente rappresentazione cartografica per l’interoterritorio della provincia di Terni. Attraverso le indagi-ni fitosociologiche si è entrati negli aspetti più tipicidella pianificazione: i dati sulla flora e sulla vegetazio-ne hanno fornito al pianificatore tutte le indicazioninaturalistiche ed ecologiche necessarie a una correttagestione del territorio nel rispetto delle peculiaritàambientali (bobobobobox 5a.2x 5a.2x 5a.2x 5a.2x 5a.2). Le indagini svolte e gli studirealizzati hanno infatti rappresentato un contributoessenziale nella stesura della relativa normativa delPTCP nella gestione della qualità ambientale nonchénell’utilizzazione delle risorse dei sistemi naturali esemi-naturali (Biondi et al., 2001a; Id. 2001b).

5a.5.Scenario locale

Per gli aspetti floristico-vegetazionali del territoriodella Comunità Montana dei Monti Martani e del

Serano non è purtroppo possibile disporre di dati didettaglio relativi ai gruppi di piante inferiori.Anche per quanto riguarda le piante superiori sievidenzia una forte carenza di fonti e dati analitici; soloun modesto numero di ricerche a carattere floristico-vegetazionale è stato realizzato in questa porzione delterritorio umbro, incentrate prevalentemente sullacomponente vegetale del monte Serano e risalenti al-l’inizio degli anni settanta (De Capite, Menghini, 1972;Menghini, De Capite, 1972; Menghini, Bencivenga,1973). Di particolare rilevanza la “Carta della vegeta-zione”, foglio “Spoleto” (Francalancia, Orsomando,1981) che, benché elaborata sulla base di un approcciofitosociologico classico e ormai superato, fornisce im-portanti informazioni sulla distribuzione di alcunecenosi vegetali nel territorio.Per quanto riguarda l’interpretazione dei dati di tipofloristico, rispetto alla Relazione sullo stato dell’am-biente in Umbria del 1997 è stato aggiunto un nuovoimportante criterio informativo derivante dalla pub-blicazione, avvenuta nel 1997, delle Liste rosse Re-gionali delle Piante d’Italia, che vede l’Umbria inte-ressata da 363 entità (Conti et al., 1997).Anche la normativa regionale ha visto dal 1997 a oggila pubblicazione di due importanti documenti legisla-tivi regionali, la LR 28/01, “Testo unico regionale perle foreste” e la LR 27/00, “Piano Urbanistico Territo-riale”, che hanno fornito un importante contributoall’individuazione delle entità floristiche da tutelare.Purtroppo, come già avveniva nel 1997 a livello re-gionale, non è disponibile un inventario completo

Allo scopo di caratterizzare i diversi tipi di paesaggio vegetale rinvenuti nel territorio della Provincia di Terni,ciascuna Serie di Vegetazione è stata descritta nella propria singolarità, attraverso una trattazione sintetica delleparticolarità bioclimatiche, geolitologiche, pedologiche, floristiche, ecologiche e biogeografiche che lacaratterizzano. Lo strumento cartografico prodotto, avendo valenza di strumento di pianificazione territoriale, èstato redatto in scala 1:25.000

Per ciascuna Serie di Vegetazione sono state riportate:• una frase diagnostica in cui vengono sintetizzate le principali caratteristiche ecologiche della Serie;• l’indicazione della associazione forestale testa di serie, rappresentante la vegetazione matura di riferimento

per il territorio corrispondente;• la caratterizzazione climatica, con l’indicazione del tipo bioclimatico in cui la serie si sviluppa;• la caratterizzazione geopedologica con le indicazioni delle formazioni litologiche sulle quali si sviluppa

la serie;• la distribuzione della serie sul territorio provinciale;• la caratterizzazione floristica delle diverse comunità che costituiscono la Serie di vegetazione;• lo stato di conservazione.• l’indicazione del livello di rarità delle associazioni o delle entità floristiche eventualmente presenti;• le indicazioni gestionali fornite nella stesura del PTCP, emerse dalla conoscenza del patrimonio vegetale.

Per l’intero territorio provinciale sono state riconosciute 19 Serie di Vegetazione climatofile o edafo-xerofile e 5edafo-igrofile della Geoserie ripariale (Biondi et al., 2001a e 2001b).

Box 5a. 2 La Carta delle Serie di Vegetazione della provincia di Terni

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5a. FLORAE VEGETAZIONE

delle specie vascolari presenti nel territorio. I dati acui si fa qui riferimento sono basati solo su fontibibliografiche e la loro attendibilità andrebbe verifi-cata attraverso un’indagine adeguata.Per la valutazione del patrimonio floristico del terri-torio della Comunità Montana dei Monti Martani edel Serano si è partiti dall’unica lista floristica esisten-te a livello regionale corrispondente al Prodromo del-la flora umbra (Barsali, 1929-1932). Tale documentoriporta le località di rinvenimento di ciascuna specie; èstato quindi possibile estrapolare l’elenco delle entitàdi particolare valore naturalistico per il territorio del-la Comunità Montana dei Monti Martani e del Serano,tutelate dalla normativa regionale o incluse nella Listarossa regionale delle Piante d’Italia relativa all’Umbria(Conti et al., 1997). Tale elenco è stato integrato con idati aggiuntivi desumibili dalla Flora d’Italia (Pignatti,1982), e con le segnalazioni floristiche contenute invari contributi scientifici a carattere locale.Dal punto di vista dello studio della vegetazione, uninquadramento di base è stato desunto dalla “Carta dellavegetazione” (foglio “Spoleto”) realizzata nel 1981(Francalancia, Orsomando, 1981). Purtroppo tale do-cumento cartografico interessa solo in parte il territo-rio della Comunità Montana dei Monti Martani e delSerano. Un ulteriore passo avanti nella conoscenza delletipologie vegetazionali presenti, in chiave più moder-na e aggiornata è stato compiuto attraversol’individuazione delle Serie di vegetazione (riportatein AllegaAllegaAllegaAllegaAllegatototototo 22222, strumento di grande utilità sia dal puntodi vista conoscitivo che nell’ambito applicativo egestionale. In un recente lavoro (Calandra et al., 2002),frutto di una collaborazione tra l’Ufficio Foreste dellaRegione Umbria ed il Dipartimento di Biologia Vege-tale e Biotecnologie Agro-Ambientali dell’Universitàdegli Studi di Perugia, sono state evidenziate le Seriedi Vegetazione di un’area compresa in parte nel foglio“Spoleto” e in parte nel foglio “Foligno”, per gran par-te rappresentativa del territorio della Comunità Mon-tana dei Monti Martani e del Serano. Allo stato attualeesso rappresenta il più aggiornato documento scienti-fico concernente il patrimonio vegetazionale del terri-torio in esame; si tratta tuttavia di un articolo moltosintetico, nel quale le Serie di vegetazione vengonosemplicemente elencate, senza ulteriori dettagli. Inquesta sede, sulla base di ricerche analoghe compiutein territori contermini (Biondi et al., 2002a), vengo-no esplicitate le tappe di sostituzione relative a ciascu-na Serie di vegetazione e per ognuna di esse viene ri-portata in AllegaAllegaAllegaAllegaAllegatototototo 2 2 2 2 2 una breve descrizione compren-dente l’indicazione delle specie più significative.

5a.5.1. Pressione

Per quanto riguarda l’argomento “pressioni”, si sotto-

linea come le principali pressioni esercitate sulla com-ponente “flora e vegetazione” siano la risultante com-plessiva delle pressioni dirette relative alle componen-ti “aria” e “acqua”, per ciò che concerne, in particolare,le immissioni di sostanze inquinanti. Si rimanda quindiai corrispondenti capitoli per un approfondimentoquali-quantitativo.

5a.5.2. Stato

5a.5.2.1. FloraIl livello delle conoscenze floristiche per il territoriodella Comunità Montana dei Monti Martani e delSerano è generalmente scarso. Pochi sono i lavori acui si può far riferimento; nella maggior parte deicasi si tratta di segnalazioni sparse relative a un nu-mero limitato di biotopi (tali lavori sono elencati neiriferimenti bibliografici e documentari alla fine delpresente capitolo).Sulla base del materiale edito è stato possibile realiz-zare l’elenco delle specie vegetali segnalate su basebibliografica per il territorio della Comunità Monta-na dei Monti Martani e del Serano e incluse almenoin una delle seguenti liste:

“Piante vascolari di particolare valore naturalistico-biologico in Umbria” (Allegato A della LR 27/00,“Piano Urbanistico Territoriale”);elenchi di specie tutelale dalla normativa regionale(LR 40/78, LR 49/87, LR 11/90 e LR 28/01);Lista rossa delle piante d’Italia, elenco relativoall’Umbria (Conti et al., 1997).

Tale elenco viene riportato nell’AllegaAllegaAllegaAllegaAllegato 1to 1to 1to 1to 1, con l’ag-giunta dello status attribuito a ciascuna entità nei ri-spettivi elenchi; per l’interpretazione delle abbrevia-zioni si fa riferimento alla documentazione originale.Gran parte delle fonti bibliografiche cui si può attin-gere per i dati di natura floristica inerenti il territo-rio in esame risultano purtroppo abbastanza datate;molte di esse non sono state verificate negli ultimi 25anni e necessitano di conferma.L’indicatore di stato considerato è stato la Presenzadi specie endemiche, rare o di interesse fitogeograficonel territorio.Le specie endemiche, rare o di interesse fitogeograficopresenti nel territorio, sulla base dell’elenco “Piantevascolari di particolare valore naturalistico-biologi-co in Umbria” (Allegato A della LR 27/00, “PianoUrbanistico Territoriale”) vengono riportate nella ta-ta-ta-ta-ta-bella 5a.1bella 5a.1bella 5a.1bella 5a.1bella 5a.1.

5a.5.2.2. VegetazioneLe conoscenze sulla vegetazione del territorio della Co-munità Montana dei Monti Martani e del Serano sonolimitate alla “Carta della vegetazione”, foglio “Spoleto”1:50.000 (che include solo una parte del territorio della

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5a. FLORAE VEGETAZIONE

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Comunità Montana) e ad altre cartografie più generi-che pubblicate dal Servizio PUT (“Paesaggio vegetaledella Valle Umbra” alla scala 1:100.000, “Carta geobota-nica dell’Umbria”, ecc.). È in corso di relizzazione unacarta sintetica delle conoscenze vegetazionali.Gli indicatori di stato considerati sono:

Vegetazione, osservazione qualitativa: sulla base delmateriale edito è stato possibile realizzare l’elencodelle cenosi vegetali attualmente note per il terri-torio in esame (Francalancia, Orsomando, 1981),riportate nella tabella 5a.2tabella 5a.2tabella 5a.2tabella 5a.2tabella 5a.2. Come per la flora, sitratta di dati purtroppo non aggiornati, ciò risultaevidente dall’eterogeneità a livello di inquadramen-to fitosociologico.Serie di vegetazione: sulla base della pubblicazionepiù recente, è stato inoltre possibile realizzarel’elenco delle Serie di vegetazione attualmente ri-conosciute per il territorio in esame (Calandra etal., 2002). Tale elenco viene riportato nella tabellatabellatabellatabellatabella5a.35a.35a.35a.35a.3. Una descrizione di dettaglio delle tappe di

Specie endemica dell’Italia centrale (status 1) 1Specie rara a livello regionale (status 2) 58Specie rara a livello nazionale (status 3) 2Specie di interesse fitogeografico (status 4) 16Totale 89

• Fraxino orni-Querceto ilicis sigmetum (serieneutro-basifila, spesso edafo-xerofila, del pianocollinare dei rilievi calcarei),

• Cephalanthero longifoliae-Querceto ilicis sigmetum(serie neutro-basifila e extra-zonale del pianocollinare tipica dei rilievi calcarei appenninici);

• Roso sempervirentis-Querceto pubescentissigmetum (serie neutrobasifila e xerofilaampiamente diffusa nel piano basso collinare esubmediterranea su differenti tipi di substrati:depositi Plio-Pleistocenici, rilievi e falde detritichecalcaree);

• Roso sempervirentis-Querceto pubescentisquercetoso cerridis sigmetum (serie neutro-basifilatipica dei depositi turbiditici e plio-pleistocenici delpiano basso collinare e della regionesubmediterranea);

• Aceri obtusati-Querceto cerridis sigmetum (serieneutro-basifila del piano collinare dei rilievi collinarimarnoso arenacei);

• Scutellario columnae-Ostryeto carpinifoliaesigmetum (serie neutrobasila del piano altocollinare, tipica dei rilievi calcarei appenninici);

• Scutellario columnae-Ostryeto carpinifoliaecytisetoso sessilifolii sigmetum (serie neutrobasilifaedafo-xerofila, tipica delle zone ad esposizionecalda, alla base dei versanti e sulle falde detritichedei rilievi calcarei appenninici);

• Polysticho aculeati-Fagetum sylvaticae sigmetum(serie neutro-basifila del faggio, tipica del pianomontano dei rilievi calcarei appenninici).

Numero di Serie di Vegetazione note per ilterritorio

8

Tabella 5a.3 Serie di Vegetazioneattualmente riconosciuteper il territorio in esame

Fonte: Calandra et al., 2002.

Tabella 5a.1 Specie endemiche, rare odi interesse fitogeograficopresenti nel territorio

Fonte: Allegato A della LR 27/00 “Piano Urbanistico Territoriale”.

Tabella 5a.2 Elenco e numero dellecenosi vegetaliattualmente note peril territorio in esame

VEGETAZIONE FORESTALEBosco di leccio Fraxino orni-Quercetum

ilicisBosco misto di leccio Fraxino orni-Quercetum

ilicis laburnetosumanagyroidis

Bosco di roverella Quercetalia pubescentisBosco di cerro Quercetalia pubescentisBosco di carpino nero Scutellario columnae-

Ostryetum carpinifoliaeBosco di faggio Geranio nodosi-Fagion

sylvaticaeBosco di castagno Quercetalia pubescentisBosco di carpino bianco Carpino betuli-Coryletum

avellanaeBosco di pino d'Aleppo Quercion ilicis

VEGETAZIONE ARBUSTIVAArbusteto a ginestra deicarbonai

Aggr. a Cytisus scoparius

VEGETAZIONE ERBACEAPrateria xerica XerobromionPrateria xerica Seslerio nitidae-Brometum

erectiPrato-pascolo Filipendulo vulgaris-

Trifolietum montaniPrati falciabili ad avenaaltissima

Arrhenatherion,Ranunculion velutini

VEGETAZIONE INFESTANTEComunità infestanti deicampi

Secalietea, Chenopodietea

VEGETAZIONE RIPARIALEBosco a salice bianco Salicetum albaeArbusteto a salice rosso Saponario-Salicetum

purpureaeNumero di associazioninote per il territorio

7

Numero disubassociazioni note peril territorio

1

Numero diaggruppamenti noti peril territorio riferiti adunità sintassonomichesuperiori all'associazione

8

Fonte: Francalancia e Orsomando, 1981.

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5a. FLORAE VEGETAZIONE

sostituzione e delle caratteristiche ecologiche diciascuna Serie di vegetazione viene riportata nel-l’AllegaAllegaAllegaAllegaAllegato 2to 2to 2to 2to 2.Complessi di vegetazione o geosigmeti: sulla basedelle pubblicazione sopracitata (Calandra et al.,2002) viene inoltre riportato l’elenco dei geosig-meti attualmente noti per il territorio in esame(tabtabtabtabtab..... 5a.4 5a.4 5a.4 5a.4 5a.4).

5a.5.2.3. Paesaggio vegetaleAnche in questo caso scarsi sono i documenti che af-frontano lo studio del paesaggio in termini ecologicie funzionali. In uno studio realizzato in collaborazio-ne con l’Ufficio Foreste ed Economia Montana dellaRegione Umbria vengono affrontate per il territoriocompreso nel foglio “Spoleto” le problematiche rela-tive all’imboschimento secondo una logica di studiodi Ecologia del paesaggio (Calandra et al., 2002). Talemetodologia potrebbe essere trasferita ad altreproblematiche e scenari individuati nell’ambito del-l’Agenda 21 Locale.

5a.5.3. Impatto

5a.5.3.1. FloraAllo stato attuale delle conoscenze è possibile valuta-re questo aspetto solo a livello di flora. Vengono pre-se in considerazione le specie minacciate o vulnera-bili presenti nel territorio, facendo riferimento alleentità incluse nella Lista rossa delle piante d’Italia(Conti et al., 1997) e nell’elenco “Piante vascolari diparticolare valore naturalistico-biologico in Umbria”(Allegato A della LR 27/00, “Piano Urbanistico Ter-ritoriale”). Lo status di ciascuna specie, il numerocomplessivo di entità minacciate e la ripartizione perstatus vengono riportati nelle tabelle 5a.5 -5a.6tabelle 5a.5 -5a.6tabelle 5a.5 -5a.6tabelle 5a.5 -5a.6tabelle 5a.5 -5a.6.L’indicatore di impatto utilizzato è la Presenza di spe-cie minacciate o vulnerabili nel territorio.

Tabella 5a.4 Geosigmeti attualmentericonosciuti per il territorioin esame

Tabella 5a.5 Status e numero dellespecie minacciate presentinel territorio incluse nellaLista Rossa delle Pianted’Italia

Fonte: Calandra et al., 2002.

GEOSIGMETO RIPARIALELa vegetazione ripariale risulta fortemente ridotta eimpoverita dall’attività agricola che si spinge, in alcunicasi, fin quasi alle sponde fluviali. In alcuni settori sonoinvece presenti formazioni di ripa ben conservate,soprattutto lungo il corso di torrenti minori, costituiteprincipalmente da formazioni arbustive a dominanza diSalix purpurea e Salix elaeagnos dell’alleanza Salicionelaeagni, e, nei tratti più ampi, da formazioni igrofilebasso arboree a dominanza di Salix alba e Popolus nigra,dell’alleanza Salicion albae.Numero di Geosigmeti noti per territorio 1

Gravemente minacciata (CR) 1Minacciata (EN) 12A basso rischio (LR) 30Vulnerabile (VU) 13Numero totale 1

Tabella 5a.6 Status e numero dellespecie minacciate presentinel territorio inclusenell’Allegato A dellaLR 27/00 “PianoUrbanistico Territoriale”

Fonte: Conti et al., 1997.

Specie di ambienti fortementeminacciati di distruzione (status 5)

18

Specie rara in quanto raccolta poichéedule, officinale o vistosa (status 6)

8

Numero totale 26

5a.5.4. Risposta

5a.5.4.1. FloraPer valutare il tipo di risposta fornita alle problematicheconcernenti gli aspetti floristici del territorio, sono statipresi in considerazione gli aspetti normativi e legislati-vi che pongono sotto tutela, in varia misura, le entitàconsiderate a rischio.Gli indicatori di risposta considerati sono i seguenti(tra parentesi l’entità del dato rilevato):

Numero totale di specie protette da legislazioneinternazionale, nazionale e regionale presenti sulterritorio (89 specie);Numero di specie presenti nel territorio inclusenell’Allegato A della LR 27/00 “Piano Urbanisti-co Territoriale”(68 specie);Numero totale di specie presenti nel territoriotutelale dalla restante normativa regionale (LR40/78, LR 49/87, LR 11/90 e LR 28/01) (27specie).

5a.5.4.2. VegetazioneLa presenza sul territorio di Habitat protetti dell’Al-legato 1, Direttiva UE “Habitat” rappresenta un buonindicatore dello stato della risposta.Nel 2000 l’area delle praterie sommitali del massic-cio dei monti Martani è stata censita come “habitatprioritario” relativamente alla categoria 6210 corri-spondente a Semi-natural dry grasslands andscrubland facies on calcareous substrates (Festuco-Brometalia) (important orchid sites).Gli “habitat prioritari” individuati all’interno di cia-

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5a. FLORAE VEGETAZIONE

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scuna area SIC (Sito di Intersse Comunitario) e ZPS(Zona di Protezione Speciale sono indicati nelle sche-de allegate alla cartografia dei “proposti SIC” e nonsono stati qui presi in considerazione a livello di det-taglio.

5a.5.4.3. Paesaggio vegetalePer quanto concerne il paesaggio vegetale sono sta-te prese in considerazione le aree sottoposte a tute-la, in particolare quelle individuate come “propostiSIC”.L’indicatore di risposta considerato è stato Siti diInteresse Comunitario proposti per il territorio inesame e superficie totale interessata.L’elenco dei “proposti SIC” viene riportato nella ta-ta-ta-ta-ta-bella 5a.7 bella 5a.7 bella 5a.7 bella 5a.7 bella 5a.7 assieme all’area delle superfici interessate.La superficie complessiva risultante è maggiore delreale, poiché talune aree SIC sconfinano oltre i limitidella Comunità Montana e allo stato attuale non sonodisponibili dati georeferenziati di dettaglio.

5a.6. Indicatori di riferimento

Gli indicatori possono essere utilizzati come strumen-to sintetico per valutare alcuni stati quali-quantitatividell’ambiente ed evidenziare alcune situazioni a ri-schio.Alcuni tra i più utilizzati sono i seguenti:

licheni come bioindicatori (qualità dell’aria);carte della vegetazione;biomonitoraggio degli ambienti acquatici;tartufi come biosensori dell’ambiente;indicatori di utilizzo del territorio;

indici di naturalità e/o antropizzazione;indici climatici;indici di produttività.

Nella tabella 5a.8tabella 5a.8tabella 5a.8tabella 5a.8tabella 5a.8 si riporta lo schema riassuntivo degliindicatori ambientali attualmente applicabili che sonostati utilizzati per l’analisi del territorio della Comu-nità Montana dei Monti Martani e del Serano e che siintendono adottare nel seguito per monitorare l’effi-cacia degli interventi.La versione dettagliata della tabella degli indicatori èriportata nella tabella 5a.9 tabella 5a.9 tabella 5a.9 tabella 5a.9

5a.7.Problematiche emergenti

5a.7.1. Flora

Una seria analisi della componente “flora” va effettuatase si vuole avere una sintesi dettagliata della biodiversitàdel territorio e soprattutto un quadro esaustivo e ag-giornato sulla presenza di specie di importanza locale,regionale, nazionale e comunitaria. Le future ricerchepotranno evidenziare meglio le caratteristiche botani-che del territorio per quanto riguarda le specie di in-teresse comunitario e quindi dare la possibilità di rea-lizzare progetti gestionali cofinanziati (avvalendosi divarie tipologie di finanziamenti, da regionali a comu-nitari, del tipo dei progetti “Life”, “Natura 2000”, ecc.).In prima istanza dovranno essere definiti scenari perla gestione della presenza di specie rare o di impor-tanza naturalistica attraverso le seguenti fasi:1) studio degli ambienti di particolare valore natu-

ralistico (ambienti umidi, praterie secondarie,prati terofitici, ecc.);

2) controllo e monitoraggio con riferimento alla “Li-sta delle specie di rilevante interesse naturalisticodell’Umbria”;

3) controllo e monitoraggio con riferimento alleliste delle specie protette pubblicate a vario li-vello dallo Stato italiano e dalla Comunità Euro-pea.

5a.7.1.1. Biodiversità a livello delle risorse colturaliViene trattata a parte in quanto sono già in corso col-laborazioni a vari livelli con le istituzioni scientifiche;nel quadro di tali attività vanno potenziate:

l’analisi dei prodotti agricoli tipici e della loropotenzialità di mercato;l’individuazione di varietà colturali autoctone diparticolare pregio (olivo, castagno, tartufo, ecc.);la raccolta dei funghi spontanei e/o loro coltiva-zione;la ricerca finalizzata a una migliore gestione di talirisorse, all’aumento del valore aggiunto e all’in-

Tabella 5a.7 Siti di InteresseComunitario propostiper il territorio in esamee superficie totaleinteressata

(ha)Monteluco di Spoleto 487,0Monte Solenne 833,0Monti Serano-Brunette (sommità) 1.881,0Fiume e Fonti del Clitunno 19,0Valle di Pettino (Campello sul Clitunno) 797,0Valle del Serra, Montebibico, Battiferro 1.022,0Colline Premartane (Bettona-GualdoCattaneo)

2.626,0

Fosso di Camposolo 509,0Monte Il Cerchio (Monti Martani) 1.581,0Monte Torre Maggiore (Monti Martani) 1.474,0Boschi di Montebibico (Monti Martani) 201,0Fiume Timia (Bevagna-Cannara) 53,0Sorgiva dell’Aiso 1,3Totale (13 siti) 11.484,3

Fonte: Ministero dell’Ambiente.

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5a. FLORAE VEGETAZIONE

serimento della loro coltivazione in una logica disviluppo sostenibile o di filiera agronaturalistica(ad esempio, il mantenimento dei pascoli non puòprescindere dalla conservazione del pascolo in sée quindi dalla promozione dei prodotti della pa-storizia).

5a.7.2. Vegetazione

Dovrebbe essere realizzato un documento unico in cuisiano riportate le conoscenze attuali. Per quanto ri-guarda l’acquisizione dei dati mancanti o non aggior-nati, in considerazione del fatto che sicuramente le ri-sorse a disposizione saranno limitate, vanno prese inconsiderazione in un primo momento le emergenzevegetazionali e paesaggistiche (habitat prioritari) e suc-cessivamente i territori maggiormente antropizzati, conparticolare riferimento ai progetti di riqualificazionee/o rinaturazione.Nel fissare gli obiettivi prioritari, appare indispensa-bile l’indagine di dettaglio su tipi di vegetazione dirilevante interesse dal punto di vista naturalistico,quali, per citarne solo alcuni:

boschi di faggio con tasso (presenza di specie, in-clusione nel censimento “Habitat - Natura 2000”,BioItaly, ecc.);boschi di leccio, leccete a elevato valore naturali-stico-culturale quali, ad esempio, Monteluco diSpoleto;ambienti umidi e di sorgente quali le Fonti delClitunno, il Teverone, ecc.;praterie con fioriture di orchidee, pascoli monta-ni, ecc.

5a.7.3. Paesaggio vegetale

Per quanto riguarda il paesaggio vegetale, risultanoobiettivi prioritari:

criteri di gestione delle selve e dei cedui (in col-laborazione con l’esperto forestale);gestione dei castagneti come elemento natura-listico e da reddito;gestione di prati e pascoli;gestione delle tartufaie;gestione delle risorse forestali finalizzata alla rac-colta dei prodotti del sottobosco (castagne, tar-tufi, funghi, ecc.);studi di approfondimento nelle aree di interessenaturalistico ambientale che interessino del tutto oin parte il territorio della Comunità Montana (Bio-topi di interesse regionale, proposti SIC, ZPS, “Na-tura 2000”), anche allo scopo di individuare i cri-teri per un’adeguata gestione;valutazione di altri processi conoscitivi e valu-tativi: eolico, fitomasse e fitoclima.

5a.8. Obiettivi particolari a breve termine

In concomitanza con l’importanza che la risorsa acquasta assumendo a livello politico ed ecologico sia in sedelocale che internazionale è auspicabile che si dia incen-tivo a studi di settore sullo stato delle acque nel suocomplesso nel territorio della Comunità Montana deiMonti Martani e del Serano, essendo questa risorsaanche di particolare valore turistico.

IndicatoreIndicatoreIndicatoreIndicatore DDDD PPPP SSSS IIII RRRR Stato dei datiStato dei datiStato dei datiStato dei datiPresenza di specie endemiche, rare o di interesse fitogeografico nelterritorio

SSSS Incompleti

Vegetazione - osservazione qualitativa SSSS IncompletiSerie di vegetazione SSSS IncompletiComplessi di vegetazione o geosigmeti SSSS IncompletiPresenza di specie minacciate o vulnerabili nel territorio (1) IIII IncompletiPresenza di specie minacciate o vulnerabili nel territorio (2) IIII IncompletiNumero totale di specie protette da legislazione internazionale,nazionale e regionale presenti sul territorio

RRRR Incompleti

Numero di specie presenti nel territorio incluse nell’All. A della LR27/00 “Piano Urbanistico Territoriale”

RRRR Incompleti

Numero di specie presenti nel territorio tutelale dalla restantenormativa regionale

RRRR Incompleti

Habitat protetti dell'Allegato 1 Direttiva UE “Habitat” SSSS RRRR IncompletiSiti di Interesse Comunitario proposti per il territorio in esame esuperficie totale interessata

RRRR Incompleti

Tabella 5a.8 Schema riassuntivo degli indicatori ambientali attualmente applicabiliche sono stati utilizzati per l’analisi del territorio della Comunità Montana

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In particolare si potrebbe promuovere:un censimento delle sorgenti e degli ambienti fon-tinali;una valutazione dello stato dei sistemi fluviali elacustri, con particolare riferimento a flora, ve-getazione e fauna ittica;valorizzazione con una sentieristica rivolta allariscoperta di vecchi fontanili ed abbeveratoi;attività di educazione ambientale in collaborazio-ne con le scuole per la valorizzazione dei princi-pali biotopi umidi.

5a.9. Considerazioni conclusive

Per il territorio della Comunità Montana dei MontiMartani e del Serano, analogamente a quanto avvie-ne in generale per l’Umbria, emerge una distribu-zione delle conoscenze naturalistiche del territorio“a macchia di leopardo”. Le ricerche esistenti, infatti,mancando un programma unitario di coordinamen-to, differiscono per dettaglio, argomenti e finalità epertanto non permettono una facile lettura finalizza-ta alla conoscenza dell’intero territorio.

Tabella 5a.9 Riepilogo indicatori DPSIR

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5a. FLORAE VEGETAZIONE

La realizzazione di un piano di ricerche coordinatonel tempo, nell’ambito delle attività dell’Agenda 21Locale non potrà certo colmare in poco tempo le la-cune presenti ma sicuramente è necessaria e può ov-viare alle carenze evidenziate, ottimizzando la pro-grammazione e l’esecuzione di attività di studio mi-rate alla pianificazione e all’uso sostenibile e consa-

pevole del territorio. Il potenziamento della ricercadi base e la collaborazione con gli Enti di ricerca, comespecificato nell’Introduzione, rappresentano un obiet-tivo irrinunciabile per affrontare i momenti in cui ilmercato o l’emergenza ecologico-ambientale richie-dono decisioni veloci e interventi precisi e nulla deveessere lasciato all’improvvisazione.

segue segue segue segue segue TTTTTabella abella abella abella abella 5a5a5a5a5a.....99999 Riepilogo indicatori DPSIR

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5a. FLORAE VEGETAZIONE

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Elenco delle specie segnalate su base bibliografica per il territorio della Comunità Montana ed incluse almenoin una delle seguenti liste:– “Piante Vascolari di Particolare Valore Naturalistico-Biologico in Umbria” (All. A della LR 27/00 “Piano

Urbanistico Territoriale”);

ALLEGATO 15a

SpecieSpecieSpecieSpecie STATUSSTATUSSTATUSSTATUSPUTPUTPUTPUT Lista RossaLista RossaLista RossaLista Rossa Leggi regionaliLeggi regionaliLeggi regionaliLeggi regionali

Ampelodesmus mauritanicus (Poiret) Dur. et Sch. 2 4 LRAsphodeline lutea Reichenb. siCallitriche palustris L. 2 5 VUCalluna vulgaris (L.) Hull. 2 4 6 LRCampanula bononiensis L. 2 LRCardamine pratensis L. ssp. granulosa (All.) Arcang. 2 5 ENCarex acutiformis Ehrh. 2 5 ENCarex depauperata Curtis ex With. 2 LRCeltis australis L. 2 LR siCerastium scaranii Ten. 2 4 LRCerastium sylvaticum W. et K. 2 LRCeratophyllum demersum L. 2 5 VUCirsium lobelii Ten. sensu Lac. 2 4Cirsium morisianum Rchb. 2 LRCoronilla valentina L. ssp. valentina 2 LR siCorydalis solida (L.) Swartz 2 VUCrocus biflorus Mill. 2 LRCrocus suaveolens Bert. 2 4 LRDactylorhiza maculata (L.) Soò siDanthonia alpina Vest. 4Dorycnium rectum (L.) Ser. 2 ENEpipactis atropurpurea Rafin. 2 6 LREpipactis microphylla (Ehrh.) Swartz 2 LREuphrasia liburnica Wettst. 2 3 LRFragaria viridis Duchesne 2 LRGagea pratensis (Pers.) Dumort. 2 LRGalium laevigatum L. 2 LRGalium palustre L. ssp. palustre 2 5 ENGenista germanica L. 4Gentiana utriculosa L. siGentiana verna L. siGeranium tuberosum L. 2 LRGeum molle Vis & Pancic 2 4 LRHippuris vulgaris L. 2 5 CRIris pseudacorus L. 2 5 ENJuncus acutus L. 2 4 5 ENJuncus subnodulosus Schrank 2 VULemna minor L.Lemna trisulca L. 2 5 ENLilium bulbiferum L. ssp. croceum (Chaix) Baker siLilium martagon L. siLuzula spicata (L.) DC. ssp. spicata 4Molinia caerulea (L.) Moench ssp. arundinacea(Schrank) H. K. G. Richt.

2 VU

(segue)

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5a. FLORAE VEGETAZIONE

STATUSSTATUSSTATUSSTATUSSpecieSpecieSpecieSpeciePUTPUTPUTPUT Lista RossaLista RossaLista RossaLista Rossa Leggi regionaliLeggi regionaliLeggi regionaliLeggi regionali

Myosotis scorpioides L. 2 6 ENMyriophyllum spicatum L. 2 5 VUMyriophyllum verticillatum L. 2 5 VUNajas marina L. 2 5 ENNarcissus pöeticus L. siOphrys apifera Huds. siOphrys bertoloni Moretti siOphrys fuciflora (Crantz) Moench. siOphrys sphecodes Mill. siOrchis lactea Poir. siOrchis militaris L. 2 6 LR siOrchis morio L. siOrchis papilionacea L. 2 6 LR siOrchis pauciflora Ten. siOrchis provincialis Balb. siOrchis purpurea Huds. siOrchis sambucina L. siOrchis simia Lam. siOrchis tridentata Scop. siOrchis ustulata L. siOrnithogalum exscapum Ten. 2 LROrobanche rapum-genistae Thuill. 2 LRPastinaca sativa L. ssp. sativa 2 LRPhalaris arundinacea L. 2 5 VUPhysalis alkekengi L. 2 6 LRPiptatherum virescens (Trin.) Boiss. 2 LRPistacia lentiscus L. 4 siPolypogon viridis (Gouan) Breistr. 2 VUPotamogeton nodosus Poiret 2 5 VUPotamogeton pectinatus L. 2 5 VUPseudolysimachion spicatum (L.) Opiz 2 LRPtilostemon strictus (Ten.) Greuter 4Quercus robur L. 2 EN siRadiola linoides Roth 2 4 ENRanunculus illyricus L. 4Rumex hydrolapathum Hudson 2 5 VUSilene muscipula L. 2 LRStipa capillata L. 2 3Stipa pennata L. 6Trigonella monspeliaca L. 2 LRTrinia dalechampii (Ten.) Janchen 4Tulipa sylvestris L. 2 LR siVallisneria spiralis L. 2 5 VUVeronica teucrium L. 4Viola eugeniae Parl. 1 6Zannichellia palustris L. 2 5 EN

– Elenchi di specie tutelale dalla normativa regionale (LR 40/78; LR 49/87; LR 11/90; LR 28/01);– Lista Rossa delle Piante d’Italia, elenco relativo alla Regione Umbria (Conti et al., 1997).Viene riportato anche lo status attribuito a ciascuna entità nelle rispettive liste; per l’interpretazione delleabbreviazioni si veda la documentazione originale.

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5a. FLORAE VEGETAZIONE

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Si riportano le schede descrittive con le caratteristi-che salienti di ciascuna Serie di vegetazione, sulla basedi quanto riportato in Biondi et al. (2002a): tappe disostituzione della Serie, caratterizzazione climatica,caratterizzazione geolitologica, caratterizzazionefisionomica dell’associazione testa della serie, carat-terizzazione floristica, stato attuale di conservazio-ne. Si riporta inoltre una figura raffigurante un mo-dello tridimensionale schematico della Serie, allo statoattuale disponibile solo per alcune Serie di vegeta-zione (Biondi et al., 2002a).

PPPPPaesaggaesaggaesaggaesaggaesaggio della fio della fio della fio della fio della faggetaaggetaaggetaaggetaaggetaSerSerSerSerSerie climaie climaie climaie climaie climatofila appenninicatofila appenninicatofila appenninicatofila appenninicatofila appenninicatemperatemperatemperatemperatemperata montana neutrta montana neutrta montana neutrta montana neutrta montana neutrobasifila del fobasifila del fobasifila del fobasifila del fobasifila del faggaggaggaggaggioioioioioPPPPPolololololysticysticysticysticysticho aculeaho aculeaho aculeaho aculeaho aculeati-Fti-Fti-Fti-Fti-Fageto sylvageto sylvageto sylvageto sylvageto sylvaaaaaticaeticaeticaeticaeticae sigmetum sigmetum sigmetum sigmetum sigmetum

Tappe della Serie:Polysticho aculeati-Fagetum sylva-ticae;Polysticho aculeati-Fagetum sylvaticae ace-retosum peudoplatani; preboschi dell’alleanza Popu-lion tremulae; arbusteti a dominanza di Cotoneaste-rintegerrimus e Rosa pimpinellifolia; Colchico lusita-ni-Cynosuretum cristati; Brizo mediae-Brometum e-recti; Asperulo purpureae-Brometum erecti teucrie-tosum montani;Carici humilis-Seslerietum apenni-nae.

Caratterizzazione climatica: Macrobioclima Tempe-rato, Piano bioclimatico Montano.

Caratterizzazione geolitologica: la serie si sviluppaprincipalmente sulle Formazioni del Calcare massic-cio, della Maiolica o Calcare rupestre e della Scagliarosata, rossa e bianca.

Caratterizzazione fisionomica dell’associazione testadella serie: boschi decidui a dominanza di faggio, pres-soché monospecifici nello strato arboreo, governati siacome cedui matricinati che come fustaie coetanee.

Caratterizzazione floristica: oltre alla specie domi-nante, le cenosi forestali del Polysticho aculeati-Fage-tum sylvaticae ospitano poche essenze arboree, tracui vale la pena citare l’agrifoglio (Ilex aquifolium),il tasso (Taxus baccata), l’acero di monte (Acerpseudoplatanus) che può dare origine alla subassocia-zione aceretosum pseudoplatani. Al limite altitudinaleinferiore, ovvero attorno ai 900 m s.l.m., possonoentrare nella composizione del bosco specie tipichedel piano bioclimatico sottostante quali l’acero d’Un-gheria (Acer obtusatum) o il cerro (Quercus cerris).In questi boschi è possibile osservare alcune specienemorali di particolare bellezza, come l’orchidea

Figura 5a.1 Modello tridimensionale schematico del Polysticho aculeati-Fagetosylvaticae sigmetum

ALLEGATO 2: Principali Serie di Vegetazioneche caratterizzano il territorio della Comunità Montana5a

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5a. FLORAE VEGETAZIONE

macchiata (Orchis maculata subsp. fuchsii), il nidod’uccello (Neottia nidus-avis), il giglio di S. Giovan-ni (Lilium bulbiferum subsp. croceum), la peonia sel-vatica (Paeonia officinalis), l’erba crociola (Paris qua-drifolia), la latrea comune (Lathraea squamaria). I pre-boschi sono caratterizzati dal pioppo tremulo (Popu-lus tremula) e dal sorbo montano (Sorbus aria). I man-telli e gli arbusteti vedono la dominanza del gineprocomune (Juniperus communis), della rosa di macchia(Rosa pimpinellifolia), del cotognastro minore (Co-toneaster integerrimus) e vengono inquadrati nell’al-leanza Berberidion vulgaris. Le praterie di sostitu-zione, per lo più destinate a pascolo, sono ascrivibilia varie tipologie a seconda dell’acclività dei versanti.Su superfici pianeggianti o concave, come fondi didoline o selle, si sviluppano i prato-pascoli falciabiliad elevato valore pabulare dell’associazione Colchicolusitani-Cynosuretum cristati, a dominanza di covettadei prati (Cynosurus cristatus). Nel caso di acclivitàlievi, soprattutto sulle spianate sommitali dei rilievi,è abbondantemente diffusa l’associazione Brizo me-diae-Brometum erecti, a dominanza di sonaglini (Brizamedia) e forasacco eretto (Bromus erectus). Su ver-santi acclivi si sviluppa l’associazione Asperulo pur-pureae-Brometum erecti con la subassociazione vica-riante montana teucrietosum montani, caratterizza-ta da camedrio montano (Teucrium montanum), alis-so montano (Alyssum montanum) e fiordaliso giallo(Centaurea rupestris). Nelle zone di cresta soggettead elevata attività erosiva, è presente l’associazioneCarici humilis-Seslerietum apenninae, con ampia dif-fusione nel piano bioclimatico soprastante ove ha si-gnificato primario, caratterizzata dalla carice minore(Carex humilis) e dalla sesleria tenuifolia (Sesleria te-nuifolia). Nelle praterie montane la diversità floristicaè altissima e numerose sono le specie degne di men-zione, ricordiamo il giglio martagone (Lilium marta-gon), il celoglosso (Coeloglossum viride), la maninarosea (Gymnadenia conopsea), la sambucina (Orchissambucina), la viola di Eugenia (Viola eugeniae).

Stato attuale di conservazione: tra le formazioni disostituzione i pascoli necessitano di interventi di ma-nutenzione allo scopo di arrestare i naturali processidi ricolonizzazione da parte delle specie arbustive.Le cenosi boschive appaiono in buone condizioni diconservazione.

PPPPPaesaggaesaggaesaggaesaggaesaggio dell’Ostrio dell’Ostrio dell’Ostrio dell’Ostrio dell’Ostrieto ieto ieto ieto ieto AppenninicoAppenninicoAppenninicoAppenninicoAppenninicoSerSerSerSerSerie climaie climaie climaie climaie climatofila appenninicatofila appenninicatofila appenninicatofila appenninicatofila appenninicatemperatemperatemperatemperatemperata collinarta collinarta collinarta collinarta collinare neutre neutre neutre neutre neutrobasifila del carobasifila del carobasifila del carobasifila del carobasifila del carpino nerpino nerpino nerpino nerpino neroooooScutellarScutellarScutellarScutellarScutellar io columnae-Ostrio columnae-Ostrio columnae-Ostrio columnae-Ostrio columnae-Ostryyyyyeto careto careto careto careto carpinifoliaepinifoliaepinifoliaepinifoliaepinifoliaesigmetumsigmetumsigmetumsigmetumsigmetum

Tappe della Serie: Scutellario columnae-Ostryetum

carpinifoliae; Spartio juncei-Cytisetum sessilifolii;Brizo mediae-Brometum erectiSeslerio nitidae-Brometum erecti; Asperulo purpu-reae-Brometum erecti.

Caratterizzazione climatica: Macrobioclima Tempe-rato, Piano bioclimatico Collinare.

Caratterizzazione geolitologica: la serie si sviluppa prin-cipalmente sulle Formazioni del Calcare massiccio,della Maiolica o Calcare rupestre e della Scaglia rosa-ta, rossa e bianca.

Caratterizzazione fisionomica dell’associazione testadella Serie: Boschi decidui misti a prevalenza di carpinonero governati a ceduo con turni di ceduazione spessomolto frequenti, talora con matricine di cerro.

Caratterizzazione floristica: I boschi, ascrivibili perla maggior parte all’associazione Scutellario columnae-Ostryetum carpinifoliae, sono caratterizzati dalladominanza del carpino nero (Ostrya carpinifolia), ac-compagnato nello strato arboreo da orniello (Fraxinusornus), acero d’Ungheria (Acer obtusatum), cerro(Quercus cerris). Il sottobosco è ricco di erbacee trale quali la scutellaria di Colonna (Scutellaria colum-nae), l’elleboro di Boccone (Helleborus bocconei),la polmonaria chiazzata (Pulmonaria saccharata),l’elleborine (Epipactis helleborine), la primula co-mune (Primula vulgaris), la consolida femmina (Sym-phytum tuberosum subsp. nodosum), la scilla silvestre(Scilla bifolia), la dafne laurella (Daphne laureola).Tra gli arbusti nemorali sono tipici il maggiociondolo(Laburnum anagyroides) e la berretta da prete (Euo-nymus europaeus). Nelle formazioni di mantello do-minano il citiso a foglie sessili (Cytisus sessilifolius) ela ginestra odorosa (Spartium junceum), esse vengo-no riferite all’associazione Spartio juncei-Cytisetumsessilifolii largamente diffusa nell’Appennino centralee settentrionale. Nelle aree prive di vegetazione bo-schiva sono presenti le praterie di sostituzione riferi-bili alle associazioni Brizo mediae-Brometum erectie Asperulo purpureae-Brometum erecti. La prima èlocalizzata soprattutto sui settori sommitali poco ac-clivi, su suoli evoluti, e si caratterizza per la presenzadi specie quali il dente di leone meridionale (Leonto-don cichoraceus), l’olmaria peperina (Filipendulavulgaris), il fiordaliso di Trionfetti (Centaureatriumfetti). La seconda associazione colonizza i ver-santi a maggiore pendenza con suoli poveri e pietrosi,e tra le specie che la differenziano si possono ricor-dare la stellina purpurea (Asperula purpurea), l’agliodelle bisce (Allium spaerocephalum) e la radicchiellalaziale (Crepis lacera). Entrambe le associazioni sonoampiamente diffuse nel piano collinare dei rilievi cal-

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5a. FLORAE VEGETAZIONE

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carei dell’Appennino centrale. In situazioni di ero-sione ed elevata acclività si rinviene invece l’associa-zione Seslerio nitidae-Brometum erecti dal tipicoaspetto discontinuo, dominata dal forasacco eretto(Bromus erectus) e dalla sesleria dei macereti (Seslerianitida). Tra le specie prative di particolare valore natu-ralistico si possono ricordare il barbone (Hymanto-glossum adriaticum), l’orchidea omiciattolo (Orchissimia), l’orchidea bruciacchiata (Orchis ustulata), l’o-fride fior d’api (Ophrys apifera), l’ofride verde-bru-na (Ophrys sphegodes), l’ofride scura (Ophrys fusca).L’analisi della vegetazione infestante ha permesso diidentificare l’associazione Knautio integrifoliae-Anthemidetum altissimae dell’alleanza Caucalidionlappulae, descritta per i substrati calcarei del pianocollinare nella limitrofa regione Marche (RIF). Que-ste cenosi si presentano notevolmente impoverite dalpunto di vista floristico, come specie differenziali sonoinfatti presenti solo la camomilla brucia-occhi (Anthe-mis altissima), l’ambretta annuale (Knautia integri-folia) e il bupleuro granaiolo (Bupleurum lancifo-lium).

Stato attuale di conservazione: malgrado l’intensa at-tività di ceduazione messa in atto da decenni, i boschipresentano condizioni di naturalità abbastanza eleva-te, grazie alla rapida capacità di accrescimento delcarpino nero.Tra le formazioni di sostituzione i pascoli necessita-no di interventi di manutenzione allo scopo di arre-stare i naturali processi di ricolonizzazione da partedelle specie arbustive.La serie è ampiamente diffusa a quote comprese tracirca 400 e 900 m s.l.m.

PPPPPaesaggaesaggaesaggaesaggaesaggio dell’Ostrio dell’Ostrio dell’Ostrio dell’Ostrio dell’Ostrieto ieto ieto ieto ieto Appenninico (aspetti edafo-Appenninico (aspetti edafo-Appenninico (aspetti edafo-Appenninico (aspetti edafo-Appenninico (aspetti edafo-xxxxxerererererofili)ofili)ofili)ofili)ofili)SerSerSerSerSerie appenninica edafo-xie appenninica edafo-xie appenninica edafo-xie appenninica edafo-xie appenninica edafo-xerererererofilaofilaofilaofilaofilatemperatemperatemperatemperatemperata collinarta collinarta collinarta collinarta collinare neutre neutre neutre neutre neutrobasifila del carobasifila del carobasifila del carobasifila del carobasifila del carpino nerpino nerpino nerpino nerpino nerooooocon rcon rcon rcon rcon rooooovvvvverererererellaellaellaellaellaScutellarScutellarScutellarScutellarScutellar io columnae-Ostrio columnae-Ostrio columnae-Ostrio columnae-Ostrio columnae-Ostryyyyyeto careto careto careto careto carpinifoliaepinifoliaepinifoliaepinifoliaepinifoliaecccccytisetoso sessilifolii ytisetoso sessilifolii ytisetoso sessilifolii ytisetoso sessilifolii ytisetoso sessilifolii sigmetumsigmetumsigmetumsigmetumsigmetum

Tappe della Serie: S1cutellario columnae-Ostryetum

Figura 5a.2 Modello tridimensionale schematico dello Scutellario columnae-Ostryetocarpinifoliae sigmetum

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5a. FLORAE VEGETAZIONE

carpinifoliae cytisetosum sessilifolii; Junipero oxyce-dri-Cotinetum coggygriae; Asperulo purpureae-Brometum erecti.

Caratterizzazione climatica: Macrobioclima Tempe-rato, Piano bioclimatico Collinare.

Caratterizzazione geolitologica: la serie si sviluppaprincipalmente sulle Formazioni del Calcare massic-cio, della Maiolica o Calcare rupestre e della Scagliarosata, rossa e bianca. Si localizza di preferenza suiversanti caldi, dove i suoli sono meno sviluppati.

Caratterizzazione fisionomica dell’associazione testadella Serie: boschi decidui misti piuttosto aperti, spes-so ridotti a boscaglie, a prevalenza di roverella concarpino nero, governati a ceduo con turni di cedua-zione spesso molto frequenti.

Caratterizzazione floristica: i boschi dalla tipica fisio-nomia aperta e discontinua sono caratterizzati dalladominanza della roverella (Quercus pubescens)geralmente accompagnata dal carpino nero (Ostryacarpinifolia). Nello strato arboreo è frequentel’orniello (Fraxinus ornus) ed è piuttosto elevata lapresenza di specie eliofile come l’acero campestre(Acer campestre). Lo strato arbustivo è caratterizza-to dal citiso a foglie sessili (Cytisus sessilifolius), dalginepro rosso (Juniperus oxycedrus) e dal ciliegiocanino (Prunus mahaleb). Il sottobosco è ricco di spe-cie tipiche delle radure e delle praterie, trattandosidi boscaglie aperte a copertura piuttosto discontinua.Nello strato erbaceo compaiono entità termofile qualil’erba-perla azzurra (Buglossoides purpurocaerulea)e la viola di Dehnhardt (Viola alba subsp. dehnhardtii);sempre molto abbondante il falasco (Brachypodiumrupestre). I mantelli dinamicamente in contatto conqueste boscaglie vedono la dominanza dello scotano(Cotinus coggygria), del ginepro rosso (Juniperusoxycedrus) e del prugnolo (Prunus spinosa). Nellearee prive di vegetazione boschiva sono presenti lepraterie di sostituzione riferibili all’associazione Aspe-rulo purpureae-Brometum erecti. Essa colonizza iversanti a maggiore pendenza con suoli poveri epietrosi, e tra le specie che la differenziano si posso-no ricordare la stellina purpurea (Asperula purpurea),l’aglio delle bisce (Allium spaerocephalum) e la ra-dicchiella laziale (Crepis lacera).

Stato attuale di conservazione: malgrado l’intensaattività di ceduazione messa in atto da decenni, i bo-schi presentano condizioni di naturalità abbastanzaelevate, grazie alla rapida capacità di accrescimentodel carpino nero. Tra le formazioni di sostituzione ipascoli necessitano di interventi di manutenzione allo

scopo di arrestare i naturali processi di ricoloniz-zazione da parte delle specie arbustive.La serie è ampiamente diffusa a quote comprese tra400 e 900 m s.l.m., sui versanti esposti a S.

PPPPPaesaggaesaggaesaggaesaggaesaggio della Cerio della Cerio della Cerio della Cerio della Cerrrrrreta eta eta eta eta AppenninicaAppenninicaAppenninicaAppenninicaAppenninicaSerSerSerSerSerie climaie climaie climaie climaie climatofila appenninicatofila appenninicatofila appenninicatofila appenninicatofila appenninicacentrcentrcentrcentrcentro-settentro-settentro-settentro-settentro-settentrionale mesotemperaionale mesotemperaionale mesotemperaionale mesotemperaionale mesotemperata neutrta neutrta neutrta neutrta neutrobasifilaobasifilaobasifilaobasifilaobasifiladel cerdel cerdel cerdel cerdel cerrrrrroooooAcerAcerAcerAcerAcero obtusao obtusao obtusao obtusao obtusati-Querceto certi-Querceto certi-Querceto certi-Querceto certi-Querceto cerrrrrridis idis idis idis idis sigmetumsigmetumsigmetumsigmetumsigmetum

Tappe della Serie: Acero obtusati-Quercetum cerridis;Junipero communis-Pyracanthetum coccineae;Centaureo bracteatae-Brometum erecti; Coronillominimae-Astragaletum monspessulani.

Caratterizzazione climatica: Macrobioclima Tempe-rato, Piano bioclimatico Collinare.

Caratterizzazione geolitologica: litotipi di varia na-tura molto ricchi di marna, riferibili per la maggiorparte dei casi alla componente marnosa della Forma-zione Marnoso-Arenacea.

Caratterizzazione fisionomica dell’associazione testadella Serie: boschi decidui misti, a prevalenza di cerrocon carpino nero, governati a ceduo con turni diceduazione spesso molto frequenti.

Caratterizzazione floristica: le cenosi testa di Serievengono riferite all’associazione Acero obtusati-Quercetum cerridis, corrispondente a boschi adominanza di cerro (Quercus cerris) con frequenteed abbondante presenza di carpino nero (Ostrya car-pinifolia), generalmente accompagnato da acerod’Ungheria (Acer obtusatum), orniello (Frxinus or-nus) e sorbi (Sorbus domestica, S. torminalis). Nellostrato arbustivo sono spesso presenti il sanguinello(Cornus sanguinea) e il maggiociondolo (Laburnumanagyroides) mentre tra le essenze erbacee si posso-no ricordare il giglio di S. Giovanni (Lilium bulbife-rum ssp. croceum), la viola silvestre (Viola reichenba-chiana), la salvia glutinosa (Salvia glutinosa). In que-ste tipologie boschive è tipicamente assente o pochis-simo rappresentata la componente di specie medi-terranee, in relazione al contesto climatico schietta-mente mesotemperato. Le cenosi di mantello che sisviluppano in contatto dinamico con questa tipologiaboschiva vengono ascritte all’associazione Juniperocommunis-Pyracanthetum coccineae, corrispondentea cenosi arbustive a dominanza di ginepro comune(Juniperus communis), ricche di rosacee spinose qualil’agazzino (Pyracantha coccinea), il biancospino co-mune (Crataegus monogyna), il prugnolo (Prunusspinosa). Le formazioni erbacee di sostituzione sono

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dominate dal falasco (Brachypodium rupestre) e dalforasacco eretto (Bromus erectus) e differenziate dallapresenza del fiordaliso bratteato (Centaurea bractea-ta), del fiordaliso scabioso (Centaurea scabiosa) e delcaglio bianco (Galium album). Si tratta di formazionimesofile a cotico erboso continuo e denso, in cui l’ab-bondanza di Brachypodium rupestre, specie a rapidaricolonizzazione, è generalmente espressione del re-cente abbandono delle colture. In presenza di pen-denze elevate o di fenomeni di erosione accelerata,le marne danno origine a tipiche morfologiecalanchiformi dall’aspetto arrotondato sulle quali ilsuolo non può accumularsi poiché i fenomeni diasporto di materiale prevalgono su quelli di accumu-lo, provocando la continua disgregazione meccanicadel substrato. In queste condizioni, collegate ad unaumento dell’aridità edafica, si sviluppano le forma-zioni camefitiche pioniere a dominanza di cornettaminima (Coronilla minima) e astragalo rosato (Astra-galus monspessulanum) con lino montano (Linum te-nuifolium) e fumana comune (Fumana procumbens),caratterizzate da valori molto bassi del ricoprimentovegetale.

Stato attuale di conservazione: malgrado l’intensa at-tività di ceduazione messa, i boschi presentano condi-zioni di naturalità medie. Tra le formazioni di sostitu-zione i pascoli necessitano di interventi di manuten-zione allo scopo di arrestare i naturali processi diricolonizzazione da parte delle specie arbustive.

PPPPPaesaggaesaggaesaggaesaggaesaggio del Quercetoio del Quercetoio del Quercetoio del Quercetoio del QuercetoSerSerSerSerSerie climaie climaie climaie climaie climatofila prtofila prtofila prtofila prtofila pre-appenninicae-appenninicae-appenninicae-appenninicae-appenninicasubmeditersubmeditersubmeditersubmeditersubmediterranea e temperaranea e temperaranea e temperaranea e temperaranea e temperata collinarta collinarta collinarta collinarta collinare neutre neutre neutre neutre neutrobasifilaobasifilaobasifilaobasifilaobasifiladella rdella rdella rdella rdella rooooovvvvverererererellaellaellaellaellaRoso semperRoso semperRoso semperRoso semperRoso sempervirvirvirvirvirentis-Querceto pubescentisentis-Querceto pubescentisentis-Querceto pubescentisentis-Querceto pubescentisentis-Querceto pubescentis sigmetum sigmetum sigmetum sigmetum sigmetum

Tappe della Serie: Roso sempervirentis-Quercetumpubescentis; Roso sempervirentis-Rubetum ulmifoliiCentaureo bracteatae-Brometum erecti; formazionia Brachypodium rupestre (Inulo-Agropyrion); vege-tazione infestante a dominanza di Anthemis altissima(Caucalidion lappulae).

Caratterizzazione climatica: Macrobioclima Tempera-to Var. Submediterranea, Piano bioclimatico Collinare.

Caratterizzazione geolitologica: la serie si sviluppa sulitotipi di varia natura generalmente ricchi in argilla:substrati argillosi o argilloso-marnosi, depositi allu-vionali Olocenici dei terrazzi più elevati, marne siltosee alle argille marnose grigie, falde detritiche pede-montane.

Caratterizzazione fisionomica dell’associazione testa

della Serie: boschi decidui misti a prevalenza diroverella governati a ceduo con matricine di roverellae talvolta di cerro. Hanno generalmente l’aspetto diboscaglie degradate a causa dell’intenso utilizzo e delcontesto agricolo in cui si sviluppano.

Caratterizzazione floristica: i boschi dell’associazio-ne Roso sempervirentis-Quercetum pubescentis sonocostituiti da cenosi miste a dominanza di roverella(Quercus pubescens), che generalmente ospitanonello strato arboreo alcune essenze termofile come illeccio (Quercus ilex) e l’acero minore (Acer monpes-sulanum). Possono essere presenti anche il cerro(Quercus cerris) e il carpino nero (Ostrya carpinifo-lia). Sono molto abbondanti le lianose, soprattutto larosa di San Giovanni (Rosa sempervirens), la clemati-de fiammola (Clematis flammula), lo stracciabraghe(Smilax aspera), il rovo comune (Rubus ulmifolius) eil caprifoglio etrusco (Lonicera etrusca). Nello stra-to arbustivo ricorrono il biancospino comune (Cratae-gus monogyna), la ginestra odorosa (Spartium junce-um) e la sottospecie xerofila della cornetta dondolina(Coronilla emerus subsp. emeroides). Lo strato erba-ceo è generalmente molto povero e privo di vere en-tità nemorali, mentre frequente è l’ingressione dispecie di orlo e di prato. In particolare la composi-zione del sottobosco è dominata dal paleo rupestre(Brachypodium rupestre), dalla carice glauca (Carexflacca), dall’elleboro puzzolente (Helleborus fetidus),dalla viola di Dehnhardt (Viola alba subsp. dehnhar-dtii), dall’erba-perla azzurra (Buglossoides purpuro-coerulea). Gli stadi di ricolonizzazione arbustiva sonodominati da Spartium junceum che assieme a Rosasempervirens dà origine all’associazione Roso sem-pervirentis-Rubetum ulmifolii. Le formazioni erbaceedi sostituzione, a dominanza di forasacco eretto (Bro-mus erectus), sono caratterizzate dal fiordaliso brat-teato (Centaurea bracteata) e dal caglio bianco (Ga-lium album) ed ospitano numerose orchidee di par-ticolare bellezza come l’ofride di Bertoloni (Ophrysbertolonii), l’ofride dei fuchi (Ophrys fuciflora), l’or-chidea purpurea (Orchis purpurea). La vegetazioneche si sviluppa al margine dei coltivi e negli stadi diricolonizzazione dopo l’abbandono delle colture è do-minata dal paleo rupestre (Brachypodium rupestre),specie a rapida espansione vegetativa che dà origine acenosi paucispecifiche riferibili all’alleanza subme-diterranea Inulo-Agropyrion. La vegetazione infestan-te delle colture segetali autunno-primaverili è domi-nata da Anthemis altissima e da altre specie dell’alle-anza Caucalidion lappulae, ma a causa del notevoleimpoverimento della flora non è possibile l’attribu-zione fitosociologica a livello di associazione.

Stato attuale di conservazione: la Serie si distribuisce

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5a. FLORAE VEGETAZIONE

in territori fortemente vocati all’agricoltura che dan-no origine ad un paesaggio prevalentemente agrario,dominato dalle colture specializzate di olivo e viteche di frequente occupano il posto della vegetazionenaturale. Le cenosi forestali risultano quindi moltoframmentate e di scarsa estensione e sono spesso in-tercalate ai campi coltivati, con conseguente impo-verimento floristico ed ingressione di specie infestan-ti. Le formazioni arbustive e di mantello, assieme allecomunità erbacee a dominanza di Brachypodiumrupestre presentano invece una tendenza all’espan-sione, in relazione ai frequenti casi di abbandono del-l’attività agricola. I pascoli di sostituzione sono quasidel tutto assenti, poiché i processi di espansionearbustiva si insediano direttamente sulla vegetazionepost-colturale.

PPPPPaesaggaesaggaesaggaesaggaesaggio della Cerio della Cerio della Cerio della Cerio della Cerrrrrreta Submeditereta Submeditereta Submeditereta Submeditereta SubmediterranearanearanearanearaneaSerSerSerSerSerie climaie climaie climaie climaie climatofila prtofila prtofila prtofila prtofila preappenninica tireappenninica tireappenninica tireappenninica tireappenninica tirrrrrrenicaenicaenicaenicaenicasubmeditersubmeditersubmeditersubmeditersubmediterranea neutrranea neutrranea neutrranea neutrranea neutrobasifila della robasifila della robasifila della robasifila della robasifila della rooooovvvvverererererellaellaellaellaellaRoso semperRoso semperRoso semperRoso semperRoso sempervirvirvirvirvirentis-Querceto pubescentisentis-Querceto pubescentisentis-Querceto pubescentisentis-Querceto pubescentisentis-Querceto pubescentis querce-querce-querce-querce-querce-toso certoso certoso certoso certoso cerrrrrridis idis idis idis idis sigmetumsigmetumsigmetumsigmetumsigmetum

Tappe della Serie: bosco: Roso sempervirentis-Quer-

cetum pubescentis quercetosum cerridis; mantelloeliofilo: Spartio juncei-Cytisetum sessilifolii; mantellosciafilo a Prunus spinosa e Ligustrum vulgare; prateriamesofila: Centaureo bracteatae-Brometum erecti;prateria xerofila: Coronillo minimae-Astragaletummonspessulani; prateria terofitica: Trifolio scabri-Hypochoeridetum achyrophori.

Caratterizzazione climatica: Macrobioclima Tempera-to Var. Submediterranea, Piano bioclimatico Collinare.Caratterizzazione geopedologica: la Serie si sviluppaprincipalmente su marne e argille siltose grigiastre,con lenti di variabile estensione e potenza di argille emarne policrome, talora alternate a calcari, calcarenitie calciruditi; in misura minore sui depositi lacustri.

Caratterizzazione floristica: i boschi sono decidui mistia dominanza di cerro governati a ceduo con matricinedi cerro. La composizione floristica delle formazioniforestali non si discosta sostanzialmente da quella dellecenosi a dominanza di roverella, se non per la marca-ta prevalenza del cerro nello strato arboreo. Possonoessere presenti altre specie arboree quali l’orniello(Fraxinus ornus), l’acero campestre (Acer campe-

Figura 5a.3 Modello tridimensionale schematico del Roso sempervirentis-Querceto pubescentis sigmetum

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stre), la stessa roverella (Quercus pube-scens) e laquercia di Dalechamps (Q. dalechampii), specie og-getto di recenti ricerche data la scarsa conoscenzadella sua ecologia e della sua distribuzione regionale.Il sottobosco è piuttosto povero di specie nemorali,mentre sono sempre molto abbondanti le essenzemediterranee a portamento lianoso quali la rosa diSan Giovanni (Rosa sempervirens), lo strac-ciabraghe(Smilax aspera), la robbia selvatica (Rubia peregrinasubsp. longifolia), il tamaro (Tamus com-munis). Tragli arbusti sono frequenti il ligustro (Ligu-strumvulgare), il biancospino comune (Crataegusmonogyna), l’agazzino (Pyracantha coccinea), il san-guinello (Cornus sanguinea) e il prugnolo (Prunusspinosa). Nello strato erbaceo, molto povero, si rin-vengono l’asparago pungente (Asparagus acutifolius),il pungitopo (Ruscus aculeatus), la ginestrella comu-ne (Osyris alba), l’erba-limona comune (Melittis me-lissophyllum), l’edera (Hedera helix), il paleo silvestre(Brachypodium sylvaticum), la crocettona glabra(Cruciata glabra) e il camedrio comune (Teucriumchamaedrys). Per le formazioni di mantello vengonoindividuati due aspetti, uno eliofilo ed uno sciafilodifferenziati in base all’esposizione, riferiti a due di-verse associazioni. La prima, decisamente prevalen-te, si rinviene con maggior frequenza nelle esposizio-ni soleggiate, è caratterizzata dal citiso a foglie sessili

(Cytisus sessilifolius), dalla ginestra odorosa (Spar-tium junceum), dalla sottospecie xerofila della cor-netta dondolina (Coronilla emerus subsp. emeroides)e tra le altre specie può ospitare la cicerchia silvestre(Lathyrus sylvestris) e la rosa canina (Rosa canina).La seconda, meno diffusa della precedente e localiz-zata nelle stazioni fresche ed ombreggiate, si carat-terizza per la presenza dell’agazzino (Pyracanthacoc-cinea), del ligustro (Ligustrum vulgare) e delginepro comune (Juniperus communis). Le forma-zioni erbacee di sostituzione, a dominanza diforasacco eretto (Bromus erectus), sono caratteriz-zate dal fiordaliso bratteato (Centaurea bracteata) edal caglio bianco (Galium album) e localmente ve-dono la preponderanza del paleo rupestre(Brachypodium rupestre). Sugli affioramenti marno-si soggetti ad erosione calan-chiforme si insedianole cenosi camefitiche pioniere, caratterizzate dal linomontano (Linum tenuifolium), dalla fumana comu-ne (Fumana procumbens), dalla cornetta minima(Coronilla minima) e dall’astragalo rosato(Astragalus monspessulanum). In mosaico con lesuddette cenosi, nelle piccole radure prive divegetazione camefitica e generalmente caratteriz-zate da elevata rocciosità, sono presenti i pratelliannuali a sviluppo primaverile a dominanza di trifo-glio scabro (Trifolium scabrum).

Figura 5a.4 Modello tridimensionale schematico del Roso sempervirentis-Querceto pubescentis quercetoso cerridis sigmetum

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5a. FLORAE VEGETAZIONE

Stato attuale di conservazione: come nel caso dellaSerie della roverella, la diffusa attività antropica checaratterizza i territori di pertinenza di questo pae-saggio vegetale ha fortemente compromesso l’inte-grità della vegetazione naturale. Le cenosi forestali,piuttosto frammentate e di scarsa estensione, risulta-no spesso floristicamente impoverite mentre i pascolidi sostituzione sono quasi del tutto assenti.

PPPPPaesaggaesaggaesaggaesaggaesaggio della Lecceta Mistaio della Lecceta Mistaio della Lecceta Mistaio della Lecceta Mistaio della Lecceta MistaSerSerSerSerSerie climaie climaie climaie climaie climatofila subcostiera adrtofila subcostiera adrtofila subcostiera adrtofila subcostiera adrtofila subcostiera adriaiaiaiaiaticaticaticaticaticamesomeditermesomeditermesomeditermesomeditermesomediterranea e submediterranea e submediterranea e submediterranea e submediterranea e submediterranea collinarranea collinarranea collinarranea collinarranea collinareeeeeneutrneutrneutrneutrneutrobasifila del leccioobasifila del leccioobasifila del leccioobasifila del leccioobasifila del leccioFraxino orFraxino orFraxino orFraxino orFraxino orni-Querceto ilicisni-Querceto ilicisni-Querceto ilicisni-Querceto ilicisni-Querceto ilicis sigmetum sigmetum sigmetum sigmetum sigmetum

Tappe della Serie: Fraxino orni-Quercetum ilicis;Fraxino orni-Quercetum ilicis pistacietosum x saporte;Fraxino orni-Quercetum ilicis pinetosumhalepensis;Coronillo emeroidis-Ericetum multiflorae;Asparago acutifolii-Osyridetum albae; Cephalarioleucanthae-Saturejetum montanae; Cephalarioleucanthae-Saturejetum montanae euphorbietosumspinosae; Trifolio scabri-Hypochoeridetum achyrophorisecurigeretosum securidacae.

Caratterizzazione climatica: Macrobioclima Mediter-raneo, Piano bioclimatico Mesomediterraneo eMacrobioclima Temperato Var. Submediterranea, Pia-no bioclimatico Collinare.

Caratterizzazione geolitologica: la serie si sviluppaprincipalmente sulle Formazioni del Calcare massic-cio, della Maiolica o Calcare rupestre, della Corniolae della Scaglia rosata, rossa e bianca.

Caratterizzazione fisionomica dell’associazione testadella serie: Boschi misti di sclerofille e caducifogliegovernati a ceduo con matricine di leccio.

Caratterizzazione floristica: le cenosi forestali sonocostituite prevalentemente da leccio (Quercus ilex) conuna buona componente di specie caducifoglie, rappre-sentate soprattutto dall’orniello (Fraxinus ornus) etalvolta dal carpino nero (Ostrya carpini-folia), dal-l’albero di Giuda (Cercis siliquastrum) e dal-l’acerominore (Acer monspessulanum). Frequentissimi sonogli aspetti di vegetazione preforestale a do-minanza dipino d’aleppo (Pinus halepensis) in situazioni rupestri,ascritti alla subassociazione pinetosum halepensis. Sonoinoltre presenti cenosi alto-arbustive dell’altezza di 3-4 m a dominanza di Pistacia x saporte, ibrido stabiliz-zato del lentisco con il terebinto, e ginepro rosso(Juniperus oxycedrus) riferite alla subas-sociazionepistacietosum x saporte che rappresenta l’aspettopioniero della lecceta. Gli arbusteti di sostituzione sono

caratterizzati dall’erica multiflora (Erica multiflora) edalla sottospecie xerofila della cornetta dondolina(Coronilla emerus subsp. emeroides) ed ospitano al lorointerno numerose specie tipiche dei mantelli dei bo-schi di caducifoglie, come il citiso a foglie sessili (Cytisussessilifolius) e la ginestra odorosa (Spartium junceum).Particolare valore biogeo-grafico riveste la presenza inqueste formazioni vegetali dell’ampelodesma(Ampelodesmos mauritani-cus), speciestenomediterranea occidentale che nella Provincia sirinviene nelle zone più calde. A margine delle cenosisuddette si sviluppano delle formazioni nanoarbustivea dominanza di ginestrella comune (O-syris alba) checostituiscono un orlo denso al cui interno è general-mente presente l’asparago pungente (Asparagusacutifolius). Esse sono inquadrate nell’associazioneAsparago acutifolii-Osyridetum albae. Le cenosicamefitiche di sostituzione vengono riferite al-l’asso-ciazione Cephalario leucanthae-Saturejetum montanaecaratterizzata dalla dominanza della santo-reggia mon-tana (Satureja montana) e della vedovina a teste bian-che (Cephalaria leucantha), generalmente accompagna-te dall’assenzio maschio (Artemisia alba), dai perpetuinid’Italia (Helichrysum italicum), dal timo a fascetti(Thymus longicaulis). Nelle aree con microclima par-ticolarmente caldo è presente inoltre la subassociazionetermofila euphorbietosum spinosae del Cephalarioleucanthae-Saturejetum mon-tanae, differenziatadall’euforbia spinosa (Euphorbia spinosa), dalla fumanamediterranea (Fumana ericoi-des), dalla fumana vi-schiosa (Fumana thymifolia). I pratelli annuali a fioritu-ra primaverile che si sviluppano nelle radure della garigavengono riferiti all’associazione Trifolio scabri-Hypochoeridetum achyro-phori, già citata per l’Aspa-rago acutifolii-Ostryeto carpinifoliae sigmetum, qui pre-sente con la subasso-ciazione termofila securigeretosumsecuridacae che presenta al suo interno la securidaca(Securigera secu-ridaca), il paleo tardivo (Cleistogenesserotina) e la campanula minore (Campanula erinus).

Stato attuale di conservazione: le cenosi boschive pre-sentano un discreto stato di conservazione, benchéintensamente ceduate e quindi in molti casi trasfor-mate in formazioni di macchia. Generalmente si lo-calizza sui versanti ad acclività accentuata.

PPPPPaesaggaesaggaesaggaesaggaesaggio io io io io Appenninico della Lecceta MistaAppenninico della Lecceta MistaAppenninico della Lecceta MistaAppenninico della Lecceta MistaAppenninico della Lecceta MistaSerSerSerSerSerie appenninica extrazonale edafo-xie appenninica extrazonale edafo-xie appenninica extrazonale edafo-xie appenninica extrazonale edafo-xie appenninica extrazonale edafo-xerererererofilaofilaofilaofilaofilatemperatemperatemperatemperatemperata collinarta collinarta collinarta collinarta collinare ore ore ore ore orofila neutrofila neutrofila neutrofila neutrofila neutrobasifila del leccioobasifila del leccioobasifila del leccioobasifila del leccioobasifila del leccioCephalantherCephalantherCephalantherCephalantherCephalanthero longo longo longo longo longifoliae-Querceto ilicisifoliae-Querceto ilicisifoliae-Querceto ilicisifoliae-Querceto ilicisifoliae-Querceto ilicis sigmetum sigmetum sigmetum sigmetum sigmetum

Tappe della Serie:Cephalanthero longifoliae-Quer-cetum ilicis.

Le leccete del Cephalanthero longifoliae-Querce-

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5a. FLORAE VEGETAZIONE

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Figura 5a.5 Modello tridimensionale schematico del Fraxino orni-Querceto ilicissigmetum

tum ilicis, presenti solo in aree Appenniniche a quoteche si attestano attorno agli 800-1000 m s.l.m., sonocaratterizzate da una copertura arborea a dominanzadi leccio e caducifoglie montane quali il carpino nero(Ostrya carpinifolia) e l’acero d’Ungheria (Acer ob-tusatum) e dalla presenza, nello strato erbaceo, dispecie nemorali mesofile come la cefalantera mag-giore (Cephalanthera longifolia), la cefalantera bian-ca (Cephalanthera damasonium) e la melica comu-ne (Melica uniflora), trasgressive dai boschi deciduicon cui sono in contatto. Le tappe di sostituzionedel bosco non sono note, poiché queste tipologievegetazionali sono presenti solo in particolari situa-zioni edafiche ed hanno una scarsa diffusione.

GeoserGeoserGeoserGeoserGeoserie Riparie Riparie Riparie Riparie Ripariale ed Edafo-igiale ed Edafo-igiale ed Edafo-igiale ed Edafo-igiale ed Edafo-igrrrrrofila azonaleofila azonaleofila azonaleofila azonaleofila azonale

Le formazioni edafo-igrofile e ripariali presenti in cor-rispondenza del reticolo idrografico del territorio dan-no origine tipicamente ad una fasciazione parallela allesponde dei corsi e degli specchi d’acqua. In spazi mol-to ristretti si susseguono formazioni di greto, di ripa,

di sponda, di terrazzo di vario ordine dando origine acontatti catenali e seriali complessi. Questi sistemi divegetazione risultano fortemente compromessi dallenumerose attività antropiche che, dall’agricoltura allacanaliz-zazione dei corsi d’acqua alla captazione delleacque all’abbassamento della falda, hanno prodotto laframmentazione e la compressione delle cenosi vege-tali. L’insieme di queste comunità viene generalmenteconsiderato come una Geoserie.Dal punto di vista dei rapporti con il clima la ve-getazione ripariale viene definita “azonale” nel sen-so che essa è primariamente condizionata dalla pre-senza dell’elemento idrico, sotto forma di corpod’acqua superficiale o di falda, mentre risulta pres-soché svincolata dalle caratteristiche climatiche delterritorio in cui si sviluppa.Vengono di seguito brevemente descritte le for-mazioni arboree ed arbustive della Geoserie pre-senti nel territorio della Comunità Montana.

Boscaglie a dominanza di Salix purpurea (Saponarioofficinalis-Salicetum purpureae): il Saponario

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5a. FLORAE VEGETAZIONE

officinalis-Salicetum purpureae è una tipica associa-zione di greto, essa si sviluppa nella fascia antistanteil Salicetum albae in aree frequentemente inondate.Dal punto di vista floristico è piuttosto povera, lostrato arbustivo è costituito essenzialmente dal sali-ce rosso (Salix purpurea) mentre tra le erbacee èspecie caratteristica la saponaria comune (Saponariaofficinalis) accompagnata frequentemente dallamorella rampicante (Solanum dulcamara), dalmarrubio fetido (Ballota nigra), dall’incensaria co-mune (Pulicaria dysenterica). Le formazioni a sali-ce rosso sono diffuse sia lungo i corsi d’acqua mino-ri, dove sono abbastanza comuni e ben conservate,che lungo i fiumi di pianura. Avendo come naturaleubicazione la fascia direttamente a ridosso del cor-po d’acqua, l’attività agricola generalmente non in-fluisce negativamente sulla loro estensione ma solosulla composizione floristica, attraverso un genera-le impoverimento di specie tipiche.

Boscaglie a dominanza di Salix elaeagnos (Salicetumeleagni): come nel caso delle boscaglie a salice rosso,anche il salice ripaiolo (Salix elaeagnos) colonizza ilmargine della sponda direttamente a contatto con l’ac-qua dando origine a cenosi paucispecifiche soggette adinondazione periodica. Tra le poche specie presenti sipossono citare il farfaraccio comune (Petasiteshybridus), l’equiseto massimo (Equisetum telmateja),il garofanino d’acqua (Epilobium hirsutum), il vilucchiobianco (Calystegia sepium). Prevalentemente diffuselungo i corsi d’acqua secondari, queste cenosi sonoabbastanza comuni in tutto il territorio ubicandosi pre-ferenzialmente a quote medie ed elevate. Dal punto divista della diversità floristica si presentano generalmen-te impoverite e degradate a causa della diffusa altera-zione degli ambienti ripariali.

Boschi ripariali a dominanza di Salix alba (Salicetumalbae): le formazioni a dominanza di salice bianco(Salix alba) si sviluppano in prossimità dei corsi d’ac-qua o delle sponde lacustri, in ambienti periodica-mente inondati. Al loro interno sono generalmentepresenti il sanguinello (Cornus sanguinea), il rovocomune (Rubus ulmifolius) e il rovo bluastro (R.caesius), l’edera (Hedera helix), l’ortica comune(Urtica dioica), l’alliaria comune (Alliaria perfoliata),l’attaccamano (Galium aparine). Tra le cenosi riparialiquesti boschi sono certamente i più resistenti all’im-patto antropico, benché nella gran parte dei casi ri-sultino fortemente frammentati e compressi in fascedi ampiezza esigua. Li ritroviamo un po’ dappertuttolungo i corsi d’acqua di vario ordine.

Boscaglie edafo-igrofile a dominanza di Ulmus mi-nor (Aggr. a Ulmus minor): le formazioni preforestali

a dominanza di olmo campestre (Ulmus minor) sonolocalizzate nella fascia più esterna ed asciutta del si-stema ripariale della vegetazione, generalmente sulterrazzo più elevato di cui costituiscono la vegetazio-ne potenziale, in contatto catenale con i boschiclimatofili a dominanza di roverella. Non vengono perora inquadrati a livello di associazione; al loro inter-no le specie più ricorrenti sono il gigaro chiaro (Arumitalicum), il prugnolo (Prunus spinosa), il rovo co-mune (Rubus ulmifolius). Queste cenosi sono forte-mente frammentate e spesso ridotte a filari sottili almargine di campi o sentieri. Sono comunque diffusein tutto il territorio, particolarmente nelle areeargillose di fondovalle.

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