Capitolo 14 La termodinamica - Fisikamol · 2019. 7. 10. · La termodinamica Un sistema...
Transcript of Capitolo 14 La termodinamica - Fisikamol · 2019. 7. 10. · La termodinamica Un sistema...
1 Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
Capitolo 14
La termodinamica
Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
2 Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
La termodinamica Un sistema termodinamico è un insieme
di corpi avvolti da una superficie
immaginaria chiusa, ma permeabile alla
materia e all’energia.
L’ambiente è tutto ciò che è esterno alla
superficie.
Un sistema termodinamico può subire o compiere
lavoro e può scambiare calore con l’ambiente.
La termodinamica studia le leggi con cui i
sistemi scambiano (cioè cedono e ricevono)
energia con l’ambiente.
Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
3 Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
Il sistema termodinamico ideale
Il sistema termodinamico ideale è costituito
da una certa quantità di gas perfetto (n moli)
contenuto in un cilindro, chiuso da un
pistone a tenuta stagna.
L’ambiente è ciò che non fa parte del
sistema (cioè del gas perfetto): il cilindro, il
pistone, il fornello.
Il sistema può scambiare energia con l’ambiente:
se il fornello è acceso, il gas riceve energia perché assorbe
calore;
se il pistone viene abbassato il gas riceve energia tramite il
lavoro compiuto da una forza esterna.
Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
4 Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
Il piano pressione-volume
Note due grandezze, l’equazione di stato del gas perfetto consente
di ricavare la terza.
Lo stato del sistema «n moli di gas perfetto» è descritto da tre
grandezze: il volume V occupato dal gas, la sua temperatura
assoluta T e la pressione p che esercita contro pareti e pistone.
Perciò a ogni punto del piano p-V
corrisponde uno stato del sistema.
Invece una linea del piano p-V descrive
una trasformazione del sistema, cioè
l’insieme degli stati che il sistema
attraversa per andare da A a B.
Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
5 Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
L’energia interna di un sistema
Nel gas perfetto le forze intermolecolari sono nulle, perciò è nulla
l’energia potenziale: l’energia interna di un gas perfetto è solo
cinetica.
L’energia interna U è la somma di tutte le energie cinetiche delle
N molecole del sistema e dell’energia potenziale associata alle
forze intermolecolari.
Pertanto, per un sistema di N molecole monoatomiche di gas
perfetto l’energia interna è data da:
Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
6 Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
L’energia interna è funzione di stato
Ciò è vero per ogni sistema termodinamico, non solo per il gas
perfetto di molecole monoatomiche.
l’energia interna è una funzione di stato: a ogni stato del sistema
(rappresentato da un punto nel piano p-V) corrisponde un solo
valore di T e quindi uno e un solo valore dell’energia interna.
Per un sistema di N molecole monoatomiche di gas perfetto
l’energia interna dipende solo da T, quindi:
La variazione di energia interna del
sistema nel passare dallo stato A allo
stato B è sempre data da:
B AU U U
cioè dipende solo da A e da B e non dalla trasformazione seguita.
Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
7 Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
Il lavoro termodinamico
Infatti, in una espansione isòbara la forza
esercitata dal gas sul pistone è costante (perché p
è costante) e data da:
Il lavoro di un gas durante una trasformazione isòbara (cioè a
pressione costante) è dato dalla formula:
F pS
perciò il lavoro compiuto dal sistema è:
W Fh pSh p V
dove il prodotto Sh è l’aumento di volume del gas (cioè ΔV).
Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
8 Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
Il lavoro termodinamico nel piano p-V
Il prodotto pΔV (che è il lavoro compiuto dal
sistema) rappresenta l’area del rettangolo
di base ΔV e altezza p.
Nel piano p-V una trasformazione isòbara da uno stato A a uno
stato B ha come grafico un segmento orizzontale (perché p è
costante).
Anche in una trasformazione qualsiasi il
lavoro del sistema è uguale all’area
compresa tra il grafico p-V e l’asse dei
volumi.
Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
9 Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
Lavoro positivo e negativo
Di conseguenza la variazione di volume ΔV è negativa e negativo
è il prodotto pΔV, cioè il lavoro compiuto dal sistema.
Se il gas contenuto nel cilindro viene raffreddato a pressione
costante, il pistone si abbassa.
Perciò:
durante un’espansione il lavoro di un gas è positivo (il gas
compie lavoro sull’ambiente);
durante una compressione il lavoro di un gas è negativo (il gas
subisce il lavoro compiuto dall’ambiente).
Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
10 Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
Il primo principio della termodinamica
Durante una espansione isòbara il gas passa da uno stato A a uno
stato B e la sua energia interna varia di ΔU = UB – UA.
Nel corso di questa trasformazione il gas:
guadagna energia perché assorbe una quantità di calore Q dal
fornello;
perde energia perché compie un lavoro W sollevando il pistone.
Poiché l’energia si conserva, la variazione di energia interna deve
essere pari alla differenza tra l’energia guadagnata e quella persa:
Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
11 Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
Il primo principio della termodinamica
la quantità di calore Q è
o positiva (Q > 0) se è assorbita dal sistema;
o negativa (Q < 0) se è ceduta dal sistema all’ambiente;
il lavoro W è
o positivo (W > 0) se il sistema si espande;
o negativo (W < 0) se il sistema subisce una compressione;
l’energia interna
o aumenta (ΔU > 0) se Q > W;
o diminuisce (ΔU < 0) se Q < W;
o resta invariata (ΔU = 0) se Q = W.
La formula dice che:
Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
12 Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
Applicazioni del primo principio
Trasformazioni isocòre (volume costante)
Poiché il volume è costante, il gas non compie lavoro e il primo
principio diventa:
Nel piano p-V la trasformazione
isocòra è rappresentata da un
segmento verticale.
U Q
In una trasformazione isocòra la variazione dell’energia interna del
sistema è uguale alla quantità di calore scambiata con l’ambiente.
Per un gas perfetto di N molecole monoatomiche si ottiene:
3
2BQ U Nk T
Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
13 Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
Applicazioni del primo principio
Trasformazioni isoterme (temperatura costante)
Poiché l’energia interna di un gas perfetto è direttamente
proporzionale alla temperatura, se quest’ultima non varia anche
ΔU è nulla e il primo principio diventa:
Nel piano p-V l’espansione
isoterma è un arco di iperbole.
Il lavoro compiuto è uguale
all’area colorata in figura.
0 Q W Q W
In una trasformazione isoterma il calore assorbito dal gas è
uguale al lavoro compiuto.
Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
14 Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
Applicazioni del primo principio
Trasformazioni adiabatiche (Q = 0)
Per effettuare una espansione adiabatica, si
mette il cilindro in un thermos e poi si toglie
gradualmente la sabbia posata in precedenza
sul pistone, misurando pressione e volume.
Poiché Q = 0 , il primo principio diventa:
U W
In una trasformazione adiabatica la variazione dell’energia interna
del sistema è opposta al lavoro da esso compiuto.
Le trasformazioni che avvengono senza scambi di calore tra il
sistema e l’ambiente sono dette trasformazioni adiabatiche.
Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
15 Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
Applicazioni del primo principio
Trasformazioni adiabatiche. La formula dice che:
un’espansione adiabatica è un processo di raffreddamento; una
compressione adiabatica è un processo di riscaldamento.
In un’espansione adiabatica il lavoro è
positivo e l’energia interna diminuisce.
Poichè quest’ultima è proporzionale a T,
diminuisce anche la temperatura (il getto
di gas sulla mano è freddo).
In sintesi:
In una compressione adiabatica il
lavoro è negativo, quindi l’energia
interna e la temperatura aumentano
(dentro la pompa l’aria si scalda).
Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
16 Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
Applicazioni del primo principio
Il grafico p-V delle trasformazioni adiabatiche
La curva che descrive l’espansione
adiabatica da uno stato A a uno stato B è
mostrata in rosso nella figura. La curva è
decrescente perchè quando il volume del
gas aumenta, la sua pressione diminuisce.
La curva adiabatica interseca le due isoterme: ciò indica che in
questa trasformazione la pressione diminuisce più rapidamente
che in una espansione isoterma.
In verde è disegnata l’isoterma relativa alla
temperatura iniziale TA e in blu quella relativa
alla temperatura finale TB (minore di TA).
Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
17 Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
Le macchine termiche
Il gas a contatto con una sorgente
calda, si espande e compie lavoro.
Quando raggiunge il fine corsa non
può produrre più lavoro.
Una macchina termica è un dispositivo che sfrutta le
trasformazioni di un gas per convertire in modo continuativo il calore in lavoro.
ridurre il volume del gas mettendolo a contatto con una sorgente
fredda che ne abbassi la temperatura.
Ci sono due possibilità:
comprimere il gas (ma occorre almeno lo stesso
lavoro fornito durante l’espansione). Non conviene.
E’ necessario riportare il pistone al
punto di partenza.
Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
18 Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
Trasformazioni cicliche (1) Per non smettere di funzionare, una macchina termica deve
sempre ritornare al punto di partenza, cioè eseguire delle
trasformazioni cicliche.
Nel piano p-V una trasformazione ciclica
è rappresentata da una linea chiusa.
Una trasformazione che riporta il sistema allo stato iniziale si
chiama trasformazione ciclica.
Poichè l’energia interna è una funzione di
stato, al termine di una trasformazione
ciclica riprende il valore iniziale.
Perciò ΔU=0 e il primo principio diventa:
Q W
In ogni ciclo il calore netto assorbito è uguale al lavoro compiuto.
Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
19 Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
Trasformazioni cicliche (2) In una trasformazione ciclica ci sono sempre
un’espansione e una compressione.
Durante l’espansione il sistema compie un lavoro
positivo uguale all’area in rosso.
Durante la compressione il lavoro è negativo
ed è dato dall’area in grigio.
Il lavoro totale è la somma
algebrica dei due lavori.
Il lavoro compiuto da un sistema termodinamico
in una trasformazione ciclica è uguale all’area del piano p-V racchiusa dalla linea che rappresenta la trasformazione
(ed è uguale al calore netto assorbito).
Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
20 Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
Il bilancio energetico Una macchina termica può essere schematizzata
come un cilindro pieno di gas, chiuso da un
pistone e messo in contatto, in successione, con
due sorgenti di calore:
T2 è la temperatura della sorgente (ideale) calda;
T1 è la temperatura della sorgente (ideale) fredda;
Q2 è il calore positivo ricevuto in un ciclo dalla sorgente calda;
Q1 è il calore negativo ceduto in un ciclo alla sorgente fredda;
W è il lavoro compiuto in un ciclo.
2 1W Q Q Q
Per il primo principio, il lavoro compiuto in un ciclo dalla macchina
è uguale al calore netto assorbito:
Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
21 Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
Il rendimento (1)
L’efficienza di una macchina termica è misurata da una grandezza
detta rendimento e indicata con la lettera greca η («eta»)
Il rendimento di una macchina termica è il rapporto tra il lavoro
prodotto dalla macchina in un ciclo e il calore che essa assorbe
in un ciclo dalla sorgente calda:
Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
22 Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
Il rendimento (2) Sostituendo l’espressione del lavoro compiuto da una macchina
termica che funziona con due sorgenti di calore, si ottiene:
N.B.: per la conservazione dell’energia il calore Q1 ceduto all
sorgente fredda non può essere maggiore del calore Q2
assorbito dalla sorgente calda, perciò .
Inoltre Q1 non può essere zero perchè, per riportare la
macchina allo stato iniziale, è necessario raffreddarla.
Da queste considerazioni segue che:
1 2Q Q
0 1
Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
23 Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
Il ciclo di Carnot La macchina di Carnot è una macchina termica ideale che:
funziona a gas perfetto;
non è soggetta ad attriti;
scambia calore con due sole sorgenti ideali.
Il ciclo della macchina di Carnot, o
ciclo di Carnot, è costituito da
quattro fasi consecutive:
un’espansione isoterma;
un’espansione adiabatica;
una compressione isoterma;
una compressione adiabatica.
All’inizio del ciclo il sistema di trova nello stato A del piano p-V; da
lì si susseguono le quattro fasi.
Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
24 Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
Il ciclo di Carnot
Il sistema viene messo a contatto
con la sorgente a temperatura T2
per mantenere la temperatura
costante.
All’aumentare del volume la pressione
diminuisce. Il gas compie un lavoro
positivo e assorbe il calore
Prima fase: espansione isoterma AB
Per far espandere il gas si riduce
gradualmente la sabbia sul
pistone.
2 ABQ W
Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
25 Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
Il ciclo di Carnot
Il cilindro viene inserito in un
thermos che lo isola
dall’ambiente.
All’aumentare del volume la pressione
diminuisce più rapidamente che durante
l’isoterma. La temperatura scende da T2 a
T1. Il gas compie un lavoro WBC positivo.
Seconda fase: espansione adiabatica BC
Per far continuare l’espansione
del gas si riduce ancora la
sabbia sul pistone.
Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
26 Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
Il ciclo di Carnot
Il cilindro viene messo a contatto
con la sorgente più fredda a
temperatura T1 per rimanere a
temperatura costante.
Terza fase: compressione isoterma CD
Il gas viene compresso
aumentando lentamente la
sabbia sul pistone.
Al diminuire del volume la pressione sale.
Il gas compie un lavoro negativo e cede
alla sorgente il calore
1 CDQ W
Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
27 Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
Il ciclo di Carnot
Il cilindro viene nuovamente
inserito in un thermos che lo
isola dall’ambiente.
Al diminuire del volume la pressione
aumenta più rapidamente che durante
l’isoterma. La temperatura si riporta al
valore T2. Il gas compie un lavoro WDA
negativo.
Quarta fase: compressione adiabatica DA
Viene aggiunta lentamente altra
sabbia sul pistone per riportare la
pressione, il volume e la
temperatura ai valori iniziali.
Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
28 Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
Il ciclo di Carnot
In base al primo principio della termodinamica, il lavoro
complessivo compiuto dal sistema in una trasformazione ciclica è
uguale al calore netto assorbito.
Tale lavoro è uguale all’area della parte di piano p-V racchiusa dal
grafico della trasformazione.
Il lavoro complessivo
Perciò al termine del ciclo di Carnot, il gas contenuto nel cilindro
ha compiuto sul pistone il lavoro:
2 1AB BC CD DAW W W W W Q Q
Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
29 Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
Il rendimento della macchina di Carnot
Per una macchina di Carnot che lavora tra le temperature assolute
T1 e T2, si può dimostrare che la formula che esprime il rendimento
assume la seguente forma:
Si tratta di un rendimento limite, che le macchine reali, soggette ad
attriti e perdite di energia di varia natura, non possono raggiungere:
nessuna macchina termica reale che scambi calore alle
temperature assolute T1 e T2, comunque sia progettata e costruita,
può avere un rendimento maggiore o uguale a quello della
macchina ideale di Carnot.
Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
30 Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
Il motore a scoppio (1)
I motori delle automobili sono macchine termiche che assorbono il
calore sprigionato dalla combustione del carburante all’interno dei
cilindri. Per questo motivo sono detti motori a combustione interna.
Il motore a scoppio, inventato da N. Otto, ha un ciclo composto da
quattro fasi (o tempi):
1. Aspirazione
il pistone si abbassa e aspira la
miscela aria-benzina che proviene dal
carburatore.
Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
31 Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
Il motore a scoppio (2)
2. Compressione
dopo la chiusura della valvola di aspirazione,
il pistone si alza e comprime la miscela.
3. Scoppio-espansione
la candela genera la
scintilla che fa scoppiare
la miscela.
Il gas si espande e spinge
il pistone verso il basso.
Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
32 Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
Il motore a scoppio (3)
4. Scarico
la valvola di scarico si apre e la
pressione diminuisce. Il pistone sale ed
espelle i gas di combustione.
Il terzo tempo (scoppio ed espansione) è la fase utile, che spinge
il pistone e lo accelera. Negli altri tempi il pistone si muove
usando l’energia cinetica acquistata nel terzo.
Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
33 Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
Il motore a scoppio (4)
Il ciclo nel piano p-V è costituito dai
seguenti tratti:
AB - aspirazione: il gas si espande
alla pressione atmosferica
(costante).
BC - compressione adiabatica: la
pressione e la temperatura del gas
aumentano.
CD - scoppio (a volume costante).
DE - espansione adiabatica a seguito dello scoppio.
BE - apertura valvola di scarico: la pressione si riduce a volume
costante.
BA - espulsione gas residui: il volume si riduce a pressione
atmosferica (costante).
Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
34 Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
Il motore Diesel
Il motore Diesel, inventato da R. Diesel, è un altro tipo di motore a
combustione interna. Rispetto al motore di Otto ci sono alcune
varianti:
al posto del carburatore c’è un iniettore che spruzza nel cilindro
minuscole goccioline di gasolio;
non ci sono le candele: la rapida compressione del secondo
tempo del ciclo provoca il surriscaldamento della miscela aria-
gasolio che si autoaccende.
Il tratto CD del ciclo non è più un’isocòra
(fase di scoppio nel motore di Otto) ma è
diventata un’isòbara: infatti nel motore
Diesel l’accensione è più lenta ed è
meglio rappresentata da un’espansione a
pressione costante.
Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
35 Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
Il secondo principio della termodinamica
È impossibile realizzare una trasformazione
il cui unico risultato sia l’assorbimento di
calore da un’unica sorgente a temperatura
uniforme per trasformarlo integralmente in
lavoro.
N.B.: non c’è contraddizione con l’espansione isoterma in cui W=Q
perchè il lavoro non è l’unico risultato dell’espansione, che fa anche
aumentare il volume e quindi modifica il sistema.
Per riportare il volume alle condizioni iniziali è necessario cedere
calore a una sorgente fredda: quindi una sola sorgente non basta
per avere come unico effetto la trasformazione del calore in lavoro.
L’enunciato di Lord Kelvin
Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
36 Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
Il secondo principio della termodinamica
È impossibile realizzare una trasformazione il
cui unico risultato sia quello di far passare
calore da un corpo più freddo a uno più caldo.
L’enunciato di Clausius
N.B.: non c’è contraddizione con il funzionamento
del frigorifero: esso infatti preleva calore dal
suo interno (più freddo) e lo riversa nella
stanza (più calda) ma non è l’unico risultato,
perchè nel frattempo consuma energia
elettrica.
Si può dimostrare che gli enunciati di Lord Kelvin e Clausius sono
equivalenti perchè discendono l’uno dall’altro.
Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
37 Amaldi, Fisica.verde, Zanichelli editore 2017
Il verso privilegiato delle trasformazioni
Il secondo pricipio della termodinamica afferma che le
trasformazioni termodinamiche hanno un verso privilegiato:
il lavoro può trasformarsi
integralmente in calore, per esempio
tramite gli attriti; invece il calore non
può trasformarsi integralmente in
calore (enunciato di Lord Kelvin);
il calore fluisce spontaneamente da
un corpo più caldo a un corpo più
freddo, ma non può fare
spontaneamente il percorso inverso
(enunciato di Clausius).