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    1 La pelle

    1.1 Introduzione

    Il cuoio pelle animale che alla fine di una lunga serie di trattamenti di tipo fisico e

    chimico diviene imputrescibile e facilmente lavorabile perci adatta allottenimento di una

    svariata articolistica che va dal morbido abbigliamento fino al duro e compatto cuoio suola.

    Questa serie di trattamenti prende il nome di processo conciario.

    Il cuoio si ottiene per lo pi da pelli di comuni animali da macello (bovini, ovini, caprini,

    etc.), che rappresentano un sottoprodotto pregiato dellindustria alimentare, dotato di

    proprio valore commerciale.

    1.2 Morfologia della pelle

    Le pelli dei mammiferi sono essenzialmente uguali nella loro costituzione istologica.

    Nella sezione trasversale di una pelle si distinguono tre strati principali con diversa

    struttura: epidermide, derma e strato sottocutaneo (Figura 1-1).

    Figura 1-1: sezione trasversale della pelle [1]

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    Da un punto di vista chimico, una pelle di vitello composta in media [1] dal 64% di

    acqua, dal 33% di proteine, dal 2% di grassi, dallo 0,5% di sostanze minerali e dallo 0,5%

    di altre sostanze.

    1.2.1 Lepidermide

    la parte pi esterna della pelle che nei bovini costituisce circa l1% dello spessore totale,

    e nella produzione del cuoio viene sempre eliminata con tutti i suoi annessi (peli, follicoli,

    ghiandole sebacee e sudorifere, scaglie, materie cornee, etc.). Lepidermide appare come

    strato omogeneo anche se ad unanalisi microscopica si rivela costituita da strati

    sovrapposti di cellule:

    lo strato corneo , pi esterno e costituito da cellule morte;

    lo strato di Malpighi formato da cellule vive che sviluppandosi spingono quelle morte

    verso lesterno;

    la membrana ialina che separa nettamente lepidermide dal derma.

    Sia il pelo che l'epidermide sono costituiti in parte da cheratina, una proteina ricca

    dellamminoacido cistina e caratterizzata dalla presenza di legami cistinici (ponte disolfuroR-CH2-S-S-CH2-R') tra catene proteiche adiacenti.

    La cheratina assai resistente all'attacco proteolitico, insolubile in acqua, in acidi od

    alcali diluiti ma ha la caratteristica di essere attaccabile da agenti riducenti e ossidanti (che

    agiscono sul legame disolfuro); per questo motivo la cheratina pu essere eliminata per via

    chimica.

    1.2.2 Il derma

    In genere il derma rappresenta circa l' 85% dello spessore della pelle ed la parte che,

    dopo la fissazione del conciante, viene trasformata in cuoio.

    Il derma costituito da tessuto connettivo ovvero da un ricco intreccio di sottili fibre di

    collagene, proteina che non contiene amminoacidi solforati, ma ricca di idrossiprolina; le

    fibre sono racchiuse in una guaina di tessuto areolare (costituito da una proteina chiamata

    reticolina) e fra le une e le altre si trova una massa cementante formata da un complesso di

    proteine quali glicoproteina, globulina e albumina.

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    Le dimensioni delle fibre collageniche e la loro orientazione spaziale fanno s che il nel

    derma si possano individuare i seguenti due strati:

    strato papillare: lo strato superiore e si trova tra lepidermide e la base dei peli;

    caratterizzato da un fitto intreccio di fibre collageniche molto sottili (0.01 mm di

    diametro) orientate perpendicolarmente alla superficie della pelle; tra le fibre di

    collagene sono inserite fibre elastiche che hanno il compito di dare elasticit alla pelle.

    Lo strato papillare molto importante perch costituisce la parte pi pregiata del

    pellame che prende il nome di lato fiore

    strato reticolare: costituito da spessi fasci di fibre collageniche (aventi diametro di 0.1

    mm) con orientazione variabile man mano che si scende verso gli strati pi profondi

    del derma fino a raggiungere direzione pressoch parallela alla pelle. Sono queste fibre

    che si intrecciano in pi direzioni a determinare le caratteristiche di resistenza fisica

    del pellame e costituiscono quello che comunemente detto lato carne.

    1.2.3 Il tessuto sottocutaneo

    Il tessuto sottocutaneo si trova sotto il derma ed ha il compito di fissare la pelle alle varieparti del corpo; costituito in gran parte da adipe e fibre di collagene disposte parallelamente

    alla superficie della pelle, il tessuto sottocutaneo viene in buona parte rimosso durante la

    macellazione e come lepidermide viene completamente eliminato durante le fasi del

    processo conciario andando a costituire il carniccio.

    1.2.4 Altri componenti

    Altri componenti della pelle sono:

    le ghiandole sudorifere: sono ghiandole poste nel derma che fuoriescono sulla

    superficie della pelle e secernono sudore;

    le ghiandole sebacee: poste nella guaina presente tra il pelo e il follicolo pilifero

    secernono il liquido che lubrifica il pelo;

    i muscoli erettori che fanno drizzare il pelo.

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    1.3 Il collagene

    Il componente della pelle che pi interessa il conciatore il collagene, la proteina chereagisce direttamente con gli agenti concianti, i coloranti e gli ingrassi. Il collagene

    insolubile in acqua e nelle soluzioni acide ed alcaline diluite a temperatura ordinaria.

    Le fibre di collagene formano la maggior parte del derma della pelle in trippa, cio della

    pelle scarnata, depilata e pronta per la concia.

    1.3.1 Struttura del collagene

    La fibrilla di collagene formata da vari filamenti ognuno dei quali costituito da

    protofibrille tenute insieme da forze di attrazione elettrostatica; ogni protofibrilla

    costituita da tre catene peptidiche ad -elica legate tra loro trasversalmente da ponti

    didrogeno.

    Le catene peptidiche sono macromolecole il cui monomero un amminoacido; gli

    amminoacidi hanno la caratteristica di contenere nella loro molecola contemporaneamente

    gruppi basici (-NH2) e acidi (-COOH), legati ad un atomo di carbonio di una catena

    idrocarburica che pu essere lineare, ciclica o aromatica; tale catena viene detta catena

    laterale ed alcune volte pu contenere gruppi ossidrilici (-OH) oppure portare su uno dei

    suoi atomi di carbonio un altro gruppo -NH2o -COOH.

    Schematicamente un amminoacido si rappresenta cos:

    Figura 1-2: rappresentazione di un amminoacido

    Gli amminoacidi si legano tra loro con un legame peptidico (Figura 1-3) formando

    polipeptidi a basso peso molecolare e progressivamente proteine ad elevato peso

    molecolare.

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    Figura 1-3: formazione di un legame peptidico fra due amminoacidi [3]

    In generale una proteina pu contenere venti diversi amminoacidi, ovvero venti tipi dicatene laterali, fra loro differenti per dimensione, carica, capacit di formare legami e

    reattivit chimica.

    A prescindere dal tipo di catena laterale, gli amminoacidi in soluzione a pH neutro sono

    ioni bipolari; le funzioni amminiche (-NH2) tendono in parte a protonarsi (-NH3+) ed i

    gruppi carbossilici (-COOH) tendono in parte a dissociarsi (-COO-) anche se nella

    globalit le cariche positive e negative tendono a neutralizzarsi.

    Lo stato di ionizzazione varia al variare del pH del mezzo (Figura 1-4); in una soluzione

    molto acida, il gruppo carbossilico non si dissocia a causa dell'elevata concentrazione di

    ioni H+, mentre il gruppo amminico sar per lo stesso motivo ionizzato.

    Viceversa, in una soluzione alcalina, il gruppo amminico non verr protonato mentre il

    gruppo carbossilico, data la bassa concentrazione di ioni H+,sar dissociato.

    La possibilit di ionizzazione o meno delle catene polipeptidiche in funzione del pH di

    fondamentale importanza nel processo di concia.

    Figura 1-4: forme ioniche di un amminoacido

    Non dissociata pH acido pH neutro pH basico

    Legame peptidico

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    1.3.2 Caratteris tiche del collagene

    Le caratteristiche pi interessanti del collagene sono: ilpunto isoelettricoe la temperaturadi gelatinizzazione.

    Punto isoelettrico

    Dal comportamento degli amminoacidi in soluzioni acquose al variare del pH deriva una

    delle pi importanti propriet delle proteine chiamata punto isoelettrico.

    Questo termine indica il valore del pH del mezzo per il quale le cariche positive e negative

    della proteina sono perfettamente bilanciate ovvero la proteina si trova in uno stato diinerzia reattiva.

    Per il carattere anfotero del collagene, quando viene immesso in un bagno acido, le

    cariche negative dei suoi gruppi carbossilici vengono neutralizzate dai protoni del mezzo;

    questo fa s che complessivamente la proteina risulti carica positivamente (pelle cationica),

    secondo la parte sinistra dellequazione mostrata in Figura 1-5.

    Figura 1-5: carattere anfotero del collagene

    Viceversa, quando la proteina immessa in un bagno alcalino, le cariche positive vengono

    neutralizzate dagli ioni OH

    del mezzo formando acqua; di conseguenza si genera uncomplesso caricato negativamente (pelle anionica), secondo quanto descritto nella parte

    destra dellequazione precedente.

    Variando il valore del pH del mezzo si pu raggiungere la condizione per cui nessuna

    migrazione di carica osservata, si raggiunge cio il punto isoelettrico della proteina (P.I.)

    la cui determinazione esatta effettuata con tecniche elettroforetiche.

    Normalmente il P.I. del collagene circa 7,5, il che vuol dire che in bagni con pH al di

    sopra di questo valore, la proteina sar caricata negativamente, mentre al di sotto sar

    caricata positivamente; durante il processo conciario, soprattutto durante il calcinaio, il

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    trattamento con basi forti modifica il P.I. del collagene perch la grossa quantit di ioni

    OH- in soluzione rende disponibili sulla pelle molte cariche negative che per essere

    bilanciate richiedono di scendere con il pH del bagno a valori pi bassi di 7.5 (si arriva a

    pH 4.85).

    A valori di pH prossimi al suo P.I, il collagene caratterizzato da una grande inerzia

    chimico-fisica: ha infatti la minima tendenza a reagire, la minima viscosit e la minima

    capacit di gonfiamento.

    Temperatura di gelatizzazione

    A temperature superiori ai 50 C il derma subisce gravi danni dall'azione dell'acqua, infatti

    la pelle si restringe e si attorciglia su s stessa; se inoltre facciamo bollire l'acqua per un

    certo periodo, il derma si scioglie dando origine ad una soluzione gelatinosa prodotta della

    denaturazione delle proteine che lo compongono.

    La temperatura al di sopra della quale il collagene comincia a ricevere danni

    dall'azione dellacqua detta temperatura di gelatinizzazione (Tg).

    Con il processo di concia si stabilizza la struttura fibrosa della pelle ottenendo un aumento

    della Tg; la temperatura di gelatinizzazione di un cuoio conciato dipende dal tipo di

    conciante utilizzato (indicativamente per cuoi conciati al cromo avremo valori di

    Tg>100C, per cuoi conciati al vegetale avremo Tg di circa 70C mentre per cuoi conciati

    con glutaraldeide la tg si attester intorno agli 80C).

    Come intuibile questo valore di temperatura usato in conceria come numero indice per

    valutare il grado di concia di un pellame, pi esso alto maggiore sar la qualit della pelle

    conciata.