Capitolo 1 · 2020. 12. 4. · Capitolo 1 - Studio di funzione 1.3Derivata seconda e concavit a E...
Transcript of Capitolo 1 · 2020. 12. 4. · Capitolo 1 - Studio di funzione 1.3Derivata seconda e concavit a E...
-
Capitolo 1
Studio di funzione
Consideriamo una funzione f : (a, b) ⊆ R→ R. Abbiamo che x0 ∈ (a, b) è un punto di
• minimo relativo se esiste un intorno I(x0) ⊂ (a, b) tale che f(x) ≥ f(x0) perogni x ∈ I(x0).
• massimo relativo se esiste un intorno I(x0) ⊂ (a, b) tale che f(x) ≤ f(x0) perogni x ∈ I(x0)
• punto di estremo relativo se è punto di massimo relativo o minimo relativo perf .
• punto stazionario se f ′(x0) = 0;
• punto critico se ivi la derivata non esiste o è f ′(x0) = 0;
Siano x, y ∈ (a, b) tali che x < y. Allora diremo che:
• f è crescente in (a, b) se f(x) ≤ f(y);
• f è strettamente crescente in (a, b) se f(x) < f(y);
• f è decrescente in (a, b) se f(x) ≥ f(y);
• f è strettamente decrescente in (a, b) se f(x) > f(y);
1.1 Alcuni teoremi sulle funzioni derivabili
Teorema 1.1 (Fermat). È data una funzione f : (a, b) ⊆ R → R derivabile, cona, b ∈ R. Se x0 ∈ (a, b) è un punto di estremo, allora x0 è un punto stazionario.
Dimostrazione. Faremo la dimostrazione solo nel caso in cui x0 sia un punto diminimo. Il caso in cui x0 è di massimo viene lasciato per esercizio.Dunque, sia x0 ∈ (a, b) un punto di minimo per f , allora esiste un intorno I(x0, r)tale che
f(x) ≥ f(x0) x ∈ I(x0, r).
Per x < x0 si ha f(x)− f(x0) ≥ 0 e x− x0 < 0 e quindi
f(x)− f(x0)x− x0
≤ 0,
1
-
Capitolo 1 - Studio di funzione
e invece per x > x0 si ha f(x)− f(x0) ≥ 0 e x− x0 > 0 e quindi
f(x)− f(x0)x− x0
≥ 0.
Per l’inverso del teorema della permanenza del segno (Teorema 1.7 del capitolo suilimiti) si ha che
(1.1) limx→x−0
f(x)− f(x0)x− x0
≤ 0 limx→x+0
f(x)− f(x0)x− x0
≥ 0.
Poiché per ipotesi la funzione è derivabile in x0 allora i limiti in (1.1), che sono laderivata di f rispettivamente sinistra e destra in x0, sono uguali a zero. Quindi laderivata di f in x0 è zero.
Teorema 1.2 (Rolle). È data una funzione f : [a, b] ⊆ R→ R, con a, b ∈ R. Se f èderivabile in (a, b), continua in [a, b] e f(a) = f(b), allora esiste un punto c ∈ (a, b)tale che f ′(c) = 0.
Dimostrazione. Siamo in presenza di una funzione f continua in un intervallo chiusoe limitato. Ne consegue, per il teorema di Weierstraß, che f ammette punto dimassimo xM e punto di minimo xm assoluti. Distinguiamo due casi:
• Se m = M allora la funzione f è costante e quindi f ′(x) = 0 per ogni x ∈ [a, b].
• Se m < M allora almeno uno dei due xm o xM appartiene a (a, b), ed in talpunto la derivata esiste ed è nulla per il teorema di Fermat.
Esempio 1.3. Il teorema di Rolle è applicabile alla funzione f(x) = x2(1 − x2)nell’intervallo [0, 1]. Infatti f è continua in [0, 1] e derivabile in (0, 1). Inoltref(0) = f(1). Allora esiste un valore c ∈ (0, 1) tale che f ′(c) = 0. Infatti
f ′(c) = −4x3 + 2x = 0 → c =1√
2.
Esempio 1.4. Le ipotesi del teorema di Rolle sono le più larghe possibili per cuivale l’enunciato stesso.
• La funzione f(x) = |x| è continua in [−1, 1], è tale che f(−1) = f(1), però fnon è derivabile in x = 0. Infatti non esiste punto dell’intervallo (−1, 1) in cuif ′ si annulla.
• La funzione f(x) = x è continua in [0, 1], derivabile in (0, 1) però f(0) 6= f(1).Infatti non esiste punto dell’intervallo (0, 1) in cui f ′ si annulla.
• La funzionef(x) =
{0 x = 1x x ∈ [0, 1)
2 Appunti di Analisi 1 di Nicola Pintus e Piermario Schirru.
-
1.2 - Derivata prima e monotonia
è continua e derivabile in (0, 1), è tale che f(0) = f(1). La funzione f perònon è continua in x = 0 e x = 1. Infatti non esiste punto dell’intervallo (0, 1)in cui f ′ si annulla.
Teorema 1.5 (Lagrange). È data una funzione f : [a, b] ⊆ R → R, con a, b ∈ R.Se f è derivabile in (a, b), continua in [a, b]. Allora esiste un punto c ∈ (a, b) taleche f ′(c) = f(b)−f(a)
b−a .
Dimostrazione. Consideriamo la funzione
g(x) = (f(b)− f(a))x− (b− a)f(x).
La funzione g è continua in [a, b], derivabile in (a, b) ed è g(a) = g(a): quindi, per ilteorema di Rolle esiste un c ∈ (a, b) per cui g′(c) = 0. Abbiamo
g′(x) = (f(b)− f(a))− (b− a)f ′(x)
eg′(c) = (f(b)− f(a))− (b− a)f ′(c) = 0
e quindi
f ′(c) =f(b)− f(a)
b− a.
Esempio 1.6. Il teorema di Lagrange è applicabile alla funzione f(x) = x2 nell’in-tervallo [0, 1]. Infatti f è continua in [0, 1] e derivabile in (0, 1). Allora esiste un
valore c ∈ (0, 1) tale che f ′(c) = f(1)−f(0)1−0 = 1. Infatti
f ′(c) = 2x = 1 → c =1
2.
1.2 Derivata prima e monotonia
Il teorema di Fermat ci fornisce un metodo per la ricerca dei punti di estremo relativoper una funzione derivabile. I punti di estremo si devono cercare fra i punti stazionari.
Esempio 1.7. Consideriamo la funzione f(x) = x2 la quale ammette x = 0 comepunto stazionario che è punto di minimo essendo f(x) > 0 per x 6= 0.
Però non tutti i punti stazionari sono di estremo.
Esempio 1.8. Consideriamo la funzione f(x) = x3 la quale ammette x = 0 comepunto stazionario che non è punto di estremo essendo f(x) > 0 per x > 0 e f(x) < 0per x < 0.
La derivata prima fornisce anche informazioni sulla monotonia (crescenza e decrescenza)delle funzioni.
Appunti di Analisi 1 di Nicola Pintus e Piermario Schirru. 3
-
Capitolo 1 - Studio di funzione
Teorema 1.9. È data una funzione f : (a, b) ⊆ R→ R derivabile.
• f ′(x) ≥ 0 per ogni x ∈ (a, b) se e solo se f è ivi crescente.
• f ′(x) ≤ 0 per ogni x ∈ (a, b) se e solo se f è ivi decrescente.
Dimostrazione. Dimostreremo soltanto la 1, lasciando la dimostrazione della 2 peresercizio.Sia f avente derivata prima positiva in (a, b). Applicando il teorema di Lagrange allafunzione f nell’intervallo [x0, x1] ⊂ (a, b), abbiamo che esiste un punto c ∈ (x0, x1)tale che
f ′(c) =f(x1)− f(x0)
x1 − x0≥ 0
e quindi f(x1) ≥ f(x0).Vediamo ora l’altra implicazione. Sia x0 ∈ (a, b) e h ∈ R tale che x0 + h ∈ (a, b).Siccome per ipotesi f è crescente abbiamo che
f(x0 + h)− f(x0)h
≥ 0.
e per l’inverso del teorema della permanenza del segno si ha che
limh→0
f(x0 + h)− f(x0)h
= f ′(x0) ≥ 0.
Quest’ultimo teorema suggerisce un metodo per la ricerca dei punti di estremo per unafunzione derivabile. Sia x0 un punto stazionario per una funzione f :
• x0 è un punto di minimo relativo se prima di x0 la derivata prima è negativa edopo è positiva,
↘ ↗x0
x
• x0 è un punto di massimo relativo se prima di x0 la derivata prima è positiva edopo è negativa,
↗ ↘x0
x
• x0 è un punto di flesso a tangente orizzontale se la derivata prima ha lo stessosegno prima e dopo x0.
4 Appunti di Analisi 1 di Nicola Pintus e Piermario Schirru.
-
1.3 - Derivata prima e monotonia
↗ ↗
x0
x↘ ↘
x0
x
Esempio 1.10. Consideriamo la funzione f(x) = x2 la cui derivata prima è f ′(x) =2x. La derivata prima è positiva per x > 0, e negativa per x < 0, e x = 0 è puntostazionario per f .
−3 −2 −1 0 1 2 3
↘ ↗x
Dunque x = 0 è punto di minimo per f(x) = x2.
Esempio 1.11. Consideriamo la funzione f(x) = x3 la cui derivata prima è f ′(x) =3x2. La derivata prima è positiva per x 6= 0, e x = 0 è punto stazionario per f .
−3 −2 −1 0 1 2 3
↗ ↗x
Dunque x = 0 è punto di flesso a tangente a orizzontale per f(x) = x3.
I punti di massimo o minimo si devono cercare anche nei punti critici non stazionari incui f è continua.
Esempio 1.12. Consideriamo la funzione f(x) =3√x2. Abbiamo già studiato cosa
accade alla funzione per x = 0: la funzione è ivi continua ma non derivabile. Laderivata prima è positiva per x > 0, e negativa per x < 0.
−3 −2 −1 0 1 2 3
↘ ↗x
Dunque x = 0 è punto di minimo per f(x) =3√x2.
Appunti di Analisi 1 di Nicola Pintus e Piermario Schirru. 5
-
Capitolo 1 - Studio di funzione
1.3 Derivata seconda e concavità
È data una funzione f : (a, b) ⊆ R→ R. Diremo che f è una funzione convessa se ilsuo epigrafico1 è un insieme convesso. Se −f è convessa, allora la funzione f è dettaconcava.
Funzione convessa Funzione concava
Ricordando che un sottoinsieme A di R2 è convesso se ogni segmento che ha come estremielementi di A è interamente contenuto in A, un altro modo per definire le funzioniconvesse e concave è il seguente.
x
f(x)
yt
xt
f(xt)
f(y)
y
x
y
Consideriamo il punto di coordinate (xt, yt) appartenente al segmento congiungente ipunti di coordinate (x, f(x)) e (y, f(y)). Possiamo esprimere le coordinate del puntotramite combinazione lineare convessa:
xt = (1− t)x+ ty , yt = (1− t)f(x) + tf(y) , t ∈ [0, 1] .
La funzione f è convessa in (a, b) se per ogni x, y ∈ (a, b) si ha
f (x(1− t) + yt) ≤ f(x)(1− t) + f(y)t, per ogni t ∈ [0, 1].
La funzione f è concava in (a, b) se per ogni x, y ∈ (a, b) si ha
f (x(1− t) + yt) ≥ f(x)(1− t) + f(y)t, per ogni t ∈ [0, 1].
Esempio 1.13. Proviamo che la funzione f(x) = x2 è convessa in R, ovvero che
(1.2) (x(1− t) + yt)2 ≤ x2(1− t) + y2t, per ogni t ∈ [0, 1]
è verificata per x, y ∈ R.
1L’epigrafico di una funzione f è la parte di piano sopra il grafico di f .
6 Appunti di Analisi 1 di Nicola Pintus e Piermario Schirru.
-
1.4 - Derivata seconda e concavità
La (1.2) equivale a
x2(1− t) + y2t− [x(1− t) + yt]2 ≥ 0
da cuix2(1− t) + y2t−
[x2(1− t)2 + y2t2 + 2xyt(1− t)
]≥ 0
da cuix2[(1− t)− (1− t)2
]+ y2(t− t2)− 2xy(t− t2) ≥ 0
da cuix2(t− t2
)+ y2(t− t2)− 2xy(t− t2) ≥ 0
da cui(t− t2)(x− y)2 ≥ 0.
Essendo l’ultima disequazione sempre verificata, allora f(x) = x2 è convessa in R.
La derivata seconda fornisce informazioni sulla concavità delle funzioni.
Teorema 1.14. È data una funzione f : (a, b) ⊆ R→ R derivabile fino al secondoordine.
• f ′′(x) ≥ 0 per ogni x ∈ (a, b) se e solo se f è ivi convessa.
• f ′′(x) ≤ 0 per ogni x ∈ (a, b) se e solo se f è ivi concava.
Esempio 1.15. Consideriamo la funzione f(x) = x2. Avremo che f ′′(x) = 2.Poiché f ′′ è sempre positiva, allora la funzione f è convessa nell’insieme di defi-nizione.
Esempio 1.16. Consideriamo la funzione f(x) = x3. Avremo che f ′′(x) = 6x. Siha
• f ′′(x) > 0 per x > 0 allora f è ivi convessa;
• f ′′(x) < 0 per x < 0 allora f è ivi concava.
Un punto è di flesso se ivi la funzione cambia concavità. I flessi sono di tre tipi:
• a tangente orizzontale: si trovano in quei punti stazionari in cui la derivataprima non cambia segno;
• a tangente obliqua: si trovano in quei punti in cui la derivata prima è diversada 0 e la derivata seconda si annulla;
• a tangente verticale: si trovano in quei punti in cui la derivata prima destra esinistra sono infiniti dello stesso segno.
Esempio 1.17. La funzione f(x) = x3 in x = 0 ha un flesso a tangente orizzontale.La funzione f(x) = x3 − x in x = 0 ha un flesso a tangente obliquo. La funzionef(x) = 3
√x in x = 0 ha un flesso a tangente verticale.
Appunti di Analisi 1 di Nicola Pintus e Piermario Schirru. 7
-
Capitolo 1 - Studio di funzione
1.4 Funzioni lipschitziane
Sia f : I ⊆ R → R una funzione con I un intervallo di R. La funzione f è dettalipschitziana in I se per ogni x, y ∈ I si ha che
|f(x)− f(y)| ≤ K |x− y|
o equivalentemente|f(x)− f(y)||x− y|
≤ K, x 6= y
con K costante reale, detta costante di Lipschitz.
Esempio 1.18. Consideriamo la funzione f(x) = |x|. Se x, y ∈ R allora vale ladisugualianza triangolare inversa per cui
|f(x)− f(y)| = ||x| − |y|| ≤ |x− y| .
da cui discende che la funzione valore assoluto è lipschitziana in R, con K = 1.
L’esempio precedente mostra come la lipschitzianità non implichi la derivabilità. Ma ilseguente teorema lega la derivabilità alla lipschitzianità.
Teorema 1.19. Sia f : (a, b) ⊆ R → R derivabile. La funzione è lipschitziana in(a, b) se e solo se f ′(x) è ivi limitata.
Dimostrazione. Se una funzione è lipschitziana allora per ogni x, y ∈ (a, b) con x 6= yabbiamo
|f(x)− f(y)||x− y|
≤ K ∈ R.
Ma essendo f derivabile in (a, b) abbiamo che
limy→x
|f(x)− f(y)||x− y|
= |f ′(x)| ≤ K ∈ R.
e quindi la derivata è limitata.Proviamo l’altra implicazione. Consideriamo x0, x1 ∈ (a, b) tali che x0 < x1. Alloraf(x) verifica il teorema di Lagrange nell’intervallo [x0, x1], e quindi esiste un c ∈(x0, x1) tale che
f ′(c) =f(x1)− f(x0)
x1 − x0da cui
|f ′(c)| =
∣∣∣∣∣f(x1)− f(x0)x1 − x0∣∣∣∣∣
e quindi |f(x1) − f(x0)| = |f ′(c)| · |x1 − x0|. Poiché per ipotesi f ′(x) è limitata, equindi è limitata anche |f ′(x)|, significa che esiste un valore reale positivo K taleche |f ′(x)| ≤ K per ogni x ∈ (a, b). Allora
|f(x1)− f(x0)| = |f ′(c)| · |x1 − x0| ≤ K|x1 − x0|
8 Appunti di Analisi 1 di Nicola Pintus e Piermario Schirru.
-
1.5 - Teorema di De L’Hôpital
e quindi f è lipschitziana in (a, b).
Esempio 1.20. Consideriamo la funzione f(x) =√x. Se prendiamo la funzione in
un qualsiasi intervallo aperto che ha zero come estremo allora f non è ivi lipschitzianaperché la derivata non è limitata. Invece lo è in qualsiasi intervallo del tipo (a,+∞)con a > 1 perché la funzione radice quadrata ha derivata ivi limitata.
Esempio 1.21. Consideriamo la funzione f(x) = x2. Se prendiamo la funzionein un qualsiasi intervallo limitato allora f è ivi lipschitziana. Invece in qualsiasiintervallo illimitato la funzione non è limitata.
Teorema 1.22. Sia f : A ⊆ R→ R con A insieme chiuso e limitato. Se la funzioneè derivabile in A allora è ivi lipschitziana.
Teorema 1.23. Se f : (a, b) ⊆ R → R è lipschitziana allora è ivi uniformementecontinua (e quindi continua).
1.5 Teorema di De L’Hôpital
Il Teorema di De L’Hôpital ci permette di sciogliere limiti che porgono le forme indeter-minate del tipo ∞∞ o
00.
Teorema 1.24. Sia (a, b) limitato o illimitato e siano date le funzioni f, g : (a, b) ⊆R → R derivabili e g′(x) 6= 0. Sia x0 ∈ (a, b). Se sono verificate le seguenticondizioni:
• Il limite limx→x0
f(x)
g(x)porge una forma indeterminata
∞∞
o0
0.
• Il limite limx→x0
f ′(x)
g′(x)esiste.
Allora
limx→x0
f(x)
g(x)= lim
x→x0
f ′(x)
g(′x).
Esempio 1.25. Calcoliamo il limite
limx→+∞
lnx
x.
Il limite porge una forma indeterminata ∞∞ . Cerchiamo di applicare il teorema diDe L’Hôpital. Il limite
limx→+∞
(lnx)′
(x)′= lim
x→+∞
1x
1= lim
x→+∞
1
x=
1
+∞= 0.
Appunti di Analisi 1 di Nicola Pintus e Piermario Schirru. 9
-
Capitolo 1 - Studio di funzione
Allora è applicabile il Teorema di De L’Hôpital, e sarà
limx→+∞
lnx
x= lim
x→+∞
(lnx)′
(x)′= 0.
Esempio 1.26. Calcoliamo il limite
limx→+∞
x2 + x+ 1
x2 + 3x+ 2.
Il limite porge una forma indeterminata ∞∞ . Cerchiamo di applicare il teorema diDe L’Hôpital.
limx→+∞
(x2 + x+ 1)′
(x2 + 3x+ 2)′= lim
x→+∞
2x+ 1
2x+ 3
Il limite porge ancora una forma indeterminata ∞∞ . Cerchiamo di applicare nuova-mente il teorema di De L’Hôpital.
limx→+∞
(2x+ 1)′
(2x+ 3)′= lim
x→+∞
2
2= 1.
Allora è applicabile il Teorema di De L’Hôpital, e sarà
limx→+∞
x2 + x+ 1
x2 + 3x+ 2= lim
x→+∞
(x2 + x+ 1)′
(x2 + 3x+ 2)′= lim
x→+∞
(2x+ 1)′
(2x+ 3)′= 1.
Esempio 1.27. Calcoliamo il limite
limx→0+
x− tanxx2
.
Il limite porge una forma indeterminata 00. Cerchiamo di applicare il teorema di De
L’Hôpital.
limx→0+
(x− tanx)′
(x2)′= lim
x→0+
1− 1− tan2 x2x
= limx→0+
− tan2 x2x
Il limite porge ancora una forma indeterminata 00. Cerchiamo di applicare nuova-
mente il teorema di De L’Hôpital.
limx→0+
(− tan2 x)′
(2x)′= lim
x→0+
−2 tanx (1 + tan2 x)2
= 0.
Allora è applicabile il Teorema di De L’Hôpital, e sarà
limx→0+
x− tanxx2
= limx→0+
(x− tanx)′
(x2)′= lim
x→0+
(− tan2 x)′
(2x)′= 0.
Esempio 1.28. Calcoliamo il limite
limx→0+
(x lnx) .
10 Appunti di Analisi 1 di Nicola Pintus e Piermario Schirru.
-
1.5 - Teorema di De L’Hôpital
Il limite porge una forma indeterminata 0 ·∞. Il Teorema di De L’Hôpital non è ap-plicabile direttamente, ma possiamo trasformare la funzione per rendere applicabileil teorema.
limx→0+
(x lnx) = limx→0+
lnx1x
.
Quest’ultimo limite è una forma indeterminata ∞∞ , e cerchiamo di applicare il teo-rema di De L’Hôpital.
limx→0+
(lnx)′(1x
)′ = limx→0+
1
x
−1
x2
= limx→0+
−x2
x= − lim
x→0+x = 0−.
Allora è applicabile il Teorema di De L’Hôpital, e sarà
limx→0+
(x lnx) = limx→0+
lnx1x
= limx→0+
(lnx)′(1x
)′ = 0−.Esempio 1.29. Calcoliamo il limite
limx→−∞
(xex) .
Il limite porge una forma indeterminata 0 · ∞. Il Teorema di De L’Hôpital non èapplicabile direttamente, ma possiamo seguire il procedimento dell’esercizio prece-dente.
limx→−∞
(xex) = limx→−∞
x
e−x.
Quest’ultimo limite è una forma indeterminata ∞∞ , e cerchiamo di applicare il teo-rema di De L’Hôpital.
limx→−∞
(x)′
(e−x)′= lim
x→−∞
1
−e−x= lim
x→−∞(−ex) = 0−.
Allora è applicabile il Teorema di De L’Hôpital, e sarà
limx→−∞
(xex) = limx→−∞
x
e−x= lim
x→−∞
(x)′
(e−x)′= 0−.
Il teorema di De L’Hôpital è molto utile per sciogliere le forme indeterminate del tipo1∞, 00 e ∞0.
Esempio 1.30. Calcoliamo il limite
limx→0+
(sinx+ cosx)1x .
Essendo una forma indeterminata 1∞, sfruttiamo l’identità f(x)g(x) = eln(f(x)g(x))
.
Appunti di Analisi 1 di Nicola Pintus e Piermario Schirru. 11
-
Capitolo 1 - Studio di funzione
Abbiamo
limx→0+
(sinx+ cosx)1x = lim
x→0+eln(sinx+cosx)
1x = lim
x→0+e
1xln(sinx+cosx) ;
limx→0+
1
xln(sinx+ cosx) =
0
0.
Possiamo allora applicare De L’Hôpital:
limx→0+
1
xln(sinx+ cosx) = lim
x→0+
cosx−sinxsinx+cosx
1= 1
e dire che il limite della funzione iniziale è e1, ossia e.
Esempio 1.31. Calcoliamo il limite
limx→π
2
(tanx)tan(2x) .
Essendo una forma indeterminata ∞0, sfruttiamo l’identità f(x)g(x) = eln(f(x)g(x)) .Abbiamo
limx→π
2
(tanx)tan(2x) = limx→π
2
eln(tanx)tan(2x)
= limx→π
2
etan(2x) ln(tanx) ;
limx→π
2
tan(2x) ln(tanx) = limx→π
2
sin(2x)
cos(2x)ln(tanx) .
Siccome cos(2x)→ 1 as x→π
2, possiamo calcolare direttamente
limx→π
2
ln(tanx)1
sin(2x)
=∞∞.
Allora applichiamo De L’Hôpital:
limx→π
2
ln(tanx)1
sin(2x)
= limx→π
2
− sin(2x)cos(2x)
= 0
da cui segue che il limite della funzione iniziale è e0 = 1.
1.6 Polinomi di Taylor
Consideriamo una funzione f : (a, b) ⊆ R→ R derivabile. Allora
limx→x0
f(x)− f(x0)x− x0
= f ′(x0)
e ne consegue che
(1.3) g(x) =f(x)− f(x0)
x− x0− f ′(x0)
12 Appunti di Analisi 1 di Nicola Pintus e Piermario Schirru.
-
1.6 - Polinomi di Taylor
è infinitesima in x = x0. Ricavando f(x) nella (1.3) abbiamo
f(x) = f(x0) + f′(x0)(x− x0) + g(x)(x− x0).
Non è difficile mostrare che g(x)(x− x0) è un infinitesimo di ordine maggiore a x− x0 equindi
g(x)(x− x0) = o(x− x0).
Ne consegue che
(1.4) f(x) = f(x0) + f′(x0)(x− x0)︸ ︷︷ ︸P1(x)
+o(x− x0).
Dalla (1.4) abbiamo che la funzione f si può scrivere come somma di una funzionepolinomiale di primo grado, la quale non è altro che la retta tangente ad f in x0 e unafunzione che è un infinitesimo di ordine superiore a x − x0 per x → x0. La funzionepolinomiale P1 in (1.4) è tale che
(1.5) P1(x0) = f(x0), P′1(x0) = f
′(x0).
x0
f(x0)
x
P1(x)
f(x)
o(x−x0 )
x
y
Poniamoci la questione se è possibile trovare una funzione polinomiale Pn(x) di gradon che migliora in un intorno di x0 l’approssimazione di f . Coerentemente con le (1.5),
tale polinomio Pn(x) dovrà essere tale che Pn(x0) = f(x0) e P(j)n (x0) = f
(j)(x0) per ognij ∈ {1, 2, · · · , n}, posto che f sia derivabile in x0 fino all’ordine n.Il seguente teorema ci dice quale è tale polinomio, il quale viene chiamato polinomiodi Taylor di grado n generato da f e centro x0.
Teorema 1.32. Sia f : (a, b) ⊆ R → R derivabile fino all’ordine n in x0 ∈ (a, b).Allora esiste un unico polinomio Pn(x) tale che Pn(x0) = f(x0) e P
(k)n (x0) = f
(k)(x0)per ogni k ∈ {1, 2, · · · , n}.
Appunti di Analisi 1 di Nicola Pintus e Piermario Schirru. 13
-
Capitolo 1 - Studio di funzione
Dimostrazione. Proponiamo come Pn(x0) il polinomio
Pn(x) = a0 + a1(x− x0) + a2(x− x0)2 + · · ·+ an(x− x0)n.
Si ha:
P ′n(x) = a1 + 2a2(x− x0) + · · ·+ nan(x− x0)n−1
P”n(x) = 2a2 + · · ·+ n(n− 1)an(x− x0)n−2
· · ·P (n)n (x) = n(n− 1) · · · 2an .
Calcolando in x0 si trova
Pn(x0) = a0 , P′n(x0) = a1 , P
(n)n = n!an .
Abbiamo quindi che
ak =f (k)(x0)
k!, k ∈ {0, 1, · · · , n}.
In forma compatta il polinomio di Taylor di grado n generato da f e centro x0 è
Pn(x) =n∑k=0
f (k)(x0)
k!(x− x0)k.
Esempio 1.33. Consideriamo la funzione f(x) = sin x. Troviamo il suo polinomiodi Taylor di grado n e centro 0.Poiché per ogni k ∈ N si ha che
f (4k)(x) = sin x, f (4k+1)(x) = cos x, f (4k+2)(x) = − sinx, f (4k+3)(x) = − cosx
e di conseguenza
f (4k)(0) = 0, f (4k+1)(0) = 1, f (4k+2)(0) = 0, f (4k+3)(0) = −1
allora
P2n+1(x) = x−x3
3!+x5
5!− x
7
7!+ · · ·+ (−1)
n
(2n+ 1)!x2n+1 =
n∑k=0
(−1)k
(2k + 1)!x2k+1
eP2n(x) = P2n−1(x).
14 Appunti di Analisi 1 di Nicola Pintus e Piermario Schirru.
-
1.6 - Polinomi di Taylor
P1
P3
P5
−4 −3 −2 −1 1 2 3 4
−2
−1
1
2
x
y
Esempio 1.34. Consideriamo la funzione f(x) = cos x. Troviamo il suo polinomiodi Taylor di grado n e centro 0.Poiché per ogni k ∈ N si ha che
f (4k)(x) = cos x, f (4k+1)(x) = − sinx, f (4k+2)(x) = − cosx, f (4k+3)(x) = sinx
e di conseguenza
f (4k)(0) = 1, f (4k+1)(0) = 0, f (4k+2)(0) = −1, f (4k+3)(0) = 0
allora
P2n(x) = 1−x2
2!+x4
4!− x
6
6!+ · · ·+ (−1)
n
(2n)!x2n =
n∑k=0
(−1)k
(2k)!x2k
eP2n+1(x) = P2n(x).
P0
P2
P3
−4 −3 −2 −1 1 2 3 4
−2
−1
1
2
x
y
Esempio 1.35. Consideriamo la funzione f(x) = ex. Troviamo il suo polinomio diTaylor di grado n e centro 0.Poiché
f (k)(0) = 1, per ogni k ∈ {0, 1, · · · , n}
allora
Pn(x) = 1 + x+x2
2!+x3
3!+ · · ·+ x
n
n!=
n∑k=0
xk
k!.
Poiché f(1) = e, possiamo usare i polinomi di Taylor per calcolare una approssima-
Appunti di Analisi 1 di Nicola Pintus e Piermario Schirru. 15
-
Capitolo 1 - Studio di funzione
zione del numero di Nepero.
n Pn(1) Pn(1)− f(1)1 2 0.7182822 2.5 0.2182823 2.66667 0.05161524 2.70833 0.00994855 2.71667 0.00161516
Come si può notare già al grado 5 il polinomio di Taylor approssima fino alla secondacifra decimale il numero di Nepero.
Esempio 1.36. Consideriamo la funzione f(x) = ln(1 + x). Troviamo il suo poli-nomio di Taylor di grado n e centro 0.Abbiamo
f ′(x) =1
1 + x, f ′′(x) = − 1
(1 + x)2, f ′′′(x) =
2
(1 + x)3, f (4)(x) = − 6
(1 + x)4, · · ·
e di conseguenza
f(0) = 0, f ′(0) = 1, f ′′(0) = −2, f ′′′(0) = 2, f (4)(0) = −6, · · ·
allora
Pn(x) =n∑k=1
(−1)k+1(k − 1)! · xk
k!=
n∑k=1
(−1)k+1
kxk.
P1
P2
P3
−1 1 2 3 4
−2
−1
1
2
3
x
y
Si definisce errore di approssimazione o resto n-esimo la funzione
Rn(x) = f(x)− Pn(x)
ovvero l’errore che si commette approssimando la funzione f con Pn in x.
Teorema 1.37. Sia f : (a, b) ⊆ R → R derivabile fino all’ordine n in x0 ∈ (a, b).Se Pn(x) è il polinomio di Taylor di grado n generato da f e centro x0. Allora
En(x) = o ((x− x0)n) .
16 Appunti di Analisi 1 di Nicola Pintus e Piermario Schirru.
-
1.7 - Infinitesimi e infiniti campione
La rappresentazione di En data in quest’ultimo teorema è detta forma di Peano delresto n-esimo. Esistono altre rappresentazione del resto n-esimo che noi qui nondaremo.
Esempio 1.38. Secondo la rappresentazione del resto in forma di Peano abbiamoche
sinx =n∑k=0
(−1)k
(2k + 1)!x2k+1 + o(x2n+1),
cosx =n∑k=0
(−1)k
(2k)!x2k + o(x2n),
ex =n∑k=0
1
k!xk + o(xn),
ln(1 + x) =n∑k=1
(−1)k+1
kxk + o(xn).
Esempio 1.39. Calcolare il polinomio di Taylor di grado 2 e centro 0 della funzionef(x) = ln(cos x)).
f(x) = ln(cos x)) , f ′(x) = − tanx , f”(x) = −1− tan2 x
da cui seguef(0) = 0 , f ′(0) = 0 , f”(0) = −1
e quindiP (x) = −x2.
Inoltre abbiamo cheln(cos(x)) = −x2 + o(x2).
Dai polinomi di Taylor si possono ricavare altri sviluppi di Taylor grazie al seguenteteorema.
Teorema 1.40. Siano f, g : (a, b) ⊆ R → R derivabile fino all’ordine n in x0 ∈(a, b). Sia Pn (Qn) il polinomio di Taylor di grado n generato da f (g) e centro x0.Allora
• Se α, β ∈ R, allora αPn(x) + βQn(x) è il polinomio di Taylor di grado ngenerato da αf + βg con centro x0.
• P ′n(x) è il polinomio di Taylor di grado n− 1 generato da f ′.
1.7 Infinitesimi e infiniti campione
Ricordiamo che una funzione f è infinitesima in x0 se
limx→x0
f(x) = 0
Appunti di Analisi 1 di Nicola Pintus e Piermario Schirru. 17
-
Capitolo 1 - Studio di funzione
e che f è infinita in x0 selimx→x0
f(x) = ±∞.
Siano f(x) e g(x) 6= 0 funzioni infinite o infinitesime per x→ x0, con x0 finito o infinito.Se esiste α ∈ R+ tale che il limite
(1.6) limx→x0
f(x)
[g(x)]α
è finito non nullo, allora si dirà che f è un infinito (o infinitesimo) di ordine α in x0rispetto all’ infinito (o infinitesimo) campione g(x).Nella pratica si usano campioni standard (dove non diversamente specificato):
- se x → ±∞, g(x) = x è l’infinito campione, mentre g(x) =1
xè l’infinitesimo
campione;
- se x→ x0, g(x) =1
x− x0è l’infinito campione, mentre g(x) = x−x0 è l’infinitesimo
campione.
Esempio 1.41. La funzione f(x) = x+ sinx è una funzione infinitesima in x = 0.Poiché
limx→0
x+ sinx
xα
è finito non nullo per α = 1 allora f(x) è un infinitesimo di ordine 1 in x = 0.
Esempio 1.42. La funzione f(x) = x− sinx è una funzione infinitesima in x = 0.Poiché
limx→0
x− sinxxα
è finito non nullo per α = 3 allora f(x) è un infinitesimo di ordine 3 in x = 0.
Esempio 1.43. Consideriamo la funzione f(x) = ex la quale è infinitesima perx→ −∞. Però non esiste valore di α tale che
limx→−∞
ex
xα
è finito non nullo. In questo caso non è determinabile l’ordine di infinitesimo diquesta funzione.
Esempio 1.44. L’infinitesimo f(x) = ln(1 + x2) per x→ 0 è di ordine 2 rispetto ax perchè
limx→0
ln(1 + x2)
x2= 1 .
Esempio 1.45. L’infinitesimo f(x) =x− 4x2 + 1
per x→ +∞ è di ordine 1 rispetto a
18 Appunti di Analisi 1 di Nicola Pintus e Piermario Schirru.
-
1.8 - Grafico qualitativo delle funzioni
1x
perchè
limx→+∞
x− 4x2 + 1
1
x
= limx→+∞
x2 − 4xx2 + 1
= 1 .
Esempio 1.46. La funzione f(x) = x2 + x3 è un infinito di ordine 3 rispetto ag(x) = x per x→ ±∞. Infatti
limx→±∞
x2 + x3
x3= 1.
Grazie al teorema di De L’Hôpital e ai polinomi di Taylor è più agevole trovare l’infini-tesimo campione di una funzione infinitesima in un x0 finito.
Esempio 1.47. La funzione f(x) = x + sinx è una funzione infinitesima in x = 0ed ha ivi sviluppo di Taylor uguale
x+ sinx = x+ (x+ o(x)) = 2x+ o(x).
Quindi
limx→0
x+ sinx
xα= lim
x→0
2x+ o(x)
xα.
Quest’ultimo limite è finito non nullo per α = 1, e dunque x + sinx è infinitesimodi ordine 1 in x = 0.Lo stesso risultato si poteva ottenere con il teorema di De L’Hôpital, infatti
limx→0
x+ sinx
xα= lim
x→0
1 + cos x
αxα−1=
2
αxα−1.
Per avere un valore del limite finito non nullo dobbiamo porre α = 1.
Esempio 1.48. La funzione f(x) = x − sinx è una funzione infinitesima in x = 0ed ha ivi sviluppo di Taylor uguale a
sinx− x = x−(x− x
3
3!+ o(x3)
)=x3
3!+ o(x3).
Quindi
limx→0
x− sinxxα
= limx→0
x3
3!+ o(x3)
xα.
Quest’ultimo limite è finito non nullo per α = 3, e dunque x − sinx è infinitesimodi ordine 3 in x = 0.
1.8 Grafico qualitativo delle funzioni
Grazie a tutto ciò che abbiamo sviluppato fino a qui, abbiamo gli strumenti per trovareil grafico qualitativo di una funzione. Ecco i passaggi necessari:
Appunti di Analisi 1 di Nicola Pintus e Piermario Schirru. 19
-
Capitolo 1 - Studio di funzione
1. Si determina l’insieme di definizione della funzione.
2. Si trovano i punti di intersezione della funzione con gli assi cartesiani.
3. Si trovano gli intervalli in cui la funzione è positiva, e quelli in cui è negativa.
4. Si calcolano i limiti della funzione agli estremi dell’insieme di definizione.
5. Si calcola la derivata prima. Si determinano gli intervalli in cui la funzione ècrescente e decrescente. Si determinano i massimi e minimi.
6. Si calcola la derivata seconda. Si determinano gli intervalli in cui la funzione èconvessa e concava. Si determinano i punti di flesso.
Esempio 1.49. Determiniamo il grafico qualitativo della funzione f(x) = x3 − x.Dominio. La funzione è polinomiale. Ne consegue che l’insieme di definizione è R.Intersezione con gli assi. Le intersezioni con l’asse x si cercano risolvendo ilsistema {
y = x3 − xy = 0
che porge i punti A = (0, 0) e B = (1, 0). Le intersezioni con l’asse y si cercanorisolvendo il sistema {
y = x3 − xx = 0
che porge il punto A.Positività. Dobbiamo risolvere la disequazione x3 − x ≥ 0.
x3 − x ≥ 0 → x(x2 − 1
)≥ 0 → x (x− 1) (x+ 1) ≥ 0.
Studiamo la positività dei tre fattori.
• Il primo fattore porge x ≥ 0;
• Il secondo fattore porge x− 1 ≥ 0 che ha soluzione per x ≥ 1;
• Il terzo fattore porge x+ 1 ≥ 0 che ha soluzione per x ≥ −1.
Riportiamo il tutto in un grafico riepilogativo:
−3 −2 −1 0 1 2 3x
discende che
• f(x) > 0 per x ∈ (−1, 0) ∪ (1,+∞);
• f(x) < 0 per x ∈ (−∞,−1) ∪ (0, 1).
20 Appunti di Analisi 1 di Nicola Pintus e Piermario Schirru.
-
1.8 - Grafico qualitativo delle funzioni
Limiti agli estremi del dominio.
limx→±∞
(x3 − x
)= lim
x→±∞x3(
1− xx3
)= lim
x→±∞x3 = ±∞.
Non ci sono asintoti verticali e orizzontali. Non ci sono asintoti obliqui perché
limx→±∞
x3 − xx
= limx→±∞
x3
x= lim
x→±∞x2 = +∞.
Derivata prima. Si ha f ′(x) = 3x2−1. La derivata prima si annulla per x = ±√33
,
è positiva per x ∈(−∞,−
√33
)∪(√
33,+∞
), è negativa per x ∈
(−√33,√33
).
↗ ↘ ↗√33−
√33
x
Abbiamo che x = −√
3
3è punto di massimo relativo e x =
√3
3è punto di minimo
relativo.Derivata seconda. Si ha f ′′(x) = 6x. La derivata seconda si annulla per x = 0, èpositiva per x ∈ (0,+∞), è negativa per x ∈ (−∞, 0).
−2 −1.5 −1 −0.5 0 0.5 1 1.5 2
∩ ∪x
Abbiamo che x = 0 è punto di flesso a tangente obliqua.Grafico.
−3 −2 −1 1 2 3
−10
−5
5
10
x
y
Appunti di Analisi 1 di Nicola Pintus e Piermario Schirru. 21
-
Capitolo 1 - Studio di funzione
Esempio 1.50. Determiniamo il grafico qualitativo della funzione f(x) =x3
x2 − 1.
Dominio. Essendo un rapporto fra polinomi, imponiamo che il denominatore siadiverso da 0:
x2 − 1 6= 0 → x2 6= 1 → x 6= ±1.
Quindi l’insieme di esistenza della funzione è
D = (−∞,−1) ∪ (−1, 1) ∪ (1,+∞).
Intersezione con gli assi. Le intersezioni con l’asse x si cercano risolvendo ilsistema y = x
3
x2 − 1y = 0
che porge il punto A = (0, 0). Pure l’intersezione con l’asse y porge il punto A.
Positività. Dobbiamo risolvere la disequazionex3
x2 − 1≥ 0. La disequazione è frat-
ta, e dobbiamo studiare la positività del numeratore e denominatore. Il numeratoreè positivo per x ≥ 0. Il denominatore è strettamente positivo per x < −1 ∨ x > 1.Riassumiamo il tutto in un grafico del segno:
−2 −1.5 −1 −0.5 0 0.5 1 1.5 2x
Discende che
• f(x) > 0 per x ∈ (−1, 0) ∪ (1,+∞);
• f(x) < 0 per x ∈ (−∞,−1) ∪ (0, 1).
Limiti agli estremi del dominio.
limx→±∞
x3
x2 − 1= lim
x→±∞
x3
x2
(1−
1
x2
) = limx→±∞
x3
x2= lim
x→±∞x = ±∞,
limx→(−1)±
x3
x2 − 1= ±∞, lim
x→1±
x3
x2 − 1= ±∞.
Quindi non abbiamo asintoti orizzontali, e due asintoti verticali x = 1 e x = −1.Vediamo se esistono asintoti obliqui:
22 Appunti di Analisi 1 di Nicola Pintus e Piermario Schirru.
-
1.8 - Grafico qualitativo delle funzioni
Derivata prima. Si ha f ′(x) =x2 (x2 − 3)(x2 − 1)2
. La derivata prima si annulla per
x = 0, x = −√
3 e x =√
3, è positiva per x ∈(−∞,−
√3)∪(√
3,+∞), è negativa
per x ∈(−√
3,−1)∪ (−1, 0) ∪ (0, 1) ∪
(1,√
3).
↗ ↘ ↘ ↘ ↘ ↗
−√
3 −1 0 −1√
3
x
Abbiamo che x = −√
3 è punto di massimo relativo, x = 0 è punto di flesso atangente orizzontale, x =
√3 è punto di minimo relativo.
Derivata seconda.Si ha f ′′(x) =2x (x2 + 3)
(x2 − 1)3. La derivata seconda si annulla per
x = 0, è positiva per x ∈ (−1, 0) ∪ (1,+∞), è negativa per x ∈ (−∞,−1) ∪ (0, 1).Grafico.
−3 −2 −1 1 2 3
−4
−2
2
4
x
y
Esempio 1.51. Determiniamo il grafico qualitativo della funzione f(x) = x log x.Dominio. Si deve imporre che l’argomento del logaritmo sia strettamente positivo.Quindi l’insieme di esistenza è (0,+∞).Intersezione con gli assi. Le intersezioni con l’asse x si cercano risolvendo ilsistema {
y = x log xy = 0
che porge il punto A = (1, 0). Non vi sono intersezioni con l’asse y.Positività. Dobbiamo risolvere la disequazione x log x ≥ 0. Studiamo la positivitàdei due fattori.
• Il primo fattore porge x ≥ 0;
• Il secondo fattore porge log x ≥ 0 che ha soluzione per x ≥ 1;
Riportiamo il tutto in un grafico riepilogativo:
Appunti di Analisi 1 di Nicola Pintus e Piermario Schirru. 23
-
Capitolo 1 - Studio di funzione
−1 −0.5 0 0.5 1 1.5 2x
discende che
• f(x) > 0 per x ∈ (1,+∞);
• f(x) < 0 per x ∈ (0, 1).
Limiti agli estremi del dominio. Il limite
limx→0+
x log x.
conduce ad una forma indeterminata del tipo 0 ·∞. Trasformiamo il limite per poterapplicare il Teorema di De L’Hopital.
limx→0+
x log x = limx→0+
log x1x
= limx→0+
(log x)′(1x
)′ = limx→0+
1x
− 1x2
= − limx→0+
x = 0−.
Proseguiamo conlim
x→+∞x log x = +∞.
Non ci sono asintoti verticali e orizzontali. Non ci sono asintoti obliqui perché
limx→±∞
x log x
x= lim
x→±∞log x = +∞.
Derivata prima. Si ha f ′(x) = log x+1. La derivata prima si annulla per x = e−1,è positiva per x ∈ (e−1,+∞), è negativa per x ∈ (0, e−1).
↘ ↗
0 e−1x
Abbiamo che x = e−1 è punto di minimo relativo.
Derivata seconda. Si ha f ′′(x) =1
x. La derivata seconda non si annulla mai, ed
è positiva nel dominio di f . Ne consegue che f è una funzione convessa.Altre informazioni. La funzione per x→ 0+ tende a 0, ma in x = 0 non è definita.Dobbiamo quindi studiare in che modo il grafico di f tende al punto (0, 0). Questopossiamo ricavarlo facendo il limite della derivata prima per x→ 0+:
limx→0+
(log x+ 1) = −∞.
24 Appunti di Analisi 1 di Nicola Pintus e Piermario Schirru.
-
1.8 - Grafico qualitativo delle funzioni
Ne consegue che il grafico di f arriva al punto (0, 0) con tangente che tende ad essereverticale.Grafico.
1 2
1
2
x
y
Esempio 1.52. Determinare il grafico qualitativo della funzione f(x) =ex − 1ex + 1
.
Dominio. Dobbiamo imporre che il denominatore sia non nullo: ex+1 6= 0 la qualeè sempre verificata. Quindi D = R.Intersezione con gli assi. L’unico punto di intersezione con gli assi è l’origine.Positività. Dobbiamo risolvere
ex − 1ex + 1
≥ 0.
Studiamo la positività di numeratore e denominatore:
• Il numeratore porge x ≥ 0;
• Il denominatore è sempre strettamente positivo.
Ne discende che
• f(x) > 0 per x ∈ (0,+∞);
• f(x) < 0 per x ∈ (−∞, 0).
Limiti agli estremi del dominio.
limx→+∞
ex − 1ex + 1
= limx→+∞
ex(1− 1
ex
)ex(1 + 1
ex
) = 1.lim
x→−∞
ex − 1ex + 1
=e−∞ − 1e−∞ + 1
=− 11
= −1.
Ne consegue che y = 1 è asintoto orizzontale destro e y = −1 è asintoto orizzontalesinistro.
Derivata prima. Si ha f ′(x) =2ex
(ex + 1)2. Notiamo che f ′ è sempre positiva e non
si annulla mai. Ne consegue che la funzione è sempre crescente.
Derivata seconda. Si ha f ′′(x) = −2ex(ex − 1)(ex + 1)3
. La derivata seconda è positiva
Appunti di Analisi 1 di Nicola Pintus e Piermario Schirru. 25
-
Capitolo 1 - Studio di funzione
per x > 0, negativa per x < 0 e si annulla in x = 0. Quindi la funzione f è concavaper x < 0 e convessa per x > 0. In x = 0 vi è un flesso a tangente obliquo.Grafico.
−4 −2 2 4
−1
−0.5
0.5
1
x
y
Esempio 1.53. Determinare il grafico qualitativo della funzione f(x) = |x|√
2x+ 3.Dominio. Dobbiamo imporre che il radicando della radice quadrata sia non nega-tivo: 2x+ 3 ≥ 0 da cui x ≥ −3
2. Quindi l’insieme di esistenza è D = [−3
2,+∞).
Positività. La funzione è positiva perché è prodotto di funzioni positive.Usando la definizione di valore assoluto la funzione si può riscrivere come
f(x) =
{x√
2x+ 3 x ≥ 0−x√
2x+ 3 −32≤ x < 0
Per rendere semplice lo studio è meglio studiare i due rami della funzione separata-mente.Ora studiamo la funzione per x ≥ 0.Intersezione con gli assi. L’origine è l’unica intersezione con gli assi.Limiti agli estremi del dominio.
limx→+∞
x√
2x+ 3 = (+∞)(+∞) = +∞.
Non vi è asintoto obliquo perché
limx→+∞
x√
2x+ 3
x= lim
x→+∞
√2x+ 3 = +∞.
Derivata prima. Si ha f ′(x) =3(x+ 1)√
2x+ 3. La derivata prima non si annulla mai ed
è sempre positiva. Ne consegue che la f è ivi crescente.
Derivata seconda. Si ha f ′′(x) =3(x+ 2)√
2x+ 33. La derivata seconda non si annulla
mai ed è sempre positiva. Ne consegue che la f è ivi convessa.Passiamo ora allo studio della funzione per −3
2≤ x < 0.
Intersezione con gli assi. Vi è un punto di intersezione in(−3
2, 0).
Limiti agli estremi del dominio.
limx→( 32)
+
(−x√
2x+ 3)
= 0+ limx→0−
(−x√
2x+ 3)
= 0+.
26 Appunti di Analisi 1 di Nicola Pintus e Piermario Schirru.
-
1.8 - Grafico qualitativo delle funzioni
Derivata prima. Si ha f ′(x) = −3(x+ 1)√
2x+ 3. La derivata prima è negativa per
x > −1 e positiva per −32≤ x < −1. Si annulla per x = −1 che risulta essere un
punto di massimo.
↗ ↘
−32 −1 0
x
Derivata seconda. Si ha f ′′(x) = −3(x+ 2)√
2x+ 33. La derivata seconda non si annulla
mai ed è sempre negativa. Ne consegue che la f è ivi concava.Altre informazioni. In x = 0 la funzione è continua, ma non derivabile, poiché viè un punto angoloso. Ivi la funzione ha punto di minimo assoluto.Grafico.
−2 −1 1 2
1
2
3
4
x
y
Esempio 1.54. Determinare il grafico qualitativo della funzione f(x) =sinx
cosx+ 2in [0, 2π].Dominio. Imponiamo cos x+2 6= 0, da cui si ricava, per la proprietà di limitatezzadella funzione coseno, x ∈ R.Intersezione con gli assi. Si trovano i punti (0, 0), (π, 0), (2π, 0).Positività. Osservando che sinx ≥ 0 per 0 ≤ x ≤ π e che cos x + 2 è semprepositiva, si ottiene che la funzione è positiva per 0 ≤ x ≤ π.Limiti agli estremi del dominio.
limx→0+
sinx
cosx+ 2= 0 lim
x→(2π)−
sinx
cosx+ 2= 0.
Derivata prima. Si ha f ′(x) =1 + 2 cosx
(cosx+ 2)2. Tale derivata è positiva per 0 ≤ x ≤
2π3
o 4π3≤ x ≤ 2π:
Appunti di Analisi 1 di Nicola Pintus e Piermario Schirru. 27
-
Capitolo 1 - Studio di funzione
↗ ↘ ↗
0 2π3
4π3
2π
x
Derivata seconda. Si ha f”(x) =(2 sinx)(cosx− 1)
(2 + cos x)3, da cui si ottiene che la
funzione è concava in [0, π] e convessa in [π, 2π].Grafico.
−2 2 4 6
−2
2
x
y
1.9 Esercizi
Esercizio 1.1. Dimostrare che prendendo due funzioni f, g : [a, b] ⊂ R → R tali chef, g continue in [a, b], derivabili in (a, b), allora esiste un punto c ∈ (a, b) tale che
(f(b)− f(a)) g′(c) = (g(b)− g(a)) f ′(c).
Esercizio 1.2. Calcolare i seguenti limiti:
1. limx→±∞
x3 − x+ 1x2 + 1
;
2. limx→±∞
ex + e2x
x2 − 1;
3. limx→0+
√x+ 1− 1
x;
4. limx→−∞
1− ex
1 + e2x;
5. limx→0+
sinx+ tan2 x
x2 + x;
6. limx→+∞
√x lnx;
7. limx→1+
√x− 1x− 1
;
8. limx→0+
x ln2 x;
9. limx→0+
xx;
28 Appunti di Analisi 1 di Nicola Pintus e Piermario Schirru.
-
1.9 - Esercizi
10. limx→+∞
xx;
11. limx→0+
(sinx)x.
Esercizio 1.3. Ricavare il polinomio di Taylor delle seguenti funzioni. Si indica con nil grado del polinomio e x0 il centro. Si determini inoltre il resto in forma di Peano.
1. f(x) =√x, n = 2, x0 = 1;
2. f(x) = sinx, n = 4, x0 = 0;
3. f(x) = ln(1 + 3x), n = 3, x0 = 0,
4. f(x) = e−x2, n = 6, x0 = 0.
Esercizio 1.4. Trovare l’ordine di infinitesimo delle seguenti funzioni nel punto indicato:
1. f(x) =x2
x− 1in x = 0;
2. f(x) = sin(ln(1 + x2)) in x = 0;
3. f(x) =√x− 1 in x = 1.
Esercizio 1.5. Studiare le seguenti funzioni e tracciarne il grafico:
1. f(x) = x3 − 2x;
2. f(x) =x3
3− x2;
3. f(x) = xe1−x2;
4. f(x) = x+1
x;
5. f(x) = xex;
6. f(x) = x2ex;
7. f(x) = ln(x2 + x+ 2);
8. f(x) = x ln2 x;
9. f(x) = x2 lnx;
10. f(x) =ex + 1
ex − 1;
11. f(x) = x
√2x− 1x− 1
;
12. f(x) =sinx
2 cosx+ 1;
13. f(x) =sin(2x)
sinx− cosx;
Appunti di Analisi 1 di Nicola Pintus e Piermario Schirru. 29
-
Capitolo 1 - Studio di funzione
14. f(x) = cos(2x)− sinx;
15. f(x) = e
1
x− 1;
16. f(x) = arctan
(x+ 1
x
);
17. f(x) =√xex;
18. f(x) = 3√
1− x2;
19. f(x) = 3√x3 − x2;
Esercizio 1.6. Studiare le seguenti funzioni e tracciarne il grafico:
1. f(x) =|x|
x2 + 1;
2. f(x) =4x
|x− 2|+ |x+ 3|;
3. f(x) =|x|
x2 − 1;
4. f(x) =
∣∣∣∣∣ x+ 2|x| − 1∣∣∣∣∣;
5. f(x) = | cosx| sinx.
Esercizio 1.7. Studiare le seguenti funzioni e tracciarne il grafico:
1. f(x) =|x|
x2 + 1;
2. f(x) =4x
|x− 2|+ |x+ 3|;
3. f(x) =|x|
x2 − 1;
4. f(x) =
∣∣∣∣∣ x+ 2|x| − 1∣∣∣∣∣;
5. f(x) = | cosx| sinx.
Esercizio 1.8. Studiare le seguenti funzioni e tracciarne il grafico:
1. f(x) = sinh x;
2. f(x) = cosh x;
3. f(x) = tanh x;
4. f(x) = cosh x+ 2 sinhx;
30 Appunti di Analisi 1 di Nicola Pintus e Piermario Schirru.
-
1.9 - Esercizi
5. f(x) = cosh(2x)− 3 sinhx;
6. f(x) = sinh
(x+ 1
x
).
Appunti di Analisi 1 di Nicola Pintus e Piermario Schirru. 31