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  • 8/7/2019 Capire il Clima

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    CAPIREilCLIMACOME CAMBIATO IL CLIMA?COSA ACCADR IN FUTURO?

    QUALI SONO LE RISPOSTE POSSIBILI?

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    1_I CAMBIAMENTI SOTTO GLI OCCHI

    I CAMBIAMENTI SOTTO GLI OCCHI

    Settembre 2007. Il famoso Passaggio a Nord Ovest, la rottadallAtlantico al Pacifico celebrata in molti romanzi davventura,si aperta per lo scioglimento dei ghiacci che una volta larendevano impraticabile. questo il nuovo simbolo di unfenomeno inequivocabile: la terra si sta surriscaldando.E i segni sono gi visibili.

    Sale la colonnina di mercurioSecondo lultimo Rapporto di Valutazione dellIPCC, la pi autorevole ecompleta analisi degli studi finora effettuati sui mutamenti climatici, nonci sono dubbi: la colonnina di mercurio salita pi velocemente che inpassato. La maggior parte dellaumento delle temperature in epoca re-cente (quasi un grado) concentrata negli ultimi 35 anni. 11 degli ultimi12 anni (1995-2006) sono risultati tra i pi caldi da quando sono iniziatele prime misurazioni regolari delle temperature terrestri (1850). Laumen-to della temperatura non risparmia alcun ecosistema: la temperatura me-dia degli oceani globali aumentata fino alla profondit di almeno 3000metri; in particolare, la temperatura media dellArtico aumentata quasidel doppio rispetto a quella globale dal 1960.

    Effetti a cascataLaumento delle temperature sta producendo diffusi effetti a cascata inogni continente, per la prima volta documentati. I principali: la diminuzio-ne dei ghiacciai e delle calotte di ghiaccio ha causato un accelerato in-nalzamento del livello del mare (3,1 mm lanno dal 1993 al 2003: 1,8mm lanno dal 1961 al 2003); la riduzione dei ghiacciai montani, e del-la copertura di neve, soprattutto nellemisfero settentrionale; i dati da sa-

    tellite mostrano che i ghiacci marini dellArtico diminuiscono a poco a po-co (- 2,7% ogni 10 anni) con picchi massimi (- 7,4%) durante lestate. Inlinea con il riscaldamento osservato, e con laumento di vapore acqueonellatmosfera, sopra la maggior parte delle terre emerse aumentata lafrequenza delle piogge eccezionali che stanno prendendo di mira so-prattutto Europa del nord, Asia settentrionale e centrale, le parti orientalidellAmerica settentrionale e meridionale. Allopposto, e in altri punti geo-grafici, le pi alte temperature hanno portato siccit pi lunghe e inten-se nelle gi aride zone tropicali e subtropicali, e una diminuzione delleprecipitazioni nella regione africana del Sahel, e nellAfrica meridionale,nel Mediterraneo e in parte dellAsia meridionale. Infine, il rialzo delle tem-perature marine tropicali ha aumentato la maggiore distruttivit dei ci-cloni tropicali nel nord Atlantico dal 1970 ad oggi.

    TESTI: Claudia Giammatteo

    GRAFICA: Franci&Patriarca

    COORDINAMENTO EDITORIALE: Emanuela Pietrobelli(Editoria Multimediale e Advertising WWF Italia)

    SUPERVISIONE: Mariagrazia Midulla(Responabile Programma Clima WWF Italia)

    SUPERVISIONE SCIENTIFICA:Sergio Castellari(Responsabile Focal Point Nazionale IPCC,Centro Euro-Meditterraneo per i CambiamentiClimatici CMCC, Istituto Nazionale di Geofisicae Vulcanologia INGV)Gianfranco Bologna(Direttore Scientifico e del ProgrammaSostenibilit WWF Italia)

    FONTI:PCC, 2007: Summary for Policymakers. In:Climate Change 2007: The Physical ScienceBasis. Contribution of Working Group I to theFourth Assessment Report of thentergovernmental Panel on Climate Change[Solomon, S., D. Qin, M. Manning, Z. Chen, M.Marquis, K.B. Averyt, M.Tignor and H.L. Miller(eds.)]. Cambridge University Press, Cambridge,United Kingdom and New York, NY, USA.

    PCC, 2007: Summary for Policymakers. In:Climate Change 2007: Impacts, Adaptation andVulnerability. Contribution of Working Group II tothe Fourth Assessment Report of thentergovernmental Panel on Climate Change,M.L. Parry, O.F. Canziani, J.P. Palutikof, P.J. vander Linden and C.E. Hanson, Eds., CambridgeUniversity Press, Cambridge, UK, 7-22.

    PCC, 2007: Summary for Policymakers. In:

    Climate Change 2007: Mitigation. Contribution ofWorking Group III to the Fourth AssessmentReport of the Intergovernmental Panel onClimate Change [B. Metz, O.R. Davidson, P.R.Bosch, R. Dave, L.A. Meyer (eds)], CambridgeUniversity Press, Cambridge, United Kingdomand New York, NY, USA.

    Febbraio 2008

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    Migrazioni e stagioni modificateTutti i sistemi naturali (marini, acquatici e terrestri), concorda il rapportoprodotto dallIPCC, sintesi di osservazioni condotte negli ultimi 6 anni,stanno gi risentendo del surriscaldamento della temperatura globale. Conquesta serie di indizi chiave: Primo, si allargano e aumentano numerica-mente i laghi glaciali. Secondo: aumenta linstabilit dei terreni nelle re-gioni coperte da ghiaccio perenne e aumenta la frequenza di valanghe ditipo roccioso nelle regioni di montagna. Terzo: sale la temperatura dellac-qua di laghi e fiumi, si incrementa la produzione di nutrienti danneggian-do la qualit dellacqua (es. per la proliferazione delle alghe). Quarto: anti-cipano fioriture primaverili, migrazioni degli uccelli e deposizione delleuova. Quinto: numerose specie vegetali e animali, inclusi i grandi preda-tori, si stanno lentamente spostando verso il Polo nord e le alte latitudini.Sesto: interi banchi di pesci si stanno spostando a nord degli oceani (acausa dellaumento di plancton e alghe alle alte latitudini ), mentre nei fiu-mi sono cambiate le variet di pesci o si assiste a migrazioni anticipate.

    Rischi per le personeLe ripercussioni delle pi alte temperature, e degli effetti a cascata, toccaanche aspetti umani. A cominciare dalla salute: al riscaldamento della su-perficie terrestre da attribuire la maggiore mortalit dovuta alle ondate dicalore in Europa, la maggiore diffusione di malattie infettive in alcune areee lespandersi di allergie da polline nellemisfero settentrionale. Come pu-re i rischi per lincolumit personale prodotti dalle pi frequenti frane, va-langhe e inondazioni provocate dallo scioglimento dei ghiacci e i danniambientali e le perdite economiche prodot ti dalle inondazioni o dagli alla-gamenti nelle zone costiere. Da mettere in conto al riscaldamento globa-le, poi, anche le perdite economiche sofferte, tra le altre, dallindustria delturismo e del tempo libero (es. stazioni sciistiche).

    I punti ancora interrogativiNonostante le maggiori conoscenze sul clima di questi ultimi anni, e un au-mento del numero di rilevazioni effettuate rispetto al rapporto precedente,non tutto chiaro e univoco. Per esempio, il riscaldamento delle tempera-ture in corso nellArtico non trova uguale riscontro in Antartide, dove le-stensione del ghiaccio marino continua a mostrare la variabilit naturale dianno in anno, e la colonnina di mercurio (cio le temperature atmosferichemedie sopra il continente ) pi stabile. Non sembrano esserci prove suf-ficienti per affermare che sia in corso un cambiamento a lungo termine delnastro trasportatore oceanico globale ed in particolare della sua parteAtlantica, che potrebbe portare ad un conseguente raffreddamento del con-tinente europeo. Non ci sono prove sufficienti per determinare lesistenza divariazioni significative e a lungo termine di fenomeni atmosferici su scala mi-nore come i tornado, le grandinate, i fulmini e le tempeste di sabbia. I

    2_IL CLIMA PER TUTTI 3_I CAMBIAMENTI SOTTO GLI OCCHI

    +0,76C laumento della temperaturaglobale media nellultimo secolo

    lincremento della temperatura+3 C media dellArtico negli ultimi

    100 anni

    +1,8 mm laumento medio del livello medioallanno globale del mare dal 1961 al 2003

    +3.1 mm laumento medio del livello medioallanno globale del mare dal 1993 a oggi

    la profondit fino alla quale +3000 m percepibile il rialzo delle

    temperature degli oceani

    per decennio il modesto contrib uto+0,006C alla temperatura media globale delle

    isole di calore nei centri urbani

    Da + 1 ogni 10 anni la diminuzionea + 1,5% media globale dei ghiacci sulla Terra

    per decennio la diminuzione7,4% dellestensione media dei ghiacci

    marini artici in estate

    per decennio il prevedibile+0,2C incremento delle temperature

    medie globali nei prossimi 20 anni

    laumento ulteriore di temperatura

    +0,6C prevedibile nel 21secolo anche sele concentrazioni di gas serra sistabilizzassero ai livelli del 2000

    Da +1,1 il potenziale aumento della

    a 6,4C temperatura prevedibile entroil 21secolo

    fonte: Quarto Rapporto di Valutazione IPCC 2007, Gruppo di Lavoro I

    COS LIPCC E PERCH LA VOCE PI AUTOREVOLE SUL CLIMA

    LIPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) lorgano nato nel 1988 per volere dellOrganizzazione Me-

    teorologica Mondiale (WMO) e del Programma Ambientale dellONU (UNEP) per fornire ai politici e alla comunitscientifica mondiale una valutazione della letteratura scientifica disponibile sui rischi di cambiamenti climatici cau-sati dalle attivit umane. Presieduto dallindiano Rajendra Pachauri, e vincitore del premio Nobel per la Pace 2007insieme allex vice presidente americano Al Gore per l impegno profuso nello studio e nella diffusione della scienzadel clima, composto da circa 3 mila scienziati tra climatologi, meteorologi, oceanografi, glaciologi ed economisti. un organo che non svolge ricerca, ma pubblica vari rapporti speciali, articoli tecnici ed ogni sei anni i Rapporti diValutazione, che raccolgono la summa delle pubblicazioni scientifiche sui mutamenti climatici. Ad esempio il Quar-to Rapporto di valutazione del 2007 ha implicato sei anni di lavoro, coinvolgendo 800 autori (che hanno contribuitoai contenuti dei vari capitoli), 450 autori responsabili dei capitoli (che hanno coordinato il lavoro di finalizzazione deivari capitoli), e 2500 revisori (che hanno commentato e revisionato i vari capitoli). La sua autorevolezza nasce dalfatto di includere la maggior parte della comunit scientifica mondiale attiva nella ricerca sui vari aspetti dei cambia-menti climatici. LIPCC non guidato , n dominato dai vari governi: se fosse cos, ad esempio, lattuale ammi-nistrazione statunitense, in passato att ivamente critica sulla causa umana dei cambiamenti climatici, non avrebbepermesso la partecipazione di un gran numero di scienziati climatici statunitensi alla stesura dei rapporti IPCC.

    LA FEBBRE IN CIFRE

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    4_IL CLIMA PER TUTTI

    Come si misurala temperatura

    al pianeta?

    Come fanno gliscienziati a predire ilclima che ci sar tra

    50 anni se nonriescono a dire conesattezza il tempo

    che far la settimanaprossima?

    Le misurazioni avvengono in tre modi diversi. 1: os-servatori meteorologici sulla terraferma e a bordo dinavi rilevano la temperatura terrestre almeno due vol-te al giorno. 2: palloni aerostatici forniscono i dati re-lativi alla temperatura dellaria e la pressione a diver-se quote. 3: i satelliti in orbita registrano la tempera-tura dellatmosfera e della superficie. Le tre misura-zioni, unite, danno una foto complessiva della tem-peratura terrestre.

    Non bisogna confondere il tempo meteorologico e ilclima. Sono due concetti molto diversi: il tempo me-teorologico lo stato atmosferico in un determinatotempo ed in un determinato luogo o regione. Il clima,che costituisce un sistema pi comp lesso (include lat-mosfera, gli oceani, le terre emerse, la biosfera) ladescrizione statistica delle condizioni medie atmosfe-riche in ambienti pi vasti e per un periodo di tempopi lungo, generalmente 30 anni: ecco perch un in-verno eccezionalmente caldo, c he un evento meteo-rologico eccezionale, non pu da solo essere ritenutouna prova del surriscaldamento del pianeta. Nelle pre-visioni, ci sono grosse differenze: i meteorologi hannoil compito di osservare, capire e prevedere levoluzio-ne giornaliera di fenomeni meteorologici (es. la circola-zione delle masse daria) che per la dinamicit d ellat-mosfera sono imprevedibili oltre alcuni giorni. I clima-tologi hanno invece quello d i verificare quanto le seriecontinue di rilevazioni si discostano da valori medi.

    Domande&risposte

    Osservazioni:Sistemi fisici (criosfera, idrologia, processi costieri)Sistemi biologici (marino, acquatico, terrestre)

    -1.0 -0 .2 0 .2 1 .0 2 .0 3 .5

    Cambiamento della temperatura C1970-2004

    * Le regioni polari includono anche i cambiamenti osservati in sistemi biologici di mare e acqua dolce.

    ** Il mare e le acque includono i cambiamenti osservati nei punti sabbiosi in oceano, piccole isole e continenti.

    *** I cerchi in Europa rappresentano da 1 a 7500 serie di dati.

    1-30

    Europe ***

    NAM

    355 455 53 5 119 5 106 120 764 85

    28.67128.586

    1 765248 6 02

    28,115

    92% 98% 94% 96% 91% 94% 94%99%90% 90%89%100% 100% 100% 100% 100% 100% 100%--94%

    LA EUR AFR AS ANZ PR* TER MFW** GLO

    Numero dicambiamenti

    significativiosservati

    Numero dicambiamenti

    significativiosservati

    Percentuale di

    cambiamenti

    significativi

    consistenti con

    il riscaldamento

    Percentuale di

    cambiamenti

    significativi

    consistenti con

    il riscaldamento

    Sistemibiologici

    Sistemifisici

    31-100

    101-800

    801-1200

    1201-7500

    Cambiamenti nei sistemi fisici e biologici e delle temperature superficialiper il periodo 1970-2004

    Le posizioni dei cambiamenti significativi delle osservazioni dei sistemi fisici (neve, ghiaccio e terrenoghiacciato; idrologia; processi costieri) e dei sistemi biologici (terrestre, marino, e sistemi biologici di acquadolce) sono mostrate insieme con i cambiamenti della temperatura dellaria alla superficie per il periodo1970-2004. Da circa 80000 serie di dati provenienti da 577 studi stato selezionato un sottoinsieme di cir-ca 29000 serie di dati. Questo sottoinsieme presenta le seguenti caratteristiche: le serie di dati (1) finisco-no nel 1990 o dopo; (2) coprono un periodo di almeno 20 anni; e (3) mostrano un cambiamento significa-tivo in entrambe le direzioni, come valutato negli studi individuali. Queste serie di dati provengono da cir-ca 75 studi (dei quali 70 sono nuovi rispetto al TAR) e contengono circa 29000 serie di dati, dei quali 28000provengono da studi europei. Le aree bianche non contengono dati climatici osservativi sufficienti a stima-re un trend di temperatura. Le matrici 2x2 mostrano il numero totale di serie di dati con cambiamenti si-gnificativi (riga in alto) e la percentuale di quelli consistenti con il riscaldamento (riga in basso) per (i) le re-gioni continentali [Nord America (NAM), America Latina (LA), Europa (EUR), Africa (AFR), Asia (AS), Austra-lia e Nuova Zelanda (ANZ), Regioni Polari (PR)] e (ii) la scala globale [Terrestre (TER), Marina e di Acqua Dol-ce (MFW), e Globale (GLO)]. I numeri degli studi nelle matrici delle sette regioni (NAM, , PR) non si som-mano ai totali del globale (GLO), perch i numeri delle regioni, eccetto per quella Polare, non includono inumeri relativi ai sistemi marini e di acque dolce (MFR). Le posizioni dei cambiamenti di grandi aree mari-ne non sono mostrati sulla mappa. [Quarto Rapporto di Valutazione del II Gruppo di Lavoro F1.8, F1.9;Quarto Rapporto di Valutazione del I Gruppo di Lavoro F3.9b].

    Fonte: Quarto Rapporto di Valutazione, IPCC, 2007 Gruppo di lavoro II SPM1

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    7_I CAMBIAMENTI SOTTO GLI OCCHI

    0.5 14.5

    13.5

    40

    36

    32

    14.0

    - 0.5

    0.0

    50

    - 50

    - 100

    - 150

    0

    0

    1850 1900

    (anno)

    1950 2000

    4

    -4

    (b) Livello medio globale del mare

    (a) Temperatura media globale alla superficie

    (c) Copertura di neve nellemisfero settentrionale

    Differenzatrail1961-1990(mm)

    Temperatura(C)

    (milioniKm2)

    Variazioni della temperatura media globale superficiale, del livello medio globaledel mare e de lla copertura nevosa media globale dellEmisfero Nord

    Cambiamenti osservati di a) temperatura media globale alla superficie, (b) livello del maremedio globale da mareografi (blu) e da dati da satellite (rosso) e (c) copertura nevosa del-lemisfero Nord fra Marzo e Aprile. Tutti i cambiamenti sono relativi alle corrispondenti me-die per il periodo 1961-1990. Le curve smussate rappresentano i valori medi decennalimentre i cerchi mostrano i valori annuali. Le aree ombreggiate sono gli intervalli di incer-tezza stimati attraverso unanalisi dettagliata delle incertezze conosciute (a e b) e in basealle serie temporali (c).

    Fonte: Quarto Rapporto di Valutazione, IPCC 2007, Gruppo di lavoro I SPM3

    Cambiamenti della temperatura media annuale relativamente agli anni 1980-1999 (C)

    Impatti chiave come funzione di un cambiamento dovuto allaumento globale medio dellatemperatura (Gli impatti varieranno in entit a seconda delladeguamento del tasso di va-riazione della temperatura e dei percorsi socioeconomici)

    1) Significativo qui definito come pi del 40%2) Basato su un tasso medio dellelevazione del livello del mare di 4,2 mm/anno dal 2000 al 2080

    Esempi illustrativi delle proiezioni di impatti globali per i cambiamenti climatici (e livello del ma-

    re e biossido di carbonio atmosferico dove rilevante) associati a differenti livelli di aumento del-la temperatura superficiale globale nel XXI secolo [T20.8]. Le linee nere collegano gli impatti, lefrecce tratteggiate indicano gli impatti che continuano con laumento della temperatura. Le af-fermazioni sono posizionate in modo tale che la posizione del testo a sinistra indichi approssi-mativamente linizio di un dato impatto. Le affermazioni quantitative per la scarsit di acqua e leinondazioni rappresentano degli impatti addizionali dei cambiamenti climatici relativi alle condi-zioni previste attraverso il range di scenari SRES A1FI, A2, B1 e B2. Ladattamento ai cambia-menti climatici non incluso in queste stime. Tutte le affermazioni provengono da studi inseritinei capitoli del Rapporto di Valutazione. Le fonti sono date nella colonna destra della tabella. Ilivelli di confidenza sono alti per tutte le affermazioni.

    Fonte: Quarto Rapporto di Valutazione, IPCC 2007, Gruppo di lavoro II

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    LE CAUSE DEL SURRISCALDAMENTO

    Prove inequivocabiliCosa o chi ha provocato questo surriscaldamento globale in un periodocos breve? Secondo il nuovo rapporto dellIPCC, la maggior parte degliaumenti delle temperature medie globali degli ultimi 50 anni molto pro-babilmente dovuta allaumento della concentrazione atmosferica di gas adeffetto serra causato dalle attivit umane. Questo un risultato nuovo ri-spetto al rapporto precedente, per il quale, genericamente, la maggior par-te del riscaldamento osservato era probabilmente dovuto allaumento del-la concentrazione di gas ad effetto serra. Il molto probabilmente significache la probabilit dellevento viene stimata dagli scienziati al 90-95%.

    Senza precedentiI numeri parlano chiaro: probabilmente perch nel frattempo siamo di-ventati pi numerosi (+ 69% la crescita della popolazione) e pi ricchi (+77% laumento del reddito) negli ultimi 30 anni, cio un arco molto bre-ve, le emissioni globali di gas serra sono cresciute del 70% (da 28,7 a 49miliardi di tonnellate di anidride carbonica equivalente). Di chi la colpa?Non ci sono pi dubbi su quali siano i settori che hanno maggiormentecontribuito alla crescita delle emissioni globali di gas serra negli ultimi 35anni: primo in classifica il settore dellenergia (+ 145%), seguito dai tra-sporti (+120%), edilizia (+75%), lindustria (+65%), e allultimo posto, ilcambiamento nelluso del suolo e le foreste (+40%), ad esempio nel 2004il settore energia ha contribuito per il 26%, lindustria per il 19,4%, il cam-

    9_LE CAUSE DEL SURRISCALDAMENTO

    bio di uso del territorio e le foreste per il 17,4%, lagricoltura per il 13,5%,il trasporto per il 13,1%, il settore residenziale e commerciale per l8% edinfine i rifiuti per il 2,6%.E non tutto. La concentrazione globale di anidride carbonica, il pi im-portante gas serra prodotto dallattivit umana ha sfiorato livelli senzaprecedenti, salendo da 280 ppm (parti per milione) nel 1750 a pi di 380ppm di oggi; addirittura nel 2005, la concentrazione atmosferica di ani-dride carbonica ha superato i valori massimi degli ultimi 650.000 anni; iltasso di crescita annuale della concentrazione di anidride carbonica ne-gli ultimi dieci anni (circa 2 ppm per anno) stato il pi alto da quandosono iniziate le misure continue nellatmosfera (1960).Anche la concentrazione globale del metano cresciuta da un valore dicirca 715 a 1774 parti per miliardo (ppb) nel 2005, superando abbondan-temente la variabilit naturale degli ultim i 650.000 anni.

    Impronta umanaL impronta prodotta dalle attivit umane attraverso le emissioni di gasserra e di aerosol, ha prodotto un riscaldamento globale maggiore di quel-lo prodotto dallattivit solare, con un tasso di crescita finora mai raggiun-to in 10.000 anni. Il forzante radiativo prodotto dellanidride carbonica aumentato del 20% negli ultimi 10 anni (1995-2005) pi che in ogni altrodecennio degli ultimi 200 anni. Le evidenze dellinterferenza umana siestendono anche ad altri aspetti, dal riscaldamento degli oceani allau-mento medio delle temperature medie sui continenti, alle temperaturemassime e alle strutture dei venti. Non ci sono prove sufficienti della col-pa umana per fenomeni su piccola scala, geografica (es. singole citt): l pi difficile distinguere tra anomalie attribuibili a cause naturali e umane. I

    il tasso di crescita d elle emissioni+70% umane di gas serra negli ultimi

    35 anni (1970 al 2004)

    (parti per milione) il tasso annuo+1,9 di crescita della concentrazione di

    anidride carbonica

    parti per milione laumentoDa 280 della concentrazione atmosfericaa 380 di anidride carbonica dallet

    pre-industriale ad oggi

    parti per miliardo stato, nelloDa 715 stesso periodo, laumento dellaa 1774 concentrazione di metano dal

    1750 ad oggi

    miliardi di tonnellate di anidrideDa +9,7 carbonica equivalente sono ila 36,7 possibile aumento delle emissioni

    di gas serra fino al 2030

    tonnellate di carbonio equivalenteDa +2,8 sono le emissioni di anidridea 5,1 carbonica prodotte a testa (2000

    al 2030)

    miliardi di tonnellate di anidridecarbonica equivalente la

    Da 28,7 maggior quantit di emissionia 49 globali di gas serra dovute

    allintervento umano prodottenegli ultimi 35 anni (1970-2004)

    IL PIANETA GAS SERRA IN CIFRE

    Fonte: Quarto Rapporto di Valutazione IPCC 2007, Gruppo di lavoro I

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    10_IL CLIMA PER TUTTI 11_LE CAUSE DEL SURRISCALDAMENTO

    Cosa ha provocato igrandi cambiamenti

    climatici nei secolipassati? Quando non

    cerano n auto, nfabbriche?

    Quante probabilitesistono che ilriscaldamento

    globale attuale abbiacause solo naturali?

    Molto prima che le attivit delluomo facessero la par-te del leone, il p ianeta ha gi attraversato numerose ri-voluzioni climatiche. Per esempio, nellultimo milionedi anni si sono alternate diverse et glaciali intervalla-te da periodi pi caldi, che hanno permesso alla spe-cie umana di attraversare a piedi lo stretto di Bering (ilponte naturale tra Asia e America) e colonizzare laGroenlandia. Molto probabilmente le et glaciali sonostate causate da variazioni dei parametri dellorbitadella Terra attorno al Sole che hanno ridotto la quan-tit di radiazione solare ricevuta dal suolo terrestre(sono fenomeni calcolabili con precisione astronomi-ca: la prossima attesa tra 30.000 anni), poi amplifi-cati da altri fattori ancora largamente incerti. I periodipi caldi, soprattutto nellultimo millennio, sono statiprovocati invece presumibilmente dalle variazioni del-lattivit del sole (es. macchie solari), mentre i periodipi freddi da una ridotta attivit solare e da una pi in-tensa attivit vulcanica.

    Lipotesi che il riscaldamento globale attuale abbia so-lo cause naturali ha probabilit bassissime. Per duemotivi principali: 1) la diffusione geografica del riscal-damento osservato per latmosfera e gli oceani, dif-ficilmente spiegabile senza il ricorso a variabili ester-ne; 2) se il riscaldamento fosse esclusivamente impu-tabile allattivit solare non si sarebbe verificato unrialzo di temperatura nella troposfera e un raffredda-mento nella stratosfera, come successo. La rappre-sentazione dei cambiamenti climatici, ottenuta attra-

    verso pi sofisticati modelli climatici, ha permesso diconfrontare limpronta umana (gas ad effetto serra eaerosol) con quella naturale (attivit solari e vulcani). Eil risultato stato che la combinazione delle due simu-la meglio la realt delle sole cause naturali.

    Domande&risposteN2O 7,9%(protossido di azoto)

    Rifiuti e trattamentodelle acque reflue 2,8%

    Foreste 17,4%

    Agricoltura 13,5%

    Industria 19,4%

    Trasporti 13,1%

    Fornituradi energia 25,9%

    Edilizia residenzialee commerciale 7,9%

    CH414,3%

    (metano)

    CO2(altro) 2,8%

    CO2(da combustibilifossili) 56,6%

    CO2(da deforestazione,

    decomposizionedella biomassa)

    17,3%

    60

    50

    40

    30

    20

    10

    1970 1980 1990 2000 20040G

    TCO2-eq=miliardiditonnellatedianidridecarbonicaequivalente (b)(a)

    (c)

    F-gases 1,1%

    anidride carbonica (CO2) prodotta da combustibili fossilianidride carbonica (CO2) prodotta da cambiamenti delluso del suolo

    protossido di azoto (N2) prodotto da agricoltura e altri usi

    metano (CH2) prodotto dallagricoltura, rifiuti ed energia

    Le emissioni globali di gas serra prodotte dalle attivit delluomotra il 1970 e il 2004 e distribuzione relativa tra settori economici.

    Le emissioni totali di gas serra prodotte dalle attivit umane

    fonte: Quarto Rapporto di valutazione IPCC 2007, Synthesis Report

    fonte: Quarto Rapporto di Valutazione IPCC 2007, Gruppo di Lavoro I

    SOLE

    Leffetto serra

    Una parte delle radiazioni infrarosseattraversa latmosfera e viene

    riassorbita e reinmessa in tuttele direzioni dalle molecole

    di gas serra e dalle nuvole ancheverso la superficie della Terra.

    Il risultato il surriscaldamentodella superficie terrestre.

    La radiazione solare il motore del sistemaclimatico

    Una parte della radiazionesolare riflessa dalla terrae dallatmosfera

    La radiazioneinfrarossa emessadalla superficiedella terra

    Circa met della radiazionesolare assorbita dallasuperficie della Terra e la scalda

    TERRA

    ATMOSFERA

    Come funziona leffetto serra

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    PROIEZIONI CLIMATICHE FUTURE

    Cosa accadr in futuro? Cosa ci aspetta? Per riuscire aprevedere il clima a 30, 50 e 100 anni gli esperti fanno delleproiezioni climatiche che si basano su scenari globali diemissione. Questi scenari rappresentano differenti futuripossibili basati su differenti ipotesi di crescita socio-econimicae di crescita demografica, che portano ad utilizzi diversi di fontienergetiche e a differenti emissioni di gas serra. E sono arrivatiad una conclusione: non esiste un solo futuro possibile,catastrofico. Nello scenario pi pessimistico (la famiglia A1FI)

    caratterizzato dal prevalente uso di combustibili fossili e da unapopolazione in rapida crescita, la temperatura media globalepotrebbe crescere molto (fino a +4,0 C nel 2100), producendoun rialzo del livello del mare (di circa 60 cm.), ma nello scenariopi ottimistico (la famiglia B1) basato su una crescitaeconomica rapida, ma con un virtuoso ricorso a fontirinnovabili, laumento di temperatura risulta leggermentesuperiore (+1,8C nel 2100) rispetto a oggi.Nei prossimi 20 anni, gli scenari mostrano un ulteriore aumentodi temperature (0,2C per decennio), e anche se leconcentrazioni atmosferiche di tutti i gas serra e aerosol simantenessero costanti (rispetto ai livelli del 2000), la colonninadi mercurio salirebbe ugualmente (0,1C per decennio).Risultato: nel 2030 tutte le regioni potrebbero essere colpitenegativamente dagli impatti del surriscaldamento globale.Ecco gli scenari pi probabili, divisi per continente:

    Europa: le zone di montagna subiranno un ulteriore ritiro d ei ghiacciai,una riduzione della copertura nevosa e del turismo invernale e perditeestese delle specie (in alcune aree fino al 60%). Il potenziale idroelettricoscender ovunque entro il 2070 (media: da -15 a -30%) con punte mas-sime (- 20 - 50%) nel Mediterraneo.

    Africa: tra i 75 e i 250 milioni di persone pot ranno essere esposte a unmaggiore stress idrico causato dai mutamenti climatici (lulteriore aumen-to della temperatura di meno di 1C) entro il 2020. I terreni coltivabili peragricoltura diminuiranno, aggravando malnutrizione e difficolt di approv-vigionamento alimentare: i raccolti agricoli pi dipendenti dalle pioggepotrebbero ridursi fino al 50% entro il 2020.

    Asia: nei prossimi due o tre decenni si pot ranno avere scioglimento deighiacciai dellHimalaya che aumenteranno le inondazioni e le valanghe ditipo roccioso da pendii instabili, influenzando le riserve idriche. Ci sarseguito da una diminuzione della portata dei fiumi a causa del ritiro deighiacciai. La disponibilit di acqua in Asia centrale, meridionale, orientalee sudorientale, particolarmente nei grandi bacini dei fiumi, diminuir insie-me alla crescita della popolazione e laumento della domanda di acquaprodotto da standard di vita pi occidentali: un fattore che potrebbe ri-percuotersi negativamente su pi di un miliardo di persone entro il 2050.

    Australia e Nuova Zelanda: come risultato delle minori piogge e del-la maggiore evaporazione, lo stress idrico, gi avvertito oggi, si intensificherentro il 2030. Si potrebbe avere una perdita di biodiversit entro il 2020 in al-cune aree, come la Grande Barriera Corallina e le zone umide del Kakadu.

    America del Nord: calamit, malattie e incendi potrebbero avereun impatto sempre maggiore sulle foreste, con un allungamento del pe-riodo a rischio di ampi incendi e aumento delle aree bruciate. Le gran-di citt che gi oggi sperimentano ondate di calore saranno investite dafenomeni di ancora maggiore intensit e durata, con impatti negativi sul-la salute umana.

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    America Latina: dalla met del secolo sono previsti aumenti delletemperature che porteranno ad una graduale sostituzione della forestatropicale con la savana nella parte orientale dellAmazzonia. La produtti-vit di alcuni importanti raccolti agricoli e degli allevamenti di bestiamediminuir, con ripercussioni negative nella disponibilit di cibo.

    Poli: Entro la fine del secolo, a causa di un aumento di pi di 4C del-le temperature, fino a met della tundra artica (dal 10 al 50% ) sar sosti-tuita dalla foresta, e fino ad un quarto ( 15-25%) della calotta polare po-trebbe essere sostituita, a sua volta, da tundra.

    Piccole isole:sia ai tropici che alle alte latitudini, saranno sicuramente lepi vulnerabili agli effetti dei mutamenti c limatici: linnalzamento del livello delmare, per esempio, porter ad un inasprimento di inondazioni, erosioni, mi-nacciando infrastrutture vitali, insediamenti costieri e mettendo in pericolo vi-

    te umane. In molte isole minori (es. Caraibi,Pacifico), se la temperatura salir ulteriormen-te (+ 1-3 C entro il 2050) la disponibilit d i ac-qua dolce non riuscir pi a soddisfare la do-manda nei periodi di scarsit di piogge.

    15_PROIEZIONI CLIMATICHE FUTURE

    0 0.5 1 2 3 4 5 7 7.56 6.54.5 5.51.5 3.52.5 (C)

    (A1B, 2090-2099 relativo al 1980-1999)

    Entro il 2100 la temperatura potrebbe crescere oltre i 4 C.Queste sono le proiezioni dellaumento delle temperature medieglobali secondo gli scenari.

    %

    -20 -10 10 20-5 5

    multi-model A1B DJF multi-model A1B JJA

    Variazioni relative delle precipitazioni (in percentuale) per il periodo 2090-2099, rispetto al periodo 1980-1999.

    I valori sono le medie di pi modelli basati sullo scenario SRES A1B da Dicembre a Febbraio (sinistra) e da Giugno ad Agosto (destra).

    Le aree bianche indicano dove meno del 66% dei modelli concordano nel segno della variazione, e le aree punteggiate indicano

    dove pi del 90% dei modelli concordano sul segno della variazione.

    Pi del 99% la probabilit di temperature pi elevate diurne e notturne su quasi tutti i continenti

    la probabilit di o ndate di calore (effetti: aumento della domanda acqua,Pi del 90% incendi, siccit, mortalit) dallaltra aumenti delle precipitazioni (effetti:

    contaminazione idrica, allagamenti)

    la probabilit di un avanzata delle aree desertiche e dellaumento dellattivit diPi del 66% cicloni tropicali (effetti: danni ai raccolti, interruzioni corrente elettrica, sradicamento

    alberi e danni alle barriere coralline, recesso da parte delle compagnie di assicurazioni)

    Pi del 66% la probabilit di fenomeni estremi di innalzamento dellacqua del mare non provocatida terremoti (tsunami)

    QUI PIANETA, 20502100

    vero che iparadisi tropicali,

    come Maldive eCaraibi, in futuro

    saranno sempre picolpiti da tifoni e

    uragani?

    Che affidabilitdanno i modelliclimatici utilizzati per

    predire i futurimutamenti del clima?

    probabile. Sulla base di nuovi e pi approfonditi stu-di, i cicloni tropicali (tifoni e uragani) si intensificheran-no in futuro con punte della velocit del vento in au-mento e precipitazioni sempre pi intense, associatead un continuo incremento delle temperature marinedei Tropici. Non c i sono certezze, invece, in un loro au-mento quantitativo sul lungo periodo.

    Alta. I modelli usati dagli scienziati non sono che rap-presentazioni matematiche del sistema climatico ingrado di girare su potenti computer. Sono ritenuti ingrado di offrire simulazioni credibili, particolarmentesu ampia scala, per due motivi: 1) sono basati su prin-cipi fisici fondamentali 2) sono in grado di simularetratti del clima passato e di quello attuale, gi noti everificati, come le dimensioni esatte della glaciazionedi 21.000 anni fa, o il raffreddamento globale di brevedurata seguito alleruzione del vulcano Pinatubo (Filip-pine) nel 1991. Questo aumenta, naturalmente, la p ro-babilit che siano esatte le previsioni di eventi climati-ci ancora futuri.

    Domande&risposteIl surriscaldamento

    I cambiamenti previsti nelle piogge

    fonte: Quarto Rapporto di Valutazione IPCC 2007, Gruppo di Lavoro I

    Fonte: Quarto Rapporto di Valutazione, IPCC 2007, Gruppo di lavoro I SPM 7

    Fonte: Quarto Rapporto di Valutazione, IPCC 2007, Gruppo di lavoro I

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    17_I MOTIVI DI PREOCCUPAZIONE

    I MOTIVI DI PREOCCUPAZIONE

    Nuove prove scientifiche sono alla base di motivi di maggiore preoccupa-zione, primo fra tutti, il rischio posto su alcuni habitat naturali particolar-mente minacciati secondo le proiezioni climatiche: la crescita delle tem-perature (da 1,5 a 2,5C) rispetto ai livelli del 2000 potrebbe aumentare ilrischio di estinzione fino ad un terzo (20-30%) delle specie conosciute.Sempre secondo le proiezioni climatiche aumenti della temperatura su-perficiale marina di circa 1-3C potranno causare un aumento degli even-ti di sbiancamento dei coralli.

    Se la seconda causa di preoccupazione riguarda i rischi di eventi meteo-rologici estremi, come siccit, ondate di calore, cicloni tropicali, inonda-zioni, in grado di mettere in ginocchio popolazioni gi vulnerabili per cause

    non climatiche (guerre, fame, epidemia di virus HIV), il terzo motivo dipreoccupazione consiste in eventi climatici su grande scala potenzial-mente in grado di provocare impatti ancora pi ampi: un vasto scioglimen-to dei ghiacci della Groenlandia e dellAntartide Occidentale, potrebbe av-venire in un periodo di tempo lungo (secoli-millenni) per un aumento dellatemperatura media globale di 1-4C (rispetto al 2000) e potrebbe causareun innalzamento del livello del mare di 4-6 m o pi. Lulteriore innalzamen-to dei livelli del mare potrebbe inondare le aree pi basse, con effetti deva-stanti nei delta dei fiumi, sovrappopolati.

    Punto critico , poi la presenza di alcuni fattori in grado di amplificaregli effetti del riscaldamento globale, in termini scientifici feedback. Lul-teriore aumento delle temperature produrrebbe maggiore evaporazione,pi vapore acqueo nellatmosfera, quindi pi effetto serra, pi riscalda-mento globale e cos via: un circolo vizioso, concordano i climatologi, ab-bastanza potente da raddoppiare, potenzialmente laumento delleffettoserra e tropicalizzare il clima terrestre. E c anche quello del carbonio:il riscaldamento globale riduce lassorbimento di anidride carbonica

    COS IL CLIMA POTREBBE CAMBIARCI LA VITA ENTRO LA FINE DEL 21SECOLOEsempi di possibili impatti dei cambiamenti climatici in assenza di politiche sul clima

    FENOMENOE LIVELLO DI PROBABILIT

    Giorni e notte pi calde

    Virtualmente cert o

    Pi frequenti ondate di calore

    Molto probabile

    Aumenti nella frequenzadi piogge pi intense

    Molto probabile

    Aumento delle aree colpiteda siccit

    Probabile

    Aumento dellintensitdei cicloni tropicali

    Probabile

    Fenomeni estremi di aumentodel livello del mare(non dovuti a tsunami)

    Probabile

    EFFETTI POSITIVI

    Minore domanda energeticaper riscaldamentoMeno morti per il freddoPi raccolti nei climi freddiMeno ghiaccio e neve per lestrade

    Nessuno

    Minore scarsit di acqua

    Nessuno

    Nessuno

    Nessuno

    EFFETTI NEGATIVI

    Maggiore domanda di ariacondizionata; peggiore qualitdellaria in citt;invasione di insetti; crisilocalit sciistiche e sportinvernali

    Aumento del rischio di

    mortalit per il caldo(specialmente anziani, malaticronici, bambini); aumentodella domanda di acqua epeggioramento della suaqualit; minori raccolti;maggiore pericolo di incendi

    Aumento dei rischi di morte,infezioni, e malattierespiratorie; pi frequentiinondazioni; danni allecoltivazioni; erosione delsuolo; contaminazione delleacque sotterranee;

    Scarsit di cibo; scarsit diacqua per citt, industrie; calopotenziale di energiaidroelettrica; migrazione dellepopolazioni

    Aumento dei rischi di morte,ferite, e malattie; migrazioni

    delle popolazioni colpite;interruzioni della correnteelettrica e nelle forniture diacqua; danni ai raccolti,sradicamento di alberi; dannialle barriere coralline

    Aumento del rischio di morte eferite da annegamento; minoredisponibilit di acqua perinfiltrazione di acque salate;trasferimento di popolazioni einfrastrutture (es. alberghi,scuole, etc.)

    Fonte: Quarto Rapporto di Valutazione, IPCC 2007, Gruppo di lavoro II

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    atmosferica della terra e del mare, e aumenta le concentrazioni atmosfe-riche di gas serra prodotti dalle emissioni dovute allintervento umano(feedback del carbonio). A cui va sommata, l inerzia del clima, ciola lentezza dei processi di cambiamento climatici. Risultato: anche se leconcentrazioni di gas ad effetto serra si stabilizzassero, il riscaldamentoprodotto dalle attivit umane e linnalzamento del livello del mare conti-nuerebbero per centinaia di anni: ad esempio, si sa gi che la riduzionedelle calotte di ghiaccio della Groenlandia continuer e contribuir allacrescita del livello del mare anche dopo il 2100. A maggior ragione, con-tinuare ad immettere gas ad effetto serra al tasso attuale o superiore, dal2100 provocherebbe cambiamenti nel sistema climatico ancora p i seve-ri di quelli osservati oggi. I

    LE RISPOSTE POSSIBILI

    Gli scienziati per non si limitano a fare proiezioni climatichefuture. possibile tornare indietro? possibile mettere le lancettedellorologio climatico indietro di 35 anni? La risposta no: neiprossimi anni non si pu bloccare la riduzione delle emissioni, ninvertire la risalita del termometro, ma la si pu rallentare. E cospropongono una serie di strategie possibili per evitare, ridurre oritardare gli impatti prevedibili, e quelli gi sotto i nostri occhi.

    A monte e a valleIl modo di mettere un freno allulteriore aumento delle temperature (iltarget EU di limitare il possibile aumento della temperatura mediaglobale a 2C rispetto al livello pre-industriale 1750) c: tagliare leemissioni globali annue di gas serra. Non un obiettivo irrealistico: ilrapporto dellIPCC mostra che le opzioni tecnologiche per riuscirci sonogi disponibili e altre lo saranno nei prossimi 30 anni, purch siano attua-ti incentivi (fiscali ed economici) adeguati. La prima azione riguarda le mi-sure di mitigazione, cio riduzione a monte delle emissioni di gas serraumane. Non esiste una ricetta valida per tutti i paesi: la scelta miglio-re dipende da fattori economici, demografici, politici, geografici.

    Dallenergia solare alle cucine intelligentiNel settore dellenergia, che gioca un ruolo determinante nel successodella strategia anti-cambiamento climatico, le soluzioni spaziano dal mi-glioramento dellefficienza energetica, allutilizzo di fonti rinnovabili (es.energia idroelettrica, solare, eolica, geotermica), a quelle prossime, comeil sequestro, cio la cattura e limmagazzinamento dellanidride carbo-nica in formazioni geologiche del sottosuolo, come pure la produzione di

    energia dalle onde e dalle maree. In quello dei trasporti, le speranze fu-ture sono riposte nei b iocarburanti di seconda generazione, in aerei ad al-ta efficienza, in veicoli elettrici e ibridi pi avanzati. Nel settore delle co-struzioni, oltre allefficienza energetica, e ai sistemi di raffreddamentosolare attivo e passivo, si passer in futuro alla progettazione integrata diedifici commerciali con contatori intelligenti. Mentre nel settore dei rifiu-ti, invece, le speranza sono riposte nel riciclo, e nel compostaggio.

    Pi improbabile, invece, il successo legato a soluzioni futuristiche digeo-ingegneria: come la fertilizzazione degli oceani, che spazzerebbevia lanidride carbonica dallatmosfera, ma di cui si conoscono ancorapoco effetti collaterali e costi. Nel frattempo, la seconda risposta possi-bile nelle misure di adattamento, che consentirebbero di ridurre la vul-

    18_IL CLIMA PER TUTTI 19_LE RISPOSTE POSSIBILI

    laumento della temperatura superficiale del mare

    +1-3C(rispetto ai valori 1980-1999) potenzialmente sufficienteallaumento della frequenza dei fenomeni di sbiancamento

    (coral bleaching) o morte dei coralli laumento della temperatura media globale, (rispetto ai

    +1,5-2,5C valori 1980-1999) sufficiente ad aumentare il rischio diestinzione del 20-30% d elle specie gi minacciate

    laumento protratto per millenni della temperatura media

    +1,9-4,6Cglobale (rispetto ai valori p re-industriali) in grado di prod urrevirtualmente il completo scioglimento dei ghiacciin Groenlandia

    da 75 a il numero delle persone che per effetto

    250 milioni del surriscaldamento potrebbero essere esposte adun maggiore stress idrico entro il 2020 in Africa

    120 milioni - potrebbe essere il numero delle persone colpite da un1200 milioni maggiore stress idrico in Asia entro il 2020

    RISCHI ESTREMI IN CIFRE

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    nerabilit agli impatti climatici pi devastanti. Come le opere di ingegneria(ad esempio le strutture di difesa della costa nelle Maldive e in Olanda, oper la difesa dalle inondazioni dei laghi glaciali in Nepal), ma anche poli-tiche di gestione dellacqua potabile, misure preventive di difesa dalle on-date di calore, e persino diversificazione delle attivit turistiche (es. spo-stamento degli impianti sciistici).

    I benefici per tuttiCorrere ai ripari vale la pena per un altro motivo: i b enefici per tutt i. A co-minciare dalla salute: in tutte le regioni del mondo studiate, sottolinea ilrapporto IPCC, i benefici per la salute a breve termine del minore inqui-namento derivato da azioni di riduzione delle emissioni di gas serra com-pensano una parte sostanziale dei costi di mitigazione; edifici efficientidal punto di vista energetico oltre a limitare la crescita delle emissioni di

    anidride carbonica potrebbero migliorare la qualit dellaria interna edesterna; per arrivare alla frequenza minore di malattie cardio- respiratorie,per le minori concentrazioni di ozono al suolo, del contenimento dellemalattie infettive (es. diarrea), della mortalit, dei rischi allincolumit per-sonale per la frequenza minore delle ondate di calore, inondazioni, tem-peste, incendi e siccit. E poi altri due aspetti fondamentali, che riguar-dano il reddito: la maggiore sicurezza dellapprovvigionamento da fonterinnovabile rispetto al petrolio (es. a rischio, sia per motivi strutturali,che speculative e con p rezzi sempre pi alti), laumento d ella produzioneagricola per la minore pressione naturale dovuta alla diminuzione di ozo-no nellatmosfera. Tradotto in denaro: maggiore disponibilit d i carburan-te pulito (es. per auto, aerei) e combustibile da riscaldamento e maggio-re disponibilit - e quindi costi inferiori - di acqua potabile e cibo.

    21_LE RISPOSTE POSSIBILI

    PRINCIPALI TECNOLOGIE E PRATICHE DI MITIGAZIONE

    SETTORE

    Energia

    Trasporti

    Edilizia

    Industria

    Agricoltura

    Foreste

    Rifiuti

    DISPONIBILI OGGI

    Pi efficiente fornitura edistribuzione di energia;passaggio da carbone a gas;calore ed energia rinnovabile(es. idroelettrica, solare,eolica, geotermica ebioenergia)

    Veicoli alimentati da carburantipi efficienti; veicoli ibridi;veicoli diesel pi puliti;biocarburanti; trasporti daruota a rotaia

    Apparecchi di illuminazione(lampadine), cucine intelligenti,impianti di riscaldamento eraffreddamento (es. frigoriferi)ad alta efficienza; isolamentotermico; raffreddamento eriscaldamento solare attivo epassivo; recupero e riciclo gasinquinanti (es. fluorogenati)

    Riciclo e sostituzione deimateriali; tecniche di recuperodi energia e calore; controllodellemissione di gas non CO2

    Miglioramento delle tecnichedi allevamento del bestiame,produzione del riso, gestione

    del concime e fertilizzanti;aumento delle riserve dicarbonio nel suolo:

    Riforestazione; gestione delleforeste; gestione dei prodottiderivanti dalla raccolta dellegname; produzione dienergia da biomassa

    Recupero del gas metano:compostaggio dei rifiutiorganici: riciclo eminimizzazione dei rifiuti

    ENTRO IL 2030

    Energie rinnovabili ancora piavanzate (es. energia da motoondoso e maree, solareconcentrato, solare fotovoltaico);cattura e immagazzinamentodellanidride carbonica nelsottosuolo (detta Capture andStorage)

    Biocarburanti di secondagenerazione; maggioreefficienza degli aeroplani;veicoli elettrici ed ibridi piavanzati con b atterie pipotenti e affidabili

    Progettazione integrata diedifici: contatori intelligenti,pannelli fotovoltaici integratinelle costruzioni

    Efficienza energetica piavanzata; cattura e st occaggiodellanidride carbonica per lamanifattura di cemento e ferro

    Miglioramento nelladistribuzione dei raccoltiagricoli

    Mappatura satellitare delletrasformazione dei suoli (es.asfaltatura terreni agricoli);forestazione con specie dialberi pi efficaci nellassorbireil carbonio.

    Biocoperture e biofiltri

    6 miliardidi tonnellate di anidride carbonica equivalente entro il 2030 il taglio alle emissioniottenibile attraverso misure di mitigazione a c osti nulli

    60% la percentuale di riduzione delle emissioni che, perseguendo obiett ivi di

    stabilizzazione, graverebbe sul settore energetico. la riduzione del riscaldamento globale (rispetto ai valori 1980-1999) in grado di

    -1,5C ridurre significativamente il numero di p ersone investite da alluvioni, danni allecoste, danni alle barriere coralline

    +3C la riduzione del riscaldamento globale in grado di ridurre fino al 40% il rischiodi estinzione di alcune specie

    da 10 a 350dollari per tonnellata il costo sociale del carbonio (cio comprensivo del suoimpatto sui cambiamenti climatici)

    di dollari la spesa globale mondiale in infrastrutture energetiche stimata entro20.000 miliardi il 2030, in grado di avere impatto a lungo termine sulle emissioni di gas serra

    (a causa della durata di vita degli impianti)

    da 670 a di tonnellate di carbonio la riduzione delle emissione di anidride carbonica in490 miliardi grado di stabilizzare le concentrazioni atmosferiche a 450 ppm (parti per milione)

    LA VIA DUSCITA IN CIFRE

    Fonte: Quarto Rapporto di Valutazione, IPCC 2007, Gruppo di lavoro III, SPM 3

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    Glossario

    AEROSOLParticelle solide o liquide sospesenellaria, talmente minuscole (da0,01 a 10 milionesimi di metro) epossono essere di origine naturaleo antropogenica. Possono influen-zare il clima in diversi modi: sia di-rettamente, disperdendo e assor-bendo la radiazione, sia indiretta-mente, agendo da nucleo di con-densazione delle nuvole attorno alquale si addensano polvere, fumoe composti di zolfo (solfati).

    ALBEDOLalbedo (dal latino albdo, bian-chezza, da album, bianco) lafrazione di radiazione solare rifles-sa dalla superficie o da un ogget-to, spesso espressa in percentua-le. Lalbedo massima 100%quando tutta la luce incidente vie-ne riflessa, quella minima 0 %quando nessuna frazione della lu-ce viene riflessa. Le superfici co-perte da neve hanno un albedo al-ta (fino a 80-90%) i suoli hannounalbedo medio-bassa, le super-fici coperte da vegetazione (20%)e da oceani (3,5%) hanno unalbe-do bassa. Lalbedo del pianetaTerra, che influenza la temperaturaglobale, varia principalmente coni cambiamenti nella copertura dinubi, neve, vegetazione e copertu-ra del suolo.

    ATMOSFERA TERRESTRE linvolucro gassoso che circondala Terra. Composta principalmenteda azoto (N2), ossigeno (O2), e inmisura minore da gas come argon,anidride carbonica e metano. costituita da strati successivi didensit diverse: la troposf era (finoa 10-15 km di quota); la stratosfe-ra (15-45 km di quota), che includela cosiddetta fascia di ozono,dove massima la concentrazionedi ozono (20-25 km di quota); lamesosfera (45-80 km) e la termo-sfera (>80 km).

    CAMBIAMENTI CLIMATICII tre principali fattori in grado di al-terare il clima sulla Terra. 1) varia-zioni nella radiazione solare (es.dovute ad una variazione dellorbi-ta della Terra attorno al sole). 2)Variazioni dellalbedo, cio la fra-zione di radiazione solare che vie-ne riflessa in varie parti della terra(es. copertura nevosa, del ghiac-cio, della vegetazione, dei desertie delle particelle aerosol in atmo-sfera). 3) immissione di gas serrain atmosfera.

    CICLO DEL CARBONIOE un ciclo att raverso il quale il car-bonio scambiato ininterrotta-

    mente tra i quattro serbatoi ter-restri: latmosfera, la biosfera ter-restre, gli oceani e la litosf era. Gra-zie alla fotosintesi delle piante, ilcarbonio entra nei composti orga-nici e quindi nella catena alimenta-re, ritorna infine allatmosfera at-traverso la respirazione. In natura ilbilancio sempre in pareggio. Leemissioni di gas serra prodottedalluomo, invece, sono in gradodi alterare lequilibrio del sistema:lanidride carbonica si accumulanellatmosfera, in quanto i proces-si di assorbimento naturale nonriescono a compensare del tutto ilflusso di carbonio.

    CONVENZIONE QUADRO DELLENAZIONI UNITE SUL CAMBIA-MENTO CLIMATICO (o UnitedNations Framework Conventionon Climate Change da cui lacroni-mo UNFCCC). un trattato am-bientale internazionale adottato il 9maggio 1992 a New York, e firma-ta al Summit della Terra (EarthSummit) di Rio dei Janeiro nellostesso anno da pi di 150 paesi,inclusa lUnione Europa. Il trattato,non legalmente vincolante, ha co-me obiettivo finale la stabilizzazio-ne delle concentrazioni di gas ser-ra nellatmosfera. Include previsio-ni di aggiornamenti (denominatiprotocolli) che devono indicare ilimiti obbligatori di emissioni. Ilprincipale di questi il protocollodi Kyoto.

    EFFETTO SERRAE laumento della temperatura ter-restre prodotto dai cosiddetti gasad effetto serra, che impedisce auna parte della radiazione emessa-dalla superficie terrestre di disper-dersi nello spazio. Di per s lef-fetto naturale che ha permesso lavita sul pianeta Terra e che dovu-to alla presenza in atmosfera dicerti gas serra, come il vapore ac-queo, il biossido di c arbonio o ani-dride carbonica (CO2), il metano(CH4) e il protossido di azoto N2Oche assorbono e riemettono versola superficie terrestre la radiazioneemessa dalla Terra. Un aumentodelle emissioni di questi gas dalla

    Terra porta ad un aumento delle lo-ro concentrazioni atmosferiche equindi, ad un rafforzamento dellef-fetto serra.

    FEEDBACK CLIMATICO(o retroazione)Un meccanismo di interazione re-ciproca allinterno del sistema cli-matico chiamato feedback cli-matico quando il risultato di unprimo processo determina cam-biamenti in un secondo processoche a sua volta influenzano anchequello iniziale. Il f eedback pu es-sere positivo, se amplifica il pro-cesso originario, negativo se lo ri-duce.

    GAS SERRASono quei gas presenti in atmo-sfera, sia di origine naturale cheantropica (cio prodotti dallazioneumana), che assorbono ed emet-tono radiazione a specifiche lun-ghezze d'onda nella radiazione in-frarossa, emessa dalla superficiedella Terra, dalla stessa atmosferae dalle nuvole. Questa loro pro-priet causa il fenomeno noto co-me effetto serra. I principali gasserra nellatmosfera sono: il vapo-re acqueo, lanidride carbonica(CO2), il protossido di azoto (N2O),il metano (CH4) e lozono (tropo-sferico O3). Oltre a questi gas diorigine anche naturale, esisteun'ampia gamma di gas serra diorigine esclusivamente antropica,

    22_IL CLIMA PER TUTTI

    Ammesso che siriesca ad azzerare

    le emissioni di gasserra, a che velocit

    poi quellesparirebbero anche

    dallatmosfera?

    Dipende. Alcuni gas (es. metano) si dissolverebberodallatmosfera quasi immediatamente, altri, come la-nidride carbonica, il principale gas serra (il 77% del to-tale) impiegherebbero millenni, e anzi, a causa delli-nerzia, continuerebbero persino ad aumentare per se-coli. Se, per esempio, dicono gli scienziati del clima, siriuscisse ad azzerare tutte le emissioni entro il prossi-mo secolo, il 20% di quelle rimarrebbe nellatmosferaper molti millenni. Molto pi breve, in confronto, il tem-po di vita del protossido d i azoto (110 anni), degli idro-fluorocarburi (22 anni) e del metano (12 anni).

    Domande&risposte

    Perch non bisogna perdere tempoDi quanto necessario ridurre le emissioni? E quanto coster? quelloche si chiedono tut ti: dai cit tadini, ai politici, dalle industrie ai governi. Sen-za sufficienti investimenti verso le energie pulite e trasferimenti tecnolo-gici tra paesi, sarebbe molto diffic ile raggiungere risultati necessari. Sen-za addentrarsi in stime economiche dettagliate, un segnale efficace, pro-

    posto dagli scienziati, attribuire un costo sociale al carbonio (che po-trebbe arrivare fino a 350 dollari per tonnellata), comprensivo del suo im-patto sui cambiamenti climatici. Anche senza fare richieste esplicite ai go-verni, per i climatologi dellIPCC non c da perdere tempo, e sottolinea-no i risparmi ottenibili riducendo i rischi di ulteriori mutamenti climatici: peresempio, contenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2C di aumen-to medio rispetto allet pre-industriale potrebbe ridurre la probabilit di ri-schio di danni alla produttivit agricola, a numerosi ecosistemi e di estin-zione di specie. Inoltre potrebbe ridurre il numero di persone colpite dainondazioni costiere, il rischio di danni alle barriere coralline e quello didanneggiamenti alle infrastrutture. Le scelte sui mod i e sui tempi delle mi-tigazioni delle emissioni di gas serra, che p renderanno i governi, richiede-ranno un bilancio tra i costi della pi rapida riduzione delle emissioni ri-spetti ai rischi climatici legati ad un possibile ritardo. Ma una cosa sicu-ra: non fare nulla costa di pi. Bisogna agire rapidamente. I

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    come i gas alogenati (che hannoun tempo di vita lungo e un forzan-te radiativo molto superiore aquello dellanidride carbonica) tra iquali i pi conosciuti sono i cloro-fluorocarburi (CFC). Il Protocollo diKyoto fa poi espressamente riferi-mento allesafluoruro di zolfo(SF6), agli idrofluorocarburi (HFCs)e ai perfluorocarburi (PFCs)

    POTENZIALE DI RISCALDA-MENTO GLOBALE (GWP)l potenziale di riscaldamento glo-bale ( Global Warming Potential) un indice che rappresenta l'effettocombinato del tempo di perma-nenza in atmosfera di ogni gas e larelativa efficacia specifica nell'as-

    sorbimento della radiazione infra-rossa emessa dalla Terra; unamisura di quanto un dato gas ser-ra contribuisca al riscaldamentoglobale rispetto alla CO2. I GWPsono calcolati dall'IPCC e sonoutilizzati come fattori di conversio-ne per calcolare le emissioni di tut-ti i gas serra in emissioni di CO2equivalente (CO2 eq).

    PROIEZIONE CLIMATICA la rappresentazione della r ispo-sta del sistema climatico agli sce-nari di emissione o di concentra-zione dei gas serra, aeroso l, o al-tro forzante radiativo, basata susimulazioni ottenute attraversomodelli climatici. Le proiezioniclimatiche si differenziano dalleprevisioni climatiche perch so-no basate su sc enari (di emissioni,di concentrazioni atmosferiche e

    di forzanti radiativi) ricavati dapotesi di un futuro sviluppo de-mografico, economico e tecnolo-gico, che possono non verificarsinella realt, fatto che ne determinaa sostanziale incertezza.

    RADIATIVE FORCI NG(o forzante radiativo)La misura dellinfluenza che un fat-tore, sia naturale (es. vulcani, ra-diazione solare) che umano (es.deforestazione, quantit di gas eaerosol ad effetto serra) ha nellal-terare il bilancio di energia in en-trate e in uscita nel sistema terra

    ed un pot enziale meccanismo dicambiamento climatico. I forzantipositivi tendono a riscaldare la su-perficie, mentre quelli negativi ten-dono a raffreddarla. Si misura inW/m2, watts per metro quadro. Aesempio, le nuvole, a seconda delcontenuto di acqua, dellaltitudine,della dimensione delle particelle,della forma, possono contribuiresia al raffreddamento che al riscal-damento della Terra: assorbendola radiazione terrestre, contribui-scono al riscaldamento globale.Ma riflettendo verso lalto la radia-zione solare che altrimenti c adreb-be sulla terra, contribuiscono alraffreddamento globale.

    OZONOUn gas componente naturale del-latmosfera, e che gioca un ruolofondamentale nella vita sulla Terra.Nella stratosfera, lo strato di ozo-no (a 20-25 km sopra la superficieterrestre) ripara da parte delle ra-diazioni ultraviolette, che possonodanneggiare o uccidere le celluleorganiche umane. Per la loro azio-ne distruttiva verso lozono sonostati banditi dal protocollo di Mon-treal alcuni gas, tra cui i CFC (clo-rofuorocarburi), utilizzati come sol-venti, propellenti per aerosol e pu-lizie industriali e liquidi refrigerantiper condizionatori daria.

    PARTI PER MILIONE (PPM) il numero di molecole di un datogas serra per 1 milione di moleco-le di aria.

    PROTOCOLLO DI KYOTOSottoscritt o a Kyoto (Giappone) dapi di 160 nazioni nel 1997, ed en-trato in vigore il 16 febbraio 2005dopo la ratifica da part e della Rus-sia, il primo trattato globale chefissa un tetto massimo alle emis-sioni di gas serra da parte d ei pae-si industrializzati. I paesi aderentihanno accettato infatti di ridurre leemissioni di sei gas (anidride car-bonica, metano, ossido di azoto,idrofluorocarburi, perfluorocarburied esafluoruro di zolfo) del 5,2%rispetto ai valori del 1990, nel pe-riodo 2008-2012. Per assolvere il

    compito al minor costo p ossibile, iltrattato introduce alcune novit: iMeccanismi di Sviluppo pulito(Clean Development Mechani-sm) che consentono ai paesi in-dustrializzati di realizzare progettinei paesi in via di sviluppo benefi-ciando di crediti di emissione; lIm-plementazione congiunta (JointImplementation) che permette adue paesi di condividere i tagli d eigas serra insieme ai crediti deri-vanti; e il mercato delle emissioni(Emission Trading), c he consen-te la vendita/acquisto di crediti diemissione tra p aesi industrializza-ti. Ma ha due punti deboli: la man-cata adesione di alcuni paesi (Sta-ti Uniti) e la ratifica di paesi chiave

    esonerati dallobbligo di riduzionedelle emissioni (India, Cina).

    SCENARIOUna descrizione plausibile, a voltesemplificata, di come il futuro puevolversi, basato su uninsiemecoerente e consistente di ipotesisugli agenti di cambiamento e leloro relazioni pi significative. Gliscenari possono essere basati suproiezioni (vedi) ma spesso basatisu informazioni aggiuntive deri-vanti da altre fonti.

    SVILUPPO SOSTENIBILE il percorso di sviluppo verso unasociet sostenibile, in grado di ri-spondere ai bisogni umani fonda-mentali senza minacciare la so-pravvivenza dellambiente naturalee le prospettive di vita delle gene-razioni future. La sostenibilit mira

    a migliorare la qualit della vitaumana mantenendola entro i limitidella capacit di carico degli eco-sistemi che ci sostengono.

    SCENARI DI EMISSIONEUna rappresentazione plausibiledelle future emissioni di gas serrae di aerosol basata su un set c on-sistente e coerente di assunzionisullo sviluppo demografico, socioeconomico e tecnologico. Nellul-timo rapporto IPCC (AR4) si sonousati gli scenari di emissioneSRES (Special Report on Emis-sion Scenarios, 2000).

    FOTOCopertina:

    WWF-Canon / Wim VAN PASSEL; Adam OSWELL;Roger LeGUEN; Helen MORF.

    Interno:

    WWF-Canon / Sylvia RUBLI; Michel GUNTHER;Anton VORAUER; Frdric MONNOT; NathalieRACHETER; Vladimir FILONOV; Chris Martin BAHR;Cassandra PHILLIPS; Hartmut JUNGIUS; Wim VANPASSEL; Adam OSWELL; Svein B. OPPEGAARD; www.JSGrove.com

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    WWF Italia onlus

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    La missione del WWF costruire un mondo in cui lUomopossa vivere in armonia con la Natura. Il WWF Italia unorganizzazione che, con laiuto dei cittadini, e ilcoinvolgimento delle imprese e delle istituzioni,contribuisce incisivamente a conservare i sistemi naturaliin Italia e nel mondo. Opera per avviare processi di

    cambiamento che conducano a un vivere sostenibile.Agisce con metodi innovativi capaci di aggregare lemigliori risorse culturali, sociali, economiche.

    Rappresentanza in Italia della Commissione Europeahttp://ec.europa.eu/italia/

    La Commissione europea sostiene il progetto del WWFdiretto a diffondere dati scientifici sui cambiamenticlimatici in un linguaggio comprensibile anche per chinon se ne occupa professionalmente.Il surriscaldamento della terra un fenomeno

    complesso, che rappresenta una grave minaccia per lastabilit e la prosperit delle nostre societ. un problema che deve essere affrontato a livelloglobale e lUnione europea in prima linea sulla scenainternazionale. Ma ci che far la differenza anche ilcontributo dei singoli cittadini.Per vedere cosa puoi fare anche tu consulta:http://ec.europa.eu/environment/climat/campaign/index_it.htm