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Anno IV Numero 833 Mercoledì 16 Marzo 2016, S. Eriberto AVVISO Ordine 1. ORDINE:Quota sociale2. Ordine: Un Farmaco per tutti 3. Ordine: Lo psicologo in Farmacia Notizie in Rilievo Scienza e Salute 4. “capelli più deboli con la dieta vegana”, vero o falso? 5. arrossire è sexy, le donne lo fanno nei giorni dell’ovulazione 6. Perché ci mettiamo le dita nel naso? Prevenzione e Salute 7. Meteorismo - cause e sintomi Meteo Napoli Mercoledì 16 Marzo Nuvoloso Minima: 12°C Massima: 15°C Umidità: Mattina = 73% Pomeriggio =69% “CAPELLI PIÙ DEBOLI CON LA DIETA VEGANA”, VERO O FALSO? Alcuni sostengono che la dieta vegana i capelli diventino più deboli. L’abbiamo chiesto al prof. Marcello Monti, responsabile di Dermatologia dell’ospedale Humanitas. VERO. Gli stili di vita influenzano la salute dei capelli molto più di quanto si creda. Alimentazione sana e attività fisica non solo fanno bene alla salute in generale e proteggono dal rischio di malattie croniche, ma mantengono anche i capelli sani evitando quelle carenze che invece li rendono più deboli. In particolare scegliere di mangiare alcuni cibi piuttosto di altri, o eliminarne alcuni, come accade per esempio a chi sceglie unalimentazione di tipo vegano ma anche a chi segue altri tipi di diete, contribuisce a indebolire o rinforzare i capelli che assorbono i nutrienti di cui hanno bisogno proprio dai cibi. Lalimentazione di tipo vegano, oggi così di moda, purtroppo tende a rendere i capelli più deboli perché non completa di tutti i nutrienti di cui i capelli hanno bisogno per mantenersi in salute, in particolare il ferro. Unalimentazione non equilibrata e cioè priva o scarsa di questi nutrienti, per esempio, aumenta il rischio di “affamare” i capelli. Questo accade perché chi segue unalimentazione di tipo vegano, più frequentemente rispetto a chi segue unalimentazione libera, presenta bassi livelli di ferro nel sangue, scarsa emoglobina e quindi anemia spiega il professore. Le proteine che derivano dal pesce, dalle uova e dalla carne, così come il ferro, invece, sono fondamentali per la salute dei capelli. Infatti, uno stato di carenza o privazione di nutrienti essenziali ha ripercussioni non solo sulla salute dei capelli che diventano più sottili, deboli, opachi e sfibrati, ma anche su quella delle unghie e della pelle in generale.” (Salute, Humanitas) SITO WEB ISTITUZIONALE : www.ordinefarmacistinapoli.it E-MAIL: [email protected] ; [email protected] SOCIAL Seguici su Facebook Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli iBook Farmaday Proverbio di oggi……….. E' gghjuto 'mparaviso pe' scagno Gli è andata bene per una combinazione VERO o FALSO?

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Anno IV – Numero 833 Mercoledì 16 Marzo 2016, S. Eriberto

AVVISO Ordine

1. ORDINE:Quota sociale”

2. Ordine: Un Farmaco

per tutti

3. Ordine: Lo psicologo in

Farmacia

Notizie in Rilievo

Scienza e Salute 4. “capelli più deboli con la

dieta vegana”, vero o

falso?

5. arrossire è sexy, le

donne lo fanno

nei giorni dell’ovulazione

6. Perché ci mettiamo le

dita nel naso?

Prevenzione e Salute

7. Meteorismo - cause e

sintomi

Meteo Napoli

Mercoledì 16 Marzo

Nuvoloso

Minima: 12°C Massima: 15°C Umidità: Mattina = 73%

Pomeriggio =69%

“CAPELLI PIÙ DEBOLI CON LA DIETA VEGANA”, VERO O FALSO?

Alcuni sostengono che la dieta vegana i capelli diventino più deboli. L’abbiamo chiesto al prof. Marcello Monti, responsabile di Dermatologia dell’ospedale Humanitas.

“VERO. Gli stili di vita influenzano la salute dei capelli molto più di quanto si creda. Alimentazione sana e attività fisica non solo fanno bene alla salute in generale e proteggono dal rischio di malattie croniche, ma mantengono anche i capelli sani evitando quelle carenze che invece li rendono più deboli. In particolare scegliere di mangiare alcuni cibi piuttosto di altri, o eliminarne alcuni, come accade per esempio a chi sceglie un’alimentazione di tipo vegano ma anche a chi segue altri tipi di diete, contribuisce a indebolire o rinforzare i capelli che assorbono i nutrienti di cui hanno bisogno proprio dai cibi. L’alimentazione di tipo vegano, oggi così di moda, purtroppo tende a rendere i capelli più deboli perché non completa di tutti i nutrienti di cui i capelli hanno bisogno per mantenersi in salute, in particolare il ferro. Un’alimentazione non equilibrata e cioè priva o scarsa di questi nutrienti, per esempio, aumenta il rischio di “affamare” i capelli. Questo accade perché chi segue un’alimentazione di tipo vegano, più frequentemente rispetto a chi segue un’alimentazione libera, presenta bassi livelli di ferro nel sangue, scarsa emoglobina e quindi anemia – spiega il professore. – Le proteine che derivano dal pesce, dalle uova e dalla carne, così come il ferro, invece, sono fondamentali per la salute dei capelli. Infatti, uno stato di carenza o privazione di nutrienti essenziali ha ripercussioni non solo sulla salute dei capelli che diventano più sottili, deboli, opachi e sfibrati, ma anche su quella delle unghie e della pelle in generale.” (Salute, Humanitas)

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iBook Farmaday

Proverbio di oggi……….. E' gghjuto 'mparaviso pe' scagno

Gli è andata bene per una combinazione

E' finita la mosca nel vescovado

!!

VERO o FALSO?

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PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 833

SCIENZA E SALUTE

ARROSSIRE È SEXY, LE DONNE LO FANNO NEI GIORNI DELL’OVULAZIONE

Gli uomini trovano più attraente un volto femminile in fase fertile: però le variazioni di colore non sono percepibili a occhio nudo. Mandiamo messaggi in altro modo

Arrossire è sexy e gli uomini lo trovano attraente: ora la scienza ha

scoperto che le donne arrossiscono durante l’ovulazione, ma che

non si capisce come gli uomini possano accorgersene, visto che il

cambiamento si manifesterebbe al di sotto della gamma di colori

rilevabile dall’occhio umano.

I ricercatori si sono concentrati sui volti femminili: era stato dimostrato in precedenza che gli uomini trovano i visi più seducenti se la protagonista è nella fase di ovulazione. Ma finora non si capiva quale indizio rendesse le donne fertili tanto

sexy.

Lo studio completo pubblicato su Plos One è stato presentato come la ricerca più completa sui volti femminili durante il ciclo ovulatorio.

Il team britannico, guidato da una studiosa dell’University of Cambridge, ha fotografato 22 donne senza trucco nello stesso momento tutti i giorni lavorativi per almeno un mese, con una macchina fotografica modificata per registrare in modo più accurato il colore.

Le partecipanti hanno anche eseguito un auto-test per monitorare i cambiamenti ormonali.

Così il team poteva abbinare le foto ai giorni più fertili.

I ricercatori, grazie a una serie di analisi e strumenti ad hoc, hanno scoperto che il rossore variava significativamente in tutto il ciclo ovulatorio, con un picco durante l’ovulazione. E che rimaneva elevato durante le ultime fasi del ciclo,

prima delle mestruazioni. I cambiamenti erano netti e regolari, ma non rilevabili a occhio nudo, precisano gli studiosi. «Le donne non pubblicizzano l’ovulazione, ma sembrano far trapelare informazioni» preziose su questa fase, come dimostra il fatto che il loro viso «è più attraente per gli uomini» in questi giorni, commenta Hannah Rowland, che ha condotto lo studio insieme a Robert Burriss della Northumbria University. Insomma, «il rossore potrebbe essere un pezzo di un puzzle più vasto». In grado di spiegare le leggi dell’attrazione.

Per i ricercatori, comunque, la scoperta può significare che il rossore del viso

nelle donne un tempo era un segnale involontario di fertilità ottimale.

Questo però sarebbe stato «frenato» nel corso dell’evoluzione, in quanto

sarebbe più vantaggioso per lei nascondere o poter controllare i segnali di super-fertilità.

Tutti i primati, compresi gli esseri umani, sono attirati da rosso, ricordano ancora gli autori dello studio.

E ormai le donne possono inconsciamente aumentare il rossore del viso durante l’ovulazione

attraverso il make-up, gli accessori o gli abiti.

(Salute, Ansa)

Il colore rosso e l’attrazione

Studio sui volti femminili

UN SEGNALE

DA COGLIERE

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PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 833

SCIENZA E SALUTE

PERCHÉ CI METTIAMO LE DITA NEL NASO?

Il 96,5% delle persone si mette le dita nel naso. In bagno, ma pure in ufficio e al semaforo. Perché?

È molto probabile, almeno statisticamente, che nel corso delle ultime sei ore vi siate messi le dita nel naso almeno una volta. Giusto? Va be’, non sentitevi troppo in colpa: uno studio pubblicato sul Journal of Clinical Psychiatry ha dimostrato che solo il 3,5% della popolazione è esente

da questa pratica. il 96,5% delle persone, vi si dedica in

maniera tutt’altro che saltuaria. Lo studio ha infatti dimostrato che la frequenza media di questa pratica, quella che quindi si potrebbe definire di normale igiene, è di circa 4 volte al giorno. Ma ci sono alcuni eccessi: il 7,6% della popolazione supera i 20 “interventi” al giorno, tanto da meritare la definizione di

“malati” di una nuova mania psichiatrica, la rinotillexomania.

SENSI DI COLPA Si fa, ma finora nessuno lo aveva detto. Per colmare la lacuna, Chittaranjan Andrade,

del National institute of mental health di Bangalore, India, ha chiesto a 200 studenti di 4 scuole superiori, appartenenti a diverse classi sociali, quali erano le loro abitudini in fatto di pulizia delle narici a dita nude, quello che viene volgarmente detto “scaccolamento”. «Praticamente tutti gli studenti che abbiamo intervistato hanno ammesso di ricorrere a questa pratica » dice Andrade. «Non solo. Il 17% del campione da noi intervistato considerava il suo comportamento tanto grave da essere praticamente una patologia». In effetti la parola rinotillexomania è errata. È composta da quattro vocaboli greci:“rino”, cioè naso, “tillestei” prendere, “exis” fuori, e “mania” ossessione. Ma tillestei significa prendere fuori, e quindi exo è di troppo. La “malattia” si dovrebbe chiamare rinotillomania, ma ormai è troppo tardi.

Da dove vengono le “caccole”? Dal muco generato nei seni frontali e mascellari, che sono spazi vuoti situati dietro la fronte e gli zigomi, rivestiti di cellule a forma di calice che producono, appunto, muco.

La produzione è continua e funziona come una specie di scala mobile in cui il muco è spinto avanti dalle ciglia di cui sono dotate le cellule che rivestono l’interno del naso. Il muco avanza alla velocità di 3-12 mm al minuto e il suo flusso riveste e lubrifica tutte le superfici. Ognuno di noi inspira mediamente 9mila litri d’aria al giorno, e con l’aria milioni di corpi estranei: irritanti, allergeni, microbi, polveri. Questi, filtrati dai peli che ci sono nel naso, le vibrisse, vengono intrappolati dal muco vischioso che ricopre i 160 cm2 di tessuto ricco di vasi che riveste i turbinati, strutture interne del naso. Inglobati dal muco questi corpi estranei vengono spinti dalle cellule cigliate verso la gola, dove il muco viene inghiottito con quello che contiene e distrutto dagli acidi dello stomaco. Contemporaneamente, sempre nei turbinati, il muco cede all’aria inspirata il 95% del suo peso, cioè l’acqua, umidificandola. Insomma, la fine naturale del muco è in gola e poi nello stomaco. Se il muco perde la sua quota di acqua prima di completare il suo viaggio resta nel naso, si secca e aderisce alle narici. Quanto? In base ai parametri scientifici, abbiamo calcolato che ognuno di noi produce più di un bicchierino di “caccole” al mese.

Come nasce la CACCOLA

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PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 833

LANCIO DEL “CAPPERO”. Secondo i medici, però, non è indispensabile toglierle.

Tantomeno con le dita. Allora, perché lo si fa?

Secondo le risposte degli intervistati, perché le croste di muco nel naso ostruiscono la respirazione,

causano prurito, sono esteticamente brutte...

Uno studio ha anche indagato sull’“uso finale” delle cosiddette “caccole” (ma esistono altri termini

dialettali o colloquiali per definirle, per esempio “capperi”).

La loro sorte è stata indagata da ricercatori Usa della Wisconsin University, con un questionario

distribuito a mille abitanti della Dane County:

il 90,3% finisce nel fazzoletto; il 28,6% viene lanciato o fatto cadere sul pavimento, il 7,6% è trasferito su un mobile addirittura l’8% viene mangiato.

In fondo, hanno commentato i ricercatori, si tratta di una scorciatoia: Proprio per questa ragione, le caccole non fanno male, se ingerite. Anzi. Lo pneumologo austriaco Friedrich Bischinger sostiene che siano salutari. In base a una sua ricerca, menzionata anche nella rivista scientifica inglese New Scientist, ingerire le “caccole” del naso stimola le difese naturali dell’organismo. Il muco è infatti un ricettacolo di microrganismi: la sua funzione è proprio quella di intrappolare batteri, funghi, virus e polveri, impedendo il loro accesso alle vie respiratorie. Beccato! Secondo un sondaggio

il 35% delle persone è stato sorpreso a mettersi le dita nel naso da un familiare,

il 28% da un amico, il 15% da un collega, il 15% dal partner il 5% dal capo.

La maggioranza (38%) ha finto di grattarsi il naso. Caso a parte, l'allenatore della nazionale di calcio della Germania Joachim Löw, sorpreso in mondovisione più e più volte mentre si ripuliva il naso.

E inoltre, secondo gli estimatori, intervistati dai ricercatori Usa, le caccole sarebbero «saporite, leggermente salate ».

Forse proprio per il loro contenuto di potassio e sodio. Ma anche di calcio, cloro e acido carbonico, proteine, carboidrati e lipidi.

Se proprio il naso vi prude, è comunque molto meglio ricorrere alle gocce di soluzione salina, acquistabili in farmacia, che hanno il compito di riammorbidire il muco.

PRATICA NON EDUCATA. Perché va ricordato che Monsignor della Casa nel suo Galateo criticava

addirittura chi «soffiandosi il naso rimane poi a osservarne il contenuto come accade quando si

valutano pietruzze preziose o gioielli...».

Insomma, meglio non esagerare. O si rischia di fare la fine di quella signora di 53 anni che, mettendosi

le dita nel naso un po’ troppo insistentemente, finì col perforarsi l’osso etmoide, quello che separa

naso e cervello...(Focus)

Il destino del muco è proprio lo stomaco

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PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 833

PREVENZIONE E SALUTE

METEORISMO - CAUSE E SINTOMI

Il meteorismo è un accumulo di gas nello stomaco e nell'intestino, dovuto a fenomeni fermentativi nel tratto digestivo o secondario a disturbi funzionali ed organici.

Si manifesta con gonfiore e aumento della tensione addominale, isolatamente o in associazione ad altri sintomi gastrointestinali. Disturbi funzionali che possono determinare meteorismo comprendono: aerofagia, dispepsia non ulcerosa, gastroparesi sindrome del colon irritabile.

L'ingestione di grandi quantità d'aria (aerofagia) e la diffusione dal sangue al lume intestinale contribuiscono alla produzione di gas intestinali. L'aerofagia, in particolare, viene eliminata con le eruttazioni, ma può provocare senso di pienezza postprandiale e tensione addominale. L'eccessiva produzione di gas nel tubo digerente è influenzata dall'ingestione di cibi ricchi in fibre (come fagioli, cereali integrali ecc.), dal consumo di bevande gassate e dalla velocità del transito gastrointestinale (se lento, il meteorismo è più probabile). Anche l'assunzione di nutrienti mal tollerati può indurre tale conseguenza. Il meteorismo, ad esempio, rientra tra i sintomi tipici dell'intolleranza al lattosio: in concomitanza con l'assunzione di latte e derivati, si manifestano gonfiore e distensione addominale, diarrea, flatulenza e dolori addominali di tipo crampiforme. Altra causa di meteorismo è la disbiosi intestinale, possibile conseguenza di infezioni, assunzione di antibiotici e altri farmaci, condizioni di stress e disordini alimentari. Il meteorismo può essere provocato anche da rettocolite ulcerosa, stipsi cronica, anoressia nervosa e bulimia. Tale sintomo, inoltre, può presentarsi nel contesto di patologie organiche, tra cui tumore del colon e cancro ovarico. (myPersonal Trainer) POSSIBILI CAUSE DI METEORISMO: Il sintomo - Meteorismo - è tipico di malattie, condizioni e

disturbi evidenziati di seguito

llergia Alimentare Anoressia Nervosa Ansia Bulimia Colite Colite ulcerosa Disturbo da alimentazione incontrollata Gastroenterite virale Giardiasi Intolleranza al lattosio Intolleranze alimentari Morbo di Hirschsprung Occlusione intestinale Stitichezza (My Personal Trainer)

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PAGINA 6 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 833

ORDINE: RISCOSSIONE QUOTA SOCIALE 2016

E’ in riscossione la quota sociale 2016 di EURO 150,00 di cui Euro 108,20 per l’Ordine e Euro 41,80 per la FOFI.

Si comunica che nel mese di Febbraio, l’Istituto di Credito incaricato della riscossione, ha recapitato gli Avvisi di Pagamento relativi alla Tassa di iscrizione all’Ordine per l’anno 2016. Il pagamento della quota annuale è obbligatorio per conservare l’iscrizione all’Albo, condizione necessaria nei casi previsti dalla Legge per svolgere l’attività professionale. Quest’anno presso gli Uffici dell’Ordine Professionale sono disponibili in formato digitale copia degli Avvisi di pagamento, grazie all’impegno, competenza e grande disponibilità profusa dal nostro Agente della Riscossione di zona, Stefano Iannitti. Pertanto i Colleghi che non avessero ancora ricevuto tale avviso, anche dopo la scadenza del 29/02/2016, possono richiederne copia tramite:

Richiesta agli Uffici dell’Ordine all’indirizzo email [email protected]

Richiesta via fax al N. Tel. 081-5520961.

Dal 7 Marzo 2016, è possibile, collegandosi al sito Ufficiale dell’Ordine all’indirizzo web: www.ordinefarmacistinapoli.it, scaricare il RAV inserendo il proprio codice fiscale;

ORDINE: “UN FARMACO PER TUTTI” Il progetto ha come finalità l’utilizzo di farmaci, le cui confezioni siano integre, ma anche di prodotti diversi dai farmaci come presidi medico chirurgici o integratori e dispositivi medici non ancora scaduti provenienti da donazione spontanea da parte di cittadini e Aziende farmaceutiche, nonché di privati a seguito di cambio/fine terapia o decesso di un congiunto malato. La Struttura “Un Farmaco per Tutti”, allocata nei locali messi a disposizione dall’Azienda Santobono Pausilipon presso l’Ospedale dell’ANNUNZIATA, gestisce i beni sanitari provenienti dalle farmacie aperte al pubblico che aderiscono al progetto o da donazioni di enti, aziende, depositi, concessionari, associazioni ecc..

La Direzione è affidata ad un Farmacista direttore pro-tempore nominato dall’Ordine e afferente ai farmacisti UCFI.

Il direttore pro tempore della struttura “Un farmaco per Tutti”, dopo controllo e catalogazione sulla banca dati “ Online – Un farmaco per tutti”, consegnerà i farmaci agli enti assistenziali in base al bisogno indicato dagli stessi. Le attività di catalogazione e classificazione dei farmaci raccolti è effettuata grazie al lavoro svolto dai Colleghi FARMACISTI VOLONTARI.

COME ADERIRE: inviare una mail all’indirizzo [email protected] e dare la propria

disponibilità. Sarete subito contattati e informati sull’organizzazione dell’attività di volontariato.

Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli

La Bacheca

FARMACISTI VOLONTARI

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PAGINA 7 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 833

ORDINE: LO PSICOLOGO IN FARMACIA Dal 21 al 26 Marzo riparte la III° settimana del benessere in Farmacia -

La nascita e il benessere nella relazione genitori/figli

Tale iniziativa, completamente gratuita sia per i farmacisti che per i cittadini, si articolerà in cinque settimane durante l’anno, ciascuna dedicata ad un tema pregnante per la salute pubblica.

COME ADERIRE:

il farmacista che intenda aderire, anche solo parzialmente per alcune delle settimane sopra riportate, ne dovrà dare comunicazione tramite le seguenti modalità,

entro Mercoledì 16 Marzo p.v.:

1. Inviando una e-mail all’indirizzo: [email protected]

2. Restituendo la presente pagina, timbrata e firmata, a mezzo fax al numero 081/5520961.

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PAGINA 8 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 833

ALICE CAMPANIA ASSOCIAZIONE PER LA LOTTA ALL'ICTUS CELEBRALE

Alice Campania Associazione Per la lotta All'Ictus Celebrale

L’associazione sta promuovendo un nuovo e interessante progetto, la creazione di una Community attiva ad inclusione sociale con target comune con uno spazio esclusivamente sociale dedicato che può comprendere una serie di attività ricreative yoga, giardinaggio, canto, musicoterapia, teatro, pittura.. attività computerizzate, attività fisica adattata.