Cam Panel La Michele - Il Mio Liszt Considerazioni Di Un Interprete

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MICHELE CAMPANELLA IL MIO LISZT CONSIDERAZIONI DI UN INTERPRETE BOMPIANI TASCABILI BOMPIANI 429 MICHELE CAMPANELLA IL MIO LISZT CONSIDERAZIONI DI UN INTERPRETE I GRANDI TASCABILI BOMPIANI Traduzioni ed editing: Anna Gilardelli ISBN 978-88-452-6707-9 2011 Bompiani/RCS Libri S.p.A. Via Angelo Rizzoli 8 - 20132 Milano I edizione Tascabili Bompiani marzo 2011 INDICE Ouverture 9 I IL CASO LISZT (Esposizione) I. 1. Il caso Liszt 13 I. 2. Parafrasi e trascrizioni 34 I. 3. Eroi e Santi 48 I. 4. L'Angelo 55 I. 5. Pittori e psicologi 58 I. 6. I grandi cicli 64 I. 7. Nascita di un capolavoro 72 I. 8. Valzer 79 I. 9. Lieder 82 I. 10. Studi tecnici 87 I. 11. Finali 90 I. 12. Melologhi 96 I. 13. Precursore soltanto? 100 II. I CASI DI LISZT (Sviluppo) II. 1. Piccolo studio sulla tonalit 113 II. 2. Parole 120 II. 3. Forma 124 II. 4. Pentagrammi 137 II. 5. Interpretando 142 II. 6. Ritmo 157 II. 7. Dita 163 II. 8. Sordina 174 II. 9. Pedale 178 II. 10. Proposte 208 III. IL VERO LISZT (Ripresa) III. 1. Due note della Leggenda di Santa Elisabetta 221 III. 2. Il centro del problema 223 III. 3. Cadenza finale 230 IV CODA IV. 1. Testimonianze 233 IV. 2. Alla scoperta di Liszt: musica da ascoltare secondo Campanella 237 IV. 3. Appendice, di Luigi Lamacchia e Roberto Valli 242 Ringraziamenti 251 Indice dei nomi e delle opere 253 A mia moglie Monica e a Loretta Santini, custodi della mia piccola impresa. La ragione principale che tanti anni addietro mi determin a dire addio al pianofo

rte che stimai insaggio rinunciare alle grazie della dea Intelligenza per il gus to di sonare con una certa quale pulitezza un minuetto di Scarlatti o una ciacco na di Bach [...] pi tardi, vero, dissi addio anche alla composizione e alla music a in generale, ma non forse anche la musica in generale poco compatibile con l'e sercizio dell'intelligenza? [...] Quod demonstrandum est. Alberto Savinio, Nuova Enciclopedia Mi ero avvicinato sempre pi alla musica, avevo afferrato con mano sempre pi sicura quel fenomeno spirituale tanto strano, irrefrenabile e selvaggio come pu esserlo un cavallo di razza; la sensibilit artistica, la perizia e l'orecchio musicale erano sempre pi acuti, il tocco delle mani di anno in anno di ventava pi consapevole. Sndor Mrai, La sorella OUVERTURE Alla memoria di Vincenzo Vitale, musicista e uomo. Nel ricco panorama musicale italiano del secondo dopoguerra la figura di Vincenz o Vitale emerge come didatta impareggiabile e musicista di gusti personalissimi e singolari. Da buon napoletano considerava Berlioz e Schubert con sospetto, per ch attribuiva loro poteri iettatori, mentre guardava a Clementi e a Liszt come ve rtici del pianismo in diversi momenti storici e poneva Liszt, quale creatore di innovazioni pianistich e, ancor pi in alto di Chopin e Schumann. Quando nel lontano 1964, durante una lezione di Conservatorio gli presentai inas pettatamente la lettura del Mephisto-Valzer, il suo entusiasmo fu grande. E gran dissimo fu l'impegno con il quale Vitale mi introdusse attraverso quel brano - che racchiude in s molteplici significati - nell'universo del pianismo lisztian o. E quindi a Vitale devo una visione del pianoforte di Liszt ben lontana dalla tradizione che consegna il compositore ungherese nelle mani di pianisti pronti solo a "fare ammuina" (espressione che, come noto, in napoletano significa far confusione). Dall'approccio "razionalist ico" della tecnica lisztiana ereditato da Vitale, e dalla convinzione che la mus ica di Liszt meriti un'analisi e un'esposizione pari a ogni altra musica ottocentesca di alto livell o, nasce tutto il mio lavoro su un compositore tra i pi malintesi della letteratu ra musicale. La musica di Franz Liszt ancora "Musica dell'Avvenire" (secondo la definizione d ello stesso Liszt), del nostro avvenire, o relegata al passato e quindi destinat a a essere dimenticata? Per lui che ha detto "Io posso aspettare", giunto il momento in cui la storia gli render giustizia? Queste sono le domande che emergono davanti alla grande personalit del virtuoso magiaro, circ ondato da pi di un secolo da giudizi per la maggior parte negativi. I lisztiani convinti, in netta minoranza, quasi come affiliati a una setta, sono circondati da un panorama di sorda ostilit e di snobismo se non addirittura di indifferenza, dove ancora, incredibil mente, ci si riferisce agli aneddoti pi triti per dimostrare che Liszt non un compositore "serio", da poter affiancare ai grandi che siedono nel Pantheon della musica. In questo libro intendo esamin are la figura e soprattutto la musica di Liszt dal mio punto di vista, quello di un pianista che nel corso di quarantacinque anni di carriera ne ha int erpretato le pagine pi ardue e nello stesso tempo ha indagato su tutta la sua pro duzione, senza limitarsi al repertorio pianistico. Esistono ottimi libri su Liszt scritti da musicologi che valutano la sua opera t rascurando, per, un elemento fondamentale di comprensione: Liszt non era composit ore teorico, non scriveva "a tavolino". I suoi spartiti sono il risultato di una lenta elaborazione di idee nate alla tastiera, probabilmente improvvisando. Tut ta la sua musica, in particolare quella per pianoforte, risulta incomprensibile o, peggio, di fasulla ispirazione, se dimentichiamo l'attitudine lisztiana a comporre "per" e "davanti" al pubblico: senza la dimens ione rivelatrice della performance, non

si riesce a riequilibrare il giudizio sul compositore-virtuoso. Il destino critico che accompagna l'eredit di Franz Liszt contraddittorio. La sua musica alla base di gran parte della preparazione tecnica "trascendentale" ed stato storicamente punto di rifer imento per il pianismo della generazione di compositori a lui successiva. Tra co storo c' chi ha dichiarato pubblicamente il proprio debito, c' chi lo ha taciuto; ma per svelare quanto forte sia stata la sua influenza basta una breve indagine sul repertorio pianistico tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento (qui mi limito a citare Saint -Sans e Ravel, Strauss e Bartk). Inoltre l'eredit lisztiana ancora oggi un grande atout per un giovane pianista ch e voglia esibire i suoi muscoli e, in quanto tale, essa non conosce cali di gradimento. Ma a fronte di questo tipo di persistente popolarit, per decenni si ignorato completamente ci per cui Liszt sperava di essere ricordato dai poster i, ovvero la sua produzione musicale degli anni di Weimar (1850-1861) e le splen dide sperimentazioni della vecchiaia (1861-1886). Si continuato a pensarlo come autore delle Rapsodie ungheresi e, come tale, non degno di essere accostato ai g randi del Romanticismo. In seguito arrivata una sorta di "Liszt Renaissance", ch e ha portato alla scoperta del periodo tardo, con il risultato di trascurare o d isprezzare sia le grandi opere di Weimar sia il compositore flamboyant degli ann i trenta-quaranta. Ma veramente inevitabile, oltre che corretto, scegliere e quind i escludere? Tutto ci che scriver di seguito vuole dimostrare che Liszt va conosci uto, respinto o amato nella sua interezza, accettando il semplice fatto che la s ua personalit esige un'indagine che non si fermi alla superficie di tanta sua mus ica, spesso ingannatrice e sensibilmente danneggiata da mediocri esecuzioni.