Calcio2000 n. 200

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Mensile | AGOSTO 2014 | N. 200 | Italia | Euro 3,90 20 62 54 Danilo D’AMBROSIO Voglia di Inter Giancarlo ANTOGNONI I Giganti del Calcio Speciale LAZIO Ricordi di un trionfo il mensile diretto da FABRIZIO PONCIROLI “IL MIGLIOR CALCIO SI FA A ROMA” INTERVISTA ESCLUSIVA A Miralem PJANIĆ ADRIANO si confessa: “Voglio un’altra chance” foto A. Staccioli/Image Sport Calcio 2 OO O

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20 6254Danilo D’AMBROSIOVoglia di Inter

Giancarlo ANTOGNONI I Giganti del Calcio

Speciale LAZIO Ricordi di un trionfo

il mensile diretto da FABRIZIO PONCIROLI

“IL MIGLIOR CALCIO SI FA A ROMA”

INTERVISTA ESCLUSIVA A Miralem PJANIĆ

ADRIANO si confessa:“Voglio un’altra chance”

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stralia… E poi? Poi a voi il piacere, incrollabile dal numero 1, di sfogliare la nostra/vostra rivista. Ovviamente non posso esimermi dal parlare di calcio. Mentre scrivo, Italia-Uruguay è appena terminata, con addio al Mondiale da parte dei nostri Azzurri. Quando mi leggerete, l’intero Mondiale sarà storia, non solo il nostro fallimento. Beh, voglio comunque trasmettervi i miei pensieri. Io non so se il calcio sia, come dice qualcuno che parla un fluente italiano, una cura per tutti i mali ma so, con certezza, che non ho visto più unità nazionale come nei giorni del nostro Mondiale (sebbene sia durato poco). La no-stra bell’Italia, intesa come Paese, sta affrontando un momen-to, socialmente ed economicamente, difficile, eppure, davanti all’azzurro, tutto diventa magico. Bene, questo è il momento di trasformare questa pazzesca delusione in energia posi-tiva. Abbiamo toccato il fondo, ora possiamo ripartire per-ché, a conti fatti, restiamo un grande Paese… Voglio anche plaudire al gesto di Prandelli. In un mondo in cui nessuno si prende mai le proprie responsabilità, Cesare ha avuto il co-raggio di fare “mea culpa”, rinunciando ad un lauto contrat-to e dimettendosi senza scuse. Fossero tutti come lui, il nostro calcio sarebbe migliore. Ma, come detto, questo è un nume-ro speciale e quindi pensiamo positivo. Spazio alla lettura e, ci tengo a ribadirlo, auguri Calcio2000, auguri a tutti voi…

00 e dovrei fermarmi qui. Calcio2000, la nostra/vostra rivista, brinda al numero 200. Mamma mia, quanta strada… Il ri-schio, in ricorrenze simili, è quello di essere banali o eccessivamente caramellosi ma, fidatevi, la mia è sana felicità. In un mon-do in cui tutto cambia, purtroppo troppo

velocemente, è bello vedere che, un mensile del secolo scorso, regge a tutto e tutti. E, quindi, eccoci qui, a celebrare, giu-stamente, un’edizione storica. Come sapete, Calcio2000 sta cambiando pelle. Sto raccogliendo giudizi, consigli e critiche, sapete che ascolto sempre chi fa parte della famiglia di Cal-cio2000 e, statene certi, cercheremo di fare sempre meglio, per festeggiare altri traguardi insieme. Nel frattempo, spazio ad un numero, oserei dire, di talento. In cover, infatti, c’è un certo Pjanić, a mio modesto parere uno dei geni del calcio di oggi (non a caso lo chiamano Giotto). Talento e fantasia al po-tere per questo numero da collezione. Ma Calcio2000 è tanto altro. Vi consiglio di gustarvi l’intervista a D’Ambrosio, uno che ha davvero tanta voglia di dimostrare le sue capacità all’In-ter e, ovviamente, occhio all’Imperatore Adriano, uno che non si abbatte mai… Accontentati anche coloro che cercano più storie, si va dalla Lazio di Maestrelli ad uno speciale sull’Au-

EDITORIALE

di Fabrizio PONCIROLI

2CHE TRAGUARDO…

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Mensile | AGOSTO 2014 | N. 200 | Italia | Euro 3,90

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Speciale LAZIO Ricordi di un trionfo

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INTERVISTA ESCLUSIVA A Miralem PJANIĆ

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DIRETTORE RESPONSABILEMichele Criscitiello

DIRETTO DAFabrizio Ponciroli

REDAzIONEMarco Conterio, Luca Bargellini

Cristina Guerri, Gaetano Mocciaro,Simone Bernabei, Chiara Biondini.

HANNO COLLABORATOSergio Stanco, Alessio Alaimo,

Carlo Tagliagambe, Gabriele Cantella, Marco Valerio Bava, Stefano Borgi,

Gabriele Porri.

FOTOGRAFIE Agenzia fotografica Image Photo Agency

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STATISTICHE Redazione Calcio2000

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Calcio2000 è parte del Network

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sOmmariO n.200 annO 18 n. 8 aGOsTO 2014

6 LA BOCCA DEL LEONE di Fabrizio Ponciroli

COPERTINAMiraleM Pjanić

di Sergio Stanco

18 RACCONTI DI uNA NAzIONEBOSNIA

di Marco Conterio

INTERVISTA ESCLuSIVADANILO D’AMBROSIO

di Fabrizio Ponciroli

A FACCIA A FACCIAADRIANO

di Alessio Alaimo e Fabrizio Ponciroli

32 uN’ESTATE NEL PALLONEdi Cristina Guerri - Barbara Carere

SERIE B - SPECIALE BARIdi Alessio Alaimo

42 LEGA PRO – SUDTIROLdi Carlo Tagliagambe

44 SERIE D – AKRAGASdi Gabriele Cantella

I RE DEL MERCATO ANDREA D’AMICO

di Marco Conterio

SPECIALE LAZIOdi Marco Valerio Bava

I GIGANTI DEL CALCIO GIANCARLO ANTOGNONI

di Stefano Borgi

68 STORIA DELLA CHAMPIONSLEAGuE 1966/67

di Gabriele Porri

72 SPECIALE SCuOLE CALCIO CEI PALERMOdi Alessio Alaimo

76 EuROPA RACCONTATIRI MANCINI

di Gaetano Mocciaro

78 CAMPIONATI STRANIERI

86 CALCIO NEL MONDOAUSTRALIA

di Simone Bernabei

98 SI DICE

STATISTICHE90 SERIE A95 SERIE B

97 LEGA PRO - SERIE D

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NuMERO CHIuSO IL 30 GIuGNO 2014

IL PROSSIMO NuMEROsarà in edicola il

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A MIGLIORATOCaro direttore,Calcio 2000 mi piace, ma si può sicuramente, e anzi si deve, migliorare. Non è un commento su un

tema specifico trattato, ma un discorso più in generale su cui vorrei attirare la sua attenzione. Noto con dispiacere che gli articoli non vengono controllati e corretti con la giusta atten-zione (mi auguro che queste due fasi siano previste).Le faccio un esempio: IL MERCATO DEI TOP PLAYER. Le percentuali delle previsioni sono sballate e non tornano molti totali. Addirittura Cuadrado non ha percentuali di possibilità di restare alla Viola (ci sarebbe anche da dire che è fuori dal mondo vedere Hamsik favorito alle milanesi o la Lazio in pole per Pastore, ma lasciamo stare, discorso specifico). Oppure L’ALTRA METà DI BEHRAMI. Domanda nell’intervista: “Pensate mai al matrimonio?”; nella didascalia: “Behrami a casa, SPOSATO con Elena”... Altro punto che vorrei fosse “adattato” sono le interviste. Metterei una linea comune: o si dà del tu o del lei. O il tu per i calciatori e il lei per dirigenti ed ex giocatori, ma non del lei a Candreva e il tu a Stendar-do. Ultimo appunto, stavolta grafico: occhio all’impaginazione e all’interlinea. Soprattutto nelle interviste.Grazie, buon lavoro.Massimo abbarchi, mail firmata

Che dire? Tutto torna e, hai la mia parola, stiamo lavorando proprio per migliorarlo come è giusto pretendere per la nostra/vostra rivista… Sulle percentuali avremmo dovuto aggiungere la voce “Altro”, hai ragione da vendere…

OMANDE SECCHE1) Messi va al Paris Saint Germain?Salvatore, mail firmata

Caro Salvatore, è vero che nel calciomercato tutto può accadere ma che Messi possa lasciare il Barcellona, almeno a breve giro, la vedo impossibile. Pronto a scommetterci una pizza che resterà in blaugrana ancora per qualche anno (non me la sento di affermare che ci resterà per sempre)…

2) Llorente lascerà la Juventus?Carlo, mail firmata

LA BOCCA DEL LEONE di Fabrizio PONCIROLI

Temo di sì, credo che Conte abbia in mente una rivoluzione di uomini in attacco che contempli anche il sacrificio dello spagnolo…

N PO’ DI DOMANDEEgregio Direttore,Le auguro davvero le più belle e grandi soddi-sfazioni con “Calcio2000”, un mensile che io ho

sempre comprato sia dai tempi di Marino Bartoletti. Di acqua ne è passata tanta sotto i ponti. Il calcio è cambiato, i tempi sono cambiati. Il modo di allenarsi dei giocatori è cambiato. Io sono un nostalgico. Ebbene sì un nostalgico del calcio degli anni ‘80. Il calcio dei zico, dei Platini, dei Maradona, del Verona campione d’Italia, del Napoli campione d’Italia. un calcio più bello di quello di oggi, anche se è giusto guardare al futuro con ottimismo, seppur mantenendo, come si suol dire

“un piede nel passato”. Vorrei porle alcune domande sperando in una risposta sulla rivista: 1) Con Benitez, il Napoli, può vin-cere lo scudetto? 2) Che opinione si è fatto degli avvenimenti tragici della finale di Coppa Italia, fra Napoli-Fiorentina? 3) Chi vede favorito per lo scudetto il prossimo anno? 4) Riusci-ranno le squadre italiane a vincere una competizione europea il prossimo anno?Chiudo facendo gli auguri alla Nazionale Italiana, qualunque sia stato il suo piazzamento ai Mondiali…Cordialitàalessandro lugli, napoli, mail firmata

Ecco, vado subito con le mie risposte, dopo averti ringrazia-to per gli auguri… Allora, sì, credo che Benitez abbia la

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stoffa per portare il Napoli allo scudetto ma ci vorrà tem-po… Napoli-Fiorentina? Specchio del nostro calcio malato, non ci perdo neanche tempo… Credo che il prossimo anno lo scudetto se lo contenderanno Juventus e Roma. No, penso che vincere in Europa sia fuori dalla nostra portata, almeno per il momento…

HE BELLA COVERComplimenti Direttore,mi ha stupito! Bello vedere una copertina diversa da solito, davvero bellissima. Mi ha ricordato i

tempi passati, ho ancora una cover con Vieri in caricatura! Intanto che ci sono, le faccio una domanda: ma le stanno piacendo questi Mondiali, mi sembrano davvero di poco conto o forse bisogna aspettare ancora un po’. Ancora complimenti e continui così!Federico, mail firmata

Caro Federico, sono contento che ti sia piaciuta la cover (non sei l’unico). Benny Nicolini, il disegnatore che l’ha ideata, in esclusiva, per noi, ha fatto davvero un eccellente lavoro. Credo che ne faremo delle altre… Venendo ai Mondiali. Mentre scrivo si stanno disputando le terze partite dei vari gironi, siamo alla vigilia di Italia-Uruguay. Concordo, livello molto basso ma credo che molto dipenda dalle condizioni climatiche. Non penso che sia il luogo migliore sul pianeta

per giocare a calcio a certi livelli…

ON SI PARLA DI KLOSEDirettore,sono uno storico tifoso della Lazio. Mi aiuti lei. Continuo a sentire di Neymar e Balotelli in sto

Mondiale e mai di Klose che ha raggiunto Ronaldo tra i can-nonieri di sempre. Ma perché dei campioni non si ricorda mai nessuno? Se avessimo noi uno come Miro, altro che Balotelli. Il gol contro il Costa Rica Miro lo avrebbe segnato tutta la vita. Eppure di Klose non ne parla mai nessuno.lorenzo, mail firmata

Klose, che giocatore… Se la Germania non avesse un reparto attaccanti da paura (a mio avviso, il più completo e pericoloso del Mondiale), l’eterno bomber sarebbe titolare sempre e comunque. Non credo che non se ne parli di Klose, è normale che, giocando in Brasile, la Selecao sia al centro dell’attenzione mediatica. E, per l’Italia, chiaro che gli Az-zurri sono l’argomento principe… Aggiungo: convinto anche io che Klose, il pallonetto contro il Costa Rica, lo avrebbe messo in rete ma fa parte del gioco del calcio. Si segna e si sbaglia, purtroppo Super Mario ha fallito…

ICEVIAMO & PUBBLICHIAMOCesare Righi, amico storico della nostra/vostra rivista ci ha regalato un’emozione, la rete di Balotelli contro l’Inghilterra vista attraverso la

sua matita…

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PER SCRIVERCI: [email protected]

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Mensile | LUGLIO 2014 | N. 199 | Italia | Euro 3,90

16 3052Intervista Esclusiva

Antonio CANDREVAInchiesta ARBITRI

Errori e votiSpeciale NAPOLI I segreti di un successo

EDIZIONE SPECIALE con le 2014 FIFA WORLD CUP BRAZIL™ ADRENALYN XL

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IL GIOTTO DE NOANTRI

A tu Per tu con MIrAleM PjAnIć, GIOIELLO DELLA ROMA ChE hA DECISO

DI RIMANERE NELLA CAPITALE NONOSTANTE LA CORTE SERRATA DI NUMEROSI

(E MUNIFICI) ESTIMATORI.

di Sergio STANCO

foto Andrea STACCIOLI /Image SPORT

COPERTINA

MIrAleM PjAnIć

Arriviamo a Roma Termini e saliamo sul primo taxi dispo-nibile: “A Trigoria per favore, il centro sportivo della Roma”. L’autista ci guar-

da incuriosito. Dopo qualche minuto scorgiamo un gagliardetto giallorosso penzolare dallo specchietto. “Oggi la Roma si allena solo al mattino – ci dice – se andate ora non trovate nessuno”. “Abbiamo un appuntamento – rispondia-mo – andiamo ad intervistare Pjanić”. “Daveeeeero? Dije al nostro Giotto che

deve rinnovà”. Giotto, per i tifosi ro-manisti è Miralem, e ovviamente deve il suo soprannome al fatto che disegna calcio. Il centrocampista bosniaco, dopo qualche incomprensione con Zeman nel-la passata stagione, in quella appena conclusa si è ripreso la Roma. Per ru-bargli la metafora, Garcia ha rimesso “la chiesa al centro del villaggio”. Poi, ci ha pensato Pjanić a trascinare la squa-dra con le sue meravigliose pennellate. e non è finita, perché adesso l’asticella si alza: “Ora voglio vincere con questa maglia perché, così, un giorno, la gente si ricorderà di me”.

Miralem, partiamo dall’inizio di que-sta splendida avventura: papà Pjanić è stato un calciatore, dunque la pas-sione per il pallone era inevitabile... “In realtà in famiglia sono tutti mala-ti (ride, ndr). Comunque sì, mio padre ha giocato in Serie B jugoslava ed era anche piuttosto bravo. Poi, quando ero piccolo, ci siamo dovuti trasferire in Lus-semburgo a causa della guerra e lì ha ri-cominciato: di giorno lavorava e la sera si allenava. E io con lui (ride, ndr). Lo seguivo sempre”.

Ma è stato un papà pressante o ti ha

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COPERTINA / MIRALEM Pjanić

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UN PREDESTINATOA soli 24 anni Miralem

è già considerato un campione completo...

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COPERTINA / MIRALEM Pjanić

ROMANO FOREVERPjanić ha deciso di abbracciare il progetto giallorosso.

lasciato tranquillo? “Ho il ricordo di quando finivo le partite e salivo in macchina e lui mi consiglia-va, mi faceva notare le cose che facevo bene e quelle in cui sbagliavo. Era però molto sereno, anche perché a quel tempo nessuno immaginava che potessi diventa-re un calciatore professionista. Giocavo semplicemente perché impazzivo per il calcio, ero sempre fuori casa e non ri-entravo mai, tanto che i miei genitori mi dovevano sempre venire a cercare. Solo che mi trovavano al solito posto, perché ero sempre al campetto con i miei amici (ride, ndr)”.

invece il piccolo Miralem come se la

cavava a scuola?“Non potevo andare male, perché in quel caso i miei genitori non mi avrebbero più fatto andare a giocare a pallone. E que-sto per me sarebbe stato insopportabi-le, quindi a scuola facevo sempre il mio. Non posso dirti che ero un “secchione” ma comunque facevo sempre l’indispen-sabile per non avere problemi”.

Mai pensato cosa saresti potuto di-ventare se non avessi fatto il calcia-tore? “Sinceramente no. Ricordo ancora quan-do a scuola ci avevano assegnato il tema: “Cosa vuoi fare da grande?”. Tutti hanno risposto il medico, il pilota, io ho

sempre detto che avrei fatto il calciato-re, perché questo era quello che volevo fare. Tutti mi guardavano come fossi un pazzo, ma alla fine... (sorride, ndr). Ho anche rischiato, perché tutti sognano di fare il calciatore professionista, ma io ero sicuro che ce l’avrei fatta”.

e invece a disegnare come sei messo? Sai che i tifosi della roma ti chiamano Giotto? “Sì, lo so ed è un soprannome di cui vado orgoglioso, perché io gioco per divertir-mi e far divertire i tifosi. Cerco sempre di fare giocate belle, ma che devono sem-pre essere funzionali all’interesse della squadra, se no è tutto inutile. Però, pur-

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COPERTINA / MIRALEM Pjanić

ha portato a fare questa scelta? “Potrei rispondere una partita...”.

in che senso? “Quando ero piccolo mio papà mi ha portato a vedere Bosnia-Danimarca a Sarajevo e il tifo era assordante, uno spettacolo eccezionale. Mi guardavo intorno e pensavo che un giorno avrei voluto giocare per quei tifosi. Al di là di questo, comunque, a casa ho sempre parlato bosniaco, i miei genitori sono bo-sniaci, io mi sento bosniaco, è stata sem-plicemente una scelta naturale”.

Per tornare ai tuoi inizi: sempre stato centrocampista?

“Sempre, fin da subito. Centrocampista o trequartista, ma sempre nel vivo del gioco”.

ecco, appunto: su Wikipedia si legge “intermedio di centrocampo o tre-quartista”. Ovvio che giochi dove ti piazza l’allenatore, ma che ruolo sen-ti più tuo?“Mah, sai, è tutto relativo, il ruolo giu-sto è quello che esalta le tue qualità. Per esempio, anche quello di esterno mi per-mette di fare cose che a centrocampo non posso fare. Devo dire, però, che il ruolo in cui ho giocato quest’anno è quello che mi piace di più, perché mi permette di toccare molti palloni, ma anche di inse-

troppo, devo dire che col disegno non ci siamo proprio (ride, ndr)”.

Prima hai accennato alla guerra in jugoslavia: ovviamente tu non l’hai vissuta direttamente, ma i tuoi genito-ri ti hanno raccontato qualcosa? “Sì, più o meno. So tutta la storia, ma non è che sia un argomento proprio pia-cevole da affrontare. È stata una brutta pagina, speriamo che non succeda più, anzi non deve più succedere, però è ora di girarla e guardare avanti”.

Sei cresciuto in lussemburgo e hai anche il passaporto francese, ma hai scelto la nazionale bosniaca: cosa ti

Mi piace ilsoprannoMe

Giotto, ne vado orGoGlioso, perché Gioco per divertire

i tifosi

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COPERTINA / MIRALEM Pjanić

il Mio soGno, ora, è vincerequalcosa di iMportante

con la MaGlia della roMa

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UN NUOVO PASSOPer Pjanić la prossimastagione sarà quella della consacrazione della Roma.

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COPERTINA / MIRALEM Pjanić

nella passata staGione abbiaMo

Giocato il MiGlior calcio in assoluto, nella prossiMa dareMo ancor più fastidio a tutti

“”sua eleganza, la sua semplicità dentro e fuori dal campo. In più mi sembrava una persona molto umile”.

Un giocatore che, invece, apprezzi ora?“Xavi. Chiunque ami il calcio non può non amare Xavi che ne è l’essenza. È bel-lo da vedere, ma gioca semplice, per me il calcio è semplicità”.

Torniamo al tuo percorso: a soli 14 anni ti sei trasferito da solo a Metz. Un bel salto...

ambientarsi ma lì ho imparato molto. Mi dispiace solo non essere riuscito a vin-cere qualcosa di importante con quella maglia”.

il gol in Champions league al Berna-beu (11 marzo 2010) che è valso la qualificazione ai quarti è stata l’emo-zione più intensa della tua carriera finora? “Sì, perché è stato un gol importan-tissimo in uno stadio mitico. Seguivo il Real dai tempi in cui ci giocava zidane e per me segnare quella sera ha avuto

rirmi, fare assist o concludere l’azione”.

Per parafrasare Garcia, si può dire che il mister ha rimesso Pjanić al cen-tro della roma? “Diciamo che il gioco di Garcia dà gran-de importanza al centrocampo e, gio-cando io a centrocampo, possiamo anche dire così (sorride, ndr)”.

È vero che il tuo idolo da ragazzino era Zidane? “Sì, è vero, perché era un grandissimo giocatore, apprezzavo la sua tecnica, la

“Perché lui dovrebbe farcela e io no?” e ho dato tutto me stesso perché ciò acce-desse. Già in quel periodo giocavo sem-pre con i più grandi e poi a 17 anni ho esordito in prima squadra e non ne sono più uscito”.

a lione, poi, il grande calcio: che emozione è stata? “È cambiato tutto: io arrivavo dal Metz dove lottavo per la retrocessione, il Lio-ne aveva vinto il campionato per sette stagioni di fila e giocava in Champions League. C’è voluto un po’ di tempo per

“Sì, erano solo 45 minuti di distanza dal Lussemburgo, ma per me è stato un gran-de cambiamento. Mi sono abituato molto bene alla nuova realtà e ho stretto subito belle amicizie, alcune delle quali durano ancora oggi. È un ricordo molto bello e sono felice che il Metz sia tornato in Li-gue 1 perché è una società alla quale sono rimasto molto legato”.

Quando hai realmente capito che sa-resti riuscito a coronare il tuo sogno? “Quando sono arrivato in Francia ho ca-pito che si faceva sul serio. Mi dicevo:

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COPERTINA / MIRALEM Pjanić

IL PRINCIPE DI BOSNIAdi Paolo BARDELLI In un mondo di immagine, Pjanić parla con i fatti. Sul campo si fa valere con tocchi di classe, fuori si distingue per gesti altrettanto preziosi. E’ notizia degli ultimi giorni il suo blitz in Bosnia per svaligiare tutte le farmacie e aiutare le popola-zioni alluvionate. Anti divo per eccellenza, basti pensare che la nascita del figlio Edin non è circolata se non cinque mesi dopo. E solo perché è stato lui a volerlo. Calcio unico pensiero, giocava tutto il giorno e da bambino una sua pallonata colpì un ciclista facendolo cadere, papà Fahrudin ha dovuto versare 400 euro per i danni. Soldi ben spesi considerati i dolori che M i r a l e m ha rispar-miato a lui e alla sua fam ig l i a : nel 1991 i n f a t - ti Pjanić senior, an- che lui c a l c i a t o - re, andò a cercare fortuna in Lussembur- go. Servi-va prima la rescissione dalla so- cietà del Drina di zvo r k i k . La moglie, che era rimasta in Patria, si p r e s e n t ò nella sede s o c i e t a - ria con il figlioletto in braccio. Inizialmen- te il pre-sidente non voleva saperne, ma il piccolo Miralem sentendo la madre urlare si mise a piangere. Le lacrime convinsero il numero uno del club, quella firma poteva salvare una vita ap-pena iniziata. L’infanzia di Miralem all’estero fu serena ma il pensiero volava in Bosnia: a 14 anni quando già giocava per la nazionale giovanile lussemburghese, riuscì a sgattaiolare per andare a tifare la squadra della madre patria insieme ai supporter ospiti. A differenza di altri, non ha mai avuto dubbi circa la maglia da scegliere, 48 ore di autobus insieme allo zio e al cugino per andare a vedere la sua nazionale non sono mai state un problema per lui, a poco sono ser-vite le pressioni della federazione lussemburghese. Al cuore non si comanda. E il cuore, come l’anima, è 100% bosniaco.

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COPERTINA / MIRALEM Pjanić

ESPERIENZA MONDIALEAnche un gol nella

sua prima apparizionealla Coppa del Mondo...

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COPERTINA / MIRALEM Pjanić

un sapore speciale”.

l’emozione che vorresti ancora pro-vare? “Vincere titoli, vedere la gente esplodere di gioia. Questo è il mio prossimo obiet-tivo, lavoro ogni giorno per questo”.

Come ha fatto la roma a convincerti, se ha dovuto convincerti, a trasferirti in italia? “Ero in ritiro con la Nazionale e non pen-savo di lasciare il Lione, ma la Roma mi ha contattato, Luis Enrique è venuto più volte a farmi visita, mi hanno dimostrato

in tutti i modi quanto mi volessero davve-ro. Mi sono detto che se tutti mi volevano così tanto, era giusto venire qui”.

Conoscevi già il calore del pubblico della roma? “No, perché non conoscevo nulla, a momenti non sapevo dove fosse Roma, non sapevo neanche che ci fosse il mare (ride, ndr). È stata una piacevo-le sorpresa, una sorpresa ogni gior-no più bella. Non mi sono mai pen-tito della scelta fatta, perché qui sto benissimo e adesso voglio vincere con questa maglia”.

Garcia è stato fondaMentale per la nostra crescita: ha fatto sentire iMportante il Gruppo e non i sinGoli

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INFERIORI A NESSUNOPjanic sa che la sua Roma può arrivare ovunque...

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COPERTINA / MIRALEM Pjanić

QUARTO ANNO A ROMA...Ad oggi, 99 presenze e 13 gol con i giallorossi.

Intervista di Sergio Stanco

“Loro hanno fatto cose incredibili e se-condo me la differenza l’ha fatta l’espe-rienza, il fatto che fossero da tre anni insieme, che il tecnico conoscesse bene i suoi giocatori, mentre il nostro è un pro-getto tutto nuovo, ma con questa menta-lità credo che andremo lontano”.

Come ti immagini la roma in Cham-pions? le squadre italiane ultima-mente soffrono... “Sarà dura, ma non andiamo in Cham-pions per non passare almeno il primo turno. Con i giocatori che abbiamo supe-rare il girone è un obbligo”.

Quando ti senti ancora Miralem e non il calciatore Pjanić? “Quando sono con gli amici, perché con loro sono sempre quello di una volta, mi diverto a fare... Beh, insomma, ci sia-mo capiti: scherziamo, ridiamo e stiamo bene insieme”.

Da calciatore, che emozione è giocare al fianco di uno come Francesco Totti con l’esempio che dà? “Probabilmente me ne renderò conto quando, speriamo il più tardi possibile, smetterà di giocare. Per me è un onore aver avuto la possibilità di scendere al fianco di una leggenda del calcio come Francesco”.

il calciatore Pjanić, invece, cosa so-gna?“Di diventare, un giorno, come Totti, una leggenda. Mi auguro che, in futuro, la gente si ricorderà di me”.

I capolavori di Giotto, d’altronde, sono impossibili da dimenticare…

Che differenze hai trovato rispetto al calcio francese? “Sai, vivo a Roma, una città in cui il cal-cio è la cosa più importante (ride, ndr). Qui c’è davvero una grande passione, una cosa importantissima per un calcia-tore. Tutta questa attenzione in Francia non c’è”.

Sei d’accordo con Capello che il calcio italiano non è allettante? “Chiaro che rispetto a quando c’era lui è cambiato, ma non si può dire che il cam-pionato sia facile. Ci sono grandi squa-dre e giocatori importanti e secondo me sarà sempre più difficile”.

Dopo stagioni difficili, la roma di quest’anno ha disputato un campio-nato eccezionale: qual è stato il se-greto, la scintilla? “Devo dire che il mister ci ha messo mol-to: il gruppo si è unito, rispetto a prima è molto più coeso, Garcia ha lavorato mol-to sulla fiducia e ha fatto sentire impor-tanti tutti i giocatori. La Juve ha fatto un campionato da record, ma noi abbiamo tenuto il passo e sono convinto che que-sta squadra può dare ancora più fastidio a tutti in futuro”.

in cosa in particolare ti ha sorpreso mister Garcia? “Ha trasmesso le sue idee in maniera chiara e noi l’abbiamo seguito. Ha fat-to sentire importante il gruppo e non i singoli giocatori. Le prime vittorie, poi, sono state fondamentali per acquisire ul-teriore fiducia. Le prime 10 vittorie di fila ci hanno dato sicurezza e convinzione nei nostri mezzi”.

È stata la tua migliore stagione in as-soluto? “Credo proprio di sì, sono molto soddi-sfatto di quello che ho fatto, è stato un campionato importante per me”.

la cosa ancor più positiva è che la roma ha ottenuto i risultati proponen-do un bel gioco... “La Roma è stata sicuramente la squadra che ha giocato il miglior calcio in Italia. Si può dire che la Juve ha la rosa più ampia, più completa, ma noi ci arriviamo col gioco e sono convinto che nei prossi-mi anni faremo grandi cose”.

Come si colma il gap con la juve:

da piccolo stravedevo per Zidane, oGGi aMMiro Xavi: il calcio è seMplicità

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SPECIALE BOSNIARACCONTO DI UNA NAZIONE

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GUERRA E PALLONE LA TORMENTATA STORIA DELLA BOSNIA. DAL PONTE DI MOSTAR AI TOCChI DI PJANIC. PASSANDO DA QUEL 2-1 ALL’ITALIA DI SACChI.

ra il 1566 e Mimar hayruddin eresse uno dei ponti più imponenti dei suoi tempi. Il sultano Solimano il Magnifico commissio-nò, nove anni prima, lo Stari Most. Il pon-te sul fiume narenta, simbolo della Bo-snia, istantanea di una guerra fratricida. Il ponte, per natura, per radici, unisce. E

quando scoppiò la guerra, nei Balcani, il 9 novembre del 1993 lo Stari Most, il Vecchio Ponte, fu uno dei primi bersa-gli. Per spezzare i legami, per tagliare i ponti. Per dividere una nazione che pure calcisticamente andava lì a sgreto-larsi. La magna Jugoslavia era sparita, un anno prima la Danimarca faceva capolino all’Europeo al suo posto per poi conquistarlo di soppiatto e con sorpresa unanime. La Jugo, però, era sparita. Bombardata. I suoi ponti spezza-ti, nascevano terre indipendenti e colori nuovi dipingevano i campi d’Europa. Ed in una Bosnia, tante anime diverse.

Quella dei bosgnacchi e dei musulmani croati. Quella dei serbi. Il distretto di Brcko. Solo da pochi anni la Federazio-ne calcistica ha un solo direttivo, politicamente ci sono tre presidenti ed un parlamento locale per ogni regione.

GENERAZIONE ZERO - Le pietre per ricostruire il Vecchio Ponte erano intanto posate. Per unire, per rilegare e ricu-cire ferite antiche, mai guarite ma poi sopite. Acquietate. Unite dall’unica maglia della Bosnia, che iniziò a sgam-bettare ufficialmente nel 1995 per poi partire con le qua-lificazioni Mundial del 1998. lì incrociò la Bosnia, perché la mano del destino, e di chi pesca, spesso è beffarda. Si affrontarono a Bologna, lontano dai ricordi dei fischi an-tichi delle bombe. Era una generazione nuova, quella bo-sniaca. Quella mediana era stata pure al fronte, era scos-sa dalla guerra. Era una Nazionale nuova, da costruire e da fondare. Ponti da unire, tra un passato sotto Tito e un

di Marco CONTERIOfo

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sei anni e Edin Dzeko dieci, ben sette prima di iniziare a giocare con l’FK Zeljeznicar.

LA BOSNIA CHE VERRÀ - Che ha una cintura solida e punte degli scarpini dorati. Che ha spalle un po’ stret-te dietro ma e guantoni larghi. Che aveva solo Avdukic, Mujdza e Misimovic come ultratrentenni, al Mondiale bra-siliano. ha un futuro garantito, almeno in ottica Europeo. Quando sarà ancor più matura, quasi interamente tren-tenne ma con semi e piante pronte a sbocciare ancora. hajrovic, Susic, ma pure una Under dove i nomi ora non noti sudano con fatica e sudore balcanici, con quella vo-glia e quella rabbia che fanno di un popolo con una storia intricata e complicata una corazzata da un avvenire ga-rantito. Li chiamano i Dragoni. hanno il fuoco negli occhi e la pellaccia dura. Come quel ponte che ha resistito per secoli, prima di crollare. E di rinascere, ancora.

futuro da ridisegnare. Per questo le prime qualificazioni stentano, per questo serve attendere la generazione d’o-ro dei Miralem Pjanic per vedere una grande Nazionale.

LA VITTORIA CON L’ITALIA - Il 6 novembre 1996, a Sa-rajevo, tre anni e mezzo dall’inizio della guerra civile, l’Italia sfidò la Bosnia. nove mesi prima le truppe serbe si erano ritirate, gli azzurri erano rinculati con la coda tra le gambe dall’Europeo d’Inghilterra, esercitino che Sac-chi non seppe guidare al di là del girone. Salihamidzic segna, Chiesa pareggia, nel secondo tempo, davanti a ben più di quarantamila spettatori, Belic va in gol. È 2-1, è pure la prima vittoria dei bosniaci davanti al proprio pubblico in una gara ufficiale. Più per il tracollo d’Albio-ne che per il capitombolo di Sarajevo, quella fu l’ultima dell’Arrigo sulla panchina azzurra. Tornò al Milan, arrivò Cesare Maldini, nell’anno in cui Miralem Pjanic compiva

di Marco CONTERIO SPECIALE BOSNIA/ RACCONTO DI UNA NAZIONE

CHE BELLA FAVOLAUna storia tormentata

finita in un Mondiale...

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entre aspettiamo Danilo, l’inviato dell’Equipe scam-bia due parole con hernanes. Anche il brasiliano, come D’Ambrosio, è stato

scelto da Thohir per la sua nuova Inter. L’atmosfera che si respira alla Pinetina è quella di sempre ma è palpabile la voglia di tornare presto a vincere. In un club come la Beneamata, a prescindere da chi ci sia al timone, vincere non è un’opzione ma è l’unica via. Una regola che l’ex granata ha compreso sin dal suo primo giorno nella casa nerazzurra, quando si fece fotografare al fianco dell’icona Zanetti…

Ciao Danilo, partiamo da Dario, tuo fratello gemello, anche lui giocatore…“È sempre stato solo un piacere avere mio fratello al fianco. Abbiamo fatto tanta strada insieme poi ognuno ha pre-so la sua direzione e non è stato facile separarci… Gli auguro di arrivare pre-

sto in Serie A, con qualsiasi squadra ma che ce la faccia…”.

a dire il vero le vostre strade poteva-no dividersi già a 16 anni, quando ha bussato alla tua porta il Chelsea…“È vero… Avevo 16 anni e il Chelsea mi voleva. Ricordo che siamo andati a Londra io e mio padre. Per lui era il pri-mo viaggio in aereo e ricordo che era tesissimo più per il viaggio che per il re-sto (Ride ndr). Ricordo tutto, l’ambiente pazzesco, le strutture, fantastico ma, alla fine, in accordo con la mia famiglia, ho deciso di non andarci…”.

Spiegaci meglio come sei arrivato alla decisione di rifiutare i Blues…“C’era il timore di bruciare le tappe. Certo, mi offrivano un bel contratto ma i miei genitori mi hanno sempre detto che i soldi non sono tutto nella vita e, inol-tre, non me la sentivo di dividere la fa-miglia a quel tempo. Così, sia io e che mio fratello, andammo a Firenze, senza contratto. C’era Corvino e un progetto

L’INTERVISTA

DANILO D’AMBROSIO

IL MANCATO BLUES

NELLA NUOVA INTER DI ET, D’AMBROSIO NON VUOLE ESSERE

DI SEMPLICE PASSAGGIO…

di Fabrizio PONCIROLI

foto FC INTER

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L’INTERVISTA / DANILO D’AMBROSIO

DA TORINO CON FURORED’Ambrosio vuole lasciare

il segno all’Inter.

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L’INTERVISTA / DANILO D’AMBROSIO

di rinascita interessante, ci piaceva come soluzione…”.

Ma poi il contratto te l’hanno fatto?“Sì, sono arrivato a fine agosto e, a metà settembre, ho firmato un accordo di tre anni…”.

Mi pare che tuo padre sia fondamen-tale nelle tue scelte calcistiche…“Guarda, prima che iniziassi a giocare, mio padre pensava che la palla fosse quadrata. Non sapeva nulla di calcio. È sempre stata mia mamma la nostra pri-ma tifosa, lei ha giocato a calcio, doveva anche andare a giocare nelle Lazio ma mio nonno non le permise di farlo, pen-sava che i pantaloncini fossero troppo corti per lei…. Comunque, mio padre è un punto di riferimento, come lo è tutta la mia famiglia. Ogni decisione viene presa insieme, di qualsiasi natura essa sia”.

nel corso della tua carriera, hai avuto diversi allenatori. Tolto Mazzarri che stai ancora imparando a conoscere, chi ti ha aiutato maggiormente nella tua crescita?“Ne ho avuti tanti e tutti sono stati im-portanti. Penso a Rastelli o a Colantuo-no che mi ha lanciato, dalla LegaPro nei professionisti. Sicuramente non posso non citare Ventura. Senza i suoi consigli, avrei avuto più difficoltà al mio arrivo all’Inter…”.

ecco, parliamo dell’inter. Come ci sei finito?“Guarda, sapevo dell’interesse di Maz-zarri nei miei confronti sin dai tempi in cui allenava a Napoli. Quando è arriva-to all’Inter ho sperato che mi chiamasse e, a gennaio, ho ricevuto la telefonata che mi diceva che potevo andare all’In-ter. Ovviamente non ci ho pensato un at-timo…”.

Ora mi piacerebbe sapere del tuo pri-mo contatto con la Pinetina…“Guarda, a dire il vero mi sono più emo-zionato nell’entrare nello spogliatoio. Qui ho incontrato campioni che hanno fatto la storia dell’Inter e non solo… Pensa che, appena arrivato, mi sono fat-to fotografare con zanetti, questo ti fa capire quanto fossi emozionato”.

… ma si avverte il carisma di certi giocatori? Penso a gente come Za-

ANCHE GOLEADORCon i granata, ha segnato 10 gol inquattro anni...

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L’INTERVISTA / DANILO D’AMBROSIO

netti, Samuel, Milito, Cambiasso e via dicendo…“A pelle, subito lo avverti… Io faccio questo sport perché sono tifoso del cal-cio e, quindi, adoro i campioni, quelli che lo rendono eccezionale. Certo, non vincerò mai come loro, sarebbe già un sogno fare 1/3 della loro carriera ma già l’averci giocato al fianco è un gran-de risultato…”.

Grandi campioni e uno stadio, San Siro, che mette i brividi…“Ci avevo già giocato, da avversario, ma da interista è tutta un’altra cosa… Anche l’Olimpico di Torino, con la curva granata, è affascinante ma San Siro è San Siro”.

Sai che tutti aspettano il tuo primo gol in nerazzurro…“Ho segnato in qualsiasi squadra sono stato, spero presto di farlo anche con l’Inter. Anche perché, per vincere, biso-gna fare gol e magari qualche volta ca-piterà a me”.

ad oggi ne hai segnati 13 di gol, a quale sei più legato?“A quello segnato al Milan…”.

Cosa ti aspetti dalla nuova stagione?“Di migliorare sempre, ogni giorno lavo-ro per fare meglio, quindi spero di fare sempre meglio…”.

non è che l’europa league sarà una distrazione, vero?“Abbiamo fatto tanto per conquistarla e ci impegneremo al massimo per far bene. I giocatori, lo dico sempre, entrano in

UN RAGAZZO SOCIALDanilo ha un rapportosincero con i social network.

priMa che iniZiassi a Giocare, Mio padre pensava che la palla

fosse quadrata… era Mia MaMMa l’appassionatadi calcio…

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IL DANILO EXTRA CAMPO… DALLA POCA PROPENSIONE PER LA PESCA AL SIGNIFICATO DI MODA…

Dopo averlo conosciuto come calciatore, ecco uno spaccato di D’Ambrosio ragazzo partenopeo ora sotto le luci della città di Mi-lano…

Danilo, come si vive a Milano?“Bene, riesco anche a passeggiare, cosa che a Torino mi riusciva ma-gari meno…”.

Dicono che sei un grande appas-sionato di moda, qui ti sentirai a casa…“Scusa, ma quando tu ti vesti punti a vestirti male? Io credo che a tutti faccia piacere vestirsi bene, proprio come piace a me. Certo che qui a Milano c’è davvero di tutto…”.

Samuel si è appassionato alla pesca, tu?“No, non scherziamo, mi annoia da morire. Molti giocatori pescano o giocano a golf, forse per rilassar-si, a me viene un nervoso pazze-sco…”.

e quindi che ti piace fare?“Mi piace molto nuotare…”.

Sei però molto attivo anche su Twitter…“Guarda, credo che Twitter sia un mezzo per comunicare importante ma dipende come lo utilizzi. Io cer-co di usarlo secondo le mie regole, ovvero nel rispetto della mia per-sona e degli altri. Non so se sia il modo giusto ma è il modo giusto per me… Ecco, fossi stato uno stu-dente, l’avrei usato i social in ma-niera diversa…”.

Ultima: un film in cui ti sarebbe piaciuto recitare?“Non ho dubbi: ‘La grande bellez-za’…”.

L’INTERVISTA / DANILO D’AMBROSIO

campo sempre per vincere…”.

e Mazzarri, che idea ti sei fatto su di lui?“un grandissimo lavoratore. Non si rag-giungono i risultati solo perché hai la scritta Inter sulla maglia ma perché la-vori duramente e lui è uno che i risultati li ottiene…”.

Un giocatore che ti ha sempre affa-scinato e uno che ti ha messo in dif-ficoltà…“Beh, ce ne sono tanti, come ti ho detto mi piacciono i campioni. Messi sicura-mente poi Ronaldo, il brasiliano… Chi mi ha messo più in difficoltà? Direi Cuadra-do…”.

Visto che ti piacciono i campioni, a quale sportivo, extra calcio, chiedere-sti un autografo?“Vediamo, direi Federer, Nadal, LeBron James…insomma i campionissimi”.

Campionissimi che nel nostro cam-pionato sono una specie in via d’e-stinzione, colpa di un calcio italiano in crisi?“In Italia, le notizie negative fanno sem-pre più clamore. Abbiamo la tendenza a rovinare sempre tutto, sembra che lo si faccia apposta. Certo, i campioni di una volta non ci sono più ma non è detto che sia sinonimo di crisi, forse c’era un ecces-so prima. Credo che bisognerebbe avere più coraggio e difendere di più il proprio calcio, rischiando di più, magari lancian-do anche qualche giovane…”.

Però gli stadi sono sempre più vuoti…“È normale che faccia male vedere gli stadi semi vuoti ma, anche qui, magari ci sono ragioni che vanno comprese. Prima non c’era un servizio come quello offerto da Sky e Premium, la domenica era un giorno di festa e si andava più facilmen-te allo stadio. Ora, magari, la guardi a casa, spendendo anche meno… Insomma non c’è sempre una sola ragione…”.

Danilo, prima di chiudere, che obiet-tivi ti sei dato da giocatore dell’inter?“Di poter raccontare ai miei figli e ai miei nipoti di aver giocato ma anche vinto con la casacca dell’Inter…”.

Più chiaro di così…

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Intervista di Fabrizio Ponciroli

L’INTERVISTA / DANILO D’AMBROSIO

il no al chelsea? avevo

paura di bruciare le

tappe e non Mi andava di

dividerMi da Mio fratello e

dalla faMiGlia…

“”HOBBIES DA EVITARENiente golf e pescaper D’Ambrosio, meglio la moda.

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INTERVISTA SPECIALE

ADRIANO

L’IMPERATORE RITROVATO

ADRIANO A CUORE APERTO: “VOGLIO TORNAREIN ITALIA. INTER, SE MI CHIAMI TORNO DI CORSA”

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di Alessio ALAIMO

aturato, ritrova-to. Pronto a vivere un’altra avventura in Italia, questa vol-ta senza distrazioni. Adriano Leite Ri-beiro vuole un’altra

chance, la chiede quasi sottovoce. E sa che se gli verrà concessa questa volta non potrà più sbagliare. L’Imperatore, soprannome datogli dai tifosi dell’Inter quando giocava in nerazzurro, vuo-le tornare in cattedra. Pronto a stupi-re. E se qualcuno volesse scommettere su di lui, basta chiamare. Il telefono è sempre acceso, la chiamata dall’Italia è uno dei suoi desideri più grandi. Di recente Adriano è stato in Italia, per riabbracciare le persone care e per vicende private. “Ho rivisto tanta gente che mi vuole bene”, confessa in esclusiva a Calcio2000. Sognando il ritorno nel calcio italiano. “Al momento non c’è niente di concreto, ma sono felice – prosegue il bomber brasiliano – che se ne parli. Mi piace-rebbe ritornare a giocare in Italia, vorrei un’altra chance”. Un’altra chance per recuperare il tempo perduto, perché non è mai troppo tardi e la carta d’i-dentità è ancora dalla sua. Un’occa-

sione che magari potrebbe dargli il Catania. Recentemente infatti Adriano ha incontrato l’amministratore delega-to rosso azzurro Pablo Cosentino. “Mi ha chiesto informazioni su come stavo e altre cose così”. E per il futuro porte aperte al club catanese: “Perché no? È una bella squadra, a me interessa solo giocare. Non guardo la categoria, ma dove posso giocare. E un’altra occasione in Italia mi piacerebbe averla, davvero”. Chi prende Adriano non può pensare al suo passato burrascoso. Ma l’Imperato-re adesso è diventato grande. E certi comportamenti fanno parte del passa-to. “Da giovane non avevo nulla, poi ho avuto tanto e mi sono perso. Quando non hai niente e riesci a conquistare tutto ci può stare che ti perdi. Ma oggi sono più maturo, ho imparato tanto dagli errori. E ho famiglia. Sono cambiato”. Proba-bilmente a penalizzare Adriano è stato il suo carattere, perché le doti fisiche e tecniche gli avrebbero potuto far fare ben altro tipo di carriera. “Ad un certo punto ero da solo: non riuscivo a stare bene. Era un momento particolare della mia vita. L’Inter aveva capito che non sarei tornato, i miei ex compagni lo sa-pevano da tempo”. Parlare del suo ex agente Gilmar Rinaldi è come un tabù.

Meglio evitare. “Non m’importa”, dice quando gli ricordiamo che Rinaldi lo aveva sconsigliato alla Roma. “Io sono felice di aver giocato in giallorosso, ho trovato persone che mi hanno aiutato. Dai compagni ai tifosi. Anche la Roma è stata una bella esperienza”. Ricordi ed emozioni incancellabili nella mente dell’Imperatore. L’esperienza più bella? “Dopo Parma - racconta - l’Inter: il mo-mento più bello, davvero. Ricordo tutto, mi hanno chiamato per la prima volta Imperatore. Sono stato accolto davvero bene. L’Inter è nel mio cuore. E di Mo-ratti ho un ricordo straordinario”. E se arrivasse una nuova chiamata da Corso Vittorio Emanuele Adriano risponde-rebbe immediatamente. La squadra dei sogni? “Facile: l’Inter. Moratti è stato un grande. Se l’Inter mi chiamasse ci torne-rei di corsa, ma so che è difficile. Io vo-glio giocare”. Un’altra persona, diversa e più matura. Pronta a far ricredere tante persone. Lui, Adriano, che non di-mentica chi lo ha fatto diventare gran-de: “Cesare Prandelli. Il mio allenatore preferito, mi ha dato fiducia, mi ha fatto sentire bene”. E presto l’Imperatore po-trebbe tornare a divertire e divertirsi (calcisticamente parlando, s’intende) nel nostro campionato.

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INTERVISTA SPECIALE/ ADRIANOdi Alessio ALAIMO

LA FORZA DI ADRIANONel 2001, contro il Real, nasce il mito dell’Imperatore.... l’inter è nel

Mio cuore. e di Moratti ho

un ricordo straordinario. italia? ci tornerei

volentieri…

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INTERVISTA SPECIALE/ ADRIANO

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“Gli darei un’altra chance”, ammette in esclusiva a Calcio2000 alberto Fonta-na, ex compagno di squadra di Adria-no all’Inter. Un Adriano che è arrivato a Milano da giovane con una valigia carica di sogni e ambizioni, spezzati poi da una tragica notizia che è stata

conseguenza di tanti problemi: “Ricordo che eravamo in pullman e gli arrivò la notizia della morte del padre, era giova-nissimo e io lo ricordo come una monta-gna di muscoli davvero timida…”.

riavvolgiamo l’album dei ricordi: cosa le viene in mente pensando ad adriano?“Me lo ricordo come un ragazzo giova-ne, anche molto timido. Era arrivato in prova e l’allenatore gli aveva dato già qualcosa in più. Era molto semplice, di-sponibile, sempre con il suo fratellino più piccolo. Davvero, era ragazzo normale, dolce, semplice”.

Peccato che si sia perso…“Il calcio a volte è difficile da gestire: il successo, la perdita di suo padre da giovane, il non avere punti di riferimen-to possono creare dei problemi. Magari vieni avvicinato da qualcuno che non ti aiuta e così ti perdi”.

il ritratto di adriano. Ma c’è sempre tempo per recuperare…“Passare da una realtà dove ti devi gua-dagnare la pagnotta ogni giorno ad es-sere al centro dell’attenzione non è facile da gestire. Ha sbagliato perché magari non è stato aiutato, ma l’importante è capirlo. E fidatevi che questo ragazzo aveva e ha doti incredibili”.

insomma, un’altra chance in italia è giusto dargliela…“Mi auguro che qualcuno gliela possa dare. Ormai è un uomo maturo”.

Se oggi lo incontrasse cosa gli direbbe?“Lo saluterei normalmente. Lui probabil-mente mi direbbe ‘Ciao nonno’ (sorride, ndr). Di Adri ho un bel ricordo, a vol-te quei salti grandissimi della vita dove dalla normalità passi a cose non normali possono crearti delle difficoltà. Ma lui è un ragazzo buono. E mi piacerebbe ve-derlo ancora in Italia da protagonista”.

IL PENSIERO DI FONTANA

di Alessio ALAIMO

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Notte calda al Bernabeu ma, ovvia-mente, pubblico delle grandi occasioni. Ci si gioca il sempre divertente trofeo Santiago Bernabeu, da sette anni affa-re dei blancos. Di fronte al Real Madrid dei vari Casillas, hierro e Guti (mancano tanti campioni, ma si parla sempre del Real Madrid), c’è l’Inter di Cuper, dei vari Cauet, Binotto e Ventola. Il match è tipi-camente estivo. Al 39’ della ripresa, sul ri-sultato ancorato sull’1-1, Cuper manda in campo un ragazzotto di 19 anni di nome Adriano Leite Ribeiro… Il giovin brasilia-no mostra numeri da giocoliere e, a tem-po pressoché scaduto, manda in visibilio i presenti, con una bomba, rigorosamente di sinistro, che fredda Casillas, illuminando gli occhi di qualsiasi tifoso nerazzurro pre-sente o che, per sua fortuna, rivedrà quel

INTERVISTA SPECIALE/ ADRIANO

VOGLIA DI RIPROVARCIAdriano si sente ancora un giocatore di calcio...

14 AGOSTO 2001, IL GIORNO CHE ADRIANO DIVENNE uN CAMPIONE…

QUELLA VOLTA CHE gol… Una rete che vale il trofeo ma, so-prattutto, una certezza: il giovin brasiliano ha talento da vendere e una dinamite nel piede sinistro. Nasce così il mito di Adriano, colui che diventerà, per tutti (ma forse non per lui), l’unico ed inimitabile Imperatore. I media di tutto il mondo parleranno di “nuovo Fenomeno”, accostando il nome di Adriano a quello di Ronaldo. Bestemmia calcistica? Non proprio, il paragone ci sta e in tanti ci credono… A tal punto che la dirigenza nerazzurra (Adriano è arrivato, dal Flamengo, nell’ambito del passaggio di Vampeta al PSG) decide di non cederlo in prestito a nessuno (il Venezia sembrava averlo in mano) e di puntare su di lui… Purtroppo la presenza in rosa di trop-pi attaccanti con un nome più altisonante non giocheranno a favore di Adriano… Quel meraviglioso gesto tecnico al Ber-nabeu, a distanza di anni, resterà nella memoria come il momento della nascita di un campione, un campione che non diven-terà fuoriclasse per volere delle stelle…

di Fabrizio PONCIROLI

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Page 30: Calcio2000 n. 200

INTERVISTA SPECIALE/ ADRIANO

TANTI ECCESSIMai tranquillo ma semprepronto a rialzarsi....

Che non fosse un santo lo si sapeva sin dall’inizio. Uno come lui, diventato campione ancora in tenera età e con un retroterra social/economico non idillia-co, non poteva non scontrarsi con una realtà che tanto sa esaltare le belle favole, quanto disintegrarle alla pri-ma crepa. Problemi con l’alcool, con il peso, con le donne, insomma con tutto e tutti, compresa la sua personalità… Nel 2012, raccontando il suo addio al Flamengo, la sua squadra del cuo-re (allontanato per il vizio di saltare troppi allenamenti, oltre che per una

FOSSE STATO uN RAGAzzO DALLA VITA NORMALE, AVREBBERAGGIuNTO L’OLIMPO…

SOLO CONTRO TUTTI…

condizione fisica imbarazzante), l’Im-peratore si lascia andare, mostrando la tenerezza che lo contraddistingue: “un grande giornale brasiliano ha scritto che passavo le mie giornate in una fa-vela a Rio: in realtà, ero a San Paolo. In un’altra occasione, stavo prendendo un succo di ananas e hanno scritto che ero ubriaco di birra. Ho dovuto inviare lo scontrino fiscale per smentire. Questo mi dà fastidio, sono stati crudeli con me. Approfitto di questa intervista per fare una richiesta: qualunque sia la notizia che vi arrivi su Adriano, per favore, con-trollatela. Se fosse vera, non negherò...”. Ecco, lui non ha mai negato, neanche quando, probabilmente, avrebbe potu-to e dovuto. Una vita sempre al limite, nel tentativo di mantenere quella tran-quillità necessaria per essere il campio-ne che tutti bramavano. Ma, per dare il 100% in campo, dovresti avere una vita senza eccessi, quella che l’Impera-tore non si è mai potuto permettere...

di Fabrizio PONCIROLI

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INTERVISTA SPECIALE/ ADRIANO

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Page 32: Calcio2000 n. 200

inito il campionato sono arrivate le tanto attese vacanze per i calciatori. Il rompete le righe è arrivato presto per la mag-gior parte della ca-

tegoria non impegnata al Mondiale in Brasile. uscendo dai confini del Bel Pae-se e spostandoci in Francia, l’attenzione si è concentrata su Zlatan Ibrahimovic. Poteva essere una delle star della com-petizione, ma la sua Nazionale svedese non si è qualificata per la fase finale. Ibra, però, in Brasile ci è andato lo stes-so, ma con il costume al posto della ca-sacca svedese. Pochi giorni prima dell’i-nizio del torneo in Brasile spopolava in rete un video con protagonisti molti volti noti brasiliani, tra cui Ronaldo, i quali esortavano il campione svedese a visi-tare il Brasile, con tanto di hashtag #ve-mibra, ovvero vieni Ibra. Un’attenzione mediatica incredibile, tanto che l’attac-

cante ci aveva scherzato sopra: “Mi sa che mi toccherà cambiare i miei piani per le vacanze”. Ibra ha fatto tappa anche a Miami, dove si è concesso qualche ora di svago insieme a Felipe Melo. L’ex ju-ventino è infatti un ‘addicted’ della Flo-rida e degli Stati Uniti in generale. Per lui tappa anche nella West Coast e Las Vegas. La città dei balocchi è come sem-pre una tra le mete più ambite, tanto che vi hanno fatto visita anche Lorenzo De Silvestri, nel frattempo riscattato in-teramente dalla Sampdoria. New York è stata meta turistica invece per Marco Biagianti, fresco di nozze con Martina Angiolucci, ragazza conosciuta ai tempi del Catania. Viaggio di nozze al mo-mento rimandato invece per la coppia mondiale Montolivo-De Pin. Il capitano del Milan ha infatti disfatto le valige pronte per il Brasile e al momento si tro-va ancora a Milano, al riposo dopo il brutto e grave infortunio (frattura della tibia), rimediato a pochissimi giorni dal-

la partenza con la truppa azzurra. Tra i 23 convocati non figurava nemmeno Giuseppe Rossi, uno dei più grandi ram-marichi per Prandelli. L’italo-americano si è concesso qualche giorno di relax con la girlfriend Jenna a Nassau, alle Ba-hamas, per poi tornare nell’amato New Jersey. Ma la coppia più chiacchierata della Serie A, è senza dubbio quella composta da Mauro Icardi e Wanda Nara. Lei, ex moglie di Maxi Lopez, si è sposata con rito civile con il giovane attaccante dell’Inter a San Isidro (Bue-nos Aires). Cerimonia sobria, solo 12 gli invitati. Ben più accesa è stata invece la festa (oltre 200 gli invitati), che ha visto la coppia arrivare in carrozza a palaz-zo San Souci, a San Fernando. Tra gli altri anche Esteban Cambiasso e Javier Zanetti sono tornati a casa, in Argenti-na, mentre Kakà ha tifato per i conna-zionali brasiliani dagli spalti. Ancora non sono sposati, ma lo faranno presto, Fabio Borini ed Erin O’Neill. L’attaccante

SPECIALE ESTATE / CAMPIONI IN VACANZA

UN’ESTATE NEL PALLONE

DALLA TOSCANA DI CONTE ALLA MIAMI DI IBRAhIMOVIC, FINO AI CARAIBI DI MATRI. ECCO LE OASI DEI CAMPIONI…

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BORJA VALERO

FABIO BORINI JUAN ITURBE

FELIPE MELO

DANIEL OSVALDO

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di Cristina GuERRI

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SPECIALE ESTATE / CAMPIONI IN VACANZA

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ALESSANDRO MATRI

MARCO STORARI

VINCENZO MONTELLA

MAURO ICARDI

DANIEL OSVALDO

JOAQUIN

di Cristina GuERRI

poi qualche giorno di sport e moda tra Parigi e Milano per seguire il suo amico e connazionale spagnolo Rafa Nadal al Roland Garros e nella capitale della moda per sfilare per Giorgio Armani. e al Milan? Giampaolo Pazzini e consorte sono volati per una mini vacanza a Taor-mina insieme a Marco Storari e Veronica Zimbari. Dopo la Décima Carlo Ancelotti si è dedicato al matrimonio della figlia Katia insieme a Beniamino Fulco, nutri-zionista del Real, tenutosi nel Casertano. L’allenatore del Real si è poi spostato a Capri, dove magari avrà incontrato il collega Vincenzo Montella. I Caraibi e i suoi delfini sono stati scelti invece dalla bellissima coppia formata dall’ex velina Federica nargi e dal fidanzato Alessan-dro Matri, che dopo la non entusiasman-te avventura con la maglia della Fioren-tina, cercherà il riscatto con quella del Milan oppure una nuova in un’altra piaz-za, magari al sud Italia. Per il duo non poteva mancare Ibiza, una delle mete

più apprezzate e desiderate dai calcia-tori, dove sono stati fotografati insieme agli amici Borriello, Abbiati e Bonera. Ei-vissa meta di relax anche per Jose Cal-lejon (napoli), i fiorentini Borja Valero e Joaquin, Jonathan Biabiany (Parma), Cristiano Piccini (Livorno), Marco Capua-no (Pescara) e Alberto Paloschi; quest’ul-timo, attaccante riscattato dal Chievo Verona e compagno di nuotate di Giulio Donati, stellina del Bayer Leverkusen. I due sono stati beccati a fare baldoria anche in Versilia, a Forte dei Marmi. Quest’ultima immancabile tappa anche per la famiglia Gilardino, che si concede qualche giorno sul tirreno tutte le estati. Sono nel frattempo già finite le vacanze di Mimmo Criscito. Il terzino sinistro è già rientrato a San Pietroburgo, per lui è di fatto già iniziata la nuova stagione con la maglia dello Zenit. E c’è anche chi è andato lontano: Jorginho ha infatti rag-giunto il suo amico Emil hallfredsson nel-la lontana e fredda Islanda…

del Liverpool (quest’anno in prestito al Sunderland) ha donato alla ragazza un anello di diamanti a Times Square, nella Grande Mela. Capitolo Juventus. Il tec-nico Antonio Conte, dopo le fatiche per il terzo scudetto consecutivo, ha cercato per un po’ di relax in Toscana, dove si è rilassato tra le spiagge di Biodola e dell’Isola D’Elba. Uno dei giocatori chia-ve dello spogliatoio bianconero, ovvero Carlos Tevez, è tornato ovviamente in Argentina, dove tra i vari impegni de-dicati alla sua fondazione benefica ha fatto visita al nuovo centro sportivo del Boca Juniors. Una foto postata su twit-ter lo ritraeva insieme all’ex compagno di squadra Daniel Osvaldo al fuerte apache, il barrio di Buenos Aires dove è nato e cresciuto l’attaccante ex Manche-ster United e City. Buenos Aires anche per Juan Iturbe, uno dei sicuri protago-nisti di questo caldissimo calciomercato. Il bello e bravo, Fernando Llorente, è tornato invece a casa in Spagna. Per lui

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laura, raccontaci come siete di-ventati una cop-pia…“Io e Marco ci co-nosciamo fin da pic-colissimi, abbiamo frequentato la stessa scuola materna. Tut-tavia, per noi, non è stato amore a prima vista ma il nostro sen-timento è cresciuto nel tempo”…

Svelaci come ti ha conquistato Marco?“Con la sua semplicità e la sua umiltà, due sue grandi doti”.

Cosa ti ha fatto inna-morare di lui?“I suoi occhi mi hanno fatto innamora-re di lui e la sua allegria. Marco riesce sempre a farmi sorridere e a trovare un lato positivo in tutto, adoro questo lato del suo carat-tere”.

C’è un suo difetto che pro-prio non sopporti?“Si, è veramente troppo di-sordinato (ride, ndr)”.

Come è Marco nella vita privata, lontano dai riflet-tori?“Nella vita privata è come lo vedete voi, un ragazzo sempli-ce, lui è sempre se stesso, fuo-ri e dentro al campo, cioè un ragazzo, come dicevo prima, semplice ed umile”.

Pare evidente la sua passione per i tatuaggi…“Ne ha sette di tatuaggi… Io invece ne ho uno solo, dedicato a lui”.

Il centrocampista del PSG e della Nazionale Marco Verratti e la sua bellissima compagna Laura zazzara si conoscono fin da piccoli (cinque anni, ndr). il loro amore è cresciutonel tempo, portandoli ad essere una coppia felice ed affiatata. Li abbiamo sentiti per saperne di più sulla loro unione..

A CASA VERRATTI

Di Barbara Carere

Pensate mai al matrimonio? Soprat-tutto adesso che è nato Tommaso, il vostro primo figlio?“Si, a dirti il vero pensiamo di farlo, tra non molto…”.

Chi cucina in casa?“In casa cucino io anche perché lui sa preparare solo le omelette”.

Quale è il suo piatto preferito?“Va pazzo per i ravioli”.Per prenderlo per la gola cosa gli prepari?“Facile, i ravioli o le lasagne e vado sul sicuro (ride, ndr)”.

Cosa ti piace di più del lavoro di calcia-tore del tuo com-pagno?“A dir-ti il vero la sua felicità. Quando gio-ca a calcio, si vede che è fe-lice”.

Cosa invece non sopporti del mondo del calcio?“I ritiri perché ci tengono separa-

ti, anche se mi rendo conto che sono indispensabili per prepararli bene mentalmente prima di una gara”.

Come trascorrete il tempo libe-ro?“Con no-stro figlio Tommaso e il nostro ca-gnolone Ciro, s o p r a t t u t t o passeggiando per Parigi”.

Quale è la sua dimostrazione d’amore quoti-diano?“Lo starmi al fian-co ogni giorno, come se fosse il primo giorno di

fidanzamento”.

laura cosa gli auguri per la sua car-riera calcistica?“Naturalmente, il meglio. Marco è un uomo meraviglioso e si merita di realiz-zare tutti i suoi sogni”.

Ci racconti il nomignolo con cui lo chiami in privato?“Lo chiamo Angi, come angioletto”.

UN RAGAZZO FELICEInsieme a Laura,

Marco si sente a casa...

L’ALTRA METÀ DI / MARCO VERRATTI

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IL NUOVO CHE AVANZAPaparesta, il futuro del Bari passa da lui.

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Bari 2.0“IL FALLIMENTO LA NOSTRA SVOLTA. IL BARI uNA FAMIGLIA, SIAMO MORTI

E RINATI TuTTI INSIEME”

di Alessio ALAIMO

na famiglia, un grup-po vero”. Una sta-gione da ricordare, che potrebbe essere racchiusa così, nel-le parole del team manager Claudio

Vino. Il Bari ha stupito tutti, probabil-mente nessuno – neppure in squadra e in società – si aspettava una stagione così. Sorprendente, bella, emozionante. Mille problemi. Il fallimento, la rinasci-ta. E una cavalcata incredibile. Emozio-ni e sensazioni difficilmente ripetibili. In campo e fuori. Con il futuro che sem-bra più radioso che mai con la nuova proprietà, sotto la regia di Gianluca Paparesta, che tra lo scetticismo di tut-ti – anche interno al club – ha stupito e mosso passi concreti risollevando la società dalle macerie. E adesso Bari può sognare. Calcio2000 ripercorre in esclusiva le tappe della stagione insieme ai protagonisti: l’allenatore

Roberto Alberti, il capitano Defendi, il team manager claudio Vino – figura di raccordo tra squadra e società – e il segretario Piero Doronzo, diciotto anni al servizio del Bari. E una storia ancora tutta da scrivere.

“La stagione è stata straordinaria, c’è stata grande alchimia tra città, tifosi e squadra”, dice Alberti, trascinatore del Bari insieme a Zavettieri, altra guida fondamentale nella stagione dei gal-letti. “La società è fallita – ricorda l’al-lenatore biancorosso – ma è successo qualcosa di straordinario, che rimarrà nella storia non solo del Bari. Il calcio offre anche queste opportunità”.

alberti riavvolge l’album dei ricordi. Quali sono stati i momenti decisivi? “Per la salvezza la partita decisiva è sta-ta quella contro il Lanciano, lì abbiamo capito che ci saremmo potuti salvare. Il sogno invece lo abbiamo cominciato a

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coltivare dopo la vittoria di Varese: lì siamo ripartiti. Ma ci è servita anche la sconfitta di Modena, per compattarci. E anche il mercato di gennaio, con gli arri-vi di Lores, Delvecchio, Nadarevic, zanon e Cani ha fatto scattare la scintilla”.

Un’impresa resa possibile anche dal supporto della dirigenza, malgrado l’assenza di una proprietà. “Ma Angelozzi e il segretario Doronzo - prosegue Alberti - non ci hanno fat-to mai mancare nulla, i ragazzi poi sono stati straordinari. E non dimentichiamoci dei curatori fallimentari, ci hanno per-messo di stare tranquilli. Con loro c’è stata grande sintonia fin da subito”.

Piena sintonia anche con il capitano, Defendi. “Per come è cominciato l’anno - dice il centrocampista - ci siamo presi una rivin-cita: il ritiro, l’allenatore (Gautieri, ndr) che non si presenta, mille problematiche. Siamo stati fantastici, è stata una gran-de stagione. Il momento chiave? Il falli-mento ha fatto scattare la scintilla, si è rivista la gente allo stadio. un tifo come il nostro aiuta tantissimo. Poi il direttore Angelozzi e il segretario Doronzo sono stati fantastici, per loro siamo come figli. Hanno fatto di tutto per farci stare bene, nonostante tutto. E anche i curatori falli-mentari hanno contribuito molto per non farci mancare nulla. Siamo una famiglia, ci siamo aiutati a vicenda nei momenti più difficili”.

e il futuro porta il nome di Gianluca Paparesta: “Lo abbiamo conosciuto poco. Mi auguro che la proprietà abbia voglia di fare qual-cosa di importante e di grande a Bari”.

Defendi però ci tiene a fare una dedi-ca particolare per la stagione del Bari: “Per i magazzinieri e per le signore delle pulizie, tutte persone che anche quando non prendevano stipendi si presentavano al posto di lavoro e ci davano l’abbi-gliamento pulito per farci allenare. Que-sta stagione è stata soprattutto la loro vittoria”.

e sorride anche Claudio Vino, team manager. “Con Angelozzi e Doronzo la società è stata presente, il mio ruolo è stato quel-lo di coordinare la programmazione: le

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LA GARA DELLA SVOLTAAlberti non ha dubbi:

quella con il Lanciano.

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problematiche che subentrano nei ragaz-zi giorno dopo giorno, la gestione delle trasferte. Ma con questo gruppo tutto è stato più semplice, non è una frase fatta. Siamo diventati una famiglia, davvero. I ragazzi sono stati estremamente positivi, è la verità. Le difficoltà iniziali ci han-no stimolato e aiutato”. La parola poi a Piero Doronzo, il segretario e deus ex machina della società.

Doronzo, una stagione importante: dal fallimento al sogno. Come è andata?“Si è creata un’alchimia che difficilmente si ripeterà. A memoria non ricordo una cosa del genere: una squadra abban-donata, fallita, che riscopre il sostegno dei tifosi. un sostegno imprescindibile. La squadra è stata brava a trascinare i tifosi e viceversa. I curatori fallimentari hanno fatto anche i presidenti. Tutte le componenti hanno permesso di ottenere un grande risultato: aver riavvicinato una città alla squadra del cuore”.

Che contributo avete dato lei e ange-lozzi nei mesi del fallimento?“Angelozzi e Vinella in tante occasioni hanno anticipato dei soldi, ma al di là di questo abbiamo cercato di dare tran-quillità. Si correva il rischio di precipitare in maniera vertiginosa. Ma i ragazzi sa-pevano che li avremmo difesi e sostenuti in qualsiasi circostanza. Non gli abbiamo mai fatto pesare le difficoltà: per ogni cosa c’eravamo sempre”.

Ma perché il Bari è fallito?“Davvero, non lo so. Il Bari aveva il bi-lancio come fiore all’occhiello: c’era ric-chezza. Poi un lento declino, il distacco della tifoseria, la retrocessione. E quan-do retrocedi ti porti dietro i contratti di Serie A. Abbiamo fatto un miracolo con Conte, ma sono convinto che dopo il primo anno di Ventura - e l’addio di Perinetti - sarebbe stato meglio risanare la società, anche a costo di retrocedere. Bisognava risanare, ma questa cosa era di competenza della proprietà. Serviva dire: “Abbiamo dei debiti, con i contri-buti risaniamo la società e facciamo un campionato che se ci va bene ci salviamo e ripuliamo. Altrimenti, se retrocediamo, il bilancio è comunque salvo”. Quando hai una società pulita e retrocedi puoi subito ritentare di vincere il campionato l’anno dopo. una volta Vincenzo Ma-tarrese mi disse: “Piero, avevi ragione”.

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CAPITAN DEFENDIUno dei simboli della rinascita.

ANCHE NADAREVIC…Tutti, al Bari, hannolasciato il segno.

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una frase che non dimenticherò mai”.

Ha lavorato con quattro direttori spor-tivi: chi quello a cui è più legato?“A tutti. Con Regalia c’era un rapporto più di rispetto perché era molto più grande di me. Con Perinetti sono stati tre anni bellissi-mi in cui abbiamo vinto, a Fausto Pari sono legato anche se gli anni sono stati difficili e Angelozzi lo conosco da trent’anni: con

cio di necessità virtù. Ma se mi dicono altre cose… Giorgio con noi ha vinto il campionato e i risultati parlano per lui. Il resto non conta”.

Che rapporto ha con i Matarrese oggi?“Non ci sentiamo più dal fallimento”.

il momento più brutto, per lei, il falli-mento della società.

una squadra abbandonata,

fallita, che riscopre il sosteGno dei tifosi. un sosteGno

iMprescindibile…- P. DORONZO -

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Guido sono stati quattro anni bellissimi, intensi, con sofferenze. Vincere sempre sa-rebbe bello, ma le sofferenze aiutano”.

Qualcuno a Bari, in maniera azzar-data, ha dato la colpa dei problemi economici alla gestione Perinetti. “Queste cose però dipendono da chi le mette in giro. Se a me dicono che devo arrivare a Milano con il motorino fac-

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CHE SPETTACOLODa piazza morta a tifoseria bollente,

è il nuovo Bari.

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“Quando i libri vanno in tribunale non puoi dimenticarlo: finisce una storia, un’era. Quella è stata una pagina nera. Ma la notte di Venezia - era la stagione 2003/2004 - ho pianto, quando siamo retrocessi dalla B alla C. Per fortuna poi c’è stato il ripescaggio”.

il Bari ha una proprietà (i Matarrese) e nessuno va allo stadio, fallisce e i tifosi

si avvicinano alla squadra. Strano, no?“Quando lavori per una società devi sempre sposare la causa. Ricordo che quando sono arrivato a Bari c’era già contestazione, anche se le cose andava-no bene. un po’ come quando moglie e marito non vanno d’accordo…”

i Matarrese torneranno ad interessar-si del Bari, da tifosi?

“Non lo so…”

e dal futuro cosa si aspetta?“Spero che il Bari possa mantenere l’entusiasmo: una delle vittorie più bel-le. La società è in mani solide, questa è la cosa più importante”.

Cosa ricorderà sempre della stagione?“Che siamo morti e rinati tutti insieme”.

…per la salveZZa la partita decisiva è stata quella contro il

lanciano, lì abbiaMo capito che ci sareMMo potuti salvare… - R. AlbeRti -

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ncora una volta, il sogno di un’intera regione si è infranto contro la dura legge dei play off. Un anno fa fu fatale la se-mifinale contro il carpi,

quest’anno la speranza è tramontata solo in finale, al Piola di Vercelli. “Per la Serie B, sarà la per la prossima stagio-ne” si leggeva sul sito del Fussball Club Südtirol pochi minuti dopo il triplice fi-schio che ha messo la parola fine ad una stagione comunque da incorniciare e conservare negli annali. Squadra gio-vane (rifondata nel 2001 dalle cene-ri dello Sport Verein Milland, poi F.C. Südtirol-Alto Adige) e intrinsecamente legata al territorio, il Südtirol, tra una vicissitudine e l’altra, calca i campi del-la Prima Divisione dal 2010, provando in più occasioni la scalata al calcio che conta, quella Serie B che intriga i sogni di quegli sportivi altoatesini, che una volta ricordavamo solo per gli sport in-vernali, vera e propria specialità della casa al pari di canederli e dello stru-del, ora invece si fanno valere anche nel rettangolo di gioco. In breve tempo il Fussball Club Südtirol ha unito – sotto la bandiera a scacchi biancorossa - le

due comunità (italiana e tedesca) figlie della stessa terra. Che la si chiami Sud Tirolo o Alto Adige poi, è solo questione di punti di vista: ciò che importa è la voglia di raggiungere, insieme, un uni-co sogno. Calcio2000 ha incontrato uno degli artefici del ‘miracolo Südtirol’, il direttore sportivo Luca Piazzi.

Direttore, partiamo dalla fine: una pro-mozione sfiorata al termine di una sta-gione comunque da applausi: cosa è mancato per il grande salto?“Mi sento di dire che, nella finale contro la Pro Vercelli, siano mancati solo gli epi-sodi. Abbiamo giocato alla pari con gli avversari, ma non siamo stati fortunati…”

Che voto si sente di dare alla stagione dei suoi ragazzi?“Direi un otto pieno, che considero una giusta media tra l’inizio difficoltoso e un finale in crescendo, che ci ha portato ad un passo dal traguardo”.

le chiedo anche tre aggettivi per de-scrivere quest’annata…“È stata un’annata coinvolgente, alterna ed emozionante, figlia di una crescita sor-prendente che ci ha portato a sfidare ai

play-off squadre come Como e Cremone-se, che abbiamo superato guadagnandoci l’accesso alla finale”.

Facciamo adesso un salto indietro: come nasce il progetto Südtirol?“Sono arrivato in Alto Adige cinque anni fa, trovando la squadra in Seconda Divi-sione. Da allora abbiamo conquistato la promozione in Prima, categoria che sia-mo riusciti a mantenere nonostante qual-che difficoltà iniziale (la retrocessione sul campo, poi annullata, a causa del coinvol-gimento del Ravenna in vicende di calcio scommesse, n.d.r), salvo poi confermarci come realtà importante. Questo grazie al progetto formativo stilato dal club, che abbraccia tutta l’area tecnica, dalla scuola calcio alla prima squadra, portan-dola ad identificarsi con quelli che sono i valori che trasudano da questa maglia e da questa terra e che possono riassumersi in organizzazione, lavoro e motivazione”.

lei parlava di area tecnica dove, negli ultimi anni, si sono succeduti allenato-ri del calibro di Sannino, Tesser, Strop-pa, Pellegrino, tutta gente che ha poi occupato panchine prestigiose…“Tutti grandi allenatori che hanno dato

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LA ‘NAZIONALE’ D’ALTOADIGE… LA SERIE B È STATA SFIORATA MA L’APPUNTAMENTO CON LA STORIA È SOLO RINVIATO… IL SUDTIROL CI CREDE.

LEGA PRO

SUD TIROL

SUPER SUDTIROLNonostante la B mancataall’ultimo, stagione da incorniciare per la squadra d’Alto Adige.

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di Carlo TAGLIAGAMBE

AD UN PASSO DALL’IMPRESAIl Sudtirol ha perso

la finale play off per andare in cadetteria

contro la Pro Vercelli...

tantissimo all’Alto Adige in termini di organizzazione, idee ed entusiasmo: ognuno di loro ha contribuito in maniera determinante alla costruzione di questa realtà, ciascuno con il proprio stile…”

Una realtà sempre più solida, che è ri-uscita anche a far appassionare tifosi normalmente ‘dediti’ ad altri sport…“Sì, siamo uno dei pochi club in Italia dove un azionariato popolare possie-de una quota della società e, anche in virtù di questo, stiamo lavorando per

fidelizzare sempre più tifosi di entrambi i gruppi etnici (tedesco e italiano, n.d.r) in una provincia dove non c’è mai stata grande tradizione calcistica. Eppure, nel corso della stagione, abbiamo registrato al Druso circa 1.500 spettatori a partita, con gruppi organizzati che seguono an-che le trasferte. Numeri importanti per la categoria, che puntiamo a migliorare ul-teriormente sfruttando il legame speciale che abbiamo con il territorio”.

rapporto squadra-territorio che è un po’ la filosofia del vostro club. Viene in mente, con le debite proporzioni, il caso dell’athletic Bilbao, che schiera solo giocatori baschi: è ipotizzabile, in un futuro, un Südtirol fatto di gio-catori altoatesini?“Il paragone è eccessivo, quanto stimo-lante! (ride, n.d.r) Però l’idea di poten-ziare il settore giovanile c’è ed è prio-ritaria nei progetti del club, che punta ad avere uomini legati alla maglia. Non a caso ci siamo dati l’obiettivo, entro il 2018, di portare tre giocatori altoatesi-ni in prima squadra ogni due anni. Que-

sto proprio per dare un’anima ‘territo-riale’ alla squadra”.

Obiettivi per il futuro?“Cercheremo di fare ancora una prima divisione di vertice, confidando anche di avere maggior fortuna se mai dovessimo tornare a giocarci la Serie B…”

Dicono che non ci sia due senza tre, e allora l’anno prossimo potrebbe essere davvero quello buono per spiccare il volo. In bocca al lupo!

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D.S. LUCA PIAZZI E MISTER CLAUDIO RASTELLI CORAZZA, FURLAN E CAPPELLETTI

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SICILIA IN FESTAL’Akragas è tornataprotagonista nelgrande calcio.

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AKRAGAS

a più bella città dei mor-tali”, con la sua stermi-nata valle, dominata da quei templi che raccon-tano di un passato glo-rioso che è ancora pre-

sente. Quella che un tempo fu Akragas oggi è Agrigento. “What we have been is what we are”, ovvero, ciò che siamo stati è ciò che siamo. Lo sa bene Sil-vio Alessi, che guardando al passato ha ridato un presente e soprattutto un futuro al calcio della sua città. Così, dalle ceneri dell’Agrigentina rinasce l’Akragas, gloriosa società calcisti-ca siciliana, che negli anni ‘80 giunse sino all’allora Serie C1 con il Professor Scoglio in panchina. Tra i simboli del nuovo Akragas, vi è senza dubbio il niscemese Alessandro Bonaffini, lui sì, profeta in patria, con-trariamente a quel che di solito si dice.

alessandro, siete arrivati a un passo dal sogno... Cosa è mancato perché si trasformasse in realtà? “Siamo stati sfortunati, ma, al di là di questo, forse non abbiamo saputo ge-stire la pressione nel momento cruciale della stagione e quindi non siamo arri-

vati sereni all’appuntamento più impor-tante”.

il sogno però è ancora possibile gra-zie ai ripescaggi... a volte il destino offre una seconda chance, quanto sentite di meritarla?“Noi crediamo fortemente a questa pos-sibilità, perché ci sono società, compli-ce il delicato momento attraversato dal nostro Paese, che attualmente versano in condizioni assai difficili, mentre il nostro è un club sano, ambizioso e con i conti in regola. È una possibilità che, secondo me, ci siamo meritati sul campo, la me-rita il presidente per i tanti sacrifici che ha fatto, la meritano i tifosi che ci sono stati sempre vicini nell’arco dell’intera stagione, la merita questa città”.

Si dice che nessuno sia profeta in patria, ma tu sei forse l’eccezione che conferma la regola: siciliano di successo nella tua Sicilia. Senti forte questo legame con la tua terra?“È motivo di grande orgoglio per me giocare nella mia terra e di poter con-tribuire a portare il più in alto possibile il calcio siciliano e l’Akragas. Sono fiero di poter rappresentare non soltanto la

città di Agrigento, ma la Sicilia tutta a livello nazionale. Lo considero un onore, non un peso”.

agrigento è conosciuta in tutto il mondo per la maestà dei suoi templi, che da millenni esercitano un fascino ancora oggi immutato, il fascino del-la storia, di un passato che nobilita il nostro presente. Quest’akragas può diventare simbolo e vanto di questa città, all’ombra dei suoi templi?“Credo di sì, perché Agrigento vive di calcio, il legame tra la città e la squadra è profondo, quasi simbiotico. Se riusci-remo a realizzare il sogno di approdare in Lega Pro, sono convinto che l’Akra-gas diventerà anch’essa un simbolo al pari dei templi”.

Che rapporto ha agrigento con il cal-cio e con la squadra?“Quando sono arrivato qui, ormai due estati fa, c’era grande amarezza per una Serie D sfumata in dirittura d’arri-vo, ma, grazie ai sacrifici del presiden-te Alessi, persona seria e ambiziosa, il club è ripartito da un tecnico prepara-to come mister Rigoli e da un gruppo di calciatori che ha saputo centrare la

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AKRAGAS, IL NUOVOCHE AVANZADALLE CENERI DELL’AGRIGENTINA RINASCE UNA DELLE PIù GLORIOSE SOCIETà CALCISTIChE SICILIANE…

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di Gabriele CANTELLA

IL SIMBOLO BONAFFINIL’anima dell’Akragasconfida: “Qui si vive

per il calcio”...

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potuto calciarlo tu, forse...“Prima di subire la rottura dei lega-menti del ginocchio mi sentivo un gio-catore importante per questa squadra e quindi veder lottare i miei compagni sul campo senza poter far nulla per aiutarli, specialmente in certi momenti di difficoltà, mi ha fatto soffrire, mi ha fatto sentire impotente ed è per questo che ho provato in tutti i modi ad ac-celerare i tempi di recupero per poter tornare a giocare prima possibile. Poi,

per quanto riguarda l’episodio che ha deciso, purtroppo in negativo per noi, la finale play off, cioè il penalty sba-gliato da Arena, ci tengo a sottolineare che Nicola (Arena n.d.r) è il rigorista designato della squadra ed è stato tra i principali artefici dei recenti successi dell’Akragas con 49 gol realizzati in due stagioni. Detto questo, se fossi stato in campo mi sarei senza alcun dubbio presentato sul dischetto, perché non mi tiro mai indietro di fronte a niente”.

promozione vincendo il campionato di Eccellenza, riportando un entusiasmo e una pas-sione che ad Agrigento non si conoscevano da anni”.

Che tipo di giocatore è alessandro Bonaffini? Come ti definiresti calci-sticamente?“Un giocatore duttile, che sa sacrificarsi per la squadra, sempre a disposizione del mister e dei propri compagni. Riesco a ricoprire più ruoli con egual efficacia, ma la posizione in cui mi trovo meglio e nella quale mi piace giocare è quella di trequartista, anche se vengo più spesso schierato da mezzala di centrocampo”.

ripercorriamo insieme la vostra sta-gione... Quali nella tua memoria le tappe fondamentali di un’an-nata che vi ha comunque visto protagonisti?“Abbiamo disputato una prima parte di stagione straordinaria, arrivando a chiudere il girone d’andata a pari punti con la corazzata Savoia. Poi, purtrop-po, nel mese di gennaio il rendimento della squadra è calato notevolmente e non siamo riusciti a far nostro lo scontro diretto col Savoia, terminato in parità, ma fortunatamente ci siamo ripresi e ab-biamo concluso alla grande un’annata, che, a parte l’epilogo amaro dei play off, ci ha visti comunque protagonisti”.

Tu sei reduce da un infortunio che ti ha tenuto fuori per gran parte del-la stagione, quanto hai sofferto a guardare i tuoi compagni lottare in campo senza poterli aiutare? Se quel penalty contro la Correggese avessi

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I RE DEL MERCATO

ANDREA D’AMICO

l primo sole di pri-mavera. Una brez-za leggera. Andrea D’Amico indica lon-tano, verso orizzonti conosciuti. “Là c’è Villafranca”. l’infinito

al di là dello sguardo è per lui un por-to sicuro. Della memoria, dei ricordi. Il sorriso non nasconde i pensieri che frul-lano, quando gli occhi si socchiudono e scrutano indietro, nel passato. Una torre spezza la Pianura Padana, dopo una lunga fila di cipressi. “Sono nato lì, il 29 agosto del 1964”. La prima riga della carta d’identità la legge nella memo-ria, dall’alto della sua Custoza. Un po-sto che sprizza storia in ogni angolo, ad ogni incrocio, in ogni mattone. “È l’ultima collina prima della Pianura Padana. Qui si sono combattute due guerre d’Indi-pendenza, perse perché i nostri generali sono stati allenatori peggiori di quelli austriaci. Ed è qui, su questi prati, che nasce anche la storia del tamburino sar-

do, raccontata poi da De Amicis”.

Sembra molto felice qui. a Casa, con la C maiuscola. “Già, è la mia isola felice, qui mi sento in vacanza tutto l’anno. Qui - indica la terrazza - c’erano i cannoni delle nostre truppe. Tutto profuma di storia, sono un tipo che ama case coloniche come que-ste, non il moderno”. Un tipo all’antica ma, pure, un tipo sportivo. “L’ho sempre amato ed ho fatto di tutto, dal calcio alla pallanuoto, passando dal basket allo sci nautico. Sono stato anche istruttore”.

Un passato rock.“Già. Per due anni sono stato istruttore al Garda, poi due in Sicilia, a Siracusa e due all’Excelsior di Venezia, dove si tiene il Festival del Cinema. Tenni delle lezioni anche agli Spandau Ballet”.

round and round, cantavano nel 1985. Gira che ti gira, lo sport conti-nua a far parte della sua vita.

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D’AMICO COME PRIMA

LA SUA TERRA E LA SUA STORIA. GLI INIZI, IL MONDIALE DEL 2006 CON GATTUSO E

L’AMICO DEL PIERO. ANDREA D’AMICO SI RACCONTA. “SONO UN UOMO SERENO”.

di Marco CONTERIO

foto Federico DE LuCA

“Non solo: nel frattempo mi sono lau-reato a Modena, in Giurisprudenza, nel 1988. Nel frattempo, durante due anni di pratica legale, insegnavo ancora sci nautico ma pure sulle nevi. Siamo una grande famiglia di sportivi”.

anche suo padre.“Nazionale di bob a due ed a quattro. Ha inaugurato la pista notturna di Corti-na, per poi porgere a tutti una domanda. ‘Ma se durante una discesa dovesse ve-nire meno la corrente?’. Legittima, no?”.

Poi, il calcio.“Questo lavoro, quello di agente, nasce ‘per caso’, se vogliamo. un anno, mentre facevo marketing e business administra-tion, seppi che al Jolly di Milano Fiori si teneva il calciomercato. Chiesi al profes-sore di uscire dalla lezione, era il 1990...”.

e lì tutto ebbe inizio.“Era luglio e, nonostante all’epoca la fi-gura non fosse tanto in vista come oggi,

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UN AGENTE VEROD’Amico è un

procuratore unico,a 360 gradi...

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almeno ai non addetti ai lavori, conosce-vo molti volti tra i procuratori. Incontrai Oscar Damiani, gli chiesi cosa avrei dovu-to fare per entrare in questo mondo. Abi-tavo, come adesso, vicino a Verona, e mi presentò Claudio Pasqualin, di Vicenza”.

ecco dove, come e quando nasce uno dei connubi più vincenti della storia del mercato italiano.“Ritornando indietro, a quanto poco dor-mivo a quei tempi, non so come abbia fatto a trovare tutta questa forza. Sono stati e sono ancora anni bellissimi: all’i-nizio seguivo i suoi giocatori, è stato un maestro importante che mi ha insegnato tantissimo. Poi, pian piano, ho iniziato ad avere i miei, partendo dalle categorie inferiori. Vedevo tutto con gli occhi del bambino, stupefatto ed entusiasta”.

Chiaro: dai sogni ai grandi del calcio, c’è da immaginarsi solo l’emozione.“Da Lentini, a Tassotti, da Vierchowod ad Amoruso, passando da Marocchi, Berti, Ganz, Branca, Del Piero, Gattuso, senza scordare tutti gli altri”.

Parliamo nello specifico di ringhio.“Me lo presentarono in Scozia ed ogni

volta che penso alla nostra storia lavora-tiva, mi sembra di vedere un film. Lo co-nosci a vent’anni e lo ritrovi campione del Mondo. A volte non sei solo l’agente: a volte sei l’avvocato, altre un amico, altre ancora un confidente oppure un consu-lente. Ripeto, ho uno splendido rapporto simbiotico e totalizzante coi miei ragazzi

e sono felice che ora Rino sia andato in Grecia, ad allenare l’Ofi Creta”.

alti, ma pure bassi. Con Gattuso ne ha vissuto uno di recente, visto che la Procura di Cremona ha indagato nell’ambito del nuovo filone d’inchie-sta sul Calcioscommesse del dicem-bre 2011.“Quando uno è famoso c’è più clamore mediatico, ma serve un atteggiamento di garanzia fino in fondo, onde evitare che ci siano giudizi affrettati. Bisogna essere prudenti e rispettare il lavoro degli in-quirenti”.

Fortuna che è una splendida giornata. L’orizzonte è chiaro ed i prati sono in fiore. un’aria quasi bucolica, di quelle che ti vien voglia di camminare a piedi nudi sui prati. Mette il buon umore, que-sto primo sole tiepido, anche a D’Amico che guarda lontano, verso i momenti fe-lici del suo passato calcistico. “Le finali di Champions, quelle del Milan, le impre-se della Juventus. Ricordo con amarezza anche l’infortunio di Del Piero - com-menta, mentre tra le mani accarezza le scarpette del numero dieci bianconero - e l’operazione in Colorado nel 1998”.

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TANTI CAMPIONICon Gattuso il rapportoè cominciato in Scozia...

Gattuso? Me lo presentaronoin scoZia ed oGni volta che penso alla

nostra storia lavorativa, Mi seMbra di vedere

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vent’anni e lo ritrovi caMpione

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sca, dove pace, serenità e panorama sono le parole più in voga. La Contessa sorride, con D’Amico parla di vita quo-tidiana, di vicinato e di cose semplici. Un’altra occhiata all’orizzonte, poi di nuovo nel suo regno, diviso tra fami-glia, natura e cellulare. “Non lo spengo mai, sono sempre reperibile. Anche con la stampa, mi piace avere un ottimo rap-porto”.

Deo gratias. Sappia che non è cosa comune. anzi.“Chiaro. E grazie a stampa e cellulare se sono riuscito a fare anche affari improv-visi. Con Gattuso, per esempio: ero nelle Highlands, ma mi hanno rintracciato e da lì è nato il nostro splendido rapporto. Così come con Vierchowod: Baresi si fece male al braccio, mi chiamarono e subito nacque l’idea di farlo passare al Milan. Questo lavoro è fatto di passione, per questo devi, ma anche vuoi, essere sem-pre disponibile. Coi giocatori, poi, tendo ad avere un rapporto totale e quel che faccio è per il piacere di fare, non per arrivare certo a tutti i costi, non per esser celebrato”.

a proposito dei suoi talenti, impos-sibile non concedere una parentesi a Sebastian Giovinco.“Fu Luca Pasqualin a conoscerlo per pri-mo, con Sebastian ho un rapporto fanta-stico. È un ragazzo unico, viene da una famiglia speciale e merita tutto quel che sta ricevendo dalla carriera. Anche coi suoi ho un ottimo rapporto”.

ed il futuro di Sebastian?“Parleremo a fine stagione con la Juven-

Un altro giocatore che, con lei e Pa-squalin, ha vissuto grandi momenti.“Con Alex ho un rapporto eccezionale. Mi sono sposato nel 1998 e, nonostante l’infortunio, fu mio testimone di nozze. A Castellaro Lagusello, un borgo della Fai di poche anime, come piace a me, che rispecchia a pieno la mia concezione di terra e di casa”.

Una Casa. Che è pure espressione della sua terra, della sua famiglia.“Questa casa l’ho presa nel ‘98, dopo che mi sono trasferito da Villafranca. Sono molto legato, lo ripeto: ho grande amore per la natura e per tutto questo che mi circonda. Mia moglie... Beh, Gi-gliola la conosco da 42 anni”.

Quarantadue anni?“Elementari, medie e liceo insieme. Sono ‘il più perseguitato dalla giustizia, in li-bertà provvisoria’ (ride, ndr). Se avessi commesso un crimine gravissimo, sarei già libero, dopo tutto questo tempo! E poi Marco, il mio splendido figlio”.

la visita poi si sposta. Di fianco, a Villa Pignatti, una splendida villa seicente-

RE DEL MERCATO / ANDREA D’AMICO

CON LA MAGLIA DI GIOVINCOSe la Formica Atomicaè alla Juve è merito anche di D’Amico...

coi Giocatori, poi, tendo ad

avere un rapporto totale

e quel che faccio è per il piacere di fare, non per arrivare certo a tutti i costi, non per esser celebrato

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UN UOMO INNAMORATOD’Amico adora il suo lavoro, è la sua vita...

tus, poi valuteremo insieme, d’accordo con il club, cosa fare”.

Usciamo un attimo dalla sfera pretta-mente calcistica: parliamo ancora di Gattuso. Campione del Mondo. Mica roba da tutti.“A lui ho legati dei ricordi meravigliosi, come la finale di Berlino: pensavo di vi-vere un sogno, seppur indiretto”.

Mettiamoci comodi, allora, e ritornia-mo indietro a quel 2006.“Fantastico. Ci muovevamo tutti come una famiglia allargata, anche con suo padre ed i suoi parenti. Il ritorno in mac-china in Italia, da Berlino, è un’istantanea che non se ne andrà mai dai miei ricordi: chilometri e chilometri, in autostrada, di serpentone tricolore. Quella è stata la consapevolezza di aver quasi comple-

tato un ciclo, sebbene per Gattuso siano arrivate altre splendide ciliegine col Mi-lan. In attesa di quelle a Creta...”.

Andrea D’Amico, intanto, apre i confini al suo futuro. Non solo Italia, ma mer-cato globale.“Questo lo devo a Claudio Pasqualin, a suo figlio Luca ma chiaramente anche a mio fratello Alessandro. È una figura im-

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I RE DEL MERCATO / ANDREA D’AMICO

Ha giocato nel Lierse e sogna di affer-marsi da noi. Adesso sarà al Mondiale col Giappone da titolare: lì è un eroe ed è anche il miglior portiere del campiona-to belga in questa stagione. Come l’ho conosciuto? Coi new media non ci sono più frontiere: mi ha cercato lui e mi ha chiesto se volessi seguirlo”.

lei ha aperto il suo mercato ed i suoi

orizzonti anche alla Cina.“una cosa mi ha impressionato: gli sta-di sempre pieni. Ho visto tre partite della Nazionale ed il fenomeno calcio, ne sono certo, crescerà anche lì. Lo dimostrano Lippi, Anelka, Conca, Drogba, Diamanti. Il calcio è anche marketing, comunicazio-ne e potere, è normale che dove c’è una forte economia ci siano anche i protago-nisti della stessa. Il mercato è diventato

prescindibile per tutti noi, occupandosi di sponsor, assicurazioni ed ogni altra esi-genza per i nostri ragazzi”.

anche per quelli che verranno dall’Oriente?“uno c’è già ed è il portiere Kawashima. un grande estremo difensore, ha anche vinto una Coppa d’Asia con zaccheroni, il ct del Giappone. È un ragazzo eccezio-nale, parla otto lingue tra cui l’italiano.

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globale, si sono spostati i riferimenti che ci legavano sino a poco tempo fa. La Cina è ora un grosso bacino, anche la Corea del Sud si sta muovendo, il Qatar e gli Emira-ti Arabi, pur senza campionati di grande livello, attraggono giocatori importanti e non scordiamoci che nel 2022 ci sarà il Mondiale proprio lì, in Qatar”.

latitudini dove è andato anche Fabio Cannavaro.“Mi ha fatto molto piacere esser stato ideatore ed esecutore del suo passaggio a Dubai nel 2010, quando era ancora capitano della Nazionale campione del Mondo. È un’idea proposta al presidente Al Naboodha dell’Al Ahli e conclusa con successiva firma in una settimana, anche come testimone, oltre che come agente del club”.

lì poteva andare anche Maxi lopez.“Siamo stati lì, la scorsa estate, ma ci sia-mo resi conto che è ancora un giocatore troppo forte e giovane per quel mercato. E non solo: in Giappone, invece, poteva andare Donati la scorsa estate, ma poi non se n’è fatto niente”.

I RE DEL MERCATO / ANDREA D’AMICO

CON LA SCARPA DI DEL PIEROD’Amico ci mostra lo scarpino di Pinturicchio....

SEMPRE PRONTO...Se il cellulare squilla, D’Amico non si tiramai indietro...

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Intervista di Marco Conterio

Già anni addietro, però, lei e Pasqua-lin siete stati dei precursori.“All’inizio degli anni ‘90, siamo andati in Giappone perché l’Osaka Panasonic voleva tesserare Aldo Serena. Ci siamo trovati di fronte ad una realtà incredi-bile. La J-League era in grandissima espansione, c’era un entusiasmo pazze-sco. Da Schillaci a Cerezo, erano tanti i campioni nel Sol Levante. E poi la Russia, che ricordi: da com’è ora, quando vado per Bocchetti e Criscito, alle prime volte, dopo la caduta del Muro di Berlino... un altro mondo”.

Prima il mercato: Criscito e Bocchetti.“Il primo l’ho portato, con grandissima soddisfazione, ad una squadra poi di-ventata una vera corazzata come lo zenit. Bocchetti prima al Rubin, poi allo Spartak”.

Torniamo un secondo indietro: non è cambiata solo la russia, però. anche la sua professione. “Potremmo parlarne per ore. Nel ‘90, quando ho dato l’esame, eravamo in po-chi. C’era l’associazione di categoria che aveva un peso importante poi, per colpa nostra, ci siamo fatti “sottrarre” la palla dalla FIGC, dal punto di vista regola-mentare e di quello di organi di controllo e giudiziari. Questo è andato contro alla natura stessa della nostra professione, come ha stabilito una sentenza del Tar del 2010, siamo dei liberi professioni-sti. Non siamo dei tesserati, anche se la Federcalcio continua a considerarci degli assimilati. È una rivendicazione che deve passare attraverso la riscoperta dell’as-sociazionismo, forte, che faccia i passi giuridici per vedere conclamata la nostra libera professione, con autonomia rego-lamentare, disciplinare”.

Storia, passato, ma pure presente e futuro. Chiudiamo di nuovo coi suoi assistiti. le va di fare una top undici?“No, ma non per cattiveria. Non sono ca-pace di stilare certe classifiche. Se guar-do al passato vedo Del Piero, Vialli, Tas-sotti, Bierhoff, Dino Baggio. Tra presente e futuro Gattuso, Consigli, Sorrentino, Criscito, Bocchetti, Luca e Marco Rigoni, Iaquinta, Maxi Lopez, Giovinco, Donati, Brivio, Rubin e tutti gli altri ragazzi...”.

Ok. Mi dice allora come si definisce lei?Sospira, prima di rispondere. Con l’indi-

I RE DEL MERCATO / ANDREA D’AMICO

ce allungato mostra un orizzonte fatto di memoria ma anche di pace. Tranquillità. “un uomo felice, sereno, fortunato”.

All’improvviso, squilla il cellulare. Ci sa-luta, col sorriso. “È vero, mi riposo poco, sono sempre al telefono. Vorrà dire che, tra cento anni, sulla lapide scriverò ‘non vi preoccupate. È solo sonno arretrato”.

ALLA RICERCA DEL COLPONon c’è missione impossibile

per uno come D’Amico...

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i sono giorni che non sono giorni qualun-que, giorni che re-stano nella memoria del cuore e gonfiano l’anima d’orgoglio e appartenenza. Date

da cerchiare sul calendario, notti da tramandare a chi verrà e crescerà sotto l’egida dell’aquila. Così il 12 maggio. Generazioni a confronto, contatto tra passato e presente, padri e figli che si avvicinano allo stadio tenendosi per mano, ricordando i trionfi di lenzini e Cragnotti. I più giovani sostengono gli

SPECIALE LAZIO

IL PRIMO SCUDETTO

IL GIORNO DELL’AQUILA

A QUARANT’ANNI DA QUEL MERAVIGLIOSO 12 MAGGIO 1974, IL POPOLO DELLA LAZIO TORNA A GRIDARE IL PROPRIO AMORE PER

I COLORI BIANCOCELESTI…

C

UNA SQUADRA STORICA...L’impresa dellaLazio 1973/74è da leggenda...

di Marco Valerio BAVA

adulti, chiedono loro racconti e aned-doti, dalle vecchie generazioni impara-no la Lazialità: signorilità d’animo, stile inconfondibile nella vita, prima che sui campi di gioco. Nessuno dei “grandi” si tira indietro e dalle loro parole sgorga passione, gli occhi si illuminano come stelle in una notte d’agosto e la mente vola a quarant’anni prima, alle parate di Pulici, alle chiusure di Wilson, alla corsa inesauribile di Re Cecconi, alle geometrie di Frustalupi, alle devastanti progressioni di Chinaglia concluse da tiri che gonfiavano le reti avversarie e facevano esplodere di gioia un Olimpi-

co colmo d’amore. Una squadra di paz-zi, di ragazzi folli, che durante la setti-mana trasformavano gli allenamenti in corride e la domenica si aiutavano come se stessero combattendo una guerra santa. Pistole e palloni, ragazzi guidati dal saggio Tommaso Maestrelli che, ogni tanto, concedeva loro di sfo-garsi chiudendo un occhio se Martini ti-rava fuori la pistola e faceva il tiro a segno con qualche lampadina. Il Mae-stro ne gestiva l’esuberanza, ne incana-lava la voglia di prendersi Roma, l’Ita-lia, il tricolore e incidere a fuoco il loro nome nella storia. Tornano a calcare il

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SPECIALE LAZIO / IL PRIMO SCUDETTO

IL GRANDE CHINAGLIAL’anima della squadra

di Maestrelli...

di Marco Valerio BAVA

reazione del pubblico. Non ci aspettava-mo una simile affluenza – dice emozio-nato Giancarlo Oddi a Calcio2000 – e poi devo dire anche grazie ai tifosi che si sono comportati in maniera esemplare. Quando si muovono tante persone c’è sempre il rischio che possa accadere qualcosa, invece tutto è andato bene a dimostrazione della maturità di questa tifoseria. È stata una serata meraviglio-sa, lo stadio era pieno di famiglie e bam-bini. Davvero toccante”. Quarant’anni che si racchiudono in una sera, i ricordi si rincorrono, si mischiano, fanno stringe-re il cuore in una morsa inspiegabile

prato verde gli eroi di quella Lazio da leggenda, loro che hanno organizzato e dato vita all’evento con l’intento di dare ai laziali un modo per rendere omaggio non solo alla squadra del pri-mo tricolore, ma alla storia tutta del club. Pino Wilson, Felice Pulici e Gian-carlo Oddi sono stati gli ideatori e i promotori della serata, una vera gioia per loro vedere una risposta simile da parte della gente: “Rivedere tanti miei ex compagni, vedere tanti giocatori che hanno fatto grande la Lazio è stata una sensazione forte, unica. Ma la cosa che ci ha fatto più piacere è stata ammirare la

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per chi non capisce cosa può regalare la fede in un club ultracentenario, l’a-more per dei colori e per un simbolo che sono più di una squadra di calcio: “Se ripenso a quel 12 maggio 1974, la prima cosa che mi viene in mente è il fi-schio finale dell’arbitro Panzino, la mia corsa verso gli spogliatoi e l’abbraccio con mio padre. Fu un momento di grande emozione per me, avevo 25 anni, venivo da un anno di grossi sacrifici, di sforzi per arrivare a quel titolo che avevamo sfiorato un anno prima, abbracciai mio padre, gli stavo regalando il primo scu-detto della sua Lazio. un mese fa, invece, ho visto scene che non mi aspettavo. Ero in giro per Roma, erano le cinque del po-meriggio, stavo andando in hotel a tro-vare qualche ex compagno e vedevo tanta gente che si dirigeva verso il Foro Italico. Pensavo fossero diretti agli inter-nazionali di tennis, anche perché la no-stra serata sarebbe cominciata intorno alle 20, ma poi ho visto apparire sciar-pe, maglie e bandiere della Lazio. Era come se il pubblico non vedesse l’ora di accorrere all’Olimpico. È qualcosa che mi ha dato una grande gioia”. Tanti pro-tagonisti di quella Lazio non ci sono più, ma vivono nel cuore di chi è rimasto. Oddi è commosso: “Avrei voluto accanto a me Giorgio (Chinaglia ndr), ma anche Polentes, Re Cecconi, Frustalupi e avrei

voluto vedere Maestrelli seduto in pan-china con Lovati. Tutti quelli che resero possibile quell’impresa, tutti loro avrei voluto riabbracciare”. Di padre in fi-glio, di lazio in lazio. La notte del 12 maggio è un inno alla fede immortale di un popolo che ha visto l’inferno, ha toccato le fiamme degli spareggi e si è forgiato in quel calore riuscendo a uscirne volando ancor più alto. Emozioni intense, rivedere lo stadio pieno è un tuffo al cuore, un messaggio a Lotito. Il grido “Lazio!” si leva al cielo, la luna piena illumina il ritorno di Nesta in quel-la che è stata - più di ogni altra - casa

sua: gli occhi del ragazzo di Cinecittà diventano lucidi, la mente del grande campione torna bambina e rivive gli esordi e poi i trionfi con la maglia amata da sempre. La commozione è tanta, ve-dere Nesta e Wilson uno accanto all’al-tro è la congiunzione di due epoche, en-trambi scudieri di Lazio romantiche e vincenti, belle e - per motivi diversi - tor-mentate dalla mala sorte. Lazio di suc-cesso, Lazio eroiche come quella di Fa-bio Poli, autore del gol decisivo durante gli spareggi di Napoli per evitare la retrocessione in C. In panchina ci sono Eugenio Fascetti e Delio Rossi allenatori sanguigni, passionali che nella Roma biancoceleste sono riusciti a ritagliarsi un posto nel pantheon dei più amati. Bruno Giordano è il talento laziale più puro: il suo giro di campo sembra uscito dalla penna di hornby, la folla si alza in piedi, sventola le bandiere, la Nord gli dedica uno striscione in quel dialetto romanesco tanto caro al trasteverino che di Roma e della Lazio è innamorato visceralmente. Mancini e Signori duettano come non avevano mai fatto con Eriksson in pan-china, quando il feeling tra il leader e il bomber non sbocciò mai del tutto e Bep-pe gol fu costretto a cercare (e trovare) fortuna a Bologna, mentre con la 10 il Mancio vinse il secondo titolo della sua straordinaria carriera e altri sei trofei. Pulici, con la sua tenuta nera, è una car-tolina che arriva direttamente dalla memoria dei padri e dei nonni. Stanko-vic, Mihajlovic e Sergio Conceicao sono

SPECIALE LAZIO / IL PRIMO SCUDETTO

CHE EMOZIONI40 anni dopo, il tifo lazialeha riabbracciato i suoi eroi.

GIANCARLO ODDIALFREDO RECCHIA

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l’abbraccio con Mio padre.- G.oddi -

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tirati a lucido, sembra che il tempo si sia fermato e abbia concesso ai Laziali di guardarsi negli occhi, di ritrovarsi final-mente tutti insieme, di lasciarsi alle spalle un periodo fatto di contestazioni e spalti vuoti e abbracciarsi come non accadeva da tempo. Fiore, Corradi e Dabo sono gli alfieri di una coppa Ita-lia vinta sull’orlo del fallimento, un trion-fo ottenuto contro una Juventus stellare, quando tutto sembrava perduto: “Sono andato via dalla Lazio lasciando l’Olim-pico pieno, in quella notte di Coppa e l’ho ritrovato esaurito, questa è la prima immagine che mi viene in mente. È stata una notte speciale – ricorda Stefano Fiore a Calcio2000 –, una serata che rimarrà indelebile, fatta di ricordi ed emozioni, vissuta poi con la mia famiglia e quindi ancora più bella”. Prima conte-stato, poi amato e protagonista assolu-to del successo in Coppa Italia della stagione 2003/2004 della quale fu anche capocannoniere, Fiore parla come se avesse ancora l’aquila sul pet-to: “La Lazio per me ha significato tanto, anche se sono rimasto solo tre anni, quin-di non molto. A Roma ho vissuto l’espe-rienza più intensa ed esaltante della mia carriera. Mi è dispiaciuto molto andar via, ma era inevitabile. La Lazio, però, è la squadra che più di ogni altra mi è ri-masta nel cuore”. olimpico gonfio d’a-more, l’aria che si respirava a Roma prima dell’evento era elettrica, come se si aspettasse quella notte per sfogare la voglia di Lazio rimasta repressa ne-

gli ultimi anni: “Come si riavvicina la gente allo stadio? Bisogna trovare un punto d’incontro, la verità e la ragione sono sempre nel mezzo. Lotito ha fatto un lavoro oculato, ha risanato la società ed è stato bravo a curare il bilancio. Ma la gente vuole cuore e passione e credo che da questo punto di vista il presidente possa fare di più. Il tifoso della Lazio chiede un passo in più alla società, Roma è una piazza esigente e ambiziosa, cre-do sia questo che la gente pretende da Lotito”. Cragnotti è accolto come un re, lui ringrazia e parla con la sicurezza di chi ha saputo far volare l’aquila più in

alto di ogni altro: “La mia soddisfazione maggiore? Aver reso la Lazio vincente”. Un privilegio di pochi quello di poter onorare la storia, tramandando tradi-zioni senza perdere una goccia dell’a-more che dal 1900 scorre tra i vicoli e le piazze di Roma. L’inizio della serata è un’apoteosi di lazialità: sfilano le 59 sezioni della polisportiva biancoceleste, la più grande d’Europa. Ciclismo, ba-sket, football americano, calcio a cin-que, rugby, pugilato, pentathlon mo-derno, nuoto, scherma e tante altre. Adulti e bambini insieme mano nella mano, applauditi da tutto lo stadio che all’annuncio dello speaker non fa man-care il boato e l’appoggio a ognuna delle sezioni. I protagonisti della sfilata tengono alti i vessilli bianco e azzurri sui quali è impresso il nome della disciplina rappresentata e ricambiano con saluti e sorrisi splendenti come il sole che cala sull’Olimpico. Lo show della Lazio para-cadutismo è da togliere il fiato, uno a uno planano sull’impianto del Foro Itali-co come rapaci, il pubblico ne accoglie l’atterraggio con olè quasi liberatori, fino all’ultimo atleta che arriva dal cielo con una bandiera dedicata alla squa-dra che nel ‘74 vinse il primo scudetto della storia laziale. È l’ultimo atto della celebrazione per la polisportiva regina d’Europa. Poi è solo calcio, ricordo e

SPECIALE LAZIO / IL PRIMO SCUDETTO

ORGOGLIO BIANCOCELESTENon c’è tifoso che

non ricordi la Lazio 1973/74...

PINO WILSONFELICE PULICI

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SPECIALE LAZIO / IL PRIMO SCUDETTO

CAMPIONI D’ITALIA 1973/74 - in piedi da sx: WILSON, ODDI, MARTINI, PULICI, PETRELLI, CHINAGLIA accosciati: RE CECCONI, FRUSTALUPI, D’AMICO, GARLASCHELLI, NANNI

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grandi giocate. Si parte con il figlio di Chinaglia, George Jr., che calcia un ri-gore sotto la curva Maestrelli, rigore che consacrò il papà come eroe tricolo-re quarant’anni prima. Di padre in fi-glio: ci sono gli eredi di Re Cecconi e Frustalupi, Stefano e Niccolò oggi se-condo di Walter Mazzarri. Il triangola-re tra la due Lazio sculettate e quella del “-9” riservano giocate d’alta scuola e scene da partita del giovedì tra vecchi amici: Mihajlovic ha sul sinistro una puni-zione delle sue, corre da Peruzzi e gli indica l’incrocio dei pali: “Ti levo le ra-gnatele”, gli dice. Il portiere raccoglie la sfida e si piazza proprio tra il palo e la traversa, Sinisa tra il boato dei 65 mila dell’Olimpico che, presto, però diventa un olè di sfottò all’ex difensore perché il suo sinistro si spegne debole sul fondo tra le risate del portiere che fu della La-zio e della nazionale e degli altri prota-gonisti in campo. Casiraghi ci prova e ci riprova, ma Peruzzi gli nega la gioia del gol: “Devo dire che è stata una serata dalle mille emozioni. Non tornavo all’O-limpico da tanti anni – racconta l’ex tec-nico dell’Under 21 ai nostri microfoni – rivedere i miei ex compagni e giocare davanti a tanti tifosi è stato molto bello. Ed è qualcosa che mi porterò sempre den-tro”. Casiraghi, Signori, Mancini, Nesta, tanti campioni e una cornice di pubblico che in campionato non si vede mai. Anzi. “Il sottofondo della serata era quello, i ti-fosi erano allo stadio per dimostrare l’at-taccamento alla storia e alla maglia. Cre-do che un club non debba mai perdere di vista il suo passato”. Amato come pochi altri attaccanti, un sigillo in spaccata nel derby, una Coppa Italia alzata al cielo, tanti gol con Zeman in panchina, Casi-

raghi resta uno degli idoli del pubblico laziale: “A Roma ho vissuto forse il mio miglior momento, sono arrivato all’età giusta e ho avuto gli allenatori giusti per esprimermi al meglio. La Lazio è una par-te importante della mia vita di calciatore, la squadra nella quale ho dato il meglio. Il ricordo più bello? Dico la Coppa Italia del ’98, con quel trofeo si è aperto un ciclo di vittorie che ha portato poi anche alla conquista dello Scudetto. Vincere aiuta a vincere, lì abbiamo dato il via all’era d’oro della Lazio”. Ci ha provato a far gol l’ex numero 9 biancoceleste, ci è riuscito Stankovic, ci è andato vicino anche Macini: “Credo che il Mancio fos-se quello più in forma – dice ridendo Casiraghi – ma anche Mihajlovic e Conçeicao li ho visti bene. Diciamo che tutti abbiamo fatto la nostra bella figura dai”. Il pubblico ha apprezzato, si è di-vertito, si è lasciato trascinare dal pas-sato che bussa alla porta del cuore e fa vibrare le sue corde con scosse che por-tano gli occhi a far scendere sul volto piccoli fiumi di lacrime. È amore puro quello che i tifosi accorsi allo stadio do-nano alla Lazio, movimento angelico dell’animo che non chiede nulla in cam-bio. Le stelle che calcano il prato dell’Olimpico sono le più fulgide, uomini - prima che campioni - capaci di scrive-re le pagine più intense di un viaggio cominciato 114 anni fa. È una notte da brividi quella del 12 maggio, notte da Laziali, dedicata a chi la Lazio l’ha la-sciata, ma mai abbandonata: come Chinaglia, Re Cecconi, Maestrelli, Lenzi-ni, Lovati, Paparelli e Sandri. Stretti l’u-no all’altro, nella tribuna paradiso a brindare alla Lazio, loro grande amo-re. Là dove tutto è bianco e celeste.

SPECIALE LAZIO / IL PRIMO SCUDETTO

UN’IMPRESA IMMORTALE di Thomas SACCANI

12 maggio 1974, la Lazio supera, con un rigore di Chinaglia, il Foggia e si laurea, per la prima volta nella propria storia, Campio-ne d’Italia. È il trionfo, figlio della determinazione e della volontà, della famosa “Banda Maestrelli”. La Juventus, favorita d’obbligo (e capace, l’anno prima, di spezzare il sogno biancoceleste), si deve inchinare ad una squadra speciale che, di fatto, soverchia l’ordi-ne naturale del calcio, almeno quello conosciuto fino ad allora. È la vittoria di gente che entrerà, di diritto, nella mente di ogni tifoso biancoceleste. Dal portiere Pulici a giocatori come Petrelli e Martini, Pino Wilson, Oddi, Nanni, Garlaschelli, Re Cecconi, Frustalupi, D’Amico e ovviamente Chianaglia, l’anima di quella splendida realtà, oltre che capocannoniere della stagione (24 gol, uno in più di Boninsegna). Le parole del profeta Mestrelli nel dopo gara resteranno nella memoria per sempre: “Sono tanti anni che aspettavo questo momento. Finora vi ho sempre detto che “andavamo alla giornata”. Ora posso confessarvi che ho creduto a questo scudetto sin dalle prime giornate del campionato perché sapevo che la squadra che ha lottato fino all’ultima giornata nello scorso campiona-to era una realtà e non, come pensavano gli scettici, un fuoco di paglia. E sapevo anche che i ragazzi avrebbero dato l’anima per “vendicarsi” degli scettici”, queste le sue parole riportate dall’unità…

LA PARTITA29a giornata Serie A - 12/5/1974

LAZIO-FOGGIA 1-0

LAZIO: F.Pulici, Petrelli, L.Martini (49’ Polentes), Wilson, Oddi, Nanni, Garla-schelli, Re Cecconi, Chinaglia, Frustalu-pi, D’Amico. A disp.: 12 Avagliano, 14 Franzoni. Allenatore: Maestrelli

FOGGIA: Trentini, Cimenti, Colla, Piraz-zini, Bruschini (66’ Golin), Scorsa, Fab-bian, Valente, S.Villa, Rognoni, Pavone. A disp.: 12 Giacinti, 14 Delneri. Allenatore: Toneatto.

Arbitro: Sig. Panzino (Catanzaro) Guardalinee Sigg. Coletta e Frattini.

Marcatori: 60’ rig. Chinaglia

Note: 60.494 paganti e 18.315 abbo-nati per un incasso di £ 261.898.900. Espulso Garlaschelli (62’). Ammoniti: Rognoni, Colla, Bruschini, Frustalupi.

TOMMASO MAESTRELLI

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I GIGANTI DEL CALCIO

GIANCARLO ANTOGNONI

ANTOGNONI, AD UN PASSO DALLA STORIA

IL RAGAZZO ChE GIOCAVA GUARDANDO LE STELLE, PER I FIORENTINI È L’UNICO 10.

di Stefano BORGI

foto Federico DE LuCA

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accontare Giancarlo Antognoni non è sem-plice. Da una parte il talento, l’eleganza, la corsa riconoscibile tra mille, la vita che ti fornisce l’assist per

andare in gol. Dall’altra la sfortuna, il destino che ti colpisce proprio quando arrivi lì... ad un passo dalla storia. “Non cerco alibi, e non sono nemmeno uno che si piange addosso. Però è vero, nei mo-menti cruciali la sfortuna mi ha sempre colpito. Vuol dire che era scritto”. Anto-gnoni lo dice con un filo di voce, quasi con rassegnazione, ed individua due momenti su tutti. Il primo con la Fioren-tina... “Era il 22 novembre 1981, si gio-cava Fiorentina-Genoa. Dopo 10 minuti della ripresa il portiere genoano Martina mi frana addosso e mi spacca la tempia.

Ricordo solo l’impatto, poi il buio. Stetti fuori 13 partite, perdemmo lo scudetto per un punto (vinse la Juventus ndr). Con me in campo saremmo diventati campioni d’Italia, ne sono certo”. Il secondo, con la nazionale, arriva pochi mesi dopo, esattamente l’8 luglio 1982. Semifinale mondiale contro la Polonia, ed ancora una volta il destino picchia duro... “un entrata col piede a martello di Matysik mi provocò una ferita profonda al pie-de destro. Devo dire che fu un po’ anche colpa mia: volevo far gol a tutti i costi (tre giorni prima gli era stato annulla-to un gol regolare contro il Brasile ndr) e rischiai il tiro anche se ero in ritardo. Così saltai la finalissima contro la Ger-mania. Anzi sa cosa le dico? Ero il primo rigorista della squadra, e quel rigore sbagliato da Cabrini lo avrei calciato io...” Un attimo di scoramento, poi an-

cora l’orgoglio prende il sopravvento: “Comunque sono contento di quello che ho fatto, mi sento campione del mondo come gli altri”.

Cominciamo con l’antognoni bambino.“Sono cresciuto a Casalina, un paesino sperduto dell’umbria vicino a Marsciano. Vivevo in una casa di campagna, anda-vo a scuola percorrendo ogni giorno 2 km a piedi, e passavo il ponte sul Tevere. Sempre da solo. Questo mi ha formato il carattere, taciturno, solitario. A 10 anni c’è stato il trasferimento a Perugia, dove mio padre prese in gestione un bar che era anche un Milan club”.

nasce allora la passione per il calcio?“Beh, quello contribuì parecchio. La prima partita che vidi fu un Bologna-Milan, il mio idolo era Gianni Rivera. In quegli anni

R

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I GIGANTI DEL CALCIO / GIANCARLO ANTOGNONI

VIOLA PER SEMPREAntognoni è il simbolo

della Fiorentina...

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pensavo solo a giocare a pallone: all’ora-torio, in mezzo alla strada, dovunque...”

Scommetto che era il più bravo.“Non dovrei dirlo, ma... sì. Ricordo che quando facevamo le squadre venivo scel-to sempre per primo”.

Poi si inizia a fare sul serio...“A Perugia giocavo nella Prepo Juven-tina. Fummo scelti in due: io e un certo Bottausci. La mia prima squadra semi-professionistica, invece, fu l’Astimacobi in Serie D. Fui subito selezionato da Vi-cini per la nazionale Juniores, e spesso venivo a Coverciano ad allenarmi. Era il 1972, mi notò Nils Liedholm, allora allenatore della Fiorentina. La società viola mi acquistò in comproprietà per 90 milioni, versandone l’anno dopo altri 350. In tutto costai circa 440 milioni di lire. Una bella cifra per un ragazzo di 18 anni...”

Da quel momento antognoni brucia le tappe.“L’esordio in Serie A fu a Verona nell’ot-tobre del ‘72, col numero otto al po-sto di De Sisti squalificato. Ricordo che Liedholm me lo disse il giovedì, vedevo che mi stava addosso più di altre volte. Quel giorno nacque la definizione: “Il ragazzo che gioca guardando le stelle”. Non ho mai capito se la disse Ciotti o Caminiti, ma non importa... a me piace-va moltissimo. Due anni dopo l’esordio in nazionale (a Rotterdam, il 20 novembre 1974 ndr) contro la grande Olanda di Cruijff. Perdemmo 3-1, io me la cavai fornendo l’assist a Boninsegna e mi an-nullarono pure un gol regolare. A pro-posito di sfortuna nei momenti cruciali...”

a 10 anni c’è stato il

trasferiMento a peruGia, dove Mio padre prese in Gestione un bar che era anche un Milan club

“”

I GIGANTI DEL CALCIO / GIANCARLO ANTOGNONI

CAMPIONE DEL MONDO 1982In Spagna, il momentopiù alto della carriera...

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Con la nazionale tante critiche. Colpa della stampa del nord?“Facevano il loro gioco. Ad esempio spin-gevano Beccalossi che giocava nell’Inter, oppure zaccarelli del Torino. Ringrazio Bearzot che mi ha sempre difeso. un al-tro rimpianto fu il mondiale del ‘78 in Argentina, soffrivo di tarsalgia e resi al 50%. Poi ci fu Spagna ‘82. Lì tutto bene fino alla finale. Ricordo che dopo la vittoria sul Brasile eravamo già sicuri di vincere, che non ci avrebbe fermato nessuno. E infatti...”

a proposito, più forte la sua naziona-le o quella del 2006?“Non è giusto fare paragoni. Certo me lo lasci dire, quella dell’82 era una grande nazionale...”

in compenso la volevano tutti. Sopra-tutto juventus e roma...“La Juve nel ‘78 offriva un sacco di soldi. L’allora presidente viola Melloni mi chie-se se doveva accettare o no, ma la Fio-rentina navigava in brutte acque e io non me la sentii di abbandonare la nave che affonda. Due anni dopo si fece sotto la Roma del presidente Dino Viola. Mi vo-leva Liedholm, stavo quasi per accettare. Poi a Firenze arrivarono i Pontello con grandi investimenti. Fui felice di rimanere e feci bene”.

Ci scuserà, ma la domanda gliela devo fare: si è mai pentito di quella scelta?“No, e le spiego il perché. Certamente avrei vinto coppe e scudetti, ma oggi sa-rei stato uno dei tanti. A Firenze, invece,

perché non sono andato via?

certaMente avrei vinto coppe e

scudetti, Ma oGGi sarei stato uno dei tanti. a

firenZe, invece, sono seMpre antoGnoni

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I GIGANTI DEL CALCIO / GIANCARLO ANTOGNONI

341 VOLTE FIORENTINATante le presenze, in A,

tutte con i gigliati...

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sono sempre Giancarlo Antognoni. Ha visto che festa per i miei 60 anni? Tutti mi vogliono bene. I fiorentini sono stra-ordinari e il loro affetto mi ha ripagato più di mille vittorie”.

Mancherebbe ancora un infortunio...“12 febbraio 1984, ancora contro una genovese, stavolta la Sampdoria. Quel giorno faceva molto freddo ed ero senza parastinchi. Frattura scomposta di tibia e perone, ed anche quell’anno con me in campo non so come sarebbe finita. Era una Fiorentina fortissima, ma come si di-ceva? Nei momenti cruciali...”

Possiamo dire che la sua carriera fini-sce in quel momento?“Ad alti livelli sì. Persi un anno e mezzo,

rientrai, ma non ero più quello di prima. Nel 1987 provai l’esperienza all’estero, al Losanna in Svizzera, e poi il 25 aprile 1989 detti l’addio al calcio. Quel gior-no allo stadio c’erano 40.000 persone a salutarmi. Capito perché ho fatto bene a scegliere Firenze?”

Da lì inizia una nuova vita. Se le dico Vittorio Cecchi Gori?“Per me un fratello maggiore, gli devo gratitudine perché mi ha offerto un’op-portunità. Con lui sono stato direttore generale fino al 2001. Dal 2004, inve-ce, lavoro in federazione come coordina-tore delle nazionali giovanili”.

rui Costa e Thuram.“Rui è il colpo di mercato. Lo presi giova-

nissimo, è diventato un campione. Thuram invece, il rimpianto più grosso. Perdem-mo troppo tempo, il Parma fu bravo a portarcelo via”.

Una clausola da mettere sul contratto di antognoni giocatore.“Difficile da dire. Il problema è che chi fa gol vale di più e io non ho mai fatto tanti gol... Se dico 35 milioni esagero?”

il compagno e l’avversario più forte.“Ho giocato con tanti campioni, per il primo scelgo Passarella. Come avver-sario Tardelli. Con loro ci metto Oriali: compagno, avversario ed amico”.

altra domanda scomoda, perché an-tognoni non lavora in Fiorentina?

I GIGANTI DEL CALCIO / GIANCARLO ANTOGNONI

LA FORZA DELL’ELEGANZAIn campo (e fuori), Antognoni è semprestato un modello...

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Intervista di Stefano Borgi

nato nel ‘77. Morì dopo soli tre giorni, un dolore immenso che ci ha unito ancora di più...”

entrerebbe in politica?“Me lo hanno chiesto, ma non fa per me. Come voto? Ho un’estrazione di centro, sono un moderato”.

È il momento dei saluti. Fuori dalla fine-stra il Centro tecnico di Coverciano, in un angolo dell’ufficio una statuetta che riproduce un giocatore di golf... “È la mia seconda passione, mi rilassa, mi per-mette di tenermi in forma. Gioco spesso con Prandelli, purtroppo vince quasi sem-pre lui”.

Per chiudere, si definisca con tre

“Semplice: perché non sono gradito. Le ragioni? Non le conosco. Da parte mia dico... mai dire mai, ma sono passati 12 anni da quando ci sono i Della Valle e credo che a questo punto sia tardi”.

ancora un’immagine, la curva “Fiesole”.“una di famiglia. La mia foto su quella bandiera, la scritta “Onora il padre” mi fa capire che ho fatto la scelta giusta. Mi vogliono bene, mi hanno sempre sostenu-to. E io voglio bene a loro”.

Da una famiglia virtuale a quella reale...“Con Rita sono sposato da 35 anni, Ales-sandro e Rubinia sono la mia gioia. Poi ci sarebbe stato un terzo figlio, Cristian,

aggettivi.“Onesto, modesto, altruista”.

e cosa vuol fare antognoni da grande?(pausa prolungata) “Il presidente... sen-za portafoglio. Di quale squadra? Non lo dico...”

I GIGANTI DEL CALCIO / GIANCARLO ANTOGNONI

IL VERO 10 VIOLAAlla Fiorentina,

non c’è mai statoun “10” come

Antognoni...

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SPECIALE STORIACOPPA DEI CAMPIONI

LA CADUTA DELLA GRANDE INTER

La novità della sta-gione 1966-67 di Coppa Campioni è l’ingresso dell’Unione Sovietica, rappre-sentata dalla Torpe-do Mosca, campione

1965 con un punto di vantaggio sulla Di-namo Kiev. La stella è Eduard Streltsov, appena rientrato da un duro periodo

di detenzione in un gulag siberiano con un’accusa di stupro che sembra gli sia stata confezionata addosso per vendet-ta. Streltsov avrebbe rifiutato la figlia non proprio avvenente di Ekaterina Furt-seva, componente del Politburo sovietico, con parole sprezzanti: a seconda delle versioni “Non sposerei mai quella scim-mia” o “Preferirei essere impiccato piutto-sto che sposare quella ragazza”.

È l’Inter a tenere a battesimo la Torpe-do. Senza Peiró, sostituito da Cappellini rientrato dal prestito al Genoa e Jair, perché sull’ala c’è Domenghini. L’andata a San Siro va all’Inter di misura e con fortuna, i sovietici colpiscono due legni e decisiva è l’autorete di Voronin, che spiazza Kavazashvili deviando un tiro di Mazzola. Davanti agli oltre 100.000 dello stadio Lenin, la squadra di herrera

IL CELTIC GLASGOW MANDA AL TAPPETO LA SUPER SQUADRA DI hERRERA E BRINDA

AD UN TRIONFO STORICO.di Gabriele PORRI

foto archivio storico IMAGE SPORT

NIENTE DA FAREQuesta volta

non riesce il miracolo

ad Herrera...

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blocca ogni azione dei padroni di casa, portando a casa lo 0-0 che consente di proseguire al secondo turno. Mentre il Real ottiene il passaggio diretto e nel frattempo perde l’Intercontinentale con il Peñarol, Atletico Madrid, Ajax, Nan-tes, Anderlecht, Vasas, Celtic e Mona-co 1860 passano il turno senza grossi problemi. Delle grandi, quella che deve lottare più di tutte è il Liverpool: alla seconda partecipazione dopo l’uscita in semifinale del 1965, affronta il Petrolul Ploiesti e sembra tutto agevole dopo il 2-0 di Anfield firmato St.john e cal-laghan. In Romania però arriva un ina-spettato 3-1 per il Petrolul: è spareggio a Bruxelles, che gli inglesi si aggiudicano ancora 2-0 e ancora con Jan St.John al gol, stavolta imitato da Thompson.Agli ottavi Shankly affronta l’Ajax di Rinus Michels e di un giovanissimo Jo-han Cruyff. Il calcio olandese non ha ancora espresso il suo potenziale, ma nella fitta nebbia di Amsterdam il primo tempo finisce 4-0 per i “Lancieri”, con il segnapunti che a ogni gol deve essere informato a voce per cambiare punteg-gio. Finisce 5-1 e Shankly si dice certo di poter vincere 7-0 davanti al pubblico amico, ma non va oltre un 2-2 che vede Cruyff realizzare una doppietta. Se al Liverpool va male, la Coppa dei Cam-pioni 1966-67 vede un sorprendente exploit delle altre due britanniche, Cel-tic e linfield. Gli scozzesi tra il titolo del 1926 e quello del 1966 avevano vinto solo tre volte contro le venti degli odia-ti Rangers. Protagonista della rinascita è un tecnico che ha vestito la casacca biancoverde, ma come allenatore si è affermato al Dunfermline, dove ha ot-tenuto una salvezza e la vittoria in Cop-pa di Scozia proprio contro il Celtic: John “Jock” Stein. Nel 1965 approda al Celtic all’età di 43 anni e vince su-bito il titolo con giovani come Gemmell, Murdoch, Johnstone e Lennox. In Euro-pa, dopo il 5-0 complessivo allo Zuri-go, semifinalista nel 1964, il celtic ha surclassato il Nantes con un doppio 3-1 senza attenuanti, con Lennox e Chal-mers a segno in entrambi i match. Ancora più sorprendente il linfield, in-vero agevolato da un sorteggio non im-possibile. Al primo turno affronta l’Aris, campione lussemburghese, che si salva in casa, ma ne prende sei al Windsor Park di Belfast. Poi agli ottavi trova il Vaalerengen, qualificatosi per il forfait

del 17 Nëntori di Tirana. Bastano 45’ alla squadra di Leishman per assicurar-si uno storico passaggio ai quarti: 4-1 all’intervallo che lascia basiti i 7000 del Bislett di Oslo. Al ritorno è 1-1 e il linfield passa. Ai quarti di finale arriva anche l’Inter, cui serve un gol di Corso all’85’ per vincere l’andata in casa col Vasas. Una doppietta di Mazzola risol-ve la situazione al Nepstadion: il primo gol in particolare, con cinque avversari superati in slalom, rimane uno dei più belli di sempre.Sorti alternate per le madrilene: i cam-pioni di Spagna dell’Atletico soccom-bono agli jugoslavi del Vojvodina in un rocambolesco spareggio che i Col-choneros giocano tra le mura amiche. Dopo 5’ l’Atletico è già sul 2-0, ma si fa raggiungere al 67’. Si va ai supple-mentari, dove Takac dà il passaggio del turno alla squadra allenata dal 35enne Vujadin Boskov, nonostante fos-se rimasta in 9, per le espulsioni di Trivic e Pusibrk. Il Real, invece, ribalta lo 0-1 del Grünwalder Stadion sconfiggendo 3-1 il Monaco 1860 dopo essere stato in svantaggio anche al Bernabeu. Rag-giungono i quarti anche il Dukla Praga che rifila un 6-2 complessivo all’Ander-lecht e il cSKA Sofia che, dopo un ro-tondo 4-0 sul Gornik Zabrze, contiene la rimonta polacca che si ferma sul 3-0 dei primi 45 minuti. È una grande occa-sione per i bulgari, che nei quarti devo-no affrontare il non impossibile linfield. I nordirlandesi, tuttavia, non ci stano a fare da agnello sacrificale. A Belfast una gara avvincente si chiude sul 2-2, al ritorno al CSKA basta un gol di Ya-kimov in avvio di ripresa per conquista-re la prima semifinale bulgara, finora bissata soltanto una volta, sempre dal CSKA, quindici anni dopo.Sorprende la caduta dell’Ajax, che pa-reggia in casa con il Dukla e passa in vantaggio a Praga. Un rigore di Strunc rimette subito le cose in parità e nel fi-nale un’autorete di Soetekow dà la se-mifinale al Dukla, anche in questo caso la prima per una cecoslovacca. Il terzo quarto di finale è tra celtic e Vojvo-dina: l’andata in terra slava è risolta da un errore di Gemmell, che sbaglia un retropassaggio dando a Stanic l’op-portunità di segnare il gol decisivo. A Glasgow mancano McBride e Wallace, il Vojvodina è fiducioso, ma prende gol da Chalmers quando manca mezzora,

per errore del proprio portiere Pan-telic. All’ultimo giro di orologio il Celtic conquista un corner e capitan McNeil di testa porta i suoi in semifinale.Il quarto “nobile” è però quello tra Inter e real. come tre anni prima in finale, l’Inter vince con la difesa strenua e il contropiede. A San Siro, finisce 1-0 con gol di cappellini. Il ritorno si profila dif-ficile per gli uomini di Herrera, che mai hanno espugnato Madrid. Gento però è fuori forma e sbaglia molto, Domenghi-ni nell’altra fascia ha la meglio su San-chis ed è ancora Cappellini, su corner di Corso, a dare il vantaggio all’Inter, complice l’uscita a vuoto di Araquistain. Il raddoppio è un’autorete di Zoco che tenta di salvare un tiro di Luisito Suarez, finalmente profeta in patria. Il Berna-beu può solo applaudire.le semifinali sono quindi Inter-cSKA e Celtic-Dukla. Tra interisti e bulgari si risolve in un doppio 1-1, con lo spa-reggio che si disputa a Bologna, si dice dirottato da Graz a suon di lire. Ancora un gol di Cappellini porta l’Inter alla sua terza finale in quattro anni. A lisbo-na, Estadio Nacional, trova il Celtic che, dopo il 3-1 rifilato in casa al Dukla, pa-reggia 0-0 a Praga. Sono quindi i Bhoys i primi britannici ad accedere alla finale di coppa campio-ni e lo fanno da sfavoriti nei confronti della “Grande Inter”, che pure non ha Jair e Suarez indisponibili. Nonostante la crisi economica, molti tifosi scozzesi arrivano a indebitarsi per pagare il viaggio. In casa Inter, herrera è convinto di vincere senza dover ricorrere a pro-lungamenti e la partita sembra dargli ragione con il rigore di Mazzola dopo soli 7’, per fallo su Cappellini. Da quel momento però l’Inter scompare, l’unico a giocare è il portiere Sarti. È merito suo se il Celtic pareggia solo al 62’ quando Tommy Gemmell, terzino goleador, in corsa dal limite spara una cannonata in un’area è affollata. Dopo un altro inter-vento decisivo di Sarti e una traversa, Mur¬doch effettua un rasoterra che non sembra pericoloso, ma sotto porta ci mette lo zampino Stevie Chalmers. Bedin può solo guardare, Sarti non può intervenire. È l’85’ e il 2-1 non cambia, McNeill alza la coppa e Jock Stein af-ferma: «È la vittoria del calcio offensi-vo. Puro, bello, inventivo». La Grande Inter è ormai agli sgoccioli, mentre nasce il mito dei “Leoni di Lisbona”.

SPECIALE COPPA DEI CAMPIONI/ 1966-1967

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RITO

RNO

RITO

RNO

ANDA

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ANDA

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SPECIALE COPPA DEI CAMPIONI/ 1966-1967 STATISTICHE

Giocatore N° Minuti% Titol.Rig. N°Partite Giocate

CLASSIFICA MARCATORI

N° OgniRig. Falliti

RetiMaxReti

Jürgen PIEPENBURG (Vorwärts Berlino) 5 450 0,0 5 0 0 6 75' 3

Paul VAN HIMST (Anderlecht) 4 360 0,0 4 0 0 6 60' 5

Stephen CHALMERS (Celtic Glasgow) 9 810 0,0 9 0 0 5 162' 1

Ernest POL (Gornik Zabrze) 5 450 0,0 5 1 0 5 90' 2

Arthur THOMAS (Linfield) 5 450 0,0 5 0 0 5 90' 3

Luis ARAGONES (Atletico Madrid) 4 360 0,0 4 2 0 4 90' 1

Johan DEVRINDT (Anderlecht) 3 270 0,0 3 0 0 4 68' 3

Thomas GEMMELL (Celtic Glasgow) 9 810 0,0 9 1 0 4 203' 2

Friedhelm KONIETZKA (Monaco 1860) 2 180 0,0 2 0 0 4 45' 4

Ivan MRAZ (Dukla Praga) 5 450 0,0 5 0 0 4 113' 1

Lajos PUSKAS (Vasas Budapest) 4 360 0,0 4 0 0 4 90' 2

Philip SCOTT (Linfield) 6 540 0,0 6 0 0 4 135' 2

Sylvestre TAKAC (Vojvodina) 5 480 0,0 5 0 0 4 120' 2

Nikola TZANEV (CSKA Sofia) 11 990 0,0 11 1 0 4 248' 1

Dimitar YAKIMOV (CSKA Sofia) 9 810 0,0 9 2 0 4 203' 2

Renato CAPPELLINI (Inter) 6 540 0,0 6 0 0 3 180' 1

Johannes CRUYFF (Ajax) 6 540 0,0 6 0 0 3 180' 2

Bryan HAMILTON (Linfield) 3 270 0,0 3 0 0 3 90' 1

Roger HUNT (Liverpool) 5 450 0,0 5 0 0 3 150' 2

Wilfried KOHLARS (Monaco 1860) 2 180 0,0 2 0 0 3 60' 2

Hans KÜPPERS (Monaco 1860) 4 360 0,0 4 0 0 3 120' 2

Wlodzimierz LUBANSKI (Gornik Zabrze) 5 450 0,0 5 0 0 3 150' 2

Francis MAGNY (Nantes) 3 270 0,0 3 0 0 3 90' 2

Alessandro MAZZOLA (Inter) 10 900 0,0 10 1 0 3 300' 2

Josef NEDOROST (Dukla Praga) 6 540 0,0 6 0 0 3 180' 2

Samuel PAVIS (Linfield) 5 450 0,0 5 0 0 3 150' 1

Stanislav STRUNC (Dukla Praga) 8 720 0,0 8 1 0 3 240' 1

Jesaia SWART (Ajax) 6 540 0,0 6 0 0 3 180' 1

CelTiC GlaSGOW-DUKla PraGa 3-1 (1-1)

Mercoledì 12 aprile 1967, ore 20GLASGOW (Stadio “Parkhead”)Arbitro: Joaquim Fernandes CAMPOS (POR)Spettatori: 74.600

CELTIC GLASGOW: Ronald SIMPSON, James CRAIG, Thomas GEMMELL, Robert MURDOCh, William MC NEILL (cap.), John CLARK, James JOhNSTONE, William WALLACE, Stephen ChAL-MERS, Robert AULD, John hUGhESCommissario tecnico: John STEIN.

DUKLA PRAGA: Ivo VIKTOR, Miroslav CMARADA, Jan ZLOChA, Vladimir TABORSKY, Ivan NOVAK, Jan GELETA, Stanislav STRUNC, Milan DVORAK, Josef MASOPUST (cap.), Josef NEDOROST, Josef VACENOVSKYCommissario tecnico: Bohumil MUSIL.

Reti: 27’ James JOhNSTONE, 44’ Stanislav STRUNC, 59’ e 65’ William WALLACE.

DUKla PraGa-CelTiC GlaSGOW 0-0

Martedì 25 aprile 1967, ore 16PRAGA (Stadio “Juliska”)Arbitro: Gottfried DIENST (SUI)Spettatori: 19.600

DUKLA PRAGA: Ivo VIKTOR, Miroslav CMARADA, Ivan NOVAK, Vladimir TABORSKY, Jan GELETA, Jan ZLOChA, Stanislav STRUNC, Frantisek KNE-BORT, Josef MASOPUST (cap.), Josef NEDO-ROST, Josef VACENOVSKYCommissario tecnico: Bohumil MUSIL.

CELTIC GLASGOW: Ronald SIMPSON, James CRAIG, Thomas GEMMELL, Robert MURDOCh, William MC NEILL (cap.), John CLARK, James JOhNSTONE, William WALLACE, Stephen ChAL-MERS, Robert AULD, John hUGhESCommissario tecnico: John STEIN.

Ammoniti: 20’ Josef NEDOROST, 35’ Jan ZLO-ChA, 62’ Stephen ChALMERS.

inTer-CSKa SOFia 1-1 (1-0)

Mercoledì 19 aprile 1967, ore 21:15MILANO (Stadio “San Siro”)Arbitro: Dimitris WLAChOJANIS (AUT)Spettatori: 66.767

INTER: Giuliano SARTI, Tarcisio BURGNICh, Gia-cinto FACChETTI, Gianfranco BEDIN, Aristide GUARNERI, Armando PICChI (cap.), JAIR, Ales-sandro MAZZOLA, Renato CAPPELLINI, Luis SUA-REZ, Mario CORSO Commissario tecnico: helenio hERRERA.

CSKA SOFIA: Stoyan IORDANOV, Ivan VASILEV, Boris GAGANELOV, hristo MARINChEV, Boris STANKOV, Dimitar PENEV, Kiril RAIKOV, Nikola TZANEV (cap.), Nikolai RADLEV, Dimitar YAKI-MOV, Asparuch NIKODIMOVCommissario tecnico: Stoian ORMANDJIEV.

Reti: 45’ Giacinto FACChETTI, 66’ Nikola TZANEV.Ammoniti: Ivan VASILEV, hristo MARINChEV, Niko-lai RADLEV.Espulso: 32’ Kiril RAIKOV.

CSKa SOFia-inTer 1-1 (0-0)

Mercoledì 26 aprile 1967, ore 17SOFIA (Stadio “Vasilij Levski”)Arbitro: Daniel ZARAQUIEGUI IZCO (ESP)Spettatori: 51.557

CSKA SOFIA: Stoyan IORDANOV, Ivan VASILEV, Boris GAGANELOV, hristo MARINChEV, Boris STANKOV, Dimitar PENEV, Tsvetan ATANASOV, Nikola TZANEV (cap.), Nikolai RADLEV, Dimitar YAKIMOV, Asparuch NIKODIMOVCommissario tecnico: Stoian ORMANDJIEV.

INTER: Giuliano SARTI, Tarcisio BURGNICh, Gia-cinto FACChETTI, Gianfranco BEDIN, Aristide GUARNERI, Armando PICChI (cap.), Angelo DO-MENGhINI, Alessandro MAZZOLA, Renato CAP-PELLINI, Luis SUAREZ, Mario CORSOCommissario tecnico: helenio hERRERA.

reti: 62’ Giacinto FAccHettI, 78’ nikolai RADLEV.

inTer-CSKa SOFia 1-0 (1-0) in campo neutro

Mercoledì 3 maggio 1967, ore 21BOLOGNA (Stadio “Comunale”)Arbitro: Gottfried DIENST (SUI)Spettatori: 29.251

INTER: Giuliano SARTI, Tarcisio BURGNICh, Gia-cinto FACChETTI, Gianfranco BEDIN, Aristide GUARNERI, Armando PICChI (cap.), Angelo DO-MENGhINI, Alessandro MAZZOLA, Renato CAP-PELLINI, Luis SUAREZ, Mario CORSOCommissario tecnico: helenio hERRERA.

CSKA SOFIA: Stoyan IORDANOV, Ivan VASILEV, Boris GAGANELOV, hristo MARINChEV, Boris STANKOV, Dimitar PENEV, Kiril RAIKOV, Nikola TZANEV (cap.), Nikolai RADLEV, Dimitar YAKI-MOV, Asparuch NIKODIMOVCommissario tecnico: Stoian ORMANDJIEV.

Rete: 12’ Renato CAPPELLINI.Ammoniti: Boris STANKOV, Asparuch NIKODI-MOV.

CelTiC GlaSGOW-inTer 2-1 (0-1)

Giovedì 25 maggio 1967, ore 17:30LISBONA (Stadio “Nacional”)Arbitro: Kurt TSChENSChER (GER)Spettatori: 45.000

CELTIC GLASGOW: Ronald SIMPSON, James CRAIG, Thomas GEMMELL, Robert MURDOCh, William MC NEILL (cap.), John CLARK, James JOhNSTONE, William WALLACE, Stephen ChAL-MERS, Robert AULD, Robert LENNOXCommissario tecnico: John STEIN.

INTER: Giuliano SARTI, Tarcisio BURGNICh, Gia-cinto FACChETTI, Gianfranco BEDIN, Aristide GUARNERI, Armando PICChI (cap.), Angelo DO-MENGhINI, Alessandro MAZZOLA, Renato CAP-PELLINI, Mauro BICICLI, Mario CORSOCommissario tecnico: helenio hERRERA.

Reti: 6’ rigore Alessandro MAZZOLA, 63’ Thomas GeMMell, 84’ Stephen cHAlMerS.

SEMIFINALE 1 SEMIFINALE 2 SPAREGGIO SEMIFINALE

FINALE

Giacinto Facchetti

FACCHETTI SI FERMANonostante il grande Giacinto, l’Inter cade col Celtic...

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“dai campetti di strada a STAR del calcio internazionale”

DIVENTA UN CAMPIONE

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SCUOLE CALCIOCEI PALERMO

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GIOVANI SPERANZEENZO CASULA RACCONTA IL CEI PALERMO: “PRIMA L’EDuCAzIONE, POI

I RISuLTATI… E ORA COLTIVO ALLENATORI”.

rima la crescita, poi i risultati. Il CEI di Pa-lermo, Centro Educativo Ignaziano, unica scuola calcio del capoluogo siciliano rico-nosciuta dalla FIGC, coltiva talenti e giova-ni speranze del pallone. Calcio e religione, perché collegata alla Polisportiva c’è una delle scuole più note di Palermo, il Gonza-

ga dei Gesuiti. Enzo Casula, presidente della scuola calcio,

nato in Sardegna ma palermitano d’adozione, perché a Paler-mo svolge le mansioni di funzionario di Polizia, ci apre le porte della sua seconda casa. E racconta la macchina perfetta che è riuscito a creare in quattordici anni. Tra le speranze dei ’97 come Joaquin Lores, uruguaiano ma perfettamente integrato nella realtà palermitana, fratello del più noto centrocampi-sta di proprietà del Palermo Ignacio (“Vorrei diventare bravo come Nacho, gioco da dodici anni, ho un esempio importante

di Alessio ALAIMO

foto Giorgio SANSEVERINO

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la calcio che funziona…“Sono tecnico federale, allenatore di base. Quindici anni fa è capitata l’occasione di dirigere la scuola calcio del CEI. Quan-do sono arrivato io c’erano circa trenta bambini che facevano scuola calcio, oggi sono più di quattrocento. Abbiamo dato diversi ragazzi al Palermo grazie anche ai buoni rapporti con il Direttore Dario Baccin. Stiamo crescendo, abbiamo buoni rap-porti anche con società come la Roma o la Juventus”.

in famiglia. Ci provo”) all’esperienza del quasi ottantenne al-lenatore Sutera che Casula descrive come “un ragazzino che ancora dà l’anima in campo” (“Ho fatto tanti anni al Palermo, tanti ragazzi sono cresciuti con me: da Lisuzzo a Ciaramitaro a Perna. Sono al CEI da due anni, vogliamo migliorare ancora e i margini ci sono”, dice l’esperto allenatore).

Casula, dalla Sardegna alla Sicilia, a Palermo. e una scuo-

SPECIALE SCUOLE CALCIO/ CEI PALERMOdi Alessio ALAIMO

CEI PALERMOEducazione, valorie poi arriva anche

il calcio...

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Come si è avvicinato al calcio?“Da piccolo giocavo, ero anche bravo. Centrocampista. Ma ho avuto qualche problema fisico. Sono un funzionario di Polizia, il calcio è un hobby, una passione”.

Calcio e non solo: siete collegati ad una scuola di origine gesuita. Quanto incide?“La Polisportiva è parte integrante della scuola. una scuola dove è cresciuta la Palermo di livello. Inizialmente il bacino d’utenza era la scuola, oggi è tutta la città. E poi siamo qualificati dalla FIGC, una soddisfazione non da poco. Ma qui non c’è un calcio esasperato: non c’è l’obiettivo della vittoria a tutti i costi. Con-tano altri valori: il rispetto, la crescita collettiva, l’educazione”.

il rapporto con le società professionistiche?“Fantastico. Con il Palermo, con Dario Baccin che è una persona valida e preparata, ho un ottimo rapporto. Poi anche con la Roma abbiamo buoni rapporti, ci confrontiamo con le società più importanti come Arsenal, Milan e tante altre. I ragazzi in occasione del Torneo Selis, hanno la possibilità di interfacciarsi con altri coetanei del Chelsea, della Juve. Ho conosciuto Pes-sotto, Matteoli del Cagliari. Spesso abbiamo portato ragazzi al Torino, al Milan, alla Roma. Siamo una bella vetrina. Ma non è l’obiettivo primario”.

e con i procuratori come vi confrontate?“Vengono, litigano tra di loro. Ma a me interessa che i ragazzi vadano avanti. Al di là del procuratore, sono aperto dinnanzi a chi si presenta per favorire la crescita dei nostri ragazzi. Non abbiamo bisogno dei diecimila euro dalla società di turno per andare avanti. Qualcuno lo abbiamo anche dato gratis al Pa-lermo, mi interessa mandare avanti i ragazzi. Chi invece pensa ai soldi fa male al calcio giovanile. Giusto che il lavoro venga ricompensato, però la ricompensa più grande è veder crescere i nostri ragazzi”.

Scuola religiosa, campo di calcio: i calciatori di Serie a spesso danno il brutto esempio, bestemmiando o litigan-do. Voi come vi comportate?“A volte i genitori litigano tra di loro... gli stupidi sono ovunque

SPECIALE SCUOLE CALCIO/ CEI PALERMO

GRANDI SODDISFAZIONI Il CEI Palermo è una scuola calcio qualificata dalla FIGC.

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e queste cose possono capitare dappertutto. Ma bestemmie no: mai, non esistono. Neanche a parlarne”.

Casi di razzismo?“Assolutamente no. Ne parliamo, se ne parla. Ma qui dentro non è mai successo nulla e se accadesse allontanerei i protago-nisti di un fatto del genere”.

e lei, che rapporto ha con i ragazzi?“Mi vogliono bene, ho un grande rapporto con tutti. Quella cattiva è la segretaria (scherza, ndr)”.

Ha mai cacciato un allenatore? “In questo ho preso da zamparini e Cellino (sorride, ndr). Qualcuno ogni anno salta, per motivi tecnici o perché non c’è feeling. E poi devi anche fare risultato, perché ci sono le retro-cessioni. Molti allenatori sono con me da anni, sto cercando di far crescere anche i mister prendendoli giovani e facendoli cre-scere al fianco di quelli che ho già. La nostra è stata la scuola calcio che ha dato più allenatori al settore giovanile del Paler-mo: fino allo scorso anno quattro su otto erano qui con me”.

E a proposito di allenatori, la parola passa a Stefano Gio-venco, l’allenatore dei piccoli campioncini, dal 2006 in poi.. I giovani da far crescere senza troppe pressioni. “Sono ancora bambini, a questa età gli diciamo che devono solo divertirsi. Lavoriamo sulla fase tecnica ma facendo leva su quella ludica” E quanta pazienza ci vuole? “Molta, ma più che altro tanta passione”. Se i bambini pensano a divertirsi, i 97 possono an-che avere un occhio al futuro. Ci pensa mister Mauro Buffa: “Da qui è uscito qualcosa, abbiamo lavorato sul materiale che abbiamo a disposizione. Lavoravo nel Palermo fino al 2005, in prima squadra l’allenatore era Guidolin da cui ho imparato ve-ramente tanto: ho conosciuto il miglior tecnico rosanero insieme a Delio Rossi con cui sono stato in contatto e andavo a vedere i suoi allenamenti. E per il futuro il mio obiettivo è tornare tra i professionisti”. Buffa, Sutera e non solo, tutti con la regia di Casula. I calciatori del domani, a Palermo, passano anche dal CEI…

RAPPORTI CON TANTI CLUBPalermo ma non solo,

il CEI Palermo si interfacciacon tante grandi squadre...

SPECIALE SCUOLE CALCIO/ CEI PALERMO

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RACCONTI DI CALCIONEWS DALL’EUROPA

La clamorosa indiscrezione arrivò la sera del 24 settembre 2013: Fatih Terim, istitu-zione in Turchia, stava per lasciare il Ga-latasaray per dedicarsi completamente alla nazionale. A Istanbul avevano deciso di puntare immediatamente su un nome di impatto, ossia Roberto Mancini. Ma chi

poteva credere che un tecnico del suo curriculum e papabi-le alla panchina dell’Italia potesse scendere nel campionato turco? I dubbi furono cancellati sei giorni dopo con la firma di un contratto triennale da parte dell’allenatore di Jesi.Peccato che il rapporto sia durato appena 8 mesi. l’11 giugno Mancini incontra la dirigenza e rescinde il contratto avvalendosi di una clausola contrattuale si libera. I motivi? Li spiega lui stes-so: “Con il Club abbiamo consensualmente stabilito di sciogliere il rapporto di lavoro. Come allenatore comprendo le esigenze del mio Club. Quando ho accettato l’incarico di tecnico del Gala gli obiettivi erano diversi. In questi 8 mesi, pur partendo da una sta-gione in parte compromessa, ho svolto il mio lavoro spinto dalla

passione e dalla ricerca costante della vittoria perseguita con la qualificazione in Champions, la conquista della Coppa di Turchia ed il secondo posto in campionato. Con dispiacere lascio Istanbul ed i tifosi, entrambi splendidi. un saluto affettuoso al Presidente, alla squadra e a tutti i collaboratori che hanno lavorato con talento e lealtà”. Non male, considerato che in un’intervista di due giorni prima con “La Gazzetta dello Sport” il tecnico dichia-rava: “L’Italia mi manca, non solo negli affetti, anche calcistica-mente. Mi manca. Ma sarò chiaro: resto al Galatasaray. Ho due anni di contratto e ho fatto bene. Giocheremo in Champions”.Obiettivi diversi, dice Mancini. Facciamo un passo indietro. Gli acquisti di Wesley Sneijder e Didier Drogba avevano dato un messaggio chiaro all’Europa, quello di un club che voleva por-tare la Turchia ai vertici assoluti. E convinto un tecnico di prim’or-dine come Mancini ad accettare l’ambizioso progetto. Peccato che a grandi acquisti e stipendi da nababbi abbia fatto da contraltare una serie di perdite e conseguenti debiti con le ban-che. Il cammino in Champions League è stato onorevole, con la qualificazione agli ottavi di finale estromettendo niente meno

di Gaetano MOCCIARO

TIRI MANCINIROBERTO IL TURCO: OTTO MESI AL GALATASARAY, TRA

SOGNI DI GLORIA E PROMESSE NON MANTENUTE.

MANCINI HA MOLLATOè durata poco l’avventurain terra turca del Mancio...

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44 anni Paulo Sousa si appresta a visita-re il suo decimo Paese da quando gravita nel mondo del calcio: se non è un record, c’è l’età dalla sua parte. Guiderà il Ba-silea, in Svizzera, al posto di Murat Yakin. Che non fosse propriamente attaccato a una squadra lo si era capito da subito quando

da giovane calciatore passò dal Benfica agli odiati cugini del-lo Sporting. Il primo volo aereo nel 1994: la nuova Juve post-Boniperti pone le prime basi col suo acquisto. Era promesso alla Roma, Moggi che proprio in quel periodo passa dai giallorossi alla Vecchia Signora, pilota la stessa trattativa a favore dei bianconeri, scatenando le ire dell’allora presidente romanista Franco Sensi: parte male, poi diventa il faro di una squadra che prima torna a vincere uno Scudetto dopo 9 anni e poi si prende la Champions. I presupposti per una lunga carriera in Italia ci sarebbero (Inter e Parma), peccato che dopo 2 anni ci sia il trasferimento in Germania, al Borussia Dortmund. Il pie-de è sempre fatato, le geometrie perfette e, al primo colpo, vince la Champions, ironia del destino proprio contro la sua

Juve. E giusto per non perdere il vizio darà un altro dispia-cere ai bianconeri, stavolta con la maglia del Panathinaikos. Già, perché il pellegrinaggio di Sousa tocca pure la Grecia. E ad Atene è protagonista (con gol) del 3-1 che estromette la squadra allora di Carlo Ancelotti dai gironi di Champions: anno di grazia 2000 e i problemi fisici iniziano a farsi sentire e tanto. Al punto da farlo smettere un anno dopo, non prima di aver toccato una nuova meta: la Spagna, o meglio la Ca-talogna. 9 partite all’Espanyol prima di arrendersi ai dolori.Italia che torna nel suo destino nella sua nuova vita di allenato-re, sebbene toccando un altro Paese: l’Inghilterra. Viene scelto dal QPR di Fabio Briatore e non va benissimo. Nemmeno con Swansea e Leicester va meglio, obiettivi falliti e ciao ciao UK. Sousa rifà la valigia e sceglie l’Ungheria. Alla guida del Vi-deoton resta un anno e mezzo e si rende protagonista di un incredibile episodio: in un’amichevole con i giornalisti dà una testata a un malcapitato cronista di un quotidiano sportivo. La-scia a gennaio 2013 e a maggio sceglie Israele come nuova tappa, accettando la proposta del Maccabi tel Aviv, fino ad arrivare ai giorni nostri con il “sì” al Basilea. Quanto durerà?

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in vetrina alla ricerca di acquirenti. Aspettando che qualcu-no si faccia avanti c’è già un Didier Drogba pronto a dire addio: un grande risparmio economico (l’ivoriano percepiva 6 milioni) ma una grandissima perdita tecnica per Mancini.Decisamente troppo, nonostante qualche svincolato di lusso sia stato proposto: Alex, Samuel Eto’o, Bafétimbi Gomis: so-luzioni ritenute tappabuchi e decisamente non in linea con un progetto, come quello di Mancini, basato sul lungo termine.Il mandato finisce con largo anticipo, lasciando in eredità una coppa di Turchia vinta, un secondo posto in campiona-to dietro un Fenerbahçe che a seguito dell’esclusione dal-le coppe europee si è potuto concentrare sul campionato e due derby vinti contro le due super rivali: il Fenerbahçe, per l’appunto e il Besiktas. Una scelta fatta tardivamente, quella del Mancio, quando ormai tutte le società avevano scelto il proprio allenatore. Possibile prospettiva di un anno sabba-tico, cosa già successa nel 2008 quando dopo l’addio alla panchina dell’Inter restò fermo fino ad dicembre 2009 quan-do il Manchester City lo chiamò al posto di Mark hughes.

che la Juventus. Ma i numeri parlano chiaro: la squadra non ha fatto meglio dell’anno prima, ergo: nessun aumento di ricavi.Da qui le prime magagne economiche emergono, il club deve correre ai ripari. Che qualcosa non funzioni Rober-to Mancini se ne accorge già al mercato di gennaio, quan-do falliscono praticamente tutti gli obiettivi richiesti: Astori e Ranocchia, ma anche Guarin sul quale il Gala poteva in-serirsi dopo la trattativa sfumata tra Inter e Juventus. E poi hakan Çalhanoğlu (il giocatore dell’Amburgo era disposto ad accettare il trasferimento a Istanbul), Rhodolfo del Gre-mio, Danilo D’Ambrosio, Doria del Botafogo, Aymeric Lapor-te dell’Athletic Bilbao, Federico Peluso, Gokhan Inler, Max Meyer dello Schalke 04 e Manolo Gabbiadini: niente di tut-to ciò. Arriveranno Alex Telles, Koray Günter, Lucas Ontivero.L’estate ha messo il tecnico di fronte al fatto compiuto: pri-ma le cessioni e poi gli acquisti. E costruire una squadra più turca, perché se alla fine ne possono giocare 6 tanto vale li-berarsi di qualche ingaggio. Ed è così Izet hajrovic, Emma-nuel Eboué, Aurélien Chedjou e Dany Nounkeu vengono messi

RACCONTI DI CALCIO/ NEWS DALL’EUROPA

PAULO SOSA L’ETERNOAncora una sfida

per l’ex di Inter e Juve...

di Gaetano MOCCIARO

PROSSIMA STaZiOne: SVIZZERA

PAULO SOUSA GLOBETROTTER DEL NUOVO MILLENNIO:

SARà IL TECNICO DEL BASILEA

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LIGASPAGNA

M nazionale croata viste le sue origini, Luis Enrique ha deciso di puntare sulle doti dell’ormai ex ‘rojiblanco’ per costruire un centrocampo in grado di trascina-re nuovamente il Barça alla conquista della Liga e sul tetto d’Europa. Fuori Cesc Fabregas, dentro Rakitic per la nuova mediana catalana: il 27enne ex Arsenal non rientrava nel progetto tec-nico dell’ex allenatore della Roma, che ha avallato la cessione del calciato-re spagnolo al Chelsea per 33 milioni di euro. Un affare dunque anche per il

Barcellona, la cui dirigenza ha potuto approfittare della scadenza contrat-tuale di rakitic – fissata nel 2015 – per limitare il proprio esborso economico.

IL BARCELLONA CAMBIA PELLE – Nessuna paura al Camp Nou, l’esigente pubblico catalano si affida a luis enri-que per aprire un nuovo ciclo vincente dopo le amarezze maturate nell’ultima stagione col ‘tata’ Martino in panchina. L’allenatore argentino, subentrato un anno fa a Tito Vilanova a causa della

NUOVA VITA BLAUGRANAIVAN RAKITIC LASCIA IL SIVIGLIA PER PRENDERE IL POSTODI FABREGAS AL BARCELLONA, A VOLERLO È STATO IL NEO TECNICO LUIS ENRIQUE.

esi e mesi di interessi prima confermati e poi smentiti, il rifiuto all’offerta di rinnovo del Siviglia per dire sì al suo nuovo club. Non è bastata

la grande stagione degli andalusi per trattenere Ivan Rakitic allo stadio Ramón Sánchez-Pizjuán, nonostante l’Europa league conquistata ai danni del Benfica nella finalissima disputata allo juventus Stadium. Il richiamo del Barcellona è stato troppo forte per il centrocampi-sta nato in Svizzera, ma nel giro della

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SIQUEIRA HA SCELTO L’ATLETICO

IL BRASILIANO LASCIA IL BENFICA PER APPRODARE ALLA CORTE DI SIMEONE, NIENTE ITALIA PER LUI…

udinese, Ancona, Granada, Benfica e Atletico Madrid. Guilherme Siquei-ra (28) non ha intenzione di fermarsi e, dopo essere approdato ai cam-pioni di Spagna, punta a diventare subito titolare al Calderon. L’ottima stagione trascorsa in Portogallo ha convinto i colchoneros a bruciare la concorrenza per l’esterno brasilia-no ex Primavera dell’Inter, cercato in Italia proprio dai nerazzurri e dal Milan. Un affare per il club vice campione d’Europa, al quale Siquei-ra si è legato per un quadriennio.

di Marco FRATTINO

malattia che ha poi portato alla scom-parsa dell’ex tecnico blaugrana, è stato in grado di vincere solo la Supercoppa di Spagna nell’agosto 2013 abbando-nando successivamente la possibilità di conquistare Copa del Rey, Liga e Cham-pions League. Luis Enrique gode della fiducia dell’intera tifoseria, vista la sua esperienza in Catalogna nelle vesti di calciatore e allenatore delle formazio-ni giovanili, la sua idea di gioco sposa la filosofia blaugrana come dimostrato prima alla Roma e poi al Celta Vigo. Proprio l’ex tecnico giallorosso ha dato l’ok all’acquisto del 26enne croato, che a Siviglia e in nazionale ha dimostrato di poter giocare sia in mediana che in posizione più avanzata alle spalle del-le punte. Toccherà ora a Luis Enrique studiare la migliore posizione da affi-dare all’ex Schalke 04 nello scacchiere catalano.

AFFARE GIÀ CHIUSO PRIMA DEL MONDIALE – Nessuna sorpresa dun-

que nella trattativa tra Barcellona e Si-viglia, nonostante l’inserimento di alcuni club importanti come Liverpool, Arse-nal, Manchester United e Real Madrid. In Italia anche Napoli, Juventus e Lazio avevano pensato all’ingaggio dell’ex Basilea, nonostante le dichiarazioni di José Castro Carmona – presidente del Siviglia – alla vigilia della finale euro-pea vinta lo scorso 14 maggio. “Possi-bile futuro altrove per Rakitic? Non ci sono problemi, è in scadenza nel 2015. Il nostro obiettivo è quello di fargli fir-mare a breve un nuovo accordo trien-nale”, parole che non sono però state sufficienti per blindare il croato che ha preso parte al Mondiale in Brasile con la sua nazionale. Il Barcellona non ha badato a spese per assicurarsi Rakitic, trasferitosi al Camp Nou attraverso un contratto quinquennale, mentre nell’o-perazione è stato inserito il ventenne centrocampista Denis Suarez, che lascia la Masia blaugrana attraverso la for-mula del prestito biennale per cercare spazio con continuità nella formazione allenata da Unai Emery. L’affare era stato chiuso prima del calcio d’inizio di Brasile-Croazia – match inaugurale della Coppa del Mondo – ma il Barça si è immediatamente attivato per uffi-cializzare il colpo pochi giorni dopo: le visite mediche svolte in Sudamerica sono state il preludio al comunicato definitivo del club catalano, che il 16 giugno ha annunciato l’ingaggio del centrocampista classe ’88. Si tratta di una data che resterà sempre impressa nella vita di Rakitic, il quale ha imme-diatamente ammesso di aver realizzato un sogno.

SVOLTA TECNICA MA ANCHE ME-DIATICA – Basilea, Schalke 04, Sivi-glia e ora Barça. La carriera di Rakitic è in continua ascesa, ha vinto l’Europa League e disputato un buon Mondia-le, ma i titoli dei giornali sono spesso per qualche altro croato: una volta è Mandzukic, un’altra è Olic, poi Modric e Kovacic. Rakitic ha fatto notizia più per il bacio proibito al compagno di squadra Daniel carriço, dopo la fi-nale di Torino che per le sue più che positive prestazioni, col trasferimento in catalogna è l’ora di lanciare la sfi-da ai suoi connazionali per i principali tornei da vincere, ma anche per con-quistare qualche prima pagina in più.

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RAKITIC VA DA LUIS ENRIQUEL’ex Siviglia è stato

scelto come erede di Xavi...

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PREMIER LEAGUEINGHILTERRA

L uno dei tanti. Invece a ventisette anni Cesc ha già collezionato 90 presenze con la nazionale spagnola, una delle squadre più forti di sempre, vivendo da protagonista i due europei e il mon-diale vinto. Poi, da capitano dei Gun-ners, è ritornato a casa, proprio nella sua Barcellona, ai piedi della Sagrada Familia.“Once a Gunner, always a gunner”. È la frase che gli contestano i tifosi bian-corossi dopo l’alto tradimento perpe-trato quest’estate. Perché, sì, tornare in Catalogna poteva pure essere una scelta di vita. E pure di bilancio, per le

TUTTO PASSA DA LONDRA‘once A Gunner, AlwAyS A Gunner’. coSì PArlò FABREGAS. ChE ORA FIRMA COL ChELSEA…

ondon Calling to the far away town, cantavano i mi-tici Clash nel 1979, quando Cesc Fabregas era ancora lì da venire, otto anni dopo.

Peccato che il centrocampista catalano incarni perfettamente quello spirito che il gruppo inglese raccontava trenta-cinque anni fa. Perché Londra rimane Londra, e non si può, quasi mai, allonta-narsi da lei. Soprattutto se a quattordi-ci anni fai armi e bagagli dalla Masia del Barcellona per finire all’Academy dell’Arsenal. Fosse rimasto in blaugra-na, probabilmente, sarebbe rimasto

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jOe COle: ULTIMA CHIAMATA

A 32 ANNI, hA DECISO DI RIMETTERSI IN GIOCO CON L’ASTON VILLA…

Se non è un’ultima possibilità, davve-ro poco ci manca. Joe Cole riparte per la terza volta negli ultimi quat-tro anni, dopo due esperienze non proprio felicissime a Liverpool, una buona annata al Lille e una stagione e mezza al West ham. L’Aston Vil-la ha creduto in lui proponendogli un biennale dopo che il precedente contratto con gli hammers era sca-duto, ma a trentadue anni - ne com-pirà trentatré a novembre - Birming-ham assomiglia all’ultima spiaggia per prolungare una carriera ricca di vittorie ma anche di infortuni.

di Andrea LOSAPIO

disastrate casse di un Arsenal che do-veva fare i conti con la costruzione del nuovo stadio, quell’Emirates che è ora fiore all’occhiello. I soldi ora appaiono tornati - e l’acquisto di Mesut Ozil ne è la riprova - ma la decisione di non puntare su Cesc è sembrata chiara sin dall’inizio. Con un centrocampo pieno di piedi buoni, da Ramsey a Wilshere, la necessità per l’Arsenal è migliorare la propria bocca di fuoco (Giroud non può bastare) e pure il pacchetto arretrato, anche con un portiere. Ritornando però ai tifosi, qualcuno ha pure bruciato la maglietta del playmaker iberico, tac-ciato d’infedeltà dopo il suo passaggio al Chelsea di José Mourinho. L’odiato Mou, ancora una volta, dopo le pa-role al vetriolo indirizzate ad Arsène Wenger. “Non mi hanno rivoluto indie-tro”, è stata la giustificazione - flebile - di Cesc, pagato comunque più di 30 milioni di euro per tornare in Premier League.Non è sempre stata una scelta facile,

quella di essere un calciatore. Perché, al di là della passione di Francesc sr, suo padre, i primi tempi a Londra non erano stati facili. Casa a Barnet, con altri ragazzini dell’Academy dell’Arse-nal, e pochissimi spazi di vitalità. Casa, scuola e campetto da calcio. E Playsta-tion, ovviamente, perché l’impossibilità di uscire - come un ragazzo normale - e andare nei club di Londra lo costrin-geva a stare di fronte al computer, da solo. Ma che diventasse un professioni-sta sembrava scritto, perché già da ra-gazzino non amava i fast food, prefe-rendo verdure e pesce piuttosto che cibi grassi. Mantenendo la linea e speran-do, un giorno, di diventare un campio-ne. Ci è riuscito nel 2003, diventando uno dei più giovani calciatori a esordire nella storia dell’Arsenal, e vincendo la Premier League quello stesso anno. Poi la storia recente, la telenovela diven-tando il mister X di un’estate rossonera - come aveva ammesso anche la sorella del calciatore - che però non ha avuto sbocco, ritornando appunto a Barcello-na. Dove ha giocato parecchie partite ma, con l’andare del tempo, è rimasto schiacciato dall’enorme personalità - e peso - dei suoi compagni di giocate. Da Andrés Iniesta all’ombra enorme di Xavi, o la funzionalità di Busquets. Peccato che, appena deciso l’addio del cervello del centrocampo del Barça, anche Fabregas abbia deciso di lascia-re per altri lidi.Certamente non è un bel momento per lui. l’addio al camp nou sa di flop, dopo tre anni con 150 presenze e 42 gol, non proprio numeri da centrocam-pista, ma nello scacchiere tattico è sem-pre stato trattato come un nobile rin-calzo che non come un titolare. E pure con del Bosque, dopo l’eliminazione dai Mondiali, c’è stato un battibecco dopo un allenamento in cui Cesc non ha di-mostrato l’attitudine al sacrificio voluta dal commissario tecnico. Reo di averlo fatto giocare davvero poco nelle prime due gare. Insomma, se “London Calling” è anche per rinascere dal punto di vi-sta tecnico, nonostante gli anni siano solamente 27 e la maturità calcistica è ancora in qui da venire. Essere l’e-rede di Lampard non può che essere una responsabilità enorme. E, forse, pure quell’investitura che al Barça non è arrivata, ma che aveva già preso di buon grado ai tempi dell’Arsenal.

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BENTORNATO FABREGASCiao Ciao Barça,

c’è il Chelsea per Cesc...

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solo dieci anni dopo che la Bundesliga inizierà ad accogliere calciatori italiani con maggiore frequenza. Prima pun-tando diversi campioni del Mondo e poi scommettendo su calciatori giovani e promettenti pronti da lanciare nel pa-norama europeo, approfittando dell’in-capacità dei club italiani di dare fidu-cia alle tante promesse del Bel Paese.

Nel 2007 sbarcò in Baviera, per vestire la maglia del Bayern Monaco, il centra-

BUNDESLIGAGERMANIA

DA PACCHIAROTTI A IMMOBILEGLI EMIGRANTI DEL PALLONE IN BUNDESLIGA FRA DELUSIONI E SUCCESSI, STORIE DI CALCIO FUORI DAI CONFINI NAZIONALI…

I n origine fu Gianluca Pac-chiarotti, portiere classe ‘63, che nel 1986 tentò l’avventura in Bundesliga con la maglia dello Schalke

04, senza però trovare fortuna e torna-re in patria dopo appena una stagione. Poi dieci anni di nulla prima del trasfe-rimento di Ruggero Rizzitelli dal Torino al Bayern Monaco, allenato da un altro italiano come Giovanni Trapattoni, che resterà però un episodio isolato. Sarà fo

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ROBERT LEWANDOWSKI

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vanti trentenne Luca Toni reduce da tre stagioni in doppia cifra in Serie A con le maglie di Palermo e Fiorentina e dal-la vittoria in Coppa del Mondo con la maglia dell’Italia, l’anno prima proprio in terra tedesca. Un acquisto subito az-zeccato visto che l’attaccante emiliano mise la firma su 24 gol, capocannoniere di Bundesliga, decisivi per la vittoria in campionato della squadra allenata da hitzfeld. Lo seguirono l’anno successivo altri tre campioni del Mondo come i di-fensori Andrea Barzagli, Christian Zac-cardo e Massimo Oddo. I primi due si trasferirono al Wolfsburg, dove contri-buirono alla vittoria del primo, storico, titolo del club in Bundesliga; il secondo invece raggiunse Toni al Bayern senza però trovare grande fortuna. Di questi solo Barzagli resistette più di un anno in Germania restando al Wolfsburg fino al gennaio 2011, quando venne poi acquistato dalla Juventus. Zaccar-do e Oddo invece lasciarono immedia-tamente la Germania per rientrare in

patria: il primo per vestire la maglia del Parma, il secondo per tornare al Milan. Poca fortuna ebbe anche un al-tro campione del Mondo come Mauro Camoranesi che, terminata l’esperienza alla Juventus, provò a rilanciarsi allo Stoccarda lasciando però la Germania dopo appena quattro mesi. Sempre dai bianconeri, nel gennaio del 2010, an-che il terzino Cristian Molinaro volò a Stoccarda per vestire la maglia bian-corossa dello storico club tedesco. L’im-patto fu subito di quelli importanti con l’elezione a miglior terzino della Bun-desliga, che convinse lo Stoccarda a ri-scattarlo a fine anno e farne un pilastro per gli anni a venire. Molinaro fu infat-ti titolare anche nei tre anni successivi prima di essere messo sorprendente-mente ai margini della prima squadra fino alla cessione nel gennaio scorso al Parma.

Il resto è storia delle ultime sessioni di mercato con i club tedeschi che la scor-sa estate si buttarono a capofitto su due protagonisti della cavalcata dell’Italia U21 all’Europeo disputatosi in Israele, che vide gli azzurrini classificarsi secon-di alle spalle della Spagna. Tesserati per l’Inter (che mai aveva creduto re-almente in loro mandandoli a giocare in prestito in club di secondo piano o in serie minori) Giulio Donati e Luca Caldirola vennero sedotti dalle sirene tedesche del Bayer Leverkusen e del Werder Brema, decidendo di tentare l’esperienza all’estero, tra l’altro con ottimi risultati; nel caso di Donati ci fu anche l’esordio in Champions League. Nella prossima stagione li raggiunge-rà in Bundesliga un altro protagonista di quell’Europeo U21 con la maglia azzurra come Ciro Immobile. Il capo-cannoniere dell’ultima Serie A avrà il difficile compito di sostituire robert Lewandowski al centro dell’attacco di una big come il Borussia Dortmund, con la speranza di ripercorrere le orme di Toni in Baviera e trascinare a suon di gol i gialloneri al titolo. Il tutto in attesa che la partnership fra Juventus e Wer-der Brema porti in Germania qualche altro giovane promettente del vivaio bianconero.

Non solo italiani, ma anche stranie-ri cresciuti nei vivai nostrani negli ul-timi anni sono stati mandati a farsi le

TUCHEL LASCIA

DOPO AVER CONQUISTATO L’EUROPA, IL TECNICO hA DE-CISO PER UN SORPRENDENTE ADDIO.

È stato un addio dolce-amaro quel-lo di Thomas Tuchel al Mainz, la so-cietà che nel 2009 aveva creduto in lui, con alle spalle solo qualche esperienza nelle giovanili, affidan-dogli una squadra fresca di ritor-no in Bundesliga. Dopo la seconda qualificazione in europa il tecnico, salito alla ribalta e attratto dalle sirene delle big, ha unilateralmen-te deciso di abbandonare il Mainz chiedendo la rescissione del con-tratto e spezzando un rapporto che pareva solido e destinato a durare.

di Tommaso MASCHIO

ossa in Germania. Se per Acquah e Bouy le esperienze con le maglie di hoffenheim e Amburgo non sono state delle più esaltanti, ben altro destino potrebbe toccare a Tin Jedvaj che la Roma ha prestato al Bayer nel ten-tativo di farlo valorizzare sulla scia di quanto fatto dal Real Madrid con Dani Carvajal, titolare nella squadra che ha conquistato la Decima dopo un anno di apprendistato in Germania.

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MADE IN ITALY Immobile ricominciadalla Bundesliga...

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i è aperta la stagione di caccia in Francia. La preda, manco a dirlo, è quel PSG in grado di dominare gli ultimi due campionati e che punta

a conquistare la Champions League il prossimo anno. I cacciatori preparano le armi: il Monaco, dopo l’ottimo secon-do posto conquistato (ricordiamo che la squadra monegasca era una neopro-mossa), vuole lottare per il titolo con il PSG.

NON CHIAMATELO SPECIAL THREE - Via Ranieri, dentro Leonardo Jardim,

allenatore portoghese nato in Vene-zuela, tecnico che è riuscito a riportare in Champions League, dopo ben 5 anni, lo Sporting Lisbona. Dopo Mourinho e Villas Boas un altro giovane tecnico portoghese, ma non chiamtelo “Special Three”. Una scelta voluta fortemente dal presidente del Monaco, il magnate russo Dmitry Rybolovlev. Dopo la robo-ante campagna acquisti della scorsa stagione, con gli arrivi di Joao Mou-tinho, James Rodriguez e soprattutto Radamel Falcao, la squadra del prin-cipato è pronta a rispondere colpo su colpo agli acquisti del PSG: l’obiettivo

è quello di lottare ad armi pari in cam-pionato (cosa che era quasi successa lo scorso anno fino al brutto infortunio di Falcao). Per progettare al meglio la stagione è stato giustamente piazzato il colpo in panchina: troppe le incom-prensioni con Claudio Ranieri durante lo scorso campionato. Spazio quindi al nuovo che avanza: Guardiola al Ba-yern Monaco, Conte alla Juventus, Inza-ghi al Milan, Luis Enrique al Barcellona. Tutti tecnici giovani, preparati e vincen-ti: lo stesso profilo di jardim, un allena-tore che è stato in grado di riportare lo Sporting Lisbona ai fasti di un tempo.

LIGUE 1FRANCIA

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CACCIA APERTA AL PSGJARDIM AL MONACO, BIELSA AL MARSIGLIA: LA SFIDA È LANCIATA

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Secondo posto in campionato, Cham-pions league conquistata: una qualifi-cazione che, come detto, mancava da ben 5 anni. Anche le due precedenti esperienze, con Olympiakos e Spor-ting Braga, sono state eccellenti. Nella stagione 2011/12, porta lo Sporting Braga al terzo posto, con un fantastico record di 13 vittorie consecutive. L’anno successivo passa in Grecia, dove resta però solo sei mesi. Nonostante i risultati eccellenti, 10 punti di vantaggio sulla seconda, viene allontanato dalla pan-china per disaccordi con la proprietà. La stessa cosa che era successa a Bra-ga, di fatto la causa del mancato rin-novo con il club portoghese. Un tecnico che non le manda certo a dire quindi, con personalità: un limite o un pregio? Sarà il tempo a dirlo.

ARRIVA EL LOCO - Certo, come tem-peramento e carattere ricorda forse l’altro cacciatore arrivato in Francia per procacciarsi all’ambita preda:

Marcelo Bielsa, neo tecnico dell’Olym-pique Marsiglia. “El Loco”, questo il soprannome del tecnico argentino, è considerato uno dei migliori allenatori al mondo, che durante l’anno sabba-tico dopo l’esperienza sulla panchina dell’Athletic Bilbao, è stato corteggiato da un’infinità di club. Ha scelto Marsi-glia, per rilanciare una gloriosa piazza dopo l’ultima, deludente, stagione. Ul-timo nel girone di ferro di Champions League (insieme a Borussia Dortmund, Arsenal e Napoli) con zero punti, sesto in campionato e fuori dalle coppe (l’ul-timo posto valido per l’Europa League è andato al Guingamp, vincitore della Coppa di Francia, ndr). La rivoluzione dell’Olympique Marsiglia sarà totale: dopo il tecnico tanti, tantissimi cambi in campo, con diversi senatori sul piede di partenza. Il tassello più importante è stato comunque scelto: Bielsa por-ta in Francia tantissima esperienza ed un calcio molto divertente. Il Cile, con Bielsa in panchina, è tornato prepoten-temente fra le grandi del calcio suda-mericano: la qualificazione al Mondiale 2010 arriva al termine di uno splendi-do girone, dove i cileni raccolgono ben 33 punti, uno in meno rispetto al Brasi-le. In Sudafrica il Cile riesce a vincere la prima partita ad un Mondiale dopo 48 anni, ma, superato il girone, deve arrendersi al Brasile agli ottavi. Bielsa lascia la panchina del Cile nel 2011 e firma per l’Athletic Bilbao: il club basco stupisce tutti sia in Spagna che in Eu-ropa, raggiungendo la finale di copa del Rey e di Europa League, uscendone però sconfitto in entrambe le occasioni. La stagione successiva è abbastanza deludente, per questo motivo l’Athletic Bilbao decide di non rinnovare il con-tratto al suo allenatore: Bielsa resta senza squadra per quasi un anno, fino al 27 maggio 2014, quando firma un biennale con l’Olympique Marsiglia.

STAGIONE DI CACCIA – Si apre quindi la caccia al PSG. I campioni di Fran-cia sono già a lavoro per rafforza-re la squadra: il primo colpo porta il nome di David Luiz, fortissimo centrale brasiliano per il quale sono stati ver-sati 50 milioni nelle casse del Chelsea. Monaco e Marsiglia aspettano, la pro-grammazione parte dalla panchina. jardim e Bielsa affilano le lame, il PSG non avrà vita facile quest’anno.

LA PRIMA DI CLAUDE

MAKéLéLé AL BASTIA, INIZIA UNA NUOVA CARRIERA PER L’EX DI ChELSEA E REAL…

Un fulmine a ciel sereno. Claude Makélélé è il nuovo allenatore del Bastia. Dopo tre anni da assistente sulla panchina del PSG, l’ex media-no di Chelsea e Real Madrid inizia la sua carriera da allenatore in Corsica. Due anni di contratto per Makélélé, che subentra in panchina a Frédéric hantz. Eppure il tecnico francese non aveva fatto male, anzi. Dopo aver conquistato la promozio-ne, il Bastia per due anni ha rag-giunto una salvezza più che tranquil-la. Evidentemente le ambizioni del club corso sono più grandi: spazio quindi a Makélélé, che se riuscirà a trasmettere ai suoi giocatori an-che metà delle grinta che metteva in campo, potrà fare grandi cose.

di Daniel UCCELLIERI

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DEL PIERO “L’AUSTRALIANO”Pinturicchio ha lasciatoil segno in Australia.

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AUSTRALIA

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FRONTIEREI RUSSI hANNO TRACCIATO LA STRADA. AMERICANI E ARABI L’hANNO SEGUITA. ORA FA SUL SERIO ANChE L’AUSTRALIA

DEL PIONIERE ALEX DEL PIERO.

“Cercavo qualcosa di nuovo, di diverso, che non avesse pun-ti di contatto con il mio passato: un’e-sperienza davvero nuova. E l’ho trovata

a Sydney”. A parlare così, nel settem-bre del 2012, fu Alessandro Del Piero. Pinturicchio aveva appena detto addio alla sua Juventus, e la curiosità e forse la voglia di insegnare calcio agli altri lo spinsero a viaggiare fino all’altra parte del globo. Il Sydney Fc e tutti gli aman-ti del Soccer australiano in delirio: era arrivata una stella e la giovane A-Lea-gue poteva finalmente avere un respiro mondiale. L’ex bandiera bianconera, in Australia, ci è rimasto per due anni, collezionando 48 presenze, con 24 gol all’attivo e, soprattutto, esaltando tut-ti coloro che ne hanno apprezzato le

qualità, non solo in campo…

NON SOLO FOOTBALLIl primo nome da “urlo” ad arrivare nella terra del Football (attenzione, da non confondere col Soccer) fu in real-tà il leggendario George Best, uno che aveva già fatto assaporare le gioie di questo sport anche ai tifosi statunitensi. Le sole 4 partite giocate per i Queen-sland roar nel campionato ’83-’84 però non furono sufficienti per lancia-re il brand dell’allora National Soccer League, diventata A-League solo nel 2004. Il merito di Best tuttavia fu quello di iniziare gli australiani a questo sport. Da quel momento sempre più atleti vi-dero la “terra dei canguri” come una nuova possibilità, anche se il vero boom migratorio si ebbe solo negli anni 2000. Il primo, in tal senso, a sbarcare in Au-stralia fu Dwight Yorke, ex attaccante

di Simone BERNABEI

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del Manchester United con un glorioso palmares all’Old Trafford. La spiaggia di Bondi Beach e la montante curiosi-tà attorno al calcio bastarono all’ex red Devils per firmare col Sydney Fc, proprio la squadra di Alex Del Piero. Dopo qualche stagione fu raggiunto da Robbie Fowler, ex stella del Liverpool che in Australia trascorse diverse sta-gioni fra Queensland e Perth Glory. Il Newcastle Jets nel 2012 accolse Emile heskey, altra vecchia conoscenza dei Reds, mentre nel 2013 fu la volta di Orlando Engelaar, ex PSV e nazionale olandese, che firmò un contratto con i Melbourne heart. Con loro, una serie infinita di calciatori provenienti da ogni angolo del pianeta: Brasile, Argentina, Giappone, Inghilterra, Spagna, Alba-nia e soprattutto Italia.

RUBLI, DOLLARI E PETROLDOLLARIUno dei primi campionati “secondari” a fare irruzione sui mercati europei fu quello russo. Giocatori di prima fascia di Italia, Inghilterra, Spagna, Germa-nia e Portogallo iniziarono ad essere attratti dal calcio e soprattutto dai rubli russi, e oggi la Russian Premier League

vanta fra le proprie fila calciatori di caratura mondiale. Alla Russia seguiro-no i paesi arabi: gli sceicchi infatti non si accontentavano più di comprare club europei, volevano importare il calcio, quello vero, anche in Qatar e Dubai. Il campione del mondo Luca Toni è solo l’esempio più lampante del potere con-trattuale in mano ai club arabi. Il prossi-mo sarà Xavi, che dopo aver chiuso l’e-

sperienza in blaugrana si coprirà d’oro nel Golfo Persico. Altro paese che da anni ha aperto al grande calcio sono gli Stati Uniti: Beckham è stato uno dei precursori, ma nei prossimi mesi altri campioni seguiranno le orme dello Spi-ce Boy e di Thierry henry, basti pensare a Kaka che indosserà la maglia degli Orlando City dal 2015. Attenzione in-fine al neonato new york city Fc, club

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BEST CHE ROBAAnche qualche apparizionein Australia per il grande George...

LAMPARD SALUTAIl Chelsea è ormai

un ricordo per l’inglese...

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pard, storica bandiera del Chelsea il cui futuro sarà nella MLS americana. Prima però, come nel caso di Villa, ci sarà tem-po per una manciata di partite all’AAMI Park di Melbourne. Viste le premesse, questi saranno solo i primi di una lunga lista di campioni pronti ad attraversare gli oceani per giocare a pallone. Pro-prio come Del Piero, il vero pioniere del soccer australiano. Per ora si tratta di

calciatori over 30 che hanno già dato il meglio in Europa, ma il solco è stato trac-ciato e difficilmente può essere coper-to: la globalizzazione oramai fa parte del calcio a 360 gradi, e il processo è in piena espansione. Resta solo da capi-re fra quanto tempo i club nostrani do-vranno vedersela sul mercato anche con Melbourne City e Sydney Fc, oltre che con i soliti Real Madrid, Chelsea e PSG.

di proprietà dello sceicco Mansour bin Zayed Al Nahyān, già proprietario del Manchester City e, udite udite, del soda-lizio australiano del Melbourne City Fc.

FUTURO SCINTILLANTE PER L’A-LEAGUEProprio questa nuova asse mondiale costituita da New York City Fc e Mel-bourne City Fc, con alle spalle il Man-chester City, è destinata a fare man bassa sul mercato europeo. Il primo acquisto del club americano è stato un certo David Villa, fresco vincitore della Liga con l’Atletico Madrid. El Guaje ha scelto la East Coast per continuare la propria carriera, ma prima di indossa-re la maglia del New York l’asturiano conoscerà l’Australia. I dirigenti delle società infatti hanno studiato un perio-do di stage per la fine del 2014 nel quale Villa difenderà i colori del Mel-bourne City, prima di far ritorno negli States per l’inizio della MLS. Il club australiano sogna in grande, e per so-stenere Villa ha già chiuso l’acquisto di Damien Duff, stella della nazionale irlandese che ha già sposato la causa. Con loro, previsto l’arrivo di Franck Lam-

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KAKA’ VEDE L’MLSIl brasiliano ha voglia

di sperimentare il calcio USA...

VILLA VA A NYEl Guaje ha scelto

la East Coast per continuare

la propria carriera...

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LE STATISTICHE DI CALCIO 2000

ATALANTA (11ª)calciatore nato il r pr. minuti sub. sos. amm. esp. gol rig.Baselli Daniele 12-03-1992 C 28 1476 14 9 1 – – –Bellini Giampaolo 27-03-1980 D 9 601 1 2 – – – –Benalouane Yohan 28-03-1987 D 17 1520 1 3 4 – – –Bentancourt Rubén 02-03-1993 A 3 57 3 – – – – –Bonaventura Giacomo 22-08-1989 C 31 2623 2 10 2 – 5 –Brienza Franco 19-03-1979 A 18 752 10 8 – – 1 –Brivio Davide 17-08-1988 D 23 2008 1 3 1 1 3 –Caldara Mattia 05-05-1994 D 1 47 1 – – – – –Canini Michele 05-06-1985 D 8 634 1 1 3 – – –Carmona Carlos Emilio 21-02-1987 C 32 2664 2 3 9 1 2 –Cazzola Riccardo 08-10-1985 C 6 293 4 – – 1 – –Cigarini Luca 20-06-1986 C 33 2630 5 7 11 2 2 –Consigli Andrea 27-01-1987 P 35 3311 – – 3 – -48 -3De Luca Giuseppe 22-06-1991 A 17 701 11 5 2 – 4 –Del Grosso Cristiano 24-03-1983 D 19 1555 1 6 4 – – –Denis German Gustavo 10-09-1981 A 37 3393 1 3 3 – 13 2Estigarribia Marcelo 21-07-1987 C 12 762 4 3 2 – 1 –Giorgi Luigi 19-04-1987 C 1 27 1 – – – – –Koné Moussa 12-02-1990 C 8 420 3 3 1 – 1 –Livaja Marko 26-08-1993 A 20 788 12 6 3 – 2 –Lucchini Stefano 02-10-1980 D 19 1347 5 4 5 – 1 –Marilungo Guido 09-08-1989 A 6 157 6 – – – – –Migliaccio Giulio 23-06-1981 C 19 1292 6 3 5 – 1 –Moralez Maximiliano 27-02-1987 A 32 2410 6 18 1 – 5 –Nica Constantin 18-03-1993 D 7 309 4 2 1 1 – –Olausson Joakim 14-01-1995 A 1 28 1 – – – – –Raimondi Cristian 30-04-1981 C 30 2341 4 8 7 – – –Scaloni Lionel 16-05-1978 C 5 455 1 1 – – – –Sportiello Marco 10-05-1992 P 3 283 – – – – -3 -1Stendardo Guglielmo 06-05-1981 D 28 2529 – 4 8 – 2 –Yepes Mario 13-01-1976 D 24 1986 3 2 8 – – –All.: Stefano Colantuono

BoLogNA (19ª, reTrocessA)calciatore nato il r pr. minuti sub. sos. amm. esp. gol rig.

Acquafresca Robert 11-09-1987 A 19 830 13 2 3 – – –Alibec Denis 05-01-1991 A 1 4 1 – – – – –Antonsson Mikael 31-05-1981 D 34 3110 2 2 3 – – –Bianchi Rolando 15-02-1983 A 28 1808 8 13 4 – 3 –Cech Marek 26-01-1983 D 11 680 3 4 – – – –Cherubin Nicolò 02-12-1986 D 16 1272 1 7 4 – 1 –Christodoulopoulos Lazaros 19-12-1986 C 26 1846 7 5 4 – 2 2Crespo José 09-02-1987 D 10 574 3 4 – – 1 –Cristaldo Jonathan 05-03-1989 A 28 1986 9 7 2 1 3 –Curci Gianluca 12-07-1985 P 37 3508 – – 2 – -57 -6Della Rocca Francesco 14-09-1987 C 9 542 3 3 4 – – –Diamanti Alessandro 02-05-1983 A 19 1760 – 2 8 – 5 3Friberg Erik 10-02-1986 C 7 446 2 3 2 – – –Garics György 08-03-1984 D 34 2909 2 7 7 – 1 –Ibson Barreto da Silva 07-11-1983 C 10 403 8 2 2 – – –Kone Panagiotis 26-07-1987 C 28 2505 – 3 13 1 5 –Krhin Rene 21-05-1990 C 27 2134 3 8 4 – – –Laxalt Diego Sebastian 07-02-1993 C 15 857 6 6 – – 2 –Mantovani Andrea 22-06-1984 D 21 1456 7 2 6 – – –Morleo Archimede 26-09-1983 D 31 2697 3 4 7 – 1 –Moscardelli Davide 03-02-1980 A 17 873 10 2 5 – 1 –Natali Cesare 05-04-1979 D 32 2761 – 5 2 1 1 –Paponi Daniele 16-04-1988 A 3 75 3 – 1 1 – –Pazienza Michele 05-08-1982 C 22 1563 5 7 8 – 2 –Perez Diego Fernando 18-05-1980 C 27 1640 9 11 10 – – –Rodriguez Federico 03-04-1991 A 1 18 1 – – – – –Sörensen Frederik 14-04-1992 D 15 1151 2 2 2 1 – –Stojanovic Dejan 19-07-1993 P 1 93 – – – – -1 -1All.: Stefano Pioli - dalla 19ª Davide Ballardini

cAgLiAri (15ª)calciatore nato il r pr. minuti sub. sos. amm. esp. gol rig.Adan Antonio Garrido 13-05-1987 P 2 186 – – – – -4 –Adryan Oliveira Tavares 08-10-1994 C 5 165 3 2 – – – –Agazzi Michael 03-07-1984 P 11 1046 – – 1 – -19 -1Ariaudo Lorenzo 11-06-1989 D 4 286 1 – – – – –Astori Davide 07-01-1987 D 34 3175 – 1 6 – – –Avelar Danilo Fernando 09-06-1989 C 20 1524 4 2 3 1 – –Avramov Vlada 05-04-1979 P 23 2123 1 – 4 – -25 -3Bastrini Alessandro 03-04-1987 D 1 46 1 – – – – –Cabrera Matias 16-05-1986 C 19 839 9 9 2 – 1 –Conti Daniele 09-01-1979 C 31 2901 – – 13 2 4 –Cossu Andrea 03-05-1980 C 29 1743 10 14 6 – – –Del Fabro Dario 24-03-1995 D 3 284 – – – – – –Dessena Daniele 10-05-1987 C 33 2784 3 7 7 1 – –Ekdal Albin 28-07-1989 C 22 1715 2 12 6 – 1 –Eriksson Sebastian 31-01-1989 D 20 1235 8 5 2 – – –Ibarbo Segundo Víctor 19-05-1990 C 30 2153 10 3 6 1 4 –Ibraimi Agim 29-08-1988 C 25 969 17 5 1 – 2 1Loi Antonio 25-08-1996 A 3 13 3 – – – – –Murru Nicola 16-12-1994 D 21 1872 – 3 4 1 – –Nainggolan Radja 04-05-1988 C 17 1610 – 1 6 – 2 –Nenê Anderson Miguel 28-07-1983 A 23 1097 12 6 4 – 5 –Oikonomou Marios 06-10-1992 D 1 95 – – – – – –Perico Gabriele 11-03-1984 D 20 1313 7 2 2 – – –Pinilla Mauricio 04-02-1984 A 26 1676 10 9 9 1 7 4Pisano Francesco 29-04-1986 D 23 1895 2 6 5 – – –Rossettini Luca 09-05-1985 C 36 3400 – 1 11 – – –Sau Marco 03-11-1987 A 30 2162 3 21 1 – 6 –Silvestri Marco 02-03-1991 P 3 245 – – – 1 -5 -1Solinas Simone 03-03-1996 A 1 6 1 – – – – –Tabanelli Andrea 02-02-1990 C 3 194 1 – – – – –Vecino Matías 24-08-1991 C 9 715 2 1 2 – 2 –All.: Diego Luis Lopez, dalla 34ª Ivo Pulga

cATANiA (18ª, reTrocessA)calciatore nato il r pr. minuti sub. sos. amm. esp. gol rig.Almirón Sergio 07-11-1980 C 13 914 2 7 1 – 1 –Álvarez Pablo Sebastián 17-04-1984 C 18 1457 3 3 6 – – –Andújar Mariano 30-07-1983 P 24 2279 – – 1 – -42 -1Aveni Fabio 05-09-1994 A 1 8 1 – – – – –Barrientos Pablo César 17-01-1985 C 28 2372 1 11 10 – 5 –Bellusci Giuseppe 21-08-1989 D 20 1619 1 4 4 2 – –Bergessio Gonzalo 20-07-1984 A 30 2542 2 5 7 1 10 1Biagianti Marco 19-04-1984 C 1 12 1 – – – – –Biraghi Cristiano 01-09-1992 C 23 1642 6 5 3 – – –Boateng Kingsley 07-04-1994 A 6 138 6 – – – – –Capuano Ciro 10-07-1981 D 5 403 1 – 1 – – –Caruso Simone 09-09-1994 A 1 27 1 – – – – –Castro Lucas Nahuel 09-04-1989 C 29 2060 6 14 4 – 3 –Doukara Souleymane 29-09-1991 A 1 26 1 – 1 – – –Fedato Francesco 15-10-1992 C 9 245 8 1 – – – –Freire Federico 06-11-1990 C 1 9 1 – – – – –Frison Alberto 22-01-1988 P 14 1321 – – 1 – -24 -2Garufi Sergio 16-09-1995 A 1 4 1 – – – – –Guarente Tiberio 01-11-1985 C 13 726 5 3 3 1 – –Gyömber Norbert 03-07-1992 D 18 1517 3 – 2 – 1 –Izco Mariano Julio 13-03-1983 C 30 2489 4 4 3 – 3 –Keko Sergio Gontán 28-12-1991 C 19 967 9 7 3 – – –Legrottaglie Nicola 20-10-1976 D 17 1353 2 1 3 1 – –Leto Sebastián Eduardo 30-08-1986 C 27 1333 14 11 3 – 3 –Lodi Francesco 23-03-1984 C 19 1603 2 3 3 – 2 1Maxi López Gaston 03-04-1984 A 12 648 8 – 1 – 1 –Monzón Luciano Fabian 13-04-1987 D 22 1483 6 5 2 – 2 –Peruzzi Gino 09-06-1992 D 22 1592 2 8 8 1 1 –Petkovic Bruno 16-09-1994 A 4 192 2 2 – – – –Plasil Jaroslav 05-01-1982 C 28 2171 6 4 2 – 1 –Rinaudo Fabián Andrés 08-05-1987 C 17 1471 – 5 8 1 – –Rolín Alexis 07-02-1989 D 25 1932 5 4 5 – – –Spolli Nicolàs Federico 20-02-1985 D 21 1869 1 2 6 – 1 –Tachtsidis Panagiotis 15-02-1991 C 12 882 2 4 2 1 – –All.: Rolando Maran, dalla 9ª Luigi De Canio, dalla 21ª Rolando Maran, dalla 33ª Maurizio Pellegrino

Calcio2OOO90

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serie A TiM

chievo (17ª)calciatore nato il r pr. minuti sub. sos. amm. esp. gol rig.Acosty Maxwell 10-09-1991 A 7 136 7 – 1 – – –Agazzi Michael 03-07-1984 P 14 1325 – – – – -21 -1Ardemagni Matteo 26-03-1987 A 2 34 2 – – – – –Bentivoglio Simone 29-05-1985 C 19 1268 4 9 3 – 1 –Bernardini Alessandro 21-01-1987 D 13 925 3 2 – – – –Calello Adrián Daniel 14-05-1987 C 1 5 1 – – – – –Canini Michele 05-06-1985 D 6 478 2 – 1 – – –Cesar Bostjan 09-07-1982 D 32 2861 2 – 16 1 1 –Dainelli Dario 09-06-1979 D 26 2362 – 2 6 – 2 –Dos Santos Claiton 07-09-1984 D 8 527 3 1 1 – – –Dramé Boukary 22-07-1985 D 26 2277 – 5 5 – – –Estigarribia Marcelo 21-07-1987 C 16 959 4 11 2 – – –Frey Nicholas 06-03-1984 D 32 2923 2 1 9 – – –Guana Roberto 21-01-1981 C 8 617 – 4 5 – – –Guarente Tiberio 01-11-1985 C 10 697 2 4 1 – – –Hetemaj Perparim 12-12-1986 C 32 2698 4 4 12 – – –Improta Riccardo 19-12-1993 A 3 103 2 1 – – – –Kupisz Tomasz 02-02-1990 C 1 30 1 – – – – –Lazarevic Dejan 15-02-1990 C 14 576 11 2 1 – 1 –Mbaye Maodo Malick 06-11-1995 C 1 10 1 – – – – –Obinna Victor Nsofor 25-03-1987 A 10 416 6 4 – – 2 –Paloschi Alberto 04-01-1990 A 34 2633 5 12 3 – 13 4Pamic Manuel 20-04-1986 C 3 205 1 1 – – – –Papp Paul 11-11-1989 D 6 418 2 – 1 – – –Paredes Leandro Daniel 29-06-1994 C 1 18 1 – – – – –Pellissier Sergio 12-04-1979 A 22 849 17 2 4 2 1 –Puggioni Christian 17-01-1981 P 23 2178 – – – – -32 –Radovanovic Ivan 29-08-1988 D 33 2458 7 10 5 – – –Rigoni Luca 07-12-1984 C 33 3074 – 3 15 – 4 –Rubin Matteo 09-07-1987 D 9 594 3 2 1 – – –Samassa Mamadou 01-05-1986 A 1 7 1 – – – – –Sardo Gennaro 08-05-1979 C 30 2260 6 6 6 – 1 –Sestu Alessio 29-09-1983 C 12 637 4 7 3 – – –Squizzi Lorenzo 20-06-1974 P 1 92 – – – – -1 –Stoian Adrian Marius 11-02-1991 C 8 366 3 5 1 – – –Théréau Cyril 24-04-1983 A 32 2472 4 13 2 – 7 2All.: Giuseppe Sannino, dalla 13ª Eugenio Corini

FioreNTiNA (4ª, quALiFicATA europA LeAgue)calciatore nato il r pr. minuti sub. sos. amm. esp. gol rig.Ambrosini Massimo 29-05-1977 C 21 1391 5 5 7 – – –Anderson Luis de Abreu 13-04-1988 C 7 285 3 4 – – – –Aquilani Alberto 07-07-1984 C 31 2715 – 12 7 – 6 1Bakic Marko 01-11-1993 C 3 80 2 1 – – – –Borja Valero Iglesias 12-01-1985 C 32 2875 1 6 5 1 6 –Compper Marvin 14-06-1985 D 9 765 1 – 3 – – –Cuadrado Juan Guillermo 26-05-1988 C 32 2815 1 6 9 1 11 –Diakité Modibo 02-03-1987 D 9 787 – 1 2 1 – –Fernández Matías 15-05-1986 C 23 1370 11 5 1 – 3 –Gómez Mario 10-07-1985 A 9 528 4 3 1 – 3 1Hegazy Ahmed 25-01-1991 D 1 94 – – – – – –Iakovenko Oleksandr 23-07-1987 C 3 90 3 – – – – –Ilicic Josip 29-01-1988 C 21 1152 8 11 1 – 3 –Joaquín Sánchez 21-07-1981 C 26 1487 11 12 – – 2 –Marcos Alonso Mendoza 28-12-1990 D 3 169 2 – – – – –Matos Pinto Ryder 27-02-1993 C 23 688 18 5 4 – – –Matri Alessandro 19-08-1984 A 15 892 5 6 3 – 4 1Neto Norberto Murara 19-07-1989 P 35 3306 – – 3 – -38 -6Olivera Ruben 04-05-1983 C 1 3 1 – – – – –Pasqual Manuel 13-03-1982 D 26 2279 – 5 5 – – –Pizarro David Cortes 11-09-1979 C 28 2309 4 4 6 1 1 –Rebic Ante 21-09-1993 A 4 106 4 – 1 – 1 –Rodríguez Gonzalo 10-04-1984 D 33 3088 – 1 12 – 4 2Roncaglia Facundo 10-02-1987 D 13 1119 2 2 4 – – –Rosati Antonio 26-06-1983 P 3 285 – – – – -6 -1Rossi Giuseppe 01-02-1987 A 21 1573 2 13 1 – 16 6Savic Stefan 08-01-1991 D 31 2923 – – 5 – – –Tomovic Nenad 30-08-1987 D 25 2132 2 4 5 – – –Vargas Juan Manuel 05-10-1983 C 24 1533 10 2 2 – 4 –Vecino Matías 24-08-1991 C 6 165 5 1 – – – –Wolski Rafal 10-11-1992 C 14 449 9 5 2 – 1 –All.: Vincenzo Montella

geNoA (14ª)calciatore nato il r pr. minuti sub. sos. amm. esp. gol rig.Antonelli Luca 11-02-1987 D 30 2705 – 7 4 – 3 –Antonini Luca 04-08-1982 C 26 2261 1 5 3 – 2 –Bertolacci Andrea 11-01-1991 C 25 2037 2 11 7 – 2 –Biondini Davide 24-01-1983 C 16 1434 1 1 1 – 1 –Bizzarri Albano 09-11-1977 P 1 93 – – – – – –Burdisso Nicolas Andres 12-04-1981 D 15 1369 1 – 7 – – –Cabral Adilson Tavares 22-10-1988 D 7 405 3 1 1 – – –Calaiò Emanuele 08-01-1982 A 22 1022 14 3 1 – 3 –Centurion Ricardo Adrian 19-01-1993 C 12 624 7 3 – – – –Cofie Isaac 05-04-1991 C 17 973 10 2 5 – 1 –De Ceglie Paolo 17-09-1986 D 12 761 2 8 1 – 1 –De Maio Sebastian 05-03-1987 D 23 1538 8 1 6 – 2 –Fetfatzidis Giannis 21-12-1990 C 31 1449 20 8 1 – 2 –Floro Flores Antonio 18-06-1983 A 2 66 1 1 – – – –Gamberini Alessandro 27-08-1981 D 10 610 3 4 1 – – –Gilardino Alberto 05-07-1982 A 36 3090 2 7 8 – 15 4Konaté Moussa 03-04-1993 A 25 1282 12 8 3 – 1 –Kucka Juraj 26-02-1987 C 11 837 2 3 2 – 2 –Lodi Francesco 23-03-1984 C 9 757 1 1 2 – 2 1Manfredini Thomas 27-05-1980 D 15 1369 – – 7 1 – –Marchese Giovanni 17-10-1984 D 27 2239 4 4 3 – – –Matuzalem Francelino 10-06-1980 C 21 1682 1 6 9 1 – –Motta Marco 14-05-1986 D 13 1017 2 3 2 – – –Perin Mattia 10-11-1992 P 37 3515 – – 3 – -50 -6Portanova Daniele 17-12-1978 D 21 1913 – 2 4 1 1 –Sampirisi Mario 31-10-1992 C 4 215 1 2 1 1 – –Santana Mario Alberto 23-12-1981 C 6 311 2 4 – – – –Sculli Giuseppe 23-03-1981 A 10 717 1 7 5 – – –Stoian Adrian Marius 11-02-1991 C 7 199 7 1 1 – – –Sturaro Stefano 09-03-1993 C 16 1178 3 3 7 – 1 –Vrsaljko Sime 10-01-1992 C 22 1890 – 5 2 – – –All.: Fabio Liverani, dalla 7ª Gian Piero Gasperini

iNTer (5ª, quALiFicATA europA LeAgue)calciatore nato il r pr. minuti sub. sos. amm. esp. gol rig.Álvarez Ricardo Gabriel 12-04-1988 C 29 2195 4 9 4 1 4 –Andreolli Marco 10-06-1986 D 4 220 2 – 1 – 1 –Belfodil Ishak 19-01-1992 A 8 202 7 1 – 1 – –Bonazzoli Federico 21-05-1997 A 1 7 1 – – – – –Botta Rubén Alejandro 31-01-1990 C 10 223 9 1 1 – – –Cambiasso Esteban 18-08-1980 C 32 2821 – 8 4 – 4 –Campagnaro Hugo 27-06-1980 D 21 1796 1 6 4 – – –Carrizo Juan 06-05-1984 P 4 320 2 – – – -7 –D’Ambrosio Danilo 09-09-1988 C 11 672 3 5 – – – –Guarín Freddy 30-06-1986 C 32 2303 6 12 5 – 4 –Handanovic Samir 14-07-1984 P 36 3260 – 1 – 1 -32 -3Hernanes Anderson 29-05-1985 C 14 1187 1 5 3 – 2 –Icardi Mauro Emanuel 19-02-1993 A 22 1371 10 6 1 – 9 –Jonathan Cícero Moreira 27-02-1986 D 31 2697 – 12 3 – 3 –Juan Jesus Guilherme 10-06-1991 D 27 2456 – 3 7 – – –Kovacic Mateo 06-05-1994 C 32 1697 18 6 2 – – –Kuzmanovic Zdravko 22-09-1987 C 15 866 4 9 2 – – –Milito Diego Alberto 12-06-1979 A 17 676 11 3 – – 2 –Mudingayi Gaby 01-10-1981 C 1 12 1 – – – – –Nagatomo Yuto 12-09-1986 D 34 2977 2 3 3 – 5 –Palacio Rodrigo 05-02-1982 A 37 3320 1 4 4 – 17 –Pereira Alvaro Daniel 28-11-1985 C 5 242 3 1 2 – – –Ranocchia Andrea 16-02-1988 D 24 2183 1 3 8 – 1 –Rolando Jorge Pires 31-08-1985 D 29 2702 1 – 4 – 4 –Samuel Walter Adrián 23-03-1978 D 14 1223 1 2 9 – 2 –Taider Saphir Sliti 29-02-1992 C 25 1115 12 10 3 – 1 –Wallace Oliveira 01-05-1994 D 3 46 3 – – – – –Zanetti Javier 10-08-1973 C 12 499 8 2 – – – –All.: Walter Mazzarri

Calcio2OOO 91

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JuveNTus (1ª, scudeTTo, quALiFicATA chAMpioNs LeAgue)calciatore nato il r pr. minuti sub. sos. amm. esp. gol rig.

Asamoah Kwadwo 09-12-1988 C 34 2866 2 8 5 – 2 –

Barzagli Andrea 08-05-1981 D 26 2388 – 3 3 – – –

Bonucci Leonardo 01-05-1987 D 29 2658 1 – 7 – 2 –

Buffon Gianluigi 28-01-1978 P 33 2994 – 1 – 1 -20 -1

Cáceres Martin 07-04-1987 D 17 1384 3 – 1 – – –

Chiellini Giorgio 14-08-1984 D 31 2896 – 1 5 – 3 –

De Ceglie Paolo 17-09-1986 D 4 227 2 1 – – – –

Giovinco Sebastian 26-01-1987 A 16 590 10 6 2 – 2 –

Isla Mauricio Anibal 12-06-1988 C 18 1017 8 4 1 – – –

Lichtsteiner Stefan 16-01-1984 D 27 2193 3 9 4 – 2 –

Llorente Fernando 26-02-1985 A 34 2580 5 18 3 – 16 –

Marchisio Claudio 19-01-1986 C 29 2089 8 3 5 – 4 –

Motta Marco 14-05-1986 D 2 28 2 – 1 – – –

Ogbonna Angelo Obinze 23-05-1988 D 16 1316 2 1 3 1 – –

Osvaldo Pablo Daniel 12-01-1986 A 11 396 7 4 1 – 1 –

Padoin Simone 18-03-1984 C 21 817 13 4 1 – 1 –

Peluso Federico 20-01-1984 D 9 367 5 2 2 – 1 –

Pepe Simone 30-08-1983 C 2 24 2 – – – – –

Pirlo Andrea 19-05-1979 C 30 2549 1 7 4 – 4 –

Pogba Paul 15-03-1993 C 36 3199 3 3 4 – 7 –

Quagliarella Fabio 31-01-1983 A 17 435 14 3 1 – 1 –

Rubinho Fernando Moedim 04-08-1980 P 1 38 1 – – – – –

Storari Marco 07-11-1977 P 6 543 1 – – – -3 -1

Tévez Carlos Alberto 05-02-1984 C 34 2700 4 17 4 – 19 1

Vidal Arturo 22-05-1987 C 32 2544 4 10 8 – 11 2

Vucinic Mirko 01-10-1983 A 12 429 8 4 2 – 2 1

All.: Antonio Conte

LAzio (9ª)calciatore nato il r pr. minuti sub. sos. amm. esp. gol rig.Berisha Etrit 10-03-1989 P 17 1603 – – – – -25 -2Biava Giuseppe 08-05-1977 D 20 1737 1 2 2 – 1 –Biglia Lucas Rodrigo 30-01-1986 C 26 2032 3 7 6 1 2 1Cana Lorik 27-07-1983 C 26 2094 2 5 8 1 2 –Candreva Antonio 28-02-1987 C 37 3212 2 11 4 1 12 6Cavanda Luis Pedro 02-01-1991 D 19 1417 4 6 3 – 1 –Ciani Michael 06-04-1984 D 18 1443 5 2 6 – 1 –Crecco Luca 06-09-1995 C 1 1 1 – – – – –Dias André Gonçalves 15-05-1979 D 16 1321 2 2 1 1 1 –Ederson Honorato 13-01-1986 C 15 575 9 7 – – 1 –Felipe Anderson Pereira 15-04-1993 C 13 553 6 7 1 – – –Floccari Sergio 12-11-1981 A 14 599 9 3 1 – – –González Álvaro Rafael 29-10-1984 C 25 1492 9 11 1 – 1 –Hélder Postiga Manuel 02-08-1982 A 5 155 4 1 – – – –Hernanes Anderson 29-05-1985 C 17 1244 3 6 4 1 3 –Kakuta Gaël 21-06-1991 A 1 7 1 – – – – –Keita Balde Diao 08-03-1995 A 25 1441 11 7 2 – 5 –Klose Miroslav 09-06-1978 A 25 2095 3 7 2 – 7 –Konko Abdoulay 09-03-1984 C 21 1874 – 2 1 – – –Ledesma Cristian 24-09-1982 C 27 2338 2 4 6 1 – –Lulic Senad 18-01-1986 D 30 2661 2 4 10 1 7 –Marchetti Federico 07-02-1983 P 21 1987 – – – – -29 -2Mauri Stefano 08-01-1980 C 12 720 4 6 1 – 4 1Minala Joseph Marie 24-08-1996 C 3 32 3 – – – – –Novaretti Diego Martin 09-05-1985 D 11 769 2 2 2 1 – –Onazi Ogenyi 25-12-1992 C 29 1799 10 5 5 1 1 –Perea Brayan 25-02-1993 A 19 886 11 3 3 – 1 –Pereirinha Bruno 02-03-1988 C 11 806 2 2 4 – – –Radu Stefan 22-10-1986 D 25 2363 – – 9 – 1 –Tounkara Mamadou 19-01-1996 C 1 13 1 – – – – –All.: Vladimir Petkovic, dalla 18ª Edoardo Reja

LivorNo (20ª, reTrocessA)calciatore nato il r pr. minuti sub. sos. amm. esp. gol rig.Aldegani Gabriele 10-05-1976 P 1 10 1 – – – – –Anania Luca 21-06-1980 P 3 273 – 1 – – -8 –Bardi Francesco 18-01-1992 P 35 3318 – – 4 – -69 -10Bartolini Daniele 05-03-1995 C 1 24 1 – – – – –Belfodil Ishak 19-01-1992 A 17 890 9 4 1 – – –Belingheri Luca 06-04-1983 C 4 140 3 1 – – – –Benassi Marco 08-09-1994 C 20 1601 3 5 4 1 2 –Biagianti Marco 19-04-1984 C 26 2045 2 10 4 – – –Borja Miguel Angel 26-01-1993 A 8 171 8 – 1 1 – –Bruzzi Elia 08-04-1995 A 1 15 1 – – – – –Castellini Paolo 25-03-1979 D 15 1121 2 4 4 – – –Ceccherini Federico 11-05-1992 D 32 2827 – 9 4 1 – –Coda Andrea 25-04-1985 D 23 1972 2 2 11 – – –Dionisi Federico 16-06-1987 A 1 33 1 – – – – –Duncan Joseph Alfred 10-03-1993 C 32 1928 13 8 5 – – –Emeghara Innocent 27-05-1989 A 30 1655 13 14 4 1 4 1Émerson Ramos Borges 16-08-1980 D 31 2702 1 4 7 – 2 –Gemiti Giuseppe 03-05-1981 C 10 597 2 6 1 – – –Greco Leandro 19-07-1986 C 32 2505 3 14 12 – 4 –Lambrughi Alessandro 19-05-1987 D 6 211 4 1 – – – –Luci Andrea 30-03-1985 C 22 2002 – 2 7 – 1 –Mbaye Ibrahima 19-11-1994 D 25 2034 3 8 7 1 2 –Mesbah Djamel 09-10-1984 C 14 1291 – 1 4 – 1 –Mosquera Jhonny Ferney 17-02-1991 C 7 278 5 – 1 – – –Paulinho Sergio Betanin 10-01-1986 A 35 3303 – 2 8 – 15 3Piccini Cristiano 26-09-1992 D 20 977 13 2 2 – – –Rinaudo Leandro 09-05-1983 D 21 1525 6 2 8 – 1 –Schiattarella Pasquale 30-05-1987 C 17 1538 – 3 7 – – –Siligardi Luca 26-01-1988 C 26 1391 13 8 2 – 5 –Valentini Nahuel 19-09-1988 D 16 1196 4 2 1 – – –All.: Davide Nicola, alla 20ª Attilio Perotti, dalla 21ª Domenico Di Carlo, dalla 35ª Davide Nicola

MiLAN (7ª)calciatore nato il r pr. minuti sub. sos. amm. esp. gol rig.Abate Ignazio 12-11-1986 C 19 1545 3 1 1 – 1 –Abbiati Christian 08-07-1977 P 28 2597 – 1 4 – -31 -2Amelia Marco 02-04-1982 P 5 472 1 – – – -8 -2Balotelli Barwuah Mario 12-08-1990 A 30 2412 5 5 10 1 14 3Birsa Valter 07-08-1986 A 15 789 5 9 – – 2 –Bonera Daniele 31-05-1981 D 16 1364 1 2 6 – – –Constant Kévin 15-05-1987 C 20 1676 1 6 4 – – –Cristante Bryan 03-03-1995 C 3 157 1 1 – – 1 –De Jong Nigel 30-11-1984 C 33 2941 1 5 9 – 2 –De Sciglio Mattia 20-10-1992 D 16 1425 1 1 4 1 – –El Shaarawy Stephan 27-10-1992 A 6 227 5 1 1 – – –Emanuelson Urby 16-06-1986 D 24 1783 6 4 1 – – –Essien Michael 03-12-1982 C 7 347 4 1 1 – – –Gabriel Vasconcelos 27-09-1992 P 7 618 1 – 1 – -10 -1Honda Keisuke 13-06-1986 A 14 1019 2 6 2 – 1 –Kakà Ricardo Izecson 22-04-1982 C 30 2510 3 11 2 – 7 –Matri Alessandro 19-08-1984 A 15 887 7 2 1 – 1 –Mexès Philippe 30-03-1982 D 22 2033 – – 9 2 2 –Montolivo Riccardo 18-01-1985 C 29 2529 2 3 6 1 3 –Muntari Alì Sulley 27-08-1984 C 26 1642 6 13 6 1 5 –Niang M’Baye 19-12-1994 A 8 261 7 1 1 – – –Nocerino Antonio 09-04-1985 C 11 600 4 4 – – – –Pazzini Giampaolo 02-08-1984 A 18 882 11 1 1 – 2 –Petagna Andrea 30-06-1995 A 3 50 3 – – – – –Poli Andrea 29-09-1989 C 26 1603 8 14 4 – 2 –Rami Adil 27-12-1985 D 18 1560 2 – 3 – 3 –Robinho Robson de Souza 25-01-1984 A 23 1283 8 12 1 – 3 –Saponara Riccardo 21-12-1991 A 7 234 5 2 – – – –Silvestre Matías Agustín 25-09-1984 D 4 328 1 – 2 – 1 –Taarabt Adel 24-05-1989 C 14 1123 2 3 3 – 4 –Zaccardo Cristian 21-12-1981 D 11 716 4 – 1 – – –Zapata Cristian Eduardo 30-09-1986 D 20 1883 – 1 4 – 1 –All.: Massimiliano Allegri, dalla 20ª Clarence Seedorf

LE STATISTICHE DI CALCIO 2000

Calcio2OOO92

Page 93: Calcio2000 n. 200

serie A TiM

NApoLi (3ª, quALiFicATA chAMpioNs LeAgue)calciatore nato il r pr. minuti sub. sos. amm. esp. gol rig.Albiol Raúl 04-09-1985 C 32 2784 2 2 5 – 1 –Armero Pablo Estifer 02-11-1986 D 14 938 5 – 1 – – –Bariti Davide 07-07-1991 D 2 10 2 – – – – –Behrami Valon 19-04-1985 C 21 1541 5 3 3 – – –Britos Miguel Angel 17-07-1985 D 16 1368 1 1 8 – 1 –Callejón José María 11-02-1987 A 37 2978 5 10 6 – 15 –Cannavaro Paolo 26-06-1981 D 4 266 2 – 1 1 – –Colombo Roberto 24-08-1975 P 1 44 1 – – – – –Doblas Antonio 05-08-1980 P 2 105 1 – – – -2 –Dzemaili Blerim 12-04-1986 C 24 1631 6 6 4 – 6 –Fernández Federico 22-02-1989 D 26 2404 1 – 6 1 – –Ghoulam Faouzi 01-02-1991 D 15 1277 1 – 1 1 – –Hamsik Marek 27-07-1987 C 28 2059 5 16 2 – 7 –Henrique Adriano 14-10-1986 D 11 784 3 1 2 – 1 –Higuaín Gonzalo 10-12-1987 A 32 2504 4 15 6 – 17 5Inler Gokhan 27-06-1984 C 32 2751 2 7 6 – 2 –Insigne Lorenzo 04-06-1991 A 36 2529 11 5 2 – 3 –Jorginho Luiz Frello 21-12-1991 C 15 1171 3 3 4 – – –Lasicki Igor 26-06-1995 D 1 11 1 – – – – –Maggio Christian 11-02-1982 D 22 2046 – 1 4 1 – –Mertens Dries 06-05-1987 A 33 1985 12 10 4 – 11 2Mesto Giandomenico 25-05-1982 C 11 868 1 1 2 – – –Pandev Goran 27-07-1983 A 29 1457 12 15 3 – 7 –Radosevic Josip 03-04-1994 C 8 136 8 – 2 – – –Rafael Cabral Barbosa 20-05-1990 P 8 710 1 – – – -8 –Reina Jose Manuel 31-08-1982 P 30 2726 – 3 – – -29 -2Reveillere Antoine 10-11-1979 D 13 1127 – 5 1 – – –Uvini Bruno Bortolança 03-06-1991 D 1 89 1 – – – – –Zapata Duván Esteban 01-04-1991 A 16 607 10 4 2 – 5 –Zúñiga Juan Camilo 14-12-1985 D 6 429 2 – – – – –All.: Rafael Benitez

pArMA (6ª, quALiFicATA europA LeAgue)calciatore nato il r pr. minuti sub. sos. amm. esp. gol rig.Acquah Afriyie 05-01-1992 C 27 1865 8 7 7 – 1 –Amauri Carvalho Oliveira 03-06-1980 A 31 1895 11 6 1 2 8 2Bajza Pavol 04-09-1991 P 3 242 1 – – – -4 -3Benalouane Yohan 28-03-1987 D 4 229 2 – 3 – – –Biabiany Jonathan Ludovic 28-04-1988 C 36 2863 4 12 – – 6 –Cassani Mattia 26-08-1983 D 36 3303 1 2 11 – – –Cassano Antonio 12-07-1982 A 34 2780 1 14 5 – 12 1Cerri Alberto 16-04-1996 A 1 3 1 – – – – –Felipe Dal Belo Da Silva 31-07-1984 D 22 1782 3 2 5 1 – –Galloppa Daniele 15-05-1985 C 1 11 1 – – – – –Gargano Walter 23-07-1984 C 22 1667 2 6 6 – 1 –Gobbi Massimo 31-10-1980 D 28 2398 2 6 6 – 1 –Lucarelli Alessandro 22-07-1977 D 34 3157 – 1 14 1 4 –Marchionni Marco 22-07-1980 C 33 2885 1 12 9 – 1 –Mauri José 16-05-1996 C 2 16 2 – 1 – – –Mendes Pedro Filipe 01-10-1990 D 6 450 2 2 2 – – –Mesbah Djamel 09-10-1984 C 3 183 1 1 2 – 1 –Mirante Antonio 08-07-1983 P 36 3352 – 1 1 1 -42 -4Molinaro Cristian 30-07-1983 D 16 1120 4 2 3 – 2 –Munari Gianni 24-06-1983 C 11 282 9 2 1 1 – –Obi Joel Chukwuma 22-05-1991 C 8 194 6 2 2 – – –Okaka Chuka Stefano 09-08-1989 A 2 51 2 – – – – –Paletta Gabriel 15-02-1986 C 21 1614 2 1 6 1 – –Palladino Raffaele 17-04-1984 A 24 1031 13 10 – – 3 –Parolo Marco 25-01-1985 C 36 3352 – 4 9 – 8 –Pavarini Nicola 24-02-1974 P 1 6 1 – – – – –Rosi Aleandro 17-05-1987 C 11 605 6 2 2 1 2 –Sansone Nicola 10-10-1991 C 17 782 11 2 1 – 2 –Schelotto Matias 23-05-1989 C 16 755 9 6 2 – 4 –Valdés Jaime 11-01-1981 C 6 474 1 4 1 – – –All.: Roberto Donadoni

roMA (2ª, quALiFicATA chAMpioNs LeAgue)calciatore nato il r pr. minuti sub. sos. amm. esp. gol rig.Balzaretti Federico 06-12-1981 D 11 954 1 – 2 1 1 –Bastos Michel Fernandes 02-08-1983 C 16 510 13 – 1 – 1 –Benatia Mehdi 17-04-1987 D 33 2978 1 4 8 – 5 –Borriello Marco 18-06-1982 A 11 542 5 5 2 – 1 –Bradley Michael 31-07-1987 C 11 599 6 – 2 – 1 –Burdisso Nicolas Andres 12-04-1981 D 5 336 2 – – – – –Caprari Gianluca 30-07-1993 C 1 19 1 – – – – –Castán Leandro da Silva 05-11-1986 D 36 3291 – 2 7 1 – –De Rossi Daniele 24-07-1983 C 32 2854 1 2 4 1 1 –De Sanctis Morgan 26-03-1977 P 36 3387 – – 2 – -23 -2Destro Mattia 20-03-1991 A 20 1262 5 14 5 – 13 –Dodô José Rodolfo 06-02-1992 D 19 1423 4 4 2 – – –Florenzi Alessandro 11-03-1991 C 37 1991 15 17 4 – 6 –Gervinho Yao Kouassi 27-05-1987 A 33 2837 3 6 2 – 9 –Jedvaj Tin 28-11-1995 D 2 102 1 – 1 – – –Ljajic Adem 29-09-1991 C 28 1696 11 9 5 – 6 1Maicon Douglas 26-07-1981 D 28 2419 – 7 5 1 2 –Marquinho Marco Antonio 03-07-1986 C 11 338 8 3 1 – – –Mazzitelli Luca 15-11-1995 A 1 34 1 – – – – –Nainggolan Radja 04-05-1988 C 17 1477 1 3 5 – 2 –Pjanic Miralem 02-04-1990 C 35 2783 3 16 8 1 6 1Ricci Federico 27-05-1994 A 4 78 3 1 – – – –Romagnoli Alessio 12-01-1995 D 11 738 3 3 4 – – –Skorupski Lukasz 05-05-1991 P 2 189 – – – – -2 –Strootman Kevin 13-02-1990 C 25 2090 1 3 6 – 5 2Taddei Rodrigo Ferante 06-03-1980 C 19 912 12 1 3 – 2 –Toloi Rafael 10-10-1990 D 5 400 1 – 1 – – –Torosidis Vassilis 10-06-1985 D 18 1302 6 – 1 – 1 –Totti Francesco 27-09-1976 A 26 1719 6 14 3 – 8 2All.: Rudi Garcia

sAMpdoriA (12ª)calciatore nato il r pr. minuti sub. sos. amm. esp. gol rig.Barillà Antonino 01-04-1988 C 3 108 2 1 1 1 – –Berardi Gaetano 21-08-1988 D 5 339 1 2 2 – – –Bjarnason Birkir 27-05-1988 C 14 737 6 4 1 – – –Castellini Paolo 25-03-1979 D 1 7 1 – – 1 – –Costa Andrea 01-02-1986 D 20 1684 2 3 10 1 – –Da Costa Junior Angelo 12-11-1983 P 33 3109 – – 1 – -49 -6De Silvestri Lorenzo 23-05-1988 C 35 3223 – 4 7 – 2 –Eder Martins Citadin 15-11-1986 A 33 2645 3 13 8 1 12 3Eramo Mirko 12-07-1989 D 1 73 – 1 1 – – –Fiorillo Vincenzo 13-01-1990 P 5 473 – – – – -13 -1Fornasier Michele 22-08-1993 D 10 550 6 – – – – –Gabbiadini Manolo 26-11-1991 A 34 2839 2 10 6 – 8 –Gastaldello Daniele 25-06-1983 D 32 2754 1 5 9 1 2 –Gavazzi Davide 07-05-1986 C 7 519 1 4 1 – – –Gentsoglou Savvas 19-09-1990 C 5 299 2 1 1 – – –Krsticic Nenad 03-09-1990 C 32 2385 6 13 9 1 1 –Lombardo Mattia 14-02-1995 C 1 9 1 – – – – –Maresca Enzo 10-02-1980 C 1 2 1 – – – – –Maxi López Gaston 03-04-1984 A 11 579 5 3 1 1 1 –Mustafi Shkodran 17-04-1992 D 33 2965 1 1 8 1 1 –Obiang Pedro Mba 27-03-1992 C 27 2224 3 4 7 – – –Okaka Chuka Stefano 09-08-1989 A 13 911 4 3 4 – 5 –Palombo Angelo 25-09-1981 C 32 2814 – 8 4 – 1 –Petagna Andrea 30-06-1995 A 3 61 3 – 1 – – –Pozzi Nicola 30-06-1986 A 14 556 9 5 3 – 2 1Regini Vasco 09-09-1990 D 29 2473 3 2 7 1 – –Renan Fernandes García 19-06-1986 C 18 754 12 3 1 – 2 –Rodríguez Matías Nicolás 14-04-1986 D 2 13 2 – – – – –Salamon Bartosz 01-05-1991 C 2 76 1 1 – – – –Sansone Gianluca 12-05-1987 C 24 1135 15 5 2 – 3 –Sestu Alessio 29-09-1983 C 2 43 2 – – – – –Soriano Roberto 08-02-1991 C 29 2025 8 6 5 1 5 –Wszolek Pawel 30-04-1992 C 19 797 9 10 3 – 1 –All.: Delio Rossi, dalla 13ª Sinisa Mihajlovic

Calcio2OOO 93

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serie A TiM

sAssuoLo (17ª)calciatore nato il r pr. minuti sub. sos. amm. esp. gol rig.Acerbi Francesco 10-02-1988 D 13 1111 2 – – – – –Alexe Marius 22-02-1990 A 6 180 5 1 – – – –Antei Luca 19-04-1992 D 22 2044 – 2 8 1 – –Ariaudo Lorenzo 11-06-1989 D 12 1093 – 2 5 – – –Berardi Domenico 01-08-1994 A 29 2293 3 12 10 1 16 6Bianco Paolo 20-08-1977 D 16 1451 1 1 4 – – –Biondini Davide 24-01-1983 C 15 1067 3 6 3 – 1 –Brighi Matteo 14-02-1981 C 8 472 2 3 – – – –Cannavaro Paolo 26-06-1981 D 16 1467 – 1 3 1 – –Chibsah Yussif Raman 10-03-1993 C 18 1161 5 7 – – – –Farias Diego Da Silva 10-05-1990 A 11 384 8 3 1 – – –Floccari Sergio 12-11-1981 A 15 837 7 4 – – 1 –Floro Flores Antonio 18-06-1983 A 29 1600 12 12 4 – 7 –Gazzola Marcello 03-04-1985 C 25 2132 3 4 9 – – –Gliozzi Ettore 23-09-1995 A 1 35 1 – – – – –Kurtic Jasmin 10-01-1989 C 18 1237 5 6 3 – – –Laribi Karim 20-04-1991 C 10 452 6 2 2 – – –Longhi Alessandro 25-06-1989 D 28 2587 1 1 4 – 1 –Magnanelli Francesco 12-11-1984 C 28 2604 – 4 8 1 – –Manfredini Thomas 27-05-1980 D 3 287 – – 1 – – –Marrone Luca 28-03-1990 C 15 1196 1 6 3 – – –Marzorati Lino 12-10-1986 D 9 625 3 1 1 – 1 –Masucci Gaetano 26-10-1984 A 13 428 10 3 1 – – –Mendes Pedro Filipe 01-10-1990 D 9 688 2 2 3 – – –Missiroli Simone 23-05-1986 C 27 1980 6 5 4 – 1 –Pavoletti Leonardo 26-11-1988 A 2 49 2 – – – – –Pegolo Gianluca 25-03-1981 P 33 3160 – – 3 – -55 -5Pomini Alberto 17-03-1981 P 3 280 – – – – -11 –Pucino Raffaele 03-05-1991 D 3 190 2 1 – – – –Rosati Antonio 26-06-1983 P 2 188 – – 1 – -6 -1Rosi Aleandro 17-05-1987 C 7 481 2 1 3 – – –Rossini Jonathan 05-04-1989 C 6 354 1 3 1 – – –Sanabria Arnaldo Antonio 04-03-1996 A 2 43 2 – – – – –Sansone Nicola 10-10-1991 C 12 964 2 4 1 – 5 –Schelotto Matias 23-05-1989 C 11 710 2 5 1 – 1 –Terranova Emanuele 14-04-1987 D 4 296 1 – – – – –Zaza Simone 25-06-1991 A 33 2414 9 8 10 1 9 1Ziegler Reto 16-01-1986 C 17 1300 4 3 2 – – –All.: Eusebio Di Francesco, dalla 22ª Alberto Malesani, dalla 27ª Eusebio Di Francesco

ToriNo (7ª)calciatore nato il r pr. minuti sub. sos. amm. esp. gol rig.

Barreto Paulo Vitor 12-07-1985 A 11 534 6 4 – – – –

Basha Migjen 5-01-1987 C 24 1379 11 7 2 1 – –

Bellomo Nicola 18-02-1991 C 7 352 4 – 1 – 1 –

Bovo Cesare 14-01-1983 D 20 1751 – 3 8 – – –

Brighi Matteo 14-02-1981 C 16 981 6 4 2 – 2 –

Cerci Alessio 23-07-1987 C 37 3133 2 15 4 – 13 5

D’Ambrosio Danilo 9-09-1988 C 14 1266 – 4 3 – 2 –

Darmian Matteo 2-12-1989 D 37 3447 – 1 6 – – –

El Kaddouri Omar 21-08-1990 C 29 2183 4 16 5 – 6 –

Farnerud Alexander 10-05-1984 A 23 1220 8 10 4 – 3 –

Gazzi Alessandro 28-01-1983 C 11 497 6 2 1 – – –

Glik Kamil 3-02-1988 D 34 3113 1 1 12 – 2 –

Gomis Lys 6-10-1989 P 1 43 1 – 1 – -1 –

Immobile Ciro 20-02-1990 A 33 2714 4 8 10 1 22 –

Kurtic Jasmin 10-01-1989 C 16 1250 2 5 – – 2 –

Larrondo Marcelo Paez 16-08-1988 A 5 173 4 1 1 – 1 –

Maksimovic Nikola 25-11-1991 D 23 1900 3 1 6 – – –

Masiello Salvatore 31-01-1982 C 8 626 2 – 1 – – –

Meggiorini Riccardo 4-09-1985 A 34 1028 27 5 1 – – –

Moretti Emiliano 11-06-1981 D 36 3388 – 1 5 – 1 –

Padelli Daniele 25-10-1985 P 38 3547 – 1 3 – -47 -8

Pasquale Giovanni 5-01-1982 D 12 963 3 – 1 – – –

Rodríguez Guillermo Daniel 21-03-1984 D 6 438 1 1 – – – –

Tachtsidis Panagiotis 15-02-1991 C 11 364 8 1 1 – 1 –

Vesovic Marko 28-08-1991 D 3 189 1 1 – – – –

Vives Giuseppe 14-07-1980 C 33 2985 – 12 14 – 1 –

All.: Gian Piero Ventura

udiNese (13ª)calciatore nato il r pr. minuti sub. sos. amm. esp. gol rig.

Allan Marques Loureiro 08-01-1991 C 33 2759 3 4 6 1 – –

Badu Emmanuel Agyemang 02-12-1990 C 29 1955 9 7 5 – 5 –

Basta Dusan 18-08-1984 D 30 2378 4 6 4 – 3 –

Brkic Zeljko 09-07-1986 P 12 1142 – – – – -22 -1

Bubnjic Igor 18-08-1984 D 7 540 1 3 – – – –

Danilo Larangeira 10-05-1984 D 36 3402 – – 8 – 1 –

Di Natale Antonio 13-10-1977 A 32 2493 3 16 1 – 16 4

Domizzi Maurizio 28-06-1980 D 26 2333 – 3 10 – – –

Douglas Santos de Melo 22-03-1994 D 3 171 – 3 – – – –

Fernandes Bruno Miguel 08-09-1994 C 24 1628 7 10 4 – 5 –

Gabriel Silva Moisés 13-05-1991 D 31 2669 2 2 3 – 1 –

Heurtaux Thomas 03-07-1988 D 32 2783 1 6 8 – 3 –

Jadson Alves Dos Santos 30-08-1993 C 1 8 1 – – – – –

Kelava Ivan 20-02-1988 P 10 947 – – 2 – -13 -2

Lazzari Andrea 03-12-1984 C 25 1675 7 5 3 – – –

López Nicolás Federico 01-10-1993 A 21 797 14 5 1 – 2 –

Maicosuel Reginaldo 16-06-1986 C 19 822 12 3 1 1 1 –

Muriel Luis Fernando 18-04-1991 A 24 1486 10 8 3 – 4 2

Naldo Gomes Pereira 25-08-1988 D 16 1240 3 4 2 – – –

Pasquale Giovanni 05-01-1982 D 1 96 – – – – – –

Pereyra Roberto 07-01-1991 C 36 3064 3 10 6 – 2 –

Pinzi Giampiero 11-03-1981 C 23 1770 4 11 12 – 1 –

Ranégie Mathias 14-06-1984 A 4 50 4 – – – – –

Scuffet Simone 31-05-1996 P 16 1502 – – 1 – -22 -2

Widmer Silvan 05-03-1993 C 16 1149 5 1 2 – – –

Yebda Hassan 14-05-1984 C 9 394 5 1 1 – – –

Zielinski Piotr 20-05-1994 C 10 167 10 – – – – –

All.: Francesco Guidolin

veroNA (10ª)calciatore nato il r pr. minuti sub. sos. amm. esp. gol rig.Agostini Alessandro 23-07-1979 C 25 2012 3 4 1 – – –Albertazzi Michelangelo 07-01-1991 D 15 1255 1 2 3 2 – –Bianchetti Matteo 17-03-1993 D 3 224 2 – 1 – – –Cacciatore Fabrizio 08-10-1986 D 32 2716 2 9 6 – 3 –Cacia Daniele 23-08-1983 A 13 416 10 1 – – – –Cirigliano Adrián Ezequiel 24-01-1992 C 13 688 6 4 2 – – –Donadel Marco 21-04-1983 C 23 1247 12 2 7 1 1 –Donati Massimo 26-03-1981 C 20 1013 10 9 2 – 1 –Donsah Godfred 07-06-1996 C 1 26 1 – 1 – – –Gomez Juan Ignacio Taleb 20-05-1985 A 29 1467 15 10 2 – 5 –González Alejandro 13-03-1988 D 13 1200 – 2 2 – – –Hallfredsson Emil 29-06-1984 C 33 2543 3 15 5 – 2 –Iturbe Juan Manuel 04-06-1993 C 33 2590 4 13 4 – 8 –Jankovic Bosko 01-03-1984 A 18 1148 4 9 6 1 2 –Jorginho Luiz Frello 21-12-1991 C 18 1676 – 2 3 – 7 5Laner Simon 28-01-1984 C 4 89 3 1 – – – –Longo Samuele 12-01-1992 A 2 17 2 – – – – –Maietta Domenico 03-08-1982 D 25 2056 2 3 4 – – –Marques Rafael Pinto 21-09-1983 D 17 1346 3 1 2 – – –Marquinho Marco Antonio 03-07-1986 C 15 1120 2 6 2 – 2 –Martinho Rahpael Alves 15-04-1988 C 20 888 12 6 – – 2 –Moras Vangelis 26-08-1981 D 30 2650 1 2 2 1 – –Nícolas David Andrade 12-04-1988 P 1 90 – – – – -5 –Pillud Iván 24-02-1986 D 6 355 2 1 – – – –Rabusic Michael 17-09-1989 A 4 125 3 1 – – – –Rafael De Andrade 03-03-1982 P 37 3482 – – 1 – -63 -7Rômulo Souza Orestes 22-05-1987 D 32 2745 3 4 4 – 6 –Sala Jacopo 05-12-1991 C 15 855 7 2 4 – 1 –Toni Luca 26-05-1977 A 34 3134 – 4 4 – 20 3All.: Andrea Mandorlini

LE STATISTICHE DI CALCIO 2000

Calcio2OOO94

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42ª giorNATA - 30 MAggio 2014BAri-NovArA 4-1 (0-0)

data: 30-05-2014 – ore: 20.30BAri (4-3-3): Guarna 6; Zanon 6, Samnick 5 (20’ st Chiosa 6), Polenta 7, Sabelli 6,5; Sciaudone 7, Delvecchio 6, Lugo 5,5 (8’ st Cani 8); Galano 7 (39’ st Beltrame 6,5), João Silva 6, Defendi 6,5.Allenatore: Alberti-Zavattieri 7.NovArA (4-3-3): Kosicky 5; Crescenzi 5,5, Vicari 5, Potouridis 5, Lambrughi 5; Faragò 5,5, Genevier 5,5, Pesce 5,5 (20’ st Marianini 5,5); Gonzalez 6, Manconi 5 (34’ st Lepiller ng), Lazzari 6 (24’ st Rubino 5).Allenatore: Aglietti 5,5.ArBiTro: Mariani di Aprilia 6.reTi: 5’ st Gonzalez (N), 17’ e 29’ Cani (B), 37’ Polenta (B) rig., 41’ Beltrame (B).recupero: 4 minuti (1’ pt + 3’ st).AMMoNiTi: Sciaudone (B); Faragò, Pesce, Manconi (N).espuLsi: nessuno.speTTATori: 48.744NoTe: .

eMpoLi-pescArA 2-0 (0-0)data: 30-05-2014 – ore: 20.30eMpoLi (4-3-1-2): Bassi 6,5; Laurini 6,5, Tonelli 6, Rugani 6, Mario Rui 6,5; Signorelli 6 (21’ st Eramo 7), Valdifiori 6, Croce 6,5; Verdi 6 (16’ st Pucciarelli 6); Maccarone 6,5, Tavano 7 (38’ st Moro ng).Allenatore: Sarri 7.pescArA (4-4-2): Pelizzoli 6; Salviato 6, Capuano 6, Bocchetti 6, Ragusa 6; Nielsen 5,5, Selasi 5,5 (34’ st Bulevardi ng), Mascara 6 (1’ st Di Pinto 6), Rossi 6; Politano 6 (21’ st Di Francesco 5), Caprari 6.Allenatore: Cosmi 6.ArBiTro: Candussio di Cervignano 6.reTi: 25’ st Di Francesco (P) aut., 29’ Tavano.recupero: 3 minuti (0’ pt + 3’ st).AMMoNiTi: Nielsen (P).espuLsi: nessuno.speTTATori: 13.703NoTe: .

Juve sTABiA-cArpi 0-2 (0-2)data: 30-05-2014 – ore: 20.30Juve sTABiA (4-2-3-1): Viotti 5 (43’ st Capuano ng); Romeo 5, Guarino 5,5 (1’ st Carillo 6), Di Nunzio 5, Contini 5; D’Ancora 6 (23’ st Gargiulo 6), De Falco 5,5; Suciu 5, Caserta 5,5, Liviero 5; Doukara 5.Allenatore: Braglia 5.cArpi (4-3-3): Kovacsik 6; Letizia 6, Legati 6, Romagnoli 6,5, Pasciuti 6; De Vitis 6 (35’ st Lollo ng), Porcari 6,5, Bianco 6; Inglese 6,5 (44’ st Kiakis ng), Mbakogu 6,5, Acosty 7 (45’ st Sarzi Puttini ng).Allenatore: Pillon 6,5.ArBiTro: Pasqua di Tivoli 6.reTi: 38’ pt Inglese, 47’ Mbakogu rig.recupero: 4 minuti (2’ pt + 2’ st).AMMoNiTi: Guarino, Contini (J).espuLsi: nessuno.speTTATori: 2.083NoTe: .

LANciANo-ciTTAdeLLA 0-0 (0-0)data: 30-05-2014 – ore: 20.30LANciANo (4-3-3): Sepe 6; Germano 6, Troest 6,5, Amenta 6, Nunzella 7; Casarini 7, Paghera 6,5, Di Cecco 6 (24’ st Piccolo 6); Thiam 6,5 (35’ st Ficagna 6), Falcinelli 6, Gatto 6 (11’ st Ragatzu 6).Allenatore: Baroni 6.ciTTAdeLLA (4-4-2): Di Gennaro 7; Coly 6,5, Gasparetto 6,5, Scaglia 6, Alborno 6; Surraco 6 (24’ st Colombo 6), Rigoni 6, Busellato 7, Lora 6 (29’ st Jidayi 6); Coralli 6 (39’ st Donnarumma ng), Perez 6.Allenatore: Foscarini 6,5.ArBiTro: Baracani di Firenze 5,5.reTi: recupero: 7 minuti (1’ pt + 6’ st).AMMoNiTi: Germano, Paghera, Piccolo, Thiam (L); Di Gennaro, Colombo, Lora, Perez (C).espuLsi: 33’ st Amenta (L).speTTATori: 3.288NoTe: .

LATiNA-speziA 0-0 (0-0)data: 30-05-2014 – ore: 20.30LATiNA (3-5-2): Iacobucci 6,5; Milani 7, Cottafava 6,5, Esposito 6; Ristovski 6 (25’ st Brosco 6), Crimi 6, Viviani 6 (24’ st Laribi 6), Bruno 6, Alhassan 6; Jefferson 6 (41’ st Ghezzal ng), Cisotti 6.Allenatore: Breda 6.speziA (4-2-3-1): Leali 6; Madonna 6, Lisuzzo 7, Bianchetti 6, Migliore 6; Sammarco 5,5 (35’ st Gentsoglou ng), Appelt 5,5 (41’ st Ebagua ng); Schiattarella 6, Bellomo 6, Carrozza 6 (21’ st Culina 6); Ferrari 6.Allenatore: Mangia 6.ArBiTro: Ciampi di Roma 6.reTi: recupero: 6 minuti (1’ pt + 5’ st).AMMoNiTi: Ristovski (L).espuLsi: nessuno.speTTATori: 5.932NoTe: .

ModeNA-ceseNA 0-0 (0-0)data: 30-05-2014 – ore: 20.30ModeNA (4-4-2): Pinsoglio 6,5; Gozzi 6,5, Cionek 6, Marzorati 5,5, Garofalo 6; Molina 6 (35’ st Mazzarani ng), Bianchi 5,5, Salifu 6, Rizzo 6 (25’ st Mangni 5,5); Granoche 5 (10’ st Stanco 5), Babacar 6.Allenatore: Novellino 6.ceseNA (4-1-4-1): Coser 6; Capelli 6, Volta 6, Krajnc 6, Renzetti 6; Cascione 6; Defrel 5,5, De Feudis 6, Coppola 6 (27’ st Gagliardini 5), Garritano 6 (43’ pt D’Alessandro 6); Marilungo 5,5 (44’ st Alhassan ng).Allenatore: Bisoli 6.ArBiTro: Di Bello di Brindisi 6.reTi: recupero: 6 minuti (2’ pt + 4’ st).AMMoNiTi: Cionek, Salifu, Stanco (M); Renzetti, Coppola (C).espuLsi: nessuno.speTTATori: 9.710NoTe: .

pAdovA-AveLLiNo 2-1 (2-1)data: 30-05-2014 – ore: 20.30pAdovA (3-5-2): Mazzoni 6,5; Carini 6, Kelic 6 (1’ st Pasa 6), Benedetti 6; Almici 6,5, Osuji 6,5, Iori 5, Cuffa 6 (24’ st Bellemo 6), Vinícius 6; Diakite 6,5 (41’ st Feczesin ng), Melchiorri 6,5.Allenatore: Serena 6,5.AveLLiNo (4-3-1-2): Seculin 6; Zappacosta 6 (19’ st Angiulli 5,5), Decarli 5,5, Pisacane 5, Bittante 5; Pizza 6 (1’ st Biancolino 5,5), Togni 5,5, Schiavon 6; Ciano 5; Soncin 5,5 (14’ st Ladriere 6), Castaldo 6,5.Allenatore: Rastelli 5,5.ArBiTro: Borriello di Mantova 6.reTi: 25’ pt Melchiorri (P), 27’ Diakite (P), 46’ Castaldo (A).recupero: 5 minuti (1’ pt + 4’ st).AMMoNiTi: Almici, Osuji (P); Pisacane (A).espuLsi: nessuno.speTTATori: 4.806NoTe: .

pALerMo-croToNe 0-0 (0-0)data: 30-05-2014 – ore: 20.30pALerMo (3-5-2): Sorrentino 6; Muñoz 6, Terzi 6, Andelkovic 6; Pisano 6 (26’ st Morganella 6), Bolzoni 6,5 (45’ st Verre ng), Maresca 6 (26’ st Di Gennaro 6), Barreto 6, Daprelà 6,5; Dybala 6, Belotti 6.Allenatore: Iachini 6.croToNe (4-3-3): Gomis 6; Del Prete 6, Suagher 6, Cremonesi 6, Mazzotta 6; Dezi 6 (39’ st Matute ng), Cataldi 6, Crisetig 6; Bernardeschi 5,5 (27’ st De Giorgio 6), Pettinari 6, Bidaoui 6.Allenatore: Drago 6.ArBiTro: Ostinelli di Como 6.reTi: recupero: 3 minuti (0’ pt + 3’ st).AMMoNiTi: nessuno.espuLsi: nessuno.speTTATori: 15.490NoTe: .

reggiNA-TerNANA 1-2 (1-1)data: 30-05-2014 – ore: 20.30reggiNA (3-5-2): Pigliacelli 6; Coppolaro 6, Ipsa 5, Bochniewicz 6; Maicon 5,5 (48’ st Caruso ng), Condemi 5,5 (18’ st Ammirati 6), Dall’Oglio 6, Pambou 6, Frascatore 5,5 (39’ st Perrone ng); Fischnaller 6, Di Michele 5,5.Allenatore: Gagliardi-Zanin 5,5.TerNANA (4-3-1-2): Sala 6; Fazio 6, Meccariello 6, Farkas 6, Paparusso 6; Sciacca 6 (16’ st Gavazzi 5,5), Russo 6, Alfageme 7; Falletti 6 (43’ st Boninsegni ng); Ceravolo 6 (25’ st Miglietta 6), Avenatti 6.Allenatore: Tesser 6.ArBiTro: Minelli di Varese 6.reTi: 10’ pt Avenatti (T), 13’ Fischnaller (R); 30’ st Alfageme (T).recupero: 4 minuti (0’ pt + 4’ st).AMMoNiTi: Paparusso, Russo (T).espuLsi: nessuno.speTTATori: 3.526NoTe: .

TrApANi-BresciA 0-1 (0-0)data: 30-05-2014 – ore: 20.30TrApANi (4-4-2): Dolenti 6; Daì 6 (32’ st Lo Bue 6), Pagliarulo 6, Martinelli 6, Rizzato 6; Basso 6, Pirrone 6 (21’ st Pacilli 6), Ciaramitaro 6,5, Nizzetto 6; Abate 6, Gambino 6 (21’ st Pitasi 6).Allenatore: Boscaglia 6.BresciA (3-5-1-1): Minelli 6; Freddi 6, Budel 6, Lancini 6; Zambelli 6,5, Benali 6, Ragnoli 6 (15’ st Grossi 6), Scaglia 6, Mandorlini 6; Morosini 6 (25’ st Racine 6); Corvia 6,5 (41’ st H’Maidat ng).Allenatore: Iaconi 6,5.ArBiTro: Bruno di Torino 6.reTi: 1’ st Corvia.recupero: 10 minuti (6’ pt + 4’ st).AMMoNiTi: nessuno.espuLsi: nessuno.speTTATori: 5.535NoTe: .

vArese-sieNA 2-0 (0-0)data: 30-05-2014 – ore: 20.30vArese (4-4-2): Bastianoni 6; Fiamozzi 6, Rea 6,5, Trevisan 6, Grillo 5; Zecchin 6, Barberis 6, Damonte 5,5, Di Roberto 5 (21’ st Falcone 6,5); Neto Pereira 6 (43’ pt Forte 7), Pavoletti 6,5 (47’ st Ricci ng).Allenatore: Bettinelli 7.sieNA (4-2-3-1): Lamanna 6,5; Angelo 6, Dellafiore 6, Belmonte 5, Feddal 5,5; Vergassola 6 (34’ st Thomas ng), Valiani 6; Rosina 5, Giacomazzi 6, Scapuzzi 6 (38’ pt Fabbrini 5, 27’ st Cappelluzzo 5,5); Jordà 5,5.Allenatore: Beretta 5,5.ArBiTro: Gavillucci di Latina 5.reTi: 23’ st Pavoletti rig., 50’ Falcone rig.recupero: 9 minuti (2’ pt + 7’ st).AMMoNiTi: Bastianoni, Fiamozzi (V); Feddal, Valiani (S).espuLsi: 49’ st Feddal (S).speTTATori: 5.426NoTe: Al 43’ st Rosina (S) ha calciato sul palo un rigore..

squadra pt. g v N p gf gsPalermo 86 42 25 11 6 62 28Empoli 72 42 20 12 10 59 35Latina 68 42 18 14 10 44 36Cesena 66 42 17 15 10 45 35Modena 64 42 16 16 10 65 43Crotone 63 42 17 12 13 56 52Bari (-4) 63 42 19 10 13 52 43Spezia 62 42 16 14 12 46 48Siena (-8) 61 42 18 15 9 57 41Lanciano 60 42 15 15 12 44 45Avellino 59 42 15 14 13 48 45Carpi 59 42 16 11 15 50 49Brescia 59 42 15 14 13 56 53Trapani 57 42 14 15 13 58 54Pescara 52 42 13 13 16 50 53Ternana 51 42 12 15 15 54 56Cittadella 47 42 11 14 17 42 49Varese 47 42 12 11 19 51 63Novara 44 42 10 14 18 40 58Padova 41 42 10 11 21 45 63Reggina (-1) 28 42 6 11 25 38 70Juve Stabia 19 42 2 13 27 37 80MArcATori26 reTi: Mancosu (Trapani, 4 rig.)

serie B euroBeT

Calcio2OOO 95

Page 96: Calcio2000 n. 200

serie B euroBeT

croToNe-BAri 0-3croToNe (4-3-3): Gomis; Del Prete, Suagher, Cremonesi, Mazzotta; Dezi (14’ st Giannone), Cataldi, Crisetig; Bernardeschi (40’ st Ishak), Pettinari, Bidaoui (16’ st De Giorgio). All.: Drago.BAri (4-3-3): Guarna; Sabelli, Ceppitelli, Polenta, Calderoni; Defendi (28’ st Zanon), Fossati, Sciaudone; Galano (23’ st Delvecchio), Cani, João Silva. All.: Alberti-Zavattieri.ArBiTro: Candussio di Cervignano 6,5.reTi: 28’ pt Galano; 46’ st João Silva, 50’ Sciaudone.AMMoNiTi: Del Prete, Cremonesi (C); Ceppitelli, Calderoni, Zanon, Fossati, Delvecchio (B).espuLsi: nessuno.speTTATori: 9.133

ModeNA-speziA 1-0ModeNA (4-4-2): Pinsoglio; Gozzi, Cionek, Zoboli, Garofalo; Molina, Burrai (31’ st Nardini), Bianchi, Rizzo (20’ pt Mazzarani); Granoche, Babacar (7’ st Signori). All.: Novellino.speziA (4-4-2): Leali; Madonna, Lisuzzo, Bianchetti, Migliore; Schiattarella (37’ st Culina), Sammarco (29’ st Scozzarella), Gentsoglou, Carrozza (19’ st Ebagua); Bellomo, Ferrari. All.: Mangia.ArBiTro: Nasca di Bari 6,5.reTe: 12’ st Signori.AMMoNiTi: Bianchi, Signori (M); Gentsoglou, Bellomo (S).espuLsi: nessuno.speTTATori: 9.028

BAri-LATiNA 2-2BAri (4-3-3): Guarna; Sabelli, Ceppitelli (1’ st Samnick), Polenta, Calderoni; Sciaudone, Fossati, Defendi; Galano (1’ st Delvecchio), Cani, João Silva. All.: Alberti-Zavattieri.LATiNA (3-5-2): Iacobucci; Brosco, Cottafava, Esposito; Milani, Crimi (9’ st Ristovski), Viviani (39’ st Cisotti), Bruno, Alhassan; Jonathas, Jefferson (17’ st Laribi). All.: Breda.ArBiTro: Ostinelli di Como 5.reTi: 22’ pt Polenta (B) aut.; 22’ st Cani (B), 34’ João Silva (B), 45’ Ristovski (L).AMMoNiTi: Samnick, Delvecchio (B); Cottafava, Crimi, Bruno (L).espuLsi: nessuno.speTTATori: 50.895

LATiNA-BAri 2-2LATiNA (5-3-1-1): Iacobucci; Ristovski (22’ st Milani), Brosco, Cottafava, Esposito, Alhassan; Crimi, Viviani (7’ st Laribi), Bruno; Cisotti (7’ st Jefferson); Jonathas. All.: Breda.BAri (4-3-3): Guarna; Sabelli, Ceppitelli, Polenta, Calderoni; Defendi, Fossati (37’ st Beltrame), Sciaudone; Zanon (13’ st Galano), Cani, João Silva. All.: Alberti-Zavattieri.ArBiTro: Pinzani di Empoli 5.reTi: 28’ st Polenta (B) rig., 37’ Jonathas (L) rig., 40’ Laribi (L), 43’ Galano (B).AMMoNiTi: Brosco, Viviani, Jonathas (L); Defendi (B).espuLsi: nessuno.speTTATori: 7.200

ModeNA-ceseNA 0-1ModeNA (4-2-3-1): Pinsoglio; Gozzi (29’ st Belloni), Cionek, Zoboli, Garofalo; Bianchi, Burrai; Molina, Mazzarani, Signori (35’ st Nardini); Stanco (9’ st Mangni). All.: Novellino.ceseNA (4-1-4-1): Agliardi; Capelli, Volta, Krajnc, Renzetti; Cascione (35’ st Alhassan); D’Alessandro (24’ st Camporese), De Feudis, Gagliardini, Defrel; Marilungo (39’ st Rodriguez). All.: Bisoli.ArBiTro: Mariani di Aprilia 6,5.reTi: 19’ pt Marilungo.AMMoNiTi: Garofalo, Burrai, Molina (M); Capelli, D’Alessandro, Gagliardini (C).espuLsi: 22’ st Gagliardini (C).speTTATori: 10.940

ceseNA-ModeNA 1-1ceseNA (4-1-4-1): Agliardi; Capelli, Volta, Krajnc, Renzetti; Cascione; Defrel (35’ st Rodriguez), De Feudis, Coppola, D’Alessandro (29’ st Camporese); Marilungo (21’ st Garritano). All.: Bisoli.ModeNA (4-4-2): Pinsoglio; Gozzi, Cionek, Zoboli (17’ st Mazzarani), Manfrin; Molina, Bianchi, Burrai (33’ st Stanco), Signori (8’ st Mangni); Babacar, Granoche. All.: Novellino.ArBiTro: Baracani di Firenze 6.reTi: 11’ st Marilungo (C), 30’ Manfrin (M).AMMoNiTi: Agliardi, Coppola (C); Cionek, Manfrin, Bianchi, Babacar (M).espuLsi: nessuno.speTTATori: 9.424

TurNo preLiMiNAre

seMiFiNALi

pLAYoFF

ceseNA-LATiNA 2-1ceseNA (3-5-2): Coser; Volta, Capelli, Krajnc; D’Alessandro (30’ pt Garritano), De Feudis, Cascione, Coppola, Renzetti; Marilungo (36’ st Gagliardini), Defrel. All.: Bisoli.LATiNA (3-5-2): Iacobucci; Brosco, Cottafava, Esposito; Milani (1’ st Ristovski), Crimi, Viviani (16’ st Morrone), Laribi (15’ st Cisotti), Alhassan; Jonathas, Jefferson. All.: Breda.ArBiTro: Cervellera di Taranto 6,5.reTi: 48’ pt Volta (C); 6’ st Marilungo (C), 44’ Cisotti (L).AMMoNiTi: Defrel (C); Esposito, Jefferson (L).espuLsi: nessuno.speTTATori: 12.526

FiNALe

pLAYouT

NovArA-vArese 0-2NovArA (4-3-1-2): Kosicky; Crescenzi, Perticone, Vicari (5’ st Potouridis), Lambrughi; Faragò (31’ st Marianini), Genevier, Pesce; Lazzari (20’ st Rubino); Gonzalez, Manconi. All.: Aglietti.vArese (4-4-2): Bastianoni; Fiamozzi, Rea, Ely, Grillo (15’ st Laverone); Zecchin, Corti, Barberis, Cristiano (38’ st Damonte); Pavoletti (22’ st Momentè), Forte. All.: Bettinelli.ArBiTro: Di Bello di Brindisi 5,5.reTi: 25’ pt Pavoletti; 19’ st Pavoletti.AMMoNiTi: Crescenzi, Lazzari (N); Ely, Grillo, Corti (V).espuLsi: nessuno.speTTATori: 8.797

vArese-NovArA 2-2vArese (4-4-2): Bastianoni; Fiamozzi, Rea, Ely, Grillo (40’ st Laverone); Zecchin, Corti, Barberis, Cristiano (43’ pt Di Roberto); Forte (27’ st Falcone), Pavoletti. All.: Bettinelli.NovArA (3-5-2): Montipò; Perticone, Beye, Lambrughi; Crescenzi (37’ pt Lazzari), Faragò, Genevier, Rigoni, Pesce (46’ st Dickmann); Gonzalez, Manconi (17’ st Martinez). All.: Gattuso.ArBiTro: Merchiori di Ferrara 6.reTi: 6’ pt Pavoletti (V); 8’ e 9’ st Gonzalez (N), 14’ Pavoletti (V).AMMoNiTi: Forte (V); Beye, Lambrughi, Lazzari, Pesce (N).espuLsi: nessuno.speTTATori: 5.100

proMosse iN serie A: palermo, empoli (direttamente) cesena (dopo playoff)reTrocesse iN LegA pro: padova, reggina, Juve stabia (direttamente) Novara (dopo playout)

LATiNA-ceseNA 1-2LATiNA (3-5-2): Iacobucci; Brosco, Cottafava, Bruscagin (30’ st Morrone); Ristovski (21’ st Cisotti), Crimi, Viviani (11’ st Laribi), Bruno, Alhassan; Jefferson, Jonathas. All.: Breda.ceseNA (4-3-1-2): Coser (11’ st Agliardi); Capelli, Volta, Krajnc, Renzetti; De Feudis, Cascione, Coppola (40’ st Alhassan); Garritano (34’ st Camporese); Defrel, Marilungo. All.: Bisoli.ArBiTro: Di Bello di Brindisi 6,5.reTi: 13’ pt Bruno (L); 7’ st Defrel (C), 49’ Cascione (C) rig.AMMoNiTi: Brosco, Laribi, Bruno (L); Renzetti (C).espuLsi: nessuno.speTTATori: 7.191

LE STATISTICHE DI CALCIO 2000

Calcio2OOO96

Page 97: Calcio2000 n. 200

priMA divisioNe

giroNe AFiNALe pLAYoFF

sudTiroL-pro verceLLi 0-1sudtirol (4-3-3): Facchin; Cappelletti, Kiem, Bassoli, Martin; Furlan (21’ st Vassallo), Pederzoli, Fink (38’ st Tagliani); Minesso, Corazza, Turchetta (21’ st Veratti). All.: Rastelli.pro vercelli (4-4-1-1): Russo; Marconi, Cosenza, Ranellucci, Scaglia; Erpen, Rosso, Ardizzone, Statella (1’ st Fabiano); Marchi (36’ st Disabato); Greco (19’ st Iemmello). All.: Scazzola.Arbitro: Abisso di Palermo.rete: 6’ st Cosenza.

pro verceLLi-sudTiroL 1-1pro vercelli (4-4-1-1): Russo; Marconi, Cosenza, Ranellucci, Scaglia; Erpen (30’ st Statella), Rosso (39’ st Ardizzone), Scavone, Fabiano; Greco (21’ st Iemmello); Marchi. All.: Scazzola.sudtirol (4-3-3): Facchin; Cappelletti, Kiem, Bassoli, Martin; Fink (12’ st Tagliani), Pederzoli, Branca; Minesso (35’ st Cocuzza), Corazza, Vassallo (20’ st Turchetta). All.: Rastelli.Arbitro: Pezzuto di Lecce.reti: 16’ pt Corazza (S); 4’ st Fabiano (P).espulsi: 25’ st Branca (S).

proMossA iN serie B: pro vercelli

giroNe BFiNALe pLAYoFF

Lecce-FrosiNoNe 1-1Lecce (4-4-2): Perucchini; Sales, Diniz, Abruzzese, Lopez; Ferreira Pinto (14’ st Bogliacino), Salvi (39’ st Amodio), Papini, Doumbia; Zigoni (29’ st Barraco), Beretta. All.: Lerda.FrosiNoNe (4-1-4-1): Zappino; Ciofani M., Biasi (33’ pt Bertoncini), Blanchard, Crivello; Gucher; Paganini, Gori (40’ st Carrus), Frara, Curiale (37’ st Gessa); Ciofani D.. All.: Stellone.Arbitro: Sacchi di Macerata.reti: 15’ pt Papini (L), 31’ Gori (F).

FrosiNoNe-Lecce d.t.s. 3-1Frosinone (4-4-2): Zappino; Ciofani M., Bertoncini (12’ pts Viola), Blanchard, Crivello; Paganini, Gori (29’ st Soddimo), Gucher, Frara; Ciofani D., Curiale (47’ st Carlini). All.: Stellone.Lecce (4-4-2): Caglioni; Martinez (8’ sts Amodio), Diniz, Abruzzese, Lopez; Ferreira Pinto, De Rose (21’ st Sacilotto), Papini, Beretta; Doumbia, Miccoli (37’ pt Bogliacino). All.: Lerda.Arbitro: Ros di Pordenone.reti: 19’ pt Beretta (L), 46’ Paganini (F); 12’ sts Frara (F), 23’ Viola (F).espulsi: 7’ pts Beretta (L); 13’ sts Diniz (L).

proMossA iN serie B: Frosinone

giroNe AFiNALe pLAYouT

deLTA porTo ToLLe-ForLì 3-2delta porto Tolle (3-4-1-2): Cano; Bertoli, Melucci, Politti; Mogos, Pettarin, Soligo, Petras (46’ st Frigerio); Segato (33’ st Ferretti); Baldrocco (30’ st Gomes), Longobardi. All.: Favaretto.Forlì (5-3-2): Tonti; Ferrini, Fantini, Drudi, Vesi, Boron; Tonelli (15’ st Djuric), Cejas, Evangelisti (29’ st Barbagli); Melandri, Bernacci (20’ st Docente). All.: Rossi.Arbitro: Ripa di Nocera Inferiore.reti: 4’ pt Pettarin (D), 12’ Melandri (F), 23’ Petras (D); 26’ st Drudi (F), 45’ Gomes (D).

ForLì-deLTA porTo ToLLe 2-1Forlì (3-4-3): Tonti; Jidayi, Drudi, Fantini; Ferrini (11’ st Djuric), Cejas, Evangelisti, Boron (30’ st Senese); Melandri, Bernacci, Docente (15’ pt Casadei). All.: Rossi.delta porto Tolle (3-4-1-2): Cano; Politti, Melucci, Frigerio (24’ st Ferretti); Mogos, Soligo, Segato, Petras; Gomes (13’ st Laurenti); Longobardi (35’ pt Del Bino), Baldrocco. All.: Favaretto.Arbitro: Abisso di Palermo 5.reti: 19’ pt Segato (D) rig., 37’ Evangelisti (F) rig.; 47’ st Djuric (F).espulsi: 14’ pt Tonti (F), 34’ Cano (D); 3’ st Melandri (F), 25’ Jidayi (F), 32’ Laurenti (D).

riMANe iN LegA pro: Forlì

giroNe BFiNALe pLAYouT

ArzANese-TuTTocuoio 0-0Arzanese (4-3-3): Fiory; Pacini, Caso, Polverino, Mora; Ausiello (30’ st Perna), Giannusa, Ricci (36’ st Giacinti); Mangiacasale, Ripa, Sandomenico (25’ st Improta U.). All.: Marra.Tuttocuoio (4-4-2): Bacci; Arvia, Falivena, Colombini I, Cacelli; Giannattasio, Pane, Zane, Salzano (18’ st Rosati); Colombo (25’ st Di Giuseppe), Ferrari (15’ st Cherillo). All.: Alvini.Arbitro: Cifelli di Campobasso.

TuTTocuoio-ArzANese 1-1Tuttocuoio (4-3-2-1): Bacci; Arvia, Falivena, Colombini I (30’ st Colombini II), Cacelli; Giannattasio, Pane (17’ st Catanese), Zane; Salzano, Di Giuseppe (1’ st Cherillo); Ferrari. All.: Alvini.Arzanese (4-3-3): Fiory; Pacini, Caso, Polverino, Patti (12’ st Palumbo); Ausiello, Giannusa (21’ st Ripa), Giacinti; Mangiacasale, Perna, Improta U. (10’ st Castellano). All.: Marra.Arbitro: Sacchi di Macerata.reti: 14’ pt Polverino (A); 20’ st Cherillo (T).

riMANe iN LegA pro: Tuttocuoio

secoNdA divisioNe

LegA pro

pouLe scudeTTo3° TurNo

Matelica-Sacilese 0–0 (2-0 d.c.r.)correggese-Olginatese 1-0Foligno-Borgosesia 1-2Akragas-San Cesareo 4-0Taranto-Arezzo 0-1

4° TurNo

correggese-Pontisola 1-1 (6-5 d.c.r.)Matelica-Borgosesia 2-0Akragas-Arezzo 1-0

seMiFiNALi

correggese-Matelica 2-1Akragas-Pomigliano 3-1

FiNALe

correggese-Akragas 1-1 (8-7 d.c.r.)

pLAYoFFTriANgoLAri

giroNe 1Pro Piacenza-Giana Erminio 3-2Giana Erminio-Pordenone 1-2Pordenone-Pro Piacenza 3-3cLAssiFicA: pordenone e pro piacenza 4; Giana Erminio 0

giroNe 2Pistoiese-Lucchese 0-0Ancona-Pistoiese 2-1Lucchese-Ancona 2-1cLAssiFicA: Lucchese 4; Ancona 3; Pistoiese 1

giroNe 3Savoia-Matera 0-0Lupa Roma-Savoia 2-1Matera-Lupa Roma 1-1cLAssiFicA: Lupa roma 4; Matera 2; Savoia 1

seMiFiNALi

pordenone-Lucchese 0-0 (4-1 d.c.r.)Pro Piacenza-Lupa roma 1-1 (4-5 d.c.r.)

FiNALe

Lupa Roma-pordenone 0-1

serie d

Calcio2OOO 97

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FALLIMENTO MONDIALE

LA DEBACLE DI CESARE PRANDELLI

“Al termine della partita ho parlato con il presidente federale, con Albertini e Valentini e gli ho detto che presenterò le mie dimissioni, che sono irrevocabili. Quando ho firmato il rinnovo del mio contratto sino al 2016 abbiamo forse voluto nascondere quelli che sono i problemi del calcio italiano. Abbiamo anche subito delle aggressioni dal punto di vista verbale, c’è anche chi ci ha visto come un partito politico che ruba i soldi ai contribuenti. Anche per questo motivo voglio rassegnare le mie dimis-sioni. Ripeto, la mia decisione riguarda principalmente l’aspetto tecnico. Ma da quando ho rinnovato il contratto ci hanno considerato come un partito, pur sapendo che la federazione non prende i soldi solo dallo Stato (...) Comunque mi dimetto perché non è stato un pro-getto tecnico vincente”.Cesare Prandelli – Ansa

ABETE LASCIA DOPO 7 MONDIALI…

“Andrò al Consiglio federale anche con le mie dimissioni irrevocabili, non perché mi senta responsabile, perché credo che abbiamo fatto tutti il massimo, ma perché voglio favorire un livello rifles-sione sul futuro del calcio italiano. È il

mio settimo Mondiale, avevo già preso questa decisione già prima dell’inizio del Mondiale a prescindere dal risultato, lo faccio con grande serenità”.Giancarlo abete - Ansa

BUFFON LAPIDARIO

“È un giorno molto triste per noi come movimento calcistico, come gruppo e come singoli giocatori e come nazio-ne. È un fallimento, è inutile negarlo o girarci intorno. E come tale ci lascia solo delle sensazioni di frustrazione. Non so da dove sia nato questo fallimento. Spesso e volentieri si sente dire che c’è bisogno di ricambi, che Pirlo è vecchio, che Barzagli, Buffon e De Rossi sono vecchi, ma quando c’è da tirare la car-retta questi sono in prima fila. Bisogna rispettare un po’ di più loro, non per quello che sono stati, ma per quello che ancora rappresentano. In campo bisogna fare, e non basta il ‘potrebbe fare’ o magari il farà. In campo si vede chi c’è. E chi non c’è non c’è”.Gigi Buffon – Sky Sport

DE ROSSI IL VECCHIO...

“Bisogna ripartire soprattutto dagli uo-mini veri, non certo dalle figurine o dai personaggi che non servono per niente a questa nazionale. Sottoscrivo in tutto e per tutto i concetti espressi dal nostro

capitano Gigi Buffon, ragioniamo bene le parole che sono state dette dal por-tiere più forte di tutti i tempi (...) Non dico questo solamente perché sono stato chiamato in causa da Buffon durante il suo discorso, ma perché noi rappresen-tiamo il giusto spirito che occorre met-tere quando giochi in nazionale e siamo sempre noi a metterci la faccia. Chi non si vuole impegnare abbastanza o non sente così in maniera forte l’impegno è meglio che resti a casa”.Daniele De rossi – Rai 1

LE LACRIME DI VERRATTI

“Io ero vicino a Claudio, l’ho visto dall’inizio che il rosso era esagerato, inventato. Magari avremmo perso lo stesso, ma è stata una decisione che ha pesato in questa partita (...) È stata una gara tirata, intensa, io ho le lacrime agli occhi perché sono convinto che questa squadra ce l’abbia comunque messa tutta. Certamente oggi giocava-mo contro una grande squadra”.Marco Verratti – Sky Sport

BALO, INCAzzATO NE… ANzI BIONDO

“Ho dato tutto. Noi negri non scarichia-mo un fratello” e si fa biondo…Mario Balotelli - Instagram

SI DICEdi Tania ESPOSITO - foto Image Sport

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