Buon Vento

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104 C.M. ~ FUORIPISTA T rovare una barca in Corso Italia dopo una not- te di bufera di neve è sorprendente e, nel bel mezzo dell’inverno e senza mare all’orizzonte, sconcertante. Ci si chiede da dove sia caduta o per quale strana rotta possa essere approdata qui, in mezzo alle montagne. Ma questa è Cortina, capa- ce di lasciarci senza parole, a bocca aperta. Tuttavia l’idea non è peregrina. Questo piccolo scafo è armato, pronto e convinto di navigare pur senza vele issate. Sembra che pazientemente aspetti qualcuno che lo liberi dalla folta coltre bianca a cui non è certo avvezzo e che ingombra la coperta e cela il pozzetto e quanto in esso con- tenuto. Il suo ruolo qui è quello di promuovere il locale Yacht Club che, non potendo sfoggiare una banchina attrezzata e frequentata da scafi mul- tiformi, evoca in un clima tutt’altro che marino un sogno con questa piccola vela. Ma un velista capisce questa barca, forse un po’ umiliata dalla neve prepotente e invadente, e sola ad affron- tare gli sguardi curiosi e sbigottiti. Lei, la vela, cerca il vento per distendere i sui candidi trian- goli e portare lontano il suo timoniere. Le linee filanti, create per fendere flutti e liquide distese marine, sono imbarazzate e goffe così immerse nella neve e subito ci assale la nostalgia di para- disi azzurri, caldi, infiniti, lontani da Corso Italia e dalla valle ampezzana. Eppure c’è un perché anche per questo incontro poco ortodosso e quasi strampalato: non è un guizzante motoscafo né un improbabile yacht a ricordare ai passanti di Cortina che a pochi chilo- metri c’è il golfo di Venezia e lontano da qualche altra parte il mare nostrum. La piccola e dignito- sa vela, immobile nel suo scomodo apparire, ci racconta che andare a vela è esperienza strana, unica, indimenticabile e sorprendente quanto una vela a Cortina in un giorno di neve. È un messag- gio impertinente per chi conosce cosa significhi lasciare gli ormeggi, ascoltare la brezza sul viso e capire dove mettere prua. Ma il vento è già nell’aria e presto sarà il mare e la sua libertà. buon vento!

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Trovare una barca in Corso Italia dopo una notte di bufera di neve è sorprendente.

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104 C.M.~FUORIPISTA

Trovare una barca in Corso Italia dopo una not-te di bufera di neve è sorprendente e, nel bel

mezzo dell’inverno e senza mare all’orizzonte, sconcertante. Ci si chiede da dove sia caduta o per quale strana rotta possa essere approdata qui, in mezzo alle montagne. Ma questa è Cortina, capa-ce di lasciarci senza parole, a bocca aperta. Tuttavia l’idea non è peregrina. Questo piccolo scafo è armato, pronto e convinto di navigare pur senza vele issate. Sembra che pazientemente aspetti qualcuno che lo liberi dalla folta coltre bianca a cui non è certo avvezzo e che ingombra la coperta e cela il pozzetto e quanto in esso con-tenuto. Il suo ruolo qui è quello di promuovere il locale Yacht Club che, non potendo sfoggiare una banchina attrezzata e frequentata da scafi mul-tiformi, evoca in un clima tutt’altro che marino un sogno con questa piccola vela. Ma un velista capisce questa barca, forse un po’ umiliata dalla neve prepotente e invadente, e sola ad affron-tare gli sguardi curiosi e sbigottiti. Lei, la vela, cerca il vento per distendere i sui candidi trian-goli e portare lontano il suo timoniere. Le linee filanti, create per fendere flutti e liquide distese marine, sono imbarazzate e goffe così immerse nella neve e subito ci assale la nostalgia di para-disi azzurri, caldi, infiniti, lontani da Corso Italia e dalla valle ampezzana. Eppure c’è un perché anche per questo incontro poco ortodosso e quasi strampalato: non è un guizzante motoscafo né un improbabile yacht a ricordare ai passanti di Cortina che a pochi chilo-metri c’è il golfo di Venezia e lontano da qualche altra parte il mare nostrum. La piccola e dignito-sa vela, immobile nel suo scomodo apparire, ci racconta che andare a vela è esperienza strana, unica, indimenticabile e sorprendente quanto una vela a Cortina in un giorno di neve. È un messag-gio impertinente per chi conosce cosa significhi lasciare gli ormeggi, ascoltare la brezza sul viso e capire dove mettere prua.Ma il vento è già nell’aria e presto sarà il mare e la sua libertà.

buon vento!