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PRETTY GIRLS J.T. E LLISON Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano Questo volume è stato impresso nel febbraio 2011 presso la Rotolito Lombarda - Milano Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. 1 5 6 2 7 8 9 10

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J.T. ELLISON

PRETTY GIRLS

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Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: All The Pretty Girls

Mira Books © 2007 J.T. Ellison

Traduzione di Barbara Piccioli

Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma.

Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg.

Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale.

© 2011 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

Prima edizione I Nuovi Bestsellers Special marzo 2011

Questo volume è stato impresso nel febbraio 2011

presso la Rotolito Lombarda - Milano

I NUOVI BESTSELLERS SPECIAL ISSN 1124 - 3538

Periodico mensile n. 114S del 19/03/2011 Direttore responsabile: Alessandra Bazardi

Registrazione Tribunale di Milano n. 369 del 25/06/1994 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale

Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione

Stampa & Multimedia S.r.l. - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti

contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171

Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano

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«No, per favore, no.» Lei bisbigliò appena quelle paro-le. «No, per favore, no.» Eccole di nuovo, le bolle che si formavano sulle sue labbra, le sillabe smozzicate. Perfino nella morte, Jessica Ann Porter era educata. Non lottava, non urlava, si limitava a supplicare con quei suoi luminosi occhi color cioccolato da cucciolo. Lui cercò di scacciare quel pensiero. Aveva un cuccio-lo, un tempo. Gli leccava le mani, e gli si insinuava fra le gambe, chiedendogli di giocare. Non era colpa sua se il cagnolino aveva ossa troppo fragili per i giochi rudi di un ragazzo, e una scheggia di costola gli era penetrata nel cuore. La luce si era spenta nei suoi occhi mentre moriva fra l'erba del cortile sul retro. La stessa luce che ora si andava spegnendo negli occhi di Jessi-ca, a mano a mano che la vita la abbandonava. Con distacco, prese nota dei segni di quella morte, dell'emorragia che si diffondeva nelle cornee. Il corpo parve raffreddarsi immediatamente, e di colpo la viva-ce diciottenne non fu altro che un pezzo di carne da consegnare alla terra. Polvere alla polvere. Mosconi della carne e larve. Il ciclo di vita e di morte di nuovo completo. Si riscosse. Era ora di mettersi al lavoro. Si guardò intorno, alla ricerca della sua borsa degli attrezzi. Non

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ricordava di averla allontanata con un calcio; la memo-ria gli stava forse venendo meno? La ragazza, alla fine, aveva lottato? Non gli sembrava, ma in certi momenti subentrava la confusione. Ci avrebbe riflettuto più tar-di; ora riusciva a pensare soltanto alla radiosità degli occhi di lei un istante prima che si spegnessero. Prese la sega e sollevò la mano inerte della morta. No, per favore, no. Poche parole innocue. Nessuna grandiosa allegoria, nessun dilemma etico. Quelle pa-role gli echeggiavano nel cervello, infondendogli ener-gia mentre lavorava. No, per favore, no. Ancora e ancora. No, per favore, no. Ascolta queste parole, e sogna l'inferno.

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In quella calda serata estiva, Nashville tratteneva il suo respiro collettivo. Dopo quattro rinvii, l'esecuzione era prossima. Il tenente della Omicidi Taylor Jackson a-scoltò il giornalista annunciare che il governatore non avrebbe concesso un'altra sospensione, quindi spense il televisore e alzatasi andò alla finestra del suo minusco-lo ufficio nel Criminal Justice Center. Il profilo dei tet-ti della città baluginava di luci. Il suo spettacolo piro-tecnico del Quattro Luglio era uno dei più spettacolari del paese. Quattro Luglio; la quintessenza delle feste americane. Orde di persone si erano assiepate in River-front Park per ascoltare la Nashville Symphony Orche-stra durante i fuochi d'artificio. Taylor riusciva a sentire le note dell'Overture 1812 di Tchaikovsky, un brano russo per celebrare l'indi-pendenza americana. Le grida festose che accompa-gnarono le salve di cannone ebbero il potere di depri-merla. La festa stessa la deprimeva. Da bambina l'ave-va amata moltissimo, aveva amato la spensieratezza di quella giornata. Ora, adulta, piangeva la scomparsa di quella bambina, di cui tentava disperatamente quanto inutilmente di ricatturare l'innocenza. Il cielo adesso era buio. Vedeva le persone dirigersi verso le auto parcheggiate, i bambini che saltellavano

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accanto ai genitori stanchi, esibendo braccialetti fluo-rescenti. Quella sera, gli adulti sarebbero andati a dor-mire con la serena consapevolezza di aver soddisfatto i propri piccoli, almeno per un momento. Taylor non poteva contare su altrettanta fortuna. La telefonata sa-rebbe arrivata da un momento all'altro. Da qualche par-te, lo sapeva, qualcuno che aveva sparato stava fug-gendo nella notte. Quale copertura migliore per uno sparo dei fuochi d'artificio? Ma c'era un'altra ragione per cui, in quella sera di festa, era rimasta in ufficio. Proteggere la città in cui viveva era soprattutto uno stratagemma mentale. Stava aspettando. Un ricordo si affacciò indesiderato alla sua mente. Un'affermazione per certi versi trita, ma profondamen-te vera. Quando ero bambino, parlavo da bambino, capivo da bambino, pensavo da bambino; ma quando sono diventato uomo, ho messo da parte le cose da bambino. Anche per lei, i giorni della purezza erano passati. Abbassò la veneziana e si lasciò cadere sulla sedia. Sospirò. Si passò una mano fra i lunghi capelli biondi. Si chiese perché indugiasse lì invece di godersi la fe-sta. E perché si sentisse ancora tanto coinvolta da quel lavoro. Con uno scatto improvviso, tornò ad accendere il televisore. La folla dei manifestanti era una massa pulsante da-vanti al carcere di massima sicurezza di Riverbend. La polizia aveva transennato due aree del cortile della pri-gione, una per gli attivisti a favore della pena di morte, una per gli abolizionisti. Bandiere dell'ACLU, la Lega Cristiana per l'abolizione della pena di morte, sembra-vano gridare all'ingiustizia, e i due gruppi si scambia-vano insulti e oscenità. Il corredo consueto di un'ese-cuzione. Nessuno veniva messo a morte senza quel-l'accompagnamento urlato di opinioni contrastanti.

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Il giovane reporter di Channel Two aveva il fiato corto, gli occhi brillanti di eccitazione. Due ore prima, il governatore aveva respinto l'ultima richiesta di so-spensione. Quella sera, Richard Curtis avrebbe pagato il prezzo supremo per i suoi crimini. Gli occhi di Taylor si posarono sull'orologio a pare-te. Le undici e cinquantanove. Un silenzio quasi so-prannaturale calò sulla folla. Il momento era arrivato. Taylor si accorse di stare trattenendo il respiro men-tre la lancetta dei minuti si spostava sulle dodici. Se ne rese conto solo un minuto più tardi. Era finita, dunque. I farmaci erano stati somministrati, e Richard Curtis era scivolato in un sonno pacifico da cui non si sarebbe più destato. Una morte troppo gentile, secondo lei. A-vrebbe dovuto essere squartato vivo, e le viscere bru-ciate nel suo stesso ventre. Allora, forse, ci sarebbe sta-ta giustizia. L'annuncio giunse sei minuti dopo la mez-zanotte del cinque luglio. Curtis era stato giustiziato. Taylor spense il televisore. Mentre aspettava l'inevi-tabile telefonata, posò la testa sulla scrivania e pensò a una bambina solare di nome Martha, sequestrata, stu-prata e uccisa a soli sette anni. Era stato il suo primo caso come detective della Omicidi. Martha era stata ri-trovata ventiquattro ore dopo la sparizione, in un lotto vuoto nella zona nord di Nashville. Richard Curtis era stato catturato parecchie ore più tardi. La bambola di Martha era sul sedile posteriore del suo furgone e su uno dei suoi stivali era rimasta appiccicata una ciocca dei capelli biondo miele. Un caso aperto e chiuso. Per Taylor, il primo assaggio del successo, la prima oppor-tunità per dare prova di se stessa. E, a causa del suo duro lavoro, adesso Curtis era morto. Si sentiva appa-gata. Aveva atteso quel momento per sette anni. Nella sua mente, Martha era rimasta la bambina settenne che era

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al momento della morte. Ora di anni ne avrebbe avuti quattordici. In segno di deferenza per la morte di uno di loro, quella notte i criminali di Nashville tacevano, sce-gliendo di fare cose migliori che spararsi l'un l'altro a beneficio di Taylor. Che scivolò in uno stato fra la ve-glia e il sonno, da cui emerse con sollievo quando fi-nalmente il telefono squillò, all'una. Una voce profonda la salutò. «Ci vediamo?» chiese lui. «Dammi un'ora» rispose Taylor, guardando l'orolo-gio. Poi riappese e, per la prima volta in tutta la sera, sorrise.

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di S. Sala Dopo un'infanzia e un'adolescenza difficili segnate dalla solitudine e dal bisogno di vendetta, Cat Cu-pree vorrebbe iniziare una vita tranquilla accanto a Wilson McKay, l'uomo che le ha insegnato il valore dell'amore e della famiglia. Ma lasciarsi alle spalle il passato si rivela impossibile. Un solerte poliziotto messicano è deciso a risolvere un caso di omicidio su cui Cat è anche troppo informata, e un balordo con una lunga lista di crimini alle spalle vuole a tutti i costi uccidere Wilson. I due dovranno lottare per difendere la loro vita e conquistare la felicità.

di J.T. Ellison Quando l'ennesima ragazza finisce nella trappola di un serial killer, l'agente di polizia Taylor Jackson e il suo amante, il profiler dell'FBI John Baldwin, si ritrovano a indagare su un caso complesso. Il killer sta insanguinando Nashville e gli stati confinanti, la-sciando una firma macabra e inconfondibile. Le mani tagliate della vittima precedente. La giornalista Whitney Connolly vuole servirsi del caso per andar-sene da Nashville. E, per farlo, è disposta a sfruttare una notizia che potrebbe rivelarsi esplosiva. Ma non si scherza col fuoco, senza rimanerne scottati.

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