Bronte, Emily - Cime Tempestose

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Emily Bronte. Cime tempestose. Traduzione di Anna Luisa Zazo. 1989 Arnoldo Mondadori Editore SpA. - Milano. Titolo originale dell'opera: Wuthering Heights. La vita Emily nasce a Thornton nel 1818, quinta dei sei figli del reverendo Patrick Bronte di County Down, Irlanda del Nord. In origine il cognome era Brunty, ma quando Nelson fu nominato duca di Brontè da Ferdinando di Borbone per aver represso la rivoluzione napoletana, Patrick adottò la grafia Bronte -- dove la dieresi indica che la "e" fi

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Emily Bronte. Cime tempestose. Traduzione di Anna Luisa Zazo. 1989 Arnoldo Mondadori Editore SpA. - Milano. Titolo originale dell'opera: Wuthering Heights. La vita Emily nasce a Thornton nel 1818, quinta dei sei figli del reverendo Patrick Bronte di County Down, Irlanda del Nord. In origine il cognome era Brunty, ma quando Nelson fu nominato duca di Bront da Ferdinando di Borbone per aver represso la rivoluzione napoletana, Patrick adott la grafia Bronte -- dove la dieresi indica che la "e" finale va pronunciata, contrariamente alla regola inglese. Nel 1820 la famiglia si trasferisce nella canonica di Haworth, nello Yorkshire. Non si pu parlare di uno dei fratelli Bronte isolandolo dagli altri: Maria nata nel 1813, Elizabeth nel 1815, Charlotte nel 1816, Patrick Branwell nel 1817, Emily Jane e Arme nel 1820. Quando Arme ha appena un anno e Maria otto, muore la madre, Maria Branwell. Arriva la zia Elizabeth Branwell, severa metodista che avr cura dei ragazzi e della casa. Nel 1824 il reverendo Bronte manda Maria, Elizabeth, Charlotte ed Emily in una scuola istituita a Cowan Bridge (Lancashire) per figli di ecclesiastici poveri. Le bambine erano denutrite, tenute al freddo e a una dura disciplina; la spietata descrizione che n far Charlotte non esagerata se nel 1825 le due sorelle maggiori muoiono di tubercolosi, e lei stessa ed Emily tornano a casa. Il reverendo Bronte, del resto, come metodista crede nell'autoeducazione sia culturale che spirituale. Il figlio non frequenta mai una scuola e riceve lezioni dal padre stesso che provvede inoltre a iscrivere i ragazzi a una biblioteca, a fornirli di giornali e riviste, e a leggere loro la storia e la filosofia. Solo per il disegno e per la musica si avvale dell'opera di due maestri. Il cerchio familiare poco aperto verso l'esterno in questo periodo, come ha scritto Charlotte: Contavamo completamente su noi stessi, sulla compagnia reciproca, sui libri e sullo studio per gli svaghi e le occupazioni della vita. Tra le letture di Emily conosciamo Walter Scott, Wordsworth, i racconti gotici -- molti dei quali tedeschi -- pubblicati sul Blackwoods Magazine, Shakespeare e soprattutto la Bibbia. L'unica presenza estranea in casa Tabitha Aykroyd, detta "Tabby", la domestica che arriva nel 1826. La scrittura, per i fratellini Bronte, ha all'inizio una funzione ludica. L'occasione viene da quei soldatini di legno che il padre regala a Branwell. Ognuna delle sorelle n pu scegliere uno e dargli un nome, e attorno a questi personaggi i bambini cominciano a inventare delle storie che poi trascrivono con minuta calligrafia in piccoli quaderni. In queste storie si trovano intricate vicende e una passionalit da teatro elisabettiano; i personaggi si muovono nei regni immaginati da Charlotte e Branwell da una parte, da Emily e Arme dall'altra; il loro, che meno guerresco, si chiama Gondal e somiglia molto a Haworth per il clima e il paesaggio. Nel 1830 la madrina di Charlotte le paga gli studi nella scuola di Miss Wooler, a Roe Head. l'inizio dell'era industriale in Inghilterra: in quella zona gli operai tessili sono in rivolta per l'introduzione dei macchinari; sar l'atmosfera del romanzo di Charlotte, Shirley. Date le loro modeste condizioni, le ragazze Bronte si daranno molto da fare. Tornata a casa nel 1832 Charlotte si mette a sua volta a insegnare alle sorelle, finch nel 1835 torna a Roe Head come istitutrice -- su proposta di Miss Wooler -- ed Emily vi entra

come studentessa, ma dopo tre mesi lascia il suo posto ad Arme. Charlotte rifer alla sua biografa Elizabeth Gaskell: La libert era il soffio delle narici di Emily; senza di essa moriva. Il cambiamento dalla sua casa a una scuola, e dalla sua vita molto silenziosa, molto reclusa, ma senza restrizioni e senza artifici, a una routine disciplinata [...] era quel che non riusc a sopportare. La sua natura si dimostr qui troppo forte per la sua fermezza. L'anno seguente resiste solo sei mesi come istitutrice in una scuola nei pressi di Halifax. Arme e Charlotte continuano a insegnare come istitutrici private presso famiglie, anche se nel frattempo Arme si ammala. Intorno al 1840 le ragazze cominciano a progettare di aprire una propria scuola, anche per rimanere insieme, e nel 1842 Charlotte ed Emily, finanziate dalla zia Branwqll, soggiornano a Br'uxelles (dove si trovano gi altre loro amiche) per studiare il francese e il tedesco e completare la loro istruzione. Emily molto portata per la musica, quindi prende anche lezioni di piano e n d a sua volta ai bambini. Le due ragazze tornano a casa in autunno per la morte di zia Branwell, che ha escluso il nipote dall'eredit. Patrick Branwell ormai rappresenta un problema per la famiglia. Egli si infatti dato all'alcol e all'oppio e, da promettente che era, non riuscito a diventare pittore alla Royal Academy of Arts, o a lavorare nello studio aperto a Manchester, n a mantenere il lavoro di tutore, o quello di funzionario delle ferrovie. Mentre Emily rimane d'ora in poi a Haworth, Charlotte torna alla scuola di Mrs. Heger a Bruxelles. Il suo invaghimento per Mr. Heger diventa piuttosto palese; tornata a casa, continuer a scrivere a il mio unico maestro, che per non reagisce tranne che per scoraggiare la ragazza. Il progetto delle sorelle Bronte di aprire una scuola fallisce di nuovo nel 1844, in parte per le condizioni di salute del reverendo (che sta per diventare cieco), in parte perch nessuna alunna vi si iscrive. Nell'autunno del 1845 Charlotte scopre le poesie di Emily, per caso in un cassetto. Emily si offende e ci vollero ore racconta Charlotte per convincerla che tali poesie meritavano d'essere pubblicate. Le tre sorelle alla fine decidono di pubblicare a loro spese, presso Aylott & Jones di Londra, un'antologia con le loro poesie migliori, sotto pseudonimo maschile: Currer per Charlotte, Ellis per Emily, e Acton per Arme. Vengono venduti solo due libri, ma Charlotte n manda una copia ad alcuni importanti letterati dell'epoca. Intanto le ragazze decidono di scrivere romanzi: Emily inizia Wuthering Heights, Arme il suo Agnes Grey, e Charlotte The Professor, che viene respinto dagli editori. Durante la convalescenza del padre, che ha subito un'operazione alla cataratta, a Manchester, Charlotte inizia Jane Eyre. Nel 1847 vengono pubblicati Wuthering Heights e Agnes Grey dalla casa editrice T. C. Newby (con parte delle spese a carico dell'autore), e Jane Eyre, da Smith k Elder. In seguito all'immediato successo del romanzo di Charlotte, lo stesso editore ripubblica insieme, in dicembre, anche quelli di Emily e Arme ma senza ottenere lo stesso favore di pubblico e critica. L'anno seguente, in settembre, muore Branwell, dato che all'alcol e alla droga si era aggiunta la tubercolosi. Durante il suo funerale Emily prende freddo e si ammala, e non uscir pi di casa, rifiutando anche le cure mediche. Muore alle due pomeridiane di marted 19 dicembre 1848, a trent'anni, dopo essersi faticosamente alzata e vestita da sola. Arme muore il 28 maggio del 1849 a Scarborough, dove Charlotte l'aveva accompagnata per godere di un clima pi mite. Charlotte pubblica ancora Shirley e Villette, conoscendo una certa notoriet e nuove persone. Nel 1854 sposa Arthur Beli Nicholls, assistente del padre, e muore il 31 marzo 1855 duran-

te la gravidanza. Il romanzo The Professor e il ciclo di Angria scritto col fratello vengono pubblicati postumi. Il reverendo Bronte muore senza nipoti nel 1861.

Le opere All'opposto della povera, semplice biografia di Emily, c' il suo interior drama (cio la vita, la rappresentazione interiore). Abbiamo oggi circa duecento poesie di Emily, quasi tutte risalgono al ciclo di Gondal, iniziato a dodici anni con Arme. Sono perduti i brani di prosa che, come nel ciclo di Charlotte e Branwell pervenutoci quasi intero, accompagnavano le poesie. La scrittura di Emily innanzitutto poetica. Gran parte di ci che compose nell'adolescenza sotto forma di poesia, e la concezione poetica del linguaggio -- l'intensit, l'ambiguit, l'autosufficienza -- influenza anche la sua prosa. La storia di Wuthering Heights divisa in due parti: la prima su Cathy e Heathcliff, la seconda sui loro figli e sulla morte di lui. la seconda parte, col suo happy ending che rende il libro un "romanzo"; mentre la prima, quella pi conosciuta, e anche sfruttata cinematograficamente, una "tragedia". Il suo carattere tragico non nella morte, nell'assolutezza dei personaggi, dei loro gesti che non conoscono vie di mezzo, compromessi con la realt, e che cos sono distruttivi, autodistruttivi. Dal compromesso con la realt, noto, erano invece nati nel '700 il romanzo, l'avventura dell'orfano, del bastardo, del sopravvissuto alla tragedia come genere e come vicenda (basti l'esempio di Defoe). Ma osservando oltre la superficie la storia di Cathy e Heathcliff, che si conclude con la morte, si distingue come per questi personaggi ci sia una sorta di happy ending: Cathy muore (sembra lasciarsi morire) per essere libera da legami che ormai la rendono claustrofoba, e per tornare quella che era da bambina (non un caso che muoia durante il parto e non "far" mai la madre). Heathcliff vive nel tormento finch non la raggiunge nella morte, sulla brughiera. Il dolore dunque nella separazione, non nella morte in s; in questo la religiosit di Emily, abituata alla presenza della morte sin da piccola, sia per le vicende familiari sia perch le finestre della canonica danno sul cimitero, come ancora pu vedere chi si reca a Haworth. Quel lui me pi di me stessa di Cathy a proposito di Heathcliff indicativo dell'assoluto di Emily, tanto che sono state fatte letture psicoanalitiche e metafisiche del romanzo. Di pi non era stato detto neanche da Shakespeare, di pi non possibile esprimere. Il mio amore per Heathcliff continua rassomiglia alle rocce eterne sotto terra: una sorgente che d poca gioia visibile, ma necessaria. Nelly, io sono Heathcliff! Mondato di tutti gli aggettivi stratificati nel tempo dalla critica (perverso, metafisico, morboso), l'amore per Emily religioso, sacro. Non ha Cathy iniziato la sua dichiarazione con: A che servirebbe la mia esistenza se io fossi contenuta tutta qui?. Questo spiega anche di pi. La vena romantica, pi precisamente gotica, di Emily (il fantasma, per esempio) non semplicemente un artificio letterario, o solamente il retaggio dei giochi infantili nel romanzo che scrive tra i ventisette e i ventinove anni. Il soprannaturale qualcosa che procede dal suo forte senso della natura, una natura certo non placida quella delle ventose brughiere, e ricca di suggestioni per i sensi e la mente attenti e ricettivi; il soprannaturale un completamento della realt, quella dimensione che non a tutti dato vedere, anche questa la religiosit della figlia del reverendo Bronte. Il senso della natura, e in particolare della natura cui lei appartiene, molto forte in Emily. Gi Elizabeth Gaskell, la biografa di Charlotte, sottoline il legame tra lo Yorkshire e il tono della scrittura. La brughiera cupa, umida e ventosa ma ricca di suoni e odori,

non semplicemente lo sfondo di questa storia, l'anima di Cathy e Heathcliff (il suo nome significa "rupe nella brughiera"), uno stimolo, un elemento vitale per Emily (che non poteva immaginare lo scempio che avrebbe visto D. H. Lawrence), infine la creazione rispetto alla creatura. E' proprio in ragione di tutte queste osservazioni che possiamo dire, dopo quasi un secolo e mezzo, che il romanzo di Emily mito in quanto si costruisce intorno e fa appello a elementi universali e al di fuori del tempo. E' tematicamente "essenziale" (nel senso letterale del termine) e linguisticamente incisivo, poetico, come la Bibbia, di cui Emily era nutrita. Naturalmente e necessariamente la rappresentazione di Emily veste i grezzi panni dello Yorkshire -- i modi, le abitudini domestiche, il dialetto -- e disturber i vittoriani, tanto convincente come ironicamente testimonia Charlotte in favore della sorella. Importante, in proposito, era stata la presenza della "tata" del villaggio, Tabitha, in casa Bronte -- come il personaggio-narratore Nelly Dean in casa Earnshaw e Linton; Emily ascoltava con interesse quello che si raccontava. Il lettore italiano sappia che nel testo originale si incontrano parole locali, lo stesso wuthering del titolo suona estraneo al primo narratore, il londinese Lockwood: Quel wuthering un provincialismo espressivo, che dipinge il tumulto atmosferico al quale il sito esposto quando v' tormenta.

La fortuna [...] Oggi, visto che Emily sembrava stare un po' meglio, ho pensato che la "[North American] Review" l'avrebbe divertita, cos l'ho letta ad alta voce a lei e ad Arme. Seduta in mezzo a loro, vicino al nostro tranquillo ma in qualche modo malinconico focolare, ho studiato i due feroci autori. Ellis, l'"uomo dal talento fuori del comune, ma perverso, brutale e cupo" sedeva reclinato nella sua poltrona ansimando, e con un aspetto, ahim!, pietosamente sbiadito e consunto [...] ha sorriso mezzo divertito e mezzo derisorio mentre ascoltava. Charlotte scrisse questa lettera a W. S. Williams il 22 novembre 1848, poco meno di un mese prima che Emily morisse. La recensione cui si riferisce quella della N.A.R. di ottobre, ma emblematica dei primi giudizi su Wuthering Heights. perch il romanzo di Emily faticava tanto a essere accettato nella societ ottocentesca contemporanea? Il misticismo di Emily 'non si accorda con la bigotteria dell'epoca, ironicamente personificata in Joseph, l'inorridito domestico di casa Earnshaw che interviene di tanto in tanto con "pie maledizioni". La gi citata scena del capitolo IX si apre con il racconto di Cathy su un suo sogno Se fossi in Paradiso, Nelly, sarei estremamente infelice. [...] Non mi sembrava che il cielo fosse casa mia; e mi spezzavo il cuore dal piangere per tornare sulla Terra, tanto che gli angeli finirono con l'andare in collera e mi scagliarono fuori proprio nel mezzo della brughiera in cima a Wuthering Heights, dove mi svegliai singhiozzando dalla gioia. un'affermazione che suonava blasfema, e questo tono continua, dal fantasma di Cathy alla morte di Heathcliff che non si pente e non vuole n preghiere n ministri sulla sua tomba perch ho quasi raggiunto il mio paradiso; quello degli altri assolutamente senza valore e non bramato da me. In proposito, nel 1945 Mario Praz scrive che ai suoi personaggi non applicabile l'ordinaria antitesi tra bene e male. Essi non cercano di por freno alle loro passioni devastatrici, non si pentono dei loro atti di distruzione; ma siccome quegli atti e quelle passioni non sgorgano da impulsi di natura distruttivi, bens da impulsi che sono distruttivi solo perch stornati dal loro corso naturale, essi non sono "cattivi" [...] Il punto di vista di Emily Bront non immorale, ma premorale. Nel 1957, poi, Georges Bataille scrive un saggio in cui analizza le radici del male in letteratura e nel caso della Bront il legame tra il furore mortale di Cime Tempestose e l'infanzia, la poesia: ...forse questo amore non era altro che la decisione di non rinunciare alla libert di un'infanzia selvaggia, non corretta dalle norme della socievolezza e dell'educazione convenzionali, [...) sono le condizioni stesse della poesia. Nel 1850 Charlotte scrisse, ancora sotto lo pseudonimo di Currer Beli, una prefazione al romanzo della sorella. Anche se il suo giudizio sui personaggi stato ampiamente riveduto e corretto dalla critica moderna, anche se a tratti sembra voler giustificare Emily (Se sta bene o consigliabile creare esseri come Heathcliff non so; non credo proprio che lo sia. Ma questo so: lo scrittore che ha avuto in dono tale forza creativa, possiede qualcosa di cui non sempre padrone), Charlotte fu in grado di rispondere sull'opera, con una lieve ironia nella prima pagina, con solennit lapidaria nell'ultimo capoverso: L'artista trov un blocco di granito su una brughiera solitaria [...] Lavor con un rozzo scalpello, e su nessun altro modello che la visione raggiunta attraverso le proprie meditazioni. Con tempo e fatica il masso prese forma umana: ed eccola l,

colossale, fosca e accigliata, per met statua, per met roccia: come statua, terribile e demoniaca; come roccia, quasi bella, perch il suo colore un caldo grigio, e muschio di brughiera la riveste; e l'erica con le sue campanelle vivide e la sua fragranza balsamica cresce fedele ai piedi del gigante.

Bibbliografia Cime tempestose Prima edizione in lingua originale: Ellis Beli, Wuthering Heights, T. C. Newby, London 1847. Studi in italiano su Emily Bronte e la sua opera: Ginevra Bompiani, Introduzione a E.B., Poesie, Einaudi 1971. Virginia Woolf, Le donne e la scrittura, La Tartaruga 1981. Nadia Fusini, Nomi, Feltrinelli 1986. Elizabeth Gaskell, La vita di Charlotte Bronte', La Tartaruga 1987. Ginevra Bompiani, Lo spazio narrante, La Tartaruga 1988. Georges Bataille, La letteratura e il male, Mondadori 1991.

Nota alla traduzione Emily Bronte fa un uso piuttosto rilevante del dialetto dello Yorkshire; non soltanto introduce a tratti espressioni dialettali nella narrazione o nel linguaggio di alcuni personaggi; ma uno dei personaggi, Joseph, il vecchio servitore ipocrita e bigotto degli Earnshaw, parla sempre in dialetto, un dialetto stretto e non facilmente comprensibile; fu anche questa, insieme alla "volgarit" del linguaggio (bisogna naturalmente riportare il concetto di volgarit in un contesto vittoriano), una causa di "scandalo" e di fastidio all'epoca dell'uscita del libro. Non ho voluto tradurre in alcun modo con un dialetto italiano il dialetto dello Yorkshire (quale avrei dovuto scegliere? il piemontese, il genovese, il friulano?). Se tradurre da una lingua all'altra gi, in qualche modo, un'infedelt al testo, ma un'infedelt necessaria, utile, convenzionalmente accettata, tradurre un dialetto con un altro dialetto porta a mio avviso l'infedelt ai limiti dell'assurdo. Mi sono invece valsa della possibilit di rendere sia con il "voi" che con il "tu" l'inglese you per sottolineare la differenza, molto marcata nel romanzo, tra gli Earnshaw, campagnoli, semplici, vicini alla natura e lontani dal "mondo", e i Linton, "cittadini" raffinati, lontani dalla natura e legati al "mondo"; cos, per fare un solo esempio, Catherine, che d del tu a Heathcliff e al fratello, d del voi al marito, Edgar Linton, per sottolineare il passaggio da una "civilt" all'altra avvenuto con il suo matrimonio. Si intende che ho sempre lasciato il "tu" quando l'autrice ricorreva al non consueto "thou", vale a dire, quasi esclusivamente, quando il vecchio Earnshaw si rivolge ai figli. A.L.Z.

I. 1801. Sono appena tornato da una visita al mio padrone di casa, il solitario vicino di cui dovr subire la presenza. Splendida regione questa! Non credo che in tutta l'Inghilterra avrei potuto trovare una zona a tal punto lontana dal frastuono dell'umana societ: un autentico paradiso per un misantropo; e il signor Heathcliff e io siamo le due persone ideali per condividere tale deserto. Un uomo davvero eccellente! Non poteva certo immaginare con quale simpatia io osservassi lo sguardo dei suoi occhi neri ritrarsi sospettosamente sotto le sopracciglia, mentre mi avvicinavo, e le sue dita nascondersi sempre pi a fondo, con gelosa determinazione, nel panciotto, mentre io mi presentavo. Il signor Heathcliff? Non ottenni altra risposta che un cenno. Sono Lockwood, signore, il vostro nuovo inquilino; sono venuto a rendervi visita appena mi stato possibile per esprimere la speranza di non avervi infastidito insistendo per abitare Thrushcross Grange; ho appreso ieri che pensavate... Thrushcross Grange mi appartiene, signore mi interruppe trasalendo. Non permetto a nessuno di infastidirmi, se posso impedirlo. Entrate! L'ultima parola, pronunciata a denti stretti, esprimeva piuttosto il pensiero: "Andate al diavolo!". n il cancello a cui si appoggiava ebbe alcun movimento in armonia con le sue parole; credo sia stata proprio questa circostanza a risolvermi a accettare l'invito: provavo interesse per un uomo che sembrava ancor pi smisuratamente riservato di me. Quando vide che il mio cavallo spingeva il cancello, si risolse infine a aprirlo, quindi mi precedette di malavoglia lungo il sentiero, chiamando mentre entravamo nel cortile: Joseph, prendi il cavallo del signor Lockwood e porta del vino. "Quest'uomo deve certamente costituire l'intero personale domestico" mi dissi, sentendo quell'ordine composito. "Non mi stupisco che l'erba cresca tra i selci e che vi sia soltanto il bestiame a potare le siepi." Joseph era un uomo anziano; no, in verit, un vecchio, forse molto vecchio, sebbene sano e robusto. Che il Signore ci aiuti! mormor con stizzosa irritazione mentre mi prendeva il cavallo; piantandomi in viso, frattanto, uno sguardo cos acido che immaginai, caritatevolmente, dovesse aver bisogno dell'aiuto divino per digerire il pranzo e che la sua pia esclamazione non avesse alcun rapporto con il mio inatteso arrivo. L'abitazione del signor Heathcliff chiamata Wuthering Heights; Wuthering un termine dialettale assai espressivo del tumulto atmosferico al quale la sua posizione espone senza dubbio la casa nei giorni di tempesta. Qui, un vento puro e tonificante devono averlo con qualsiasi tempo, a dire il vero; si pu immaginare la forza del vento del nord che soffia sul crinale osservando la profonda inclinazione di alcuni abeti contorti in fondo alla casa; e una fila di roveti stenti che tendono i rami tutti in una sola direzione, come braccia che invochino l'elemosina di un po' di sole. Fortunatamente, l'architetto stato tanto previdente da costruire una abitazione solida; le finestre sono strette e profondamente incassate nei muri, e gli angoli difesi da grandi pietre aggettanti. Prima di varcare la soglia, sostai per ammirare gli intagli grotteschi che decorano a profusione la facciata, particolarmente la zona attorno al portone, dove, sull'architrave, tra grifoni che si sgretolano e sfrontati puttini, ho decifrato la data "1500" e il nome

"Hareton Earnshaw"; avrei volentieri commentato la cosa e chiesto una breve storia della casa all'arcigno proprietario, se il suo atteggiamento davanti al portone non mi avesse chiaramente imposto di entrare subito o di andarmene definitivamente; e io non desideravo esasperare la sua impazienza prima di aver veduto la casa. Un solo gradino ci condusse nella stanza di soggiorno, che non preceduta da alcun corridoio o anticamera; da queste parti la chiamano "la casa", e comprende in genere cucina e salotto; ma a Wuthering Heights la cucina sembra sia stata costretta a ritirarsi in un'altra zona; sentivo infatti un suono di chiacchiere e uno sbattere di utensili venire dalle profondit della casa, e non vi erano segni che si arrostisse, bollisse o cuocesse in forno nel grande camino, n si vedevano alle pareti scintillare tegami di rame o setacci di stagno. In verit, la parete di fondo rifletteva superbamente la luce e il calore di enormi piatti di peltro alternati a brocche e boccali d'argento disposti in file e file in una grande credenza di quercia alta fino al soffitto. Quanto al soffitto stesso, non era mai stato rivestito, mostrando interamente la sua anatomia agli sguardi curiosi, salvo nel punto in cui una mensola di legno carica di focacce, cosciotti di manzo, montone, e prosciutti lo nascondeva alla vista. Sopra la cappa del camino erano appesi diversi vecchi fucili d'a-' spetto minaccioso e un paio di pistole; come unico ornamento, tre barattoli per il t dipinti a colori vistosi erano allineati sulla mensola. Il pavimento era di pietra bianca e liscia; non vi erano poltron, ma sedie rozzamente lavorate dipinte in verde, mentre una o due, nere, massicce, si nascondevano nell'ombra. In una nicchia ad arco aperta sotto la credenza era accucciata una femmina di pointer fulva, circondata da uno sciame di cuccioli che guaivano; altri cani abitavano altre nicchie. La stanza e l'arredamento non sarebbero stati in alcun modo singolari se fossero appartenuti a un semplice fattore del nord, dal viso ostinato e le gambe robuste sottolineate dai calzoni al ginocchio e gli stivali. Un uomo del genere, seduto in poltrona, con un boccale di birra spumeggiante sul tavolino rotondo davanti a s, lo si vede dappertutto nel raggio di cinque o sei miglia tra queste colline se soltanto si trova il momento giusto, dopo pranzo. Ma il signor Heathcliff in singolare contrasto con la sua dimora e il suo stile di vita. Ha l'aspetto di uno zingaro dalla pelle scura, l'abito e i modi di un gentiluomo; di un gentiluomo, intendo, come lo sono molti signorotti di campagna. Piuttosto trasandato, forse; tuttavia la sua trasandatezza gli si addice poich ha un portamento fiero e un bel viso; e senza dubbio scontroso: qualcuno potrebbe immaginare in lui un certo rozzo orgoglio plebeo. Ma qualcosa in me, che vibra all'unisono con lui, mi dice che non si tratta di questo; so per istinto che il suo riserbo nasce dalla ripugnanza per le eccessive effusioni del sentimento, per le reciproche testimonianze di cortesia. un uomo capace di amare e odiare senza mostrarlo, e di giudicare un'impertinenza essere a sua volta amato o odiato. No, giungo troppo precipitosamente alle conclusioni; attribuisco troppo generosamente a lui caratteristiche che sono mie. Il signor Heathcliff pu essere indotto a ritrarsi, quando incontra un probabile conoscente, da motivi profondamente diversi da quelli che spingono me. Vorrei sperare che la mia natura sia quasi unica; la mia cara madre era solita dire che non avrei mai avuto una vera casa, e non pi tardi dell'estate scorsa mi sono dimostrato perfettamente indegno di averne una. Mentre trascorrevo un mese di bel tempo al mare, mi accadde di conoscere una creatura di grande fascino, una autentica dea ai miei occhi -- fino a quando non si accorse di me. Non le espressi mai

esplicitamente il mio amore; tuttavia, se gli sguardi possono parlare, anche un perfetto sciocco avrebbe intuito che ero pazzamente innamorato; lei comprese, e parve voler ricambiare i miei sentimenti con uno sguardo -- lo sguardo pi dolce che si possa immaginare e che cosa feci io? Lo confesso con profonda vergogna: mi ritrassi in me stesso gelidamente, come una lumaca, facendomi a ogni sguardo pi freddo e pi lontano; al punto che la povera creatura fin per dubitare di quel che vedeva, e, sopraffatta dalla confusione per il suo creduto errore, convinse la mamma a battere in ritirata. Per questa mia singolare natura, mi sono guadagnato la reputazione di essere freddo e senza cuore, reputazione quanto immeritata soltanto io posso saperlo. Sedetti a un lato del focolare opposto a quello dove si dirigeva il mio padrone di casa e riempii una pausa di silenzio cercando di tazione di essere freddo e senza cuore, reputazione quanto immeritata soltanto io posso saperlo. Sedetti a un lato del focolare opposto a quello dove si dirigeva il mio padrone di casa e riempii una pausa di silenzio cercando di accarezzare la madre della famiglia canina che aveva abbandonato la sua nursery e si stava furtivamente e avidamente avvicinando ai miei polpacci, le labbra che scoprivano i denti e l'acquolina in bocca al pensiero di un bel morso. Alle mie carezze reag ringhiando a lungo, con un suono gutturale. Farete meglio a lasciare in pace il cane ringhi a sua volta il signor Heathcliff, impedendo gesti pi feroci con un calcio. Non abituata a venir coccolata, n trattata come un cane da salotto. Quindi, raggiungendo a passi impazienti una porta laterale, chiam di nuovo: Joseph. Dalle profondit della cantina giunse un indistinto borbottio, ma Joseph non diede prova di voler salire; fu dunque il suo padrone a scendere da lui, lasciandomi a affrontare da solo quella cagnaccia e una coppia di torvi, irsuti cani da pastore che sorvegliavano tenacemente insieme a lei ogni mio movimento. Ben poco desideroso di entrare in contatto con le loro zanne, sedevo immobile; ma, certo che non avrebbero compreso insulti taciti, ebbi la pessima idea di strizzare l'occhio e fare le smorfie a quel minaccioso terzetto: qualcosa nella mia fisionomia indispett a tal punto la signora, che, presa da un'improvvisa furia, si avvent contro le mie ginocchia. Io la respinsi e mi affrettai a mettere tra me e lei il tavolo. Il mio gesto dest la furia dell'intero sciame; una mezza dozzina di demoni a quattro zampe, di dimensioni e et diverse, uscendo dai loro segreti nascondigli si un al terzetto. Vidi che i miei calcagni e le falde della giacca erano oggetto di particolari assalti; e, tenendo a bada per quanto potevo i pi grossi tra gli assalitori con l'attizzatoio, mi vidi costretto a chiedere a gran voce aiuto da qualcuno della casa per ristabilire la quiete. Il signor Heathcliff e il suo domestico salirono le scale della cantina con calma esasperante. Credo non accelerassero di un solo passo il loro ritmo consueto, sebbene attorno al focolare fosse tutto un avventarsi e ringhiare. Fortunatamente, un abitante della cucina diede prova di maggior sollecitudine; una robusta gentildonna, la gonna rimboccata, le braccia nude e le guance arrossate dal fuoco, si precipit in mezzo a noi brandendo una padella, e si serv di quell'arma e della sua lingua con tale efficacia che la tempesta, come per magia, si plac: era rimasta lei soltanto, ansante come il mare dopo un vento impetuo-

so, quando il suo padrone entr in scena. Che diavolo succede? chiese, con un'occhiata che trovai arduo sopportare dopo quell'inospitale trattamento. Che diavolo succede, questa poi! ribattei. Il branco di maiali indemoniati' non poteva essere posseduto da spiriti peggiori di questi vostri cani, signore. Tanto varrebbe che lasciaste gli estranei con un branco di tigri! Non toccano chi non tocca niente osserv lui, mettendomi davanti la bottiglia e ricollocando al suo posto il tavolo che avevo spostato. Fanno bene a stare in guardia. Un bicchiere di vino? No, grazie. Morsicato, forse? Se mi avessero morso avrei lasciato il segno al mio assalitore. Il viso di Heathcliff si distese in una sorta di sorriso. Oh, andiamo, siete un po' fuori squadra, signor Lockwood. Coraggio, prendete un po' di vino. Gli ospiti sono tanto rari in questa casa che io e i miei cani, sono pronto a riconoscerlo, non sappiamo come riceverli. Alla vostra salute, signore! Chinai il capo e restituii il brindisi, rendendomi conto che sarebbe stato sciocco rimanermene l a fare il broncio per un branco di cani ringhiosi; inoltre, non desideravo permettere a quel tipo di divertirsi ancora alle mie spalle, dal momento che sembrava inclin a farlo. Heathcliff -- spinto probabilmente dalla prudente riflessione che sarebbe stato sciocco offendere un buon inquilino -- parve rasserenarsi, attenu la laconica abitudine di eliminare dal discorso i pronomi e i verbi ausiliari, e introdusse un argomento che immaginava potesse interessarmi, parlando dei vantaggi e degli svantaggi del luogo in cui avevo deciso di trascorrere un periodo di solitudine. Mi parve, negli argomenti che affrontammo, molto intelligente; e, prima di prendere congedo, mi sentii tanto incoraggiato da offrirmi di tornare l'indomani. Palesemente, Heathcliff non desiderava che io rinnovassi quella mia intrusione. Ci nonostante, intendo andare. stupefacente quanto mi sento socievole se mi paragono a lui.

II. Il pomeriggio di ieri si annunciava freddo e nebbioso. Pensavo di trascorrerlo accanto al fuoco, nello studio, rinunciando a affrontare la brughiera fangosa per raggiungere Wuthering Heights. Tuttavia, risalendo al piano di sopra dopo pranzo (NB., pranzo tra mezzogiorno e l'una; la governante, una donna matronale affittata insieme alla casa come un pezzo di arredamento, non ha potuto o non ha voluto capire la mia richiesta di pranzare alle cinque), salendo le scale per porre in atto quella pigra intenzione e entrando nello studio, ho veduto una servetta in ginocchio, circondata da spazzole e palette, che sollevava una polvere infernale mentre spegneva le fiamme nel camino con mucchi di cenere. A tale vista ho immediatamente battuto in ritirata; ho preso il cappello e, dopo una passeggiata di quattro miglia, sono giunto al cancello del giardino di Heathcliff, appena in tempo per sfuggire ai primi fiocchi leggeri come piume di una nevicata. Sulla cupa vetta di quella collina la terra era dura di una brina asciutta e l'aria mi penetrava nel corpo gelandomi le membra. Non riuscendo a aprire il cancello, lo scavalcai, e, percorrendo di corsa il sentiero selciato fiancheggiato da cespugli selvatici di uvaspina, bussai invano per entrare e tanto a lungo che le nocche delle dita mi bruciavano e i cani cominciarono a gridare. Con una silenziosa imprecazione augurai agli sciagurati abitanti di quella casa una perpetua solitudine come castigo di tanta inospitalit. "Io, quanto meno" mi dissi "non sbarrerei la porta durante il giorno; ma non me n importa nulla: entrer ugualmente!" Presa tale decisione, afferrai il chiavistello e lo scossi con violenza. Il viso inacidito di Joseph scatt fuori da una finestrella rotonda del fienile. Che cosa volete? grid. Il padrone gi all'ovile. Passate dietro il fienile se volete parlargli. E non c' nessuno che possa aprirmi la porta? ribattei. Non c' nessuno tranne la signora, e lei non aprir neanche se fate chiasso fino a questa notte. Ma come, non potete dirle chi sono, Joseph? No di certo! Non voglio averci niente a che fare borbott quella testa prima di scomparire. La neve cominciava a farsi fitta. Afferrai la maniglia per provare di nuovo quando nel cortile dietro la casa apparve un giovanotto, senza giacca, che portava sulle spalle un forcone. Mi chiam facendo cenno di seguirlo, e, dopo aver attraversato una lavanderia e un cortile lastricato dove si trovavano una carbonaia, una pompa per l'acqua e una piccionaia, giungemmo infine nella grande stanza calda e gaia dove ero stato ricevuto in precedenza. Vi regnava il caldo, gradito splendore di un immenso fuoco di carbone, legno e torba, e vicino al tavolo, apparecchiato per un abbondante pasto serale, ebbi la soddisfazione di scorgere la "signora", una creatura di cui non avevo ancora sospettato l'esistenza. La salutai con un inchino e attesi pensando che mi avrebbe invitato a sedere. Lei mi guardava, appoggiandosi allo schienale della sedia, e rimaneva immobile e silenziosa. Un tempo terribile! osservai. Temo, signora Heathcliff, che il portone rechi le conseguenze dello scarso zelo della vostra servit: stata una autentica impresa farmi sentire. Lei continuava a non aprire bocca. Io la guardai -- lei mi guardava di rimando. O, quanto meno, fissava gli occhi su di me con uno sguardo freddo e vuoto, imbarazzante e sgradevole al massimo.

Sedete disse il giovanotto di malavoglia. Sar qui subito. Io sedetti, mi schiarii la voce, e chiamai la terribile Juno, che si degn, a questo secondo incontro, di muovere la punta estrema della coda come benevolo segno di riconoscimento. Bell'animale! dissi tentando di nuovo di fare conversazione. Pensate di dare via i cuccioli, signora? Non sono miei rispose infine quell'amabile padrona di casa, in tono ancor pi scostante di quello che avrebbe potuto usare lo stesso Heathcliff. Ah continuai, volgendomi verso un cuscino in ombra carico di qualcosa che sembravano gatti i vostri preferiti sono dunque quelli! Strani preferiti da scegliersi ribatt sdegnosamente lei. Sfortunatamente, si trattava infatti di un mucchio di conigli morti. Mi schiarii nuovamente la voce e mi avvicinai al camino ripetendo i miei commenti sul tempo di quella sera. Non avreste dovuto uscire ribatt lei, alzandosi e tendendosi per prendere dalla mensola del camino due dei barattoli dipinti. Prima la donna era in ombra; ora riuscii a vederla bene e per intero. Era snella e sembrava aver superato di poco l'adolescenza; una figura perfetta e il viso pi incantevole che avessi mai avuto la fortuna di ammirare; lineamenti piccoli, chiari; riccioli biondi, o piuttosto dorati, che le ricadevano liberamente sulla nuca esile; quanto agli occhi, se avessero avuto un'espressione amabile sarebbero stati irresistibili; fortunatamente per il mio fragile cuore, il solo sentimento che esprimessero pareva incerto tra il disprezzo e una sorta di disperazione, sentimento che appariva in lei singolarmente innaturale. I barattoli sembravano troppo in alto per lei; feci il gesto di aiutarla: lei mi si rivolt contro come potrebbe fare un avaro se qualcuno si offrisse di aiutarlo a contare il suo oro. Non voglio il vostro aiuto scatt. Posso prenderlo da sola. Vi chiedo scusa mi affrettai a rispondere. Siete stato invitato per il t? chiese, legandosi un grembiule sul semplice abito nero e rimanendo con un cucchiaino pieno di t sospeso sulla teiera. Sar lieto di berne una tazza risposi. Siete stato invitato? ripet lei. No riconobbi, quasi sorridendo. Toccherebbe a voi invitarmi. Lei mise bruscamente via t e cucchiaino; poi torn a sedersi di pessimo umore, la fronte corrugata, il labbro inferiore sporto in avanti come quello di una bambina prossima alle lacrime. Frattanto il giovanotto si era goffamente infilato una giacca in pessime condizioni, e, mettendosi davanti alla fiamma del camino, mi guardava di sottecchi, in tutto e per tutto come se tra noi ci fosse una faida mortale. Cominciai a chiedermi se fosse o non fosse un servo; il modo di parlare e il vestito erano rozzi, del tutto privi della superiorit palese nel signore e nella signora Heathcliff; i folti riccioli castani erano incolti e disordinati, le basette irsute come il pelo di un orso, le mani scure e ruvide, mani da contadino; tuttavia, il suo portamento era libero, quasi altero; e non dava alcuna prova dello zelo di un domestico nel servire la padrona di casa. Mancandomi chiare testimonianze della sua condizione, ritenni opportuno fingere di non notare la sua curiosa condotta, e, in capo a cinque minuti, l'arrivo di Heathcliff mi liber, in qualche modo, da quella imbarazzante situazione. Vedete, signore, sono venuto come avevo promesso! esclamai, con simulata gaiezza e temo che il tempo mi costringer a

rimanere una mezzoretta se potete darmi asilo per tanto tempo. Una mezzoretta? ripet lui scuotendosi dai vestiti i fiocchi di neve. Dovevate scegliere proprio una tempesta di neve per avventurarvi fuori? Non sapete che correte il rischio di perdervi nelle paludi? Anche chi conosce bene la brughiera spesso si smarrisce in serate come queste, e, vi assicuro, non c' alcuna possibilit che il tempo per il momento cambi. Forse potrei trovare una guida tra la vostra servit, che si fermi poi a Thrushcross Grange fino al mattino: potete concedermene una? No, non posso. Oh, davvero! bene, allora dovr affidarmi alla mia sagacia. Un suono che esprimeva dubbio fu la sola risposta. Lo fate o no questo t? chiese il giovane dalla giacca in pessime condizioni, spostando il suo sguardo feroce da me alla signora. Deve prenderlo anche quello? chiese lei rivolgendosi a Heathcliff. Sbrigati a prepararlo e basta fu la risposta, pronunciata con tale brutalit che io sussultai. Il tono delle parole rivelava autentica cattiveria: non provavo pi alcun desiderio di definire Heathcliff un uomo eccellente. Quando il te fu pronto, mi invit con un: Ecco, portate avanti la sedia. E noi tutti, compreso quel giovan zotico, sedemmo a tavola, consumando il pasto in austero silenzio. Pensai fosse mio dovere studiarmi di dissipare quella nube di cui sembravo essere la causa. Non era certo possibile che tutti i giorni sedessero cos cupi e taciturni; altrettanto impossibile, per quanto cattivo potesse essere il loro carattere, che quello sguardo torvo fosse il loro sguardo consueto. E' strano cominciai tra una tazza di t e l'altra strano come l'abitudine possa modellare i nostri gusti e le nostre idee; molti non riuscirebbero a immaginare possa esservi felicit in una vita cos completamente isolata dal mondo come quella che voi conducete, signor Heathcliff; tuttavia, oso dire che, circondato dalla vostra famiglia e con la vostra graziosa moglie come l'angelo della vostra casa e del vostro cuore... La mia graziosa moglie! mi interruppe con un ghigno quasi diabolico impresso sul volto. E dove mai la vedete, la mia graziosa moglie? Intendo naturalmente la signora Heathcliff. Ah, s... Intendete dunque affermare che il suo spirito agisce da angelo del focolare e veglia sulle fortune di Wuthering Heights anche se il suo corpo se n ormai andato? cos? Comprendendo di aver commesso un errore, cercai di correggerlo. Avrei pur dovuto vedere che c'era una differenza di et troppo grande tra loro due perch potessero essere marito e moglie. Lui era sui quaranta: a quell'et il vigore mentale troppo forte perch gli uomini nutrano l'illusione di venir sposati, per amore, da una ragazza; tale sogno di consueto il conforto della nostra vecchiaia. Lei non sembrava avere ancora diciassette anni. E di colpo compresi: quello zotico accanto a me, che in quel momento beveva il t da una ciotola e mangiava il pane con le mani sporche, era forse suo marito. Il giovane Heathcliff, naturalmente. Ecco dunque le conseguenze di un'esistenza troppo isolata: la giovane donna si accontentata di quel tanghero soltanto perch ignora l'esistenza di uomini migliori! Davvero un peccato -- dovevo essere cauto e non farle rimpiangere troppo la sua scelta. Quest'ultima riflessione pu apparire presuntuosa, ma non lo

era. Il mio vicino mi appariva quasi repellente, mentre io sapevo, per esperienza, di non essere privo di attrattive. La signora Heathcliff mia nuora spieg Heathcliff avvalorando cos la mia ipotesi. E mentre parlava le rivolse uno sguardo singolarissimo, uno sguardo di odio, sempre che egli non abbia muscoli facciali tanto ostinati da non voler interpretare, come quelli di tutti noi, il linguaggio del suo spirito. Ah, si intende, ora comprendo: siete voi il fortunato possessore della fata benefica osservai, rivolgendomi al mio vicino. Il risultato fu ancora peggiore del precedente; il giovane si fece color cremisi e strinse i pugni mostrando di voler deliberatamente assalirmi. Tuttavia, parve subito riprendersi; e la tempesta si espresse soltanto in una brutale imprecazione, borbottata contro di me, che io mi 'premurai di non prendere in considerazione. Non avete fortuna nelle vostre congetture, signore osserv il mio ospite. n io n lui abbiamo il privilegio di possedere la vostra fata benefica; suo marito morto. Ho detto che mia nuora, dunque deve avere sposato mio figlio. E questo giovane ... Non mio figlio, certamente! Heathcliff sorrise ancora, come se fosse uno scherzo troppo audace attribuire a lui la paternit di quell'orso. Mi chiamo Hareton Earnshaw grugn l'altro. E vi consiglio di portare rispetto al mio nome! Non ho mostrato alcuna mancanza di rispetto fu la mia risposta, e dentro di me ridevo della solennit con cui si era presentato. Mi guard a lungo, molto pi a lungo di quel che io intendessi guardarlo, nel timore di cedere alla tentazione di schiaffeggiarlo o di rendere troppo palese la mia ilarit. Cominciai a sentirmi irrimediabilmente fuori posto in quella piacevole cerchia familiare. La lugubre atmosfera spirituale superava, fino a annullarlo del tutto, il caldo conforto fisico che mi circondava; e stabilii di essere molto cauto nell'avventurarmi una terza volta in quel luogo. Terminato il pasto, e poich nessuno pronunciava una sola parola per avviare una conversazione, mi avvicinai a una finestra esaminando il tempo. La vista che mi si present era scoraggiante; le tenebre della notte giungevano prematuramente e il cielo e le colline parevano confondersi in un vortice soffocante di vento e di neve. Non credo mi sia possibile tornare a casa senza una guida non potei impedirmi di esclamare. Le strade saranno ormai sepolte dalla neve; e quando pure n fossero libere non riuscirei a vedere nemmeno a un passo di distanza. Earnshaw, porta quelle dodici pecore sotto il porticato del fienile. Verranno sepolte dalla neve se resteranno all'aperto tutta la notte; e mettigli davanti un'asse disse Heathcliff. Come posso fare? continuai con crescente irritazione. La mia domanda non ottenne alcuna risposta, e guardandomi attorno vidi soltanto Joseph che portava un secchio di porridge per i cani, e la signora Heathcliff, china sul fuoco, che si distraeva bruciando un fascio di fiammiferi caduti dalla mensola del camino mentre lei vi ricollocava sopra il barattolo del t. Joseph, dopo aver deposto a terra il secchio, rivolse uno sguardo critico alla sala, e gracchi con voce stridente: Come potete starvene qui a far niente, quando tutti sono fuori? Ma siete uno zero, voi, e parlare inutile: non vi libererete mai dal male che in voi, ma ve n andrete al diavolo, come vostra madre!

Per un solo momento pensai che quella splendida eloquenza fosse rivolta a me; e, furioso, mi avvicinai a quella vecchia canaglia con l'intenzione di buttarlo fuori. La signora Heathcliff, tuttavia, mi ferm con la sua risposta. Vergogna, vecchio ipocrita! esclam. Non temete di venir portato via dal diavolo ogni volta che n pronunciate il nome? Vi avverto: non continuate a provocarmi o chieder che vi porti via come un favore speciale. Guardate, guardate qui, Joseph continu, prendendo da uno scaffale un volume lungo e scuro. Vi mostrer quanti progressi abbia fatto nella Magia Nera -- presto sar in grado di liberarmi di voi tutti. La mucca rossa non morta per caso; e i vostri reumatismi non possono certo venir considerati un intervento provvidenziale! Oh, empia, empia! esclam il vecchio ansando di sdegno. Che il Signore ci liberi dal male! No, reprobo! siete voi il dannato -- sparite o vi far del male davvero! Mi far di voi tutti immagini di cera e argilla; e il primo che passer i limiti stabiliti da me, sar... Non dir che cosa gli accadr, ma lo vedrete! Via, ora, via, vi sto guardando! Quella streghetta riusciva a mettere una falsa crudelt nei suoi begli occhi, e Joseph, tremando di autentico orrore, si affrett a sparire, pregando e esclamando empia mentre si allontanava. Pensai che la condotta di lei fosse dettata da una sorta di cupo umorismo; e, ora che eravamo soli, mi studiai di interessarla ai miei problemi. Signora Heathcliff dissi con passione dovete perdonarmi per il disturbo che vi reco -- immagino che lo farete poich, con quel viso, non potete non avere un cuore generoso. Abbiate la bont di indicarmi alcuni punti di riferimento che possano mostrarmi la strada per tornare a casa: non so come raggiungerla pi di quanto voi possiate sapere come raggiungere Londra! Tornate per la strada da cui siete venuto rispose lei, rannicchiandosi in una sedia, con una candela e il libro della magia davanti a s. Non molto come consiglio, ma il migliore che io possa darvi. Dunque, se verrete a sapere che il mio cadavere stato scoperto in un pantano o in un fosso pieno di neve, la vostra coscienza non vi dir che in parte la colpa vostra? E perch dovrebbe? Non posso certo scortarvi. Non mi permetterebbero di arrivare neanche in fondo al muro del giardino. Voi! Mi addolorerebbe chiedervi soltanto di varcare la soglia per me in una notte come questa esclamai. Vi chiedo di dirmi quale sia la strada da seguire, non di mostrarmela; o, altrimenti, di convincere il signor Heathcliff a darmi una guida. Chi? Qui siamo lui, Hareton, Zillah, Joseph, e io. Chi vorreste? Non ci sono garzoni alla fattoria? No, quelli che ho nominato sono tutti. Se cos, mi vedo costretto a restare. Per questo accordatevi con il vostro ospite; la cosa non mi riguarda. Spero che questo vi insegner a non intraprendere viaggi avventati su queste colline esclam la voce aspra di Heathcliff dalla porta della cucina. Quanto a restare qui, non ho camere per gli ospiti; dovrete dividere il letto con Hareton o Joseph, se intendete restare. Posso dormire qui risposi su una sedia in questa sala. No, no! Un estraneo un estraneo, ricco o povero che sia: non intendo lasciarlo padrone del campo mentre io non sono all'erta!

ribatt sgarbatamente quella canaglia. L'insulto pose fine alla mia pazienza. Con un'esclamazione di disgusto, lo oltrepassai uscendo in cortile, e nella fretta andai a urtare Earnshaw. Il buio era cos fitto che non riuscivo a vedere il cancello, e mentre vagavo inutilmente colsi un altro esempio della cortesia che regnava tra loro. Dapprima il giovane parve incline a essermi amico. Andr con lui fino al parco disse. Andrai con lui all'inferno! esclam il suo padrone, o qualsiasi altra cosa fosse nei suoi confronti. E chi dovrebbe badare ai cavalli, secondo te? La vita di un uomo conta pi del rischio di trascurare i cavalli per una sera; qualcuno deve andare mormor la signora Heathcliff, pi dolcemente di quanto mi aspettassi. Non perch lo decidete voi ribatt Hareton. Se ha tanta importanza ai vostri occhi farete bene a starvene tranquilla. Allora mi auguro che il suo fantasma venga a tormentarvi; e che il signor Heathcliff non trovi un altro inquilino fino a che la Grange non cada in rovina! rispose con asprezza lei. Udite: la strega li maledice! borbott Joseph verso il quale mi stavo dirigendo. Sedeva a portata d'udito, mungendo le mucche alla luce di una lanterna che io afferrai senza cerimonie, gridando che l'avrei restituita il giorno dopo e avviandomi di corsa all'uscita pi vicina. Padrone, padrone, ha rubato la lanterna! grid il vecchio inseguendomi. Ehi, Gnasher!' Ehi, cane! Ehi, Wolf, prendetelo, prendetelo! Mentre aprivo il cancelletto due mostri irsuti mi balzarono alla gola, gettandomi a terra e spegnendo cos la luce della lanterna, mentre la risata di Heathcliff e Hareton coronava la mia rabbia e la mia umiliazione. Per mia fortuna i due animali sembravano desiderosi di stirarsi le zampe, di sbadigliare, dimenare la coda, pi che di sbranarmi; ma non intendevano tollerare che io mi rialzassi e fui costretto a rimanere a terra fino a quando non piacque ai loro malevoli padroni di liberarmi; allora, senza cappello e tremante di rabbia, ordinai a quei due furfanti di farmi uscire, minacciandoli, se mi avessero tenuto un solo minuto di pi, di oscure vendette che, nel loro indefinito abisso di violenza, ricordavano Re Lear. La veemenza stessa della mia agitazione mi fece sanguinare il naso, mentre Heathcliff continuava a ridere e io a gridare. Non so come si sarebbe conclusa quella scena, se non ci fosse stato sottomano qualcuno pi ragionevole di me e pi benevolo del mio cortese ospite. Si trattava di Zillah, la robusta governante, che infine apparve per chiedere a che cosa fosse dovuto tutto quel chiasso. Credeva che qualcuno di loro mi avesse aggredito; e, non osando attaccare il padrone, rivolse la sua artiglieria vocale contro il pi giovane dei due colpevoli. Questa poi, signor Earnshaw esclam mi chiedo che cosa farete adesso! Dobbiamo metterci a assassinare la gente proprio sulla porta di casa? Vedo bene che questa casa non fa e non far per me: guardate quel povero ragazzo, sta quasi soffocando! Via, via, non dovete prendervela cos: entrate e sistemer io le cose. Ecco, andiamo, state tranquillo ora. Con queste ultime parole mi gett d'improvviso una brocca d'acqua gelida lungo la schiena e mi spinse in cucina. Il signor Heathcliff ci segu, la sua casuale allegria pronta a svanire nella consueta tetraggine.

Mi sentivo davvero male, molto debole e con la testa vuota; ero dunque costretto, mio malgrado, a accettare di dimorare sotto il suo tetto. Heathcliff disse a Zillah di darmi un bicchiere di acquavite, quindi entr in una stanza pi interna mentre lei mi compassionava per le mie sventure, e, dopo aver obbedito ai suoi ordini restituendomi cos un po' di forza, mi condusse a letto.

III. Mentre mi guidava su per le scale, mi raccomand di nascondere la candela e di non far rumore, poich il suo padrone aveva strane idee sulla camera dove lei intendeva mettermi e non voleva che nessuno vi alloggiasse. Gliene chiesi la ragione. Non la conosceva, rispose: viveva l soltanto da un anno o due, e accadevano cose tanto strane che non aveva il tempo di essere curiosa. Quanto a me, troppo stupefatto per esserlo, chiusi la porta e mi guardai attorno cercando il letto. Per tutto arredamento vidi una sedia, un cassettone, e una sorta di grande armadio di quercia, con riquadri tagliati in alto simili ai finestrini di una carrozza. Avvicinatomi a quella singolare struttura, guardai dentro e vidi che si trattava di uno strano tipo di letto all'antica, concepito molto efficacemente per ovviare alla necessit che ogni membro della famiglia avesse una stanza tutta per s. In realt, costituiva da solo una piccola stanza; e il davanzale di una finestra, che racchiudeva, serviva da tavolino. Feci scorrere i pannelli laterali, entrai con la candela, li rinchiusi nuovamente, e mi sentii al sicuro contro la sorveglianza di Heathcliff o di chiunque altro. Su un angolo del davanzale, dove posai la candela, erano accatastati alcuni libri ormai ammuffiti, e numerose scritte n graffiavano la vernice. Tuttavia, si trattava soltanto di un nome ripetuto in diversi caratteri, grandi e piccoli; Catherine Earnshaw, che in alcuni casi diveniva Catherine Heathcliff quindi Catherine Linton. Con languida apatia abbandonai il capo contro la finestra e continuai a ripetere Catherine Earnshaw, Heathcliff, Linton, fino a che mi si chiusero gli occhi; ma non erano chiusi da cinque minuti quando un bagliore di candide lettere balz fuori dall'oscurit, vivide come spettri: l'aria pullulava di Catherine; riscuotendomi per allontanare quel nome invadente, vidi che lo stoppino della candela era inclinato su uno dei vecchi libri e profumava l'ambiente di un odore di cuoio bruciato. Mi affrettai a smoccolarlo, e, sentendomi profondamente a disagio per il freddo e una nausea persistente, sedetti nel letto e aprii sulle ginocchia il volume rovinato. Si trattava di una Bibbia, mal stampata e odorosa di muffa; sulla pagina del frontespizio si leggeva il nome "Catherine Earnshaw" e una data che risaliva a circa venticinque anni prima. Lo chiusi, poi n presi un altro e un altro ancora fino a esaminarli tutti. La biblioteca di Catherine era ben scelta, e le condizioni in cui si trovava provavano che era stata usata a lungo, sebbene non per uno scopo del tutto legittimo: non vi era quasi capitolo che fosse sfuggito a un commento a penna, o a qualcosa che n aveva l'aspetto, scritto in ogni spazio bianco lasciato dallo stampatore. In alcuni casi si trattava di frasi isolate, in altri di un autentico diario, tracciato con una grafia ancora infantile e incerta. In cima a una pagina interamente bianca, un autentico tesoro probabilmente quando era stata scoperta per la prima volta, mi divert osservare un'eccellente caricatura del mio amico Joseph, tracciata rozzamente ma efficacemente. Si accese in me un immediato interesse per quella sconosciuta Catherine, e subito cominciai a decifrare i suoi appassiti geroglifici. Una domenica terribile! cominciava il paragrafo sotto la caricatura. Vorrei che mio padre fosse ancora qui. Come suo sostituto

Hindley detestabile, e la sua condotta nei confronti di Heathcliff atroce. -- H. e io intendiamo ribellarci; questa sera stessa abbiamo iniziato a farlo. Tutto il giorno ha piovuto a dirotto; non potevamo andare in chiesa e cos a Joseph saltato in testa di riunirci tutti per una cerimonia religiosa nella soffitta; mentre Hindley e sua moglie se n stavano felicemente di sotto davanti a un bel fuoco facendo tutto fuorch leggere la Bibbia, n sono certa, a Heathcliff a me e allo sventurato garzone di fattoria stato ordinato di prendere il libro di preghiere e di salire. Ci hanno sistemato in fila su un sacco di grano, mentre ci lamentavamo e tremavamo dal freddo e speravamo che anche Joseph tremasse dal freddo cos da essere indotto a fare un sermone molto breve per il suo stesso bene. Vana speranza! l'officio durato esattamente tre ore, eppure mio fratello ha avuto il coraggio di esclamare, quando ci ha visto scendere: Come, avete gi finito? La domenica sera in genere ci permettevano di giocare se non facevamo troppo chiasso; adesso anche una risatina basta a farci mettere nell'angolo! Dimenticate di avere un padrone ora afferma il tiranno. Demolir il primo che mi fa arrabbiare! Insisto perch la sobriet e il silenzio siano perfetti. Oh, ragazzo! eri tu? Frances, mia cara, tiragli i capelli mentre gli passi vicino: l'ho sentito che faceva schioccare le dita. Frances gli ha tirato i capelli di gusto poi andata a sedersi, sulle ginocchia del marito; e se n stavano l, come due bambini, a baciarsi e a dirsi sciocchezze -- sciocchezze di cui noi ci vergogneremmo. Abbiamo cercato di sistemarci comodamente quanto era possibile nell'arco della credenza. Avevo appena legato insieme i nostri grembiuli e li avevo appesi per farne una tenda quando entr Joseph che veniva dalle stalle. Ha stracciato il mio lavoro, mi ha dato uno schiaffo e ha cominciato a gracchiare: Il padrone stato appena seppellito, il giorno di festa non ancora finito, avete ancora nelle orecchie le parole del Vangelo e osate giocare! vergogna a voi! sedete, bambini cattivi! ce n' a saziet di buoni libri da leggere se soltanto volete farlo; sedete e pensate alla vostra anima! Con queste parole ci costrinse a sederci in modo da poter ricevere dal camino, lontano da noi, un pallido riflesso di luce che ci consentisse di leggere i libri che ci aveva imposto. Io non sopportavo di passare cos il tempo. Ho afferrato quel sudicio volume per la costola e l'ho scagliato nel canile, gridando che detesto i buoni libri. Heathcliff ha gettato con un calcio il suo nello stesso posto. Allora successo il finimondo! Padron Hindley! grida il nostro cappellano. Padrone, venite qui! La signorina Cathy ha strappato il dorso dall'Elmo della Salvezza, e Heathcliff ha preso a calci la prima parte della Via Larga verso la Perdizione! una vera vergogna che li lasciate comportarsi cos. Il vecchio signore li avrebbe frustati per bene, ma non pi tra noi! Hindley si affretta a lasciare il suo paradiso accanto al focolare e, afferrando uno di noi per il colletto e l'altro per il braccio, ci scaglia entrambi nel retrocucina dove, ci ha assicurato Joseph, il diavolo ci avrebbe preso senza l'ombra di un dubbio; e, con queste parole di conforto, abbiamo cercato ognuno un rifugio per attendere il suo arrivo.

Io sono riuscita a prendere questo libro e una boccetta di inchiostro dalla mensola e a aprire un poco la porta per farmi luce: ho passato cos il tempo scrivendo per venti minuti; ma il mio compagno impaziente e suggerisce di prendere il mantello della donna della latteria e di fuggire al riparo di quello sulla brughiera. Un'idea molto piacevole; se quel vecchio bisbetico entra, penser che la sua profezia si realizzata -- non potremmo avere pi freddo n soffrire pi umidit sotto la pioggia che qui. Immagino che Catherine avesse realizzato il suo progetto, poich la frase successiva affrontava un altro argomento e era intrisa di lacrime: Non avrei mai pensato che Hindley mi facesse piangere tanto! La testa mi duole al punto che non posso tenerla sul cuscino; e tuttavia non intendo cedere. Povero Heathcliff! Hindley lo chiama vagabondo e non gli permette pi di stare insieme a noi n di mangiare con noi; dice che io e lui non dobbiamo giocare insieme e minaccia di buttarlo fuori casa se non obbediamo ai suoi ordini. Rimprovera a nostro padre (come osa farlo?) di aver trattato H. con troppa generosit e afferma che lo rimetter al posto che gli spetta... Gli occhi cominciarono a appesantirsi sulla pagina sbiadita; il mio sguardo vag dal manoscritto al testo stampato. Lessi un titolo scritto in rosso, in caratteri ornati: Settanta Volte Sette, e il Primo della Settantunesima. Pio Sermone tenuto dal Reverendo Jabes Branderham nella cappella' di Gimmerden Sough. E mentre, in uno stato di semi-incoscienza, mi tormentavo chiedendomi come Jabes Branderham avrebbe trattato l'argomento, crollai supino e mi addormentai. Ahim, quali tristi effetti possono avere un t cattivo e un cattivo umore! che altro infatti potrebbe avermi fatto passare una notte cos terribile? Non riesco a ricordarne un'altra che possa paragonare a questa da quando sono stato in grado di soffrire. Cominciai a sognare quasi ancor prima di aver perduto coscienza del luogo in cui mi trovavo. Mi pareva fosse mattina; e io mi ero incamminato verso casa avendo come guida Joseph. La neve sulla strada era profonda metri e metri; e, mentre arrancavamo faticosamente, il mio compagno mi tediava con i suoi costanti rimproveri perch non avevo portato un bordone da pellegrino; affermando che non sarei mai potuto entrare se non n avessi avuto uno e brandendo spavaldamente un pesante bastone dalla grossa impugnatura che era evidentemente chiamato bordone da pellegrino. Per un attimo mi parve assurdo dovesse essermi necessaria una simile arma per poter entrare in casa mia. Poi mi attravers la mente una nuova idea. Non stavo andando a casa: eravamo in viaggio per ascoltare il celebre Jabes Branderham predicare sul tema Settanta Volte Sette; e Joseph, il predicatore o io stesso avevamo commesso il "Primo della Settantunesima", e dovevamo venir additati alla pubblica vergogna e scomunicati. Giungemmo alla cappella; vi sono davvero passato davanti due o tre volte nelle mie passeggiate: si trova in un avvallamento tra due colline, un avvallamento situato in alto presso una palude di torba che si dice riesca perfettamente a imbalsamare i pochi cadaveri che vi vengono deposti. Il tetto della cappella rimasto intatto, ma poich il beneficio per il ministro di venti sterline l'anno pi una casa di due stanze che minacc'iano rapidamente di trasformarsi in una sola, nessuno pronto a assumere il ruolo di pastore di quella cappella, tanto pi che il suo gregge -- cos si afferma -sarebbe pronto a lasciarlo morire di fame piuttosto che aumentare

la rendita di un solo penny di tasca propria. Tuttavia, nel mio sogno, davanti a Jabes si trovava una congregazione numerosa e attenta; e lui predicava, oh, se predicava! e quale sermone! Diviso in Quattrocentonovanta parti: ognuna pari a un sermone consueto, ognuna destinata alla trattazione di un singolo peccato. Dove li cercasse, non saprei dirlo; aveva un modo tutto suo di interpretare la frase, e sembrava necessario che il fratello commettesse peccati diversi ogni volta. Erano tutti di natura assai curiosa -- strane trasgressioni che io non avevo mai prima di allora immaginato. Che noia mi prese! Quanto fremevo e sbadigliavo e ciondolavo il capo e poi mi riprendevo! Quanto mi pizzicavo e mi pungevo e mi strofinavo gli occhi e mi alzavo e poi di nuovo mi sedevo e davo di gomito a Joseph per chiedergli se il sermone sarebbe mai finito! Ero condannato a sentirlo tutto; infine arriv al Primo della Settantunesima. A quel punto un'ispirazione improvvisa mi colse; mi sentii spinto a alzarmi e a denunciare Jabes Branderham come colui che aveva commesso il peccato che nessun cristiano deve perdonare. Signore esclamai seduto qui tra queste quattro mura, e senza interruzione, ho sopportato e perdonato le quattrocentonovanta parti del vostro sermone. Settanta volte sette ho preso il cappello e sono stato sul punto di andarmene. Settanta volte sette voi mi avete oltraggiosamente costretto a sedermi nuovamente. La quattrocentonovantunesima parte troppo. Compagni in questo martirio, addosso! Trascinatelo gi e fatelo a pezzi affinch questo luogo che lo conosce non debba conoscerlo mai pi. Sei tu l'Uomo! proruppe Jabes dopo una pausa solenne, appoggiandosi al suo cuscino. Settanta volte sette ho visto il tuo viso contorcersi, settanta volte sette ho preso consiglio con la mia anima: ecco, questa umana debolezza; anche questo pu venir perdonato! Il Primo della Settantunesima giunto. Fratelli, eseguite su di lui il giudizio; tale onore abbiano tutti i Suoi santi! A queste ultime parole, l'intera congregazione, brandendo i bordoni, si precipit all'unisono su di me, e io, non avendo arma per difendermi, cominciai a lottare con Joseph, il mio aggressore pi vicino e pi feroce, per prendere la sua. Nella confusione e nella ressa, molti bastoni si incrociavano; colpi destinati a me si abbattevano su altre teste. Presto l'intera cappella risuon di colpi e contraccolpi. Ognuno alzava la mano contro il vicino; e Branderham, non desiderando rimanersene inoperoso, esprimeva il suo zelo in una serie di forti colpi sulle assi del pulpito, colpi cos secchi che infine, con mio indescrivibile sollievo, mi svegliarono. E che cosa aveva suggerito quell'immane frastuono? che cosa aveva rappresentato la parte di Jabes in quella lite? Semplicemente il ramo di un abete che toccava la mia finestra, mentre il vento gemeva a raffiche, e sembrava bussare al vetro. Per un istante rimasi incerto in ascolto; poi individuai l'importuno, mi voltai, mi riaddormentai, e tornai a sognare; se possibile, sogni ancora pi sgradevoli. Questa volta ricordavo di essere in quell'armadio di quercia e udivo distintamente il vento forte e l'intensit della tempesta di neve; sentivo anche il ramo d'abete ripetere i suoi fastidiosi colpi e li attribuivo alla loro causa reale; ma mi disturbavano tanto che decisi di farli tacere, se era possibile; mi parve dunque di alzarmi per aprire la finestra. Il gancio era saldato, come avevo osservato quando ero sveglio ma avevo ora dimenticato. "Eppure devo fermarlo!" mormorai spaccando con le nocche il

vetro e sporgendo il braccio per afferrare il fastidioso ramo; ma invece del ramo, le mie dita incontrarono le dita di una piccola mano ghiacciata! L'intenso orrore di quell'incubo mi sopraffece; cercai di ritrarre il braccio, ma la mano vi si afferrava e una voce di disperata malinconia singhiozzava: Lasciami entrare, lasciami entrare! Chi sei? chiesi lottando per liberarmi. Catherine Linton rispose la voce tremando (perch pensai proprio Linton? Avevo letto venti volte Earnshaw per un solo Linton). Sono tornata a casa, ho smarrito la strada sulla brughiera! Mentre la voce parlava, scorgevo oscuramente un viso infantile che guardava attraverso la finestra. Il terrore mi rese crudele; giudicando inutile cercare di liberarmi da quella creatura, le tirai il polso sul vetro rotto e lo strofinai avanti e indietro fino a che il sangue scorse e bagn le lenzuola; ma la voce continuava a gemere: Lasciami entrare! e la mano continuava a afferrarsi a me, che credevo di impazzire per la paura. Come potrei farlo? dissi infine. Lasciami se vuoi che ti faccia entrare! Le dita allentarono la presa, io mi affrettai a ritrarre le mie attraverso il buco del vetro, rapidamente vi ammucchiai contro i libri a piramide e mi tappai le orecchie per non udire quella straziante preghiera. Mi parve di essermele tenute chiuse per pi di un quarto d'ora; pure, non appena ripresi a ascoltare, riprese anche quel lungo gemito. Vattene! gridai non ti lascer entrare neppure se me lo chiedessi per vent'anni! Sono vent'anni mormor luttuosamente la voce vent'anni, s, vent'anni che vago come un'anima persa! Cominci allora un debole raschiare fuori del vetro, e la pila di libri si mosse come fosse stata spinta in avanti. Cercai di balzare in piedi, ma non riuscii a muovermi, e cos gridai forte, paralizzato da un terrore folle. Con profonda confusione, scoprii che le mie grida non erano immaginarie. Sentii dei passi affrettarsi verso la porta della mia camera; qualcuno la apr vigorosamente e una luce balen attraverso i riquadri in cima al letto. Io sedevo ancora rabbrividendo e asciugandomi il sudore dalla fronte; il nuovo venuto parve esitare e parlare a se stesso. Infine disse quasi in un sussurro, e senza attendersi palesemente risposta: C' qualcuno qui?. Ritenni opportuno confessare la mia presenza, poich avevo riconosciuto la voce di Heathcliff e temevo potesse mettersi a cercare pi a fondo se fossi rimasto in silenzio. Aprii dunque i pannelli: non dimenticher presto l'effetto di questo mio gesto. Heathcliff era davanti al letto, in maniche di camicia, una candela che gli lasciava cadere la cera sulle dita, il viso bianco come il muro alle sue spalle. Al primo scricchiolio della vecchia quercia sussult come per l'effetto di un fulmine: la candela scivol dalle dita cadendo a circa un metro di distanza da lui, e il turbamento che lo scuoteva era tale che quasi non riusc a raccoglierla da terra. Sono soltanto io, signore, il vostro ospite esclamai desiderando risparmiargli l'umiliazione di dare ulteriore prova della sua codardia. Sfortunatamente, ho gridato nel sonno avendo avuto un terribile incubo; scusatemi se vi ho disturbato.

Dannazione a voi, signor Lockwood! perch non ve n andate al... cominci il mio anfitrione, posando la candela su una sedia poich non gli era possibile tenerla saldamente in mano. E chi vi ha condotto in questa stanza? prosegu, stringendo le mani a pugno fino a cacciarsi le unghie nel palmo e stringendo i denti per vincere il tremito della mascella. Chi stato? Ho una gran voglia di buttarlo fuori casa in questo stesso istante. La vostra domestica Zillah risposi scendendo dal letto e rivestendomi in fretta. Non mi dispiacerebbe se lo faceste, signor Heathcliff: non merita di meglio. Immagino abbia voluto procurarsi, a spese mie, un'altra prova che questa stanza visitata dagli spettri. Ebbene, lo : pullula di spettri e fantasmi. Non avete torto a tenerla chiusa, credetemi. Nessuno vi sarebbe grato di una notte trascorsa in un covo simile! Ma che cosa volete dire? chiese Heathcliff e che cosa fate? Ritornate a dormire e finite la notte qui, dal momento che ormai ci siete; ma guardatevi bene dal ripetere quel grido terribile. Niente potrebbe scusarlo, a meno che qualcuno non vi stesse tagliando la gola. Se quel demonietto fosse riuscito a aprire la finestra, probabilmente mi avrebbe strangolato ribattei. Non intendo sopportare ancora la persecuzione dei vostri ospitali antenati. Il reverendo Jabes Branderham non era forse vostro parente per parte di madre? E quella strega, Catherine Linton, o Earnshaw, o comunque si chiamasse -- doveva essere una trovatella -- che anima perfida! Mi ha detto di avere vagato sulla terra per vent'anni: un giusto castigo per le sue colpe mortali, non n dubito. Avevo appena pronunciato quelle parole quando ricordai come il nome di Heathcliff fosse unito a quello di Catherine nel libro, particolare che mi era completamente sfuggito di mente fino a quando non me lo ero io stesso riportato alla memoria. Arrossii per la mia sconsideratezza, ma, senza mostrare di aver avvertito il mio errore, mi affrettai a aggiungere: La verit, signore, che ho trascorso la prima parte della notte... e tacqui nuovamente; stavo per dire "leggendo quei vecchi volumi", ma questo avrebbe rivelato che n conoscevo il contenuto manoscritto e non soltanto quello stampato; mi corressi dunque e continuai: Decifrando il nome inciso sul davanzale della finestra. Occupazione monotona, scelta per conciliarmi il sonno, come contare o... Ma cosa vi salta in mente di parlarmi in questo modo? tuon Heathcliff con inaudita violenza. Come... come osate, sotto il mio stesso tetto... Deve essere pazzo per parlarmi cos! e si batt la fronte in un impulso di rabbia. Non sapevo se mostrarmi offeso del suo linguaggio o proseguire nella mia spiegazione; tuttavia, mi parve tanto turbato che provai pena per lui e continuai a narrargli i miei sogni; affermai di non aver mai udito prima il nome "Catherine Linton", ma per averlo letto e riletto n ero rimasto colpito al punto che il nome aveva assunto l'aspetto di una creatura quando la mia immaginazione non era stata pi sotto controllo. Gradualmente, Heathcliff si ritraeva nell'ombra del letto, mentre io parlavo, e infine vi sedette rimanendo quasi nascosto. Immaginavo tuttavia, sentendo il suo respiro irregolare e ansante, che si studiasse di dominare una violenta emozione. Non volendo mostrarmi consapevole di quella sua lotta, continuai rumorosamente a fare toletta, guardando l'orologio e parlando

a me stesso della lunghezza della notte: Non sono ancora le tre! Avrei potuto giurare che fossero almeno le sei -- il tempo immobile qui -- senza dubbio ci siamo ritirati alle otto. Sempre alle nove in inverno, e ci alziamo sempre alle quattro disse il mio ospite, frenando un gemito; e asciugandosi -- o cos mi parve dal movimento dell'ombra del suo braccio -- una lacrima. Signor Lockwood aggiunse potete andare nella mia stanza; scendendo al pianterreno cos presto darete soltanto fastidio; e le vostre puerili grida hanno ormai distrutto il mio sonno. E anche il mio ribattei. Passegger in cortile fino a quando si far giorno e poi me n andr; e non dovete temere che rinnovi la mia intrusione. Sono ormai completamente guarito dal desiderio di cercare il piacere nella compagnia, in campagna o in citt. Un uomo di buon senso dovrebbe trovare sufficiente la propria. Splendida compagnia! borbott Heathcliff Prendete la candela e andate dove volete -- vi raggiunger subito. Per tenetevi lontano dal cortile: i cani non sono alla catena; e tenetevi lontano anche dalla "casa": Juno fa la guardia l; e... gi, potete camminare liberamente soltanto sulle scale e nei corridoi -- ma andate ora, vi raggiunger tra due minuti. Seguii il suo consiglio per quanto riguardava l'allontanarmi dalla stanza; ma a quel punto, ignorando dove conducessero gli stretti corridoi, rimasi immobile e fui involontario testimone di un atto di superstizione da parte del mio padrone di casa che smentiva, in modo singolare, il suo apparente buon senso. Sal sul letto e spalanc di furia la finestra, scoppiando, mentre lottava per aprirla, in un'incontrollabile e tragica esplosione di pianto. Entra! entra! singhiozzava. Entra, Cathy. Oh, entra... ancora una volta! Oh, diletta dell'anima mia, ascoltami questa volta, ascoltami infine, Catherine! Il fantasma diede prova della natura capricciosa consueta a un fantasma: non diede alcun segno della sua esistenza; ma la neve e il vento entrarono vorticosamente nella stanza, raggiungendo anche il punto in cui io mi trovavo e spegnendo ogni luce. Vi era una tale angoscia nell'esplosione di dolore che accompagnava quella sorta di delirio che la compassione mi spinse a dimenticare tanta follia, e mi allontanai, dolendomi quasi di avere ascoltato, pentito di aver narrato il mio ridicolo incubo dal momento che era stato causa di tale indicibile sofferenza; sebbene non riuscissi a comprendere perch. Scesi con precauzione ai piani inferiori, e mi trovai nel retro della cucina, dove un po' di brace ancora viva che riuscii a raschiare e ammucchiare mi permise di riaccendere la candela. Nessuno era sveglio salvo un gatto grigio tigrato, che strisci fuori dalla cenere e mi salut con un querulo miagolio. Due panche semicircolari racchiudevano quasi interamente il focolare; io mi sdraiai su una, Grimalkin' sull'altra. Entrambi prendemmo sonno prima che qualcuno invadesse il nostro rifugio, e quel qualcuno si rivel Joseph: scendeva con passo strascicato lungo una scala di legno che spariva nel soffitto attraverso una botola, l'ingresso alla sua soffitta, immaginai. Lanci uno sguardo sinistro alla povera fiamma che ero riuscito a ravvivare, allontan il gatto dalla sua elevata posizione e, mettendosi al suo posto, cominci lentamente a riempire di tabacco una lunga pipa; palesemente, la mia presenza nel suo rifugio era considerata un'impudenza troppo grave perch dovesse venir sot-

tolineata. Sempre in silenzio si port la pipa alle labbra, incroci le braccia e cominci a fumare. Lasciai che si godesse la sua pipa senza disturbarlo; e, dopo l'ultimo cerchio di fumo, con un profondo sospiro Joseph si alz e si allontan con la stessa solennit con cui era venuto. Lo segu un passo pi elastico, e io aprii la bocca per salutare, ma la richiusi subito senza completare il mio saluto: Hareton Earnshaw recitava sottovoce le sue "preghiere" in un susseguirsi di imprecazioni rivolte a qualsiasi oggetto toccasse, mentre frugava nell'angolo in cerca di una vanga o una pala per spalare la neve. Guard oltre lo schienale della panca dilatando le narici, e non pens a salutare me come non avrebbe pensato a salutare il mio compagno felino. Dai suoi preparativi immaginai fosse ormai lecito uscire e, alzandomi da quel duro sedile, feci il gesto di seguirlo. Lui parve accorgersene e indic con la vanga una porta pi interna, significando, con un suono inarticolato, che l dovevo andare se intendevo spostarmi. La porta dava nella "casa", dove le donne erano gi attive: Zillah soffiava su per il camino scintille di fuoco con un mantice colossale, e la signora Heathcliff, in ginocchio sul focolare, leggeva un libro alla luce delle fiamme. Si proteggeva con una mano gli occhi dal calore eccessivo e sembrava profondamente assorta nella sua occupazione, abbandonandola soltanto per rimproverare la domestica che la copriva di scintille o per respingere, di quando in quando, un cane che le avvicinava troppo sfrontatamente il muso. Mi stup vedere anche Heathcliff. In piedi accanto al camino, mi volgeva le spalle e stava giusto concludendo una tempestosa scenata alla povera Zillah, che di quando in quando interrompeva il lavoro per afferrarsi l'angolo del grembiule e dare in un indignato lamento. E quanto a te, buona a nulla di una... esplose lui mentre io entravo, rivolgendosi alla nuora con un epiteto non meno innocuo di oca o pecora, ma che di consueto si sostituisce nella scrittura con i puntini di sospensione. Tu, con i tuoi stupidi passatempi! Gli altri si guadagnano il pan, ma tu vivi della mia carit! Metti via quella robaccia e trovati qualcosa da fare. Dovrai pagare per ricompensarmi della sventura di averti sempre davanti agli occhi. Mi senti, maledetta ragazza? Metter via questa robaccia, perch potete costringermi a farlo se rifiuto rispose la giovane donna chiudendo il libro e gettandolo su una sedia. Ma non far niente, quando pure doveste consumarvi la lingua a imprecare, se non quello che voglio fare! Heathcliff alz una mano, e lei si affrett a mettersi al riparo, abituata evidentemente a sentirne il peso. Non desiderando assistere a una lotta tra cane e gatto, mi feci vivacemente avanti, come fossi desideroso di godere del calore del camino e innocentemente ignaro di aver interrotto una lite. Tutti ebbero tanto senso del decoro da rinunciare a ulteriori ostilit; Heathcliff si mise le mani in tasca per evitare ogni tentazione; la signora Heathcliff, con una smorfia sdegnosa, si avvi a una sedia lontana dove, fedele alle sue parole, rimase ferma come una statua per tutto il tempo in cui io rimasi l. Non a lungo. Rifiutai di unirmi alla colazione e, alle prime luci dell'alba, colsi l'opportunit di fuggire all'aria fresca, chiara ora e immobile e fredda come ghiaccio impalpabile. Il mio padrone di casa mi grid di fermarmi, prima che io fossi giunto in fondo al giardino, e si offr di accompagnarmi attraverso

la brughiera. Fu una fortuna che lo facesse: la collina era come un oceano mosso da candide onde; e le creste e gli avvallamenti non indicavano corrispondenti rilievi e depressioni nel terreno: molte buche erano ormai livellate e intere file di monticelli, i rifiuti delle cave, erano cancellati dalla mappa che la mia passeggiata di ieri mi aveva lasciato impressa nella memoria. Avevo osservato su un lato della strada, a intervalli di sei o sette metri, una fila, che continuava ininterrotta lungo l'intera landa, di pietre piantate dritte nella terra e ricoperte di calce, allo scopo di servire da punti di riferimento quando si faceva buio o quando una nevicata come quella attuale confondeva i tratti paludosi a entrambi i lati della strada con il sentiero pi saldo; ora, con l'eccezione di qualche punto sporco qua e l, era svanita ogni traccia della loro esistenza; e il mio compagno trov necessario pi di una volta avvertirmi di girare a destra o a sinistra mentre io immaginavo di seguire correttamente le curve della strada. Parlammo poco, e Heathcliff si ferm all'ingresso di Thrushcross Park, dicendo che ormai non potevo sbagliarmi. Ci congedammo con un breve inchino, e subito io continuai, affidandomi alle mie sole risorse, perch non c' ancora un custode nella portineria. La distanza dal cancello alla casa di due miglia; sono riuscito credo -- a farle diventare quattro, perdendomi tra gli alberi o finendo fino al collo nella neve: situazione che soltanto quanti l'hanno conosciuta possono comprendere appieno. In ogni caso, quali fossero le mie deviazioni, l'orologio batteva le dodici quando entrai in casa; e questo significava un'ora esatta per ogni miglio della consueta distanza da Wuthering Heights. Il mio pezzo d'arredamento in forma di donna e i suoi satelliti mi corsero incontro per accogliermi, gridando tumultuosamente che pensavano ormai di avermi perduto: tutti avevano creduto che io fossi perito durante la notte e gi si stavano chiedendo come dovessero fare per cercare i miei miseri resti. Li esortai a stare tranquilli ora che mi vedevano di ritorno; quindi, gelato in ogni fibra del mio essere, mi trascinai su per le scale al piano superiore; poi, dopo aver indossato abiti asciutti e aver passeggiato a lungo avanti e indietro per ritrovare un po' di calore, sono ritornato nel mio studio, debole come un neonato, quasi troppo debole per godere del gaio fuoco e del caff fumante che la cameriera ha preparato per il mio ristoro.

IV. Quali fatue banderuole siamo! Io, che avevo deciso di vivere assolutamente privo di compagnia e mi stimavo fortunato per aver trovato infine un luogo dove questa era quasi irraggiungibile; io, povera, debole creatura che sono, dopo aver sostenuto fino al tramonto una lotta con la malinconia e la solitudine, mi sono infine visto costretto a cedere le armi; e, fingendo di voler ottenere notizie sull'andamento della casa, ho chiesto alla signora Dean, quando entrata a portarmi la cena, di sedere mentre io mangiavo sperando caldamente che si rivelasse una autentica pettegola e sapesse rianimarmi, o addormentarmi, con le sue chiacchiere. Vivete qui da molto tempo cominciai. Non avete detto da sedici anni? Diciotto, signore; sono venuta quando la signora si sposata per farle da cameriera personale; dopo la sua morte il padrone mi ha tenuto come governante. Ah, vedo. Segu una lunga pausa. Cominciai a temere che non fosse pettegola, se non per le sue faccende private che davvero non mi interessavano. Tuttavia, dopo essere rimasta a lungo pensosa, le mani a pugno sulle ginocchia e una nube di perplessit sul viso colorito, esplose in un: Ah, sono cambiate da allora le cose! Gi osservai dovete senza dubbio aver visto molti mutamenti. Molti; e anche molte sofferenze. "Ora porter la conversazione sulla famiglia del mio padrone di casa!" pensai. "Un buon argomento per cominciare; e quella bella ragazza -- vedova -- mi piacerebbe conoscere la sua storia: se sia nativa di qui o, il che pi probabile, una forestiera che gli inospitali indigeni non accettano come una di loro." Chiesi dunque alla signora Dean perch Heathcliff affittasse Thrushcross Grange e preferisse vivere in una casa e in un ambiente di tanto inferiori. Non ricco abbastanza per tenere in buon ordine la propriet? chiesi. Ricco, signore! ribatt. Nessuno sa quanto danaro abbia, e ogni anno aumenta. S, s, tanto ricco da poter vivere in una casa pi bella di questa, ma molto tirato, economo, insomma, e, se anche avesse inteso venire a Thrushcross Grange, appena ha sentito che gli si offriva un buon inquilino non avrebbe sopportato di perdere l'occasione di guadagnare ancora qualche centinaio di sterline. E' strano come sia avida la gente, quando sola al mondo! Aveva un figlio, a quel che sembra? S, n aveva uno: morto. E la giovane signora, la signora Heathclift; la vedova del figlio? S. Di dove viene? Ma come, signore, la figlia del mio defunto padrone: il suo nome da ragazza Catherine Linton. Sono stata io a farle da balia, povera piccola! Quanto avrei voluto che il signor Heathcliff venisse ad abitare qui perch potessimo stare di nuovo insieme. Avete detto Catherine Linton! esclamai, stupefatto. Ma una brevissima riflessione valse a convincermi che non si trattava della mia spettrale Catherine. Allora continuai il nome del mio predecessore qui era Linton? Infatti. E chi Earnshaw, Hareton Earnshaw, quello che vive con il

signor Heathcliff? sono parenti? No, il nipote della defunta signora Linton. Dunque, il cugino della signora. S, e anche il marito era suo cugino: uno per parte di madre, uno per parte di padre; Heathcliff aveva sposato la sorella del signor Linton. Ho visto che la casa a Wuthering Heights ha il nome Earnshaw inciso sopra il portone. Si tratta di una antica famiglia? Molto antica, signore; e Hareton l'ultimo degli Earnshaw, come la cara signorina Cathy l'ultima di noi... voglio dire dei Linton. Siete stato dunque a Wuthering Heights? Scusatemi se ve lo chiedo, ma vorrei tanto sapere come sta. La signora Heathcliff? Appariva in perfetta salute, e molto bella; tuttavia, credo, non molto felice. Oh, non mi stupisce! E che cosa pensate del padrone? Un tipo piuttosto ruvido, signora Dean. Non ho forse ragione? Ruvido come il filo di una sega e duro come una pietra! Quanto meno avrete a che fare con lui tanto meglio sar. Deve aver avuto molte traversie nella sua vita per essere diventato tanto acido. Sapete qualcosa della sua storia? E' un uccello che si insinuato nel nido altrui, signore. Di lui so tutto, ma non dove sia nato, o chi fossero i suoi genitori, o come si sia arricchito; e Hareton stato cacciato come un uccellino implume: quel povero ragazzo il solo in tutta la zona a non immaginare come sia stato defraudato! Bene, signora Dean, sar un'azione generosa da parte vostra dirmi qualcosa dei miei vicini. Sono certo che non potrei dormire se andassi a letto; abbiate dunque la bont di rimanere un'oretta a parlare con me. Oh, con piacere, signore! Vado soltanto a prendere il mio cucito, e poi rimarr qui quanto vorrete; ma avete preso freddo -- vi ho visto rabbrividire -- e vi ci vorr una farinata calda per cacciarlo via. La brava donna se n and tutta indaffarata, e io mi rannicchiai vicino al fuoco; la testa mi ardeva ma tutto il mio corpo era gelido; inoltre mi sentivo inquieto, eccitato fin quasi a esserne stordito. E per questo provavo non malessere, ma timore -- e lo provo ancora di possibili serie conseguenze degli incidenti di oggi e di ieri. La signora Dean torn subito con una scodella fumante e un cestino da lavoro, e, dopo aver appoggiato la scodella sulla mensola del camino per tenerla in caldo, avvicin la sedia, palesemente felice di trovarmi di umore tanto socievole. Prima che venissi a vivere qui -- cominci senza attendere ulteriori inviti -- ero quasi sempre a Wuthering Heights, perch mia madre era stata la balia del signor Hindley Earnshaw, il padre di Hareton, intendo, e io mi ero abituata a giocare con i bambini; facevo anche qualche commissione, aiutavo quando era il tempo di falciare il fieno, e insomma stavo alla fattoria pronta per qualsiasi lavoro chiunque mi affidasse. Un bel mattino d'estate -- era appena iniziato il raccolto, lo ricordo bene -- il signor Earnshaw, il vecchio padrone, scese al pianterreno vestito da viaggio e dopo aver detto a Joseph che cosa bisognasse fare quel giorno, si volse a Hindley, a Cathy e a me -- perch sedevo a colazione con loro -- e disse al figlio: E ora, ragazzo mio, io me n vado a Liverpool. Che cosa vuoi che ti porti? Puoi scegliere quello che vuoi, purch si tratti di qualcosa di piccolo, perch andr e torner a piedi e sono sessanta miglia a andare e sessanta a tornare: un bel tratto di strada. Hindley scelse uno zufolo, e lui si rivolse allora alla signorina

Cathy; aveva appena sei anni ma sapeva stare in sella a qualsiasi cavallo, e scelse un frustino. Il signor Earnshaw non si dimentic di me, perch era un uomo generoso, sebbene a volte piuttosto severo. Promise di portarmi mele e pere e, dopo aver baciato i figli, se n and. Ci parvero molto lunghi quei tre giorni della sua assenza, e la piccola Cathy chiedeva spesso quando sarebbe tornato; la signora Earnshaw lo aspettava per l'ora di cena del terzo giorno e continuava a rimandare il pasto; tuttavia, non c'era traccia del suo arrivo, e infine i bambini si stancarono di correre al cancello a guardare; poi si fece scuro e lei avrebbe voluto mandarli a letto, ma entrambi pregarono di poter restare in piedi; verso le undici qualcuno apr silenziosamente il cancello, e il padrone entr. Si butt a sedere su una poltrona, ridendo e lamentandosi, e chiese a tutti di lasciarlo tranquillo perch era morto di stanchezza e non avrebbe mai pi fatto un'altra passeggiata come quella neppure in cambio di un regno. E arrivato qui, che bella accoglienza! concluse, aprendo il pastrano che teneva avvolto come un fagotto tra le braccia. Guarda aggiunse rivolto alla moglie niente mi ha mai stremato tanto in vita mia; ma devi accoglierlo come un dono di Dio, anche se nero quasi come venisse dall'inferno. Ci stringemmo tutti attorno a lui, e io riuscii a scorgere un bambinetto sporco, stracciato, nero di capelli, grande abbastanza per camminare e parlare: a dire il vero, a guardarlo in viso sembrava pi grande di Catherine; eppure, quando il signor Earnshaw lo mise in piedi, rimase l a guardarsi attorno snocciolando strane parole che nessuno riusciva a capire. Io ero spaventata e la signora Earnshaw voleva scaraventarlo fuori casa; si inalber e chiese come gli era potuto venire in mente di portare quel marmocchio zingaro in casa quando avevano i loro figli da nutrire e da difendere. Che cosa voleva farne, era forse diventato matto? Il padrone cerc di spiegare, ma era davvero morto di fatica e, tra i rimproveri e le proteste di lei, riuscii soltanto a capire che aveva trovato il bambino, affamato, vagabondo, inebetito, nelle strade di Liverpool dove lo aveva preso chiedendo a chi appartenesse. Nessun sapeva di dove venisse, e poich il suo tempo e il danaro erano limitati, il signor Earnshaw aveva giudicato pi opportuno port