Brescia Up - Febbraio 2012

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SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N°46) ART. 1 COMMA 1. DCB BRESCIA LE CO PIE DISTRIBUITE PRESSO I LOCALI PUBBLICI E AGLI SPONSOR SONO OMAGGIO . 2,50 What else? Cover story Ristorarte Templari FEBBRAIO DUEMILADODICI Ph. Patrick Merighi

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Mensile bresciano

Transcript of Brescia Up - Febbraio 2012

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Cover storyRistorarte Templari

FEBBRAIO duEmIlAdOdIcI

Mandolini Auto

Via Triumplina, 5125123 Brescia

tel. 030 2019760fax 030 2092596

[email protected] www.mandolini.it

Ph. Patrick merighi

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Qualunque cosa distrugga la libertà non è amore.

Deve trattarsi di altro, perchè amore e libertà vanno a braccetto, sono due ali dello stesso gabbiano.

(Osho)

BRESCIA 272007giugno

www.bresciaup.it

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Anche per la vita politico-amministrativa di Brescia e di tutta la sua vasta provincia quelli che stiamo vivendo sono giorni di particolare significato. In effetti sembra quasi di avvertire l’attesa che circonda le scadenze elettorali sempre più vicine e i preparativi che dovranno

accompagnare questi appuntamenti che potranno lasciare un’im-pronta importante sui prossimi anni. In questo momento, purtrop-

po, sembra che l’atteggiamento prevalente che si respira sui vari fronti sia quello dello scontro. Ancora una volta la luce dei riflettori viene indirizzata sugli errori della controparte e sulle sue innegabili

manchevolezze piuttosto che sulle idee e sulle proposte che possono essere lanciate. Un modo di fare che coinvolge tutti gli schieramenti,

che sembrano intenti soprattutto a criticare gli errori dei rivali più che attenti a costruire quelli che saranno i programmi dei prossi-mi anni. La situazione attuale, in effetti, è molto delicata. Le varie forze politiche si apprestano ad iniziare quella che si preannuncia

una campagna elettorale molto lunga e difficile (sotto tutti i punti di vista), ma, nonostante questo, non guasterebbe davvero una piccola “aggiustatina” alla rotta che si sta seguendo (o non si sta seguendo,

come si sarebbe tentati di dire). In questo preciso momento, compli-ci le diverse vicende che tutti i giorni sono al centro delle cronache (e non solo politico-amministrative…), un po’ tutti i partiti sono alle prese con problemi di non semplice soluzione. Difficoltà che vanno dalla gestione del delicato presente alle scelte che dovranno orientare in maniera tanto decisa quanto coerente i passi che con-

durranno agli appuntamenti elettorali del prossimo anno. Il quadro, come è facile intuire, non è affatto dei più rosei, ma questo non

deve e non può ridurre l’impegno delle forze che sono chiamate a costruire il futuro ad una sorta di scaricabarile con i propri avversari. Il troppo abusato “lui è peggio di me” non porta da nessuna parte. La strada che Brescia deve percorrere è una sola, analizzare atten-

tamente il presente, per vederne pregi e difetti, e indirizzare tutte le proprie energie per presentare un nuovo progetto per il futuro. Un programma che non sia per parti contrapposte, ma si metta a di-

sposizione di tutti per indirizzare verso il domani quella fiducia che rappresenta una risorsa indispensabile per ciascuno.

Co

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ances

Si avvicinano appuntamenti importanti da preparare con spirito costruttivo

Emanuele Zarcone

9/12.30 - 15/19.30 sabato orario continuato A21 TO-PC uscita pontevico www.caliban.it

chi l’ha detto che lo stilesi trova solo in centro?

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9/12.30 - 15/19.30 sabato orario continuato A21 TO-PC uscita pontevico www.caliban.it

chi l’ha detto che lo stilesi trova solo in centro?

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Come ci viene ricordato tutti i giorni, siamo in un periodo di crisi e la crisi che stiamo attraversando non solo è seria e pesante, ma

sembra intenzionata a non abbandonarci per lungo tempo. E’ quindi necessario correre ai ripari e adottare soluzioni che possano ripor-tare un po’ di luce in questo buio tunnel che si ostina a non voler

mostrare la sua fine. Soluzioni che si stanno studiando un po’ a tutti i livelli, con numerose personalità di spicco che si stanno cimentan-do in questa sfida. Un lavoro, però, che troppo spesso da l’impres-sione di partire già in bilico, visto che in alcune direzioni si stanno elaborando progetti intensi e molto mirati, mentre altri rimangono ancora alla fase del “si dice” e del “si dovrebbe fare”. Un’anomalia di partenza che rischia seriamente di compromettere gli sforzi che

vengono portati avanti e che, in particolare, vengono richiesti a gran parte della popolazione. In questo senso non possiamo non unirci a tutti coloro che lamentano il peso, costante e gravoso, della politica, una realtà che in Italia costituisce molto più di un investimento e il

cui costo può essere definito un autentico balzello che incombe sul-le tasche di ogni cittadino. In questi mesi si sta parlando di tagliare in questa e in quella direzione (servizi compresi), ma, nonostante questo, la sola idea di ridurre in maniera consistente i costi dell’in-tero apparato politico stenta a farsi strada. A più riprese è partita la proposta di diminuire stipendi e benefici dei vari politici, ma questo pensiero pare piuttosto restio a trasformarsi in una concreta realtà. Non si può non ammettere che tutte le misure che si stanno pren-dendo in questo stesso periodo nelle più svariate direzioni (e che

coinvolgono direttamente i cittadini) perdono gran parte della loro efficacia e, al tempo stesso del loro significato, se inserite in questo che non riesce a diventare un piano organico. Manca infatti quella

coerenza che dovrebbe guidare indistintamente tutti i provvedimenti e tutte le azioni, quella coerenza che, magari più sgradita per qualcu-no, potrebbe comunque rappresentare il primo, vero passo in avanti per uscire dalle sabbie mobili di questa crisi che sta trascinando tutti

sempre di più verso il basso.

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Occorrono interventi mirati e grande coerenza

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Luca Marinoni

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Benvenuti all’Albergo Venturelli

È come sentirsi a casa, quando si soggiorna all’Albergo Venturelli. Un tempo abitazione dei nobili Camozzi (VII sec.), poi sede della guardia di finanza (IX sec.) ed infine locanda della famiglia Venturelli (fine IX sec.), l’ospite dell’Albergo si sente abbracciato da un rassicurante,

ma mai invadente, profumo delle cose autentiche. A Borno fanno da corona le più belle montagne di Lombardia e la contemporanea vicinanza alle meraviglie del lago d’Iseo e al sito archeologico

delle incisioni rupestri di Valle Camonica (UNESCO), fanno del Venturelli un perfetto punto di partenza sia per tours culturali che per l’escursionismo.

Davvero non ci si aspetta di trovare ad un pugno di chilometri dalle grandi città ( Brescia, Bergamo, Milano) un paesino di montagna così bello, così ospitale, ricco di resti antichi! Un paese che sta cercando di vivere ponendosi come scopo quello di creare un filo tra passato e presente

rafforzando quel legame forte tra uomo e natura che ha contraddistinto la sua millenaria cultura rurale.

Le nostre camere, sintesi tra ferro battuto, arredi in noce e colori pastello, rendono palpabile la sensazione di benessere globale. Ogni dettaglio è una carezza al vostro desiderio di quiete. Un bagno a vapore aroma terapico nella doccia idromassaggio è il modo migliore per concludere la vostra giornata.

La cucina; dagli gnocchi di pane, al salame di pasta fresca, dai brasati alla cacciagione, nei nostri piatti ritrovate tutta la corposità delle pietanze di montagna attentamente rivisitate da Chicco,

chef di grande esperienza.

albergo Venturelli **** ALBERGO RISTORANT E OSPITALITA’ SINCERA LIKE YOUR HOME - Via Roma, 9 - Borno (BS)

Partendo dalla deliziosa piazza collocata al centro dell’abitato dove si affacciano antiche dimore coi loro portali di pietra e dove troneggia la splendida fontana

ottagonale del ‘600, si dipartono i vicoli che si snodano all’interno del borgo. Girovagando per il paese si

notano angoli suggestivi: le sette torri medioevali, le fontane all’interno degli antichi cortili,

le strette viuzze lastricate.Sono incantevoli luoghi naturalistici che è possibile

scoprire appena fuori dal paese: dalla Riserva del Giovetto al Lago di Lova, dai sentieri che si snodano nei pascoli che circondano l’abitato alle irte mulattiere che

conducono sulle cime dei nostri monti. Che dire: ce n’è per tutti i gusti!

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Benvenuti all’Albergo Venturelli

È come sentirsi a casa, quando si soggiorna all’Albergo Venturelli. Un tempo abitazione dei nobili Camozzi (VII sec.), poi sede della guardia di finanza (IX sec.) ed infine locanda della famiglia Venturelli (fine IX sec.), l’ospite dell’Albergo si sente abbracciato da un rassicurante,

ma mai invadente, profumo delle cose autentiche. A Borno fanno da corona le più belle montagne di Lombardia e la contemporanea vicinanza alle meraviglie del lago d’Iseo e al sito archeologico

delle incisioni rupestri di Valle Camonica (UNESCO), fanno del Venturelli un perfetto punto di partenza sia per tours culturali che per l’escursionismo.

Davvero non ci si aspetta di trovare ad un pugno di chilometri dalle grandi città ( Brescia, Bergamo, Milano) un paesino di montagna così bello, così ospitale, ricco di resti antichi! Un paese che sta cercando di vivere ponendosi come scopo quello di creare un filo tra passato e presente

rafforzando quel legame forte tra uomo e natura che ha contraddistinto la sua millenaria cultura rurale.

Le nostre camere, sintesi tra ferro battuto, arredi in noce e colori pastello, rendono palpabile la sensazione di benessere globale. Ogni dettaglio è una carezza al vostro desiderio di quiete. Un bagno a vapore aroma terapico nella doccia idromassaggio è il modo migliore per concludere la vostra giornata.

La cucina; dagli gnocchi di pane, al salame di pasta fresca, dai brasati alla cacciagione, nei nostri piatti ritrovate tutta la corposità delle pietanze di montagna attentamente rivisitate da Chicco,

chef di grande esperienza.

albergo Venturelli **** ALBERGO RISTORANT E OSPITALITA’ SINCERA LIKE YOUR HOME - Via Roma, 9 - Borno (BS)

Partendo dalla deliziosa piazza collocata al centro dell’abitato dove si affacciano antiche dimore coi loro portali di pietra e dove troneggia la splendida fontana

ottagonale del ‘600, si dipartono i vicoli che si snodano all’interno del borgo. Girovagando per il paese si

notano angoli suggestivi: le sette torri medioevali, le fontane all’interno degli antichi cortili,

le strette viuzze lastricate.Sono incantevoli luoghi naturalistici che è possibile

scoprire appena fuori dal paese: dalla Riserva del Giovetto al Lago di Lova, dai sentieri che si snodano nei pascoli che circondano l’abitato alle irte mulattiere che

conducono sulle cime dei nostri monti. Che dire: ce n’è per tutti i gusti!

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Luca Marinoni Direttore Responsabile([email protected])

Manuela Prestini Caporedattore([email protected])

Amministrazione([email protected])

Sergio Filippini Pubbliche relazioni([email protected])

Mario Omboni Marketing([email protected])

Laura Papini Impaginazione ([email protected])

87 Magenta Grafica web(87magenta.it)

Chiara Pellegrini Segreteria([email protected])

Stampa: Presservice Ottanta srl

PhotographerRolando Giambelli

Alan PasottiPatrick MerighiStefano Rossetti

Selene Z.

Hanno collaborato:Antonio Russo, Emanuele Lumini, Bonera Alberto, Roberto Cappiello,

Edward Battisti, Giuseppe Petrocelli, Rolando Giambelli, Caterina Musciarelli,

Andrea Cominetti, Federico Carlo Simonelli, Giovanni Missaglia e Renato Missaglia.

Redazione:

T: 030 37 02 499M: +39 339 68 36 770

Abbonamenti:

tel. 030 37 02 499e-mail [email protected]

BRESCIAUP, PERIODICO MENSILE DI INFORMAZIONELOCALE ISCRIZIONE PRESSO IL TRIBUNALE

DI BRESCIA N° 37/2007 DEL 8 SETTEMBRE 2007.

ANNO VI

Testi e immagini della presente pubblicazione non possono essere riprodotti senza autorizzazione firmata da pubblizeta production. n°50

Ristorarte Templari

Intervista a Luca Riva

Paola Carbonari

Monsignor Luciano Monari

Ristorante La Sirena - Salò

Event

Intervista Maurizio Casasco Alpindustria

Modella per un giorno

Oroscopo

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In copertina questo mese:

Ristorarte Templari

Ph. Patrick Merighiwww.bresciainvetrina.it

INDICE

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INDICE

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“La titolare Maura Penocchio ci illustra le caratteristiche salienti del locale di Corso Matteotti 19 Brescia, che abbina cucina, arte e cultura.”

“Ristorarte” non è un errore di battitura, ma un locale del quale ci si innamora al primo in-contro. Ristorarte Templari di Corso Matteotti 19, nel cuore storico di Brescia, è stato inaugura-to lo scorso Dicembre alla presenza del ma-estro Jacques Villeglé, (in collaborazione con Agnellini Arte Moderna) che non solo ha aper-to la sua personale, ma ha anche presentato in maniera ufficiale il suo murales caratterizzando così,in modo indelebile, una delle sale. Un locale che presenta una proposta tanto in-novativa nel suo concept quanto ricca di gu-sto: “Il nostro “ristorarte” – sintetizza Maura, – unisce arte e cucina proponendo l’eccellenza in entrambi i campi. Passione per cucina e arte diventa “un piatto” da condividere.

“Ceci n’est pas un repas” è stato il pay off della nostra campagna di comunicazione – attesta la titolare. Accontentati in questo modo gli oc-chi e la mente, “Ristorarte Templari” tratta in modo speciale il gusto, offrendo una cucina di grande qualità in grado di accontentare anche i

Ristorarte Templari: con il profumo dell’arte il

sapore della cucina si colora.

- Cover Story-

di Luca Marinoni - Ph. Patrick Merighi www.bresciainvetrina.it

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palati più esigenti. Il merito di questa ricerca va al nostro Chef, André Wadoux, che con la sua esperienza interna-zionale ed uno staff giovane e dinamico ha saputo arric-chire la ricetta di “Ristorarte”. Siamo specializzati in menu a base di pesce, ma portiamo ad alti livelli anche quelli di carne.Non è solo la cucina, strettamente intesa, il fiore all’oc-chiello dell’innovativo locale di Corso Matteotti 19, che si distingue a buon diritto anche per le proposte della sua cantina: “E non potrebbe essere altrimenti – conviene la titolare – Del resto io sono sommelier e quindi la cantina rappresenta per me una parte determinante del locale, una questione di gusto, ma anche di cultura.

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Ottima cucina, accurata scelta di cantina e la pos-sibilità di ammirare splendide opere d’arte rendono questo locale assolutamente innovativo.L’accurato restyling degli storici locali realizzato da Studio Linea fa da cornice preziosa a un novo modo di intendere l’arte della cucina.

Ristorarte TemplariCorso Matteotti,19 Bresciawww.ristorartetemplari.it

La settimana del cioccolato. 20 - 27 Febbraio

Caramelle di zucca fritte e scagliette di cioccolato al latte.

Tartara di gamberoni e frutta secca con granella di fave di cacao.

Risottino al fondente “Sao Thomè” e crema al taleggio.

Triglia croccante e crema di baccalà, vinaigrette al cacao.

Trilogia di dolci dal freddo al caldo.Il nostro carrello dei biscotti e cioccolatini

Vini in abbinamento

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Anche quest’anno, come è ormai una tradizione consoli-data e gradita, il vescovo di Brescia, monsignor Luciano Monari nel giorno (24 gennaio – ndr) di S. Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, ha incontrato gli operatori della comunicazione. Un ritrovarsi che ha voluto essere anche l’occasione per

tracciare insieme un punto della situazione su un settore fondamentale della nostra società come quello della co-municazione. Una realtà che accompagna ormai in maniera indissolu-bile le nostre giornate e che riesce non solo a diffondere idee, pensieri e fatti, ma che, spesso e volentieri, esercita un ruolo determinante nella comprensione e nel giudizio che viene dato ai diversi fatti che accadono. Ecco spiegato perché chi è chiamato per la propria pro-fessione ad utilizzare uno strumento tanto importante ed altrettanto delicato lo deve fare nella giusta consapevo-lezza, con la massima chiarezza e correttezza: “Ai giorni nostri – è stato il commento del Vescovo di Brescia – il lavoro del giornalista, sia esso di carta stampata oppure di uno qualsiasi degli altri strumenti di comunicazione che la evoluzione tecnologica ci mette a disposizione, non può prescindere da una precisa responsabilità e dalla necessaria correttezza. Non occorro-no certo troppi esempi per ca-pire che anche l’articolo appa-rentemente più semplice, magari anche solo con un aggettivo in più o in meno, può assumere

“Una comunicazione credibile e coerente”

di Luca Marinoni - Ph. Rolando Giambelli

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una connotazione ben precisa. Chi scrive non deve mai dimenti-care che deve essere non solo cor-retto, ma anche credibile, nel senso di dare un valore ed un’affidabilità a quello che dice. Un pezzo non è semplicemente il resoconto di quello che il cronista vede e segue nei suoi sviluppi. Chi scrive deve innanzitutto com-

“Il vescovo di Brescia, mons. Luciano Monari, ha incontrato i giornalisti ed ha esaminato con loro il mondo della stampa in quest’epoca in continua evoluzione tecnologica”

prendere l’accaduto e lo deve poi riferire nel modo più vero, nel senso che non deve far de-viare il fatto in una direzione o in un’altra a se-conda delle sue idee personali. E’ facile, ad esempio, far dire a qualcuno un qualcosa di particolare. Basta estrapolare qua e là alcune parole da un suo intervento, toglierle dal contesto e sottoline-are questo o quell’aspetto e il gioco è fatto. Que-sto, però, non è un valido servizio a chi utilizza il mezzo di comunicazione. Chi legge un giornale, guarda la televisione, ascolta la radio o si connette con un portale su Internet chiede di conoscere i fatti e non di esse-re indottrinato da una parte o dall’altra.

Una dote che non deve mai man-care nell’informazione è la chia-rezza, vista davvero a 360 gradi. Ci possono essere degli organi di stampa che puntano chiaramente a formare un’idea, non c’è assolu-tamente niente di male, ma quello che chi legge deve sapere è che ha davanti una versione della verità e non l’unica versione possibile. Non è possibile e non è nemmeno

accettabile che si tenti di sfruttare lo stru-mento che si ha in mano per i propri fini, magari influenzando le persone o portan-do avanti una vera e propria campagna in un senso o nell’altro. L’essere credibili cui facevamo accenno prima, rientra proprio in questo. Non si devono stravolgere i fatti per obiettivi politici o per qualsiasi altra idea. Chi scrive dev’essere al servizio della ve-rità e di chi legge, non deve diventare lui stesso una sorta di creatore di opinioni. In questo senso – ha concluso mons. Luciano Monari – merita un posto in pri-ma fila la coerenza. Il giornalista deve sapere quello che sta scrivendo e lo deve fare con competenza, con professionalità e, come anticipavamo prima, con la massima responsabilità, nel senso che non deve mai dimenticare che quello che lui scrive arriverà ad altre per-sone e che queste riceveranno sicuramen-te un messaggio da lui.

“Spetta a lui fare in modo che questo mes-saggio possa essere ef-fettivamente di qualità!”.

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L’Associazione Progetto Tanzania Onlus, che ha la sua sede a Bagnolo Mella, ha deciso di festeggiare l’inizio del ventiduesimo anno di attività inviando ancora una vol-ta un gruppo di volontari, accompagnati tra l’altro dal parroco bagnolese don Severino Chiari, per realizzare un nuovo intervento in Africa. Del resto il compito che l’associazione sta portando avanti ormai da undici anni a questa parte è di quelli che non ammettono certo periodi di riposo. Infatti, dopo aver costruito nei primi anni della propria attività scuole, dispensari e chiese sempre in vari punti del territorio della Tanzania, proprio undici anni

fa il gruppo dei volontari, che conta un centinaio di ade-renti a Bagnolo, ma può vantare ormai una stretta rete di collaborazioni con diverse province d’Italia (da Firenze a Vicenza, da Frosinone a Bergamo, passando attraverso i legami altrettanti forti con i volontari che seguono il pro-getto da Milano, Bari, Bergamo, Roma e tanti altri luoghi ancora), ha deciso di dedicarsi alla realizzazione del sogno più grande. Un progetto che all’apparenza poteva essere considerato poco più di un’utopia e che, invece, ha fatto crescere, nel cuore dell’Africa, un villaggio dove è risorta la speranza e che, proprio per questo è stato chiamato il

In Tanzania un villaggio che parla il dialetto bresciano

I volontari dell’Associazione Progetto Tanzania continuano nel loro grande progetto che ha

offerto nuova speranza e una vita normale ai bambini sieropositivi di Dodoma

di Luca Marinoni

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“Villaggio della speranza”. Bastano alcuni dati per capire la vera e propria impresa che i volontari brescia-ni stanno portando avanti con volontà infinita e grande generosità. Alla periferia di Dodoma, la capitale della Tanzania, è stato costruito un grande villaggio (140.000 metri quadrati l’area complessiva) che ha voluto ospitare e curare i bambini malati di Aids, offrendo loro la possi-bilità non solo di crescere, ma di condurre una vita il più possibile normale. Proprio per questo all’interno del villaggio sono state costruite le scuole e delle case che sono state affidate a cop-pie di genitori che si sono fatti carico di dare vita a grandi famiglie proprio con i bambini e i ragazzi del villaggio. In questo senso, sempre naturalmente grazie alle risorse che provengono dall’Italia, il “Villaggio della Speranza” non solo

ospita stabilmente 175 bambini (che hanno perso i loro genitori naturali e sono sieropositivi), ma ogni giorno, grazie alle sue strutture ospedaliere cura circa 2500 per-sone tra bambini e adulti. Uno sforzo davvero enorme, che i volontari dell’Associazione Progetto Tanzania stan-no sostenendo sia con il loro impegno in Italia (raccolta di fondi e allestimento del materiale che viene poi inviato in Africa in grossi containers), che con i loro interventi diretti a Dodoma, dove in tutti questi anni hanno co-struito una comunità completa sotto tutti i punti di vi-sta, dalle scuole (sia la Primaria che la Secondaria) agli ospedali, dalle case dei medici e del personale sanitario alle case-famiglie per tutti gli ospiti, sino a comprendere una piccola azienda agricola, una chiesa e spazi per la vita sociale (come un auditorium e saloni per incontri tra i ragazzi del villaggio e i loro famigliari). Proprio in questa direzione si spinge il grande desiderio che anima i volontari in vista di questo 2012. Quello di riuscire a creare proprio all’interno del Villaggio della Speranza le fonti di sostentamento in grado di rendere sempre più autosufficiente questa imponente struttura che si avvale, oltre che del lavoro dei volontari bresciani, dell’instanca-bile presenza delle Suore Adoratrici del Sangue di Cristo. E’ questa la nuova sfida per continuare a far fiorire nel deserto lo splendido fiore dell’amore.

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Brescia Casa DESIGN (dal 2-4 al 9-11 marzo 2012), forte del successo di pubblico della passata edizione, si propo-ne per l’edizione 2012 in veste rinnovata e di alto profilo, grazie alla nuova area espositiva dC dentroCASA design, ideata e realizzata dalla Principeadv, la newco bresciana che, per il salone della casa, ha seguito anche la vendita degli spazi.La nuova alleanza strategica tra FIERA di BRESCIA e la PRINCIPEADV, ha permesso di riavere in Brescia Casa, un gruppo di aziende che rappresentano l’eccellenza del-la distribuzione nella nostra Provincia e non solo. Nomi storici, rivenditori di importanti firme dell’interior e dell’outdoor design nazionale ed internazionale, faranno il loro ritorno, per la prima volta dopo decenni, a Brescia Casa.“Parliamo di aziende che, per motivi diversi, hanno ab-bandonato la vetrina espositiva locale per rivolgersi alle grandi città come Milano e/o Verona, o addirittura che hanno completamente abbandonato il settore fiere, la maggior parte dei quali sono clienti di dentroCASA, e

che ci danno fiducia, da oltre 10 anni, con-siderati gli importan-ti riscontri ottenuti con la nostra rivista” commenta Gianpao-lo Natali, CEO Prin-cipeadv.Le aziende che hanno scelto di esporre nel-la zona dentroCASA design, un’area ele-gantemente allestita di oltre 6.000 mq, ubicata nella parte finale del padiglione,

ben visibile rispetto al resto dell’esposizione, offriranno al visitatore di Brescia Casa Design una sorta di grande salotto luxury dove trovare il meglio dell’offerta per arre-dare, personalizzare e rinnovare il proprio spazio abitati-

Brescia Casa Design 2012eccellenze & luxury

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vo. “Abbiamo voluto siglare questa alleanza, unendoci ad un partner che da anni opera nel settore arredamento e complementi per la casa, che gode della stima e fiducia di molte realtà commerciali di alto profilo – afferma Carlo Massoletti, Presidente FIERA di BRESCIA – la scelta è stata dettata dalla necessità di investire maggiore at-tenzione nella qualità dei nostri espositori e garantire al nostro pubblico un elemento distintivo, che restituisca alla rassegna Brescia Casa il prestigio e l’interesse di un tempo, rispondendo al diffuso bisogno di un orientamen-to verso il CONTEMPORARY HOME”.L’ingresso del padiglione sarà dedicato all’iniziativa A&D PROJECT per poi introdursi nella tradizionale Brescia Casa DESIGN e, a seguire, lo spazio wedding con “Car-lotta si Sposa” che tanto successo ha riscosso lo scorso anno grazie alla collaborazione con CLAIRE’S wedding planner. In questo spazio eventi, torna l’apprezzatissima sfilata di DOMO ADAMI, che domenica 11 marzo alle ore 17.30 catturerà gli sguardi e l’attenzione delle future spose, abiti da sogno dalli linee inimitabili, saranno i pro-tagonisti di una magica serata.Per chi invece desidera cambiare il proprio spazio abitati-vo, personalizzarlo o semplicemente completarlo, può ri-volgersi a BRESCIA CASA DESIGN ON DEMAND, un gruppo di esperti professionisti saranno disponibili gra-

tuitamente a riprogettare le vostre stanze, appartamenti o abitazioni complete. Il visitatore munito di pla-nimetria, con misure det-tagliate dei propri spazi da trasformare, potrà richiede-re una consulenza gratuita. E’ consigliabile mandare una mail di richiesta all’in-dirizzo:[email protected] oppure telefo-nare al numero Tel. 030 34 63 484/495.Questa edizione di BRESCIA CASA DESIGN si prean-nuncia ricca di novità e di sensazionali sorprese, tra gli ospiti VIP Ludmilla Radchenko, madrina della manife-stazione, ANDREA E MICHELE speaker di RADIO DEEJAY, Patrizia Laquidara cantante di successo co-nosciuta per la colonna sonora del film MANUALE D’AMORE nonché Premio Tenco 2011.Il programma eventi è disponibile all’indirizzo web: www.fierabresciacasa.it

Non perdetevi la nuova BRESCIA CASA DESIGN!

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2012

In anteprima

VENERDÌ 2 MARZOSABATO 3 MARZODOMENICA 4 MARZO VENERDÌ 9 MARZOSABATO 10 MARZODOMENICA 11 MARZO

17.00 - 21.0014.00 - 20.0010.00 - 20.00 17.00 - 21.0014.00 - 20.0010.00 - 20.00

Organizzato da: FIERA DI BRESCIA - tel. 030 3463484/482

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BRESCIA CASA DESIGNin collaborazione condC dentroCASA design,presenta in uno spazioesclusivo il megliodell’arredamento,dei complementi e degliaccessori per la casa.I più noti marchidel design italianosi incontrano aBRESCIA CASA DESIGN.

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Radio Vera è un’emittente bresciana, molto seguita, presente sul territorio da vent’anni. Negli ultimi anni, oltre all’organizzazione di centi-naia di iniziative che hanno fisicamente portato la radio tra la gente, è nata anche una nuova collabo-razione con Radio Bruno che allarga gli orizzonti di questa bella realtà locale diretta dal giovane Luca Riva, al quale rivolgiamo qualche domanda.Iniziamo dando un’occhiata dietro le quinte. Com’è organizzata la vostra emittente, sia dal pun-to di vista tecnico sia per quanto riguarda le risorse umane a disposizione?

Siamo una piccola realtà, ma cerchiamo sempre di stare al passo con la tecnologia. Da circa tre mesi, abbiamo rinnovato l’automazione della radio, un investimento importante per aumentare la qua-lità dei nostri servizi, sia per quanto riguarda l’informa-zione che per la programmazione musicale. Crediamo fortemente nel capitale umano: cinque i dipen-denti e una decina i collaboratori che ogni giorno lavora-no e credono nel progetto editoriale.

Negli ultimi anni diversi fattori hanno ostacolato la crescita delle radio locali e indipendenti. In poco tempo la maggior parte di esse è stata co-stretta a cedere le frequenze, licenziare personale e, spesso, chiudere i battenti. Radio Vera ha superato quel momento ed, anzi, ha potenziato la presenza sul territorio. Come siete riusciti a farlo?

L’emittenza locale è stata massacrata dai grandi gruppi

Luca Rivail giovane direttore di Radio Vera

editoriali e la radiofonia, negli ultimi 20 anni, si è modificata moltissimo… oltre 300 emittenti locali hanno chiuso i bat-tenti, con un inevitabile ridimensiona-mento del pluralismo d’informazione. Anche in questo settore, purtroppo, la meritocrazia non esiste. Le emittenti nazionali, ancora oggi, in-fischiandosene delle “belle voci”, pro-pongo sempre più personaggi che, non essendo riusciti a sfondare in televisio-ne, si riciclano con la radio.In questi anni, siamo riusciti a resiste-re e a diventare più grandi, soprattutto grazie alla tenacia e alla passione. Personalmente ho dovuto sacrificare molto tempo libero ma, grazie a questo lavoro, ho avuto la possibilità di cono-scere più da vicino e ad ogni livello, il mio territorio.

La radio è sempre stata un punto di riferimento musicale per la gente. Molti anni fa, la si ascoltava per re-stare aggiornati sulle ultime uscite e magari registrare, con le cassette, i singoli del momento. Poi le nuove tecnologie, internet su tutte, ha reso la musica fruibile a 360 gradi generando un nuovo tipo di ascolto. Chi sono, oggi, i nuovi ascoltatori

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del pianeta radio in generale e di Radio Vera nello specifico?

Il nostro mondo radiofonico, per la maggior parte della programmazione, è dedicato all’informazione locale, con particolare attenzione alle tante voci che, spesso, trovano poco spazio nei mezzi di comunicazione. Per quanto ri-guarda la musica, non ci preoccupiamo troppo di cercare l’ultimo singolo in uscita, ma favoriamo i grandi classici e, anche qui, cerchiamo di dare voce agli artisti emergen-ti, soprattutto locali.

Tra le scelte della vostra emittente anche quella di voler uscire dagli studi per incontrare di persona gli ascoltatori. Non è passata inosservata la vostra ca-pillare presenza in fiere e sagre, oltre all’organizza-zione di piccoli e grandi eventi. Quando ha avuto luogo questa scelta e perchè?

E’ stata una scelta di tanti anni fa, l’abbiamo fatta per pri-mi e vedo, senza voler provocare nessuno, che adesso lo fanno anche altre radio… In passato ci chiamavano pazzi ma abbiamo sempre pensato che la radio si debba fare,

quanto più possibile, in mezzo alla gente.

Il mondo musicale bresciano, fatto di artisti locali, interpreti e cantautori, trova nella vostra emittente un vero e proprio punto di riferimento. Oggi Radio Vera è forse l’unica emittente a passare i brani del mondo bresciano a 360°, disinteressatamente e con grande attenzione alle nuove uscite. Com’è il rap-porto dell’emittente con questi artisti e quali sono i risultati di questa vostra filosofia?

Sono particolarmente soddisfatto che il movimento mu-sicale bresciano, negli ultimi anni, sia cresciuto moltissi-mo e non solo numericamente!Da sempre abbiamo intrapreso questa difficile strada, per consentire agli artisti locali di avere una possibilità di ascolto e di esibizione.Il percorso iniziato dal sottoscritto, anni prima, ora trova la collaborazione indispensabile di Alex Rusconi, da un anno responsabile musicale dell’emittente.

Tra le appendici della vostra attività vi è anche una grande presenza in rete. Diversi siti internet e

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una puntuale vicinanza al pubblico attraverso i so-cial network. Quali risultati portano queste scelte all’ascolto della radio? Il pubblico di ascoltatori par-tecipa attivamente alla programmazione? Quali sono i pro e i contro dell’avvicinare così tanto l’emittente agli ascoltatori?

Siamo arrivati leggermente più tardi, rispetto ad altri, ma anche in questo settore stiamo cercando di recuperare il tempo perso, offrendo la possibilità di trovare, attraver-so i nostri prodotti in rete (con qualche sorpresa), una maggiore disponibilità alla pubblicazione. Credo di poter dire che, entro il mese di giugno, saremo in g r a d o

di offrire un servizio completo. Mi sembra co-munque che, nel frattempo, il pubblico ci stia pre-miando con una certa vicinanza.Anche on-line vogliamo diventare uno strumento utile, propositivo e credibile.

A proposito di indici di ascolto. Se ne è mol-to parlato negli anni scorso anche in merito a certe polemiche che riguardavano agenzie deputate a raccogliere i dati di ascolto per le radio. Oggi la situazione com’è? E’ possibi-le avere un riscontro preciso dell’ascolto? Su quali parametri ci si basa per determinarlo?

Sugli indici di ascolto ci siamo battuti per anni, in particolare sulla mancanza di credibilità di “Au-diradio”… Il tempo ci ha dato ragione, poichè quei dati di ascolto non si sono rivelati, neanche lontanamente, veritieri! Certo è che in questi anni gli investimenti pubblicitari sono spesso andati in mano a realtà che non l’avrebbero meritato.Il fallimento di “Audiradio” comunque non ci conforta: tuttavia confidiamo che la nuova indagi-ne promossa da Eurisko, “Radio Monitor”, possa portare ad un risultato serio, rispettando tutte le realtà della radiofonia, anche locale.

Parliamo del recente gemellaggio della vostra emittente con Radio Bruno, una realtà che ormai è semi-nazionale. Come è nata l’idea di unirsi a questa emittente emiliana? Quali sbocchi potrà avere in futuro questa collabo-

razione? Quale è stata la reazione degli ascol-tatori a questa scelta?

L’unione con Radio Bruno ha un valore programmatico e di contenuto, che va ben al di là del semplice palinsesto. Si tratta del primo accordo nazionale di questo genere che, rispettando la nostra identità, propone un ulteriore allargamento ad una provincia importante come la no-stra, ad un’emittente che prima riusciva a coprire solo parzialmente il nostro territorio.Attraverso questo accordo ero, e sono, desideroso di lan-ciare un messaggio nuovo all’editoria bresciana, spesso troppo statica e priva di spirito di collaborazioni.

Manca, a Brescia, la mentalità dell’azione sinergica e, malgrado ci abbiamo già provato in passato con al-cune realtà, i risultati sono stati sempre nulli o quasi (e non per nostro volere).Non troppo lontano da qui, a Carpi, siamo riusciti invece a trovare chi, come noi, crede in questa filo-sofia della collaborazione. E ci crede davvero, non solo a parole...

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tempo perso, offrendo la possibilità di trovare, attraver-so i nostri prodotti in rete (con qualche sorpresa), una maggiore disponibilità alla pubblicazione. Credo di poter dire che, entro il mese di giugno, saremo in g r a d o

stra, ad un’emittente che prima riusciva a coprire solo parzialmente il nostro territorio.Attraverso questo accordo ero, e sono, desideroso di lanciare un messaggio nuovo all’editoria bresciana, spesso troppo statica e priva di spirito di collaborazioni.

Manca, a Brescia, la mentalità dell’azione sinergica e,

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Lo stile non è un concetto vano. E’ semplicemente il modo di fare ciò che deve essere fatto.

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Un locale dove il rapporto qualità/prezzo è una gustosa sorpresa.Adagiato sul Lungolago di Salò, in una cornice veramen-te splendida, il Ristorante “La Sirena” rappresenta un’oc-casione assolutamente da non perdere per tutti quelli che amano gustare dell’ottimo cibo in un ambiente conforte-vole e famigliare. Senza dubbio il luogo ideale per trascorrere il proprio tempo in un’atmosfera rilassante e coinvolgente, che ab-bina una cucina di alta qualità ad un’ospitalità spontanea e sempre molto accogliente.

E’ questo, in estrema sintesi, il modo con cui Francesca Avigo e Francesco La Rosa hanno portato a vita nuova il prestigioso locale che si trova in una delle zone più sug-gestive di Salò, proprio sulla sponda del Lago di Garda, inserito in un edificio di pregio che viene valorizzato a dovere proprio dall’arredamento che è stato creato all’in-terno, negli ambienti caldi e romantici del ristorante. Basta un semplice sguardo, del resto, per rendersi conto di trovarsi in un locale davvero singolare, un locale dove gli ospiti vengono ricevuti con grande cortesia e fami-gliarità e dove anche il più piccolo particolare evidenzia

Ristorante La Sirena

di Luca Marinoni

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la cura con cui è stata preparata la “veste” attuale de “La Sirena”. Il punto di forza fondamentale del ristorante che si trova in via Pietro da Salò 23 non è però l’ambiente caldo e ro-mantico (ideale anche per cene in coppia che lasciano un dolce ricordo) e non è nemmeno la collocazione proprio sulle rive del Garda. Il vero fiore all’occhiello de “La Sirena”, grazie anche al qualificato staff guidato in grande armonia da Francesca e Francesco e all’apporto offerto da uno chef di grande competenza, è però la cucina. In effetti basta un solo boc-cone per rendersi conto dell’attenzione che viene riser-vata ad ogni piatto (compreso quello apparentemente più semplice), per scoprire la cura che viene dedicata ad ogni ingrediente e alla sua qualità. Caratteristiche che rendono a dir poco speciale il menù proposto e che affianca l’alta cucina e i manicaretti più elaborati e sfiziosi alle ricette più tradizionali di casa nostra e della nostra regione.

Una cucina che, al tempo stesso, riesce a distinguersi per le sue apprezzatissime specialità sia con la carne che con

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il pesce, il tutto per piatti che non solo sono in grado di conquistare anche il palato più esigente, ma si trasforma-no immediatamente in una piacevole esperienza da ripe-tere il più presto possibile. “La Sirena”, inoltre, non è soltanto un ristorante-brasse-rie di stampo tradizionale, ma si presenta come il locale ideale per eventi e feste speciali, come le romantiche cene di S. Valentino o il cenone di Capodanno, ma anche feste

a tema e le classiche feste aziendali. Ogni iniziativa nelle accoglienti sale de “La Sirena” di-venta subito un appuntamento di successo e di presti-gio e proprio i due titolari, Francesca Avigo e Francesco La Rosa, seguono personalmente ogni momento dell’evento per far sì che tutto si svolga nel migliore dei modi, secondo le esigenze di chi ha riposto la sua fiducia su “La Sirena”. Se a tutto questo, accanto alla possibilità di gustare i de-liziosi manicaretti presentati dallo chef per tutto l’anno, senza l’esclusione di alcuna stagione, aggiungiamo un altro motivo d’orgoglio del ristorante salodiano come il rapporto qualità/prezzo veramente molto conveniente, possiamo agevolmente concludere che una visita in via

Pietro da Salò non solo è tempo ben speso, ma dev’essere compiuta il più presto possibile. In effetti all’uscita dal locale gardesa-no non soltanto lo stomaco e il pa-lato possono esprimere tutta la loro soddisfazione, ma a questa gioia si può tranquillamente allineare anche il portafoglio, che, soprattutto in periodi difficili dal punto di vista economico come quelli che stiamo vivendo, non è costretto a fare eccessivi sacrifici e a fi-nire la serata completamente “svuota-to”. Senza dubbio un’altra valida ragio-ne per scoprire in fretta le ammalianti proposte de “La Sirena” di Salò!

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Per la nostra rubrica questo mese abbiamo voluto incon-trare Paola Carbonari, uno dei volti più conosciuti della televisione bresciana, che è stata anche una delle prime a

portare il calcio davanti alle telecamere in maniera diver-tente e piacevole. Un genere che la bionda conduttrice giunta a Brescia da Roma sta portando avanti ancora adesso sulle frequenze di ReteBrescia con indubbio successo ed altrettanta pro-fessionalità. Un personaggio pubblico nel senso più ampio del ter-mine, che, però, non gradisce troppo essere posto sotto la luce dei riflettori: “Chi mi conosce – inizia la breve

Paola Carbonari

“I figli sono la mia partita più bella!”

E’ senza dubbio uno dei volti più cono-sciuti della

televisione bresciana, un’importante di Luca Marinoni Ph. Selene Z.

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intervista Paola Carbonari – sa che in realtà non amo apparire. Mi piace lavorare e amo il lavoro che faccio, ma, per il resto, non vado in cerca di pubblicità e di grandi titoli.

Preferisco di gran lunga la modestia e il concreto lavoro di ogni giorno. E’ questo quello che mi piace veramen-te!”. Un legame lungo e profondo con questa attività che è iniziato in quale modo? “Quando sono arrivata a Brescia proveniente da Roma sono approdata all’allora Telepada-na. Con il direttore Calarco e Sandro Mancini abbiamo deciso di inaugurare un programma mattutino, una sorta di contenitore che a quei tempi nemmeno la Rai presen-tava. In seguito a quell’esperienza il direttore dell’epoca di Teletutto, Massimo Boni, mi ha chiamato ed è così ini-ziata una collaborazione che ben presto ha portata ad un’altra grande avventura. In effetti è nata l’idea di realizzare una trasmissione spor-tiva e con la squadra di quel periodo, con i vari Gigi De Paoli, Mimmo Postorino e Ciro Corradini, è cominciato il viaggio nel calcio che dall’86 dura ancora oggi e che mi ha appassionato sempre di più ai colori ed alle vicende del Brescia.

Una proposta che all’inizio poteva sembrare una sorta di azzardo, ma, invece, sono ancora qui e sono sem-pre più legata a questo ambiente e alle avventure del Brescia che ho potuto seguire in anni splendidi in serie A,

a Wembley e in tutte le esperienze di questi anni”. Per il futuro c’è un sogno nel cassetto o un desiderio che ti piace-rebbe realiz-zare? “Posso dire che mi sta piacen-do sempre di più lavo-rare dietro le quinte. Curare tra-smissioni ed eventi, orga-nizzare ma-nifestazioni ed iniziative, anche non solo televi-sive, è un’at-tività che mi stimola mol-to e mi offre sempre forti emozioni.

Se quindi posso esprimere un desiderio, direi che mi pia-cerebbe proprio poter portare avanti questa parte orga-nizzativa - creativa della mia attività”. Un’attività sempre molto intensa che non ha mai creato problemi con la tua famiglia e i tuoi figli? “No ed è stata una mia scelta ben precisa – risponde con un ampio sorriso, ma anche con grande determinazione Paola Carbonari – In effetti posso dire che ho rinunciato a delle proposte per i miei figli. Una decisione che ho fatto con convinzione e che rifarei senza alcun dubbio. Non ho nessun rammarico, anche perché i figli sono la mia vita ed hanno la precedenza. Il fatto è che quando ero in attesa del mio primo figlio, Simone, ho ricevuto una proposta da Rai3 che ho rifiuta-to per stare vicino alla famiglia. La situazione si è ripetuta sedici mesi dopo, sempre per iniziativa della Rai, ma in quel caso stava per arrivare mia figlia Nicole e quindi ho scelto ancora una volta i miei figli. E ne sono felice…”.

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Che cosa succede quando Azienda, Accademia e Professionisti si incontrano?Nel caso di Zinco Service, impresa di casa a Brescia, ma con controllate in America, Canada e Gran Bretagna, succede che da una piccola idea nasce qualcosa di buono. Tutto incomincia dalla voglia di celebrare degnamente i propri dieci anni di attività. Un lasso di tempo durante il quale l’azienda bresciana

è passata dall’offrire un semplice portafoglio di servizi per le zincature a caldo Italiane ad una identità più ric-ca. Oggi infatti Zinco Service è al centro di un network di imprese che portano il proprio know-how in Canada, Stati Uniti, Gran Bretagna ed Australia. Uno sforzo di internazionalizzazione in gran parte sostenuto dallo svi-luppo di nuove tecnologie e da una massiccia dose di ri-cerca e sviluppo, da sempre condotta con partner di alto

Zinco Service - LabaIl progetto Zinco Service-LABA: “Zinco e Accademia”

per un design a sostegno della comunità locale, ovvero un laboratorio di idee tra impresa, accademia e professioni.

√ Il Primotel di Brescia è una moderna struttura, che offre efficienza, comodità ed eleganza.

√ E’ situato a poche centinaia di metri dal casello A4 di Brescia Centro.

√ L’Hotel propone 34 camere, di atmosfera rustico elegante, dotate di ogni confort.

√ Disponibile accesso riservato: sappiamo darvi il benvenuto con la massima discrezione.

√ Primotel garantisce un servizio superiore, a convenienti tariffe da 3 stelle.

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Via Borgosatollo, 30 | 25124 Brescia tel. 030.3534286 - fax 030.3534173

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livello, come il Consiglio Nazionale delle Ricerche del Canada o l’Università di Leoben (Austria).

Un’amicizia forte con la Libera Accademia di Bel-le Arti di Brescia (LABA) invoglia a pensare ad un incontro tra industria ed arte. Così prende forma l’idea di indire un concor-so d’idee tra gli studenti della LABA: pensare ad un elemento di arredo per esterni in acciaio zincato a cal-do che sappia tenere in debito conto i soggetti a ridotta mobilità. Per le tre idee migliori, una borsa di studio e la possibilità di collaborare alla filiera industriale che costruirà i primi prototipi.

“Quando l’idea ha cominciato a prendere forma, abbiamo capito che molte altre forze avevano voglia di contribuire con i loro talenti e le loro energie” spiega Maria Valgimi-gli, Operations Manager di Zinco Service e coordinatrice del progetto. “Da qui nasce il forte supporto avuto dalla Compagnia delle Opere di Brescia, che ci ha dato idee e contatti per concretizzare la nostra visione.”Arrivano i bravissimi professionisti dello Studio D73 di Brescia, che - con l’entusiasmo contagioso dell’Architetto Marco Vismara - offrono contributi sul tema del design e dell’emozione nei prodotti pensati per utenti “universa-li”, quindi anche disabili.

A stendere il bando – gra-tuitamente – arriva anche l’aiuto inatteso dell’Avvo-cato Sara Remus, brillante professionista bresciana.“Devo dire che sino ad ora mi ha decisamente colpito la grande disponibilità di tutti” dice Mario Ubiali, Amministratore Delegato di Zinco Service. “Fa pia-cere vedere che su temi di spessore ognuno è pronto a fare la sua parte.”

Ora comincia il percorso culturale propedeutico alle cre-azioni degli studenti: un breve ciclo di incontri con il mondo produttivo e quello del design, che culminerà con la visita di un impianto di zincatura e verniciatura e l’in-contro con una singolare artista della forgiaproveniente dal Regno Unito.L’estate, con la fine dell’anno accademico, sarà invece il momento della valutazione e quindi della selezione delle opere premiate, così che si possa entro fine anno proce-dere ad incarnare in acciaio e zinco i sogni, socialmente ed ecologicamente “virtuosi”, degli studenti.

Zinco Service srl via Spalto San Marco 16, 25121 Brescia

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Libera Accademia Di Belle Arti LABAVia Don Giacomo Vender 66, 25127 Brescia

www.laba.edu

via Bazoli 6/10, Brescia - tel. 030.316152 - www.sanfilippo.it

351976-2011

da 35 anni «LO SPORT» a Brescia.

1978: Sara Simeoni ottiene il Record del Mondo di Salto in Alto.

1989: Giorgio Lambertistabilisce il Record del Mondo nei 200m

1992: la Gabeca Pallavolo vince la sua seconda Coppa delle Coppe

1993: il Brescia Calcio a Wembleyconquista la Coppa Anglo-Italiana

2000: il «Pallone d’Oro» Roberto BaggioCapitano del Brescia

2003: la Leonessa Nuoto vince ilCampionato Italiano e la Coppa LEN

2006: Vanessa Ferrari vince l’Oroai Mondiali e agli Europei

2011: i Bengals Brescia sono per laseconda volta Campioni d’Italia

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1993: il Brescia Calcio a Wembleyconquista la Coppa Anglo-Italiana

2000: il «Pallone d’Oro» Roberto BaggioCapitano del Brescia

2003: la Leonessa Nuoto vince ilCampionato Italiano e la Coppa LEN

2006: Vanessa Ferrari vince l’Oroai Mondiali e agli Europei

2011: i Bengals Brescia sono per laseconda volta Campioni d’Italia

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Era il 6 Maggio dello scorso anno quando a Brescia due in Via Creta nasceva un’idea ri-voluzionaria dedicata prevalentemente alle donne ed alla loro qualità della vita, PUNTO STIRO. Quante volte abbiamo sentito dire che stirare è faticoso, noioso e porta via tempo prezioso alla nostra vita?.Ebbene munendosi del “sacco” Punto Stiro in Via Creta 64/b tutto questo apparterrà alla preistoria, infatti è il primo passo da compiere per liberarsi da una pesante schiavitù.Tutto il contenuto preventivamente lavato ver-rà stirato e confezionato con la stessa cura che ognuno di noi ci metterebbe per i propri capi e riconsegnato nell’arco di tre giorni lavorativi. Sembra incredibile ma è la realtà. La stiratura “forfait” a sacco im-plica una imbatti-bile convenienza economica, ed in più da Gennaio 2012 si può sce-gliere la formula più adatta alle proprie esigenze, dal classico sac-co “full” (€ 28,00) al Mezzo Sacco per agevolare i single o al

Sacco Speciale per i manager che hanno ne-cessità prevalentemente di stirare camicie e

pantaloni.Dal 6 Maggio ad oggi tanto è cambiato e si è evoluto nel mondo Punto Stiro, un management puntualmente attento alle esigenze dei propri clienti ha migliorato sensibilmente la qualità del servizio ini-zialmente affidata a terzi ed oggi invece

parte integrante in esclusiva per il pro-getto, l’ausilio di nuovi macchinari tecno-

logicamente avanzati e personale qualificato garantiscono rinnovata qualità e puntualità.

L’inserimento della linea di profumazioni per

Punto StiroCome liberarsi dalla schiavitù dello stiro

ognuno di noi ci metterebbe per i propri ognuno di noi ci metterebbe per i propri capi e riconsegnato nell’arco di capi e riconsegnato nell’arco di tre giorni lavorativi. Sembra incredibile ma è la realtà. La stiratura “forfait” a sacco im-plica una imbatti-bile convenienza

proprie esigenze, dal classico sac-co “full” (€ 28,00) al Mezzo Sacco per agevolare i single o al

Sacco Speciale per i manager che hanno necessità prevalentemente di stirare camicie e

pantaloni.Dal 6 Maggio ad oggi tanto è cambiato e

parte integrante in esclusiva per il progetto, l’ausilio di nuovi macchinari tecno

logicamente avanzati e personale qualificato garantiscono rinnovata qualità e puntualità.

L’inserimento della linea di profumazioni per

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gli ambienti “Himalaya” arricchisce il servizio principale fornendo ai clienti la possibilità di avere dei prodotti sele-zionati e naturali di primo livello, ed altre iniziative sono sul trampolino di lancio per un marchio che ha fatto dal fattore “novità” una ragione di vita.Tanto il successo riscosso, lo testimonia il fatto che in così breve tempo Punto Stiro srl ha lanciato una cam-pagna Franchising che corre come un treno, con l’aper-tura di Lumezzane San Sebastiano ( 4 di Febbraio2012) i negozi diventano 6 nella nostra provincia (Orzinuovi, Urago Mella, Rovato, Raffa di Puegnago) e sono destinati a crescere visto l’innovativo ed apprezzato servizio offer-to alle famiglie bresciane.Si registra un interesse molto alto di coloro, giovani e

meno giovani, che cercano oggi un modo per realizza-re un’attività in proprio invece dell’introvabile posto di lavoro o di altre tipologie di attività imprenditoriali certo meno innovative. Possiamo dire infine che Punto Stiro oggi è sinonimo di soluzione per chi non vuole più trascurare la propria vita affettiva togliendo ore preziose a se ed ai propri cari, ed anche per coloro che vedono la possibilità di ripensare al proprio lavoro salendo sulle ali di questa entusiasmante ventata di novità.

Info: www.puntostiro.it

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C’è anche la bresciana Eliana Cartella, tra i protagonisti dell’isola dei famosi 9, reality di RAI 2 iniziato lo scorso 25 gennaio. La fotomodella ventunenne iniziò la sua car-riera proprio sulle pagine di Brescia UP nel febbraio 2010 con un servizio fotografico di moda, e da allora è stato un crescendo di successi e soddisfazioni.

Nel settembre 2010 è stata finalista di miss Italia, e ospite della trasmissione “Chiambretti night” per la vicenda di gossip che la vide contesa tra il calciatore Mario Balotelli e Renzo Bossi, figlio del leader della Lega.Per questo motivo ricevette anche il Tapiro d’oro, il sim-patico premio di Striscia la Notizia consegnato da Valerio

Eliana CartellaDa Brescia all’Isola Dei Famosi

di Francesco Baronio

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Staffelli.Tra le sue esperienze lavorative si contano servizi foto-grafici su Vanity Fair, Diva e donna e la copertina sul mensile spagnolo Primera Linea. Alla conduzione del programma quest’anno c’è Nicola Savino, mentre Vladimir Luxuria è l’inviata sull’isola in un’edizione sempre fedele alle caratteristiche che la con-traddistinguono: mancanza di confort, scarsità di cibo, nessun contatto con l’esterno, convivenza forzata con gli altri naufraghi.Saranno 12 puntate in prima serata, con una striscia quo-tidiana dal Lunedi al sabato alle 19.30 per raccontare la giornata dei naufraghi.

Hair Stylist: Free Time di Anna Olivari

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Al ristorante si beve meno per colpa dei limiti im-posti dalle normative antialcol, per la crisi e perché cambia l’approccio dei clienti al vino.Adeguare lista dei vini e modalità di offerta diventa quindi importante, ma bisogna scegliere strategie di lungo periodo perché alla fine l’ultima parola è sem-pre quella del consumatore.Sul sito http://aspettando.vinitaly.com aggiungi la tua opinione a quella dei principali attori della filie-

ra. Verona, 26 gennaio 2012 – Vini semplici, leggeri e di prezzo medio, al calice o in bottiglia di piccolo formato: è questa la strada per soddisfare i clienti dei ristoranti? Sì, almeno secondo gli operatori intervistati per l’appunta-mento settimanale di “Aspettando Vinitaly”.Al ristorante «il cliente che guida si preoccupa di non su-perare i livelli consentiti di alcol – spiega Paola Bertinotti del ristorante Pinocchio di Borgomanero in provincia di Novara - e questo inevitabilmente coinvolge tutti i com-

Bottiglia? no grazie.Al ristorante meglio un buon bicchiere di vino

Aspettando Vinitaly: continua il dibattito sul vino nella ristorazione

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mensali. Per questo da molti anni chiedo ai pro-duttori vini a 12,5 gradi e adesso dovranno per forza arrendersi all’evidenza». «Bisognerebbe diffondere ancora di più il consumo di vino al calice e quello dei piccoli formati» sottolinea Ma-rina Cvetic, della cantina Masciarelli, ma non si tratta di una strategia difensiva; è piuttosto un adeguamento ai nuovi modi di consumare.Allora c’è chi cerca di introdurre nella lista dei vini nuo-ve proposte - «piccole chicche italiane da proporre con convinzione», come dice Bertinotti -, mentre per il gior-nalista Luca Maroni occorre «sviluppare brand non più di piccola selezione per essere performanti sul rappor-to quali-quantitativo di ogni singola etichetta, altrimenti non si memorizzano e non si diffondono il nome del vino e del produttore».Una carta da giocare è quella dei vini di importazione anche se per ora, secondo Maroni, l’offerta «rimane dav-vero bassa e non aggiornata, tanto che i migliori vini dei migliori nuovi produttori mondiali sono clamorosamente assenti dal mercato italiano, specie le annate recenti».

Questo forse perché le motivazioni del consumo non coincidono con quelle dell’offerta. Secondo Andrea Bolis di Bolis distribuzione, infatti, «da una parte c’è la mag-giore curiosità del consumatore per etichette che non ha mai bevuto, mentre dall’altra una maggiore marginalità per i ristoratori sui vini esteri, di cui il cliente molte volte ignora il valore effettivo».

Attenzione però perché, dice Cvetic, «sul lungo termi-ne sarà il consumatore a scegliere i vini in maniera più consapevole, secondo il proprio gusto e il proprio por-tafoglio».

Le interviste complete sono disponibili sito http://aspet-tando.vinitaly.com dove è possibile partecipare al dibat-tito.L’indagine “Vinitaly incontra la ristorazione” è disponi-bile nella sezione “Studi e Ricerche” dell’Area Stampa del sito www.vinitaly.com.

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La Provenza, in Primavera, offre allo sguardo colori e cieli che danno la sensazione del nuovo risveglio della natura. E mentre l’animo si ingenti-liva di fronte al magnifico paesaggio, la via verso Castellet si faceva sempre più breve. Questo itinerario mi sta-va portando da Marsiglia al Circuito Paul Ricard. Da tempo desideravo provare una F/1 ebbene esperita la fase burocratica, eccomi nuovamente al Paul Ricard, dove moltissimi, ma moltissimi anni addietro disputai “ Dieci ore” con buoni risultati su Fiat e Alfa Romeo in coppia con gli amici Vincenzo Tenchini ed al compianto Oreste Lucini. Arrivato all’albergo, in un bellissimo borgo antico, poco distante dal circuito, giusto il tempo per depositare i bagagli, dopo pochi minuti di strada, eccomi nuovamen-te all’ingresso del circuito. Mi acco-glie il suono del motore di una F/1, mi diranno poi essere una Toyota. Rientrato nell’atmosfera del circuito con i ricordi delle gare passate pen-savo all’indomani e alla F/1. Infatti le poche ore che mi separano dal tanto desiderato ed atteso momento… vo-lano. Al mattino sveglia alle sei; du-rante la notte la pioggia caduta per

F/1 dal sogno alla realtàdal sogno alla realtà

di Luciano Dal Ben

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parecchio tempo ha lasciato la strada bagnata. Arrivato al circuito la pista appare ancora umida e si spera nel Mistra che spira da Nord a Sud per migliorarne le condizioni. Vengo accolto con simpatia assieme agli altri convenuti, giovani e meno giovani, francesi, inglesi e tedeschi, siamo una dozzina in tutto. Ci viene designata una saletta per cambiare abbigliamento, quindi in una sala arredata da monitor di tutta la pista, briefing e istruzioni su tutto il programma da sviluppare. Nel frattempo la pista sembra vada asciugandosi. Il grande quadro luminoso dice che sono le 8.15 e la temperatura 14°, speriamo bene, almeno apparisse il sole… passiamo quindi in rassegna le auto-mobili che guiderò (si, perché non penserai di metterti al volante di una F/1 e via!!!). Allineate, belle ed invi-tanti sulla linea dei box fanno bella mostra sei Renault Clio /6V, quattro Martini F/3 e due F/1 – Arrows 19/20 motore Ford / Cosworth-3500 8/cil-700 cv 14000 g/m anno 1999/2000. Un colpo d’occhio incredibile e di rara bellezza sportiva in una cornice fantastica. Ma è tempo di iniziare; al volante della Clio V/6, cambio sequenziale, ritorno a percorrere la pista cercando di memorizzare le traiettorie e mi accorgo che ai lati delle curve non esiste la sabbia, ma un tipo di asfalto che passa dal grigio all’az-zurro, questo, come sentito al briefing perché migliora la sicurezza, in caso di errore, si può rallentare senza danni. Terminato questo turno di prova, tutti al briefing F/3. Di nuovo in pista è quasi tutta asciutta, caso e guanti in-dossati cerco di vestire al meglio la Martini F/3, cinture allacciate, motore e vai. Questa è una vera macchina da corsa, le sensazioni di guida sono esattamente quelle che ogni pilota cerca. Rientra ai box, quindi nuovamente in saletta per la valutazione globale dei due test. Tutti sedu-ti, di fronte a noi le equipe degli osservatori con fogli di appunti in mano… altro che gli esami!!! Quando arriva il mio turno mi chiedono: “ Yuo know the track?” “ Cono-sci il circuito?” . con gli occhi a terra, quasi vergognan-domi rispondo “ Yes, i know” “ Si, lo conosco” . a questo punto mi guardano e sorridono, uno di loro mi fa segno Ok e mi dice in italiano “ Bene, ma vediamo dopo!”. Pas-

sato il tempo della pausa ci ritrovia-mo nella saletta per la preparazione al test con la F/1 Arrows. Qualche volto comincia ad apparire teso e le domande sulla F/1 si fanno sempre più frequenti.La cosa importante dice il collau-datore F 1 è valutare bene la fre-nata. Raccomanda che la pressione sul freno deve essere enorme..e tante altre notizie sulla gestione del camgio, acceleratore , inserimento in curva ecc. Dopo questa “ full im-mersion” ed avere rivisto in video i test di F3, scendiamo in pista per il tanto atteso momento.

Le Arrows sono gia’ avviate,ed in precedenza si udiva l’urlo lacerante dei motori mentre venivano scaldati. Che emozione! Mi viene fatto cenno di tenermi pronto en-tro cinque minuti , l’atmosfera e’ di piacevole tensione frammista alla volonta’ di ben figurare, con modestia, di fronte ad una platea molto qualificata: a partire dagli os-servatori fino ad arrivare ai partecipanti , molti dei quali giovani piloti di F3, ed altri sulla via del professionismo. Ed eccomo al gran momento: dopo aver tolto il volan-te, mi infilo letteralmente nell’abitacolo e mi trovo su-bito molto comodo, affondato nel sedile, le gambe un po’ sollevate, le F1 attuali hanno il muso molo rialzato, sono ferme ed i piedi possono agire sui pedali con pic-coli spostamenti. Rimesso il volante ad innesto rapido, mi prendo il tempo necessario per controllare la giu-sta distanza dal volante delle braccia, ..in questi lunghi momenti l’emozione sale.Mi allacciano le cinture, a sei punti, moto strette, sottocaso e casco indossati, quindi i guanti e nel frattempo vengo ragguagliato, nuovamente, sulla strumentazione. La leva del cambio sequenziale è in posizione molto comoda, a destra vicino al volante: Mi sento comodo, senza la minima possibilita’ di alcun movimento del corpo, bloccato dalle cinture in posizione inclinata . E’ il momento: abbasso gli interruttori delle pompe benzina, dello start e viene inserito , sul retro, l’avviamento: un urlo incredibile appena sfioro l’accele-ratore invade lo spazio. L Arrows F1 è in moto, mi viene fatto cenno di tenere il motore oltre i 7000 giri e di par-tire quando lo desidero. Abbasso la visiera, uno sguardo alle luci colorate del display, pigio la frizione, inserisco la prima…una forte accelerata e rilascio la frizione, ap-pena la F1 si muove, tengo i giri motore in modo da non fare pattinare troppo le ruote ed inizio appena uscito dai box, ad inserire velocemente le marce.Non riesco a credere: sto veramente guidando una F1 !! Guardo poco il contagiri, posizionato sulla destra della strumentazio-ne analogica, meglio e piu’ facile seguire la successione delle lucine che cambiano colore sino al rosso (massimo regime giri 14.000 .). Nel frattempo, cerco di adattarmi,

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al meglio, a questo missile che accelera e procede ad una velocita’ spaventosa. Sul rettilineo del Mistral inserisco le marce in sicurezza senza sfruttare troppo i giri e percorro con molta attenzione le altre curve.Rientro ai box, dopo due giri , per i controlli d’uso e riparto, ora mi riesce di fare pattinare poco le ruote, sono leggermente calde, e quindi con il cuore , in tumulto per il momento di gioia e piacere che sto vivendo, curva dopo curva capisco e comprendo sempre meglio quanto sia impegnativa, esa-gerata, faticosa , di alto impegno psico-fisico e di grande difficolta’ la guida di una F1.La concentrazione deve essere estrema, non è permessa la minima incertezza, la successione delle azioni è tal-mente rapida che quasi mai e’ possibile rimediare l’errore. E, mentre imparavo, si fa per dire, come si fa, mi riesce un giro del Castellet che rimarra’ nella mente…Passo da-vanti ai box in piena accelerazione ed inserisco la quarta, procedo velocissimo, freno con forza e scalo due marce , con il motore che urla a 10.000 giri, mi inserisco nella piccola piega a destra e progressivamente accelero per immettermi nel rettilineo del Mistral, dove sfruttando i giri al rosso, almeno 13500/13600, inserisco in rapidis-sima successione le marce. E qui, mi sento assalito da sensazioni incredibili: la velocita’ pazzesca raggiunta con un’accelerazione da levare il respiro, lealtissime presta-zioni tecniche ed il piacere infinito di sentire fisicamente cosa significa guidare una F1 mi danno un’enorme gra-tificazione. In un lampo mi trovo a dover affrontare la curva di Signes, alla fine del rettifilo del Mistral, questa curva e la successiva sempre a destra, sono da sempre, la “ tesina “ di laurea per tutti i piloti di F1.Loro, che sono veramente bravi e capaci,la giravano quasi “flat” cioè in pieno,cose da far venire i brividi, tenuto conto che la curva successiva a destra è pur essa molto veloce e quindi difficile.Ma , per me ,ora, Signes si sta av-vicinando a velocita’ pazzesca, mi diranno poi che qui, in sesta marcia, prima di in-serire la quinta e girare la curva procedevo a circa 300 km/h!. Con impegno non da poco e massima concentrazione riesco a fiondarmi in piena accele-razione alla curva Beaus-set a destra, dove, dopo una frenata molto decisa ed aver scalato, andando a sfiorare i cordoli, senten-do questo mostro di po-tenza scatenare tutti suoi 700 cavalli, ne apprezzo la precisione della guida ed il perfetto inserimento in curva, l’assetto neutro che diviene sovrasterzan-te via, via , si accelera de-

cisamente in uscita dalle curve, con un piacere di guida quasi fisico…ma attenzione, si deve essere sempre con-centrati, l’errore , anche minimo, e’ in agguato. Sul di-splay, le luci cambiano colore continuamente, i piedi sono in continuo movimento in sincronia con le mani impe-gnate al cambio ed a girare le curve. Il rumore, bellissimo, quasi una sinfonia,dell’otto cilindri , trasmette vibrazioni e sensazioni che mi proiettano in un’altra realta’: spazio e tempo assumono dimensioni diverse, mi sposto a velo-cita’ in tempi molto brevi. La parte mista del circuito e’ molto divertente con curve velocissime e medio veloci , i continui cambi di direzione mi spostano la testa da ogni lato con continue ed enormi accelerazioni e decelerazio-ni, guido con piacere, e dopo aver preso un buon ritmo lo spettacolo della guida a ruote scoperte e’ impagabile. Arrivo, dopo aver percorso la curva di Bendor e la veloce Village a destra ed utilizzato tutta lapi\sta, giro a sinistra La Tour , pochi attimi con il motore al massimo ed a fre-ni quasi bloccati, alla staccata della Virage du Pont, che immette all’arrivo, la percorro in leggero sovrasterzo con la brutale accelerazione dei 700 cavalli, inserisco le mar-ce e sul traguardo mi attende una sventolante bandiera a scacchi. Ripercorro ancora un giro vivacemente e quindi rientro ai box, Spengo il motore e l’mprovviso silenzio mi appare surreale. Chiudo i vari contatti, mi sblocco le cinture, tolgo il piccolo volante e mi sfilo dalla F1. Mi sento un po’ affaticato …ma felice e mentre si avvicina lo staff tecnico, vedo sui volti cenni di compiacimento e di assenso nei mei riguardi.Dopo quasi cinque decenni di competizioni ed oltre 300 gare disputate, questo momen-to e’ senz’altro da mettere nel salotto buono dei ricordi.Piu’ tardi , nei box,champagne ed un arrivederci… E, mentre l’imbrunire si porta viail giorno, allontanandomi dall’autodromo in questo crepuscolo di Primavera, una sottile malinconia mi pervade l’animo, a quando un’altra giornata tanto emozionante e particolare?

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Dal 1° di gennaio 2012 l’estratto conto dei contribuenti sarà inviato in doppia copia al titolare del conto corrente ed al Fisco. Si attiverà quindi un costante e periodico flusso di infor-mazioni tra gli intermediari finanziari e l’Agenzia delle Entrate. I dati così ottenuti dall’Agenzia delle Entrate saranno archiviati in una sezione dell’Anagrafe Tributaria e le informazioni potranno essere utilizzate dall’Entrate per elaborare con procedure centralizzate liste selettive di contribuenti a maggior rischio di evasione. L’Amministrazione finanziaria quindi potrà fare una vera e propria radiografia di tutti i cittadini per poi sottopor-re a controllo quelli a rischio più elevato. L’effetto accerchiamento a scapito del contribuente si è concretizzato quindi con l’utilizzo sinergico del “Redditometro” in grado di identificare la loro capaci-tà di spesa, delle “Dichiarazioni dei redditi” in grado di evidenziare i loro guadagni, ed ora, “dulcis in fundo” anche con l’utilizzo delle loro movimentazio-ni finanziarie.A seguito dell’invio delle comunicazioni da parte degli intermediari finanziari , il fisco acquisirà la conoscenza degli importi delle singole operazioni dei contribuenti, senza ne-cessità di dover richiedere alcun altro detta-glio agli operatori con i quali il contribuente ha intrattenuto rapporti.Ipotizzando qualche scenario verosimile di utilizzo di tali informazioni , possiamo pen-sare che come primo screening l’ufficio possa fare un confronto tra il volume d’affari di-

chiarato e l’ammontare degli importi transitati sul conto corrente del contribuente. Tale prima informazione potrà essere in grado di fornire già interessanti spunti di appro-fondimento all’Ufficio rispetto a delle successive analisi più approfondite che verranno effettuate mediante l’azio-ne degli Uffici sul Territorio. Una volta individuato il contribuente da sottoporre a controllo , scatterà nei confronti dello stesso la convoca-zione per l’avvio del contradditorio. Va infatti ricordato che la convocazione è un passo obbligato dell’Ufficio , previsto normativamente , idoneo a legittimare l’eventua-le successivo avviso di accertamento nel caso in cui le parti non raggiungessero un accordo.Un ulteriore elemento da ricordare, sempre in tema di “abbinamenti” dei vari interventi anti evasione è quello relativo agli Studi di Settore. Viene infatti previsto che in presenza di soggetti non congrui e non coerenti con i risultati degli stessi , vi siano dei controlli mediante uti-lizzo delle indagini finanziarie.

Contribuenti a nudo davanti al fisco

Le novità della Manovra Monti prevede un invio periodico di tutti i dati finanziari all’Amministrazione Finanziaria

Rubricadi Emanuele Lumini

Studio Luminiwww.studiolumini.it

consulenza societaria, tributaria ed aziendale

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E chi lo dice che per essere sexy bisogna indossare un abito dalla scollatura esagerata, oppure una mini che mo-stra interamente le gambe?Vestire come un maschiaccio può essere estremamente sensuale e diventare un mezzo per affermare il proprio rinnovato fascino.

Negli anni ‘20 e ‘30 dive come Katharine Hepburn e Marlene Dietrich ne hanno fatto uno stile che tutt’ora ispira la moda delle nostre passerelle, dimostrando come una donna possa essere elegante indossando uno smo-king o anche semplicemente pantalone, camicia e giacca rigorosamente dal taglio maschile.

So CoolMannish style: sensualità estrema

(Lei si veste come lui)

Rubricadi Caterina Musciarelli

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So CoolMannish style: sensualità estrema

(Lei si veste come lui)

L’ abito maschile su un corpo femminile ha uno straor-dinario potere: sintetizza, timbra e certifica seduzione e autorità.L’incidere della moda sembra muoversi in questa direzio-ne: quella di conferire più importanza alle donne mentre cerca di addolcire gli uomini anche se secondo Prada, “la strada per far acquisire potere reale alle donne, anche at-traverso gli abiti, è ancora lunga.”

Molti stilisti hanno fatto del look maschile una firma per il loro stile, tanto da inserire almeno un outfit nelle loro collezioni. Dando un occhiata alle collezioni AI 2011-2012, possiamo ritrovare in Giorgio Armani una donna raffinata e chic, in Yves Saint Laurent una donna elegan-te e provocante, in Moschino una donna distinta e sensua-le, in Paul Smith una donna sofisticata e di classe, tutte dotate di una forte femmini-lità che solo una donna può esprimere.

E dando un occhiata anche alle collezioni PE 12 ci ac-corgiamo che lo stile “ma-schiaccio” continua ancora ad ispirare la moda, come nelle collezioni di Paul Smith e Stella McCartney.Ma quali sono i capi e gli accessori che servono per un autentico tomboy style??Traendo ispirazione dagli stilisti, possiamo cercare quali abbinamenti sono ne-cessari per un perfetto stile maschiaccio.Dolce & Gabbana ha scel-to per il suo mannish style cravatte molto colorate e fantasiose, bretelle sottili, giacche doppio petto, ca-mice con gemelli ai pol-sini, pantaloni dal taglio maschile con 5 tasche ed anche stile capri che mo-strano calzettoni in bella vista e infine scarpe rigo-rosamente stringate, anche con paillettes.

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Rubricadi Roberto Cappiello Consulente Finanziario Indipendente Fee Only

Riferimenti: Studio Cappiello, Via fratelli Lechi 13, 25121 Brescia, Tel/Fax 0305030934, www.studiocappiello.it il dott. Cappiello è delegato Aduc (Associazione per i Diritti degli Utenti e dei Consumatori) per Brescia

I mercati finanziari che stiamo conoscendo da alcuni de-cenni a questa parte, sono molto instabili e volatili, e dan-no spesso luogo a dei bruschi movimenti che in talune fasi ne trascinano al ribasso le quotazioni fino a sfiorare il baratro, ed in altre, le trascinano immotivatamente a rial-zi, a dir poco, spettacolari. Certamente, come diversi stu-di hanno dimostrato, esistono delle forze o governance cosi potenti da riuscire ad imprimere “il cosiddetto mood del mercato” che ne definisce l’andamento “normale”, ma da un certo momento in poi, quando si instaura il pa-nico o l’euforia, diventano incontrollabili e molto perico-losi, perché possono destabilizzare il sistema finanziario mondiale. Sto parlando di una oligarchia finanziaria che punta a lucrare denaro tramite denaro, trasferendo siste-maticamente i rischi assunti dagli investitori istituzionali alla società, ai risparmiatori e alle famiglie; staccandosi, di fatto, sempre di più dall’economia reale che l’ha generata e della quale si nutre. Pensate, se il Pil del mondo intero nel 2010 è stato di 74 mila miliardi di dollari, la finanza lo surclassa: il mercato obbligazionario mondiale vale 95 mila miliardi di dollari, le borse di tutto il mondo 50 mila miliardi, i derivati 466 mila miliardi. Tutti insieme questi mercati muovono un ammontare di ricchezza otto volte più grande di quella prodotta in termini reali: industrie, agricoltura, servizi. Tutto ciò è noto, ma ciò che spesso si dimentica è che tale processo, oltre a spostare il cen-tro della valorizzazione e dell’accumulazione capitalistica dalla produzione materiale a quella immateriale e dello sfruttamento, dal solo lavoro manuale anche a quello cognitivo, ha dato origine ad una nuova “accumulazione originaria” caratterizzata da un elevato grado di concen-trazione. Per quanto riguarda il settore bancario, i dati della Federal Reserve ci dicono che dal 1980 al 2005 si sono verificate circa 11.500 fusioni, circa una media di 440 all’anno, riducendo in tal modo il numero delle ban-che a meno di 7.500. Al 2011, cinque Sim (Società di

Intermediazione Mobiliare e divisioni bancarie: J.P Morgan, Bank of America, Citybank, Goldman Sa-chs, Hsbc Usa) e cinque banche (Deutsche Bank, Ubs, Credit Suisse, Citycorp-Merrill Linch, Bnp-Parisbas) han-no raggiunto il controllo di oltre il 90% del totale dei ti-toli derivati. Nel mercato azionario, le strategie di fusione e acquisizione hanno ridotto in modo consistente il nu-mero delle società quotate. Ad oggi, le prime 10 società con maggiore capitalizzazione di borsa, pari allo 0,12% delle 7.800 società registrate, detengono il 41% del valore totale, il 47% del totale dei ricavi e il 55% delle plusvalen-ze registrate. In tale processo di concentrazione, il ruolo principale è detenuto dagli investitori istituzionali (termi-ne con il quale si indicano tutti quegli operatori finanziari – da Sim, a banche, a assicurazioni – che gestiscono per conto terzi gli investimenti finanziari: sono oggi colo-ro che negli anni ’30 Keynes definiva gli “speculatori di professione”). Oggi, sempre secondo i dati della Federal Reserve, gli investitori istituzionali trattano titoli per un valore nominale pari al 68,4% del totale, con un incre-mento di 20 volte rispetto a venti anni fa. Inoltre, tale quota è aumentata nell’ultimo anno, grazie alla diffusione dei titoli di debito sovrano. In conclusione la natura stes-sa dei mercati mi induce a rafforzare l’idea che la piani-ficazione finanziaria per obiettivi, basata sull’assunto di sostanziale imprevedibilità dei mercati finanziari, sia uno dei migliori modi per compiere scelte di investimento, proprio perché consente di vedere il denaro non più e non solo come strumento di produzione di altro denaro, bensì come una risorsa fondamentale da utilizzare per il soddisfacimento dei propri bisogni, imparando a pren-dersene cura in maniera consapevole.

Fonti: Andrea Fumagalli, docente di economia all’Università di Padova; Federal Reserve.

Cosa c’è dietro ai grandi movimenti dei mercati

finanziari?L’economia reale è solo la punta di un iceberg.

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Durante i primi anni dell’800, un uomo, che era lontano per

fare il militare, scriveva ogni giorno alla sua sposa dettando

le sue parole al cappellano, che ogni giorno gli chiedeva:

“che cosa vuoi che scriva”? L’uomo rispondeva sempre:

” T ’ A M O , T ’ A M O , T ’ A M O ” !Ogni volta che la sua sposa riceveva la lettera, pregava il postino

che la leggesse per lei. E il postino prontamente declamava fiero:

” T A M O , T A M O , T A M O ” !

Quando l’uomo finalmente tornò a casa dalla leva, la prima persona

che incontrò fu il postino, che subito lo apostrofò: “Adel ché el

TAMO”! Tutto il paese da allora incominciò a chiamarlo TAMO ed i

suoi eredi TAMI’, i piccoli Tamo. Da allora, In casa TAMI’ si accoglie

chiunque passi di lì con un piatto caldo di ottimo cibo e un bicchiere

di delizioso vino, perché tutti lascino il loro ricordo, ad aspettarli.

il ritrovo a soli 40 minuti da Brescia E a 10 minuti dal Maniva.

TAMì, O NON T’AMI.

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Rubricadi Antonio Russo

C’è qualcosa che fa crescere ed alimenta con passione il sapere umano e questo qualcosa è la domanda, chi do-manda apre una porta, accende una luce. La domanda è un segnale di vicinanza, una stretta di mano che chiede di entrare, di avvicinarsi un po’ di più all’ambiguità del “parla con noi”. Facciamo attenzione alle domande che ci incontrano. Dietro ogni richiesta, c’è un’intenzione, un obiettivo. Chi ha in mente un punto interrogativo, ha un’informazione che gli manca, un’ombra che nasconde qualche oggetto che ha un significato e un valore per chi domanda. L’intenzione, talvolta, può essere piccola e poco significativa. Si consuma nella banale e semplice curiosità di un “che ore sono?” o di un “come si chiama il tuo cane?”.Quello che ci interessa davvero, è comprendere e saper utilizzare le domande che arrivano al cuore di un argo-mento. Un passo dopo l’altro, arriviamo proprio là, dove vo-levamo arrivare. Questo genere di domande, prima di ogni altro requisito, mettono in cima a tutto la chiarez-za dell’intenzione. Che cosa vogliamo fare con questa richiesta?Dove vogliamo arrivare? Che ci aspettiamo dall’altro.Quando ci interessa conoscere davvero una persona, op-pure scoprire fette interessanti della sua esperienza, quel-lo che facciamo è fare qualche domanda. Dove mira la nostra richiesta? Se la domanda è ben formulata, il suo biglietto da visita è la precisione. Tanto più la richiesta è pertinente e precisa, tanto meglio correrà incontro all’esperienza e alla conformazione/cultura di una per-sona.Indaghiamo meglio: siamo in un contesto positivo e fa-vorevole per le nostre domande. E’ tempo di lasciare spa-zio alla curiosità. Che cosa chiedere? Il contenuto non è importante o, almeno, sono fatti nostri. Quel che conta davvero, è la forma delle domande, ovvero quello che stiamo cercando, la nostra intenzione. Facciamo qualche esempio. Una persona dice: “Tutte le donne che leggono riviste femminili sono superficiali e pettegole.” Noi pensiamo che questa affermazione sia

una scemena. Come facciamo ad esplorarne le compo-nenti e, di seguito, a smontarla? La prima cosa da fare è capire perché un’affermazione di questo genere è una scemenza. Lo è, innanzitutto, dal punto di vista conven-zionale. Quando qualcuno tira in ballo l’intero genere umano o buona parte di esso con un “tutti”, siamo in compagnia di una generalizzazione. La persona in que-stione ha incontrato qualcuno con certe caratteristiche ed estende una singola esperienza alla generalità di tutte le esperienze possibili. Le domande utili per aprire una crepa nella sua convin-zione sono: “tutte le donne sono così? Non ti è mai capi-tato di conoscerne una che leggeva una rivista femminile e non era superficiale? E se la incontrassi, come sareb-be?”.Da qui, è molto grande lo spazio per far correre altri punti interrogativi. Ad esempio, è interessante sapere che cosa significano gli aggettivi “superficiali” e “pettegole”. Certo, sul dizionario della lingua italiana troviamo defini-zioni ufficiali e condivise di una parola. Nell’esperienza di vita, tuttavia, la faccenda si complica notevolmente. Chi sa che cosa significa per me una paro-la? Se facciamo un esperimento e chiediamo a tre persone di definire che cosa significa per loro “superficiale”, ot-terremo tre risposte differenti. Ogni risposta, ogni definizione è la traduzione in codice linguistico di una singolare esperienza, che ha trovato un marchio ritenuto adeguato nella parola “superficiale”. Arrivati qui, che cosa val la pena di chiedere? La doman-da da fare è: “Che cosa significa per te superficiale? Che cosa intendi con pettegola?”. Le risposte che arrivano sono fonte di un continuo stupore e di una crescita per-sonale di valore inestimabile. Quando facciamo cadere una convinzione limitante - e lo è perché nasce dalla generalizzazione di una brutta esperienza - siamo come astronauti che scoprono nuovi mondi. Se cambia una convinzione, le facce delle cose e delle persone cambiano il loro significato. Abbiamo nuo-ve possibilità di interpretare e di vivere che non vedono l’ora di essere scoperte.

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Rubricadi Edward Battisti

La morte di Alessan-dro Magno nel 323 a.c. portò ad una rapida d i sg reg a -zione del suo im-menso Im-pero.Il governo del l ’Egi t -to, toccò ad uno dei suoi più abili gene-rali, Tolo-meo, figlio a d o t t i v o del gene-rale mace-done Lago, che diede origine ad una dinastia detta dei Tolemaici o Lagidi, che nonostante intrighi di corte, successioni rocambolesche, vite sentimentali a dir poco discutibili, periodi oscuri e poli-ticamente instabili, dominò il paese per circa trecento anni, fino a quando i Romani dopo la Battaglia di Azio, posero fine all’Impero Egizio nel 30 a.c. annettendolo come prima provincia imperiale romana.Tolomeo era un uomo propenso alle faccende di Stato, severo, ma giusto. Il suo primo incarico politico datogli dallo stesso Alessandro, di cui era probabilmente fratellastro, fu quello di satrapo, termine di origine siriana, che significava protettore della provincia (Satrapie d’Egitto e Libia).

Queste, fa-cevano na-turalmente capo alla Macedonia e ad Ales-sandro in particolare, ma alla sua morte, di-vennero di fatto indi-pendenti e nel 305 a.c. Tolomeo I si autopro-clamò re dell’Egitto, governan-do sino al 283 a.c. anno della

sua morte, avvenuta in tarda età, dopo aver nominato suo successore nel 285 a.c. non il primogenito, ma il figlio avuto dalla terza mo-glie Berenice. Il termine satrapo nel tempo, assumerà poi similitudine di ti-ranno.Gli Egizi accettarono tutto sommato di buon grado la do-minazione tolemaica, ed il suo primo monarca, si impegnò subito a dare stabilità ad una terra facile preda di mire espan-sionistiche e caratterizzata quindi da continue lotte, a volte cruente, sia con le milizie di Antigono I di Siria, che ambiva a ripristinare l’impero di Alessandro, sia con le popolazioni confinanti.

I Tolomei

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Un governo dunque, abbastanza impegnativo, che richiedeva una buona autorità sia militare che politica, doti che Tolomeo possedeva. La questione con Antigono fu definitivamente chiusa con la battaglia di Ipso nel 301 a.c. nella quale il re siriano, fu sconfit-to e ucciso, si può dunque affermare che Tolomeo I lasciò in sostanza ai suoi successori, un regno tranquillo e ben gestito.Amante della cultura e della storia, a lui si deve la fondazio-ne della grande biblioteca, che trasformò Alessandria in un luogo dove si riunivano dotti, studiosi, filosofi, provenienti da ogni dove.Tutti i Tolemaici governarono sempre da Alessandria, la cit-tà fondata dal grande condottiero, che non seguì dunque il destino di altre città nate per ragioni politiche, acquisendo in-vece ben presto una propria identità culturale e commerciale, grazie anche allo sviluppo del suo porto, con il celebre faro costruito tra il 300 ed il 280 a.c. sull’isola di Pharos e comple-tato sotto Tolomeo II Filadelfo. Fu considerato una delle sette meraviglie del mondo con i suoi 134 m di altezza e dopo la Piramide di Cheope, la costru-zione più longeva, dato che sopravvisse sino al XIV secolo quando due terremoti, nel 1303 e 1323, la distrussero quasi completamente.L’enorme basamento quadrangolare pare si fosse in parte sal-vato, e la costruzione rimase così per anni, ma nel 1480 il sultano d’Egitto Quaitbay, pensò di demolire completamente il manufatto ed utilizzarlo per parte delle fortificazioni della città.Alcuni ruderi furono trovati nei fondali insieme alle statue di Tolomeo II e della moglie Arsinoe II. Una sua fedele ricostru-zione, si può osservare nella città cinese di Shenzhen. I Tolemaici, sebbene non facessero molto per accalappiarsi le simpatie dei locali, non imparandone neppure la lingua, dato che solo Cleopatra VII pare conoscesse l’Egizio, furono ri-spettati dal popolo, amministrando il Paese in maniera accet-tabile, con una buona rifioritura dell’arte, soprattutto quella templare, con gli esempi maestosi degli edifici di Dendera, Kom Ombo, Edfu, Esna e File, anche se la linea dinastica fu spesso dilaniata da lotte intestine con matrimoni tra fratelli, assassini politici e quant’altro.Anche la linea cronologica non è semplice da decifrare in quanto tutti i sovrani assunsero il nome di Tolomeo, ma anche le regine non brillavano certo in fantasia in quanto a nomi, dato che tutte si chiamarono solo Berenice, Arsinoe o Cleopatra. In sostanza, si conoscono quindici Tolomeo, di due essi (XIII e XIV) non sono stati trovati cartigli, l’ultimo il quindicesimo, detto anche Cesarione, era figlio di Cleopatra e Giulio Cesare e fu fatto uccidere da Ottaviano, che temeva in lui un pericoloso concorrente per la salita al potere essen-do figlio diretto dell’Imperatore, cosa auspicata dalla celebre madre Cleopatra VII, per creare un enorme impero Egizio- Romano. Dopo Tolomeo I Sotere, fondatore della Dinastia e Tolomeo II Filadelfo, ricordato per il faro di Alessandria, un altro Tolomeo piuttosto noto fu Tolomeo V Epifane.Del suo giubileo, per festeggiare l’incoronazione ufficiale av-venuta solo al nono anno del suo regno nel 196 a.c., si parla nella celebre Stele di Rosetta, il masso di origine vulcanica scritto in tre grafie diverse, demotico, geroglifico e greco, che diverrà fondamentale per la decifrazione dei geroglifici. Loft Streetbar

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RubricaProf. Alberto Bonera

Forse un po’ anestetizzata come un paziente che sta sotto i ferri del chirurgo salva-vita, o forse anche un po’ atto-nita e rimbambita dai colpi inferti dalla finanza pubblica e dai prelievi fiscali ormai sempre più insostenibili, forse incapace di riconoscere il male da cui è afflitta per ca-renza grave di spirito critico e ci perspicacia diagnostica. Si invoca la concordia e la condivisione per superare la crisi ma è assente l’idea - progetto su cui far convergere le residue forze. Aspettiamo che Celentano, il guru bene-fattore di Sanremo, scriva sulla lavagna il motto ispirato, anche se grammaticalmente scorretto, che aprirà la mente e il cuore agli italiani. La Concordia, quella vera, comun-que è sempre là, reclinata sugli scogli dell’isola del Giglio, metafora inesorabile del nostro bel paese, malconcio e a rischio serio di affondamento.La neve fiocca lenta su questa Italia spenta.C’è chi tuttavia, anche in tempi di penuria diffusa, assesta dei colpacci assai proficui, pecu-niariamente parlando. Gli squa-li, quelli di provata esperienza che godono ora e sempre di protezioni e immunità intocca-bili, si stanno viepiù ingrassan-do e vanno rimpolpando i loro forzieri con inaudita spregiudi-catezza, tenendoli ben serrati a chi avrebbe bisogno anche di un modesto sussidio. Aspetta e spera, o rischi la galera… A Equitalia non si sfugge. Se lo

vuole, ti distrugge. Se poi è vero che si commette peccato a non pagare, accettiamo di buon grado il salasso e si salvi chi può.La neve fiocca lenta su questa Italia spenta. Il manto immacolato, per incanto calato dal cielo scialbo e indifferente tutto smorza ed eguaglia, smussa gli spi-goli, sfuma i contorni, spiana ciò che è difforme e tutto compatta in un oceano bianco e senz’onde, senza creste, unito. Ecco l’azzeramento salutare, la tabula rasa su cui tentare di scrivere di nuovo l’alfabeto della vita, le cifre prime di un linguaggio puro, le linee portanti di un dise-gno chiaro e forte, di un senso nuovo a cui sacrificare il nostro quotidiano affanno. Benedetta allora sia la neve che fiocca lenta su questa Italia spenta.

La neve fiocca lenta su questa Italia spenta

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la sosta / cavalleri

compleanno sapori e sapere il Mare in bocca

compleanno antonio russo

inaugurazione accademia bresciana

Haity - rolando Giambelli

Martin Hagfors in casa Musciarelli

compleanno Jonni Gussoni - Matilda

aperitivo Via Veneto cafè

compleanno tami Mori Jungle sushi

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EvEntLa SoSta/CavaLLeri

Serata Cena deguStazione

come nelle migliori previsioni, ha avuto un grande successo la sera-ta organizzata da aldo Mazzolari venerdì 27 gennaio, presso il proprio ristorante la sosta di brescia, dove oltre ai ben noti piatti dello chef ezio colombo si degustavano vini adatti ad ogni portata della cantina cavalleri, azienda ben conosciuta in quel della Franciacorta da generazioni già dal lontano 1450.oggi, Giulia e Maria cavalleri, pro-seguono la produzione di vini ri-nomati e premiati con passione e impegno tramandandoli ai propri figli diletta e Francesco, futura ge-nerazione di una realtà tutta di fa-miglia.

“In programma nel corso dell’anno con sempre più richieste, visto l’ec-cellente connubio ottima cena/degu-stazione a prezzi accessibili, ci saran-no altri eventi mirati oltre all’ottimo cibo alla conoscenza dei bresciani di aziende vinicole della nostra zona, produttori di Franciacorta ad altissi-mo livello.”

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EvEntauguri nuMani

nella serata di domenica 29 Gen-naio al ristorante l’altro sapori e sapere di brescia, si è festeggiato il compleanno di nuMani azienda mirata alla bellezza in tutte le sue forme. anna e alessia hanno tratte-nuto amici e clienti in un ambiente caldo ed accogliente. anche la re-dazione di brescia uP auspicando un futuro sempre più di successo, rinnova i propri auguri.

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EvEnt EvEnt...antatre...

e non sentirli!Un anno in più è da aggiungere ad Antonio dove circondato da pochi “ma buoni” eletti ha festeggiato nel-la serata di mercoledì 18 Gennaio il proprio compleanno. Augurando-ci un felice proseguimento di colla-borazione per i prossimi ...anta... tanti auguri da Brescia UP.

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EvEnt

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EvEnt EvEntLa nUOVa VIta DeLL’aCCaDeMIa BreSCIana artI e

MeStIerI DeLLa BUOna taVOLa

“Inaugurata la sede in Via Musei. Presenti gli amministratori provincia-li e i Presidenti delle più importanti Associazioni del settore enogastro-nomico della provincia di Brescia.”

Accademia Bresciana Arti e Mestie-ri della Buona tavola ha preso casa nel cuore del centro di Brescia, con una propria sede ed una propria caffetteria, giovedì 19 gennaio, si è presentata compatta e motivata con una grande squadra, annun-ciando un Anno intenso di attività.Un’Accademia che riunisce due Assessorati provinciali, quello

all’Agricoltura e quello al turi-smo, e ben 7 associazioni profes-sionali che operano nel “bel mon-do”, creativo e necessariamente di qualità, della Buona tavola, van-tando un quorum di circa 1.200 professionisti. Una squadra che, guidata dall’As-sessore al turismo della Provincia di Brescia, silvia razzi, e con la partecipazione attiva dei direttivi delle 7 categorie - l’Associazione Cuochi Bresciani, l’Associazio-ne Degustatori italiani Grappa e Distillati, l’Associazione italiana sommeliers, l’Unione Panificatori Artigiani Bresciani, i Mastri Macel-lai Bresciani, il Consorzio Pasticce-ri Artigiani e l’Associazione risto-ranti trattorie Hostarie Bresciane

– si è dichiarata “motivata ad esser ambasciatrice delle eccellenze che il territorio produce ed insieme del-la professionalità bresciana”. Un doppio messaggio, che Accademia, grazie ai suoi numeri, può teatralmente portare su palco-scenici che il pubblico, solitamen-te con soddisfazione e volentieri, recepisce e che ha la potenzialità di espandersi “a macchia d’olio”: in ristoranti siglati da un marchio di qualità, su tavole imbandite con piatti elaborati da cuochi esperti e con prodotti garantiti da un serio pool di macellai, panificatori e da sopraffine arti pasticcere, ed im-preziosite da degustazioni guidate di vini, grappe e distillati a cura di professionisti certificati.“oggi si realizza concretamente il nostro desiderio di aggregare le Associazioni professionali del set-tore enogastronomico della pro-vincia bresciana – ha detto silvia razzi - e in stretta collaborazione con l’Assessorato all’Agricoltura abbiamo definito, con nuove ener-gie e progetti, il programma di la-voro dei prossimi dodici mesi, con l’obiettivo ben chiaro di far cono-scere le tradizioni e le eccellenze di questo straordinario territorio sia ai suoi abitanti che al di fuo-ri dei suoi confini ”. significativo l’intervento dell’assessore Gian Francesco tomasoni che ha ricor-dato come il suo assessorato abbia specifiche competenze anche nel delicato tema dell’alimentazione. il “numero uno” della pasticce-

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ria, iginio Massari, ha sottolineato quanto “sia giusto che le eccellen-ze bresciane vengano conosciute e riconosciute a livello nazionale, per il bene del territorio e per l’econo-mia non solo locale”; Beppe rocca, presidente dei ristoratori, si è det-to felice per “aver visto raggiunto finalmente a Brescia il traguardo di una casa delle Associazioni” e Giovanni Creminati, delegato Ais, ha simpaticamente affermato che “Brescia, in realtà non è mai stata la città del tondino, ma quella del buongustaio”.Alleati a loro, per soddisfazione e parità di intenti, gli altri rappre-sentanti delle associazioni socie, Carlo Bresciani presidente dei cuo-chi e Diego liberini dei macellai,

renato Hagman governatore di Adid e Mauro Marini past president dei panificatori, che hanno brinda-to al taglio della loro nuova sede, levando i calici colmi delle bollicine dell’azienda franciacortina Guido Berlucchi e poi invitato i presenti ad un momento conviviale.

A sostenere l’energia della “nuova” Accademia, nella nuova sede presti-giosa e operativa in centro storico, è già attiva una segreteria, tutte le mattine della settimana, a disposi-zione di associati e utenti, che fun-gerà soprattutto da coordinamento delle attività in programma.il Programma presentato da silvia razzi parte a gennaio con un’idea rivolta ai giovani della scuola se-condaria, un bando di concorso per la creazione di logo e marchio dell’Accademia Bresciana aperto alla partecipazione degli studen-ti di tutte le scuole secondarie di 2° grado della provincia di Brescia con indirizzo artistico, di grafica e design.seguirà la partecipazione alla Fiera Aliment di Montichiari, con attività promulgative di degustazione, ap-puntamenti nei siti più particola-ri della provincia di Brescia, sfide enogastronomiche e momenti ag-gregativi per il pubblico.tra gli strumenti di comunicazione, grande forza sarà data alle irrinun-ciabili relazioni digitali attraver-so il portale ed il social network. Un’attività di ufficio stampa, svolta da un team di giornalisti profes-sionisti, completerà la strategia di quello che si può definire un vero e proprio percorso di marketing.

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EvEnt EvEntHaItI

POrt aU PrInCe - 12 gennaIO 2010 / 2012a DUe annI

DaL terreMOtO“Le immagini dell’inferno di Haiti dopo due anni dal terremoto.All’Auditorium San Barnaba a Brescia in mostra gli scatti ad Haiti del foto-grafo Rolando Giambelli in anteprima al George Harrison Day.”

Per “ricordare di non dimenticare” il secondo anniversario del devastan-te terremoto ad Haiti che, proprio il 12 gennaio 2010 provocò centi-naia di migliaia di vittime e feriti con una devastazione e distruzio-ne quasi totale di case e strade, soprattutto nella capitale Port Au Prince, dove la densità di popola-zione era altissima, si terrà in “pa-rallelo” e in occasione dell’8° Con-certo per ricordare George Harrison ed il suo indimenticabile concerto del 1971 a new York, in favore del

Bangladesh devastato dalle alluvio-ni di quella lontana primavera, un breve convegno su Haiti e sul si-sma sconvolgente di quel terribile giorno, patrocinato dai rotary Club Bresciani.l’evento rievocativo sarà affiancato da una mostra fotografica curata da rolando Giambelli che docu-

menterà in modo analitico e cir-costanziato lo stato attuale di una situazione drammatica, ben lungi dall’essere in via di risoluzione. e’ prevista anche la pubblicazione di un libro “documentario” sulle drammatiche conseguenze del ter-remoto di Haiti. Moltissimi haitia-ni, dopo essere sopravvissuti al si-

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sma, hanno poi dovuto soccombere alla terribile epidemia di colera che li ha decimati. Per non parlare dei bambini, tanti, orfani senza più nessuno, tanti senza più una casa, se si possono chiamare case quelle catapecchie costruite con assi fa-tiscenti, lamiere ondulate arruggi-nite e inchiodate che ti provocano il tetano solo a guardarle! troppi bimbi, con mutilazioni raccapric-cianti eppure, quasi tutti, con un sorriso disarmante che gli illumina quei bei volti creoli. sguardi che ti lasciano senza parole. eppure, in mezzo a una miseria e a una povertà così terribile da sembrare quasi incredibile, si può intravedere negli occhi suppliche-voli di quella gente una profonda dignità e una grande volontà di ri-costruire la loro vita più che quella di abbandonarsi senza speranza ad un’apatica rassegnazione. Ma bi-sogna aiutarli!recentemente una delegazio-ne dei rotary Club bresciani guidata dall’ing. Carlo Giorgio Pedercini past governatore, da luigi Moretti e dal “socio” fotografo rolando Giambelli, si è recata a

Port Au Prince per inaugurare due scuole costruite dalla Fondazione Francesca rava onlus (che rappre-senta nPH in italia), con una cospi-cua parte di fondi (oltre 200.000 euro) raccolti dai distretti 2050 e 2060 del rotary Club, un’istituzio-ne internazionale, questa, veramen-te meritoria e la cui funzione socia-le è soprattutto quella di “aiutare” chi è in difficoltà. e ci sarebbe da scrivere molto sull’argomento, ma per ora fermiamoci qui.in quella prima occasione di tra-sferta ad Haiti, oltre ad aver pre-senziato e documentato quelle toccanti cerimonie, Giambelli ha scattato migliaia e migliaia di foto, soltanto per poter rendere credibi-le, ciò che a descrivere non sembra reale e soprattutto per contribuire con queste ulteriori testimonianze, e nonostante tutto ciò che abbia-mo già visto due anni fa attraverso i media, ma, come sempre purtrop-po accade, solo per pochi giorni dopo il terremoto e poi… l’oblio! Al contrario, si deve tenere sempre vivo l’interesse per questo tipo di “sciagure planetarie”, come lo fu il terribile tsunami che alcuni anni fa

sconvolse tutti i paesi che si affac-ciano sull’oceano indiano, e “aiu-tare” quelle popolazioni finchè non siano in grado di camminare da sole! e così, richiamato un’altra vol-ta ad Haiti da Maria Vittoria rava, guida della Fondazione rava n.P.H. dedicata alla memoria della sorel-la Francesca che sta collaborando alla ricostruzione di Haiti, rolando Giambelli è stato presente con la sua fotocamera ed un taccuino in tasca, il 12 gennaio, agli eventi che si sono svolti a Port Au Prince, nel triste “giorno del ricordo” ed ha ulteriormente documentato quelle realtà, per rendere l’idea nel modo più preciso possibile, con un’espo-sizione fotografica e audiovisiva, la situazione attuale di Haiti, vera-mente dura e pericolosa; condizio-ni disumane lontane anni luce dal nostro modo di intendere la vita, nonostante la grave crisi, non solo economica, ma anche di certi valori morali nella quale siamo improvvi-samente caduti, che di certo non ci aiuta, a pensare ai problemi degli “altri”. Ma se ogni tanto ci soffer-massimo a riflettere che, anche se solo raramente o forse soltanto per una volta, gli “altri” siamo noi stes-si; potremmo e dovremmo riuscire a farcela! in occasione della mostra al san Barnaba, sarà presto comu-nicato il tempo della pubblicazio-ne del documentario fotografico sull’inferno di Haiti 2010/2012. non si può più attendere oltre… GR

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EvEntMartIn HagfOrS

In CaSa MUSCIareLLICaterina Musciarelli ha presentato music, friends and fun, house con-cert con Martin Hagfors, uno dei più grande cantautori della scena scandinava.Martin Hagfors, norve-gese vive ad oslo e con la sua mu-sica attraversa il mondo.Ha fatto 18 dischi, ha scritto più di 300 canzoni e ha collaborato con artisti come Motorpsycho, national Bank e Big Bang. Ha anche vinto un Grammy norvegese per miglior cantautore. Della sua musica dice “.imaginatevi Woody Guthrie che canta le canzoni di Aimee Mann..”

la casa piena di amici: un dolcissi-mo, fantasioso, piccolo evento me-lodico con un grande artista...

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EvEnt EvEntJOnnI gUSSOnI

eD I SUOI 36 annI

Venerdì 27 gennaio, un venerdì come tanti, ma non per il Matilda, che ha festeggiato un compleanno speciale: i 36 anni del padron Jonni Gussoni. Una serata particolare ini-ziata sotto la firma della buona cu-cina, con un buffet, accompagnato dal brindisi di mezzanotte, e coro-nata dalla musica di Fabietto dj e del guest Andrea Mingardi. i più stretti ringraziamenti agli amici più cari, alla grande famiglia Matilda, ai nostri calorosissimi clienti che rendono possibile da anni questa realtà. Vi aspettiamo ogni venerdì per una serata elegante e diverten-

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EvEnt

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te, con house di qualità; ogni sabato con dj set d’eccezione per un house d’elegante tendenza.

Puoi seguirci anche su www.matildabrescia.it. Di nuovo un augurio speciale a Jonni Gussoni per questi 36 anni, e per altri moltissimi di successo.

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EvEnt

La Savate è una arte marziale tutta occidentale, più precisamente Francese, da qui il nome di Boxe Francese. Le influenze sui calci rimangono orientali, probabilmente dovute alle esperienze dei marinai francesi in oriente. La Boxe di braccia invece viene dalla boxe inglese classica. Inizialmente praticata da ambienti malavitosi e biscazzieri, ad inizio 800 viene codificata da Michel Cassoux, esucessivamente dal

suo allievo Charles Lecour, che combrese l’efficacia della boxe inglese e l’assimilò nella Savate.Dagli ambienti malavitosi la Savate si diffonde anche nell’aristocrazia, raffinando le tecniche e donando

eleganza al combattimento.

Il Jeet Kune Do è un’arte marziale intuita e sintetizzata dal celebre sifu Bruce Lee negli anni sessanta. Jeet Kune Do significa la “La via per intercettare il pugno”.

Possiamo definire il Jeet Kune Do secondo la celebre frase “Usa il non metodo come metodo, avendo nessun limite come limite”: il Jeet Kune Do infatti non è una vera e propria arte marziale, ma un concet-to, il concetto di semplicità, di efficacia e di economia delle energie: «un bravo combattente non è colui che ricorda a memoria determinate tecniche o movimenti, ma è colui che riesce sempre e comunque ad

essere efficace, non importa che metodo usi, l’importante è ottenere il risultato prestabilito risparmiando più energia possibile.

PER INFORMAZIONI:ISTRUTTORE GIUSEPPE 338 5072288 | ISTRUTTORE MANUEL 366 5752790

ISTRUTTORE CLAUDIO 393 3869702

A.S.D ART OF FIGHT

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EvEntil vostro Happy Hour da noi al Via Veneto Cafè dove tra stuzzicherie e molto di più sorseggiando dell’ot-timo bollicine e aperitivi preparati per voi, si possa così finire le gior-nate ed incominciare le sere nel mi-gliore dei modi via aspettiamo!.

Via Vittorio Veneto - Brescia

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suo allievo Charles Lecour, che combrese l’efficacia della boxe inglese e l’assimilò nella Savate.Dagli ambienti malavitosi la Savate si diffonde anche nell’aristocrazia, raffinando le tecniche e donando

eleganza al combattimento.

Il Jeet Kune Do è un’arte marziale intuita e sintetizzata dal celebre sifu Bruce Lee negli anni sessanta. Jeet Kune Do significa la “La via per intercettare il pugno”.

Possiamo definire il Jeet Kune Do secondo la celebre frase “Usa il non metodo come metodo, avendo nessun limite come limite”: il Jeet Kune Do infatti non è una vera e propria arte marziale, ma un concet-to, il concetto di semplicità, di efficacia e di economia delle energie: «un bravo combattente non è colui che ricorda a memoria determinate tecniche o movimenti, ma è colui che riesce sempre e comunque ad

essere efficace, non importa che metodo usi, l’importante è ottenere il risultato prestabilito risparmiando più energia possibile.

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A.S.D ART OF FIGHT

Ph. Selene Z.

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EvEnt EvEntBUOn

COMPLeannO taMI splendida serata giovedì 2 febbraio al Mori Jungle sushi per i festeg-giamenti dei primi 40 anni di tami, direttrice del ristorante. Una festa in tema anni “60-70” studiata nei minimi particolari dalla splendida tami, che ha voluto festeggiare in spensieratezza il suo 40esimo com-pleanno circondata dagli amici. nulla è stato lasciato al caso, per un effetto vintage, dalla musica del dj all’arredamento con splen-didi cuscini colorati, dalla mise en place alla torta, e soprattutto gra-zie agli ospiti che hanno rispettato il dress-code richiesto dall’invito. Una serata perfetta trascorsa in allegria e serenità grazie al con-tributo di tutto lo staff, dallo chef giapponese al personale di sala, anche questa volta il Mori Jungle sushi è stata la location ideale per il festeggiamento di un’occasione speciale. Da tutti noi di Brescia UP un augu-rio per i prossimi 40 anni... li viva come questa serata, con amici, se-renità e allegria.

Mori Jungle SushiVia Rovato, 44 25030 Erbusco

Brescia - Porte Franche

Ph. Selene Z.

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EvEnt

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Il sito Internet dei negozi e attività del Centro di Brescia

www.bresciacentroshopping.itPer informazioni: Il Fotogramma Studio - Tel: 030 30 69 19 - email: [email protected]

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EvEnt

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EvEntMYTHOS

GUSSAGO BS Inaugurazione 14 Gennaio nuo-vo look. Ambiente raffinato rivol-to ad un pubblico medio adul-to per serate all’insegna del sano divertimento con musica dal vivo e dj house remember di-sco servizio bar - sala di qualità. Il tutto coadiuvato dalla regia di Fabrizio Tordi novità!... da Venerdi 24 Febbraio gran menù cena ore 21 Un’ appuntamento da non perdere perchè…. insieme è bello !!!

Aperto Venerdi e Sabato dalle ore 22:30 alle ore 04:00

Via iV Novembre - Gussago (BS)info 393 3362099

Ph. Selene Z.

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In un periodo difficile dal punto di vista economi-co e produttivo come quello che stiamo attraversando Maurizio Casasco, presidente di Apindustria, l’associazione che si rivolge alle piccole e medie imprese, guarda avanti con idee chiare e con la precisa convinzione di vincere l’im-pegnativa lanciata al mercato moderno: “Le nostre piccole e medie imprese – racconta lo stesso Casasco, imprenditore

ben conosciuto a livello nazionale anche in campo medico-sportivo – rappresentano lo zoccolo duro dell’Italia e pro-prio da questa solida base possono provenire le risorse per uscire fuori una volta per tutte da questa crisi così lunga e pesante”. Un traguardo di assoluta importanza, che può essere rag-giunto con una strategia ben mirata, che può ricevere un

Apindustria dalla parte delle aziende con servizi concreti

di Luca Marinoni

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sostegno prezioso proprio da Apindustria: “Il momento storico che stiamo vivendo è senza dubbio di particolare difficoltà. Le nostre aziende, anche le migliori e più qualitative, devono confrontarsi con numerosi ostacoli che vanno, ovviamente, dalla competitività del mercato agli eccessi della burocrazia per finire con la lentezza e l’incertezza dei rapporti con la Pubblica Amministrazione. Un quadro tutt’altro che consolante, che obbliga le imprese a far fronte alle mutate esigenze dei tempi, sia a livello or-ganizzativo che strutturale. Siamo in un’epoca di globaliz-zazione e non è possibile rimanere fermi. Perdere il ritmo equivale ad uscire dal mercato. Un cammino di adattamento – prosegue il dottor Casasco - nel quale l’azienda può e deve essere affiancata da Apindustria, che, a sua volta, deve esse-re in grado di innovare e rendere sempre più efficaci la sua proposta ed i suoi servizi per dare un contributo veramente valido alle imprese associate. Anche la nostra associazione deve riuscire ad ampliare il suo raggio d’azione ed in que-sto senso settori ed esigenze estremamente concreti come il credito, la sicurezza e l’energia devono diventare sempre di più un punto di riferimento che Apindustria è in grado di presentare alle sue imprese. In una situazione del genere dobbiamo fornire strumenti sempre più efficaci alle aziende che cercano di mantenere il passo con i tempi che continua-no questa loro frenetica evoluzione. A tal proposito la for-mazione rappresenta ormai una risorsa irrinunciabile, una risorsa che può e deve vedere Apindustria in prima fila nel fornire servizi e risposte concrete alle istanze dei suoi as-

sociati”. Un ruolo attivo e propositivo che dev’essere este-so anche ad altre sfide: “La formazione è essenziale, ma la stessa importanza va riservata all’innovazione, un capitolo senza il quale le nostre aziende rischiano di venire superate dal mercato globalizzato del presente e messe fuorigioco. Apindustria deve essere al fianco delle imprese bresciane per permettere loro di utilizzare con padronanza i nuovi strumenti che il sistema economico-produttivo del giorno d’oggi richiede. Ma questo – continua il presidente dell’as-sociazione di via Lippi – non esaurisce i punti sulla nostra agenda di lavoro. Oggi più che mai è necessario creare un collegamento diretto con le banche. Il credito riveste ormai un’importanza fondamentale e la possibilità di usufruire di un contatto con gli istituti bancari, di parlare la stessa lingua può rappresentare la differenza tra il proseguire un’attività o essere costretti ad alzare bandiera bianca.In questi anni – conclude Maurizio Casasco – Apindustria ha fatto molto al fianco delle piccole e medie imprese della nostra provincia. Per il futuro, viste anche le difficoltà dei tempi, il nostro ruolo dovrà essere sempre più diretto ed ef-ficace, vogliamo e dobbiamo diventare una risorsa concreta per tutte quelle aziende che possono superare le insidie del mercato e lo possono fare al meglio potendo contare su un valido sostegno in più. Le piccole e medie imprese rappresentano una ricchezza essenziale per tutta l’Italia e Apindustria vuole essere un piccolo, grande segreto per aiutarle a guardare avanti con rinnovata fiducia e con tutte le carte in regola per vincere il mercato moderno”.

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WWW.GIOVENTUCARD.IT

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BENVENUTO NEL MONDO

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Dj Fabry nasce a Brescia, fin da piccolo, coltiva la passione per la musica e nel ’94, inizia a suonare in alcuni locali della provincia, facendo i primi passi per farsi conoscere.Nel 2000 inizia a collaborare con Pioneer come dj testimo-nial, e da il via alle prime produzioni in studio: Digimind Rocketz, Modular 3000 Mega drive, T3000 E.p., Under-sound Discotek, Maverick Feel the rhythm remix, No fa-ceboom Sistematic, Soda Stereo Musica Lijera remix (hit in

america latina), … Un lungo percorso di esperienze, che ha dato a Fabry la possibilità di lavorare su diverse consolle in Italia e non solo, e di dare vita nel 2010 al primo tour Video Dj in Italia sponsorizzato da Pioneer dj e Mix Mash: “Dvj Night Tour”.

Il progetto “Day After Day” ha inizio lo scorso autunno

nello studio “All generation”, insieme ai produttori Karim Razak & Oreste Spagnuolo. Il team decide di puntare a un prodotto da pista ma anche radiofonico, con remix internazionali. La voce viene affidata a Riky, ex corista dei Take That e

Deejay Fabry: Day After DayAnteprima del primo singolo ufficiale

per il deejay Bresciano

WWW.GIOVENTUCARD.IT

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BENVENUTO NEL MONDO

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DATA D� NA���TA

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Robbie Williams, che viene poi affiancato da un Rap nella parte centrale. Nasce da subito la collaborazione con il primo producer straniero, il Duca, al quale viene commissionato il primo Remix Club e, durante il percorso, arriva poi un’altra col-laborazione importante per il progetto, il remix Mainroom di Maury Lobina (Eiffel 65), con una versione alternativa mirata a colpire l’estero.In contemporanea al lavoro in studio, è stato realizzato an-che il videoclip, regia by Mauro Cartapani, nel quale è rias-sunto un viaggio spazio temporale, con la Delorean usata nel film “Ritorno al Futuro”, un contorno di effetti speciali, set cinematografici e il finale nella discoteca Dietro le Quin-te di Brescia. Un esperienza unica ci racconta Fabry, dove “giorno dopo giorno” ha impegnato tutte le sue energie, e spera vengano trasmesse a tutte le persone che ascolteran-no la canzone e guarderanno il video.

Il singolo è prodotto dall’etichetta discografica Saifam di Verona, e sarà disponibile dal 21 febbraio in digitale su iTunes e Beatport, mentre la distribuzione del cd singolo è curata dalla Self.

Inoltre potrete vedere il videoclip sul canale Youtube di Saifam e su dvd Mixmash.A breve partirà il tour 2012 curato in esclusiva per l’Italia da Willy Marano, e quello in America Latina curato da “AriA”.

Richiedi l’amicizia su facebook Deejay Fabry.

www.djfabry.com www.willymarano.com

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Valtènesi, ecco le novità della nuova

Doc brescianaConsorzio Valtènesi - Garda Classico

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Disciplinare rigoroso e grande enfasi sul Groppello, l’autoctono della Riviera. I primi vini sul mercato nel 2012 con due scadenze ben precise: il 14 febbraio per il Valtènesi Chiaretto e l’1 settembre per il Valtènesi Ros-so.

Nel disciplinare approvato dalla Commissio-ne Nazionale Vini, il territorio identificato come idoneo alla produzione di Valtènesi Doc inizia a sud dove finisce il Lugana e si estende ad ovest del Gar-da, abbracciando i comuni tra Desenzano e Salò: questo per comprendere le diverse caratteristiche vocazionali e di complementarietà delle due aree, quella a sud più argillosa e la Valtènesi, morenica.Siamo nel punto più a nord del mondo dove crescono gli agrumi, l’ulivo, i capperi. E’ qui del resto che fin dal 1300 si ha notizia della col-tivazione del Groppello, vitigno così nominato perchè caratterizzato dagli acini serrati raccolti a groppo. Ed è ormai certo che solo coniugato a questo terroir il Groppello sa esprimere pienamente le sue caratteristi-che di eleganza e serbevolezza: la coltivazione di questo

vitigno infatti è stata ormai virtual-mente abbandonata in tutte le altre aree dove ancora resisteva. Ormai ne restano 300 ettari al mondo, coltivati per l’appunto in Valtènesi.Il Groppello è perciò il vitigno ca-ratterizzante la Doc, partendo da un minimo del 50% per giungere nel più breve tempo possibile al 70% e anche al 100%: questo non appena il miglio-ramento dei cloni nei vigneti porterà alla diffusione di quelli dotati delle migliori espressioni di spezie e piccoli frutti di bosco, struttura e longevità che il vitigno è in grado di esprimere. Due sono le famiglie principali del Groppello: il Gentile e il Mocasina, che si adattano ciascuno a particolari condizio-ni di terreno e microclima.Groppello sarà quindi l’unica indicazione che potrà comparire nelle informazioni rivolte al consumatore. Gli altri vitigni saranno quelli classici del territorio come il Marzemino, mentre gli internazionali saranno limitati al massi-mo del 10%, a sottolinare la precisa vo-lontà di fare del Valtènesi un autoctono al 100%.Altre limitazioni concorreranno tuttavia alla qualità del prodotto finale: come la densità minima dei ceppi per ettaro che dovrà presto raggiungere il numero di 4.400, le rese limitate, la gradazione mini-

ma naturale di 11,5°. Il Valtènesi avrà infine anche una sua precisa tempistica per l’immissione al consumo, con l’ob-biettivo di facilitare la produzione di vini destinati a durare: il 14 febbraio per il Chiaretto, data che idealmente si collega alla festa degli innamorati cui viene implicitamente dedica-to questo vino, e il primo settembre per il Valtenesi nella espressione del rosso, così che possa raggiungere le carat-teristiche di equilibrio indispensabili per un vino che vuol proporsi a palati esigenti, nella sua elegante piacevolezza.

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G&BNegozio, ci ha abituato a trasformismi, cambiamenti ed evoluzioni. Vuole essere a tutti gli effetti un luogo di spe-rimentazione, in cui le realtà più svariate e le diverse facce che questo contenitore assume durante gli eventi, diventano realtà in movimento da vivere e da esplorare.Nel 2012 approda sul web www.gebnegozionline.com , con il lancio del nuovo sito e-commerce, per l’occasione orga-nizza un contest innovativo: un SOCIAL GAME. Ragazzi e ragazze compresi fra i 18 e 26 anni, che han-no voglia di mettersi in gioco e di interpretare lo stile di G&B Negozio, saranno i veri protagonisti del contest. Verranno scelti 60 partecipanti, 30 ragazzi e 30 ragazze, tra questi, 50 saranno scelti secondo il giudizio insindacabile di G&BNegoziOnline, mentre gli altri 10 saranno i ragazzi piú votati sulla pagina Facebook. La boutique mette in palio per i 10 vincitori un monte-premi totale del valore di € 10.000,00. Questi riceveranno un buono acquisto del valore in percentuale alla posizione ottenuta, rispetto ai voti ricevuti sul sito gebnegozionline.com. Non saranno solo loro i vincitori, ma anche chi voterà attraverso un semplice “Mi Piace” i next web models, avrà la possibilità di essere sorteggiato e vincere un buono da

We Want Your Body: presentazione collezione PE2012 e Social Game!

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spendere all’interno della boutique del valore di € 1.000,00! In occasione dell’evento di domenica 26 Febbraio, in cui si scopriranno i 60 finalisti del casting, immortalati dal foto-grafo di moda Yuri Catania, verrà presentata anche la nuova collezione Primavera/Estate 2012. Per partecipare al social game fotografa con il tuo smartphone il qr-code che trovi in questa pagina, vai sul sito internet gebnegozio.it o gebne-gozionline.com, e scopri il regolamento. Connettiti con tut-ti i social network e segui il contest! Partecipare è semplice! Diventa fan di G&BNegoziOnline su Facebook, follower su Twitter e iscriviti o vota il tuo modello preferito, avrai la possibilità di vincere un buono di € 1.000,00 da spendere all’inter-no di G&BNegozio a Flero.

G&BNegozioVia Giuseppe

Mazzini 25020 Flero Brescia

G&BNegozio cerca i suoi Next Web Model

attraverso un contest.

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Chi siamo?

La Junior Chamber lnternational (JCI – www.jci.cc ) è la più grande organiz-zazione a livello mondiale composta da giovani attivi nelle proprie comuni-tà.

JCI (Junior Chamber International) offre opportunità di crescita personale, professionale e sociale a uomini e donne tra i 18 e i 40 anni, affinché si facciano promotori di positivi cambiamenti nel mondo. Presente in oltre 100 nazioni del mondo, con oltre 200mila soci attivi e un milione di over 40 che in gioventù ne hanno fatto parte (tra cui Kofi Annan, il principe Alberto II di Monaco, cinque presidenti degli Stati Uniti d’America e sei primi ministri giapponesi), la JCI ha la sede mondiale a Chesterfield nel Missouri (USA) e vanta dal 1954 una partnership con le Nazioni Unite. Fondata negli Stati Uniti nel 1915, in Italia nel 1962 e in provincia di Brescia nel 2009, JCI è il più grande network mondiale di giovani cittadini attivi a livello locale, nazionale e internazionale, che sviluppano progetti in quattro aree: individuo, comunità , business e internazionalismo. Ogni anno a livello italiano vengono organizzati un Congresso ed un’Assemblea Generale, mentre a li-vello internazionale vengono annualmente organizzate quattro Conferenze d’area, tra cui la Conferenza europea (dal 13 al 17 giugno in Germania), un Congresso Mondiale (dal 18 al 23 novembre a Taiwan) ed un summit presso le Nazioni Unite (dal 25 al 27 luglio a New York), a cui ha partecipato, nel 2010, anche il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon. Per ulteriori informazioni: www.jci.cc; www.jciitaly.org; [email protected]

Premio Giovani Talenti

Il Premio Toyp è il riconoscimento conferito a uomini o donne tra i 18 e i 40 anni che abbiano contribuito al progresso dei nostri tempi in vari ambiti (economico, culturale, umanitario, scientifico...). Il premio, ideato nel 1931 dall’allora presidente della Camera di commercio degli Stati Uniti Dorward Howes, è stato adottato ufficialmente dalla Junior Chamber International negli anni Ottanta. Da allora ogni anno vengono premiati i migliori giovani di tutto il mondo, affinché possano fungere da esempio per i loro coetanei. I vincitori delle selezioni locali concorrono di diritto alle selezioni nazionali e, in caso di vittoria, sono sempre ospiti della Junior Chamber Italiana in occasione della cerimonia di pre-miazione, che si svolge in concomitanza con la cena di gala del Congresso Nazionale, che quest’anno si è tenuta a Milano sabato 19 maggio 2012. A loro volta, concorreranno di diritto alle selezioni internazionali e in caso di vittoria ospiti al congresso mondiale, in calendario dal 18 al 23 novembre a Taipei (Taiwan).

Eccellenze BrescianeAAA Cercansi giovani talenti

Il Consiglio Direttivo Nazionale 2012 della JCI Italy:il presidente Stefano Traversa (JCI Parma),

l’immediate past president Michela Angelini (JCI Trieste),il vice presidente esecutivo Maria Autori (JCI Salerno),il segretario generale Gianfranco Demilio (JCI Varese),

il tesoriere Matteo Penteriani (JCI Brescia),il consigliere giuridico Emmadesiree Galasso Ciaburri (JCI Parma)

il vice presidente Nord Arianna Sibillio (JCI Parma),il vice presidente Sud Grazia Libertazzi (JCI Salerno)

BRESCIA 2009

La sezione locale della Junior Chamber International, in partnership con Brescia Up e l’Hotel Vittoria, apre le selezioni per la prima edizione provinciale

del Premio JCI TOYP (The outstanding young persons)

www.facebook.com/jcibrescia

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Regolamento:1. Il candidato deve avere un’età compresa tra i 18 e i 40 anni (non possono essere accettate le candidature di nati prima del 1 Gennaio 1972).2. Il candidato deve essere cittadino italiano o naturalizzato o deve aver presentato richiesta per ottenere la cittadinanza al 1 Gennaio 2012, oltre a essere nato, lavorare o risiedere in provincia di Brescia.3. Le categorie individuate per l’anno 2012 sono:• Business (economic, and/or entrepreneurial accomplishment)• Cultura (cultural achievement, academic leadership and/or accomplishment)• Volontariato e diritti umani (contribution to children, world peace, and/or human rights, humanitarian and/or voluntary leadership)• Ricerca (scientific and/or technological development/ medical innovation)• Crescita personale (personal improvement and/or accomplishment/sport)4. Il candidato potrà concorrere in una sola categoria e dovrà presentare entro e non oltre il 10 marzo 2012:• Il modulo scaricabile dal sito www.jciitaly.org, inviandolo all’e-mail : [email protected] e per cc a [email protected] e [email protected]

““In collaborazione con Brescia UP e l’Hotel Vittoria di Brescia dove si terrà la serata di premiazione, il 30 Marzo (data da confermare nella prossima uscita di

Brescia UP di Marzo)””

Da sinistra: Emanuele Zarcone di Brescia Up e Matteo Paolo Penteriani fondatore di JCI Brescia 2009

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La Provincia di Brescia ha accolto, anche per quest’anno, la proposta dell’Associazione Palcogiovani di realizzare un calendario con le immagini scattate dal fotografo uf-ficiale del Brescia Calcio Fotoreporter durante le partite della squadra, affiancate a quelle della campagna di sen-sibilizzazione per la sicurezza stradale. L’Assessorato ai LL.PP. ha deciso di riproporla in considerazione dell’al-larmante numero delle vittime degli utenti della strada sulle due ruote motorizzate nel territorio provinciale (ci-clomotori, scooter e motoci-clette). L’Assessorato ai LL.PP. ha deciso di proporre proprio questa immagine, sull’utilizzo del casco, perchè non solo è particolarmente adatta al tipo di fruitori del calendario “Bre-scia Calcio”, ma anche perchè particolarmente riuscita sotto il profilo della comunicazione sociale. L’obiettivo della cam-pagna è impegnativo (diffon-dere una maggiore consapevo-lezza sul valore della sicurezza stradale e del rispetto della vita umana), ma la leggerezza e la bellezza di questa immagine non penalizza l’efficacia del messaggio. Quest’ultimo è stato studiato in modo da celare la con-trapposizione tra il mondo dei giovani e il mondo degli adulti. In particolare nello slogan non è presente la “mi-naccia della morte.....se non si rispettano le regole”, che tipicamente fa da sfondo alla maggior parte delle campa-gne sviluppate sulla tematica della sicurezza stradale. Al

Brescia Calcio eAssociazione Palcogiovani

Con il patrociniodell’Associazione Nazionale Familiari e Vittime

della Strada

contrario: il messaggio viene trasmesso attraverso imma-gini divertenti e simpatiche ed è di alleanza, quasi mater-na, come a dire: fai pure tutte le stranezze che ti girano per la testa però mettiti il casco!Quest’anno la tiratura è di 8.000 copie, stampate, gra-zie alla collaborazione fattiva di Vision&Aire communi-cation & events, che dal 28 dicembre saranno in... edi-cole della provincia , presso la sede del Bresciacalcio presso i Brescia Club e vari negozi aderenti in città (per

saperne di più visitate il sito www.bresciacalcio.it) novità di quest’anno sarà anche l’ac-quisto online con il sito www.bresciacalcioshop.com ,acqui-stabile al costo simbolico di € 4,00.Verrà consegnata una co-pia del calendario alle classi di tutti gli istituti superiori statali e paritari e ai Centri di Forma-zione Professionale della Pro-vincia di Brescia. La consegna dovrebbe essere occasione per svolgere una lezione di educa-

zione stradale e, in ogni caso, sarà occasione per un’uti-le riflessione. L’Associazione Palcogiovani con questa iniziativa cerca di continuare quel lavoro che considera fondamentale e prezioso, rivolto ad adolescenti e giovani consapevole delle numerose “trappole “ in cui possono incappare, coinvolgendoli o semplicemente ascoltandoli.Anche quest’anno l’iniziativa ha beneficiato del patroci-nio dell’Associazione Nazionale Familiari e Vittime della Strada alla quale andrà parte dell’incasso.

FORZA BRESCIA

2012

PALCOGIO

VAN

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ASSOCIAZIO

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AssociazioneCONdividerela strada della vita

ASSESSORATOLAVORI PUBBLICI

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972)

Dove l’amore per la cucinadiventa Arte...

Via Cesare Beccaria, 11|D 25121 BresciaTelefona per prenotare al:

030 40073

L’altro Sapori e Sapere il Mare in bocca...

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Giuseppe GattaG i o i e l l e r i a

orologeria oreficerialavorazione orafa artigianale

Gioielli e diamanti, “beni che non tramontano”

L’esperienza e la capacitàprofessionale della

gioielleria Gatta saprà come meglio consigliarVi.

Siamo a Vostra disposizione per

consulenzeprevio appuntamento.

Brescia - c.so Cavour, 35/c Tel. 030 293448www.gioielleriagatta.it

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- Quando i particolari fanno la differenza -

La Polveriera - BeachVia Castellini, 14 Brescia

www.lapolveriera.net

La Polveriera La Polveriera La Polveriera La Polveriera La Polveriera La Polveriera La Polveriera La Polve-riera La Polveriera La Polveriera La Polveriera La Polveriera La Polveriera La Polveriera La Polveriera La

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MUSIC - COCKTAIL - EXQUISITE FOOD

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The news...

“INDIeTRO NON SI TORNA” INIzIATIVA DeL ROTARY FRANCIACORTA PeR SeNSIBILIzzARe I GIOVANI SULLA SICURezzA STRADALe

Con il patrocinio dei Comuni di Orzinuovi e Palazzolo sull’Oglio, corsi di guida sicura e incontri con i diversamente abili vittime d’incidenti stradali

“Indietro non si torna”: è all’insegna della determinazione lo slogan che racchiude la filosofia del progetto del Rotary Franciacorta Oglio, che offre ad alcune decine di giovani corsi di guida sicura, per sensibilizzarli sul tema della sicurezza stradale. Garantita la collaborazione dell’Autodromo di Franciacorta e dell’Associazione diversamente abili “Active Sport”, degli Istituti di Scuola Superiore di Palazzolo sull’Oglio e Orzinuovi e delle rispettive amministrazioni comunali, che hanno congiuntamente concesso il loro patrocinio. Un progetto che il presidente del Rotary Franciacorta, Guido Facchetti, ha voluto declinare all’insegna della concretezza. “Teoria e sensibilizzazione non mancano – spiega Facchetti – ma il cuore dell’iniziativa è rappresentato da un’esperienza al volante per almeno quaranta giovani degli Istituti tecnici superiori Marzoli di Palazzolo sull’Oglio e Cossali di Orzinuovi. L’appuntamento al Centro Guida Sicura dell’Autodromo di Franciacorta è per venerdì 13 aprile. I giovani neo-patentati apprenderanno le tecniche di guida sicura nelle cinque aree attrezzate di ultima generazione, dove è possibile ricreare tutte le condizioni di fondo stradale riscontrabili durante la guida quotidiana”. Il tutto grazie a speciali resine a bassa aderenza, all’impianto di pioggia artificiale, ad impianti tecnologici di moderna con-cezione applicati alle strutture e alle vetture. Sbandamento controllato, muri d’acqua sono solo alcuni degli accorgimenti utilizzati per insegnare i corretti comportamenti di guida ai fini della sicurezza, per ricevere la giusta preparazione che con-sente di affrontare con tranquillità le situazioni di guida critica. Il Rotary Franciacorta apprezza e ringrazia la sensibilità dimostrata e la positiva collaborazione garantita dal Patron dell’Au-todromo, ettore Bonara. All’Hotel Touring di Coccaglio, sede del Rotary Club Franciacorta, in occasione di una partecipata serata sono stati svelati i dettagli dell’iniziativa, che interessa le classi quarta e quinta degli Istituti scolastici sopra indicati. “Indietro non si torna” gode del convinto appoggio dell’assessore allo Sport, Luigi Urgnani, della delegata alle Politiche gio-vanili, Selina Grasso per il Comune di Palazzolo sull’Oglio. Dei responsabili dell’Active Sport, Marco Colombo e Maurizio Antonini, di Renato Vavassori, anima dell’Accademia Tennis Vavassori di Palazzolo. Sul fronte orceano, identica convinta partecipazione espressa per l’amministrazione comunale da Michele Scalvenzi, assessore alle Attività produttive, Servizi sociali e Politiche giovanili e dal consigliere Cesare Bertulli. Per un’ulteriore sensibilizzazione dei giovani sul tema della sicurezza stradale, venerdì due marzo prossimo è previsto un incontro nell’auditorium dell’Istitu-to tecnico Cossali, tra i rappresentanti di Rotary Franciacorta e Active Sport, e gli studenti delle classi quarta e quinta dell’Istituto scolastico, con la testimo-nianza dei diversamente abili, dopo aver subito gravi incidenti stradali. Incon-tro che si terrà con le stesse modalità, venerdì nove marzo, anche all’Istituto Marzoli a Palazzolo sull’Oglio. La lodevole iniziativa, che vedrà la presenza anche dei ragazzi del Rotaract Franciacorta, conferma l’impegno messo in campo dal Rotary Club anche a favore dei giovani, per renderli anche al volante cittadini responsabili e consapevoli.

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TITOLO: Tanto tu torni sempre. Ines Figini, la vita oltre il lagerAUTORE: Giovanna Caldara - Mauro Colombo

Quando fu deportata Ines Figini aveva meno di 22 anni. Non era ebrea, parti-giana o antifascista, ma si era schierata a favore di alcuni compagni di lavoro du-rante uno sciopero. Così finì nei lager di Mauthausen, Au-schwitz-Birkenau e Ravensbrück e in-fine in un ospedale militare, dove tra-scorse un anno e mezzo. Ha atteso più di cinquant’anni prima di parlare in pubblico della sua vicenda: ora la racconta in questo libro.

È la storia di una famiglia ma è anche una storia di fabbriche; e di una città, Como, punto strategico per le forze nazifasciste. Di treni che partivano per mete ignote e di luoghi in cui l’uma-nità si divideva tra vittime e carnefici, fino a negare se stessa. È la storia di una persona a cui il lager non ha rubato l’anima e che ha ripreso a vivere. Che ogni anno torna là dove era stata reclusa. Che ricorda. E che, nonostante tutto, ha perdonato.

TITOLO: La banalità del bene. Storia di Giorgio PerlascaAUTORE: Enrico Deaglio

Una storia vera, simile a un romanzo di avventure: l’incredibile vicenda del com-merciante padovano Giorgio Perlasca (1910-1992) che, nell’inverno del 1944, a Budapest, riuscì a salvare dallo sterminio migliaia di ebrei, spacciandosi per il con-sole spagnolo. Era stato un fascista entusiasta e aveva combattuto in Spagna come volontario per Franco. L’8 settembre 1943 lo trovò lontano da casa, ricercato dalle SS. Avrebbe potuto mettersi in salvo, deci-se di rischiare la vita. Dal suo Diario, che costituisce uno dei capitoli del libro, emer-ge l’azione straordinaria di un uomo solo, aiutato da uno spa-ruto gruppo di persone, che sforna documenti falsi, realizza e difende otto “case rifugio”, trova cibo, inganna nazisti tedeschi e ungheresi. Un organizzatore geniale e un magnifico impostore. Poi, il ritorno a casa e un silenzio durato quasi mezzo secolo, fino alla sua scoperta, merito di un gruppo di donne, ebree un-gheresi, ragazzine all’epoca della guerra, che gli devono la vita. È stato onorato come eroe e “uomo giusto” in Ungheria, Isra-ele, Stati Uniti, Spagna, e infine, grazie a questo libro, uscito vent’anni fa, anche in Italia.

TITOLO: J. EdgarREGIA DI: Clint Eastwood

Durante la sua vita, J. Edgar Hoover è diventato l’uomo più potente di tutti gli Stati Uniti d’America. A capo dell’ FBI per circa 50 anni fino alla data della sua morte nel 1972, non si è fermato davanti a nulla pur di pro-teggere il suo paese. Restando in carica durante i mandati di ben 8 Presidenti e tre guerre, Hoover ha dichiarato guerra a minacce sia vere che immaginarie, spesso infrangen-do le regole per proteggere i cittadini americani. I suoi metodi erano allo stesso tempo spietati ed eroici e la sua più grande ambizione era quella di essere ammirato a livello globale. Hoover è stato un uomo che dava grande valore ai segreti - so-prattutto a quelli degli altri - e non ha mai avuto paura ad usare le informazioni in suo possesso per esercitare la sua autorità sui leader più importanti della nazione. Consapevole che la conoscenza è potere e che la paura crea le opportunità, ha usato entrambe per ottenere un’influenza senza precedenti e per costruirsi una reputazione che era for-midabile e intoccabile.

TITOLO: Sull strada di casaREGIA DI: Emiliano Corapi

- “Sulla Strada di Casa”: Un film di ten-sione a tinte scure che ruota attorno al tema del bisogno d’identità

Per salvare la propria azienda, Alberto - un piccolo imprenditore ligure – ini-zia a fare da corriere per un’organiz-zazione criminale. Alla vigilia di un viaggio, alcuni uomi-

ni armati s’introducono nella sua villetta e sequestrano la sua famiglia, intimandogli di portare a loro, anziché alla de-stinazione stabilita, il prezioso carico che si accinge a ritirare. Costretto a subire il ricatto, Alberto attraversa l’Italia per effet-tuare il ritiro. Ma qualcosa va storto.

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