Brescia, 15 settembre Corteo nazionale contro la caccia · con sentenza n. 116 del 2012, ......

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Membro dell’ EFAH European Federation Against Hunting www.abolizionecaccia.it numero 2 2012 BOLLETTINO DELLA LEGA PER L’ABOLIZIONE DELLA CACCIA In caso di mancato recapito inviare all’ufficio CMP Roserio - Milano per la restituzione al mittente previo pagamento resi. Anno XXXV, n. 2 2012 Poste Italiane Spa spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Milano Brescia, 15 settembre Corteo nazionale contro la caccia Brescia, 15 settembre Corteo nazionale contro la caccia

Transcript of Brescia, 15 settembre Corteo nazionale contro la caccia · con sentenza n. 116 del 2012, ......

Membro dell’ EFAH European Federation Against Huntingwww.abolizionecaccia.it numero 2 2012

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Corteo nazionalecontro la caccia

15 settembre 2012 Corteo contro la caccia a Brescia

2 3- numero 2 2012 - numero 2 2012

LA CACCIA RICOMINCIA: DICIAMO NO AL MASSACRO!L’apertura della stagione di caccia sarà ancora una volta l’occasione di manifestare a gran voce tutto il nostro dissenso per una pratica barbara e crudele che ogni anno uccide milioni di animali.A Brescia, capitale delle fabbriche di armi per la caccia e per la guerra, diciamo NO alla cultura di morte e alla violenza giustifi cata da una tradi-zione inaccettabile.Il corteo partirà da Via Volturno (Piazzale Ive-co) alle 3 del pomeriggio.

PIEMONTE: SCIPPO DEL REFERENDUMCome è noto, il 3 giugno scorso in Piemonte si doveva vota-re per un referendum sull’abrogazione parziale della legge regionale n. 70 del 1996, e precisamente per la riduzione delle specie cacciabili da 29 a 4 e per l’abrogazione di quel-le norme che consentono la caccia la domenica, la caccia su terreno innevato e le deroghe per le aziende faunistico-venatorie. Nella seduta del pomeriggio del 3 maggio 2012 il Consiglio regionale, guidato dal leghista Cota, con un emendamento a sorpresa ha abrogato l’intera legge che doveva essere sottoposta a referendum. Ma poiché la cac-cia è regolamentata dalla regioni entro i limiti della legge nazionale (n. 157 del 1992), la caccia in Piemonte non resta per questo abolita, né limitata, ma addirittura incrementata, poiché la legge nazionale resta in vigore ed è naturalmente più permissiva di quella regionale ora abrogata, con ben 48 specie cacciabili! Il Consiglio ha così votato: 51 presenti, 27 (soprattutto PdL e Lega) a favore dell’abrogazione, 18 contro, 1 astenuto, 5 non votanti. Si è trattato di un vero schiaffo alla democrazia, conside-rando che la grande maggioranza dei cittadini piemontesi è non solo a favore del “sì”, ma anche favorevole alla totale abolizione della caccia.A seguito del parere espresso il 10 maggio dalla Commis-sione regionale di garanzia, il presidente della Regione Pie-monte, Roberto Cota, ha fi rmato l’11 maggio 2012 il decreto con il quale si stabilisce che non ha più luogo il referendum già fi ssato per il 3 giugno 2012, avente per oggetto l’abro-gazione parziale della legge regionale sulla caccia n. 70 del

1996, che è stata interamente abrogata dall’articolo 40 della legge fi nanziaria 2012. Con questo trucco la Regione ha im-pedito ancora una volta il ridimensionamento della caccia come auspicato dalla grande maggioranza dei cittadini.L’abrogazione della Legge regionale n. 70/96, inserita in tutta fretta nella Legge Finanziaria, effettuata dal Consiglio Regionale al solo scopo di impedire il voto popolare, altro non è che un escamotage volto ad eludere il giudicato della Corte d’Appello e del TAR. Tale atto, seguito dal decreto del Presidente Cota di arresto delle operazioni referendarie, “si traduce in uno stravolgimento del quadro normativo regio-nale in materia di tutela della fauna, con grave detrimento per l’ambiente e con la violazione delle direttive comunita-rie, in spregio dei principi costituzionali vigenti” scrivono i legali del Comitato Promotore del referendum.Due le iniziative legali già avviate:- Ricorso per ottemperanza al TAR del Piemonte con richie-sta di disapplicazione dell’art. 40 della Legge Finanziaria o invio della stessa legge alla Corte Costituzionale per illegit-timità costituzionale- Richiesta al Presidente del Consiglio dei Ministri di avvio delle procedure di scioglimento del Consiglio regionale del Piemonte e/o rimozione del Presidente Cota ex art. 126 del-la Costituzione per atti contrari alla Costituzione e per gravi violazioni di legge.Di prossima presentazione da parte del Comitato del Re-ferendum sarà la richiesta di danni in sede civile, ed è allo studio la presentazione di un esposto penale.

REGIONI

ABRUZZO

ANNULLATO PARZIALMENTE CALENDARIO VENATORIO

Con delibere n. 543 del 3 agosto 2011 e 621 del 14 settembre 2011 la Giunta re-gionale dell’Abruzzo approvava il calen-dario venatorio per l’anno 2011-2012. La LAC insieme ad Animalisti Italiani e WWF, tutti difesi dall’avvocato Michele Pezo-ne, ricorreva al TAR che (sezione prima) con sentenza n. 440 del 4 aprile 2012, depositata il 25 giugno 2012, accoglieva parzialmente il ricorso. Il TAR ha osserva-to che il calendario venatorio non tiene conto dello stato di conservazione delle diverse specie, che sono state disattese le indicazioni dell’ISPRA in merito all’uso di munizioni atossiche per gli ungulati, che non è stata posticipata l’apertura della caccia al 1° novembre nelle aree di insistenza dell’orso bruno marsicano,

che è stato omesso d’indicare le zone colpite da incendi in cui vige il divieto di caccia, e che l’orario di caccia non può essere indicato per quindicine su tutto il territorio regionale.

EMILIA-ROMAGNA

ANNULLATO CALENDARIO VENATORIO PER PIOMBO

Con delibera 195/2011 la Provincia di Reg-gio nell’Emilia adottava il calendario vena-torio 2011-2012, omettendo di vietare la munizione di piombo in quanto tossica, e disattendendo quindi il parere dell’ISPRA. La LAC, difesa dall’avvocato Massimo Riz-zato, ricorreva al TAR. Questo (sezione stac-cata di Parma, sezione I), con sentenza n. 188/2012 del 18 aprile 2012, depositata in segreteria il 22 maggio 2012, annullava il provvedimento impugnato.

MARCHE

IMPUGNAZIONE LEGGE MARCHIGIANA SULLA CACCIA

Dopo l’esposto congiunto di varie asso-ciazioni (compresa la LAC) del 27 aprile 2012, il Governo ha impugnato il 30 mag-gio scorso alla Corte Costituzionale la leg-ge regionale n. 7/2012 della Marche, che consentiva, a chi aveva optato per la cac-cia in via esclusiva da appostamento fi sso con richiami vivi, di poter esercitare per altre 10 giornate la caccia ai migratori an-che da appostamento temporaneo o in forma vagante. La Regione Marche è “re-cidiva”, in quanto la Corte Costituzionale aveva annullato poche settimane prima, con sentenza n. 116 del 2012, un’analoga disposizione regionale che consentiva eccezioni all’opzione esclusiva di caccia sempre ai capannisti, oltre che ai caccia-tori ultrasessantacinquenni.

LIGURIA

LA CONSULTA, CON DUE DISTINTE SENTENZE DEL 26 APRILE, DICHIARA L’ILLEGITTIMITÀ’ COSTITUZIONALE DEL CALENDARIO VENATORIO REGIONALE LIGURE PER IL TRIENNIO 2011-14, E CANCELLA LA DEROGA ILLEGALE PER SPARARE AGLI UNGULATI SUI TERRENI INNEVATI.

Da rifare completamente le regole per la prossima sta-gione venatoria in Liguria, mentre sarà off-limit sparare a daini e caprioli su terreni coperti per la maggior parte da neve (ad eccezione delle aree alpine).

Con le sentenze n. 105 e n. 106, pubblicate e depositate il 26 aprile 2012, la Corte Costituzion ale ha infatti: - annullato il calendario venatorio triennale 2011-14 del-la Regione Liguria (che sarebbe stato valido ancora per le prossime due stagioni di caccia), sia perché approvato con legge regionale (illegittimo il trucco della legge-provvedi-mento per evitare ricorsi al TAR, ma ci vuole invece un atto amministrativo) sia perché con validità triennale anziché an-nuale come dispone la legge statale sulla caccia 157/92 (con la sola eccezione dei piani di caccia di selezione agli ungulati delegati annualmente alle Province).

- annullato l’illegittima possibilità’ per le province di consen-tire la caccia sulla neve agli ungulati nei territori appenni-nici della Liguria;

Il calendario venatorio regionale ligure (approvato il 31 maggio 2011 con: 17 voti a favore di Pd, Sel, Gruppo misto,Idv Udc, Noi con Claudio Burlando, 2 voti contrari della Lista Biasotti, e 14 astenuti ) era stato impugnato alla Corte Costituzionale il 7 luglio 2011 dal Governo Berlusco-ni, dopo un circostanziato esposto inoltrato da 7 associa-zioni ambientaliste ( WWF - LAC - LAV - LIPU - VAS - ENPA

- Legambiente), che si erano sprezzantemente viste igno-rare le proprie osservazioni dalla competente commissio-ne del Consiglio Regionale ligure.

Risale invece al lontano 2001 la norma regionale illegale che ha consentito per anni alle Province di far abbattere in Ligu-ria gli ungulati sui terreni innevati, in violazione della legge venatoria statale che ammette tale caccia solo sulle zone al-pine, in quanto gli animali sono più visibili, lasciano maggiori tracce ed hanno maggiori diffi coltà ad alimentarsi risultando più vulnerabili.In quest’ultimo caso era stato il TAR Liguria, nel febbraio dell’anno scorso, a richiedere il pronunciamento della Corte Costituzionale, dopo che WWF e Lega Abolizione Caccia, as-sistite dallo studio legale Claudio Linzola di Milano, avevano impugnato due determinazioni della Provincia di Genova che autorizzavano l’abbattimento con carabina di daini e caprioli anche sui terreni appenninici coperti per la maggior parte da neve.In tempi di ristrettezze economiche il Presidente Burlando, con delibera di giunta 1050 del 5 agosto 2011, aveva propo-sto e ottenuto di far difendere il calendario venatorio illegit-timo di fronte alla Consulta avvalendosi di un legale esterno all’avvocatura regionale: l’avv.Innocenzo Gorlani con studio in Brescia; la parcella del professionista, nonché “casualmen-te” anche legale di fi ducia di Federcaccia, sarà ora saldata dai contribuenti liguri.

PETIZIONE

CACCIA/LOMBARDIA: la Corte costituzionale boccia per la terza volta la Regione sulla cattura con le reti di richiami viviTerza censura in pochi anni per la Regione Lombardia da parte della Corte Costituzionale sul tema della cattura di uccelli selvatici con uso di reti, in impianti autorizzati, per rifornire i cacciatori di richiami vivi per l’esercizio venatorio da appostamento ai migratori.

Francia

È stata depositata il 27 giugno scorso la Sentenza n. 160 della Corte Costituzionale che dichiara incostituzionale la legge re-gionale n. 16 del 26/9/2011, recante il piano di cattura dei ri-chiami vivi per rifornire gli appostamenti di caccia ai migratori.Oggetto della censura è l’utilizzo del meccanismo della “legge-provvedimento”: in pratica si contesta l’escamotage di varare, anziché un provvedimento amministrativo, una legge regionale per blindare l’atto da possibili ricorsi al TAR.Ma in tal modo, era la motivazione (accolta) del Governo che era ricorso alla Consulta, si impedisce al Governo stes-so di poter annullare atti amministrativi che esorbitino dai poteri delle Regioni e contrastino con la Direttiva UE del ‘79 sulla tutela dell’avifauna (ad esempio sul tema della “piccola

quantità” delle specie sfruttabili in deroga con mezzi nor-malmente vietati).Dopo il ricorso del Governo il Consiglio Regionale Lombar-do aveva abrogato la legge contestata, ma il Giudizio presso la Corte Costituzionale è comunque proseguito, essendovi state due precedenti sentenze per analoghi approvvigio-namenti di richiami vivi legiferati sempre dalla Lombardia e già sanzionate con le sentenze 266/2010 e 190/2011. Pirellone dunque “recidivo” e nuovamente bacchettato. La legge regionale censurata prevedeva la cattura con reti in impianti provinciali di 47.000 uccelli da utilizzare come ri-chiami vivi, di cui 1.647 allodole, 9.855 cesene, 5.435 merli, 21.230 tordi bottacci e 8.833 tordi sasselli.

RICHIAMI VIVI UTILIZZATI NELLA CACCIA DA APPOSTAMENTO

UNA PRATICA INCOMPATIBILE CON IL BENESSERE E L’ETICA ANIMALE

Sabato 7 luglio 2012 è iniziata la campagna di raccolta firme per il divieto di possesso e di uso di uccelli sel-vatici, sia derivanti da cattura che da allevamento, utilizzati come richiami vivi nella caccia da appostamento, capanno, agli uccelli migratori.La petizione è indirizzata alla Commissione Europea, Direzione Ambiente, e al Parlamento Europeo, Commis-sione Petizioni, per chiedere:a) un intervento che impedisca il possesso di uccelli selvatici, sia derivanti da cattura che da allevamento,

utilizzati come richiami vivi nella caccia agli uccelli migratori, le cui modalità di stabulazione avvengono in condizioni incompatibili con la loro natura e sono produttive di gravi sofferenze;

b) il divieto dell’uso dei richiami vivi nella caccia, inse-rendoli nell’allegato dei mezzi vietati dalla Direttiva 2009/147/CE;

L’utilizzo di uccelli selvatici come richiami vivi è una pratica inaccettabile che determina sofferenze indici-bili per gli uccelli detenuti in cattività e comporta un grave impatto della caccia sull’avifauna migratoriaLa raccolte delle firme, che dovranno essere inviate alla sede LAC di Via Solari 40 a Milano, terminerà il 31 ottobre 2012

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PETIZIONE

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Accolto ricorso di proprietari terrieri contro caccia forzataIl 17 luglio 2007 i signori Enrico Casonato ed altri presentavano - in qualità di pro-prietari di fondi rustici siti nel Comune di Chianni (Pisa), tra di loro contigui e di estensione complessiva pari a 135 ettari - domanda al Presidente della Provincia di Pisa, ai sensi dell’art. 15, 3° e 4° comma, della legge 11 febbraio 1992, n. 157, e dell’art. 25, 7° e 8° comma, della L. R. Toscana 12 gennaio 1994, n. 3, per ottenere l’esclusione dei fondi di loro proprietà dalla gestione programmata della caccia. Adducevano, ai sensi della legislazione sopra richiamata e dell’art. 72 della Delibe-ra del Consiglio Regionale della Toscana 12 luglio 1994, n. 292, avente ad oggetto “Indirizzi regionali di programmazione faunistico-venatoria”, a giustificazione della richiesta: a) che, come indicato alla lett. a) dell’art. 72 cit., l’area oggetto della do-manda di esclusione dalla gestione programmata della caccia apparteneva a di-versi proprietari tra di loro confinanti, aveva una superficie di ampiezza superiore a 100 Ha e presentava caratteristiche ambientali tali da consentire lo svolgimento di un’azione di tutela e salvaguardia della fauna selvatica; b) che, come previsto dallo stesso art. 72 e della ricordata legislazione statale di settore, sui fondi oggetto della domanda venivano svolte attività di rilevante interesse economico, sociale ed am-bientale. Si evidenziava, a tale ultimo riguardo, che i fondi oggetto della richiesta di esclusione dalla gestione programmata della caccia erano interessati da aziende agricole che utilizzavano metodi biologici e aderenti ai Consorzi Aiab ed Ecocert; erano sede di allevamento di specie a rischio di estinzione (asino dell’Amiata) e oggetto di progetti di ricerca e conservazione; ospitavano, occupando una per-centuale superiore al 50% dell’area, strutture di ricezione turistica, in quanto nei suddetti fondi rustici avevano sede aziende agrituristiche, realtà economica indivi-duata tra gli obiettivi strategici del Piano Territoriale di Coordinamento provinciale per il Sistema delle Colline della Valdera. Si precisava, infine, che l’area e le strutture ricettive in essa ricadenti erano interessate da iniziative provinciali a sostegno del turismo ippico, ossia il c.d. “Progetto dell’Ippovia”. Gli stessi istanti denunciavano che l’esercito della attività venatoria sui fondi rustici in esame era motivo di danno e disturbo alle attività economiche e sociali ivi svolte e sopra descritte; la caccia, in particolare, “causa un notevole danno economico alle aziende agrituristiche coinvolte dalla richiesta”, non consentendo alle medesime la necessaria valoriz-zazione del patrimonio naturalistico presente, il quale dovrebbe costituire, invece, il punto di forza di dette attività. Venivano, quindi, indicati i vari aspetti e motivi del danno e del disturbo denunciato. Si precisava, al riguardo, che oltre all’assenza di animali selvatici “visibili”, l’esercizio della caccia causava un notevole disturbo alla quiete delle persone e rendeva pericoloso praticare le attività tipiche di un soggiorno in agriturismo: le passeggiate a piedi e/o a cavallo, la ricerca di funghi, i giochi all’aria aperta. Con determinazione dirigenziale n. 4386 dell’11 settembre 2007 il Dirigente della U.O. Difesa Fauna, Dipartimento programmazione territo-riale ed economica della Provincia di Pisa, decideva di non accogliere le richieste di esclusione della caccia proposte dai ricorrenti “perché contrastano con l’attua-zione della pianificazione faunistico-venatoria provinciale, come specificato nella relazione tecnica e come previsto dall’art. 72, 1° comma, della DCR 292/1994”. Con-tro tale determinazione i 26 proprietari terrieri, assistiti dall’avvocato Guiglielmina Simoneschi, presentavano ricorso al TAR, mentre la LAC interveniva nel giudizio con una memoria ad adjuvandum. Il TAR della Toscana (sezione terza) con senten-za n. 935 del 9 giugno 2011 - 16 maggio 2012 ha rilevato che l’amministrazione ha ritenuto imprescindibile l’esercizio in loco della attività venatoria, con la quale ridurre la densità faunistica delle specie nocive (cinghiale), ma ha osservato che l’obiettivo della riduzione dei danni arrecati dalla fauna va perseguito con gli in-terventi di contenimento numerico previsti dall’articolo 19 della Legge 157/1992 e dall’articolo 37 della L. R. 3/1994 e non già attraverso l’attività venatoria. Il TAR ha pertanto annullato il provvedimento impugnato.

Corte dei diritti dell’Uomo CACCIA FORZATA ILLEGALE

La Corte europea dei diritti dell’uomo ha reso nota la sua sentenza, in base alla quale la cac-cia forzata nelle società di caccia costituisce violazione dei diritti umani. Nel giudizio “Her-rmann contro Repubblica federale tedesca” (reclamo n. 9300/07) la Camera Grande il 26 giugno 2012 ha riconosciuto a maggioran-za una violazione dell’articolo 1, protocollo 1 (protezione della proprietà) della Convenzio-ne europea dei diritti dell’uomo. Il processo riguardava la lagnanza di un proprietario terriero, che era obbligato a tollerare la caccia sulla sua proprietà, nonostante egli la rifiu-tasse per motivi etici. Il caso è stato trattato dalla Camera Grande il 30 novembre 2011. L’avvocato Günter Herrmann di Stutensee in Baden-Württemberg è proprietario di due terreni boscosi in Renania-Palatinato. Con ciò egli è automaticamente membro di una so-cietà di caccia, contro la sua volontà e senza alcuna possibilità di uscirne. Egli ha presenta-to reclami ai tribunali amministrativi tedeschi ed alla corte costituzionale federale, ma senza successo, e nel 2007 si è rivolto alla Corte euro-pea dei diritti dell’uomo. Infatti per un amico degli animali e della natura è inconciliabile con la sua coscienza che dei cacciatori entrino nella sua proprietà contro la sua volontà, allo scopo di uccidere degli animali. Nel 1999 la Camera Grande della Corte europea dei diritti dell’uomo, nel caso di un ricorrente francese, aveva stabilito con 16 voti contro 1 che si ha violazione dei diritti dell’uomo quando i pro-prietari terrieri sono obbligati a partecipare forzatamente ad una società di caccia ed a consentire la caccia sui loro terreni, malgrado la caccia sia contraria alle loro convinzioni. In Francia è perciò ora possibile che i proprietari terrieri appongano cartelli ai confini della loro proprietà, con la scritta: “Proprietà privata - Divieto di caccia”. Nel 2007 la Camera Piccola della Corte europea dei diritti dell’uomo nel caso di un ricorrente lussemburghese stabilì all’unanimità (con 7 voti) che dai proprietari di piccoli appezzamenti di terra in una società democratica non si può pretendere che con-sentano la caccia sulla loro proprietà contro la loro volontà.

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BRACCONAGGIO E ISOLE

Archetti

In partenza, come ogni autunno da ormai 25 anni, la campagna contro il bracconaggio nelle valli bresciane. Forti anche dell’ope-rato del Gruppo Guardie della Lac Lombardia, rinnovato e agguer-rito, i volontari interverranno da tutta Italia per il consueto Campo Antibracconaggio organizzato in collaborazione con il Komitee gegen den Vogelmord. Lungo tutto il mese di ottobre, si segnale-ranno trappole e illeciti di caccia alle forze del NOA (Nucleo Nazio-nale Antibracconaggio della Forestale) e alle autorità competenti. Anche eventuali segnalazioni da parte di cittadini alla mail [email protected] o al numero di telefono 02 47711806 potranno essere verifi cate.

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VIGILANZA E NORME

ATTEGGIAMENTO DI CACCIA ED ARMA SCARICA

Spesso ci si domanda se il vagare in campagna con armi nel fodero e con cane da caccia al guinzaglio, magari senza aver annotato la giorna-ta di caccia sul tesserino venatorio, possa fare escludere la sussistenza dell’attività venatoria....Ferme restando le ulteriori precisazioni che possono essere contenute nelle singole leggi venatorie regio-

nali, ci pare che per contestare la sussistenza dell’attività venatoria (e il conseguente obbligo di annotare la giornata fruita sul tesserino venatorio regionale) i comportamenti riscontrati deb-

bano rientrare nella casistica fissata dalla legge (art. 12 legge 157/92) per definire l’esercizio venatorio:- atto diretto all’abbattimento o alla cattura di fauna selvatica con i mezzi consentiti; op-pure

- vagare o soffermarsi con i mezzi di caccia o in attitudine di ricerca della fauna selvatica o in attesa della medesima per abbatterla.

La norma così formulata non può ricomprendere tutte le fattispecie al limite tra buo-na fede e furbizia, in una sorta di “zona grigia” (un così ampio livello di dettaglio è

impensabile per una legge-cornice a sua volta oggetto di norme regionali di attua-zione e complemento).Sarà pertanto l’operatore di vigilanza, tramite una rigorosa attività di accertamen-to (raccolta di informazioni, osservazione dei comportamenti, appostamenti, esa-me delle circosrtanze di luogo e di tempo, verifica dei carnieri e delle armi,ecc.) a dover motivare con sufficiente dettaglio, in caso di verbalizzazione, quali fossero

gli elementi che a suo giudizio integravano un atteggiamento di ricerca della fau-na selvatica piuttosto che un semplice trasferimento a piedi di una persona arma-

ta e munita di licenza, ma con arma nel fodero.Con sentenza Cassazione civile sez. I, 10 settembre 1997, n. 8890 si è ritenuto che sussista l’atteggiamento di caccia in caso di fucile scarico e aperto, in quanto lo

stesso era fornito di cartucciera ed il fucile, proprio perché aperto, poteva esser rapi-damente caricato ed utilizzato per abbattere la selvaggina. “Pertanto il fatto che il fucile

fosse scarico ed aperto non escludeva la situazione di pericolo che l’art. 21 lett. e) della legge 11 febbraio 1992 n. 157, col vietare l’esercizio venatorio nelle zone comprese nel raggio di cento

metri da immobili, vuole evitare”.

Come si risale alla data di produzione di una canna di fucile se il dato occorre per un’indagine?I punzoni del banco di prova

Tutte le armi italiane e le armi straniere prodotte in Pa-esi che non hanno un banco di prova riconosciuto in Italia, devono essere provate dal Banco di prova di Gar-done Val Trompia, prima di essere poste in commercio. Il Banco esegue una serie di prove e controlli di sicu-rezza, per accertare la funzionalità dell’arma e l’assen-za di rischi per il tiratore. La prova del fatto che i con-trolli di sicurezza sono stati eseguiti è rappresentata da alcuni punzoni, apposti sul fusto o sulla canna. Tra questi, è indicata (prevalentemente sulle armi a canna rigata) la data in cui l’arma è stata provata. Nel periodo compreso tra il 1922 e il 1953, la data è stata indicata “in chiaro”, con un punzone riportante l’anno completo di tutte e quattro le cifre. A partire dal 1954, però, si è iniziato a indicare l’anno con un numero romano: il 1954 corrisponde al X, il 1955 all’XI, e così via. Mano a mano che gli anni passavano, però, ci si rese conto che continuare a indicare la cifra in numeri romani avreb-be richiesto un punzone troppo lungo: così, invece di indicare il 1971 con la cifra XXVII si decise di indicarla con un misto di numeri romani e arabi: XX7. Seguirono XX8 per il 1972 e XX9 per il 1973, per finire con XXX nel 1974. Dal 1975, si abolirono i numeri romani e si decise di indicare l’anno con un codice di due lettere. Il 1975 corrisponde ad AA, il 1976 ad AB, e così via. Il problema è che sono state saltate alcune lettere, quindi solo di-

sponendo dell’elenco completo dei codici si può risali-re con certezza all’anno di costruzione dell’arma.

Ecco l’elenco completo dei codici:

X = 1954 XX7 = 1971 AT = 1988 XI = 1955 XX8 = 1972 AU = 1989 XII = 1956 XX9 = 1973 AZ = 1990 XIII = 1957 XXX = 1974 BA = 1991 XIV = 1958 AA = 1975 BB = 1992 XV = 1959 AB = 1976 BC = 1993 XVI = 1960 AC = 1977 BD = 1994 XVII = 1961 AD = 1978 BF = 1995 XVIII = 1962 AE = 1979 BH = 1996 XIX = 1963 AF = 1980 BI = 1997 XX = 1964 AH = 1981 BL = 1998 XXI = 1965 AI = 1982 BM = 1999 XXII = 1966 AL = 1983 BN = 2000 XXIII = 1967 AM = 1984 BP = 2001 XXIV = 1968 AN = 1985 BS = 2002 XXV = 1969 AP = 1986 BT = 2003 XXVI = 1970 AS = 1987 BU = 2004 BZ=2005 CA=2006 CB=2007 CC=2008 CD=2009 CF=2010 CH=2001 CI=2012

Giglio

CAMPO ANTIBRACCONAGGIO

Dal 28 aprile al 1 maggio 2012, a distanza di un mese dall’ultima operazione anti-bracconaggio, i volontari della LAC e di Ter-ranomala sono tornati sull’isola del Giglio.In meno di quattro giorni sono stati rimossi 131 lacci e 16 schiacce. Nelle schiacce sono stati ritrovati piccoli uccelli, conigli e ratti.Nei confronti di un bracconiere è stata pre-sentata una denuncia querela.

Toscana

Aveva costruito una gabbia artigianale (misure in cm. 32x30x100) divisa in due parti, in una deteneva una gazza priva di acqua e cibo, l’altra parte della gabbia doveva servire per cat-turare altre gazze, aperta con chiusura a scatto.Fortunatamente è giunta la segnalazione alla LAC, e per ben 8 ore abbiamo aspettato sul luogo il proprietario (la gabbia era in un terreno recintato e chiuso da lucchetto). Arrivato ed entrato nel terreno, l’uomo è stato raggiunto poco dopo dalla Polizia Provinciale di Livorno da noi allertata che ha provveduto al sequestro della gazza e della gabbia trappola, quindi alla denuncia per esercizio di caccia con mezzi vietati e in periodo di divieto, oltre che per maltrattameto di animali. Probabilmente l’uomo è un cacciatore, all’interno del terreno vi erano una decina di cani da caccia.

Raimondo Silveri LAC Toscana, 28 maggio 2012.

La Sagra dei Oseidi SacileLa Sagra dei Osei di Sacile, rinomata a livello internazionale, è una delle più im-portanti fi ere ornitologico venatorie d’Europa, forse la più antica nel suo genere. Suo elemento di spicco è la “gara canora”, una gara di uccelli da richiamo che ha inizio nelle prime ore del mattino. Tutto questo avviene da 739 anni, in nome di una tradizione che è giunto il tempo di mettere seriamente in discussione. All’interno della sagra si trovano migliaia di gabbie con uccelli di ogni genere e vari altri animali: merce da vendere al miglior offerente, così come nell’imman-cabile mostra mercato di animali da cortile. In questa, come in tutte le fi ere or-nitologico venatorie, assistiamo al tentativo di sdoganare i “valori” del mondo venatorio sotto forma di evento per famiglie. La tanto decantata “tradizione” è, in questo contesto, legata a doppio fi lo con il mondo della caccia, attraverso la detenzione e l’allevamento di uccelli da canto (altrimenti defi niti richiami vivi), al fi ne di utilizzarli quale richiamo per attirare altri uccelli liberi a cui sparare nel contesto della cosiddetta caccia da appostamento. Anche quest’anno abbiamo fatto sentire la nostra voce dicendo NO a questa fi era degli uccelli. Lo facciamo attraverso il sito di contro-informazione www.nosagraosei.org , e soprattutto, lo abbiamo fatto attraverso un presidio che ha avuto luogo nel cuore della sagra (Piazza del Popolo a Sacile) domenica 19 agosto dalle 08.30 alle 12.00.

10 11- - numero 2 2012

NewsCONDANNATO PROPRIETARIO DI CUCCIOLO MORTO DI CALDO E DI SETE

Condannato il cinese proprietario del cucciolo di cane di poco più di sei mesi, morto sotto il sole cocente di stenti e disidratato. Il fatto risale al torrido luglio 2010, quando le Guardie della LAC intervennero nella zona industriale di Fontaniva (PD), allertate da passanti e residenti accortisi dell’agonia del povero cagnolino. Quest’ultimo veniva detenuto nel perimetro di un capan-none in zona industriale, legato ad una corda piuttosto lun-ga che, a causa dei numerosi oggetti accatastati nei pressi del suo riparo di fortuna, era diventata tanto corta da non permettergli di muoversi neppure per mezzo metro. Inutili i tentativi di allertare il proprietario di nazionalità cinese. Il povero cucciolo è morto di sete, sotto il sole, senza tro-vare nemmeno un riparo all’ombra. All’arrivo delle guar-die e dei vigili fu comminata al proprietario una multa di 25 euro, in quanto l’animale era sprovvisto di microchip. Ma ora è arrivata la sentenza di condanna ed il proprieta-rio del povero cucciolo è stato riconosciuto colpevole del reato di abbandono di animali, ex art. 727 c.p., in quan-to deteneva l’animale in condizioni incompatibili con la sua natura, arrecandogli sofferenze tali da condurlo alla morte. Per questo gli è stata comminata un’ammenda di euro 1.500,00 (Uffi cio stampa dell’on. Andrea Zanoni, 13 giugno).

TRENTINO - NASCE UN COMITATO PER TUTELARE L’ORSO

È nato a Trento un comitato per la tutela dell’orso in Trenti-no Alto Adige su iniziativa delle associazioni ambientaliste Lac, Legambiente, Lipu e Pan-Eppa. Obiettivo dell’iniziativa - afferma il coordinatore Francesco Mongioì - è stimolare la Provincia a gestire correttamente il progetto di reinserimen-to del plantigrado tutelando gli interesse dei cittadini, «ma senza mettere in discussione la necessità della presenza dell’orso e rinunciando a perseguitarlo». Il comitato intende poi promuovere azioni di dialogo e informazione con citta-dini e operatori economici «con lo scopo di ridimensiona-re l’allarme ingiustifi cato recentemente diffuso». Secondo i promotori dell’iniziativa, che intendono seguire la regola di rigore scientifi co riferendosi ai protocolli internazionali, la

popolazione degli orsi in Trentino, preziosa per l’ecosistema alpino, può raggiungere senza rischi i cento esemplari.

SALVO LO SCOIATTOLO GRIGIO

Con delibera n. 24-3212 del 30 dicembre 2011 la Giunta regionale del Piemonte aveva consentito l’abbattimento dello scoiattolo grigio. La LAC, insieme alla sua sezione del Piemonte, e le associazioni Animalisti Italiani, Ecospirituality Foundation, Enpa, LAV ed OIPA, assistite dall’avvocato An-drea Fenoglio, ricorrevano al TAR che (sezione seconda) il 9 maggio, con delibera depositata in segreteria il 10 maggio, sospendeva l’esecuzione del provvedimento impugnato.

News

Grazie a tutti quelli che sostengono le battaglie della LAC

Roberto Aldrovandi, MI, 50 euroManuel Barone, MI 100 euroGuido Bertolino, TO, 50 euroLionella Bracelli, MI, 90 euroLucien Caunus, Belgio, 60 euroA. Carniti, RM, 50 euroMadddalena Dell’Acqua, MI, 90 euroGiovanni Franco, AL, 50 euro

Carlo Gattoni, MI, 100 euroGiovanni Giallombardo, MI, 50 euroCristina Guercilena, BG, 100 euroRaffaella Guidotti, MI, 50 euroGiorgio Lucarelli, RM, 100 euroAnna Manca, MI, 100 euroFrancesco Mantia, TN, 50 euroEmanuele Martarelli (GAV), AN, 310 euro

Mariano Mastorgio, VA;, 300 euroMaria Clementina Mendes, MI, 50 euroGavino Pallara, CA, 100 euroMaurizio Panero, FI, 50 euroEmilio Salemme, MO, 200 euroLucia Tirelli, MI, 50 euroIvo Volpi, MI, 100 euroJohn Young, 100 euro

10 -

Le nutrie dell’alluvione, il giudice le assolveEra il 28 novembre 2010 quando il capo del genio civile Mauro Roncada, con l’assesso-re alla caccia della Provincia di Vicenza, Marcello Spigolon, in una intervista al Giornale di Vicenza diceva: “Una grossa fetta di responsabilità va attribuita alle nutrie in quanto hanno indebolito gli argini”. E ancora “ la rottura dell’Alpone che a San Bonifacio ha cau-sato l’allagamento di Monteforte D’Alpone e dell’autostrada, tagliando a metà l’eco-nomia del nord è dovuta alle nutrie che hanno distrutto gli argini”. La dichiarazione non è andata giù al Coordinamento protezionista vicentino, noto per le sue battaglie in favore della correttezza e della legalità. Così i volontari hanno effettuato sopraluoghi e verifiche con propri tecnici e il 16 febbraio 2011 hanno presentato un dettagliato esposto con allegata relazione tecnica alle Procure di Vicenza e Verona. Il 16 maggio di quest’anno arriva il risultato,dopo un anno di indagini e trentadue pagine di relazione. Il sostituto pro-curatore di Verona, Valeria Ardito, emette la sentenza: tra le cinque motivazioni che hanno causato l’alluvione del 1 novembre 2010 non sono citate naturalmente le nutrie. “Mi piace-rebbe capire le motivazioni che hanno spinto il capo del Genio Civile a dichiarare quelle baggianate”, dice Renzo Rizzi del Coordinamento protezionista. A seguito delle dichiarazio-ni del Roncada, si era scatenata una guerra senza quartiere contro questi animali in tutta la provincia di Vicenza. Una vera caccia alle streghe, con due delibere approvate tra il 14 e il 16 di dicembre 2010 che autorizzavano i cacciatori a massacrare in qua-lunque modo questi incolpevoli animali. “Le delibere volute con forza da Spigolon”, spiega Rizzi, “sono state approvate immediatamente dalla provincia di Vicenza, pagando i cacciatori con danaro pubbli-co, perché compiessero questo inutile scempio. Ora questo povero castorino, dopo anni di ingiustifi cato accanimento, chiede a ragione giustizia. Presenteremo una denuncia contro chi ha procurato allar-me ingiustifi cato e creato danni alla collettività sotto varie forme”. E le associazioni protezionistiche si costituiranno parte civile.http://zoelagatta.corrieredelveneto.corriere.it/

VIVALA NUTRIACon ordinanza n. 4 del 6 marzo 2012 il sindaco di Soresina (Cremona) au-torizzava l’abbattimento delle nutrie. La LAC, difesa dall’avvocato Massimo Rizzato, ricorreva al TAR che (sede di Brescia, sezione seconda) con sentenza n. 1134 del 21 giugno 2012 accoglieva il ricorso annullando quindi il provvedi-mento impugnato. Con ordinanza n. 2 del 6 febbraio 2012 il Comune di Zibel-lo (PR) ordinava l’abbattimento delle nutrie. La LAC, difesa dall’avvocato Mas-simo Rizzato, ricorreva al TAR (sezione staccata di Parma, sezione prima) che con ordinanza n. 182 del 6 giugno 2012, depositata in segreteria il 6 giugno 2012, sospendeva l’atto impugnato.

NUTRIE

DIVIETO DI CACCIA

Un saggio incisivo, snello ma completo, in cui il prof. Con-siglio con stile asciutto e metodo scientifi co dimostra in maniera ineccepibile l’illogicità della caccia. Scevro da retorica e orpelli sentimentalistici, esauriente e diretto, risulta un testo fondamentale per i novizi a digiuno di nozioni di ecologia e un utile ripasso per gli animalisti più navigati. Oltre agli aspetti ecologici, l’Autore delinea anche i tratti giuridici che regolano questa “disciplina” ed affronta di conseguenza il triste tema del bracconaggio. Il capitolo che mette in correlazione la caccia ad alcuni disturbi mentali getta una luce scabrosa sull’argomen-to già di per sé torbido del “piacere di uccidere”. Infi ne, la descrizione terribile e angosciosa dell’orrendo de-stino dei caprioli cacciati e la drammaticità della loro consapevolezza farà vibrare di indignazione. Questa lettura accrescerà lo sconcerto sul perché la caccia sia ancora in auge, ma in parte è possibile trovare una ri-sposta nel breve saggio di Massimo Tettamanti. Il crimi-nologo forense e chimico ambientale offre nel volume un interessante contributo, mettendo tra l’altro in evi-denza la stretta correlazione tra detenzione di armi da fuoco e delitti da esse derivati. In defi nitiva, alle persone che ingenuamente o provocatoriamente domandano per quale motivo la caccia sia da abolire (o aborrire, ag-giungo io) suggerisco di consegnare questo libro, ac-compagnato dal commento: “ecco perché”.

Lo StrillozzoPeriodico bimestrale della LAC Lega per l’Abolizione della CacciaRegistrato al Tribunale di Milano il 28/1/1995 al n. 37 Iscrizione al ROCn. 2721 - Edizione LACAbbonamento annuo 20,00€ da versare su ccp 31776206 intestato a: Lega per l’Abolizione della Caccia Onlus

Finito di stampare il 2 agosto 2012

Redazione: Paola Verganti Amministrazione Viale Solari, 40 20144 Milano Tel/fax: 02.47711806Direttore responsabile: Andrea RiscassiImpaginazione : Rosanna Marinoni Coop Paolo VI Gorgonzola MiStampa:

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LIBERALO DALLA RETE!

ELENCO DELLE SEZIONI DELLA LAC

LAC - SEDE NAZIONALE

ABRUZZO - c/o Marina Angela Anna Gallo (delegataresponsabile), Via Roma 202, 66016 Guardiagrele CHtel. 0871/809598 (casa) - 0871/82230 (u�.), fax 0871/82230email: [email protected]

ALESSANDRIA - Via Inviziati 30, 15121 Alessandria.Delegato responsabile: Stefano Bovone, tel. 348/8921389e-mail: [email protected], www.lacalessandria.org

ASTI - c/o Claudio Ferraris (delegato responsabile),Via Trieste 9 , 14020 Robella d’Asti ATtel. 3479727278 - 339 4897569e-mail: [email protected]

AVELLINO - C/O Emilio Mauro Merola(delegato responsabile), via Piave 77, 83032 Bonito AVtel. 0825/422601 – 3491533079e-mail: [email protected]

BERGAMO - c/o Giuseppe Mangoni (delegato responsabile),Via Marconi 31, 24047 Treviglio BGtel. 0363/47201, e-mail: [email protected]

BIELLA - c/o Silvana Tuninetti (delegata responsabile),c/o CSV Biella, Via Orfanotro�o 16, 13900 Biella BItel. 320/3595820, e-mail: [email protected]

BOLZANO - c/o Richard Steinmann,Pentolai 5, 39042 Bressanone BZ)tel. 340/2466016, e-mail: [email protected]

BRESCIA - c/o Consuelo Bianco (delegata responsabile), Via Delle Gabbiane 22, 25128 Brescia. Tel 030 2000324 cell 335 66971573-mail: [email protected]

CAMPANIA - Via Sebastiano Enrico De Martino 980062 Meta NA tel. 347/3768001 con segreteria - 339/8531461Delegata responsabile: Maria Gabriella VaninViale Giuseppe Sirtori 69, 00149 Roma RMtel. 06/55265695 – fax 06/55265695.

CUNEO - (Giovanni Salomone Presidente)c/o Enrico Bonetto (delegato responsabile),tel. 338/9103890, e-mail: [email protected]

EMILIA ROMAGNA - c/o Carla Carrara (delegata responsabile),Via Vallescura 7, 40136 Bologna, tel. & fax 051/582247,e-mail: [email protected]

FOGGIA - c/o Francesco Fortinguerra (delegato responsabile), Via Bezzecca 62, 71017 Torremaggiore FGtel. 320/4752762, e-mail: [email protected]

FRIULI VENEZIA GIULIA - c/o Alessandro Sperotto (delegatoresponsabile), Via del Boccolo 18, 33080 San Quirino PN,tel. 347/4913282, e-mail: [email protected]

FROSINONE e LATINA - c/o Roberto Vecchio (delegato responsabile),c.p. 5 , Via Arcinazzo 59/A, 03014 Fiuggi FRtel. 06/59084226 - (u�.) - 333/2155403e-mail: [email protected], ccp 00000619893.

LAZIO - c/o Casa delle associazioni, Via Sergio Tofano 9000139 Roma, tel. 06/87131267 - 347/33768001fax 06/87201680 ccp 38717005, e-mail: [email protected]. Delegato responsabile: Maria Gabriella Vanin

LECCO - c/o Luigi Parea (delegato responsabile),Via Primule 18/a, 23864 Malgrate (LC), tel. 3396657853,e-mail: [email protected]

LIGURIA - Via Martiri della Libertà 23/7, 16156 Genova,tel. 010/661758, e-mail: [email protected]

LOMBARDIA - Casella postale 10489, U�cio postale Isola20100 Milano, ccp 14803209. Sede: Lega Abolizione CacciaVia Solari 40, 20144 Milano, tel./fax 0247711806,e-mail: [email protected] responsabile: Graziella Zavalloni

MARCHE - c/o Danilo Baldini (delegato responsabile)loc. Pian di Morro II° n. 4, 60043 Cerreto d’Esi (AN)tel. 0732/677106 - 328/0831502 (spento in orario di u�cio),e-mail: [email protected]

MODENA - c/o Emilio Salemme (delegato responsabile)Via Panni 167, 41100 Modenatel. 347/4885078 - 059/2927415 (e fax)e-mail: [email protected]

NOVARA - c/o Centro di servizio del volontariatoVia Monte Ariolo 10/12, 28100 Novara. CCP 89779508IBAN IT78M0760110100000089779508. Delegato responsabile: Massimiliano Maininitel. 0321/33393, e-mail: [email protected]/lacnovara

PADOVA - tel. 331/9033161, CCP 1595063,IBAN IT38K0760112100000001595063,e-mail: [email protected].

PAVIA - c/o Roberta Casarini (delegata responsabile),Via Vittorio Emanuele 56, Montalto Pavese PV,tel. 328/9439165, e-mail: [email protected]

PESCARA - c/o Marco Corazzini (delegato responsabile)Via Aldo Moro 7, 65026 Popoli PE, tel. 085/989024e-mail: [email protected]

PIEMONTE - Via Ormea 24, 10125 Torinotelefono & fax 011/6504544e-mail: [email protected] 33346107, codice �scale 97542360017. Presidente Roberto Piana. Apertura al pubblico:lunedì-venerdì 10-12, 14-18 / sabato 10-13. Servizio di vigilanza:[email protected] mercoledì 18,30-20,30

PORDENONE - c/o Alessandra Marchi (delegataresponsabile), Piazza XX Settembre 333170 Pordenone - tel. 0434241292e-mail: [email protected] [email protected]

PUGLIA - Via Puccini 16, 70045 Molfetta, BAtel/fax 080/9143819Delegato responsabile Pasquale Salveminie-mail: [email protected]

SARDEGNA - c/o Stefano Deliperi (delegato responsabile),Via Asti 9, 09126 Cagliari, tel. 3331822161,e-mail: [email protected]

SAVONA - c/o Valentina Scasso (delegata responsabile),Via Mazzini 45/3, 17056 Cengio SVtel. 333/2849538 -346/3121281e-mail: [email protected]

SIENA - c/o Andrea Cucini (delegato responsabile),Via Coneo 14/A, 53034 Colle Val d’Elsa SItel. 0577/971122 - 338/5908134e-mail: [email protected]

TOSCANA - c/o Raimondo Silveri (delegato responsabile)Strada Prov.le Aurelia 1- Loc. Lupo, 58023 Giuncarico (GR)tel/fax 0566.88080 - cell. 366 5382949e-mail: [email protected]

TRENTINO-ALTO ADIGE - c/o Caterina Rosa Marino (delegataresponsabile), Via F. Biasi 36, 38010 San Michele all’Adige TN,tel. 347 3789239, e-mail: [email protected]

TRENTO - c/o Katia MarinoVia F. Biasi 36, 38010 San Michele all’Adige TN,tel. 0461/662134, 347/3789239, [email protected]

TREVISO - c/o Maurizio Gatto (delegato responsabile),Via Stuparich 2, 31100 Treviso, tel. 366/6646426,e-mail [email protected]

TRIESTE - c/o Walter Stefani (delegato responsabile),Via Erta di S. Anna 22, 34149 Trieste, tel. 338/7121635L-V feriali ore 8-15, fax 040384097 dopo le ore 18,e-mail [email protected]

VENETO - Via Cadore 15/C int. 1, 31100 Treviso,tel. 347/9385856, e-mail [email protected]., ccp 40387441.Delegato responsabile: Andrea Zanoni

VENEZIA - c/o Maria Caburazzi (delegata responsabile),Via Palazzo 27, 30174 Venezia Mestre VE, tel. 041/950310 - 348/8908586, fax 041/980544, e-mail [email protected]

VERBANIA - c/o Laura Sommaruga (delegata responsabile),Via Casali Amore 5a, 28822 Cannobio VB, tel. 0323/71808 - 333/7979637, e-mail [email protected]

VERCELLI - c/o Centro Servizi del Volontariato,Via G. Ferraris 73, 13100 Vercelli, tel. 340/7954182,e-mail: [email protected] responsabile: Elisa Fassione

VERONA - c/o Miranda Bizjak (delegata responsabile),Via Belvedere 169, San Felice Extra, 37131 Veronatel. 045/533306, email [email protected]

VICENZA - Via dell’Astronautica 3/C, 36016 Thiene VI,Delegato responsabile: Ezio Cantù, tel. 333/5876405,e-mail [email protected][email protected]

Sede: Via Andrea Solari 40, 20144 Milano, tel./fax 0247711806, e-mail [email protected]. C.F. 80177010156, ccp 31776206, CCB su Intesa San Paolo di Milano, Corso Garibaldi, Filiale Milano 1, IBAN IT35M 03069 09441 000018051121 Presidenza: Carlo Consiglio, Via Angelo Bassini 6, 00149 Roma, tel. 06/64690478, fax 178 2259097, e-mail: [email protected]