Branch-Line n Ibrido in quadratura di fase Z0Z0 Z0Z0 Z0Z0 12 3 4 input isolata
Branché
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BranchéE’ la storia di una scrittura allucinogena.
Aveva dato da leggere a un suo amico una serie di poesie brevi.
Cominciò un po’ per caso.
testi P. Di Vittoriodisegni G. Palumbo
A prima vista sembrava un banale refuso:
“arabasco” con la a invece di “arabesco” con la e.
Senza saperlo aveva risve-gliato un’anti-ca cabala che se ne stava rintanata come una serpe nel tepo-re del suo letargo.
51 segni uguali, di cui ogni volta 3 per lo stesso gruppo di segni, per 13 serie con-secutive di grup-pi di segni.
L’ effetto era semplicemente allucinogeno.
Non appena ebbe letto l’ultima parola dell’ ultima linea (“ara-basco”), l’amico prima Abbaiò a
lungo,
poi per qualche minuto si sentì sua Altezza,
infine Arzigogolò ininterrotta-mente fino alle prime luci dell’ alba. E non aveva mai arzigogo-lato per più di cinque minuti!
eLo scrittore non poteva credere ai suoi orecchi! Per scrupolo si affrettò a rileggere quanto aveva scritto.
Effettivamente il refuso c’era, e lo fece subito sparire mar-cando con un rapido tratto di penna una bella e sulla lette-ra abusiva.
D’un tratto, però, cominciò anche lui ad allucinare!
L’effetto della droga era tuttavia diverso. Non poteva lasciare di scrivere e per giunta non poteva lasciare di riscrivere su quello che aveva appena scritto.
Insomma, era diventato dipendente.
Ma in quelle interminabili giornate di folle scrittu-ra, nei pochi momenti di tregua, si faceva ancora scrupolo di dare a legge-re la sua scrittura.
I suoi amici raccontano che dalla sua bocca emanava un intenso profumo di erba carsolina.
“Les drogues nous ennuient avec leur paradis...” (Henri Michaux, Connaissance par les gouffres)
fine