BOSCHI E FORESTE, VALORE ITALIANO DA GESTIRE

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EDIZIONI CONAF, ROMA - TRIMESTRALE - ANNO XII - N° 3 DEL 2011 - POSTE ITALIANE S.P.A. - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N.46) ART. 1, COMMA 1, AUT. C/RM/55/2011 BOSCHI E FORESTE, BOSCHI E FORESTE, VALORE ITALIANO DA GESTIRE VALORE ITALIANO DA GESTIRE PERIODICO DI INFORMAZIONE DEL CONSIGLIO DELL'ORDINE NAZIONALE DEI DOTTORI AGRONOMI E DEI DOTTORI FORESTALI - 3/2011

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BOSCHI E FORESTE,BOSCHI E FORESTE,VALORE ITALIANO DA GESTIREVALORE ITALIANO DA GESTIRE

PERIODICO DI INFORMAZIONE DEL CONSIGLIO DELL'ORDINE NAZIONALE DEI DOTTORI AGRONOMI E DEI DOTTORI FORESTALI - 3/2011

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io3 EDITORIALE

Andrea Sisti

4 IL RUOLO MULTIFUNZIONALE DEL BOSCO PER LA GESTIONE DEL TERRITORIO E DEL PAESAGGIOGraziano Martello

6 L’ASSEGNO AL TAGLIO BOSCHIVO COME ATTO PROGETTUALEGiancarlo Quaglia

8 IL SISTEMA INFORMATIVO INCENDI BOSCHIVI DELL’EUROPA PASSA DALL’EFFISAndrea Camia

10 UN “ESERCITO” PER LA DIFESA E LA GESTIONE DEI BOSCHI ITALIANIRosanna Zari

13 PAESAGGIO, BOSCHI E DISASTRI AMBIENTALI: PERICOLO ABBANDONOMauro Agnoletti

15 SPECIALE XIV CONGRESSO: “RESPONSABILITÀ E UTILITÀ SOCIALE, LA FORZA DELLA NOSTRAPROFESSIONE”Rosanna Zari

16 SPECIALE XIV CONGRESSO: MEDITERRANEO E AGRICOLTURA IN CITTÀ, TEMI D’ATTUALITÀ IN SICILIA

18 SPECIALE XIV CONGRESSO: QUALITÀ DELLA VITA, SVILUPPO E COOPERAZIONE:L'ETICA DELLA PROFESSIONE

21 SPECIALE XIV CONGRESSO: ECCO I PREMIATI DEL CONAF

23 LE POLITICHE FORESTALI NELLA PROGRAMMAZIONE DI SVILUPPO RURALE 2014-2020Stefano Cilli

25 STRUMENTI INNOVATIVI, ECCO I PES, PAGAMENTI PER I SERVIZI AMBIENTALIDavide Pettenella

27 LA VALORIZZAZIONE DEI PRODOTTI DI QUALITÀ A SOSTEGNO DEI TERRITORI DI MONTAGNAFilippo Brun, Simonetta Mazzarino, Angela Mosso

29 LOMBARDIA E TOSCANA: BOSCHI (E POTENZIALITÀ) A CONFRONTOLuigi Pisoni, Renato Ferretti

31 DAL CONAF

32 LA NOSTRA FORMAZIONE È FONDAMENTALE PER COSTRUIRE IL MONDO DI DOMANILorenzo Benocci

33 OLTRE LE DIFFICOLTÀ, COMPETENZA E SPECIALIZZAZIONE PER IL PROFESSIONISTADELLO SVILUPPO RURALECristiano Pellegrini

34 DAGLI ORDINI E DALLE FEDERAZIONI

35 MEMO

CONSIGLIO DELL’ORDINE NAZIONALEDEI DOTTORI AGRONOMI E DEI DOTTORI FORESTALIVia Po, 22 - 00198 Roma - Tel. 06 8540174 - Fax 06 [email protected] - www.conaf.itDirettore Responsabile: Rosanna ZariDirettore Editoriale: Andrea SistiComitato di redazione: Rosanna Zari (Coordinatore), Enrico Antignati,Marcellina Bertolinelli, Giuseppina Bisogno, Mattia Busti, Giovanni Chio-falo, Cosimo Damiano Coretti, Giuliano D’Antonio, Alberto Giuliani, GianniGuizzardi, Graziano Martello, Fabio Palmeri, Riccardo Pisanti, GiancarloQuagliaRedazione: Lorenzo Benocci, Cristiano PellegriniHa collaborato a questo numero: Antonio BrunoriEdizione CONAFVia Po, 22 - 00198 Roma

Grafica e impaginazione: Renato Roncagli MiceliFotografie interne: A. Brunori (pp. 7, 11, 12, 24, 26, 30) e autori degli articoliStampa: Grafica Ripoli s.n.c.-Villa Adriana Tivoli (RM)La quota di iscrizione dei singoli iscritti è comprensiva del costo e dellespese di spedizione della rivista in misura pari al 2%.Autorizzazione del Tribunale di Bologna n. 6927 del 30/06/99.La tiratura della rivita è di 23.300 copie di cui 22.000 copie da destinareagli iscritti all’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestalie 1.300 copie in omaggio a parlamentari e autorità del settore.La presente rivista è stata chiusa in redazione il 30.11.2011.Questo numero è consultabile dal 30.11.2011 sul sito www.conaf.itLa riproduzione degli articoli è concessa solo dietroautorizzazione scritta dell’Editore.Questo giornale è associatoalla Unione Stampa Periodica Italiana.

n° 3/2011 Foto copertina: ©Consorzio Forestale dell'Amiata

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l XIV Congresso nazionale appena concluso in Sicilia che ci ha visti an-cora una volta protagonisti e interlocutori per la società civile, si è rive-lato, un momento di alto confronto e crescita morale, intellettuale e

scientifica per la nostra categoria, ancora di più in un momento come quelloattuale di crisi internazionale, dell’Europa e del nostro Paese. Una catego-ria come la nostra che si occupa di come produrre cibo, di come rispettarele risorse naturali, di come progettare le città nei loro aspetti qualitativi nonpuò sottrarsi alla proposizione di idee, di riflessioni che possano delineareun nuovo modello di sviluppo, un nuovo modello del rapporto tra consumoe produzione, un nuovo modello tra urbanizzazione e ruralità. E noi non cisiamo sottratti al nostro compito che è quello di rimettere al centro l’inno-vazione nei processi di sviluppo, integrando e cooperando per compensareil processo di globalizzazione che ha prodotto paure e determinato signifi-cative sperequazioni non solo tra il nord e il sud del pianeta ma soprattuttotra generazioni e tra i diversi strati sociali. Oggi, accanto a quasi un miliardodi persone denutrite, c’è più di un miliardo di persone che soffre di eccessoponderale, causando elevati costi della salute a fronte di un cinquanta per-cento di cibo che finisce in discarica. Questo incremento del benessere, diper sé positivo, ha reso però ulteriormente fragile il nostro sistema ed inparticolare l’ecosistema con la conseguenza che dobbiamo riprogettare inostri stili di vita. Negli ultimi 40 anni si è registrata una crescita economica media del 3,5 per cento l'anno, mentre nel pe-riodo a ridosso dell'attuale crisi economico-finanziaria il tasso di crescita annuo ha toccato addirittura punte del 4,7 percento, con valori, nei Paesi in via di sviluppo e di recente industrializzazione tre volte superiori a quelli registrati nei Paesiindustrializzati. Nel quadro dell'Agricultural Outlook 2009, l'OCSE prevede che la produzione agricola crescerà media-mente in misura inferiore ai tassi di crescita registrati negli anni precedenti. In particolare viene sottolineato che i pro-grammi volti a rilanciare la congiuntura, realizzati in numerosi Paesi, hanno determinato un massiccio incremento deldebito pubblico e attualmente diversi Paesi incontrano difficoltà a onorare i propri debiti. A seguito della crescita della po-polazione mondiale e dello sviluppo degli insediamenti entro il 2025 si ipotizza che andranno persi, a causa della imper-meabilizzazione dei suoli, dai 30 ai 40 milioni di ettari di superfici agricole. Siccome la maggior parte delle città è costruitain zone fertili il maggiore fabbisogno di superfici andrà a scapito, quindi, dei terreni agricoli di buona qualità. La Banca Mon-diale ritiene che ogni anno andranno persi dai 5 ai 10 milioni di ettari di terreni agricoli a causa del forte degrado, oltre al-l’aumento della domanda mondiale di generi alimentari, alimenti per animali e materie prime vegetali per la produzione dibiocarburanti e bioenergie. I prezzi saranno sempre più volatili, le necessità più impellenti, la stabilizzazione degli approv-vigionamenti una condizione indiscutibile per limitare le crisi alimentari e le sollevazioni popolari. In questo scenario inno-vazione ed etica rivestono un ruolo fondamentale per il presente e per il futuro e le nostre scienze agrarie, ambientali eforestali, la nostra professione si dovrà occupare sempre meno di carte e più di innovazione. Dobbiamo ripensare i mo-delli di sviluppo, cooperare nell’innovazione coinvolgendo i produttori e i consumatori nelle scelte. La partecipazione nellaricerca agricola del mondo della produzione, della professione e delle popolazioni è elemento fondamentale che porta alcentro il capitale umano e non solo quello finanziario con scelte obbligate per riportare il baricentro del valore sulla pro-duzione e quindi sulle persone e sulla professionalità dei ricercatori e dei tecnici, con un occhio sempre ben puntato sul-l’etica dei comportamenti, sulla deontologia. Una parola questa che appartiene a noi professionisti. La differenza chepassa tra un servizio professionale che deve scontare solo il prezzo e il lavoro professionale che deve rispondere alla cor-rettezza dei comportamenti, della scienza coscienza, che molto spesso non consente di rispondere sempre si al com-mittente o assecondare i desiderata impossibili. Il nuovo codice deontologico vuole guardare alla modernità ma tenere bensaldi i principi dell’esercizio di una professione delicata come la nostra.

MENO CARTE E PIÙ INNOVAZIONEAndrea SistiPresidente [email protected]

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editoriale

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boschi e foreste

l bosco è stato fino a pochi decenni fa entità marginalenel sentire comune, almeno per quel che concerne i suoiaspetti gestionali e strettamente materiali. Componente

spesso scontata, “sconosciuta”, ma al tempo stesso ele-mento profondamente radicato nell’immaginario collettivo,almeno in quanto entità astratta, basti pensare all’ance-strale significato simbolico dell’albero e della selva, legati amiti e leggende antichissime. Negli ultimi anni, questo qua-dro è sensibilmente mutato, il bosco, da elemento margi-nale, ha acquisito un ruolo importante, se non a voltecentrale, in molte questioni oggi alla ribalta. Cambiamenticlimatici, produzione di energia, biodiversità, paesaggio etutela del territorio, solo per citare alcuni temi, dove il ruolodel bosco è assolutamente primario. L’interesse per ilbosco è, quindi, sensibilmente cresciuto, sia a livello so-ciale che professionale, con tutti gli annessi e connessi (po-sitivi e negativi) che ciò comporta.

Risorsa sottovalutata - Sicuramente il bosco ha rappre-sentato, per decenni, una risorsa sottovalutata, non solo

per quel che con-cerne le sue fun-zioni produttive, maanche e soprat-tutto, per quellequali la tutela delterritorio, peraltroampiamente cono-sciute e ricono-sciute dagli addettiai lavori. Il fatto cheoggi il bosco sia alcentro dell’atten-zione, rappresentasicuramente unagrande opportu-

nità, sia per chi lavora con il bosco, sia per chi lo possiede,sia per la società nel suo insieme. È vero però che un’at-tenzione a volte superficiale, a volte volutamente mistifi-cante o ancor più spesso, incompetente, può innescarefraintendimenti e difficoltà, specialmente tra chi da sempresi occupa di bosco per professione. A ciò si aggiunga il“contrasto” effettivo tra le numerose funzioni a cui vienegiustamente chiamato il bosco, che innesca diatribe eternee poco feconde, che rischiano nuovamente di congelareuna situazione che, invece, ha urgenza di evolversi. Moltospesso tali diatribe nascono da superficialità, e poca cono-scenza, in quanto viene confuso il bosco in quanto oggettoastratto e, quindi, assoluto, con i boschi, ognuno, con ca-ratteristiche peculiari sia per composizione che per collo-cazione e dinamismo. Ogni bosco rappresenta un’entitàunica, con funzioni legate alle peculiarità ed alle esigenzelocali. Trascurare ciò per generalizzare implica il rischio diparlare del nulla, affermando principi che possono essere inogni momento messi in discussione, lasciando, di fatto,campo libero alla “non tecnica”, facile preda di improvvi-sati, quanto pericolosi, “esperti”. Alcune questioni, al con-trario, soprattutto nell’ambito della pianificazione,necessitano di un approccio ad ampio spettro con un par-ticolare impegno di aggiornamento ed approfondimento daparte della nostra categoria.

Il bosco è qualità - Il bosco non è elemento del territorio,ma è territorio e soprattutto è territorio di prima qualità. Lefunzioni ecologiche legate all’ecosistema forestale sono im-portantissime e una loro progressiva valorizzazione, anchein senso economico è un processo inarrestabile con cui ènecessario iniziare sin d’ora a confrontarsi. E’ chiaro quindiche va recuperata la visione del bosco a 360 gradi che ap-partiene alla migliore tradizione della nostra professione;basti pensare agli studi del Susmel sul funzionamento degliecosistemi forestali ed applicare questa conoscenza alle

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IL RUOLO MULTIFUNZIONALE DEL BOSCOPER LA GESTIONE DEL TERRITORIOE DEL PAESAGGIOGestione, pianificazione, conservazione e valorizzazione del boscocompetenza esclusiva dei dottori agronomi e dei dottori forestali

Graziano MartelloConsigliere Conaf, Coordinatore del Dipartimento Ambiente e [email protected]

Graziano Martello, dottore forestale4

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conaf

nuove richieste che la società impone, riaffermando unruolo, quello della nostra categoria, che non è quello delboscaiolo laureato, come a qualcuno fa comodo credere,ma è quello del profondo conoscitore dell’ecosistema pereccellenza e, quindi, dell’ambiente in senso lato. Mai comeoggi, per la complessità dei ruoli attribuiti al bosco, è ne-cessario un approccio competente e una volontà di ge-stione razionale con finalità adeguate all'attuale momentostorico. Gestione che significa conoscenza, corretta inter-pretazione, corretta scelta ed esaltazione delle funzioni amaggiore vocazione di un determinato bosco, e conserva-zione dinamica ossia vitale e potenzialmente predisposta amutare indirizzo, se ciò fosse necessario.

Conoscenza e professionalità - L’assenza e la mancanza digestione, che in alcuni casi può essere una scelta valida, main quanto scelta rimane pur sempre gestione, se generaliz-zata, difficilmente potrà non confondersi con l’abbandono, edi conseguenza con la non conoscenza con tutti i rischi checiò comporta. Solo una approfondita conoscenza è, infatti, ingrado di contrastare la molteplicità di posizioni che oggigiorno si moltiplicano su questa risorsa, che vedendo au-mentare il suo valore, è già oggetto di mire rapaci da più parti:basti pensare alle dinamiche già in atto relative agli impegnidi Kyoto ed ai crediti di carbonio. Resta il fatto, comunque,che per confrontarci a pieno titolo sulle questioni di cui sopra,non è sufficiente una conoscenza settoriale, per quanto ap-profondita, ma è necessario, da parte della nostra categoria,allargare in maniera considerevole la propria prospettiva, ri-vendicando e sviluppando competenze a volte trascurate odistrattamente lasciate ad altri, come quelle sul paesaggio,sulla conservazione della biodiversità, sulla pianificazione delterritorio. Senza tali categorie, infatti, anche il concetto dibosco, per quanto articolato, si riduce a mero oggetto ma-teriale quale non è, e, forse, non è mai stato.

L’aspetto produttivo

L’aspetto produttivo del bosco, oggi più che mai, nonpuò passare in secondo piano, specialmente in paesicome l’Italia. Il nostro paese, infatti, è uno tra i mag-giori utilizzatori di legname, con pesanti responsabi-lità (probabilmente indirette) per quel che concerne ildisboscamento di aree tropicali. L’utilizzo di legnonostrano, quindi, rappresenta una importante alter-nativa, con notevoli ricadute positive sull’ambiente.Le utilizzazioni boschive dell’Italia, infatti, si basanosu pratiche selvicolturali che si sono codificate neisecoli e la cui applicazione, ha permesso la conser-vazione dei nostri boschi.

La selvicoltura

La selvicoltura è un’attività (scienza, tecnica, tecno-logia) poco appariscente basata sui tempi lunghi, chenon lascia niente al caso o all’incapacità. L’oggetto diquesta attività è il bosco: entità complessa costituitada elementi facilmente identificabili (alberi, arbusti...),da elementi difficilmente identificabili e da meccani-smi di interrelazione naturalmente non materializza-bili con una immagine o un filmato. Da tempoimmemorabile l’uomo ha vissuto a contatto con ilbosco (foresta, selva) sviluppando un’ampia serie di“tipi” di bosco, adattando ed adattandosi alle condi-zioni naturali e privilegiando di volta in volta alcunefunzioni specifiche (produzione di pali, travi, tavole).Nel fare questo, l’uomo selvicoltore ha sempre agitocon una visione strategica, tenendo conto dei ritmi edei tempi della componente biotica del bosco (animalie piante) nonché del suolo (componente merobiotica).

Normativa Valori minimi

larghezza estensione copertura dimensione radureche non si

considerano bosco

Definizionenazionale

Art. 2D.L. 227/2001

20 m 2000 m2 20% > 2000 m2

Regione del Veneto Art. 14 L.R. 52/78;modificata dalla L.R.

5/2005

20 m 2000 m2 30% > 2000 m2

RegioneFriuli Venezia Giulia

Art. 6 e 7L.R. 9/2007

20 m 2000 m2 20% > 2000 m2

RegioneToscana

Art.3L.R. 39/2000

20 m 2000 m2 20% > 2000 m2

ProvinciaAutonoma di Bolzano

Art. 2D.P.G.P. 29/2000

- 500 m2 - > 1600 m2

Definizione di bosco

Nella tabella è riportato il confronto dei valori minimi per la definizione di bosco data dalla legge nazionale e da quelle regionali e provinciali

Confronto dei valori riferiti all’estensione minima di bosco tra la normativa nazionale ed alcune regioni del Veneto,

Friuli Venezia Giulia, Toscana e la Provincia di Bolzano. 5

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a selvicoltura è la scienza mediante la quale vienedelineata la gestione del popolamento forestale, at-traverso la definizione della quantità e qualità del

prelievo legnoso. Come tutte le scienze applicate si avvaledi tecniche più o meno sofisticate per valutare le modalitàdi intervento e controllare l’esecuzione delle operazioni diprelievo legnoso. Per attuare il controllo sulle operazioni bo-schive, le utilizzazioni forestali vengono progettate tramiteil verbale di assegno, dove l'assegno al taglio è l’operazionecon la quale vengono individuati i soggetti arborei da utiliz-zare (operazione definita impropriamente “martellata”). Taleatto tecnico di progettazione del prelievo legnoso precedeed è distinto dall’atto amministrativo di autorizzazione e dicontrollo, che deve essere operato dall’Amministrazione cuispetta la vigilanza.L’origine della martellata è assai antica, strettamente legataall’utilizzo commerciale del legname, e risale alla consuetu-dine di vendere in piedi gli alberi che l’acquirente ritenevaidonei per le sue necessità.Le difficoltà di esbosco, connesse alla totale assenza dimeccanizzazione, induceva infatti al prelievo non di assorti-

menti standard madi singoli pezziadatti all’uso parti-colare cui erano de-stinati. Bastipensare, oltre chealle costruzioniedili, alle multiforminecessità dellacantieristica navale.Proprietario delbosco ed acqui-rente percorrevanoil bosco alla ricercadi quanto necessa-rio ed una volta tro-

vata la singola pianta adatta allo scopo iniziava la contrat-tazione. Se vi era l’accordo la pianta veniva segnata con unsigillo impresso con il martello forestale. Il martello forestaleè uno strumento a forma di ascia che ha da un lato la lamae dall'altro lato un sigillo in rilievo; la parte ad ascia serveper scortecciare il tronco e una parte della ceppaia, creandoun’area definita “specchiatura” su cui viene impresso il si-gillo. Tale sigillo, nella pratica commerciale anzidetta, costi-tuiva permesso per l’acquirente di asportare la pianta e peril venditore di controllare sulla ceppaia lasciata in bosco sela pianta asportata era stata regolarmente acquistata. Chia-ramente il sigillo doveva avere forma particolare per esserericonosciuto e non essere facilmente riproducibile.

Modalità - Quando al bosco venne riconosciuta oltre allafunzione produttiva anche una funzione di protezione idro-geologica, tramite l’evoluzione delle norme di diritto fore-stale, si arrivò a definire delle limitazioni funzionali al dirittodel proprietario di utilizzare interamente il suo patrimonio(vincolo idrogeologico e forestale ) e quindi una sorta dicontrollo pubblico sulle modalità utilizzative esercitato dacorpi di polizia specialistici (Milizia Forestale e Corpo Fore-stale dello Stato) con l’ausilio di norme regolamentari spe-cifiche (Prescrizioni di massima e polizia forestale).Nel caso di patrimoni boschivi sufficientemente estesi ve-niva prescritta una regolamentazione ulteriore da attuarsitramite una puntuale analisi del patrimonio forestale, la suasuddivisione in particelle funzionali alla gestione e la piani-ficazione di tutti i prelievi forestali con lo scopo di perpe-tuare e migliorare il patrimonio forestale. Lo strumentopianificatorio definito “piano di assestamento forestale” èimportante elemento progettuale della gestione controllatadelle foreste. Per i suoi rilevanti contenuti specifici, abbiso-gnanti un notevole impegno professionale, la competenza“esclusiva” a redigere tali importanti strumenti pianificatori,venne riconosciuta indiscutibilmente a tecnici laureati disettore ovvero ai dottori agronomi e ai dottori forestali aventi,

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L’ASSEGNO AL TAGLIO BOSCHIVOCOME ATTO PROGETTUALELa competenza professionale all’esecuzione delle operazioni tecni-che di assegno al taglio è definita come riservata ai dottori agronomie dottori forestali; tale atto deve essere chiaramente distinto dall’attoamministrativo di autorizzazione al taglio

Giancarlo QuagliaConsigliere CONAF, Coordinatore del Dipartimento Ordinamento e Deontologia [email protected]

Giancarlo Quaglia, dottore forestale6

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in base alla L. 3/1976, le medesime competenze (antece-dentemente necessitava la qualifica di “perito forestale”).La funzione di controllo tecnico economico del patrimoniosilvo-pastorale degli Enti assegnata al Corpo forestale delloStato dal decreto di riorganizzazione nel 1948, ha indotto ilpersonale dell’Ente ad eseguire direttamente le martellatesui boschi di proprietà degli enti pubblici che non avesseroproprio personale tecnicamente qualificato. Tali operazioni,svolte nell’alveo delle funzioni delegate al Corpo, venivanoeffettuate soprattutto per l’assenza di professionisti speci-fici per le operazioni forestali. In tale epoca anche i pianieconomici venivano redatti prevalentemente dagli ispettoriforestali laureati con specifico incarico degli enti proprietari.Incredibilmente il personale del Corpo provvedeva addirit-tura in taluni casi, senza alcun titolo, all’esecuzione delleoperazioni di martellata (intesa come assegno e contestualeautorizzazione) nell’ambito di proprietà private.La contraddizione insita nell’esecuzione di tali operazioniforestali da parte di personale pubblico preposto al con-trollo delle medesime operazioni è evidente e sicuramentenon giustificabile, richiamando arcaiche tradizioni che pocohanno a vedere con il moderno ruolo della pubblica ammi-nistrazione che deve attenersi sicuramente a principi di ef-ficacia ed efficienza, ma sempre nell’alveo della trasparenzadell’azione amministrativa (L 241/90). Per effetto di tale im-postazione, alcune amministrazioni hanno imposto al pro-prio personale di astenersi da tali operazioni chetradizionalmente hanno confuso due aspetti che invece do-vrebbero essere distinti ossia la funzione tecnica da quellaautorizzativa e di controllo.

Significati della martellata - Proprio per questo motivo la“martellata” forestale ha erroneamente assunto, quasi permetonimia, il duplice significato di atto tecnico di progetta-zione del prelievo e atto amministrativo di autorizzazione,quasi una sorta di DIA ante litteram proposta peraltro nonda un tecnico esterno ma dalla stessa Amministrazione cuispetta la vigilanza.La cosa va invece, per una corretta disamina dell’argo-mento, tenuta ben distinta, sottolineando almeno che:1) la funzione tecnica deve essere esercitata da tecnici chene abbiano i requisiti di competenza professionale.2) La funzione autorizzativa e di controllo spetta agli Enti eal loro personale che ne abbiano la funzione.

Le operazioni professionali di assegno al taglio si articolanonelle seguenti fasi che il tecnico incaricato deve normal-mente svolgere:a) valutazione ripresa o entità della massa da prelevare inbase al valore indicato nel piano dei tagli in caso di super-fici assestate, o solo in base alle Prescrizioni di massima incaso contrario;b) eventuale verifica preliminare delle situazioni esistentimediante sopraluogo con personale tecnico (CFS, ServiziForestali, …) e con altri soggetti interessati (proprietario, ge-store, utilizzatore) per l’accertamento di criteri e problema-tiche specifiche;c) individuazione degli “effettivi” da assegnare al taglio sin-golarmente o per aree di saggio (rimane la fase progettualeper eccellenza, che può avvalersi di un qualsiasi metodo disegnatura quale il colore o il nastro o l’uso del martello fo-restale professionale del tecnico, nel caso di assegno perpiede d’albero). L’individuazione delle piante ripartite perspecie e diametro viene riportata in un verbale di assegnoo in un piedilista di martellata;d) quantificazione e valutazione tecnologico/commercialedella massa ritraibile dagli effettivi “assegnati” al taglio, ri-partita in assortimenti, mediante tavole di cubatura, alberimodello, area di saggio o di campionatura;e) valutazione economica degli assortimenti ritraibili in baseal valore di macchiatico (valore degli assortimenti al piazzaledi esbosco al netto dei costi di trasformazione: in genere sipreferisce effettuare la valutazione considerando il minornumero di trasformazione possibili);f) quantificazione del valore complessivo del “lotto” e defi-nizione del Capitolato di taglio ossia del capitolato specialedi appalto per eventuale asta del lotto contrassegnato.La funzione di vigilanza del Personale del Corpo Forestalepuò essere esercitata in ogni momento, mentre a conclu-sione delle operazioni di campagna deve essere approvatoil verbale di assegno (o il piedilista di martellata) e, di con-seguenza, autorizzata l’utilizzazione forestale con even-tuale formulazione di prescrizioni di rito all’indirizzo delsoggetto utilizzatore che, nel caso di vendita all’asta, do-vranno essere inserite nel capitolato.Qualora si sia utilizzato il martello forestale professionalenella segnatura delle piante, in caso di diniego dell’autoriz-zazione all’abbattimento di specifiche piante, rimane pos-sibile l’operazione di “smartellata”, cioè dell’eliminazionedella marcatura che individuava la pianta progettualmenteassegnata al taglio.All’uopo occorre ricordare che la competenza professionaleall’esecuzione delle operazioni tecniche di martellata è de-finita come riservata dei dottori agronomi e dottori forestaliessendo contemplata espressamente dall’art. 2 della Leggeprofessionale. Va inoltre sottolineato come la specificitàdella preparazione curriculare e formativa necessaria ha in-dotto finora la magistratura di merito a dichiararla in più oc-casioni anche esclusiva, stabilizzando con ciò unorientamento giurisprudenziale costante.

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gni anno si verificano in Europa circa 65.000 in-cendi boschivi che interessano circa 500.000 et-tari di risorse naturali, per la maggior parte nelle

regioni Mediterranee. A fronte della gravità del problema laCommissione Europea, su iniziativa della Direzione Gene-rale Ambiente (DG ENV) e del Centro Comune di Ricerca(JRC), dalla fine degli anni ’90 lavora allo sviluppo e perl’operatività del sistema informativo europeo sugli incendiboschivi denominato EFFIS (European Forest Fire Informa-tion System). Il sistema EFFIS ha iniziato ad operare nel2000 ed è finalizzato a fornire un supporto operativo ai ser-vizi antincendi dei Paesi UE e limitrofi e a fornire informa-zioni aggiornate e armonizzate sugli incendi boschivi aiservizi della Commissione e al Parlamento Europeo. Nellaconcezione iniziale il sistema doveva essenzialmente for-nire previsioni del pericolo di incendio a scala europea, oggisi è evoluto fino a diventare il principale sistema di monito-raggio degli incendi boschivi continentale, contribuendo intutte le fasi della lotta: prevenzione, estinzione e analisipost-incendio. Con l'utilizzo di dati meteorologici e infor-mazioni satellitari, EFFIS è in grado di prevedere e mappareil grado di pericolo di incendio in Europa con un anticipofino a 6 giorni. Con le immagini del satellite MODIS dellaNASA, EFFIS realizza un monitoraggio continuo degli in-cendi attivi, identificati come anomalie termiche (hot spots)nelle immagini, e della loro evoluzione con aggiornamentigiornalieri dei perimetri delle aree percorse dal fuoco supe-riori a 40 ettari. EFFIS inoltre effettua la valutazione deidanni da incendio e la stima delle emissioni in atmosfera digas serra, dell’erosione del suolo potenziale, dei siti di inte-resse comunitario (aree Natura2000) colpiti, e negli annisuccessivi segue la dinamica post-incendio della vegeta-zione. I moduli principali di EFFIS sono accessibili attra-verso il sito http://effis.jrc.ec.europa.eu/. Oltre allapossibilità offerta di consultazione via web dei dati del si-stema informativo, molti dei dati prodotti da EFFIS sonoscaricabili o direttamente interfacciabili con altri sistemiWeb- GIS compatibili con gli standard OGC(http://effis.jrc.ec.europa.eu/data). Il modulo EFFIS cheviene più consultato per l’uso quotidiano durante la sta-

gione incendi è il Current Situation (http://effis.jrc.ec.eu-ropa.eu/current-situation) che consente un rapido e intui-tivo accesso a mappe interattive di pericolo di incendio conprevisioni per i prossimi giorni, incendi attivi (hot spots), im-magini satellitari e perimetri delle aree percorse dal fuoconegli ultimi giorni, mese o stagione. Un modulo di partico-lare interesse per alcune categorie di utenti è poi il FireNews (http://effis.jrc.ec.europa.eu/news). Questo si inter-faccia con diversi sistemi di scansione del web di giornalie media, filtrando giornalmente le notizie riferite agli incendiboschivi nei diversi Paesi europei e rendendone disponi-bili i link da un’unica pagina. L’analisi automatica del testodelle notizie alla ricerca di toponimi, consente di indivi-duare il luogo o l’area al quale ciascuna notizia si riferiscee presentare su una mappa la distribuzione degli incendidegli ultimi giorni così come riportata dai media, e permettedalla stessa mappa l’accesso diretto alle notizie sugli in-cendi di un dato luogo. La cooperazione con i Paesi chepartecipano alle attività di EFFIS (attualmente 24) avvienemediante riunioni periodiche prima e dopo la stagione in-cendi. È stato costituito un gruppo di esperti di incendi bo-schivi registrati presso il Segretariato Generale dellaCommissione Europea, che vengono nominati e rappre-sentano le agenzie e le istituzioni nazionali coinvolte nellalotta agli incendiboschivi. Gli espertisono invitati alleriunioni periodichedi EFFIS insieme aorganizzazioni in-ternazionali qualiUNECE e FAO e adaltri servizi dellaCommissione chehanno a che farecon gli incendi bo-schivi. Questi com-prendono, tra glialtri, DG ECHO(Aiuti umanitari) che

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IL SISTEMA INFORMATIVO INCENDIBOSCHIVI DELL’EUROPA PASSA DALL’EFFISDal 2000 informazioni aggiornate e armonizzate in tempo reale sugliincendi ai servizi della Commissione e al Parlamento Europeo

Andrea CamiaFunzionario scientifico Commissione Europea, Centro Comune di [email protected]

Andrea Camia

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commissione europea

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si occupa di prevenzione e risposta alle catastrofi nel con-testo della protezione civile, DG REGIO (Politica regionale)che ha a che vedere con l’attuazione del Fondo di solida-rietà della UE, e DG AGRI (Agricoltura e lo sviluppo rurale)responsabile della politica di sviluppo rurale. Nell’ambito diEFFIS e delle attività con il gruppo di esperti ad esso colle-gate, la Commissione pubblica annualmente il rapporto Fo-rest fires in Europe, con statistiche, analisi e contributi deisingoli Paesi sulla stagione incendi dell’anno precedente.Tutti i rapporti annuali sono scaricabili dahttp://effis.jrc.ec.europa.eu/reports/fire-reports.I Paesi contribuiscono su base volontaria al mantenimentodi EFFIS non solo attraverso la partecipazione attiva alle riu-nioni periodiche e i contributi ai rapporti annuali, ma anchefornendo regolarmente dati nazionali che vengono inseritinel database europeo incendi boschivi. Il JRC dopo op-portune verifiche e controlli qualità di integra i dati nazio-nali nella banca dati europea, che attualmente contiene irecord di circa 2 milioni di incendi di 21 Paesi a partire dal1980 per le regioni con più lunga tradizione di lotta agli in-cendi. Le statistiche derivate dalla banca dati sono consul-tabili in modo interattivo sotto forma di mappe e seriestoriche aggregate per provincie, regioni o stati(http://effis.jrc.ec.europa.eu/fire-history). Nonostante EFFISsia integrato nel contesto di diverse politiche comunitarie,e nonostante il supporto che riceve, attualmente manca unabase giuridica per il suo mantenimento. Le istituzioni del-l'Unione europea e i servizi competenti degli Stati membriche utilizzano EFFIS ritengono che la continuazione del si-stema e delle attività svolte nel suo intorno debbano esseregarantite. Ciò nondimeno gli strumenti e le politiche attualinon ne considerano in modo esplicito né l'operatività futurané il finanziamento del suo ulteriore sviluppo. C’è quindi unacerta preoccupazione circa la continuazione del funziona-mento del sistema. Il recente Libro verde della Commis-sione europea sulla protezione delle foreste daicambiamenti climatici (http://ec.europa.eu/environment/fo-rests/fprotection.htm) ha avviato un processo che potràservire per il consolidamento di EFFIS nelle prossime poli-tiche dell'UE collegate a questi aspetti.

EFFIS è il risultato di uno sforzo di cooperazione tra i servizi della Commissione e i servizi nazionali di più di 10anni ed è aperto a tutti i Paesi europei. Un recente accordo con FAO Silva-Mediterranea ha inoltre posto le basiper estendere il sistema ai Paesi non europei che si affacciano sul Mediterraneo (Nord Africa e Medio Oriente).Oggi EFFIS è visto come un precursore dei futuri sistemi che potranno essere sviluppati nel contesto dell’ini-ziativa di monitoraggio globale per l'ambiente e la sicurezza (GMES). Le informazioni fornite da EFFIS vengonoutilizzate in tutte le iniziative di reporting europeo e internazionale sugli incendi boschivi (per esempio da Euro-stat, EEA, MCPFE, FAO). EFFIS è pienamente supportato dagli Stati membri, dal Consiglio e dal Parlamento eu-ropeo, come indicato in recenti risoluzioni e decisioni, e dalla Commissione europea. Attualmente DG ENVfinanzia il funzionamento del sistema, anche se pieno sostegno viene anche ricevuto dal Centro di informazionee monitoraggio (MIC) dell'Ufficio umanitario della Commissione europea (ECHO) al quale il sistema fornisce in-formazioni essenziali per sostenere la collaborazione internazionale nella lotta agli incendi boschivi in Europa.

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boschi e foreste

ng. Patrone, proprio il Corpo Forestale dello Statoha appena celebrato i suoi 189 anni di vita: quale è ilsuo ruolo oggi nella società italiana e quali sono i

principali settori di intervento in cui è impegnato?Il Corpo forestale dello Stato (CFS) è un’organizzazione conradici antiche ma con la testa proiettata nel futuro, volta aconiugare tradizione ed innovazione a vantaggio del Paesee del benessere della sua popolazione. La legge 36 del2004 recante il nuovo ordinamento del Corpo forestale delloStato stabilisce, infatti, che il CFS è una forza di polizia delloStato ad ordinamento civile specializzata nella difesa delpatrimonio agroforestale italiano e nella tutela dell'am-biente, del paesaggio e dell'ecosistema, concorrendoanche alla realizzazione di servizi di ordine e sicurezza ed alcontrollo del territorio soprattutto nelle aree rurali e mon-tane. Il CFS è, inoltre, incaricato di svolgere attività di poli-zia giudiziaria, di vigilare sul rispetto della normativanazionale e internazionale in materia di salvaguardia delle ri-sorse agro-ambientali, forestali, paesaggistiche e naturali-stiche nazionale, nonché di contribuire alla sicurezzaagro-alimentare ed alle attività nazionali di protezione civile.Come si vede il CFS possiede un ruolo a tutto tondo diguardiano del territorio italiano e dello sviluppo sostenibilesu di esso realizzato, compito ben riassunto dal motto latino

presente nel nostrostemma araldico“Pro natura opus etvigilantia”. Un com-pito che rappre-senta una sfidacontinua per il CFS,il suo personale e lesue strutture, cheogni giorno sonochiamate a svol-gere molteplici edifficili compiti di vi-gilanza ambientaleed agro-forestale inun ambiente che

cambia, con una disponibilità di risorse economiche in con-tinua riduzione ma compensata con la professionalità e lospirito di sacrificio. Da notare, infine, come le attività di con-trollo ambientale ed agro-forestale realizzate dal CFS sianotese a complementare quelle di gestione di competenza re-gionale e locale, e come a tali attività di “guardiano verde”si affianchino ancora alcuni compiti tecnici di grande rilievo.In tal senso si pensi all’Inventario Nazionale delle Foreste edei serbatoi forestali di carbonio (INFC), gestito dal CFS diconcerto con il Ministero dell’Ambiente, o al contributo allarappresentanza italiana in sedi UE ed internazionali effet-tuato per conto del Ministero delle politiche agricole ali-mentari e forestali.Il CFS come vede il suo ruolo nell’ambito delle azioni dicontrollo previste dal D.Lgs 152/2006?Il decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152 ha rappresentatoun importante atto di riordino della maggior parte della nor-mativa ambientale, italiana e di provenienza UE, che si eraaccumulata nel corso degli ultimi anni e che spesso regi-strava sovrapposizioni, carenze o mancanza di chiarezza.Con tale atto normativo, mirato a promuovere la qualitàdella vita in Italia tramite la protezione e la gestione soste-nibile delle risorse naturali, sono stati organicamente disci-plinati vari settori di legislazione ambientale, ovvero: leprocedure per la valutazione ambientale strategica (VAS),per la valutazione d'impatto ambientale (VIA) e per l'auto-rizzazione ambientale integrata (IPPC); la difesa del suolo ela lotta alla desertificazione, la tutela delle acque dall'inqui-namento e la gestione delle risorse idriche; la gestione deirifiuti e la bonifica dei siti contaminati; la tutela dell'aria e lariduzione delle emissioni in atmosfera; la tutela risarcitoriacontro i danni all'ambiente. Confrontando queste attività con i compiti d’istituto delCFS sanciti dalla citala legge 36/2004 appare evidentecome il CFS abbia tutte le carte in regola per rappresentarel’organo principale nella realizzazione del previsto monito-raggio del territorio: l’essere da sempre un ponte tra agri-coltura ed ambiente passando per le foreste, il possesso diuna specifica professionalità ambientale indispensabilenell’esecuzione di controlli mirati ed efficaci, una presenza

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UN “ESERCITO” PER LA DIFESAE LA GESTIONE DEI BOSCHI ITALIANIIntervista esclusiva al Capo del Corpo Forestale dello Stato,Cesare Patrone

Rosanna ZariDirettore Dottore Agronomo e Dottore [email protected]

Cesare Patrone10

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dispersa e capillare sul territorio, sono tutti elementi cherendono il CFS un prezioso soggetto nell’applicazione diquesta vasta e complessa normativa, in particolare perquel che riguarda il monitoraggio di piani e programmi pre-disposti dalle autorità competenti. Sottolineo, in partico-lare, l’importanza delle attività CFS contro il dissestoidrogeologico: un male fisiologico del territorio italiano chedifficoltà gestionali, edilizia selvaggia ed eventi climaticiestremi rendono, purtroppo, sempre attuale: e che richie-derebbe sforzi comuni e risorse aggiuntive per esseresempre più efficacemente arginato. Quale è il rapporto con i professionisti, in particolarecon i dottori forestali e dottori agronomi, nell’ambitodella gestione dei boschi e dell’ambiente?Anche se le recenti modifiche nei compiti istituzionalistanno rendendo il CFS un organo sempre più votato alcontrollo ed alla vigilanza piuttosto che alla gestione –attività, questa, che nel rispetto del dettato costituzio-nale deve necessariamente essere realizzata a livello re-gionale e locale - il rapporto con i professionisti esperti diforeste, agricoltura ed ambiente resta forte e privilegiato.Non va, innanzitutto, dimenticata la grande tradizione delCFS nella gestione di beni forestali ed ambientali, ancoroggi esplicata, ad esempio, nella gestione diretta di unarete di 130 aree protette statali. Da sottolineare, poi,come nei ruoli del CFS – soprattutto in quello dei funzio-nari ma non solo – laureati in discipline forestali, agrono-miche ed ambientali trovino ancora una collocazione dirilievo sia in termini quantitativi che qualitativi. Da non di-menticare, infine, come un valido controllo del territoriovada di pari passo con una sua corretta gestione, cheper l’appunto vede in prima linea i professionisti del set-tore: gestire, gestire bene, gestire bene insieme svilup-pando le opportune sinergie. Un suo giudizio sulle proposte della Commissione eu-ropea sulla prossima Politica agricola comune (Pac) Il 12 ottobre scorso la Commissione europea ha adottatola proposta per il nuovo regolamento sullo sviluppo ruralepost-2013, volto a guidare la programmazione ed il co-fi-

nanziamento delle attività agro-forestali realizzate daiPaesi membri dell’Unione europea fino al 2020. Tale do-cumento, al momento in corso di negoziato, rappresentala terza generazione del regolamento per lo sviluppo ru-rale, lanciato per la prima volta nel 1999 con un’ottica in-tegrata agro-ambientale.A differenza del precedente questa proposta prevede unospecifico pacchetto di articoli e misure forestali e cerca diampliare il ventaglio delle attività co-finanziabili, prestandouna grande attenzione al “rinverdimento” dell’economia, alsostegno delle energie rinnovabili ed alla gestione delle areeappartenenti alla rete Natura 2000. Al pari di quanto conte-nuto anche nella strategia UE per la biodiversità all’oriz-zonte 2020 - che prevede espressamente la redazione edattuazione dei piani di gestione forestali quale prerequisitoper l’erogazione di co-finanziamenti UE - anche questo re-golamento intende porre l’accento sugli aspetti di pro-grammazione e pianificazione forestale: entrambi campiche contengono opportunità di impiego e valorizzazioneproprio per i professionisti del settore. Il regolamento nonha ancora raggiunto forma compiuta ma auspico che riescaad essere modellato in modo tale da facilitare l’uso dei fondidello sviluppo rurale anche da parte del settore forestaleitaliano: che, per questioni legate soprattutto a limitazioniinsite nel precedente regolamento o alla macchinosità di al-cune procedure, ha finora dimostrato scarsa capacità di as-sorbimento nei confronti dei fondi stanziati dai programmiregionali di sviluppo rurale Non va, infine dimenticato che al momento la Commis-sione europea sta lavorando anche sulla Strategia fore-stale europea, un documento guida per azioni forestalirealizzate dall’UE e dai suoi Paesi membri risalente al 1998e che è in corso di analisi, revisione ed aggiornamento.Tale documento troverà proprio nel futuro regolamento perlo sviluppo rurale il suo principale braccio operativo in ter-mini di azioni e co-finanziamento: mi auguro, quindi, chemarcerà di pari passo con la predisposizione del nuovoregolamento per lo sviluppo rurale tenendo conto anchedelle effettive necessità del settore forestale italiano.

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corpo forestale dello stato

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Effetti dei cambiamenti climatici: quali sono, se ci sono,le azioni o progetti portati avanti dal Corpo forestale? Gli effetti dei cambiamenti climatici sono ormai manifestigrazie ad una notevole mole di studi scientifici ed a quantoavviene attorno a noi: eventi climatici estremi più frequenti,crescente imprevedibilità nelle precipitazioni e nelle tempe-rature, maggiore diffusione di parassiti e di eventi catastro-fici estremi – quali ad esempio gli incendi boschivi – cheminacciano sia le foreste italiane che le popolazioni ed in-frastrutture ad esse collegate. Il principale strumento conoscitivo sullo stato e consistenzadelle foreste italiane, come detto anche in precedenza, èrappresentato dall’Inventario Nazionale delle foreste e deiserbatoi forestali di carbonio (INFC), che ha recentementeconcluso i suoi lavori compiendo approfondite indagini suisuoli. L’Inventario è uno strumento prezioso che ha per-messo, ad esempio, di rilevare una presenza di boschi sulterritorio italiano molto maggiore che in precedenza e paria 10,5 Milioni di ettari (quasi il 35% della superficie nazio-nale) nonché di stimare in 486 milioni di tonnellate la quan-tità di carbonio immagazzinata nelle foreste e sottrattaall’atmosfera: l’11% circa dell’impegno totale italiano, perun possibile risparmio pari a quasi un miliardo di Euro.Il CFS è, inoltre, chiamato a gestire, di concerto con il Mi-nistero dell’Ambiente, il Registro dei crediti forestali di car-bonio, uno strumento collegato all’INFC e che èindispensabile nell’ambito del protocollo di Kyoto. Graziead esso si valuterà con precisione il ruolo delle foreste ita-liane e della loro buona gestione quale contribuito agli im-pegni sottoscritti dall’Italia nell’ambito della Convenzionequadro sul cambiamento climatico globale: un ruolo che,come si è già detto, potrebbe riflettersi positivamente anchesulla bilancia dei pagamenti italiana. Nell’anno internazionale delle foreste, quali sono le ini-ziative su cui sta lavorando il Corpo forestale e le even-tuali sinergie? L’ONU ha dichiarato il 2011 “Anno Internazionale delle Fo-reste” invitando tutti i soggetti interessati, internazionali enazionali, a diffondere presso il pubblico la consapevolezzadell’importanza del bosco per i beni ed i servizi offerti allapopolazione mondiale. Il CFS ha prestato una grande at-tenzione all’iniziativa ed ha organizzato numerosi eventi edattività, sia nazionali che internazionali, volte a celebrarloed a diffonderne il suo messaggio di fondo, “Forests forpeople” . All’Anno internazionale delle foreste è stato, adesempio, dedicato il calendario istituzionale CFS del 2011,uno strumento di apparente semplicità in grado di rag-giungere migliaia di uffici, scuole e case; è stata lanciatal’iniziativa “La scuola adotta il bosco”, volta a legare mag-giormente le scolaresche alla loro realtà forestale locale; insettembre è stata ospitata nel Parco nazionale del Circeouna conferenza internazionale sulla pedagogia forestale ededucazione ambientale durante la quale sono stati presen-tati i risultati del progetto UE PAWSMED; il 25 ottobre èstata organizzata presso il centro UTB di Castelfusano e diconcerto con il Dipartimento forestale della FAO una pian-

tagione di alberi dedicati a tutti i forestali del mondo. A tuttociò si aggiungano incontri, mostre, convegni, stampe e ri-stampe di opere forestali prestigiose quali l’”Archeologia fo-restale” di Adolfo De Berenger, che hanno visto la lucedurante l’anno. Tutte queste iniziative ed altre ancora sonostate documentate e messe a conoscenza del pubblico sulsito web del CFS, www.corpoforestale.it.Quali sono le azioni di sensibilizzazione che avetemesso in atto nei confronti della cittadinanza?Grazie sia al citato sito web che alle nostre due riviste isti-tuzionali “Il Forestale” e “Silvae” nonché alla frequente ap-parizione su giornali e programmi tv a portata nazionale elocale, effettuiamo costantemente una vasta opera pubblicadi comunicazione sulle nostre attività nonché sull’impor-tanza dello sviluppo sostenibile e della gestione forestalesostenibile: cerchiamo, quindi, di far comprendere al vastopubblico in ogni modo la necessità di coniugare protezioneambientale e produzione. Non dimentichiamo, infine, chel’anno prossimo si terrà a Rio de Janeiro una nuova confe-renza ONU su ambiente e sviluppo, organizzata esatta-mente venti anni dopo il vertice di Rio de Janeiro, che tantopeso ha avuto nella definizione e diffusione del concetto disviluppo sostenibile. Il tema centrale della nuova confe-renza sarà rappresentato dall’economia verde, ovvero dallanecessità di progettare una nuova società che ponga la ge-stione sostenibile ed il contrasto della povertà al propriocentro, riducendo gli sprechi ed incentivando al massimo ilricorso alle fonti di energia rinnovabili. Una società in cuiandrà ancor meglio definito e valutato il ruolo positivo gio-cato dal settore forestale e dove insieme, noi “guardianiverdi” e voi “professionisti del verde”, potremmo svilupparesinergie e cogliere opportunità a favore del Paese.

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mondo della ricerca

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li eventi catastrofici che hanno interessato Liguriae Toscana, ma che si ripetono ciclicamente indu-cono ad alcune riflessioni generali sul rapporto

che lega paesaggio ed ambiente nel nostro paese. Certa-mente dobbiamo riconoscere che la nostra fragile naturageologica, il regime pluviometrico e la caratteristiche mor-fologiche creano condizioni di rischio. La presenza diestese superfici montane e collinari, pari rispettivamente al35,2% e al 42,6%, unite ad una densità di popolazione chemette a disposizione appena 5mila m2 di territorio per ogniitaliano per vivere ed alimentarsi, rende evidente come tuttoil tema della “sostenibilità” abbia molto a che fare con lecaratteristiche fisiche del nostro territorio, ma ancora di piùcon le modalità con cui il territorio viene utilizzato. Dettoquesto, oltre ad un generico, ed in gran parte giusto ri-chiamo alle urbanizzazioni avvenute laddove sarebbe statomeglio non costruire, dobbiamo però porre attenzioneanche ad altri aspetti che contribuiscono a creare fattori dirischio “a monte” delle aree urbane, che poi ne risentono glieffetti, coinvolgendo la popolazione che sta però comin-ciando a maturare un diverso atteggiamento. Si tratta dimalesseri sempre più diffuse che coinvolgono squilibri e

diseguaglianze, daun lato, ed il dis-senso per le politi-che che portano aldegrado paesisticoed ambientale, dal-l’altro, espressionedi nuove domandesociali che atten-dono risposta eche pongono alcentro la difesa del-l’ambiente e delpaesaggio per laqualità della vita.

Riflessione - La riflessione che invitiamo a compiere ri-chiede una onesta intellettuale scevra da ideologismi, chenormalmente abbondano nel nostro paese, invitando aduna rilettura critica del rapporto fra uomo e natura che nonpuò non prendere le mosse dal processo di costruzionedella nostra identità culturale e quindi dal nostro paesag-gio. Si tende infatti a dimenticare che la storia della nostraciviltà è dominata non solo dai processi di degrado del-l’ecosistema, avvenuti soprattutto nell’ultimo secolo, mada alcuni millenni segnati da una lunga e terribile lottacontro una natura selvaggia ed ostile, per sviluppare inse-diamenti stabili ed attività agricole che hanno consentitolo sviluppo della nostra civiltà. Questo processo storico siè concretizzato in una continua modificazione delle carat-teristiche “naturali” del territorio, sviluppando pratiche etecniche necessarie ad adeguarsi a climi, ed ambienti, di-versi e mutevoli.

Numeri - Da questo punto di vista i dati che riguardanodel territorio agricolo in Italia, - passato da circa25.000.000 di ha nel 1920 a 13.000.000 all’attualità - ed ilconseguente aumento della forestazione passata dal circa3.850.000 a 10.500.000 assumono un significato diversorispetto ad un generico fenomeno di “rinaturalizzazione”positivamente valutato da un ambientalismo un pó super-ficiale. D’altra parte, lo stesso Catalogo nazionale del pae-saggio rurale storico, pubblicato dal Ministerodell’Agricoltura dimostra in modo inequivocabile che il de-grado principale del paesaggio agrario italiano riguardal’abbandono, fenomeno che avviene in maniera più forteall’interno del sistema delle aree protette e nelle aree a vin-colo paesaggistico. Si tratta di un dato che può sembrarecontraddittorio solo se non si riflette sul fatto che gli attualistrumenti di conservazione, in realtà, proteggono si danuove urbanizzazioni, ma sono anche il risultato dell’ab-bandono, piuttosto che una gestione attiva o il restaurodel paesaggio agrario. Sempre nelle Cinque Terre, recenti

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PAESAGGIO, BOSCHI E DISASTRIAMBIENTALI: PERICOLO ABBANDONOLe aree agricole italiane sono passate dai 25milioni di ettari del 1920ai 13milioni di oggi; cresciute le foreste e le aree urbanizzate

Mauro AgnolettiDipartimento di Economia, Ingegneria, Scienze e Tecnologie Agrarie e Forestali - Università di [email protected]

prof. Mauro Agnoletti, dottore forestale

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boschi e foreste

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incendi hanno rimesso a nudo estesissime aree terraz-zate che , “in punta di diritto”, non potevano essere re-staurate eliminando la vegetazione forestale che le hainvase e che nonostante gli eventi meteorici recenti sonoin perfetto stato di conservazione. Si tratta di dati la cuienunciazione sicuramente può suscitare scandalo, masi tratta di una reazione tanto più forte quanto più grandeè la lontananza della nostra attuale cultura da un concettodi paesaggio modellato dall’uomo, che non solo costitui-sce il dato storico della nostra identità culturale, maanche il fondamento del primato dell’Italia “giardinod’Europa” affermatosi fino dal 17° secolo con il GrandTour. La lontananza della percezione del pubblico dal-l’idea di un paesaggio che “necessariamente”, per motivieconomici, ambientali e sociali, deve essere gestito e nonabbandonato e l’idea di “ritorno alla natura” come lineaguida per un nuovo modello di sviluppo, riflette la ormaiabissale distanza fra una molto più numerosa civiltà ur-bana, lontana da una vera conoscenza dell'ambiente, eduna civiltà contadina molto meno numerosa ed influente,ma molto più sapiente in termini di rapporto fra uomo enatura. Tutto ciò è purtroppo l’espressione di una culturadebole, che rispetto ad influenze culturali e scientificheprovenienti soprattutto dal nord America e in parte delnord Europa, non ha saputo proporre una valida alterna-tiva basata sulla nostra storia e su quell'insieme di cono-scenze tradizionali in grado di ridurre i rischi ambientali,ed anche di mitigare gli effetti del cambio climatico, oltreche produrre cibi genuini.

Verso l’abbandono - Sebbene negli ultimi 20 anni il pro-cesso di urbanizzazione abbia sopravanzato l’abban-dono, concentrandosi nelle pianure, in montagna ed incollina questo avanza al ritmo di 130.000 ha all’anno e laforestazione sui terreni abbandonati di 75.000 ha all’annoal netto degli incendi negli ultimi 100 anni. Il nostro terri-torio non può permettersi l’abbandono, ma sembra checontro questo si faccia poco, mentre invece non solosono disponibili alcune risorse economiche, ma potreb-bero anche essere fatte riforme senza costi. Per il primopunto vi era da parte delle Regioni la possibilità di utiliz-zare parte dei fondi messi a disposizione dal piano di svi-

luppo rurale nazionale 2007-13, pari complessivamente acirca diciassette miliardi di euro, per il recupero dei ter-razzamenti attraverso i programmi di sviluppo rurale re-gionale (PSR). Pochi PSR regionali hanno in realtàutilizzato tali fondi. Si tratta di un problema antico che ri-guarda la diffusa ostilità di ampie parti del mondo ruralealla accettazione della multifunzionalità dell'agricolturache è invece chiamata ad assolvere ad un ruolo storico enobile. Ma sarebbe ingiusto non coinvolgere in questeproblematiche temi più specialistici come le impostazionidella pianificazione urbanistica, nella sua declinazione ter-ritoriale, la quale è spesso intrisa di un generico ecologi-smo poco interessato alle funzioni svolte dai paesaggitradizionali. A questo proposito appare necessario se-gnalare come i due livelli di pianificazione, agricola ed ur-banistica ,pur insistendo sullo stesso territorio, in realtàprocedono su binari paralleli, ma non comunicanti, coneffetti facilmente immaginabili. Si tratta di problemi mo-dificabili con riforme legislative a costo zero, come l'eli-minazione del vincolo su aree da recuperare ad usiagricoli compatibili con il paesaggio ed all’ambiente edora boscati. In conclusione, quello che ci pare sia ne-cessario, in un momento difficile da tanti punti di vista,ma per questo più favorevole ai cambiamenti, è proce-dere ad un ripensamento dei rapporti fra l’uomo e l’am-biente nel nostro paese.

terrazzamenti delle Cinque Terre

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speciale XIV congresso

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l XIV congresso nazionale della nostra categoria che si è svolto in Sicilia si è rivelato unalto momento di discussione per la crescita della nostra professione. In una situazione diprofonda crisi come quello attuale in cui i punti di riferimento politici sono venuti meno e

l’incertezza anche professionale è diventata un’urgenza da affrontare, il messaggio di unità ecoesione che è venuto dai nostri iscritti, rappresenta un segnale di forza sul quale costruirele basi per un futuro più solido. L’elevata partecipazione di colleghi ha testimoniato l’impor-tanza di mantenere sempre vivo il confronto su temi di attualità come la cooperazione nell’areadel Mediterraneo, il rapporto tra attività produttive e risorse naturali, il verde urbano e la de-ontologia. Oggi più che mai la nostra categoria ha acquistato una centralità all’interno dellasocietà civile. Un ruolo che presuppone grande senso di responsabilità, ma al quale non cisottraiamo. È nostro compito dare un contributo di esperienza e qualificata professionalitànelle scelte per il futuro del Paese. E tanto più saremo consapevoli dell’importanza delle at-tività che quotidianamente ci troviamo a svolgere, tanto più cresceremo e ci rafforzeremo.Quella del dottore agronomo e del dottore forestale è una professione dall’utilità sociale e su questa strada, grazie ancheall’attività congressuale svolta in questi anni e quella che andremo a svolgere in futuro, dobbiamo proseguire. Un ringra-ziamento dal Consiglio Nazionale a tutti gli Iscritti, agli Ordini e alle Federazioni.

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“RESPONSABILITÀ E UTILITÀ SOCIALE,LA FORZA DELLA NOSTRA PROFESSIONE”Rosanna Zari a conclusione del XIV congresso nazionaleesprime soddisfazione

Rosanna ZariDirettore Dottore Agronomo e Dottore [email protected]

la tonnara di Favignana

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MEDITERRANEO E AGRICOLTURA IN CITTÀ,TEMI D’ATTUALITÀ IN SICILIAGrande partecipazione alle tavole rotonde di Trapani e Marsala nel-l’ambito del XIV Congresso nazionale. Istituzioni e iscritti hanno par-tecipato ai dibattiti congressuali

Verde urbano e qualità della vita nelle nostre città; Mediterraneo al centro dell’Europa, anche per quanto riguarda le poli-tiche agricole. Sono stati questi i due temi portanti delle tavole rotonde del XIV Congresso nazionale dei dottori agronomie dei dottori forestali. Due appuntamenti, a Trapani e Marsala, che hanno visto una vasta partecipazione di iscritti, auto-rità e delegati.

SPAZI VERDI - Nella seconda giornata del Congresso siciliano l’appuntamento pomeridiano è stato a Trapani, pressol’Aula magna dell’Università degli Studi di Trapani, dove si è tenuta la tavola rotonda dal titolo “La diversificazione deglispazi verdi come nuovo modello di sviluppo economico e sociale della città”, moderata dalla giornalista di Classlife 507SKY, Tarsia Trevisan. «Riconsiderare gli spazi verdi nelle città non solo più come luoghi di separazione del costruito – hadetto il presidente del Consiglio dell’Ordine nazionale dei dottori agronomi e dei dottori forestali (Conaf) Andrea Sisti -, osolo luoghi esclusivamente ricreativi, ma come aree in cui la produzione agricola deve rappresentare un’utilità sociale.L’agricoltura in città – ha aggiunto Sisti - deve essere uno stimolo ad un miglioramento della vivibilità delle aree metropo-litane fino ad arrivare ad un diverso uso dei mezzi di trasporto, improntato al risparmio delle risorse energetiche oltre chepromuovere una corretta alimentazione e far conoscere e informare sulla vita in campagna e i relativi cicli naturali». Se-condo il consigliere Conaf Giovanni Chiofalo «il verde – ha detto – è troppo spesso trascurato nelle città italiane, oggi èun problema di pianificazione territoriale ed è necessario tenerne conto». Il sistema delle aree verdi, quando pianificato,progettato e gestito correttamente – secondo il Conaf -, può contribuire in modo efficace, grazie agli effetti sull’ambientee sul clima, ad un sensibile miglioramento della qualità della vita e della salute negli ambienti urbani. «Mirare a perseguireun risultato progettuale di qualità che si traduca in un vantaggio per la collettività, - ha aggiunto il presidente Conaf An-drea Sisti - significa anche conoscere e tenere conto di tutte le funzioni che il verde svolge e potrà svolgere in ambito ur-bano e periurbano. Da queste premesse nasce la necessità per i professionisti, dottori agronomi e dottori forestali, cheoperano sul territorio, in sintonia con le amministrazioni, di effettuare analisi sullo stato dell’ambiente, sull’ecologia, sul pae-saggio e sulle dinamiche urbane sempre più complete ed esaurienti».

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16conferenza stampa nella sede del Comune di Trapani. Da sinistra: Rosanna Zari, Riccardo Pisanti, Giovanni Chiofalo,

Salvatore Rizzo, Andrea Sisti, il sindaco Girolamo Fazio, Giuseppe Pellegrino, Giuliano D'Antonio

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SVILUPPO SOSTENIBILE NELL’AREA EURO MEDITERRANEA - Nell’ambito della terza e conclusiva giornata del XIVCongresso nazionale dei dottori agronomi e dei dottori forestali, si è tenuto a Marsala, nella stupenda tenuta delleCantine Florio la tavola rotonda dal titolo “Esperienze e prospettive per lo sviluppo sostenibile nell’area euro mediter-ranea”, appuntamento moderato dalla giornalista Domitilla Savignoni, del TG5, che ha visto la partecipazione - di oltre400 fra dottori agronomi e dottori forestali provenienti da tutta la Sicilia e da ogni angolo d’Italia. «La nuova Politicaagricola comune (Pac) deve guardare al bacino del Mediterraneo, non soltanto all’Europa continentale – ha sottolineatoil presidente Conaf Andrea Sisti -. È qui il futuro economico e sociale del nostro Paese. Ci devono essere strategie epolitiche condivise e lungimiranti, andare in Europa conventi piani di sviluppo regionali non porta benefici al-l’agricoltura italiana. Come consiglio nazionale mettiamola nostra professionalità a disposizione delle istituzioni,europee, nazionali e locali». «La ruralità - ha detto l’on.Paolo Russo, presidente XIII Commissione agricoltura -è qualcosa che va oltre l’agricoltura, è un modello sociale,di qualità della vita, che non ha solo priorità di produrre etutelare i territori. C’è bisogno di un rilancio attraverso al-cuni parametri, fra cui la competitività nei mercati: un ri-lancio dal punto di vista sociale che vede in prima linea idottori agronomi».«L’agricoltura deve tornare a svolgere un ruolo essenziale -ha proseguito il senatore Antonio D’Alì, presidente XIIICommissione Ambiente, Territorio e Beni Ambientali - at-traverso un nuovo rapporto fra agricoltura ed energie rin-novabili. Abbiamo timore di un utilizzo indiscriminato delleenergie rinnovabili senza considerare la sostenibilità dei ter-ritori, mentre occorre riappropriarsi della pianificazione ter-ritoriale. Con gli agronomi protagonisti. Ritengo che si aprauna stagione di riabilitazione dell’agricoltura e dei tecniciprofessionisti, l’agricoltura può tornare in termini di moder-nità ad essere economia primaria». Argomento di attualitàla Politica agricola comune (Pac 2014-2020) presentata loscorso 12 ottobre: «Sulla nuova Pac – ha affermato l’on.Giovanni La Via, Commissione Agricoltura Parlamento Eu-ropeo – prevale il criterio di redistribuzione, ed alcuni settori vedranno notevolmente ridotti i contributi europei; con la pre-sentazione dei 7 regolamenti è iniziato un percorso, poi ci saranno 8-9 mesi di tempi legislativi prima di giungere allaproposta definitiva. Quindi è questo il momento di discuterne». L’agricoltura è una priorità per lo sviluppo dei Paesi del-l’area mediterranea: «Per ogni euro investito in agricoltura – ha sottolineato Andrea Sonnino, della Fao -, si ha un ritornodi quattro euro in sviluppo. Se vogliamo uno sviluppo complessivo di questa area è necessario investire in agricoltura».

EPAP E ASSICURAZIONE - Importante e partecipato momento dedicato allo spazio previdenza e assicurazione si èsvolto all’interno del Congresso: «L’appuntamento con i vertici Epap – ha affermato la vicepresidente CONAF RosannaZari - ha permesso un confronto diretto con gli iscritti all’Ordine, per comprendere quali siano le linee programmaticheche l’Ente di Previdenza intende mettere in atto, in questa fase delicata e di crisi economica generale che non ha ri-sparmiato la nostra categoria». La terza giornata del congresso si era aperta con la presentazione della dottoressa So-letta Urso di Unicredit, official sponsor del congresso. E poi spazio alle novità in ambito assicurativo: «L’incontro conAssifidi è stato un altro momento importante per offrire ai partecipanti un approfondimento sulle novità che riguardanoil sistema assicurativo per la professione. Il Conaf – ha aggiunto Zari – ben prima dell’attuale finanziaria che tra i prin-cipi inerenti la riforma delle professioni introduce l’obbligo assicurativo per l’attività professionale, ha costituito ungruppo di lavoro con il compito di analizzare i prodotti attualmente proposti dal mercato in relazione alle casistiche deisinistri professionali, finalizzato alla realizzazione di nuovi “lay out” di polizza mirati a risolvere le effettive esigenze as-sicurative dei professionisti della Categoria dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali, da porre sul mercato delle as-sicurazioni a vantaggio degli iscritti».

SESSIONE POSTER - La sessione poster è stata una delle novità del XIV congresso. Significativa la partecipazione degliIscritti e molto interessanti le esperienze professionali ed i risultati tecnico scientifici illustrati. L’esposizione è stataaperta al pubblico durante tutto il congresso. L'esperienza sarà ripetuta in altre occasioni.

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QUALITÀ DELLA VITA, SVILUPPO E COOPERAZIONE:L'ETICA DELLA PROFESSIONEEcco il documento conclusivo che sintetizza le quattro tesi congres-suali del XIV Congresso che si è svolto in Sicilia

Durante il XIV Congresso nazionale dei dottori agronomi e dottori forestali sono state approfondite quattro tesi congres-suali: la cooperazione nell’area del mediterraneo, la qualità della prestazione professionale ed il suo valore etico, il rapportofra attività produttive e risorse naturali, e il verde urbano da arredo urbano a miglioramento qualità vita. Nell’ambito diquesto consesso, che ha visto la partecipazione dei vertici delle strutture ordinistiche dell’intero territorio nazionale, si ègiunti all’approvazione di questo documento finale, frutto del lavoro di sintesi delle quattro sessioni congressuali.

TESI N. 1COOPERAZIONE NELL’AREA DEL MEDITERRANEO: DALL’INTEGRAZIONE SOCIALE ALLO SVILUPPO DI MERCATOL’impegno e la partecipazione del dottore agronomo e del dottore forestale nell’ambito della cooperazione, anche in con-siderazione della posizione geografica dell’Italia posta al centro del Mediterraneo, deve essere sostenuto e proposto siaa livello di singolo soggetto che a livello delle rappresentanze della categoria. Una categoria alla quale sono attribuibili iseguenti principali punti di forza:- competenze e professionalità specifiche;- formazione interdisciplinare (così da permette un approccio olistico alle problematiche e dinamiche del mondo rurale);- capacità di operare in campo a contatto con le popolazioni locali. Queste peculiarità aprono nuove opportunità (soprat-tutto in questa fase storica in cui, per esempio, in nord Africa si sta assistendo a quel processo che va sotto il nome di“primavera araba”) quali:1. l’acquisizione di conoscenze e di crescita professionale ancherispetto a “colture” diverse e a diverse “culture”;2. la creazione di spazi condivisi di mercato con regole condi-vise per prodotti specifici del mediterraneo anche in funzione del-l’acquisto di nuove fette di mercato;3. la possibilità di offrire competenze qualificate a supporto deglienti locali che abbiano programmi di cooperazione;4. la possibilità di fare innovazione sostenibile e di orientare tuttele azioni ed i processi in senso sostenibile.Tutto ciò tenendo ben presente che l’apporto del dottore agro-nomo e del dottore forestale è fondamentale da una parte per evi-tare che la cooperazione possa diventare un feedback negativoper la nostra produzione locale, soprattutto se la cooperazione èrivolta alla produzione agroindustriale dei paesi, e dall’altra per in-centivare soprattutto le piccole realtà contadine per un’adeguataridistribuzione dei redditi ed una valorizzazione delle tipicità locali;va inoltre evitato che avvengano trasferimenti tecnologici nonadeguati al contesto in cui si va ad operare, che si verifichino spe-culazioni che rendano difficile il raggiungimento dell’obiettivo dellasicurezza agroalimentare, che non vengano effettuati i doverosimonitoraggi delle azioni di cooperazione e che non vengano coin-volti i decision maker. È fondamentale pertanto che il CONAF di-venga interlocutore istituzionale privilegiato presso leorganizzazioni nazionali ed internazionali per porre al servizio dellasocietà la nostra competenza e professionalità per l’attuazione diprocessi di pianificazione, progettazione, attuazione e monito-raggio dei futuri progetti di cooperazione.

TESI N. 2IL PESO DELL'ANIMA: LA QUALITÀ DELLA PRESTAZIONE PROFESSIONALE ED IL SUO VALORE ETICOA conclusione dei lavori congressuali gli iscritti all’ordine dei dottori agronomi e dottori forestali riconoscono che la difesadell’identità professionale, intesa come funzione d’interesse pubblico, può essere esercitata solo con l’acquisizione a prassi

il Presidente CONAF Andrea Sisti

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dei principi deontologici nei quali ciascun Iscritto riconosca il proprio ruolo, la propria responsabilità e la propria dignità.La deontologia rimane il collante di valori etici della professione ma affinché tali valori siano riconosciuti di utilità socialedevono essere fatti propri da tutta la categoria, motivo per cui è stato proposto il nuovo codice deontologico.La formulazione del nuovo codice accoglie i principi della carta di Vieste con l’impegno a:- adottare soluzioni tecniche compatibili con la salvaguardia delle risorse naturali;- tendere al miglioramento dell’ambiente e al ripristino delle biocenosi minacciate o degradate;- ricercare la tutela del consumatore con garanzia della qualità;- tutelare la cultura delle Comunità rurali;- concorrere allo sviluppo integrato e sostenibile.Dall’esame della proposta di nuovo codice emerge che:- gli elementi dell’etica professionale a fondamento dell’attività degli iscritti sono sufficientemente espressi dalla nuova for-mulazione del codice con particolare riguardo alla definizione dell’utilità sociale della professione ed ai principi di legalità,responsabilità, decoro, riserbo e competenza, trasparenza e diligenza;- per quanto attiene ai comportamenti, dalla discussione è emersa la necessità di precisare meglio il principio di autono-mia con particolare riguardo ai casi di incompatibilità;- è stato altresì rilevato che occorre una migliore formulazione semantica di alcuni principi per evitare interpretazioni di-verse in fase applicativa.Rimane infine auspicabile che al codice segua un regolamento attuativo del procedimento disciplinare. Il Congresso im-pegna il Consiglio Nazionale a valutare e revisionare la proposta di codice deontologico sottoponendolo al successivo pa-rere dell’Assemblea dei Presidenti Provinciali e quindi alla relativa definitiva approvazione in Consiglio.

TESI N. 3RAPPORTO FRA ATTIVITÀ PRODUTTIVE E RISORSE NATURALI: PIANIFICAZIONE, PROGETTAZIONE,VALUTAZIONE E GESTIONE DEGLI INTERVENTILa valorizzazione e l’utilizzazione delle risorse naturali e faunistiche necessita di figure professionali specializzate con un’ade-guata visione d’insieme delle numerose problematiche che interagiscono nel definire i complessi equilibri fra le attività pro-duttive e le risorse ambientali (aspetti economici, ecologici, zoologici, agronomici, forestali, idraulici, infrastrutturali, ecc.). Isistemi territoriali sono “oggetti” complessi. Alla complessità sistemica si aggiunge la complessità decisionale, per la nu-merosità degli enti istituzionali coinvolti a cui si somma la complessità sociale per l'intervento nel processo decisorio. Unacorretta gestione di tali risorse non può prescindere dalla difesa, dalla conservazione e dal mantenimento della biodiver-sità, nonché dalla valorizzazione dell’ambiente naturale (sostenibilità ambientale). La formazione, (ora diventata obbligato-ria e continua), passando dalle scienze della vita alla tecnica e agli aspetti economici consente di “leggere”, interpretare evalutare in senso ampio e corretto i sistemi territoriali ed i fenomeni naturali nella loro diversità e complessità e quindi per-mette di pianificare, progettare e mettere in atto le adeguate tecniche gestionali, mirando alla conservazione della biodiversitàe al ripristino degli equilibri naturali. Per questo i dottori agronomi e i dottori forestali continueranno, collaborando con glienti preposti a monitorare le situazioni per la salvaguardia della loro figura professionale e delle relative competenze, pertutelarne il lavoro e l‘impegno costante come protagonisti della valorizzazione e della difesa dell’ambiente naturale e rurale.

L’apertutra del congresso. Da sinistra: Claudio Piva ,Andrea Sisti, Giuseppe Pellegrino, Salvatore Rizzo, Mattia Busti

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TESI N. 4IL VERDE URBANO: DA ELEMENTO DI ARREDO A STRUMENTO PER IL MIGLIORAMENTO DELLA QUALITÀ DELLAVITA NELLE CITTÀIl diffuso degrado del verde urbano e periurbano riguarda l’intero territorio nazionale, con esclusione di alcune aree di ec-cellenza. Dai contributi dei presenti è scaturita la convinzione condivisa circa la crescente necessità di mettere a disposi-zione dell’uomo ambienti urbani e periurbani in grado di migliorare la qualità della vita contribuendo, inoltre, allaconservazione e tutela degli aspetti paesaggistici. È inoltre emersa la necessità di governare e gestire in maniera profes-sionalmente corretta il verde esistente per renderlo fruibile, funzionale e sicuro. In primo luogo occorre che le ammini-strazioni locali adeguino gli standard a livello di città e di quartiere, che attualmente appaiono lontani dalla media perabitante prevista dai piani urbanistici e dal D.M. 1444/68.Inoltre, gli strumenti urbanistici comunali spesso non prevedono adeguati elementi di programmazione (Regolamento delverde, Piano del Verde, Censimento del Verde e Carta del Verde), che tengano conto delle esigenze di fruizione e di ar-redo che tali strumenti si propongono.Da quanto ampiamente affrontato nel corso della discussione della tesi congressuale, emerge chiaramente ed in manierapropositiva la necessità di una svolta concreta e mirata nel modo di progettare, realizzare, mantenere e gestire il verde ur-bano. In tale contesto la categoria dei dottori agronomi e dei dottori forestali ritiene che le associazioni che operano nelverde urbano debbano tenere nel dovuto conto la necessaria interdisciplinarietà di questa materia, accogliendo al loro in-terno i professionisti che hanno competenza in tale ambito. I dottori agronomi e i dottori forestali ritengono, a tale propo-sito, che gli enti locali, oltre a dotarsi di adeguati strumenti di programmazione, debbano provvedere:- a realizzare un monitoraggio statistico del verde analizzando il suo stato di efficienza e fruibilità utilizzando precisiindicatori;- a dotarsi di adeguati strumenti di programmazione nei quali coinvolgere le diverse professionalità che agiscono nei molte-plici campi della materia, con un’attenzione particolare ai criteri di sostenibilità (economica ed ambientale) e di biodiversità;- a dotarsi nel proprio organico di tecnici abilitati, competenti e qualificati nella materia;- a garantire alle proprie maestranze impegnate nella gestione del verde corsi di formazione tenuti da professionisti di pro-vata esperienza;- a far eseguire la realizzazione, la manutenzione e la gestione del verde ad imprese specializzate nel settore;- a garantire percorsi virtuosi per la definizione degli iter istruttori finalizzati alla riduzione della burocrazia, eventualmentericonoscendo premialità tecnico- -economiche alla qualità della progettazione e della realizzazione.I dottori agronomi e i dottori forestali, in tale contesto, assumono impegno formale verso le istituzioni e la committenzapubblica e privata:- per contribuire alla creazione della giusta cultura del verde all’interno di tutto il tessuto sociale, attraverso azioni di di-vulgazione e orientamento;- per proporre, anche attraverso la ricerca scientifica, studi finalizzati alla conoscenza e all’approfondimento delle tecni-che di progettazione, manutenzione e gestione del verde urbano;- per favorire, attraverso gli Ordini ed il Consiglio Nazionale, la condivisione con gli Enti e le amministrazioni pubbliche deicontenuti dei citati strumenti di programmazione;- per organizzare, all’interno dell’istituzione ordinistica, una rete informativa in grado di portare a conoscenza di tutta la ca-tegoria le esperienze locali;- per garantire il proprio aggiornamento professionale continuo;- per assicurare una qualità della progettazione adeguata ai principi etici sopraenunciati.

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CONGRESSO 2011: ECCO I PREMIATI DEL CONAFA Tiraboschi (Melaverde) il Premio Montezemolo 2011, al giovane Cintia il Premio Ravàe le onorificenze alla carriera.

Premio Montezemolo, onorificenze alla carriera e premio Ravà. Sono stati questi i tre eventi, organizzati dal Conaf, all’in-terno del XIV Congresso siciliano. Tre momenti importanti per l’intera categoria perché hanno saputo guardare al passato– onorando e ricordando chi ha lasciato un segno tangibile con la propria attività professionale – ed al futuro, premiandoun giovane laureato.

• Premio MontezemoloÈ stato assegnato a Gian Giacomo Tiraboschi, ideatore di Melaverde, il Premio Montezemolo “Per la storia dell’agricol-tura italiana”. L’annuncio è avvenuto in occasione della giornata di apertura del XIV Congresso nazionale, a Favignana;mentre la consegna del premio a Tiraboschi si è svolta - a fine ottobre - in occasione del compleanno di Melaverde, il for-tunato programma di Rete4. Il premio Montezemolo, giunto alla sua seconda edizione, è stato istituito dai Dottori Agro-nomi e Dottori Forestali italiani per ricordare il presidente Massimo Cordero di Montezemolo, già presidente del Conaf dal1985 al 1992. «Massimo Montezemolo – ha ricordato Riccardo Pisanti, segretario Conaf - ha saputo rinnovare la catego-ria degli agronomi proiettandoli in una dimensione moderna e competitiva, tracciando ed avviando un importante per-corso di modernizzazione della professione del dottore agronomo e dottore forestale e contribuendo in maniera sostanzialealla definizione del profilo professionale della categoria e dei relativi ambiti di intervento».

• OnorificenzeSono tre i dottori agronomi e dottori forestali italiani “emeriti” e venti quelli “longevi” premiati a Trapani durante il XIV Con-gresso nazionale. I premiati per il 2011 per la categoria “merito professionale” sono Giuseppe Asciuto, dottore agronomoiscritto all’Ordine provinciale di Palermo; Giuseppe Gioia, dottore agronomo di Palermo; il dottor agronomo Mario Sortino,Ordine di Palermo. Venti, invece, i dottori agronomi e i dottori forestali che premiati per la “longevità della carriera profes-sionale”. I dottori agronomi Antonio Martinez, Nicolò Grifo, Pietro Caruso, Giovanna Di Caro, Francesca Planeta, GiovanniRizzo, Enrico Andreuccetti, Carmelo Leonarda, Filippo Denaro, Angelo Guarneri, Renato Piazza, Giuseppe Asciuto, Giu-seppe Gioia, Lucio Gramignani dell’Ordine di Palermo, Lelio Giusti e Maria Carolina Stufler dell’Ordine di Modena, Ferdi-nando Bentivenga dell’Ordine di Agrigento, Giuseppe Culcasi e Girolamo Tamburello dell’Ordine di Trapani, VincenzoPiluso dell’Ordine di Cosenza

• Premio RavàÈ stato consegnato a Francesco Cintia, classe 1984 di Marsciano (PG), il Premio di laurea edizione 2010 Mario Ravà conla tesi dal titolo “Valutazione socio-economica della sostituzione del tabacco a livello territoriale”, relatore Prof. Angelo Fra-

scarelli. È il risultato della tesi di laureaspecialistica in Scienze Agrarie ed Am-bientali conseguita presso l’Universitàdegli Studi di Perugia il 17 febbraio2010 con la votazione di 110/110 elode ed è valsa l’assegnazione del pre-stigioso riconoscimento del valore eco-nomico di 5mila euro. La Fondazione"Mario Ravà" - costituita dal 1958 periniziativa dell'Associazione BancariaItaliana, del Consiglio dell'Ordine Na-zionale dei Dottori Agronomi e dei Dot-tori Forestali e della FederazioneItaliana Dottori in Agraria e Forestali, ènata per onorare la memoria del dottorMario Ravà, illustre agronomo e cultoredelle tematiche connesse allo sviluppodell'agricoltura attraverso il corretto uti-lizzo dello strumento del credito.

Marcellina Bertolinelli, Pietro Ravà e Francesco Cintia - Foto G. Bara

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ministero politiche agricole alimentari e forestali

ella recente presentazione del 12 ottobre 2011 aBruxelles la Commissione europea ha rese pubbli-che le proposte legislative indirizzate a rendere la

Pac una politica di maggior efficacia per una agricoltura “piùcompetitiva e vitale”. Tra le proposte, la bozza di regola-mento sullo sviluppo rurale presenta interessanti spuntianche per le politiche forestali Il nuovo regolamento di sviluppo rurale risulterà di fonda-mentale importanza per le politiche forestali. Infatti nella si-tuazione contingente di restrizioni di bilancio e di scarsità dirisorse finanziarie nazionali disponibili, le misure forestalirappresentano nel nostro Paese lo strumento più impor-tante per l’attuazione di politiche del settore sul territorio (ri-cordiamo che le risorse cofinanziate europee vanno inderoga ai tagli della spesa pubblica).Il nuovo regolamento ha una visione più strutturata, conun approccio più integrato (e completo) che rispecchia ilmodello di complementarità tra gli altri fondi e politicheeuropei e che si evidenzia nel raggiungimento delle prio-rità a cui devono tendere gli interventi nell’attuazione dellapolitica di sviluppo rurale. Si perde il raggruppamento inassi e le foreste guadagnano con una serie di articoli a lorodedicati, una posizione più forte rispetto alle precedentiformulazioni.

Le misure forestali nel nuovo RegolamentoAlla luce delle bozze presentate, tutta la riforma della Pac èstata indirizzata ad azioni più attente alla sostenibilità am-bientale per valorizzare il sostegno di beni e valori pubblici.In questa ottica le foreste e il settore forestale, nonostantel’assenza formale di una “politica forestale comunitaria”, ri-cevono una maggiore focalizzazione. Si conservano gliobiettivi strategici di lungo periodo precedenti (che consi-stono nel contribuire alla competitività, alla gestione soste-nibile delle risorse naturali, all'azione per il clima e allosviluppo equilibrato delle zone rurali) in accordo con la stra-tegia Europa 2020 e si mantengono prevalentemente le mi-sure forestali attuali che sono rimodulate ed aggregate inuna nuova intelaiatura di misure più coerenti, che denotanoattenzione alla semplificazione e che si auspica possanovelocizzare i procedimenti in tutte le loro fasi.

Il più evidente gruppo di interventi di interesse forestale ècondensato nell’art. 22 che designa le principali misure de-dicate agli investimenti nello sviluppo delle aree forestali enel miglioramento della redditività delle foreste. La disposi-zione è composta da cinque tipologie di misure già presentinella presente programmazione, che includono:1) la forestazione e l’imboschimento, 2) la creazione di sistemi agro-forestali estensivi, 3) la prevenzione ed il ripristino delle foreste che hanno su-bito danni da incendio e da calamità naturali (inclusi le fito-patie, gli attacchi parassitari, gli eventi catastrofici ed i rischiclimatici), 4) gli investimenti indirizzati ad accrescere la resilienza, ilpregio ambientale e il potenziale di mitigazione degli ecosi-stemi forestali 5) gli investimenti per favorire nuove tecnologie nella selvi-coltura e per lo sviluppo e la commercializzazione dei pro-dotti forestali.

Quali altri strumentiUno strumento con interessanti risvolti sarà quello offertodai sottoprogrammi tematici che, definiti a livello di Statomembro, prevedono aliquote di sostegno più elevate per learee montane e le filiere corte (oltre che per i giovani agri-coltori e i piccoli agricoltori) in cui potrebbero trovare spazionuove idee ed op-portunità come adesempio la selvicol-tura di montagna eil rafforzamento a li-vello locale delle fi-liere bosco-legno ebosco-energia.Il settore forestalepotrà ricevere sti-molo inoltre dallamisura di Coopera-zione che si pro-pone di supportareattori diversi, alfine di creare nuovi

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LE POLITICHE FORESTALI NELLAPROGRAMMAZIONE DI SVILUPPO RURALE2014-2020Stefano CilliUfficio Cosvir III, Direzione Generale della Competitivitá per lo Sviluppo rurale del [email protected]

Stefano Cilli, dottore forestale23

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titolo

tra operatori diversi nell'Unione Europea e altri soggetti checontribuiscono alla realizzazione degli obiettivi e delle prio-rità dei programmi, incluse le organizzazioni interprofessio-nali. La cooperazione potrà essere oggetto dello sviluppo dinuovi prodotti, pratiche, processi e tecnologie esplicita-mente riferite al settore, di azioni congiunte per la mitiga-zione e l'adattamento dei cambiamenti climatici e siconsidera la stesura di piani di gestione forestale; anchel’utilizzo delle biomasse a fini industriali ed energetici aprespiragli per le biomasse forestali, per le quali ci si aspettavafrancamente un maggior incentivo all’utilizzo energetico.Sul tema dell’associazionismo si accoglie con favore il sup-porto alla costituzione di associazioni di produttori eleggi-bile anche per i prodotti forestali; d’altro canto non siprevede al momento un supporto per le associazioni di pro-prietari che potrebbero coadiuvare nella gestione e facili-tare il superamento dei problemi legati al frazionamentodella proprietà forestale.Altri elementi di interesse, per il settore e i professionisti, siritrovano nel supporto alla consulenza aziendale, nei servizisilvo-climatico-ambientali, e nei servizi per i villaggi rurali.Per tutto ciò sarà importante comprendere le modalità e iparticolari attuativi, che probabilmente saranno specificatenelle successive evoluzioni dei regolamenti.

Un coordinamento nazionale in ItaliaA livello nazionale nel frattempo, per permettere una azionedi coordinamento per una maggiore coesione e peso ne-goziale nelle trattative europee, sono in corso presso il Mi-paaf una serie di incontri tematici organizzati dalla DG“competitività per lo sviluppo rurale”, che si prefiggono diaffrontare le problematiche legate alle nuove proposte diregolamento per lo sviluppo rurale. In questo contesto harecentemente avuto luogo una riunione di coordinamentodei tecnici forestali nazionali, alla quale hanno partecipatooltre ai rappresentanti delle autorità di gestione dei Psr,anche i componenti del Tavolo di coordinamento forestale1

e i rappresentanti del partenariato di settore.Da questo incontro sono emerse le prime richieste di chia-rimento che hanno interessato in primo luogo l’eleggibilitàdei beneficiari (per definire la natura dei proprietari e ge-stori forestali, l’ammissibilità degli enti pubblici e delle areeprotette), il problema della finanziabilità dell’iva per gli entipubblici, aiuti di stato e misure forestali, la facoltà di utiliz-zare i costi standard sin dall’inizio della programmazione,l’obbligatorietà del piano di gestione, il finanziamento delpiano di gestione, la valutazione del danno per il ripristinodelle foreste danneggiate, la certificazione forestale e lamultifunzionalità forestale, la viabilità forestale, la gestionedei castagneti. Gli elementi di criticità raccolti saranno elaborati e inviatialle Regioni per ottenere un quadro completo delle mag-giori problematiche da rimarcare in fase di discussione percercare di risolvere in principio gli ostacoli tecnici che po-trebbero impedire la gestione della nuova programmazionee far arrivare proposte chiare attraverso esempi concreti edemendamenti efficaci. Difatti, come rimarcato dagli stessitecnici comunitari è fondamentale in questa fase di discus-sione interagire attivamente stimolando la partecipazioneattiva (fase che normalmente è sottovalutata), affinché i por-tatori di interesse manifestino le priorità reali del settori nelquadro delle possibili azioni comunitarie in modo da pren-dere in considerazione la rigidità di queste politiche chesono rimodulate ogni sette anni. A livello attuativo molto dipenderà dalle scelte programma-tiche delle Regioni, che nella definizione della strategia terri-toriale dovrebbero prestare la dovuta attenzione alle politicheforestali e mantenere gli impegni presi ad inizi programma-zione nell’allocazione delle risorse. Occorrerà sfruttare co-munque la grande opportunità offerta dalle misure forestalied essere pronti ad intervenire attraverso la stretta sorve-glianza dell’evoluzione di tutto il percorso del dibattito con lealtre istituzioni europee, in sede di Parlamento e Consiglio,che condurrà all’approvazione dei regolamenti a fine 2013.

1 Il Tavolo nazionale di coordinamento forestale, insediato ed istituito presso il Mipaaf in seguito all’approvazione del Programma quadro

per il settore forestale, riunisce i rappresentanti delle amministrazioni centrali e regionali che hanno competenze in materia di foreste.

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l’università

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n base alla nota classificazione proposta da Bemel-mans-Videc (1998) degli strumenti per regolare il mer-cato, l’offerta di servizi ambientali può essere perseguita

con “carrots, sticks and sermons” (carote, bastoni e ser-moni). Anche nel settore forestale negli ultimi venti anni si èassistito ad uno spostamento significativo di attenzionedagli strumenti di regolamentazione, generali e vincolantiper i diversi soggetti economici coinvolti (sticks), agli stru-menti basati su incentivi e compensazioni (carrots) e, più direcente, su iniziative ad adesione volontaria legate alla crea-zione di nuovi mercati. Tale trasformazione può essere lettaalla luce della maggiore efficacia ed efficienza di questi stru-menti rispetto a quelli di regolamentazione, ma anche in re-lazione alla tendenza attuale di ritenere che la creazione dinuovi mercati, accompagnata da un ruolo pro-attivo delleimprese e della società civile, rappresenti una forma di in-tervento innovativa ed estremamente promettente nell’am-bito delle politiche ambientali.

I Pagamenti per i Servizi AmbientaliTra gli strumenti legati alla creazione di nuovi mercati un’at-tenzione crescente è sui Pagamenti per i Servizi Ambientali

(PES – dall’inglesePayments for Eco-system o Environ-mental Services). IPES rappresentanoun insieme di inizia-tive accomunatedall’idea che ancheun servizio ambien-tale possa essereacquistato sul mer-cato con un tradi-zionale atto discambio. Se-guendo la defini-zione proposta da

Wunder (2005), uno schema PES può essere definito in ge-nerale come un accordo volontario e condizionato da alcuneregole concordate tra almeno un fornitore (venditore del ser-vizio) e almeno un acquirente (beneficiario del servizio), ri-guardo a un ben definito servizio ambientale. Alcuni autori,tuttavia, fanno riferimento ad una definizione più restrittiva diPES, secondo cui si può parlare di PES solo quando la tran-sazione rispecchia le seguenti caratteristiche: (1) è volonta-ria, (2) riguarda un preciso servizio ambientale, o una formad’uso del suolo che garantisca la fornitura del servizio stesso;(3) il servizio viene acquistato da (minimo) un consumatore e(4) venduto da (minimo) un produttore, (5) se e solamente seil produttore garantisce continuità nella fornitura (Engel et al.,2008). In effetti, in molte applicazioni dei PES, una o più diqueste condizioni non sempre sussistono, per cui spesso sifa riferimento a progetti e iniziative “quasi-PES”. La strutturabase di un progetto di implementazione di un PES (o di un“quasi-PES”) prevede di attivare un meccanismo finanziario,a volte indotto tramite un intervento pubblico di assegna-zione dei diritti di proprietà o un intervento regolativo, attra-verso il quale da un lato si trasforma il servizio ambientale inun vero e proprio prodotto creandone il mercato, e dall’altrosi riconosce il diritto al produttore del servizio ambientale dichiedere il rispettivo prezzo al consumatore del bene. Unesempio interessante e oggetto di notevoli studi è quello deiprogetti di riduzione della deforestazione del degrado fore-stale (progetti REDD - Reducing Emissions from Deforesta-tion and forest Degradation) grazie ai quali i gestori di terreniforestali in paesi in via di sviluppo, che si impegnino a ridurreo azzerare le attività ordinariamente condotte che compor-tano un degrado della foresta, sono compensati con il pa-gamento di crediti di carbonio, crediti vendibili nel mercatovolontario. Alla Conferenza di Copenhagen della Conven-zione per i Cambiamenti Climatici delle Nazioni Unite nel2009 si è formalmente deciso che i progetti REDD sarannouno strumento prioritario del post-Protocollo di Kyoto equindi potranno essere utilizzati anche nel così detto mer-cato regolamentato (compliance market).

I

STRUMENTI INNOVATIVI, ECCO I PES,PAGAMENTI PER I SERVIZI AMBIENTALIPer l’implementazione di un PES necessario sviluppare modelli di go-vernance partecipativa e multi-settoriale che responsabilizzino tuttigli attori coinvolti, creando relazioni di fiducia con le istituzioni locali

Davide PettenellaDipartimento Territorio e Sistemi Agro-Forestali - Università di [email protected]

prof. Davide Pettenella25

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boschi e foreste

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I PES in ItaliaAnalizzando il contesto italiano si possono individuare al-cune interessanti esperienze di quasi-PES, soprattutto perquanto riguarda la gestione delle risorse idriche. In effetti inItalia il sistema di pagamento di un sovra-canone per la pro-duzione di energia idro-elettrica (Regio Decreto 1775/1933e successive modifiche) può essere considerato un quasi-PES ante litteram. Più di recente, le forme di regolamenta-zione dei diritti di proprietà per la raccolta di prodotti nonlegnosi che hanno dato luogo a pagamenti dei gestori fo-restali possono essere considerati dei quasi-PES. A diffe-renza di quanto avviene all’estero, sono rari i casi di PESper i gestori dei terreni nelle circa 230 aree di captazione diacque minerali, nonostante il ricorso massiccio delle im-prese del settore all’utilizzo dell’immagine del sito di originedelle acque (parchi, boschi, montagna, …) nelle tecniche dimarketing. Per i servizi acquedottistici, la legge Galli (L.36/1994, art. 24, c.2), implementando un principio già af-fermato nella L. 183/1989, ha previsto la possibilità, nelladefinizione delle tariffe per l’erogazione dell’acqua potabile,di una compensazione per i gestori del bacino di capta-zione. Solo nelle Regioni Piemonte e Veneto tale possibilitàè stata resa pienamente operativa. Per tutti gli esempi ri-cordati un punto di debolezza dei quasi-PES italiani è le-gato ai beneficiari dei pagamenti, non sempre chiaramentecostituiti dai gestori diretti delle risorse, compensati in mi-sura delle attività svolte. Possibiltà di quasi-PES a finalità ditutela ambientale sono state attivate dalla Misura 225 rela-tiva ai pagamenti silvo-ambientali dei Piani di Sviluppo Ru-rale, ma solo 6 Regioni hanno attivato la Misura (Veneto,Friuli V.G., Toscana, Umbria, Campania e Sardegna) con50,7 M€ di spesa programmata e una capacità di spesamedia nazionale (al 30 giugno 2011) di solo il 6,4% (RRN,2011), inferiore a quella, già bassa, di altre Misure forestali.La prossima programmazione dello sviluppo rurale defini-sce un quadro non univoco relativamente ai PES: da unaparte si fanno ampie affermazioni a favore di questi stru-menti e nella proposta del nuovo regolamento per le misuredi sviluppo rurale ci sono almeno quattro Misure che po-trebbero attivare PES (art. 26: Offerta di servizi ecosistemiciforestali, art. 29 Pagamenti agro-climatico-ambientali, art.31: indennità connesse alla Direttiva acqua, art. 35: Servizisilvo-climatico-ambientali e salvaguardia della foresta), dal-l’altra il “greening” del Pagamento Unico aziendale portaad un rafforzamento degli strumenti convenzionali di sup-porto standard per misure pre-definite di gestione ambien-tale, molto più semplici da implementare.

ConclusioniI PES sono strumenti di politica forestale innovativi, capacidi orientare le scelte di gestione forestale basandole su mo-delli di sviluppo integrato e condiviso, venendo a compen-sare soggetti prevalentemente marginali che operano neicontesti rurali. Sono modelli che tengono conto del mutatocontesto politico-istituzionale e sociale, sia internazionaleche nazionale, della necessità di uno Stato “leggero” e dellaridotta capacità di finanziamento diretto da parte delle isti-tuzioni pubbliche. Una delle condizioni associata all’imple-mentazione di un PES è la necessità di sviluppare modelli digovernance partecipativa e multi-settoriale che responsabi-lizzino tutti gli attori coinvolti, creando relazioni di fiducia conle istituzioni locali (e quindi rafforzandone il ruolo), introdu-cendo criteri di equità distributiva e di sostenibilità. Ridu-zione delle funzioni tradizionali di comando e controllo afavore della corresponsabilità, corretta valutazione delleesternalità e compensazioni basate sulla capacità di nego-ziazione e la fiducia reciproca: principi corretti e ampiamentecondivisibili di una società avanzata. Saranno le istituzioni,le imprese e la società civile, supportate da professionistiqualificati e responsabili, in grado di renderli operativi?

BibliografiaBemelmans-Videc M.L, Rist R.C., Vedung E., 1998. Carrots, Sticks and Sermons: Policy Instruments and Their Evaluation. Transaction, New Brunswick, NJ.Engel S., Pagiola S., Wunder S., 2008 Designing paymens for environmental services in theory and practice: an overview of the issues. Ecological Econo-mics, 65, 663-674.Rete Rurale Nazionale, 2011. La programmazione finanziaria, l'avanzamento del bilancio comunitario e della spesa pubblica effettivamente sostenuta. Re-port Trimestrale Q2-2011.http://www.reterurale.it/flex/cm/pages/ServeAttachment.php/L/IT/D/1%252F4%252Fc%252FD.313e2edff00c2b29456c/P/BLOB%3AID%3D5796Wunder S., 2005. Payments for environmental services: some nuts and bolts. CIFOR Occasional Paper No. 42.http://www.cifor.cgiar.org/publications/pdf_files/OccPapers/OP-42.pdf

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lo studio

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li aspetti qualitativi di un prodotto agroalimentare- ancorché di non facile definizione e valutazione- assumono oggi un grande rilievo. Ciò vale sia per

i consumatori, che si muovono in un mercato con un’offertasempre più ampia, sia per i produttori, costretti a fronteg-giare una concorrenza agguerrita e, a volte, sleale. Infatti ledistanze tra produttore e consumatore sono aumentate egli acquisti alimentari vengono sempre più effettuati pressola grande distribuzione organizzata. Lungo la catena distri-butiva e la filiera stessa si assiste spesso ad una vera e pro-pria spersonalizzazione dei rapporti contrattuali. Questofatto, unito alla globalizzazione, dà origine ad un cambia-mento del sistema informale di garanzie ed altera la perce-zione dei rischi da parte dei consumatori. Per queste ragionila domanda è diventata molto attenta alla sicurezza ed allasalubrità degli alimenti, ricercata da chi adotta la filosofiadel “consumare meno ma meglio”.

La qualità dei prodotti agroalimentari Il tema dei prodotti agroalimentari di qualità è diventatocentrale negli interessi dell’Unione Europea che da tempo

dedica grandi sforzialle politiche dellaqualità. Il concettodi qualità racchiudeal suo interno unadimensione ogget-tiva ed una sogget-tiva allo tempostesso (Canali,2010). Infatti da unlato rappresenta lacapacità di soddi-sfare esigenze edattese dei consu-matori assecon-dando una pluralità

di aspetti, non tutti facilmente valutabili ed espressi in mo-menti diversi. Ad esempio freschezza, colore ed assenza didanni esteriori si percepiscono al momento dell’acquisto,mentre sapore e maturazione si valutano solo dopo. Altrecaratteristiche oggettive non sono valutabili neppure dopoil consumo, essendo legate alla composizione chimica oalla presenza/assenza di determinate sostanze, ragione percui i prodotti agroalimentari sono da ricondurre ai cosiddetti“beni-fiducia” e “beni-esperienza”.

Il territorio ed i marchiAssai più che in altri settori, molti prodotti agroalimentari de-vono le proprie peculiarità al territorio di origine, ed in parti-colare alle caratteristiche della materia prima, dell’ambienteproduttivo e dei processi di trasformazione, spesso conso-lidati da lunghe tradizioni. A causa della forte asimmetriapresente nelle informazioni disponibili lungo la filiera, il con-cetto di qualità implica la creazione di fiducia tra gli opera-tori, tramite un sistema di informazione, di controlli e digaranzie oggettive. Tutto ciò ha portato ad utilizzare in modosempre più massiccio le certificazioni ed i relativi marchi ter-ritoriali di qualità, di cui DOP (denominazione di origine pro-tetta) e IGP (Indicazione geografica protetta) rappresentanogli esempi più noti, mentre le STG (specialità territoriali ga-rantite) non si sono consolidate. In termini generali, le stra-tegie della qualità prevedono due momenti distinti per lapropria implementazione: quello aziendale e quello istituzio-nale. In ambito aziendale è il marketing mix, in particolarecon la politica del prodotto e della comunicazione, che per-mette di aumentare il valore percepito dal consumatore, lasua fiducia e la fidelizzazione nei confronti del prodotto spe-cifico; tale tecnica consente inoltre di mettere in risalto il le-game esistente tra prodotto e territorio di origine. La politicadella distribuzione, gestita attraverso la riduzione del canaledistributivo, determina invece la possibilità di aumentare iltrasferimento di valore all’azienda agricola, spesso schiac-ciata dalle altre fasi della filiera, ed anche di connotare

G

LA VALORIZZAZIONE DEI PRODOTTIDI QUALITÀ A SOSTEGNO DEI TERRITORIDI MONTAGNARelazione presentata al Convegno "Il buon governo della montagna",Aosta 19 marzo 2011

Filippo Brun, Simonetta Mazzarino, Angela MossoDipartimento di Economia e Ingegneria Agraria Forestale e Ambientale - Università di [email protected]; [email protected]; [email protected]

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boschi e foreste

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localmente il prodotto. Il momento istituzionale ha il com-pito di mettere in atto una serie di iniziative volte a vigilare,garantire, comunicare e monitorare la qualità dei prodottiagroalimentari, consolidando il legame tra il territorio ed isuoi prodotti. Si tratta di una politica di comunicazione a tuttigli effetti, svolta però a livello istituzionale, il cui obiettivo èdi trasferire in modo più ampio elementi di informazione aiconsumatori ed ai produttori stessi, mettendo a disposizionel’uso di strumenti di garanzia, dei quali i marchi territorialicostituiscono un esempio molto utilizzato ma non unico.

Le specificità montaneIn tutti i territori montani esistono produzioni molto diversi-ficate, sviluppate generalmente su scala ridotta, che trag-gono dal legame col territorio non solo le caratteristicheorganolettiche, ma anche riconosciuti aspetti di salubrità,in relazione alle modalità produttive generalmente meno in-tensive. Per contro, le modeste dimensioni aziendali nor-malmente non consentono di raggiungere la massa criticanecessaria ad una commercializzazione su ampia scala, re-legando le imprese a mercati strettamente locali. I costi diproduzione sostenuti dalle imprese montane sono di solitosuperiori alla media per motivi diversi, tra cui il fatto che iprocessi sono svolti in modo più estensivo e in condizionistrutturali sfavorevoli, rendendo i prodotti locali poco com-petitivi rispetto ad analoghe produzioni industriali. Per fron-teggiare questi svantaggi è necessario puntare sullecaratteristiche peculiari che i prodotti derivano dal territoriodi origine. L’importanza che i marchi territoriali rivestononell’economia dei territori montani è dimostrata dalla rile-vante percentuale di denominazioni ivi presenti, messa inluce nella tabella seguente nonostante l’incidenza delle at-tività agricole in queste aree sia piuttosto limitata.

La valorizzazione: il marketing territorialeLa valorizzazione territoriale dei prodotti di qualità, appli-cata a territori “fragili” come possono essere quelli mon-tani, consente di ottenere molteplici risultati in terminieconomici, socio culturali e ambientali:

- economici: grazie alla rivitalizzazione di colture tipiche, alladiversificazione dell’offerta ed all’apertura di nuovi sbocchidi mercato;- socio culturali: tramite il recupero di tradizioni e culture lo-cali ed al conseguente rafforzamento dell’identità territoriale;- ambientali: attraverso il recupero di aree marginali e in ab-bandono.Questi risultati derivano dalle potenzialità specifiche espressedal territorio, che possono essere materiali (ingredienti unici,microclima, specie autoctone) e/o immateriali (conoscenze etradizioni specifiche), e che conferiscono al prodotto peculia-rità uniche da comunicare e promuovere opportunamente.

Considerazioni conclusiveTutti gli strumenti che utilizzano il territorio nella promozionedelle produzioni locali necessitano di adeguate politiche digestione che partono da controlli rigorosi nei confronti dichi utilizza o richiede il marchio e si concludono in oppor-tune attività di comunicazione e promozione. Si tratta diazioni coordinate e complesse, la cui piena attuazione nonpuò essere realizzata solamente a livello aziendale, soprat-tutto in un ambito produttivo così debole come quello dimontagna, dove la maggior parte delle imprese ha dimen-sioni fisiche ed economiche piuttosto ridotte. Diventa quindifondamentale il ruolo istituzionale per coordinare ed incen-tivare strategie ai vari livelli operativi, a fronte di verifiche si-stematiche sulla rispondenza ai requisiti previsti. Inoltre, inun’ottica di lungo periodo, è necessario da un lato monito-rare l’efficacia delle azioni di valorizzazione intraprese, esa-minandone le ricadute sull’insieme del territorio, e, dall’altro,curare gli aspetti della formazione e dell’informazione, mi-gliorando sia la capacità di produrre qualità sia la perce-zione da parte del consumatore. La promozione di unterritorio, sfruttando condizioni localmente già presenti, nonrichiede grossi investimenti o particolari sforzi organizzativi.Tuttavia il suo successo non può prescindere da un’azionedi coordinamento e di stimolo da parte delle istituzioni pub-bliche. È pertanto auspicabile che le politiche della qualitàdiventino prioritarie e più incisive a tutti i livelli.

Totale Italia Montagna %

Produttori 77.427 21.594 28

Allevamenti 47.291 8.997 19

Superfici (ha) 138.900 32.997 24

Trasformatori 6.065 1.169 19

Impianti di trasformazione 9.396 1.738 18

Numero di operatori 82.120 22.417 27

Incidenza delle filiere DOP, IGP, STG Il nelle aree montane - anno 2009

Fonte: nostre elaborazioni dati Istat 2010

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l’esperienza professionale

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l territorio lombardo ospita veri e propri “giacimenti” fo-restali poco utilizzati e merita un’attenzione particolaresotto questo profilo: è quanto è emerso da un dibattito

avviato quest’anno all’interno della Federazione degli Or-dini dei dottori agronomi e dottori forestali (FODAF) dellaLombardia, cogliendo l’occasione offerta dall’iniziativa delleNazioni Unite di proclamare il 2011 Anno Internazionaledelle Foreste (AIF). «Si tratta di un'iniziativa di ampio respiro– ha spiegato Giorgio Buizza, presidente di FODAF Lom-bardia – volta a diffondere la conoscenza sulle azioni globalia favore della gestione forestale sostenibile e della prote-zione e valorizzazione della flora autoctona. Questo ci hadato lo spunto per un’analisi a tutto campo sullo stato delleforeste di Lombardia, argomento peraltro già oggetto di unaGiornata di Studi nazionale tenutasi a Sondrio lo scorso 26maggio». La nostra regione – fa notare FODAF Lombardia– è nota per l’alto grado di urbanizzazione e industrializza-zione di molte sue aree, ma pochi sanno che oltre 618.000ettari, pari a circa il 25 per cento dell’intero territorio lom-bardo, sono occupati da boschi. Il rovescio della medagliaè dato dal fatto che una parte notevole di questo patrimo-nio forestale non è sufficientemente gestita, se non addirit-tura abbandonata, soprattutto a causa dell’estremaparcellizzazione delle proprietà forestali, oltre che per le dif-ficoltà di accesso.«Ciò produce, tra l’altro, effetti negativi sull’intero ecosi-stema – commenta Stefano Enfissi, relatore della Commis-sione “Foreste e Sistemi Verdi” di FODAF Lombardia –. Iboschi e le foreste svolgono un’essenziale funzione am-bientale per la conservazione della biodiversità, la prote-zione del territorio e la difesa del clima: dove i boschi sonotrascurati o abbandonati, queste funzioni sono radical-mente compromesse». Per questa ragione quasi un anno

fa FODAF Lombardia ha aderito al Patto di Filiera propostoda Regione Lombardia per una valorizzazione concertatadelle risorse legnose. “Stiamo monitorando con attenzionegli sviluppi di questo patto – osserva Buizza – che avrebbeora bisogno di entrare in una fase più concreta e operativa.Il punto cruciale sarà quello di riuscire a valorizzare le ri-sorse forestali autoctone in termini competitivi, ad esempioattraverso l’utilizzo di una parte delle biomasse legnoselombarde in chiave energetica. Ciò si tradurrebbe in unaserie di conseguenze positive sia per l’ambiente sia perl’economia delle aree rurali montane”. In Lombardia, delresto, esiste un’enorme quantità di legname che è utilizzatasolo in piccola parte: su 4,5 milioni di metri cubi di legnameimpiegati dall’industria dell’arredo lombarda, ad esempio,solo mezzo milione proviene dai boschi situati sul territoriodella nostra regione, mentre un altro milione di metri cubi dilegname lombardo che sarebbe atto allo scopo non vieneutilizzato (L.P.).

Boschi e foreste, valore aggiunto della Toscana - La To-scana forestale è costituita da un patrimonio di macchie eselve che ricopre 1.086.000 ettari, pari al 47% del territorioregionale, dalle foreste abbaziali e dalla più antica Scuolaforestale italiana, infine arricchita dal ventaglio dei boschimediterranei, della macchia con oleastro dell’abetina conbrughiere di mirtillo. In prevalenza troviamo i querceti ca-ducifogli (cerro, roverella), con 414.000 ettari, pari al 38% ditutta la superficie boscata, caratterizzanti il paesaggio fo-restale toscano, poi troviamo i castagneti (177.000 ha), lefaggete (76.000 ha), gli abeti (14.000 ha) ed il pino nero(21.000 ha). Nella zona mediterranea, le leccete, le mac-chie, gli arbusteti, le garighe, le pinete e le cipressete oc-cupano 241.000 ettari, pari al 22% della superficie forestale

I

LOMBARDIA E TOSCANA:BOSCHI (E POTENZIALITÀ) A CONFRONTODue esperienze illustrate dalle Federazioni: in Lombardia vi sono verie propri “giacimenti” forestali poco utilizzati. In Toscana il bosco puòessere un valore aggiunto che si traduce in posti di lavoro e ricchezzadiretta ed indiretta misurabile

Luigi PisoniReferente comunicazione Federazione [email protected]

Renato FerrettiDottore agronomo - Referente comunicazione Federazione [email protected]

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boschi e foreste

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totale. Il leccio, con 119.000 ettari, è, per diffusione, laquarta specie.I boschi e le foreste sono quindi un elemento fondantedel paesaggio Toscano, ne costituiscono una determi-nante nell’assetto idrogeologico e nella pianificazione ter-ritoriale. Evidentemente sono un valore aggiunto non soloper la produzione di biomassa legnosa e di materiali daopera, ma sempre di più per la definizione di un identitàterritoriale, fondamentale per una delle principali voci del-l’economia Toscana, che è il turismo. Infatti i boschi e leforeste dalla riviera all’alta montagna sono il di più chepossiamo offrire ai nostri ospiti. Non solo e non tanto perle eccellenze forestali e biogenetiche che troviamo intante parti della Regione, e che sono di per sé un ele-mento turistico, ma soprattutto per le opportunità che intutti i territori, i boschi e le foreste offrono, per la cre-scente domanda di turismo all’aria aperta e di qualitàdella vita in tutte e quattro le stagioni. Saper cogliere edoffrire le differenze che naturalmente i boschi e le forestedanno nelle differenti stagioni può contribuire a risolvere

uno dei maggiori problemi delle zone turistiche in speciedi montagna e cioè la destagionalizzazione, ovvero fareturismo 365 giorni l’anno.Una corretta gestione di questo immenso patrimonio costi-tuisce un evidente contributo alla difesa del suolo; ma an-cora di più, può essere un pozzo per stoccare anidridecarbonica. Una moderna gestione di queste aree può es-sere vista anche come elemento di compensazione dellosviluppo urbanistico delle altre aree della Regione. Ovverola maggior produzione di CO2 derivante dai nuovi insedia-menti urbani o dalla riqualificazione degli esistenti può es-sere compensata con una migliore funzionalità delle forestefinalizzandole allo stoccaggio di CO2. Certamente que-st’impostazione presuppone una forte integrazione fra i varisoggetti, pubblici e privati, che sono interessati e soprat-tutto cominciare sul serio a parlare del territorio nel suo in-sieme e non per comparti. In questa filosofia di lavoro leforeste ed i boschi possono esplicare pienamente il loro va-lore aggiunto traducendolo in posti di lavoro e ricchezza di-retta ed indiretta ma misurabile (R.F.).

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dal conaf

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Una delegazione a Bruxelles per la presentazione delle proposte legislative sulla ri-forma della politica agricola comune

Il CONAF ha partecipato a Bruxelles, alla presentazione delle proposte legislative sulla riforma della politica agricola co-mune, con una delegazione composta dal presidente Conaf Andrea Sisti, dalla vicepresidente Rosanna Zari, dal segreta-rio Riccardo Pisanti e dei consiglieri nazionali Giuliano D’Antonio, Graziano Martello e Alberto Giuliani.“Studieremo con attenzione i contenuti della nuova Pac, da una prima analisi sembra un progetto per l'agricoltura euro-pea e se l'Italia lo saprà ben interpretare attraverso la sua attuazione diventerà un progetto per l'agricoltura mediterraneadel futuro”. Questo il primo commento del Presidente Sisti.

Territorio e ambiente: prevenzione per evitare emergenze

Nella gestione del territorio italiano è necessario fare prevenzione piuttosto che intervenire nell’emergenza, coordinandogli eventuali strumenti legislativi esistenti. È in sintesi il parere espresso dal Conaf nell’Audizione alla Commissione Terri-torio, Ambiente, Beni ambientali del Senato di fronte al presidente della Commissione Antonio D’Alì. Al centro dell’audi-zione e degli interventi del presidente Conaf Andrea Sisti e del consigliere Fabio Palmeri, il Disegno di legge 2644 sulle“Misure urgenti in materia di gestione e prevenzione del rischio idrogeologico”.

Gli auguri del CONAF ai nuovi Ministri del Governo MontiIl presidente del Consiglio dell’ordine nazionale dei dottori agronomi e dottori forestali, Andrea Sisti e il Consiglio nazio-nale, si congratulano con Mario Catania, Corrado Clini e Fabrizio Barca per la nomina a Ministro delle Politiche agricolealimentari e forestali, dell’Ambiente e coesione del territorio auspicando una proficua collaborazione nel corso del loromandato. «Ai neo ministri Catania, Clini e Barca vanno le mie congratulazioni e quelle di tutto il Consiglio per il nuovo eprestigioso incarico. Cogliamo l’occasione – afferma il presidente Conaf, Andrea Sisti - per rivolgere un plauso al Presi-dente della Repubblica Giorgio Napolitano per come ha saputo gestire la crisi in atto con alto senso dello Stato e delleistituzioni e un augurio di buon lavoro al Presidente del Consiglio Prof. Mario Monti per gli impegni gravosi che lo atten-deranno nei prossimi mesi.

MONITORAGGIO PARLAMENTARELe manovre economiche 2011 e la legge di stabilità 2012: novità in vista per le professioni

Carlo Pedata, Redazione AF - [email protected]

La prima manovra finanziaria del 2011 (decreto-legge n. 98/2011, convertito dalla legge n. 111/2011) ha previsto l'isti-tuzione, presso il Ministero della giustizia, di un'Alta Commissione per la formulazione di proposte in materia di libe-ralizzazione dei servizi, composta da esperti nominati dai Ministri della giustizia, dell’economia e delle finanze, dellosviluppo economico e del lavoro e delle politiche sociali. Come previsto dalla manovra, spetterà al Governo, sentita l’AltaCommissione, l'elaborazione definitiva di proposte di riforma dei servizi e delle attività economiche da presentare allecategorie interessate.

La seconda manovra finanziaria (decreto-legge n. 138/2011, convertito dalla legge n. 148 del 2011) ha integrato quantostabilito dalla prima manovra finanziaria.Il provvedimento, ha introdotto nuove disposizioni per favorire la liberalizzazione del settore delle professioni. In generale, prevede, che gli ordinamenti professionali debbano garantire che l'esercizio dell'attività risponda ai prin-cipi di libera concorrenza, alla presenza diffusa dei professionisti su tutto il territorio nazionale, alla differenziazione epluralità di offerta che garantisca l'effettiva possibilità di scelta degli utenti nell'ambito della più ampia informazione inmerito ai servizi offerti.

In particolare, presenta una serie di principi a cui dovrà ispirarsi la prossima riforma degli ordinamenti professionali (daattuare entro 12 mesi dall’adozione del provvedimento): libertà dell'accesso alla professione, formazione continuapermanente; il tirocinio verrà adeguato alle esigenze di miglior esercizio della professione; tariffe derogabili; obbligodi stipulare un’assicurazione per i rischi professionali a tutela del cliente; previsione di organismi disciplinari; libertàdi pubblicità informativa. Infine , la legge di stabilità 2012 (art. 10) introduce una novità contenuta nel maxi emendamentoalla Legge di Stabilità: la cosiddetta Società tra professionisti.

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indaco di Bolzano dal 2005 e poi rieletto nel 2010.Una Laurea in Scienze Forestali, conseguita nell’85a Firenze, e dall’anno successivo è iscritto all’Or-

dine provinciale di Bolzano come dottore forestale. Fra leattività lavorative di Luigi Spagnolli, quella di insegnante allescuole medie e superiori, e rapporto di lavoro in varie formecon il Comune di Bolzano nel settore ambientale. Nel 2001viene nominato componente del Comitato di Gestione dellaparte altoatesina del Parco Nazionale dello Stelvio in rap-presentanza del CAI Alto Adige, e dal 2003 al 2005 è coor-dinatore con funzioni di direttore del Parco Nazionale delloStelvio. Come sindaco di Bolzano, una grande attenzione alverde ed ambiente: la più grande rete di piste ciclabili in Ita-lia (50 km), la realizzazione del Parco Firmian, area verdeurbana di 20mila m2 e molto altro.Dal suo osservatorio di primo cittadino di Bolzano erappresentante dell’Anci, quale pensa sia il livello di“cultura del verde” all’interno delle pubbliche ammini-strazioni italiane?Molto migliorato nel corso degli anni, ma c'è ancora moltastrada da fare, non tanto nella presa di coscienza dell'im-portanza di una cultura del verde nel pianificare e nel gestirele città, che c'è stata, quanto nella preparazione specificadi coloro, amministratori e funzionari, che sono chiamati adare attuazione alle politiche conseguenti. Bisogna lavoraresulla formazione degli addetti ai lavori, dove la conoscenzadelle buone pratiche altrui è elemento essenziale.Quanto hanno inciso gli studi e la formazione professio-nale nel suo attuale incarico di amministratore pubblico?Moltissimo. Ogni professionista, di qualsiasi disciplina, siritiene con buona ragione trasversale rispetto agli altri, macon quest'esperienza ho maturato la convinzione che es-sere esperto in ecologia, ovvero la scienza che conosce equindi mette in condizione di governare i flussi di materia edi energia in uno spazio determinato e chiuso, è il migliorpresupposto per governare presenze e movimenti umani eflussi economici in un ambiente antropizzato chiuso maanche aperto, quale è una città.Il ruolo professionale del dottore agronomo è secondo leiadeguatamente riconosciuto e valorizzato nella societàcivile? Vede spazi professionali per i giovani laureati?In Italia è in corso, pressoché da sempre, una sorta di guerracorporativa tra i diversi ordini professionali tra loro e contro gli

apparati pubblici, al fine di garantirsi ambiti di attività esclu-sivi e quindi economicamente garantiti. Qui la nostra cate-goria è svantaggiata, perché altri ordini professionali sonomolto più tutelati nelle assemblee legislative e negli organiesecutivi, ovvero dove si fanno le leggi e dove si prendono ledecisioni. Penso però che nel processo di globalizzazione inessere, che porterà inevitabilmente al riordino dell'intera di-sciplina degli ordini professionali così come finora concepiti,emergeranno naturalmente i professionisti che portano con-tenuti. E non ho dubbi che i contenuti della nostra formazionehanno una valenza fondamentale per costruire il mondo didomani, dove la consapevolezza dei limiti delle risorse terri-toriali ed ambientali, e la conoscenza dei meccanismi dellanatura che rendono sostenibili le attività umane e rinnovabilile risorse, giocheranno un ruolo decisivo. Dobbiamo impa-rare a meglio inserirci nelle opportunità che si aprono e nonaver timore di rivendicare competenze che appartengono anoi e non ad altre categorie di tecnici.

S

l’agronomo in carriera

LA NOSTRA FORMAZIONE È FONDAMENTALEPER COSTRUIRE IL MONDO DI DOMANIConosciamo Luigi Spagnolli, dottore forestale, sindaco di Bolzano

Lorenzo BenocciRedazione [email protected]

Nome LUIGICognome SPAGNOLLILuogo di nascita BOLZANOData di nascita 10/02/1960Iscrizione all’Ordine 11/03/1986Ordine di appartenenza BOLZANOTimbro n. 119 DOTTORE FORESTALEIncarico attuale SINDACO DI BOLZANOAttività svolte INSEGNANTE, FUNZIONA-RIO E DIRIGENTE PUBBLICO, DIRETTORE DEL PARCONAZIONALE DELLO STELVIO

L’IDENTIKIT

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un presidente risponde

ual è lo stato di salute della professione deldottore agronomo e dottore forestale? E comeè cambiata negli ultimi anni?

Oggi si è fortemente ampliata e investe diversi settori: agri-coltura, agroalimentare, foreste e ambiente a differenza delpassato dove il professionista era impegnato nella sola at-tività di gestione in ambiti aziendali agricoli e forestali. Negliultimi anni, con il mutare della sensibilità verso le tematicheambientali e il recupero del patrimonio agroalimentare tra-dizionale, gli orizzonti si sono allargati e gli ambiti d’azionefortemente specializzati. I professionisti, si occupano di vi-ticoltura di qualità (l’area del cirotano e immediate vici-nanze, sono altamente vocate ed investite da unaviticoltura d’eccellenza tanto da produrre vini doc), di zoo-tecnia e aziende lattiero-casearie (es. il pecorino crotonesedop), di olivicoltura, orticoltura e frutticoltura (finocchi delcomprensorio di Isola Capo Rizzuto, agrumeti e oliveti delcrotonese). Collaborano con enti e società che si interes-sano non solo di agricoltura e selvicoltura, in senso stretto,ma anche di formazione, stime peritali, paesaggio e piani-ficazione territoriale, di servizi all’agricoltura e all’ambiente,di biomasse per fini energetici. Attualmente, in linea con lacrisi internazionale, anche la nostra categoria avverte le dif-ficoltà determinate dalla fase di recessione. I più, sono im-pegnati nella progettazione relativa al PSR Calabria (Pianodi Sviluppo Rurale 2007-2013) Altri incarichi riguardanoprogetti di taglio nel patrimonio boschivo pubblico e pri-vato, e relativamente all’implementazione dei progetti di ta-

glio bisogna sottolineare chele recenti Prescrizioni diMassima e di Polizia Fore-stale della Regione Calabriadanno competenza esclu-siva ai professionisti dottoriagronomi e dottori forestali.Altri ancora, sono impegnatinello studio e nella reda-zione del Piano StrutturaleComunale.

Quali criticità possono trovare gli iscritti nel loro lavoroquotidiano?La criticità principale può ricondursi all’elevata burocraziache attiene l’iter progettuale e che comporta l’allungamentodei tempi di realizzazione dell’opera. Un’azione di snelli-mento e semplificazione delle procedure amministrative po-trebbe apportare un notevole aiuto nello svolgimento dellalibera professione. In questa direzione sembra procederel’attivazione della PEC e l’istituzione della Smart card daparte della nostra categoria. Non secondaria resta ancorala problematica relativa al giusto riconoscimento delle com-petenze dei nostri iscritti in materia di pianificazione territo-riale e ambientale. Fortunatamente, o meglio meritatamente,in base alla L.R. 19/02 (Legge Urbanistica della Calabria)l’apporto della nostra categoria all’implementazione del PSCè obbligatorio. Quali sono le opportunità per un professionista nel suoterritorio?Il territorio crotonese, potenzialmente potrebbe offrire nu-merose opportunità in differenti ambiti. Dalle consulenze perla gestione e tutela dell’ambiente e del paesaggio (Parco Na-zionale della Sila, Area Marina Protetta Capo Rizzuto, patri-moni comunali di aree a verde), alla valorizzazione dellaviticoltura, della zootecnia lattiero-casearia, alla creazione edirezione di cooperative per la filiera cerealicola e orto-frut-ticola, alla rivitalizzazione del sistema agroalimentare, allapianificazione territoriale e all’implementazione di progettiche siano da supporto decisionale per i diversi enti locali.

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OLTRE LE DIFFICOLTÀ, COMPETENZA ESPECIALIZZAZIONE PER IL PROFESSIONISTADELLO SVILUPPO RURALEIntervista a Vittoria Mendicino, presidente dell’Ordine dei dottoriagronomi e dei dottori forestali di Crotone

Cristiano PellegriniRedazione [email protected]

Vittoria Mendicino, dottore forestale

Numero iscritti 102

Uomini 89

Donne 13

Dottori Agronomi 87

Dottori Forestali 14

Agronomi Iunior 1

Numero iscritti dieci anni fa 76

Numero iscritti cinque anni fa 97

33Intervista realizzata il 12 ottobre 2011

Page 34: BOSCHI E FORESTE, VALORE ITALIANO DA GESTIRE

dagli Ordini e dalle Federazioni

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FEDERAZIONE LOMBARDIA

PROFESSIONALITÀ PER DIMINUIRE INCIDENTI IN AGRICOLTURA«L’andamento degli infortuni in agricoltura negli ultimi dieci anni ha fatto registrare un trend decisamente soddisfacente,ma non ci si deve accontentare. Occorre continuare a puntare su professionalità e tecnologia per rendere ancora più si-cura la nostra agricoltura»: questo il commento di Giorgio Buizza, presidente Federazione Lombardia, sugli ultimi datiINAIL sugli infortuni nel settore primario. In Lombardia in un decennio si è registrato un calo degli infortuni pari a circa il39%, passando da poco meno di 7.000 incidenti denunciati nel 2001 ai circa 4.200 attuali. «La nostra Federazione – ag-giunge Buizza – continuerà la propria paziente opera di sensibilizzazione in materia di prevenzione dei rischi connessi al-l’attività agricola che da parecchi anni instancabilmente promuove attraverso tutti i professionisti».

Luigi Pisoni, referente comunicazione Federazione Lombardia - [email protected]

ORDINE DI BELLUNO

DOLOMITI, POLMONE VERDE DA GESTIRENell’ambito della fiera “Expo delle Dolomiti Patrimonio dell’Umanità”, si è tenuta a Longarone (BL), una tavola rotonda, acura dell’Ordine di Belluno, sul tema: “I nostri boschi nell’anno internazionale delle foreste”. Significativo che ad un im-portante momento per la promozione delle Dolomiti come patrimonio Unesco si sia voluto riservare uno spazio per le fo-reste. Cosa sarebbero le Dolomiti dal punto di vista paesaggistico se sullo sfondo di quelle crode, di quei colori, di quelleluci non ci fosse il polmone verde dei boschi d’alto fusto e le fioriture dei prati che vi si affiancano? Da ciò la responsabi-lità dei dottori agronomi e dottori forestali a gestire oculatamente questa preziosa risorsa.

Michele Cassol, presidente Ordine di Belluno - [email protected]

ORDINE DI PERUGIA

SOPRALLUOGHI PER SCOVARE GLI “IMMOBILI FANTASMA”È stata attivata la collaborazione tra l’Ordine di Perugia e l’Ufficio provinciale di Perugia dell’Agenzia del Territorio per l’in-dividuazione degli “immobili fantasma”. L’iniziativa nasce in nome del protocollo di intesa tra il Conaf e l’Agenzia del Ter-ritorio firmato nel mese di maggio. All’Ordine di Perugia sono stati già assegnati i lotti di lavorazione per il mese di Agostoper regolarizzare gli immobili mai accatastati. A eseguire le attività saranno nove professionisti abilitati che eseguirannogratuitamente sopralluoghi, verifica e valutazione dei lotti segnalati. Con cadenza mensile l’ufficio provinciale dell’Agen-zia del Territorio segnalerà attraverso appositi verbali altri lotti di lavorazione.

Valentina Pinna, referente comunicazione Federazione Umbria - [email protected]

ORDINE DI ROMA

PREMIO DI LAUREA INTITOLATO A VINCENZO SCHIAVONE PANNICon il Patrocinio dell’Ordine di Roma, la famiglia Schiavone Panni, la Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi della Ba-silicata, il Comune di Acerenza, la Confagricoltura Basilicata ed il Banco di Napoli hanno indetto il secondo Premio di Lau-rea “Vincenzo Schiavone Panni”. Il premio per due tesi di laurea sul settore agricolo ed agroindustriale lucano (2.500 € peril primo classificato e di 1.000 € per il secondo), è stato indetto in ricordo della figura professionale del Dottore AgronomoVincenzo Schiavone Panni, già iscritto all’Ordine di Roma. Le domande andranno presentate entro il 20 dicembre 2011(ore 13). Copia del bando è scaricabile dal sito: http://www.agronomiroma.it/agronomi/news.php?default.0.10

Edoardo Corbucci, presidente Ordine di Roma - [email protected]

ORDINE DI VENEZIA

CORSO DI VALUTAZIONE DI STABILITÀ DELLE PIANTESi è svolto nel mese di ottobre, con la partecipazione di oltre cinquanta iscritti, un corso introduttivo sulla valutazione distabilità delle piante organizzato dall’Ordine di Venezia. Le otto relazioni, tutte presentate da colleghi esperti, hanno con-sentito di effettuare una panoramica sui principali temi afferenti alla materia ad uso dei molti giovani presenti. Particolar-mente interessante il capitolo relativo alla responsabilità professionale. Il corso è stato anche occasione per un confrontosu tale attività professionale.

Marco Pitteri, presidente Ordine di Venezia - [email protected]

Page 35: BOSCHI E FORESTE, VALORE ITALIANO DA GESTIRE

memo

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Federazioni RegionaliABRUZZO Presidente: DI PARDO [email protected] - [email protected] Presidente: COCCA [email protected] - [email protected] Presidente: POETA Stefano - [email protected] Presidente : CICCARELLI Emiliowww.agronomi-forestali.org - [email protected] ROMAGNA Presidente: PIVA [email protected] - www.agronomiforestali-rer.itFRIULI - VENEZIA GIULIA Presidente: SPADOTTO [email protected] - www.agronomiforestali.fvg.itLAZIO Presidente: ERCOLINO Michelino - [email protected] Presidente: DIAMANTI [email protected] - www.agroforestgsv.orgLOMBARDIA Presidente: BUIZZA [email protected] - www.agronomi.lombardia.itMARCHE Presidente: MENGHINI Marco - [email protected] - VALLE D’AOSTA Presidente: BARREL Angè[email protected] Presidente: MILILLO Oronzo AntonioSARDEGNA Presidente: CROBU Ettore - [email protected] Presidente: RIZZO Salvatore - [email protected] Presidente: COLETTA Monica - [email protected] - ALTO ADIGE Presidente: MAURINA Claudio - [email protected] Presidente: VILLARINI Stefanowww.agronomiforestaliumbria.it - [email protected] VENETO Presidente: TESCARI [email protected] - www.afveneto.it

OrdiniAGRIGENTO Presidente: BOCCADUTRI [email protected] Presidente: ZAILO [email protected] - [email protected] Presidente: MENGHINI Marco - [email protected] Presidente: BARREL Angèle - [email protected] Presidente: MUGNAI Mauro - [email protected] PICENO Presidente: BRUNI [email protected] Presidente: VALLE Valterwww.agronomiforestaliasti.org - [email protected] Presidente: VITALE Tommaso - [email protected] Presidente: MILILLO Oronzo Antonio - [email protected] Presidente: CASSOL Michele - [email protected] Presidente: RANAURO [email protected] Presidente: ENFISSI Stefano - [email protected] Presidente: TESTA Gabriele - [email protected] Presidente: PLATZER Matthias - [email protected] Presidente: BARA Gianpietro - [email protected] Presidente: D’ALONZO Francesco - [email protected] Presidente: CROBU Ettore - [email protected] Presidente: LO NIGRO Piero Salvatore - [email protected] Presidente: PADUANO Michele [email protected] - www.agronomiforestalimolise.itCASERTA Presidente: COSTA Gabriele - [email protected] www.agronomicaserta.itCATANIA Presidente: TOLDONATO Giovanni - [email protected] Presidente: SCALFARO Francesco - [email protected] Presidente: DI PARDO [email protected] - [email protected] COMO LECCO SONDRIO Presidente: BUIZZA [email protected] - [email protected] Presidente: PECORA [email protected] - [email protected] - www.agroforcosenza.itCREMONA Presidente: FERLENGHI Giorgio - [email protected] Presidente: CATERISANO Roberto - [email protected] Presidente: BONAVIA [email protected] - [email protected]@agronomiforestali.cn.itENNA Presidente: RIZZO Salvatore - [email protected] Presidente: MINARELLI Gloria - [email protected] Presidente: GANDI Paolo - protocollo.odaf.fi [email protected] Presidente: MIELE Luigi - [email protected]’ Presidente: MISEROCCHI [email protected] Presidente: ERCOLINO [email protected] Presidente: CONSIGLIERI Angelo - [email protected] Presidente: PITACCO Silvio - [email protected] Presidente: DETTI Gino [email protected]

IMPERIA Presidente: ZELIOLI Enrico - [email protected]’AQUILA Presidente: MARINI Alessandro - [email protected] SPEZIA Presidente: DIAMANTI [email protected] - [email protected] Presidente: TIMPONE [email protected] - [email protected]://ordinelatina.conaf.itLECCE Presidente: MAGLIE Ludovico - [email protected] Presidente: :GRANDI Faustowww.agronomilivorno.it - [email protected] MACERATA Presidente: RUFFINI Demetrio - [email protected] Presidente: LEONI Claudio - [email protected] Presidente: COCCA [email protected] - www.agronomimatera.comMESSINA Presidente: GENOVESE Felice - [email protected] Presidente: FABBRI Marco - [email protected] - www.odaf.mi.itMODENA Presidente: CAPITANI Pietro Natale - [email protected] Presidente: CICCARELLI [email protected] - www.agronominapoli.itNOVARA E VERBANO-CUSIO-OSSOLA Presidente: CERFEDA [email protected] Presidente: CAREDDA Marcello - [email protected] Presidente: FENU Corrado - [email protected] Presidente: BENVENUTI [email protected] - [email protected] PALERMO Presidente: SCAVONE Aurelio - [email protected] Presidente: SFULCINI Daniele - [email protected] Presidente: SANGALLI [email protected] - [email protected] - www.odaf.pv.itPERUGIA Presidente: VILLARINI Stefano - [email protected] Presidente: PIERLEONI Davide - [email protected] Presidente: SONNI Paolo - [email protected] Presidente: PIVA Claudio - [email protected] Presidente: CASANOVI [email protected] Presidente: VAGAGGINI Lorenzo - [email protected] www.agroforpt.itPORDENONE Presidente: SPADOTTO [email protected] - www.agronomiforestali.pn.itPOTENZA Presidente: RENDINA [email protected] - protocollo.odaf.potenza@conafpec.itwww.agronomiforestalipotenza.itPRATO Presidente: MORI Luca - [email protected] Presidente: RE Giuseppe - [email protected] Presidente: LEOTTI GHIGI Mario - [email protected] CALABRIA Presidente: POETA [email protected] EMILIA Presidente: BERGIANTI [email protected] - [email protected]@agronomiforestali-rer.it - [email protected] Presidente: GIANNI Vincenzo - [email protected] Presidente: CORBUCCI Edoardo - [email protected] Presidente: CARRARO Gianluca - [email protected] Presidente: MAISTO Domenico - [email protected] Presidente: PERRA Marco - [email protected] Presidente: COLETTA [email protected] - [email protected] Presidente: DI LORENZO Salvatore - [email protected] Presidente: LANZO Raimondo - [email protected] www.ordaf.ta.itTERAMO Presidente: CIPRIANI Marcella - [email protected] Presidente: SANTUCCI Marcello - [email protected] Presidente: BRUNO Giampaolo - [email protected] Presidente: PELLEGRINO [email protected] - www.agronomiforestalitp.itTRENTO Presidente: MAURINA Claudio - [email protected] Presidente: CADAMAURO [email protected] - www.agronomiforestalitv.itUDINE Presidente: DE MEZZO Antonio - [email protected] Presidente: CARUGATI Alessandro - [email protected] Presidente: PITTERI Marco - [email protected] e BIELLA Presidente: GALLINA [email protected] - [email protected]@conafpec.itVERONA Presidente: CAOBELLI [email protected] VALENTIA Presidente: ARONE [email protected] Presidente: TESCARI Elisabetta - [email protected] Presidente: GRAZINI Alberto - [email protected]

I recapiti completi sono disponibili sul portale www.conaf.it

Dott. Agr. ANDREA SISTI - Presidente [email protected]. Agr. ROSANNA ZARI - Vice Presidente [email protected]. Agr. RICCARDO PISANTI - Segretario [email protected]. Agr. ENRICO ANTIGNATI [email protected]. Agr. MARCELLINA BERTOLINELLI [email protected]. Iunior GIUSEPPINA BISOGNO [email protected]. For. MATTIA BUSTI [email protected]. Agr. GIOVANNI CHIOFALO [email protected]

Dott. Agr. COSIMO CORETTI [email protected]. Agr. GIULIANO D’ANTONIO [email protected]. Agr. ALBERTO GIULIANI [email protected]. Agr. GIANNI GUIZZARDI [email protected]. For. GRAZIANO MARTELLO [email protected]. For. FABIO PALMERI [email protected]. For. GIANCARLO QUAGLIA [email protected]

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