BORGO MEDIEVALE • SAN LUCA • VAL...

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    BORGO MEDIEVALE • SAN LUCA • VAL D’INVERNO

    È l’itinerario che ci porta più ad ovest aprendosi verso il paesaggio delle colline di Pianezze, Molvena, Mason e Breganze, particolarmente suggestivo in primavera con la fioritura dei ciliegi. Il percorso ci conduce poi a lambire la frazione di San Luca per poi discendere verso la Val d’Inverno, ricca di altri aspetti naturalistici e colturali.

    Lunghezza 13,5 kmTipo di percorso Strada asfaltata • strada bianca • sentieroTempo di percorrenza 5 oredisLiveLLo 390 mpercorso Campo Marzio • Porta Bassano • Corso G. Mazzini • Porta Breganze • via Panica • segnaletica per Rove-redo Alto • Casa delle Capre • bivio via Agù • via Roccolo Carli • via Colpi Pivotti (Palazzotto) • San Luca • Contrà Valeri • Contrà Costa • Val d’Inverno • Comando Tappa (Vallonara) • Pista ciclopedonale di Vallonara • Piazza Ortigara • via Due Rogge • Campo MarziocoLLegamenTo con iL percorso coLceresa bivio Cima dell’Agù punTi di osservazione Chiesa della Madonna delle Grazie (Roveredo Alto) • Cima dell’Agù punTi di inTeresse sTorico arTisTico Casa natale di Arpalice Cuman Pertile (Corso Mazzini, 31) • Chiesa di S. Rocco (via Panica) • Casa natale di Bernardino Frescura (via Panica, 78) • Chiesa della Madonna delle Grazie (Roveredo Alto) • Chiesa di S. Giovanni Evangelista e S. Luca (S. Luca) • Postazione militare della Prima Guerra Mondiale (cima del Monte Agù) • Comando Tappa della Prima Guerra Mondiale (si veda la descrizione all’interno del Percorso 3)

    IL pERCORSO

    Si parte da Campo Marzio dirigendosi direttamente verso la cinta muraria. Entriamo nel centro storico della città da Porta Bassano e percorriamo Corso Mazzini, lungo il quale, alla nostra sinistra, troviamo prima la casa natale della scrittrice Arpalice Cuman Pertile e poco dopo Piazza Castello. Si prosegue dritti uscendo per Porta Breganze continuando il nostro cammino per via Panica. Prima di imboccare la salita per Roveredo Alto in-contriamo alla nostra destra la casa natale del geografo Bernar-dino Frescura, mentre facendo una piccola deviazione a sinistra, attraversando la strada, si può visitare la Chiesa di San Rocco (visite solo su prenotazione presso la Parrocchia di S. Antonio Abate). Restando però sul percorso principale seguiamo la se-gnaletica svoltando a destra (indicazioni per Roveredo Alto - San Luca - Val d’Inverno). Dopo un breve tratto su strada asfaltata iniziamo a salire per un sentiero lungo il quale occorre fare attenzione nei punti di restringimento, raggiungendo il borgo di Roveredo Alto. Il sentiero piega a sinistra subito dopo la Chiesa e poco dopo nuovamente a destra, continuando a salire secondo le indicazioni della segnaletica in un tratto erboso che costeggia le case della contrada. Usciamo sulla strada comunale di San Luca, dove si tiene la sinistra su strada asfaltata e dopo un breve tratto si attraversa la strada stessa all’altezza dell’abitazione privata denominata Casa delle Capre. Proprio sul fianco sinistro di questa abitazione imbocchiamo il sentiero acciottolato della strada vicinale dell’Agù. Inizia la salita su fondo in erba che ci porta, transitando per un tratto boscoso, fino al bivio di via d’Agù. In corrispondenza di questo crocevia si gira a sinistra prendendo subito dopo a destra il sentiero con direzione Roccolo Carli - San Luca - Val d’Inverno. In questo punto si trova il collegamento con il Percorso Colceresa.Continuando sul Percorso 4 costeggiamo alcune abitazioni, mentre alla nostra sinistra si apre un panorama che spazia dalle colline dell’ovest vicentino fino al Pasubio e alle Piccole Dolomiti. Si esce quindi sulla strada asfaltata che percor-riamo brevemente per poi girare a sinistra. Passati davanti ad un capitello entriamo nella contrada in via Roccolo Carli, attraversiamo tutta la corte e proseguiamo in lieve ascesa su un tratto erboso. Oltrepassiamo due cancelli, che delimitano il pascolo, seguendo la segnaletica, e continuiamo dritti per un boschetto dove il sentiero corre stretto, delimitato da un muro a secco. Raggiungiamo una strada vicinale a fondo ghiaioso che percorriamo interamente, girando poi a destra nel momento in cui incontriamo la strada asfaltata per Molvena. Svoltiamo quindi subito a sinistra per San Luca – Contrà Valeri - Val d’Inverno. Questo breve tratto di sentiero erboso sbocca in via Colpi Pivotti, dove ci teniamo a sinistra conti-nuando il percorso su un terrapieno che fiancheggia la strada comunale asfaltata. Dovremo attraversarla con attenzione e di lì a poco imboccare sulla destra la deviazione per Contrà Valeri. Una deviazione sulla sinistra ci conduce alla Chiesa di San Luca, dove si conserva una pregevole tela del pittore bassanese Jacopo Dal Ponte (1510ca.–1592). Mantenendo il percorso principale si prosegue per Contrà Valeri, superata la quale si gira a sinistra per Val d’Inverno – Vallonara – Maro-stica abbandonando la strada asfaltata. Si scende tra vasti oliveti, per poi attraversare Contrada Costa fino a raggiungere la Strada Comunale di Val d’Inverno dove svoltiamo a sinistra per Vallonara – pista ciclopedonale – Marostica, facendo ritorno in Campo Marzio

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    DESCRIzIONE NAtURALIStICA

    Il percorso interessa due zone ben distinte del territorio collinare situato a nord ovest di Marostica: quello che va da via Panica a San Luca e quello del versante della Val d’Inverno posto sulla sinistra idrografica, che va da San Luca a Vallona-ra. Le caratteristiche morfologiche tipiche del primo tratto mostrano una struttura dei rilievi con cresta rocciosa affiorante di calcare fossilifero, a sud della quale la pendenza dei versanti può essere notevole, almeno fino al bivio di Cima dell’Agù. Poi, lentamente, le colline divengono meno ripide e più arrotondate per l´abbondante presenza di roccia di origine erutti-

    va, che è più facilmente attaccabile dagli agenti atmosferici. All´interno della Val d´Inverno, sul versante nord in particolare, la situazione cambia completamente e l´aspetto morfologico generale si presenta molto dolce, anche se la parte più profonda della valle possiede alcune pareti in posizione sub-verticale, create nel tempo dalla lenta e inesorabile erosione delle rocce qui presenti, le arenarie e le marne calcareo-argillose. La notevole varietà del territorio favorisce lo sviluppo di una vegetazione quanto mai varia, anche se rappresenta una integrazione tra l´ambiente naturale e quello antropizzato, caratterizzata da aspetti diversamente distribuiti tra i versanti collinari e le vallette. La prima parte del percorso, esposta a sud, è stata infatti maggiormente condizionata dalle attività umane; il versante più fresco ed umido, invece, è dominato dal bosco misto a caducifoglie, con diversi vecchi castagni. In questa zona le specie arboree più frequenti sono la Robinia, il Carpino nero, il Carpino bianco, il Rovere e la Roverella, l´Orniello, l´Acero-Oppio, il Nocciolo, il Corniolo, il Biancospino, il Sambuco e diversi Ci-liegi selvatici. Ben rappresentate sono anche le specie erbacee con fiori, tra cui si possono osservare l’Elleboro verde, la Fegatella-Epatica, il Bucaneve, il Campanellino, la Primula, il Dente di cane, l’Anemone trifoglia, la Polmonaria e la Pervinca. Sono abbastanza diffusi gli alberi da frutto, tra cui l´Olivo, la Vite e qualche Ciliegio.Anche dal punto di vista faunistico il bosco riserva piacevoli sorprese; infatti, grazie alla varietà delle situazioni ambientali, ospita al suo interno alcuni car-

    nivori (la Volpe, il Tasso, la Donnola e la Faina), roditori e una significativa presenza di uccelli. La visione panoramica è molto ampia da est a ovest e permette di vedere i Colli Euganei e Berici, oltre alle colline pedemontane a ovest fino ai Monti Pasubio e Novegno. Raggiunte le prime abitazioni della Frazione di S. Luca, si entra in un ambiente completamente diverso. Se prima il panorama spaziava soprattutto verso la pianura, ora ciò che si può osservare è l´intera Val d´Inverno con i suoi morbidi versanti, tutti ricchi di abbondante vegetazione e di prati incolti, perché abbandonati da tempo. Nella parte alta della valle i vigneti sono ancora presenti, frammisti ad alberi da frutto, tra cui il Melo, il Pero e il Ciliegio; più in basso, invece, i prati producono anche erba da foraggio per il bestiame da allevamento.

    pUNtI DI INtERESSE StORICO - ARtIStICO

    1 casa naTaLe di arpaLice cuman perTiLe (Corso Mazzini, 33)Arpalice Cuman Pertile (12 Maggio 1876 – 30 marzo 1958) fu insegnante stimata, conferenziere applaudita nelle scuole e nelle università popolari, scrittrice di letteratura per l’infanzia. Dopo gli studi magistrali a Verona, si laureò presso il Magi-stero Superiore di Firenze nel 1898. Iniziò subito l’insegnamento a Torino presso l’Istituto per le figlie dei militari e, dall’an-no successivo, a Vicenza con la cattedra di lettere nella “Scuola Normale”. Il suo insegnamento fu sempre ispirato ai nobili ideali di libertà, di giustizia, di pace. Fedele ai suoi principi etici, allo scoppio della Grande Guerra si schierò insieme con il marito tra i non interventisti. Prima conseguenza fu il confino, dapprima a Novara e poi a Genova. Il rientro a Vicenza avvenne solo nel 1919, anno in cui riprese l’insegnamento, ma per poco. La riforma della pubblica amministrazione, voluta da Mussolini, le tolse l’insegnamento, e nel 1929 furono ritirati tutti i suoi libri dalle scuole dopo l’introduzione del testo di Stato. Invisa al Regime fascista, si dedicò alla scrittura e all’insegnamento privato. Il Comune di Marostica le dedica due eventi: il Premio Letterario Nazionale Arpalice Cuman Pertile - Racconti, Poesia, Teatro per l’infanzia e la preadolescenza, istituito nel 1987 con cadenza annuale, e la manifesta-zione musicale Poesia In Canto, a cadenza biennale.

    2 chiesa di s. rocco (via Panica)È documentata fin dal 1410 l’esistenza in Borgo Panica di una cappella dedicata a S. Rocco, costruita e retta dalla Fradaglia (Confraternita) di S. Rocco. I padri domenicani si insediarono in questo luogo agli inizi del XVI

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    secolo, edificarono l’insieme conventuale e ampliarono la cappella trasformandola in chiesa a tre navate. Costruirono il campanile, che fu oggetto di interventi successivi fino ad assumere l’attuale e singolare configurazione di campanile che si innalza dal tetto stesso della chiesa. Del complesso conventuale sono di notevole interesse i due chiostri. La chiesa è dotata al suo interno di ben sette altari: di notevole interesse artistico sono i paliotti d’altare in scagliola di Natale Bianchini (1653-1729). Il governo veneto nel 1770 soppresse il convento e i padri domenicani lasciarono Marostica. L’11 maggio 1771 l’ospedale di Marostica venne trasferito dal Convento di San Gottardo (in via Beato Lorenzino) nei locali del con-vento di S. Rocco.

    3 casa naTaLe di Bernardino Frescura (via Panica, 78)Edificata nel 1913, l’abitazione presenta una pregevole decorazione esterna ed interna in stile Liberty.Bernardino Frescura, nato a Marostica nel 1868 e morto a Padova l’11 agosto 1925, compì i suoi studi universitari a Padova e Firenze. Nel 1895 fu nominato docente di geografia nel Regio Istituto Tecni-co di Genova e tre anni dopo ebbe l’incarico d’insegnare Geografia Economica alla Scuola Superiore di Commercio. Ottenne, nel 1901, la libera docenza nella Regia Università di Genova, cui si aggiunse più tardi l’insegnamento di Geografia alla Bocconi di Milano, artico-lando la sua poliedrica attività di ricercatore in vari campi. In qualità di esperto di confini orientali italiani, al termine della Prima Guerra Mondiale è convocato dal Governo italiano per accompagnare la delegazione italiana alla conferenza di pace di Versailles, il 18 gennaio 1919. Suo compito era quello di illustrare il diritto dell’Italia a quelle terre che erano state promesse nel patto di Londra del 26 aprile 1915.

    4 chiesa deLLa madonna deLLe grazie (Roveredo Alto)Raggiunta la zona collinare di Roveredo Alto si può visitare la chiesa dedicata alla Madonna delle Grazie. Fu edificata nel 1836 dalla gente del luogo come ringraziamento alla Vergine per essere stati preser-vati dalla pestilenza che aveva imperversato nelle zone circostanti. Ogni anno viene celebrata la commemorazione nella terza domenica di ottobre. Fuori dal borgo di Roveredo Alto si trova anche la casa della famiglia Campagnolo, considerata la più antica di Marostica. Sorge a filo della strada che da Marostica sale a San Luca (deviando dal nostro percorso verso destra). La struttura muraria è caratteriz-zata da particolari costruttivi tipici del Medioevo, come le finestre ogivali del primo piano.

    5 chiesa di s. giovanni evangeLisTa e s. Luca (San Luca)Si sa di certo che fin dal 1297 esisteva a S. Luca una chiesa dipen-dente dalla Pieve di S. Maria. Il Vescovo Barozzi che la visitò la definì “umile e piccola”; ordinò allora che ne fosse costruita una nuova, che fu completata nel 1494. In quel tempo la popolazione di S. Luca era piuttosto scarsa e le condizione economiche misere. Negli anni suc-cessivi la chiesa fu retta da don Francesco Nichele, che la beneficiò con un lascito testamentario nel 1528. E’ presumibile che grazie al quel lascito sia stato possibile l’acquisto della tela La Deposizione dalla Croce, opera giovanile di Jacopo Dal Ponte (1538). Notevole anche la Via Crucis realizzata nel 1980 dall’artista marosticense Gigi Carron, costituita da quindici formelle in ceramica ricoperte da maio-lica dipinta.

    6 posTazione miLiTare deLLa prima guerra mondiaLe (Cima Monte Agù)Sulla cima del Monte Agù è ancora visibile una delle postazioni militari italiane della Prima Guerra Mondiale. Essa è co-stituita da una base di cemento sulla quale erano posizionati due cannoni da 75mm girevoli a 360°. Fra un cannone e l’altro vi è una piccola struttura, sempre in cemento, per custodire le munizioni. Il sito era parte della linea difensiva italiana predisposta per contrastare la minaccia dello sfondamento delle truppe austroungariche provenienti da Nord.

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