Bologna - Livorno 28/03/2015

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Programma della partita realizzato da 1000cuorirossoblu.it

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Di seguito l’elenco dei ventuno calciatori rossoblu convocati da mister Lopez per la gara #BFCLivorno, valevole per la 33a giornata del campionato di serie B, che si disputerà sabato 28 marzo alle 15 presso lo Stadio Dall’Ara.

Portieri: Coppola, Da Costa, Sarr.Difensori: Ceccarelli, Ferrari, Gastaldello, Maietta, Masina, Morleo, Oikonomou.Centrocampisti: Bessa, Buchel, Casarini, Matuzalem, Laribi, Perez, Zuculini.Attaccanti: Cacia, Improta, Troianiello, Sansone.

Questi invece i ventidue scelti da mister Panucci.

Portieri: Bastianoni, Cipriani, Mazzoni.Difensori: Lambrughi, Gemiti, Emerson, Empereur, Ceccherini, Gonnelli.Centrocampisti: Luci, Belingheri, Moscati, Jelenic, Djokovic, Rafati, Molinelli, Strasser, Appelt Pires.Attaccanti: Siligardi, Jefferson, Galabinov, Vantaggiato.

(Fabri)

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I dubbi di Lopez

Con quale formazione si presenterà oggi il Bologna nella sfida più importante, forse, della stagione? "Stadio" in edicola ipotizza addirittura un cambio di modulo, un 3-5-2 che

rappresenterebbe una rivoluzione, una risposta di Mister Lopez sia al modulo avversario che al problema di solidità che sembra affliggere la sua squadra: Da Costa tra i pali, difesa con Oikonomou centrale destro, Gastaldello in mezzo e Maietta centrale sinistro, centrocampo con Matuzalem in regia affiancato da Buchel e Casarini, a destra ballottaggio Zuculini-Ceccarelli e a sinistra Morleo favorito su Masina. In attacco andrebbero Sansone e Cacia.

Per quanto interessante, però, più probabile che alla fine Lopez andrà sull'usato sicuro e schiererà la squadra con il consueto 4-3-1-2: Da Costa tra i pali, difesa in linea con da destra Ceccarelli e poi Gastaldello, Maietta e uno tra Masina e Morleo che comunque appare in ripresa. Centrocampo con Matuzalem e Laribi rispettivamente vertici alto e basso del rombo, con in mezzo Zuculini e Casarini. Coppia offensiva, come di consueto, composta da Sansone e Cacia.

(4-3-1-2): Da Costa; Ceccarelli, Gastaldello, Maietta, Masina (Morleo); Matuzalem, Zuculini, Casarini; Laribi; Sansone, Cacia

(Simone Cola)

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Il Livorno di Panucci

L'esordio in panchina per l'ex calciatore giallorosso non è stato dei migliori, visto che gli amaranto nell'ultimo match all'Armando Picchi sono stati sconfitti 0-1 da un modestissimo Cittadella. Il periodo di forma non è dei migliori, lo testimonia il fatto che nelle ultime 5 partite sono solo 4 i punti conquistati. Il rendimento esterno è tutt'altro che buono, visti i 17 punti conquistati

lontano da casa in 16 partite. Panucci conferma il 3-4-3 ma ha in mente qualche cambiamento rispetto al match perso settimana scorsa: in porta confermato Mazzoni, la difesa a tre sarà orfana dello squalificato Bernardini, che verrà sostituito molto probabilmente da Gonnelli, con Ceccherini e Lambrughi che dovrebbero conservare il posto; a centrocampo non dovrebbero esserci molti dubbi, con Luci, Djokovic, Jelenic e il brasiliano Gabriel che dovrebbero formare il quartetto a supporto delle tre punte che saranno quasi sicuramente Vantaggiato, Jefferson e Luca Siligardi, al rientro. Proprio quest'ultimo rappresenta assieme a bomber Vantaggiato (12 reti per lui) la vera minaccia per la squadra di Lopez, con 9 gol e 8 assist all'attivo in 27 presenze, numeri impressionanti che confermano la bontà del ragazzo, che in questa stagione si sta esprimendo a livelli molto importanti.

(3-4-3): Mazzoni; Ceccherini, Lambrughi, Gonnelli; Luci, Gabriel, Djokovic, Jelenic; Vantaggiato, Silgardi, Jefferson.

(Davide De Stradis)

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Tutti gli “ex” della sfida di oggi

Sabato al Dall'Ara saranno cinque gli ex tra le due squadre. Quattro del Livorno e uno del Bologna. Nelle fila dei rossoblu c'è Mbaye che ha militato nel Livorno nel 2013/2014 e che, proprio con i toscani, ha siglato i primi goal in Serie A. Tra le fila degli amaranto, invece, c'è quel Djokovic che proprio in estate ha lasciato i rossoblu destinazione Livorno. Il croato con i rossoblu è sceso in campo soltanto una volta, nella sfida di Coppa Italia contro L'Aquila (ha giocato 17' in quella sfida), mentre in Toscana è diventato una pedina fondamentale nello scacchiere prima di Gautieri, poi di Gelain e ora di Panucci. Nella formazione di Panucci militano anche Galabinov, Vantaggiato e Siligardi. Il primo con il Bologna non scese mai in campo nel 2007/2008 e dopo i prestiti al Giulianova e alla Giacomense, approdò proprio al Livorno nel 2011. In quell'annata, però, Il bulgaro mise insieme solo tre presenze prima di essere girato ancora in prestito: 4 squadre in 3 anni prima del definitivo ritorno in Toscana quest'anno. Nell'unico anno del bulgaro a Bologna (anno del ritorno in A dei rossoblu) tra le fila dei felsinei c'era anche Danilevicius. Il lituano realizzò solo due reti, una delle quali, però, fu decisiva nella vittoria contro l'Albinoleffe. Poi, a Livorno, dove tornò per tre volte in carriera, fu uno dei giocatori più amati dalla tifoseria livornese. In quel Bologna del 2007/2008 c'era anche Di Gennaro che con il Livorno giocò nel 2010.

Per tornare a Galabinov, come lui, anche Vantaggiato non lasciò traccia nella sua esperienza rossoblu: giocò pochissimo e realizzò il suo unico goal in Coppa Italia contro il Crotone, nella sfida vinta 4-2. L'attaccante, invece, sta vivendo tutt'altra stagione a Livorno, una stagione da protagonista in cui ha già raggiunto la doppia cifra nella classifica cannonieri(12 goal in 24 presenze). Siligardi, invece, è un fedelissimo del Livorno; veste, infatti, la maglia amaranto dal 2011. Dopo essere arrivato in comproprietà dall'Inter, la società toscana ne rilevò l'intero cartellino nel giugno

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del 2012 e proprio in quella stagione fu premiato come miglior centrocampista della Serie B. Prima di approdare in Toscana, l'Inter lo girò in prestito proprio al Bologna e il giocatore, per ironia della sorte, esordì con i rossoblu proprio contro i nerazzurri il 30 Agosto.

Il giorno prima di quella gara, l'allora presidente Porcedda decise di esonerare Colomba, che l'anno prima aveva ottenuto la salvezza subentrando a campionato in corso a Papadopulo. Colomba allenò anche il Livorno, prima dell'esperienza in rossoblu, nel 2004/2005 ma venne esonerato da Spinelli dopo aver perso contro la Juventus per 4-2. Oltre che allenatore, del Bologna è stato anche giocatore: ha vestito la maglia rossoblu prima dal 1973 al 1975 e poi dal 1977 al 1983.

A proposito di Papadopulo: anche lui come Colomba, è stato sia allenatore che giocatore, ma del Livorno. Giocò con gli amaranto dal 1966 al 1969 e poi tornò, da allenatore, nel 1995/96. Papadopulo arrivò al Bologna nel 2009 per sostituire Sinisa Mihajlovic, a sua volta subentrato ad Arrigoni. In quel Bologna c'erano sia Marco Bernacci che Cèsar. L'attaccante con il Livorno giocò nel 2012 realizzando anche una rete decisiva per la salvezza degli amaranto contro il Grosseto, mentre a Bologna nel 2008/2009 mise insieme solo 13 presenze e un goal. Anche Cèsar, giocò poco al Bologna, collezionando solo 6 presenze. Arrivò sotto le due torri proprio dopo aver vestito la maglia amaranto nel 2007. Oltre a Bernacci e Cèsar, c'era anche Davide Marchini che arrivò l'ultimo giorno di mercato in rossoblu e l'anno dopo passò proprio al Livorno. Con gli amaranto in un Livorno-Napoli del 24 Gennaio 2010, Marchini andò anche in porta, visto che il portiere era stato appena espulso e la sua squadra aveva ormai esaurito i tre cambi.

Tornando agli ex attuali: tra i compagni di squadra di Vantaggiato, nell'esperienza al Bologna, c'era anche Belfodil, che arrivò in

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prestito dal Lione. Il Bologna dopo le 8 presenze senza goal decise di non riscattarlo e l'anno dopo lo acquistò il Parma. Anche a Livorno, Belfodil deluse le attese. Arrivò nel mercato invernale del 2014, in prestito dall'Inter (la società nerazzurra per averlo sborsò al Parma sei milioni più Cassano) ma non segnò neanche un goal. In quel Bologna, inoltre, c'era anche un giocatore non qualunque come Diamanti.

Quella fu una delle tre stagioni in rossoblu, per chi, prima di approdare in Cina, è stato anche capitano dei rossoblu. I tifosi, però, gli rimproverano proprio quell'addio, da molti visto come fuga mentre il Bologna sprofondava in classifica verso la serie B. Certo, ricordarlo solo per quell'addio sarebbe ingeneroso per un giocatore che ha collezionato 88 gare e 22 goal con il Bologna. Ha dipinto traiettorie pazzesche sui calci piazzati e il più delle volte fu decisivo. Trascinatore del Bologna in molte occasioni e leader della squadra allora allenata da Pioli, Diamanti giocò con il Livorno per due stagioni, dal 2007 al 2009. Nella prima, con gli amaranto in A, arrivò la retrocessione in Serie cadetta, ma Alino proprio con i toscani trovò il suo primo goal in massima serie con una punizione: la specialità della casa. L'anno dopo fu uno dei

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protagonisti del ritorno in A degli amaranto, nonostante un infortunio lo avesse tenuto fuori per tutto il mese di marzo. Nella finale playoff realizzò un goal e un assist sia nella gara d'andata che in quella di ritorno contro il Brescia. Compagno di squadra dell'ex capitano rossoblu sia al Livorno che al Bologna, è stato Nico Pulzetti. Con gli amaranto ha disputato una stagione in più di Diamanti, rimanendo fino al 2010, mentre con il Bologna ha giocato dal 2011 al 2013.

Anche Claudio Bellucci è un ex della sfida. Ha giocato con il Bologna dal 2001 al 2007 diventando anche capitano dei rossoblu, nel suo ultimo anno sotto le due torri. Per due volte fu il vice capocannoniere della serie cadetta. Un anno arrivò dietro solo a Del Piero nell'anno della Juventus in B. Nel 2010 approdò a Livorno e il suo esordio fu da urlo: assist per Lucarelli per il goal del pareggio a San Siro con il Milan. Con gli amaranto rimase una sola stagione prima di chiudere la carriera al Modena. Nel 2006/2007 con lui

in rossoblu giocò Fantini. Fu sfortunata la sua unica annata sotto le due torri e, a causa di un brutto infortunio, non riuscì ad esprimersi al meglio. A Livorno giocò nel 1998/99 quando i toscani erano in C1. Loviso, invece, fu compagno di Bellucci dal 2001 al 2006, prima di approdare al Livorno nel 2007 e rimanere con gli amaranto fino al 2009. Un'altra curiosità riguarda Loviso: negli anni a Livorno fu compagno proprio di Diamanti e anche lui, come Alino, fu decisivo per la promozione in A con 4 reti. Con Loviso, Diamanti e Nico Pulzetti, giocò a Livorno anche Fausto Rossini che proprio con i toscani realizzò il suo record di goal in B: 7. A Bologna invece, nel 2003/2004, realizzò un solo goal nella stessa partita in cui pochi minuti prima si era fatto autogoal.

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Nel 2006/2007 con i rossoblu militava anche Morosini. A lui, dopo la tragica scomparsa su un campo da gioco proprio quando vestiva la maglia amaranto, è stata dedicata una gradinata dell'Armando Picchi. Il Livorno ha, inoltre, ritirato la sua maglia

numero 25. Questa partita potrebbe essere un'occasione per celebrare il ricordo di Morosini che ha lasciato un ricordo splendido in entrambe le società.

Se torniamo più indietro nel tempo tra gli ex troviamo Marco Negri. Con il Bologna giocò prima nel 1993/94 quando i rossoblu erano in C1 e poi nel 2001/2002, prima di approdare proprio al Livorno. Con gli amaranto il suo esordio fu da incorniciare: vittoria per 4-2 contro il Cosenza e tripletta per lui, che alla fine realizzò 9 goal in 18 partite. Tra gli ex a cavallo degli anni '50 e '60 troviamo un giocatore che con il Bologna ha anche vinto lo scudetto nel 1963/64 e la Mitropa Cup nel 1961. Stiamo parlando di Antonio Renna che dopo aver giocato a Livorno approdò sotto le due torri nel 1959 e vi rimase fino al 1964. Renna, come Papadopulo, dopo esserne stato giocatore, allenò anche il Livorno nel 1989. Sempre tra gli anni '50 e '60 sulla panchina del Bologna arrivò Giuseppe Viani, per tutti Gipo. Allenò i rossoblu prima dal 1952 al 1956 e poi nel 1968, mentre del Livorno fu giocatore nel lontano 1938/39. Infine due tecnici storici: Edmund Crawford, che a Bologna introdusse il “Sistema”, e il mitico Hermann Felsner, che fece grande il Bologna e molti anni dopo passò anche da Livorno.

(Andrea Bonomo)

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...sul Livorno 1. Il Livorno nasce il 17 febbraio del 1915 dall'unione tra due realtà cittadine, lo SPES Livorno e la Fortus Juventesque. Come in tutte le città portuali, il foot-ball portato dai marinai inglesi ha subito avuto successo nella città toscana: dopo una pausa dovuta alla guerra, al suo primo campionato, gli amaranto conquistano la finalissima nazionale dopo aver sconfitto la Fortitudo Roma per 3 a 2. In finale devono però arrendersi con identico punteggio all'Inter, al termine però di una gara eroica che li vede giocare in 10 per via di un infortunio per quasi tutta la partita e rimontare in un tempo da 0 a 3 ad appunto 2 a 3.

2. Il trascinatore di quella squadra è il giovanissimo attaccante livornese Mario Magnozzi. Giocatore eccezionale, dotato di un fiuto del gol quasi magico, segnerà l'epoca del Livorno dei pionieri: per lui 281 gare e 171 reti con la maglia amaranto, mentre in Nazionale gioca 29 gare segnando 13 reti e conquistando la medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Amsterdam del 1928. Magnozzi è stato uno dei più grandi campioni dello sport livornese.

3. Un altro grandissimo è stato Armando Picchi, livornese cresciuto nel club locale prima di andare a Milano per essere il libero della "Grande Inter" di Helenio Herrera. Tornato in città per fare l'allenatore, si mise in mostra al punto che la prestigiosa Juventus gli offrì la panchina a neanche 35 anni. Purtroppo un

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brutto male si manifestò proprio in quel periodo e se lo portò via prematuramente. A Picchi è intitolato lo stadio cittadino.

4. Armando Picchi fu anche l'inventore della "gabbionata", una partita di calcetto con porte piccole e senza portiere che si svolge all'interno di una gabbia, quindi con il pallone sempre in movimento in quanto non esistono rimesse laterali o dal fondo. L'idea gli venne per evitare che le tante partitelle che si svolgevano sulla costa livornese terminassero perché la palla finiva in mare. Attualmente in città si gioca ancora spesso questa variante del calcetto.

5. La finalissima nazionale della stagione d'esordio è il miglior risultato di sempre del Livorno insieme al secondo posto ottenuto nella Serie A 1942-1943, quando un clamoroso Scudetto sfuggì per appena un punto a favore del Torino che si apprestava a cominciare il ciclo che lo avrebbe reso celebre come 'il Grande Torino'. Quella squadra, guidata in panchina da quell'Ivo Fiorentini che come osservatore per conto del Bologna aveva scoperto gli oriundi Francisco Fedullo e Raffaele Sansone, poteva vantare un ottimo tridente composto da Stua, Piana e il sardo Raccis, uno dei migliori attaccanti isolani di sempre.

6. Nel 1942 il Livorno è anche riuscito ad ottenere l'unica vittoria della sua storia al "Dall'Ara" di Bologna. I "carneadi rivelazione" espugnarono infatti il campo dei rossoblù per 2 a 1: i gol arrivarono da Raccis e Piana, e non bastò il gol della bandiera del Bologna segnato da Amedeo Biavati. In tutto gli amaranto toscani hanno giocato 19 volte al "Dall'Ara", e a tutt'oggi quella è l'unica vittoria.

7. Il Livorno vanta una delle più longeve collaborazioni a livello di sponsor nel calcio professionistico: dal 2003 infatti sulle maglie labroniche appare il marchio di Banca Carige.

8. La storica simpatia verso la sinistra della città è rappresentata anche dalla società di calcio e dai suoi simboli. Un episodio in particolare è entrato nell'immaginario storico dei tifosi italiani: nel

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1935 Giovanni Vincenzi, campione livornese che dalla Toscana si era trasferito al Napoli, strinse la mano al capitano dell'Ambrosiana-Inter Giuseppe Meazza anziché fare il saluto fascista doveroso all'epoca, e per questo fu ammonito.

9. Il giocatore più presente nella storia con la maglia del Livorno è il difensore locale Mauro Lessi: in maglia amaranto per lui 14 stagioni e ben 369 presenze condite da appena un gol. Lessi giocò solo 3 partite in Serie A, in una breve e sfortunata esperienza al Torino.

10. Il bomber dei bomber, escluso Magnozzi che fu "re del gol" ai tempi in cui non esisteva il girone unico, è Igor Protti: riminese, esploso giovane nel Livorno, dopo un exploit a Bari che gli valse il titolo di capocannoniere della A passò alla Lazio dove però non ebbe moltissimo spazio e non seppe imporsi. Quando nel 1999, a 32 anni, tornò al Livorno in C in molti pensarono che fosse venuto semplicemente a svernare. A suon di gol invece trascinò gli amaranto prima in B e poi in A, diventando bomber, capitano e bandiera. Al suo ritiro, giunto sulla soglia dei 38 anni, il Livorno decise di ritirare in suo onore la maglia numero 10 ma fu lo stesso Protti a declinare, ritenendo giusto che tale numero restasse a disposizione dei campioni di domani. L'unico numero ritirato dal Livorno risulta dunque il 25, indossato da Piermario Morosini, scomparso tragicamente il 14 aprile del 2012.

(Simone Cola)

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