Bollettino Salesiano - UNISAL

36
:Iffi17111 ;1 ,,Y 11l.`11i1?II ORGANO PERATOR SALESAMI: ANNO XC N .9 `66101966 2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Transcript of Bollettino Salesiano - UNISAL

Page 1: Bollettino Salesiano - UNISAL

:Iffi17111 ;1

,,Y 11l.`11i1?II

ORGANO PERATOR SALES AMI:ANNO XC • N . 9

`6610 1966

2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 2: Bollettino Salesiano - UNISAL

IN QUESTO NUMERO :

Maria, la Mamma della Chiesa

Il Papa al Testaccio

Anche noi siamo la Chiesa

Sono stato strumentodella carità italiana

Coloane, villaggio di fratelli

IN COPERTINA :

MACAO (Cina) • Bambine cinesi che preganoMaria, Madre e Ausiliatrice della Chiesa, peri milioni di fratelli della Chiesa d'oltre cortina

ROMA • Il Santo Padre nella sua visita alla Parrocchia di Santa Maria Liberatriceal Testaccio, è stato accolto dal Rettor Maggiore don Luigi Ricceri, che a più ripreseebbe occasione d'intrattenersi con Paolo VI . Nella foto don Ricceri presenta al Papai ragazzi dell'Oratorio

2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 3: Bollettino Salesiano - UNISAL

MARIALA MADREDELLACHIESAA Roma nel V secolo dopo Cristo morì un bam-

bino cristiano dal curioso nome di Mago . La la-pide che ricoprì il suo corpicino è pervenuta finoa noi, e si può vederla ora nel Museo Lateranense .Essa dice i sentimenti dei parenti in lutto :

« Mago, bimbo innocente, tu hai già cominciato avivere tra gli innocenti . Come è sicura ora la tua.vita! Quanta felicità per te che, appena uscito daquesto mondo, sei stato accolto dalla Madre dellaChiesa! Reprimiamo dunque i gemiti del nostrocuore, e asciughiamoci le lacrime dagli occhi ».

C'è tanto calore di poesia e di fede, in questafredda lastra tombale . Il piccolo fanciullo romano,perso dalla sua mamma terrena, è corso a rifugiarsisulle ginocchia della Mamma celeste . E sorprendeche quei lontani fedeli abbiano chiamato la Ma-donna col nome Mater Ecclesiae, Madre della Chiesa :lo stesso titolo cioè che Paolo VI nel ConcilioEcumenico Vaticano II ha conferito ufficialmentea Maria .

Il Papa, concludendo il 21 novembre 1964 laterza sessione del Concilio, tenne in San Pietrouna calda allocuzione, punteggiata dagli applausidei Padri conciliari e dei fedeli accorsi in grannumero. Tra l'altro il Papa disse : « A gloria dellaVergine, e a nostro conforto, Noi proclamiamo MariaSantissima "Madre della Chiesa", cioè Madre ditutto il popolo di Dio, tanto dei fedeli come dei pa-stori che la chiamano Madre amorosissima. E vo-gliamo che con questo soavissimo titolo la Verginesia d'ora innanzi sempre più onorata e invocata datutto il popolo cristiano » .

Questo titolo - Maria, Madre della Chiesa -non è peraltro un titolo nuovo. Fissato mille e cin-quecento anni fa sulla pietra tombale del piccoloMago, fu usato sovente dai cristiani. Lo attestanogli scritti dei teologi e i libri liturgici e di devo-zione. In un inno liturgico del 1200 si trova questastrofa: « O Vergine, Madre della Chiesa, Portadella gloria eterna, prega per tutti noi che a te fac-ciamo festa » . Nel 1300 era diffusa tra i fedeli que-sta preghiera : « 0 Avvocata nostra, Madre dellaChiesa, volgi verso la Chiesa tua figlia i tuoi occhipieni di misericordia e di splendore » . Gli studiosielencano decine di testimonianze simili a queste .Al bel titolo mariano mancava solo l'approvazioneufficiale della Chiesa, e ora il Papa gliel'ha rico-nosciuto .

UN SEGNO GRANDIOSOAPPARVE IN CIELO

La maternità di Maria nei confronti della Chiesarisulta dalla Bibbia (anche se non vi si trovanoriportati esplicitamente questi termini), e non solonel Nuovo Testamento ma in qualche modo anchenell'Antico Testamento, poichè è un fatto che siinscrive nel misterioso disegno di redenzione, na-scosto nella mente di Dio da tutti i tempi .

All'inizio della storia della salvezza, quando Diopromise all'umanità un Salvatore, disse pure alSerpente che aveva indotto i progenitori al pec-

i2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 4: Bollettino Salesiano - UNISAL

cato : « Io pongo inimicizia fra te e la Donna, e frail tuo seme e il seme di lei . Esso ti schiaccerà il capo,e tu insidierai il suo calcagno » .

Il seme della Donna: questa sua discendenza vaintesa solo in senso individuale, cioè limitata alsolo Salvatore, o non va piuttosto intesa in sensocollettivo, cioè comprendente tutti i membri delCorpo Mistico di Cristo, il regno stesso del Messia,la Chiesa intera?

San Giovanni nel capitolo XII della sua Apoca-lisse dà la risposta al problema : sono pochi ver-setti, ma preziosi, che la liturgia ha trascelto comeprima lettura nella Messa in onore di Maria Au-siliatrice . Il "veggente di Patmos" vi descrive unavisione drammatica da lui avuta, che rappresentaal vivo la lotta tra il Serpente e la Donna, e trale loro discendenze . Dice : « Un segno grandiosoapparve in cielo: una Donna. Il sole l'avvolgevacome di un manto, la luna era sotto i suoi piedi edodici stelle le coronavano il capo » . Ed ecco com-parire nella visione l'avversario della Donna : « Ap-parve un secondo segno in cielo : un enorme Dragonerossofuoco » che è « l'antico Serpente, il Demonio,cioè Satana, il seduttore del mondo intero » .San Giovanni dice ancora del Dragone : « La sua

coda trascinava via un terzo delle stelle del cielo, ele precipitò sulla terra » . In queste stelle precipi-tate i teologi concordemente vedono gli angeli ri-bellatisi a Dio: costituiscono la discendenza delSerpente . E Giovanni presenta anche la discen-denza della Donna : « La Donna mise al mondo unBimbo maschio, colui che deve governare tutte le na-zioni con uno scettro di ferro » .

Ecco quindi lo scontro preannunciato nell'An-tico Testamento : « Il Dragone si preparava a sbra-nare il Bimbo di lei », ma i suoi piani andarono avuoto perchè « il Figlio fu rapito fino a Dio e alsuo trono (parole che adombrano l'ascensione),mentre la Donna fuggì nel deserto dove Dio le avevapreparato un rifugio (è l'assunzione di Maria) » .

L'ULTIMO DISPERATOCOMBATTIMENTO

« Allora - prosegue San Giovanni - si acceseuna battaglia in cielo : Michele e i suoi angeli com-batterono il Dragone . Il Dragone attaccò, appoggiatodai suoi angeli ; ma essi ebbero la peggio e non ci fupiù posto per loro in cielo . L'enorme Dragone fuscaraventato sulla terra e i suoi angeli precipitati conlui . Allora - continua Giovanni - udii una vocepotente gridare nel cielo : "Ecco, ormai la vittoriala potenza e la regalità sono appannaggio del nostro

2

Dio, e l'impero è del suo Cristo . . . Siate dunque nellagioia voi, cieli e abitatori dei cieli!" » .

La battaglia però era tutt'altro che finita . Sem-plicemente si è spostata dal cielo alla terra . « Guaia voi - ammonisce San Giovanni - guai a voi,terra e mare, perchè il Demonio è sceso su voi fre-mente di collera e consapevole di avere i giorni con-tati » . Dopo aver tentato inutilmente di insidiarela Donna, l'antico Serpente ingaggiò un ultimodisperato combattimento, che dura ancor oggi, edel quale gli uomini sono spettatori e partecipi .Allora - conclude San Giovanni - il Dragone,«furioso di rabbia contro la Donna, andò a muovereguerra contro i rimanenti figli della Donna, controcoloro che obbediscono agli ordini di Dio e rendonotestimonianza a Gesù » .

Queste parole chiudono la vigorosa visione del"veggente di Patmos" . Giovanni, è bene notare,non indica come discendenza della Donna solo« il Bimbo destinato a governare tutte le nazioni conscettro di ferro », ma parla anche dei « rimanentifigli della Donna », di « coloro che ubbidiscono agliordini di Dio e testimoniano a Gesù » . La Donnaè dunque partecipe di una misteriosa e ricchissimamaternità : è anzitutto madre di Gesù Cristo, maè pure madre spirituale dei seguaci di Gesù Cristo .La discendenza di Maria va perciò intesa non insenso individuale, ma in senso collettivo . Giusta-mente i fedeli lungo i secoli hanno chiamato MariaMadre della Chiesa ; e a pieno diritto il Papa ha con-fermato la legittimità di questo titolo .

LA MAMMA PER I SUOI FIGLI

Quale mamma terrena non aiuterebbe i suoi figli?A maggior ragione lo fa la Madonna, che tra lemamme è la più buona e la più potente .Da buona mamma, cominciò per tempo a darsi

da fare . A Cana influì sul primo miracolo di Gesù,il miracolo che destò nei discepoli la scintilla dellafede. Sul Calvario, dove Gesù a prezzo del suosangue pagò il riscatto degli uomini, Maria si as-sociò a lui, col suo dolore e con la sua obbedienza,nella loro liberazione dal peccato . Il giorno di Pen-tecoste, quando Gesù vivificò la sua Chiesa col sof-fio del suo Spirito, Maria era presente nel cenacolocon la sua intercessione efficace . Agli albori dellasua vita la Chiesa godette della materna assistenzadi Maria, sempre presente nella prima comunitàcristiana, tutta intenta a seguirla nei suoi primipassi, come già aveva seguito Gesù bambino . Ora,dopo la sua assunzione in cielo, Maria esercita lasua maternità sulla Chiesa con la sua mediazione

2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 5: Bollettino Salesiano - UNISAL

e col suo aiuto . Perchè è Madre della Chiesa, si faAiuto dei Cristiani .

Il nuovo titolo mariano certamente sarebbe pia-ciuto molto a Don Bosco, il quale vide sempre laMadonna inscindibilmente legata alla Chiesa . Ilquadro dell'Ausiliatrice, concepito da Don Bosco,presenta la Madonna in mezzo agli Apostoli soloperchè il pittore non riuscì a raccogliere l'immensavisione di cui gli parlava il Santo . Don Bosco inrealtà avrebbe voluto presentare la Madonna inmezzo a tutta la Chiesa come Madre e Regina .

PERCHÈ DURANTE IL CONCILIO

Perchè il Papa ha voluto attribuirglielo propriodurante il Concilio? Ci fu qualcuno che in queigiorni se ne stupì e non nascose un certo malcon-tento. La dottrina della Chiesa sulla Madonna, sisa, è uno dei punti di divisione fra i cattolici e iprotestanti . « Per un errato concetto di ecume-nismo = ha notato al riguardo il cardinal Siri inun discorso - alcuni incautamente hanno credutoche fosse utile attenuare nella Chiesa l'espressionedel culto alla Madonna. Ma non sappiamo - hareplicato il Cardinale - che proprio i protestantistanno cercando una Madre? Verranno alla Chiesaperchè la Chiesa ha una Madre, Maria Santissima .Il richiamo a Maria, Madre della Chiesa, varrà dun-que ad avvicinare a noi i protestanti » .

Il Cardinal Siri portò anche un altro motivo,dicendo che la Chiesa mai come in questi tempiha avuto bisogno della protezione della Madonna .Troppi pericoli minacciano ora l'umanità. « Nelmondo di oggi - ha osservato cori arguzia - ipazzi ci sono, anzi sono cresciuti! Crescendo i pazzi,cresce anche la possibilità che la pace del mondosia insidiata. Ecco perchè la Chiesa si è sentitacome un fanciullino : ha sentito il vento farsi piùimpetuoso contro di lei . Allora ha steso la manoe ha detto alla Vergine : "Mamma, tu hai portatGesù, l'hai nutrito, l'hai salvato, l'hai accompagnatnella sofferenza e ti sei ritirata nell'ora del trionfoSei ricomparsa nell'ora del dolore e sei andata incontro al tuo Figlio sulla via della croce. AlloraMamma, ricordati di essere Mamma anche penoi" » .

Preghiera semplice e filiale, che corrisponde appieno alle intenzioni di Papa Paolo, che proclamando Maria Madre della Chiesa disse : « In talmodo intendiamo affidare alle cure della celeste :LIdre l'intera famiglia umana, con i suoi problemii suoi affanni, con le sue legittime aspirazioni esue ardenti speranze» .

r

ee

24 maggioPesti diHA R IA

A USILIA TRICE

La data, prima che sul calen-dario, è impressa nel cuore degliinnumerevoli devoti di Maria Au-siliatrice sparsi in ogni parte delmondo. A tutti presentiamo lainvocazione di Don Bosco a MariaAusiliatrice, che sembra com-posta oggi per Maria "Madredella Chiesa" :0 Maria. Vergine potente: Tu

grande e illustre presidio dellaChiesa: Tu, aiuto meraviglioso deiCristiani: Tu, terribile come eser-cito schierato a battaglia: Tu, sola,hai distrutto ogni eresia in tutto ilmondo: Tu. nelle angustie, nellelotte, nelle strettezze difendici dalnemico, e nell'ora della morte ac-cogli l'anima nostra in Paradiso .

2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 6: Bollettino Salesiano - UNISAL

SE LA SONO MERITATALA VISITA DEL PAPALa prima visita del Papa alla parrocchia del Testaccio ricompensa i salesianidei tanto lavoro svolto tra una popolazione che minacciava di cadere predadi anticlericali e sovversivi

Mai un Papa aveva visitato,prima, il Testaccio di Roma .Paolo VI vi giunse il 20 marzoscorso, tra un festoso sventolìodi bandiere bianche e gialle . Adagitarle e a gridare di gioia eranoi bambini e le bambine degli ora-tori del Testaccio .

Era la domenica quarta diQuaresima e il Papa, che è Ve-scovo di Roma, compiva una delleormai consuete e pur tanto attesevisite alle sue parrocchie.

Fu ricevuto dal Rettor Mag-giore alle 16,3o nel cortile del-l'oratorio salesiano, ascoltò il di-

scorsetto di un bimbo di sei anni,trepidò per lui vedendo che in-cespicava e perdeva il filo, locoperse sotto il manto per conso-larlo, ricevette dalle sue mani leofferte "per la fame del mondo"che i bambini avevano racimo-lato, ascoltò ancora il discorso diuna bambina e gradì infine unmazzo di fiori . A questo puntol'entusiasmo dei piccoli Testaccinidiventò straripante e le autoritàfaticarono non poco a riottenereil silenzio. Paolo VI esortò i suoipiccoli tifosi a voler sempre benealla parrocchia e a darsi da fare

4

Il parroco del Testaccio, don Arturo Monterumicipresenta a Paolo VI il dono simbolico

degli operai del vicino mattatoio : un candido agnellino

Il Papa - 'papà' : 1i momenti più belli di Paolo VI

tra i 'Testaccini'

per crescere buoni cristiani ; re-citò con loro un'Ave, salutò quellidelle prime file e, mentre si le-vava un volo di colombe, si avviòprocessionalmente alla chiesa percelebrare la Messa.Don Carlo Torello, l'ottuage-

nario salesiano reduce dai tempieroici del Testaccio, in quell'oc-casione commentò : « Il Testacciose l'è meritata, la visita delPapa ». E chi sa come andaronole cose allora, non può che essered'accordo con lui .

La « Cina » di Roma

Com'era, allora, il Testaccio ?Pio XI ne lasciò un ricordo cherisale ai tempi dei suoi studi, aglianni 1879-86 : « Vi era qualchecatapecchia, simulacri di case, epoi . . . il deserto » .

La teppa di Roma ne avevafatto il suo covo . Poveracci senzatetto nè pane scansavano la cittàe si rifugiavano in quelle depres-sioni della banlieue per sottrarsialla vigilanza e per architettarein tranquillità le loro impresepoco pulite . Ad essi man manosi aggiunsero elementi di ogniestrazione e provenienza, privi ditradizioni comuni e difficili daamalgamare . Mancava la chiesa,mancavano troppe infrastrutturesociali. Il Testaccio era un campospianato e arato, pronto a rice-vere il seme dell'anticlericalismo .E il seme cadde abbondante .

2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 7: Bollettino Salesiano - UNISAL

2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 8: Bollettino Salesiano - UNISAL

I circoli anarchici allignarono eprosperarono in barba alle leggi,e sopravvissero anche al fascismo .Don Torello ricorda queste bat-tute, scambiate con un capocciaanarchico.- Quanti siete?- Siamo 655, - dichiarò il

capoccia con un certo orgoglio.- E non avete paura ?Il capoccia strizzò l'occhio :- Siamo tutti armati .Le organizzazioni dette "re-

pubblicane" non erano meno ag-guerrite nè meno anticlericali .Un sacerdote che si avventu-rasse per le vie dal 'I estacciodoveva guardarsi dalle sassatedella marmaglia o per lo menodalle colorite ingiurie di cui èricco il gergo romano. Nel borgosi predicava e si praticava il sa-crilegio, si parodiavano i riti, sibattezzava col vino . La storìaminore di Roma racconta dipeggio, ma son cose ora difficilia credersi e penose da ricordare .A buon conto un cardinale, ilVives, definì il Testaccio "laCina di Roma" .

Con una manovra da cata-combe il cristianesimo penetrònel quartiere : la prima Messa,nel 1887, fu celebrata nella bot-tega di un calzolaio trasformatain cappella . Poi una comunitàdi suore ebbe il fegato di ac-camparvisi, e nel 1889 offrì lacappella del suo istituto comechiesa parrocchiale provvisoria alprimo parroco del Testaccio . Par-roco che per anni ritenne pru-dente abitare in un altro borgo .Le suore aprirono un oratorioper le ragazze ; qualcosa di si-mile mise su un laico per i ra-gazzi ; spuntò una scuola elemen-tare pontificia, e perfino una Con-ferenza di San Vincenzo. Unatesta di ponte era stabilita, ma labattaglia era ancora tutta da in-gaggiare .

Per colpa di un sasso

I salesiani si stabilirono al Te-staccio per colpa di un sasso .Nell'ottobre del 1900 un monsi-gnore del Vicariato aveva abbor-dato don Cerruti, membro delCapitolo superiore salesiano dipassaggio a Roma, e lo aveva con-

6

vinto a fare una passeggiata incarrozza fino al Testaccio . Trin-cerati dietro le discrete tendinedella carrozza, i due ecclesiasticiavevano percorso le vie del peri-coloso borgo inosservati e senzaincidenti . Al ritorno, salendo incarrozza, erano stati scorti dallamarmaglia e un loro proiettile, ilsasso appunto, scagliato con raf-finata perizia, aveva attraversatoprima uno sportello e poi anchel'altro mandando in frantumi i duevetri. Monsignore aveva commen-tato- Vede, don Cerruti, se c'è

bisogno che i salesiani vengano astare qui?- Sì, monsignore - aveva ri-

sposto don Cerruti . -- Ce n'èproprio bisogno. Li manderemo .

Già da due anni alcuni sale-siani residenti al Sacro Cuoreogni giorno venivano al Testaccioa far lezione nella scuola ele-mentare pontificia . Nel 1901 sistabilirono definitivamente in uncaseggiato d'affitto, vi trasferironola scuola e aprirono l'oratorio .Subito accanto a loro si aprì unricreatorio foraggiato dagli anti-clericali, e si accese la lotta . Vola-rono titolacci, sassate, bastonate equalche colpo di rivoltella .

Per nulla intimoriti, i salesianinel 1903 aprirono una scuola se-rale e pensarono a costruire lachiesa parrocchiale, Santa MariaLiberatrice, che ora ospita di-pinti appartenuti alla più anticachiesa romana dedicata alla Ma-donna.

Naturalmente mancavano i soldiper costruire, ma i Cooperatorisu invito del Bollettino Salesianovennero incontro generosamente.I muratori, quasi tutti anticleri-cali del posto, scioperavano vo-lentieri per tirare il più possibilein lungo, e affermavano : « Orafabbrichiamo la chiesa, ma poi ungiorno la butteremo giù » . Fu inau-gurata nel 19o8, e per la primavolta un Papa, il 20 marzo scorso,vi ha celebrato la Messa .

Don Torello, il superstite deitempi eroici, ricorda che due sale-siani furono bastonati . Ricordaanche le sue peripezie per inse-gnare il catechismo . Allora nellescuole statali la religione era in-segnata solo dietro richiesta deigenitori, e don Torello, incari-cato del catechismo in una scuola

non molto lontana, doveva recar-visi scortato dalle guardie fin sulportone. Il primo giorno trovòdodici sparuti ragazzini in unaaula enorme ; poi man mano glialunni aumentarono, riempironol'aula, non ci stavano più, eranooltre il centinaio. Un giorno,spinti dall'estro festoso che è undono dell'infanzia, tutti insiemeaccompagnarono don Torello acasa. In piazza alcune operaievedendo il prete lo insultarono .I fanciulli non ci videro più eraccolsero sassi per tirarli alledonne. Don Torello riuscì a fer-marli, poi si rivolse alle operaie :« Che vi ho fatto di male? Guar-dateli : sono i vostri figli . Li istrui-sco, li faccio giocare . Perchè miinsultate ? »

Chi avrà più filofarà più tela

Il primo parroco salesiano delTestaccio si sentì un giorno apo-strofare da un mangiapreti locale :- Perchè siete venuti qui, voi

salesiani ?- Perchè ci sono i giovani .- Ci siamo già noi per i gio-

vani .- Ma sono giovani cattolici .

Macchè cattolici! Sono no-stri . Toglietevelo pure dalla testa,non vincerete.

- - Vedremo - gli rispose ilparroco . -- Chi avrà più filo faràpiù tela .

Erano gli inizi del 1909 . Perlunghi anni, fino alla prima guerramondiale, la parrocchia ebbe vitatribolata . Specie sugli inizi i fe-deli erano pochi e timidi . Il primomese mariano della parrocchia fudisertato. Pochi ragazzini, trentadonne, tutto lì . Alla processionefinale molti ragazzi e quasi nessunadulto. La processione uscì dalcortile e fu bersagliata con i sassi .« I padri - narra la cronaca -tiravano sassi contro i figli » .

Nel maggio seguente, 1910, fupeggio. Erano ancora di scena i"repubblicani". Schierati davantialla chiesa, insultavano e mole-stavano i ragazzi, venivano a bottecon i giovanotti del circolo, di-sturbavano la predica del parroco .

2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 9: Bollettino Salesiano - UNISAL

Quando la statua della Madonnauscì sul sagrato, successe il fini-mondo : urla, imprecazioni e be-stemmie. I fedeli, ora numerosi edecisi, gridavano "Viva Maria",e gli altri rispondevano : "VivaGiordano Bruno" . I due cori sidavano sulla voce e cercavano disopraffarsi . Don Torello colsesulle labbra di una popolana que-sta preghiera che non è riportatain nessun libro di devozione ma-riana : « O Maria, santa Mariabella, ce l'hanno con te, ce l'hanno .Falli morì ammazzati, quei ma-scalzoni ! ». Tra giaculatorie e im-precazioni non tutte riferibili (nep-pure le giaculatorie), la proces-sione andava a rilento quando ilfrastuono fu tagliato da alcunisecchi squilli di tromba : giunge-vano le guardie con un commis-sario. La marmaglia ripiegò indisordine . I fedeli terminarono laprocessione, presero parte a unapiccola accademia e tornarono acasa alla chetichella . Non tuttiperò ci arrivarono sani : più diuno fu picchiato per la strada .

Non molto dopo gli anarchicidel Lazio, convocati e arringatida un muratore che aveva lavo-rato alla costruzione della chiesa,compirono una "marcia sul Te-staccio" . La gente, odorata l'ariainfida, aveva sprangato porte efinestre. I mangiapreti sfilaronoal rullo dei tamburi, ben inqua-drati, preceduti da ragazzi in di-visa di bersaglieri, sventolandoun'ottantina di bandiere . Giun-gendo davanti alla chiesa capovol-gevano le bandiere in segno discherno .

Altra bravata la compirono aidanni di una povera croce di le-gno issata sul Monte Testaccio .Il Testaccio (è bene ricordarlo)è un monte, o almeno lo era nel-l'estimazione degli antichi ro-mani che lo costruirono ammuc-chiando durante i secoli i coccidelle loro anfore rotte, e lo chia-marono appunto Mons Testaceus,cioè Monte di Cocci. In cimac'era una croce di legno, e i"repubblicani" l'abbatterono . Sulposto lasciarono uno straccio rossocon la scritta : "Per vendetta" .I fedeli del Testaccio fecero unasottoscrizione, acquistarono unasolida croce di ferro battuto e laissarono su un solido basamentodi calcestruzzo nel punto esatto

dove sorgeva la prima . È an-cora là .

La grande guerra mondiale gettòmolta acqua sulla piccola guerradel Testaccio ; ma ritornata lapace, tornarono anche le intem-peranze dei sovversivi . Nel 1920,alla vicina parrocchia di San Sabauna processione correva il ri-schio di andare a monte perchènessuno osava portare la statua .Se ne incaricarono i giovani del-l'oratorio del Testaccio . Al ri-torno furono aggrediti e picchiati .Don Torello ricorda che medicòundici teste sanguinanti e accom-pagnò all'ospedale quattordici ra-gazzi .

Poi la masnada sovversiva sidisperse. Sopravvenne il venten-nio e i fascisti furono molto più

Dove un giornosi lanciavano sassi contro i preti',oggi si porta in trionfo Cristoe il suo Vicario

gentili : si accontentarono di strap-pare i distintivi dell'Azione Catto-lica dai giubbotti dei ragazzi .I salesiani avevano avuto più

filo e hanno fatto la tela .

I soldi segreti del Papa

Oggi la parrocchia del Testac-cio conta diciottomila fedeli e sidistingue tra le più attive dellacittà . La vita religiosa permea elievita la vita comunitaria . Lapietà eucaristica è intensa : nel1965 si sono distribuite 215 .000comunioni, quasi seicento al gior-no. A far l'elenco delle opere re-ligiose che vi sorgono, delle asso-

72015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 10: Bollettino Salesiano - UNISAL

ciazioni sempre in fermento edelle iniziative suscitate a gettocontinuo, si andrebbe per lelunghe .

San Pio X nel i9o8 aveva giàin qualche modo previsto e pro-fetato questa primavera dello spi-rito. Ricevendo Don Rua in oc-casione della consacrazione dellachiesa, aveva detto : «Sarete com-battuti dai vostri nemici, ma nonvi scoraggiate . Estote fortes in bello[siate forti nella battaglia] ; sepersevererete - come ne sono certoe come appare dall'azione spiegatafin qui dai miei cari figli di DonBosco - i frutti che a voi ne ver-ranno saranno copiosi e remune-rativi. Qui sulla terra vedretenumerose persone accorrere allacasa di Dio e frutti copiosi avreteanche in cielo perchè Dio sapràricompensare a usura la vostraopera » .

E Pio X non si limitò alle pa-role. Nel i9io i salesiani facevanoscuola ancora nella casa d'affitto,con tutti i disagi che si hannoin casa altrui . Avevano prepa-rato i progetti di una nuova co-struzione, ma al solito non ave-vano i soldi, i5o .oo0 lire, per rea-lizzarla . Pio X ricevette in udienzail salesiano don Conelli .- Ho bisogno di un servizio

da voi - gli disse .- Comandi, Santo Padre .- Il Testaccio non ha ancora

scuole sue .- È vero, Santo Padre .Don Conelli e il Papa studiarono

la situazione. Alla fine Pio Xconcluse :- Dunque, sentite : voi fatemi

le scuole come credete meglio, eio metto a vostra disposizione lei5o.oo0 lire . Di voi mi fido ; soche non mi darete fastidi . - Poiaggiunse con vivacità : - Però auna condizione.- Quale, Santo Padre? - do-

mandò don Conelli .- Che nessuno, assolutamente

nessuno, sappia che io vi do idenari. Dunque cominciate su-bito .

I salesiani del Testaccio non selo, fecero dire due volte e l'annodopo inaugurarono la nuova scuola,costruita con i soldi segreti delPapa .

8

La casadove si stava meglio

Alla conquista del Testacciocontribuì non poco un suo par-roco che il Papa troppo prestorubò alla parrocchia per farlovescovo e che ora è avviato aglialtari, il servo di Dio Luigi Oli-vares. Gli anziani del Testaccioricordano che un giorno nel 1914fu preso a schiaffi sulla pubblicavia perchè aveva tentato di sepa-rare due ragazzi che si picchia-vano. Ricordano che fu lui a col-locare la nuova croce di ferro sulTestaccio. E dicono con convin-zione : era un santo. Don Torelloa sua volta ricorda questa bat-tuta, scambiata col solito capocciaanarchico. Gli aveva domandato-- Perchè voi odiate i preti ?Gli rispose l'anarchico :- Vede, se tutti i preti fos-

sero come don Olivares, mi fareiprete anch'io.

Alcune anziane signore del quar-tiere conservano nel loro librettodi preghiere un altro caro ricordo :un'immaginetta che ricevettero nel1934, al termine degli EserciziSpirituali in preparazione allaPasqua. Aveva predicato in SantaMaria Liberatrice un giovane Mon-signore della Segreteria di Statoche si chiamava Giovanni BattistaMontini. Il futuro Papa avevafatto stampare l'immaginetta asue spese, e sul verso aveva det-tato i "ricordi" in forma di acro-stico, ricavandoli dalla parolaImmacolata. Eccoli :

Imitate il candore di MariaMantenete fede ai vostri propositiMeditate le sue virtùAmate la comunione frequenteCustodite il vostro cuoreOffritelo a GesùLasciatevi guidare da LuiArmatevi di pazienzaTacete con gli uominiApritevi con Dio .

A poco a poco non solo i buonima anche i tiepidi erano diventatifervorosi e perfino parecchi anti-clericali arrabbiati avevano fattopace con Dio . Un caldo spiritodi famiglia animava il gruppettodi salesiani dei tempi eroici, eprovocava quel disgelo spirituale.

Molti ragazzi del quartiere ave-vano lasciato la famiglia per farsisalesiani . Oggi se si domandaloro il perchè, rispondono : «Cisiamo fatti salesiani perchè ab-biamo visto voi» . Il superstitedon Torello che ricorda gli in-sulti, le sassaiole, le bastonate ei colpi di rivoltella, confessa per-suaso : « Credo che la casa delTestaccio fosse la casa dove sistava meglio di tutte » .

« Un quartiere bello,eletto, buono »

Il 20 marzo scorso Paolo VI,entrato solennemente nella chiesa,che i muratori anticlericali tira-rono su e si dimenticarono dibuttare giù, recitò con i fedeli lepromesse battesimali . La genterimasta fuori (non stavano tuttiin chiesa) non gridava più comeuna volta : "Viva Giordano Bru-no!" ma ripeteva con fede :"Credo, prometto, rinunzio" .Poi il Papa celebrò la Messa

in italiano, ricevette dal Parrocol'offerta di un milione per la famenel mondo e dagli operai del vi-cino mattatoio il dono di unagnello . Ricambiò con un'offertaper i poveri, e col dono alla par-rocchia della pianeta e del caliceda lui usati .

Aveva detto nell'omelia : « Te-staccio, nome che un tempo incu-teva un po' di diffidenza e paura,è diventato un quartiere bello,eletto, buono, pieno di tante energiespirituali » .

Intanto circolava già tra lagente una poesia in romanesco,"Er Papa a Testaccio" .

S'incammina verso la parrocchia,E pe' le strade vedeLa gente che saluta e s'inginocchiaDe qua e de là su tutto er marcia-

piede. . .Poi co' le braccia aperte sur quartiereRaccoje le miserie della genteNa lacrima, na pena, n' dispiacere .Ogn'anima innocenteVestita di candorePe' offrilli sull'altare der Signore .

Anche per questo estroso omag-gio popolare il Testaccio meritavala visita del Papa.

2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 11: Bollettino Salesiano - UNISAL

a

NCHE N01SIAMOLA CHIESA

In passato si poteva trovare una mentalità checollocava il laico fuori della Chiesa, in posizionequasi estranea e passiva, talora ostile, il cui atteg-giamento esplicito o inespresso, ma di fondo e pra-tico, si condensava nell'equazione : Chiesa = preti .

Come nel campo civile, parlando dello Stato, sipensava all'autorità, così nel campo ecclesiastico,parlando della Chiesa ci si riferiva ai "sacri mi-nistri", senza vera coscienza di essere direttamenteparti in causa nella Chiesa . Nell'ipotesi migliore illaico - almeno in questi ultimi secoli della storiadella Chiesa - si sentiva un membro della Chiesain termini minimi, quasi con un diritto secondariodi cittadinanza .

Per reagire a tale mentalità i predicatori pote-vano raccontare con una certa efficacia l'episodiodel cinesino che, in procinto di andare a servirMessa, si sente dire dalla madre che durante lanotte i rivoluzionari hanno distrutto la chiesa, lamissione e portato via il missionario . Per nullaturbato il ragazzo, si direbbe con intuizione teolo-gica, risponde : « Mamma, allora adesso la Chiccasiamo noi! ».

Sul piano degli studi è stata elaborata gradual-mente tutta una teologia del laicato ; ricordiamo

2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 12: Bollettino Salesiano - UNISAL

che qualche anno fa Igino Giordani aveva intito-lato un suo volumetto : Noi, la Chiesa! Inoltre c'eral'azione apostolica del laicato che preludeva aitempi nuovi .

Questo consolante movimento ha ricevuto so-lenne riconoscimento dai Documenti conciliare . Chianche frettolosamente scorra la Costituzione sullaChiesa, il Decreto sull'apostolato dei laici e la Co-stituzione pastorale della Chiesa nel mondo con-temporaneo, non può non avvertire l'immenso pro-gresso fatto dalla teologia del laicato e il beneficosoffio pentecostale che fa apparire un superatoanacronismo la mentalità che abbiamo descritta .

Giustamente è stato detto che, come il Conciliodi Trento è stato il concilio del Clero, che ne èuscito rinnovato, così il Vaticano Il passerà allastoria come concilio del laicato cattolico, perchèin esso questi ha trovato la sua magna charta, la suaprecisa identificazione quanto all'essere e quantoall'agire .

UN CAMBIO DI PROSPETTIVA

Secondo gli schemi tradizionali, il discorso sullaChiesa avrebbe dovuto incominciare (la una chiaradefinizione della Chiesa come società visibile, poisi sarebbe trattato del Papa, dei Vescovi, del cleroreligioso e secolare e finalmente dei laici .

Invece - ecco il cambio di prospettiva - primadi parlare delle differenze gerarchiche, il mirabileDocumento conciliare Lumen Gentium, attacca ildiscorso dall'unità fondamentale del Popolo di Dio,di cui tutti facciamo parte: unità s'intende nonmonocolore e indifferenziata, ma organica, cometutto ciò che è vivo, e quindi con delle specifica-zioni e varietà nei compiti e nelle funzioni dei mem-bri. Ma l'unità è presupposta come il fondo da cuiogni distinzione emerge e in cui finisce coll'esserein definitiva riassorbita : unità del popolo di Dioche è sacramento dell'unità stessa di Cristo .

Ed eccoci a un altro mirabile cambiamene o diprospettiva su tutta la Chiesa: questa non vienepiù presentata esclusivamente o prevalentementecome società, mna come un mistero, un sacramento,ossia come un concreto visibile che ci rinvia ad unconcreto invisibile, significato e realizzato : comunitàdi salvezza in cui i credenti si incontrano con Cri-sto, vivo e risorto, nello Spirito Santo, animatoredell'intero organismo .

Il laico quindi prima di essere presentato nega-

10

tivamente (e antipaticamente) come uno chenon è nè sacerdote nè religioso, viene positiva-mente qualificato dal Documento conciliare comeun membro a pieno diritto, senza menomazioni oriduzioni, del Popolo di Dio, di questa comunitàdi salvezza che, come segno levato tra i popoli,compie il suo pellegrinaggio, realizzando ora nel-l'ombra della fede, poi nel meriggio della Gloria,quello che l'antico popolo scelto da Dio, avevaprofeticamente preannunciato .

LA CARTA D'IDENTITÀDEL LAICO NELLA CHIESA

« Col nome di laici s'intendono tutti i fedeli . . .che dopo essere stati incorporati a Cristo nel Bat-tesimo e costituiti Popolo di Dio e nella loro mi-sura resi partecipi dell'ufficio sacerdotale profeticoe regale del Cristo, per la loro parte compiononella Chiesa e nel mondo la missione propria ditutto il popolo cristiano » .

Nel breve giro di queste frasi, estremamentericche e aperte a ulteriori sviluppi la ,Costituzioneconciliare ci rivela il profilo genuino del laicocattolico e le traiettorie della sua specifica attività,che mentalità ed eventi del passato avevano con-tribuito a oscurare .

Iniziamo a metterle in luce con il grato e fervidostupore che avrebbe oggi pervaso l'animo di DonBosco, il quale soprattutto istituendo i Cooperatorisalesiani, allora non pienamente capiti, preparò epreannunciò in qualche modo questo giorno pri-maverile dello Spirito, che egli vide « da lontanoesultando » .

Il laico è incorporato a Cristo

Attraverso il Battesimo -- porta d'ingresso nellaFamiglia o Popolo di Dio - l'uomo viene incor-porato, innestato vitalmente in Cristo : ne assumel'immagine sì da essere riconosciuto dal Padrecome figlio .

Sotto questo profilo dell'incorporazione a Cristoe della divina figliolanza nella Chiesa siamo tuttieguali : varia solo il grado e la misura della Graziae della corrispondenza personale . Essere figli : eccola condizione prerequisita ad ogni altro discorsosu differenze di compiti e funzioni nella Chiesa .

w

c

2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 13: Bollettino Salesiano - UNISAL

Il laico è sacerdote

Dal fatto che il laico è membro vivo di Cristone deriva come logica conseguenza che egli parte-cipa alle stesse doti e prerogative di Gesù Cristo .Ora, dopo lunghe discussioni sulla terminologia dausare e molta perplessità sulle possibili interpre-tazioni, il Concilio ha coraggiosamente ripreso einculcato la dottrina tradizionale : ogni battezzatoè partecipe del sacerdozio di Cristo . Oltre il sacer-dozio gerarchico, che dà il potere peculiare di agire,consacrare, assolvere, santificare, insegnare comestrumenti di Cristo, esiste un sacerdozio comune,espresso nei testi rivelati e dai santi Padri, e dicui ogni fedele è insignito in forza del Battesimo .

Tutto il Popolo di Dio è un popolo sacerdotale,abilitato al culto di Dio : anche il "laico", quindi,come dice l'etimologia stessa della parola, strana-mente sfigurata dal "laicismo", viene ad avere dalBattesimo un carattere sacro, che lo rende idoneoa offrire a Dio un culto sacrificale .

In quanto sacerdote, il laico può e deve offrirea Dio ostie e sacrifici spirituali, ossia :

l'ossequio della mente nell'atto di fede ;

la sudditanza della volontà nella fedeltà alla leggedi Cristo ;

il proprio corpo, come "ostia a Dio gradita";

• la partecipazione personale ai sacramenti e inparticolare al culto eucaristico, cui tutti i Sa-cramenti sono finalizzati ;

la sua attività "secolare", "profana", familiare,professionale, civica ;

le sue "elemosine", la disponibilità comune deibeni, perchè affluiscano a tutti gli uomini .

Il laico è re

Cristo è re, perchè ha il suo supremo dominiosu tutti: uomini, spiriti e cose . Tutto il Padre hacreato in Lui; tutto ha riposto nelle sue mani :tutto Egli ha salvato e tutto consegnerà al Padreper la restaurazione finale .

Di questa dignità regale ogni battezzato è fattopartecipe . Il laico (che è nel mondo, anche se non"del mondo") è chiamato ad avere il saldo dominiodi sè, liberandosi progressivamente dalla servitùdei vecchi fermenti della colpa; a liberare gli uo-mini, la famiglia e la società dalla schiavitù diSatana, dalle scorie del peccato, dalle brutture cheli avviliscono, umanizzando, animando e restau-rando cristianamente tutti e tutto, perchè il Re-gno di Dio trovi la sua progressiva incarnazionenel mondo e la persona umana non sia asservitaalle strutture e alle cose, ma possa, usandone per

il suo sviluppo, essere veramente libera e ricono-scere Dio come unico Signore .Tale "animazione cristiana" dell'ordine tempo-

rale, chiamata anche consecrutio mundi (termino-logia da cui, per il pericolo di ambiguità, i Docu-menti conciliari si astengono), costituisce il com-pito specifico, anche se non esclusivo, del laicatocattolico, in quanto secolare .

Il laico è profeta

Non si deve pensare alla capacità di annunziareeventi liberi e _ futuri, e neppure al potere di inse-gnare infallibilmente . In senso più largo è profetacolui che dà testimonianza a Dio con la propriavita, con la parola, con l'azione apostolica .

Il laico che vive nel mondo, con la vita fedeleal Vangelo deve dimostrare che il Cristo è sempreattuale, che Egli solo ci può salvare . Questa testi-monianza, a cui soprattutto il sacramento dellaCresima abilita, oltre che nella vita, si manifestanella parola franca, nel dialogo aperto, nella pro-fessione competente e pervasa di senso cristiano .nelle molteplici forme e articolazioni dell'aposto-lato proprio dei laici.

Per questa prerogativa profetica tutto il Popolodi Dio testimonia pure che Dio è fedele nel com-pimento delle sue promesse e che l'unione amorosanello Spirito di Gesù. caratteristica fondamentaledell'assemblea cristiana, è un preannuncio dellapiena realizzazione unitaria finale, quando Dio saràtutto in tutti .

Da non dimenticare, infine, che il Popolo di Dio,per l'indefettibile assistenza dello Spirito Santo,quando unitariamente (laici e gerarchia) professauna verità di fede, gode dell'infallibilità e costituisceargomento per eventuali definizioni dogmatiche,come è avvenuto per l'immacolata Concezione eper l'Assunzione di Maria .

Con questa mirabile ' 4 carta d'identità" il laicocattolico può, senza complessi minoritari, affron-tare qualunque ideologia che vanti pretese umani-stiche : nessuna più alta glorificazione dell'uomo che,naturalmente, voglia riconoscere i limiti della crea-tura, è mai stata pensata .

Essa però non è titolo d'orgoglio o blasone gen-tilizio, che si possa sfoggiare : è impegno. Si riflettasu queste parole, le più gravi pronunciate da unConcilio, che volutamente ha bandito ogni anatema :Si ricordino bene i figli della Chiesa che la loro

privilegiata condizione non va ascritta ai loro me-riti, ma ad una speciale grazia di Cristo ; per cuise non vi corrispondono col pensiero, con le parolee con le opere, non solo non si salveranno, ma anzisaranno più severamente giudicati » .

112015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 14: Bollettino Salesiano - UNISAL

SONO STATO STRUMENTODon Aurelio Maschio,il missionario salesianoa Bombayche i telespettatorihanno visto più voltecomparire sul video,racconta come ha distribuitotra i poverigli aiuti inviati all'indiadai lettori della "Stampa" .Al prossimo numerola relazione di don Mantovani,il "padre dei miserabili" di Madras

Capanne, bambini, stracci

Tante fervide preghiere per i benefattori

Da tutta l'India la povera gente,colpita dai flagelli della siccità orovinata dalle inondazioni (quantecose contraddittorie capitano inquesto immenso sotto-continen-te!), si sta riversando nella cittàdi Bombay, con la speranza ditrovare lavoro e cibo . E non trovanè l'uno nè l'altro. Anzi, il co-stante aumento di questi fore-stieri aggrava sempre più la pe-nuria e la sofferenza generale .A Bombay sono centinaia gli

istituti di beneficenza : molti sottola cura dei religiosi, diretti dasacerdoti o da suore ; molti altria cura del governo o sovvenzio-nati dalle autorità. Ma non ba-stano . La miseria, specie nella pe-riferia, è agghiacciante .Chi prende un tassì e fa a

caso un giro per le strade e iviottoli di Bombay, vede decinedi migliaia di capanne e tuguriripieni di povera gente. E unapovertà assoluta, una sofferenzacrudele che muove a pietà e su-scita il desiderio di fare qualcosa .Questi mali non sono di ieri ;

io li ho visti da sempre, nei do-dici anni che ho vissuto in veramissione e nei trent'anni di la-voro svolto a Bombay. Solo mipare che la sofferenza, invece didiminuire, stia crescendo sem-pre più .

Nei tanti orfanotrofi per ragazzie ragazze il numero dei benefi-cati cresce di anno in anno . Noifacciamo 'ogni sacrificio per rac-coglierli sotto il nostro tetto e perdar loro cibo, vestito e una buonaeducazione. Solo nell'orfanotrofio"Don Bosco" di Bombay migliaiadi fanciulli abbandonati hannotrovato la salvezza . Ma non siamosoddisfatti : desideriamo fare dipiù, costruire altre case di bene-ficenza, salvare altre migliaia dipiccolini .

Gli aiuti che gli italiani, acco-gliendo l'appello del Papa per

12

l'India, hanno inviato, hanno fattotanto bene a questa Nazione, ehanno pure giovato a far cono-scere le qualità più belle dellanostra Italia : il suo cuore gen-tile, la sua squisita sensibilità peril dolore, la sua passione per re-care aiuto ai sofferenti .

Grazie a "La Stampa" di To-rino, sono pervenuti in Indiai8 aerei carichi di latte conden-sato, cioccolato, olio, latte in pol-vere e vitamine . Io ho avuto lagioia di diventare uno strumentodella carità dei nostri italiani, di-stribuendo cibo e denaro agli isti-tuti più bisognosi . Non ho sceltosecondo il bisogno, perchè tuttigli istituti qui sono bisognosi .Sono andato puramente a caso,raggiungendo i più vicini, perrecare al più presto i primi soc-corsi. Avrei voluto avere tanto dipiù, di viveri e di soldi, per darea tutti e con abbondanza .

Ai poverellidella nostra parrocchia

La prima distribuzione fu fattatra i poverelli che vivono in tu-guri posticci lungo la ferrovia, oaccanto le mura di fabbricati, op-pure completamente all'aperto . Unbastone, pochi sacchi accostatil'uno all'altro, ed ecco l'apparta-mento dove vive una povera fa-miglia. Niente acqua potabile eniente igiene .

Ci sono qui oltre mille famiglie,cioè seimila e più poveretti espostial sole, alla pioggia e alle intem-perie, e senza speranza di un av-venire migliore .

Con la cooperazione del sale-siano indiano Padre Matteo, ab-biamo distribuito migliaia di sca-tole di latte condensato e di vi-tamine per i piccini e per gli am-malati. Due milioni di lire sono

2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 15: Bollettino Salesiano - UNISAL

DELLA CARITA ITALIANA

stati assegnati per aiuto imme-diato ai più bisognosi . Fu com-movente . Molte mamme piange-vano di gioia : non avevano mairicevuto tanto ben di Dio .Questa scena di bontà (come

pure l'arrivo del primo aereo ca-rico di viveri) fu vista in televi-sione in tutta l'Italia .

A11-10,9, Orfanotrofiodella Madonna "

Durante il Congresso Eucari-stico di Bombay il Papa avevavisitato il povero "Orfanotrofiodella Madonna" . Gli orfanelli ave-

vano ascoltato la Messa celebratadal Papa, ricevuto la Comunionedalle sue mani e fatto colazionecon Lui .

Erano bimbi raccolti dalle stradedella città . Sono in 220 e vannocostantemente aumentando . In-dossano ancora i vestitini donatidal Papa, che sono a brandelli eattendono un cambio . Apparten-gono a razze e a religioni diverse,ma sono tutti uniti nella caritàdi Cristo . Le loro facce parlanodi intensa sofferenza ; molti diloro non hanno mai avuto il sor-riso di una mamma ; molti do-vranno soffrire ' tutta la vita perla denutrizione patita nell'infanzia .

Distribuii abbondanti provvistedi latte, cioccolato e vitamine, ediedi un contributo di due mi-lioni per immediato soccorso .

Alla Scuola-Orfanotrofio"Sant'Antonio "

È un internato con 50o bambinie bambine. I maschietti riman-gono qui fino all'età di sette anni,poi vengono passati ad altri isti-tuti maschili . Le fanciulle com-piono i loro studi e imparanocucito, ricamo, tessitura . Tuttepassano un periodo in cucinadove apprendono a preparare un

132015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 16: Bollettino Salesiano - UNISAL

buon pasto . Non c'è molta va-rietà nei cibi, ma hanno il com-pito difficile di cucinare bene conmolto poco .

I viveri e il cioccolato porta-rono gioia indicibile . Finalmentepotevano avere un pasto com-pleto, e quanto mai gustoso (civuole proprio poco per rallegrareragazzi che hanno sempre sof-ferto!) .Alla Superiora consegnai due

milioni di lire perchè desse allesue fanciulle cibo migliore e qual-che capo di vestiario.

Privilegiati: possono perfino andare a scuola

AI Brefotrofio"San Giuseppe"

Anche qui centinaia di bambinie bambine con le stigmate dellafame fortemente impresse sulleloro facce. Sorridevano davanti algrande mucchio di casse, ciocco-lato e vitamine, ma sorridevanostentatamente perchè tutta la lorovita era stata immersa nella soffe-renza più crudele. Hanno cono-sciuto solo pianto e povertà .

Visitai le piccole culle dei neo-nati portati all'istituto in condi-zioni pietose : bambini raccoltidalla strada, o trovati nell'immon-dezzaio, o portati qui dall'ospe-dale municipale (le mamme chenon li possono nutrire scappanodall'ospedale abbandonando i fi-gli ; le autorità poi portano i pic-cini al Brefotrofio, affidandoli allesuore) .La madre Superiora piangeva

quando le misi in mano il pac-chetto di due milioni di lire : nonaveva mai avuto una somma cosìvistosa .

14

AIl'Anand Kendra

Anand Kendra vuol dire "Di-mora della Felicità" . È un mododi dire. Se si pensa che questobel gruppo di ragazzi prima al-loggiava sui marciapiedi della città,con tutti gli inconvenienti che sipossono immaginare, bisogna con-venire che ora, avendo una casatutta propria, può considerarsifortunato di vivere nella "Dimoradella Felicità" .L'opera è curata da alcune

buone signore di Bombay checercano con tutti i mezzi di darecibo, vestito e una buona educa-zione ai ragazzi .

I più piccoli frequentano la vi-cina scuola elementare, i piùgrandi vanno a scuola di tessi-tura, falegnameria e meccanica .L'opera è all'inizio . Sperano dipoter raddoppiare lo spazio e dicostruire altri locali per racco-gliere un maggior numero dibambini della strada .

La signora Tata, moglie di ungrande industriale indiano, curaquest'opera con suo notevole sa-crificio di soldi e di tempo .Anche qui consegnai molti vi-

veri e due milioni di lire per lespese immediate .

Le loro mamme li hanno abbandonati

Hanno braccini sottili come un nostro dito

Alla Casadi ""Santa Caterina"

Fu l'ambiente che mi commossedi più. Sono oltre 70o ricoverati,in maggioranza povere fanciulle.La sezione dei trovatelli fa tantapena. Piovono qui dopo casi do-lorosi di ogni genere : un bam-bino abbandonato sulla strada,una ragazzina tormentata dai suoidisumani genitori . . . Ho visto tantischeletrini con le gambe o lebraccia dello spessore di un no-stro dito. Le suore fanno di tuttoper restituire ai piccini le forzeperdute. Hanno bisogno di moltolatte, di cibi per neonati, di vita-mine. « Questa è la nostra piùgrande pena : --- mi confida laSuperiora - sono cibi che co-stano un occhio. Chi mi aiuteràa dare a questi 25o bambini unnutrimento che rimedi alla mal-nutrizione del passato e assicuriloro una vita forte, degna di es-sere vissuta? » .« Cara Madre - le dico -

ecco qui il primo dono di viverie la prima offerta di due milioni .Le prometto che farò di tutto perinteressare i nostri amici d'Italia.Sono certo che ci manderannoaltri soccorsi » .

In 43 anni questa Casa ha sal-vato r4.ooo neonati condannatialla morte prematura .

2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 17: Bollettino Salesiano - UNISAL

AI lebbrosario ""Acworth"

Il lebbrosario, - che dista solo200 metri dall'Istituto Don Bo-sco - fu fondato nel i8go daun certo Acworth, con la coope-razione di persone benefiche .Andò sviluppandosi nel corso

degli anni : furono costruiti padi-glioni per gli uomini e per ledonne ; l'ospedale si è ammoder-nato e utilizza le ultime scopertedella medicina.

Attualmente ospita Sio leb-brosi. Alcuni sono ancora al prin-cipio della lebbra e sperano diguarire completamente . Altri, esono molti, sono troppo avanzatinel male. Vivono in speciali dor-mitori e ricevono cure e cibodagli aiutanti del lebbrosario . Unavisita a questi locali causa nauseae ribrezzo. Eppure dobbiamo pren-derci cura anche di loro .

Il governo e il municipio dannouna somma annuale per il man-tenimento degli ammalati, ma èinsufficiente . I lebbrosi meno in-taccati dal male lavorano e siguadagnano qualche soldo ; glialtri sgusciano spesso di tra lemaglie della sorveglianza, si ap-postano nei crocicchi e doman-dano l'elemosina . La vista atrocedi un corpo disfatto ha il suoeffetto : sovente tornano a casacon un bel gruzzolo .

I salesiani hanno la cura spi-rituale del lebbrosario e si prodi-gano per i più bisognosi, specieper i bambini e i moribondi . Hoconsegnato i viveri al capo dellebbrosario e due milioni al sale-siano don Fernandes perchè prov-veda ai casi più urgenti .

Vivono in tuguri posticci

Questi lebbrosi stanno meglio e guariranno .Gli altri. . .

Alla "Casa del Fanciullo"

Questo Istituto, interamente pa-gano, lavora con la cooperazionedi un comitato . I giovani ven-gono raccolti dai diversi centridella città. Sono 700, divisi intre gruppi. Circa Soo giovani ab-bandonati ricevono qui cibo, ve-stito ed educazione ; un centinaiofurono portati qui per imputa-zione di colpe o per delitti gio-vanili : sono qui a espiare e acorreggersi ; altri sono giovani ri-tardati e per loro l'avvenire nonha nessuna speranza. Qui almenohanno un posto per dormire eun piatto di cibo. Tre altri centrisono uniti alla "Casa del Fan-ciullo", per un complesso di1451 ragazzi .I più giovani fanno gli studi

nell'istituto annesso ; alcuni pri-vilegiati frequentano le vicinescuole superiori per specializ-zarsi. Tutti i grandicelli imparanouno di questi mestieri : agricol-tura, meccanica, falegnameria, sar-toria .

Autorità civili e private dannoil loro contributo . Il CatholicRelief Service americano prov-vede la maggior parte del cibonecessario . ivIa solo la carità pri-vata arriva a supplire a tante de-ficienze .

Distribuii anche qui una fortequantità di viveri e due milionidi lire .

Altre distribuzionidi viveri

Il Centro Soccorso della par-rocchia Sion conta parecchie mi-gliaia di capanne e tuguri, abi-tati da gente poverissima . I Fran-cescani della parrocchia di Sioncercano di alleviare tanta soffe-renza. Si sono rivolti a noi peravere aiuti, e con gioia ho potutodare loro un bel carico di viverie una bella somma di denaro .

Fui lieto di distribuire ugualiquantità di latte, cioccolato e vi-tamine anche ad altri tre istitutisalesiani che avevo visto sorgerecon la carità dei buoni : l'Orfano-trofio "Don Bosco" di Matunga,la Scuola professionale "San Giu-seppe" di Kurla, e il Seminario"Don Bosco" di Lonavla. Con-segnai pure due milioni di lirecaduno. La somma copre le primenecessità.

In tutte queste opere ho promessoulteriori offerte di cibo e denaro .Ma tutto dipenderà dall'aiuto chericeverò dall'Italia.

Io sarò sempre lieto di essereuno strumento di bene per i fra-telli sofferenti, ben volentieri di-stribuirò equamente tutto l'aiutoche riceverò . Sono sicuro che lacarità degli italiani non verràmeno, perchè l'avvenire è ancoratanto brutto e nuvoloso e le ne-cessità sono immense .

Di fronte al quadro dolorosoche ho presentato solo in piccolaparte e con poche pennellate,non mancheranno i cuori buoniche vorranno essere strumentidella Provvidenza per tanti loroinfelici fratellini .

DON AURELIO MASCHIOmissionario salesiano

Dormono su stuoie distese in terra

1 52015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 18: Bollettino Salesiano - UNISAL

L't i giugno 1867 Don Boscoalla sera parlò così ai suoi ra-gazzi : « Oggi è incominciata lanovena della Madonna della Con-solata. Vi propongo questo fio-retto per i nove giorni : usatemolta diligenza nell'adempimentodel vostro dovere in scuola e spe-cialmente in chiesa nelle pratichedi pietà. Occupate bene il tempo .Inoltre io consiglio a tutti qual-che sacrificio . Ricordatevi che "ilcielo e la terra scomparirannoprima che la Madonna abbandonichi la invoca" » .

Ecco un insegnamento utilis-simo. Dicono i sociologi con fortepreoccupazione : la società mo-derna, gli uomini d'oggi, soprat-tutto i giovani, stanno disimpa-rando a sacrificarsi. Nessuno dinoi ha una vita privata. Io nonsono responsabile soltanto di mestesso ; c'è una solidarietà co-mune, la solidarietà dei fedeli,dei battezzati che formano laChiesa. Per quanto insignificanti,siamo gli anelli di una catena .Se gli anelli, trascurati, arruggini-scono, la catena si spezza .

Un ragazzo fu sorpreso a ru-bare nel borsellino della mamma ;inventò una bugia e se la cavòcon una semplice ramanzina . « Nonè una birichinata - disse impie-tosita la mamma tutti i ra-gazzi rubacchiano come le gazze » .Quando non voleva fare i com-piti di casa, glieli faceva il babbo :quell'aiuto era un inganno bell'ebuono. Anni dopo, fatto adulto,divenne vicepresidente di unabanca. In quel posto di respon-

16

Ednehianto come Don Roseo

ALLENATELIAL SACRIFICIO

sabilità fece delle speculazionidi=sastrosee alterò i bilanci . Finì

col procurare a sè la prigione e larovina a molti suoi concittadini .Sua madre confessò : « Mio figliocominciò a essere disonesto dabambino quando rubava a me .Suo padre e io coltivammo le suedebolezze . Non gli abbiamo maichiesto un sacrificio, e così loabbiamo rovinato noi » .

E facile chiudere un occhiosulle ombre e sugli angoli polve-rosi. Ma ogni trascuratezza lavoracon una misteriosa alchimia evolge in peggio il meglio di noistessi .

Don Bosco aveva questo se-greto : per iniettare nei giovani lospirito di sacrificio si serviva dellafigura soave della Madonna. Ogniinvito al sacrificio, accompagnatodall'immagine di Maria, pene-trava più efficacemente nell'animodei suoi ragazzi. La prima educa-trice è sempre la mamma .

Nello stesso tempo Don Boscosi serviva della Madonna per farebalenare dinanzi agli occhi deisuoi ragazzi l'immensa ricom-pensa di chi si mortifica e lottaper tenersi in grazia di Dio .

Raccontò una volta : « In unadelle ultime notti del mese diMaria, il 29 0 30 maggio, pen-savo ai miei cari ragazzi e dicevofra me stesso : "Oh, se potessisognare qualche cosa che fosse diloro vantaggio!". Ed ecco che miaddormentai . Di colpo mi trovaiin una zona incantevole, in un

gran prato verdeggiante, colmo diogni sorta di erbe profumate,smaltato di fiori bellissimi, confreschi boschetti e ruscelli dilimpide acque . Qui vidi un gran-dissimo numero di ragazzi, tuttiallegri e sereni, che con i fioridel prato si stavano intrecciandouna veste vaghissima .- Chi sono questi ragazzi? -

chiesi a chi mi accompagnava .Mi rispose :- Sono quelli che si trovano

in grazia di Dio .Ah, posso dire di non avere

mai veduto cose e persone cosìbelle e splendenti, nè avrei maipotuto immaginare tali splendori .- Suggeriscimi qualche cosa

da dire ai miei ragazzi, - chiesiancora .- Inculca loro questo : che se

conoscessero quanto è preziosa ebella agli occhi di Dio la virtùdella purità, la virtù di Maria,sarebbero disposti a fare qualun-que sacrificio pur di conservarla .Di' loro che si facciano coraggioa praticare questa stupenda virtù,che supera le altre in bellezza esplendore. I ragazzi puri sonoquelli che "crescono come giglidinanzi al Signore" . . . » .

« Qualunque sacrificio », dicevaDon Bosco. La lotta per tenersiin pari non conosce sosta . Euna grazia che fisicamente, men-talmente e spiritualmente ci sianosempre per i giovani dei sacrificida fare. Tutto ciò è stimolante :è come un sorso d'acqua che spe-gne la loro sete istintiva di supe-rarsi, di migliorare .

2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 19: Bollettino Salesiano - UNISAL

""COOPERATORI""perchè?

« L'opera più santa di tutte leopere sante è quella di cooperarealla salvezza delle anime » . Que-sta sentenza di San Giovanni Cri-sostomo era divenuta così fami-liare a Don Bosco che la citava intutte le Conferenze ai Coopera-tori salesiani, quasi uno slogan dafar penetrare come un santo chio-do nelle loro menti e nei loro cuori .Contiene la ragione stessa del loronome. E il Crisostomo l'ha for-giata su San Paolo, che affermache noi siamo i cooperatori di Dionel piano della salvezza .

Perciò il nome dato da SanCarlo ai suoi laici che coopera-vano coi parroci e viceparroci acurare le anime dei giovani negliOratori festivi, traduceva megliodi ogni altro l'idea di Don Boscosul vero cristiano, che si preoccupadi salvare non solo se stesso maquanti gli vivono d'attorno .

Con questo significato paolinodi "cooperatori di Dio" nel pianodella salvezza furono sempre in-tesi i Cooperatori salesiani daiSommi Pontefici, da Pio IXa Papa Giovanni . Nell'UfficioCentrale della Pia Unione c'èanzi un autografo di GiovanniXXIII, sotto un suo bel ritrattoa colori ; fu vergato alla fine dellamemorabile udienza concessa lasera dell'Ascensione del 1959 aiCooperatori nel cortile di SanDamaso.' L'autografo definisce contre sole parole latine tutto ilprogramma dei Salesiani esterni .« Cooperatoribus ministerii nostriAi cooperatori del nostro ministero » .

Il ministero del Papa, dei Ve-scovi, dei sacerdoti è essenzial-mente quello di salvare le anime.Papa Giovanni ha visto nei mem-bri della Terza Famiglia Salesianasparsa in tutto il mondo cattolicoi validi collaboratori del suo mini-sstero papale. Don Bosco avrebbepianto di gioia nel leggere quelletre parole, perchè il suo idealeera appunto quello di fare unaUnione di laici a diretto serviziodel Papa e della Chiesa, tanto chein un documento egli chiamòl'Unione dei Cooperatori «l'Operadel Papa » .

1 7

COOPERATORI SALESIANI

Huarupampa (Huaraz-Perù) . Maria Ausiliatrice è entrata trionfalmente in questaparrocchia, portata dal novello sacerdote diocesano don Victoriano Méndez, cheè ammirato della trasformazione morale che la Madonna Ausiliatrice sta operandonella parrocchia

Muzzano Biellese . Partecipanti alla quarta giornata di spiritualità salesiana perindustriali, imprenditori e dirigenti

Calci (Pisa) . Cooperatrici che hanno partecipato agli Esercizi Spirituali presie-duti da Mons . Ugo Camozzo, arcivescovo di Pisa

2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 20: Bollettino Salesiano - UNISAL

L'Istituto Immacolata Concezione di Macau, la casa madredei Salesiani in Cina, ha celebrato il 600 di fondazione . Il pic-colo gruppo di missionari partiva il 17 gennaio 1906, portandocome un tesoro una benedizione autografa di San Pio X . Tradi essi, due salesiani santi : don Luigi Versiglia, che fu poi ilprimo Vicario Apostolico di Shiu-chow e morì martire dellapurezza, e don Ludovico Olive che, ammalatosi a morte du-rante il noviziato, era stato miracolosamente guarito da MariaAusiliatrice, apparsa a Don Bosco nella notte dal 3 al 4 gen-naio 1886 . Le difficoltà degli inizi furono gravissime, ma l'eroico

18

NEL 60° DEI SALESIANI IN CINA

NEL MONDOSALESIANO

spirito di sacrificio di quei pionieri riportò completa vittoria .Mons. Versiglia lasciò scritto : « Io fui sovente sul punto diabbandonare tutto ; ma don Olive era là : un breve colloquiocori lui bastava a ridarmi il coraggio » . Così si spiega la fecon-dità dell'Opera salesiana in Cina, che la violenza comunistaha temporaneamente stroncato nella Cina rossa, ma che con-tinua a fiorire a Hong Kong, a Macau e nelle Filippine, dovemolti missionari della Cina hanno trovato un nuovo promet-tentissimo campo al loro zelo . Nelle foto : Mlaeau: due m o-nnenti delle celebrazioni giubilare .

L

2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 21: Bollettino Salesiano - UNISAL

GLI 80 ANNI DEL PATRIARCA DEI VESCOVI SALESIANI

A Carpina, cittadina dello Stato di Pernambuco nel nord-est del Brasile, 1'71 febbraio scorso mons . Antonio de AlmeidaLustosa, decano dei Vescovi salesiani, ha compiuto, festeggia-tissimo, 80 anni di età e 41 di episcopato .Mons . Lustosa, dopo aver retto le diocesi di Belém e di For-

taleza, oggi vive in edificante esemplarità la sua vita di lavo-ratore instancabile tra gli aspiranti salesiani di Carpina, diri-gendo varie comunità religiose, tenendo conferenze, predicandoEsercizi Spirituali anche con quattro prediche al giorno .

11 28 gennaio scorso il Rettor Maggiore gli porgeva gli au-guri di tutto l'episcopato salesiano e della Congregazione, scri-vendogli tra l'altro : « Vorrei che al mio posto in questo mo-mento vi fosse Don Bosco a esprimerle tutta la riconoscenzadella Congregazione. . . Sento l'umiliante sproporzione delle pa-role di fronte alla mole di lavoro svolto da V .E a servizio in-condizionato della Chiesa e della nostra Congregazione . Quanteanime salvate! quanti sacerdoti avviati e consacrati! quanticonfratelli edificati e santificati dalla sua opera di Pastore edi Padre! Tutto l'Episcopato salesiano in questo momentoguarda a V.E. come al suo buon Patriarca, al Vescovo piùanziano di elezione e di consacrazione. . .

E quasi non bastasse tutto ciò, in questi anni V .E . va edi-ficando in umiltà di dedizione la nostra comunità di aspirantidi Carpina . . . Grazie, Eccellenza, grazie di tutto! . . . ».

GIAPPONE e 11 Ministro della Pubblica Istruzione visita la Scuola professionale "Don Bosco" di Tokyo

Il 5 marzo u. s. il Ministro nipponico della Pubblica Istru-zione, signor Nakamura Umekici, ha onorato di una sua visitala Scuola professionale "Don Bosco" di Tokyo in occasionedell'inaugurazione della macchina tipografica "Atena", che lasocietà Nebiolo di Torino ha voluto con gesto munifico donareal reparto tipografico della Scuola .

Il Ministro, nonostante fosse occupatissimo alla Camera deiDeputati, volle in un momento di sosta dei lavori venire dipresenza per dimostrare il suo compiacimento per l'opera chei figli di Don Bosco vanno svolgendo nel campo educativo,soprattutto in quello professionale, di cui il Giappone ha estre-mamente bisogno . Ebbe parole di lode e di incoraggiamento in-trattenendosi dopo la cerimonia con grande familiarità coldirettore doti Giovanni Petracco, coi superiori e professori epersino con gli allievi, ai quali strinse la mano e li animò astudiare con costanza .

Come ricordo della sua visita volle scrivere nell'albo d'orodella Casa un motto che potremmo tradurre con parole delVangelo : Kòshin nicighetsu no gotoshi, e cioè : « Amate i vostrinemici affinchè siate figli del Padre vostro, che è nei cieli, chefa sorgere il suo sole su maligni e buoni, e fa piovere su giustie ingiusti ».

BAN-PONGIncontro di tre salesiani col SupremoPatriarca buddista di Thailandia

Il 4 febbraio scorso la città di Ban-Pong era in festa peraccogliere il Supremo Patriarca buddista di Thailandia . Erala prima visita che, dopo la sua elevazione alla suprema caricareligiosa (1963), faceva alla sua città natale. Per la solennecircostanza furono invitati anche il direttore del locale col-

legio Sarasith, don G . B . Colombini, il direttore didattico dellascuola, don A . Sanith, e il parroco don G . Ulliana, tutti sale-siani . Nell'attesa, un bonzo del seguito, membro del SupremoConsiglio buddista, s'intrattenne con i missionari manifestandola sua soddisfazione per la loro presenza . Anche il SupremoPatriarca fu favorevolmente sorpreso nel vedere i sacerdoticattolici, che salutò con affabilità prima di prendere postosul trono .

Finito il cerimoniale di venerazione da parte delle autorità,il Patriarca lasciò il trono e, seguìto da uno sciame di foto-grafi, andò a sedersi vicino ai missionari, coi quali si intrat-tenne in cordiale colloquio . Ricordò con compiacenza la visita

192015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 22: Bollettino Salesiano - UNISAL

di cortesia fattagli nello scorso dicembre dal cardinale Car-dijn, presente a Bangkok per il III Consiglio Internazionaledella J.O .C ., e l'invito rivoltogli per una visita a Roma, visitache il Patriarca intende programmare. Disse dell'armonia edella carità che deve unire le varie religioni, anche per farefronte unico all'invadente comunismo che in Thailandia èfuori legge . La presenza del sacerdote cattolico, in quella cir-costanza, fu favorevolmente commentata dalle autorità edalla stampa buddista .

Il giorno seguente, 5 febbraio, un gruppo di 50 impiegatigovernativi del ministero della Pubblica Istruzione, dal qualedipende il Dipartimento delle Religioni, fece visita a don Gio-vanni Ulliana, parroco salesiano di Ban-Pong . La visita volleessere un omaggio a don Ulliana che tiene loro in Bangkok,un corso di conferenze sul cristianesimo . Erano a ricevere ilqualificato gruppo il sindaco della città con tutte le autoritàlocali. Durante il pranzo presso il collegio Sarasith, l'argo-mento dei commensali fu la comune soddisfazione per l'intesacordiale che regna tra buddisti e cattolici, nel nuovo climacreato dal Concilio Ecumenico Vaticano II .

GO VAP • PROVVIDENZA E MUSICA NEL MARTORIATO VIETNAM

Anche agli aspiranti salesiani del martoriato Vietnam ilNatale ha portato un po' di gioia e di Provvidenza .Il 24 dicembre i giovani videro discendere nel bel mezzo

del cortile un elicottero, dal quale smontò sorridente "PapàNatale", accompagnato dal cappellano militare P . Sheeren .Con Papà Natale giunse anche la Provvidenza con un grossocamion militare carico di ogni ben di Dio che bastò per la casadi Go Vap, di Thu Due e per quella delle Figlie di Maria Au-siliatrice . Nella notte santa sei giovani ricevettero il batte-simo e 50 allievi si recarono all'aeroporto per cantare durantela Messa celebrata per le forze armate americane dal card . Spell-man, che si compiacque con i piccoli cantori e donò a ciascunouna corona del rosario.

Nei giorni precedenti, la banda degli aspiranti si era recataquattro volte a suonare nei campi militari, dove i soldati cat-tolici avevano organizzato Messe, processioni e veglie natalizie .

Il 30 dicembre i Rotariani tennero nel cortile della casasalesiana la cena ufficiale di fine d'anno . Erano oltre 700 per-sone tra cui diplomatici, industriali e personalità . Il salesianodon Generoso presentò gli auguri di buon anno e parlò del1500 della nascita di Don Bosco .

20

GLI APPRENDISTI DI SPAGNAHANNO FESTEGGIATOIL LORO PATRONOSAN GIOVANNI BOSCO

La Direzione Generale dell'Insegnamento Professionale si èfatta promotrice di solenni commemorazioni attraverso leGiunte Provinciali della Formazione Professionale industrialee in collaborazione con i Salesiani . L'invito delle autorità go-vernative scolastiche venne esteso a tutte le Scuole Professio-nali superiori e inferiori, governative e private . La celebrazionefu commemorata alla Televisione e alla Radio Nazionale. Lastampa diede risalto alla commemorazione con interi articolisul Santo del lavoro .

Il giorno 31 gennaio, festa di Don Bosco, a Madrid si diederoconvegno, al palazzo dello Sport, non meno di 10 .000 appren-disti per ascoltare la S. Messa celebrata dal vescovo vicariogenerale di Madrid, che tenne l'omelia del Santo . Erano pre-senti anche le autorità civili e accademiche dell'insegnamentoprofessionale e i membri del Segretariato Nazionale di Forma-zione Professionale delle Scuole Cattoliche . Si ebbero oltre3000 Comunioni. Il monumentale altare era stato allestito dalMinistero delle Informazioni e del Turismo .

Dopo la colazione distribuita a tutti i partecipanti, l'impo-nente massa giovanile inneggiò al suo santo Patrono . Segui-vano gare e competizioni sportive tra le varie scuole, ed esi-bizioni di danze regionali da parte delle allieve delle ScuoleIndustriali femminili. Il Direttore Generale dell'InsegnamentoProfessionale mise in risalto la figura di Don Bosco, che seppeprevenire i tempi con le Scuole Professionali da lui fondate .

Anche in vari altri centri della Spagna la festa di Don Boscopatrono degli apprendisti si è svolta con grandi manifestazionidi masse giovanili che hanno assistito alla Messa al campo,a trattenimenti accademici in onore del loro Patrono e a com-petizioni sportive negli stadi cittadini .

2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 23: Bollettino Salesiano - UNISAL

SAN GIOVANNI BOSCOUFFICIALMENTE RICONOSCIUTOPATRONO DELLA PATAGONIA

Il 31 gennaio 1966 resterà nella storia dellaPatagonia come il giorno del riconoscimentoufficiale del suo santo Patrono da parte dellecinque province che formano il territorio patago-nico . Per la prima volta il 31 gennaio fu celebratoin tutta la Patagonia come giorno festivo . AComodoro Rivadavia il Delegato personale del

Presidente della Repubblica, dr . Rodolfo Aram-barri, Sottosegretario al Ministero del Culto,impose le insegne ufficiali di « Patrono di tuttala Patagonia » alla statua di Don Bosco, cheera stata benedetta da Giovanni XXIII nel 1959 .Paolo VI aveva benedetto le insegne (ben visibilinella foto che presentiamo) il 25 agosto scorso .Così il Profeta della Patagonia San GiovanniBosco che in vita aveva preso tanto a cuoregl'interessi della Patagonia inospitale del secoloscorso, continuerà dal cielo la sua benefica operadi assistenza e di protezione su quelle terre oggiin pieno e febbrile sviluppo economico e sociale .

21

Don Carlos Le&ncio da Silva,Salesiano, il 19 marzo scorso ha cele-brato in Lorena (Brasile) il suo Giu-bileo d'oro sacerdotale. Don Lebncioè uno dei salesiani più benemeriti cheil grande Brasile ha offerto alla Con-gregazione Salesiana. Il compiantoRettor Maggiore don Ricaldone, co-nosciutane la competenza nel campopedagogico, volle affidargli il nascenteIstituto Superiore di Pedagogia che,sotto la guida di don Lebncio, si avviòdecisamente verso quegli sviluppi eperfezionamenti che oggi ha rag-giunto nella sua nuova sede romana .Don Lebncio è anche membro fon-datore del « Paedagogium » presso

l'Università Cattolica di Milano, dell'« Union Mondiale des Educateurs Ca-tholiques » e della « Società Internazionale di Pedagogia » di Madrid . Nel1952 fu il rappresentante ufficiale del Brasile nella settima Conferenza Inter-nazionale dell'Unesco, celebrata a Parigi . La bontà e la salesianità didon Lebncio hanno creato attorno alla sua persona una folta schiera didiscepoli e ammiratori sparsi in ogni parte del mondo, che diffondono ilmetodo pedagogico di Don Bosco con lo stesso devoto entusiasmo con cuil'hanno appreso dal loro venerato Maestro .

Torino • Il cardinale Leo Jozef Suenens, Arcivescovo di Mechelen-Brussel(Belgio), col Rettor Maggiore don Ricceri nei cortili di Valdocco, dopo unasolenne celebrazione della "Legio Mariae" nel Santuario di Maria Ausiliatrice

2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 24: Bollettino Salesiano - UNISAL

/N BREVEITALIA

Attorno alla Basilica romanadi San Giovanni Bosco

A Roma . nel quartiere Don Bosco,attorno alla Basilica del Santo, sonostate intitolate a nomi salesiani duenuove scuole elementari statali . Così,oltre le tre scuole private : Scuola ele-mentare e media maschile San GiovanniBosco, Scuola elementare e media fem-minile San Giovanni Bosco e Scuolaelementare e media mista San Dome-nico Savio, portano nomi salesiani an-che le seguenti scuole statali : Scuolamedia San Giovanni Bosco, Scuola ele-mentare Don Michele Rua, Scuola ele-mentare Don Paolo Albera . Scuola ele-mentare Don Filippo Rinaldi . Scuolaelementare Mamma Margherita.

LO SAPEVI?Circa cento anni fa Don Bosco, ap-pena eretto il Santuario di Valdoccoalla sua Madonna, desideroso di met-tere sotto la protezione della VergineAusiliatrice i suoi devoti, fondò la

' Pia ICnione dei llevvoli(lì Maria Ausiliatrice " .

G'li impegni degli iscritti sono estre-mamente semplici :1° vita cristiana ;2° coltivare e diffondere secondo leproprie possibilità il culto a GesùEucaristico e la divozione alla Ma-donna ;3° alle preghiere quotidiane aggiun-gere le giaculatorie :Sia lodato e ringraziato ogni momentoil santissimo e divinissimo Sacramento .Maria, Auxilium Christianorum,ora pro nobis .

Per iscriversi, se la Pia Unione nonè eretta nella propria parrocchia, chie-dere l'iscrizione alla Casa dei Salesianio delle Figlie di Maria Ausiliatricepiù vicina o scrivere al —Centro DevotiMaria Ausiliatrice" - via Maria Au-siliatrice, 32 - Torino .

Gemellaggiofra i salesiani di Milanoe quelli del Congo

Urna felice iniziativa è stata attuatadai salesiani di Milano : iniziativa che siinquadra nella prospettiva missionariadella diocesi ambrosiana, che si è fattapatrona di una stia missione a Karibain Rhodesia . L'Ispettoria lombarda deisalesiani si è affiancata in questo spirito,allacciando nn ` - gemellaggio" con l'Ispet-toria dell'Africa centrale, che comprendei Paesi del Katanga, del Ruanda e delBurundi, con 20 case o centri di mis-sione . .'Ispettore di Milano doti MarioBassi, annunziando ai salesiani il con-cordato gemellaggio, invita « a mettereti) risalto tra i giovani degli stituti eoratori che non è solo un aiuto pura-mente materiale quello che si dovràdare ; ma il gemellaggio significa unvivo senso di cattolicità che, al di so-pra di barriere razziali e nazionalistiche,deve indurre a pregare . soffrire e donareanche di persona, se è possibile, per ilregno di Dio nell'Africa » .

Scuola intitolataal Maestro don. De Bonis

Il Commissario al Comrnte di San Gio-vami Rotondo (Foggia), dott. NereoCastagna, ha deciso di intitolare all'il-lustre concittadino maestro don Ales-sandro De Bonìs, s alesiano . i l nuovoedificio scolastico in corso di costru-zione nella contrada - 'Piano" a pocadistanza dalla casa natia dell'indimen-ticabile maestro compositore . l a deli-bera del Comune è divenuta esecutivacol visto del Prefetto del 19 gennaioscorso, nell'anniversario della morte delmaestro don De Bonis . avvenuta a Na-poli il 25 gennaio 1965 . Per oltre 20 anniegli aveva insegnato musica sacra alConservatorio di Napoli .

AUSTRALIAI"esta eucaristica

Alla festa eucaristica, che da 35 anniha luogo presso la casa salesiana di Ru-pertstvood, intervennero circa 32 .000persone, confluite da Melbourne e din-torni . La solenne processione del San-tissimo, cui parteciparono folti gruppidi stranieri nei loro pittoreschi costuminazionali, si snodò nel vastissimo parcodella casa salesiana per quasi un chilo-metro. Questa "festa eucaristica", che

22

ha segnato il concorso più numeroso diquesti ultimi anni, volle essere anchela commemorazione del 150° anniver-sario della istituzione della festa diMaria Ausiliatrice, Patrona dell'Australia .lnlatti, il tenia della celebrazione era :« Maria Ausiliatrice ci aiuta a ottenerel'unità dei cristiani » .

AUSTRIAt.e suore di Don Boscoin un quartiere operaiodel Sud Tirolo

Col nuovo anno scolastico è statoinaugurato a Bluderz-Vorarlberg il nuovoedificio della Scuola materna '`San Gio-vanni Bosco" iniziata nn anno fa invecchi locali . Per la moderna attrezza-tura, le aule piene di luce, le spaziosesale da gioco, i porticati aperti, il pratoe giardino che la circonda, e la stessaposizione panoramica, la Scuola è rite-nuta la più bella della regione . Il par-roco don Rheinherger si disse lieto diveder affidata la sua opera alle Figliedi Mida Ausiliatrice, che già nei vecchilocali hanno saputo attirarsi la bene-v'denza di tutte le famiglie del quar-tiere sudtirolcse, formato da operai, ingrati parte italiani o figli di italiani .

BRASILE

c , ('antpagna della fraternità "a Porto Pelino

La trasmittente "Radio Caiarí." dellaPrelatura di Porto Velho, ha raccoltoattraverso l'etere l'iniziativa per una"Campagna della fraternità", lanciatadalla diocesi di Bio de Janeiro . Il suodirettore don Vittorio Ugo, salesiano, sene è fatto promotore nel territorio dellaPrelatura affidata ai salesiani . Scopo diquesta campagna più che di raccogliereaiuti materiali, fu quello di infondereun senso cristiano alla beneficenza chele case commerciali di Porto Velhofanno con generosità . L'iniziativa ebbepieno successo . La città di Porto Velho,che è punto terminale della navigazionedel Rio Madeira e sbocco per tutto ilterritorio di Rondonia e per la Bolivia,ha problemi sociali complessi . La suapopolazione è formata da un piccologruppo di privilegiati e di una massadi paria . Il senso filantropico è peròmolto vivo in tutti, e la campagna hamirato a dargli un volto cristiano .

2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 25: Bollettino Salesiano - UNISAL

REPUBBLICA DOMINICANA

Due nuove parrocchieaffidate ai Salesiani

Nella Repubblica Dominicana sonostate affidate ai Salesiani due nuoveparrocchie . Una. quella di Cristo Re, sitrova nella capitale dominicana ed èstata staccata dal territorio della par-rocchia salesiana di Santa Teresa, dovegià si svolgeva intensa attività sociale.L'altra parrocchia è in Jarabacoa ;provvisoriamente funge da chiesa par-rocchiale la chiesa dell'annesso aspiran-tato salesiano che da molto tempo as-siste spiritualmente la popolazione dellazona. L'Arcivescovo di Santo Domingo,mors. Ottavio Beras, vi ha tenuto unaconcelebrazione alla quale partecipa-rono i sei parroci salesiani della capitale .

GIAPPONETokyo - Conte i protestantistimano la traduzionecattolica della Bibbia

L'organo ufficiale delle Chiese Prote-stanti in Giappone il "Cristo Shinbun"pubblica all'inizio di ogni anno i diecimaggiori avvenimenti dell'anno decorso .La scelta di questi dieci maggiori avve-nimenti viene fatta per votazione se-greta da un gruppo di personalità delcampo politico, letterario, artistico ereligioso . Quest'anno al quinto postofigurava la traduzione cattolica di tuttala Bibbia del salesiano don FedericoBarbaro, per il suo alto valore letterario,culturale e religioso.

FRANCIANuova parrocchiadedicata a Dora Bosco

Una nuova parrocchia è stata fondatanella città di Toulon e dedicata a SanGiovanni Bosco . La chiesa parrocchialeè in costruzione . Il Vescovo diocesanodi Fréjus ne ha benedetto la primapietra: essa contiene un po' di terraraccolta presso la casetta natale delSanto e una scheggia di pietra del ColleDon Bosco. Il nuovo parroco, del clerodiocesano, accompagnato dal direttoredella casa salesiana di Toulon, si è re-cato espressamente in pellegrinaggio alColle Don Bosco per invocare l'assi-stenza del Santo sulla nuova parrocchia.

SPAGNAUn premio alle« Ediciones Domingo SavioLa Commissione di Informazioni e

Pubblicazioni Giovanili del Ministerodelle Informazioni e Turismo ha asse-gnato il premio nazionale per il « mi-gliore progetto di rivista femminileper ragazze dai 13 ai 16 anni, alle "Edi-ciones Domingo Savio" di Barceloua .Il premio consistente in 100 .000 pesetasè stato consegnato all'Editrice salesiana,che è specializzata in stampa giovanile .Essa edita le riviste "Jovenes" "Chiri-bin" e le collane "Ardilla", "Geyser","Héroes (le la virtud", "Héroes bibli-cos", "Damasco" e altre . L'anno scorsoera stato conferito lo stesso premio allarivista "Jovines" .

VENEZUELA~~ Giornata della fraternità "

Per iniziativa dell'Ispettore salesianodon Rosario Castillo, nel Liceo San Josédi Los Teques si è tenuta la prima"Giornata della fraternità ". Vi parteci.parono circa 250 seminaristi e religiosi :Gesuiti, Salesiani, Fratelli delle ScuoleCristiane ecc . Fu una giornata indimen-ticabile, trascorsa nel clima di Don Bo-sco, cordiale, sereno, aperto ed ecume-nico . L'allegria (lei nostri cento chiericipiacque a tutti . Nello spirito ecume-nico della Chiesa del Concilio questafraternità dei sacerdoti e religiosi è unaesigenza e un preludio dell'unione edell'amore di tutti i cristiani .

INGHILTERRAQuattro deputati indiani allaScuola "C° l%Taria Ausiliatrice "di Liverpool

A Liverpool-Gillmoss le 460 alunnedella nuova Scuola Superiore "Maria Au-siliatrice" tra le prime visite ebberoquella di quattro Deputati indiani, alloraa Liverpool per studiarne lo sviluppo in-dustriale . Desiderosi di conoscerne ancheil progresso nel campo scolastico, ven-nero invitati ufficialmente dal Direttoredell'Educazione a prendere visione dellanuova scuola 'Maria Ausiliatrice", rite-nuta la migliore di tutto il distretto .Gli illustri ospiti, accompagnati da spic-cate personalità inglesi dell'Ufficio "Edu-cazione", visitata minutamente ogniparte del grande complesso scolastico,espressero la loro profonda ammirazione .

23

DON BOSCOIN OGNIFAMIGLIA

Il "DON BOSCO" che abbiamoannunziato nel numero di gennaio,è diventato il "best-seller" deilibri di MERIDIANO 12 :

in tre mesi - tre edizionicentomila copie

Il successo, veramente eccezio-nale, del volume non è dovutosoltanto al suo costo, volutamentepopolare : lire 300 la copia .

La forma semplice e moderna, lostile rapido e suggestivo rendonovivi, immediati, attuali gli episodidella vita di Don Bosco .

Scrive Licinio Lucchi, Cooperatoredi Sasso Marconi (BO) : "Ho lettoe fatto leggere DON BOSCO da voistampato : è un piccolo capolavoro .Grazie, Meridiano 12, dice il miocuore pieno di riconoscenza per ilgrande bene spirituale che mi haprocurato la lettura del libro" .

Questa lettera riassume un po' ilconsenso che da ogni parte giungea Meridiano 12 .

Leggere questo DON BOSCO si-gnifica veramente provare la sen-sazione di sentirselo vicino .

Perciò il volumetto merita di entrarein ogni famiglia : in tutte le casedei Cooperatori e dei loro amici .

Per le ordinazioni scrivere diret-tamente a MERIDIANO 12 (PiazzaMaria Ausiliatrice, 9 - TORINO -Conto Corrente Postale 2:9562) oservirsi del modulo di conto cor-rente allegato a questo fascicolo,specificando però bene sul retro :« Verso L . . . . per copie . . . del tasca-bile "Don Bosco" » .

2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 26: Bollettino Salesiano - UNISAL

COLOANEVILLAGGIO DI FRATELLIC'è un lebbrosario,ai confini della Cina,dove molti malati, una volta guaritipreferiscono rimanereanzichè tornare liberi tra la gente

Oggi la lebbra non fa piùpaura : moltissimi malati guari-scono, lasciano i lebbrosari etornano fra i civili per condurreuna vita normale . Anche nel leb-brosario portoghese di Coloane,di fronte a Ma.cau ai bordi dellaCina, si guarisce dalla lebbra ;ma, caso strano, non pochi deiguariti non vogliono saperne diandarsene, di ritornare alla nor-malità e alla libertà, e preganodon Nicosia, il salesiano che di-rige il lebbrosario, di tenerli con sè .

11 fatto è così fuori del nor-male che merita di essere inda-gato .

Un ciclone benefico

Coloane è un'isola che, in-sieme con un'altra isola e unapenisola, tutte grosse come faz-zoletti, forma la minuscola co-lonia portoghese di Macau, quat-tro volte più piccola di San Ma-rino .

Coloane si crogiola al sole inun'eterna primavera. I cicloni che

24

da quelle parti imperversano senzamisericordia quasi non osano sfio-rare Coloane, come se su quellostupendo giardino naturale ci fosseil divieto di calpestare le aiuole.I lebbrosi del resto meritavanoquesto privilegio, in compensodel torto ricevuto nelle loro carnidalla malattia .

Nel lontano 1568 Macau avevagià avuto il suo primo Vescovo,che qualche anno più tardi avevacostruito il primo lebbrosario.Oggi esso è un ospedale . Centoanni fa i lebbrosari erano due :uno femminile a Coloane, e unomaschile, amministrato dai Por-toghesi sopra un isolotto cinese .Quando Mao-tse Tung "liberò"quell'isolotto, i lebbrosi malatipur di sottrarsi alle cure di Maosi trasferirono a Macau, e nel 1957presero posto anch'essi a Coloane .Lì dal 1930 sorgevano cinquepadiglioni e una chiesetta ; per inuovi venuti furono allestiti altridue padiglioni. Il governo prov-vedeva al sostentamento dei ma-lati ma essi dovevano arrabattarsia fare cucina da sè. Il loro eraun lebbrosario come tanti altri,

un ricettacolo di sofferenze silen-ziose e angosciose. Di tanto intanto un sacerdote salesiano daMacau visitava i battezzati e di-ceva per loro la Messa . Non po-teva fare di più . Tra l'altro, eradirettore della vicina Scuola agri-cola salesiana . Si chiamava donLuigi Montini ed era cugino delPapa. Quando morì, i lebbrosi lopiansero a lungo .

Dall'agosto del '63 hanno unsacerdote tutto e sempre per sè .I; il salesiano don Nicosia. L'annoseguente si aggiunsero a lui duesuore, Annunciatrici del Signore,fondate da mons . Versiglia, e perla prima volta Coloane fu inve-stita dal ciclone : un ciclone be-nefico, fatto di carità e di spiritodi sacrificio, di pazienza e di en-tusiasmo contagioso .

Tutti si rendono utili

I tre missionari si meritaronola stima del governo portoghesee la simpatia dei buoni (che inquesto mondo sono più numerosi

2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 27: Bollettino Salesiano - UNISAL

di quanto non sembri), e attira-rono su Coloane una pioggia diaiuti .

Il governo mise a nuovo tuttigli edifici, li munì di luce elet-trica e di acqua potabile, costruìun bacino idrico, due comodevasche, un pollaio e un porcile .Fece anche cementare la stradaprincipale del villaggio, lunga250 metri. I molti benefattori do-narono la pompa per estrarrel'acqua, il generatore della cor-rente elettrica, un furgoncino"Ape", un camioncino, un grossofrigorifero per la cucina, un ap-parecchio da proiezione e tantialtri oggetti. Fu anche possibileacquistare un pezzo di terrenoche ora è trasformato in orto .

Ora i lebbrosi fanno cucina incomune e presto avranno unaattrezzatura in regola con l'igienee' la modernità .

Le autorità civili e religiose ac-corsero all'inaugurazione dellastrada, e in quell'occasione illebbrosario cambiò nome . Vennechiamato in cinese "Sing MoChung", in inglese "Our Lady'sVillage", in portoghese "Vila

Nossa Senhora" e in parole po-vere "Villaggio della Madonna" .Era un modo di dire "grazie"alla Madonna per tanti suoi fa-vori piovuti dal cielo .

Il villaggio si sta organizzandosempre meglio . L'autorità civileesercita la sua vigilanza, ma lasciacarta bianca ai missionari . Essiradunano ogni settimana un "con-siglio" che rappresenta tutto ilvillaggio e prende le decisioni .Prima di diventare esecutive, ledecisioni vengono "pubblicate"in una bacheca e poi approvateuna seconda volta dal "consiglio" .Ogni mese un amministratoreespone nella bacheca anche il re-soconto delle entrate e delle uscite .

Tutti i lebbrosi idonei al la-voro si rendono utili alla comu-nità . Coltivano i campi e gli orti,allevano gli animali, fabbricanomattoni per i futuri edifici, cu-rano la manutenzione di case,strade e giardini. Sono mecca-nici, muratori, falegnami, sarti,agricoltori, floricoltori, cuochi, in-fermieri. C'è perfino un autista .Il loro lavoro è retribuito ; anchechi è del tutto inabile percepisce

qualcosa. Nel villaggio circolauna moneta che vale solo all'in-terno, ma ha vero valore, e serveper gli acquisti e le vendite .

Il villaggio è trasformato : al-beri sempreverdi, fiori in tutte lestagioni, ruscelli freschi, uccelliche cantano in libertà, un para-diso terrestre .

Peggiori della lebbra :i pregiudizi

La lebbra, che Nostro Signoreprese a simbolo del peccato, godedi una cattiva fama . È consideratamalattia schifosa, inguaribile, dallaquale è bene tenersi alla larga .Ma il diavolo non è poi cosìbrutto come lo si dipinge. Ilbacillo che causa la lebbra èoggi conosciuto e validamentecombattuto, al punto che si ot-tengono moltissime guarigioni, eanche se il male era troppoprogredito, con opportune opera-zioni di chirurgia si riesce a re-stituire l'integrità fisica .

252015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 28: Bollettino Salesiano - UNISAL

Per di più la lebbra è pochis-simo contagiosa. A parte le ga-ranzie fornite dall'igiene, novepersone su dieci sono natural-mente immunizzate dalla lebbrae potrebbero frequentare i leb-brosi senza pericolo di sorta,solo che ne avessero il coraggio .

I lebbrosi di Coloane, graziealle cure assidue del medico,stanno meglio, le loro pene sonodiminuite, molte delle loro piaghesono risanate e la gioia di un fu-turo più sereno brilla nei loroocchi. In questi giorni una de-cina di loro sono stati dichiaraticompletamente guariti e potrannovenire dimessi .

Chi è colpito dalla lebbra disolito si sente inferiore agli altri ;prova ritrosia a mostrarsi in pub-blico, e al giungere di forestieripreferisce nascondersi . Non cosìa Coloane. I malati di Coloanehanno accettato la lebbra comeun male da cui sanno che, sa-ranno liberati ; vedono attorno asè solo amici che li comprendonoe li aiutano, e si aprono alla fi-ducia. Quando giungono al vil-laggio (per lo più sono pagani),si sentono profondamente infelici .La conversione alla fede trasformail loro atteggiamento di frontealla vita. Anche coloro che ilmale ha scardinato in profondità,anche coloro che non hanno spe-ranza di guarire, trovano nelleverità della fede la forza di ac-cettare con gioia la loro croce .

C'è però qualcosa che è peg-giore della lebbra : sono i pregiu-dizi che circondano la lebbra. Lasocietà teme questo male in formairrazionale. Se in una famigliac'è stato un lebbroso, la genteevita anche i suoi familiari. Unlebbroso guarito difficilmente tro-va lavoro ; diventa un morto ci-vile, una specie di delinquente dasfuggire. Questa è la battaglia piùdura che attende il lebbroso :una volta guarito, riguadagnarsiun posto in società . Non si vuolcapire che il lebbroso è un ma-lato come gli altri, e che unavolta guarito ritorna un uomo

26

come gli altri . Einstein ha detto :« E più facile spaccare l'atomo chespaccare un pregiudizio a .

Agnese e StefanoEcco due semplici vicende uma-

ne : quella della piccola Agnese, equella di Stefano Lam .

Agnese è una bimba di undicianni, lebbrosa . Arrivò a Coloanedue anni fa, accompagnata dallamamma, dalla quale non volevaassolutamente separarsi . Piansetutte le lacrime di cui è capaceuna bambina. Le suore a pocoa poco riuscirono a far breccianel suo cuore, e ora Agnese nonpiange più . La sua mamma le hafatto festa quando qualche tempofa Agnese ha ricevuto il batte-simo. La bambina ora si accostaalla comunione tutte le mattine,prega per la mamma, per le so-relle più grandi e per quella piùpiccola che tutte insieme stu-diano il catechismo . Sta moltomeglio, e presto dovrebbe gua-rire completamente .

Stefano Lam, invece, alcunianni fa era suddito di Mao e nonsi chiamava ancora Stefano . Suopadre era docente universitario,sua madre insegnante di scuolasuperiore, i fratelli e le sorelle inposti di responsabilità oltre lacortina di bambù. Lui era solidocome una quercia, laureato, gio-vane direttore di una centraleelettrica . Un giorno rabbrividendoscoprì che era infetto da lebbra .Cercò di curarsi ; ebbe migliora-menti e ricadute . Sentì parlare diColoane, e con la complicità diamici decise di raggiungere il"Villaggio della Madonna" . Scap-pò di notte, con una barca . Allequattro del mattino si presentòa Macau, e ottenne di essere ac-colto al lebbrosario.

Lam, curioso di vedere tutto,entrò anche nella chiesetta delvillaggio. Ci ritornò. Provò inte-resse per il Vangelo, lo lesse,poi lesse l'Antico Testamento .Domandò di seguire un corso diistruzione catechistica . Prese il

nome di Stefano al fonte batte-simale. Sta meglio e guarirà . In-tanto si rende utile più che può .Non solo nel campo dell'elettri-cità, dove ha un'autorità indi-scussa, ma anche nel fare scuolaai più giovani, nel coltivare i fiori•

perfino nell'aiutare in cucina .Stefano e Agnese, due casi fra

tanti. Salute del corpo e salutedell'anima a Coloane camminanoa braccetto . Il "Villaggio dellaMadonna" è un villaggio cri-stiano. Solo tre donne e otto uo-mini nonn hanno ricevuto il bat-tesimo. La vita cristiana è in-tensa . Al mattino quasi tuttipartecipano alla Messa, alla serarecitano il rosario e le preghiere,• ascoltano il pensiero della buonanotte. La Messa è comunitaria,in lingua cinese, secondo la nuovaliturgia, con breve omelia tutti igiorni. Le comunioni sono sem-pre pressochè generali . Si fannoi primi venerdì e i 24 del mese,la commemorazione di Don Bo-sco, l'esercizio della buona morte,• due volte all'anno gli esercizispirituali. Le novene, le proces-sioni e le accademie sono secondolo stile salesiano . E in sovrappiùfesteggiano anche le solennità delcalendario cinese .

La chiesa del villaggio era troppopiccola per accogliere tutti . Se nesta costruendo un'altra nel puntopiù bello dell'isola, e sarà dedi-cata alla Madonna Addolorata .Sulla facciata collocheranno uncrocifisso in bronzo alto due metri•

sessanta, dono prezioso delloscultore Francesco Messina .

Perchè rimangono

Un membro delle Nazioni Unitequalche mese fa fece visita aColoane. Quando si vide circon-dato di lebbrosi festanti, con lagioia negli occhi, con i loro fiori• i loro canti, non riuscì a capa-citarsi . Si era aspettato di vedereun tetro lazzaretto e aveva trovatoun piccolo eden . In realtà i leb-brosari di solito sono ben altra

2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 29: Bollettino Salesiano - UNISAL

cosa . Raoul Follereau, l'apostolodei lebbrosi, così ha descrittoquelli da lui visitati qualche annofa : « Gli Stati che ospitavano leb-brosi li respingevano in grandilager recinti di filo spinato, sorve-gliati da sentinelle e da cani .Arrivavano una volta al giornogli autocarri, e gli uomini getta-vano oltre le siepi di filo spinato isacchi di viveri e di medicinali conle istruzioni accluse, stampate . Ilebbrosi vivevano come sequestrati,ma erano già morti, e quandoqualcuno moriva veramente, il suocadavere era sotterrato dagli altriinfetti, perchè nessun sano osavasfiorare quelle membra corrose dalmale ».

Coloane differisce da questilebbrosari come il giorno dallanotte, come la serenità dal do-lore, come la speranza cristianadalla disperazione senza conforto .

È questo in fondo il motivo percui molti guariti, con tanto diautorizzazione medica che li rendeliberi cittadini del mondo, prefe-riscono restarsene lì, al villaggio .Il signor Chan, per esempio . Eraarrivato sei anni fa. Da un pezzosi è sbarazzato del suo male : ilmedico lo ha già dichiarato gua-rito a tutti gli effetti e gli ha spa-lancato le porte del lebbrosario .Lui è autista, e ha buone possi-bilità di sistemarsi fuori . Ha pa-renti che lo aspettano. Ma a Co-loane ha trovato con la salute delcorpo anche la fede . Ci ha pen-sato a lungo e ha concluso contutta semplicità : « Rimarrò qui aservizio dei miei fratelli» .

Perchè fanno così? La rispostaforse sta in queste altre parole diRaoul Follereau, che di lebbrosise ne intende : « I lebbrosi non vo-gliono la solidarietà umana, nètanto meno le elemosine. I lebbrosivogliono la carità cristiana » .A Coloane, appunto, l'hanno

trovata. Don Nicosia e le duesuore che lavorano con lui nonchiamano mai gli abitanti delloro villaggio col nome di lebbrosi,ma sempre col nome di fratellie amici.

27

Coloane (Macau) . Nel Villaggio dell'Addolorata don Nicosia, pur occupandosi dabuon padre di tutti i lebbrosi, ha le sue predilezioni per i giovani .

A Coloane non mancano gli onesti divertimenti, come voleva Don Bosco . Ecco unascena di un teatro composto e recitato dai lebbrosi .

II Vescovo di Macau mons . Paulo José Tavares ha una predilezione per la parte piùinfelice del suo gregge e visita frequentemente il lebbrosario : la foto lo presenta da-vanti alla chiesetta col gruppo degli uomini .

2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 30: Bollettino Salesiano - UNISAL

Questa rubricaha cento anni

La prima grazia di Maria Ausiliatrice veniva pub-blicata da "L'Unità Cattolica" cento anni fa, e pre-cisamente nel numero del 29 aprile 1866 . «Era laprima grazia - si legge nelle Memorie Biografichedi Don Bosco (VIII, 369) - che si pubblicava, affinedi provare coi fatti la bontà di Maria SS . verso co-loro che cooperavano all'edificazione della sua chiesain Valdocco e all'incremento delle imprese salesiane .Si voleva che il più illustre fra i giornali cattolicid'Italia avesse questo onore . Dopo questa pubblica-zione si sarebbe continuato, come infatti si fece, a darconoscenza al popolo cristiano di quanto la Madonnasotto il titolo di Ausiliatrice avrebbe meravigliosamenteoperato dal nuovo Santuario a vantaggio dei suoidevoti » .

Ecco il testo della grazia .

Viva Maria Ausiliatrice!

Ill.mo Sig. Direttore,Mosso dalle molte cose, che ogni giorno leggo a

favore della nostra Cattolica Religione nel pregia-tissimo giornale di V . S., mi feci animo a porgerlepreghiera di volere nelle colonne del medesimo pub-blicare la seguente relazione di guarigione straordi-naria, direi quasi miracolosa, che io ottenni ad in-tercessione di Maria Ausiliatrice . Da nove mesitravagliato da un malore che aveva aspetto di ossifi-cazione cancrenosa, io giaceva in un letto consu-mato dal morbo e da acuti dolori . Una parte delcapo e la guancia sinistra era venuta preda del morbovorace . Medicine d'ogni genere, valenti medici inparticolare ed in consulto erano stati da me richiesti,ma tutto inutilmente . La cosa in cui i periti dell'artesi accordavano, era questa : se il male veniva in sup-purazione, locchè già si conosceva inevitabile, sareimorto istantaneamente ; altrimenti avrei dovuto frabreve egualmente soccombere alla violenza del male .Pertanto in mezzo ai dolori ed alla tristezza, io ve-deva la morte che a grandi passi mi si andava ognigiorno avvicinando, senza speranza di farle ritardarel'arrivo fatale .

28

r,~. :. ., .

v

Ls~.~($ .~yx

,~'

In quel tempo per tratto di bontà l'ottimo sacer-dote Don Bosco venne a visitarmi, e dopo averintesa la narrazione della malattia, mi disse che al-cuni si erano raccomandati a Maria Ausiliatrice edavevano ottenuti non ordinarii favori e mi suggerìdi fare una novena a questa Madre Celeste, e : s Seda Maria otterrà la guarigione, mi diceva, porteràpoi qualche oblazione per continuare i lavori dellachiesa posta in costruzione in Valdocco, appuntosotto il nome di Maria Ausiliatrice ». Non avendopiù speranza nei mezzi umani, di buon grado miappigliai a quel suggerimento, e per nove giornila mia famiglia, amici ed io, per quanto il male melo permetteva, pregavamo all'uopo di disporre in mioprò per intercessione della B . V. la clemenza divina .

L'ultimo giorno della novena il prelodato sacer-dote si compiacque di rinnovarmi la visita, sempreconfortandomi nella speranza di Maria SS ., e, primadi lasciarmi, dopo breve preghiera, mi diè la bene-dizione e mi soggiunse che al domani avrebbe ce-lebrata la messa per me .

All'indomani alle sette e un quarto del mattinosi comincia la messa, da quanto mi venne narrato,e noi pregavamo in famiglia, ed alle sette e mezzomi sento un'esacerbazione del male, e mentre lospasimo mi faceva temere sinistre conseguenze, miaccorgo che comincia una violenta suppurazione .Il miglioramento comincia subito sensibile ed èperseverante . L'allegrezza si spande per tutta lafamiglia, ed in breve, potrei dire istantaneamente,mi trovo perfettamente guarito : e mi trovai guaritoda un malore che a detta dei medici era incurabilee qualora anche si fosse trovato metodo di cura,avrebbe richiesto mesi ed anni di dolorosa e difficileconvalescenza.

Ora io non solamente sono perfettamente guarito,ma godo di uno stato di salute tale, che anche primadella mia malattia non godevo . Questo favore loriconosco da Dio, ottenuto dall'augusta sua Madresotto il titolo di Maria Ausiliatrice .

La prima cosa che feci fu di ringraziare Iddio diun così segnalato favore, e tosto andai a compierela mia promessa con una oblazione per il novellotempio che maestoso si va elevando in questa cittànella regione di Valdocco .

Quale omaggio alla verità desidero che la presenterelazione sia letta o pubblicata nel modo che sem-brerà tornare a maggior gloria di Dio e ad onoredella Beata Vergine Maria .

Torino, il 29 marzo x866 .MORELLI GIUSEPPE,già sindaco di Caselle

Visto per la stampa :Can . A. Vogliotti, R . Ecclesiastico .

2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 31: Bollettino Salesiano - UNISAL

La Madonna dice : « Accontentalo! »

Oggi come cento anni fa è ancora sempre l'in-tervento di Don Bosco presso la sua Madonnache ottiene grazie e veri prodigi . Ecco una rela-zione ricevuta da Alessandria d'Egitto alla finedello scorso marzo.

Ero già stato operato di appendicite acuta .Tre mesi dopo mi ammalai nuovamente .All'Ospedale Italiano, dopo varie analisi, fuidimesso. Passarono pochi giorni e fortissimidolori all'addome mi costrinsero a ritornared'urgenza all'ospedale, dove fu riscontrata laperforazione all'intestino dovuta a tifo, di cuinessuno si era accorto, poichè le febbri alteerano state attribuite ad altre cause .

I medici, appena apertomi, volevano ri-chiudermi vedendo che non c'era più nullada fare. Assisteva all'intervento la Madre Su-periora, amica di famiglia, che li pregò ditentare l'operazione . Rimasi cinque giorni trala vita e la morte . Uno dei chirurghi, mioamico intimo, mi assistette per cinque notticonsecutive ; alla sesta, non si sentì più dirimanere perchè avevo cominciato a `rendere'e si prevedeva imminente la mia fine .

Quella notte io non ne potevo più e misentivo morire. Quando vedo nella mia stanzaSan Giovanni Bosco . Lo chiamo con ansia .E lui : "Che vuoi ?" . "Aiutami, non ne possopiù!". "Ebbene, domanda alla Madonna quelloche tu vuoi" . In quel momento a destra delmio letto era apparsa la figura di Maria Au-siliatrice . Piangendo la supplicai di salvarmi .La Madonna, rivolta a Don Bosco, gli diceuna sola parola : "Accontentalo!" . Allora DonBosco si avvicina al mio letto e, accarezzan-domi la testa, mi dice : `Dormi, stai tranquillo" .

Alle 5 del mattino seguente il chirurgo do-mandò alla suora come stavo, non avendo ilcoraggio di venire a vedermi morto . La suoravenne e mi trovò calmo e sereno. Pochi giornidopo potevo assistere alla Messa celebrata inringraziamento nella Scuola Salesiana proprioil 31 gennaio, festa di Don Bosco. Tutti attorno ame pregavano e ringraziavano Maria Ausiliatriceé Don Bosco. I medici, quando seppero la miaguarigione, confermarono unanimi che essi nonavrebbero più potuto far nulla per salvarmi .Alessandria d'Egitto

GIOVANNI BRUNOexallievo salesiano

CI HANNO PURE SEGNALATO GRAZIEAbbiati Lina - Acevedo Olga - Agazzini Carolina - Alessan-dria Mariangela - Aliberti Maria - Aliperta Olimpia - AlmigiAnna - Andreotti Iole - Ascenzi Elvira - Avenati Maria - Avi-dano Giuseppe - Bailoni Giuseppina - Baldussi Paola - Balla

Paolo - Ballero Giovanni - Balosso Giuseppina - BarbarelloMarcantonio Francesca - Barbieri Mercedes - Battista Con-cettina - Bazzano Ercole e Livia - Bedeschi Marianna - Bel-litteri Teresa - Bellone Luigia - Bellora Ceretti Vanna - Bel-losta Lucia - Beltrame Carina - Beltrami Antonietta e Cleofe -Beltramo Felicina - Benzi Ponzano Pierina - Berruto Fam . -Bertiglia Emilia - Bertolina Giovanni e Maddalena - BianchiLuigi - Bianchi Maria in Montolli - Bianco Irma - Bocca Carloe Maria - Bocca Rosa - Boccia Emilia - Bolloli Rosa - Bona-cina Romana - Bonaiti Stefano - Bondi Fausto - BonsignorioPaola - Borgini Giuseppina - Boria Egidio - Bormolini Mi-chele - Bosia Ghirardi Laura - Bottani Sorelle - Bracco Maria -Bravo Isolina - Briccarello Olimpia - Briga Caterina - Bri-gnolo Carmela - Brosca Alberico - Brunetti Giacinta - BruniAnna - Bruno Amalia e Figlia - Bocci Francesco - BuzzettoFrida - Caffaro Ines - Cai Teresina - Cailotto Teresina - Cal-darella Margherita - Caldori Loira - Campanari Maria - Can-delero Giacomo - Canepa Leonilde - Canta Fam . - CapellaroOdile - Capirone Teresa - Capra Lucia - Carena Rina - CarliInes ved . Pozzetti - Carlino Margherita - Camino Teresa -Casadei Claudino - Casassa Michele - Casazza M . Irma -Castagna Claudia - Castalnuovo Maria - Castellino Anna eLorenzo - Castelnuovo Bianca - Castiglione Maria - Casti-glioni Giuseppina - Castiglioni Venegoni Luigia - CavalliDelfina - Cavallo Domenica - Cavarola Onorio - CavigliaAngelo - Costabloz Agostina - Cesareo Elvira - Chillemi Rosa -Chioni Pirola Anna - Coccio Maurilio - Coel Maria - Cola-bianchi Giulia - Colombo Elvira - Colombo Luigi - ColonnaPaolo e Felice - Corbellini Fam . - Corbellini Nedda - Cor-naggia Ilde - Corona Aldo - Cortese Alda - Corti Assunta -Costantino Valeria - Covassi Giovanna ved . Spinotti - Cre-monesi Giulia - Cuberti Anna - Curto Rosario - DalboscoFam . - Dalle Margherita ved . Colosso - Dalmasso Rina eGiovanni - Damiano Pizzino Gaetana - Decarlini Andrea -De Cieco Modesta - De Cristofaro Franca - De Falco Giu-seppina - Del Gaudio Giovanni - Dell'Isola Antonio - Del-l'Oshel De Cossoi Ines - De Paoli Franco-Lina e Bruno -Dettoma Angela - Di Libero R . - Di Maria Anna - Di Mar-tino Carmela - Di Noto Orazio - Donatello Luigi - Donna-rumma Rosa - D'Onofrio Clotilde - Dorigo Antonia FabbriEmma - Fafigliola Silvia - Falanga Sarina - Fangazio Pieroe Carmen - Fassi Carmela - Fattor Ester - Ferraris Rina eCostantina - Ferrero Angela - Ferro Vola Giuseppina - Fer-ronato Maria - Fiducia dott. Antonino - Fiorito Giuseppe -Florio Maria - Fontana Vittoria - Formigalli Rosa - Forna-sier cav . Giuseppe - Fornelli Angela - Fornelli Margherita -Fossati Maria Rosa - Franzosi Lea - Fraticelli Pasquale - Fri-sone Giampiero - Gabetto Ida - Gagliano Antonietta - Ga-gliardi Elena - Galafioto Gaetano - Galimberti Gianfranco -Gallenca G. - Gallian Caterina - Gallino Fam . - Gallino Te-resa - Gambarini Edda - Gambino Carolina - Gariglio Spi-rito - Garrone C . - Gattuso Maddalena - Gerbino PromisCristina - Gertanni Rina e Giovanni - Ghigo Antonella - Gi-lardi Cesarina - Ghirardelli Franco - Giacosa Pasqualina -Giannini Raffaelina - Gianotti Giovanna - Gippini Anna-maria - Giudice doti. Giovanni - Giustetto Fratelli - GoggiaGiovanna - Golino Lucia - Golzio Giovanni - Gonella Ales-sandro - Grasso Gina - Griseri Mario - Guala cav . Alessandro -Gubatello Rita - Guidi Giuseppe - Invernale Santa - La DucaAntonino - La Monica Giuseppina - Lamperti Maria e Giu-seppina - Lano Angela e Giuseppe - Lanzellotti Aurora -La Piana Maria Antonina - La Torgia Ninetta - LeonciniRaimondo - Lerivano Terina - Lisa Lucia - Lodola Cate-rina - Lo Presti Tindari Giuseppina - Lupo Francesca - Ma-ciana Pasquale - Madaro Fam. - Madonini Bergomi Natalina -Magnino Fam. - Magrone dott . Pasquale - Maina Maria -Maina Valerio Domenico - Mancuso Concetta - 114anenteBruno - Mangiapane geom. Mario - Manzone Cesare - Man-zotti Carmela - Margarini Maria - Mari Giuseppina - MassaSilvia e Alessandra - Mattioli Domenica - Mattiuzzi Angela -Matutini Fulvi Caterina - Maugeri Nunzia - Meaggia Fran-cesca - Melchioni Maria - Melis Nina - Melle Maria - Mi-cheletti Veronica - Michetti Giovanni - Mili Mariano - Mi-raglia Angelina - Modica Santa - Molteni Caterina - MonaroGiuseppe - Montaperto Carmela - Montefameglio Marco -Monti Artenice - Morra Giuseppe - Nutini Rina - OcelliFam. - Odesti Cesare - Oliveri Gio-Batta - Olivero Maria -Olivieri Giuseppe e Caterina - Orlando Vincenza - Pace Na-tale - Pacifici Gabriella - Pampaloni Elvira - Pamumzio Anna -Pantusa Lina - Panzardi Lucia - Paraninfo Angelo - ParatoFam. - Parisi Rosina - Parrinello Leonarda - Pastorino Laura -Pastorino Maria - Penna Margherita - Pensabene Orsini Maria- Pensotti Tenca Maria - Pernigotti Lucia - Pernigotti Maria -Pesanu Putzolu Maria - Peveri Teresa - Pezzini Celestina -Piccin Pierino - Picicco Michele - Pini Rinaldi Marta - Pi-storello Antonio - Poggio Gabriella e Domenico .

292015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 32: Bollettino Salesiano - UNISAL

Grazia o miracolo?

Ero caduta in condizioni tali da temereconseguenze mortali. Invocando la Madonna,potei rialzarmi, via con forti dolori alla gambasinistra .

Non essendoci modo alcuno di fare unaradiografia nel Lazzaretto di Contratación,dove mi trovavo, e sperando si trattasse solodi strappo muscolare, mi fecero alcuni mas-saggi ; il male, però, si accentuava. Allora laDirettrice, comprendendo che i mezzi cura-tivi non erano adatti al caso, mi affidò a SantaMaria Mazzarello, chiedendo preghiere allacomunità e a tutti gli ammalati del Lazzaretto .

Non tardai a sperimentare l'aiuto della caraSanta : il viale infatti andava diminuendo no-tevolmente. Avuta poi l'occasione di recarmia Bogotà, la Direttrice volle farmi fare unaradiografia, da cui risultarono due fratture alfemore, ma perfettamente saldate .

Il radiologo, meravigliato, fece studiare ilcaso da uno specialista in traumatologia ;questi confermò il fatto, dicendo che in tantianni di professione medica non aveva mai co-statato un caso simile . La saldatura era cosìperfetta che sarebbe stato un andare controcoscienza, come affermò lo specialista, ordinarequalsiasi altra cura.

Se sia grazia o miracolo altri potrà giudi-care ; io so soltanto che caddi e mi frantumaiil femore in due posizioni delicate e che oral'osso è perfettamente saldato senza alcunacura medica, anzi con massaggi controindicatiin casi di fratture .Bogotd (Colombia)

SR. LILIANA GRASSI - F.M.A .

Le fissa anche il tempo della grazia

Una mamma della tribù "Xavantes" portòall'ospedaletto della Missione il suo bambinodi nove mesi ammalato . Si cercò di curarlocome si poteva, ma non essendoci medici,non si sapeva neppure diagnosticare il male .

Il piccolo Abel - così si chiamava - dopoun mese di cure continuava sempre a pian-gere di dolore giorno e notte . Pareva che ilsangue gli si fosse trasformato in pus, che gliusciva in gran copia anche dalle orecchie,mentre le pupille gli diventavano bianche, etutto il corpicciolo tremava dolorosamente,senza cessare un istante .

Dopo aver tanto pregato insieme alla Co-munità, una sera, non potendo più reggeredinanzi allo strazio di quel povero piccino,

30

mi rivolsi con fede a Santa Maria Mazza-rello, dicendole : «Perdonami se non ti hoinvocata prima, e fa che questo bambino do-mani cominci a migliorare )a .

Il giorno seguente, il bimbo si tranquillizzòe continuò nel miglioramento fino alla com-pleta guarigione.Ora sta bene, è allegro e vivace come se

non fosse mai stato ammalato ; e senza darcialcun disturbo, rimane tutto il giorno connoi, lasciando libera la mamma di lavoraretranquillamente in campagna .Sangradouro (Brasile)

SR. IBRANTINA PANIAGODirettrice

Madre e figlia prodigiosamente aiutate

Alcuni anni fa mia figlia, ricoverata al-l'ospedale per appendicite, dovette essere ope-rata anche per peritonite. I medici, però,dissero che nonostante gli interventi, nonv'era più nulla da fare ; allora posi la reliquiadi Santa Maria Mazzarello sulla ferita dellamalata, invocandone la guarigione. In menodi otto giorni mia figlia, dichiarata fuoripericolo, potè lasciare l'ospedale e i medicidissero che la sua guarigione poteva consi-derarsi un vero miracolo .

Anch'io ho sperimentato l'efficaciaì d'inter-cessione della Santa, alla quale avevo affidatol'esito di un'operazione agli occhi, andatabene nonostante le previsioni dei dottori .Milano

GIUSEPPINA DE GIORGI

Non c'era più speranza di salvarla

La mia piccola Aba si ammalò il 18 aprile1963 di nefrosi lipoidea, senza speranza diguarigione. Mi rivolsi costernata alle Suoredella Scuola materna "Virginia Agnelli", chela bimba frequentava, per implorare preghiere .La suora portinaia, a cui raccontai il mio pie-toso caso, mi fece dono di una reliquia diSanta Maria Mazzarello .

Affidai subito la mia piccina alla sua prote-zione, iniziando una fervorosa novena ; al se-condo giorno appena la bimba fu dichiaratafuori pericolo . Rimase ancora all'ospedale finoal 29 giugno in osservazione ; ed ora godebuona salute, come dichiarò lo stesso profes-sore, dopo averla sottoposta ad un nuovoesame .Torino

FRANCA MASUERO IN PERADOTTO

2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 33: Bollettino Salesiano - UNISAL

La macchina si apree il bimbo vola via

Stavo rincasando con i miei due bambini.Per l'ora tarda spinsi la macchina a velocitàelevata . A un tratto una porta si aprì e l'ariastrappò e portò via il piccolo Gian Battistadi due anni e mezzo, che stava ritto davantial cristallo . Bloccai sull'istante le ruote, mala macchina proseguì per una quindicina dimetri, in un cigolìo agghiacciante .

Col fiato sospeso tornai sui miei passi, quasiper raccogliere i resti del figlio . ila quale nonfu la mia meraviglia quando mi vidi il figlio-letto davanti che gridava nel pianto : « Papà » .Era evidente un intervento celeste . Ne ebbila conferma all'ospedale di Schio, dove tra-sportai il figlio . Il piccolo, sottoposto ai raggi,fu trovato illeso, senza neppure una contu-sione. Ecco le parole del primario : « Se credein Dio e nei Santi, faccia celebrare qualcheMessa » .Attribuisco la grazia a Domenico Savio,

sotto la cui protezione mio figlio è statoposto fin dalla nascita . Il santino ha certa-mente sorretto il mio piccolo quando nel suovolo spaventoso rasentava un paracarro e unpalo telefonico e veniva sbattuto nel fossatovicino .

Siamo riconoscentissimi al piccolo grandeSanto .Piovene Rocchette (Vicenza)

FIRMINO CARRETTA

Prof. Dott . Domenico Perini (Chioggia - Venezia) perdivozione a S . D . S . gli intitolò una scuola media e furicompensato con valida assistenza in una malattia .Margherita e Domenico Gola (Torino) per grazia diS. D. S . hanno avuto due gemelli, felicemente, controle umane previsioni .Carmelita Cavallero (Voghera - Pavia) per la protezionedi S . D . S . ebbe salvo un bambino cagionevole perchènato prematuro .Una F. M . A . (Torino) validamente assistita da S . D . S.potè riprendersi da seria malattia .Giuseppe Sonzino (Monteu Roero - Cuneo) ebbe salvoil suo piccolo Mauro operato di stenosi pilorica dopodue giorni dalla nascita .Anna e Giuseppe Zenari (Montorio - Verona) sono rico-noscenti a S . D . S . per la prima creatura avuta .Romana Demaria (Alba - Cuneo) ha sperimentato duevolte la protezione di S . D. S . sulla sua cara bimba .Lina Sortino (Palermo) in un momento di trepidazioneper sè e per la creatura sperimentò la protezione diS. D. Savio .Angelo Codiroli (S . Antonio V. M . - Ticino, Svizzera)ebbe salvo il primogenito, nato prematuro, raccoman-dandolo a S. D. Savio .Maria Enrica Molinari (Saluzzo - Cuneo) con invocazionia S. D . S . ebbe guarito il figlio da maligna foruncolosiribelle alle cure .

CARD. ALFONSO CASTALDOArclvescovo di Napolit il 3 marzo all'età di 76 anni

Quando la violenza del male ne stroncò ogni resi-stenza fisica, si raccolse in preghiera e volle, dopo chegli fu amministrato il Sacramento degli infermi,baciare le ampolle che racchiudono il sangue diSan Gennaro. Il suo fu il saluto del figlio devoto alSanto di Napoli ; e il Santo gli diede un segno dellasua particolare benevolenza : i canonici infatti viderochiaramente che alcune gocce di sangue si eranoliquefatte come nei giorni del miracolo . Il Cardinalesorrise e fu quello il suo ultimo sorriso sulla terra .

Il sentito dolore del popolo napoletano, che inin-terrottamente per tre giorni ha sfilato in preghieradavanti alla salma, come l'imponente corteo funebreal quale hanno preso parte parecchie centinaia dimigliaia di persone di ogni età e di ogni ceto sociale,dicono quanto egli fosse amato .

Il Cardinale Castaldo fu veramente il Pastorebuono, sensibile a tutte le necessità spirituali e ma-teriali del suo gregge : ma ebbe una particolare pre-dilezione per gli umili, per i poveri, per i bisognosilo attestano le imponenti opere caritative realizzateper accogliere i vecchi, l'infanzia e la gioventù,porzione eletta del suo cuore .

Amava Don Bosco e lo dimostrò col parteciparecon gioia alle feste salesiane, alle quali apportò sem-pre il contributo della sua parola di Padre e il lustrodella porpora cardinalizia . Era felice di trovarsi trai fedeli e soprattutto tra i giovani delle nostre nu-merose opere dell'Archidiocesi napoletana, e si di-ceva lieto di poter così dimostrare di essere Coope-ratore salesiano. Presiedeva volentieri i convegni deiSacerdoti Cooperatori dell'Archidiocesi e voleva cheessi da Don Bosco apprendessero l'amore per i gio-vani e per l'Oratorio . Durante il suo governo volleanche affidare ai Salesiani una parrocchia in unrione popolare di Napoli, dedicandola a San Gio-vanni Bosco .

La Famiglia salesiana, riconoscente, si è unita allutto dell'Archidiocesi di Napoli e della Diocesi diPozzuoli nel ricordo commosso e nel suffragio perl'anima eletta del compianto Porporato .

3 12015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 34: Bollettino Salesiano - UNISAL

SALESIANI DEFUNTIDon Lorenzo GagginoÈ mancato a Roma più che ottuagenario il 22 marzo scorso, dopo di esserepassato attraverso la dura prova di una paralisi che fermò improvvi-samente sette anni fa la sua instancabile attività di sacerdote . In que-st'ultimo periodo di vita emerse il suo spirito di fede e di sacrificio,di preghiera e di serena rassegnazione, così come durante il suo lungoapostolato avevamo ammirato in lui il lavoro indefesso per le anime,l'ardore della predicazione, il carattere battagliero ed entusiasta perla causa del bene . Fu parroco, direttore di oratorio, incaricato di varieopere giovanili, cappellano militare. Lo scoppio dell'ultima guerralo trovò parroco di Tobruk, e là visse con abnegazione veramenteeroica tutte le dolorose vicende delle nostre truppe . Nel travagliodella guerra apparve più luminosamente quello che don Gagginoè stato durante tutta la sua vita : un sacerdote dallo zelo ardente e co-raggioso al servizio solo del Signore e delle anime.Don Vincenzo Spano t a Roma (Pontificio Ateneo Salesiano) .È il primo confratello che il Signore ha voluto chiamare a sè dallanuova sede del Pontificio Ateneo Salesiano . L'offerta che il caro donVincenzo ha fatto di sè al Signore è stata pronta e generosa, conclu-sione di una vita che era stata tutta una donazione, nella semplicitàdell'apostolato sacerdotale e salesiano . Laureato in scienze e in filo-sofia, don Spano aveva davanti a sè una bella prospettiva di lavoroscientifico e di apostolato, e aveva alimentato le più belle speranzeper i risultati ottenuti tra i giovani di vari istituti, tra i nostri chiericie nell'attività della stampa. Il gioioso sacrificio della sua vita confortail papà e la famiglia e lo innalza come luminoso richiamo di fede, diumiltà e di impegno sacerdotale al nostro Ateneo .Don Ermenegíldo Boscardin t nella Clinica "Madonna del Grappa"di Bassano.Mons. Stefano Ferrando, che lo ebbe per tanti anni valido collabo-ratore nella Missione dell'Assam, scrive di lui : a Un atleta, pionieredi Gesù nelle trincee più avanzate: tale fu don Boscardin nei suoi4o anni di vita missionaria . Egli aprì quattro nuovi campi di lavoroin terra ancora vergine, in condizioni difficilissime, vero ardito ederoico battistrada di Cristo nella giungla, che per il suo zelo inarre-stabile si trasformava e fioriva in un giardino con scuola, ampi cor-tili e una bella chiesa n . Solo un male terribile - un cancro alla man-dibola inferiore - lo arrestò . Allora il caro don Gildo cambiò il lettoin altare offrendosi vittima per la sua diletta Assam . Per due annisoffrì immobile, egli che era stato sempre in moto . Dio lo chiamò alpremio proprio nel giorno in cui, nell'ultima Missione da lui aperta,si compiva il suo sogno con l'inaugurazione dell'edificio per le scuole .Don Giuseppe Bezerra t a Niteroi (Brasile) a 88 anni .Don Giovanni Sobel t a Coxipò da Ponte (Brasile) a 85 anni .Don Stanislao Adalberto Krygíer t a Oswiecim (Polonia) a 79 anni .Don Giusto Ducco t a Buenos Aires (Argentina) a 78 anni .Don Federico Harrer t a Bamberg (Germania) a 73 anni .Don Alfredo Varga t a Balassagyarmat (Ungheria) a 72 anni .Don Enrico Kreutzjans t a Lorup (Germania) a 71 anni .Don Defendente Defendí t a Bolgare (Bergamo) a 62 anni .Don Andrea Víjverberg t a 'S-Heerenberg (Olanda) a 51 anni .Don Giovanni Rynkowski + a Trzebicko Gorne (Polonia) a 5o anni .Coad. Giuseppe Borri t a Piossasco a 67 anni .Coad. Luigi Adame t a S . Luis Potosí (Messico) a 56 anni .

COOPERATORI DEFUNTIS . E. Mons . Dionigi Casaroli, Arcivescovo di Gaeta, t a 97 anni .

Nato a Minerbio e compiuti gli studi nel Seminario di Bologna,svolse un ministero sacerdotale vario e ricco, che lo rese caro a tuttele popolazioni della zona . Eletto Arcivescovo di Gaeta nel 1926, iniziòla sua missione pastorale con queste parole: « Vengo in mezzo a voiper servire», che furono il programma dei quarant'anni di lavoro epi-scopale . La seconda guerra mondiale rappresentò per mons . Casa-roli un vero calvario : prima ramingo sulle montagne con la sua po-polazione, poi prigioniero in un campo di concentramento a 74 annidi età e finalmente esule a Roma, dove Pio XII lo colmò di gentilezzee di premure paterne e dove fu ospite per qualche mese dei Salesianial Sacro Cuore, partecipando alla mensa dei tre Superiori che il RettorMaggiore aveva inviato a Roma per dirigere la parte della Congrega-zione staccata da Torino . Don Bosco gli dava così un piccolo, macommovente segno della sua riconoscenza per il gran bene che avevasempre voluto ai suoi figli . Mons . Casaroli, infatti, fin dal 1928 erariuscito a ottenere dal servo di Dio Don Filippo Rinaldi che i Sale-siani andassero a Gaeta e prendessero possesso dell'ex convento deiFrancescani, allora caserma, che dal demanio militare era stato ce-duto alla Curia . Ai Salesiani volle anche affidare l'annessa monumen-tale Chiesa di San Francesco . Incoraggiato e sostenuto dalla paternabontà dell'Arcivescovo, il primo direttore don Masera ben prestosi era attirato la stima di tutti i Gaetani, aprendo la via a quella pro-ficua opera di bene che i Salesiani in questi quarant'anni hanno svoltotra gli aspiranti salesiani e la gioventù gaetana che frequenta l'Ora-torio festivo. Mons. Casaroli a chi gli chiese un giorno il segreto deisuoi successi, rispose : "La Fede" . Realmente la Fede gli ha fatto per-correre animoso il lungo calvario ; ma fu il suo grande amore a Dioe alle anime che gliene fece accettare sorridente le spine .Don Pietro Mareina t a San Bernardo d'Ivrea a 77 anni .Nell'Oratorio di Valdocco, in un ambiente ancora tutto dominato dallapresenza spirituale di Don Bosco da poco volato al Cielo e sotto l'influssobenefico del suo primo successore, il venerabile don Rua, il piccolo Pietromaturò la sua vocazione al sacerdozio . E fu, per oltre mezzo secolo, il

32

PREGHIAMO PER I NOSTRI MORTI

sacerdote zelante che mentre aspira di continuo a perfezionarsi davantia Dio, profonde per le anime a lui affidate le ricchezze del suo instancabileministero pastorale . Tale fu la vita di don Mareina da viceparroco, dacappellano militare durante la prima guerra mondiale e nei 39 anni incui fu parroco a San Bernardo d'Ivrea . Grande conforto al suo cuore affe-zionato a Don Bosco fu sempre il pensiero della vocazione salesiana delnipote comm . Giacomo Pagliassotti .Virgilio Borino t a Villata (Vercelli) il 21-11-1966 .Godeva di essere fratello di tre Salesiani : il noto studioso don GiovanniBattista Borino (Roma), don Luigi (Piossasco) e il coadiutore Valentino(Milano) . La sua gioia fu al colmo quando poté anche essere papà di unaFiglia di Maria Ausiliatrice . Degno cristiano e Cooperatore salesiano,ebbe in morte dal Parroco il pubblico elogio di "Uomo di preghiera" .Cav. Giovanni Víanzone t a Torino .Ecco una vita che non conobbe riposo . Nella famiglia tra i numerosifigli, nell'impiego, nella parrocchia e nell'oratorio profuse tutte lesue energie con profondo senso di onestà e dedizione . Collaborò an-che con il Centro Ispettoriale dei Cooperatori, portandovi la sua notacaratteristica di ottimismo, di fede concreta e di amore a Don Bosco .Torquato Meano t a S . Ambrogio (Torino) il 31 gennaio.La sua vita fu un costante esempio di vita cristiana vissuta fino al-l'eroismo e di amore sincero alle opere salesiane . Negli ultimi istantifu sentito bisbigliare : « Sono contento di morire oggi, festa di DonBosco, anche perchè gli ho donato la mia cara figliuola nell'Istitutodelle Figlie di Maria Ausiliatrice a .Pietro De Zanche t a Caselle di Tencarola (Padova) .Nobile figura di Zelatore salesiano, visse fino a tardissima età diffon-dendo intorno a sè ammirazione e simpatia per l'Opera Salesiana,ma specialmente le divozioni a Maria Ausiliatrice e a Don Bosco .Giuseppe De Marco t a Elisabeth, New jersey, USA, a 51 anni .Cattolico esemplare, attivissimo Cooperatore, consigliere apprezzatodei salesiani di Elisabeth, fu chiamato al premio improvvisamentementre teneva un discorso alla folla dei parrocchiani .Caterina Zito f a S. Agata Militello a 86 anni .Anima eucaristica e anelante alla perfezione cristiana, d'accordo conla sorella Giulia, si privò in giovane età dei suoi beni per aprire dueistituti per l'educazione della gioventù del paese . Fervente Coope-ratrice e insigne benefattrice delle Opere salesiane, per la cura dellagioventù femminile chiamò le Figlie di Maria Ausiliatrice, che da5o anni vi svolgono la loro attività . Per . il ramo maschile, dopo unventennio, chiamò i salesiani, ai quali fece trovare preparato l'Isti-tuto "Sacro Cuore", appositamente costruito. Se in S . Agata Mili-tello si fa tanto bene, si deve alla grande generosità delle Sorelle Zito,che pur avendo ereditato molti beni, vollero condurre una vita dinascondimento, di semplicità e di povertà evangelica .Temporelli Maria ved. Crevacore t a Veruno a 86 anni .Visse di fede, sempre e solo preoccupata del bene e non mai di sestessa . Venne chiamata al premio dopo aver sopportato pazientementele sofferenze che il Signore volle mandarle . La gioia più grande dellasua vita fu quella di aver potuto donare a Dio nella CongregazioneSalesiana il figlio don Alfonso, missionario in Giappone .Isabella Moscatelli t a Colleferro (Roma) il 10-2-1966 .Cooperatrice fervente e pia, assidua agli incontri mensili, con l'esem-pio e con la parola educò i suoi otto figli al lavoro e alla preghiera.Aperta a ogni opera di bene, lascia una scia di bontà e di apostolato .

ALTRI COOPERATORI DEFUNTIActis Ottorino - Barracu Caterina - Beltramo Carlo - Betolini For-nara Albina - Bevilacqua Amalia - Bosco Gemma - Bosisio Maria -Cadeddu Giovanna - Caglieris Maria - Calcabrina Vittoria - CanatiMelania - Casarotti Giuseppe - Castellino Felicita - Cavagnis Linda -Cerrato Battista - Consegni D . Marsilio - Consolaro Eugenio - Cro-sazza Augusto - Cusin Giulia - Dalla Torre Giuseppina - DemichelisCaterina - Demichelis Celestina - D'Onofrio Bianca - Durante Anna -Esposito Buonerba Elisa - Facchini Emma - Falaguerra Roberto -Fattori Edelwaiss - Fava Demichelis Margherita - Ferrari Giovanni -Finauro Roberto - Fochesato Matilde - Fornara Natalina - FurlanArmando - Fuschi Rosa - Gabbiadini Angela - Gallo Giovanni - Ga-spardo Cirillo - Gasperini Ave. Gr . Cr . Gino - Giandotti Cav. Ma-rio - Goffi Elvira - Gorisi Enrica - Granzino Secondo - GuarnacciMons. Raffaele - Guerra Amelia - Incao Valentino - Lalla Suor An-nunziata - La Rosa Emilia - Lazzarini Ida ved . Casali - Levet Tito -Lucania Giuseppina - Macorin Antonia - Mantovani Almerina -Marino Domenico - Masala Peppino - Masala Peppino fu Daniele -Melchiorre Ermelinda - Meneguzzo Angelo - Mereu Leonarda - Mi-gliorini Ida - Minella Luigina - Monterumici Maria - MorgantiniTeresa - Morselli Alceste - Muraro Giov. Battista - Passariello Clelia -Permunian Ruffani Augusta - Perucca Maddalena - Piacentini An-tonio - Piras Maria Giuseppa - Pisano Domenico - Precivale Giu-seppe - Provero Eusebio - Puddu Licheri Antoniangela - PuzzoluPasquale - Radice Natalina - Raffa Maria - Ragusi Elisa - Reale Ca-terina - Rebaudi Aprosio Ida - Rinaldi Maria - Roberi Teofilo - Ro-sati D . Salvatore - Rossi Giulia - Rossi Pietro - Sanna Mariantonia -Santagiuliana Domenico - Sardo Francesca - Schiavo prof. Fran-cesco - Schettino Angela - Scrignoli Luigia - Serra D . Camillo - Sica .Rubina - Silvestri Domenica - Tansini Giuseppe - Tardivi Bianca -Terrosu cav . Luigi - Tescari prof. Onorato - Tinivella Cesare - Tom-masi comm . dr . Corrado - Torretta rag. Enrico - Vernengo Lazzaro -Vignaroli Clara - Villa Roberto - Zaccaria Giuseppe - Zani Antonio -Zenoni Nino - Zinna Carolina .

2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 35: Bollettino Salesiano - UNISAL

Borsa : Mons. Vincenzo Cimatti, a cura diFerrero Ida (Torino). L . 50 .000 .Borsa: Mons . Augusto Smeraldi, in suffragio ericordo, a cura della nipote Augusta Smeraldi,Porretta Terme (Bologna) . L . 50.000 .Borsa: Lino e Antonino Faldetta, in suffragioe ricordo, a cura della famiglia Faldetta(Pisa) . L. 50 .000 .Borsa: Gesù Sacramentato, Maria Ausilia-trice e Santi Salesiani, proteggete la mia fa-miglia, a cura di Carrobbio Camilla (Colzate-Bergamo) . L . 50 .000.Borsa : Anime Sante del Purgatorio, a cura diN.N. L. 50 .000 .Borsa : S. C. di Gesù, Maria Ausiliatrice,Don Bosco e Don Rua, p .g .r., a cura di A. Fer-raro (Torino). L. 50 .000 .Borsa : Dott. Giuseppe Solera, in memoriaeri-cordo, a cura della famiglia. L . .50 .ooo .Borsa: Maria Ausiliatrice e S . G. Bosco,pregate per noi e proteggeteci sempre, a curadi P. G . e C . (Torino) . L . 50 .000 .Borsa : Cavallari-Murat Galileo e Rosina, peri missionari in India, a cura di Cavallari-MuratAugusto (Torino). L . 50 .000.Borsa: Beato Giovenale Ancina, p .g.r., a curadi Maria Garnero (Frassino-Cuneo) . L. 50 .000 .Borsa: Bernardino Tavolada, in suffragio e ri-cordo, a cura dei coniugi Tavolada (Rivoli-Torino) . L . 50.000 .Borsa: Maria Ausiliatrice, a cura di MariaSavelli Feyles (Genova Sestri). L. 50 .000 .Borsa: Masera Prospero Rino, a cura di D'Ago-stino Maria ved . Masera (Trofarello). L . 50 .000 .Borsa: Don Rinaldi, in suffragio dell'animadi Penna Manrico, a cura dei coniugi prof.Alessandro Costanzo e Zemira CostanzoPenna (Roma) . L . 50.000 .Borsa: Luigi e Maria Re, in suffragio e ricordo,a cura di Gianna Torri Re e consorte (Ber-gamo). L. 50 .000 .Borsa : Girola Giuseppe, a suffragio e ricordo,a cura di M. V . v. G. (Varese) . L . 50 .000 .Borsa : Pio XII, affinchè il Signore gli concedapresto gli onori dell'Altare e implorando pro-tezione, a cura di Ines Ghezzi (Casalmaggiore) .L. 50 .000.Borsa : Grigi Don Tolmino, a cura della fa-miglia Brigi (Verucchio) . L . 50 .000 .Borsa : Missionario, salva anime e prega perle intenzioni di C. A . Z. L . 52.000 .

Borsa : Maria Ausiliatrice, S. G . Bosco e DonPietro Berruti, a cura di Alberto Arnodo(Roma). L . 50 .000 .Borsa: Don Angelo Amadei, a cura di ZuccaItalo (Torino) . L. 50 .000 .Borsa: Don Michele Rua, a cura di ComastriEnnio e Mamma (Roma) . L . 50 .000 .Borsa: Don Ferdinando Ferrar!, in memoria esuffragio, a cura di Angela Maria Valsecchi,Franco e famiglia (Como) . L. 50 .000 .Borsa : Madonna dei Mughetti, a cura di LuigiVecchio (Pray-Vercelli). L. 50 .000.Borsa : S. G . Bosco, in suffragio della mamma,a cura di N. N . (Ascoli Piceno). L. ioo .ooo .Borsa : Maria Ausiliatrice, S . G . Bosco eS. Lucia, proteggeteci sempre, a cura di Gennaroe Immacolata Basso (Grumo Nevano-Napoli).L. 5o .ooo.Borsa: Anime del Purgatorio, a cura dei co-niugi Martina (Orbassano) . L . 50 .000 .Borsa : Lovati Michele, exallievo di Lombriasco,in suffragio e memoria, a cura dei genitori(Sedriano-Milano). L. 50 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice e S . G. Bosco, acura di Cagliero Maria (Torino) . L. 50.000 .Borsa : Maria Ausiliatrice, Sacro Cuore diGesù e S . G . Bosco, p.g .r ., a cura di Bia Ester(Collecchio-Parma). L . 50 .000 .Borsa: San Francesco d'Assisi, Don LuigiOrione, papa Giovanni XXIII, p .g .r., e da rice-vere, a cura di M . L . C . (Arenzano) . L . 50 .000.Borsa : Maria Ausiliatrice, S. G . Bosco, a curadi N. N. (Torino) . L. 50 .000.Borsa : Servo di Dio mons. Luigi Olivares, acura di Giuseppe Cubeta (Messina) . L . 50.000 .Borsa : S . G . Bosco, invocando protezione, acura di Rina e Edoardo Valli (Parma). L. 55 .000 .Borsa : SS . Cuori di Gesù e di Maria, salvatel'anima mia e quella dei miei cari defunti,a ricordo del 5o° anno di iscrizione fra i Coo-peratori Salesiani, a cura di un Valtellinese .L . 50 .000 .Borsa : Regina delle Missioni, a cura del prof .Francesco Calderaro (Palermo) . L. 50 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice, invocando grazie, acura dei coniugi N. G . T . (Savona) . L. 50 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice, S . G. Bosco, acura di Rosset Palmira ved . Fondon (Nus-Aosta) . L. 50 .000 .Borsa : S . Gemma e S. G . Bosco, a cura di SalsiWalter (Varese) . L. 50 .000 .

CROCIATAMISSIONARIA

TOTALE MINIMO PER BORSA L. 50.000• Avvertiamo che la pubblicazione di una Borsa incompleta si effettua quando il versamento ini-ziale raggiunge la somma di L. 25.000, ovvero quando tale somma viene raggiunta con offerte successive•

Non potendo fondare una Borsa, si può contribuire con qualsiasi somma a completare Borse già fondate

BORSE OOMPLETE

Borsa : Regina delle Missioni, proteggi iseminaristi Indiani, a cura di don GiovanniPalombella (Acquaviva delle Fonti, Bari) .L . 50.000 .Borsa: S. G . Bosco, proteggimi, a cura di Ste-fania Domenico (Bologna) . L . 50 .000.Borsa: Maria Ausiliatrice, S. G. Bosco, S . D .Savio e Don Seriè, a cura di Mastrilli Ofelia(Monteverde-Avellino) . L . 50.000 .Borsa : Mons . Vincenzo Cimatti, a cura di An-tonio Dolce (Montebello di Bertona, Pescara) .L . 50 .000 .Borsa : Cuor di Gesù, confido in Voi, a cura diLina Mangini (Genova) . L . 50 .000 .Borsa: Maria Ausiliatrice, papa Giovanni XXIIIe Santi salesiani, invocando protezione, a curadi Avataneo-Ansaldi Lucia (Poirino-Torino) .L. 50 .000.Borsa: Maria Ausiliatrice e S . G. Bosco,esauditemi, a cura di Zucco Caterina (Udine) .L. 50 .000 .Borsa : S . G . Bosco, proteggi la mia famiglia, acura di Passarin Gianna (Vicenza) . L. io0 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice, S. G . Bosco eS. D. Savio, nel 50^ anniversario di laureainvoco preghiere per me e per i miei cari vivi edefunti, a cura del dott. Pietro Filippello (Ma-cerata) . L . 50 .000 .Borsa: Cav. Fagiolo Tommaso, a cura dellamoglie Cesira (Genzano, Roma) . L. 50 .000.Borsa: Maria Ausiliatrice e S . G. Bosco,secondo le intenzioni di Adelaide Laini (Mi-lano) . L . 50.000 .Borsa : Maria Ausiliatrice, a perenne riconoscenzap .g.r . e a suffragio dell'anima di Amedeo Laz-zaretti, a cura di Caterina Lazzaretti Stagni(Roma) . L . 50 .000.Borsa : Gesù Sacramentato, Maria Ausiliatrice,S. G . Bosco e Santi salesiani, per ottenere unagrazia spirituale, a cura di G.C.B . (Torino) .L. 50 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice, Ven. Don MicheleRua, in suffragio del marito Naton Vincenzo,a cura di Naton Lina (Murano). L . 50 .000 .Borsa : S . G . Bosco, in suffragio dei defunti dellafamiglia Del Signore (Chiavari) . L . 50 .000.Borsa: Sacro Cuore di Gesù, Maria Ausilia-trice e S . G. Bosco, in suffragio dei genitori einvocando protezione sulla propria famiglia,a cura di Michelina Gorini Melis (Cagliari) .L. 50 .000 .

(coxnxvs)

2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

Page 36: Bollettino Salesiano - UNISAL

i libri della 5*_ME

SOCIETÀ EDITRICE INTERNAZIONALECorso Regina Margherita, 176 - Torino - C . .C . Postale n . 2/171

un libro unico e preziosoH. CAFFAREL - A. M. CARRÉL. LOCHET - A . M . ROGUET

L'AMORE PIÙ FORTEDELLA MORTEPagine 446 • L. 1900

La Scala di Giacobbe 12

Questo libro - il primo e sinora l'unico a nostraconoscenza - si rivolge alle vedove, affronta i lorospecifici problemi : vuoi aiutarle a scoprire nel lorolutto, nonostante tutto, una vocazione .A queste pagine, nate da una esperienza viva, do-lorosa, solcata talora da scorci tragici, hanno colla-borato direttamente e indirettamente molte donne-cuila morte ha strappato di fianco lo sposo

Nelle migliori Librerie e direttamente presso la

Spedizione in abbonamento po-stale - Gruppo 20 - la quindicina

BOLLETTINO SALESIANO

Si pubblica 11 1° del mese per i Cooperatori Salesianii1 15 del mese per i Dirigenti della Pia Unione

S'.invia gratuitamente ai Cooperatori, Benefattorie Amici delle Opere Don Bosco

.Direzione e amministrazione :via Maria Ausiliatrice 32, Torino - Telefono 48.29 .24

Direttore responsabile Don Pietro Zerbino

Autorizzazione del Trib. di Torino n. 403 del 16 febbraio 1949

Per inviare offerte servirsi del conto corrente postalen . 2-1355 intestato a :Direzione Generale Opere Don Bosco • Torino

Per cambio d'indirizzo inviare anche l'indirizzo precedente

Officine Grafiche SEI • Torino2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it