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BOLLETTINOSALESIANO

Anno LXVII - N . 9

1 ° Settembre 1943

SOMMARIO: Un miracolo che continua . - Sotto la cupola dell'Ausiliatrice . - In famiglia: Italia, Spagna . - Cor-rispondenze : da Beckford, Egitto, Palestina, Canarie, da oltre Oceano . - Dalle nostre Missioni : India, Giappone .

Notizie brevi . . Tesoro spirituale . - Necrologio . - Crociata missionaria

Un miracolo che continuaIn occasione dell'inaugurazione delle nuove

Scuole Salesiane di Madrid (v . Bollettino diaprile, pag. 56), il Ministro dell'Educazione

Nazionale di Spagna, Ecc, Dott. Ibanez Martin,tenne nel «Teatro Español » un discorso ma-gistrale esaltando il prodigio pedagogico diD. Bosco . Crediamo di far cosa grata ai nostriCooperatori riportandolo quasi integralmentepcrchè è pure un documento eloquente delsincero spirito cristiano che anima la Spagnarisorta .

Un fatto prodigioso della vita dell'insigneFondatore delle Scuole Salesiane ha, per noiche viviamo sotto la nobile inquietudine deiproblemi dell'educazione, un valore simbolicofondamentale. .Quando un giorno il pane con cui quel degno

Sacerdote esercitava la sua generosa carità tral'infanzia povera ed abbandonata di Torino, fuinsufficiente a saziare la fame ed il bisogno di

quellaturba lacera e misera, la misericordia delSignore fece sì che i pani si moltiplicasseromi-racolosamente nelle mani di quell'uomo ecce-zionale .

Tutto il resto, nella vita di San GiovanniBosco, non è che una ripetizione di questo pro-digio, convertito ormai in fenomeno normaledella vita quotidiana . Poichè la storia di questo

virtuoso pedagogo italiano ebbe la qualità fon-damentale di fare sì che attraverso a lui si mol-tiplicasse - come si sdoppierebbe nella variagamma dell'iride un raggio di sole che filtrasseattraverso un prisma - la virtù suprema dellacarità che, come un vivo raggio di luce, avevainvestito per volontà di Dio il cuore puro di chidoveva essere in seguito figlio prediletto dellaChiesa .

Dalla carità nacque precisamente in San Gio-vanni Bosco il più forte, durevole ed eterno deidogmi pedagogici . Perchè tutto ciò che non sia losdoppiamento dell'uomo nella funzione educa-trice, tutto ciò che non significhi trasmettere achi si educa più di quanto si ha ricevuto da chici ha educati, non potrà mai considerarsi comevera opera educativa . Come nella parabola deitalenti del Vangelo, più fu richiesto da chi piùaveva ricevuto, il pedagogo che ha ricevuto piùtalenti sarà giudicato con maggior rigore . Poichèl'educazione - il gravissimo cómpito di for-giare lo spirito della gioventù, di svegliarein essa alla luce della Fede quelle ansie vivedi immortalità che avvicinano l'uomo al suoCreatore, di illuminare lo spirito dell'uomoper redimerlo dalla sua ignoranza e portarlosulla strada della verità - si può dir che rin-nova, attraverso la figura del pedagogo, del-l'educatore, il miracolo della moltiplicazione deipani . . . .

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Ma la lezione principale che ci offre il mira-colo che commentiamo è che nulla si può otte-nere, che è infecondo ogni lavoro ed è inutileogni sforzo nell'insegnamento, quando non siacontrassegnato collo stampo indelebile dellacarità . Per carità verso i nostri simili, per caritàverso ifigli senza casa, verso le anime senza di-rezione, verso i teneri pellegrini dello spirito,abbiamo il dovere di mostrare ai nostri fratelliquale sia la Via, quale sia la Verità e quale siala Vita . Ciò equivale a dire che la legge prin-cipale dell'educazione - e questo ce lo insegnòa costo del suo sacrificio la santità di GiovanniBosco - deve essere, prima di tutto e sopratutto, la legge dell'amore .

Poichè educare non è solo dimostrare che noiamiamo quelli a cui prodighiamo le nostre cure,ma addestrarli in guisa che anch'essi imparinoe si studino poi, a loro volta, di amare . Quandola società e i popoli minacciano di scardinarsisotto il formidabile turbine dell'odio, del rancoree del risentimento, portare alle nuove generazioni,all'infanzia e alla gioventù uno spirito profondodi amore e di carità cristiana è, non solo compiereun inderogabile imperativo evangelico, ma daun punto di vista strettamente umano, contri-buire a preservare dalla rovina totale l'edificiodi una civiltà secolare .

San Giovanni Bosco lo comprese molto bene .Per questo lavorò senza riposo, col suo cuorepieno di speranza, la sua volontà di acciaio, ela sua ferma tenacia di santo, posti al serviziodi un grande ideale di amore. E se nel compimentodella sua missione egli dovette incontrare le piùamare persecuzioni e la più implacabile ostilità,l'insigne Fondatore dei Salesiani si servì di esseper lasciarci, sotto la sua protezione, un esempioed una lezione di più; la lezione e l'esempioammirevoli che, quando l'avversità combatte gliuomini, vi è un solo sentimento che dà forzaall'anima per non venir meno: la cieca, assolutae sottomessa confidenza in Dio .

Non importa che nell'opera intrapresa convolontà retta, con vocazione ferma, con pro-fondo spirito di apostolato, l'avversità ci facciavacillare nel cammino. C'era forte tormenta sullago di Genezaret e i discepoli atterriti sveglia-rono il Maestro dicendo : « Signore, salvaci, cheperiamo ». No, non dorme mai a nostro riguardola paterna, divina Provvidenza . Ma noi dob-biamo volgere lo sguardo verso Dio pregandolobramosamente, con insistenza, con fede ed ardire,come se in realtà i nostri errori e le nostre imper

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fezioni lo facessero addormentare . . .Tutta la vita di San Giovanni Bosco è effet-

tivamente un simbolo per noi che ci sentiamosospinti dall'ideale dell'educazione e accesi dal

fervore dei problemi dell'insegnamento . E unaltro dei fatti più significativi che per noi deveavere l'efficacia dell'esempio, è quello della follìaincompresa del Santo . Si, anche Don Bosco ebbela sua follia di santità. Come tutte le figurepioniere della storia del mondo, Don Bosco fututto, meno che un uomo volgare o insignificante .M a il mondo non perdona nè ai santi, nè ai geni,mentre gli son contemporanei. La genialità e lasantità escono dall'ambito della mediocrità ; econ ragione si è detto che le emersioni dalla me-diocrità si pagano sempre care. Giovanni Boscopagò a prezzo della propria fama la sua vita digeneroso sacrificio . Giovanni Bosco effettiva-mente non possedeva la prudenza mondana del-l'egoismo, saggezza volgare anche in tanti nomi, idel suo tempo; ma aveva la sua follìa che era lasublime follìa della Croce .

Sventurato quel popolo che non vive sotto lostimolo di questa demenza di ideali, di questeambizioni irrealizzabili nella vita terrena, chesolo possono raggiungersi quando, oltrepassato illimite del tempo, si entra nell'eternità. Sventu-rato quell'uomo che vive solo attaccato alle cosedella terra e che non sa elevare il suo sguardo inalto, e sonore sveglio in una impresa ultrasen-sibile di amore e di fede .

Un altro esempio dà il Sacerdote di Torinoai maestri spagnuoli. I maestri per vocazionericordino bene queste parole : « A nulla vale laPedagogia, nè i metodi pedagogici, dove il maestroche insegna non è, come era San Giovanni Bosco,un illuminato uomo di Dio » . Solo in graziadel suo vivo spirito di apostolato potè il Fon-datore dei Salesiani tradurre in realtà la vastis-sima opera da lui sognata nell'ambito educativo.Gli Oratori Festivi, le Scuole Professionali e ilcosì detto Sistema preventivo, più che tre mo-dalità dell'attività educativa del Santo, rappre-sentano l'unità di un profondo pensiero spirituale,al quale contribuiscono con altrettante funzioni,quelle cioè di avvicinare la gioventù a Dio attra-verso la preghiera, il lavoro e l'educazione .

Effettivamente, se gli Oratori Festivi ave-vano come scopo l'istruzione religiosa della gio-ventù vittima del vizio e della miseria nelle città,se le Scuole Professionali aspiravano a procu-rare all'umile apprendista la dignità corporativadi cui prima era privo. nobilitando così lo spiritodelle classi lavoratrici che, mentre ricevevano unaddestramento tecnico, raggiungevano un livellodi vita che solo avrebbero potuto ottenere attra-verso il duro ed aspro sentiero di lunghi anni ditirocinio e di umiliazioni, il Sistema Preventivonell'educazione, come fu concepito da Don Bo-sco, si propone di creare nel giovane una coscienzanuova, non basata sul contorno confuso ed im-

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preciso della vecchia vita di peccato, ma capacedi innalzare dalle fondamenta l'edifizio di un'a-nima, inondata di purezza e di virtù, capace diresistere con fortezza ai più duri assalti del male .

Ma nella sua opera così complessa di cristianarigenerazione Don Bosco ebbe un motto che deveessere insegnamento e norma per tutti coloro cheintendono onorare la propria vita seguendone iluminosi esempi : « Mi atterrei al consiglio dicoloro che m i esortano a non intraprendereopere nuove - diceva quell'illustre Sacerdote -se anche il demonio e i suoi seguaci sospendesseroi loro lavori di iniquità . Ma poichè questifanno il contrario, neppure a me è lecito fer-marmi; vado quindi avanti con l'unico stimolodella Provvidenza e della Carità » .

Lavorare senza riposo era, come vedete, ilmotto del Fondatore delle Scuole Salesiane . Loscoraggiamento o la stanchezza attecchiscono sol-tanto negli spiriti rimpiccioliti dall'ozio o dallavanità .E non fu vano il sacrificio che il santo Peda-

gogo realizzò, nè vane le sue dottrine, nè vanala sua sollecitudine evangelica per salvare dal-l'abbandono l'infanzia povera ed abbandonata .Un profondo contenuto umano e un alto signifi-cato religioso limitavano, come poli estremi, ildiametro sovrumano con cui si misurano gliaffanni spirituali di quel temperamento eccezio-nale

Qui è il segreto del trionfo dell'opera intrapre-sa quel mattino dell'8 dicembre - festa dell'Im-macolata Concezione di Maria - dell'anno1841, nella chiesa di San Francesco di Assisidi Torino, e coronata, canonicamente, 33 annidopo, con l'approvazione pontificia delle Regole,che assicurò il primo baluardo di un'impresa de-stinata a consolidarsi e ad allargarsi, quando alsuo fianco si alzarono le altre due torri fian-cheggianti, dell'Istituto delle Figlie di MariaAusiliatrice e di quello che doveva essere come ilterz'ordine, la Pia Unione dei Cooperatori Sa-lesiani-

Con questa vittoria spirituale raggiunta in unmondo ostile allo sviluppo del Cristianesimo,come era l'Italia liberale del secolo XIX, SanGiovanni Bosco toccò la meta del suosublimeideale, della sua santa ambizione : quella, cioè,di incanalare in un grandioso fiume dove afflui-scono innumerevoli ruscelli di inesauribile fecon-dità spirituale, schiere senza numero di animericonquistate a Cristo ...Con ragione potè dire Leone XIII che « l'O-

pera di Don Bosco è senza dubbio straordinaria,eccede le forze umane; poichè non si concepisceche un uomo solo, sprovvisto di mezzi naturali,un povero ed umile sacerdote, abbia potuto realiz-

zare in così breve tempo le meraviglie che, at-tonite, contemplano l'Europa e l'America » . Ildito dell'Altissimo si scopre potentemente nell'O-pera Salesiana, giacchè il suo fine è Cristo, lasua regola è Cristo, e Cristo è l'unica arma concui lotta; perchè va seminando dovunque abne-gazione, sacrifizio ed amore; perchè lavora per-la causa di Dio e non per interessi terreni edumani.

E accanto alla gigantesca opera rinnovatricerealizzata dal Fondatore dei Salesiani tanto dallato religioso quanto dal lato educativo possiamoanche rilevare l'importanza che assume nellasua vita, nel suo esempio e nelle sue opere, il« senso della famiglia » . Non a caso la sua con-sacrazione alla causa della gioventù ebbe comecorollario quell'altra sublime dedizione, rap-presentata, nella vita di San Giovanni Bosco,dal sacrificio che, accanto a lui compì, coneroica abnegazione, la sua incomparabile MammaMargherita. Vi invito a ricordare la scena . Siera agli inizi dell'Opera, il 3 novembre 1846 .Un umile, giovane sacerdote, sul cui volto sinotano le impronte di una recente malattia, euna donna dei campi, nobilitata dalla coronadegli anni, fanno, a piedi, i 3 0 km. che separanola loro borgata natale da Torino . Non vanno acercare, nella gaia città del Po, comodità di vita,nè piacevoli divertimenti; vanno a strappare daldominio della corruzione e del peccato le animedei giovani per restituirle a Dio . Vanno a rac-cogliere attraverso i quartieri più abbandonatidella città, nelle strade senza nome, vicino allecase senza luce e senza pane, quel tesoro unico,che è come un'arca segreta di illusioni, nella qualesi contengono tutte le promesse di un più prosperoe sorridente avvenire ; quel tesoro pieno di vita,vittima dell'abbandono e dell'ignoranza, chel'umanità corrotta definisce con indifferenza emolte volte con disprezzo, coll'espressione vagaed anonima di « ragazzi poveri ed abbandonati » .

Così quando la famiglia si sfascia e i figli sonno

strappati alla pace del focolare domestico, l'OperaSalesiana li raccoglie e fa ritrovar loro una se-conda famiglia, avendo per base il sistema edu-cativo dei Salesiani, lo spirito di famiglia cheDon Bosco e sua madre gli infusero fin dal prin-cipio .

Per me, e come sintesi della mia impressionesul merito dell'Opera Salesiana, quello che hatrascendentale importanza e spiega la sua ine-sauribile operosità è lo spirito che l'anima :spirito di servizio, di generoso e fecondo serviziospirituale. La dedizione totale dell'uomo a que-st'impresa, la volontà instancabile dei suoi mem-bri che non venga mai meno questo impegno diservizio .

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SOTTO LA CUPOLADELL'AUSILIATRICE

Il mese di giugno, dedicato al Sacro Cuoredi Gesù, fu confortato dalle celebrazioni li-turgiche delle feste dell'Ascensione, di Pente-coste, della SS. Trinità, del Corpus Domini,di S. Luigi, S. Giovanni Battista e Ss . Pietroe Paolo, con solenni funzioni in Basilica efervorose Comunioni generali .

Sostenuti da tante risorse spirituali, i no-stri giovani sentirono meno la anticipatachiusura dell'anno scolastico-professionale edaffrontarono esami e scrutinai con serena co-scienza di aver bene occupato il tempo tra-scorso nella Casa di Don Bosco .

Prima di lasciare l'Oratorio essi videro ac-correre trecentocinquanta ex-allievi da varieparti d'Italia al convegno annuale che, condelicato pensiero vollero dedicare ad una filialedimostrazione di omaggio al Rettor Maggiorepel suo Giubileo Sacerdotale . Tutti assistetteroAlla santa Messa da lui celebrata nella basilicadi Maria Ausiliatrice e molti si accostarono

anche alla Santa Comunione . Poi si raccolseroattorno al IV Successore di Don Bosco perpresentargli i loro auguri, il loro obolo per gliorfanelli, il loro programma di apostolato, eprotestargli costante attaccamento alla Fami-glia Salesiana e fedeltà all'educazione ricevuta.Il sig. Don Ricaldone, ringraziandoli paterna-mente, li invitò a collaborare all'estensionedella Crociata Catechistica ch'egli va orga-nizzando a vantaggio del popolo e dellemasse operaie colla pubblicazione della col-lana Lux affidata alla nostra Libreria dellaDottrina Cristiana al Colle San GiovanniBosco. Il gruppo fotografico li ritrasse sullerovine dell'edificio abbattuto dalle bombe ne-miche .

Tutto l'Oratorio partecipò, il giorno 20,alla festa della Consolata, coronata da unadevotissima processione .

Il giorno di S . Luigi fu turbato dall'allarmeche, per grazia di Dio, durò poco e non lasciòconseguenze. Salesiani ed alunni festeggiaronol'onomastico dell'Ispettore della Ispettoria Su-balpina . A mezzogiorno si diffuse la notiziadella nomina del Rettor Maggiore a GrandeUfficiale dell'Ordine dei Santi Maurizio e

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Lazzaro, suscitando nuove entusiastiche ma-nifestazioni .La notte del Corpus Domini, due buone ore

di allarme . Superiori ed alunni parteciparonoalla Processione Eucaristica che dalla Catte-drale portò Gesù Sacramentato lungo il per-corso tradizionale. Il 26 si fece la chiusuraufficiale dell'anno per gli alunni delle nostreScuole Professionali . Dopo le funzioni inbasilica, i giovani passarono nel salone-teatroper la proclamazione dei promossi e la premia-zione. La presiedette il Direttore generaledelle Scuole salesiane Dott. D. Renato Zig-giotti, il quale distribuì pure agli alunni del-l'ultimo corso il diploma di Cooperatori e latessera di Ex-allievi, e chiuse l'accademiacon nobili parole di plauso e di incoraggia-mento .Nel pomeriggio convennero ancor tutti in

basilica per ricevere i ricordi dal loro Diret-tore Don Toigo, e per ringraziare il Signorecol canto del Te Deum. La benedizione Euca-ristica li accompagnò alle loro famiglie .

Il 27, l'Oratorio festivo celebrò la solennitàesterna di S . Luigi con l'intervento del RettorMaggiore il quale gradì l'omaggio degli Ora-toriani che vollero offrirgli preghiere e Co-munioni come il miglior dono pel suo Giu-bileo .Il 28 a sera, il sig . Don Ricaldone volle

tenerci egli stesso il sermoncino della «buonanotte» per annunciarci che la Curia Arcive-scovile di Torino aveva iniziato il ProcessoApostolico per la Causa di Beatificazione delPrincipe Don Augusto Czartoryski . Invitaticia pregare per il buon successo, passò a darcila dolorosa notizia della morte della SuperioraGenerale delle Figlie di Maria Ausiliatrice,Madre Luisa Vaschetti, spirata santamentenella Casa di Nizza Monferrato .Ricordata la veneranda figura, le virtù e lo

zelo della veneranda Madre, la raccomandòai nostri suffragi offrendo in anticipo per l'a-nima sua anche tutte le preghiere che si sa-rebbero fatte per lui, il giorno seguente, suafesta onomastica. Festa tutta intima fu infattiil giorno di S . Pietro e Paolo, anche per l'as-senza dei nostri cari giovani . I confratelli sistrinsero però ancor più affettuosamente at-torno al Rettor Maggiore per implorargli copiadi grazie e di benedizioni durante la Messadi comunità e col concorso dei nostro Istituto

« Conti Rebaudengo » riuscirono a dare a tuttele altre funzioni devota solennità . Tenne ilpanegirico il nostro D . Pugliese, Decano dellaFacoltà Giuridica del Pontificio Ateneo Sa-lesiano . Tornò per la circostanza fra noi anche

S. E. Mons. Guerra, mentre S . E. Mons .Rotolo, proprio lo stesso giorno, era andato aBagnolo Piemonte, ov'è sfollato il nostro AteneoPontificio, per le sacre Ordinazioni che ciallietarono di trentaquattro sacerdoti novelli .Questi, insieme ai Confratelli ordinati a Bol-lengo, vennero poi a Torino a celebrare le loroprime Messe nella Basilica di Maria Ausilia-trice nei giorni seguenti, mentre i SuperioriMaggiori coi confratelli della Casa Madre edella Casa-Capitolare si raccoglievano neiSanti Spirituali Esercizi .

Le difficoltà annonarie hanno consigliatoanche quest'anno di farli all'Oratorio, e lacappella di S. Francesco di Sales risonò deicori oranti e salmodianti per tutta la settimana .Li predicarono i nostri professori D . GuidoBosio e D. Nicola Castellano .

Purtroppo non mancarono altre dolorosenotizie delle nostre Case sorprese dai bom-bardamenti; ed altre vittime innocenti siaggiunsero all'albo dei Salesiani, delle Figlie diMaria Ausiliatrice, dei giovani, degli Ex-al-lievi e Cooperatori caduti sotto le raffiche dellebarbarie aeree . Li raccomandiamo ai cristianisuffragi riservandoci di darne l'elenco quantoprima .

Spiritualmente riconfortati, si riprendeva ilritmo normale della nostra vita quando, lanotte del 13 luglio, Torino veniva sottopostaad un nuovo e più violento bombardamento .E tra le zone più colpite fu ancora la nostra .Notte veramente infernale . L'arma aerea fecestrage anche nella santa casa della carità, alCottolengo, accumulando rovine e seppellen-dovi quasi duecento morti . Sui nostri edificicaddero undici bombe incendiarie, oltre avari spezzoni, che distrussero il deposito dellaboratorio di falegnameria, parte dei labora-torio di elettromeccanica, il gran salone delleadunanze per gli alunni interni, ed altri localidell'Oratorio festivo . Una delle bombe incen-diarie sfondò anche il tetto della Basilica sullatribuna prospiciente l'orchestra e cominciò adappiccare il fuoco ai banchi . Fu a questa no-tizia che il nostro capo sagrestano Coad . AngeloBrioschi stramazzò a terra fulminato da sin-cope cardiaca .

Era la nostra prima vittima!La mancanza di acqua impedì ai coraggiosi

nostri confratelli di contrastare la violenzadelle fiamme aumentata dal vento . Sacerdoti,Coadiutori e Chierici si sparsero subito anchenei dintorni prestandosi fino alla tarda mattinaal salvataggio delle vittime con generosaabnegazione che riscosse l'ammirazione e lagratitudine di tante famiglie .

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IN FAMIGLIALa Collana « Lux » .

A complemento del programma della Cro-ciata Catechistica, che da alcuni anni si svolgecon intenso fervore nella Famiglia Salesiana, ilnostro Rettor Maggiore ha affidato recente-mente alla Libreria della Dottrina Cristianafondata presso il nostro Istituto « BernardiSemeria » sul Colle S . Giovanni Bosco, aCastelnuovo Don Bosco (Asti), anche unanuova collana di pubblicazioni pel popolo eper gli operai che ha felicemente intitolato Lux .

Si tratta di foglietti volanti, libretti di trenta-due pagine, e volumi più ampi, destinati alladiffusione della Verità e della Morale Cat-tolica nelle masse che abitualmente, o pernegligenza o per ragioni di lavoro, non fre-quentano la chiesa e sono quindi più esposte allapropaganda degli errori e delle teorie che per-vertono le anime, corrompono i costumi edavviliscono la dignità e la libertà della personaumana. Ne sono già usciti un bel numero .Settimana per settimana, ne escono altri, investe tipografica attraente ed a prezzi assaimodici. Si offre così ai nostri Cooperatori unmezzo efficacissimo per quell'apostolato dellabuona stampa che, iniziato da Don Boscocolle Letture Cattoliche, continua il suo svi-luppo secondo le esigenze dei tempi . Compe-rarne e diffonderli gratuitamente nelle masseche si perdono nella materializzazione generatadalla ignoranza religiosa è certo una delle mis-sioni più urgenti e più rispondenti allo spiritodi Don Bosco .

Raccomandiamo quindi la provvida iniziativaa tutti i nostri buoni Cooperatori ed a tutte lenostre zelanti Cooperatrici, specialmente a chipiù sente e più comprende l'urgenza dellaredenzione della classe operaia dall'analfabe-tismo religioso e dalla corruzione morale .

Per ordinazioni, schiarimenti e programmi,basta rivolgersi alla : Libreria della DottrinaCristiana, Colle Don Bosco, CASTELNUOVODON Bosco (Asti) .

Ro ma - Il primo premio di prosalatina ad una Figlia di Maria Ausi-liatrice .

I giornali hanno pubblicato la notizia cheuna Figlia di Maria Ausiliatrice, Sr . SeveraDonati, dell'Ispettoria Romana, iscritta all'Isti-tuto Universitario Pareggiato di Magistero« Maria Assunta » di Roma, ha vinto il primo

premio al Concorso nazionale di prosa latina,bandito dal Reale Istituto di Studi Romani, acui presero parte 51 concorrenti di sette diverseuniversità .

Il Presidente del Reale Istituto di StudiRomani, dandone la comunicazione alla vinci-trice, le espresse il suo plauso ed i suoi auguri .E noi ben lieti che l'Istituto delle Figlie diMaria Ausiliatrice si affermi con tante nuoveprove nella sua alta missione, segnaliamo ilsuccesso anche ai nostri Cooperatori che di-vidono con noi tutte le gioie di famiglia .

Udi ne - Commovente rito al rifu-gio Salesiano Giacomo Bearzi ".

Il Rifugio « Bearzi » è una delle Case vera-mente predilette dal cuore di Don Bosco, per-chè ospita ed educa cristianamente oltre uncentinaio di orfanelli e vive esclusivamentedella carità dei buoni Cooperatori e delle pienostre Cooperatrici . Vi si respira una serenavita, di famiglia improntata alla più fervidapietà ed alla più affettuosa carità .

Nell'anno scolastico testè conchiuso haaccolto con particolari dimostrazioni di affettodue piccole vittime innocenti della immaneguerra: un giovinetto russo cd un ucrainoche, perduti tutti i loro cari sotto il fuoco, sisono affidati ai nostri incomparabili Alpini, iquali hanno trovato loro un dolce nido nelnostro Istituto .Convenientemente preparati, prima dagli

stessi Alpini e poi dai Superiori dell'Istituto,essi vennero ammessi al Santo Battesimo dallostesso Ecc.mo Arcivescovo Mons . Nogara, ilquale, il giorno di Pentecoste, si recò al « Ri-

fugio » ed, accolto a festa da tutti gli alunni,ricevette il benvenuto in perfetta lingua ita-liana dagli stessi battezzandi . Entrato quindinella cappella al canto dell'Ecce Sacerdos e ri-vestiti i paramenti, procedette al sacro ritofra l'intensa commozione di tutti gli astanti .L'ucraino, Italo Valfella aveva a padrino ilR. Provveditore agli Studi Comm . Ciro Bor-tolotti, ed a madrina la signora Bearzi ; il russoIvan Petrovich aveva a padrino il prof. DonBiasutti, a madrina la prof .ssa Steccati.

L'Arcivescovo commentò il sacro rito conpaterne parole beneaugurando ai due fortu-nati neobattezzati .

Dopo il Battesimo, salì l'altare per la SantaMessa l'Ispettore delle nostre Case del Venetoprof. Don Tittarelli . Ma la prima Comunioneai piccoli la volle distribuire ancora Mons .Arcivescovo, il quale dopo aver comunicatoanche gli altri conchiuse la funzione coll'im-

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partire la Santa Cresimaai neobattezzati e ad unaventina di alunni . Per laCresima, il Valfella ave-va a padrino il caporal-maggiore Patrizio Spi-limbergo del 1° Alpiniche l'aveva raccolto alfronte e che continua afargli da padre ; il Pe-trovich aveva a padrinoil Cav. Dorio, Consul-tore municipale .Dopo la funzione, il

Presidente degli Ex al-lievi, signor Battaglia, el'Ispettore ringraziaronoM ons. Arcivescovo ed iPadrini .

Sua Eccellenza lasciòl'Istituto confortandotutti colla sua benedi-zione .

SPAGNA - Siviglia - Pel Giu-bileo del Rettor Maggiore .

Se in tutte le nostre Case la celebrazione delGiubileo Sacerdotale del Rettor Maggioreraggiunse la massima solennità consentita dallecircostanze, nell'Ispettoria Betica e special-mente nella Casa di Siviglia, che lo ebbe ama-tissimo Superiore, s'infervorò di particolare eben comprensibile entusiasmo . Ogni Istitutodell'Ispettoria comprese nei programma, oltrea devote funzioni religiose, anche riuscitissimeaccademie intonate all'apostolato delle voca-zioni .Siviglia poi promosse una dimostrazione

veramente grandiosa . Il 20 maggio, duemilafra alunni dei salesiani ed alunne delle Figliedi Maria Ausiliatrice della Capitale convenneronell'ampio anfiteatro del cortile del nostrocollegio di Triana per la Messa e la Comu-nione generale offerta secondo le intenzionidel sig. Don Ricaldone. Poi in un graziosointreccio di canti e declamazioni ricordaronoil bene da lui fatto a tanti giovani, alla fonda-zione dell'Opera Salesiana, illustrata in unbrillante discorso dal Catechista del nostrocollegio di Utrera .Presiedettero il convegno i Conti di Bustillo,

insigni Cooperatori, gli Ispettori di Siviglia edi Lisbona e l'Ispettrice delle Figlie di MariaAusiliatrice . Oltre all'offerta materiale, i giovaniraccolsero anche in un elegante album l'offerta

spirituale di Messe, preghiere, comunioni edopere buone e le affidarono all'Ispettore per-chè le portasse a Torino al Rettor Maggiore .La domenica 23 maggio, fu la volta del col-legio della SS . Trinità, dove il sig. Don Ri-caldone iniziò il suo apostolato sacerdotale .Oltre duecento Ex-allievi convennero da di-verse parti della Spagna e, dopo aver assistitoalla Messa ed essersi accostati alla Santa Co-munione, offersero al Direttore un magnificoritratto del Rettor Maggiore, pregevole mo-saico in ceramica, specialità locale, che fu su-bito collocato sotto il porticato del cortile prin-cipale di fronte al monumento di DomenicoSavio ed inaugurato alla presenza del Sindaco .della città, sig . Michele Ibarra, del Presidentedella Deputazione Provinciale sig. EnricoBalbontin e di altre illustri personalità . Lopresentò il Presidente degli Ex-allievi avv .Ramos Hernandez, e lo prese in consegnal'Ispettore rinnovando a nome dei Salesiani ilringraziamento pórto graziosamente da unallievo .

Nel pomeriggio l'ampio cortile si affollò diCooperatori e di Cooperatrici . Colle autorità erappresentanze del clero e del laicato, accoltedal Presidente dei Cooperatori, intervenne an-che il R. Console d'Italia a Siviglia e nume-rosi Superiori di Ordini e Congregazioni re-ligiose. Tenne il discorso ufficiale l'avv. Giu-seppe Monge y Bernal, il quale, avendo seguitonella sua giovinezza l'attività del sig . Don Ri-

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dell'Ordinazione sacerdotale del Rettor Mag-giore, programma esclusivamente religioso .Cantò la Messa solenne nella chiesa dellaSS. Trinità il rev .mo dott . Don Antonio Loràn,già viceparroco della chiesa di Sant'Andreaquando il sig . Don Ricaldone vi celebrò lasua prima Messa ed ora Canonico della Cat-tedrale di Siviglia. Esaltò dal pergamo il Sa-cerdozio cattolico, l'attuale parroco di Sant'An-drea, rev.mo Don Francesco Carrion Me jias .La funzione si chiuse col solenne Te Deum .

Pochi giorni dopo l'Ispettore Don Sanchezpotè raggiungere l'Italia e portare al RettorMaggiore offerte e voti di quel lembo di Spa-gna che il Signore riservò alle sue primiziesacerdotali .

CORRISPONDENZE

Da BECKFORD (Gloucestershire) .

Amatissimo Padre,abbiamo or ora sentito della gravissima di-

sgrazia toccata alla culla della nostra Congre-gazione. Seguimmo gli eventi con trepidazionee costante preghiera . . . Avevamo osato sperare . . .Sia fatta la volontà di Dio!

Voglia egli sostenere il suo coraggio e quellodegli altri venerati Superiori, dei confratelli,allievi e famiglie. Penso anche a i miei e rac-

caldone, intessè il suo dire di tanti cari ricordipersonali che suscitarono le più vive emozioni .

Verso il termine dell'accademia, l'avv . RiosSarmiento presentò l'omaggio dei Cooperatoriin un'artistica pergamena che accompagnaval'offerta di una Borsa di studio per una voca-zione sacerdotale, al nome di Don Pietro Ri-caldone . Ringraziò pel Rettor Maggiore l'Ispet-tore Don Fiorenzo Sanchez .

Il 27 maggio, cinquantesimo anniversario

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comando essi pure ogni dì, e spesso durante ilgiorno .

Dal canto nostro, non ci manca nulla ; nes-sun danno di sorta. I nostri dieci novizi fannobene. Abbiamo anche venti ragazzi che, invia ordinaria, sarebbero a Shrigley, e stannobene e fanno bene .Ora più che mai pregheremo per lei e per la

grande nostra Famiglia . Il suo cuore sangui-nante voglia mandare anche a noi la sua pa-terna benedizione, affinchè noi pure stiamopreparati alla prova, se dovrà venire . Umilied affettuosi rispetti anche agli altri veneratiSuperiori .

Aff.mo figlio in G . C .Sac. GIACOMO SIMONETTI.

Beckford (Gloucestershire), 1 7-II-1 943-

EGITTO

DAL CAMPO DI INTERNAMENTO DI FAYED .

Rev.mo sig . Don Ricaldone,con vivissimo piacere ricevo oggi il vostro

paterno messaggio pel tramite della Radio Va-ticana del 24 novembre u . s., con gli augurinatalizi e la «strenna» pel 1943 . Vi ringrazioanche a nome degli altri confratelli per lavostra paterna bontà . Il messaggio era diretto

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al Campo di Internamento di Ghizeh, mentrein realtà io mi trovo qui da trenta mesi . Sonocon me D. Bailone e D . Faoro, ed i coadiutoriFarello, Tondolo e Cavaglieri . Come sacerdotisiamo cinque: tre salesiani e due francescani .Ci siamo divisi la cura religiosa dei 5000 in-ternati ed il lavoro non manca davvero . Ab-biamo un numero stragrande di ex-allievi el'anno scorso abbiamo celebrato solennementeil Centenario salesiano . Altri confratelli sonointernati al Cairo: a Bulacco, ad Embabah ea Ghizeh .A Rod el Farag è passato Don Pivano, che

dirige la scuola con quasi ottocento allievi,fra elementari, medie e professionali . DonBiondi fa altrettanto ad Alessandria . Anchequi nel Campo si lavora e stiamo appuntoaprendo in questi giorni una scuola ad orarioridotto per liceisti e futuri ragionieri col con-corso, naturalmente, di professionisti di buonavolontà . Si trascorre così il tempo cercandodi fare un po' di bene . Le giornate passanovelocemente senza che ce ne avvediamo. Lasalute è buona . Il Signore ci ha protetti vi-sibilmente in circostanze difficili e continuaa farci sentire i benefici della sua Provvidenza .La vita di Campo, data la buona volontà diadattamento, non presenta difficoltà speciali :ci è divenuta connaturale . Siamo allenati aicaldi, alle piogge, agli scherzi del vento . Latenda ci ripara benevolmente da tutte le in-temperie. In ogni Campo abbiamo organiz-zato una cappella sotto grossi tendoni e gliinternati le hanno arredate con molto buongusto servendosi dei mezzi più semplici . Iconfratelli del Cairo e di Alessandria sono incontinua corrispondenza con noi e non man-cano di premure mandandoci quanto ci puòoccorrere. Ecco in breve, rev .mo Padre, qual-che notizia mia e degli altri confratelli . Vo-gliate ricordarci presso l'urna di S . Giov. Bo-sco perchè egli ci dia la forza di praticaresempre i nostri ideali religiosi anche in mezzoad un ambiente così diverso dalle nostrebelle Case . Coi più filiali ossequi

aff.mo in G. C .Fayed, 3-III-1943 .

Sac. LUIGI ODELLO.

PALESTINADAL CAMPO DI INTERNAMENTO DI BETLEMME .

Da una lettera di Don Federico Bancheroin data 29-XII-1942 :

La situazione finanziaria ci ha spinto a do-mandare il soccorso delle preghiere degli amici,che ci hanno risposto con commovente spirito

di carità. Anche noi da qualche tempo fac-ciamo preghiere speciali perchè Don Boscoprotegga i nostri cari residenti sotto il cielodi Valdocco . Ci confortano le buone notiziedell'aspirantato, dal quale aspettiamo il ri-fornimento del nostro studentato filosofico chealla fine del corrente anno non avrà piùallievi .

I nostri 20 alunni italiani son proprio buonie disimpegnano da soli tutto il movimento diuna casa salesiana, nella chiesa, nello studioe nel teatro . Per l'Immacolata rappresentaronoil Quadro della Madonna di D. Uguccioni,con immensa consolazione dei loro genitoriche dai rispettivi Campi ebbero il permessodi venire al nostro . Il 19 corr. si tennero leSacre Ordinazioni e noi abbiamo avuto 3Diaconi ed un Suddiacono . Le feste del SantoNatale sono trascorse felicemente, ma abbiamopotuto venerare solo col cuore il non lontanoPresepio. Ci prepariamo a ricordare solenne-mente la Messa d'Oro del nostro ven .moRettor Maggiore . . .

Dalle CANARIE - Un secondo campodi lavoro delle Figlie di Maria Ausi-liatrice.

L'Ispettoria Spagnuola del Sud conta unanuova importante fondazione delle Figlie diMaria Ausiliatrice nelle Canarie a Santa Cruzde Tenerife, dove venne loro affidata la bene-fica opera pro orfane del « Hogar-EscuelaMaria Auxiliadora », istituita dalla Cassa Ge-nerale di Risparmio di Tenerife . Le Suore viandarono fin dal settembre u. s., mentre l'am-pio e magnifico edificio era ancora in costru-zione, e si allogarono perciò alla meglio neipochi locali già abitabili, occupandosi alacre-mente nel preparare la biancheria e tutto ilnecessario, per accogliere le prime orfane nelmese seguente .

L'inaugurazione ufficiale, però, che si eravoluta riserbare per la festa di S . GiovanniBosco, dovette essere ritardata ancora di unaventina di giorni, perchè fosse finita anche labella chiesina annessa, dedicata pure a MariaAusiliatrice . Nel frattempo poterono iniziarsiin modo sicuro e promettente tutte le opere,compreso l'Oratorio, che si formò, per cosìdire, da sè, fin dai primi giorni, per l'accorrerespontaneo delle fanciulle del borgo, sempre piùnumerose, tanto da superare in breve il cen-tinaio, e da offrire, dopo poche settimane ap-pena, i primi frutti con l'avviata preparazionedi moltissime prime Comunioni ed anche dialcuni Battesimi .

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Le feste quanto mai solenni per l'interventodi gran numero d'autorità ecclesiastiche, ci-vili e militari della città e dell'arcipelago, siiniziarono il 18 febbraio u . s . dall'Eccellen-tissimo Vescovo della Diocesi Mons . Fr. Al-bino Gonzales y Menéndez-Reigada, il qualealle ore 16, dopo la lettura e firma del verbaleper la posa dell'ultima pietra dell'edificio,passò a benedirne tutti i locali e a scoprire lalapide-ricordo dell'inaugurazione, al suonodell'inno nazionale, eseguito dalla banda delnostro Collegio di Las Palmas .Benedetta quindi l'ampia chiesa semi-pub-

blica e le rispettive immagini di Maria Ausi-liatrice, di S. Giovanni Bosco e della B . Ma-dre Mazzarello, vi trasportò processionalmenteil SS. Sacramento dalla provvisoria CappellaInterna; e impartita la Benedizione Eucari-stica, rivolse alla folla dei presenti la sua vi-brante parola di compiacimento per la bel-lissima Opera, congratulandosi coi Consiglieridella Cassa Generale di Risparmio, che nefurono i promotori, e facendo voti di vedernepresto sorgere un'altra parallela maschile, di-retta dai Salesiani .Nello stesso pomeriggio, s'incominciò poi

il triduo in onore di S . Giovanni Bosco, pre-dicato dal nostro Don Martinez de Haro . Ladomenica 21, celebrò la Messa della Comu-nione Generale l'Ecc.mo Vescovo ; cantò laMessa solenne, eseguita dall'« Orfeon La Paz »,il Can. decano della Cattedrale Don Fran-cesco Herraiz Malo .La giornata si chiuse, dopo il canto del

Te Deum e la solenne Benedizione Eucari-stica, con una accademia di omaggio, presen-ziata da S . E. Rev.ma e aperta dalla paroladell'Ill . sig. F. Caballero López, Presidentedel Consiglio Provinciale per l'Istruzione Pri-maria. I diversi punti dell'interessante e va-rio programma furono interpretati dalle or-fanelle, che già durante il triduo avevano fattosentire le loro voci in chiesa, col canto di lodie di sacri mottetti ; nè vi mancò il saluto delleoratoriane, con espressive e tipiche note divita regionale .

Il Direttore del Collegio Salesiano di LasPalmas ringraziò infine i convenuti, esaltandoil nobile gesto di carità della Cassa Generaledi Risparmio nel provvedere in modo cosìdegno alla formazione morale, religiosa e so-ciale delle fanciulle orfane, sì da fare dellasplendida Casa, completata dall'annessa ScuolaProfessionale, un'istituzione modello per lacittà e per l'intero arcipelago, tale da rispon-dere efficacemente alle esigenze della grandiosarinascita della Spagna .

Da OLTRE OCEANO

Verso la fine di maggio sono giunte lettereanche da tutte le Ispettorie delle Figlie diMaria Ausiliatrice dell'America del Sud, delCentro America e del Messico con date rela-tivamente recenti, tra il febbraio e l'aprilescorso. Tutte portano l'eco del ricordo piùtrepido e della più affettuosa unione di pre-ghiere, e riflettono il conforto per gli scrittie per alcune Circolari mensili, ricevute daprovvidenziali vie, come un tesoro . Assicuranodelle buone notizie delle Suore e delle Case,dove le Opere proseguono con piena attività econ incalzante lavoro, da far sentire, ora piùche mai, specie in alcuni centri missionari, lapenosa insufficienza di personale, e da invocarecoi più fervidi voti, una non lontana possi-bilità di rinforzo dall'Italia .

A queste notizie complessive dobbiamo ag-giungerne qualche altra particolare inviatacidall'Uruguay per ricordare l'interessante la-voro compiuto dall'Opera del Regno Socialedel S. Cuore nelle Famiglie . Iniziata nel 1937presso la Scuola Popolare « Maria Ausilia-trice » di Montevideo, si è andata sempre piùsviluppando e completando con mirabili ri-sultati, diffondendosi altresì in quasi tutte lealtre Case dell'Ispettoria . Per darne un'ideaadeguata, bisognerebbe riportare l'intero spec-chietto riassuntivo dove sono segnati cronolo-gicamente i progressivi sviluppi dell'Opera, ele relative confortanti statistiche dei fruttiraccolti. Ma dobbiamo limitarci a spigolaresolo i punti più importanti. Nel 1937 - comesi è accennato sopra - si ebbe l'inizio dell'O-pera ; nell'anno seguente, la fondazione di unSegretariato Ausiliare, con Commissione pro-pria dipendente dal Segretariato Nazionale,e la bella cifra di altre 189 famiglie consa-crate al S. Cuore, di 35 prime Comunionid'adulti e di 22 matrimoni regolarizzati di-nanzi alla Chiesa . Nel 1939 l'Opera si rivolsepiù direttamente alle madri di famiglia, ag-giungendo all'insegnamento catechistico le-zioni settimanali di taglio e cucito, mentre sicontinuò pure il catechismo quotidiano in pre-parazione ai Ss . Sacramenti anche per i padridi famiglia . Nel 1940 si intensificò la diffu-sione di fogli e pagelline sulla devozione alS. Cuore e di libretti catechistici ; inoltre siaggiunse la visita domiciliare alle famiglie piùpovere, e agli infermi bisognosi di particolareassistenza spirituale . Nel 1941 si inaugurò labiblioteca « S . Cuore », allo scopo di far circo-lare buoni libri nelle famiglie . Nello stessoanno una settantina di madri di famiglia so-

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stennero per la prima volta il proprio esame dicatechismo, rivelando una vera e accurata pre-parazione. Nel 1942, a tutte le iniziative esi-stenti, si aggiunse il Refettorio scolastìco pervenir sempre più in aiuto alle famiglie poveredel vicinato e soprattutto alle alunne dellanostra Scuola popolare .

Queste brevi e schematiche note sono cor-redate dall'eloquenza delle cifre: solo nel cen-tro di Montevideo dal 1937 al 1942 si ebberocomplessivamente 1288 prime Comunioni diadulti ; 563 S. Comunioni ricevute dopo moltianni di trascuranza religiosa ; 194 battesimi e327 famiglie regolarizzate col Sacramento delMatrimonio .

DALLE NOSTRE MISSIONIIl direttore della casa di BOMBAY , Don Au-

relio Maschio, facendo pervenire al Rettor Mag-giore alcune fotografie della nuova Scuola, al-legava una lettera in data 20 novembre 1942,in cui fra l'altro scriveva : « Dopo un mese divacanza abbiamo riaperto la scuola e le coseprocedono tutte bene . Non abbiamo la minimadifficoltà ; ed anche per il cibo il Signore nonci lascia proprio mancar niente . Noi cerchiamodi praticare sempre meglio i nostri doveri re-

ligiosi . Dal cielo il nostro caro Padre S . Gio-vanni Bosco non mancherà di benedirci . Noivogliamo una cosa sola : far molto bene allagioventù povera e poi salvare l'anima nostra » .

DAI. CAMPO DI INTERNAMENTO DI DEOLI .

Amat.mo Padre,sono appena giunto qui a Deoli con altri

35 confratelli da Tirupattur, ed il mio pen-siero corre subito a lei, nostro amatissimo Pa-dre, con cui spero d'ora in poi di poter cor-rispondere un po' più regolarmente . Abbiamoricevuto la sua « strenna » ed alcuni dei suoi

paterni messaggi . Grazie di tutto . Stia certoche cercheremo di farne tesoro per il benedelle anime nostre e pel buono spirito dellacomunità. Spero che ella pure abbia ricevutoalmeno qualcuna delle mie . Tra le due Ispet-torie siamo ora qui adunati cento e undicisalesiani, che formiamo come una Ispettoriacastrense, modellandoci sull'esempio della Sa-cra Famiglia di cui oggi facciamo la festa, performare una vera, grande famiglia di padri,figli, fratelli che si amano in Gesù Cristo collospirito del nostro Padre e Fondatore S . Gio-

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vanni Bosco . Le posso assicurare che tutti go-dono buona salute . Regna la carità ed il buonospirito e tutti tendono col desiderio e con losforzo al miglioramento individuale ed allaedificazione collettiva .

Il suo ricordo è sempre vivo fra noi e ciserve di stimolo per corrispondere alla suaaspettazione e darle le migliori consolazioni .Ora prepariamo intensamente la festa di S .Giovanni Bosco che sarà allietata da un belnumero di Ordinazioni sacerdotali. Non po-tendo scrivere di più, rimando altre notiziepiù dettagliate . Favorisca informare i nostricari delle nostre condizioni di salute. Ci be-nedica e mi creda per tutti

aff.mo in G. C .Sac. ELIGIO CINATO, Ispettore.

Deoli, 10-I-1943 .

Rev.mo signor Don Ricaldone,tra le lettere che ella riceve dai suoi figli,

in qualche modo turbati nel loro lavoro mis-sionario da questa guerra furiosa, possa giun-gerle anche questa dal campo di internamentoodei suoi missionari di Assam . Il Signore, checi manda questa prova, ci darà anche la forzaper trarne maggior profitto per le anime no-stre e per le nostre Missioni . Non credoche questa lettera le giunga a tempo per por-tarle gli auguri di un santo Natale ; ma noi laricorderemo di gran cuore a Gesù Bambinoe con lei ricorderemo tutti i superiori e lanostra amata Congregazione che sappiamotanto provata in parecchie parti del mondo .Voglia il nostro santo Padre Don Bosco pro-teggerla e confortarla in questa dolorosa prova .Sono stato ordinato sacerdote nel giorno cen-tenario dell'Ordinazione di S . Giovanni Bo-sco e son rimasto per alcuni mesi nella Mis-sione delle Garo Hills, ove appena ho potutovedere la gran messe che noi Salesiani dob-biamo offrire al Signore . È la prima voltaanche che le scrivo dacchè son sacerdote . Im-ploro perciò la sua benedizione perchè DonBosco mi faccia zelante e sempre fedele al suospirito di santità. Voglia gradire il ricordoche ogni mattina faccio per lei nella Messa .Mi ricordi al trono dell'Ausiliatrice

Dev.mo in G. C .15-XI-1942.Sac. UMBERTO COLZANI.

Rev.mo signor Don Ricaldone,finalmente mi si offre l'occasione d'inviarle

alcune notizie . Fino a pochi mesi fa ci trova-vamo nel cuore della nostra amata Missione,

accanto all'Ecc .mo Mons. Ferrando. Ora in-vece quanto lontani da quel nostro indimen-ticabile Pastore che fece di tutto per otteneredalle autorità locali che ci lasciassero nellanostra missione! Se è doloroso lasciare la pa-tria ed i parenti, non lo fu meno per me e pergli altri confratelli l'essere strappati dal campodei nostri bei sogni, dalla nostra amata e du-ramente provata Missione . Lei, amatissimoPadre, che ebbe la fortuna di conoscere il cuoredei nostri cari Knasi può ben immaginarequale sia stato il dolore tanto dei missionari,come di quel caro popolo nel doverci separarecosì repentinamente .

Non possiamo fare a meno di chinare ilcapo e pronunciare il fiat, sempre fidenti cheColui che ci chiamò a questa missione nonmancherà di aiutarci anche in questi frangenti .Qui, pur essendo internati, continuiamo lostudio della teologia . Il tradizionale spirito diallegria salesiana aleggia sempre tra noi . AmatoPadre, mi benedica e preghi perchè possa es-sere sempre ed in tutto quale Don Bosco mivuole. Tanti saluti ed auguri di buon Natalee di buon-anno .

Suo dev.mo in D. Bosco15-XI-1942 .c h . SILVIO TRONCONI .

PS. Qui tutti bene . Ci benedica . D . VENDRAME.

Amatissimo Padre,all'avvicinarsi delle sante feste natalizie .

sento il bisogno di presentare a lei ed a tuttii superiori i miei filiali auguri di santo Natale,buon fine e miglior 1943 . Assicuro lei, amatoPadre, e tutti gli altri superiori e confratellidel mio costante ricordo nelle preghiere .Amato Padre, vorrei chiederle una preghieraspeciale ai piedi dell'Ausiliatrice e del nostrosanto Padre Don Bosco per i suoi figli del-l'Assam che si trovano lontani dalla lorocara Missione, affinchè ci ottengano la gra-zia di farvi ritorno ed al più presto . Quinel Campo ci troviamo tutti bene e siamo an-che trattati benino . I nostri studi continuanoregolarmente e proprio in questi giorni ter-mineremo gli esami finali . Abbiamo la for-tuna di trovarci da soli : intendo tutti i reli-giosi e sacerdoti secolari, e quindi col piùgrande agio per le nostre pratiche di pietàe per lo spirito religioso .

Ossequi filiali ed auguri a lei crei a tutti glialtri amati superiori . Mi benedica,

suo aff.mo figlio in S. G. Bosco18-XI-1942 ch. MARIO MIANCHI

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Rev.mo ed amat.mo Padre,ieri sera ricevemmo una lettera del nostro

ven.mo Mons. Ferrando in cui ci comunicavala sua paterna benedizione nonchè utilissimeraccomandazioni .

Il sapere che i superiori ci ricordano, an-che per mezzo di lettere, ci infonde semprenuovo coraggio e ci sprona a maggior confi-denza nel buon Dio che regge le nostre sortie che certo dispone tutto per il nostro comunevantaggio. Fra le nostre prove il sentire chesi prega per noi e che siamo seguiti anche neltempo della. nostra prova ci porta sempre grangioia, e non possiamo fare a meno di espri-merle la nostra più viva riconoscenza, amatis-simo Padre .

Qui, in salesiana letizia, cerchiamo di di-menticare, almeno per il presente, la nostal-gia delle nostre care Missioni ; ma non sem-pre riusciamo nel nostro intento. Son certoche sarà stata informata appieno del come sitengono i posti finora conquistati . Il ridot-tissimo numero di operai nella vigna del Si-gnore fa sì che i confratelli siano carichi dilavoro ; ma tutti sono allegri e sperano nelSignore. Sono ormai tre anni che non ho piùalcuna nuova dei miei : papà, mamma, fra-telli . Son certo però che il Signore li avràprotetti. Mi raccomando alle sue preghiereall'altare di Maria Ausiliatrice affinché que-sta prova un po' prematura non abbia a la-sciare nessun effetto sulla mia formazione sa-lesiana . Voglia accettare, amatissimo Padre,i miei più sentiti auguri per il Santo Natalee Capodanno. Mi creda sempre

aff.mo e dev.mo figlio

16-XI-1942 . Coad . FAUSTO M . PONCOLINI .

Il primo decennio delle " Letture Cat-toliche " in Giappone ( 1931-1941) .

Rev.mo ed Amatissimo Padre,fin dall'inizio del loro lavoro di apostolato

in Giappone i suoi figliuoli avendo presocome divisa di azione di lavorare come avrebbefatto D . Bosco, iniziarono appena fu loro pos-sibile, la pubblicazione delle Letture Cattolichecogli stessi intendentimenti e sviluppo pro-grammatico del nostro Santo Fondatore . Pic-colo seme certo nella mastodontica produ-zione libraria giapponese : piccola voce nelconcerto istruttivo-educativo della stampa in

Giappone ; ma, penso, come seme che pro-durrà i suoi frutti in patientia : piccola voce cheha avuto ed ha i suoi ascoltatori, e che quindiprodusse, produce e produrrà i suoi frutti .1931-1941 : decennio iniziato da Don Mar-giaria a Oita e che si attiva a Tokyo nella scuolaprofessionale D. Bosco . Aprì la serie il tratta-tello apologetico di Don Bosco « Fondamentidella religione », tradotto dal nostro Don Li-viabella . L'ultimo fascicolo del decennio : « Leparabole della natura » deliziosissima tratta-zione compilata dal nostro Don Barbaro . Sonooltre un centinaio di volumetti in cui trovaposto: l'insegnamento religioso con la spiega-zione o apologia della religione ; la parte agio-grafica con la vita di santi e di sante, chepossono interessare il mondo giapponese ; laparte scientifica, istruttiva, anedottica, storica .Non vi manca la parte educativo-pedagogica,di schietto spirito salesiano, colle biografie degliallievi di Don Bosco, la vita di mamma Mar-gherita, il Sistema educativo di Don Bosco,« D. Bosco diceva così » ecc . ; fascicoletti d'oc-casione intonati a celebrazioni centenarie odate importanti storiche ; e non mancò nep-pure il tentativo del Galantuomo o analoghidoni per capo d'anno agli associati . Se lecondizioni del momento non esigessero unconveniente freno alla penna, sarebbe interes-santissimo anche solo la pubblicazione delcatalogo di tali letture, che seguono lo svilup-po dell'apostolato dei Salesiani in Giappone .Da due anni la modesta collezione ha miglio-rato formato e stampa, e prosegue il suo com-pito di lavoro, di penetrazione e di benepresso quanti può avvicinare. Alcuni dei vo-lumetti sono andati a ruba, e si dovette ri-stamparli: segno che a qualche cosa di buonoservirono .

L'amore alla lettura e all'istruzione, cosìforti in questo Paese, e che viene stimolato esoddisfatto con una marea di scritti di ognigenere (sotto il controllo speciale del mini-stro dell'educazione), invogli anche tante animead avvicinarsi a questo piccolo rivo di acquasana e refrigerante! È l'augurio che possiamofare a quanti prestano la loro preziosa operadi collaborazione per la buona causa dellastampa cattolica in questo gran Paese. Ri-cordo che agli inizi della nostra attività distampa in Giappone, mi rivolgevo a quantiamano concorrere alla gloria di Dio e allasalvezza delle anime con questo mezzo. Eanime buone risposero allora all'appello . Po-temmo così gettare le basi della scuola ti-pografica Don Bosco a Oita, nota in Giapponecol nome Don Bosco Sha (Soc . Editrice Don

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Bosco) . Quanto pur modestamente si sia po-tuto realizzare di bene con questo mezzo, losa il Signore . I nostri buoni benefattori diquell'ora possono godere del bene compiuto,ed aiutarci ad ampliarlo in qualità e quantità .Di quanti meriti arricchiranno la bella co-rona, che si vanno intessendo per il Paradiso .Amato Padre, benedica in modo speciale

le Letture Cattoliche del Giappone, e quantilavorano per la loro compilazione, stampa edivulgazione .

Suo aff.mo nel Signore .

Mons. VINCENZO CIMATTI

Tokyo, ottobre 1941 . Ispettore Salesiano .

Notizie brevi delle Case delle Figliedi Maria Ausiliatrice .

Dall'INDIA giunse particolarmente gradita,a rompere il prolungato silenzio, una letteradella rev. Visitatrice Madre Avio scritta il1° settembre u. s. da Madras, dove potè farritorno, insieme alla comunità, per la riaper-tura della scuola e la ripresa del consueto la-voro, dopo esser state costrette a ritirarsi perdue mesi a Polur .

Nelle Case del NORD ARCOTla vita si svolsee continua a svolgersi in modo regolare : dueSuore italiane, per invito dell'Ecc.mo DelegatoApostolico, e ospitate dalle rev.de Suore Car-melitane, si trasferirono a Bangalore, dove,negli stessi uffici della Delegazione Apostolica,si prestano per la trasmissione dei messaggidella Radio Vaticana a favore dei soldati ecivili, prigionieri e internati .

Nell'ASSAM si fecero sentire maggiormentegli effetti della guerra ; la Casa di Gauhati do-vette chiudere la scuola, e trasferire le orfa-nelle nel più sicuro villaggio di Barpeta ; al-cune Suore, prima di ritirarsi, nell'urgenza delmomento, presero cura con cristiana caritàdei soldati feriti .Pur non potendosi riunire per le difficoltà

dei viaggi, ebbero ugualmente il beneficio de-gli Esercizi Spirituali, tenuti in ognuna dellesingole Case .

Dalla CINA. La rev . Visitatrice Madre Bot-tini, in data 30 novembre u . S ., inviava notizieda Shanghai, dove, per le presenti - condizioni,le Suore vivono poveramente ma assistite sem-pre in modo sensibile, e spesso commovente,dalla Provvidenza . In Casa hanno 15 orfa-nelle ; nella scuola elementare 120 alunne

esterne. Hanno pure aperta una scuola seraleper giovanette operaie, affidata dal Municipio,con un centinaio circa di alunne .Da Shiuchow, il Vicario Apostolico S . E .

Mons. Canazei, comunicò che le cinque Suoredella Casa « Immacolata » di Ho-sai, per ordinemilitare dovettero lasciare tutto, e unirsi allacomunità di Lokchong, a dividerne i disagi dellaristrettezza dei locali e della troppo scarsapossibilità di lavoro. Invece le tre Suore eu-ropee e le due cinesi dell'altra Casa « MariaAusiliatrice » di Shiuchow, poterono rimanerea continuare le loro opere, col solo controllodelle sentinelle alla porta .

Il vivissimo desiderio e i ripetuti tentatividella Visitatrice di recarsi a portare il con-forto della sua presenza alle une e alle altre,rimasero sempre senza effetto, come è pure im-possibile ad esse di raggiungere la lontanaCasa Visitatoriale .

Dal GIAPPONE, un telegramma della Di-rettrice di Tokio giunto il 1° marzo u . S . con-fermava le buone notizie ricevute nei mesiscorsi .

OGNI MESE:

1) In un giorno del mese a loro scelta .2) Il giorno in cui fanno l'Esercizio della Buona morte .3) Il giorno in cui partecipano alla Conferenza men-

sile salesiana .

NEL MESI: DI SETTEMBRE ANCHE :

Il giorno 8 - Natività di Maria SS .Il giorno 12 - SS . Nome di Maria .Il giorno 14 - Esaltazione della Santa Croce .Il giorno 29 - Dedicazione di S . Michele Arcang .

TESORO SPIRITUALEI Cooperatori che, confessati e comunicati, visitano

una chiesa o pubblica cappella (i Religiosi e le Reli-giose, la loro cappella privata) e quivi pregano se-condo l'intenzione del Sommo Pontefice possonoacquistare :

L'INDULGENZA PLENARIA

1) Nel giorno in cui dànno il nome alla Pia Unionedei Cooperatori .

2) Nel giorno in cui per la prima volta si consacranoal Sacro Cuore di Gesù .

3) Tutte le volte che per otto giorni continui at

-

tendono agli Esercizi spirituali .4) In punto di morte se, confessati e comunicati, o

almeno contriti, invocheranno divotamente ilSantissimo Nome di Gesù, colla bocca, se po-tranno od almeno col cuore .

Page 17: Bollettino Salesiano - settembre 1943biesseonline.sdb.org/1943/194309.pdf · BOLLETTINO SALESIANO Anno LXVII - N. 9 1° Settembre 1943 SOMMARIO: Un miracolo che continua. - Sotto

NECROLOGIOSalesiani defuntiSac. DA POZZO DAVIDE, da Marinasco (La

Spezia), † a Parma il 27-v-1943 a 74 anni .Alunno del nostro Istituto di Sampierdarena,

conobbe D . Bosco nelle frequenti visite che il santovi faceva e sentì il fascino della vocazione alla vitasalesiana . Rivelò fin da chierico una delicata coscienzadel dovere ed uno spirito di abnegazione che lo fecepoi capace del quotidiano sacrificio di una vita tuttaintessuta di pietà e di lavoro, di dedizione generosaal bene delle anime ed agli interessi delle case incui l'obbedienza gli affidò per tanti anni, oltre l'in-segnamento, gli oneri più gravosi dell'amministra-zione . Rigido con se nelle esigenze della povertàreligiosa, era largo cogli altri della più squisita carità .

Coad. BRIOSCHI ANGELO, da Usmate (Mi-lano), † a Torino, il 13-VII u . s . a 71 anni .

Aveva prestato le sue migliori energie con grandespirito di sacrificio e fervore di apostolato nelle no-stre Missioni dell'Equatore . Ed i Superiori l'avevanopremiato chiamandolo a passare gli ultimi suoi annicome capo sagrestano al Santuario di Maria Ausi-liatrice in Torino . Viveva quindi tutto per la chiesa,attendendo al suo ufficio con affettuosa abnegazione .Ma lo scoppio della guerra e le immediate incur-sioni su Torino convertirono quella che era la suapiù grande gioia in un tormento di ansie e di tre-pidazioni, che crebbero man mano ch'ei vide laCasa-madre diventare bersaglio delle raffiche ne-miche. Il suo cuore ne riportò scosse fatali, sicchèquando la notte del 12 luglio si scatenò più violentache mai l'incursione che colpì prevalentemente lenostre zone e mietè centinaia di vittime persinonella santa casa della carità, al Cottolengo, nonresse più .

Fra i crolli e gli incendi della Casa-madre,una bomba incendiaria cadde anche sulla Basilica,ed a quella temuta constatazione, il buon Angelostramazzò al suolo fulminato da sincope cardiaca .Era la prima vittima dell'Oratorio . Dio voglia che ilsuo sacrificio ne risparmi altre .

Sac. DISTEFANO LUIGI, da Catania, † aCatania (S . Francesco) il 28-v-1943 a 68 anni .Sac. PALMAR STEFANO, da Nyégersniphn

(Ungheria), † a Gyula (Ungh .) il 27-v-1943 a 36 anniCh. VARDANEGO QUINTO, da Possagno

(Treviso), † a S. Giuseppe del Campo (Brasile) il26-IX-1942 a 28 anni .

Cooperatori defunti :Dott. PAOLO TIESI, † a Buenos Aires (Argen-

tina) l'8-XII-1942 .Un malore improvviso stroncò repentinamente

la preziosa esistenza di questo illustre ex-allievo chealla valentia della sua professione univa l'abnega-zione e la generosità di un apostolo . È impossibiledire in poche righe la carità che ha prodigato ainostri missionari, agli ex-allievi, ai membri della

Famiglia Salesiana e dell'Azione Cattolica, ai po-veri, agli umili .

Profondamente religioso, edificava tutti colla suafede e la sua pietà .

Sac. D. CARLO STANGA, † a Cavatore d'Acqui,il 12-1 u . S .

Arciprete, prestò per oltre cinquant'anni il sacroministero tra i suoi parrocchiani con profondospirito sacerdotale e zelo esemplare, animato dalladevozione a S . Giovanni Bosco cui si era legato nellasua giovinezza con cordiale amicizia .ROSA MARCENARO ved. BARABINO, † a

Genova Sampierdarena, il 31-III u . s . ad 81 anni .Devotissima di Maria Ausiliatrice e di S . Giovanni

Bosco, da quarant'anni non mancava mai di venirea Torino per la festa del 24 maggio, infervorandosia quella generosa carità che esercitò con predile-zione verso le Opere salesiane .RITA SEGALA, † a Cittadella (Padova) il 23

VI-1943 ad 8o anni .Dedicò gli anni migliori di sua vita alla cura dei

giovanetti, trasformando la sua casa in un Oratoriofestivo con lo sguardo proteso a D . Bosco ed aMamma Margherita .

Avviò non poche vocazioni alla CongregazioneSalesiana e nell'ultima grande guerra fu prodiga diincoraggiamento e di ospitalità ai Salesiani militari .

Prima di morire ricordava ancora modestamentele nostre missioni .

Altri Cooperatori defuntiAnglese Battista, S . Giorgio Lomell. (Pavia) - Baldi

Gaglierdi Maria, Fusignano (Ravenna) - BarniniRenato, Terni - Berrone Manacorda Teresa, Sanico(Alessandria) - Bianchini Vittorina, Rimini (Forlì) -Calcagno Cristina, Pianfei (Cuneo) - Cardini Mar-gherita, Arezzo - Carpaneda Luigi, Toscanella (Bo-logna) - Castelani Adele, Campagnola (Reggio Em .)- Cattanco Cav . Pietro, Samarate (Varese) - CazierLeontina, Lilliana (Aosta) - Chiarcosso Antonio,Pros esano (Udine) - Cori Adele, Roma - CoronaD. Giuseppe, Fosdinovo (Apuania) - Costa Rosa,Sliava (Lucca) - De Girolamo Lucia, S . Severio(Foggia) - Dini Faustina, Soci (Arezzo) - Di Rova-senda Conte Alessandro, Torino - Gambi Ida, Ra-venna - Ghisani Irene, Cremona - Giraudo Chiaf-fredo, Bibiana (Cuneo) - Lombardi D . Giacomo,S. Remo (Imperia) - Manzetti Giuseppe, Germagno(Novara) - Mattaliana Rosalia, Altopascio (Siena)Menghini Lina . Genova - Merlo Fassi Maria, Busta(Cuneo) - Morano Angela Borgarino, Cuneo - Pa-squini Lorenzo, Sanico (Alessandria) -- PlicheroTeresa, Torri di Quarteseolo (Vincenzo) - PurichAntonio, Cherso (Pola) - Risso D . Arcangelo, Mon-dovì Piazza (Cuneo) - Rofignoli Angelo, Sestri Le-vante (Genova) - Rosso Cap. Adolfo, Borgomaro(Imperia) -Scuri Cav. Giovanni,Casarsa(Udine)- Segala Margherita, Cittadella (Padova) - Sr . Ma-ria Rosa del Prezioso Sangue Cappucina, C esena(Forlì) - Taccone Rosa, Candia Lomell . (Pavia) -Tassaria Enrichetta, Lesa (Novara) - TavernaEmma, Preganziol (Treviso) .