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1 Poste Italiane Spa - Sped. in A.P. D.L. 353/03 (conv. in L. 27/12/04 n. 46) art. 1 c. 2 DCB BL - In caso di mancato recapito rispedire all’Ufficio C.P.O. di Belluno 32100. Il mittente si impegna a pagare la relativa tariffa. Comunità don Bosco a Belluno Bollettino di collegamento e informazione della Famiglia Salesiana bellunese 32100 Belluno - Piazza S. Giovanni Bosco, 12 - tel. 0437 34815 - fax 0437 32704 - [email protected] - www.agosti.it N. 3 - 2013 Camminare, costru- ire, confessare, cu- stodire, accogliereCertamente Papa Fran- cesco con questi verbi non intende farci una lezione scolastica, ma mira a presentarci uno stile di vita credibile, sereno e aperto alla speranza. Camminare sempre alla luce di una coscienza illuminata Costruire ponti tra gli uomini guardando oltre Confessare l’ottimismo che non cede alla stanchezza e all’abitudinario Custodire e rispettare il creato e i fra- telli nel progetto d’amore già inscritto dentro di noi • Accogliere gli altri con tenerezza, specie i più deboli e pic- coli, perché il vero potere è il servizio… “Domani sarà un al- tro giorno. E poi ricordati che sono un seme: il fu- turo è tutto dentro di me, vedrai”, rispose con orgoglio la più piccola piumetta del soffione (nome scientifico Tarassa- co officinale) al grillo che la derideva, perché rimasta sola attaccata al gambo, dopo che tutti gli altri semi se n’erano volati via. In una cultura che spesso cerca solo eccitanti per i sensi, per la mente e per lo spirito cercando di allontanare l’insoddi- sfazione e il vuoto personali, il riferimento alla nostra forza interiore, potenziata dalla fede, è in grado di dare colorito e fre- schezza all’abitudinarietà dei nostri atti quotidiani. Anche alle nostre vacanze. Forse abbiamo bisogno tutti di qual- cuno che ci offra un esempio di corag- gio, per poi fare anche noi dono del no- stro coraggio agli altri. Buon cammino. E buona estate.. don Ferdinando – direttore ALL’INTERNO Educare in tempo di crisi di mons. Enrico Dal Covolo p. 2 Festa di don Bosco e ricorrenze salesiane p. 3 Agostiadi 2013 p. 4 Viva la neve p. 5 Speciale terza media p. 6-7 Tutto De Pieri p. 9 Analfabetismo di ritorno p. 10 Promuovere la vita don Gigetto De Bortoli p. 11 AMMINARE, COSTRUIRE, CONFESSAR CAMMINARE, COSTRUIRE, CONFESSARE… Scenario non inconsueto all’Agosti d’inverno, ma la nevicata dello scorso febbraio è stata insolitamente abbondante e ha generato nei piccoli della Scuola Primaria una gaia esplosione di euforia e di esultanza.

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Poste Italiane Spa - Sped. in A.P. D.L. 353/03 (conv. in L. 27/12/04 n. 46) art. 1 c. 2 DCB BL - In caso di mancato recapito rispedire all’Ufficio C.P.O. di Belluno 32100. Il mittente si impegna a pagare la relativa tariffa.

Comunità

don Boscoa Belluno

Bollettino di collegamento e informazione della Famiglia Salesiana bellunese

32100 Belluno - Piazza S. Giovanni Bosco, 12 - tel. 0437 34815 - fax 0437 32704 - [email protected] - www.agosti.it N. 3 - 2013

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Camminare, costru-ire, confessare, cu-stodire, accogliere… Certamente Papa Fran-cesco con questi verbi non intende farci una lezione scolastica, ma mira a presentarci uno stile di vita credibile, sereno e aperto alla speranza.

• Camminare sempre alla luce di una coscienza illuminata

• Costruire ponti tra gli uomini guardando oltre

• Confessare l’ottimismo che non cede alla stanchezza e all’abitudinario

• Custodire e rispettare il creato e i fra-telli nel progetto d’amore già inscritto dentro di noi

• Accogliere gli altri con tenerezza,

specie i più deboli e pic-coli, perché il vero potere è il servizio…

“Domani sarà un al-tro giorno. E poi ricordati che sono un seme: il fu-turo è tutto dentro di me, vedrai”, rispose con orgoglio la più piccola

piumetta del so�one (nome scienti�co Tarassa-

co o�cinale) al grillo che la derideva, perché rimasta sola

attaccata al gambo, dopo che tutti gli altri semi se n’erano volati via.

In una cultura che spesso cerca solo eccitanti per i sensi, per la mente e per lo spirito cercando di allontanare l’insoddi-sfazione e il vuoto personali, il riferimento alla nostra forza interiore, potenziata dalla

fede, è in grado di dare colorito e fre-schezza all’abitudinarietà dei nostri atti quotidiani. Anche alle nostre vacanze.

Forse abbiamo bisogno tutti di qual-cuno che ci o�ra un esempio di corag-gio, per poi fare anche noi dono del no-stro coraggio agli altri. Buon cammino. E buona estate..

don Ferdinando – direttore

ALL’INTERNO

• Educare in tempo di crisi

di mons. Enrico Dal Covolo p. 2

• Festa di don Bosco e ricorrenze salesiane p. 3

• Agostiadi 2013 p. 4

• Viva la neve p. 5

• Speciale terza media p. 6-7

• Tutto De Pieri p. 9

• Analfabetismo di ritorno p. 10

• Promuovere la vita

don Gigetto De Bortoli p. 11

CAMMINARE, COSTRUIRE, CONFESSARE…CAMMINARE, COSTRUIRE, CONFESSARE…

Scenario non inconsueto all’Agosti d’inverno, ma la nevicata dello scorso febbraio è stata insolitamente abbondante e ha generato nei piccoli della Scuola Primaria una gaia esplosione di euforia e di esultanza.

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L’ispettore salesianodon Roberto Dal Molina BellunoTra il 15 e il 17 marzo il neo-ispettore del Triveneto, don Roberto Dal Molin, ha visita-to l’opera salesiana di Belluno, incontrando i responsabili dei vari settori delle attività edu-cative e pastorali.Ha anche potuto rivolgere un saluto ai ragazzi e ai giovani dell’Agosti e celebrare l’Eucaristia con la comunità parrocchiale di S.G. Bosco.La sua è stata una presenza non solo di cono-scenza ma anche di indirizzo, di animazione e di stimolo dell’azione salesiana a Belluno, in linea con la prassi e il carisma di don Bosco.

A vivere e a convivere si impara. Nessuno possiede questa idoneità come dono di natura o per sapere infuso. Si deve apprenderla con gradualità e con fatica attraverso un accompagnamento paziente e lungo.

E’ il compito dell’educazione che compete prima di tutto ai genitori nei confronti dei loro �gli.

La scuola a�anca, integra l’azione della famiglia, fornendo conoscenze, competenze, segnalando obiettivi e pro-spettando mete.

Non è indi�erente quindi optare per un tipo di scuola anziché per un altro. Sono in gioco importanti valori, di�erenti impostazioni di vita, modalità diverse di interpretare il rapporto tra insegnanti e alunni, tra scuola e famiglia.

A parlare di questi temi ai genitori dei bambini e dei ragazzi dell’Agosti, in oc-casione dell’annuale festa di don Bosco, è intervenuto lo scorso 2 febbraio mons. Enrico Dal Covolo, salesiano di origini

feltrine, attualmente rettore magni�co dell’università lateranense di Roma.

Nel suo discorso si è so�ermato sul concetto di persona che per sua natura, ha detto, rimanda a una fonte trascen-dente, divina, e che costituisce la base, “l’essenza del diritto” (A. Rosmini)

La persona nasce e si sviluppa all’in-terno di relazioni fondate su valori si-gni�cativi. Ogni forma di comunità e di organizzazione civile è sussidiaria alla persona, compresa la scuola, che è spe-ci�camente deputata alla sua crescita.

Relazioni fondate sulla �ducia tra insegnante e alunno

L’interazione docente-studente mira allo sviluppo, alla maturazione del sog-getto educando.

Fondamento di questa relazione è la �ducia, che da parte dell’educatore si quali�ca come attenzione accoglien-te, stima, bontà, simpatia, la cosiddet-ta “amorevolezza” di don Bosco, e da parte dell’educando si atteggia come impegno, collaborazione e desiderio di corrispondere.

Si delinea così, ha a�ermato Dal Co-

volo, una tipologia di relazioni positive e feconde, orientate a creare in un con-testo di gruppo e di confronto un clima di partecipazione, a tutto vantaggio dei processi di insegnamento e di appren-dimento che risulteranno sicuramente incisivi ed e�caci.

Mons. Dal Covolo si è poi richiamato alla sua esperienza di docente presso l’u-niversità salesiana di Roma, esprimendo la sua soddisfazione per aver incontrato molti giovani aperti a ideali alti e nobili e animati da una visione di vita ispirata alla ragione in armonia con la fede del Vangelo.

Importanza di modelli di riferimento credibili

Accennando infine al fenomeno non infrequente di ragazzi s�duciati, in cri-si, a rischio di devianza, ha detto che i grandi valori non si ereditano automa-ticamente, ma che si conquistano at-traverso scelte personali anche so�erte. Purtroppo spesso mancano modelli di riferimento propositivi e credibili.

Ancora una volta emerge, ha conclu-so, l’importanza dell’azione formativa della famiglia e della scuola, chiamate a sviluppare nei ragazzi il senso critico, la responsabilità nelle scelte, a segnalare rischi e strade sbagliate, a guidarli e so-stenerli, sulla base di motivazioni con-vincenti, a�nché evitino di intrapren-dere percorsi alienanti e autodistruttivi.

Formare “buoni cristiani e onesti cit-tadini”, era il programma di don Bosco. Obiettivo tutt’altro che anacronistico o superato.

EDUCARE INTEMPO DI CRISINECESSARIO UNCONTESTO DIRELAZIONIPOSITIVEIntervento di mons. Enrico Dal Covolo

SPAZIO GENITORI

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“Ricordate il canto Camminiamo sulla strada che han percorso i santi tuoi?”, ha chiesto, canticchiandolo, mons. Dal Co-volo ai bambini e ai ragazzi delle scuole Agosti, convenuti nella chiesa parroc-chiale per onorare don Bosco.

“Perché, ha continuato, oggi la Chiesa ci invita a guardare a un grande santo, a don Bosco, e ci esorta a camminare sulla strada che lui ha percorso, la strada della santità.

Egli ha imparato �n da fanciullo a camminare sulla strada del Signore, come hanno fatto il profeta Geremia, il profeta Samuele e tantissimi altri.

“Ho sempre camminato guardando avanti e in alto”

Quand’era ragazzino, Giovannino Bosco era solito divertire i suoi com-pagni con dei giochi acrobatici. Uno di questi consisteva nel camminare su una corda tesa fra due alberi.

Il regista Castellani nel noto �lm “Don Bosco” presenta proprio questa scena. Mentre Giovannino intrattiene gli amici camminando sulla corda, da fuori campo interviene la voce di don Bosco adulto che dice: “Nella mia vita ho sempre dovuto camminare così, guardando avanti e in alto. Diversamente sarei caduto”.

La scena è una sorta di metafora, di immagine, della vita del santo e la frase ne riassume emblematicamente la storia. Una storia piena di di�coltà, di ostacoli, di insidie, illuminata da una grande fede e vissuta con grande slancio e determi-nazione. Un rimanere sempre in equi-librio senza cadere.

Il santo ne fu consapevole �n dal fa-moso sogno dei nove anni, nel quale vide tracciata in anteprima la sua mis-sione per la salvezza dei giovani.

In quel sogno profetico, tra ragazzi che bestemmiavano e animali feroci convertiti in mansueti agnellini, Gio-vannino aveva chiesto spiegazioni al misterioso personaggio comparso alla

�ne. “A suo tempo tutto comprenderai”, gli fu risposto.

Il pianto di don BoscoEbbene, c’è un episodio commovente

e drammatico narrato dai biogra� del santo.

Qualche mese prima di morire, du-rante la messa celebrata a Roma nella basilica del S. Cuore, appena inaugurata, don Bosco scoppiò in pianto, un pianto lungo, interminabile.

Richiesto del motivo di quelle la-crime, al termine della messa, il santo rispose: “Mi è ricomparsa davanti la sce-na del sogno dei nove anni con la frase enigmatica. Ho ripercorso mentalmente la mia vita. Ho compreso che il sogno era diventato realtà”.

Una indicibile emozione l’aveva preso al ricordo delle immani fatiche a�rontate per portare a compimento la

missione di quel sogno. Aveva fondato due congregazioni religiose, costruito chiese, aperto oratori e scuole , invia-to salesiani nel mondo... ma la sua vita era stremata, consumata, a poco più di settant’anni.

Perché vi ho raccontato queste cose, cari ragazzi? Ve l’ho detto all’inizio. Per-ché la strada di don Bosco, la strada della santità, deve essere anche la nostra strada.

Come? Facendo bene le piccole cose di ogni giorno, lo studio, la preghiera, aiutando i compagni in di�coltà, evitan-do prepotenze nel gioco, obbedendo ai genitori... Questa è la strada della santità. Se la percorrerete, sarete contenti, e ca-pirete che il Signore vi sta conducendo per mano verso la felicità”.

La strada di don BoscoOMELIA DI MONS. ENRICO DAL COVOLO

La Famiglia Salesiana di Belluno annuncia con gioia la duplice straordinaria ricorrenza dei 70 anni di professione religiosa del sig. Giordano Moresco e dei 60 di sacerdozio di don Luigi Vian. Due traguardi nel segno della fedeltà al Signore e a don Bosco.Il ristretto spazio di questo foglio non consente di offrire un tributo adeguato alla memoria

del lieto evento. Ci scusiamo coi festeggiati, oltre che con i lettori, ricordando che il sig. Giordano, originario di Molvena (VI), ha pro-fessato da salesiano laico a Este (PD) il 16 agosto del lontano 1943 e che don Luigi, trentino della Val di Fassa, è stato ordinato prete a Monteortone (PD) il 29 giugno 1953.A Giordano, 88 anni in questi giorni, abbia-mo chiesto di svelarci il segreto della sua “sana” longevità. Ci ha risposto: “Ho sempre lavorato”.Di don Luigi ci limitiamo solo a ricordare che la sua gemma personale sono gli oltre trent’anni di vita donati al recupero dei gio-vani della “Piccola Comunità” di Conegliano da lui fondata.

COMUNITÀ SALESIANA IN FESTA70 anni di vita salesiana del sig. Giordano Moresco

e 60 anni di sacerdozio di don Luigi Vian

Immancabile coreogra�a

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Sorprendente novità: la Scuola Primaria chiuderà l’anno in corso con una iniziativa particolarmente avvincente: le Agostiadi. Com-plimenti per il felice neologismo!

Proposta in sede di program-mazione, l’idea ha riscosso ampio consenso. Sarà un ideale corona-mento dei nove lunghi mesi di

scuola, che si concretizzerà in una pluralità di gare all’insegna dell’amicizia e dell’allegria.

In vista del lieto evento, è già apparsa nell’atrio dell’istituto una serie di magni�ci cartelloni per predisporre e stimolare gli ani-mi dei piccoli concorrenti. A disegnarli ci hanno pensato gli

Per realizzare un “piccolo desiderio” insieme a tanti altri: tutti solidali, partecipi e molto attivi.

Benven

ute “Ag

ostiad

i 2013”

Un milione di tappi di plastica

Il saluto delle classi quinteOriginale ed elegante il modo scelto dalle due sezioni di quinta per acco-

miatarsi dalla scuola primaria. L’hanno fatto esponendo nell’atrio della scuola l’ultimo numero del giornalino di classe: “L’Eco dell’Agosti” e “Le 24 ore”, rispettivamente i titoli. Vi appaiono i nomi dei comitati di redazione, interviste, spunti di cronaca, sondaggi di opinione, notizie meteo, oroscopi, cruciverba, barzellette. Il tono ri�ette il clima scherzoso e giocoso tipico delle prossime impazienti matricole della scuola media.

Non mancano i riferimenti al futuro. Si chiude un’esperienza importante e si viaggia verso altri traguardi: la scuola secondaria. Bisogna pensarci. Ecco allora due ricette salvavita:

• il direttore: “Se si è impegnati nella primaria, tutto diventa facile, perché anche i nuovi insegnanti sono disposti a guidare gli allievi nella loro crescita”.

• prof. Flavio Battiston: “Bisogna avere molto impegno ed essere regolari nel fare i compiti e interessarsi sempre a cose nuove”.

Un augurio, cari amici di quinta perché, ricordando le tante cose belle impa-rate nei cinque anni della scuola primaria, facciate nuovi progressi nel cammino della vostra maturazione, sempre grati alle maestre che vi hanno accompagnato con tanta bontà e a�etto.

appassionati apprendisti del laboratorio d’arte, guidati dalla mastra Anna Boran-ga. Davvero splendidi.

C’è quello del fuoco olimpico, dei cerchi colorati, della s�lata degli atleti, quello invitante dei tu�atori, pattinatori, velocisti, saltatori, cestisti, volleisti ecc.

Ci sono quelli delle gare e del podio dei vincitori. Una segnalazione speciale merita quello della pallavolo per il vi-gore espressivo, l’originale stilizzazione e la vivace policromia dell’insieme. Ef-�cace il volo trasversale delle colombe tra le squadre schierate sui due fronti, a suggerire, a imporre quasi, il regime di un paci�co confronto.

E non possiamo ignorare ancora quello della corsa a ostacoli, interpretata dai cavalli lanciatissimi verso il traguardo su un tracciato a spirale disegnato, iro-nica allusione alla nota favola di Esopo, sulla corazza di una tartaruga...

Dovendo andare in stampa, a noi cor-re l’obbligo di augurare che l’iniziativa suggelli in bellezza l’anno scolastico, lasciando in tutti il ricordo di un’espe-rienza divertente e gioiosa.

Fuoco olimpico Scatto finale

Il podioSfilata degli atletiSfida a pallavolo

Volando oltre gli ostacoli

Cerchi colorati

Promozionale

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AgostifotostoryAgostifotostoryAgostifotostoryACCANTO AI LIBRI... TANTI MOMENTI DI SVAGO, DI SPENSIERATEZZA, DI SPAZI CREATIVI

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LA FESTA DELLA NEVE

L’incontenibile gioia dei bambini: al rientro dalla vacanza di carne-

vale, hanno trovato i campi da gioco ricoperti di un candido manto di neve sof�ce e asciutta che ha consentito loro, senza bagnarsi, di lanciarsi festo-samente sugli ampi spazi imbiancati, divertendosi in giochi, capriole, palle di neve, creazione di pupazzi...

Una sorpresa inaspettata: mai così tanta, morbida e farino-

sa, da quasi trent’anni...

Wow, ha davvero nevicato stanotte! Non è fantastico?... Il mondo sembra nuovo di zecca... E’ come avere una gigantesca pagina bianca su cui dise-gnare... un magico mondo... andiamo ad esplorarlo! (B. Watterson)

Che incanto! Che divertimento! E’ un’altra cosa giocare sulla neve

coi compagni di scuola... Che emozione... ci si può dormire sopra!

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Ciao Agosti, mi mancherai moltissimo. Un pezzo di me sarà sempre qui dentro. Tutto mi ha reso felice: gite, feste, recite, maestre, professori... Laura

Andarmene mi rattrista. Con te ho passato metà dei miei anni. Ho trascorso mo-menti fantastici, incontrato molti amici e insegnanti competenti. Riccardo

Per molti anni questa scuola è stata per me una seconda casa e lo sarà sempre. Sarà sempre nel mio cuore. Tommaso

Ciao Agosti, dopo otto anni ti voglio ringraziare. Mi hai visto crescere. Ci sono state dure veri�che, argomenti impegnativi, ma grazie agli insegnanti e allo studio del pomeriggio ho imparato un valido metodo per superare le dif�coltà. Emanuele D. R.

Me ne andrò portandomi via grandi emozioni, grandi momenti e grandi amicizie. Desidero ringraziare tutta la scuola e soprattutto don Bosco. Thomas

Ciao Agosti, sono qui da 11 anni: asilo, primarie e medie. Ho passato momenti belli e altri scolasticamente così così. Sarà dif�cile dimenticarti. Mi hai fatto conoscere e giocare a lungo con gli amici. Sunil

Mi piace molto l’Agosti anche se sono qui solo da un anno. Sono contento per gli amici incontrati e gli argomenti studiati. Luca

Per otto anni mi hai visto crescere, piangere, ridere, prendere bei/brutti voti e qualche nota. La prima volta ho avuto paura ma ora sono sicuro e determinato. Grazie. Davide

Dalla prima elementare alla terza media ogni anno è stato per me un sogno. Tutte le maestre mi hanno “accudito” come mamme. E non dimenticherò i prof che mi hanno aiutato e fatto progredire e divertire. Daniele

Mi mancherà il tuo giardino immenso... Non dimenticherò le amicizie. Mi sforzerò di mettere in pratica i consigli ricevuti e di non ripetere gli stessi errori. Federico P.

Ogni giorno accolto col sorriso, sarà dif�cile abituarsi al cambiamento... Reste-ranno impresse in me le partite di calcio, gli amici, le persone che mi hanno aiutato a crescere, prima fra tutte la maestra Melita. Giacomo

Nei quasi otto anni ho vissuto momenti felici e imparato molte cose. Credo che l’Ago-sti sia una delle scuole migliori. Rimpiangerò soprattutto i compagni di classe. Erik

Dalla prima elementare questa scuola mi accompagna: momenti di felicità, studio, amicizie... ci sarà sempre qualcosa di me qui. Quando mi chiederanno: “Qual è stato il perio-do più bello della tua giovinezza?”, io rispon-derò: “La mia permanenza all’Agosti”. Sara

In questa scuola mi hanno sempre accol-to come un re. Ho avuto insegnanti meraviglio-si. Per me l’Agosti è come un secondo tetto, dopo la mia casa. Pietro

Lanciati ormai verso la scuola secondaria superiore. Sono i 27 ragazzi di terza media che si preparano a lasciare l’Agosti, chi dopo otto anni chi dopo tre o meno. Un pezzo importante

della loro vita. Ne sono consapevoli.“Ciao Agosti” è il loro saluto che ospitiamo volentieri in questa pagina assieme alle loro foto.Gli accenti di rimpianto sembrano prevalere sugli altri sentimenti. Anche quelli della soddisfazione per l’esperienza trascorsa. Sono nati legami duraturi con compagni e insegnanti, con l’ambiente percepito come una seconda casa. Si sentono più maturi socialmente, culturalmente e spiritual-mente.Una pluralità di voci dunque ma un coro unisono nell’esprimere simpatia, attaccamento e no-stalgia nei confronti dell’esperienza vissuta, con uno sguardo rivolto più al passato che al futuro. Ma c’è motivo di ritenere che da quanto hanno imparato sapranno ricavare materia e slancio per progettare coerentemente e, ci auguriamo, pro�cuamente il futuro cammino.

Ciao Agosti!Agostifotostory • Agostifotostory • Agostifotostory • Agostifotostory • Agostifotostory • Agostifotostory • Agostifotostory • A

Ciao Agosti, mi mancherai moltissimo. Un pezzo di me sarà sempre qui dentro. Laura

Ciao

TORINO

2013Valdocco

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Un solo anno... ma mi mancherai. I prof mi hanno insegnato a non arrendermi, a tenere in ordine i quaderni, a scrivere meglio. Sono riuscito a migliorare i voti di tutte le materie. Matteo

Ho imparato molte cose. Qui insegnano in modo comprensibile. Mi hanno aiutato a riavere la stima che avevo perso. Ringrazio tutti per la fatica che hanno fatto per ca-pirmi, specialmente il prof. Battiston. Jonathan

Il primo giorno ero impaurito... poi però mi sono adattato. Gli insegnanti mi hanno sostenuto e aiutato. Ho imparato molto. Mi dispiace separarmi dagli amici cui sono molto affezionato. Marco N.

Come chiamare questi otto anni se non de�nendoli splendidi? Domiziano

Comprendo sempre più l’importanza di questa scuola per me. Dopo aver studiato come un pazzo (!), posso ringraziare i miei prof che mi hanno insegnato così tante cose. E ringrazio anche le signore delle pulizie e la portinaia. Francesco

Mi sono divertito con momenti e voti alterni. Ho trovato prof molto comprensivi. Mi sento cresciuto per le molte cose imparate. Niccolò

Ho amato questa scuola �n dal primo momento. Mi ritengo fortunata per la grande possibilità di studiare che l’Agosti offre. Ho avuto alti e bassi, ma ho trascorso anni bellissimi e sono riconoscente ai miei genitori. Giada

Con convinzione ho scelto l’Agosti che mi piace come ambiente scolastico, per-ché mi sento aiutato, seguito e protetto e c’è molto af�atamento tra i compagni. Elia

All’inizio ero un po’ spaventato per il cambiamento, ma ho trovato persone che mi hanno accolto con affetto e disponibilità. C’è stato da studiare tanto e io non sempre l’ho fatto. Marco P.

Sento il dovere di ringraziare gli insegnanti che si sono presi cura della mia forma-zione e mi hanno aiutato nei momenti di dif�coltà. Michele P.

Alle superiori spero di trovare un ambiente accogliente come l’Agosti. In questa scuola i difetti sono pochi, i pregi moltissimi. Terrò un bel ricordo di te nel mio cuore. Mi

mancherai. Giovanni

Per un attimo i nostri cuori di ragazzi, ma forse anche degli insegnanti, si riempi-ranno di tristezza: una classe vivace e diver-tente se ne va... Saluto i prof gentili, scher-zosi e, quando occorre, severi. Emanuele M.

Ciao Agosti, voglio porgerti un grazie enorme, pieno di gioia e di felicità. In questi tre anni ho imparato molto da tutte le perso-ne che operano qui, dalle portinaie ai prof, ai preti, ai mitici compagni di classe. Sono venuta bambina e ora esco ragazza, por-tando con me stupendi ricordi. A pensarci mi commuovo. Grazie, carissimo Agosti. Claudia

Lanciati ormai verso la scuola secondaria superiore. Sono i 27 ragazzi di terza media che si preparano a lasciare l’Agosti, chi dopo otto anni chi dopo tre o meno. Un pezzo importante

della loro vita. Ne sono consapevoli.“Ciao Agosti” è il loro saluto che ospitiamo volentieri in questa pagina assieme alle loro foto.Gli accenti di rimpianto sembrano prevalere sugli altri sentimenti. Anche quelli della soddisfazione per l’esperienza trascorsa. Sono nati legami duraturi con compagni e insegnanti, con l’ambiente percepito come una seconda casa. Si sentono più maturi socialmente, culturalmente e spiritual-mente.Una pluralità di voci dunque ma un coro unisono nell’esprimere simpatia, attaccamento e no-stalgia nei confronti dell’esperienza vissuta, con uno sguardo rivolto più al passato che al futuro. Ma c’è motivo di ritenere che da quanto hanno imparato sapranno ricavare materia e slancio per progettare coerentemente e, ci auguriamo, pro�cuamente il futuro cammino.

Ciao Agosti!

Colle don Bosco

TORINO

2013

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Piacevole il saggio del gruppo “Laboratorio Teatro”

Simpatico e attraen-te il saggio o�erto venerdì 19 aprile dai bambini del “Labora-torio Teatro”, iniziati-va promossa e diretta dalla maestra Silvia Di Iulio, coadiuvata per la recita da Nathalie Fontanella e da Yle-nia Morlin. I piccoli attori si sono ispirati ad alcune proposte teatrali di Gianni Ro-dari, interpretandone

brillantemente lo spirito e il signi�cato. Sulla scena si sono presentati vestiti con eleganza, con un make up da sogno. Ne abbiamo ammirato la scioltezza dei movimenti, la disinvol-ta gestualità e l’accuratezza della dizione, recepita e goduta quest’ultima solo dalle prime �le del pubblico. L’uso dei di�u-sori sonori avrebbe consentito a tutti di gustare maggiormente il pregevole spettacolo.

Sarà perché è organizzata a scopo bene�co o perché in pallio ci sono molti premi, soprattutto quelle irresistibili gigantesche uova al cioccola-to, il fatto è che la lotteria pasquale esercita sui bambi-ni un fascino straordinario. Unanime la partecipazio-ne, comprese mamme, papà, nonne, nonni... e maestre. Maestre appunto. E’ da que-ste infatti che sono venuti i maggiori rischi nelle prece-denti edizioni. Ricordate la maestra pigliatutto Monica?

C’era anche questa volta, minacciosa come sempre.Come stornare la sorte a lei sempre così stranamente fa-vorevole? E’ andata bene, per fortuna. Però lei era lì, sul palcoscenico, e non è andata a casa a mani vuote... osser-vatela nella foto.A godere invece il massimo trofeo è stata Caterina del-la quinta A, lieta di condi-viderlo gioiosamente con la sua classe. Un plauso a tutti, organizzatori, partecipanti e vincitori.

Passata la festa di don Bosco con tanti giochi, ecco le comparse fan-tasiose e raf�nate delle maestre del doposcuo-la per celebrare il car-nevale e il maquillage di altri volti simpatici.

Frammenti di carnevale

Successo dellalotteria pasquale

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a corollario dei trattati di psicologia o di pedagogia.

Studio basilare sull’orientamentoQuasi mille pagine, interessanti, go-

dibili, dense di dottrina pedagogica, che trovi solo dispersa in decine di scritti e qui invece concentrata e o�erta in un condensato unico, impareggiabile, scor-revole, strutturato in funzione pratico-operativa, come dichiara l’autore e come tu sogni di trovare.

Utile, indispensabile a quanti si oc-cupano di orientamento, ma anche di educazione in genere.

Se si considera che l’orientamento riguarda la persona nella maturazione delle scelte di vita, si comprende come esso presupponga una conoscenza non super�ciale delle dinamiche della sua crescita, delle sue istanze, dei suoi pro-getti, delle sue attitudini e insieme delle competenze richieste per l’accesso alle varie attività e professioni.

E’ richiesto dunque un vasto reper-torio di conoscenze, che spaziano dalla �loso�a all’etica, dalla psicologia alla pedagogia, dall’istruzione all’economia.

Ebbene, tutto ciò si trova magistral-mente presentato da De Pieri in que-sto suo lavoro, con grande ricchezza di spunti e di indicazioni operative, in un’ottica personalistica cristiana convin-cente e suggestiva.

Struttura dell’operaL’opera si articola in sette sezioni, cia-

scuna divisa in una serie di capitoli brevi e stimolanti, introdotti in genere da una premessa di impostazione dell’argomen-to e conclusa da una sintesi di riepilogo.

Ogni trattazione è un capolavoro di semplicità e di pregnanza di contenuto. Per agevolarne la lettura o la consulta-zione, l’opera è corredata da diversi in-

dici molto pratici, oltre alla segnalazione di altre pubblicazioni dell’autore.

Il lettore che si accosta a queste pagi-ne, sentirà vibrare l’animo del salesiano Severino De Pieri, aperto ai giovani, ma attento a tutte le fasi della vita, compre-sa la terza età, desideroso di consegnare agli operatori della formazione il frutto maturo delle sue ricerche e dei suoi ap-prodi culturali.

E scoprirà a mano a mano la pro-fondità, la sapienza, l’equilibrio di un saggio che lo può illuminare e guidare e che desidera tenersi vicino. Non solo per ragioni professionali.

(Severino De Pieri, Orientare è educare, Libreriauniversitaria.it edizioni)

CAMPIONATI STUDENTESCHI• • • nuoto • • •

TUTTO DE PIERI in due voluminosi saggidal titolo “ORIENTARE È EDUCARE”

Presentiamo volentieri l’ultima con-sistente fatica editoriale di Severino De Pieri, che buona parte dei let-tori conoscono per averlo ascoltato più volte all’Agosti come psicologo, esperto di problematiche evolutive e di orientamento scolastico. Una voce autorevole e amica, da sempre vicina alla nostra scuola.

Complimenti a LAURA BISSONprima alle gare provinciali e terza alle

regionali nella specialità 50 delfino

Con l’audacia del pioniere, colto, a�atto temerario, col rigore dell’acca-demico di professione, la passione del-lo studioso instancabile e la freschezza linguistica dell’esperto comunicatore, Severino De Pieri si ria�accia sul pa-norama editoriale con due corposi vo-lumi, compendio e sintesi del suo vasto sapere di psicologo di fama, di docente universitario, di specialista e maestro eminente di orientamento scolastico e professionale.

Cinquant’anni di studio, di ricerca, di magistero e di esperienza come fon-datore e guida del Cospes di Mogliano Veneto.

“Orientare è educare” è il titolo di questa sua ultima fatica.

Pioniere, abbiamo detto. Sì, perché si tratta della prima pubblicazione di que-ste dimensioni, organica ed essenziale, su un tema che abitualmente viene relegato

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I nostri convittori guardano ormai alla chiusura dell’anno scolastico e stanno giocando le ultime decisive carte in vista dell’obiettivo finale, che sarà espressione di quotazione e, ci auguriamo, di gratificazione personali.Alcuni di loro sono stati chiamati per la prima volta alle urne: chiaro segnale di un incipiente ruolo sociale da giocare con crescente responsabilità, nella consapevolezza di essere parte di una comunità che coinvolge e impegna.

Il problema non è di oggi. Quello che può stupire è che sembra essere esclusivo dell’Italia.

Si allude alla scarsa conoscenza e dunque alla limitata padronanza della lingua italiana, fenomeno che a�igge da sempre gran parte della nostra po-polazione.

Le statistiche parlano di analfabetismo di ritorno, situazione che penalizza ov-viamente anche altri settori del sapere, ma che riguarda soprattutto le modeste abilità linguisti-che degli italiani.

Ci sono persone che ri-corrono allo sta� della vi-cina biblioteca per la com-pilazione di moduli, lettura di documenti, scrittura di lettere, richieste di impiego eccetera, esigenze cioè della vita ordinaria, che tutti dovrebbero saper sbrigare senza di�coltà. E invece...

Si è letto spesso di universitari e di laureandi che fanno errori di ortogra�a, di grammatica e di sintassi. Si sente per-�no di avvocati che non sanno scrivere o parlare. E qui il problema si fa grave.

Non parliamo poi delle competen-ze logico-argomentative, delle capacità cioè di mettere in piedi un discorso ar-ticolato e ragionato, capacità del tutto assenti in molti soggetti.

Tra le cause di questo crescente fe-nomeno va subito annoverato il disin-teresse per la lettura. E’ purtroppo prassi largamente di�usa che, �nita la scuola, si depongono de�nitivamente i libri.

Non si continua a tenersi in esercizio sviluppando progressivamente le proprie abilità linguistiche e culturali attraverso appropriate letture.

Sotto accusa, secondo alcuni, cade an-che l’eccessivo legame con l’esperienza visiva.

Il passaggio dalla carta all’era digitale ha disabituato la gente alla lettura com-plessa. Si crede di leggere, ma in realtà non si comprende e non si sviluppa spi-

rito critico.Afferma Francesco Sa-

batini, presidente onorario dell’Accademia della Cru-sca: “La Rete è molto utile per reperire i testi ma non per comprenderli e assimi-larli”. E aggiunge drastico:

“Lo strumento digitale di�uso nella scuola è nefasto”.

Con la consapevolezza di avere ap-pena s�orato l’argomento, concludiamo con un’altra segnalazione sui rischi di impoverimento linguistico degli alunni. Ce la consegna la sociologa Graziella Priulla: “I bambini, a�erma, allattati con il mezzo visivo, tv o computer, hanno un rapporto con la parola viscerale, di-retto, frammentato e semplicistico. C’è una cesura abissale con il passato... L’at-tenzione è attratta da questioni emoti-ve... Il 90% dei ventenni apprezza solo il dettaglio, il frammento, l’emotività e ignorano la capacità argomentativa. La cultura, le regole, l’astrazione, la logica, lo sguardo d’insieme sono archeologia per loro” (cfr Corriere - La Lettura)

Passare dalle tastiere dell’organo alle corde della chitarra non è un pro-blema per don Gianantonio Trenti,

parroco di San Giovanni Bosco, che alla responsabilità pastorale unisce una singolare competenza nel campo della musica. Il suo talento ha avuto modo di svilupparsi ed evidenziarsi tanti anni fa al conservatorio di Ve-rona, dove ha conseguito il diploma di maestro di coro e successivamen-te negli anni di insegnamento alle magistrali di Schio. Diversi sono gli strumenti a lui familiari. Ma dove spicca maggiormente la sua creativi-tà, per l’esperienza che ne abbiamo, è la composizione di canzoni. Ne ha un discreto repertorio, tutte cariche di brio, di pathos e ricche di buoni contenuti. Spesso a soggetto religio-so o legate alla memoria salesiana, a don Bosco, alla famiglia, a temi edu-cativi ecc., dense di valori. In varie circostanze abbiamo avuto modo di apprezzarle, soprattutto in occasione di incontri di carattere familiare o nel contesto di qualche ricorrenza. Cantautore, dunque, cui il carico di impegni pastorali e un eccesso di ri-serbo, forse, costringono a trattenere nel cassetto il frutto prezioso delle sue indiscusse capacità.

Tra le cause, il disinteresse per la letturaLe tecnologie digitali non sono un toccasana

Note edificanti e gioiosedalla chitarra didon Gianantonio

Analfabetismo di ritorno

Anche i convittori sognano le vacanze

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Annunciato con l’identikit tutt’altro che azzardato “Una vita per a�ermare la vita”, perché tale è stata ed è la sua av-ventura personale nella trentennale lotta contro le polidipendenze, don Gigetto De Bortoli non si è smentito.

Al gruppo degli ex allievi ed ex al-lieve dell’Agosti, riuniti in convegno lo scorso 2 febbraio, ha parlato proprio della vita.

“Dio è il Dio della vita”, ha esordito riferendosi alle Scritture. “Egli vuole che la vita sia percepita come il massimo va-lore, come valore assoluto. In che modo? - Donandola”. A nessuno è sfuggito la valenza autobiogra�ca di queste battute.

Assurda teoria contro la vita“Oggi, ha continuato, è in corso una

campagna subdola, violenta contro la vita, sponsorizzata da grandi poteri �-nanziari, che si alimentano degli enormi pro�tti della malavita internazionale”.

E’ la questione del “gender” che pun-ta, riassumiamo noi, a cancellare la dif-ferenza tra maschio e femmina, ritenen-do tale di�erenza di natura puramente culturale, quindi estranea all’etica, allo scopo appunto di sottrarre al giudizio morale l’attività sessuale, anche nella sua funzione procreativa.

Tutto ciò, a�erma don Gigetto, in contrasto con i dati della scienza, che dimostrano in maniera incontroverti-bile l’irriducibile diversità tra maschio e femmina, non solo dal punto di vista biologico ma anche neurologico.

In contrasto ancora con i principi di

coscienza che nella generazione della vita da sempre vedono coinvolta in gra-do sommo la libertà e la responsabilità dell’uomo.

Il risultato di questa feroce, assurda campagna è quello di stravolgere il si-gni�cato della sessualità umana, di le-gittimare la contraccezione e il libero amore, di distruggere la famiglia e di aprire la strada a unioni di ogni tipo e alle tecniche procreative e selettive di laboratorio.

Anche il fenomeno della denatalità, presente per altre cause e non da oggi nella provincia di Belluno, è destinato ad aggravarsi, secondo De Bortoli.

Rispettare la logica della vita“Tutto ciò va contro la logica della

vita”, a�erma. “Coltivare la vita, educare alla vita consapevole, aggiunge, equivale a educare alla libertà. L’edonismo, l’egoi-smo distruggono la famiglia e portano alla schiavitù. E Dio non sa che farsene

di schiavi. Che succede se le donne non fanno �gli? - Adottano i cani, un in-sulto alla natura!”, esclama indignato.

Quindi, col suo stile vi-vace, provocatorio, don Gigetto ha pre-sentato alcuni elementi di educazione sessuale, ricavati dalla grammatica della natura, servendosi della curiosa meta-fora della chiesa e del campanile, che si ergono nella piazza, per esprimere il rapporto di coppia. Ha a�ermato di avere sempre trovato giovani seriamente interessati al problema, anche quando sono stati invitati a fare attenzione al precoce uso o abuso della sessualità che può generare col tempo forme di inap-petenza e di intolleranza.

Il ragionamento si è in�ne sposta-to sulla sfera propriamente interiore e spirituale.

Ha chiesto: “Amici, pregate in fami-glia? E’ importante riconoscere che c’è qualcuno che ci dà la possibilità di vive-re. Ecco la preghiera: ‘Ti lodo, Signore, perché sono vivo’. Coltivo il piacere di vivere? Guardate che il piacere non è peccato. Piacere è risposta a bisogno e desiderio.

Il piacere è collegato a ciò che manca. Ricordate che per quanto noi abbiamo, non saremo mai soddisfatti, perché il nostro desiderio rinvia a quello unico e definitivo. A chi? - All’autore della vita”.

Don Gigetto ai giovani Ex Allievi:

La vita, valore assoluto da coltivare, tutelare e promuovere

Suggellano l’incontro degli Ex Allievi dell’Agosti, in amicizia ed allegria, la tombola e le appetitose specialità gastronomiche della sig.ra Wanda, salesiana cooperatrice.

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Ricordiamo l’ex allievoMAURIZIO DORIGO

Grave lutto per il giornalismo bellunese: il 15 gennaio è manca-to per malattia Maurizio Dorigo.

Da ragazzo aveva frequentato la scuola Agosti, conseguendo nel 1977 la licenza media. Lo ricordiamo come alunno diligente, studioso, scherzoso e allegro. Qualità che lo lan-ceranno presto sulla scena della comunicazione: radio, TV, stampa, a�ermandosi come una delle voci più conosciute e apprezzate dei media locali. L’abbiamo avuto ospite anche in qualche incontro di giovani ex allievi, sempre disponibile e cordiale, con quella nota di sano umorismo e di consonanza di valori che lo rendeva particolarmente simpatico.

LaureePrestigiosi i risultati dei nostri neolaureati ai quali vanno le nostre più vive congratulazioni e l’augurio di un felice percorso professionale

MARCO VIELTecniche Ortopediche

MI – 25.11.11

DARIO ZANATTAEconomia

ManagementConsul. AziendaleTN – 26.03.13

MEGGIE PIUCCOGiurisprudenza – PD

23.04.13

DANIELELOMBARDOEconomia – MI

25.07.12

MARINA CANEVEArchitettura – VE

28.03.13

NozzeSpeciali felicitazioni a

Michela Calzavarae Massimo Bortot12.06.2010

MicheleRomor

di Manuela e Gino01.10.10

Massimiliano Canzan

di Serena e Luca (e Beatrice)

07.02.13

DavideBianchi

di Maria e Andrea18.04.13

Condividiamo l’inesprimibile gioiadelle mamme e dei papà per l’arrivo di:

Martina Cannazzae Federico Bortotattori e custodi di un riservatissimo idillio sbocciato tra i banchi di scuola all’Agosti, culminato, dopo 12 anni, nella festosa celebrazione delle nozze in S.G. Bosco lo scorso 9 febbraio. Auguri, sposi!

Proposte estive 2013Per BIMBI da 3 a 5 anni Scuola dell’Infanzia “don Bosco” Dal 1 al 26 luglio

Per BAMBINI 1ª 2ª 3ª primaria Istituto “Agosti” dal 10 giugno al 26 luglio

GREST per BAMBINI e RAGAZZIdalla 4ª primaria alla 2ª secondaria Oratorio “don Bosco” dal 17 giugno al 12 luglio

1 aprile 2013: il “pesce d’aprile” più gradito.

Tra un esame e l’altro, rivedere l’Agosti a Francesca serve da ri-carica.

•Scuoladell’Infanzia“DonBosco” via Majer, 6 – Belluno – Tel. 0437 32022•ScuolePrimariaeSecondariaIgrado paritarie “Agosti”•ConvittostudentiScuoleSuperiori Istituto Salesiano Agosti

Istituto Salesiano AgostiPiazza S. G. Bosco, 12 – 32100 BELLUNO

Tel. 0437 34815 - e-mail: [email protected]

Salesiani Belluno