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Un Natale austero di fuori, ma non nei nostri cuori Carissimi, L’Avvento è iniziato da tempo, con il suo carico di attese e di significati, e siamo quasi già a Natale. Sarà un Natale forse un poco più austero quest’anno, vista la crisi economica, ma mi auguro che non lo sia da un punto di vista interiore. Non lo auguro né a me stesso né a voi! Anzi, spero che la crisi materiale ci insegni a mettere al centro il valore della persona e non quello dell’economia, che ha causato tanti disagi ai più, per favorire gli interessi di pochi… Disponiamoci dunque ad accogliere il Signore che si rende presente in mezzo a noi, senza badare ai nostri meriti, tanto meno a quelli materiali. Stiamo per celebrare l’irrompere dell’Eterno nel tempo, del divino nell’umano: il fertile connubio di trascendenza ed immanenza. Il Dio fatto uomo abbatte ogni separazione tra sacro e profano: nulla gli è più estraneo. Tanto meno gli sono lontane le sorti degli esseri umani, di ognuno di noi. Questo è il grande senso del Natale: Dio si rende vicino, anzi, interiore ai nostri vissuti, alle nostre attese, alle nostre speranze e li nutre delle sue energie divine perché possano giungere a compimento. L’annuncio che gli angeli recarono ai pastori a Betlemme ha trasformato le sorti di entrambi: gli angeli ora abitano la terra ed orono nutrimento a chi ha sete di Dio L’Incontro Anno X, numero XXX S. Natale 2014 Bollettino della Parrocchia di San Nicolao - Valle San Nicolao

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Un Natale austero di fuori, ma non nei nostri cuori

Carissimi,

L’Avvento è iniziato da tempo, con il suo carico di attese e di significati, e siamo quasi già a Natale.

Sarà un Natale forse un poco più austero quest’anno, vista la crisi economica, ma mi auguro che non lo sia da un punto di vista interiore. Non lo auguro né a me stesso né a voi! Anzi, spero che la crisi materiale ci insegni a mettere al centro il valore della persona e non quello dell’economia, che ha causato tanti disagi ai più, per favorire gli interessi di pochi…

Disponiamoci dunque ad accogliere il Signore che si rende presente in mezzo a noi, senza badare ai nostri meriti, tanto meno a quelli materiali.

Stiamo per celebrare l’irrompere dell’Eterno nel tempo, del divino nell’umano: il fertile connubio di trascendenza ed immanenza. Il Dio fatto uomo abbatte ogni separazione tra sacro e profano: nulla gli è più estraneo. Tanto meno gli sono lontane le sorti degli esseri umani, di ognuno di noi. Questo è il grande senso del Natale: Dio si rende vicino, anzi, interiore ai nostri vissuti, alle nostre attese, alle nostre speranze e li nutre delle sue energie divine perché possano giungere a compimento.

L’annuncio che gli angeli recarono ai pastori a Betlemme ha trasformato le

sorti di entrambi: gli angeli ora abitano la terra ed offrono nutrimento a chi ha sete di Dio

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e i pastori, allora esclusi dal culto per la loro impurità, tornano a casa glorificando Dio, inviati dalla loro stessa gioia ad annunciare l’alba di un mondo nuovo.

E noi? Che siamo angeli o pastori poco importa, ciò che conta è di rendersi sensibili alla speranza, di aprirsi al dono della gioia e della consolazione, il Natale viene per tutti, senza esclusione!

Sentiamoci dunque inclusi in questo annuncio di Grazia e disponiamoci a spezzare il pane con chi Dio ha posto accanto a noi, perché la gioia dell’annuncio possa abitare anche le nostre vite! Quale gioia sarebbe piena se qualcuno fosse in lacrime? Eppure quante persone in questi giorni mancano del necessario, quanti non hanno accesso alle tavole imbandite di chi pasteggia lautamente… Un gesto di condivisione, che non sia però isolato, ma abbia il coraggio di continuare per tutto l’anno, sia il dono che ci facciamo vicendevolmente in questa festa! Così la gioia potrà dirsi piena e moltiplicata!

L’augurio di un Natale di condivisione giunga ad ognuno di voi, consoli le attese di chi è privo dell’essenziale e doni l’occasione di gioire pienamente a chi apparentemente, forse, si ritiene già soddisfatto!

don Gianluca

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Per la riflessione...

PREGHIERA DI DON TONINO BELLO

VESCOVO DI MOLFETTA

(Alessano, 18 marzo 1935 – Molfetta, 20 aprile 1993)

LETTERINA A GESU’ CHE NASCE Caro Gesù, voglio scrivere a te. Per tanti motivi. Prima di tutto, perché so che tu mi leggerai di sicuro e la mia lettera non rischierà di finire come le tue. Ce ne hai scritte

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tante, e sono tutte lettere d’amore, ma noi non le abbiamo neppure aperte. Nel migliore dei casi, le abbiamo scorse frettolosamente e con aria annoiata.

Poi, perché so che tu non ti fermi all’analisi estetica di ciò che dico. Tu vai sempre al nocciolo, o alla radice, e sei imbattibile a leggere sotto le righe. E anche stavolta, ne sono certo, sotto le righe sai scorgere il mio cuore gonfio di paure e di speranze, di preoccupazioni e di tenerezze.

Poi, perché tu rispondi sempre, e non passi mai nulla sotto silenzio. Non c’è volta che tu ti rifiuti di ricambiare il saluto o di accusare ricevuta. Con gli altri, lo sai, non sempre è così. Più che la ricevuta, sembra che accusino il colpo.

Ma, soprattutto, scrivo direttamente a te, perché so che a Natale ti incontrerai con tantissime persone che verranno a salutarti. Tu le conosci ad una ad una. Beato te, che le puoi chiamare tutte per nome. Io non ci riesco.

Dal momento, però, che passeranno a trovarti, se non nell’eucaristia e nei sacramenti almeno nel presepe, perché non suggerisci loro, discretamente, che non te ne andrai più dalla terra e che, pur trovandoti altrove per i tuoi affari, hai un recapito fisso nella tua Chiesa, dove ti potranno incontrare ogni volta che lo vorranno?

E, a proposito di recapito, non pensi che la tua Chiesa, il cui grembo hai deciso di abitare per sempre dopo aver abitato per nove mesi quello di tua Madre, abbia bisogno di qualche restauro?

Si tratterà, caro Signore, di restauri costosi, perché da ricca deve diventare povera, da superba deve divenire umile, da troppo sicura deve imparare a condividere le ansie e le incertezze degli uomini, da riserva per aristocratici deve divenire fontana del villaggio.

Chi è profano in certe faccende pensa che sia restauro quasi senza spese, sottocosto, perché si tratta di ridurre invece che di accrescere. Invece io so che occorre uno di quegli stanziamenti fortissimi della tua grazia, perché, se no, non se ne farà nulla.

Visto che mi sono messo sulla strada delle raccomandazioni, posso approfittare dell’amicizia per fartene qualche altra?

Aiuta me e tutti i miei fratelli sacerdoti a lasciarci condurre dallo Spirito, che è Spirito di libertà e non di soggezione. Spirito di giustizia e non di dominio, Spirito di comunione e non di rivalità, Spirito di servizio e non di potere, Spirito di fratellanza e non di parte.

Dona ai laici della nostra Chiesa la gioia di te, che fai nuove tutte le cose. Ispira in essi i brividi dei cominciamenti, le freschezze del mattino, l’intuito del futuro.

Esorcizza nelle nostre comunità la paura del vuoto, l’impressione che si campi solo sulle parole, il sospetto che, di ardito, amiamo solo le metafore.

Metti nel cuore di chi sta lontano una profonda nostalgia di te.

Asciuga le lacrime segrete di tanta gente, che non ha il coraggio di piangere davanti agli altri. Entra nelle case di chi è solo, di chi non attende nessuno, di chi a Natale non riceverà neppure una cartolina e, a mezzogiorno, non avrà commensali. Gonfia di speranze il cuore degli uomini, piatto come un otre dissecato dal sole

Ricordati dei ragazzi dell’Istituto *** che non andranno a casa perché nessuno li vuole. Ricordati della famiglia *** che abita in via ***, a Molfetta, e sono otto in una stanza senza luce. Ricordati dei quattro vecchietti che dormono nelle celle di un ex convento a Ruvo, col cartone al posto dei vetri alla finestra. Ricordati di Giovanni che si droga e ogni tanto mi telefona di notte per dirmi che sta male. Ricordati di Antonella lasciata dal marito. Ricordati di tutti i poveri e gli infelici, i cui nomi hanno trovato accoglienza sterile

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solo sulla mia agenda, ma non ancora nel mio impegno di vescovo, chiamato a presiedere alla carità. Ricordati, Signore, di chi ha tutto, e non sa che farsene: perché gli manchi tu.

Buon Natale, fratello mio Gesù, che oltre a vivere e regnare per tutti i secoli, muori e sei disprezzato, minuto per minuto, su tutta la faccia della terra, nella vita sfigurata degli ultimi.

Don Tonino Bello

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Viaggio apostolicodel Santo Padre Francesco in Turchia

(28-30 NOVEMBRE 2014)

OMELIA DI PAPA FRANCESCOCattedrale Cattolica dello Spirito Santo, Istanbul - Sabato, 29 novembre 2014

All’uomo assetato di salvezza, Gesù nel Vangelo si presenta come la fonte a cui attingere, la roccia da cui il Padre fa scaturire fiumi di acqua viva per tutti coloro che credono in Lui (cfr Gv 7,38). Con questa profezia, proclamata pubblicamente a Gerusalemme, Gesù preannuncia il dono dello Spirito Santo che riceveranno i suoi discepoli dopo la suaglorificazione, cioè la sua morte e risurrezione (cfr v. 39).

Lo Spirito Santo è l’anima della Chiesa. Egli dà la vita, suscita i differenti carismi che arricchiscono il popolo di Dio e, soprattutto, crea l’unità tra i credenti: di molti fa un corpo solo, il corpo di Cristo. Tutta la vita e la missione della Chiesa dipendono dallo Spirito Santo; Lui realizza ogni cosa.

La stessa professione di fede, come ci ricorda san Paolo nella prima Lettura di oggi, è possibile solo perché suggerita dallo Spirito Santo: «Nessuno può dire: “Gesù è Signore!”, se non sotto l’azione dello Spirito Santo» (1 Cor 12,3b). Quando noi preghiamo, è perché

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lo Spirito Santo suscita in noi la preghiera nel cuore. Quando spezziamo il cerchio del nostro egoismo, usciamo da noi stessi e ci accostiamo agli altri per incontrarli, ascoltarli, aiutarli, è lo Spirito di Dio che ci ha spinti. Quando scopriamo in noi una sconosciuta capacità di perdonare, di amare chi non ci vuole bene, è lo Spirito che ci ha afferrati. Quando andiamo oltre le parole di convenienza e ci rivolgiamo ai fratelli con quella tenerezza che riscalda il cuore, siamo stati certamente toccati dallo Spirito Santo.

È vero, lo Spirito Santo suscita i differenti carismi nella Chiesa; apparentemente, questo sembra creare disordine, ma in realtà, sotto la sua guida, costituisce un’immensa ricchezza, perché lo Spirito Santo è lo Spirito di unità, che non significa uniformità. Solo lo Spirito Santo può suscitare la diversità, la molteplicità e, nello stesso tempo, operare l’unità. Quando siamo noi a voler fare la diversità e ci chiudiamo nei nostri particolarismi ed esclusivismi, portiamo la divisione; e quando siamo noi a voler fare l’unità secondo i nostri disegni umani, finiamo per portare l’uniformità e l’omologazione. Se invece ci lasciamo guidare dallo Spirito, la ricchezza, la varietà, la diversità non diventano mai conflitto, perché Egli ci spinge a vivere la varietà nella comunione della Chiesa.

La moltitudine delle membra e dei carismi trova il suo principio armonizzatore nello Spirito di Cristo, che il Padre ha mandato e che continua a mandare, per compiere l’unità tra i credenti. Lo Spirito Santo fa l’unità della Chiesa: unità nella fede, unità nella carità, unità nella coesione interiore. La Chiesa e le Chiese sono chiamate a lasciarsi guidare dallo Spirito Santo, ponendosi in un atteggiamento di apertura, di docilità e di obbedienza. E’ Lui che armonizza la Chiesa. Mi viene in mente quella bella parola di San Basilio il Grande: “Ipse harmonia est”, Lui stesso è l’armonia.

Si tratta di una prospettiva di speranza, ma al tempo stesso faticosa, in quanto è sempre presente in noi la tentazione di fare resistenza allo Spirito Santo, perché scombussola, perché smuove, fa camminare, spinge la Chiesa ad andare avanti. Ed è sempre più facile e comodo adagiarsi nelle proprie posizioni statiche e immutate. In realtà, la Chiesa si mostra fedele allo Spirito Santo nella misura in cui non ha la pretesa di regolarlo e di addomesticarlo. E la Chiesa si mostra fedele allo Spirito Santo anche quando lascia da parte la tentazione di guardare sé stessa. E noi cristiani diventiamo autentici discepoli missionari, capaci di interpellare le coscienze, se abbandoniamo uno stile difensivo per lasciarci condurre dallo Spirito. Egli è freschezza, fantasia, novità.

Le nostre difese possono manifestarsi con l’arroccamento eccessivo sulle nostre idee, sulle nostre forze – ma così scivoliamo nel pelagianesimo –, oppure con un atteggiamento di ambizione e di vanità. Questi meccanismi difensivi ci impediscono di comprendere veramente gli altri e di aprirci ad un dialogo sincero con loro. Ma la Chiesa, scaturita dalla Pentecoste, riceve in consegna il fuoco dello Spirito Santo, che non riempie tanto la mente di idee, ma incendia il cuore; è investita dal vento dello Spirito che non trasmette un potere, ma abilita ad un servizio di amore, un linguaggio che ciascuno è in grado di comprendere.

Nel nostro cammino di fede e di vita fraterna, più ci lasceremo guidare con umiltà dallo Spirito del Signore, più supereremo le incomprensioni, le divisioni e le controversie e saremo segno credibile di unità e di pace. Segno credibile che il nostro Signore è risorto, è vivo.

Con questa gioiosa certezza, abbraccio tutti voi, cari fratelli e sorelle: il Patriarca Siro-Cattolico, il Presidente della Conferenza Episcopale, il Vicario Apostolico Mons. Pelâtre, gli altri Vescovi ed Esarchi, i presbiteri e i diaconi, le persone consacrate e i fedeli laici, appartenenti alle differenti comunità e ai diversi riti della Chiesa Cattolica. Desidero salutare con fraterno affetto il Patriarca di Costantinopoli, Sua Santità Bartolomeo I, il Metropolita Siro-Ortodosso, il Vicario Patriarcale Armeno Apostolico e gli esponenti delle Comunità Protestanti, che hanno voluto pregare con noi durante questa celebrazione.

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Esprimo loro la mia riconoscenza per questo gesto fraterno. Un pensiero affettuoso invio al Patriarca Armeno Apostolico Mesrob II, assicurandogli la mia preghiera.

Fratelli e sorelle, rivolgiamo il nostro pensiero alla Vergine Maria, la Santa Madre di Dio. Insieme a Lei, che ha pregato nel cenacolo con gli Apostoli in attesa della Pentecoste, preghiamo il Signore perché mandi il suo Santo Spirito nei nostri cuori e ci renda testimoni del suo Vangelo in tutto il mondo. Amen!

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Notizie di vita parrocchiale

Festa patronale Si sono svolti con soddisfazione da parte di tutti i festeggiamenti patronali secondo il programma preannunciato. Un grazie di cuore a quanti hanno prestato la loro opera e a quanti hanno partecipato alle diverse inziative, dimostrando interesse ed attenzione per la nostra vita comune e di fede.

Pranzo degli auguri Anche quest’anno, il 21 dicembre, si terrà il pranzo degli auguri grazie alla collaborazione fattiva del Gruppo di Volontariato Valle San Nicolao e delle associazioni del paese. Nel pomeriggio i bambini che stanno frequentando il corso di recitazione “Le Matassine” metteranno in scena in parrocchia alle 15.45 uno spettacolo dal titolo: “Preoccupazione in cielo e pace in terra”. Partecipiamo a queste iniziative con generosità!

Oratorio di Pizzoglio Durante l’estate alcuni volontari, tra cui il decoratore sig. Gerardo Izzo, hanno rinfrescato i colori dell’Oratorio dedicato alla Madonna di Lourdes a Pizzoglio. A loro un grazie di cuore da parte di tutta la Comunità, con la promessa di ritrovarci presto in quella chiesetta a incvocare l’intercessione dell’Immacolata per i nostri malati, per le nostre famiglie.

Sito web della ParrocchiaDurante la festa patronale è stato presentato in chiesa il nuovo sito web della Parrocchia. Si tratta di uno strumento particolarmente utile per avvicinare ancora di più chi si serve degli strumenti multimediali per comunicare e tenersi aggiornato. Invitiamo tutti a visitarlo alla pagina www.parrocchiasannicolao.it con l’augurio che possa favorire davvero la comunicazione tra di noi! Un grazie ancora di cuore a Monica Martini che l’ha realizzato sotto la supervisione del Parroco.

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Gli orari delle Confessioni per il S. Natale

BIOGLIO SABATO 20 DICEMBRE ALLE ORE 9,30DON GIANLUCA BLANCINI

PETTINENGO SABATO 20 DICEMBRE ALLE ORE 9,30DON LUIGI TAJANA

PIATTOIn casa parrocchiale

MARTEDÌ 16 DICEMBRE ALLE ORE 19,00 DON LUIGI TAJANA

RONCOBIELLESE

SABATO 20 DICEMBRE ALLE ORE 9,30DON ELVIRO BATTUELLO

SELVEMARCONE

MERCOLEDÌ 17 DICEMBRE ALLE ORE 16 DON GIANLUCA BLANCINI

TERNENGO MERCOLEDÌ 17 DICEMBRE ALLE ORE 17,30 DON FERDINANDO GALLU

VAGLIOPETTINENGO

MERCOLEDÌ 17 DICEMBRE ALLE ORE 17,30 DON GIUSEPPE FABBRI

VALLANZENGO GIOVEDÌ 18 DICEMBRE ALLE ORE 16,30 DON LUIGI TAJANA

VALLE S. NICOLAO

MARTEDÌ 16 DICEMBRE ALLE ORE 17,30 DON ELVIRO BATTUELLO

ZUMAGLIA SABATO 20 DICEMBRE ALLE ORE 9,30DON FERDINANDO GALLU

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S. Natale 2014 - Gli orari delle celebrazioni

Mercoledì 24 dicembre - Vigilia del Santo Natale Ore 15.00 Confessioni (sarà disponibile il Parroco) Ore 24,00 S. Messa Solenne di mezzanotteDopo la celebrazione ci scambieremo gli auguri con vin brulé e panettone per tutti, con lacollaborazione del Circolo Amici

Giovedì 25 dicembre - Solennità del Santo Natale Ore 11,00 S. Messa solenne

Sabato 27 dicembre: Ore 18.00 S. Messa a Brovato in suffr. di Wilmer ed Ezio Polto

Domenica 28 dicembre - S. Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe Ore 11.00 S. Messa Pro Populo e battesimo di Hermes Brocca

Mercoledì 31 dicembre: Ore 18.00 S. Messa di ringraziamento in Parrocchia e canto del Te Deum – Messa di suffragio per i “Legati della Parrocchia”

Giovedì 1 gennai - Solennità di Maria SS. Madre di Dio: Ore 11,00 S. Messa Pro Populo

Sabato 3 gennaio: Ore 18.00 S. Messa a Ferrere

Domenica 4 gennaio: Ore 11.00 S. Messa Pro Populo

Martedì 6 gennaio - Solennità dell’Epifania del Signore: Ore 11,00 S. Messa Pro Populo

Sabato 10 gennaio: Ore 18.00 S. Messa a Brovato in suffr. di Vito Viero e di Rosa Troilo

Domenica 11 gennaio - Festa del Battesimo del Signore (conclusiva del Tempo di Natale) Ore 11.00 S. Messa Pro Populo

L’incontro Bollettino Parrocchiale della Parrocchia di San Nicolao in Valle San Nicolao

Responsabile: don Gianluca Blancini

Pubblicazione curata da: Veronica Balocco - Pro manuscripto

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