Bollettino 91

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Semestrale d’informazione e cultura valtortiana c/o CEV – Viale Piscicelli 89-91 03036 Isola del Liri (FR) Italia Gennaio-Giugno 2016 (n.1/2016) 91 Si pubblica dal 1970. Redattore e direttore responsabile: Emilio Pisani. Autorizzazione del Tribunale di Cassino n. 374 del 18/11/1970. Spedizione in abbonamento postale 70%, filiale di Frosinone. Fotocomposto e stampato in proprio. ue aspetti diversi, quasi opposti, della figura di Maria Valtorta si riflettono in due nuove pubblicazioni. Una di queste è l’edizione italiana, mol- to attesa, del volume secondo de L’Enigma Valtorta di J.-F. Lavère. L’altra s’intitola Casa Valtorta. Quest’ultima è una pubblicazione non del tutto nuova, perché è la riedizione di un opuscolo che fu pensato e realizzato quando la casa di Maria Valtorta in Viareggio venne riaperta ai visi- tatori dopo il radicale lavoro di risanamento e di restauro. A distanza di tredici anni, quei lavori hanno avuto una breve ripresa per una correzione e un completamento, con i quali si è voluto restituire una maggiore autenticità alla camera che custodisce la memoria della scrittrice inferma. La riedizione dell’opusco- lo, oltre a registrare l’ulteriore e definitivo la- voro di rifacimento, è curata meglio nel testo e nelle illustrazioni in un formato più grande. Dà la sensazione di entrare in quella casa a chi non ha avuto la possibilità di visitarla. A chi l’ha visitata, ne fa rivivere il ricordo. Casa Valtorta si compone di sei capitoli, uno dei quali è: La casa negli scritti di Ma- ria Valtorta. Gli scritti autobiografici, rac- colti nel capitolo, mostrano un aspetto tutto umano della scrittrice: il suo desiderio appa- gato di poter vivere in una casa come a lei si conviene per le proprie esigenze, l’attacca- mento ad essa per il vissuto di fatti familia- ri e di esperienze soprannaturali, il dolore di doverla lasciare per lo sfollamento da Viareg- gio durante la guerra, il timore di ritrovarla distrutta o danneggiata dalle operazioni bel- liche, la gioia incontenibile nel rientrare tra quelle mura che vengono riconsacrate. Sono sentimenti umani, comprensibili e nient’af- fatto enigmatici. “Enigma” viene invece definito l’altro aspetto della figura di Maria Valtorta. Il ti- tolo L’Enigma Valtorta, dato al lavoro che D esamina nei dettagli l’opera scritta da lei, si fonda sulla constatazione che essa trascende le capacità umane, non soltanto quelle pro- prie della scrittrice, ma anche le capacità di un qualsiasi genio eccezionalmente dotato. Nel primo volume il Lavère ha dimostrato la fondatezza scientifica dei dati di varia na- tura che le descrizioni ambientali della mo- numentale opera valtortiana offrono alla sua attenzione. In questo secondo volume l’ana- lisi prosegue rilevando soprattutto la capa- cità delle informazioni valtortiane di lumeg- giare e arricchire gli scarni dati dei Vangeli canonici, come per dimostrare la loro realtà storica. I risultati di uno studio di siffatta natura fanno ritenere inspiegabile e misteriosa, per- ciò enigmatica, l’origine dell’opera. Per co- minciare a comprenderla, sarebbe utile unire all’esame degli scritti l’esame della scrittri- ce quale emerge dall’autobiografia, dall’epi- stolario, dalle pagine di diario disseminate nei quaderni autografi. La conoscenza della vicenda personale di Maria Valtorta, la cui carica di umanità non viene annullata ma è sublimata nell’offerta totalizzante, permet- terebbe almeno di stabilire un rapporto pro- porzionale tra la pienezza della donazione di sé e la preziosità del dono ricevuto. Le due pubblicazioni che presentiamo su questo numero stanno bene insieme.

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semestrale d'informazione valtortiana gennaio-giugno 2016

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Semestrale d’informazione e cultura valtortianac/o CEV – Viale Piscicelli 89-91

03036 Isola del Liri (fr) Italia

Gennaio-Giugno 2016 (n.1/2016)

91Si pubblica dal 1970. Redattore e direttore responsabile: Emilio Pisani.

Autorizzazione del Tribunale di Cassino n. 374 del 18/11/1970. Spedizione in abbonamento postale 70%, filiale di Frosinone.

Fotocomposto e stampato in proprio.

ue aspetti diversi, quasi opposti, della figura

di Maria Valtorta si riflettono in due nuove pubblicazioni. Una di queste è l’edizione italiana, mol-

to attesa, del volume secondo de L’Enigma Valtorta di J.-F. Lavère. L’altra s’intitola Casa Valtorta.

Quest’ultima è una pubblicazione non del tutto nuova, perché è la riedizione di un opuscolo

che fu pensato e realizzato quando la casa di Maria Valtorta in Viareggio venne riaperta ai visi-

tatori dopo il radicale lavoro di risanamento

e di restauro. A distanza di tredici anni, quei

lavori hanno avuto una breve ripresa per una

correzione e un completamento, con i quali si

è voluto restituire una maggiore autenticità

alla camera che custodisce la memoria della

scrittrice inferma. La riedizione dell’opusco-

lo, oltre a registrare l’ulteriore e definitivo la-

voro di rifacimento, è curata meglio nel testo

e nelle illustrazioni in un formato più grande.

Dà la sensazione di entrare in quella casa a

chi non ha avuto la possibilità di visitarla. A

chi l’ha visitata, ne fa rivivere il ricordo.

Casa Valtorta si compone di sei capitoli,

uno dei quali è: La casa negli scritti di Ma-

ria Valtorta. Gli scritti autobiografici, rac-

colti nel capitolo, mostrano un aspetto tutto

umano della scrittrice: il suo desiderio appa-

gato di poter vivere in una casa come a lei si

conviene per le proprie esigenze, l’attacca-

mento ad essa per il vissuto di fatti familia-

ri e di esperienze soprannaturali, il dolore di

doverla lasciare per lo sfollamento da Viareg-

gio durante la guerra, il timore di ritrovarla

distrutta o danneggiata dalle operazioni bel-

liche, la gioia incontenibile nel rientrare tra

quelle mura che vengono riconsacrate. Sono

sentimenti umani, comprensibili e nient’af-

fatto enigmatici.

“Enigma” viene invece definito l’altro

aspetto della figura di Maria Valtorta. Il ti-

tolo L’Enigma Valtorta, dato al lavoro che

Desamina nei dettagli l’opera scritta da lei, si

fonda sulla constatazione che essa trascende

le capacità umane, non soltanto quelle pro-

prie della scrittrice, ma anche le capacità di

un qualsiasi genio eccezionalmente dotato.

Nel primo volume il Lavère ha dimostrato

la fondatezza scientifica dei dati di varia na-

tura che le descrizioni ambientali della mo-

numentale opera valtortiana offrono alla sua

attenzione. In questo secondo volume l’ana-

lisi prosegue rilevando soprattutto la capa-

cità delle informazioni valtortiane di lumeg-

giare e arricchire gli scarni dati dei Vangeli

canonici, come per dimostrare la loro realtà

storica.

I risultati di uno studio di siffatta natura

fanno ritenere inspiegabile e misteriosa, per-

ciò enigmatica, l’origine dell’opera. Per co-

minciare a comprenderla, sarebbe utile unire

all’esame degli scritti l’esame della scrittri-

ce quale emerge dall’autobiografia, dall’epi-

stolario, dalle pagine di diario disseminate

nei quaderni autografi. La conoscenza della

vicenda personale di Maria Valtorta, la cui

carica di umanità non viene annullata ma è

sublimata nell’offerta totalizzante, permet-

terebbe almeno di stabilire un rapporto pro-

porzionale tra la pienezza della donazione di

sé e la preziosità del dono ricevuto.

Le due pubblicazioni che presentiamo su

questo numero stanno bene insieme. •

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Il volume primo dello studio di Lavère lo pubbli-cammo nell’edizione in lingua italiana quattro anni fa. Nel presentarlo sul Bollettino n. 83, del gennaio-giugno 2012, facemmo una dettagliata esposizione per mostrare come l’opera di Maria Valtorta, porta-trice di sapienza evangelica e non di scienza uma-na, privilegiando le anime semplici e trascurando gli spiriti dotti, avesse invece destato l’interesse di studiosi specialisti fin dal suo apparire.

Ancora inedita, fatta circolare tra persone au-torevoli in poche copie dattiloscritte (ci riferiamo all’anno 1952), l’opera raccolse attestati di un illu-stre biblista che fu poi cardinale, di un giurista do-cente universitario che ricopriva importanti cariche in Vaticano, di un arcivescovo della Curia romana che si occupava delle cause dei santi, di un medico scienziato di fama mondiale (che perfino suggerì il titolo da dare all’opera), di un cultore umanista che era docente di teologia fondamentale nell’Ateneo La-teranense, di un mineralogista che aveva compiuto numerosi viaggi in Palestina per motivi di studio e in Giordania per ricerche minerarie, di un monsi-gnore eclettico che dirigeva un cenacolo di cultori di varie discipline, di un pittore e scultore di arte sa-cra: tanto per citare gli uomini di studio che furono maggiormente espliciti nel definire l’opera nell’otti-ca di una determinata scienza e senza tacere sul beneficio spirituale che si ricava dalla sua lettura.

L’estensore di questa memoria li ha conosciu-ti quasi tutti e può testimoniare di aver trovato in loro, che erano degli intellettuali, il primo veicolo che portò l’opera, quando fu pubblicata, tra i cosid-detti “piccoli del gregge”, i quali hanno continuato a propagarla con più efficacia, da voce a voce, per il paradosso di averla compresa in una verità che ignora il fondamento scientifico. Tuttavia non sono mancati, nei successivi decenni, altri studiosi che leggendo l’opera ne hanno ricavato materia per ar-ticoli e saggi di specifico interesse culturale. Sono anch’essi segnalati nella nostra rassegna di quattro anni fa insieme con alcune tesi di laurea, poiché l’opera è stata perfino accolta in campo accademi-co. La più grande tesi dottorale sulle opere di Maria Valtorta, in lingua spagnola, stampata in un gros-so volume di 830 pagine, fu discussa nella Facoltà di Teologia della Spagna del Nord, sede di Burgos, nell’anno 2010.

Dobbiamo ora rilevare che lo studio del Lavère si diversifica da tutti gli altri per certi suoi aspetti. L’autore non è un esperto specialista di una ma-teria, ma è un ingegnere in pensione che si dedica con interesse ad ogni genere di ricerca. Ne conse-gue che i suoi studi rientrano nell’ambito dei più svariati rami della scienza. Egli ha cominciato ad

applicarli all’opera della Valtorta dopo aver capito l’importanza delle sue dettagliate descrizioni, rifiu-tate in un primo momento come inutili e prolisse, ma poi scoperte come preziose fonti d’informazio-ne che avvalorano l’autenticità dell’opera. Si tratta, dunque, di uno studio scaturito da una intuizio-ne, portato avanti con passione e che non può dir-si esaurito neppure con il volume secondo appena uscito, avendo il Lavère repertoriato migliaia di dati da esaminare.

Un altro elemento di novità sta nel fatto che il lavoro di Jean-François Lavère cade in una fase sto-rica che non è quella “pionieristica” del 1952, com-portando discussioni e dibattiti in merito all’opera ormai conosciuta in tutto il mondo e ad ogni livello culturale e spirituale. In particolare, lo studio del libero ricercatore Lavère, che abbraccia un vasto campo d’indagine, si è incrociato con lo studio di un fisico e ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Liberato De Caro, del quale pure abbiamo pubblicato due volumi di una indagine storica su Gesù nell’opera di Maria Valtorta, ma condotta nel-lo specifico campo dell’Astronomia. Ci risulta che tra i due studiosi è sorto un dibattito a distanza, nel quale si inseriscono, per via telematica, i pareri di lettori valtortiani particolarmente versati nell’ap-profondire, nel correggere, a volte nel contestare i risultati della ricerca in qualsivoglia dei vari campi esplorati.

Noi non entriamo nel merito delle posizioni degli autori e dei loro rispettivi lettori. Il nostro compito di editori si esaurisce con la pubblicazione delle opere, certamente vagliate con un senso di responsabilità, che non è la garanzia assoluta della competenza. E poiché siamo, soprattutto, gli editori ai quali Maria Valtorta si è affidata, ci sentiamo collocati tra i “pic-coli del gregge”, che continuano a scoprire la forza evangelizzatrice dell’opera e quasi si stupiscono che essa possa manifestarsi anche come una miniera di dati da offrire alle analisi dei dotti.

Volume Primo, traduzione di Claudia Vecchiarelli 300 pagine, euro 21,00

Volume Secondo, traduzione di Vittoria Ramondelli 640 pagine, euro 29.00,

L’Enigma Valtortaè il titolo dei due volumi finora usciti

dello studioso francese Jean-François Lavère

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Casa Valtortaè il titolo di una pubblicazione che nel testo e nelle foto

illustra la casa di Maria Valtorta in Viareggio

Casa Valtorta, 64 pagine, 19 tavole a colori, euro 9,00

Maria Valtorta, figlia unica di genitori lombardi, dimorò in varie città, poiché la famiglia seguiva i dislocamenti del Reggimento di Cavalleria nel quale il padre prestava servizio come ufficiale.

Era nata a Caserta, dove rimase per i primi di-ciotto mesi. Visse la prima infanzia a Faenza, in Ro-magna. Cominciò a frequentare le scuole a Milano e poi a Voghera, dove fece la prima Comunione. All’e-tà di 12 anni lasciò i genitori a Voghera per entrare nel Collegio Bianconi di Monza. Il rientro in fami-glia, dopo quattro anni, coincise con il trasferimen-to a Firenze, già deciso a seguito del pensionamento anticipato del padre per motivi di salute. Gli undici anni di dimora fiorentina furono interrotti da una vacanza di circa due anni a Reggio Calabria presso parenti albergatori.

Viareggio, infine, è diventata la città di Maria Valtorta. I genitori vi acquistarono la casa quando lei aveva 27 anni e la famigliola venne a stabilirsi in essa. Tutto è avvenuto qui: gli atti di offerta di Ma-ria, l’inizio della sua infermità cronica, la morte del padre e della madre, la stesura di tutte le sue opere, la morte di lei il 12 ottobre 1961.

La pubblicazione che presentiamo descrive, con il corredo di fotografie, gli ambienti della casa, com-prese le modifiche subìte negli anni, e illustra i la-vori eseguiti per risanarla dall’umidità salmastra e per restaurarla nel suo stato originario. Inoltre, at-tingendo agli scritti di Maria Valtorta, documenta il

rapporto affettivo della scrittrice mistica per la casa in cui si è manifestato a lei il Cielo ed espone l’elen-co cronologico dei fatti avvenuti in essa. Dal registro delle firme riprende le espressioni più significative dei visitatori. Infine dà relazione del costo del re-stauro e del suo finanziamento.

La casa Valtorta, a Viareggio, è al numero civico 257 della lunga e centrale Via Antonio Fratti, a po-chi metri dall’incrocio con Via Leonardo da Vinci. È consentito entrarvi per visitare la camera di Maria, che è la prima a sinistra al pianterreno, passato l’in-gresso. È necessario prendere appuntamento previo con la custode Anna Mat-teoni (cell. 3493916137). Non è consentito fare vi-deo e foto.

La casa, già di proprie-tà del Centro Editoriale Valtortiano (CEV), è sta-ta conferita in dotazione alla “Fondazione Maria Valtorta Cev - onlus” co-stituita nell’anno 2010 dallo stesso CEV e dai coniugi Emilio Pisani e Claudia Vecchiarelli, edi-tori e curatori delle opere valtortiane. Può essere definita “casa-museo”.

Introduzione alle opere di Maria Valtorta è il titolo di un opuscolo di 32 pagine che offriamo in omag-gio ad ogni richiesta di libri.In sette capitoli l’opuscolo espone: 1) il rapporto che è possibile stabilire tra i Vangeli canonici e l’Opera valtor-tiana; 2) la vita e le opere di Maria Valtorta; 3) la ragione dei titoli dati alle sue opere; 4) come sono state curate le edizioni dell’opera maggiore; 5) come sono state curate le edizioni delle opere minori; 6) le posizioni dell’Au-torità ecclesiastica in merito all’opera maggiore; 7) le origini della casa editrice e le finalità della Fondazione.Ogni capitolo termina con la segnalazione dei titoli delle pubblicazioni che approfondiscono l’argomento del capitolo stesso.

Bollettino Valtortiano è il periodico semestrale che viene spedito gratuitamente ai nostri lettori. La spedizio-ne per posta ordinaria del Bollettino in forma cartacea viene sospesa all’indirizzo di coloro che per un periodo di tre o quattro anni non abbiano rinnovato alcun tipo di richieste al CEV. A tempo indeterminato, invece, potrà esse-re la spedizione del Bollettino in forma elettronica a coloro che forniscono al CEV il proprio indirizzo telematico.

I libri possono essere ordinati direttamente al CEV e vengono spediti, in Italia, tramite corriere. Un contributo fisso di 4 euro per le spese di spedizione viene richiesto solo se l’importo dei libri è inferiore a 30 euro.

CENTRO EDITORIALE VALTORTIANO03036 ISOLA DEL LIRI (FR)

tel. 0776.807032 – fax [email protected] – www.mariavaltorta.com

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La “Fondazione Maria Valtorta Cev – onlus”, che ha Emilio Pisani come presidente, non deve essere confusa con la “Fondazione Maria Valtor-ta” di Don Ernesto Zucchini. La nostra si con-traddistingue per il logo (che qui riproduciamo), per la sigla Cev (Centro Editoriale Valtortiano) e per la quali-fica di onlus (organizzazione non lucrativa di utilità sociale), oltre che per la sua ragion d’essere e per gli scopi.

La ragione di esistere della Fondazione nasce da un com-ma dell’art. 4 dello Statuto della Società “Centro Editoriale Valtortiano”, che recita: La società potrà anche occuparsi del-la costituzione di una Fondazione o Ente che raccolga l’eredità morale e materiale di Maria Valtorta. La Fondazione è stata costituita per raccogliere l’eredità di Maria Valtorta, il cui asse ereditario, che è toccato in sorte al Centro Editoriale Valtortia-no (CEV), comprende soprattutto la proprietà dei manoscritti originali con annessi diritti e la casa in Viareggio.

Gli scopi della Fondazione, dichiarati nell’art. 2 del suo Sta-tuto, sono sintetizzati in due punti: 1) custodire e proporre ogni memoria della persona di Maria Valtorta come un bene d’interesse pubblico; 2) tutelare e valorizzare la divulgazione degli scritti di Maria Valtorta a beneficio dell’umanità.

Molteplici possono essere le attività della Fondazione che rendono operativi ed efficaci gli scopi dichiarati. La conserva-zione dei manoscritti originali e la manutenzione e gestione della casa-museo in Viareggio prevalgono su una serie di at-tività che sono elencate nell’art. 3 dello Statuto. Tra queste la Fondazione privilegia, nel momento attuale, la promozione di nuove traduzioni delle opere di Maria Valtorta, ed anche le necessarie revisioni di traduzioni già esistenti.

*Quando si ravvisa la necessità di far revisionare una tra-

duzione, ritenuta imperfetta, dell’opera di Maria Valtorta, si finisce con il dover accettare una traduzione nuova. Così è avvenuto per la lingua spagnola: ad una traduzione prodotta con sospetta velocità da un frate messicano, e che si diffu-se nei Paesi dell’America Latina, dovette seguirne un’altra in castigliano, da noi commissionata ad un religioso spagnolo, dotto e accurato, che aveva ritenuto impraticabile una revi-sione della traduzione preesistente.

La stessa sorte è toccata all’edizione in lingua francese, ritenuta molto letterale e poco letteraria, ma che ha fatto co-noscere l’opera in Francia e nei Paesi francofoni. L’autore della traduzione, Félix Sauvage, ebbe anche il merito di pretende-re, come condizione per la pubblicazione, un titolo conforme al pensiero di Maria Valtorta. Fu così che, per la prima volta, l’opera abbandonò il suo titolo cautamante improprio per chiamarsi L’Evangile tel qu’il m’a été révélé, un titolo che sareb-be diventato definitivo anche nelle altre lingue, a cominciare da quella italiana: L’Evangelo come mi è stato rivelato.

Ora stiamo per pubblicare una nuova versione francese de L’Evangile valtortiano. È di Yves d’Horrer, un traduttore già da noi sperimentato per alcune delle opere minori di Maria Valtorta. Dopo aver provato a revisionare la traduzione di Sauvage, egli ha preferito assumere l’incarico di una nuova traduzione ed ha iniziato a lavorare ad essa circa dieci anni fa. Tra soste e rallentamenti, causati da qualche incertezza e dalle nostre difficoltà nel tenere il passo con il finanziamen-to, ora l’ha portata a termine. Contiamo di potere annunciare

la sua pubblicazione sul prossimo numero del Bollettino.

*Le traduzioni dell’opera maggiore

di Maria Valtorta, che comprendono lingue dell’Estremo Oriente e dialetti indiani, hanno supe-

rato il numero di trenta. Tra le novità recenti segnaliamo una trattativa appena iniziata per la lingua greca, una probabile ripresa dello swahili (che da alcuni anni è fermo sull’avvenuta pubblicazione dei primi due volumi) e la promettente prose-cuzione della traduzione nella lingua russa. Di quest’ultima ci soffermiamo a dire qualcosa di più.

Ci sorprese una richiesta che ricevemmo da Mosca nell’e-state dell’anno 2000. Una casa editrice ortodossa, d’ispira-zione mariana, ci chiedeva il permesso di tradurre l’opera di Maria Valtorta riprendendola dalla nostra edizione in lingua inglese. Ecco la motivazione: Questo libro è molto importante per il lettore russo perché contiene le descrizioni della Madonna e Gesù Cristo. E siamo sicuri che la pubblicazione di questo libro contribuisce al superamento della scissione tra la Chiesa Catto-lica e la Chiesa Ortodossa.

Il progetto moscovita doveva fermarsi sulle buone inten-zioni. Lo riprendeva un missionario italiano residente in Kaza-kistan, Don Massimo Ungari, che arrivò al punto di far stam-pare presso di noi i primi due volumi in lingua russa. Il trasfe-rimento di Don Massimo in Russia lo privava dei suoi collabo-ratori, facendo interrompere il lavoro della traduzione; ma la sua frequentazione di Mosca ci ha permesso di allacciare una relazione con l’Istituto Alexander Men, che prende il nome da un missionario di fede ortodossa, aperto all’ecumenismo, fautore di molte conversioni al Cristo, assassinato nel 1990. Il nostro accordo con quell’Istituto, per la prosecuzione e il completamento della traduzione in lingua russa dell’opera di Maria Valtorta, si fonda sulla disponibilità piena di un tradut-tore di eccezionale capacità, padre Alexej Marchenkov, colto conoscitore delle lingue, dotato di profonda spiritualità. Di lui ci ha parlato con entusiasmo Don Massimo Ungari in una sua recente visita in Italia.

*Il tema delle traduzioni ci spinge a ricordare Rita Malys,

brava e fedele traduttrice degli scritti valtortiani nella lingua tedesca per conto del nostro co-editore svizzero. È deceduta il 9 febbraio 2016 in Germania, dove risiedeva. Si deve a lei la prima delle traduzioni del volume Quadernetti di Maria Val-torta. È stato il suo ultimo lavoro.

*La Fondazione che ha ricevuto l’eredità di Maria Valtorta

deve ritenersi erede anche del “pensiero” di lei. Si ricorda una sua espressione emblematica. Lei diceva che della sua opera si dovevano stampare cinque copie da destinare ai cinque continenti.

La Fondazione si propone di attuare i propri scopi soprat-tutto attraverso le traduzioni. La promozione e la cura delle traduzioni corrispondono all’ideale valtortiano in un servizio nascosto e penetrante, che però è anche il più oneroso.

Oltre alle libere offerte, si può dare un contributo per gli scopi della Fondazione destinando ad essa, in quanto “on-lus”, il 5 PER MILLE dell’Irpef. Sulla dichiarazione dei redditi è sufficiente mettere, nello spazio riservato al “5 per mille”, la propria firma e il codice fiscale 9 1 0 2 1 7 4 0 6 0 9.