Arezzo Sport 91

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13 17 FEBBRAIO 2012 in copertina Marco Donati cittadini nutrono spesso nei confronti dei loro amministratori un sentimento di disaffe- zione. A riavvicinarli alla politica potrebbero essere persone oneste e competenti come Marco Donati, giovane assessore allo Sport i cui fatti, ancor prima delle parole, testimonia- no quanto il tema della vitalità e il rilancio dello sport ad Arezzo stiano alla base delle proprie preoccupazioni. Assessore Donati, qual è lo stato dell’arte dello sport ad Arezzo? «Non c’è dubbio che stiamo vivendo un momento difficile, caratterizzato dalla scarsa reperibilità di risorse sia pubbliche che private. Nonostante ciò, stiamo lavorando alacremente per risolvere un problema fondamentale: quello dell’insufficienza degli impianti sportivi, vero pa- trimonio che permette allo sport di mantenere la sua vivacità e, soprattutto, un’ampia offerta sportiva. Altro obiettivo è quello di far divenire Arezzo punto di riferimento per eventi sportivi di medio-alto livello, creando un circolo virtuoso fondato sul binomio turismo-sport». I continua a pag. 14 Vendi su Ebay? Vieni da noi! località Montecchio Vesponi, Castiglion Fiorentino (Arezzo) 0575/1786102 [email protected] via Guadagnoli 37 0575/302676

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L'inserto sportivo de "Il Settimanale di Arezzo" n. 91, in edicola gratuitamente da Venerdì 17 Febbraio 2012! Corri a prendere la tua copia!!!

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1317 FEBBRAIO 2012

in copertina

Marco Donati

cittadini nutrono spesso nei confronti dei loro amministratori un sentimento di disaffe-zione. A riavvicinarli alla politica potrebbero essere persone oneste e competenti come Marco Donati, giovane assessore allo Sport

i cui fatti, ancor prima delle parole, testimonia-no quanto il tema della vitalità e il rilancio dello sport ad Arezzo stiano alla base delle proprie preoccupazioni.

Assessore Donati, qual è lo stato dell’arte dello sport ad Arezzo?

«Non c’è dubbio che stiamo vivendo un momento difficile, caratterizzato dalla scarsa reperibilità di risorse sia pubbliche che private. Nonostante ciò, stiamo lavorando alacremente per risolvere un problema fondamentale: quello dell’insufficienza degli impianti sportivi, vero pa-trimonio che permette allo sport di mantenere la sua vivacità e, soprattutto, un’ampia offerta sportiva. Altro obiettivo è quello di far divenire Arezzo punto di riferimento per eventi sportivi di medio-alto livello, creando un circolo virtuoso fondato sul binomio turismo-sport».

I

continua a pag. 14

Vendi su Ebay?Vieni da noi!

localitàMontecchio

Vesponi,Castiglion Fiorentino

(Arezzo)0575/1786102

[email protected] Guadagnoli 370575/302676

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Come vi state muovendo affinché questo si possa realizzare?«Arricchendo la nostra agenda di eventi sportivi di rilievo: dalle ma-

nifestazioni di karate, ping pong, ginnastica al PalaCaselle sino al ci-clismo, uno dei punti cardine dell’impalcatura sportiva aretina. Infatti, oltre al prestigioso appuntamento della corsa Tirreno-Adriatica, stia-mo spingendo per fare di Arezzo un arrivo volante del Giro d’Italia.

Grande aspettativa poi per il Giro di Toscana e per l’iniziativa della I Gran Fondo della Città di Arezzo, in giugno. Non dimentichiamo i mo-tori, col II Rally delle Vallate Aretine e il ritorno del rally nell’Alpe di Poti.

A fronte di questa ricchezza di eventi, stiamo cercando di aprire una pagina web nel sito del Comune che funga da calendario degli eventi sportivi che settimanalmente si svolgeranno nel nostro territorio. Un modo per venire incontro ai cittadini promuovendo la conoscen-za di tutte le realtà sportive, molto spesso poco conosciute».

Ritornando alla questione impianti: cosa si potrebbe fare per migliorare la situazione?

«La richiesta di luoghi indoor è l’elemento critico del nostro territorio, soprattutto dinanzi alla vivacità del tessuto sportivo aretino. Il proble-ma, che ha origine dai cattivi investimenti fatti nel passato, non può

essere risol-to però nell’immediato: la programmazione e la pianificazione delle future aree di sviluppo della città si fonderanno sul principio di perequazione, poiché il Comune fatica a fare nuovi investimen-ti per via del patto di stabilità.

Esiste tuttavia un progetto per dar vita a un importante plesso sportivo nella zona Pratacci, nei pressi dell’ex rifiuteria, sperando di trovare un valido project financing [l’ausilio finanziario di un privato, ndr]».

Qual è stato l’evento sportivo che più è riu-scito a emozionarla sinora?

«Difficile fare una classifica o individuare un evento più importante di un altro. Dato che sono riuscito a viverla in prima persona, cito la difesa del titolo di Adriano Nicchi [nella foto a sinistra, ndr].

Dobbiamo altresì ricordare la pesca con Fini campione del mondo, i grandi risultati di Angelica Savrayuk [nella foto qui sopra, ndr] nella ginnastica, il nuoto, il motociclismo, le vitto-rie del baseball e moltissimi altri successi ancora».

Qual è il suo sogno più grande?«Sicuramente poter mantenere questo pano-

rama variegato di sport di base, con l’obiettivo principale non tanto di creare campioni bensì persone e cittadini maturi.

Una cosa che però mi auguro, con tutto il cuo-re, è la tanto agognata promozione dell’Arezzo Calcio in Serie C».

Marco Donati: rilanciare lo sport ad Arezzo si puòProgetti, difficoltà e speranze nelle parole del giovane assessore allo Sport aretino di Giacomo Belli

[continua da pag. 13]

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a lotta, sport nobile dall’origine antichissima. Una disciplina che vive degli sguardi degli at-leti, costretti a giocarsi le proprie chance di vittoria nel giro di pochi istanti.

Lo sanno bene Piero e Roberto Stopponi, passato e presente del Chimera Lotta (il primo ex presidente, il secondo allenatore e presidente odierno). Una società che sette anni fa ha deciso di puntare tutto sui giovani, consapevole dei 37 anni della propria storia, fatta di combattimenti e tanta passione.

«La nostra volontà è far crescere i nostri piccoli atleti – dice Roberto Stopponi, che continua con grande passione una tradizione di famiglia portata avanti prima da suo zio Piero e poi da suo padre Sergio Stopponi. – Per questo, sette anni fa abbia-mo fatto nostra l’idea federale “Sport a scuola”, nata con l’intento di avvicinare i bambini alla lotta,

uno sport molto importante dal punto di vista for-mativo».

Un progetto presentato alla Scuola “Pio Borri”, con cui è nata una collaborazione che ha permes-so a molti bambini di conoscere uno sport fortemen-te radicato sui valori della disciplina e del rispetto tra gli atleti.

Così negli ultimi anni molti di loro hanno potuto scoprire questa disciplina sotto l’aspetto del diver-timento, grazie al cosiddetto “gioco del cerchio”, un’attività che permette al bambino di conoscere il proprio corpo e i propri limiti.

«Puntiamo inoltre molto sull’educazione e sull’ami-cizia, ed è con quest’ultima che si plasma un grup-po». Un gruppo costituito da belle speranze come Riccardo Glave, Carlo Storri, Andrea Marcozzi e Luisa Paionni, a cui si uniscono altri piccoli atleti che hanno le qualità per crescere e farsi largo in

questo sport. Una società con alle spalle tan-

ta esperienza e passione ma che non vuole assolutamente fermarsi: «Siamo sulla strada giusta e i risul-tati lo dimostrano: il nostro sogno è quello di vedere i nostri piccoli atleti competitivi a livello nazionale con la nostra società. Per questo par-teciperemo l’11 marzo prossimo al Torneo Interregionale a Modigliana (Forlì) e il 5 maggio al Gran Premio Giovanissimi di Ostia».

Una società ambiziosa la Chimera Lotta che vuole crescere insieme ai propri bambini, infon-dendo in ognuno di loro i valori del rispetto delle regole e degli avver-sari. Valori che, al contrario che in altri sport, nonostante le migliaia d’anni di storia non si sono ingialliti nel tempo.

CHIMERA LOTTA: «VOGLIA DI CRESCERE INSIEME AI NOSTRI BAMBINI»Piero e Roberto Stopponi ci raccontano i progetti della loro società, che ha deciso di puntare tutto sui più piccoli

L

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di Omero

Ortaggi

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a figura dello psicologo dello sport fatica a radicarsi nel territorio. Sono molti i muri mentali che ognuno di noi erige quan-do sente nominare la parola “psicologo”, troppo spesso collegata all’idea di malat-

tia mentale. Per farci capire meglio e iniziare ad abbattere

tutti quei pregiudizi sull’argomento, le parole del giovane psicologo dello sport Paolo Tirinnanzi: «La figura dello psicologo fa paura perché viene associata alla pazzia o a un forte squilibrio men-tale. Non c’è nulla da vergognarsi. Soprattutto la psicologia dello sport si basa sull’ottimizzazione della prestazione dell’atleta, che deriva da tre

aspetti: quello tattico (dove prevale la figu-ra dell’allenatore), fisico (col preparatore) e mentale, ovvero il nostro ambito di compe-tenza.

Se queste tre parti sono in armonia tra loro, l’atleta potrà raggiungere il massimo della prestazione (tenendo conto che l’aspetto mentale è quello più importante, poiché co-manda gli altri due livelli).

Il nostro lavoro si basa sulla capacità di gestire le emozioni di ogni singolo individuo in modo tale che quelle negative (come la scarsa tolleranza al dolore o la poca atten-zione) possano tramutarsi in positive. Il nostro

intervento non è standardizzato per tutti.

Ogni persona è differente dal-le altre e il nostro percorso formati-vo si adatta sulle esigenze del sin-golo intervenendo anche sui rapporti con la famiglia, con l’allenatore e con i compagni, al fine di una crescita a 360 gradi dell’at-leta».

Paolo Tirinnanzi, la psicologia dello sport al servizio dell’atleta

L

di Giacomo

Belli

Paolo Tirinnanzi

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COME SUPERARE PSICOLOGICAMENTE UN INFORTUNIO

Purtroppo la grandissima maggioranza di chi pratica sport ha dovuto subi-re un infortunio. Ma come superare il trauma in maniera efficace e positiva? «Quando uno sportivo si fa male, subentrano una serie di emozioni negative portate dal dolore, come ad esempio i pensieri sul futuro (quando e se potrò mai più fare quell’attività).

La nostra figura è importante perché strutturiamo un programma riabilitati-vo ad hoc che coinvolga lo staff medico, la famiglia, la squadra, per far sentire all’atleta il sostegno di tutti, creando altresì un contesto in cui possa riprendersi completamente. La riabilitazione avviene con tecniche di preparazione men-tale, con lo scopo di aumentare la propria soglia di dolore: il recupero perfet-to evita il rischio di ricadute che potrebbero derivare da una cattiva gestione dello sforzo fisico. Una riabilitazione fatta da soli potrebbe allungare il tempo di recupero, perché il pensiero dell’atleta tende a fissarsi sull’arto infortunato».

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onostante gli ultimi buoni risultati raggiunti dagli atleti aretini e la bontà degli allenatori, l’atletica – soprattutto

a livello giovanile – non è ancora molto seguita nella nostra realtà sportiva.

Tra le società aretine impegna-te in questo sport c’è l’Atletica Sestini: abbiamo parlato con il presidente della società, Stefano Del Mastro.

Presidente, quanto è seguita l’atletica ad Arezzo?

«Il nostro sport è ancora consi-derato un’attività minore, quasi di nicchia, anche se negli ultimi anni il numero degli iscritti, so-prattutto a livello giovanile, sta crescen-do: molti bambini sono attratti da ciò che vedono alla televisione e vengono a pro-vare al Campo Scuola».

Con quale metodo insegnate a chi è alle prime armi?

«Cerchiamo prima di tutto di far ap-prendere i movimenti in maniera lenta, di modo che, una volta imparati a dovere, li possano eseguire correttamente anche più velocemente. Inoltre i bambini fino a 11-12 anni non devono concentrarsi esclusivamente su una sola disciplina, ma devono svolgere più attività, dunque per loro sono previsti allenamenti multidiscipli-nari che aiutino a sviluppare sia il corpo che l’attività intellettiva».

Dopo arriva la scelta definitiva: in base a cosa si sceglie la propria disciplina?

«Sono gli atleti che scelgono quando arrivano a una maturazione fisica e intellettiva. Noi allena-tori possiamo dare consigli e allenarli più su una specialità che su un’altra, ma la scelta resta indi-viduale in base al corpo e alla volontà del singolo ragazzo».

Che obiettivi vi ponete per questa stagione?«Gli obiettivi che ci siamo prefissati sono ambi-

ziosi: podio sia per le ragazze che per i ragazzi nelle gare provinciali indoor e campestri, per parteci-pare poi ai campionati regionali. In questa mani-festazione speriamo di ottenere qualche vittoria, che ci darebbe l’opportunità di arrivare alle fasi nazionali».

Quali sono gli ultimi atleti di spicco usciti dal vivaio della vostra società?

«Negli ultimi anni in tanti sono arrivati alle fasi fi-nali dei Campionati Italiani, ma mi piace ricorda-re coloro che sono stati campioni italiani a livello giovanile, ovvero Massimiliano Arrigucci, che nel 2000 vinse i 1200 metri, poi nel 2003 Cosimo Boccia, che riuscì a vincere nel decathlon, fino ad arrivare a Letizia Marzenta, che nel 2010 ha vinto nel salto con l’asta».

17 FEBBRAIO 2012 17

Atleticaun mondo

da scoprire!Ne abbiamo parlato con Stefano Del Mastro, presidente dell’Atletica Sestini

N

di Alessio

Segantini

Letizia Marzenta in azione

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er ogni studente le ore di educazione fisica sono sempre tra le più attese. Negli ultimi anni, queste ore sono state arricchite dagli interventi di alcu-ne società sportive che hanno iniziato a lavorare nelle varie scuole con l’obiettivo di far giocare gli

studenti e divulgare lo sport. In questo anno scolastico, tra le società più attive c’è il Vasari Rugby, che sotto l’impul-so del nuovo direttore tecnico Jean Luc Sans, ha deciso di espandere la propria attività coinvolgendo un ampio numero di scuole.

Grazie all’impegno dello stesso Sans, di Maurizio Mirante, di Mariella Di Maria e di Antonio Mammone, la società aretina sta coinvolgendo oltre 2000 bambini e ragazzi, con un’attività che spazia dalle scuole elementari (“Borri”, “Bruni”, Convitto, “Curina”, “Gamurrini”, “Massaccio” e “Sante Tani”) alle medie (“IV Novembre”, “Piero Della Francesca” e Convitto) fino ad arrivare alle superiori (Geometri e Itis). «L’obiettivo del nostro lavoro è di sviluppare un’immagine positiva del rugby – afferma Sans. – Spesso il rugby incute timore perché viene associato a uno sport violento, ma in realtà è una discipli-na “nobile”, che permette di svolgere un’attività sana e divertente e di imparare valori positivi. L’obiettivo del Vasari è di entrare in tutte le scuole della città e far giocare un numero sempre maggiore di studenti: lavorare nelle scuole è un grande impegno ma ci permette di far conoscere questo sport, di farne capire la

bellezza e creare una cultura favorevole. A prescindere dal fatto che lo studente venga a giocare, quello che ci interes-sa è che i bambini e i ragazzi si divertano, e di conseguenza facciano conoscere lo sport e il Vasari, parlando di questa esperienza sia a casa con i genitori che fuori con gli amici».

Dopo l’intervista, Sans ci accompagna alla “IV Novembre” per permetterci di assistere all’ora di rugby della Prima F. Mentre il tecnico francese divide gli studenti in due squadre e spiega loro il gioco, noi ci confrontiamo con la professores-sa della classe che si dice entusiasta per il progetto portato avanti dal Vasari; dopo pochi minuti, i bambini scatenano la loro gioia iniziando a passarsi la palla ovale e a correre per la palestra con l’obiettivo di fare meta.

«Vedi il sorriso nei loro volti? È questo il rugby», ci sussurra Sans passandoci accanto: in quei sorrisi è racchiusa la vera essenza del rugby.

Le foto a corredo dell’articolo sono di Daniele Gelli

P

Il Vasari fa scuola di rugbySotto l’impulso di Jean Luc Sans, la società aretina permette a 2000 studenti di scoprire la vera essenza del rugby

di Francesco

Ciabatti

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ll’interno dell’attività della Chimera Nuoto, il Propaganda è il settore che si pone a un livello inter-medio tra la vera e propria Scuola Nuoto, il cui fine è l’insegnamento, e l’Agonistica, la massima espressione della pratica sportiva.

Rivolto a bambini e ragazzi con un’età tra i 5 e i 16 anni, il Propaganda prevede un’attività sportiva più intensa rispetto alla scuola nuoto

e permette agli atleti di disputare le prime gare, due caratteristiche che fanno di questo settore il bacino in cui crescono i futuri agonisti della Chimera Nuoto.

Gli atleti del Propaganda con le maggiori capacità e volen-terosi di fare un ulteriore “salto di qualità” possono orientare i propri sforzi verso l’Agonistica, una possibilità che permette di dividere il settore in due ulteriori segmenti, la Preagonistica e il Propaganda vero e proprio, due attività indirizzate verso fini diversi: il primo orienta all’attività agonistica, il secondo alla pratica sportiva amatoriale.

«Il Propaganda pone le basi per apprendere tutte le tecniche che si utilizzano nel nuoto sportivo – spie-ga il direttore tecnico Marco Magara. – Il settore prevede almeno tre allenamenti settimanali, l’unica frequen-za in grado di garantire miglioramenti e che per-mette all’atleta di creare una buona relazione con l’ambiente acquatico, un luogo dove sa muoversi, si diverte e si sente a proprio agio».

I ragazzi del Propaganda, allenati da Angelo Solis Herrera, Alberto Bertuccini e Lucia Moccia, sono impegnati nel corso della stagione in più gare: un circuito provinciale, un campionato regionale e una rassegna nazionale. Negli ultimi anni la Chimera Nuoto ha dominato il campionato provinciale, vincendo consecutivamente gli ultimi sette titoli: per questa stagione, l’obiettivo è centrare l’ottavo successo. «Nel Propaganda puntiamo a creare il gruppo – conclude Magara. – A ogni atleta forniamo la maglietta, la

cuffia e lo zaino della società, una piccola accortezza che aiuta a far crescere il senso di squadra. Questo settore, di anno in anno, ha sempre più atleti, ma noi non ci accon-tentiamo e puntiamo ad aumentare ulte-riormente questo numero, per riuscire ad avere in futuro un gruppo di agonisti forte e di valore».

La Chimera Nuoto si allena all’interno del

Centro Sport Chimera: per iscri-

zioni e informazioni, rivolgersi

alla segreteria del palazzetto

del nuoto o visitare il www.cen-

trosportchimera.com.

1917 FEBBRAIO 2012

A

Nel Propaganda crescono le nuove leve del nuoto aretino

i, il Propaganda cuola nuoto

iche sti

e le

amenti en-

uogo dove

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a metafora di ogni campionato è quella di una corsa a ostacoli, laddove gli avversari diventa-no, di volta in volta, l’asticella da superare più o meno in scioltezza.

Per arrivare al traguardo con la vittoria in ta-sca bisogna quindi lottare con tutte le forze, contro le componenti esterne che rendono la vita difficile a qualsiasi squadra. Nulla si conquista senza un minimo di sofferenza, quindi, però l’Arezzo ultimamente ci mette anche del suo, quasi a volersi complicare il cammino, già di per sé arduo, per arrivare alla tanto agognata promozione.

Sono tempi duri per tutti, si sa, figurarsi per un manipolo di imprenditori romani, saliti in Toscana per fare calcio, affatto risparmiati dalla crisi economica che sta caratterizzando questo ultimo periodo in Italia. In giro si vede molto di peggio, basta guardare il recente passato dell’Arezzo per capirlo.

Però, è anche vero che gli impegni presi rimangono impegni, dietro ai quali ci sono calciatori che sul fine mese fanno affidamento, come tutti i comuni mortali. Così i ritardi nella liquidazione dei rimborsi spese

ai calciatori della rosa amaranto sono diventati una querelle che ha ghiacciato gli animi dei tifosi, proprio nella settimana climaticamente più fredda dell’anno. Ognuno ha le proprie parti di ragione, solo che tempi e modi potevano essere scelti con maggiore attenzione.

I rimborsi speseQuelli che di solito vengono chiamati stipendi, nel mondo dei dilettanti sono chiamati rim-

borsi spese. Di fatto sempre soldi sono, al punto da diventare oggetto di comunicati (della rosa) e contro-comunicati (della società). La cosa brutta e pericolosa è stato l’aver messo in piazza il tutto, passando rapidamente dalla ragione al torto. O quasi.

Walter MartucciSi comporta da hombre vertical, non riuscendo a digerire il comunicato della

squadra che lamentava, tra le altre cose, l’assenza della società al loro fianco. Lui, direttore generale, che viceversa era stato sempre presente e aveva speso parole di fiducia

sul futuro agonistico dei suoi ragazzi. Così si impermalisce, mette il broncio e se ne va. Al di là delle ragioni dovrebbe prevalere il senso di responsabilità e la correttezza

verso gli impegni assunti. A fine stagione poi si tireranno le somme, ma non adesso, in piena bagarre.

I giovani amaranto Cissè, Pucci, Macellari e il giovane Fabbri danno lustro all’Arezzo nel prestigioso Torneo di

V iareggio, come po-che volte è capitato di vedere.

In particolare il giovane talen-

to guineano, in campo con la rappresentativa della Lega Dilettanti, si è fatto notare per la qua-lità delle sue giocate, a conferma della bontà dei giovani scovati da Martucci, una buona base per un futuro roseo.

Arezzo Calcio, siamoin piena corsa a ostacoli...

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I

Ldi Luca Stanganini