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Bocc a sana in corpo sano Studio odontoiatrico “Casa di Cura Villa Sandra” Responsabile Dott. Matteo Savona Specialista in Ortodonzia e Gnatologia La Casa di Cura Villa Sandra è lieta di comunicare l’apertura del nuovo ambulatorio odontoiatrico. Tale scelta si è resa opportuna per offrire ai nostri pazienti un’ulteriore specialità nel campo Medico. Considerate le notevoli ed importanti correlazioni tra le diverse branche della medicina, i denti e l’appa- rato della masticazione vengono reputate causa e fulcro di molte alterazioni del nostro organismo. Oggi abbiamo l’opportunità di una cooperazione d’eccellenza tra i nostri specialisti, coadiuvati da macchi- nari e tecnologie all’avanguardia, per ottenere un completo inquadramento e risoluzione delle problemati- che del paziente. La salute orale, oltre che al semplice mal di denti, è correlata a disturbi di masticazione, cervicali, sinto- mi riferiti all’orecchio fino ad arrivare ad alterazioni posturali. Inoltre è appurata la correlazione tra salute orale (presenza di batteri), alitosi, malattie cardio-vascolari e diabete. Di recente è stato applicato un protocollo per chi effettua terapie per l’osteoporosi che indiriz- za il paziente ad effettuare visite periodiche odontoiatriche per le probabili complicanze che tali farma- ci possono causare. Le terapie odontoiatriche sono effettuate con protocolli scientifici continuamente aggiornati: Visita e prevenzione. • Igiene e sbiancamento. • Ortondozia e bite. • Impianti e protesi. Grazie all’esperienza della nostra struttura nel campo della riabilitazione motoria abbiamo voluto allar- gare i nostri orizzonti ed includere questa specialità per una completezza diagnostica e terapeutica.

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Bocca sana in corpo sanoStudio odontoiatrico “Casa di Cura Villa Sandra”

Responsabile Dott. Matteo SavonaSpecialista in Ortodonzia e Gnatologia

La Casa di Cura Villa Sandra è lieta di comunicare l’apertura del nuovo ambulatorio odontoiatrico.Tale scelta si è resa opportuna per offrire ai nostri pazienti un’ulteriore specialità nel campo Medico.Considerate le notevoli ed importanti correlazioni tra le diverse branche della medicina, i denti e l’appa-rato della masticazione vengono reputate causa e fulcro di molte alterazioni del nostro organismo.Oggi abbiamo l’opportunità di una cooperazione d’eccellenza tra i nostri specialisti, coadiuvati da macchi-nari e tecnologie all’avanguardia, per ottenere un completo inquadramento e risoluzione delle problemati-che del paziente.La salute orale, oltre che al semplice mal di denti, è correlata a disturbi di masticazione, cervicali, sinto-mi riferiti all’orecchio fino ad arrivare ad alterazioni posturali.Inoltre è appurata la correlazione tra salute orale (presenza di batteri), alitosi, malattie cardio-vascolari ediabete. Di recente è stato applicato un protocollo per chi effettua terapie per l’osteoporosi che indiriz-za il paziente ad effettuare visite periodiche odontoiatriche per le probabili complicanze che tali farma-ci possono causare.Le terapie odontoiatriche sono effettuate con protocolli scientifici continuamente aggiornati:• Visita e prevenzione.• Igiene e sbiancamento.• Ortondozia e bite.• Impianti e protesi.Grazie all’esperienza della nostra struttura nel campo della riabilitazione motoria abbiamo voluto allar-gare i nostri orizzonti ed includere questa specialità per una completezza diagnostica e terapeutica.

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Direzione scientificaVilla Sandra

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n. 00031 in data 17 gennaio 1990

© 1990 - Villa Sandra S.p.A.Tutti i diritti riservati

Finito di stampare nel mese di giugno 2015

Sommario

3 IL TARANTISMO, ORIZZONTE MITICO-RITUALETRA MEDICINA E ANTROPOLOGIADott. Mario E. D’Imperio

14 MAY DAY - MAY DAYProf. Dott. Antonio Gabriele

CASA DI CURA PRIVATA

VILLA SANDRACENTRO DI RIABILITAZIONEMOTORIA E FUNZIONALE

In copertina: Achille fascia un braccio a Patroclo ferito. Coppa del vasaio greco Sosias (500 a.C.).

Non capita frequentemente che un numero della Rivi-sta “QUADERNI DI VILLA SANDRA” sia dedicato,prevalentemente, a pochissimi articoli. Quando avvie-ne è perché si verificano condizioni particolari che loimpongono: lunghezza degli articoli, dovere di ospita-lità per gli scritti di colleghi esterni a Villa Sandra, checi chiedono di pubblicarli subito, l’obbligo di non su-perare di molto il numero di pagine della Rivista, ecc.Rassicuriamo gli AA., esclusi da questa edizione, che iloro articoli arricchiranno la prossima pubblicazione.Anzi, ne approfittiamo per chiedere loro di metterciancora più spesso in difficoltà, inviandoci un numeromaggiore di articoli.

La Redazione

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CONVENZIONATA CON LA REGIONE LAZIO PER

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Le specialità con l’asterisco (*) non sono inconvenzione.

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La “terra del rimorso” è, in senso stretto, laPuglia in quanto area elettiva del tarantismo,un fenomeno storico-religioso nato nel Me-

dioevo e protrattosi sino al settecento. Si tratta di unsistema rituale, prevalentemente contadino, che un

tempo coinvolgeva anche ceti più elevati, visto dalDe Martino “non come malattia riducibile a disordi-ne psichico, ma come istituto in un orizzonte mitico-rituale di ripresa e integrazione rispetto al sociale ea momenti critici dell’esistenza”.

Il tarantismo, orizzonte mitico-ritualetra medicina e antropologiaDOTT. MARIO E. D’IMPERIODirettore Sanitario Casa di Cura “Villa Sandra”

Il rituale del Tarantismo in Puglia nel 1959.

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Il simbolismo si basava su due momenti: il pri-mo con una taranta che morde ed avvelena, il se-condo caratterizzato da musica danza e colori cheliberano dal morso avvelenato (Demorsi Appuli cu-rantur sono, saltu, cantu, coloribus - GaudenzioMerula, Memorabilia, Lione 1556, cap. LXIX).Questo fenomeno avveniva in concomitanza del

risveglio primaverile e del raccolto dei frutti estivicon ripetizione stagionale e si innestava su due gran-di polemiche culturali dell’occidente quali il cristia-nesimo contro i culti orgiastici pagani e l’avvento diuna nuova scienza illuministica contro il precedentepredominio della magia cerimoniale e naturale.

Gli antecedenti classici sono rintracciabili inApulia, area culturale della Magna Grecia, nei duesimbolismi dell’“oistros” (frenesia, furia folle) edella “aioresis” (l’altalena come rito). Inoltre nonsi può ignorare il legame di questo fenomeno allaiatromusica dell’età barocca.

L’INDAGINE ETNOGRAFICA EANTROPOLOGIA MEDICA

Il criterio di campionamento adottato dal DeMartino fu quello di analizzare il comportamento

dei tarantati che il 29 giugno 1959 (festa dei SS.Pietro e Paolo) affluivano nella cappella di SanPaolo a Galatina. Tra il 28 e il 30 giugno furonoidentificati 35 tarantati di cui 19 scelti a caso conl’obiettivo di visitarli nei rispettivi paesi di appar-tenenza per desumerne il maggior numero di infor-mazioni possibili. A questi si aggiunsero due dero-ghe di cui un unico caso di latrodectismo accertato(morso ed avvelenamento da ragno) e un “taranta-to” da tempo in ospedale, particolarmente interes-sante dal punto di vista psichiatrico. L’equipe di De Martino era formata da antropo-

logi, storici delle religioni, psicologi, assistenti so-ciali e medici. Chiaramente il compito del medicoera quello di stabilire se il tarantismo fosse da ri-durre ad effettivo latrodectismo o ad una anorma-lità psichica. Se le ipotesi mediche fossero risultatevere, la spedizione etno-antropologica avrebbe per-so il suo valore.Il medico riconobbe che, tenuto conto dell’am-

biente, il tarantismo sfuggiva ad una definizione

4 Il tarantismo, orizzonte mitico-rituale tra medicina e antropologiaDott. MARIO E. D’IMPERIO

CASA DI CURA PRIVATA

VILLA SANDRA

Cappella di San Paolo a Galatina.

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nosologica nel quadro della moderna psichiatria edeterminati comportamenti non potevano essereclassificati come sintomi morbosi o comportamentiabnormi. Non è un caso che i tarantati tendevano ad imi-

tare il vero latrodectismo i cui sintomi erano: lacaduta al suolo, il senso di spossatezza, l’ango-scia, uno stato di agitazione psicomotoria con ob-nubilamento del sensorio, la difficoltà nel mante-nersi in piedi, mal di stomaco, nausea, vomito, va-rie parestesie, dolori muscolari ed esaltazione del-la libido. Ciò che fu notato dall’equipe è che talisintomi dovevano essere ricondotti ad una risolu-zione in chiave simbolica e psicanalitica tipica dimomenti critici dell’esistenza, quali traumi, fru-strazioni, conflitti irrisolti, crisi della pubertà,morte di una persona cara, l’amore non corrispo-sto, la miseria e la fame, la condizione di unprofondo disagio di subalternità della donna, lemalattie organiche, nonché il dissesto economiconelle famiglie. Il ragno a cui si fa riferimento è la Lycosa Ta-

rentula, grosso aracnide peloso, armato di cheli-ceri di notevoli dimensioni. Esso vive nei campipietrosi, dove costruisce un cunicolo sotterraneonel quale durante il giorno resta nascosto e al ve-spro esce col fresco alla ricerca di cibo. Raggiun-ge la sua vittima con un salto ampio anche duepalmi, ergendosi sulle zampe posteriori. Aggressi-vità, ferocia e rinnovamento, dovuto alla muta delsuo esoscheletro, concorrono a creare valenze perl’universo psichico, ricordando per certi versi lamantide religiosa. Il Latrodectus Tredecimgutta-tus, invece, essendo più piccolo, non suscita rea-zioni emotive altrettanto intense. È meno vistoso,lento nei movimenti, non vaga alla ricerca del ci-bo ma attende la sua preda che cade nella tela emorde l’uomo, solo se compresso da una stretta dimano o nel tentativo di schiacciarlo. In altre paro-le la Lycosa Tarentula provoca sull’uomo reazionilocali come edemi o necrosi circoscritte; il Latro-dectus può provocare sull’uomo effetti generalianche gravi. Se ne deduce che il simbolismo delmorso appare legato alla Lycosa mentre gli effettial Latrodectus. Anche lo scorpione e il ragno

epeira vengono designati dalle vittime come ta-rante, se non confuse addirittura con le serpi in unorizzonte mitico comune.

ALTRE FORME DI TARANTISMOIN ITALIA.IL CASO DELL’“ARGIA” IN SARDEGNA

Come precedentemente detto, il “tarantismo” hala sua area elettiva in Puglia, dove il suo carattereculturale è più nettamente individuato e la sua auto-nomia simbolica più sviluppata. Ma in tutta l’areameridionale, in Spagna, in Sicilia e forse in Proven-za si ritrovano, o si ritrovavano un tempo, delle for-me analoghe. Nella variante di Tonara in Sardegna, colui che è

punto dall’argia (una tarantola velenosa) non è il pro-tagonista della prestazione coreutica, ma si lamentasu una stuoia, mentre parenti e amici eseguono unasorta di girotondo e cantano versi esorcizzanti.Questo fenomeno, che già ai tempi di De Marti-

no era caduto in disuso e veniva semplicemente ri-cordato dalle persone più anziane, presentava deicaratteri di novità. Ad esserne maggiormente colpi-ti erano più gli uomini che le donne e non vi era ri-petizione stagionale.Durante lo stato di trance la vittima maschile

era posseduta o da una nubile, o da una donna spo-sata o da una vedova. Le lamentazioni eseguite siadall’uomo che dagli astanti riprendevano temi mu-sicali e gesti che potevano mimare l’allattamento oil cordoglio.

5Il tarantismo, orizzonte mitico-rituale tra medicina e antropologiaDott. MARIO E. D’IMPERIO

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VILLA SANDRA

Lycosa tarentula.

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ANALISI STORICA E SIMBOLICA

Nella descrizione fatta da De Martino esistonovari tipi di tarante: le “ballerine e canterine” cheesigono in chi è stato morso canti e danze proprie;quelle “tempestose”, che inducono le loro vittime afare sterminio; quelle “tristi e mute”, che richiedo-no nenie funebri; quelle “libertine”, che stimolanocomportamenti lascivi ("Libere atque impune virospetere”); infine quelle “dormienti”, resistenti aqualsiasi trattamento musicale. Il veleno dura finoa quando la taranta muore o viene estinta la sua di-scendenza. Morde nella stagione estiva ma può ri-mordere negli anni successivi. Per provocare lamorte del ragno è necessario individuare le sue ca-ratteristiche e danzare con lui fino a farlo stancare,imporre il proprio ritmo coreutico con il piede checalpesta il suolo – nell’atto di schiacciarlo – a rit-mo di danza. La “tarantella” è un agone tra ragno e vittima,

basato su un processo duplice di “identificazione”(lasciarsi andare) e di “distacco” (riprendersi).Durante l’esorcismo coreutico musicale il combat-tente talvolta dialoga ad alta voce con il ragno,soggiace ai suoi ordini o gli impone il suo coman-do. Viene quindi a patti con lui, fissando talvoltal’ora delle prossime crisi. La città di Galatina, dove si trovava la cappella di

San Paolo, godeva del privilegio di essere immunedal tarantismo, per la protezione accordata dal santoal suo feudo. Secondo la tradizione, a Malta SanPaolo soggiogò una echidna, un serpente mitologi-co, uscito da un fascio di sarmenti. Sempre nella pe-nisola salentina, San Foca accordava la sua protezio-ne contro il morso di insetti e rettili velenosi. Di taleimmunità godevano anche i francescani ad Otranto eBrindisi, in segno della pietà rivolta dal “poverellod’Assisi” verso questi animali. I pellegrini quindi af-fluivano dai paesi limitrofi dove Galatina e la suachiesa si ergevano a templi, territori sacri con relati-vo pozzo miracoloso. Il simbolismo della taranta è stato profondamente

studiato anche da Leonardo da Vinci. Secondo lasua interpretazione il tarantato, per guarire, dovevanecessariamente tornare nel luogo dove venne mor-so, alla ricerca del ragno responsabile che doveva

essere ucciso. È quindi un tornare all’inizio dellacrisi per raggiungere l’originario conflitto e rimuo-vere il blocco psicologico. Le sue parole parlanochiaro: “Il morso della taranta mantiene l’omo nelsuo proponimento, cioè quello che pensava quandofu morso”. L’affermazione di Leonardo non ha peròalcuna connotazione scientifica. Egli si ricollegava atradizioni mitiche e bestiari medioevali dove si an-noveravano animali fantastici come la fenice, sim-bolo per antonomasia della rinascita dopo la cata-strofe, e animali reali come il rospo e il castoro. L’interpretazione del ragno è giunta fino al No-

vecento, quando Sigmund Freud insisteva sul nes-so tra il morso e gli episodi critici delle nevrosi. Iltornare alla situazione iniziale era l’unico modoper aiutare il paziente a superare la crisi. Secondol’interpretazione dei sogni il ragno nella vita oniri-ca corrisponde alla figura della madre in collera dicui il bambino ha profondamente paura. Quando parla di “rimorso” il De Martino insiste

su un passaggio chiave. Il rimorso non è un rammari-co per una scelta non fatta ma un vuoto di memoria,un episodio critico del passato che deve essere subìto

6 Il tarantismo, orizzonte mitico-rituale tra medicina e antropologiaDott. MARIO E. D’IMPERIO

CASA DI CURA PRIVATA

VILLA SANDRA

Il pozzo di San Paolo a Galatina.

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per superarlo, tramite un progetto di vita socialmentecondiviso dalla comunità. Athanasius Kircher, gesui-ta, filosofo e museologo, che nel Seicento avevascritto dei saggi sull’argomento, suppose che il ta-rantismo non riguardasse soltanto le classi più disa-giate ma anche quelle aristocratiche. Anche il medi-co Giorgio Baglivi ha giocato un ruolo essenzialenello studio del fenomeno e nel Settecento aveva rac-colto una serie di interessanti diagnosi su alcune no-bildonne di Lecce. Verso la fine del diciottesimo se-colo con l’avvento dell’Illuminismo, il processo noninteressò più le classi nobili e colte ma veniva respin-to ai margini della società egemonica. Negli anni cinquanta, come ci racconta il De

Martino, per l’indebitamento dovuto alle spese perle danze, le tarantate dovevano rinunciare alla lorodote, prestare giornate di lavoro gratuito, chiederel’elemosina, e fronteggiare il sicuro dissesto eco-nomico familiare. Le somme raccolte grazie alleofferte delle persone che partecipavano al rito col-lettivo servirono in qualche caso non solo a coprirele spese per i suonatori di violino, fisarmonica etamburello ma anche a rifare la pavimentazionedella cappella di San Paolo a Galatina, con relativo“dedicatum” del tarantato. Sui trentasette tarantati presi in esame, ben

trentadue erano donne. Tale predominanza femmi-nile era già nota nel Settecento al medico Bagliviil quale reputava solo “autentico” quello maschilementre “spurio” quello femminile, classificando iloro comportamenti come “i carnevaletti delledonne”. La contraddizione risultava nel fatto chel’impiego di manodopera per i lavori agricoli erafortemente appannaggio del sesso maschile rispet-to a quello femminile e non si teneva in conto il di-sagio sociale dovuto al ruolo subalterno della don-na che, oltre a dedicarsi ai lavori domestici, spessocontribuiva notevolmente alle attività lavorativeagricole. Il fenomeno della prevalenza femminiletra i tarantati si accentuò negli anni ’50 quando si-stematicamente le donne in Salento venivano im-piegate nella coltivazione del tabacco. In più diuna occasione è stata notata una singolare analogiatra la sindrome tossica da morso di ragno e colpodi calore in quanto le due sintomatologie, agli oc-

chi di un profano, possono indurre a confusione.L’epoca del raccolto sottoponeva gli individui nonsoltanto all’incontro con animali velenosi nascostinei campi, ma anche a lunghe esposizioni al sole ea temperature elevate che provocavano spossamen-to, ipotensione e perdita di sensi con sudorazionifredde.

IL SIMBOLISMO COREUTICO MUSICALE

Fondamentale è il ruolo della musica come te-rapia al tarantismo. Con le prime battute musicalila tarantata rievocava il primo morso che avevaprovocato la crisi con la caduta al suolo improv-visa. Successivamente il respiro si faceva affanno-so e lentamente, dapprima con il muovere delledita, delle mani, dei piedi e poi di tutto il corpo, ilsoggetto iniziava la sua danza forsennata. I sospi-ri venivano interpretati dagli astanti che assisteva-no alla rappresentazione come afflizioni per ac-cordi percepiti come dissonanti. Le danze si pote-vano protrarre anche per quattro giorni e raramen-te superavano il sesto. Se il discorso melodicofosse stato interrotto o se la coerenza musicalenon fosse stata rispettata, automaticamente il pro-cesso di risoluzione avrebbe subìto un arresto e lacrisi si sarebbe riprodotta. Per curare le tarantate

7Il tarantismo, orizzonte mitico-rituale tra medicina e antropologiaDott. MARIO E. D’IMPERIO

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VILLA SANDRA

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gli strumenti utilizzati nel Novecento erano la fi-sarmonica, la chitarra, il tamburello e il violino.In precedenza, all’epoca dell’Accademia secente-sca dell’Arcadia, erano il liuto, il clavicembalo, lazampogna, il tamburello e le trombe. Già nel Tre-cento, nel documento più antico, il “Sertum Papa-le de venenis”, i tarantati gradivano brani musica-li come la “Pelandra” e la “Dama di Provenza”.Ma è nel Seicento che proliferano vari tipi di ta-rantelle denominate “cinque tempi”, “panno ver-de”, “panno rosso”, “moresca”, e “spallata”. DaNapoli alla Calabria la tarantella si diffonde, tal-volta interpretata da due semicori, il primo chechiede chi sia stato a mordere, il secondo a ri-spondere, per poi unirsi nell’immagine catarticache la taranta se ne va con il danzare ed è dai pie-di calpestata. Le localizzazioni elettive del morsoerano la mano, il piede e il pube. Dalla punturaalla mano e al piede ci si curava grazie alla spadae alla danza, immagini queste di un ritmo coreuti-co calpestante e combattente. Tra i sintomi piùevidenti vi erano il formicolio e il prurito che avolte veniva curato “ferendosi con la spada”, inmodo da far defluire la carica aggressiva. Il pubeera invece la metafora dell’amore infelice o del-l’eros precluso ed era curato con distici elegiacilegati molto spesso al mare. Oltre alla tarantellavenivano utilizzate come forme musicali di esor-cismo sonoro la “pastorale” e il “lamento fune-bre”. Le tarantelle si presentavano spesso biparti-te con un primo tempo lento e lamentevole ed unsecondo rapido e vitale. Già alla fine dell’Otto-

cento il repertorio si era particolarmente ridotto esi avviava ad un rapido declino.

IL SIMBOLISMO CROMATICO

Individuare il colore della taranta era un altroaspetto fondamentale nella terapia del tarantismo.Spesso il colore si identificava con il brano musicale(non a caso ho citato in precedenza generi musicalicome “panno verde” e “panno rosso”) e la tarantatasimulava la follia amorosa e l’unione sessuale sfre-gando con bramosia al proprio petto un panno ros-so. Il panno verde simboleggiava il ricordo di unamore e il risveglio della natura; quello rosso agoni-smo, puntiglio, aggressività, furore e passioni arden-ti e armate. In altre parole i colori risultano esserepiani visivi di stimolo e di evocazione di conflitti af-fettivi che “rimordono” in segreto.

8 Il tarantismo, orizzonte mitico-rituale tra medicina e antropologiaDott. MARIO E. D’IMPERIO

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VILLA SANDRA

Una tarantata stremata al suolo, alla fine della danza ri-tuale, Puglia 1959.

Tarantata con panno rosso.

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TARANTISMO E NEOTARANTISMO,ESORCISMO O ADORCISMO? RITUALTHERAPY, POSSESSION, REVIVAL?

“La terra del rimorso”, indagine sul taranti-smo salentino pubblicata da Ernesto de Martinonel 1961, ancora oggi è il vero classico dell’an-tropologia culturale italiana. Il libro si pone nonsolo come uno studio sulla fenomenologia magi-co-religiosa nel Mezzogiorno d’Italia ma ha rap-presentato una pionieristica anticipazione di mol-ti temi centrali nella attuale riflessione dell’an-tropologia medica, ed ha fatto del tarantismo unparadigma delle nozioni di “sindrome cultural-mente condizionata”. Gli sviluppi dell’antropolo-gia medica hanno valorizzato la ricchezza e laprofondità delle indagini di De Martino, moder-nizzandole in una accezione “globale” di bisognodell’uomo in un momento di crisi d’identità indi-viduale e sociale. L’attuale revival del tarantismo, che ne ha fatto

(in Salento e non solo) un emblema di identità lo-

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Parole chiave: Tarantismo, esorcismo, adorci-smo, possessione rituale, revival culturale.L’esorcismo è un atto che consente di liberarel’individuo da un elemento negativo, un male, undemone che lo possiede.L’adorcismo è fare amicizia fra posseduti o fracoloro che condividono una esperienza rituale,anche mediata dall’uso comune di sostanze chealterano gli schemi percettivi. Può rappresentareuna riconciliazione con se stessi e con gli altri,una piacevole esperienza di condivisione di sen-sazioni (musica, percezioni disinibite, sentirsiparte del gruppo). L’adorcismo è riconciliazione enegoziazione. L’individuazione del colore e dellamusica “giusti” altro non è che l’individuazionedella precisa entità (taranta) che possiede, pas-saggio indispensabile nel processo di riconcilia-zione dell’individuo col gruppo a cui appartiene.

Di conseguenza, l’adorcismo è gradevole in quanto non esorcizza un demone che possiede l’individuo, ma rappresenta unelemento coreutico che ricongiunge l’individuo alla esperienza collettiva [tratto da G. Lapassade, da “Tarantismo e neotaran-tismo”].Possessione rituale: chi è ammalato è posseduto e tormentato dall’interno da un’entità, ma l’entità non è necessariamentecattiva, si può fare amicizia con lei.Revival culturale è il ritorno di una tradizione antica che assume però un nuovo significato in un contesto sociale cambiato emodernizzato.

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cale e una forma di resistenza all’omologazionedella cultura di massa, mostra come l’interpreta-zione demartiniana proietti sul fenomeno del taran-tismo esigenze e preoccupazioni proprie dell’attua-le contesto culturale. Una cosa, però, De Martino non aveva previsto

e non poteva prevedere: l’attuale straordinario re-vival del tarantismo. Il fenomeno alla fine deglianni ’50 appariva in netto declino, quasi un relittoculturale, “disorganico rispetto al mondo moder-no” [1, p. 35]. Infatti, se per De Martino il taranti-smo è un rituale culturale fondato nel regime esi-stenziale delle “plebi rustiche del Mezzogiorno”,esso era al tempo stesso espressione della loro in-capacità di entrare nella storia. In altre parole, iltarantismo o la magia erano in contrasto con l’o-biettivo dell’emancipazione sociale dei contadinimeridionali.In realtà, proprio la valorizzazione del feno-

meno compiuta da “La terra del rimorso” ha po-sto le basi per un diverso “uso” del tarantismo.Da una parte c’è la rivendicazione da parte degliintellettuali salentini, di emblema identitario,con la fine di una disuguaglianza di cui vergo-gnarsi, anzi si possono scorgere elementi di di-stinzione da opporre alla “colonizzazione” dellacultura globalizzata e maggioritaria, da un altrolato, viene accentuato il collegamento con ante-cedenti classici, quali i riti dionisiaci e altri cultiorgiastici femminili (le menadi o baccanti) chesottolineano la profondità della cultura locale inopposizione alla superficialità della cultura dimassa. In sintonia con le controculture e i movimenti

di liberazione degli anni Settanta, il tarantismoassume l’identità di un fenomeno di resistenzaagli aspetti più repressivi della società contempo-ranea. L’energia vitale e la sensualità che il ritosprigiona diventano le risposte a forme di vitache inibiscono le più profonde esigenze dell’in-dividuo.Paradossalmente il neo-tarantismo rappresente-

rebbe una necessità di superare la modernizzazionedi una cultura occidentale diventando un’avanguar-dia critica contro un nemico comune rappresentato

dalla cultura omologante di una società globalizza-ta. Da qui l’interesse mostrato verso il tarantismosia dagli intellettuali meridionali che da culturegiovanili italiane degli ultimi decenni, sia del Sudche del Nord. L’espressione più rappresentativadella cultura del neo-tarantismo è nelle recentireinterpretazioni delle Baccanti di Euripide – conuna rilettura che lega il culto orgiastico del taranti-smo alla musica psichedelica, ai temi della bodyart, alla poetica degli stati alterati di coscienza dif-fusa negli anni ’70. Negli stessi anni si sviluppa una discussione più

strettamente antropologica e storico-religiosa su unaspetto della interpretazione di De Martino: il ta-rantismo è un rito di natura esorcistica o adorcisti-ca? In altre parole, è una terapia che mira ad allon-tanare perturbazioni negative per tornare a una“normalità” della vita psichica e sociale, oppure èun rito di possessione e di trasformazione, che, at-

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traverso l’identificazione dell’individuo con ilgruppo, mira ad arricchire le personalità dei sog-getti che vi sono coinvolti?Laddove De Martino sottolinea esplicitamente

la natura esorcistica e dunque strettamente terapeu-tica del complesso mitico-rituale, autori come Gil-bert Rouget e G. Lapassade sostengono che il ta-rantismo è un rito adorcistico che si è per così diremascherato da pratica di guarigione per non entra-re in aperto conflitto con il cristianesimo. La ritua-lità coreutico-musicale, la partecipazione dell’inte-ra comunità e il peculiare aspetto della “festa” so-no a loro parere tutti elementi caratteristici dellapossessione di una pratica, cioè, volta al raggiungi-mento di stati non ordinari di coscienza che inne-scano dinamiche psichiche profonde, e che sarebberiduttivo confinare nell’ambito strettamente tera-peutico. In altre parole il tarantismo appare comeuna espressione culturale di resistenza delle classipopolari a una cultura egemonica e repressiva, che,in quanto tale, limita le potenzialità affettive edemotive individuali. Attraverso un linguaggio delcorpo si configura dunque più come una ribellionealla normalità che come recupero di essa. In parti-

colare la prevalente partecipazione delle donne altarantismo è espressione di una ribellione femmini-le a società rigidamente patriarcali. Se già de Mar-tino era critico verso l’accostamento tra tarantismoe isteria proposto all’inizio del Novecento sotto in-fluenza della nascente psicanalisi, le letture femmi-niste vanno ben oltre e ne propongono piuttosto ilraffronto con i riti dell’iniziazione femminile.“…Danzando con la taranta, danzando come ta-ranta, la donna depone il suo quotidiano, annosofardello, ripristina il suo senso dell’esistenza e sirifonda sul piano del valore e del significato. L’in-visibilità sociale cede il passo ad una dirompente,assertiva soggettività” (Mila Busoni).In definitiva, il tarantismo finirebbe così per appa-

rire una tecnica di individuazione, così come la tran-ce nell’ottica di Lapassade: un viaggio andata e ritor-no fuori dalla coscienza, verso il serbatoio dell’in-conscio collettivo da cui riportare a casa nuove forzee ricchezze. Il rito e il relativo simbolismo acquista-no senso e divengono razionalmente comprensibiliin un contesto in cui viene minacciata l’autonomia ela libertà dell’Io individuale, ponendo in essere lesue tecniche di “riscatto” da una crisi culturale.

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Mentre De Martino usa la comparazione (con iculti orgiastici antichi e con le religioni estatiche afri-cane) per meglio collocare storicamente il taranti-smo, Lapassade usa la teoria per estrarre dal taranti-smo gli elementi universali. Nella sua proposta di re-vival, mira infatti a giustapporre il tarantismo a ele-menti culturali radicalmente fuori contesto, come iriti legati all’induzione di stati di allucinazione, o lamusica psichedelica dei Pink Floyd. “…Allucinazio-ne, associazione di realtà impensate: progetto sur-realista, dove l’immagine domina e prevale sul di-scorso”. È chiaro che il modello adorcistico è moltopiù vicino al revival contemporaneo del tarantismo,alle esperienze di quei giovani più o meno alternativiche vanno in cerca di brividi nelle notti della pizzica;o di quegli intellettuali che sono affascinati da unesotismo autentico anche se nostrano. Contro la glo-balizzazione, il livellamento culturale e il tentativo dicancellare le diversità attuato dai mass-media, giun-ge una forte risposta dal basso. Ed ecco folte massedi giovani e meno giovani, che affollano piazze, cen-tri sociali, pub, teatri e qualsiasi altra struttura cheproponga concerti di musica popolare, tra cui la piz-zica che innesca irrefrenabili momenti di danza col-lettiva. La sofferenza delle tarantate non esercita un

grande appeal per la valorizzazione culturale e turi-stica delle identità locali meridionali. Nulla di malenell’invenzione della tradizione. L’importante è nonstravolgere o rinnegare il passato. In elenco i principali esponenti del neo-taranti-

smo culturale:• ANNA NACCI, sociologa e scrittrice, nonché

ideatrice e conduttrice della trasmissione radiofo-nica “Tarantula Rubra”, espone i dati sulle ricer-che condotte fra gli odierni appassionati della mu-sica e della danza popolare correlati da prime ri-flessioni circa il fenomeno del “Neotarantismo”.• GEORGES LAPASSADE, etnologo e sociolo-

go, è stato fra i più grandi studiosi degli Stati Mo-dificati di Coscienza e dei riti di trance, uno deiquali è il rito Gnawa ancora praticato in Maroccocome rito di guarigione liberazione, ma la cui mu-sica oggi è fruibile oltre il rito e la possessione,tanto da ipotizzare un “Neognawismo”.• VINCENZO SANTORO è operatore culturale e

organizzatore di concerti di musica popolare sa-lentina quale “carta d’identità” locale e sicuroveicolo per nuove modalità relazionali rifacentesia metodiche tradizionali quali appunto la danza ela musica, il “ritmo meridiano”.

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• PIERO FUMAROLA, sociologo, docente pres-so l’Università di Lecce e studioso degli SMC – alsuo attivo ricerche ed esperimenti condotti con La-passade da circa vent’anni – è oggi uno dei tenacisostenitori della trance metropolitana come unadella forme possibili di risposta alla globalizzazio-ne, riflettendo su ciò che oggi viene chiamato“pensiero meridiano”.• SANDRO PORTELLI, docente di Letteratura

americana all’Università La Sapienza di Roma,apprezzato scrittore e appassionato estimatore divari generi musicali, illustra le sue esperienzepresso le chiese pentecostali statunitensi pregne dimusica e trance, ponendo dei quesiti in merito alSalento e alla pizzica.• ANTONELLO RICCI, antropologo della musi-

ca, docente all’Università La Sapienza di Roma enoto ricercatore oltre che musicista di grande rilie-vo nel panorama della musica popolare, rivisita glistudi di De Martino e Annabella Rossi a qua-rant’anni dalle più famose indagini antropologiche.• EUGENIO BENNATO, musicista che già

trent’anni or sono decise di optare per le melodiedella tarantella in tempi in cui imperversavano ilrock e il blues, dando vita a storiche formazioni,oggi ribadisce le leggi musicali della tarantella peruna genuina esecuzione della stessa.• ANTONIO INFANTINO, musicista, scrittore e

artista, dopo esperienze di free jazz e di elettronicasi dedica alla ricerca nel campo della musica po-polare meridionale. Nel 1975 fonda il gruppo dei“Tarantolati di Tricarico”, con i quali, stravolgen-do e reinventando il repertorio tradizionale dellaterra d’origine, la Lucania, crea un canzonierenuovo e composito basato spesso su ritmi ossessivie trance-ipnotici.• GIORGIO DI LECCE, storico coordinatore

del gruppo Arakne Mediterranea, narra delle sueesperienze quale musico-terapeuta delle ultime ta-rantolate sottolineando il fondamentale ruolo co-reutico nei rituali di guarigione.• ROBERTO DE ANGELIS, docente di etnolo-

gia presso l’Università Orientale di Napoli, riper-corre esperienze di ricerca sul campo condotte ne-gli anni fra i giovani dei centri sociali, rilevando leconnessioni insite fra generi musicali, culture, mo-vimenti politici e rapporti sociali.

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May Day - May DayPROF. DOTT. ANTONIO GABRIELEMedico-ChirurgoSpecialista in: Ortopedia - Traumatologia - Fisiokinesiterapia - Patologia della cartilagine

MENS SANA IN CORPORE SANO

L’attività del volo porta i piloti ad affrontare continuamente situazioni di stress.Sebbene ben preparati a questo, è stato constatato che affiancata ad una preparazioneprofessionale e psichica è necessaria spesso una buona preparazione fisica (equilibriopsico fisico) per poter fronteggiare anche situazioni estreme.

Molte sono le cause che possono trasformarsi in motivo di stress e possono col-pire anche i piloti più esperti.

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PRESSIONE E TEMPERATURA

La pressione atmosferica si dimezza ogni5000mt (18000ft). A livello del mare è di 1.013hPa, a 18000ft è di 506 hPa, a 33000ft è di 262hPa. Questa riduzione diminuisce la pressione del-l’ossigeno disponibile (Tav. I) per la respirazione.A livello del suolo in atmosfera ISA la pressione è760 mmHg: la pressione parziale dell’ossigeno è20,95 %=160 mmHg. La quota oltre alla riduzionedella pressione di ossigeno, produce anche una di-minuzione della temperatura. In aria ISA la tempe-ratura diminuisce di 2° ogni 1000tt. La legge deigas perfetti dice che il volume di un gas aumentacon l’aumentare della temperatura e il diminuiredella pressione. Salendo in quota prevale la dimi-nuzione della pressione rispetto alla diminuzionedella temperatura, quindi i gas racchiusi nell’orga-nismo tendono a dilatarsi, causando dolore: bollici-ne d’aria intrappolate nelle otturazioni dentali, gaspresenti nell’intestino, aria contenuta nell’orecchiomedio (nelle discese l’aumento della pressione at-mosferica agisce sul timpano gonfiandolo versol’interno, il contrario nelle salite), aria contenutanel sangue. Attenzione a non andare in volo subitodopo una immersione: “sindrome dei cassoni” (li-berazione di azoto dai liquidi e dai tessuti causa diimportanti embolie).

OSSIGENO

L’anossia e l’ipossia (mancanza o scarsezza diossigeno) sono pericolose perché alterano i proces-si metabolici dei tessuti.

Stadi dell’anossia: • Normalità fino ai 12.000ft.• Compensazione tra i 12.000 ed i 15.000ft.

L’organismo compensa aumentando gli atti respi-ratori, i battiti cardiaci e la pressione arteriosa. • Disordine dai 15.000 ai 20.000ft. A queste

quote l’organismo non è più in grado di compensa-re la carente ossigenazione dei tessuti. • Spasmi e convulsioni oltre i 20.000ft con para-

lisi. Queste quote sono orientative e gli effetti ne-

gativi ad esse legati dipendono da vari fattori fi-siologici, adattativi e dalle condizioni fisiche deipiloti.La mancanza dell’ossigeno riduce la capacità

visiva, la percezione dell’esterno, la capacità dianalisi e giudizio, riduce i tempi di reazione: unapersona ha bisogno di 1 lt di O2/min a 10.000ft,1,5 lt/min a 15.000, 2,0 lt/min a 20.000ft. Esisto-no quindi i tempi di mantenimento della coscien-za alle varie quote, in cabina non pressurizzata(Tav. II).

IPERVENTILAZIONE

Gli atti respiratori a riposo sono dai 12 ai 17 alminuto; tutto questo dipende dalla percentuale di

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Tavola II - Tempi di conservazione della coscienzain base alle quote

Quota (ft) Tempo di conservazionedella coscienza

40.000 15 secondi

35.000 20 secondi

30.000 30 secondi

28.000 60 secondi

26.000 2 minuti

24.000 3 minuti

22.000 6 minuti

20.000 10 minuti

15.000 Indefinito

10 ÷ 12.000 Condizioni Normali

Tavola I - La tavola mostra la percentuale dei gaspresenti nell’atmosfera

Gas presenti nell’atmosfera % in volume

Azoto (N2) 78,08

Ossigeno (O2) 20,95

Argon 0,93

Vapor Acqueo 1,00

Anidride Carnonica (CO2) 0,04

Altri 0,002

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CO2 nel sangue, infatti l’attività fisica aumenta larichiesta di O2 e conseguentemente, la quantità diCO2. Questo fa crescere la frequenza e la profon-dità degli atti respiratori con conseguente tensioneed ansia in condizioni di volo impegnativo e stres-sante. Si ricade nei sintomi uguali a quelli dell’i-possia.

NEL VOLO IL SENSO DI ORIENTAMENTOE DI EQUILIBRIO SONO REGOLATIDALL’ORECCHIO E DALL’OCCHIO(volo a vista VFR)

L’orecchio che regola l’udito e l’equilibrio cap-ta i rumori come onde di pressione nelle frequenze

Fig. 1 a, b, c - La complessità anatomica dell’orecchio, riporta al cervello le varie posizioni del capo nello spazio.Nella fig.1a la struttura anatomica dell’orecchio; nella fig. 1b il sistema che regola l’equilibrio orientato sui tre piani;nella fig. 1c uno strumento di navigazione “giroscopio” che funziona ruotando sui tre assi (Z, X, V) che ricordano ipiani di orientamento del senso dell’equilibrio (fig. 1b).

a) Orecchio interno

b) Senso equilirbio

c)

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comprese tra 20 e 20000 Hz: nella banda inferioreparliamo di infrasuoni, in quella superiore di ultra-suoni. Le varie strutture dell’orecchio (Fig. 1 a, b, c)riportano al cervello le varie posizioni del capo nellospazio. Il cervello le interpreta come normali attivitàterrestri; ma in volo le interpretazioni cerebrali pos-sono essere fuorvianti: accelerazione in decollo, unaforte cabrata (assetti inusuali), l’uscita da una viratao da una frenata ecc. Se sono presenti riferimenti visivi, le informazioni

percepite dall’occhio resettano correttamente il cer-vello (volo in VFR), ma questo non accade quando ilvolo è strumentale (volo in IFR), quando mancano iriferimenti visivi esterni (IMC). (VFR - visual f1ightrules - è indispensabile vedere l’ambiente circostan-te; VMC - visual meteorological conditions - minimavisibilità e distanza dalle nubi; IFR - instrument Ri-ght rules non esistono le condizioni metereologicheVMC di visibilità; IMC - instrument metereologicalcondition - possibile solo volo strumentale). Nella sua complessità l’occhio funziona perfet-

tamente in sincronismo con il controlaterale, maper la lieve distanza che li separa inviano immaginial cervello lievemente diverse (sfalsate) che per-mettono la visione stereoscopica fino a distanze di50 mt. invece la visione monoculare è una visione“piatta” senza profondità. Il fumo, l’alcool, l’ipossia ed alcune malattie

riducono l’acuità visiva. Tutto questo è importan-te specie nel volo a vista per poter scandagliarecon sicurezza lo spazio antistante (dividendolo insettori) con una tecnica che permette anche ilcontrollo degli strumenti interni: look out-look in(Fig. 2). Quando mancano i riferimenti visivi si può ave-

re una illusoria rappresentazione della posizionespaziale dettata solo dall’orecchio (organo dell’e-quilibrio) e non corretta dagli stimoli visivi stessi:in una virata stretta lo spostamento brusco del capoda un lato, dovuto alla forte accelerazione trasver-sale, sollecita in modo anomalo il labirinto produ-cendo un disorientamento spaziale. Si creano sen-sazioni non aderenti alla realtà: sensazioni illusorieche possono talvolta disorientare anche i piloti piùesperti.

Il non rispetto delle potenzialità visive e la nonchiarezza dei concetti di vista e visione, può indur-re problemi visivi di affaticamento, che se stimola-ti, in soggetti predisposti, possono portare a grossiproblemi. La vista è la capacità che indica quanto vediamo

bene. La visione è l’insieme delle abilità che permet-

tono di operare ed interagire nel nostro mondo vi-sivo (Tav. III). La visione si apprende e si sviluppasin dall’infanzia, e le abilità visive crescono con lacrescita corporea. Vengono completate con lo svi-luppo visuo-motorio (la coordinazione del nostrocorpo nello spazio). La visione è responsabiledell’83% delle informazioni che giungono al no-stro cervello, ne consegue che le abilità visivesvolgono un ruolo fondamentale nell’apprendi-mento (Fig. 3): se sono insufficienti interferisconocon la ricezione e l’elaborazione dell’informazio-ne visiva. Gli occhi che si allineano e mettono afuoco in maniera ottimale permettono di migliora-re la capacità di interpretazione (pista lunga/pistacorta/corretto finale per l’atterraggio) (Fig. 4) e dicomprensione degli stimoli che giungono dall’e-sterno. L’attività visiva visuo motoria è caratteriz-zata da esigenze specifiche che dipendono dall’ef-ficienza e dall’allenamento del nostro sistema vi-sivo. Le condizioni per meglio sviluppare ed ottimiz-

zare la visione (in relazione all’attività svolta dalpilota) e che portano alla massima efficienza sono:• Sviluppare le abilità visive e le capacità neces-

sarie durante il lavoro (volo) e durante lo sport.• Compensare e rimediare ad insufficienze visi-

ve che si sono già sviluppate.• Migliorare e potenziare la funzionalità visiva

in base ai compiti che richiedono uno sforzo pro-lungato.• Potenziare la funzionalità visiva. • Mantenere la migliore condizione visiva rag-

giunta (Fig. 5).Tutti possono trarre vantaggio da un protocollo

di educazione visiva: • Le persone che utilizzano il computer.• Persone che hanno mansioni che richiedono li-

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18 May Day - May DayProf. Dott. ANTONIO GABRIELE

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velli alti di educazione visiva: i chirurghi, i piloti, icontrollori di volo ecc. • Persone che vogliono migliorare le loro pre-

stazioni in uno sport. Le vertigini si possono presentare anche in con-

dizioni di ottima visibilità, causando fenomeni di

alta intensità, pericolosi anche per i piloti più adde-strati: la sensazione più tipica è quella di lateropul-sione del capo accompagnata da nausea e vomito. Il disorientamento spaziale è anche prodotto da

sensazioni illusorie: • Aereo in virata a rateo costante.

Fig. 2 - Esiste una tecnica di controllo strumenti del cockpit che permette di valutare con precisione ogni minimavariante, pur non perdendo di vista il più importante spazio antistante l’aereo: volo a vista VFR. La strumentazione,anche se apparentemente complicata, serve per facilitare le varie fasi del volo. Questo implica una preparazionecostante tramite istruttori specializzati ed un assiduo allenamento da parte dei piloti (visuo-motorio/psico-fisico/gin-nico). Il pilota porterà continuamente lo sguardo fuori e dentro l’aereo: look out-Iook in secondo una tecnica acquisi-ta ma anche perfezionata dall’esperienza. Nella figura il pannello di controllo di un DA-20 Cl della Dlamond Aircraft(Aeroporto Roma Urbe/Liru).

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• Aereo in virata ed in discesa.• Aereo che decelera bruscamente.• Livellamento brusco dopo salita.• Corrente ascendente.• Corrente discendente.• Falso orizzonte.• Luci al suolo (illusioni notturne).• Autocinesi.• False impressioni (larghezza e pendenza della

pista, orizzonte nuvoloso).• Luci ed ombre che attraversano il campo visi-

vo con frequenza di 15-20 Hz producono disorien-

tamento fino a perdita della conoscenza (vertigineoptocinetica).Un capitolo a parte viene dedicato alle accele-

razioni brusche durante le virate, nelle richiama-te, nelle picchiate, in decollo e nelle decelerazioniin frenata ed alle loro conseguenze sulla “visio-ne”. Si accompagnano a visione nera o rossa, cheperdurando portano alla perdita di conoscenza(Fig. 6).Questo tipo di accelerazioni però possono esse-

re ben tollerate dai piloti in buone condizioni fisi-che e con un buon allenamento.

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Tavola III - La visione è l’insieme delle abilità

ABILITÀ VISIVA Indica la capacità di... Per esempio

Inseguimento Seguire un oggetto in movimento facilmente e accurata-mente con entrambi gli occhi

Una palla in volo o un veicolo che si muovenel traffico

Fissazione Localizzare e esaminare velocemente e accuratamentecon entrambi gli occhi una serie di oggetti fermi, uno do-po l’altro

Quando si legge e ci si muove da una pa-rola all’altra

Cambiamentodi messa a fuoco

Guardare velocemente vicino/lontano e viceversa, senzamomentanei annebbiamenti

Quando si ricopia alla lavagna o si lavora alcomputer compiendo salti monitor-tastiera-foglio o si passa con sguardo dal contachi-moletri alle altre macchine presenti sullastrada

Percezionedella profondità

Giudicare le relative distanze fra oggetti, vedere e muo-versi accuratamente in uno spazio tridimensionale

Quando si colpisce al volo una palla o siparcheggia l’auto

Visioneperiferica

Registrare e interpretare quello che sta accadendo nellavisione laterale, mentre si esegue un compito che impe-gna la visione centrale; la capacità di usare l’informazionevisiva ricevuta da una vasta area

Quando bisogna stare attenti a non farsiscoprire mentre si copia, quando in auto siè in fase di sorpasso

Binocularità Usare entrambi gli occhi insieme, facilmente e simulta-neamente

Movimenti frontali e laterali di ricopiatura al-la lavagna

Concentrazione Continuare con facilità l’esecuzione di una particolarefunzione o attività senza subire l’interferenza di altri sti-moli

Leggere, studiare lavorare al computer

Acuità visiva da vicino

Vedere nitidamente, esaminare, identificare e compren-dere gli oggetti posti a distanza ravvicinata (entro la lun-ghezza delle braccia)

Quando si legge, si cuce

Acuità visivada lontano

Vedere nitidamente, esaminare, identificare e capire og-getti posti ad una distanza di 6 metri: la cosiddettà “vistada 10/10”. Questa è solo una delle abilità visive e non ne-cessariamente la più importante. Persone con un’acutez-za visiva da lontano 10/10, possono non essere esentidal problema nella visione

Guardare alla lavagna, alla guida dell’auto,bicicletta, caminare per strada

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A scapito dell’efficienza fisica entrano in balloaltri tre fattori: alcool, fumo e farmaci.

L’alcool riduce la capacità di giudizio, l’atten-zione, la coordinazione, i riflessi, l’acuità visiva ela resistenza alla fatica. Riduce la capacità del cer-vello nell’uso dell’ossigeno fino allo scoordina-mento muscolare e alla confusione mentale. Èconsigliabile un periodo di 12 ore tra l’assunzionedell’alcool ed il volo, tempo necessario perché ilfegato metabolizzi l’alcool trasformandolo in so-stanze assimilabili, così come per tutti i carboidra-ti (Tav. IV).L’alcool come vizio porta a comportamenti re-

gressivi, con caratteristiche distruttive e salvificheinsieme; questo conflitto rappresenta una potentezavorra per l’equilibrio psico-fisico e per le poten-zialità lavorative (Fig. 7).Il fumo favorisce l’ipossia perché introduce nel-

l’organismo ossido di carbonio, causando cefalee,ridotta concentrazione, palpitazioni e ridotta visio-ne notturna. Un fumatore di 20 sigarette al giornocome ossigenazione si trova ad una quota superioredi 5.000ft rispetto a quella reale: a livello del mareè come stesse a sooott, a 6.000ft è come se stessead 11.000ft. Il fumo ha una forte valenza esistenziale e fini-

sce per rappresentare una password per un salto diqualità a livello esistenziale e psicologico. Nonsembra un semplice e piacevole traguardo ma unatestimonianza di sviluppo personale: non riuscendo

a valutare i pericoli fisici e psichici ad esso correla-ti. Questo comportamento, apparentemente, “cari-co di energia positiva” travolge tutti i freni delbuon senso. Si presenta con aspetto salvifico, conuna dimensione magica che aiuta a superare alcunidegli ostacoli della vita: quindi non può essere ab-bandonato. L’individuo è al centro di un gigantescoconflitto tra la dimensione razionale e cosciente equella inconscia, rimane bloccato all’interno di uncircolo nevrotico-vizioso. Il circolo vizioso si struttura intorno a questi

elementi (Fig. 8) ansia – comportamento salvifico– placarsi dell’ansia.

Fig. 4 - Specie nel volo notturno è necessario un buonallenamento visivo, perché le luci possono alterare laprofondità del campo, e variare così la presentazione,ad esempio, della pista in finale.

Fig. 3 - La visione dominante sugli altri sensi.

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L’ansia, sorgente di tutto, può derivare da altrefonti che l’alimentano: insicurezza psicologica, so-ciale, esistenziale.

ALCUNE DELLE FONTI PIÙ COMUNI CHEALIMENTANO LO STRESS

Lo stress è una condizione psicosomatica chealtera tutti gli equilibri interni. In seguito ad al-

cuni messaggi provenienti dall’amigdala, l’ipota-lamo sollecita l’ipofisi a produrre ormone adre-nocorticotropo (ACTH), questo stimola la cortec-cia surrenale a produrre “ormoni pericolosi” co-me il cortisolo (vedi Fig. 8). Questo ciclo ormo-nale ha effetti devastanti sul piano fisico: indebo-lisce la mucosa gastrica, riduce i fattori immuni-tari (l’individuo si ammala facilmente), fino arompere l’equilibrio psico-fisico: si ricorre ai far-maci!!!!I farmaci danno quasi tutti problemi per il volo:

dipende dagli effetti collaterali, dall’assunzionecombinata con altri farmaci o con l’alcool: antista-minici, antispastici, stimolanti, tranquillanti, anti-diarroici, anti-acidi, antidolorifici (FANS), aspiri-na, sonniferi ecc.

MAL D’ARIA

Causata dal contrasto tra le percezioni visive equelle vestibolari: è come il mal di mare. Insorgeper paura e per ansia. Il pilota deve agire con dol-cezza e coordinazione ed aumentare l’aerazione.

Fig. 5 - Le potenzialità visive di una persona crescononel tempo; queste potenzialità vanno conservate.

Fig. 6 a, b - Forze che agiscono su un aereo in salita (a) e in richiamata (b).

a) Forze su aereo in salita b) Fattore di carico in richiamata

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BIORITMI

Durante il giorno i processi fisiologici si alter-nano in ritmi circadiani. Si alternano 16 ore diveglia e 8 di sonno che variano il ritmo cardiaco,gli atti respiratori, la pressione sanguigna, latemperatura corporea, la prontezza dei riflessi el’attività del cervello. L’alternanza corretta traveglia e sonno sono fattori molto importanti peril mantenimento dell’equilibrio psico-fisico (jetlag).

LA TENSIONE

La tensione può essere causata dalla difficoltàdel compito, dal sovrapporsi degli stimoli che si af-facciano all’attenzione, dalla criticità della situa-zione. All’aumentare della tensione corrisponde

inizialmente un aumento della capacità della rispo-sta, questo aumento raggiunge un valore massimo

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Tavola IV - Fattore umano. Prestazioni e limitazioni: l’alcool

% di alcool etiliconel sangue

in volume e (peso)Stato del soggetto Sintomi clinici

0,01÷0,05%(10÷50 mg%)

Sobrietà Nessuna influenza apparente; comportamento a prima vista normale; leggerealterazioni si possono scoprire con speciali prove.

0,03÷0,12%(30÷120 mg%)

Euforia Leggera euforia, socievolezza, loquacità; aumento della sicurezza di sé; minorinibizione; diminuzione dell’attenzione, della capacità di giudizio, e dell’auto-controllo; calo dell’efficienza nell’esecuzione di operazioni.

0,09÷0,25%(90÷250 mg%)

Eccitazione Instabilità emozionale; ulteriore calo inibitorio; perdita della capacità critica;menomazione della memoria e della comprensione; minor ricettività del dolo-re; menomazione dell’equilibrio; scoordinazione muscolare; andatura incerta;favella incomprensibile.

0,18÷0,3%(180÷300 mg%)

Confusione Disorientamento, confusione mentale, intorpidimento; stati emozionali esage-rati (paura, ira, afflizione); disturbi sensoriali e di percezione dei colori, delleforme, del moto, delle dimensioni; ancor minor percezione del dolore; meno-mazione dell’equilibrio, scoordinazione muscolare, andatura incerta, favellaincomprensibile.

0,27÷0,40%(270÷400 mg%)

Stupore Apatia; inerzia generale, approssimarsi della paralisi; marcata riduzione dellareazione agli stimoli; marcata coordinazione muscolare; incapacità di reggersie di camminare; vomito; incapacità di trattenere urina e feci; menomazionedella coscienza; sonno o stupore.

0,35÷0,50%(350÷500 mg%)

Coma Incoscienza; coma; riflessi scarsi o nulli; temperatura sotto il valore normale;incapacità di trattenere urina e feci; circolazione e respirazione difficoltose.

+ di 0,45%(+ di 450 mg%)

Morte Morte per paralisi respiratoria.

Fig. 7 - I vizi (alcool, fumo, ecc.) sono comportamentiregressivi con caratteristiche salvifiche e distruttive in-sieme, che costituiscono una pesante zavorra per losviluppo psichico.

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23May Day - May DayProf. Dott. ANTONIO GABRIELE

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(variabile da individuo ad individuo) per poi crol-lare improvvisamente. Superata la “tensione distallo” le capacità di memoria e di raziocinio si at-tenuano rendendo spesso problematiche anche leoperazioni più semplici: il pilota stalla. Il cervellonon riesce a prendere le decisioni giuste anche det-tate dall’esperienza, si fissa su decisioni talvoltasbagliate dalle quali non riesce a staccarsi. Per rag-giungere l’obiettivo bisogna perseguire con tenaciadue strade: coltivare se stessi e imparare a pensareavanti (Fig. 9).Ogni pilota ha la sua curva di tensione ed il suo

punto di stallo, con il crescere della preparazionela curva si sposta sempre più a destra ed il punto distallo si innalza. Conoscendo se stesso il pilota do-vrà operare sempre a livelli inferiori al punto criti-co basandosi sull’esperienza di volo, sulle pianifi-cazioni, sulla valutazione degli elementi in gioco(stare davanti all’aereo). Sempre per un correttoequilibrio psico-fisico.

Fig. 9 a, b - Il grafico della fig. 9a mostra la curva di reazione e di tensione della “macchina uomo”: è una curva dicapacità di risposta in funzione della tensione. Presenta una chiara somiglianza con la fig. 9b che riporta il coeffi-ciente di portanza in funzione dell’incidenza. In entrambi i casi superati i valori massimi si stalla e si perde il control-lo dell’aereo.

a) Curva di reazione a tensione

b) Coefficiente di Portanza Cp

Fig. 8 - Dal punto di vista fisiologico l’abuso è un dispen-dio eccezionale e continuativo di energie: fa precipitareverso lo stress. Lo stress come sappiamo è una condi-zione psico-somatica nella quale tutti gli equilibri internirisultano alterati. In seguito a messaggi provenienti dal-l’amigdala, l’ipotalamo sollecita l’ipofisi a produrre l’ormo-ne adrenocorticotropo, e questo stimola la corteccia sur-renale a produrre ormoni pericolosi come il cortisolo.

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AFFATICAMENTO

L’affaticamento, come la tensione, riduce l’effi-cienza e la rapidità decisionale. Le cause più fre-quenti sono la perdita di sonno, la scarsa efficienzafisica, l’ansia da lavoro, i problemi familiari e tal-volta l’eccessiva attività lavorativa (fatica operazio-nale). Stanchezza, mal di testa, irritabilità, riduzio-ne della memoria e dell’acuità visiva e scarsa con-centrazione rendono lunghi i tempi decisionali confacilità negli errori e scadimento delle tecniche dipilotaggio (Fig. 10).

SETE E STRESS

La variazione della pressione osmotica nel san-gue causa la sete avvertita con secchezza dellabocca alla base della lingua: è un’azione difensivadell’organismo (come la fame, la sazietà, il caldo,ecc.).

DISORIENTAMENTO SPAZIALE

I riferimenti visivi forniscono l’informazionesensoriale più importante per mantenere l’orienta-mento spaziale al suolo, ma durante il volo l’infor-mazione è diversa. Non deve sorprendere che com-paiano problemi quando si vola con ridotta visibi-lità, con incapacità nell’orientamento nella nebbia,nelle nubi: • Non volare con meno di 5 km di visibilità.• Se le condizioni non lo permettono e non si è

abilitati al volo IFR, rinunciare.

• Se si è soggetti ad una illusione vestibolare,affidarsi agli strumenti.• Di notte e con scarsa visibilità, affidarsi agli

strumenti.• Abituarsi a volare di notte, ed ai cross-country

diversi.Esistono altre patologie che possono essere sca-

tenate dal volo: • Aerofobia. Paura di volare. Può colpire i pas-

seggeri, ma ci sono stati casi che hanno interessatoanche piloti esperti (stress/pensieri negativi chescatenano l’ansia).• Claustrofobia. Paura dei luoghi piccoli e chiusi.• Acrofobia. Paura delle altezze. • Attacchi di panico. Sono manifestazioni di for-

ti crisi d’ansia. Queste manifestazioni, che possono colpire

passeggeri ma anche piloti di grande esperienza,sono accompagnate da vertigini, palpitazioni, tre-mori, cefalee, sudorazione, oppressione, angoscia,fino alle più fastidiose manifestazioni gastro-inte-stinali. Nel gioco degli equilibri dei pesi (weight & ba-

lance) e delle misure rientra la posizione seduta delpilota in base anche alle dimensioni e caratteristi-che del velivolo. La posizione seduta in cabina nella maggior

parte degli aerei usati per il volo VFR è rigorosa-mente mantenuta da una cintura spesso a 4 punti,che “incolla” colonna e bacino al sedile (Fig.11); l’unica variante possibile è lo scorrere dellapedaliera che cambia la distanza dei piedi dal se-dile e varia l’angolo di flessione sia delle ginoc-

Fig. 10 - Gli errori possono facilmente ripercuotersi sulle attività di pilotaggio più impegnative, voli notturniatterraggi, quando è più difficile valutare l’altezza dal suolo.

Piste errore percezione altezza

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Fig. 11 a, b - La posizione seduta di un velivolo DA20 Cl. Fig. 11a il sedile; fig. 11b la pedaliera.(Diamond Aero Srl. Via Salaria 825. Aeroporto Roma Urbe(Liru) - 00138 Roma - Telef+39(06)88644660Fax +39(06)45200071- e-mail [email protected]).

Location of Indicator, onCenterline of Aircraft

A B

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chia che delle anche. Durante tutte le fasi del vo-lo e nei lunghi tragitti quello che subisce in pienogli effetti della forza di gravità e delle sue varian-ti è l’apparato osteo-muscolare colonna- bacino(Fig. 12). Su di esso le forze si esplicano in sensocranio-caudale, caudo-craniale, antero-posterio-re, postero-anteriore e nella lateropulsione delcapo. In situazioni estreme virate strette e veloci, ri-

chiamate, accelerazioni e decelerazioni bruschele forze che agiscono sul corpo del pilota sonocosì estreme da provocare talvolta, anche ai pilotipiù allenati, disorientamento. È spesso una buonae mirata preparazione fisica che protegge l’appa-rato osteomuscolare da questi stress “fisici” delvolo. Nel primo capitolo sono stati raggruppati gli

esercizi mirati per le spalle e per il collo per un po-

tenziamento mirato dei mm sacro-spinali cervico-dorsali, dei trapezi, dei pettorali e dei manicottiscapolo-omerali (Fig. 13). L’esecuzione costanteed armoniosa di questi esercizi, opportunamenteraggruppati, aiuta il collo, le spalle ed il tratto dor-sale a superare le fatiche di molti tipi di volo (Fig.14 a, b, c, d).Nel secondo capitolo sono stati raggruppati gli

esercizi mirati per il tratto lombare e per il baci-no (Fig. 15). L’azione sui mm sacro-spinali dor-so-lombari, quadrato dei lombi, sui mm addomi-nali e sui manicotti muscolari coxo-femorali aiu-ta la colonna a sopportare posizione e carichiparticolari che si esplicano sul passaggio lombo-sacrale (Fig. 16 a, b, c, d). Esistono anche deiprogrammi ginnici settimanali pianificati e per-sonalizzati (Tav. V).

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Fig. 12 - Come agiscono i carichi sulla colonna lombarenelle varie attività quotidiane. Fig. 13 - L’intreccio delle forze muscolari cervico-dorsa-

li, nel delicato equilibrio dei segmenti articolari.

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Fig. 14 a - Gruppo di esercizi per il tratto cervico-dorsale.

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Fig. 14 b - Gruppo di esercizi per il tratto cervico-dorsale.

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Fig. 14 c - Gruppo di esercizi per il tratto cervico-dorsale.

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Fig. 14 d - Gruppo di esercizi per il tratto cervico-dorsale.

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Fig. 15 - L’equilibrio delle forze dei mm pelvi-trocanterici. La loro attività è continua non solo nella stazione dinamicama anche in quella statica.

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Fig. 16 a - Gruppo di esercizi per il tratto lombare.

Esercizi: A. Sulla schiena

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33May Day - May DayProf. Dott. ANTONIO GABRIELE

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Fig. 16 b - Gruppo di esercizi per il tratto lombare.

Esercizi: B. Sdraiati sul ventre

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Fig. 16 c - Gruppo di esercizi per il tratto lombare.

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Esercizi: C. A quattro gambe

Esercizi: D. Seduti su uno sgabello

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35May Day - May DayProf. Dott. ANTONIO GABRIELE

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Fig. 16 d - Gruppo di esercizi per il tratto lombare.

Esercizi: E. Sdraiati sul fianco

Esercizi: F. Sdraiati sul ventre

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IL PILOTA AUTOMATICO CHE REGOLA INOSTRI MOVIMENTI

Normalmente il pilota automatico dell’aereoviene inserito quando l’aereo si trova in condizionidi volo stazionario (rotta definita, velocità e quotadi volo prestabilite). Per mantenere questi parame-tri ha bisogno di continue rilevazioni e verifiche(venti, variazione di pressione e temperatura, ecc.),quindi valuta ed interviene sui comandi mantenen-do il volo nei valori prestabiliti. È lo stesso tipo dimeccanismo, ma più raffinato e complesso, che re-

gola i nostri movimenti e ci permette di controllarele varie parti del nostro corpo quando si muovononello spazio circostante e di controllare la forza-coordinazione quando agiamo: cloche, manette,pulsanti di regolazione, ecc. Quando muoviamo unbraccio per azionare un interruttore (i flap di un ae-reo) del quadro comandi, decidiamo di azionare ilbraccio in quella direzione, a quella velocità perquel movimento sull’interruttore stesso; facciamoin un attimo, decidiamo, poi tutto avviene automa-ticamente perché abbiamo attivato un complessomeccanismo che funziona come un pilota automa-

Tavola V - Programma ginnico settimanale personalizzato

LUNEDI MARTEDI MERCOLEDI GIOVEDI VENERDI

EsercizioSerieDurata

EsercizioSerieDurata

EsercizioSerieDurata

EsercizioSerieDurata

EsercizioSerieDurata

Armoergometro 8-10 min Armoergometro 10 min Lavoro a circuitoaerobico/isometrico

Armoergometro 10 mmin Bike 10 min

Pek Dek 4 x 20 Simulazione diguida con manu-bri leggeri

4 x 2 Treadmill 10 min Flessioni dorsalidelle mani conmanubri

4 x 20 Squat 4 x 20

Alzate laterali efrontali con manubri

4 x 20 Flessioni anterioridel capo

4 x 30 Crunch 1 xz max Flessioni lateralidel collo

30 x 30per lato

Hyperestension 4 x 20

Crunch gambea 90°

4 x 30 Treadmill(o corsaall’aperto)

45-50 mincon inter-valli di an-datura va-riabili dal70 all’80%della FCmax

Bike 6 min Treadmill(o corsa all’aperto)

45-50 mincon inter-valli di an-datura va-riabili dal70 all’80%della FCmax

Pulley 4 x 20

Curl con rotazionedel busto

3 x 15per lato

Squat conbilanciere

1 x 30 French Presscon bilanciere

4 x 20

Curl bicipiticon bilanciere

4 x 20 Armoergometro 6 min Simulazione diguida con manubrileggeri

3 x 2 min

Retropulsionidel capo

4 x 30 Hyperestension 1 x max Retropulsionidel collo

4 x 30 min

Flessioni dorsalidelle manicon manubri

4 x max Simulazione diguida con manubrileggeri

1 x 2 Lavoro specifico perpolsi ed avambracci

4 x 2 min

Treadmill o bike 20 min al75-80% del-la FC max

Stepper 6 min Treadmill o bike 20 min al75-80% del-la FC max

Esercizi specificiper polsi edavambracci

1 x 2 min Ripetere il circuitoper 2-3 volteterminando con unesercizio aerobicomoderato di 15 min

Ripetere il circuitoper 2-3 volte

Terminando con un esercizio aerobico moderato di 15 min

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tico. Abbiamo solo deciso volontariamente di azio-nare il braccio, poi non compiamo nessun’altraazione volontaria, abbiamo dei rilevatori, precisi eveloci, che valutano lo stato di salute e di contra-zione dei muscoli “richiamati” per questo movi-mento. In tutti muscoli ci sono dei rilevatori del lo-ro grado di tensione, rilevatori che trasmettonocontinuamente questo stato al cervello: trasmetto-no ogni variazione di contrazione e di lunghezzadel muscolo stesso. Come nei muscoli ci sono an-che dei rilevatori nelle articolazione e nei legamen-ti che regolano il movimento articolare (la flessio-ne, l’estensione, la rotazione, la supinazione ecc.) ela direzione del movimento stesso. Tutto questoper un ottimo coordinamento motorio ma ancheper una certa protezione dalle tensioni eccessive,superate le quali si producono danni alle strutturearticolari, tendinee, capsulari e muscolari (Fig. 17).Tutti questi rilevatori trasmettono al cervello cheelabora, e di ritorno attraverso il midollo ed i nervimantiene il giusto assetto operativo. È un processocontinuo, superveloce e complesso: lo schema mo-torio viene rielaborato decine di volte al secondo,ed interessa diverse centinaia di muscoli. Il braccio

si muove per “regolare i flap dell’aereo?”; noi nonci preoccupiamo di guardare come e verso dove simuove il braccio. Il nostro pilota automatico regi-stra la posizione e la distanza della leva dei flap edelabora i comandi che fanno muovere il braccioverso la leva stessa per azionarla (forza, velocità edirezione) e durante il movimento tramite i vari ri-levatori controlla il movimento dell’arto stesso, lasua coordinazione, la tensione muscolare; questopilota automatico controlla e calibra anche lo spo-stamento del corpo (la tensione muscolare del restodel corpo durante il movimento di una sua parte)come logica conseguenza allo spostamento dell’ar-to che produce uno squilibrio: lo spostamento inavanti del braccio per raggiungere la leva dei flaptrascina in avanti il corpo stesso, che ad azione av-venuta dovrà poi essere riposizionato automatica-mente in assetto normale per la guida. Tutto questoavviene ad elevata velocità. Il nostro pilota auto-matico è un meccanismo tanto complesso quantodelicato: basta che uno dei suoi rilevatori non siacorrettamente registrato che si verifica uno squili-brio di assetto nei componenti stessi. La stanchezzaeccessiva, il sonno e la perdita di coscienza sono le

Fig. 17 - Alcuni esercizi di potenziamento muscolare allenano il nostro “pilota automatico” rendendolo consapevoledei limiti muscolari e legamentosi che è opportuno non superare.

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Fig. 18 - Tecnica di ginnastica respiratoria.

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Fig. 18 - segue

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cause più frequenti che disattivano questo pilota au-tomatico con conseguenze facilmente immaginabili. Limitazioni funzionali, cattiva circolazione, pa-

tologie cartilaginee, movimenti scorretti minano ilpreciso funzionamento di questo nostro pilota au-tomatico che potrà comunque essere corretto conopportuni interventi: attività fisiche finalizzate amodificare posture o movimenti scorretti per il po-tenzia mento di strutture muscolo-tendinee indebo-lite e processi metabolici rallentati. È opportunoassociare agli esercizi anche le giuste tecniche re-spiratorie (Fig. 18). La verità è che il nostro orga-nismo sa benissimo come respirare e nessuno deveinsegnarglielo. Eseguire gli esercizi associandouna corretta tecnica respiratoria aiuta a mantenerequell’equilibrio psico-fisico tanto importante per leattività lavorative impegnative.

CLAUSTROFOBIA

• Agorafobia.• Ecc.• Ecc.

• Mal d’aria.• Bioritmo circadiano.• Effetto della tensione.• Affaticamento.• Malesseri durante il volo.• Entrata involontaria in condizioni IMC.

BIBLIOGRAFIA

Trebbi R., Teoria del volo.Stretti G., Il pilota privato.Masi L., Vizi capitali e psicopatologia.

Fig. 18 - segue

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May Day - May DayProf. Dott. ANTONIO GABRIELE40

Prof. Dott. Antonio GabrieleStudio MedicoVia G.A. Sartorio,48 - 00147 - RomaTel. 06 5132638

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