Boca, Bocchiaro, Scaffidi Abbate, Introduzione alla psicologia sociale, Il Mulino, 2010 Capitolo...
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Boca, Bocchiaro, Scaffidi Abbate, Introduzione alla psicologia sociale, Il Mulino, 2010Capitolo VII. PERCEPIRE I GRUPPI: DALLA CATEGORIZZAZIONE ALLA STEREOTIPIZZAZIONE
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Percepire i gruppi:dalla categorizzazionealla stereotipizzazione
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La categorizzazione sociale
L’essere umano ha la capacità di suddividere il mondo in categorie, ovvero di raggruppare le persone sulla base della
loro similarità rispetto a determinate caratteristiche.
I criteri che fungono da base per la categorizzazione sono guidati dalla salienza dello stimolo
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Perché categorizziamo?
Funzione adattivadella categorizzazione
Sotto l’aspetto cognitivo
Sotto l’aspetto motivazionale
Minore sforzo Ne deriva una buona visione di sé
(l’autostima derivante dall’appartenenza a un
gruppo è valutata positivamente)
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A che cosa andiamo incontro quando ragioniamo in termini di gruppi?
Effetto di omogeneitàdel gruppo esterno
Ipotesi della familiarità
Favoritismo nei confronti dell’ingroup
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Effetto di omogeneità del gruppo esterno
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In uno studio, Tajfel e Turner (1963) dimostrarono come…
la categorizzazione di stimoli fisici all’interno di classi produce una sovrastima delle somiglianze all’interno di una stessa
categoria e delle differenze tra categorie diverse.
I membri di un gruppo vengono percepiti più simili di quanto effettivamente sono; mentre i membri di
gruppi diversi sono considerati ancora più differenti.
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Quali potrebbero essere le spiegazioni?
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Ipotesi della familiarità
Più conosciamo i membri di un gruppo più iniziano a sembrarci
diversi l’uno dall’altro.
Un’ipotesi alternativa afferma che i comportamenti dei membri dell’ingroup vengono codificati attraverso categorie specifiche e quelli dei membri dell’outgroup attraverso categorie generali
(Park e Rothbarth, 1982)
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Favoritismo nei confronti dell’ingroup
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È la tendenza a distorcere le informazioni in modo che
risultino a favore del proprio gruppo (Tajfel e Turner, 1979)
Esempio:
Se provate ad assistere a una partita di calcio della squadra per cui tifate insieme ad un vostro amico, che tifa per la squadra avversaria, probabilmente ciascuno di voi metterà in risalto i torti subiti e i favori fatti dall’arbitro all’altra squadra, finendo
per trovarvi in disaccordo su numerosi episodi.
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Impatto sulla modalità di elaborazione
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Essa influenza:
i giudizi emessi in relazione alla causa di un comportamento (Pettigrew, 1979);
la probabilità che una persona sconosciuta venga percepita come appartenente a un certo gruppo (Park e Hastie, 1987);
la messa in atto di comportamenti discriminatori (Tajfel, Billig, Bundy e Flament, 1971);
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Sembrerebbe che la categorizzazione sia il precursore di stereotipizzazione, pregiudizio e discriminazione…
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DISCRIMINAZIONE
CATEGORIZZAZIONE
STEREOTIPO
PREGIUDIZIO
DISCRIMINAZIONE
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La formazione degli stereotipi
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Secondo la teoria di Hamilton e Trolier (1986)
uno stereotipo
è una struttura cognitiva che contiene la conoscenza, le credenze e le aspettative possedute da un soggetto a proposito di un certo
gruppo umano.
Questi contenuti possono essere positivi o negativi:
si acquisiscono sia attraverso l’esperienza personale sia in
seguito al processo di apprendimento sociale.
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Esperienza personale
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È la tendenza a inferire tratti di personalità sulla base del comportamento osservato, anche quando quel comportamento
potrebbe essere spiegato da fattori situazionali.
Un fenomeno che contribuisce in maniera determinante alla formazione di stereotipi distorti:
l’Errore fondamentale di attribuzione
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Altro fenomeno è la correlazione illusoria
La gente presta più attenzione agli stimoli che in un certo contesto risultano insoliti, distintivi.
Ad esempio:un comportamento negativo, a causa della sua minor frequenza, è più saliente di uno positivo e verrà notato con più facilità.
Tendenza a percepire l’associazione tra due variabili che in realtà non sono connesse.
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Apprendimento sociale
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Non sempre lo stereotipo viene acquisito direttamente, anzi spesso viene trasmesso come bagaglio culturale preconfezionato.
Ad esempio, le emozioni altrui provocano reazioni stereotipiche:
Se i genitori di un bambino hanno una reazione sistematica di insofferenza al solo sentire
nominare i turchi, questi svilupperà sicuramente un atteggiamento di repulsione verso questo
gruppo.
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I media hanno grande peso nel creare e mantenere stereotipi: tra questi soprattutto la televisione.
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Ad esempio, i programmi per bambini veicolano in alcuni paesi (tra cui il nostro) un’immagine maschile aggressiva contro una
femminile sottomessa.
I contenuti di questi messaggi variano a seconda del paese che li trasmette.
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I vantaggi della stereotipizzazione
Colma le lacune: fornisce cioè informazioni supplementari quando servono;
Semplifica l’elaborazione, facendo risparmiare risorse cognitive;
Difende il sé dagli attacchi esterni;
Aumenta la probabilità di essere accettati dagli altri membri dell’ingroup;
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È possibile sopprimere gli stereotipi?
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Wegner afferma che la decisione di ribellarsi ad uno stereotipo dà via al seguente processo:
MONITORAGGIO FASE OPERATIVA
Ha il compito di ispezionare i contenuti
dei pensieri, per scovare gli stereotipi. Processo automatico
che necessita di pochissime risorse
cognitive.
Il suo compito è rimuovere gli stereotipi trovati attraverso i
distrattori mentali. Processo non automatico che richiede una certa
quantità di risorse cognitive.
Elementi in grado di distogliere l’attenzione dai pensieri
indesiderati.
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La fase di monitoraggio, essendo automatica, continuerà a funzionare normalmente, quella operativa
invece non potrà essere attivata.
Paradossalmente i contenuti di pensiero spiacevoli saranno iperaccessibili in memoria perché non
sostituiti dai distrattori.
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Questo fenomeno, noto come effetto rimbalzo, fu messo in evidenza da Macrae e collaboratori (1994).
Cosa succede se queste risorse non sono disponibili?
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Altra variabile per sopprimere gli stereotipi èl’assunzione di prospettiva
Alcuni studiosi, quali Galinsky e Gillian (2004)misero in evidenza che l’assunzione di
prospettiva faceva diminuire:
stereotipizzazione favoritismo nei confronti del proprio gruppo
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Se è possibile sopprimere gli stereotipi…
Wegner afferma che è possibile farlo attraverso
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l’esercizio prolungato del processo operativo:
In alternativa si può sempre portare questi stereotipi alla luce, ragionarci su e capire quanto in effetti sono verosimili.
Probabilmente così perderanno potere.
Questo con il trascorrere del tempo dovrebbe divenire automatico e lavorare
autonomamente.
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Lo stereotipo dal punto di vistadi chi lo subisce
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La teoria della minaccia indotta dallo stereotipo
Quando ci si rende conto che uno stereotipo negativo relativo al proprio gruppo è applicabile a se stessi in un particolare contesto, verrà sperimentata una sensazione di minaccia indotta dal timore di confermare tale credenza negativa.
Questa condizione, associate alle difficoltà della prova, genera un’inefficienza elaborativa che finirà per compromettere la
prestazione della persona.
Possibile fuga dalla minaccia: la disidentificazione
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Il processo di disidentificazione, però, è un’arma a doppio taglio:
Se da un lato protegge l’autostima dei membri di gruppi stigmatizzati;Dall’altro influisce negativamente sulla motivazione, sull’interesse e sul rendimento di questi soggetti in uno o più ambiti.
Gli stereotipi non si limitano dunque a riflettere delle differenze comportamentali tra gruppi, ma contribuiscono a crearle.
Questo effetto, denominatoinnalzamento da stereotipo, si pensa abbia alla base il
processo del confronto sociale al ribasso.
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COME SI MISURANO GLI STEREOTIPI?
In passato gli stereotipi sono stati studiati utilizzando solo il metodo del self-report.
Gli psicologi sociali hanno dedicato, nel corso degli ultimi anni, allo sviluppo di strumenti che valutassero in maniera indiretta gli stereotipi, mettendo a punto metodi di indagine:
Bogus pipeline
«priming» semantico
«Implicit Association Test»