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BoBiBò Bollettino della Biblioteca del Bordoni Anno 2 numero 13 16 aprile 2012 Cent’anni or sono: dall’archivio dell’istituto (a cura di Alessandro Ponti) L’archivio riserva sempre delle sorprese; sistemando dei documenti sparsi ha fatto capolino una verifica di matematica che ha attirato la nostra attenzione. La calligrafia, curata con particolare attenzione ai capolettera, è quella di Carlo Marinoni, già incontrata in due prove simili: una di composizione in lingua italiana ed una di disegno tecnico, pubblicate sul volume edito in occasione dei festeggiamenti per il centocinquantesimo anniversario di fondazione dell’istituto: “ Frammenti di storia e di…storie”. Le tre prove sono quelle sostenute, tra il 7 e 10 novembre 1865, per l’ammissione al primo corso dell’Istituto Tecnico Agronomico di Pavia, non ancora intitolato al matematico Antonio Bordoni. Carlo Marinoni nasce a Pavia il 17 ottobre del 1847 e risulta domiciliato, nell’anno scolastico 1865/66, in Corso Cavour, in un locale dell’accademia Fortini. Nel 1866, allo scoppio della terza guerra di indipendenza, molti giovani pavesi accorrono nelle fila dei volontari garibaldini, pronti a combattere l’Austria in terra veneta e trentina. Marinoni risulta inserito, al numero 103, nel “Ruolo dei volontari garibaldini inscritti presso il Comitato degli Studenti di Pavia”. Il suo indirizzo è cambiato, figurando domiciliato nella Contrada di Santa Maria di Ivrea, l’attuale via Capsoni, al civico 903. Numerosi sono gli studenti dell’istituto che si preparano a partire, tanto che il preside Alfonso Cossa, in data 12 maggio, invia al Presidente della Giunta di Vigilanza una richiesta di anticipare gli esami finali “dovuta al fatto che la maggior parte di loro sta per iscriversi nelle file dei volontari”. La partenza di Carlo Marinoni tra le fila dei garibaldini porta alla sua partecipazione ai combattimenti sostenuti sulle pendici del Monte Suello, all’inizio del luglio 1866. La giornata del 7 luglio vede svolgere i combattimenti nel comune di Lodrone ed è in quella data che Marinoni viene colpito a morte. La memoria di Carlo Marinoni ci è pervenuta attraverso i suoi compagni di scuola che nel gennaio del 1867 chiedono che gli venga

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BoBiBò Bollettino della Biblioteca del Bordoni Anno 2 numero 1316 aprile 2012

Cent’anni or sono: dall’archivio dell’istituto(a cura di Alessandro Ponti)

L’archivio riserva sempre delle sorprese; sistemando dei documenti sparsi ha fatto capolino una verifica di matematica che ha attirato la nostra attenzione. La calligrafia, curata con particolare attenzione ai capolettera, è quella di Carlo Marinoni, già incontrata in due prove simili: una di composizione in lingua italiana ed una di disegno tecnico, pubblicate sul volume edito in occasione dei festeggiamenti per il centocinquantesimo anniversario di fondazione dell’istituto: “ Frammenti di storia e di…storie”. Le tre prove sono quelle sostenute, tra il 7 e 10 novembre 1865, per l’ammissione al primo corso dell’Istituto Tecnico Agronomico di Pavia, non ancora intitolato al matematico Antonio Bordoni. Carlo Marinoni nasce a Pavia il 17 ottobre del 1847 e risulta domiciliato, nell’anno scolastico 1865/66, in Corso Cavour, in un locale dell’accademia Fortini. Nel 1866, allo scoppio della terza guerra di indipendenza, molti giovani pavesi accorrono nelle fila dei volontari garibaldini, pronti a combattere l’Austria in terra veneta e trentina.Marinoni risulta inserito, al numero 103, nel “Ruolo dei volontari garibaldini inscritti presso il Comitato degli Studenti di Pavia”. Il suo indirizzo è cambiato, figurando domiciliato nella Contrada di Santa Maria di Ivrea, l’attuale via Capsoni, al civico 903. Numerosi sono gli studenti dell’istituto che si preparano a partire, tanto che il preside Alfonso Cossa, in data 12 maggio, invia al Presidente della Giunta di Vigilanza una richiesta di anticipare gli esami finali “dovuta al fatto che la maggior parte di loro sta per iscriversi nelle file dei volontari”. La partenza di Carlo Marinoni tra le fila dei garibaldini porta alla sua partecipazione ai combattimenti sostenuti sulle pendici del Monte Suello, all’inizio del luglio 1866. La giornata del 7 luglio vede svolgere i combattimenti nel comune di Lodrone ed è in quella data che Marinoni viene colpito a morte.La memoria di Carlo Marinoni ci è pervenuta attraverso i suoi compagni di scuola che nel gennaio del 1867 chiedono che gli venga dedicata una lapide in ricordo, inaugurata nel marzo dello stesso anno e tuttora presente in istituto.

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(Prova di matematica di Carlo Marinoni, datata 7 novembre 1865 e valutata 7/10)

La prova di ammissione ai corsi prevede la soluzione di due problemi, uno di geometria ed uno di algebra.

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Della prova di geometria Marinoni non riporta il testo completo, ma traccia il grafico da cui si deducono i dati del problema. Il testo dettato lo si apprende dal compito consegnato da Leidi Giuseppe:“Dato un trapezio di cui siano metri 3,25 e 2,10 rispettivamente le misure dei lati paralleli, e sia metri 0,10 la misura dell’altezza, trovare l’area”La prova di algebra è relativa alla soluzione di una equazione intera di primo grado:

Molto probabilmente l’esatta riproduzione del testo dettato faceva parte integrante della prova e l’eccessiva attenzione alla grafia, da parte del candidato, ha portato ad una prima segnalazione di errore. L’area del trapezio è stata calcolata correttamente mentre nella soluzione dell’equazione è segnalato un errore algebrico che si riscontra ancora oggi negli elaborati di alcuni alunni delle prime classi.

Consigli di lettura(a cura di Fiammetta Zanaboni)

Margaret Mazzantini, NESSUNO SI SALVA DA SOLO, Mondolibri, 2011

La storia del fallimento di un matrimonio: Delia e Gaetano sono ancora abbastanza giovani, erano una coppia solida, con due figli piccoli. Si sono incontrati, si sono sorretti a vicenda, sono usciti da un passato doloroso, hanno creato una famiglia solida e un po’ controcorrente ma ora non si amano più. Si incontrano a cena per mettere fine al periodo dei rancori e delle scenate. Con linguaggio molto duro la Mazzantini mette a fuoco il risentimento e la delusione per un sogno familiare che si è lacerato.

Elisabeth von Arnim, LAFATTORIA DEI GELSOMINI, Bollati Boringhieri 2011Inghilterra, anni trenta. Come d’uso lady Daisy e sua figlia invitano un gruppo di ospiti nella loro elegante dimora di campagna per il fine settimana. Fa molto caldo, l’aria è soffocante e tra un pasto pesante, la noia per l’etichetta e l’insofferenza reciproca scoppia un grosso scandalo. Con raffinata ironia, la penna della von Arnim mette a fuoco le ipocrisie morali dell’alta società inglese. A tratti sottilmente umoristica, la scrittrice inglese mostra il suo anticonformismo, ridicolizza ottuse convezioni sociali e, con molta sensibilità, si schiera dalla parte dell’intelligenza e dell’emancipazione femminile.Uno dei migliori libri di Elisabeth von Arnim, scrittrice di fama e donna di pensiero fortemente indipendente. Raccomandato a chi ama il romanzo psicologico di ambientazione tardo vittoriana.

Consigli di lettura

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(a cura di Alessandro Ponti)

Elisabeth Gaskell, RUTH, Editori Internazionali Riuniti, 2011Ancora Inghilterra, ma alla metà dell’ottocento, Ruth è una ragazza che “perde l’innocenza” e cade, trascinata nel peccato da un giovane aristocratico. Il romanzo si sviluppa da un errore quasi involontario al successivo percorso di redenzione, attraverso personaggi di un moralismo spietato ed altri capaci di accoglienza. La Gaskell narrando la storia di Ruth sottolinea l’incapacità della società dell’epoca di abbracciare il punto di vista femminile, ma anche il bisogno della protagonista di annullarsi per cancellare la propria colpa. Molto dinamico e moderno nel tracciare i diversi protagonisti; consigliato a chi ama la letteratura XIX secolo e vuole conoscere una scrittrice coraggiosa, ancora poco nota in Italia.

Piersandro Pallavicini, ROMANZO PER SIGNORA, Feltrinelli 2012Divertente, commovente e profondo. Cosa succede se un gruppo di settantenni del Rotary Club di Vigevano parte per passare qualche giorno di vacanza a Nizza?Il passato che ritorna, la paura di invecchiare, il coraggio di svelare i propri sentimenti, il dolore e la gioia di vivere, i vizi e le virtù degli uomini. Una prosa veloce e un approccio che alterna momenti esilaranti ad altri che toccano nel profondo, qualche pennellata di dialetto e la voglia di ricominciarlo una volta letta l’ultima riga.

Alberto Mattioli, ANCHE STASERA, Mondadori, 2012La confessione della passione per l’opera lirica da parte di un giornalista che svela i pensieri, le emozioni, i tic e le follie di chi è disposto a tutto (o quasi) per seguire eroi ed eroine nei vari teatri del mondo. Un viaggio interessante ed ironico attraverso i personaggi che affollano le rappresentazioni, i cantanti, i direttori ed i registi degli ultimi trent’anni. Consigliato a chi vuole divertirsi con una seduta di autoanalisi (perché già appartiene a quel mondo!) e a chi volesse accostarlo con una guida di sicura esperienza.