BM La Lingua Al Microscopio 04

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  • 7/25/2019 BM La Lingua Al Microscopio 04

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    P.G. VIBERTI, Di bene in meglio 2011 SEI - Societ Editrice Internazionale

    La lingua al microscopio

    Professionisti e professioniste...

    A mano a mano che il miglioramento della condizione femminile ha consentito alle donne

    di svolgere professioni e di ricoprire cariche tradizionalmente riservate agli uomini, stato

    necessario risolvere un problema solo in apparenza semplice: volgere al femminile termi-

    ni che avevano sempre avuto il solo genere maschile. Il problema non si poneva, natural-mente, per i mestieri che le donne avevano da sempre svolto (contadina, infermiera, sarta,

    cucitrice, ricamatrice ecc.), ma per quelli cui avevano avuto accesso da poco. Come

    chiamare una donna che svolge la professione di notaio, di avvocato, di ingegnere? E

    come definire una donna che ricopre la carica di ambasciatore, di direttore, di presiden-

    te? I linguisti hanno avanzato le loro proposte, luso popolare ha trovato le sue soluzioni,

    ma, come si pu facilmente intuire, i casi di disaccordo sono molto frequenti. Qualche

    anno fa, viste le implicazioni sociali della questione, fu addirittura istituita una

    Commissione nazionale per la parit uomo-donna, ma i risultati che ne scaturirono non

    appianarono affatto i contrasti, anzi fecero esplodere nuove polemiche.

    Diciamo subito che lincertezza riguarda un numero limitato di vocaboli, mentre su altri c

    ampio accordo. Nella formazione del femminile si segue per lo pi la regola generale: al

    nome maschile si aggiunge il suffisso -essa (poeta/poetessa, sacerdote/sacerdotessa,

    presidente/presidentessa); ai nomi maschili terminanti in -tore si sostituisce il suffisso-trice (pittore/pittrice, elettore/elettrice, autore/autrice). Ma come comportarci di fronte

    a sostantivi qualiavvocato, deputato, notaio? Qualsiasi decisione si prenda, il rischio di

    andare incontro a parole che non ci convincono, a scelte grammaticali discutibili, in certi

    casi addirittura a esiti umoristici. Se decidessimo di volgere al femminile i nomi maschili,

    ci troveremmo di fronte a fieri dubbi: meglio dire la soldata o lasoldatessa, lavvocata o

    lavvocatessa, la vigila o la vigilessa? Se invece decidessimo di considerare questi sostan-

    tivi di genere comune, cio identici nei due generi, ci troveremmo a dire lagiudice, lanota-

    io, e questo non suonerebbe bene alle nostre orecchie. Lorientamento oggi largamente

    condiviso, e che consigliamo di seguire, consiste nel lasciare questi nomi al maschile

    anche se riferiti a donne, affidando al contesto il compito di informarci sul sesso della per-

    sona a cui ci si riferisce. Diremo perci: il notaio, lingegnere, il console ecc., quale che

    sia la persona di cui parliamo. Ma anche in questo modo non tutto va per il giusto verso.

    Come racconta il linguista Aldo Gabrielli, anni or sono suscit non poca ilarit la notiziache a una serata di gala a Roma Lambasciatore americano indossava un superbo abito

    di seta color malva, molto scollato. Lambasciatore americano era, per la cronaca, la

    signora Clara Luce, una donna affascinante e ricca di femminilit...