Blog - La nascita di un nuovo Mass Media

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Blog, la nascita di un nuovo mass-media DAMIANO CROGNALI Percorsi inversi: Beppe Grillo, dalla tv al blog; Selvaggia Lucarelli, dal blog alla tv SOMMARIO: Da dieci anni dettano legge in Internet. Determinano ciò che ha successo, fino ad imporsi all'attenzione dei media tradizionali. La politica tenta di controllarli, per il momento inutilmente I blog hanno tagliato un primo traguardo. Compiono dieci anni. Ora sono al giro di boa: utilizzati da movimenti e politici per comunicare con una porzione più ampia di persone, hanno l'opportunità di diventare nodi nevralgici nella formazione dell’opinione pubblica. Ma proprio dalla politica sono giunte le prime avvisaglie contro la loro onda d'urto democratica. Dieci anni di successi Ogni giorno vengono pubblicati oltre un milione e mezzo di articoli, i «post», e in qualche parte del pianeta emettono il loro primo vagito telematico 175 mila nuovi blog. Lo dice l'autorevole sito Technorati, che ne conta ad oggi 114 milioni. Il boom non sembra arrestarsi: aumentano ad una velocità esponenziale, se solo sei mesi fa erano 70 milioni. Come data di nascita hanno scelto il 17 dicembre del 1997, quando Jorn Barger coniò la parola «weblog», tracce in rete, da cui è derivata prima l’espressione «we blog» e poi il verbo «to blog», cioè bloggare, scrivere un blog. Inizialmente erano i diari on line di ragazzi che raccontavano la propria quotidianità. Oggi informano, denunciano e scoprono. Sono diventati una enorme redazione collettiva e hanno un ruolo fondamentale nell'emersione di notizie tralasciate da giornali e tv. E' stato il blogger Gianluca Neri a svelare il nome del marine americano che ha ucciso Nicola Calipari in Iraq, decriptando il rapporto Usa. La storia del ragazzo down malmenato in un istituto di Torino, con tanto di video su YouTube, è arrivata all'attenzione dei giornali per il passaparola fra i blog. Perché tanto successo? Per cominciare, aprire un sito in Internet è possibile a tutti con lo strumento del blog, senza dover necessariamente conoscere il linguaggio oscuro dell'html. Esistono molti servizi che permettono di creare e gestirne uno gratuitamente, da Splinder a Blogger, da Il Cannocchiale a Wordpress. Claudio Sabelli Fioretti, firma storica del giornalismo italiano, si è convertito al blog sei anni fa. «Allora pensavo di aprirmi un sito, ma era costoso e complicato, - racconta - occorrono conoscenze tecniche oppure bisogna pagare qualcuno che lo faccia per te. Poi un amico aprì un blog e mi spiegò come fare. Dopo cinque minuti ne avevo uno anche io». Nel 2007 Sabelli Fioretti ha vinto il Premio del Sole 24 Ore come miglior blog. Quello che sorprende è che in dieci anni il blog non è cambiato affatto: qualche variante estetica, la tecnologia che ha reso possibile pubblicare i video, ma rimane sempre «un post e i commenti». Le eccezioni, però, non mancano. Luca Sofri ha un blog, Wittgenstein, composto esclusivamente dai

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Articolo sulla diffusione dei Blog e sulla loro imposizione nel mercato dei nuovi media in occasione dei dieci anni della nascita

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Blog,lanascitadiunnuovomass­mediaDAMIANOCROGNALI

Percorsi inversi: Beppe Grillo, dalla tv al blog; Selvaggia Lucarelli, dal blog alla tv

SOMMARIO: Da dieci anni dettano legge in Internet. Determinano ciò che ha successo, fino ad imporsi all'attenzione dei media tradizionali. La politica tenta di controllarli, per il momento inutilmente I blog hanno tagliato un primo traguardo. Compiono dieci anni. Ora sono al giro di boa: utilizzati da movimenti e politici per comunicare con una porzione più ampia di persone, hanno l'opportunità di diventare nodi nevralgici nella formazione dell’opinione pubblica. Ma proprio dalla politica sono giunte le prime avvisaglie contro la loro onda d'urto democratica. Dieci anni di success i Ogni giorno vengono pubblicati oltre un milione e mezzo di articoli, i «post», e in qualche parte del pianeta emettono il loro primo vagito telematico 175 mila nuovi blog. Lo dice l'autorevole sito Technorati, che ne conta ad oggi 114 milioni. Il boom non sembra arrestarsi: aumentano ad una velocità esponenziale, se solo sei mesi fa erano 70 milioni. Come data di nascita hanno scelto il 17 dicembre del 1997, quando Jorn Barger coniò la parola «weblog», tracce in rete, da cui è derivata prima l’espressione «we blog» e poi il verbo «to blog», cioè bloggare, scrivere un blog. Inizialmente erano i diari on line di ragazzi che raccontavano la propria quotidianità. Oggi informano, denunciano e scoprono. Sono diventati una enorme redazione collettiva e hanno un ruolo fondamentale nell'emersione di notizie tralasciate da giornali e tv. E' stato il blogger Gianluca Neri a svelare il nome del marine americano che ha ucciso Nicola Calipari in Iraq, decriptando il rapporto Usa. La storia del

ragazzo down malmenato in un istituto di Torino, con tanto di video su YouTube, è arrivata all'attenzione dei giornali per il passaparola fra i blog. Perché tanto successo? Per cominciare, aprire un sito in Internet è possibile a tutti con lo strumento del blog, senza dover necessariamente conoscere il linguaggio oscuro dell'html. Esistono molti servizi che permettono di creare e gestirne uno gratuitamente, da Splinder a Blogger, da Il Cannocchiale a Wordpress. Claudio Sabelli Fioretti, firma storica del giornalismo italiano, si è convertito al blog sei anni fa. «Allora pensavo di aprirmi un sito, ma era costoso e complicato, - racconta - occorrono conoscenze tecniche oppure bisogna pagare qualcuno che lo faccia per te. Poi un amico aprì un blog e mi spiegò come fare. Dopo cinque minuti ne avevo uno anche io». Nel 2007 Sabelli Fioretti ha vinto il Premio del Sole 24 Ore come miglior blog. Quello che sorprende è che in dieci anni il blog non è cambiato affatto: qualche variante estetica, la tecnologia che ha reso possibile pubblicare i video, ma rimane sempre «un post e i commenti». Le eccezioni, però, non mancano. Luca Sofri ha un blog, Wittgenstein, composto esclusivamente dai

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suoi post, senza commenti. Altri, come quello di Sabelli Fioretti ha solo commenti, tra i quali l'autore si muove come un moderatore. E' lo strumento «blog» che si è imposto in Internet: dal sito Dagospia di Roberto D’Agostino a Beppe Grillo, il re della blogosfera, l’insieme dei blog in rete. Blog come spir i to de l t empo Ad incoronare Grillo è lo Zeitgeist 2007, parola tedesca per «Lo Spirito del Tempo». E’ la classifica di Google dei termini più cliccati. «Non è una semplice classifica, ma una indagine che riflette sui temi d'interesse. - spiega Mario Tedeschini Lalli, giornalista con oltre trent'anni di carriera alle spalle, autore del blog dedicato al mondo dell'informazione on line, Giornalismi D'Altri - Alla lista non appartengono tout-court le parole più cercate, ma quelle indicative di una tendenza, che hanno dimostrato una maggiore crescita rispetto agli anni passati». E' la conferma che su Internet le informazioni si cercano soprattutto tra i blog e «segnala la necessità di ricercare fonti non adulterate per comprendere i fatti», dice Mario Adinolfi, blogger-giornalista-politico, che ha aperto il suo nel 2003, all'alba del blog in Italia. Non tutti sono d’accordo: la critica più comune è la mancanza di autorevolezza. Raffaele Barberio, direttore del quotidiano on line Key4Biz, è convinto che il fenomeno «tenderà ad inaridirsi, perché caotici e inaffidabili». Ma è un dato incontestabile che oggi la loro diffusione è capillare in Internet.

Una nuova web-notor ie tà Il sito Blogbabel fotografa una blogosfera, dove la fama del mondo esterno conta come un due di picche ed emeriti sconosciuti al grande pubblico sono delle star. «La blogosfera seleziona i temi non le personalità, – osserva Adinolfi – in una comunicazione di tipo orizzontale, dove tu scrivi e l'altro commenta, la celebrità è meno importante e la forza è nelle idee». Eccezione fatta per Beppe Grillo, Daniele Luttazzi, altro comico allontanato dalla tv, e Luca Sofri, nella top-ten di Blogbabel troviamo Massimo Mantellini, un esperto di tecnologie che ha il secondo blog più seguito, e Macchianera di Gianluca Neri, autore dello scoop sul Rapporto Calipari. Seguono Luca Conti, con il blog Pandemia, il giornalista Antonio Sofi e il sistemista informatico Andrea Beggi. Per incontrare il nome di un personaggio noto dobbiamo attendere la cinquantesima posizione con il ministro Antonio Di Pietro, il più tecnologico dei politici, che si dedica a conferenze stampa su YouTube e ha aperto da poco un ufficio in SecondLife. «La rete offre una percezione totalmente sbagliata della realtà. – dice Daw, il blogger più seguito de Il Cannocchiale - Pensiamo al fenomeno Scalfarotto. Sembrava avviato ad un buon successo nelle primarie per il leader del centrosinistra, su Internet e sui blog non si parlava d'altro ed era diventato una celebrità. La realtà, come sappiamo, è stata ben diversa: zero virgola qualcosa». Al contrario, sono i blog che hanno la forza di creare nuovi personaggi: da Selvaggia Lucarelli, che dal blog è approdata alla tv, allo stesso Adinolfi, che si è candidato alle primarie del Partito Democratico. La politica, intanto, corre ai ripari e cerca di imporre leggi al nuovo fenomeno.

BOX 2

I FAMOSI 1 – Beppe Grillo, re della blogosfera 2 – Wittgenstein, il blog di Luca Sofri è secondo 3 - Daniele Luttazzi, sale al terzo posto il comico emiliano 4 – Antonio Di Pietro, Ministro delle Infrastrutture e leader dell’Italia dei Valori 5 – Clemente Mastella, Ministro della Giustizia e leader dell’Udeur 6 – Paolo Gentiloni, Ministro della Comunicazione, componente del Pd 7 – Mario Adinolfi, il giornalista-politico-blogger candidato alle primarie del Pd 8 – BarbaBlog, il blog di Daria Bignardi, anche lei blogger incallita come il marito 9 – Alfonso Pecoraro Scanio, Ministro dell’Ambiente e leader dei Verdi 10 – La Torre di Babele, il blog di Pino Scaccia, giornalista e inviato della Rai

BOX 1

TOP TEN 1. Beppe Grillo - Il blog del comico ligure è il primo della Rete 2. Manteblog – Secondo il blog curato da Massimo Mantellini, esperto di tecnologia 3. Wittgenstein - Luca Sofri, terzo, è il giornalista-blogger più famoso d'Italia 4. Geekissimo – Un blog su Hi Tech, Internet Hacking, Software e downloads 5. Daniele Luttazzi - Un altro comico dopo Grillo tra i più celebri della blogosfera 6. Macchianera – Il blog di Gianluca Neri, più che una testata registrata, un calcio nelle palle in diretta 7. Pandemia - Luca Conti su ambiente, rete, media e tecnologia 8. Giovy’s Blog – “Nato per gioco e che continua grazie a chi gioca con me” 9. Webgol - Il cronista Antonio Sofi su web, giornalismo e politica 10. Andrea Beggi – Il sistemista informatico, fan delle trenette al pesto

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con un'ampia rete di contatti. Dopo aver vinto, dunque, la battaglia con i siti internet tradizionali, pensano alla prossima sfida con televisione e carta stampata. «Leggendo le curve dei dati di traffico di Nielsen – dice Adinolfi, che del blog ha fatto una bandiera culturale – scommetto che fra cinque anni la "maggioranza assoluta" delle persone si formerà una opinione non con la televisione che propone l'azzeramento del pensiero, né con la stampa che propone il conformismo assoluto, ma informandosi in prima persona sui blog». Dati alla mano, tv e carta stampata ancora sembrano infinitamente più potenti nell'orientamento sulle grandi scelte dell'opinione pubblica. Ma qualcosa sta cambiando e i primi segni si vedono in America nella campagna elettorale per le primarie, dove i blog stanno giocando un ruolo un ruolo chiave nella partita politica. Ma anche in Europa, i Capi di Stato di Gran Bretagna, Francia e Italia hanno trasmesso il messaggio alla Nazione di inizio anno in diretta web, commentato simultaneamente da migliaia di blog.

BOX 4 Intervista a Daria Bignardi, neo-blogger

Dopo televisione e giornali, oggi anche un Blog. Me l’hanno chiesto e ho fatto un po’ di resistenza, ma alla fine ho ceduto Che influenza ha su di te, avere come compagno il più seguito blogger-giornalista di Internet? E’ il motivo per cui ho fatto resistenza. Se tuo marito è uno dei blogger più seguiti d’Italia, difficilmente hai grande simpatia per i blog. Ovviamente il più incallito, ma anche il più esperto, è lui Tre motivi per vietare ai tuoi figli di aprire un blog? Devi studiare, devi uscire, non puoi stare tutto il tempo a r incre t inir t i davanti al computer Va bene, ma credi sul serio che ci sia qualcosa di male nell'avere un diario in rete? Ce ne sono un sacco, soprattutto se sei, tuo malgrado, un personaggio televisivo. Ti fanno le pulci su tutto, senza pietà. E quel che è peggio è che metà delle volte hanno ragione

Democratico. La politica, intanto, corre ai ripari e cerca di imporre leggi al nuovo fenomeno. I l caso de l la r i forma de l l ' edi tor ia on l ine Un disegno di legge sull'editoria, licenziato dal Consiglio dei ministri lo scorso 3 agosto, ha lasciato intravedere l'obbligo di registrazione presso l'Autorità delle Comunicazioni per i blog e i siti gratuiti gestiti da privati. L'Autorità non pretende soldi per l'iscrizione, ma l'operazione è faticosa, bisogna produrre i certificati necessari, c'è da pagare un bollo. Il profilarsi della burocrazia sul web ha diffuso l'allarme in rete. «Conseguenza della legge - ha sostenuto Beppe Grillo - sarebbe la chiusura del 99 per cento dei blog e il fortunato 1 per cento della rete rimasto in vita, per legge risponderebbe in caso di reato di omesso controllo su contenuti diffamatori ai sensi degli articoli 57 e 57 bis del codice penale. In pratica galera quasi sicura». I ministri Antonio Di Pietro e Alfonso Pecoraro Scanio si sono dissociati dalla riforma sui loro rispettivi blog. Mario Adinolfi, da componente dell'Assemblea Nazionale del Partito Democratico, ne ha richiesto l'abrogazione, perché «vuole imbavagliare l'attività editoriale in Internet». Poi, il ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni, anche lui sul suo blog, ha «riconosciuto l'errore della registrazione dei siti», ha scritto che l'allarme era giustificato e «la norma doveva essere cambiata». Alla fine l’attuale testo, modificato dalla Presidenza del Consiglio, ha escluso il rischio di estendere ai blog la nuova disciplina. La pross ima s f ida Il mondo degli affari, che tradizionalmente anticipa le scelte della politica, già da tempo contiene nel bilancio una voce «pubblicità in Internet» e i blog, più dinamici dei siti, sono diventati la frontiera del marketing. Ultimo caso a La7. La televisione di Antonio Campo Dall'Orto ha messo sotto contratto le star del web, personaggi non appartenenti al canale, pagati per aprire un nuovo blog sul sito La7.it e per parlare «di e su» La7. Avere buone relazioni con i blogger è vantaggioso: si è meglio posizionati sui motori di ricerca,

nella campagna elettorale per le primarie, dove i blog stanno giocando un ruolo chiave nella partita politica. Ma anche in Europa, i Capi di Stato di Gran Bretagna, Francia e Italia hanno trasmesso

il messaggio alla Nazione di inizio anno in diretta web, commentato simultaneamente da migliaia di blog.

BOX 3

BLOG IN DATE

18 luglio 1997 - Dave Winer sviluppa il software del blog 17 dicembre 1997 - Jorn Barger conia la parola weblog 11 settembre 2001 – L’attentato delle Torri Gemelle viene monitorato in tempo reale dai blogger Usa 20 marzo 2003 – Il blog di Salam Pax racconta i bombardamenti di Baghdad e si impone all’attenzione dei mass media tradizionali Oggi - Technorati.com annuncia: nel mondo ci sono 114 milioni di blog

BOX 5 Fonti: BlogBabel, Technorati, Corriere della sera, Repubblica online, blog di Beppe Grillo. Interviste: Mario Adinolfi, Raffaele Barberio, Daria Bignardi, Claudio Sabelli Fioretti, Daw, Mario Tedeschini Lalli