BIODIVERSITA’

58
BIODIVERSITA’ La varietà della vita

description

BIODIVERSITA’. La varietà della vita. La biodiversità è la varietà delle forme viventi in un ambiente. Viene in genere studiata a tre diversi livelli, che corrispondono a tre livelli di organizzazione del mondo vivente: quello dei geni, quello delle specie e quello degli ecosistemi. - PowerPoint PPT Presentation

Transcript of BIODIVERSITA’

Page 1: BIODIVERSITA’

BIODIVERSITA’La varietà della

vita

Page 2: BIODIVERSITA’

La biodiversità è la varietà delle forme viventi in un

ambiente.

Viene in genere studiata a tre diversi livelli, che corrispondono a tre livelli di

organizzazione del mondo vivente: quello dei geni, quello delle specie e quello degli

ecosistemi.

Page 3: BIODIVERSITA’

Biodiversità genetica Diversità tra individui della stessa specie

Page 4: BIODIVERSITA’

Biodiversità specificaDiversità che caratterizza le varie specie

Page 5: BIODIVERSITA’

Biodiversità ecosistemicaDiversità tra ecosistemi di un territorio

Page 6: BIODIVERSITA’

Le cause della perdita di diversità

1. Contrazione degli habitat2. Uso scorretto delle risorse naturali3. Introduzione di specie alloctone4. Erosione della ricchezza in specie5. Inquinamento e cambiamenti globali6. Cambiamento del clima

Page 7: BIODIVERSITA’

Gli impegni della comunità internazionale

Nel corso degli ultimi vent’anni la comunità internazionale ha posto con forza il tema della

tutela delle risorse locali e delle comunità rurali che le coltivano nonché degli ecosistemi

naturali.

Page 8: BIODIVERSITA’

Nel 1992 è stata approvata nel corso della Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente, tenutasi a Rio de Janeiro, la Convenzione sulla diversità biologica, con la finalità di prevenire

e combattere alla fonte le cause di significativa riduzione o perdita della

diversità biologica in considerazione del suo valore intrinseco e dei suoi valori ecologici,

genetici, sociali, economici, scientifici, educativi e culturali.

Page 9: BIODIVERSITA’

Nel 2001 è stato approvato il trattato Fao sulle risorse fitogenetiche per

l’alimentazione e l’agricoltura, che si impegna per le seguenti azioni:

Page 10: BIODIVERSITA’

promuovere la raccolta delle risorse fitogenetiche per l’alimentazione e

l’agricoltura e l’informazione pertinente relativa alle risorse

fitogenetiche in pericolo o sostanzialmente utilizzabili;

Page 11: BIODIVERSITA’

Sostenere gli sforzi degli agricoltori e delle comunità locali per gestire e

conservare in azienda le loro risorse fitogenetiche per l’alimentazione e

l’agricoltura;

Page 12: BIODIVERSITA’

promuovere la conservazione in situ delle specie selvatiche per la

produzione alimentare;

Page 13: BIODIVERSITA’

collaborare alla realizzazione di un sistema efficace e sostenibile alla conservazione ex situ, prestando tutta

l’attenzione richiesta alla necessità di una documentazione, di una caratterizzazione, di una

rigenerazione e di una valutazione adeguata a promuovere lo sviluppo e il trasferimento di apposite tecnologie al fine di migliorare l’uso sostenibile delle

risorse fitogenetiche;

Page 14: BIODIVERSITA’

verificare il mantenimento della vitalità, del grado di variazione e

dell’integrità genetica delle raccolte di risorse fitogenetiche per

l’alimentazione e l’agricoltura;

Page 15: BIODIVERSITA’

Tra le altre misure il trattato definisce la

realizzazione e il mantenimento di sistemi agricoli diversificati che favoriscano l’uso sostenibile della

diversità biologica agricola e delle risorse

naturali, nonché la necessità di allargare la

base genetica delle piante coltivate e

accrescere la diversità del materiale biologico messo a disposizione

dagli allevatori.

Page 16: BIODIVERSITA’

Il trattato riconosce la necessità di adottare apposite misure per proteggere e promuovere

i diritti degli agricoltori (farmers’ rights), in particolare la protezione delle conoscenze

tradizionali che presentino un interesse per le risorse agricole autoctone e il diritto a

partecipare equamente alla ripartizione dei vantaggi derivanti dalla loro utilizzazione.

Page 17: BIODIVERSITA’

Quando abbiamo iniziato a concepire che la natura andava tutelata (in Europa e in Nord America si è iniziato a parlarne quasi centocinquanta anni fa) si è posta l’attenzione su singole specie a rischio; due casi emblematici sulle Alpi sono stati la stella alpina e lo stambecco. Poi abbiamo capito che non si possono proteggere certe specie se non si protegge anche il luogo dove vivono.

Gli impegni della comunità nazionale

Page 18: BIODIVERSITA’

Si calcola che nei prossimi trent’anni rischi di estinguersi il 20% di tutte le

specie viventi sul Pianeta.

Page 19: BIODIVERSITA’

Ma la Biodiversità a che serve?

La Biodiversità ci fornisce un

numero enorme di beni e di servizi che

spesso diamo per scontato e lo fa in modo

assolutamente gratuito.

Page 20: BIODIVERSITA’

Garantisce la formazione del suolo attraverso l’interazione tra il substrato inorganico, il

clima e gli organismi del suolo; la fotosintesi clorofilliana grazie alle piante terrestri e

acquatiche; il riciclo dei nutrienti attraverso una miriade di organismi.

Page 21: BIODIVERSITA’

Offre il cibo attraverso un’immensa quantità di specie di piante e animali ma anche attraverso una altrettanto immensa quantità di razze e cultivar

selezionate grazie alla variabilità genetica.

Page 22: BIODIVERSITA’

Offre i principi curativi vere e proprie medicine.

Page 23: BIODIVERSITA’

Offre materie prime, fibre tessili, legno, energia (dalle cosiddette biomasse), sughero, resine, carta, gomma, cere.

Page 24: BIODIVERSITA’

Regola la composizione chimica dell’atmosfera e del clima controllando

la temperatura, l’umidità, gli sbalzi termici la traspirazione.

Page 25: BIODIVERSITA’

Offre l’approvvigionamento idrico conservando l’acqua dolce sulla superficie delle terre emerse.

Page 26: BIODIVERSITA’

Protegge da eventi catastrofici, la vegetazione è in grado di contribuire a

ridurre gli effetti di uragani, inondazioni, siccità e dissesto

idrogeologico.

Page 27: BIODIVERSITA’

Offre servizi culturali attraverso valori estetici, ricreativi, spirituali e

scientifici.

Page 28: BIODIVERSITA’

Ci dona colori sapori odori e profumi diversi.

Page 29: BIODIVERSITA’

Nel 1927 in Italia si contavano 291 varietà di frumento 98 delle quali erano intensamente coltivate. Nel 1971, 250 di queste erano già scomparse. Siamo di fronte ad

una perdita su larga scala di varietà genetica la cui conseguenza è un aumento della vulnerabilità agricola

al cambiamento climatico e alla comparsa di nuove malattie. Insomma siamo più esposti a rischi di

carestie.

Page 30: BIODIVERSITA’

Questa situazione ha un responsabile l’agricoltura intensiva la cui

affermazione è andata di pari passo con quella dell’industria sementiera.

L’utilizzo su larga scala di grani ad alta resa ha fatto crescere e diffondere un prodotto più povero di micronutrienti necessari all’alimentazione umana.

Page 31: BIODIVERSITA’

Mangiamo di più ma ci nutriamo di meno.

Page 32: BIODIVERSITA’

Ma allora ciascuno di noi cosa può fare?

Page 33: BIODIVERSITA’

Dobbiamo scegliere di non distruggere la natura e di opporci a chi vuole

distruggerla. Dobbiamo rispettare tutte le forme viventi perché tutte sono utili e necessarie in quanto collegate le une

alle altre.

Page 34: BIODIVERSITA’

Possiamo decidere di consumare meno e di essere meno esigenti, di vivere più

in sintonia con la natura.

Page 35: BIODIVERSITA’

Nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise la specie a rischio estinzione è

l’Orso Bruno Marsicano di cui ne sopravvivono circa 50 esemplari.

Quando, esattamente, uno scienziato può parlare di estinzione? Quando

scompare l’ultimo individuo?

Page 36: BIODIVERSITA’

Quando la popolazione di una specie, per le cause più svariate (dalla

riduzione dell’habitat alla persecuzione diretta), è diventata così esigua da non poter garantire la sua sopravvivenza a

lungo termine.

Page 37: BIODIVERSITA’

Classe: MAMMALIAOrdine: CARNIVORAFamiglia: URSIDAEGenere: URSUSSpecie: URSUS ARCTOSSottospecie: MARSICANUS

Orso Bruno Marsicano

Carta d’identità

L'orso è un grosso mammifero terrestre che, come l'uomo, ha la caratteristica di poggiare a terra l'intera pianta del piede; per questo motivo viene chiamato plantigrado e questa particolarità gli conferisce una grossa stabilità al suolo. Nonostante l'aspetto tozzo e l'andatura goffa, l'orso può correre anche velocemente ed arrampicarsi facilmente sugli alberi per mangiarne i frutti.

Page 38: BIODIVERSITA’

Una vita tra mille ostacoliConvivenza con l’uomo: questo è il problema principale dell’orso, che

abita i nostri boschi e si sposta alla ricerca di cibo, “interferndo” con le

attività delle popolazioni umane. Durante questi suoi spostamenti,

ualche volta si trova vicino ad allevamenti e campi coltivati, e

l’istinto – o semplicemente la fame – lo spingono a predare qualche

animale oppure a derubare qualche frutteto. Nel corso degli anni,

questo simpatico mammifero è diventato, per molti, un mostro da

sconfiggere, con ogni mezzo: trappole, tagliole, bocconi

avvelelnati e fucili.Come se ciò non bastasse, i territori

boschivi nel nostro Paese sono sempre più frammentati: interrotti da cemento, strade, costruzioni. Mille ostacoli per l’orso, che per spostarsi da un’area forestale

all’altra rischia sempre più spesso di essere investito dalle automobili.

Page 39: BIODIVERSITA’

Salvare l’orso in 7 mosse decisive

1. Il radiocollare: al momento è il migliore amico dell’orso. Essenziale per capire come, dove e quando intervenire per proteggerlo

2. Le recinzioni elettrificate sono utili a tenere lontano l’orso dalle greggi e dalle arnie, senza fargli alcun male

Page 40: BIODIVERSITA’

3. Le squadre antibracconaggio

4. Il mastino abruzzese è un cane amico dell’orso: lo tiene lontano dalle greggi con le buone maniere, anzi l’orso non si avvicina proprio.

Page 41: BIODIVERSITA’

5. Il melo è l’albero preferito dall’orso, che ne è golosissimo.Si deve piantare nelle zone dove non c’è rifornimento alimentare.

7. Istituire, come intervento d’urgenza, dei punti di alimentazione artificiale per sfamare l’orso

6. Recupero e ripristino dei vecchi frutteti abbandonati, assai frequente nelle aree montane

Page 42: BIODIVERSITA’

L’Italia, grazie all’eterogeneità dei suoi paesaggi dovuti alla sua tormentata

orografia e all’insieme di fattori bioclimatici, molto variabili a seconda degli ambienti, è il paese più ricco di flora e fauna, cioè di biodiversità, di

tutto il continente europeo.

Page 43: BIODIVERSITA’

La regione Lazio, sulla scorta delle indicazioni fornite dalla Convenzione

sulla Diversità Biologica, con la Legge 1 marzo 2000, n.15, tutela le risorse

genetiche autoctone del Lazio, d’interesse agrario e a rischio di

erosione genetica.

Page 44: BIODIVERSITA’

Sono tutelate tutte le specie, le razze, le popolazioni, le varietà locali, gli

ecotipi, i cloni e le cultivar, compresi i selvatici delle specie vegetali coltivate, nonché le razze e le popolazioni animali

d’interesse zootecnico:

Page 45: BIODIVERSITA’

Autoctone, cioè originarie del Lazio o introdotte e integrate nell’agroecosistema laziale da almeno 50 anni

D’interesse agrario, cioè utilizzate per scopi agricoli e zootecnici;

Per le quali esiste un interesse economico, scientifico, ambientale e

culturale;

Minacciate di erosione genetica

Page 46: BIODIVERSITA’

Sono tutelate, inoltre, tutte le risorse genetiche scomparse dal territorio

regionale, ma attualmente conservate presso istituti sperimentali, orti

botanici, collezioni e banche genetiche pubbliche e private, anche di altre

regioni o paesi.

Page 47: BIODIVERSITA’

Piano Nazionale sulla Biodiversità Agrario

E’ in corso l’attuazione del Piano Nazionale sulla Biodiversità d’Interesse Agrario (PNBA),

che comprende una sezione vegetale, una zootecnica e una microbiologica ed è basato

sulle richieste delle Regioni e sulle esperienze già in corso presso di esse.

La finalità principale è quella di fornire strumenti operativi riconosciuti, comuni e

condivisi per rispondere alle normative europee e nazionali e, soprattutto, perseguire

un obiettivo di coordinamento fra di esse, oltre che in funzione di un approccio unico

alla problematica, anche di un sinergismo di risorse finanziarie e umane.

Page 48: BIODIVERSITA’

Con il termine biodiversità agricola o agrobiodiversità si indica tutto il patrimonio

di risorse genetiche vegetali, animali e microbiche formatesi, per azione di

meccanismi biologici e per selezione naturale, nei tempi lunghi dell’evoluzione ed

accumulate, fin dagli inzi dell’agricoltura da generazioni di agricoltori e allevatori che

hanno addomesticato, selezionato e trasferito, da zone geografiche diverse, tutte

quelle specie da cui ricavare prodotti utili all’uomo.

Page 49: BIODIVERSITA’

Possibili benefici dell’agrobiodiversità

Ger

arch

ia d

i sca

la d

ei b

enefi

ci

Controllo biologico Altri benefici Valorizzazione dei nemici naturali

Riduzione uso prodotti fitosanitari Riduzione possibilità di sopravvivenza dei

patogeni Possibile premium price

Malattie Minor presenza di

patogeni Soppressione delle malattie Diminuzione densità malerbe Fissazione azoto tramite leguminose

Coltura Maggior produzione (nell’anno)

Riduzione di erosioni, frane e ruscellamenti Valorizzazione del ciclo dei nutrienti tramite la

flora e la microflora edafica Benessere del bestiame Colture alternative che possono dar luogo a

reddito Azienda Conduzione aziendale

più sostenibile

Riduzione eutrofizzazione di acqua e suolo Conservazione fauna e flora selvatiche Patrimonio culturale Valorizzazione estetica (turismo) Attività ricreative

Paesaggio Ampi benefici sociali

Attuando in azienda

interventi che aumentano la biodiversità di

organismi viventi

direttamente o indirettamente

utili alla produzione si

ottengono numerosi benefici.

Page 50: BIODIVERSITA’

Il Registro Volontario Regionale è il repertorio ufficiale della Regione Lazio dove vengono iscritte le risorse genetiche autoctone, di

interesse agrario a rischio di erosione genetica.

Page 51: BIODIVERSITA’

Aglio rosso di Castelliri      

Famiglia: LiliaceaeGenere: AlliumSpecie: A. sativumEntità sottospecifica: EcotipoNome locale: Aglio rosso di CastelliriSinonimi: Numero di iscrizione: VE-0042 (06-06-2006)Registro nazionale delle varietàL'accessione non è iscritta al registro nazionale delle varietàDescrizione MorfologicaPianta: accrescimento determinato con portamento eretto. Altezza della pianta 30-40 cm.Foglia: guainanti alla base a formare un falso fusto, lunghe 60-80 cm, lineari, lisce, di colore verde-grigiastro, ricoperte da materiale ceroso.Infiorescenza: apicale a ombrella recante bulbilli derivati dalla trasformazione di gemme fiorali. Lo scapo fiorale, emesso in maggio, viene eliminato per favorire l’ingrossamento del bulbo.Frutto: la parte edule rappresentata dal bulbo che risulta costituito da 10-14 bulbetti. Le tuniche che avvolgono il bulbo sono di colore biancastro mentrequelle che avvolgono i bulbetti sono rosa con sfumature bianche.Seme: per l’impianto della coltura vengono impiegati i bulbetti, escludendo quelli di piccole dimensioni. Germinabilità elevata.

Page 52: BIODIVERSITA’

Pero Bottiglia    Pero    Famiglia: RosaceaeGenere: PirusSpecie: P. communis L.Entità sottospecifica: VarietàNome locale: Pero BottigliaSinonimi: Numero di iscrizione: VA-0103 (17-08-2005)Soggetto/i proponente/iIstituto Sperimentale per la frutticoltura  Via di Fioranello, 52 00134 - RomaRegione Lazio – Sito di individuazioneAlatri (FR)Descrizione Morfologica• Albero: molto vigoroso, di almeno 70 anni di età, a portamento pendulo.• Frutto: di grosse dimensioni; con forma allungata, peduncolo di spessore medio. Il colore della buccia è verde-giallo a maturazione con lenticelle evidenti e numerose.• Epoca di maturazione: terza decade di ottobre.

Page 53: BIODIVERSITA’

  FagioloFamiglia: PapilionaceaeGenere: PhaseolusSpecie: P. vulgaris L.Entità sottospecifica: EcotipoNome locale: Cannellino di AtinaSinonimi: Numero di iscrizione: VE-0023 (19-05-2004)

Cannellino di Atina Area di diffusioneComune di Atina: frazione di Settignano, Oboca, Sacco, Sabina, S. Marciano e Case di MelfaComune di Villa Latina: frazione di SaccocciaComune di Picinisco: frazione di Di Vito e ImmoglieComune di Casalvieri: frazione di Guagno, Casal Delle Mole e PlautoComune di Casalattico: frazione di S. Nazzario e S. GennaroComune di Gallinaro: frazione di Rosanisco

Page 54: BIODIVERSITA’

Cenni storici ed area di origine

Gli elementi che comprovano l’origine del prodotto “Cannellino di Atina” sono costituiti da molteplici testimonianze storiche. La tecnica colturale che viene tutt’ora praticata dai coltivatori è dettata dall’esperienza secolare di coltivazioni in loco.Il Demarco nel 1811 definisce il fagiolo “Cannellino di Atina” di ottima qualità.Il Cirelli nel “Il Regno delle due Sicilie” (Vol.III 1855/60) fornisce dati statistici molto significativi sulla produzione agricola del 1853, e fra questi menziona la produzione del fagiolo “Cannellino di Atina” dell’Agro di Atina pari a 2500 tomoli annui.Nel 1883 nei magazzini di casa Visocchi, nel comprensorio di Atina, si registrò una quantità di 16 tomoli di fagiolo con un valore di Lire 234,75.Nel 1886 si registrò una quantità notevolmente maggiore pari a 68 tomoli per Lire 774,13 di fagioli misti, tra cui anche il “Cannellino di Atina”

Page 55: BIODIVERSITA’

Nel 1889 il capitale di fagiolo cannellino giacente in magazzino era di 19 tomoli, con valore di L. 147,92. All’epoca i poveri contadini si cibavano di circa 600 grammi di fagioli al giorno e proprio per questo motivo la zona del circondario di Atina ne usava grandi quantità e la vendita a terzi era limitata ma era ugualmente redditizia poiché vi era una forte richiesta.La pubblicazione Atina Potens, riporta, per il 1928, una produzione di fagiolo “Cannellino di Atina pari a 165-190 t.Nel 1936, alla famosa mostra agricola di Atina, fu premiata una pianta di cannellino con 56 baccelli.In una tesi di laurea dell’ a.a 1974-1975 si legge che nella “Piana di Atina” tra le leguminose aveva una notevole importanza il fagiolo del tipo “cannellino bianco” coltivato con una tecnica d’irrigazione molto accurata, visto le ottime possibilità offerte dall’alto prezzo di vendita, ed inoltre la resa media per ettaro era tra i 12 e i 15 q.

Page 56: BIODIVERSITA’

PesceFamiglia: SalmonidaeGenere: SalmoSpecie: S. fibreniEntità sottospecifica: RazzaNome locale: Carpione del Fibreno

Carpione del Fibreno  Cenni storici e area di origineE’ una nuova specie di salmonide endemica del lago di Posta Fibreno (FR). A seguito di un lungo periodo di siccità, questa specie si è probabilmente isolata dal ceppo di Trota Macrostigma che aveva originariamente colonizzato il lago risalendo dal M. Tirreno. Il Carpione popola infatti il sistema carsico sotterraneo del lago, in diretta comunicazione con le sorgenti, adattandosi a condizioni di semi-oscurità e forse tollerando anomale concentrazioni gassose. La presenza del Carpione nel lago è documentata da oltre 400 anni (Salviani 1554), Chiappi lo segnalò nel 1924, Zerunian e Gandolfi l’hanno descritto nel 1990.Area di diffusione attuale e di max espansioneSolo il bacino del Fibreno.

Page 57: BIODIVERSITA’
Page 58: BIODIVERSITA’

ISTITUTO TECNICO AGRARIO ALVITO

Classe II SEZ. A